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Copia di cortesia Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale -70% DCB Milano Periodico di cultura enogastronomica e turismo Anno 4 - Numero 24 - Aprile 2013 Speciale “Vinitaly 2013” Questa copia è offerta da Gruppo RENZINI S.p.A.

GUSTARE L'ITALIA 24

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Speciale Vinitaly 2013

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Speciale“Vinitaly 2013”

Questa copia è offerta da

Gruppo RENZINI S.p.A.

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4Gustare l’Italia

6 Vinitaly 2013/1 Vinitaly 2013: export, qualità, sostenibilità, diversità e aggregazione

10 Vinitaly, una storia di successi

Som

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18 I numeri della 47a edizione

24 Tutti a tavola con i sapori scaligeri

SPECIALE “VINITALY 2013”

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Gustare l’Italia5

28 Eccellenze italiane Dante Renzini, cent’anni di buongusto

42 I Musei del vino Non solo vino al Museo della Cantina Albea di Alberobello

46 Enoturismo Il rilancio delle cantine passa per l’enoturismo

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Speciale“Vinitaly 2013”

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48 Novità in cantna Cantina Albea: fucina di grandi vini

60 Vendemmia Vendemmia 2012

64 Libri da mangiare

GUSTARE L’ITALIA - Periodico di cultura enogastronomica e turismo

Anno 4 - Numero 24 - Aprile 2013 - Reg. Trib. di Milano n° 201 del 14/04/2010 - Editore Incaricato: Soltrade Communication S.r.l. - Via Mirabello, 10 - 00195 Roma - Iscrizione ROC (Registro Operatori del-la Comunicazione) 21940 - ISSN code 2279-7998

Direttore Responsabile: Massimo Balletti - Impaginazione: Soltrade Com-munication Divisione Grafica - Concessionaria pubblicità: Soltrade Com-munication S.r.l.- Responsabile Trattamento Dati Personali: Soltrade Commu-nication S.r.l. - L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati

forniti e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o cancellazio-

ne ai sensi dell’art. 7 del D. Lgs 196/2003.

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www.gustarelitalia.it© Riproduzione (anche parziale) vietata - Contatti: Soltrade Communication S.r.l. - Via Mirabello, 10 - 00195 Roma

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Vinitaly 2013,export, qualità,

sostenibilità, diversitàe aggregazione

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Il comparto vitivinicolo italiano, forte dei risultati del 2012, riparte dai suoi cinque asset fondamentali per garantirsi un futuro solido e in continua crescita

Export, qualità, sostenibilità, diversità e ag-gregazione: sono queste le cinque key words, gli asset che hanno garantito al mondo del vino italiano di rappresentare una delle eccezioni positive di fronte alla crisi globale che ancora non vuole smettere di mordere.

Elementi che continueranno a sostenere il Bel Paese in bottiglia anche nel 2013 e, anzi, potranno fornire ulteriori margini di crescita e sviluppo.

Cinque espressioni della vivacità di un com-parto che sarà protagonista a Vinitaly, la rasse-gna internazionale di riferimento del settore, di scena a Verona.

Stabilire una precisa scala gerarchica di que-sti cinque fondamentali elementi forse non è

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Gustare l’Italia7

possibile, ma è inevitabile iniziare dall’export.

Se si guarda agli anda-menti delle esportazioni arri-vano confortanti conferme per i vini tricolore e un qua-dro di riferimento che indica inequivocabilmente che questa strada è ormai senza ritorno e, soprattutto, di grande prospettiva futura.

Una vera e propria solu-zione non solo alla “fatica” del mercato interno, ma an-che alla ricerca di uno svi-luppo del business che, a li-vello del mercato globale, non sembra conoscere crisi.

Il vino italiano, infatti, an-che nel 2012 si conferma come uno dei comparti più affidabili e in salute, almeno da questo punto di vista.

Il valore delle esportazioni delle etichette nazionali rag-giunge i 4,7 miliardi di euro (segnando un nuovo record), in crescita del 7% sul 2011 (dati Istat), a fronte, però, di un calo dei volumi del 9% (intorno ai 21,4 milioni di ettolitri).

Uno scenario decisamente positivo conside-rando la posizione delle nostre etichette nel 2007, cioè prima della crisi, quando l’export va-leva 3,4 miliardi di euro per 18,7 milioni di et-tolitri a volume.

Insomma, per vari motivi, l’Italia del vino ha saputo consolidare e soprattutto rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali, valoriz-zando in modo deciso sia i mercati maturi e fi-delizzati che quelli, soprattutto orientali, dalle grandi prospettive, ma ancora un po’ volatili, marcando in questo senso una differenziazione

fondamentale con le politiche di esportazione francesi, che, a fronte di risultati importanti, re-stano un po’ più a rischio.

Se l’export tira come non mai, il merito va, soprattutto, anche se non sempre questa voce è adeguatamente ricordata, alla qualità.

Ormai il mondo del vino è abituato a conside-rare il livello qualitativo delle etichette italiane ben attestato su livelli più che soddisfacenti e quasi dimentica che questa acquisita sicurezza organolettica è prima di tutto una delle caratte-ristiche più importanti dei vini del Bel Paese.

Si tratta di un risultato che arriva dopo un percorso difficile e al contempo impetuoso, re-

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1967Il 22 e il 23 settembre si svol

8Gustare l’Italia

lativamente lungo (a partire, grosso modo, dalla metà degli anni Ottanta) e irreversibile, che ha visto l’intero comparto compiere passi che, probabilmente, a livello mondiale, nessun Pae-se produttore ha compiuto in così poco tempo e con risultati altrettanto straordinari.

La qualità delle bottiglie italiane, infatti, da quelle cheap ai fine wine, ha raggiunto un livel-lo capace di essere anche un modello per la produzione del resto del mondo.

I fattori che determinano questa qualità sono molteplici, coinvolgono l’intero processo pro-duttivo e sono strettamente interconnessi.

Un caleidoscopio complesso, certo, magari comunicabile con più difficoltà, ma un punto di forza che contribuirà sempre a mantenere la produzione enologica italiana competitiva e piena di appeal, garantendo margini di ulteriori miglioramento.

La voce che forse va più di moda, anche se a ben guardare non si tratta di una tendenza

momentanea ma di un preciso cambio di para-digma produttivo e culturale, è la sostenibilità. Un aspetto di grande importanza, specie per la sensibilità di chi il vino lo consuma, e che i pro-duttori italiani stanno sempre più accrescendo nelle proprie aziende: una “voglia” di attenzione ambientale, di cura nei processi produttivi che sta sempre più interessando il comparto vitivi-nicolo.

C’è poi la sostenibilità sociale, cioè rapporti corretti con le proprie maestranze (no al lavoro nero, niente discriminazioni di sesso o religione, ecc.), ma anche quella economica, realizzabile solo attraverso una progettualità seria e un af-francamento totale o parziale delle realtà produt-tive rispetto alla finanziarizzazione delle imprese.

La sostenibilità economica, peraltro, è neces-saria per mantenere un altro caposaldo del comparto vitivinicolo tricolore: la diversità. L’Ita-lia del vino non è soltanto un numero importan-te di D.O.C e D.O.C.G. (rispettivamente 330 e

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Gustare l’Italia9

73 più 118 I.G.T), ma anche un vero e proprio insieme di territori di straordinaria bellezza e dalle caratteristiche così varie e variabili, tanto da costituire un vero e proprio giacimento a cie-lo aperto di grande fascino per chi viene a visi-tarlo (il fenomeno dell’enoturismo continua a dare buoni risultati, +12% nel 2012 sul 2011, secondo i dati dell’Osservatorio Città del Vi-no/Censis) e, soprattutto, in grado di diversifi-care la proposta enoica italiana.

Un valore aggiunto unico al mondo che con-tinuerà a suscitare curiosità e interesse, ampli-ficando l’appeal delle bottiglie italiane.

La diversità dei territori, però, non è l’unico pa-trimonio esclusivo dell’Italia. C’è anche quello rappresentato dalla straordinaria abbondanza e varietà dei vitigni coltivati su e giù per la penisola.

Un ricchissimo campionario di vitigni di anti-ca coltivazione che raccontano una storia mil-lenaria, sintetizzata in una cultura materiale del fare che non ha eguali al mondo.

Alla fine di questa suggestiva “filiera” che non è solo produttiva, vini di estrema originalità e ancora, in parte, da scoprire e valorizzare.

Da ultimo, ma non per importanza, c’è la sem-pre più crescente tendenza all’aggregazione; non solo grazie all’attività sempre più puntuale dei Consorzi di tutela, forniti di nuovi strumenti dalla legge 61/2010, ma anche quella che ri-guarda direttamente le aziende produttrici.

Si va dalla semplice unione di varie aziende attorno ad un unico manager incaricato di rag-giungere i mercati più lontani, per snellire logi-stica e costi, ma anche per portare in giro per il mondo un’offerta il più possibile capace di re-stituire la varietà delle etichette italiane, alle ve-re e proprie fusioni aziendali, anche di realtà im-portanti, per ottenere una massa critica maggiore e consolidare all’estero le posizioni conquistate, favorendo le aziende più piccole, a loro volta trainate dalla capacità commerciale delle realtà più grandi.

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Vinitaly,una storia di successi

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Vinitaly è la manifestazione che più d’ogni altra ha scandito l’evoluzione del sistema viti-vinicolo nazionale ed internazionale, contri-buendo a fare del vino una delle più coinvol-genti e dinamiche realtà del settore primario.

Ripercorriamone insieme le tappe principali.

1967Il 22 e il 23 settembre si svolgono nel palaz-

zo della Gran Guardia le Giornate del Vino Italiano. È l’atto di nascita ufficiale di Vinitaly.

