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Prof. Gianfranco D’Aversa Esperto in Tecnologie della Comunicazione Digitale Responsabile Divisione Formazione DMC Italia

Facebook for Teachers Workshop

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ICT Teacher | Apple Distinguished Educator | Google Certified Teacher | He leads workshops to teachers and media professionals.

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Prof. Gianfranco D’Aversa Esperto in Tecnologie della Comunicazione Digitale

Responsabile Divisione Formazione DMC Italia

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•Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare generica-

mente uno stato di evoluzione di Internet rispetto alla con-

dizione precedente (in particolare del World Wide Web).

Si tende ad indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quel-

le applicazioni online che permettono uno spiccato livello di

interazione sito-utente (blog, forum, chat, siti e piattafor-

me di condivisione foto e video quali Youtube e Flickr, si-

ti e piattaforme di Social Networking quali Wikipedia, Fa-

cebook, Myspace, Twitter oppure servizi e applicazioni

web quali Gmail, Wordpress, ecc.)

Dal Web al Web 2.0

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Dal Web al Web 2.0

Internet nasce a metà degli anni 50’ (dal 1957 i primi pre-

supposti) per connettere più computer insieme e facilitare

la comunicazione tra i diversi nodi della rete. In buona par-

te Internet nasceva da “necessità militari” al fine di ga-

rantire sempre una comunicazione anche in caso di guerra.

Ma in breve tempo si passò allo sviluppo tecnologico per fa-

cilitare l'uso e la diffusione di internet in termini di scambio

di documenti, ma soprattutto di collegamenti tra documenti

diversi.

Nascono così il TCP/IP, l'HTML e l'HTTP.

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Dal Web al Web 2.0

Il TCP/IP è il protocollo alla base di Internet e permette la

comunicazione tra i vari computer.

L'HTML è un linguaggio di programmazione che permette

la creazione di documenti e di collegarli tra di loro. Un do-

cumento HTML è anche detto IPERTESTO. Da un docu-

mento, cliccando su un link, si passa a un altro documento

o ci si muove all'interno dello stesso.

L'HTTP è il protocollo che permette la ricezione dei pac-

chetti TCP/IP e la lettura / codifica del linguaggio HTML.

L'HTTP ci permette di ricevere e leggere l'IPERTESTO cosi

come è stato creato a centinaia di KM di distanza.

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Dal Web al Web 2.0

I protocolli alla base di Internet nel 2011 sono sempre gli

stessi degli anni 50’: TCP/IP e HTTP per la divulgazione e

HTML per la programmazione / formattazione.

Il concetto di base delle relazioni tra contenuti rimane quin-

di ancora l’ipertesto, che permette di dare una struttura ai

documenti ipertestuali.

Quindi, non è il web che è cambiato!

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Dal Web al Web 2.0

E’ cambiato l'accesso al web: col tempo Internet è diventa-

to non solo alla portata di tutti, ma anche accessibile da

qualsiasi luogo. Da casa, ma anche da luoghi specifici

(come università o in ufficio), per strada (wifi) e in versio-

ne mobile (smartphone). Con l'aumentare dell'accesso a

internet, di conseguenza dell'utenza “potenzialmente atti-

va”, sono aumentate anche le necessità e, di conseguenza,

le potenzialità.

I nuovi linguaggi di programmazione, però, si sviluppano

ancora una volta basandosi sui 3 pilastri funzionali di cui si

è parlato prima: TCP/IP, HTTP e HTML.

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Dal Web al Web 2.0

La "grande" svolta avviene grazie a due fattori: i database

e i motori di ricerca.

I database permettono di immagazzinare dati al di fuori

delle singole pagine HTML. I motori di ricerca rendono

migliaia di volte più semplice l'interazione tra documenti e

persone.

Da questi presupposti - e con una velocità quasi senza

precedenti - iniziano a susseguirsi una serie di inven-

zioni e idee che porteranno a ridefinire il web in

Web 2.0.

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Dal Web al Web 2.0

Il Web 2.0 si basa su nuove "tecnologie" di programmazione

(come AJAX, FLASH, ADOBE FLEX) che rendono molto più fa-

cile, veloce e intuitivo per programmatori e utenti:

l'interazione all'interno di un sito/portale/piattaforma

l'interazione tra siti/portali/piattaforme.

E i limiti?

I siti e le piattaforme social soffrono in termini di organizzazione

del contenuto. Una conseguenza diretta è la scarsa indicizzazio-

ne e archiviazione di molti contenuti. Inoltre, le piattaforme so-

cial sono disorganizzate a livello contenutistico, mentre il resto

generalmente è più "accessibile e usabile" (vedi blog, forum,

etc...).

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E’ possibile usare i Social Networks per:

Rendere più efficace la comunicazione didattica ?

