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Esperienze di laboratorio e di campo n. 50 - dicembre 2012 www.apce.it Periodico registrato presso il tribunale di Roma al n. 67 in data 17.02.98 e nella versione telematica al n. 19/2012 in data 26.01.2012- Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma

APCE Notizie 50 - dicembre 2012

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Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche Rivista scientifica per l’informazione e la prevenzione delle corrosioni elettrolitiche delle strutture metalliche (cathodic protection).

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Esperienzedi laboratorio

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n. 50 - dicembre 2012w w w . a p c e . i t

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tecnosystem

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cescor

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La redazione informa n. 39 - dicembre 2009

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4AEEG

Progetto semplificazione

Delibera per il trasporto

del gas naturale

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16

pg. 8

Intervista Ing. C. Pillon

ACEGAS APS

Spazio CIG

La responsabilità giuridica

parte seconda

pg.

22

Spazio CIG

Vietato il “fai da te”

pg.

25pg.

8Recenti attivazioni delle lineeferroviare AV/AC italiane

pg.

42010Forum Italiano Sicurezza Gas

Interferenza da correntealternata: prove sul campo

pg.

15

n. 40 - giugno 2010w w w . a p c e . i t

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Spazio CIGCompletato l’assetto normativo

per i nuovi materiali

pg.

22pg.

6

PROTEZIONE CATODICARiferimenti Normativi

PROTEZIONE CATODICARiflessioni sui dato AEEG

pg.

24

CERTIFICAZIONE DEL PERSONALE

Le regole nella protezione catodica

n. 34 - settembre 2008w w w. a p c e . i t

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Per il prossimo numero si proponeN. 51 – Marzo 2013, sarà dedicato a Protezione Catodica Reti Gas e AcquaN. 52 – Giugno 2013, sarà dedicato a Protezione Catodica Strutture a Mare

Istruzioni per gli autoriGli articoli inviati alla redazione devono preferibilmente rispettare la seguente struttura:- Titolo - Autori con affiliazione (completa) - Sommario (o abstract)- Titolazione dei paragrafi principali, per esempio:

• Introduzione• Condizioni sperimentali (o dati di progetto)• Risultati• Discussione• Conclusioni

- Ringraziamenti (eventuali)- Riferimenti (bibliografici o fonti di altra natura, per esempio siti web)Manoscritti, fotografie e materiale grafico inviati alla redazione non saranno in ogni casorestituiti.NotaLe notizie e le opinioni contenute negli articoli non impegnano la redazione ed esprimo-no quelle degli autori.

ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE DALLE CORROSIONI ELETTROLITICHE

telemagnetica

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n° 50 - dicembre 2012

10RICERCA

Comportamento di anodi di alluminioper la protezione catodica nei terreni

15CASE HISTORIES

Ispezioni di protezione catodica di piattaforme offshore.Applicazione e criteri statistici

39CORSI APCE

24RICERCA

Ipotesi di meccanismo di corrosione da corrente alternatain condizione di protezione catodica

27APCEIl rilancio del 2012

29SPAZIO CIG

Il 2013? Un anno di importanti revisioni normativee nuove pubblicazioni per il Comitato Italiano Gas

33SPAZIO CIGUn flash sui lavori normativi sulla telelettura dei gruppi di misura del gas

36LʼINTERVISTAI 150 anni di Napoletanagas

NEWS 6EDITORIALE 9

APCE NOTIZIE Periodico trimestrale

Direttore responsabileVincenzo Mauro Cannizzo (Snam Rete Gas)

Promozione e sviluppoLucio Francesco Venturinic/o Snam Rete Gas S.p.A.Largo F. Rismondo, 835131 Padovatel. 049 8209246fax 049 [email protected]

Consulenza editoriale e impaginazioneMassimiliano Medei - [email protected] Marinella (RM)

StampaGIMAX - Santa Marinella (RM)Via Valdambrini, 22Tel. 0766 [email protected]

RedazionePoliLaPPc/o Dipartimento di Chimica Materiali eIngegneria Chimica “G. Natta”Politecnico di MilanoVia Mancinelli, 720131 MilanoTel. 022 399 3152Fax 022 399 [email protected]

Comitato di redazioneLuciano Lazzari (Politecnico di Milano)Marco Ormellese (Politecnico di Milano)MariaPia Pedeferri (Politecnico di Milano)Fabio Brugnetti (APCE-UCEMI)Lucio Francesco Venturini (Snam Rete Gas)

Comitato editorialeAndrea Rovelli (Snam Rete Gas)Marco Galletti (Snam Rete Gas)Umberto Lebruto (RFI)Alvaro Fumi (RFI)

Massimo Tiberi (GEA)Georgios Chlaputakis (Enel Rete Gas)Giuseppe Maiello (NAPOLETANAGAS)Paolo Del Gaudio (IRIDE)Ezio Coppi (Esperto)

Comitato scientificoFabio Bolzoni (Politecnico di Milano)Fabio Brugnetti (Snam Rete Gas)Vincenzo Mauro Cannizzo (Snam Rete Gas)Tiziana Cheldi (ENI E&P)Georgios Chlaputakis (Enel Rete Gas)Lorenzo Fedrizzi (Università di Udine)Romeo Fratesi (Univ. Politecnica delle

Marche)Alvaro Fumi (RFI)Luciano Lazzari (Politecnico di Milano)Tommaso Pastore (Università di Bergamo)Enzo Stella (Consulente energia e ambiente)Stefano Trasatti (NACE Italia, Università degli

Studi di Milano)

Le notizie e le opinioni negli articoli non impegnano laredazione ma esprimono soltanto quelle degli autori.

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Page 6: APCE Notizie 50 - dicembre 2012

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117° ASSEMBLEA SOCI 22 NOVEMBRE 2012

Durante la 117° Assemblea dei Soci è stato approvato l’iscrizione di tre nuovi Soci APCE:• “GEOSURVEY SRL”, azienda con sede legale in Gravina di Catania (CT) che - tra le molteplici attività svolte

– si occupa anche di progettazione gasdotti; rif.to CTT Catania• “IPLOM” azienda con sede legale a Busalla (GE), che - oltre a svolgere attività di raffinazione - esercisce

anche alcuni oleodotti; rif.to CTT Genova• “S.I.L.C.A. Bari” di Bartoli Giuseppe Francesco, azienda di servizi, con sede legale in Bari (BA), che si occupa

di protezione catodica; rif.to CTT BariIl ricco calendario didattico 2012 ha portato utili derivanti in maggior misura dalla gestione commerciale, ipo-tizzabili anche per gli anni futuri. E’ stata proposta e approvata la costituzione di una società di capitale uni-personale, in particolare una Società a Responsabilità Limitata (srl) con Socio Unico APCE, e amministratoreunico nella persona del Presidente APCE stesso, con un capitale sociale di euro 20.000,00. Questa soluzionepermetterà di far confluire le attività commerciali dell' Associazione (es. Corsi di formazione, possibili futureattività di consulenza e prestazioni di servizi). La nuova società, il cui Statuto dovrà prevedere un controlloreunico individuato in un professionista esterno iscritto all'albo dei Revisori dei Conti, sarà costituita entrol'anno corrente, affinché possa essere operativa già all'inizio del prossimo anno.Presso la competente Prefettura di Roma (luogo in cui APCE ha sede legale) è in corso il “riconoscimentoai sensi dell’art. 12 del Codice Civile” e leggi successive, così da far acquisire ad APCE la “personalità giuri-dica”, necessaria per ottenere la successiva “registrazione dell’Associazione nel pubblico Registro dellePersone Giuridiche” (art. 33 del codice Civile). APCE, oltre ad acquisire pubblica visibilità, acquisirà “auto-nomia patrimoniale perfetta”, nel senso che per le obbligazioni assunte dall’Associazione, risponderà soltantoquest’ultima con il proprio fondo di dotazione.

THE EUROPEAN CORROSION CONGRESS EUROCORR 2012 (9-13 SETTEMBRE)

Si è svolto a Istanbul in Turchia il convegno EUROCORR, organizzato da EFC (European Federation ofCorrosion) e Turkish Corrosion Association. Tema della conferenza è stato “Mondo più sicuro grazie ad unmigliore controllo della corrosione” (Safer World Through Better Corrosion Control). È stato un momento diconfronto nella comunità scientifica sui recenti sviluppi tecnologici, sulla crescita industriale e sulla sosteni-bilità ambientale, enfatizzando il ruolo critico della scienza della corrosione e della sua prevenzione.

XI CONVEGNO NAZIONALE AIMAT 2012 (16-19 SETTEMBRE)

In collaborazione con l’Università di Cassino si è svolto a Gaeta (LT) l’XI Convegno Nazionale AIMAT, impor-tante momento di incontro e confronto fra gli studiosi e i ricercatori che si occupano di Scienza e Tecnologiadei Materiali. Il convegno è stata un’ottima occasione per presentare gli sviluppi più recenti della ricerca siaa livello nazionale che internazionale.

N E W S

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NACE CORROSION 2013 - ORLANDO (FL, USA) Il convegno annuale di corrosione organizzato nel 2013 dalla NACE si svolgerà in Florida, ad Orlando. Il 2013è anche l’anno in cui si festeggia il 70° anniversario dell’associazione NACE. Il programma tecnico sarà caratte-rizzato da nuove tematiche, tra cui la mitigazione della corrosione dei sistemi di protezione antincendio, i pro-blemi di corrosione relativi ai sistemi di trasporto acqua e inquinamento ambientale e il rapporto tra i rivesti-menti e la protezione catodica. Diversi nuovi forum affronteranno argomenti di notevole interesse quali le tec-nologie per i rivestimenti nell’industria petrolifera, la modellazione al computer di inibitori di corrosione, e lagestione dei rivestimenti. Parallelamente al convegno sarà presene una fiera espositiva, in cui, come lo scorsoanno, sarà riproposto un campo prove di protezione catodica. Per informazioni www.nace.org.

GIORNATE NAZIONALI SULLA CORROSIONE E PROTEZIONE X edizioneUniversità degli Studi di Napoli (10-12 luglio 2013)

Le Giornate Nazionali sulla Corrosione e Protezione si terranno a Napoli dal 10 al 12 luglio 2013. Tali giornatesi sono affermate negli anni come uno degli eventi più importanti a livello nazionale per discutere questioniscientifiche, tecnologiche e produttive, nell’ambito della corrosione e protezione dei materiali. Anche in questaedizione sono stati istituiti due premi, destinati a giovani ricercatori che si distingueranno, nell’ambito della mani-festazione, per l’importanza e l’attualità dei temi proposti. Le aree tematiche principali saranno: corrosione negliambienti naturali, corrosione negli impianti e nelle strutture industriali, tecniche di studio e controllo dei feno-meni corrosivi, corrosione e protezione delle armature nelle opere in c.a., inibitori di corrosione, protezionecatodica, rivestimenti e trattamenti superficiali, corrosione in ambiente biologico. Per informazionihttp://www.aimnet.it/gncorr2013.htm.

EUROMAT – ADVANCED MATERIAL AND PROCESSESSiviglia (Spagna) (8-13 settembre 2013)

Il congresso EUROMAT è uno degli appuntamenti internazionali più importanti nel mondo variegato dei mate-riali. Il congresso 2013, che si svolge a Siviglia, è organizzato dalle società spagnola e portoghese MaterialiSOCIEMAT e SPM e dalla Federazione Europea delle Società dei Materiali (FEMS). Il convegno sarà l’occasioneper conoscere i progressi più recenti nel campo dei materiali strutturali, dei materiali funzionali e delle loroapplicazioni, Le principali aree di interesse saranno Materiali per l’Energia e l’Ambiente e i Biomateriali. Per infor-mazioni http://euromat2013.fems.eu.

EUROCORR – European Corrosion CongressEstoril (Portogallo) (1-5 settembre 2013)

Il congresso EUROCORR è l'evento più importante in Europa e un punto di riferimento in tutto il mondo suitemi della corrosione e della protezione. Il convegno 2013 sarà focalizzato su “Corrosion Control for a BlueSky" e avrà come tema centrale "strategie innovative anti-corrosione per i materiali nei sistemi di produzionedi energia". Il programma del Congresso prevede conferenze plenarie e keynote, presentazioni orali e poster.Per informazioni http://www.eurocorr2013.org. L’edizione 2014 sarà ospitata dall’Italia a Pisa.

Convegno “Pietro Pedeferri e la scuola di corrosionee protezione dei materiali al Politecnico di Milano”

(26-27 settembre 2013)Il convegno, organizzato da PoliLaPP nell’ambito delle celebrazioni per il 150° del Politecnico di Milano(http://www.150.polimi.it/) , avrà luogo presso il Politecnico di Milano il 26 e 27 settembre 2013 in Aula Rogers.L’iniziativa vuole ricordare il contributo che il Politecnico di Milano ha dato allo studio della corrosione e pro-tezione dei materiali, attraverso la rivisitazione del lavoro svolto da scienziati come Roberto Piontelli, GiuseppeBianchi, Bruno Mazza, Dany Sinigaglia e Pietro Pedeferri. Quest’ultimo tenne il primo corso di Corrosione eProtezione dei Materiali Metallici in Italia (1968), contribuì alla nascita di una vera e propria scuola e divulgò lacultura della corrosione anche a livello internazionale. Le tematiche affrontate nei due giorni del convegnosaranno: durabilità delle strutture in calcestruzzo armato, protezione catodica, titanio e sua ossidazione anodica,corrosione e beni culturali, corrosione localizzata, corrosione nel corpo umano e biomateriali. Sarà allestita unamostra di opere su titanio di Pietro Pedeferri. Per informazioni [email protected]

E V E N T I

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DESCRIPTIONThe Cathodic Protection in ConcreteCourse is an intensive 5-day coursethat focuses on the principles andprocedures for CP in concrete.Thecourse discusses the design factors,CP set-up, commissioning,monitoring and operating procedures.Topics of the course are incompliance with EN 12696 and NACERP0290.The course involves lecturesand in-class discussion and practice.

CERTIFICATIONExams for certification can be takenafter the course at CiCPnD authority.

PROGRAM OF THECOURSE

IntroductionAim of the course and planning

Metallic materials used inconcreteProperties of concrete (outline)Metallic materials used in reinforcedand pre-stressed concrete structures

Corrosion of reinforcements inconcreteCarbonation-induced corrosionChloride-induced corrosionElectrochemical aspects

Prevention of corrosion inconcreteConcrete qualityAdditional protection methodsElectrochemical techniques

CP in concretePrinciples and types of CP systems inconcrete

Preliminary investigationsConcrete visual inspection Measurement of concrete parameters Measurement of potential andpotential mapping

CP DesignSelection of the CP systemPreparation of the designspecification Reporting and issuing of technicaldocumentsfor the CP design

CP Set upCP system components. Anode.Feeding systems. Cables. Junctionbox. Power supplies. Monitoringsystem: selection of referenceelectrodes

Operating of CP SystemsWeldingElectrical continuity checkExecution of electrical measurements Data reporting

CP Testing and CommissioningInitial energisingInitial performance assessment andadjustingPreparation of the report

CP MonitoringReference electrodes in concreteIntervals and proceduresMeasurements: potential, potentialdecay, voltagePreparation of the technical report

Maintenance of CP systemsIntervals and proceduresVerification of the efficiency ofcomponents of the CP systemsSystem review and technical report

TRAINERSExperienced professors andtechnicians form university andindustry. List of trainers will beavailable.

TEXTBOOK AND REFERENCES•L. Lazzari, P. Pedeferri, Cathodic

Protection, Polipress Ed., Milan (IT),2005

•EN 15257 standard•Presentation booklet

ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE DALLE CORROSIONI ELETTROLITICHE POLITECNICO DI MILANO

for EN Certification according to EN 15257, Level 2 Concrete

MILAN, ITALY, JANUARY 21 – 25, 2013at Politecnico di Milano, Dept. CMIC “Giulio Natta”,Via Mancinelli, 7 – 20131 Milan, Italy

2ND EDITION

APCEandPOLITECNICO DI MILANODepartment of Chemistry,Materials and Chemical Engineering“Giulio Natta” (CMIC)

in cooperation with

DE NORA

present the Course

CATHODIC PROTECTIONIN CONCRETE

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L’EDITORIALEDI VINCENZO MAURO CANNIZZO

a fine di ogni anno è sempre tempo di bilanci. Anche per questo loscorso novembre i soci APCE si sono incontrati a Napoli per laperiodica assemblea dell’associazione. E’ stato un anno particolar-mente intenso che ha rappresentato una svolta importante inmolte delle nostre attività.Prima fra tutte la formazione. Proprio lì un anno fa avevamoindividuato alcune criticità sulle quali si è intervenuti con un

lavoro di squadra che ha coinvolto molti dei soci e con il prezioso contribu-to del Politecnico di Milano. I risultati sono stati molto positivi: 122 tecnici

hanno partecipato a 8 corsi tenuti da marzo a ottobre; l’82% degli studentiha superato l’esame di certificazione nei due livelli di competenza; 268 per-

sone hanno partecipato alle 10 “Giornate di studio sui rivestimenti” svoltesipresso i CTT (Comitati Tecnici Territoriali). Ma i numeri esprimono solo in

parte una realtà che ha visto crescere l’interesse e l’apprezzamento versotutte le nostre iniziative di formazione. Questo è stato possibile anche attra-

verso l’importante lavoro di revisione di tutti gli strumenti didattici (dispense,presentazioni, video, ecc.) in collaborazione col Politecnico di Milano. Non

solo, con le giornate sui rivestimenti APCE ha voluto affermare, mediante unacapillare presenza sul territorio, il suo ruolo di affidabile punto di riferimento

per la protezione delle infrastrutture.Un altro importante segno di questa presenza è rappresentato dall’apertura

dei due nuovi CTT di Catania e Bari che, grazie all’impegno di quei soci chehanno voluto promuovere l’iniziativa, contribuiranno a diffondere la cultura

della protezione dalle corrosioni attraverso tutti gli strumenti che ci siamo datie che contiamo di rendere ancora più efficaci.