1969Nella terza edizione delle Giornate del Vino Italiano, accanto all’attività convegnistica, 130 case vinicole espongono i loro prodotti.

1971La manifestazione diventa Vinitaly - Salone

delle Attività Vitivinicole, una vera e propria rassegna mercantile.

Organizzata da Agriturist e guidata da Ma-rio Soldati, si svolge l’asta dei vini pregiati.

Al Vinitaly si affianca anche una sezione merceologica dedicata a macchine, attrezza-ture e prodotti per l’enologia e la prima edizio-ne della Mostra Catalogo di Vini D.O.C.

1978Vinitaly ottiene la qualifica di «internaziona-

le» ed apre le porte alla partecipazione di aziende estere.

1980La manifestazione cambia data e d’ora in

poi si svolgerà nel mese di aprile.Vinit

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2013

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1987All’interno di Vinitaly nasce il primo Salone

dell’Oliva.

1988Il Salone dell’Oliva diventa SOL. Nasce an-

che Distilla, il Salone della Grappa, del Bran-dy e dei Distillati.

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1992Nasce il Concorso Enologico Internaziona-

le che, giunto alla 18ª edizione, è divenuto il più selettivo e partecipato al mondo con una media di 90 medaglie assegnate su oltre 3.600 vini da circa 30 Paesi.

1995Vinitaly assorbe Distilla ed assume la deno-

minazione Vinitaly - Salone Internazionale del Vino e dei Distillati.

1996Nasce l’International Packaging Competi-

tion, per premiare il miglior abbigliaggio del vino.

1998L’internazionalità di Vinitaly è confermata e

rilanciata dalla scelta di Veronafiere, nel cente-nario di attività, di andare in Cina, a Shanghai, con China Wine, un’esperienza positiva che si ripeterà gli anni seguenti.

Il settore delle attrezzature dedicate al vino e all’olio diviene una rassegna ad hoc, Enoli-

tech, il Salone delle Tecniche per la Viticoltu-ra, l’Enologia le Tecnologie Olivicole ed Ole-arie.

2002Veronafiere porta Vino&Olio a Singapore.

2003La rassegna “conquista” anche l’America

con Vinitaly US Tour a Chicago e San Franci-sco, e partecipa ad IFOWS, l’Italian Food and Wine Show di Mumbay, in India.

Nasce Vinitaly for You, il dopo-Vinitaly dedi-cato ai wine lover, che trovano nel Palazzo della Gran Guardia, nel cuore storico di Vero-na, un ambiente giovane ed accogliente per-degustare i migliori vini.

2004Il marchio Vinitaly viene speso direttamente,

per la prima volta, dopo sei anni di presenza, in Cina e, novità assoluta, in Russia.

Prosegue il Vinitaly US Tour con Miami e San Francisco.

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12Gustare l’Italia

2005È potenziata la fase di internazionalizzazione

del marchio a servizio del sistema vinicolo na-zionale.

Nuove «manovre» in India con Ifows per pre-parare il terreno alla prima edizione vera e pro-pria di Vinitaly India.

In maggio ha luogo la seconda edizione di Vi-nitaly Russia e in ottobre si svolge il tour negli

Usa (Boston, Chicago, Los Angeles); Novem-bre, come da consolidata tradizione, vede a Shanghai la 7ª edizione di Vinitaly China.

Nel corso della fiera madre a Verona, in apri-le, vengono lanciate nuove iniziative che coniu-gano vino e ristorazione internazionale con «I Viaggi di Gulliver» e «Wine & Food Pairing», danno spazio agli emergenti con «Trendy Oggi e Big domani» e promuovono gli incontri con i buyer e il canale HO.RE.CA.

2006Vinitaly raggiunge la piena maturità, i qua-

rant’anni. Presenta due nuovi padiglioni esposi-tivi (10 e 11) e amplia la presenza sui mercati esteri grazie a Vinitaly Japan, in novembre a Tokyo, alla prima edizione con il marchio Vini-taly in India, a Mumbay e New Delhi, alla terza in Russia con la novità di San Pietroburgo in-sieme alla consolidata Mosca, a Vinitaly US Tour (a Chicago, Los Angeles e Las Vegas) e a Vinitaly China a Shanghai (Cina).

Il Concorso Internazionale di Packaging apre ai liquori e distillati ottenuti da frutta diver-sa dall’uva; nel 2005 aveva accolto i distillati provenienti dai prodotti vitivinicoli.

2007Dopo il matching on-line sul sito www.vini-

taly.com sperimentato con successo negli anni

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Gustare l’Italia13

precedenti, Vinitaly lancia «Taste Italy», una nuo-va iniziativa di incontro tra domanda e offerta.

Qui le migliori aziende italiane presentano agli operatori esteri, attraverso un innovativo siste-ma di dispenser, il «top product» e il «new pro-duct» dell’anno.

Novità anche per il Concorso Enologico In-ternazionale, grazie a un accordo tra Veronafie-re e l’esclusiva catena distributiva giapponese di fine food Isetan, che nell’ottobre 2007 per-mette la realizzazione di un corner di vendita dei vini vincitori negli store Isetan di Tokyo.

Un accordo con Spazio Italia, inoltre, dà all’azienda vincitrice della sezione Italia del Concorso 15 giorni di promozione all’interno dell’area gestita da Air Dolomiti/Lufthansa nel-la zona partenze per l’Italia dell’Aeroporto in-ternazionale di Monaco.

Vinitaly 2007 vede la nascita di Genius Vini, un sistema integrato a servizio delle aziende, frutto del consorzio tra Veronafiere, Federvini e Uiv. Tra gli obiettivi, individuare nuovi mercati di sbocco e la promozione del prodotto italiano.

Il 2007 si conclude con il riconoscimento da parte dell’Ue della qualità, dell’innovazione e dell’organizzazione raggiunte da Veronafiere con le sue iniziative internazionali in ambito enologico: Bruxelles approva un progetto co-munitario (2008-2010) cofinanziato da Italia e Unione Italiana Vini di circa 4 mil. di euro per la promozione dei vini europei di qualità in Cina, India e Russia, con Veronafiere ente attuatore del progetto.

2008Viene lanciato «Passionate Business», che

rappresenta la sintesi della filosofia operativa di Veronafiere: passione per il vino e concretezza degli affari.

Vinitaly World Tour festeggia i 10 anni ripar-tendo dall’India a gennaio. A febbraio è la volta di Vinitaly US Tour, che viene sdoppiata per una prima trasferta a Miami e a Palm Beach.

In giugno nuova tappa in Russia, mentre a ottobre Vinitaly è di nuovo negli Usa a Chica-go, a New York e per la prima volta nella capi-

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14Gustare l’Italia

tale Washington: il calendario all’estero si com-pleta in novembre con il Giappone (dove viene confermato fino al 2010 l’accordo di promozio-ne tra Veronafiere e Isetan) e la Cina, con le tre tappe di Pechino, Shanghai e per la prima vol-ta Macao.

2009In occasione di Vinitaly 2009 viene inaugura-

to il nuovo Padiglione 1, che porta la superficie lorda coperta del quartiere fieristico a 150 mila metri quadrati.

Perseguendo una politica di sviluppo rispet-tosa dell’ambiente, Veronafiere ha dotato il nuovo padiglione di 2.000 metri quadrati di pannelli solari, in grado di produrre la corrente elettrica annuale necessaria all’approvvigiona-mento di 33 appartamenti.

Dopo la positiva esperienza del 2008 di Agri-food Club, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità, viene deciso il definitivo ampliamento dell’offerta merceologica a favore degli opera-tori esteri interessati, oltre che al vino con Vini-taly e all’olio extravergine di oliva con Sol, a tut-to il made in Italy agroalimentare.

Agli espositori di Enolitech viene fornito gra-tuitamente un servizio anticontraffazione per la tutela della proprietà industriale ed intellettuale dei prodotti esposti per fronteggiare la presen-

za di operatori del settore che espongono “prodotti contraffatti” o esercitano “concorrenza sleale”.

A novembre, prima volta di Vinitaly World Tour a Seul in Corea.

2010Servizi evoluti alle impre-

se, marketing diretto via web per aumentare il nu-mero di operatori specializ-zati provenienti dall’estero e per fidelizzare quelli che già sono stati a Vinitaly sono il filo conduttore della 44a

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Gustare l’Italia15

edizione di Vinitaly, che riceve per la prima vol-ta nella sua storia la visita ufficiale del Presiden-te della Repubblica Giorgio Napolitano.

Novità sono state introdotte anche per ren-dere più assistita la permanenza dei visitatori alla manifestazione, con servizi via palmare o blackberry e nel nuovo spazio My Vinitaly sul sito di manifestazione. Inaugurata una piatta-forma online dedicata ai giornalisti, dove trova-re in modo organizzato comunicati, immagini, video, interviste, approfondimenti, ricerche di mercato, così da avere a portata di click tutto il Vinitaly.

Il Concorso Enologico Internazionale intro-duce, oltre ai Premi Speciali “Vinitaly Nazione 2010” e “Gran Vinitaly 2010”, il Premio Spe-ciale “Vinitaly Regione 2010”.

I vini vincitori di medaglia potranno segnalare sulle bottiglie la dicitura “Concorso Enologico Internazionale 2010”: il riconoscimento della qualità raggiunta diventa così strumento di marketing spendibile in tutto il mondo.