Valorizzare le abilità dei singoli alunni ?

Migliorare la collaborazione nell’attività didattica ?

Sfruttare le potenzialità della multimedialità ?

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Come fare per integrarli nella didattica? Condividendo sapere, materiale didattico, opinioni e riflessioni ecc.

Collaborando: docente/studente, studente/studente, gruppi di studenti ecc.

Interagendo e usando la multimedialità come alter-nativa alla lezione classica

Utilizzandoli come punto di accesso alla conoscenza in rete (risorse, relazioni, informazioni, eventi).

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Twitter nella didattica (con soli 140 caratteri!!) Chat di classe e canale comunicativo Avere il senso di ciò che accade nel mondo Tenere traccia di una parola chiave (tag) Seguire un evento Ottenere feedback immediato Seguire un esperto o una persona famosa Prendere appunti pubblici, collettivi Assegnare compiti

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Essere Retwittati significare che qualcuno ha letto quello che ab-biamo scritto nel nostro account Twitter, l’ha trovato interessante ed ha deciso di ‘ripubblicarlo’ nella sua rete di contenuti (attenzione: corrisponde al “condividi” e non al ‘mi piace’ di Fa-cebook).

In questo modo quello che scriveremo si diffonderà velocemente.

Il fatto che i nostri Tweet siano spesso ReTwittati, significa che scriviamo cose interessanti o autorevoli. Ovviamente, molto dipende dai nostri "Followers", ossia la picco-la community che siamo stati capaci di creare/attrarre.

Re-tweet??

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Youtube nella didattica (canale video) Contenuti video preparati dal docente (tutorial) Visione di contenuti di altri, di esperti Documentazione di progetti didattici Esercitazioni Elaborati video degli studenti Ricerca Produzione Creatività

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www.schooltube.com

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www.teachertube.com

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‘linkare’ o ’incorporare’ un filmato?

ESEMPIO DI LINK http://www.youtube.com/watch?v=xWNCHG-xB9o

ESEMPIO DI CODICE <object width="560" height="315"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/xWNCHG-xB9o?version=3&amp;hl=it_IT"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/xWNCHG-xB9o?version=3&amp;hl=it_IT" ty-pe="application/x-shockwave-flash" width="560" height="315" allowscriptac-cess="always" allowfullscreen="true"></embed></object>

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Modificare un filmato. Come si fa a...

INSERIRE L’AUTOPLAY? http://digilander.libero.it/corso_html/blog/autoplay2.htm

SALVARLO SU DISCO? http://keepvid.com/

CAMBIARE IL SUO FORMATO? http://format-factory.softonic.it/

ESTRAPOLARE SOLO L’AUDIO? http://keepvid.com/

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Creare un tutorial.

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Creare una galleria di immagini. http://format-factory.softonic.it/

Link gallery Embed gallery

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Facebook nella didattica (perchè no?) Non è uno strumento di apprendimento ma un luogo do-ve gli studenti possono “anche” apprendere. Contesto d'apprendimento da costruire insieme. Strumento privilegiato di comunicazione fuori dall'aula scolastica. Gruppi ad hoc in cui discutere, approfondire gli argo-menti trattati in classe

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Cosa vuol dire… POSTARE? Significa “pubblicare” qualcosa sulla propria bacheca, di propria ini-ziativa o per commentare post (articoli) di altre persone. LINKARE? Significa creare un “collegamento” ad un contenuto. TAGGARE? Significa “etichettare” qualcuno in una foto. Facebook ti permette di caricare moltissime foto e ti lascia poi “etichettare” ogni persona presente nella stessa foto, affinché gli altri sappiano chi è ognuno dei presenti in questa foto.

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FBML statico

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Mobile OS Social Networks Applications

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Social Reputation

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La social reputation è da intendere come “ciò che tu dici di te stesso, sommato a quello che gli altri dicono di te”. Ma se fino a qualche anno fa, l’identità e la reputazione cambiavano lentamente perchè erano tipi-camente “gestite” dal passaparola, internet ha ora aperto le porte all’ac-cesso istantaneo ai dati e alle informazioni, cambiando le carte in gioco.

Internet ha accelerato e semplificato la scoperta della reputazione di ognuno di noi: basta infatti “googolare” il nome di una persona (o di un’azienda o di un prodotto) per trovare cosa dice di se stessa e cosa gli altri dicono di lei. La reputazione può essere creata e distrutta in giorni o, sempre più di frequente, in poche ore.

Blog, forum e social network sono sempre di più e i contenuti veicolati su

queste piattaforme sociali è ogni giorno maggiore.

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Utilizzando Google Alerts, iscrivetevi a tutte quelle parole che riconduco-no a voi e che volete monitorare. Google Alerts funziona tramite email.

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E-learning Social Networks

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www.edmodo.com