Tenete d’occhio anche il nostro sito: all’inizio del 2013 renderemo disponibilialcune applicazioni di supporto alla formazione che renderanno ancora più

fruttuosa la partecipazione ai corsi e agli esami:• test online d’ingresso ai corsi APCE (aperto a tutti);• area riservata ai soci, a cui si accederà con password, nella quale verranno resi disponibili documentitecnici e inerenti all’associazioni;

• test di autovalutazione pre-certificazione, accessibile tramite area riservata, per coloro che hannopartecipato ai corsi di formazione APCE e che intendono sostenere l’esame per la certificazione;

• videoconferenze con coloro che hanno partecipato ai corsi di formazione APCE e che intendonosostenere l’esame di certificazione, così da garantire un efficace ripasso e una focalizzazione degli

argomenti oggetto d’esame;• rinnovata pagina FORMAZIONE, che fornisce informazioni chiare e immediate sui contenuti deicorsi, sulle date e luoghi in cui verranno svolti, sui costi, gli Enti di certificazione, con i relativi pro-

grammi e regolamenti, con la possibilità di iscriversi on-line.

Il 2013 sarà quindi ancora un anno intenso, come si vede dal nutrito calendario dei corsi e delle dieci“Giornate sulla protezione catodica” che si terranno in giro per l’Italia. Anche altri importanti

appuntamenti segneranno il prossimo anno: • le “Giornate AIM sulla Corrosione” che si terranno a Napoli il prossimo luglio;

• le iniziative nel contesto del 150° del Politecnico – “Pedeferri e la scuola di corrosione e protezio-ne dei materiali”: il 26 e 27 settembre 2013 si terranno due giornate per ricordare il contributo

che il Politecnico di Milano ha dato allo studio della corrosione e della protezione dei materiali,attraverso la rivisitazione del lavoro svolto da scienziati come Piontelli, Bianchi, B. Mazza, Sinigaglia

e Pedeferri.• Il convegno “Protezione dalla corrosione delle opere portuali” (data da definire in aprile - mag-gio)

• Il convegno “Protezione catodica delle reti idriche” (data da definire).

Noi ci saremo e vi aspettiamo, buon anno!

V. Mauro CannizzoPresidente APCE

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a protezione catodica in acqua di mare utilizza leghe di alluminio con successoda oltre 40 anni, mentre il loro utilizzo nei terreni non è consigliato dato chein ambiente neutro e con una bassa concentrazione di cloruri tendono a pas-sivarsi. Ci sono situazioni intermedie, per esempio terreni inquinati da cloruri,poco studiate in letteratura, nelle quali l’uso di anodi di alluminio può essereinteressante. A questo scopo sono state effettuate prove di polarizzazionepotenziodinamica e misure del potenziale di corrosione libera in laboratorio su

anodi commerciali di alluminio al variare della salinità. Gli anodi di alluminio hanno mostrato unbuon comportamento nelle prove di protezione catodica in presenza di una concentrazione dicloruri compresa tra 2000 e 19000 ppm. Nelle prove potenziodinamiche si sono osservati feno-meni di corrosione localizzata in presenza di cloruri anche a bassa concentrazione (300 ppm). Inassenza di cloruri e presenza di solfati il comportamento è di tipo attivo passivo e non si eviden-ziano fenomeni di corrosione localizzata.

IntroduzioneLa protezione catodica è una tecnica ben consolidata per la protezione di strutture in acciaioal carbonio interrate o immerse in acqua di mare, sia con l’uso di sistemi a corrente impressa,sia con l’uso di anodi galvanici. I tipici materiali usati come anodi sono leghe di alluminio, zincoe magnesio [1]. In generale, le caratteristiche del terreno, come la bassa concentrazione dicloruri e un pH quasi neutro, favoriscono la passivazione dell’alluminio e delle sue leghe, quin-di ne limitano l’uso come anodi galvanici.

È ben noto che il comportamento delle leghe di alluminio impiegate come anodi galvanicidipende da diversi fattori: ambiente (temperatura, pH, concentrazione di cloruri), tempo diesposizione, densità di corrente anodica e composizione chimica [2–10]. Lianfang et al. hannosegnalato che in condizioni anaerobiche, le leghe di Al–Zn–In in soluzione 0,01 M di solfato(approssimativamente 1.000 ppm SO4

2–) senza cloruri mostrano un comportamento passivo,tipico dei materiali attivo–passivi; l’aggiunta di cloruri, da 0.001 M (circa 35 ppm) fino alla con-centrazione nell’acqua di mare (19.000 ppm), rende l’anodo attivo [8]. Misure di potenzialedi corrosione libera e prove galvanostatiche (0,5 – 5 A/m2) in soluzioni 0,5 M Na2SO4 (equi-valenti a 48.000 ppm SO4

2–) hanno mostrato che l’attivazione delle leghe di Al–Zn–In non siraggiunge in soluzioni con 1.000 ppm di cloruri; gli anodi di alluminio mostrano buone pre-stazioni soltanto se la concentrazione di cloruri è uguale o superiore a 5.000 ppm [9]. Garciaet al. hanno riportato che le leghe di Al–Zn–In hanno un buon comportamento nel terrenosia in termini di potenziale sia di efficienza anodica se il letto di posa, oltre a gesso e bento-nite, contiene cloruri [5].L’interesse pratico per l’impiego di anodi di Al nel terreni è legato a poche ma significative appli-

Comportamento dianodi di alluminioper la protezione catodicanei terreni

RICERCA

di

F. BolzoniM. OrmelleseL. LazzariDipartimento diChimica, Materiali eIngegneria ChimicaPolitecnico di Milano.Via Mancinelli, 7Milano

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Page 11: APCE Notizie 50 - dicembre 2012

cazioni laddove il terreno è inquinato da clo-ruri, come molti terreni desertici quali peresempio il deserto somalo e molte aree delSahara e la steppa russo-asiatica.

Procedura sperimentaleLo scopo delle prove sperimentali è lo studiodel comportamento delle leghe di alluminio dianodi commerciali per la protezione catodicain terreni con “bassa” concentrazione di clo-ruri mediante prove di laboratorio attraversoprove di polarizzazione potenziodinamica emisure del potenziale di corrosione libera. Lacomposizione del terreno di prova e specifica-tamente la concentrazione dei cloruri è statascelta in modo da individuare le condizioniminime che possano assicurare una rispostaoperativa degli anodi in termini accettabili.

Materiali.Sono state utilizzate due leghe commerciali dialluminio (PA1 e TA) e una di zinco (PZ). Intabella 1 si riporta la loro composizione chimi-ca. I campioni sono di forma cilindrica, conun’area esposta di 4–5 cm2.Per le prove di accoppiamento galvanico, sonostati usati come catodi pezzi di tubazione diacciaio al carbonio con un’area di circa 200cm2; i collegamenti elettrici sono stati isolaticon una resina epossidica.È stato usato un elettrodo di riferimento dicalomelano saturo (SCE), mentre per le provedi accoppiamento galvanico è stato un elettro-do di zinco (–1,050 mV vs SCE), periodica-mente verificati rispetto a un elettrodo SCE.

Condizioni di provaPer le misure del potenziale di corrosione libe-ra sono state usate soluzione con tre diverse

concentrazioni di cloruri: 300, 1200 e 3600ppm. Ogni soluzione conteneva un campionedi ogni lega. Le prove di accoppiamento galvanico sonostate eseguite in accordo alla norma ASTM D–1141 [11].I campioni sono stati disposti in due diversicilindri di polietilene di 30 litri, riempiti conuna miscela di sabbia e argilla (3/2 v/v), satura-ta con acqua di mare sintetica, eventualmentediluita fino a raggiungere le concentrazioni dicloruri desiderata: 6000 ppm e 2000 ppm.Ogni cilindro contiene tre campioni (un cam-pione di ogni materiale).Una resistenza esterna di 10 Ω è stata usataper collegare anodo e catodo, e misurare lacorrente di macrocoppia. Il potenziale è statomisurato rispetto a un elettrodo di riferimen-to di zinco. Le prove sono ancora in corso,quindi non è stato possibile calcolare la capa-cità di corrente degli anodi.

Risultati e discussioneProve di corrosione libera.Le figure da 1 a 3 mostrano la variazione delpotenziale di corrosione libera nel tempo per letre leghe anodiche usate nelle diverse soluzioni.Si osserva in media dopo 100 giorni che ilpotenziale di corrosione della lega TA varia fra150 e 50 mV vs Zn (–900 e –1000 mV vs SCE)indipendentemente dalla soluzione, mentre cheper il PA1varia fra 0 e –50 mV vs Zn (–1050 e–1100 mV vs SCE) nelle soluzioni contenenti1200 e 3600 ppm Cl– e fra 150 e 100 mV vs Zn(–900 e –950 mV vs SCE) nella soluzione con300 ppm Cl–. La lega PZ mantiene un potenzialedi corrosione libera quasi costante a –1000 mVvs SCE in tutte le soluzioni.Questi risultati sono in accordo con quelliottenuti nelle prove potenziodinamiche (vede-re tabella 2).

11

L’utilizzodegli anodidi alluminionon è con-sigliabilenei terrenise il tenoredi solfati ecloruri èbasso

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itTabella 1 Composizione chimica delle leghe ano-

diche usate (% w/w)

* Cl– 0 ppm - **Cl– 26 ppm

Anodi Al Zn Mg Cd Cu Fe Pb In Si Mn

Zinco PZ 0.27 99.65 – 0.08 <10–5 0.002 0.002 – – –

Alluminio

PA1 96.94 2.95 0.003 – 0.0006 0.061 0.002 0.01 0.03 –

TA 95.87 3.97 <10–3 0.003 0.0001 0.072 0.0001 0.02 0.07 0.001

Lega anodica SO42– (ppm) Cl– (ppm)

12000* Bianco** 300 1200 6000 11500 19000

Al PA1 –920 –920 –960 –1045 –1045 –1090 –1200

TA –730 –880 –1020 –1040 –1060 –1100 –1080

Zn PZ –1045 –1000 –980 –980 –1000 ––– –1060

Tabella 2 Potenziale (mV) E (I=0) vs SCE perleghe diverse [1]

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Prove di protezione catodicaIn tutte le prove a diversa concentrazione dicloruri (6000 e 2000 ppm Cl–) è stato raggiun-to il potenziale di protezione per gli acciai alcarbonio (–800 mV vs SCE). In generale ilpotenziale dei catodi collegati alla lega PA1varia fra –20 e 90 mV vs Zn (–1060 e –950 mVvs SCE), per entrambe le soluzioni. Per la legaTA, il potenziale è approssimativamente 30 e150 mV vs Zn (–1010 e –890 mV vs SCE) perle soluzioni a 6000 e 2000 ppm di Cl–, rispetti-vamente. Dall’altro canto, il potenziale deicatodi accoppiati con la lega di Zn è intorno10 mV vs Zn a 6000 ppm Cl–, e 80 mV vs Zna 2000 ppm (–1030 e –960 mV vs SCE, rispet-tivamente).Durante i primi 50 giorni di prova, la densità dicorrente (figure 2.b e 2.d) si abbassa da 120mA/m2 circa a valori intorno a 15 - 20 mA/m2.Dopo 200 giorni, questi valori rimangonouguali, con l’eccezione della lega PA1 a 2000ppm di Cl–: la densità di corrente sale a 66mA/m2, e continua a oscillare intorno a quelvalore. Le densità di corrente catodica varianoquindi nell’intervallo tipico in terreni saturatid’acqua (intorno 15 – 20 mA/m2).

Fig 1: Evoluzione del potenziale di corrosionelibera delle leghe anodiche: (a)TA, (b)PA1e (c)PZ col tempo a diverse concentra-zioni di cloruri.

Nella letteratura è stato segnalato che laconcentrazione minima di cloruri necessariaper realizzare l’attivazione delle leghe di allu-minio varia tra 1.000 – 5.000 ppm, quando lasoluzione ha un’alta concentrazione di ionisolfato (48g/L di ioni solfato) [9], che hannoun effetto inibente sull’alluminio [10]. Neinostri esperimenti, le condizioni di protezio-ne sono state ottenute anche in terrenosimulato (sabbia e argilla) saturo con unasoluzione di 2.000 ppm Cl–; poiché le diverseconcentrazioni di cloruri sono state raggiun-te grazie alla diluizione di acqua di mare: laconcentrazione di ioni solfato è di circa 250ppm, molto inferiore alle prove riportate inletteratura [9].

Comportamento anodico.Il potenziale di lavoro degli anodi di alluminioè di circa 20 mV vs Zn (–1030 mV vs SCE) interreno simulato saturato con una soluzione a6000 ppm di Cl–, e per i terreni saturi con unasoluzione di 2000 ppm di Cl– intorno a 65 mVvs Zn (–985 mV vs SCE). Il potenziale deglianodi di zinco invece oscilla intorno a 20 mVvs Zn (–1030 mV vs SCE) in tutti gli ambienti,in accordo con le prove potenziodinamiche edi corrosione libera, dove il potenziale di cor-rosione sembra non dipendere della concen-trazione di cloruri.La densità di corrente anodica per le leghe dialluminio varia fra 0,5 e 1 A/m2 a tutte le con-centrazioni di Cl–; per gli anodi di zinco variafra 0,6 e 3 A/m2 per tutte le concentrazioni dicloruro. I valori medi sono stati calcolati dopo50 giorni di prova.

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(a) Fig.1

(b) Fig.1

(c) Fig.1

E vs

SCE

(mV)

E vs

SCE

(mV)

E vs

SCE

(mV)

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(b) Fig.2

(c) Fig.2

(a) Fig.3 (b) Fig.3

(a) Fig.2

Pote

nzia

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(mV)

Pote

nzia

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s Zn

(mV)

Dens

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2De

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Pot C

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(mV)

Fig 2: Potenziale di protezione e densità di corrente catodica per le diverse concentrazioni di cloruri:(a), (b) a 6000 ppm Cl–; (c), (d) a 2000 ppm Cl–.

Fig 3: Potenziale di protezione e densità di corrente catodica per le prove di campo a 2000 ppm Cl–.

(d) Fig.2

Dens

ità d

i cor

rent

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A/m

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ConclusioniLe condizioni di protezione sono state rag-giunte in tutte le soluzioni (concentrazione dicloruri da 2000 a 6000 ppm).

Gli anodi hanno lavorato a potenziali attesianche nelle soluzioni con la minore concentra-zione di cloruri (2000 ppm).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

1. L. Lazzari, P. Pedeferri, M.Ormellese, “Protezione Catodica”, Polipress, Milano, 2006.2. E. Lemieux, W.H. Hartt, K.E. Lucas, Proc of Corrosion 2001, NACE, Houston Texas

(2001), paper 01509.3. A.G. Muñoz, S.B. Saidman, J.B. Bessone, Corrosion Science 44 (2002) 2171–2182.4. M.A. Talavera, S. Valdez, J.A. Juarez–Islas, B. Mena and J. Genesca, Journal of Applied

Electrochemistry 32 (2002) 897–903.5. S.G. Garcia, R. Suarez Baldo, J.B. Bessone, 1st Panamerican corrosion and protection

congress, Vol. II (1992) 609–618.6. S.B. Saidman, J.B. Bessone, Electrochimica Acta 42 (1997) 413 – 420.7. D.R. Salinas, S.G. Garcia, J.B. Bessone, Journal of Applied Electrochemistry 29 (1999)

1063–1071.8. L. Lianfang, W.H. Hartt, Proc of Corrosion 2002, NACE, Houston Texas (2002), paper

02019. 9. J.D. Scantlebury, E.K. Ahmied, The 5th Libyan Corrosion Conference & Exhibition,

Benghazi Libya (2005) 83–96.10. S.I. Pyun, S.M. Moon, Solid State Electrochem (1999) 331 – 336.11. ASTM D 1141–98 “Standard practice for the preparation of substitute ocean water”

(1998).

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Ispezioni di protezionecatodica di piattaformeoffshore. Applicazione e criteristatistici

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CASE HISTORIES

L’ottimizzazione delle ispezioni subacquee di protezione catodica di struttu-re offshore, in particolare di piattaforme per la produzione di olio e gas, hadeterminato l’adozione di un approccio ingegneristico sia per la pianifica-zione e programmazione delle ispezioni sia per l’analisi dei dati raccoltidurante le stesse campagne ispettive.I metodi statistici sono utilizzati sianella fase di pianificazione delle ispezioni di protezione catodica, per il cam-pionamento, sia per l’analisi dei risultati delle ispezioni. L’articolo illustra i

criteri di campionamento per la selezione degli elementi da ispezionare (posizioni per l’esecuzionedi misure di potenziale e anodi campione) oltre a una serie di strumenti statistici per l’analisi deidati ispettivi che includono l’utilizzo di alcune statistiche, i box-plot, la regressione lineare e la teoriadei valori estremi per determinare, a partire dal campione di dati, le caratteristiche della popola-zione.

IntroduzioneLe strutture offshore per la produzione di idrocarburi (jacket di piattaforme, condotte sottomari-ne, teste pozzo, etc.) sono protette dalla corrosione dell’acqua di mare mediante sistemi di prote-zione catodica, in genere ad anodi galvanici. In relazione al tipo di struttura, la protezione catodicapuò essere applicata in combinazione ad un rivestimento, come nel caso ad esempio di condottesottomarine, o sulla struttura nuda, come nei jacket in acciaio delle piattaforme.L’ispezione dei sistemi di protezione catodica è di norma parte dell’ispezione subacquea per laverifica dell’integrità della struttura ed è finalizzata a verificarne lo stato di protezione, la presenzadi eventuali attacchi corrosivi, l’integrità dei componenti del sistema di protezione catodica e il con-sumo degli anodi galvanici, dato necessario per la stima della vita residua del sistema stesso. Le ispe-zioni di protezione catodica presentano alcune criticità legate ai seguenti aspetti:• definizione degli elementi da ispezionare;• costi elevati, a seguito dell’impiego di mezzi e personale subacqueo.I dati raccolti durante le campagne di ispezione sono di grande importanza poiché rappresentanol’unica informazione disponibile per poter stabilire il livello di protezione catodica della struttura estimarne la vita residua. È quindi opportuna l’adozione di un approccio ingegneristico sia per le fasidi pianificazione e programmazione delle ispezioni subacquee, sia per le fasi di analisi e interpreta-zione dei risultati[1,2]. In quest’ottica gli strumenti statistici sono di grande aiuto in quanto permet-tono da una parte di definire un piano di campionamento che ottimizzi l’efficienza e i costi delleispezioni e dall’altra di implementare una metodologia rigorosa per l’analisi dei dati. Nei paragrafisuccessivi si presentano alcuni strumenti statistici per il campionamento e per l’analisi dei datiispettivi.