Singapore si aggiunge alle tappe di Vinitaly World Tour, che cambia format per diventare Vinitaly in the World, dopo l’accordo tra il Mi-

nistero delle Politiche Agricole e Veronafiere, che prevede la possibilità per consorzi, asso-ciazioni e singole aziende vitivinicole di inserire nei progetti nazionali e regionali di promozione all’estero, in parte finanziati dalla nuova Ocm vino, anche la partecipazione a tappe del Vini-taly nei Paesi terzi.

Viene lanciato il sito dedicato www.vini-talytour.com

2011Vinitaly protagonista delle celebrazioni del

150° anniversario dell’Unità d’Italia con “La Bottiglia dell’Unità d’Italia”.

Il progetto, lanciato da Veronafiere nel corso dell’edizione 2010 durante la storica visita del Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, è l’unica ad avere ottenuto nel set-tore di riferimento il logo ufficiale delle celebra-zioni.

Da un blend di 20 vini in purezza rossi e da 20 in purezza bianchi, rappresentativi di una varie-tà di ognuna delle 20 regioni italiane, sono stati creati due vini che, dopo essere stati offerti al Presidente della Repubblica Napolitano, ver-

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16Gustare l’Italia

ranno donati alle massime autorità internazio-nali.

Al 45° Vinitaly di scena “Sparkling Italy”, de-

gustazione dei vini frizzanti prodotti con metodo

classico e charmat dedicata a buyer esteri, gior-

nalisti e operatori preregistrati e presentati dai

consorzi di tutela.

Innovativo il sistema di presentazione e degu-

stazione, che si avvale di sommelier e di supporti

informatici.

2012Vinitaly si rinnova e riduce i giorni di apertura

da 5 a 4; cambia anche la cadenza settimanale,

che passa dal tradizionale giovedì-lunedì a dome-

nica-mercoledì.

Una decisione che mirava ad ottimizzare la pre-

senza di trader specializzati in arrivo da tutto il

mondo e a dare più spazio agli operatori del cana-

le HO.RE.CA.Il risultato è stato ottenuto, con oltre 140mila

visitatori dei quali il 35% esteri provenienti da 116

Paesi e quasi 95mila metri quadri di superficie

netta occupata nel 2012 (dati certificati FKM) e

una migliore profilazione su livelli di maggiore pro-

fessionalità e internazionalità degli operatori pre-

senti.

Al 46° Vinitaly, prima volta dei vini da agricoltu-

ra biologica e biodinamica, con il nuovo salone Vi-ViT - Vigne, Vignaioli, Terroir.

Nuovo calendario anche per il Concorso Eno-logico Internazionale e per il Concorso Inter-nazionale Packaging, che vengono spostati da

marzo a novembre per potenziare e valorizzare gli

strumenti di promozione e marketing al servizio

delle aziende vincitrici, che avranno più tempo per

usufruirne in vista della successiva edizione di Vi-nitaly.

2013Vinitaly in the World, il progetto avviato da Ve-

ronafiere per promuovere l’eccellenza dei vini ita-

liani nel mondo, riparte a fine gennaio dagli Stati Uniti con un nuovo nome: Vinitaly International.

Un rebranding per confermare ulteriormente il

ruolo della manifestazione come ambasciatore e

partner per lo sviluppo del business nazionale in

tutto il mondo, attraverso l’attivazione di una rete

di solide relazioni istituzionali e commerciali.

Nasce Vinitaly Wine Club: la più innovativa

piattaforma di promozione e vendita online delle

migliori etichette italiane e di selezionate collezioni

di vino apprezzate da collezionisti e estimatori ma

ancora inesplorate dal grande pubblico.

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18Gustare l’Italia

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Vinitaly si riconferma il più importante salone dedicato al vino e ai distillati che segue e accompagna la crescita del sistema vitivinicolo ed enologico promuovendo la cultura del vino nel mondo. Perché questo è: “The world we love”.

47° EDIZIONEVinitaly

doVe

Verona - Veronafiereviale del Lavoro, 8

QUAndo

domenica 7, lunedì 8, martedì 9, mercoledì 10 aprile 2013

oRARio

dalle 9.30 alle 18.30

dA doMeniCA 7 A MeRCoLedÌ 10APRiLe 2013

inGReSSo

Vinitaly è aperto esclusivamente ad operatori specializzati, maggiorenni: non è permesso l’ingresso ai minori di 18 anni, anche se accompagnati. Registrazione obbligatoria.

TiCKeT onLine

Su vinitaly.com biglietto d’ingresso a tariffa promozionale

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Gustare l’Italia19

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Africa 0,58 %

Asia dell’est 9,05 %

Australia e Oceania 1,36 %

Europa 50,01 %

Medio Oriente e Asia centrale 0,70 %

Nord America 20,42 %

Resto dell’Europa 15,13 %

Sud e Centro America 2,76 %

I NUMERI DIVinitaly

PRoVenienzA ViSiTAToRiInternazionali

94.862 MQ di SUPeRFiCie neTTA UTiLizzATA.

4.255 eSPoSiToRi, 128 eSTeRi.

140.655 ViSiTAToRi, 48.544 eSTeRi.

2.496 GioRnALiSTi, 275 eSTeRi.

ConTATTi PeR eSPoRRe

Margherita MaimeriTel. +39 045 [email protected]

Pilar Balestreri Tel. +39 045 [email protected]

Help deskTel. +39 045 [email protected]

PRoVenienzA ViSiTAToRiUnione Europea

Austria 6,31 %

Belgio 6,13 %

Bulgaria 1,28 %

Cipro 0,28 %

Danimarca 5,34 %

Estonia 0,67 %

Finlandia 1,74 %

Francia 5,76 %

Germania 31,22 %

Grecia 0,77 %

Irlanda 1,22 %

Lettonia 0,53 %

Lituania 0,51 %

Lussemburgo 0,70 %

Malta 0,69 %

Paesi Bassi 6,23 %

Polonia 1,77 %

Portogallo 0,39 %

Regno Unito 10,85 %

Repubblica Ceca 3,12 %

Romania 0,75 %

Slovacchia 0,76 %

Slovenia 1,04 %

Spagna 1,48 %

Svezia 5,43 %

Ungheria 5,03 %

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Africa 0,58 %

Asia dell’est 9,05 %

Australia e Oceania 1,36 %

Europa 50,01 %

Medio Oriente e Asia centrale 0,70 %

Nord America 20,42 %

Resto dell’Europa 15,13 %

Sud e Centro America 2,76 %

I NUMERI DIVinitaly

PRoVenienzA ViSiTAToRiInternazionali

94.862 MQ di SUPeRFiCie neTTA UTiLizzATA.

4.255 eSPoSiToRi, 128 eSTeRi.

140.655 ViSiTAToRi, 48.544 eSTeRi.

2.496 GioRnALiSTi, 275 eSTeRi.

ConTATTi PeR eSPoRRe

Margherita MaimeriTel. +39 045 [email protected]

Pilar Balestreri Tel. +39 045 [email protected]

Help deskTel. +39 045 [email protected]

PRoVenienzA ViSiTAToRiUnione Europea

Austria 6,31 %

Belgio 6,13 %

Bulgaria 1,28 %

Cipro 0,28 %

Danimarca 5,34 %

Estonia 0,67 %

Finlandia 1,74 %

Francia 5,76 %

Germania 31,22 %

Grecia 0,77 %

Irlanda 1,22 %

Lettonia 0,53 %

Lituania 0,51 %

Lussemburgo 0,70 %

Malta 0,69 %

Paesi Bassi 6,23 %

Polonia 1,77 %

Portogallo 0,39 %

Regno Unito 10,85 %

Repubblica Ceca 3,12 %

Romania 0,75 %

Slovacchia 0,76 %

Slovenia 1,04 %

Spagna 1,48 %

Svezia 5,43 %

Ungheria 5,03 %

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MOLTIPLICATORE DIBusiness

01 02 03 04 05 06 07 08

01 BUYeRS CLUB onLine

Vinitaly ha creato un’area web riservata per mettere in contatto le aziende con i maggiori buyer italiani ed esteri. Il matching online permette ad espositori ed operatori di incrociare domanda ed offerta già prima della manifestazione, predisponendo così le agende degli incontri b2b che si svolgeranno nei 4 giorni della rassegna.

02 BUYeRS CLUB Gdo

Temporary offices allestiti da Vinitaly dove i buyers delle principali catene della GDO presenti in Italia incontrano le aziende produttrici che hanno suscitato il loro interesse: una grande opportunità per i produttori, un’occasione in più per il consumatore finale di trovare prodotti nuovi e di qualità sullo scaffale, al miglior rapporto qualità/prezzo.

03 WoRKShoP

I delegati di Veronafiere nel mondo selezionano ogni anno buyer provenienti dai Paesi di maggior interesse per il settore vino. Nell’edizione 2012, hanno incontrato gli espositori sia in aree a loro appositamente dedicate che presso gli stand con agende predefinite, buyer provenienti da Svizzera, Gran Bretagna, Austria, Germania, Portogallo, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Singapore, Tailandia, Vietnam, Malesia, Indonesia, Korea, Taiwan, Hong Kong, Israele, India, Stati Uniti, Canada, Russia, Lituania e dall’area Balcani.

04 ViViT ViGne, ViGnAioLi, TeRRoiR

Con Vivit si apre uno spazio d’incontro tra operatori del settore e viticoltori biologici e biodinamici. Nell’edizione 2012 hanno partecipato 127 produttori provenienti da Italia, Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Vivit è un’area espositiva ma soprattutto un modo di produrre e di intendere il rapporto con la natura ed il mercato.