L. TorriT. CheldiEni Exploration andProductionVia Emilia, 1San Donato Milanese

V. Colombo B. BazzoniCescor SrlVia Maniago 12Milano

di

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Ispezioni subacqueedi protezione catodica

L’esecuzione delle ispezioni di protezionecatodica di piattaforme offshore prevede l’ac-quisizione di misure di potenziale della struttu-ra e una serie di rilievi sugli anodi. La pianifica-zione dei rilievi prevede la suddivisione idealedella struttura in zone e l’esatta individuazionedelle posizioni di misura.

Porzioni omogenee Le sezioni di jacket omogenee dal punto divista della protezione catodica, designate por-zioni omogenee, sono individuate come particomprese tra due piani del racket stesso. Laporzione omogenea inferiore comprendeanche le parti a contatto con fango, come peresempio i pali infissi e il lato inferiore dei mudmat. La ripartizione in porzioni omogenee diuna struttura deve tenere conto delle suecaratteristiche specifiche: in base alla solaprofondità dell’acqua nella posizione di instal-lazione una classificazione di massima è laseguente:• piattaforme in basso fondale (shallow):

da 0 sino a 30 ÷ 40 m;• piattaforme in medio fondale (medium):

da 30 ÷ 40 m sino a 70 m;- piattaforme in alto fondale (deep):

oltre 70 m.

Nella Tabella 1 sono riportati alcuni esempi,tratti da casi reali di ENI E&P, di piattaforme avarie profondità, con l’indicazione delle super-fici da proteggere (in acqua e in fango) e larelativa suddivisione in porzioni omogenee.Nella stessa tabella è riportato il numero dianodi installati, variabile anche in relazione allavita di progetto della struttura e alle dimensio-ni e massa dell’anodo adottato.

Le strutture in basso fondale, sino a 30 ÷ 40 mcirca, possono essere trattate come una strut-tura unica; viceversa, per profondità superioridevono essere individuate più porzioni; indica-tivamente, una singola porzione omogeneadovrebbe estendersi per una profondità nonsuperiore a 50 m.Per ciascuna porzione omogenea dovrà essere

disponibile un sistema codificato per la desi-gnazione di elementi strutturali (aste, segmentidi gamba, ecc.), nodi e anodi galvanici.

Misure di potenziale sulla strutturaPer ciascuna porzione omogenea preventiva-mente individuata le misure di potenziale sonoacquisite:• in corrispondenza di un campione di nodi

(vedi Figura 1);• in corrispondenza di un campione di posizio-

ni casuali (random) del jacket;• in posizioni mirate (di convenienza) in corri-

spondenza di componenti specifici: caisson;conductor; skirt pile; ecc.).

Figura 1 – Vista laterale di un nodo con indicazio-ne delle posizioni di misura del poten-ziale.

Misure agli anodiPer tutti gli anodi installati sulla strutturaoggetto di ispezione viene effettuato l’EsameVisivo Generale. Su un campione degli anodi, inaggiunta all’esame visivo generale, vengonoeffettuati i seguenti rilievi:• esame visivo ravvicinato;• misure di potenziale;• misure di gradiente;• rilievi dimensionali.

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Caso Classe Struttura profonditàacqua (m)

superficie inacqua (m2)

superficie infango (m2)

N. anodiinstallati

N. porzioniomogenee

A shallow 4-gambe 36 2,500 2,000 190 1

B shallow/medium 4-gambe 42 2,500 1,420 94 1

C medium 4-gambe 73 4,500 2,700 164 2

D deep 4-gambe 100 10,400 1,000 370 3

E deep 10-gambe 170 80,000 20,000 2,340 3÷4

Tabella 1 – Suddivisione della piattaforma inporzioni omogenee.

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1. Con il termine caratteristica della piattaforma, si intende la complessità della struttura, valutata inrelazione al numero di elementi che compongono la struttura.

2. Con il termine strato si intende l’insieme di elementi all’interno di ciascun gruppo (porzione omo-genea) approssimativamente di uguale lunghezza.

Figura 2 – Misura di gradiente di potenziale suun anodo della piattaforma.

CampionamentoIl campionamento statistico è alla base dell’in-ferenza statistica: una rilevazione si dice cam-pionaria quando permette di fare inferenza,ossia di desumere dal campione un’informa-zione relativa all’intera popolazione. L’indaginecampionaria, pertanto, si caratterizza rispettoa quella censuaria per:• la scelta di una specifica procedura di selezio-

ne delle unità della popolazione;• l’induzione, in base all’analisi delle osserva-

zioni campionarie, dal campione all’interapopolazione.

Le indagini censuarie, al contrario, riguardanol’intera popolazione e pur essendo più affida-bili rispetto al parametro oggetto d’indaginecomportano maggiori costi e tempi più lunghi.Pertanto, mentre l’indagine censuaria fornisceil valore vero dei parametri di interesse, quellacampionaria restituisce una sua stima allaquale è associato un dato grado di fiducia.L’obiettivo principale del campionamento èquello di ottenere campioni efficienti a paritàdi costo o campioni che a parità di efficienzapresentino costi più ridotti. Nel caso dellestrutture offshore le teorie del campionamen-to sono utilizzate per definire: • il campione delle posizioni di misura del

potenziale della struttura;• il campione degli anodi da ispezionare.

Posizioni di misura del potenziale della strutturaPer il campionamento delle aste della piat-taforma dove effettuare le misure di poten-ziale, si utilizza un campionamento multista-dio[1]. All’interno di ciascuna porzione omoge-nea viene selezionato un campione casuale diaste. Il numero totale di aste da ispezionare èscelto in base al costo dell’ispezione e allavariabilità all’interno di ciascun gruppo (notadai dati ispettivi delle precedenti campagne,se disponibili). Inoltre per tenere in conside-razione l’importanza strutturale di ogni asta,si utilizza un criterio di selezione basato sullalunghezza di ogni asta (le aste più lunghe

hanno maggiore rilevanza strutturale).Per identificare il numero, , di aste da campio-nare, può essere utilizzata la seguente formu-la:

(1)

dove:• C è il costo totale che può essere sostenuto;• Ch è il costo associato a ciascun dislocamen-

to (i.e. costo dovuto alla movimentazione delpersonale e della strumentazione a differentielevazioni);

• H è il numero di porzioni omogenee;• c è il costo per ogni misura sull’asta; • n è il numero totale di aste da ispezionare.

Il numero totale di aste da ispezionare deveessere comunque sempre maggiore o uguale auna quantità minima definita caso per casosulla base o delle caratteristiche della piat-taforma1 o, se presenti, dei dati di precedenticampagne ispettive (in tal caso il numero mini-mo deve essere selezionato in base al massimoerrore campionario che si è disposti ad accet-tare[3]). Una volta definito il numero di aste da ispezio-nare, , questo deve essere ripartito nei diversigruppi (porzioni omogenee) precedentementeidentificati (H). Nel caso in cui non siano disponibili dati ispet-tivi storici (precedenti all’ispezione da esegui-re), il numero di aste è allocato proporzional-mente al numero totale di aste presenti in ogniporzione omogenea rispetto alle aste totalidella piattaforma. Il numero di aste da campio-nare in ogni porzione omogenea nh è quindidato da:

(2)

dove:N è il numero totale di aste nella piattaforma;Nh è il numero totale di aste in ogni porzioneomogenea con h che va da 1 ad H ed n ilnumero totale di aste da campionare sullapiattaforma.

All’interno di ogni gruppo le nh aste della piat-taforma sono scelte tramite un campionamen-to casuale stratificato in base alla lunghezza

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L’ispezione diprotezionecatodica perle struttureoffshoreprevedel’acquisizionedel potenzialedellastruttura euna serie dirilievi suglianodigalvanici

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degli elementi. Le aste sono divise in strati2 inbase alla loro lunghezza. Ad ogni strato i èquindi associato un peso whi (strato i nelgruppo h) direttamente proporzionale all’im-portanza strutturale di ciascun strato (cioè allalunghezza degli elementi) e alla numerositàdello strato ni. Il peso è

dove Li è la lunghezza dell’asta nello strato e L,è la somma delle lunghezze relative ad ognistrato presente nel gruppo.

Il numero totale di elementi da ispezionare inogni strato, nhi, è selezionato proporzional-mente al peso associato ad ogni strato in basea questa formula:

(3)

All’interno di ogni strato gli elementi da ispe-zionare sono selezionati in modo casuale. Nelcaso in cui si disponga di dati ispettivi prece-denti, il numero di aste da ispezionare perogni sezione omogenea può essere allocatoin modo proporzionale alla sua variabilitàinterna.

(4)

Dove, Nh, è il numero totale di aste in ogni grup-po e Sh è la varianza di ogni gruppo (che è notada ispezioni passate). Questo metodo permettedi ottenere una maggiore numerosità aste daispezionare, nh in corrispondenza di gruppi chehanno dato risultati eterogenei e di ottenere unnumero minore di aste da ispezionare, nh in cor-rispondenza di gruppi più omogenei. Ciò con-sente ad esempio di intensificare le ispezioni inquelle zone della piattaforma che possono esse-re soggette a condizioni eterogenee a seguito,ad esempio, dell’esposizione agli agenti meteo-marini prevalenti o di un’errata progettazionedel sistema di protezione catodica.

Anodi da ispezionarePer quanto riguarda gli anodi da ispezionare,come metodo di campionamento si può ricor-rere all’interno di ciascuna porzione omoge-

nea a un’estrazione casuale semplice, in quan-to, la supponendo una corretta progettazionedel sistema di protezione catodica, gli anodidovrebbero avere un consumo uniforme. Per ilnumero minimo di anodi da ispezionare siadottano gli stessi criteri impiegati per la sele-zione delle aste.

Esempio di pianificazione di ispezione di protezio-ne catodicaIl campionamento statistico viene utilizzatoper la pianificazione delle ispezioni di protezio-ne catodica ENI E&P. Di seguito viene riporta-to in sintesi il caso dell’ispezione della“Piattaforma A”, nell’ambito delle attività diriqualifica della struttura. La “Piattaforma A” èsituata al largo di Crotone, in alto-fondale; idati principali della piattaforma sono riassuntiin Tabella 2.La piattaforma è protetta con un sistema diprotezione catodica ad anodi galvanici in legadi alluminio, tipo slender stand-off, di sezionerettangolare. Sono installati N. 186 anodi. Lapiattaforma non è provvista di sistema dimonitoraggio della protezione catodica.La struttura è stata idealmente suddivisa in 2porzioni omogenee:• S-1 da piano a -70,0 m a piano -40,0;• S-2 da piano a -40,0 m a livello mare.

Le misure di potenziale sono state pianificate:• su un campione casuale di nodi campione;• su un campione casuale di aste;• su un campione di posizioni aggiuntive in cor-

rispondenza di caisson, conductor, blow-down e clampe di ancoraggio riser.

Per verificare lo stato degli anodi sono statepianificate una serie di misure e rilievi su uncampione casuale di anodi campione, e l’ispe-zione visiva sul 100% degli anodi.I risultati dell’attività di pianificazione dell’ispe-zione sono riassunti nella Tabella 3.

Analisi datiA partire da ispezioni pianificate sulla base deicriteri di campionamento sopra descritti, lastatistica viene quindi utilizzata per l’analisi deirisultati dell’ispezione. In generale l’analisi dei

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profondità (m MSL) 70.00

anno di installazione 1974

vita di progetto (dopo riqualifica), anni 56

anno di estensione della vita utile 2030

classe di rischio C-1

tipo struttura Jacket a 8 gambe

Riser N. 1 x 16” + N. 1 x 10” + N. 1 x 4” + N. 3 x 3”

conductor pipe N. 12 x 24”

elevazione piani, m +2.00 / -11,00 / -25,00 / -40,00 / -55,00 / -70,00

Tabella 2 – “Piattaforma A”. Dati generali.

L’analisistatisticadei dati dimonitorag-gio è realiz-zata in trefasi: analisiesplorativa;analisi infe-renziale;definizionedei modelli

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dati ispettivi può essere articolata in tre fasi: laprima consiste nell’analisi esplorativa dei datiraccolti (statistica descrittiva)[4], la seconda nel-l’induzione del campione all’intera popolazio-ne (statistica inferenziale)[5] e la terza nelladefinizione di modelli che permettano dideterminare eventuali relazioni tra le variabiliin gioco. Qui di seguito sono descritti alcunistrumenti statistici che possono essere facil-mente utilizzati in ciascuna delle fasi sopracitate, con particolare riferimento al caso didati costituiti da misure di potenziale acquisitenel corso delle ispezioni subacquee di prote-zione catodica di jacket di piattaforme.

Analisi esplorativa dei datiQuesta fase include l’utilizzo di alcuni semplicistrumenti per la rappresentazione e sintesi deidati. Si procede in primo luogo al calcolo dialcune statistiche che permettono di sintetizza-re i dati. Esse includono la media e la mediana,che danno un’indicazione sul “centro” dei dati,la varianza, la deviazione standard e il range,che quantificano la loro dispersione. I dati ven-gono quindi rappresentati graficamente; tra letecniche disponibili, quella ritenuta più idoneaper la rappresentazione dei dati ispettivi è ilbox-plot[4]. Il box-plot permette di visualizzare inmodo sintetico la dispersione dei dati e i prin-cipali valori di posizione della distribuzione erisultano molto utili per la rappresentazioneed il confronto di grandi set di dati. Viene rap-presentato tramite un rettangolo diviso in dueparti, da cui escono due segmenti. Il rettangolo(la scatola) è delimitato dal primo e dal terzoquartile ed è diviso al suo interno dalla media-na. I segmenti (i baffi) sono lunghi al più 1,5volte la distanza interquartile (pari allo spigolodella scatola, ossia alla differenza tra il terzo e

il primo quartile) e terminano in corrispon-denza del dato più lontano dalla scatola infe-riore a tale valore. Eventuali valori che si tro-vano al di là del limite fissato (1,5 distanzainterquartile) sono rappresentati con un sim-bolo dedicato e rappresentano dei potenzialioutlier. In aggiunta, all’interno del rettangolopuò essere rappresentata anche la media deidati: ciò permette di visualizzare se la distribu-zione dei dati è simmetrica. A titolo di esem-pio la Figura 3 e la Figura 4 riportano i boxplot ricavati dalle misure di potenziale di unapiattaforma[1]. In particolare, nel caso dellaFigura 3, ogni box-plot rappresenta circa 600valori di potenziale. Come si può apprezzaredalle due figure sotto riportate tale metodo è

Elemento Tipo di misure e rilievi N. di misure

Struttura(aste, nodi)

Esame Visivo Generale 100% della struttura

Esame Visivo Ravvicinato Difetti / attacchi corrosivi

Misure di potenziale ai nodi campione N. 10 nodi campione

Misure di potenziale in posizioni campione (aste) N. 60 posizioni

Misure di potenziale in posizioni aggiuntiveA intervalli di profondità rego-lari su conductor, caisson,blow-down e clampe riser

Anodi Esame Visivo Generale 100% degli anodi

Anodi campione

Esame Visivo Ravvicinato

N. 10 anodi campione

Misure di potenziale anodo

Misure di gradiente

Misure di potenziale struttura in prossimità

Rilievi dimensionali

Tabella 3 – “Piattaforma A”. Sintesi dei requisiti per l’ispezione di protezione catodica.

Figura 3 – Box-plot: confronto tra i dati raccoltinel corso di 4 campagne ispettive. Ipotenziali sono espressi in mV rispettoall’elettrodo Ag/AgCl/acqua di mare[1].

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molto efficiente per la rappresentazione deidati di potenziale in quanto presenta i seguentivantaggi:• è di facile applicazione ed è adeguato a rap-

presentare le misure di potenziale;• permette di visualizzare ed estrarre le prin-

cipali informazioni dal campione di dati (sim-metria della distribuzione dei dati, dispersio-ne, presenza di outlier)

• permette di confrontare diversi campioni didati;

• permette di fornire una valutazione rapida egenerale delle condizioni di protezione cato-dica.

Analisi inferenziale: gli intervalli di confidenzaI dati campionari si analizzano con lo scopo difare “induzioni”, di tipo probabilistico, “dal par-ticolare al generale”, estendendo, con un livel-lo di errore controllato, la conoscenza estrattadal campione all’intera popolazione di riferi-mento. Ciò si traduce nel prendere decisioni incondizioni di incertezza, ovvero fare stime eprevisioni sulle caratteristiche incognite dellapopolazione.In particolare, con riferimento alle ispezionisubacquee di protezione catodica di piattafor-me, l’obiettivo dell’analisi inferenziale è di sta-bilire lo stato di protezione della struttura

(ossia l’integrità valutata rispetto alla corrosio-ne esterna) sulla base delle misure di potenzia-le acquisite. L’obiettivo si traduce quindi neldeterminare la stima del valore di potenzialemedio dell’intera struttura basandosi sui datiacquisiti mediante il piano di campionamentoprecedentemente descritto. La semplice individuazione di un singolo valoreè spesso non sufficiente. È opportuno alloraaccompagnare la stima di un parametro con unintervallo di valori plausibili, che viene definitointervallo di confidenza. L’intervallo di confidenza è costruito nell’in-torno della stima puntuale (media campionariaovvero la media calcolata sui dati campionari),in modo tale che contenga, con una certa affi-dabilità, il valore vero (media della popolazio-ne). Il livello di affidabilità, generalmente indica-to come (1-α) associato ad un intervallo diconfidenza denota quanta confidenza abbiamoche questo intervallo contenga il valore verodel parametro. Per ottenere un intervallo diconfidenza si deve ricorrere alla distribuzionedi probabilità dello stimatore puntuale ovverouna funzione che associa ad ogni possibilecampione un valore del parametro da stimare.Lo stimatore della media è la media campiona-ria che si distribuisce normalmente.L’intervallo di confidenza della media dellapopolazione nel caso in cui non sia nota lavarianza della popolazione e quindi si usi unasua stima è[6]:

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dove:• μ è la media della popolazione;• х è la media campionaria;• t1-α/2,n-1 è il valore della variabile casuale t

di Student per un campione di ampiezza n eun livello di affidabilità (1-α) ;

• S è la varianza campionaria; • n è il numero di osservazioni di cui è costi-

tuito il campione.

Nel caso in cui lo stimatore non abbia unadistribuzione normale si deve ricorrere agliintervalli di confidenza non parametrici, cheperò forniscono solitamente ampiezze mag-giori[7].

Definizione di modelli e teoria dei valori estremiIl passo successivo dell’analisi statistica è ladefinizione di modelli per la determinazionedelle relazioni tra due o più insiemi di variabili,ad esempio nel caso dei dati di potenziale,potrebbe essere interessante studiare, se esi-ste, la dipendenza tra le misure di potenziale(variabile indipendente) e l’elevazione dell’ele-mento dove la misura è stata acquisita (variabi-le dipendente). Al cambiare dell’elevazionevariano infatti anche alcuni parametri ambien-tali, quali la temperatura, il contenuto di ossi-geno e la turbolenza con conseguente effettosulla densità di corrente di protezione.L’eventuale relazione tra le due variabili

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Figura 4 – Box-plot: organizzazione delle misure dipotenziale in funzione dell’elevazione.Ogni tronco include un piano e tutte leaste comprese tra quel piano e quellosuccessivo; il primo tronco raggruppatutti gli elementi compresi tra la zonespruzzi e il piano a -20 m, il secondoquelli compresi tra il piano a -20 m(escluso) e quello a -48 m, il terzo quellicompresi tra il piano a -48 m (escluso)e il piano a -77 m, il quarto quelli com-presi tra il piano a -77 m (escluso) e ilpiano a -107 m, il quinto quelli compre-si tra il piano a -107 m (escluso) e ilpiano a -138 m, il sesto quelli compresitra il piano a -138 m (escluso) e il fondomarino. I potenziali sono espressi in mVrispetto all’elettrodo Ag/AgCl/acqua dimare[1]

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(potenziale-elevazione) può essere investigatain prima battuta analizzando i relativi box-plot,e in un secondo tempo determinando le equa-zioni che esprimano il legame tra le variabili ingioco. La più semplice relazione è quella linea-re e il metodo più semplice per determinare iparametri di regressione è quello dei minimiquadrati. Per l’applicazione di tale metodo sirimanda interamente alla Norma ASTM G-16[5]. Nel caso specifico dei dati riportati nellaFigura 4, non è possibile determinare alcunarelazione tra il potenziale e l’elevazione, atestimonianza del fatto che per la piattaformain oggetto, la corrente di protezione si distri-buisce in modo uniforme su tutta la struttura,determinando condizioni di polarizzazioneuniformi.La regressione lineare, come la maggior partedei metodi tradizionali di analisi statistica,tende ad ignorare gli eventi estremi, menoprobabili e a focalizzarsi sull’intera distribuzio-

ne. In ambito ingegneristico invece, gli eventiestremi rappresentano l’evento di maggioreinteresse. In generale, le misure di corrosionebene si prestano all’analisi dei valori estremi.Questo può essere il caso di piattaforme chepresentano anodi eccessivamente consumati(in tal caso si assume come variabile il consu-mo dell’anodo) o potenziali al limite delle con-dizioni di protezione.Per questo motivo in tale contesto è utile uti-lizzare tecniche che modellizzano i valori piùalti della distribuzione piuttosto che l’interadistribuzione che appare poco interessante. Lateoria dei valori estremi cerca infatti di trarrele maggiori informazioni possibili dai pochi datia disposizione sui valori più estremi delladistribuzione.Esempio di come applicare tali tecniche èriportato, nella Norma DNV-RP-G1033 [8]. Ipassi principali sono elencati di seguito. Con riferimento ad esempio al consumo degli

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3. La Norma DNV considera il caso delle misure spessimetriche. La tecnica è tuttavia applicabile a qual-siasi variabile.

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anodi, per prima cosa si estraggono dai datiraccolti, i valori di consumo massimo. Si proce-de poi ad analizzare tali valori verificandone ladistribuzione. In letteratura[9] è noto che ivalori estremi si distribuiscono secondo ladistribuzione GEV (General Extreme Value),pertanto è necessario verificare che i valoriestratti si adattino a tale distribuzione. A que-sto punto, individuata la distribuzione, è possi-bile valutare qual è la probabilità di osservareun valore maggiore di un certo valore di con-sumo sull’intera struttura che si sta indagando.Nel caso in cui i massimi considerati proven-gano da una distribuzione temporale (quindi ilmassimo osservato in ogni anno o rilevazione)è possibile valutare tra quanti anni si osserveràil superamento di una certa soglia di corrosio-ne. In tale modo è possibile prevedere quandosarà necessario intervenire sulla struttura.

ConclusioniL’esecuzione delle ispezione dei sistemi diprotezione catodica di strutture offshore, con-testuali alle ispezioni per la verifica dell’inte-grità strutturale, hanno richiesto negli ultimianni un affinamento sia degli aspetti inerenti laloro pianificazione, sia dei requisiti di attuazio-ne.

Per ottimizzare il rapporto costi benefici sonostati adottati criteri statistici; in particolare letecniche di campionamento nella fase di piani-ficazione e l’utilizzo di strumenti dell’analisistatistica nella fase di esame e valutazione deirisultati ispettivi.L’attività svolta ha comportato un migliora-mento significativo delle attività di ispezione; inparticolare:• una più elevata qualità delle singole misure e

rilievi che compongono l’ispezione; ad esem-pio: esecuzione di misure quantitative delledimensioni residue degli anodi; rilievo dellemisure di potenziale in posizioni rappresen-tative; adozione di sistemi rigorosi di codificadegli elementi;

• la possibilità, attraverso i criteri statistici, diestrapolazione dei risultati dai campioniall’intera popolazione.

Inoltre, l’attività svolta ha consentito di porrenella corretta prospettiva il contributo dellaprotezione catodica nell’assicurare la durabi-lità e integrità delle strutture offshore. Il processo di miglioramento in atto prevedeun perfezionamento continuo della qualitàdelle ispezioni, da attuare anche attraverso lacondivisione delle conoscenze sviluppate conle Società Contrattiste che eseguono material-mente le attività ispettive.

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BIBLIOGRAFIA

[1] B. Bazzoni, F. Belloni, P. Cavassi, S. P. Dubini, A. Msallem, I. Romeo, Proceedings of Int. Conf.CORROSION 2011, Paper N. 11051, Houston, TX, NACE International.

[2] B. Bazzoni, F. Belloni, V. Colombo, I. Romeo, Strumenti statistici per l’analisi dei dati ispet-tivi e la pianificazione delle ispezioni subacquee di protezione catodica di strutture off-shore. Giornate nazionali corrosione e protezione dei materiali, AIM 2011, Frascati(Roma).

[3] ASTM INTERNATIONAL, ASTM E 122 Standard Practice for Calculating Sample Size toEstimate, With Specified Precision, the Average for a Characteristic of a Lot or Process,West Conshohocken, PA, United States (2007).

[4] ASTM INTERNATIONAL, ASTM E 2586 Standard Practice for Calculating and UsingBasic Statistics, West Conshohocken, PA, United States (2007).

[5] ASTM INTERNATIONAL, ASTM G 16 Standard Guide for Applying Statistics to Analysisof Corrosion Data, West Conshohocken, PA, United States (2004).

[6] S. M. Ross, Probabilità e statistica per l’ingegneria e le scienze, Apogeo Education, Milano,Italia (2003).

[7] P. H. Kvam, B. Vidakovic, Nonparametric Statistics with Applications to Science andEngineering, Wiley series in Probability and Statistics, New York, USA (2007).

[8] DET NORSKE VERITAS, DNV-RP-G103 Non-intrusive Inspection, Høvik Norway(2007).

[9] S. Coles, Extreme Value Theory and Application, University of Lancaster, UK (1999).

I metodistatisticiconsentonoun’ottimizza-zione delrapportocosti benefi-ci nella fasedi monito-raggio eispezione distruttureoffshore inprotezionecatodica

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Scopo della giornataL’APCE, associazione a carattere cul-

turale / scientifico, è da sempre attiva sututto il territorio nazionale con un’orga-

nizzazione articolata in Comitati TecniciTerritoriali (CTT) i cui esperti si riuniscono

periodicamente per collaborare nella risolu-zione dei problemi connessi con la protezio-

ne dalle corrosioni elettrolitiche che possonointeressare le strutture metalliche. Il Comitato

Tecnico Centrale (CTC), l’organo che coordinale attività dell’associazione, ha accolto la richiesta

dei CTT sulla necessità di effettuare su tutto il ter-ritorio nazionale delle giornate di studio. Esse si ter-

ranno nel corso del 2013 per aggiornare tecnici eoperatori sui criteri di protezione catodica ai sensi della

normativa di ultima / prossima emissione. Questa tema-tica è ritenuta elemento fondamentale per raggiungere

l’efficacia della protezione catodica, per ridurre i costi digestione dei sistemi di protezione catodica e per contenere

le mutue interferenze elettriche tra strutture coesistenti pro-tette catodicamente.

Chi partecipa La giornata di aggiornamento è aperta sia ai soci APCE che ai non

soci APCE, al personale deputato alle attività di protezione catodicanon certificato UNI EN 15257, agli addetti di protezione catodicacertificati LIV 1 - LIV 2 - LIV 3 UNI EN 15257.

I singoli eventi sono organizzati dai Comitati Tecnici Territoriali (CTT)di Bologna, Milano, Torino, Genova, Roma, Bari, Catania, Venezia,Firenze, Napoli.

Programma TecnicoGli argomenti trattati nella giornata di studio “PROTEZIONE CATO-DICA DI STRUTTURE METALLICHE INTERRATE – GAS EACQUA” sono i seguenti: • principi della corrosione elettrolitica, • criterio di protezione catodica secondo normativa, • attuazione di un sistema di protezione catodica, • collaudo di un sistema di protezione catodica, • criteri di verifica e manutenzione di un sistema di protezione

catodica.

Orario di Lavoro: • 08.30 benvenuto ai partecipanti alla giornata di studio • 08.45 inizio lavori • 10.30-10.45 pausa caffè • 12.15 – 13.30 pausa pranzo • 15.00 – 15.15 pausa caffè • 16.30 – termine lavori

Docenza La docenza è garantita da esperti del settore certificati 3° LIV EN15257.

Calendario e indicazione Referenti CTTLe giornate di studio “rivestimenti per condotte protette catodica-mente” sono state prefissate nelle seguenti giornate, riportate inordine di data con indicazione dei CTT organizzatori e relativi refe-renti:

• CTT Bologna, 28 marzo 2013 Sig. Stefano Sbarzagli - [email protected] - tel. 051 2586670

• CTT Milano, 14 maggio 2013Sig. Fabio Brugnetti - [email protected]. 02 37039408 - cell. 346 6821564

• CTT Torino, 21 maggio 2013 Sig. Claudio Gianolio - [email protected] tel. 011 2394485

• CTT Genova, 11 giugno 2013 Sig. Riccardo Tomelleri - [email protected]. 010 5586723

• CTT Roma, 18 giugno 2013Sig. Claudio Spalvieri - [email protected] tel. 06 44105678

• CTT Bari, 23 settembre 2013Sig. Mario Dicuonzo - [email protected]. 080 5919288

• CTT Catania, 24 settembre 2013Sig. Francesco Tasco - [email protected]. 095 757431

• CTT Venezia, 8 ottobre 2013Sig. Pietro Sartori - [email protected] - tel. 041 394508

• CTT Firenze, 5 novembre 2013Sig. Massimo Tiberi - [email protected] - tel. 056 4453686

• CTT Napoli, 3 dicembre 2013Sig. Luigi Pollio - [email protected]. 081 583172

Associazione per la protezione dalle corrosioni elettrolitiche

“Protezione catodica di strutturemetalliche interrate gas e acqua”

1° Edizione 2013 - Giornata di studio

in collaborazione con i Comitati Tecnici Territoriali (CTT) presenta:

Per maggiori informazioni clicca il link: http://www.apce.it/news/1-edizione-2013-giornate-di-studio-apce/

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noto che la corrente alternata (CA) può causare corrosione delle strutturemetalliche, come ad esempio le tubazioni per il trasporto di idrocarburi,anche se correttamente protette dalla corrosione da un sistema di prote-zione catodica (PC) e da un rivestimento isolante. Nonostante il problemadella corrosione da interferenza da correnti vaganti di tipo alternato sianoto da decenni, il meccanismo con cui la corrosione si manifesta è ancora

oggetto di studio. Ad oggi sono state avanzate alcune ipotesi su cui non è stato trovatocomune accordo. La memoria discute una proposta di modello di corrosione da CA in con-dizioni di PC. Il modello ipotizzato è costituito da due stadi: inizialmente la CA provoche-rebbe la rottura del film di passività che si forma sull’acciaio al carbonio in PC (Fase 1) e,successivamente, la corrosione avverrebbe a causa dell’alto pH (prossimo a 14) che elevatedensità di corrente di protezione creano in prossimità della superficie del metallo da pro-teggere (Fase 2).

Corrosione da corrente alternata

Le strutture metalliche interrate, come ad esempio le tubazioni d’acciaio per il trasporto diidrocarburi, sono di norma protette dalla corrosione da un sistema di PC e da un rivesti-mento isolante che permette di limitare la superficie metallica da proteggere alle sole zoneesposte al terreno, come i difetti o le zone danneggiate del rivestimento. L’interferenza daCA può causare corrosione delle strutture metalliche, anche se correttamente provvistedei suddetti sistemi di protezione. L’interferenza si stabilisce tra la tubazione metallica euna sorgente d’interferenza con un meccanismo di conduzione o induzione elettromagne-tica. Le tipiche fonti d’interferenza sono le linee dell’alta tensione e le linee ferroviarie altavelocità/alta capacità elettrificate a 50 Hz di frequenza. Mentre nel primo caso l’interferenzaè permanente nel tempo, nel secondo si parla di interferenza non stazionaria, generata sola-mente al momento al passaggio del treno. I problemi sono più accentuati in presenza di rive-stimenti altamente isolanti perché la densità di corrente che si scambia localmente in cor-rispondenza dei difetti o delle porosità del rivestimento può essere molto elevata. Occorreprecisare che la corrosione avviene generalmente in presenza di densità di CA molto mag-giori di quelle considerate pericolose parlando di corrente continua. Per esempio, la speci-fica tecnica CEN/TS 15280:2006 [1] riporta che una struttura metallica è da considerarsi

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Ipotesi di meccanismodi corrosione da corrente alternata in condizionedi protezione catodica*

di

A. BrennaM. OrmelleseL. LazzariPolitecnico di MilanoDipartimento CMICVia Mancinelli 7Milano

RICERCA

* Questa fase della ricerca ha ricevuto il contributo economico di APCE, a cui gli autori rivolgono unsentito ringraziamento.

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protetta dalla corrosione se la densità di CAè inferiore a 30 A/m2. A questo proposito, lasuddetta specifica riporta che non solo ilvalore di densità di CA deve essere monito-rato e mantenuto sotto i valori soglia:occorre infatti considerare anche la tensio-ne alternata remota indotta sulla tubazione(considerata il parametro di maggior impor-tanza), il livello di protezione catodica, lacomposizione chimica e la resistività del ter-reno circostante l’area corrosa. Per ognunodi questi parametri sono forniti dei valorisoglia, dettati più dall’esperienza ingegneri-stica che dalla accurata conoscenza delfenomeno. Peraltro, non si nascondono per-plessità riguardo l’influenza di alcuni fattoririportati dalla specifica sul fenomeno corro-sivo, con particolare riferimento alla compo-sizione chimica dell’elettrolita e alla misuradella tensione remota indotta sulla tubazio-ne, come ampiamente discusso in [2].Il tema della corrosione da CA è statoaffrontato ad ampio spettro nell’ultimodecennio all’interno del gruppo PoliLaPP delDipartimento di Chimica, Materiali eIngegneria Chimica del Politecnico di Milanonell’ambito di programmi di ricerca sia mini-steriali sia finanziati da aziende esterne, par-tendo dallo studio degli effetti della CA sulcomportamento elettrochimico dei metalli(effetto sul potenziale e sulla velocità di cor-rosione e sulle sovratensioni elettrodiche)fino al più recente approfondimento delmeccanismo di corrosione che, anche ascopi pratici, desta maggior interesse.

Diagramma del rischiodi corrosione

da corrente alternata La comprensione del meccanismo di corro-sione proposto necessita di considerazioni

preliminari riguardo le condizioni di maggiorrischio in presenza di interferenza da CA suuna tubazione protetta catodicamente.Prove sperimentali di laboratorio di tipoelettrochimico su provini di acciaio al carbo-nio in ambiente simulante terreno hannoportato a individuare il così detto diagram-ma del rischio di corrosione da CA, di tipoempirico, che riporta il potenziale al nettodelle cadute ohmiche (Eoff) del metallorispetto il rapporto tra le densità di corren-te alternata e di protezione (iCA/iPROT),parametro adimensionale indipendente dallasuperficie di metallo interferita (Figura 1). Inassenza di CA, la corrosione non avviene: ilmetallo è protetto dalla corrente di prote-zione. Il diagramma mostra che le condizionipiù gravose (velocità di corrosione superio-re a 0.01 mm/anno) si riscontrano perpotenziali inferiori a -1.1 V CSE (condizionidette di sovraprotezione catodica). In presen-za di CA non sono importanti solamente lecondizioni di interferenza (definite ad esem-pio dalla densità di CA) ma anche quelle diPC, espresse dal potenziale e dalla densità dicorrente di protezione.Sorprendentemente, le condizioni di sovra-protezione sono le più pericolose: in pre-senza di CA, la protezione dalla corrosionenon è raggiunta rafforzando le condizioni diprotezione (aumentando la corrente conti-nua di protezione) ma, al contrario, il rischiodi corrosione aumenta all’aumentare dellacorrente erogata.

Meccanismodi corrosione a due fasi

Il modello di corrosione ipotizzato consistein due fasi:Fase 1: rottura localizzata da parte della CA

del film di passività che si forma in

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Figura 1 – Diagrammadel rischio di corrosioneda CA

La corrosio-ne da CA distrutture inprotezionecatodicaavviene indue fasi: 1) rotturalocalizzatadel filmpassivo;2) corrosio-ne dell’ac-ciaio al car-bonio perpH elevati

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protezione catodica sulla superficiedell’acciaio;

Fase 2: corrosione dell’acciaio in presenzadi elevati valori di pH (prossimi a14) all’interfaccia tra metallo edelettrolita.