ConTATTi

per i workshop

Monica MagnaguagnoTel. +39 045 [email protected]

ConTATTi

per i convegni

Martina Valea Tel. +39 045 [email protected]

ConTATTi

per le degustazioni

Antonio Terrell Tel. +39 045 [email protected]

05 TASTe iTALY

Evento-degustazione all’interno di Vinitaly che promuove la produzione enologica nazionale: una varietà e un’identità territoriale uniche al mondo. Taste Italy è un punto di contatto privilegiato tra il prodotto made in Italy e i buyer provenienti da più di cento Paesi.

06 GRAPPA & C. TASTinG

Il banco d’assaggio dedicato agli spirits in ogni loro accezione: grappe, amari e liquori. Il Grappa & C. Tasting, che nell’ultima edizione di Vinitaly ha registrato 5.500 assaggi, ogni anno fornisce le tendenze sensoriali nel settore degli spirits.

07 diReCT MARKeTinG

Vinitaly è costantemente impegnato nella ricerca di opportunità di business per le aziende espositrici. Numerose azioni di direct marketing con gli operatori italiani ed esteri, accordi di promozione con le principali testate internazionali e con le associazioni di categoria coinvolte nel mondo del vino rendono la partecipazione a Vinitaly sempre più un vantaggio competitivo.

08 deGUSTAzioni GUidATe, STUdi & RiCeRChe:l’osservatorio di Vinitaly

Oltre al business, durante i quattro giorni di rassegna si fa anche cultura del vino attraverso degustazioni guidate, convegni e seminari che presentano ricerche ed analisi sul prodotto, le norme ed il consumo di vino nel mercato interno ed estero. Le ricerche presentate durante la manifestazione sono consultabili sul sito di Vinitaly alla sezione “Studi & Ricerche”.

Page 22: GUSTARE L'ITALIA  24

22Gustare l’Italia

76

MOLTIPLICATORE DIBusiness

01 02 03 04 05 06 07 08

01 BUYeRS CLUB onLine

Vinitaly ha creato un’area web riservata per mettere in contatto le aziende con i maggiori buyer italiani ed esteri. Il matching online permette ad espositori ed operatori di incrociare domanda ed offerta già prima della manifestazione, predisponendo così le agende degli incontri b2b che si svolgeranno nei 4 giorni della rassegna.

02 BUYeRS CLUB Gdo

Temporary offices allestiti da Vinitaly dove i buyers delle principali catene della GDO presenti in Italia incontrano le aziende produttrici che hanno suscitato il loro interesse: una grande opportunità per i produttori, un’occasione in più per il consumatore finale di trovare prodotti nuovi e di qualità sullo scaffale, al miglior rapporto qualità/prezzo.

03 WoRKShoP

I delegati di Veronafiere nel mondo selezionano ogni anno buyer provenienti dai Paesi di maggior interesse per il settore vino. Nell’edizione 2012, hanno incontrato gli espositori sia in aree a loro appositamente dedicate che presso gli stand con agende predefinite, buyer provenienti da Svizzera, Gran Bretagna, Austria, Germania, Portogallo, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Singapore, Tailandia, Vietnam, Malesia, Indonesia, Korea, Taiwan, Hong Kong, Israele, India, Stati Uniti, Canada, Russia, Lituania e dall’area Balcani.

04 ViViT ViGne, ViGnAioLi, TeRRoiR

Con Vivit si apre uno spazio d’incontro tra operatori del settore e viticoltori biologici e biodinamici. Nell’edizione 2012 hanno partecipato 127 produttori provenienti da Italia, Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Vivit è un’area espositiva ma soprattutto un modo di produrre e di intendere il rapporto con la natura ed il mercato.

ConTATTi

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Monica MagnaguagnoTel. +39 045 [email protected]

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per i convegni

Martina Valea Tel. +39 045 [email protected]

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per le degustazioni

Antonio Terrell Tel. +39 045 [email protected]

05 TASTe iTALY

Evento-degustazione all’interno di Vinitaly che promuove la produzione enologica nazionale: una varietà e un’identità territoriale uniche al mondo. Taste Italy è un punto di contatto privilegiato tra il prodotto made in Italy e i buyer provenienti da più di cento Paesi.

06 GRAPPA & C. TASTinG

Il banco d’assaggio dedicato agli spirits in ogni loro accezione: grappe, amari e liquori. Il Grappa & C. Tasting, che nell’ultima edizione di Vinitaly ha registrato 5.500 assaggi, ogni anno fornisce le tendenze sensoriali nel settore degli spirits.

07 diReCT MARKeTinG

Vinitaly è costantemente impegnato nella ricerca di opportunità di business per le aziende espositrici. Numerose azioni di direct marketing con gli operatori italiani ed esteri, accordi di promozione con le principali testate internazionali e con le associazioni di categoria coinvolte nel mondo del vino rendono la partecipazione a Vinitaly sempre più un vantaggio competitivo.

08 deGUSTAzioni GUidATe, STUdi & RiCeRChe:l’osservatorio di Vinitaly

Oltre al business, durante i quattro giorni di rassegna si fa anche cultura del vino attraverso degustazioni guidate, convegni e seminari che presentano ricerche ed analisi sul prodotto, le norme ed il consumo di vino nel mercato interno ed estero. Le ricerche presentate durante la manifestazione sono consultabili sul sito di Vinitaly alla sezione “Studi & Ricerche”.

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PALAZZOUFFICI

Centroservizidei Signori

Centroservizi “Bra”

Centroservizi Arena Centroservizi“delle Erbe”

Centroservizi“Castelvecchio”

FRIULIVENEZIA GIULIA

ALTO ADIGE

BASILICATACALABRIA

MOLISESARDEGNA

UMBRIAVENETO

MARCHE

ENOLITECH

VENETOTRENTINO

SICILIAVENETO

CAMPANIA

LOMBARDIA

TOSCANA

SOL&AGRIFOODPALAEXPO

TOSCANA

PIEMONTE

ABRUZZOVALLE D’AOSTA

LIGURIA

PUGLIA

LAZIO EMILIAROMAGNA

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B

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7B

F

NEW POSITIONNEW

- Centrocongressi / Congress Centre Arena- Sale / Rooms: Bellini, Puccini, Rossini

- Coffee Experience- Grappa Tasting/Narratori del Gusto- Ristorante Goloso- Sala / Room Mantegna- Workshop FIPE- International Meeting Point

- Sale degustazioni Pad. 8-9 Tasting Rooms Hall 8-9: A, B, C, D

- Area Stampa Tecnica / Wine Press Hall

- Desk Convegni

- Ristorante d’ Autore- Sale Degustazioni Palaexpo / Tasting Rooms Palaexpo: Iris, Tulipano, Orchidea- Centrocongressi / Congress Centre Europa- Sale / Rooms: Salieri, Vivaldi, Mozart, Auditorium Verdi

- Area Stampa Tecnica / Wine Press Hall- Sala Stampa / Press Center

- Taste Italy by Doctor Wine- Self Service d’ Autore

NEW POSITION

- Trendy Oggi Big Domani

- Sala degustazione / Tasting Room Argento- Vip Lounge - Area Blogger

ENTRANCE A2

ENTRANCE A1

vigne, vignaioli, terroirvineyards, wine-makers, terroir

-

F1

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D

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A2 A1

INGRESSO / ENTRANCE“SAN ZENO”

INGRESSO / ENTRANCE“CANGRANDE”

INGRESSO / ENTRANCE“RE TEODORICO”

INGRESSO / ENTRANCE“GIULIETTA E ROMEO”

Mappa del quartiere Vinitaly 2013

Servizi Vinitaly Servizi Veronafiere

- Infopoint- Sate: Servizio Assistenza Tecnica Espositori- Vendita Catalogo e Guida Sale Catalogue and Guide

EdicolaNewsagent

Toilette

Self Service

RistoranteRestaurant

Self Service

RistoranteRestaurant

DegustazioniTastings

TelefoniTelephones

Pronto SoccorsoFirst Aid

Fermata navettaShuttle stop

Sala StampaPress Centre Deposito bagagli

Left luggage

Bancomat

Vip Lounge

Cittadella della GastronomiaCitadel of Gastronomy

Bar

Check-in onlineCentro CongressiCongress Centre

Polizia di StatoPolice

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Tutti a tavolacon i sapori scaligeri

24Gustare l’Italia

in c

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La tradizione veronese della buona cucina è ricca e gloriosa; sin dai tempi dell’antica Ro-ma le nobili famiglie di Verona avevano rag-giunto gloriosa fama per lo splendore dell’ ospi-talità conviviale per i pranzi che offriva durante i suoi lussuosi ricevimenti. E la tradizione è con-tinuata nei secoli.

Il territorio di Verona, con la sua tradizione agricola, è ricchissimo di prodotti tipici, freschi o lavorati, che negli ultimi anni hanno ricevuto sempre maggiori apprezzamenti con certifica-zioni di tipicità e tutela.

Le tavole della cucina di Verona e della sua provincia sono ricche di piatti a base di Riso Vialone Nano I.G.P, da gustare in ottimi e gu-

stosi risotti a base, per esempio, del tradiziona-le Radicchio Rosso D.O.P.

Non dimentichiamo infatti, che Verona e il suo territorio sono zone tra le maggiori produttrici di vino di elevata qualità.

I prodotti tipici di Verona sono tutelati e valo-rizzati nella qualità della produzione agricola e alimentare, grazie alla certificazione dei Marchi D.O.P., D.O.C., D.O.C.G. e I.G.T e alla presen-za di diversi consorzi di tutela.

La Lessinia regala, invece, ottimi salumi, co-me la sopressa (un “salame” realizzato con im-pastando carni suine aromatizzate con aglio, vino, sale e pepe), senza scordarsi poi degli ot-timi latticini e formaggi.