Fase 1: Rottura del filmdi passività

L’evoluzione delle reazioni che avvengonosul metallo in protezione catodica (riduzio-ne di ossigeno e sviluppo di idrogeno) creaun aumento locale di pH del terreno a con-tatto con il metallo che permette la forma-zione di un film di ossidi di passività sull’ac-ciaio di spessore nanometrico. Il film d’ossi-do fornisce protezione dalla corrosione mapuò essere rotto localmente dalla correntealternata. Prove su materiali a comporta-mento attivo-passivo (ad esempio su acciaiinossidabili) hanno mostrato che la CA haun effetto deleterio sulla resistenza a cor-rosione del film di passività, causandone unindebolimento e la rottura localizzata al disopra di un valore soglia, che dipende dallarobustezza e dalle caratteristiche del filmstesso. In particolare, è ipotizzato che larottura del film avvenga a causa di sforziinterni al film indotti dal segnale elettricoalternato, secondo un meccanismo di elet-trostrizione, cioè la deformazione dell’ossi-do dovuta alla presenza di un campo elettri-co che causa la polarizzazione dell’ossidostesso. Se questo è soggetto a vincoli (all’in-terfaccia ossido-metallo per esempio), ladeformazione produce sforzi interni chedipendono dalle proprietà dielettriche delfilm e dal suo spessore. Tali sforzi, se supe-riori alla resistenza del film, causano la rot-tura dell’ossido. Il campo elettrico checausa la rottura del film a causa di sforzi dielettrostrizione è dell’ordine di 106-107

V/cm [3, 4]. Al lettore può risultare più chia-ro considerare l’ossido (con la dovuta con-sapevolezza di approssimazione) un con-densatore a facce piane e parallele il cui iso-lante interno giunge a rottura al di sopra diuna tensione limite, detta tensione di break-down. Questi concetti, pur essendo già notiin ambito scientifico [4], trovano spazio perla prima volta nella comprensione del mec-canismo di corrosione da CA.

Fase 2: Corrosione ad alto pHLa rottura del film di passività formatosull’acciaio in protezione catodica lasciaesposto il metallo sottostante alla soluzio-ne a contatto con il metallo il cui pHdipende, come discusso in precedenza, dalprocedere delle reazioni catodiche cheaumentano (almeno localmente) l’alcali-nità. La corrosione dell’acciaio sottostantepuò avvenire solo se il pH dell’elettrolita acontatto con il metallo è elevato (prossi-mo a 14), secondo un meccanismo di tipochimico, indipendente cioè dal potenzialeassunto dal metallo. Un’alcalinità così spin-ta può essere raggiunta solo in presenza dielevate densità di corrente di protezionecatodica (dell’ordine di 10 A/m2) che corri-spondono a condizioni di sovraprotezionecatodica. Il modello sembra essere quindiin buon accordo con il diagramma delrischio discusso in precedenza.

ConclusioniIl modello proposto, pur necessitando diconferme sperimentali, fornisce un’interpre-tazione innovativa del meccanismo di corro-sione da CA. Il lettore interessato può tro-vare maggiori informazioni a riguardo con-sultando gli scritti scientifici degli autori inquest’ambito.

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BIBLIOGRAFIA

[1] CEN/TS 15280, “Evaluation of a.c. corrosion likelihood of buried pipelines -Application to cathodically protected pipelines”, Technical Specification, CEN -European Committee for Standardization, 2006.

[2] A. Brenna, “A proposal of AC corrosion mechanism in catodic protection condi-tion”, Tesi di dottorato in Ingegneria dei Materiali, Politecnico di Milano, 2012.

[3] N. Sato, “A theory for breakdown of anodic oxide films on metals”,Electrochimica Acta, Vol. 16, No. 10, pp. 1683-1692, 1971.

[4] H-H. Strehblow, “Mechanism of pitting corrosion”, in: “Corrosion mechanisms intheory and practice. Second edition, revised and expanded. Edited by P. Marcus”,pp. 243-285, ISBN: 0824706668, Marcel Dekker, Inc., 2002.

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Il rilanciodel 2012

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a cura di

Fabio BrugnettiAPCE UCE_MI

APCE

APCE nel corrente anno è stata oggetto di sensibili cambia-menti nella gestione degli aspetti tecnici, dalla formazione delpersonale per la certificazione nel settore della protezionecatodica alla divulgazione delle informazioni attraverso ilnuovo sito web e attraverso la nuova rivista on-line “APCEnotizie” gestita anche attraverso il network ISSUU.Questi sono solo macro aspetti che aprono a ulteriori sfide,che APCE dovrà affrontare nel prossimo futuro, per assicura-re l’efficienza tecnica che i propri associati si aspettano.

Il percorso 2012-2013 nel dettaglio

Cariche Associative nei CTT (Comitati Tecnici Territoriali APCE): hanno avuto luogo leelezioni per il rinnovo cariche associative nel CTT di Bari, in cui è diventato Presidente l’ing.Vincenzo Vigo e confermato Segretario il p.e. Mario Dicuonzo (entrambi di SNAM RG), e le primeelezioni per il neo costituito CTT di Catania, in cui è stato nominato Presidente l’ing. GermanoGrassini e Segretario il p.e. Francesco Tasco (entrambi di SNAM RG). A gennaio 2013 sarà organizzato e riattivato il CTT di Milano ed entro giugno tutti i CTT hanno ilcompito di regolarizzare le cariche associative per ottenere la massima efficienza della strutturatecnica APCE.AEEG Autorità per l’energia elettrica e il gas: è confermato il ruolo strategico di APCE, nel-l’ambito dell’attività di competenza, anche per i prossimi periodi di regolazione.Dopo la regolazione del settore gas, AEEG ha intenzione di intervenire nel settore idrico, fase in cuiAPCE parteciperà in modo attivo nel settore normativo, iniziando tra l’altro l’opera di sensibilizza-zione nel settore acquedottistico anche attraverso il primo convegno “Protezione catodica delle retiidriche” orientato sulle valutazioni tecnico-economiche, sulle esperienze e sulle prospettive.Partecipazioni istituzionali: APCE ha presenziato con interventi istituzionali ai convegni princi-pali Italiani in ambito protezione catodica, al 34° Convegno AIM “Associazione Italiana Metallurgia”e al Forum CIG 2012 “Comitato Italiano Gas”. Nel 2013 gli interventi saranno allargati anche alivello europeo attraverso CEOCOR “European Committee for the study of corrosion and pro-tection of pipes and pipeline systems“ per confrontarsi tecnicamente anche con le realtà Europee.Nel 2013, la preziosa collaborazione di APCE con il Politecnico di Milano permetterà ad APCE diintervenire anche al 150° del Politecnico “Pedeferri e la scuola di corrosione e protezione deimateriali”: due giornate organizzate per ricordare il contributo che il Politecnico di Milano ha datoallo studio della corrosione e protezione dei materiali, attraverso la rivisitazione del lavoro svoltoda scienziati come Piontelli, Bianchi, Mazza, Sinigaglia e Pedeferri. Quest’ultimo tenne il primo corsodi Corrosione e Protezione dei Materiali Metallici in Italia (1968) e contribuì alla nascita di una verae propria scuola e divulgò la cultura della corrosione, anche a livello internazionale. Nella due giornisaranno ripercorsi i principali temi legati alla scuola Pedeferri: il titanio, il calcestruzzo, la corrosionee la protezione catodica. I contatti con il mondo dell’industria ha portato anche alla pianificazione di un Convegno“Protezione dalla corrosione delle opere portuali” indirizzato alle autorità portuali e agli operatoridel settore per una sensibilizzazione del problema della protezione e preservazione di tali opere.

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L’ambito di questo convegno sarà utilizzatoanche come promozione per il rilancio delcorso di addestramento per la certificazionedel personale addetto alla protezione catodicain acqua di mare UNI EN 15257.Formazione e certificazione del perso-nale: nel corso del 2012 sono state formate122 persone di cui 86 hanno sostenuto gliesami di certificazione. L’84% delle personeesaminate ha ottenuto la certificazione; questotrend in assoluta contro tendenza rispetto aglianni precedenti è in gran parte frutto delnuovo supporto didattico e dei nuovi criterinella docenza che APCE ha introdotto.Il supporto didattico comprende anche una ses-sione di test on line “pre-certificazione” che per-mette ai candidati agli esami di ripassare gli aspet-ti tecnici oggetto dei corsi di addestramento.Presso ciascun CTT sono state organizzategiornate di Studio sui materiali impiegati comerivestimenti delle condotte protette catodica-mente, l’iniziativa ha suscitato un elevato inte-resse, tanto da stimolare APCE nel replicarenel 2013 con giornate di Studio dedicate alletecniche di applicazione della protezione cato-dica e riprendere nel 2014 la tematica rivesti-menti proponendo soluzioni tecniche mirateal mondo della distribuzione del gas.Assemblea Soci Novembre 2012: la 117°riunione dei Soci ha approvato l’iscrizione dinuovi tre nuovi Soci APCE. Queste tre Societàdi Servizi hanno deciso di associarsi ad APCEdopo avere frequentato corsi di formazionepiuttosto che Giornate di Studio 2012 attra-verso i quali hanno riconosciuto gli importantiobiettivi che APCE si è prefissata e quindi illoro interesse aziendale ad associarsi.Obiettivo principale di APCE, come già detto erisaputo, è la formazione del personale addettoalla protezione catodica e la divulgazione del-l’informazione tecnica in tema di protezionecontro le corrosioni elettrolitiche. Il riccocalendario didattico 2012 ha portato utili deri-vanti in maggior misura dalla gestione commer-ciale, ipotizzabili anche per gli anni futuri. E’stata proposta ed accettata la costituzione diuna società di capitali unipersonale, in partico-lare una Società a Responsabilità Limitata (srl)con Socio unico APCE, e amministratore unicoin persona del Presidente APCE stesso, con uncapitale sociale massimo di euro 20.000,00.Questa soluzione permetterà di far confluire leattività commerciali dell’ Associazione (es.Corsi di formazione, possibili future attività diconsulenza e prestazioni di servizi). La nuova

società, il cui Statuto dovrà prevedere un con-trollore unico individuato in un professionistaesterno iscritto all’albo dei Revisori dei Conti,dovrebbe esser costituita entro l’anno corren-te, affinché’ possa essere operativa già’ all’iniziodel prossimo anno con l’apertura di un riccocalendario didattico 2013.Un altro aspetto importante che riguardaAPCE è la procedura di modifica del profilogiuridico dell’Associazione, attualmente“Associazione priva di personalità giuridica”,da attivare presso la competente Prefettura diRoma (luogo in cui APCE ha sede legale) perottenere il “riconoscimento ai sensi dell’art.12 del Codice Civile” e leggi successive, cosìda far acquisire ad APCE la “personalità giuri-dica”, necessaria per ottenere la successiva“registrazione dell’Associazione nel pubblicoRegistro delle Persone Giuridiche” (art. 33 delcodice Civile). APCE, oltre ad acquisire pubbli-ca visibilità, acquisirà “autonomia patrimonialeperfetta”, nel senso che, fatte comunque salvele eventuali azioni di responsabilità nei con-fronti dell’Amministratore (il Presidente), perle obbligazioni assunte dall’Associazionerisponderà soltanto quest’ultima, con il pro-prio fondo di dotazione.

Obiettivi 2013

Oltre alla formazione, APCE è attenta agli svi-luppi in ambito AEEG, ed è attiva in camponormativo per aggiornare / allineare gli aspettitecnici del settore protezione catodica allenormative europee o internazionali di ultimaemissione.E’ prevista la revisione delle “Linee GuidaAPCE”, le quali saranno trasformate in normeUNI CIG ad integrazione della futura normainternazionale ISO EN 15589-1 che sostituiràl’attuale norma EN 12954 [1]. Si presupponeche i futuri documenti normativi cancelleran-no e quindi sostituiranno anche le attualinorme UNI 11094 [2] e UNI 10950 [3].APCE è in attesa di ricevere dal “Ministerodelle infrastrutture e trasporti” la convocazio-ne al GdL “proposta di modifica D.M. 23 feb-braio 1971 n. 2445 (g.u. 26-5-1971, n.132, sup-plemento) (testo modificato secondo il d.m.10 agosto 2004)” [4]. L’inizio lavori previstoentro fine 2012 è stato posticipato nel 2013, acausa delle ristrutturazioni operative delMinistero.

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itNel 2013APCE saràattiva incampo nor-mativo peraggiornaregi aspettitecnici cor-relati allaPC con lenormativeeuropee einternazio-nali

Riferimenti

1. UNI EN 12954 “Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse – Principigenerali e applicazione per condotte”

2. UNI 11094 “Supplemento alla norma UNI EN 12954 – manutenzione in presenza di cor-renti vaganti”

3. UNI 10950 “Telecontrollo degli impianti di protezione catodica”4. D.M. 23 febbraio 1971 n. 2445 “norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi

di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto”.

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ssere parte dell’Europa significa anche sapersi confrontare con le diverse appli-cazioni delle direttive comunitarie negli stati dell’Unione. Infatti, pur rispettandoi contenuti delle direttive, le rispettive normative nazionali spesso hanno eviden-ziato aspetti e sfumature importanti e molto diverse tra Stato e Stato.

Apriamo questo articolo riferendoci a una sentenza emessa dalla Corte Europea(quarta sezione) il 12 luglio 2012, relativa alla causa C 171/11, in merito a «Libera circolazione dellemerci – Misure di effetto equivalente a una restrizione quantitativa – Processo nazionale di certificazione– Presunzione di conformità al diritto nazionale – Applicabilità dell’articolo 28 CE ad un ente di certifi-cazione privato», avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, aisensi dell’articolo 267 TFUE, dall’Oberlandesgericht Düsseldorf (Germania), con decisione del 30marzo 2011, pervenuta in cancelleria l’11 aprile 2011, nel procedimento che opponeva un famosoistituto di normazione e certificazione tedesco a un’azienda italiana che fabbrica componenti uti-lizzati nell’installazione di impianti per acqua e gas.

La sentenza riafferma alcuni importanti principi in merito alla libera circolazione delle merci econferma che … uno Stato membro viene meno agli obblighi ad esso incombenti ai sensi degli articoli

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Il 2013? Un anno diimportanti revisioni normative e nuove pubblicazioni per il ComitatoItaliano Gas

a cura della

Direzione Tecnicadel ComitatoItaliano Gas

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28 CE e 30 CE, qualora, senza una valida giusti-ficazione, induca gli operatori economici cheintendano commercializzare sul suo territoriomateriali da costruzione, fabbricati e/o commer-cializzati legittimamente in un altro Stato mem-bro, ad ottenere marchi di conformità nazionali… e inoltre;… che l’articolo 28 CE dev’essere interpretatonel senso che si applica alle attività di normaliz-zazione e di certificazione di un ente privato,qualora la legislazione nazionale considericonformi al diritto nazionale i prodotti certificatida tale ente e ciò produca l’effetto di ostacolare

la commercializzazione di prodotti sprovvisti ditale certificato …La sentenza, che per inciso ha visto prevalerela ricorrente azienda italiana, è stata accoltacon molto favore nell’ambiente industrialeitaliano, che occupandosi di prodotti peracqua e gas specificatamente e di prodottisoggetti a direttive comunitarie in generale,ha dovuto spesso confrontarsi in alcuni Paesidell’Unione con imposizioni nazionali, pocogiustificate e giustificabili, che prevedevanol’apposizione di speciali marchi locali.Una sorta di balzello mascherato con consi-

derazioni di esigenze nazionali spesso moltodiscutibili e un’aperta violazione delle regolecomunitarie che attengono al libero commer-cio.Non è obiettivo di questo articolo commen-tare la sentenza di cui sopra, né l’autore neavrebbe le necessarie competenze, quel chenel contesto interessa è che ancora una voltain una vertenza legale sono coinvolti gli ormaiceleberrimi raccordi a pressare.Si ricorderanno le problematiche insorte nelnostro Paese al momento della prima com-mercializzazione di questo prodotto e deglialtri compresi nella dicitura complessiva“nuovi materiali per il gas”1.

Ad eccezione dei tubi CSST i primi dueprodotti furono inizialmente commercia-lizzati in mancanza di specifiche normetecniche d’installazione e prodotto e sicrearono molti problemi e contesta-zioni che videro i fabbricanti/importa-tori opporsi alle autorità nazionali, alCIG, alle aziende di distribuzione cheattuavano i controlli documentaliprevisti dalla delibera 40/04dell’Autorità per l’energia elettricae il gas. A precise ragioni deifabbricanti/importatori, a cui nonfu mai peraltro contestata la vali-dità dei prodotti, si opposero leragioni della necessità di averedeterminate rassicurazioni suglistessi e garanzie su questioniimportanti quali gli aspetti di dura-bilità ed altri.Anche in quel caso alcuni fabbrican-ti si rivolsero ai servizi dellaCommissione Europea, ottenendol’apertura di due procedure d’infra-

zione, di cui la seconda, relativa alsistema di tubi multistrato, argomenta-

ta in modo estremamente confuso, tan-toché gli stessi furono confusi con le

tubazioni di polietilene usate nelle reti didistribuzione del gas (!), già allora piena-

mente ammesse da leggi e regolamenti econsiderate da una serie di norme tecnichecomunitarie e nazionali.In tutto questo “bailamme” oltre ai cittadini,coinvolti loro malgrado con mancate attiva-zioni delle forniture di gas agli impianticostruiti con i “nuovi materiali”, rischiaronodi farne le spese gli installatori che utilizzava-no gli stessi, in genere completamente ignariche la legge li eleggeva (e li elegge tuttora) aresponsabili della scelta dei materiali.Questa non felice situazione ebbe terminequando il CIG, Ente Federato UNI, con un’a-zione rapida per quanto lo consentisse lostato delle cose, ma in ogni caso ben coordi-

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1. La dicitura indica rispettivamente : I raccordi a pressare, il sistema di tubi multistrato e i tubi formabiliconosciuti con la sigla CSST.