Piatti tipici della cucina veronese sono il bol-lito con la pearà, carne di manzo accompagna-ta da una salsa a base di pane grattugiato, for-maggio, midollo, brodo e pepe nero.

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Gustare l’Italia25

Gli gnocchi, uno squisito impasto fatto con patate, farina bianca ed uova, da gustare con sugo di pomodoro o con zucchero e cannella.

La pasta e fasoi, piatto robusto e massiccio, quasi muscoloso, ruvidamente plebeo escogi-tato dalla fantasia dei poveri, sempre insupera-bile nell’arte di mangiar bene.

Vi è poi la polenta, il nutrimento tipico dei contadini poveri della Pianura Padana, che viene preparato con farina di granoturco cotta in acqua salata.

Per gustarla “alla veronese” bisogna man-giarla condita con fagioli ben cotti (polenta in-fasolà) o in accompagnamento alla cacciagio-ne (polenta e osei).

Non bisogna poi dimenticare il pesce del vi-cino Lago di Garda, l’ olio extravergine d’oli-va, gli ortaggi, (primi tra tutti, il già citato radic-chio, gli asparagi bianchi, il cavolo di Verona e le patate da gnocchi).

Per i più golosi la cucina veronese offre un’ ampia scelta di delicate e prelibate specialità:

rica insegna e le riproduzioni di pandori che or-nano la facciata). Vi è poi il tradizionale “nadalin”, un dolce natalizio della tradizione veronese a forma di stella a cinque punte, che a differenza del pandoro rimane un prodotto esclusivamente veronese che si trova solo in al-cune pasticcerie della provincia e della città.

E, dulcis in fundo, i vini: vari e tutti di ottima qualità. Verona è la prima provincia d’Italia per produzione di vini Doc.: dei 22 vini D.O.C. pro-dotti nel Veneto, ben 10 provengono dalle col-line veronesi, mentre entrambi i vini D.O.C.G a denominazione di origine controllata e garantita (Bardolino Classico D.O.C.G e Recioto di So-ave D.O.C.G.) sono prodotti a Verona.

Tutti i vini di Verona, Valpolicella, Soave, Cu-stoza, Bardolino, Lugana, per citare i più fa-mosi, possono vantare un’antica e illustre tradi-zione di qualità e genuinità.

primo tra tutti il “pandoro”, realizzato nel 1894 da Domenico Melegatti nel suo laboratorio di corso Porta Borsari (sull’edificio, situato al nu-mero 21 della via, sono ancor oggi visibili la sto-

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L’unità d’Italiaè stata costruitaanche a tavolaed è molto ben

rappresentatadai nostri

prodotti tipici:auspichiamo

una filieraagroalimentare

tutta italiana.

P e r i o d i c o d i c u l t u r a e n o g a s t r o n o m i c a e t u r i s m o

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28

della

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azio

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Il capostipite fu il nonno Dante, poi venne il figlio Attilio ed oggi è Dante, nipote del primo, che oggi con la moglie Tina e i figli Franco e Fe-derico, discendenti di questa dinastia di norcini umbri, gestisce la Renzini S.p.A., azienda leader nella salumeria tipica umbra apprezzata non so-lo in Italia, ma sui mercati di tutto il mondo.

Da “norcini” a domicilio,all’apertura della bottega

L’Italia era giunta alle soglie della Grande Guerra ed anche nei luo-ghi più lontani dai centri di potere si avvertiva un certo fermento po-litico, quando a Montecastelli di Umbertide, nell’Alta Valle del Te-vere, un piccolo proprietario terrie-ro ed allevatore di suini, Dante Renzini, decise di metter su botte-ga, nonostante l’aria che si respi-rava non fosse una delle più propi-zie per intraprendere nuove attività.

In questa decisione presa in un momento così poco propizio - al-cuni giorni prima gli operai sociali-sti, durante il mercato e contro il caro prezzi se l’erano presa con le povere contadine che portavano a vendere i loro prodotti ad Umber-tide - si ebbe un sentore di quello che sarebbe stato lo spirito che avrebbe animato la dinastia im-prenditoriale dei Renzini.

Per nulla preoccupato dai rischi che poteva correre e consapevole Ecce

llenz

e ita

liane

Dante Renzini,cent’anni di buongusto

del fatto che bisognava comunque adeguarsi ai tempi, Dante Renzini, dal quale il fondatorea della Renzini Spa, ha ereditato il nome e sicu-ramente anche lo spirito, aprì dunque la piccola bottega di paese con annesso laboratorio di macelleria, tra le quattro case del borgo umbro di Montecastelli.

Pochi abitanti e di scarsi mezzi, visto che gran parte della clientela era costituita da contadini

Gustare l’Italia

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29 Gustare l’Italia

che, in una condizione di reale autarchia e sfrut-tando le misere risorse della loro attività, si re-cavano in paese solo per acquistare il sale o il caglio per preparare il formaggio e, in caso di malaria, il chinino che veniva distribuito in bot-tega assieme ai generi di monopolio.

Il paese era reso importante solo dal fatto che lì accanto scorreva il Tevere, una ferrovia a scartamento ridotto ed una strada sterrata che, molto più tardi e secondo avveniristici progetti di unire Berlino e Roma, doveva essere chia-mata la “Strada dell’Asse”.

Il progetto non giunse a compimento, ma la strada servì comunque a congiungere l’Um-bria, con il Lazio, la Toscana e le Marche e le altre regioni vicine,

La tranquilla attività di bottegaio lasciava quindi il tempo a Dante di dedicarsi ai lavori che aveva sempre fatto e cioè continuare a col-tivare il piccolo appezzamento di terreno di pro-prietà della famiglia e ad allevare i suini che avrebbe poi trasformato in salumi e porchette per venderli ai clienti di passaggio.

Non solo, ma da persona instancabile quale era, e anche questo fa parte del DNA familiare dei Renzini, lasciava spesso la gestione del ne-gozio alla moglie Gislena Medici per praticare la sua attività di norcino presso i contadini ed i proprietari della zona.

Era infatti consuetudi-ne che nei mesi più

freddi si proce-desse alle operaz ion i della “acu-midatura del maiale” per mettere da

parte quel provvido patri-

monio alimentare costituito dalle preli-

batezze ricavate dal più generoso degli animali da carne.

La fama delle capacità di Dante si estese tan-to ed in così in breve tempo da convincerlo ad allargare l’attività di norcineria della bottega, pur mantenendo ovviamente quella di rivendita di generi alimentari e di Sali e Tabacchi e ad in-crementare quella della osteria annessa, visto che i viaggiatori di passaggio non disdegnava-no di bere un buon bicchiere di vino dopo un panino con il prosciutto o con la porchetta.

Con il passare degli anni e nonostante le vicis-situdini politiche le cui notizie erano argomento di discussione tra la gente del paese, ancora lontana dal pensare ad un’altra guerra, si svi-luppò l’attività della bottega la cui responsabili-tà era ora suddivisa con il figlio Attilio, che ave-va appreso tutti i segreti della difficile arte del norcino e che si apprestava a trasmetterli, a sua volta, al figlio Dante che sarebbe nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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30Gustare l’Italia

I primi salumi dei Renzini destinati alle tavole degli umbri...

Durante questo periodo e fino agli anni Cin-quanta i Renzini, oltre a vendere i propri pro-dotti nella bottega di Montecastelli, comincia-rono a proporli con successo anche ai commercianti delle località vicine, facilitati in questo dall’ammodernamento del negozio di macelleria che nel frattempo si era dotato,cosa piuttosto rara a quei tempi, di frigorifero e di strumenti di lavoro più adatti ed in grado di as-sicurare una maggiore igiene, oltre che di un mezzo di trasporto indispensabile per fare con-segne tempestive.

Fu in questa particolare atmosfera che il pic-colo Dante prese conoscenza con i primi rudi-menti del mestiere, aiutato in questo da un roz-zo sgabello che lo metteva all’altezza del piano di lavoro, dandogli la possibilità di aiutare i suoi come poteva.

La buona volontà era tanta e questo non gli impediva comunque di frequentare le scuole con profitto, anche se pochi anni dopo, quando era appena adolescente, la morte prematura del padre lo costrinse a dedicarsi solo al lavoro di bottega, venendo in aiuto della mamma Olga rimasta sola e con altri due figli ancora piccoli.

Una storia simile a molte altre, ma che nel ca-so di Dante servì a rafforzarlo nello spirito e spingerlo a concretizzare i suoi sogni, creando un vero e proprio salumificio, simile a quelli di cui aveva sentito parlare o aveva conosciuto at-traverso la pubblicità.

… e poi su quelle degli italianiCominciò a frequentare le prime Fiere e Mani-

festazioni del settore, con la curiosità di un gio-vane che si inseriva in un mondo completa-mente nuovo, ma con la consapevolezza di un adulto che aveva già deciso cosa avrebbe fatto

Page 31: GUSTARE L'ITALIA  24

Gustare l’Italia31

nella sua vita. E a dir la verità, anche in famiglia e tra gli amici, erano pochi quelli che condividevano le sue idee ma, vista la sua caparbietà tutto questo, piuttosto che farlo desistere, lo convinse sempre più di essere sulla strada giusta e riuscì final-mente a fondare la Renzini - Salumi dell’Umbria.

Un piccolo capannone con annesso un ufficio ed il ma-gazzino e, proprio accanto, la macelleria dove venivano portati i suini allevati in azienda o ac-quistati dai contadini dell’Alta Valle del Tevere.

Un esordio modesto, ma per Dante, che po-teva contare solo sui propri mezzi, rappresenta-va un passo da gigante visto che si scontrò per la prima volta con la dura esigenza di conciliare

le scadenze di pagamento, con gli introiti quasi mai puntuali e non sempre sicuri.

Pur in questa limitatezza di mezzi - ma per quei tempi era già un grande progresso - Dante cominciò ad affacciarsi ad un mercato più va-sto di quello racchiuso tra gli stretti confini di una delle più piccole regioni italiane e fu allora

che definì quelle che per il futuro sarebbero state le linee guida del-la neonata azienda.

Ottimi salumi,ma anche ricercatezzedal gusto esclusivo

Consapevole di non avere an-cora le credenziali per accedere al grande mercato dei salumi, pensò invece che sarebbe stato più semplice e qualificante dedicarsi ai prodotti di nicchia e cioè a quel-le specialità che le grandi aziende non potevano permettersi di pro-durre in quanto richiedevano tem-pi ed attenzioni che erano estranei al loro modo di operare.

Nacquero così i salumi di cin-ghiale e quelli aromatizzati al tar-tufo nero di Norcia oltre, natural-mente, ai tradizionali salumi umbri che da soli costituivano un ottima

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32Gustare l’Italia

chance per farsi notare e per soddisfare un co-spicuo numero di appassionati della gastrono-mia regionale.

Una scelta che diede subito i suoi frutti e trac-ciò la strada per il futuro della Renzini Spa, vi-sto che ancora, dopo oltre quarant’anni, l’A-zienda continua a distinguersi per la particolarità della sua produzione, ora allargata ad altri prodotti di nicchia che trovano il gradi-mento di quanti sono alla continua ricerca di prelibatezze gastronomiche.

Dall’Umbria alla Pugliail gusto per i prodotti sani e naturali

Molta acqua è passata da allora sotto il ponte del Tevere, che è a un tiro di schioppo dalla an-tica bottega dei Renzini, un tempo facilmente riconoscibile per le superbe e profumatissime “porchette” vendute sulla soglia del negozio e per la gratificante immagine della sfilza di sal-sicce, salami, capicollo e prosciutti che costitu-ivano l’inedita decorazione dell’interno e che trasformavano gli angusti locali nel Paese di Bengodi.

Il piccolo laboratorio diventò ben presto un grande capannone situato poco oltre, nel verde intenso della campagna umbra; a questo se ne aggiunse un altro ed altri ancora, fino a raggiun-gere le dimensioni attuali, che sono anche que-ste temporanee in quanto, a breve, si aggiun-geranno altre strutture a quelle esistenti.

Dopo alcuni anni la Renzini pensò di ampliare la gamma delle sue offerte dedicandosi alla

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Gustare l’Italia33

produzione di “cotti”, che erano e sono ancora tra i salumi più richiesti dal mercato e lo fece senza perdere la sua identità in quanto, sin dall’inizio, i suoi prosciutti risultarono “diversi” grazie ai particolari procedimenti di cottura ed agli aromi naturali (tra questi addirittura l’im-mancabile e prezioso tartufo) che caratterizza-vano il loro gusto.

Una svolta decisiva e coraggiosa alla quale si aggiunsero altre scelte più meditate come quel-la di produrre specialità alimentari, come i sughi e le salse, ed azzardare l’ingresso verso il mon-do del vino e dell’olio - complementi indispen-sabili della gastronomia nazionale - con l’acqui-sizione di un oleificio nei pressi di Spoleto e di una cantina in Puglia.

Se i primi passi furono particolarmente difficili ed altri ostacoli si sono spesso frapposti al rag-giungimento degli obiettivi previsti, l’Azienda ha continuato il suo percorso di crescita, tanto che la consistenza attuale della Renzini Spa

può riassumersi in queste brevi note: • Montecastelli, nell’Alta Valle del Tevere um-

bra - Salumificio e sede centrale dell’Azienda. Qui si producono salumi, prosciutti cotti, por-chette, mortadelle, sughi, salse e le altre spe-cialità che arricchiscono il vasto repertorio ga-stronomico della Renzini.

• Norcia, nel Parco dei Monti Sibillini - Situa-to alle porte di Norcia ed alle pendici dei monti Sibillini, il Prosciuttificio “LUI” della Renzini in un ambiente ideale caratterizzato dalla presen-za di aria balsamica e da una ventilazione fre-sca e continua anche nei mesi più caldi.

• Abeto di Preci, in Valnerina - Prosciuttificio ricavato da un antico edificio posto a mille me-tri di quota. Qui si preparano e stagionano in un ambiente unico ed irripetibile i “Prosciutti di Norcia LUI” I.G.P. Riserva, che godono di una posizione privilegiata e veramente esclusiva.

• Campello sul Clitunno, nei pressi di Spoleto - L’Oleificio Taraddei, rilevato alcuni anni fa dal-

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34Gustare l’Italia

la Renzini, è posto in una posizione ideale, tra Spoleto e Trevi ed in un ambiente naturale vo-cato alla produzione dell’ottimo olio extra vergi-ne di oliva umbro

• Alberobello in Puglia - La Cantina Albea è una delle più antiche della Puglia e raccoglie da sempre la migliore selezione di uve del territo-rio. Significativa la svolta che ha seguito l’azien-da con l’acquisto da parte della Renzini, diven-tando in pochi anni un caposaldo della cultura enologica pugliese.

• Città di Castello nell’Alta Valle del Tevere umbra - Il Ristorante - Pizzeria situato a pochi chilometri dalla casa madre della Renzini, è na-to con il preciso scopo di confrontarsi diretta-mente con la clientela che, oltre ad apprezzare la cucina tradizionale offerta dagli chef del loca-le, può scegliere tra l’ampia offerta di salumi ed altre specialità, olio extravergine d’oliva umbro e gli eccezionali vini pugliesi nell’annesso Spac-cio di prodotti aziendali.

Prodotti riconoscibili nel gustoe nel modo di presentarsi

Una delle caratteristiche della vasta produzio-ne della Renzini è quella di distinguersi da quel-la di qualsiasi altra azienda: a creare questa dif-ferenza è soprattutto la qualità delle materie prime, alla quale segue la grande esperienza dei mastri norcini che riescono a trasformare le carni attentamente selezionate in stupendi sa-lumi ricchi di gusto e praticamente irriproduci-bili in altre condizioni. Lo confermano i vari ten-tativi di imitazione (il “prosciutto cotto alla brace” è un esempio tra tanti) che non sono mai riusciti ad intaccare la fama dell’originale uscito dai laboratori della Renzini moltissimi an-ni fa.

Per l’azienda umbra ogni salume ha una sua storia che è fatta di prove, confronti, esami cri-tici del prodotto, test qualitativi su campioni ef-fettuati dagli esperti più accreditati, ma anche da rivenditori e clienti.

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Gustare l’Italia35

Nulla viene lasciato al caso e anche la veste esteriore dei prodotti è particolarmente curata in quanto la filosofia aziendale vuole che un ot-timo prodotto debba anche essere abbigliato con eleganza, così come la bellezza di una donna può essere messa in risalto solo grazie ad un abito adeguato.

Il tutto senza esagerare, ma aggiungendo quel tanto che basta a sottolineare le caratte-ristiche del prodotto: aromi naturali che ne co-prono la superficie e conferiscono al prodotto gusti particolari ed un packaging raffinato e affat-to ridondante, integrato da una serie di informazioni che permettono al cliente di risalire alle origini delle ma-terie prime e di conoscere le procedure di preparazio-ne e stagionatura.

Vasta ma tutt’altro che ca-suale la gamma di questi prodotti della Renzini a par-tire dagli “stagionati”: punta di diamante dell’azienda e cioè il Prosciutto di Norcia “LUI” e “LUI Riserva 18 me-si pepe rosa”, cui seguono altri tipi di prosciutto tradi-zionali o disossati, l’ormai nota “Sella di Mastro Dan-te”, le “Corna del Diavolo”, la “Rosa di Norcia” ed il “Gran Carrè all’arancia”.

Seguono i “salumi di sui-no” che si rifanno in gran parte all’antica tradizione norcina: tra questi il Capocollo umbro, il Guanciale, la Finocchio-na, il Salame tipo “Napoli”, quello “Perugino”, il “Cuore matto”, i “Cojoni di mulo”, i salamini ai “Quattro sapori”, il Salame al tartufo, quello ricoperto al pepe e i classici salami “alla Cac-ciatora” ed il “Renzinetto”.

Sempre pronta a recepire le esigenze della clientela ed i suggerimenti dei nutrizionisti, la Renzini deve ormai molta della sua notorietà ai suoi gustosissimi “cotti e arrosti”: dapprima fu-rono il “Norciacotto” ed il “Cotto alla brace”; a questi sono seguiti nel tempo il cotto “LUI”, il “Francescano”, il cotto con il “25 % in meno di sale”, il “Cuordicotto”, il “Fattoria”, il “Gran Tartufo”, il biologico “BioRenzini”, il “Norciar-rosto”, la sontuosa Porchetta “Vera Umbria”, intera o a tranci.

“Cotti” tutti diversi nel gusto e nel procedi-mento di cottura e creati con l’intento di andare incontro alle diverse richieste di una clientela stanca di prodotti anonimi e spesso insapori.

“Mortadelle e coppe” completano la gamma dei “cotti” con la “Mortadella Lei” e quella gu-stosissima al Peperoncino, la tradizionale

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36Gustare l’Italia

“Coppa di testa” di suino ed i classici “Zampo-ni e cotechini” che ogni anno allietano le men-se natalizie.

Riscoperto da alcuni anni il “Lardo” ha incon-trato il gusto dei moderni gourmet ed anche la Renzini, ricordando come in passato fosse tra i prodotti più ambiti, ha voluto riproporlo caratte-rizzandolo con l’uso di ingredienti aromatici na-turali.