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nata ed efficace, assunse una serie di iniziati-ve, alcuna delle quali coordinata con l’alloraMinistero delle Attività Produttive. In primoluogo con alcuni importanti partners europeifurono condotte delle prove di utilizzo incampo dei “nuovi materiali” e poi anche inbase alle risultanze, con l’apporto dei fabbri-canti, chiamati a collaborare, vennero prepa-rati e resi disponibili le specifiche tecnichepertinenti.Si inizio con i raccordi a pressare in rame. Laprima specifica tecnica venne pubblicata nel2005 e fu sostituita nel 2008 dall’attualeUNI/TS 11147:2008 “Impianti a gas per usodomestico - Impianti di adduzione gas per usidomestici e similari alimentati da rete di distribu-zione, da bombole e serbatoi fissi di GPL, realiz-zati con sistemi di giunzione a raccordi a pressa-re per tubi metallici - Progettazione, installazionee manutenzione”, che rispetto alla precedenteversione considerava anche altre tipologie diraccordi a pressare diversi da quelli in rame eleghe di rame.Nel frattempo (2004), venne pubblicata laseconda edizione della EN 1775 “Titolo :Trasporto e distribuzione di gas - Tubazioni digas negli edifici - Pressione massima di eser-cizio minore o uguale a 5 bar -Raccomandazioni funzionali”, recepita pron-tamente da UNI nel corpo normativo nazio-nale, che su esplicita richiesta del CIG, preve-deva l’impiego dei “nuovi materiali” negliimpianti domestici. Ciò servì a normalizzarela situazione in larga misura. Tale normavenne ripubblicata in terza edizione nel 2007per incorporare alcuni fondamentali aggior-namenti sopravvenuti.Nel 2009 vengono infine pubblicate laUNI/TS 11340 “Impianti a gas per uso domesti-co e similari - Impianti di adduzione gas realiz-zati con sistemi di tubi semirigidi corrugati diacciaio inossidabile rivestito (CSST) e loro com-ponenti - Progettazione, installazione, collaudo emanutenzione” e la UNI/TS 11343:2009“Impianti a gas per uso domestico - Impianti diadduzione gas per usi domestici alimentati darete di distribuzione, da bidoni e serbatoi fissi diGPL, realizzati con sistemi di tubazioni multistra-to metallo-plastici - Progettazione, installazione emanutenzione”, completando il quadro nor-mativo di specie.Crediamo che l’approccio seguito in Italia siastato veramente molto valido a giudicare dairiscontri.A parte qualche situazione relegata agli effettiapplicativi della regola tecnica di cui al D.M.12 aprile 1996, di competenza del Ministerodegli Interni, Corpo Nazionale dei Vigili delFuoco, i citati materiali vengono oggi installatinegli impianti domestici e similari conforme-mente a precise prescrizioni tecniche, rico-nosciute dalla legge e non in riferimento adocumenti di dubbio valore tecnico, spessonon idonei al soddisfacimento degli obblighilegislativi.

C’è anche da dire che con l’elaborazionedelle specifiche tecniche per i “nuovi materia-li”, sono state perfezionate nuove soluzionid’installazione (es. in canaletta), che hannosaputo ben coniugare le necessità della sicu-rezza con le esigenze estetiche. Dal punto di vista amministrativo, è benericordare che il periodo di validità delle UNITS è di tre anni e può essere rinnovato perulteriori tre anni con adeguata giustificazione.Al termine del periodo di validità le UNI TSdevono essere trasformate in norme UNI oritirate. La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI(CCT UNI), ha precisato che dal 2012, ilperiodo di validità delle UNI TS può essererinnovato una sola volta; determinando cosìin 6 anni al massimo, il periodo di vigenza.Recentemente il CIG ha chiesto l’estensionedel periodo di vigenza per ulteriori tre anni,per le predette specifiche; concesso dallaCCT UNI con la propria delibera n. 87/2012C.L’intenzione del CIG è quella di inglobare lepredette UNI TS, nella norma generale d’in-stallazione UNI 7129-1 “Impianti a gas peruso domestico e similari alimentati da rete didistribuzione – Progettazione e installazione– Parte 1: Impianto interno”, che andrà inrevisione in ottobre 2013.Ciò servirà innanzitutto a rendere più snelloil quadro normativo per gli operatori delpost-contatore, ma anche a facilitare la con-sultazione delle prescrizioni per i diversicomponenti impiegabili nell’installazione diun impianto alimentato a gas, agevolando ilconfronto tra gli stessi, in modo da facilitarela scelta in alle caratteristiche dell’edificio,coniugandola in modo ottimale con le esigen-ze del committente.Non si ferma qui l’attività di revisione delCIG; è attualmente in procedura di pubblica-zione la UNI 10641, “Canne fumarie collettivee camini a tiraggio naturale per apparecchi a gasdi tipo C con ventilatore nel circuito di combustio-ne. Progettazione e verifica”, che in questanuova edizione viene resa complementarealla EN 13384-2 “Camini - Metodi di calcolo ter-mico e fluido dinamico - Parte 2: Camini asservitia più apparecchi di riscaldamento”, aspetti rela-tivi ad esigenze nazionali non coperte dallanorma europea.Sempre con relazione ai sistemi di evacuazio-ne dei prodotti della combustione, verràanche revisionata la UNI 10845, “Impianti agas per uso domestico - Sistemi per l’evacuazio-ne dei prodotti della combustione asserviti adapparecchi alimentati a gas - Criteri di verifica,risanamento, ristrutturazione ed intubamento”,norma di grande successo, ancora moltoimportante per le attività considerate, maormai inesorabilmente superata in qualchepunto. La futura norma focalizzerà, puntualiz-zandoli meglio gli aspetti di verifica e verràallineata anche con opportuni, limitati riman-

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Nel 2013CIG intenderealizzareun'unicanorma gene-rale, UNI7129-1, perrendere piùsnello il qua-dro normati-vo per glioperatoripost-conta-tore.

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di alla UNI 7129.Gli apparecchi a condensazione alimentati agas, a cui fanno riferimento differenti disposi-zioni legislative, in genere collegate al rispar-mio energetico, hanno per riferimento, oltreche specifiche norme di prodotto europeeanche la norma UNI 11071 “Impianti a gas peruso domestico asserviti ad apparecchi a conden-sazione e affini - Criteri per la progettazione, l’in-stallazione, la messa in servizio e la manutenzio-ne”, che fornisce i criteri di progettazione,d’installazione, di messa in servizio e di manu-tenzione degli impianti domestici e similariche utilizzano gas combustibili, asserviti adapparecchi a condensazione ed affini di por-tata termica nominale non maggiore di 35kW. La norma nella futura veste verrà allinea-ta sempre alla UNI 7129, privilegiando la trat-tazione delle prescrizioni legate allo smalti-mento della condensa.La UNI 7140 “Apparecchi a gas per uso dome-stico. Tubi flessibili non metallici per allacciamen-to”, è una delle poche norme del CIG cheancora attengono a prodotti e componenti. Ilprogetto di revisione, a cui ha partecipatoASSOGOMMA, è stato sottoposto recente-mente all’inchiesta pubblica. La norma è stataprofondamente revisionata e oggi stabilisce irequisiti costruttivi e i metodi di prova deitubi flessibili non metallici (classificati cometipo A1, A2, B e C) destinati all’allacciamentodi apparecchi utilizzatori per uso domestico esimilare, con portata termica nominale nonmaggiore di 35 kW, alimentati con gas com-bustibili appartenenti alla I, II e III famiglia inconformità alla UNI EN 437 e all’allacciamen-to, ad alta pressione, della/e bombola/e di GPLalla centralina di regolazione della pressione ealle rampe da rete di distribuzione. Sono per-tanto state definite due classi di tubi riportatenella Tabella 1 della futura norma, che defini-scono le massime pressioni di esercizio. Tali tubi possono essere installati sia inambiente interno che esterno, nel campo ditemperatura da – 30°C a + 90°C.Il campo d’applicazione dei suddetti tubi ècosì suddiviso:• Tubi flessibili in lunghezza di fabbricazione di

tipo A1 e A2: solo per apparecchi mobili;• Tubi flessibili assemblati di tipo B e C: per

apparecchi mobili, fissi e ad incasso.Certamente un bel salto in avanti rispetto allavecchia UNI 7140 e anche rispetto alla EN1762, che non contempla alcune nuove solu-zioni tecnologiche, che sicuramente sarannoben accolte dal mercato. Anche la UNI 7131, “Impianti a GPL per usodomestico non alimentati da rete di distribuzione- Progettazione, installazione, esercizio e manu-tenzione” non revisionata negli scorsi anniperché ritenuto non necessario, giunge ades-so a un misurato rinnovo. La norma stabilisce i criteri per la progetta-zione, l’installazione, l’esercizio e la manuten-zione di impianti alimentati a GPL per uso

domestico e similare, da una bombola di GPLsingola o da più bombole di GPL fra loro col-legate, o da un deposito di GPL per usodomestico (cosiddetto piccolo serbatoio diGPL). In questa nuova edizione vengonoapportati i necessari aggiornamenti e si alli-nea la norma alle altre di installazione.Una novità assoluta è invece il rapporto tec-nico UNI TR “Usi del polietilene nelle lineedirette e nella distribuzione del gas combustibile– Tecnologie riconosciute e applicabili - Lineeguida di orientamento per gli operatori”, natodalla collaborazione CIG – UNIPLAST, peressere utilizzato come ausilio per il personaleimpegnato nella progettazione, costruzione,collaudo e manutenzione delle reti dedicatealle linee dirette e/o di distribuzione del gascombustibile.Per finire, è prevista a breve l’inchiesta pubbli-ca anche per la nuova edizione della normaUNI 11003 “Contatori di gas funzionanti inbassa pressione. Criteri di verifica”, normamolto importante per i cittadini, clienti finali,che vogliono far verificare il loro contatore digas. La norma prescrive: a) i requisiti necessari per poter effettuare la

verifica del contatore sia in laboratorio(quando, per scelta delle parti interessateo nei casi di impossibilità alla effettuazionedella verifica presso il cliente finale, si pro-pende per tale soluzione) sia presso ilcliente finale;

b) la procedura tecnica operativa da applicareper effettuare la verifica del contatorepresso il cliente finale e le modalità di cal-colo dell’errore di misura;

c) le caratteristiche degli strumenti di misuranecessari alla effettuazione della verifica;

d) procedura di rimozione e trasporto allaboratorio;

e) requisiti dei laboratori presso i quali effet-tuare la verifica del contatore.

La futura norma, come l’attuale, continueràad applicarsi a tutti i contatori per la misuradei gas della seconda e della terza famiglia(rispettivamente gas naturale e GPL), cheeffettuano la misura ad una pressione nonmaggiore, rispettivamente di 0,04 bar (0,4kPa) per gas naturale, e 0,07 bar (0,7 kPa) permiscele di GPL, indipendentemente dallatipologia della loro legalizzazione. La normadefinirà i criteri e le procedure di carattereesclusivamente tecnico.Informazioni sull’attività normativa del CIGpossono essere reperite sul sito delComitato Italiano Gas, www.cig.it, consultan-do i documenti delle sezioni “Attività norma-tiva” e “Pubblicazioni”.Come si può leggere, un’opera di aggiorna-mento veramente notevole, che avrà sicura-mente un seguito a partire dal prossimoautunno con la proposizione di nuovi docu-menti normativi, per i vari filoni d’attività ealtro.

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A breve sisvolgerà l’in-chiesta pub-blica per lanuova edizio-ne dellanorma UNI11003,relativa aicriteri diverifica deicontatorigas a bassapressione

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Come noto, i lavori del CIG sulla telelettura sono propedeutici all’attuazione della delibera-zione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, ARG/gas 155/08 “Direttive per la messa in ser-vizio dei gruppi di misura del gas, caratterizzati da requisiti funzionali minimi e con funzioni di tele-lettura e telegestione, per i punti di riconsegna delle reti di distribuzione del gas naturale” e s.m.i.Con il presente articolo non si intende trattare l’argomento della telelettura e telegestionedal punto di vista tecnico, stante la collocazione che esso trova nel campo specifico dello“smart metering” ed in quello più esteso delle “smart grids”.Obiettivo di questo articolo è fornire alcune informazioni sullo stato di avanzamento del

colossale compendio normativo UNI TS 11291, che sostiene l’implementazione della telelettura/telegestione deigruppi di misura del gas in Italia.Si ricorda ai lettori che per lo stato di continua evoluzione della materia per i documenti normativi di specie èstata scelta la strutturazione come “specifiche tecniche”, il documento UNI contrassegnato dalla sigla UNI TS, per-tanto soggetto a scadenza di validità triennale e rinnovabile una sola volta (una UNI TS può restare in vigore per6 anni in totale e dopo deve essere o cancellata o riproposta come norma UNI).Tra gli anni 2010 e 2011, l’UNI ha pubblicato otto parti della serie UNI TS 11291. La gran parte di esse sono stategià revisionate ed integrate con le prescrizioni specifiche provenienti dai comitati tecnici europei che si occupanodi smart metering. I testi revisionati e corretti sono poi stati inviati all’UNI per la procedura di inchiesta finale epubblicazione in seconda edizione.Quel che segue è il dettaglio, che è naturalmente riferito al momento in cui il presente articolo è stato scritto.

UNI TS revisionate e già pubblicate in seconda edizioneUNI/TS 11291-3:2012Titolo: Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria- Parte 3: Protocollo CTRE’ stata revisionata e già pubblicata in seconda edizione. Ad essa verrà aggiunta presto un’appendice B.

UNI TS revisionate e prossime alla pubblicazione in seconda edizioneSpecifica tecnica: UNI/TS 11291-1:2010Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria- Parte 1: Caratteristiche generali del sistema di telegestione o teleletturaSpecifica tecnica: UNI/TS 11291-4:2010Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misurazione del gas su base oraria

Un flash sui lavorinormativi sulla teleletturadei gruppi di misura del gas

a cura della

Direzione Tecnicadel ComitatoItaliano Gas

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- Parte 4: Requisiti per gruppi di misura con portata>65m3/h (contatore >G40)Specifica tecnica: UNI/TS 11291-5:2010Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misu-razione del gas su base oraria - Parte 5: Requisitiper gruppi di misura con portata da 16 m3/h fino a65 m3/h (contatore =G10 e =G40)Specifica tecnica: UNI/TS 11291-6:2010Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misu-razione del gas su base oraria - Parte 6: Requisitiper gruppi di misura con portata minore di 10 m3/h(contatore MINOREG10)Specifica tecnica: UNI/TS 11291-7:2011Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misu-razione del gas su base oraria - Parte 7: Sistemi ditelegestione dei misuratori gas - SAC,Concentratori, Ripetitori e TraslatoriSpecifica tecnica: UNI/TS 11291-8:2010Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misu-razione del gas su base oraria - Parte 8: Protocolliper la telegestione dei gruppi di misura per la retedi distribuzione

UNI TS prossimaalla pubblicazione in prima edizione

Progetto di Specifica tecnica : UNI/TS 11291-10Sistemi di misurazione del gas - Dispositivi di misu-razione del gas su base oraria - Parte 10: SicurezzaQuesto progetto di norma è stato in inchiesta pub-blica finale UNI fino al 5 11 2012.

La Task Force Intercambiabilità

Nel luglio 2012 è stata costituita in ambito CIG una“Task force intercambiabilità” con lo scopo di com-pletare i requisiti normativi tecnici, definiti nelleparti applicabili delle specifiche UNI TS 11291, alfine di consentire l’intercambiabilità dei gruppi dimisura del gas naturale destinati al “mass market”(<G10) nonché degli altri apparati che operanonelle reti punto-multipunto.Di seguito si riportano le informazioni generalirelative all’attività in svolgimento.UNI TS 11291-11 “Sistemi di misurazione del gas -Dispositivi di misurazione del gas su base oraria -Parte A: Intercambiabilità dei gruppi di misura(<G10) e degli apparati costituenti le reti punto-multipunto”.

Scopo e Campo di applicazioneScopo del presente documento è quello di comple-tare i requisiti normativi tecnici, definiti nelle partiapplicabili delle specifiche UNI TS 11291, al fine diconsentire l’intercambiabilità dei gruppi di misuradel gas naturale destinati al “mass market” (<G10)nonché degli altri apparati che operano nelle retipunto-multipunto.La futura specifica tecnica si applicherà ai GdM alservizio dei Punti di Riconsegna degli impianti didistribuzione aventi portata massima minore di 10m3/h alle condizioni di riferimento (o contatore<G10), che comunicano con protocollo punto-mul-tipunto.Essa si applicherà altresì agli apparati di rete, ovve-ro: concentratore, traslatore, ripetitore.La specifica definisce inoltre le funzioni applicative ele interfacce di comunicazione che devono essererese disponibili da gruppi di misura ed apparati direte sulla porta locale ai fini di installazione emanutenzione.Nel documento sono inoltre definite le funzioniapplicative e le interfacce di comunicazione che iconcentratori e traslatori devono rendere disponi-bili al SAC (Sistema Acquisizione Centrale) ai finidella propria intercambiabilità.La futura specifica tecnica integrerà la UNI TS11291 per le parti 1, 6, 7, 8 e 10 e le norme inter-nazionali applicabili.Per una più facile impostazione, la UNI TS 11291-11 è stata a sua volta suddivisa in sei parti di tratta-zione.

Parte 1 - Generalità• Richiami dell’architettura;• Definizione dei casi d’uso per l’intercambia-

bilità.Parte 2 - Modello dati

• Contatore; • Concentratore;• Traslatore;• Ripetitore.

Parte 3 – Profilo di comunicazione su interfac-cia locale

Parte 4 – Profilo di comunicazione PM1Parte 5 – Profilo di comunicazione PP3Parte 6 – Specifiche di test di certificazione di

conformitàCiascuna delle parti 3, 4, 5 includerà le specifichedei relativi messaggi.

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GiornateNazionali

sulla corrosione

e protezione

Napoli 10 -11-12 luglio 2013

Coordinatore delle GiornateF. Bellucci - Università degli Studi di Napoli Federico II

Comitato OrganizzatoreF. Bassani - Associazione Italiana di MetallurgiaV. Cannizzo - Presidente APCER. Ferretto - Presidente AITIVAM. Montuori - Università degli Studi di Napoli Federico IIE. Proverbio - Presidente Centro Corrosione AIMS. Trasatti - Presidente NACE Milano Italia Section

Comitato ScientificoF. Bellucci - Università degli Studi di Napoli Federico IIP.L. Bonora - Università di TrentoR. Cigna - Isproma, RomaL. Fedrizzi - Università di UdineR. Fratesi - Università Politecnica delle MarcheG. Gabetta - ENI div. E&PG. Gusmano - Università di Roma Tor VergataL. Lazzari - Politecnico di MilanoF. Mazza - Università di MilanoT. Monetta - Università degli Studi di Napoli Federico IIT. Pastore - Università di BergamoE. Proverbio - Università di MessinaP.V. Scolari - ConsulenteS. Trasatti - NACE Milano Italia SectionR. Venturini - ApceF. Zucchi - Università di Ferrara

Aree tematiche principali• Corrosione negli ambienti naturali: acque, atmosfera, terreno• Corrosione negli impianti e nelle strutture industriali• Tecniche di studio e controllo dei fenomeni corrosivi• Corrosione e protezione delle armature nelle opere in c.a.• Inibitori di corrosione• Protezione catodica• Rivestimenti e trattamenti superficiali• Corrosione in ambiente biologico• Case histories

PresentazioneLe Giornate Nazionali sulla Corrosione e Protezione, GNC, nella lorodecima edizione, si terranno a Napoli dal 10 al 12 luglio 2013. Le GNCsi sono affermate negli anni come uno degli eventi più importanti alivello nazionale per discutere questioni scientifiche, tecnologiche eproduttive, nell’ambito della corrosione e protezione dei materiali. IlConvegno prevede la presentazione dei risultati raggiunti da vari grup-pi di studio e da numerose aziende del settore, in forma orale e poster.Anche in questa edizione sono stati istituiti due premi, destinati a gio-vani ricercatori che si distingueranno, nell’ambito della manifestazio-ne, per l’importanza e l’attualità dei temi proposti nelle loro letture.

Spazio aziendeÈ previsto uno spazio per l’esposizione di apparecchiature, per la pre-sentazione dei servizi e per la distribuzione di materiale promozionale.Informazioni più dettagliate al riguardo sono disponibili presso laSegreteria AIM ([email protected]).

http://www.aimnet.it/gncorr2013.htm

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I 150 annidi Napoletanagas

Ingegnere ci presenti la Napoletanagas.Napoletanagas è la principale società di distri-buzione del gas presente nell’ambito dellaRegione Campania. Con una rete totale dicirca 5.100 km, con circa 743.000 contatoriattivi e circa 560 milioni di metri cubi di gasdistribuito la Società è, comunque, tra i primioperatori del settore a livello nazionale.La Società ha attualmente in gestione le reticittadine del gas di 125 comuni, ubicati nellecinque province della Regione, tra cui le cittàdi Napoli, Benevento e Caserta. Ha attualmen-te in costruzione le reti gas di tre comuni e,attraverso la controllata SETEAP S.p.A., stacurando la realizzazione delle reti di distribu-zione in cinque comuni della PenisolaSorrentina. Ha in concessione, inoltre, lagestione della rete di distribuzione idrica delcomune di Caserta e di altri quattro comuni

della stessa Provincia.Attraverso l’Italgas, il maggior operatore nazio-nale della distribuzione del gas, Napoletanagasfa parte del Gruppo SNAM, la società leader inEuropa nelle attività regolate del gas e opera-tore integrato attivo nelle attività di trasportoe dispacciamento del gas naturale, di rigassifi-cazione di gas naturale liquefatto, di stoccaggioe di distribuzione del gas naturale.

Quest’anno ricorre un importante anni-versario per la Napoletanagas. È interes-sante conoscerne un po’ la storia.La “Compagnia del Gas”, come sono abituati achiamarla i napoletani, è stata tra le primesocietà in Europa a gestire una rete cittadinaper la distribuzione del gas. Infatti, la Società hauna lunga storia alle proprie spalle. Dopo ilBanco di Napoli, è la più longeva società per

Angelo Facchini, laureato in Ingegneria Elettrotecnica nel Luglio 1983 presso la Facoltà diIngegneria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha iniziato la propria vita lavorativa in

Napoletanagas, in data 29 Marzo 1984.Nella suddetta società ha ricoperto vari ruoli di crescente responsabilità, gesten-do sistemi distributivi in territori sempre più vasti in cui era presente la societàfino ad assumere, nel 2001, la responsabilità di tutte le attività operative diNapoletanagas. Nel 1995 ha operato presso l’Acquedotto Vesuviano con il ruolodi Coordinamento Operativo di tutte le attività della Società.A partire da metà del 2002 ha assunto il ruolo di gestore, in Italgas, del serviziodistributivo dell’area metropolitana di Roma; nel 2007 delle reti di distribuzionegas nelle regioni Abruzzo, Marche, Umbria e Molise; dal 2008 le reti di distribu-zione delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna.

Ha ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato della Società Umbria Distribuzione Gas, nel perio-do 2007-2009, oltre alla carica di Consigliere di Amministrazione della società SETEAP e della societàAcqua Campania. Dal 7 Gennaio 2010 ha assunto la carica di Amministratore Delegato dellaNapoletanagas acquisendone anche la nomina di Presidente dal mese di Maggio dello stesso anno.

Quest’anno la Napoletanagas festeggia i 150 anni dalla sua costi-tuzione. Diamo la parola all’ing. Angelo Facchini, Presidente edAmministratore Delegato della Società.

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azioni con sede a Napoli.Le sue origini si intersecano con i primi tenta-tivi in Italia di illuminare a gas le strade cittadi-ne; e Napoli, che tra l’altro era la più grande epopolosa città d’Italia, fu la prima a riuscire inquesta impresa nel 1837. Il primo atto costitu-tivo della futura “Compagnia” risale, però, al1841, quando venne creata una società per l’il-luminazione a gas della Città di Napoli.La novità dell’illuminazione a gas stravolse lavita dei napoletani. Infatti, essi ampliarono laloro vita sociale “appropriandosi” delle stradecittadine anche nelle ore serali, rese, finalmen-te, più sicure dalla presenza della luce dei lam-pioni. In quegli anni nacquero 3 giornali dedi-cati all’innovativo evento. Il più famoso era,addirittura, un quotidiano dal nome “Lume agas”.L’atto formale di costituzione dell’attualesocietà venne, invece, sottoscritto il 18Ottobre 1862 adottando la ragione sociale di“Compagnia Napoletana di Illuminazione eScaldamento col Gas”, che conserva tuttora eche estendeva al riscaldamento privato l’utiliz-zo del gas: un ulteriore primato italiano della“Compagnia”. Nei primi anni, oltre alla Città di Napoli, il ser-vizio venne esteso anche ad altre importanti epopolose città campane quali, ad esempio,Salerno e Castellammare di Stabia.In 150 anni Napoletanagas ha assunto progres-sivamente un ruolo imprenditoriale di cre-scente importanza, trasformandosi da aziendametropolitana in società di servizi a livelloregionale, che ha contribuito allo sviluppo eco-nomico del capoluogo e di numerose cittàdella Campania.

Come è stato celebrato il 150° anniver-sario?In primo luogo, con la pubblicazione del libro“1862-2012 Napoletanagas: da 150 anni il futu-ro della Campania” scritto da Piero AntonioToma. Nel libro si ripercorre, in parallelo, lavita della Società raffrontandola con quelladella città di Napoli e degli altri comuni serviti,poiché il percorso dell’una è indissolubilmentesimile a quello del territorio campano, perquanto riguarda la realtà sociale, economica epolitica dell’ultimo secolo e mezzo.In secondo luogo, con la produzione di unapièce teatrale intitolata “150 anni in una sera”che racconta la storia dell’Azienda. Lo spetta-colo è andato in scena per la prima volta il 18Ottobre al Teatro Mediterraneo di Napoli.

Quali sono le prospettive future per laSocietà?Il processo di acquisizione delle concessionigas, che rappresentano il core business dellaSocietà, è strettamente collegato alle gared’ambito il cui scenario normativo è, ormai,delineato con la definizione di 177 ambiti alivello nazionale, di cui 11 in Campania, e alle

norme di riferimento che hanno definito ilbando tipo, il contratto di concessione tipo, lasalvaguardia occupazionale, etc..Napoletanagas, in questo processo, vuole esse-re protagonista consolidando la propria posi-zione a livello regionale e per questo si staorganizzando attuando metodologie lavorativedi elevata efficienza e flessibilità.Siamo convinti, inoltre, che l’elevata qualità delservizio che la Società esprime, unitamentealle competenze e capacità dei propri uomini edonne, risulteranno contributi determinantiper l’affermazione negli ambiti e per il prose-guimento del percorso della Società, così lon-gevo e colmo di successi.

Come è organizzata tecnicamente laSocietà?Con tre diverse strutture: i Centri Operativi,l’Esercizio ed i Servizi Tecnici.Le attività operative del settore gas diNapoletanagas sono effettuate da cinque diffe-renti Centri Operativi, dislocati sul territoriocampano, a cui è affidato, sostanzialmente, ilcompito di gestire e mantenere in efficienza lereti di distribuzione in concessione e di garan-tire il pronto intervento nei comuni gestiti.Inoltre, è presente una specifica unità tecnicaper la gestione delle reti idriche.La struttura di Esercizio presidia, a livello cen-tralizzato, i processi della misura del gas, dellaprotezione catodica e di raccolta, elaborazionee analisi dei dati commerciali e tecnici versol’Autorità. Inoltre, monitora le performancedei Centri Operativi rispetto all’applicazionedegli standard di processo e di sicurezza.Nei Servizi Tecnici sono concentrate una seriedi attività: presidio della legislazione normativae tecnica, ricerca delle dispersioni, odorizza-zione del gas, progettazione, verifica rete,

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patrimonio, cartografia e accertamento docu-mentale.

E le attività di protezione catodica?Sono svolte in modo autonomo dai CentriOperativi, analogamente alle altre attività tec-niche, con il supporto fornito da Esercizio.

Parlando di protezione catodica, qualisono i numeri di Napoletanagas?La nostra Azienda gestisce 3.650 km circa direte in acciaio, pari ad oltre il 70% della reteesistente, mentre i sistemi di protezione cato-dica sono 443.Considerando tale rete, appare del tutto evi-dente l’importanza che riveste la protezionecatodica per la nostra Società, al fine di preser-vare l’integrità delle condotte dai fenomenicorrosivi e, soprattutto, consentire un corret-to e regolare funzionamento degli impianti edassicurare una qualità del servizio adeguata aquella prevista dalle norme.

E la formazione del personale?Per Napoletanagas la formazione del persona-le è sempre stato uno dei pilastri fondamentaliper la preparazione delle proprie risorseumane alle specifiche attività operative. Non a

caso, dal 1984 si è dotata di un proprio Centrodi Formazione Professionale ubicato nel quar-tiere napoletano di Fuorigrotta. Le attività, ulti-mamente, sono gestite da SNAM, a seguito diun processo di riorganizzazione interno alGruppo.Peraltro, il Centro è anche dotato di uno deipochi campi prova attivi di protezione catodi-ca esistenti in Italia, realizzato in collaborazio-ne con l’APCE e dove l’Associazione ha pro-grammato e svolto numerosi corsi.

Come sono i rapporti con APCE?Sono sempre stati ottimi. Basta tenere inconto che Napoletanagas, nel corso degli anni,si è onorata di avere avuto alcuni presidentidel Comitato Tecnico Territoriale di Napoli,che, tra l’altro, abbraccia le regioni Campania,Basilicata e Calabria, ed ha avuto proprio per-sonale attivo in diversi gruppi di lavoro.

Secondo lei quale ruolo può avere nelfuturo l’APCE?Indubbiamente l’APCE, nel corso degli anni,ha avuto un ruolo sempre più importante,grazie alla diffusione delle conoscenze deifenomeni corrosivi e delle azioni correttiveche possono essere attuate, collaborandoattivamente con enti, organismi paritetici edistituzioni e promuovendo valide iniziativevolte alla risoluzione delle problematicheposte dai diversi associati. Non di minoreimportanza è la partecipazione a progetti diricerca, come può essere lo studio dell’in-fluenza della corrente alternata sulle struttu-re protette catodicamente. La chiave di volta è stata, indubbiamente, ilriconoscimento dell’APCE, da partedell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas,quale organismo per la definizione di lineeguida della protezione catodica.Nel futuro, sono auspicabili per l’APCE unasempre maggiore collaborazione con le isti-tuzioni e con i gruppi ed enti di ricerca perconsolidare ed affermare il ruolodell’Associazione quale capofila italiano nelsettore della corrosione e delle tecniche diprotezione.

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Napoletanagas vuoleconsolidarela propriaposizione alivello regio-naleattuandometodolo-gie lavorati-ve di eleva-ta efficien-za e flessi-bilità

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CORSI APCE 2013

Associazione APCEAPCE è un’Associazione a carattere culturale- scientifico, senza finalità di lucro, fondata nel 1981 per rispondere a diverse esigenzedegli Enti proprietari e/o gestori di strutture nel sottosuolo o immerse, in particolare per migliorare le intese tra gli Enti a favore dellegaranzie di sicurezza e qualità sempre più necessarie per un corretto servizio che ciascun Ente intende offrire ai propri clienti.APCE è stata riconosciuta dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas come organismo tecnico competente per la definizione dellelinee guida nel campo della protezione catodica di condotte metalliche adibite alla distribuzione (Deliberazione ARG/gas 120/08, art.28-2), al trasporto del gas naturale (Deliberazione ARG/gas 141/09, art. 9.2), e alle flow line di collegamento degli impianti di stoccag-gio del gas naturale (Deliberazione ARG/gas 204/10).APCE ha lo scopo di:• promuovere e coordinare le iniziative volte alla collaborazione fra gli Associati al fine di studiare e risolvere i problemi connessi con

la protezione delle strutture metalliche dalle corrosioni elettrolitiche• promuovere convegni e manifestazioni per divulgare la conoscenza dei fenomeni di corrosione• erogare corsi di formazione, di addestramento e di aggiornamento per l’accesso alla qualificazione e certificazione del personale

per i livelli professionali e per i settori di applicazione previsti dalla norma Uni EN 15257 “Livelli di competenza e certificazione delpersonale nel campo della protezione catodica”.

Criterio di Certificazione UNI EN 15257APCE, per assicurare la certificazione delle persone che intendono operare con competenza riconosciuta e attestata nel campo dellaprotezione catodica, ha istituito il Centro Formazione APCE (CFA) ed ha reso operante la collaborazione con il CICPND, organismo dicertificazione accreditato ACCREDIA anche nel campo della protezione catodica di strutture metalliche (Certificato di AccreditamentoACCREDIA n. 012C, del 23.03.2001).Nelle tabelle seguenti sono riportate le regole UNI EN 15257, acquisite dall’organismo di certificazione, che permettono di conseguirela certificazione nel settore della protezione catodica:

Corsi di formazione e di addestramentoper la certificazione del personale addettoalle attività di protezione catodica UNI EN 15257

REGOLE PER LA CERTIFICAZIONE NEL SETTORTE DELLA PROTEZIONE CATODICAPER TUTTI I SETTORI DI APPLICAZIONE UNI EN 15257

LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 2 LIVELLO 3

ISTRUZIONEESPERIENZA+ corso 40 ore+ esame LIV 1

Certificazione LIV 1 + ESPERIENZA

+ corso 40 ore+ esame LIV 2

ESPERIENZA senzacertificazione LIV 1

+ corso 40 ore + 40 ore +esame diretto LIV 2

Certificazione LIV 2 + ESPERIENZA+ esame LIV 3

LAUREA 1 anno 2 anni 2 anni 3 anni

MEDIA SUPERIORE 1 anno 3 anni 3 anni 5 anni

MEDIA INFERIORE,FORMAZIONE

PROFESSIONALE1 anno 4 anni 4 anni 8 anni

PERIODO DI VALIDITÀ DELLA CERTFICAZIONE

CERTIFICATO 5 ANNI RINNOVO 10 ANNI RICERTIFICAZIONE

LIVELLO 1 Corso Aggiornamento 16 ore Corso Aggiornamento 16 ore + prova pratica

LIVELLO 2 Corso Aggiornamento 16 ore Corso Aggiornamento 16 ore + stesura istruzione scritta

LIVELLO 3Valutazione esperienza con regole

dettate dall’Organismo diCertificazione

ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE DALLE CORROSIONI ELETTROLITICHE

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Per accedere alla Certificazione o alla Ricertificazione, il Candidato deve presentare la relativa richiesta all’Organismo di Certificazionesecondo le modalità reperibili presso:

CICPNDVia C. Pisacane, 46 - 20025 Legnano MI - Tel: +039 0331-545600 - Fax: +039 0331-543030E-mail: [email protected] - Sito: www.cicpnd.it

Di seguito è riportato l’elenco delle attività didattiche previste nel 2013. Le date riportate potrebbero subire variazioni sulla base degli ultimi accordi organizzativi che si stanno definendo, sul sito APCE entrofine anno sarà pubblicata la nuova pagina “formazione” contenete l’elenco attività didattiche del 2013 aggiornate, con la “nuovamodalità” di iscrizione on-line.La pubblicazione della nuova pagina “formazione” sarà preceduta da una news letter.