Il “suino di cinta” è una riscoperta recente di quella razza che per secoli aveva offerto la ma-teria prima ai mastri norcini del centro Italia. Particolarmente rustico e quindi facilmente adattabile alla vita all’aria aperta, il suino di cin-ta ha carni particolarmente gustose ed adatte alla trasformazione in salumi.

La Renzini si è assicurata la collaborazione di allevatori selezionati ed è stata in grado di met-tere tempestivamente sul mercato il classico “Prosciutto di cinta”, il pregiatissimo “Lombo” e oltre a questi i tradizionali “Capicollo, Guan-ciale e Lardo, Salame e salsicce”.

Se i salumi di cinta sono frutto di un recupero recente, dovuto un po’ alla moda della risco-

perta ed un po’ alla consapevolezza di offrire un prodotto di qualità eccellente, gli “stagionati, i salumi ed i cotti di cinghiale” hanno scandito la crescita della Renzini sin dalle origini.

Tra gli “stagionati”, il Prosciutto, lo Speck, il Lombetto, la Bresaola, la Pancetta ed il Capo-collo.

Tra i “salumi” il salame Cuorematto, l’Elite, il Salame al pepe, il Cinghialetto e la tradizionale Salsiccia di cinghiale.

Tra i “cotti” la Mortadella Oltre, la Mortadella al Tartufo, il Cotto alla brace, la Coppa di te-sta, il Cotechino e lo Zampone.

La ricerca di carni alternative è un’altra prero-gativa della Renzini, che, pur di accondiscen-dere ai gusti più segreti dei buongustai, è anda-ta alla ricerca di quelle specialità che nel suo catalogo raccoglie sotto la voce “carni speciali” e cioè Prosciutto e Salame di Cervo, Prosciut-to e Salame di Struzzo, Tacchino al forno, o in forma di Bresaola e di Salame, Bresaola di Ca-vallo, Prosciutto e Salame d’Oca.

A completare questa stuzzicante lista di pro-dotti di alta norcineria, le altre specialità della

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Renzini e cioè, oltre l’Olio extravergine di Oliva prodotto dall’Oleificio Taraddei a Campello sul Clitunno, tra Spoleto e Assisi e gli eccellenti e blasonati vini della Cantina Albea di Alberobel-lo Petranera, Il Selva, Raro, Casedde, Vuo’le, Pagghie ed il “LUI” il Vino prodotto in occasio-ne del Centenario della Cantina, nata agli inizi del secolo scorso, poco prima dell’apertura della bottega dei Renzini di Montecastelli.

Percorsi diversi per un obiettivocomune: la buona tavola

Una coincidenza straordinaria ma senz’altro significativa, il fatto che, a distanza di centinaia di chilometri e con premesse completamente diverse, si gettassero le basi per due attività produttive che, dopo circa cento anni, avrebbe-ro finito col fondersi per presentare sulle tavole degli italiani i prodotti più rappresentativi della gastronomia nazionale.

Chiaroveggenza o caparbia volontà di far cre-scere e sviluppare la propria azienda, anche nelle condizioni peggiori e nei momenti meno propizi?

Oppure, più semplicemente, la grande voglia di lavorare e di credere fermamente nei propri sogni?

Una domanda che avremmo voluto porre al capostipite della famiglia, o al figlio Attilio, ma che possiamo semplicemente rivolgere al nipo-te Dante che portando con orgoglio il nome del nonno ha creato quella stupenda realtà che è la Renzini di oggi, facendola conoscere ed ap-prezzare in ogni parte del mondo.

Un’eredità pesante ed una grande responsa-bilità che il fondatore della Renzini Spa si è as-sunto assieme ai figli Franco e Federico ancora giovani, ma consapevoli successori di questa dinastia che seguendo le orme paterne hanno respirato l’accattivante fragranza dei salumi sin da piccoli.

Questione di DNA, si direbbe oggi, ma anche e soprattutto condivisione degli stessi ideali e delle stesse volontà che avevano animato, più di un secolo fa, il bisnonno e che continuano ad alimentare la dirompente capacità operativa del padre oramai meglio conosciuto come “Mastro Dante”.

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L’annullo postale per il centenariodella Renzini S.p.A.

Agli inizi del secolo scorso, quando ancora le figure più in evidenza nei piccoli paesi erano il prete ed il dottore, si aggiunsero quelle altret-tanto essenziali del postino e del proprietario della bottega dove si vendevano generi di pri-ma necessità e di monopolio e, nel nostro caso, salumi.

Non è quindi un caso se, ad un secolo di distan-za, queste due importanti funzioni e cioè quella affidata alla posta di mantenere il contatto col re-sto del mondo e quella del mastro norcino di sod-disfare la gola della gente con porchette e salumi, siano diventate protagoniste di un evento partico-lare e cioè l’emissione dello Speciale Annullo Po-stale per il Centenario della Renzini S.p.A.

Luogo prescelto per l’apposizione dell’Annul-lo, la sede dell’Azienda a Montecastelli Um-bro, a breve distanza dal posto dove Dante Renzini, nonno dell’attuale ed omonimo titolare dell’azienda, cento anni fa e cioè l’11 febbraio 1912, aprì la bottega di famiglia affacciata verso l’unica strada che, attraversando il paese, si di-rigeva da una parte, verso Perugia e Roma e dall’altra verso il nord, valicando gli Appennini e attraversando Toscana, Marche e Romagna.

Impresa azzardata, quella del capostipite della famiglia (ricordato anche dalla targa stradale della via a lui dedicata), perché l’Italia si avviava verso i tragici eventi della Prima Guerra Mon-diale ed il momento economico, considerata anche la povertà del tempo, non era dei più propizi ed era difficile pensare che una piccola

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bottega dove si vendevano vino e pochi ali-mentari di prima necessità e generi di monopo-lio (sale, tabacchi e chinino di Stato, come re-citava l’insegna di latta all’esterno), sarebbe sopravvissuta a lungo.

Dante Renzini ebbe però l’idea di integrare l’attività della bottega con quello che era stato, da tempi lontanissimi, il lavoro degli uomini di casa che ogni anno, all’arrivo dei primi forti freddi invernali, cominciavano a girare per le case di paesi e campagne occupandosi, per conto delle famiglie, della macellazione dei su-ini e della trasformazione delle loro carni in quei sapidi salumi ed in quella provvista di grassi per il condimento delle pietanze, che rappresenta-vano per loro la principale risorsa alimentare.

Circa cinquanta anni dopo, superata l’altra grave bufera della seconda Guerra Mondiale, fu suo figlio Attilio che pensò di allargare l’atti-vità, dedicandosi prevalentemente alla prepa-razione di salumi ed avvalen-dosi di

alcuni esperti aiutanti. Poco tempo dopo però, la sua morte improv-

visa, costrinse il primogenito Dante, appena adolescente, a prendere le redini dell’azienda che da quel momento, anche se faticosamen-te, subì una svolta decisiva.

Il cav. Dante, attuale titolare della Renzini, co-nosciuto anche come il popolare Mastro Dante che in tv e per radio discetta di salumi e gastro-nomia tipica, cominciò a frequentare fiere e ras-segne di prodotti alimentari, allargando i suoi interessi anche verso i paesi esteri e cominciò a trasformare il piccolo laboratorio ereditato dal padre in un vero e proprio salumificio: di mode-ste dimensioni, all’inizio, e poi, adeguandosi al-le esigenze della produzione, in un’azienda in continua evoluzione tecnologica che segue, e spesso anticipa, le richieste del mercato.

Se all’inizio la chiave per entrare a far parte del difficile ed apparentemente satu-ro mercato dei salumi, fu la tipici-tà, riproponendo i classici salu-mi della tradizione umbra, la vera carta vincente dell’azienda fu sicuramente la specializza-zione in salumi di cinghiale ed

in quelli im-

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preziositi dal raro tartufo nero di Norcia. Non semplici invenzioni dettate dalle esigenze

del marketing, ma il recupero di antiche tecni-che di produzione locali, risalenti a tempi anti-chissimi e tese a sfruttare ciò che la generosa natura dell’Umbria verde, ha sempre dispensa-to ai suoi fortunati abitanti.

Carni di cinghiale e di selvaggina che fanno sempre parte del ricco repertorio gastronomico della Renzini, anche se le preparazioni origina-rie si sono fuse, nel tempo, con altre più inno-vative come i “cotti” che rappresentano, da de-cenni, un plus della produzione dell’azienda alto tiberina.

Un’azienda che il cav. Renzini ha costruito e plasmato seguendo il suo intuito di attento e sensibile uomo del nostro tempo: solida, per-ché si basa su esperienze antiche e concrete; flessibile perché avvalendosi di maestranze ca-paci e prevalentemente giovani, riesce ad adat-tarsi alle esigenze della clientela moderna sen-za rinnegare le conoscenze del passato.

A testimonianza dell’evoluzione che ha con-trassegnato gli ultimi decenni dell’attività azien-dale, l’acquisizione di due prosciuttifici dove si preparano e si stagionano i Prosciutti di Norcia I.G.P. (entrambi nel Parco dei Monti Sibillini,

uno è alle porte di Norcia e l’altro a mille metri di quota, nel piccolo borgo di Abeto).

A questi importanti centri produttivi, ormai in funzione da anni, si è aggiunta da tempo la pre-stigiosa Cantina Albea di Alberobello (con vini che ottengono ogni anno importanti riconosci-menti) ed un Oleificio situato in Umbria tra Spoleto e Trevi.