Corso Obiettivo Durata Periodo Sede Evento

2° Corso di addestramento CP in concrete LIV2 UNI EN15257

Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore C 40 ore 21 ÷ 25 gennaio Politecnico Milano

ESAME CERTIFICAZIONE LIV2 - UNI EN 15257 - SETTORE C 26 gennaio Politecnico Milano

22° Corso di addestramento LIV1 settore T UNI EN 15257adhoc SRG

Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore T 40 ore 25 febbraio ÷ 01 marzo Snam Rete Gas S.p.A. Mestre

16° Corso di Aggiornamento UNI EN 15257 Corso destinato al rinnovo del Certificato o allaRicertificazione 16 ore 06 ÷ 07 marzo Politecnico Milano

Esame Ricertificazione LIV 1 e LIV 2 - UNI EN 15257 -Settore T 08 marzo Politecnico Milano

23° Corso di addestramento LIV 1 settore T UNI EN 15257 Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore T 40 ore 18 ÷ 22 marzo Estra Reti Gas Prato

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 28 marzo CTT Bologna

2° Corso Tecniche di misura Corso di tecniche di misurazione per la protezionecatodica UNI EN 13509 16 ore 04 ÷ 05 aprile Politecnico Milano

20° Corso di addestramento LIV2 settore T UNI EN 15257 Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore T 40 ore 08 ÷ 12 aprile Estra Reti Gas Prato

Esame Certificazione LIV 1 e LIV 2 - UNI EN 15257 - SettoreT 06 ÷ 08 maggio Estra Reti Gas Prato

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 14 maggio CTT Milano

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 21 maggio CTT Torino

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 11 Giugno CTT Genova

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 18 Giugno CTT Roma

2° Corso di addestramento CP in Acqua di Mare LIV2 UNIEN 15257 - Settore M

Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore M 40 ore 24 ÷ 28 giugno Politecnico Milano

Esame Certificazione LIV 2 - UNI EN 15257 - Settore M 29 giugno Politecnico Milano

24° Corso LIV1 T UNI EN 15257 Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore T 40 ore 16 ÷ 20 settembre Enel Rete Gas Perugia

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 23 settembre CTT Bari

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 24 settembre CTT Catania

150° Politecnico – Pedeferri e la scuola di corrosione Convegno Tecnico 26 ÷ 27 settembre Politecnico Milano

21° Corso di addestramento LIV2 settore T UNI EN 15257 Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore T 40 ore 30 settembre ÷ 04

ottobre Enel Rete Gas Perugia

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 08 ottobre CTT Venezia

22° Corso di addestramento LIV2 settore T UNI EN 15257ad hoc SRG

Corso destinato alla certificazione del personale UNIEN 15257 - settore T 40 ore 14 ÷ 18 ottobre Snam Rete Gas S.p.A. Mestre

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CONTENUTI DEL CORSO

ElettrotecnicaConcetti principali di energia, corrente elettrica, materiali iso-lanti e conduttori.Elementi base di grandezze significative in c.c. (tensione, cor-rente e potenza, legge di Ohm, resistenza elettrica, resistività econducibilità elettrica).Cenni sugli accumulatori e pile (serie e parallello, capacità, cor-rente di corto circuito)Conoscenze delle grandezze significative in c.a. (tensione, cor-rente e potenza).Cenni campo elettrico, campo magnetico e fenomeni induttivie capacitivi su strutture interrateCenni sulle misure elettriche e caratteristiche principali deglistrumenti di misura (classe, impedenza di ingresso, correnteassorbita, shunt, ecc.).

SicurezzaNozioni sugli effetti della corrente elettrica sull’organismoumano e protezione contro l’elettrocuzione (corrente continuae corrente alternata).Riferimenti normativi e provvedimenti di protezione contattidiretti e indiretti.Nozioni sulle disposizioni legislative e norme sui dispositivi diprotezione individuali per la tutela della salute e per la sicurez-za dei lavoratori.

Procedure di certificazioneSistema per certificazione del personale addetto alla protezione

catodica secondo la norma UNI e il Regolamento CICPND.Compiti, doveri e responsabilità del personale certificato allivello 1.

Corrosione dei metalliNozioni base sui fenomeni di corrosione. Nozioni base sui prin-cipali fattori di corrosione. Cenni di corrosione nei terreniCenni sui metodi di protezione delle strutture metalliche (pro-tezione passiva ed attiva).

Protezione passiva delle strutture metalliche interrateConoscenze sulle principali caratteristiche dei rivestimenti, suimetodi di preparazione delle superfici da riparare e principalimateriali e sistemi per la riparazione falle nei rivestimenti.Cenni sul funzionamento delle apparecchiature per il controllodella continuità del rivestimento e modalità di impiego.

Metodi operativi per la riparazionedelle falle nei rivestimentiBrevi richiami dei materiali utilizzati per la riparazione dellefalle nei rivestimenti, preparazione delle superfici metalliche econtrolli.Dimostrazioni pratiche riparazioni falle nel rivestimento e dicontrollo continuità rivestimenti applicati in fabbrica o ripristi-nati in cantiere.

Protezione attiva delle strutture metalliche interrateNozioni interferenze elettriche da sistemi di trazione e da strut-ture e provvedimenti per limitarle. Schema a blocchi impianticontrollo delle correnti disperse (drenaggio unidirezionale emisto), della compensazione corrente, principali funzioni einstallazione.Nozioni sulle misurazioni dei parametri elettrici di una struttu-ra metallica interrata (potenziale, corrente, resistenza), dell’am-biente (cadute di tensione nel terreno, resistività del terreno).

Attuazione del sistema di protezione catodicaCenni sui principali impianti a corrente impressa con schema ablocchi alimentatori semplici ed automatici, principi di funziona-

CORSO DI ADDESTRAMENTOLIVELLO 1 - SETTORE TUNI EN 15257

Corso Obiettivo Durata Periodo Sede Evento

3° Corso Tecniche di misura Corso di tecniche di misurazione per la protezionecatodica UNI EN 13509 16 ore 24 ÷ 25 ottobre olitecnico Milano

17° Corso di Aggiornamento UNI EN 15257 Corso destinato al rinnovo del Certificato o allaRicertificazione 16 ore 28 ÷ 29 ottobre Snam Rete Gas S.p.A. Mestre

Esame Ricertificazione LIV 1 e LIV 2 - UNI EN 15257 -Settore T 30 ottobre Snam Rete Gas S.p.A. Mestre

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 05 novembre CTT Firenze

Esame Certificazione LIV 1 e LIV 2 - UNI EN 15257 - SettoreT 11 ÷ 13 novembre Enel Rete Gas Perugia

Giornata di Studio "Protezione Catodica di strutturemetalliche interrate - GAS e ACQUA"

Corso base per la protezione catodica di strutturemetalliche interrate adibite al servizio gas e acqua 7 ore 03 dicembre CTT Napoli

Convegno “Protezione dalla corrosione delle opereportuali” Convegno Tecnico da definire IN PRIMAVERA Politecnico Milano

Convegno “PC delle reti idriche: valutazioni tecnico-economiche, esperienze e prospettive” Convegno Tecnico da definire IN AUTUNNO Politecnico Milano

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mento, regolazioni e installazione.Cenni dei componenti degli impianti a corrente impressa e loroinstallazione.Cenni sui principali anodi a corrente impressa, letti di posa, tipi didispersori (superficiali e profondi) e loro installazione e impianticon anodi galvanici, letti di posa e loro installazione.Cenni tipi di posti di misura e loro installazione.Cenni dispositivi di protezione da sovratensioni e loro installazione.Cenni sulla posa e cablaggio cavi, delle giunzioni e ripristino iso-lamento (muffole e manicotti termorestringenti).Richiami sui procedimenti di saldatura per la connessione diconduttori alle strutture (almeno due procedimenti), verificadella stessa, isolamento della connessione e ripristino del rive-stimento.

Collaudo del sistema di protezione catodicaRichiami sulle misurazioni per la verifica dell’efficienza dei com-ponenti degli impianti di protezione. Nozioni sulle misurazioniper il collaudo del sistema di protezione.Compilazione dei resoconti di misura.

Normativa e raccomandazioninell’ambito della protezione catodicaInformazioni generali sulle regole tecniche, norme e nelle lineeguida APCE (cenni).

Verifiche e controlli del sistema di protezione catodicaRichiami principali misure per la verifica del sistema di protezio-ne catodica e compilazione dei resoconti di misura.Richiami sui controlli efficienza dispositivi e componenti dei siste-mi di protezione catodica e compilazione dei resoconti di misura.

Tecniche di applicazione e modalità operativedella protezione attivaEffettuazione delle misurazioni parametri elettrici di una strut-tura (potenziale, corrente e resistenza) e dell’ambiente (cadutedi tensione nel terreno, resistività del terreno). Compilazione deiresoconti di misura.Esecuzione controlli efficienza impianti di protezione catodica(alimentatori, anodi galvanici), impianti di drenaggio unidirezio-nale e collegamenti elettrici tra strutture estranee.Compilazione dei resoconti di misura.Esecuzione misurazioni per la verifica dell’efficienza dei compo-nenti degli impianti di protezione. Compilazione dei resocontidi misura.Effettuazione rilievi per la localizzazione delle falle nei rivesti-menti isolanti (almeno un metodo). Compilazione dei resocontidi misura.Cenni funzionamento apparecchiature per la localizzazionedelle strutture interrate.Richiami principali metodi per la localizzazione delle falle neirivestimenti e compilazione resoconti di misura.

CONTENUTI DEL CORSO

ElettrotecnicaBrevi richiami di energia e corrente, materiali isolanti e condut-tori.Cenni riassuntivi grandezze in c.c.: tensione, corrente e poten-za, Legge di Ohm, resistività e conducibilità elettrica.Richiami sugli accumulatori e pile (serie e parallelo, capacità,corrente di corto circuito). Cenni riassuntivi grandezze in c.a.: tensione, corrente e poten-za, fenomeni induttivi e capacitivi in regime sinusoidale. Richiami campo elettrico, campo magnetico e fenomeni diinduzione elettromagnetica (accoppiamento induttivo, capa-citivo e conduttivo su strutture metalliche interrate).Richiami sulle misure elettriche e caratteristiche principalidegli strumenti di misura (classe, impedenza di ingresso, cor-rente assorbita, shunt, ecc.).Nozioni sulle equazioni della propagazione ed attenuazionedel potenziale.

SicurezzaRichiami sugli aspetti di prevenzione degli effetti della corren-te elettrica sull’organismo umano e protezione contro l’elet-trocuzione (c.c. e c.a.).Riferimenti normativi e provvedimenti di protezione contattidiretti ed indiretti.Applicazione delle norme di legge per la tutela della salute eper la sicurezza dei lavoratori.Aspetti di sicurezza dei sistemi di protezione catodica in luoghicon pericolo di incendio ed esplosione.

Corrosione dei metalliConcetti sui fenomeni di corrosione e sui principali fattori dicorrosione. Meccanismo elettrochimico della corrosione, con-dizioni di immunità, di attività e di passività. Principali forme dicorrosione localizzata.Caratteristiche potenziale e corrente dei processi anodici ecatodici e potenziale di protezione.Potere ossidante, aerazione differenziale e batteri. Concetti suiprincipali materiali utilizzati per strutture metalliche nei terre-ni.Cenni sulle principali metodologie di protezione delle struttu-re (protezione passiva ed attiva).

Procedure di certificazioneSistema per la certificazione del personale addetto alla prote-zione catodica secondo la norma UNI e Regolamento CICPND.Compiti, doveri e responsabilità del personale certificato allivello 1 e 2.

CORSO DI ADDESTRAMENTOLIVELLO 2 - SETTORE TUNI EN 15257

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Informazione sulla stesura delle istruzioni operative.

Normativa nell’ambito della protezione catodicaInformazioni tecniche contenute nelle norme, nei codici, nellespecifiche e nelle linee guida.

Concetti di protezione passivadelle strutture metalliche interrateBrevi richiami caratteristiche dei rivestimenti, metodi di prepa-razione delle superfici e materiali e sistemi impiegati per lariparazione delle falle nei rivestimenti.Informazioni sulle istruzioni scritte per il controllo in cantieredelle riparazioni dei rivestimenti. Richiami sulle caratteristiche dell’ambiente di posa, modi diposa e rinterro.Richiami sul funzionamento apparecchiature per il controllodella continuità del rivestimento e modalità di impiego.Informazioni sulle istruzioni scritte dei principali materiali, loroapplicazione e controlli sull’isolamento struttura-opere di pro-tezione meccanica.

Metodi operativi per la riparazionedelle falle nei rivestimentiRichiami dei materiali utilizzati per la riparazione delle fallenei rivestimenti, preparazione delle superfici metalliche econtrolli.Dimostrazioni pratiche riparazione falle nei rivestimenti e con-trollo della continuità dei rivestimenti applicati in fabbrica oripristinati in cantiere (anche attraverso filmati).

Protezione attiva delle strutture metalliche interrateIndagine preliminareParametri elettrici che caratterizzano le condizioni di una strut-tura (metodi di misura del potenziale, della corrente, della resi-stenza longitudinale e della resistenza d’isolamento) e del-l’ambiente (cadute di tensione nel terreno, resistività del terre-no, ecc.).

Progettazione del sistema di protezione catodicaRichiami criteri di protezione e parametri di progettazione deisistemi a corrente impressa e con anodi galvanici.Richiami metodi di calcolo della corrente di protezione perimpianti a corrente impressa e per impianti con anodi galvanici.Misurazioni del potenziale e tecniche di eliminazione dellacaduta ohmica.

Interferenze elettriche da sistemi di trazione e strut-ture

Richiami interferenze elettriche da sistemi ditrazione e da strutture e provvedimen-

ti per limitarle. Metodi per la loro determi-

nazione e preven-z i o n e .

Principio di funzionamento degli impianti per il controllo dellecorrenti disperse (drenaggio unidirezionale e misto), principalicaratteristiche, regolazioni e modalità d’impiego.

Attuazione del sistema di protezione catodicaImpianti di protezione catodica a corrente impressa, principiodi funzionamento degli alimentatori, principali caratteristiche,regolazioni e modalità di impiego.Richiami dispersori a corrente impressa, letti di posa, tipi didispersore (superficiali e profondi) e istruzioni operativemodalità di posa.Cenni posti di misura, loro caratteristiche, dislocazione emodalità di installazione. Modalità operative per la saldatura dei conduttori alla struttu-ra e verifica della connessione.Cenni sulle caratteristiche di funzionamento e di impiego deidispositivi di protezione dalle sovratensioni e modalità diinstallazione.Richiami metodi per la localizzazione delle falle nei rivestimen-ti isolanti e modalità di esecuzione dei rilievi. Resoconti dimisura e compilazione della documentazione relativa.Richiami funzionamento e impiego apparecchiature per lalocalizzazione delle strutture interrate.

Collaudo del sistema di protezioneRichiami dei criteri, modalità e misurazioni per il collaudo delsistema di protezione (stato elettrico di riferimento). Elaboratie documentazione per la verifica dell’efficienza degli impiantie all’efficacia del sistema di protezione catodica. Resoconti di misura e relativa documentazione.

Verifiche e controlli del sistema di protezione catodicaCriteri e misurazioni per la verifica dell’efficacia dei sistemi diprotezione catodica (punti caratteristici e controlli).Analisi e correlazione delle misurazioni e considerazione suipossibili provvedimenti correttivi al sistema di protezionecatodica.Resoconti di misura e relativa documentazione.Richiami dei criteri, modalità e misurazioni per la verifica del-l’efficienza dei dispositivi e componenti di sistemi di protezio-ne catodica. Valutazione dei risultati delle verifiche.Resoconti di misura e relativa documentazione.

Tecniche di applicazione e modalità operativedella protezione attivaEsecuzione di misurazioni per il rilievo dei parametri elettrici diuna struttura (potenziale, corrente) e dell’ambiente (cadute ditensione nel terreno, resistività del terreno). Compilazionedelle istruzioni operative e dei resoconti di misura. Istruzioni operative esecuzione rilievi per la localizzazionedelle falle nei rivestimenti isolanti. Resoconti di misura e com-pilazione della documentazione relativa.Istruzioni operative e richiami dei controlli efficienza impiantidi protezione catodica (alimentatori, anodi galvanici), impiantidi drenaggio unidirezionale e collegamenti elettrici tra struttu-re estranee. Compilazione dei resoconti di misura. Richiami metodi per la localizzazione di contatti con strutture

metalliche estranee.

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CONTENUTI DEL CORSO

Corrosione dei metalliConcetti sui fenomeni di corrosione e sui principali fattori dicorrosione. Meccanismo elettrochimico della corrosione, con-dizioni di immunità, di attività e di passività. Principali forme dicorrosione localizzata. Caratteristiche potenziale e corrente dei processi anodici ecatodici e potenziale di protezione, parametri di progetta-zione.

Cenni sulle principali metodologie di protezione delle struttu-re (protezione passiva ed attiva).

Tecniche di applicazione e modalitàoperative della protezione attivaEsecuzione di misurazioni per il rilievo dei parametri elettrici diuna struttura (potenziale, corrente) e dell’ambiente (cadute ditensione nel terreno, resistività del terreno).Richiami interferenze elettriche da sistemi di trazione e dastrutture e provvedimenti per limitarle.Metodi per la loro determinazione e prevenzione.

Effetti della corrente alternata sui fenomenidi corrosione e protezione catodicaIllustrazione del fenomeno che regola lo sviluppo di corrosioneda corrente alternata su strutture metalliche interrate protettecatodicamente, sottoposti alle interferenze elettromagnetichedei sistemi eserciti a corrente alternata.Tecniche per la misurazione dei parametri elettrici.

CORSO TECNICHE DI MISURAPER LA PROTEZIONECATODICA

CONTENUTI DEL CORSO

Corrosione dei metalliConcetti sui fenomeni di corrosione e sui principali fattori dicorrosione. Meccanismo elettrochimico della corrosione, con-dizioni di immunità, di attività e di passività. Principali forme dicorrosione localizzata.Caratteristiche potenziale e corrente dei processi anodici ecatodici e potenziale di protezione, parametri di progettazio-ne.Cenni sulle principali metodologie di protezione delle struttu-re (protezione passiva ed attiva).

Normativa nell’ambito della protezione catodicaInformazioni tecniche contenute nelle norme, nei codici, nelle

specifiche e nelle linee guida.Aggiornamento decreti legislativi e norme.Delibere AEEG e linee guida protezione catodica delle reti didistribuzione e trasporto e stoccaggio del gas naturale.

Tecniche di applicazione e modalità operative della pro-tezione attivaEsecuzione di misurazioni per il rilievo dei parametri elettrici diuna struttura (potenziale, corrente) e dell’ambiente (cadute ditensione nel terreno, resistività del terreno).Richiami interferenze elettriche da sistemi di trazione e dastrutture e provvedimenti per limitarle.Metodi per la loro determinazione e prevenzione. Principio difunzionamento degli impianti per il controllo delle correntidisperse (drenaggio unidirezionale e misto), principali caratte-ristiche, regolazioni e modalità d’impiego. Resoconti di misura e relativa documentazione.

Effetti della corrente alternata sui fenomeni di corrosionee protezione catodicaIllustrazione del fenomeno che regola lo sviluppo di corrosioneda corrente alternata su strutture metalliche interrate protettecatodicamente, sottoposti alle interferenze elettromagnetichedei sistemi eserciti a corrente alternata.

CORSO DI AGGIORNAMENTOLIVELLO 1-2UNI EN 15257

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