Il cav. Dante Renzini, ricordando l’iniziativa del nonno di cui porta il nome, ha voluto ono-rarlo, in occasione del Centenario e dell’Annul-lo Postale commemorativo dedicandogli una cartolina che con poche immagini sintetizza l’ evoluzione dell’azienda ed è su questa che i so-lerti e simpatici funzionari dell’ufficio postale provvisorio, aperto per l’occasione all’interno dei locali dell’azienda, hanno apposto lo spe-ciale Annullo Postale dedicato alla Renzini.

La cartolina con l’Annullo che diventerà sicu-ramente una rarità per gli appassionati di filate-lia, ricorda un altro traguardo importante e cioè il raggiungimento della quarta generazione di Mastri Norcini della famiglia Renzini, nelle figu-re di Franco e Federico che affiancano, ormai da anni, il padre e la mamma Tina nella condu-zione di questa splendida realtà nel mondo del-la salumeria italiana.

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Non solo vino al Museo della Cantina Albea

di Alberobello

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Per chi, dopo aver visitato le luminose viuzze che ad Alberobello serpeggiano tra le architetture dei trulli, non sia ancora sazio di immagini e di sensazioni particolari, non resta che includere nel suo itinerario una visita al Museo del Vino allestito all’interno della Cantina Albea.

Fortemente voluto dal cav. Renzini, il Ma-stro Dante televisivo, che ha rilevato la storica Cantina Albea, il Museo è un tributo alla cul-tura enologica ed agricola di questo territorio e di tutta la Puglia; è collocato negli ampi spazi del piano superiore della cantina, inte-ressante esempio di architettura industriale del XX secolo e ne e’ parte integrante.

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Il visitatore ha modo di apprezzare, metten-do a confronto i vecchi attrezzi agricoli e le moderne tecnologie della cantina, l’evoluzione che ha segnato la crescita ed il miglioramento della produzione dei vini pugliesi.

Visita istruttiva e gradevole perché si può ammirare una ricca raccolta di antichi stru-menti agricoli, alcuni dei quali dello stesso tipo in uso prima della nascita di Cristo e ancora utilizzati fino a qualche decennio fa.

Insieme a vanghe, zappe, forche, gioghi, che recano i segni del faticoso lavoro dei con-tadini pugliesi ed a tini, torchi e botti, dove aleggia ancora il profumo del mosto e del vino, c’è anche una ricca documentazione fotogra-fica, che conduce il visitatore attraverso un iti-

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nerario visivo mettendolo a conoscenza delle varie tecniche di vinificazione adottate in pas-sato fino ad arrivare a quelle raffinate e sofisti-cate del giorno d’oggi.

Il Museo del Vino della Cantina Albea, può considerarsi a tutti gli effetti il simbolo del rina-scimento enologico pugliese che ha portato ai massimi vertici i suoi vini eccellenti, oltre a ri-valutare le tante peculiarita’ di un territorio nato per produrre vino e gente ricca di una cultura millenaria di esperti coltivatori.

Il Museo è aperto a tutti, ma in particolare vuol sollecitare l’interesse dei più giovani e ri-destare negli anziani vecchie memorie appena sbiadite che non devono perdersi nel tempo; costoro riconosceranno lungo il percorso, le fasi della loro vita e i segni della fatica che ha

segnato la loro crescita, quando il lavoro della potatura delle viti, la raccolta dell’uva, la can-tina e la cura dei terreni, richiedevano un’e-norme sforzo fisico, non sempre compensato da risultati soddisfacenti.

E’ una struttura in continua crescita, grazie al contributo di quanti mettono a disposizio-ne, attraverso donazioni, importanti reperti storici del passato e materiale documentario che rendono sempre piu’ interessante questa iniziativa culturale che sta diventando una meta per i tanti turisti e studiosi che visitano Alberobello e la splendida Valle d’Itria.

Per info: Museo del Vino e dell’Arte contadina - Via Due Macelli, 2 - Alberobello (BA) - Tel. 080.4323548 - www.albeavini.com

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Il rilancio delle cantinepassa per l’enoturismo

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Potrebbe sembrare un postulato scontato quello sul turismo del vino, ma sono ferma-mente convinto che molte aziende del Sud Italia e soprattutto di Puglia, regione in cui la-voro e vivo, non hanno ancora percepito che la salvezza del loro fatturato e soprattutto del-la loro immagine sta nella considerazione che il marketing del turismo del vino non è sempli-cemente un modo per arrotondare il fatturato, bensì la via d’uscita per salvarlo, consolidarlo e differenziarlo; aumentando la liquidità la cui mancanza oggi mette in crisi molte aziende viti-vinicole.

Credo sia assolutamente da dimenticare in questo momento storico l’idea di fare delle no-stre cantine una “griffe dell’enologia”, di chiu-derci al loro interno come nei palazzi inaccessi-bili degli zar e di dedicare solo qualche giornata, magari durante cantine aperte, ai comuni eno-

Enotu

rism

o

appassionati per visitare le nostre aziende ag-ghindate a festa per l’occasione.

Al contrario è necessario abbracciare l’idea che mettere al centro della nostra attività il tu-rista, il consumatore finale sia l’unica strada per accrescere la promozione del brand, oltre che la definizione mirata delle nostre etichette e soprattutto la crescita di un business soprat-tutto quando correlato a una serie di attività connesse.

Prima tra tutte la ristorazione del circonda-rio, che deve percepire l’attività continua per tutto l’anno delle cantine come una azione strategica per i loro affari e non un’attività con-correnziale nei loro confronti.

Investire nelle nostre cantine al fine di valo-rizzare gli spazi, organizzare visite ai nostri vi-gneti, far partecipare il consumatore finale alle attività in vigna o in cantina per tutto l’anno è

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una soluzione per moltiplicare un fatturato immediato e certo.

Le sinergie commerciali con tutte quelle attività che accrescono l’ac-cesso alle cantine, devono essere cercate e gestite con massima at-tenzione, dal tradizionale corso di cucina e gastronomia tipica con ab-binamenti ai vini, a serate di musica e teatro, spettacoli, cerimonie e congressi,

Iniziative varie che leghino le no-stre aziende non semplicemente a un sito produttivo quanto a un cen-tro emozionale che sul filo dell’eno-gastronomia accolga il consumato-re, turista quanto cittadino del posto e lo indirizzi in percorsi di gu-sto, cultura e intrattenimento che inevitabilmente comunicato con di-verse lingue tutto ciò che circonda un calice di vino, che verrà poi acquistato, apprezzato e promosso ad amici e parenti.

Le nostre cantine diventano luogo di incon-tro, di cultura gastronomica, di storia della ci-viltà contadina e momento di ricordo e di me-moria, quindi momento di riflessione antropologica e sociale.

L’aumento delle vendite dirette, legato all’in-troito derivante da iniziative collaterali di spet-tacolo, didattica e per chi può farlo di vero e proprio turismo rurale e gastronomico non è un disperdere le energie, al contrario è il modo per aumentare liquidità immediata e indiretta-mente di sottolineare il legame della vinicola al proprio territorio di appartenenza e alimentare un interesse socio-culturale che aumenterà di conseguenza il valore del brand, oltre che a consolidare i rapporti con le aziende collatera-li alla nostra attività.Non dobbiamo dimenticare l’aiuto che in Italia il Movimento Turismo del Vino può dare alle

nostre aziende. Il settore del turismo enologico vanta infatti un giro d’affari di 2,5 miliardi con una presenza di 3,5 milioni di visitatori.

Questi numeri ci devono far riflettere sulle potenzialità di questo settore e di pari passo spostare i nostri investimenti in tale direzione.

Regaliamo ai nostri clienti tre giorni tra i trul-li della Valle d’Itria, in città patrimonio Unesco quali Alberobello, o tra i vigneti ad Alberello nel Salento o ai piedi del Castel del Monte, dove i vini pugliesi saranno protagonisti e veicolo per conoscere la nostra ristorazione, la nostra ospitalità e la nostra cultura.

L’enogastronomia turistica è dunque la paro-la d’ordine per affrontare questo momento di grossi cambiamenti, direi senza dubbio di rivo-luzione nel nostro settore che ci chiede risposte diverse da quelle sin qui conosciute, risposte manageriali che chiudano la pagina degli arric-chimenti e delle iper produzioni di massa per aprire a una produzione di qualità consapevole e dagli standard elevati, ma accessibili.

Claudio Sisto, Direttore Tecnico Cantine Museo Albea

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Cantina Albea:fucìna di grandi vini

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La Cantina Albea è una delle più antiche ed accreditate cantine del territorio: essa rappre-senta un importante esempio di come si possa-no conciliare realtà produttive di concezione mo-derna, a strutture classiche.

La cantina nacque intorno ai primi del ’900 e la sua struttura è interamente in pietra, con le ci-sterne destinate a contenere il vino interrate nel-la roccia, così come un tempo lo erano i serbatoi per l’acqua.

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Un impulso rilevante all’attività della Cantina Al-bea è stata l’acquisizione della stessa da parte del Gruppo Renzini S.p.A., del Cav. Dante Ren-zini che ha chiesto la collaborazione di uno dei più noti e giustamente stimati enologi italiani di fama mondiale, il winemaker Riccardo Cotarella.

Dalla collaborazione del Consulente Cotarella con il Direttore Tecnico Claudio Sisto sono nati grandi vini, che hanno guadagnato in pochi anni i più importanti riconoscimenti.

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Nelle pagine seguenti, i nostri lettori, potranno trovare l’intera gamma di produzione della Can-

tina Albea, corredata dalle schede tecniche rela-tive ad ogni vino così da conoscerli meglio.

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Uvaggio: Primitivo 100%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione:vigneti del brindisino e barese.Sistema di allevamento: alberello - spalliera.Produzione a ettaro: 80 q.li.Vinificazione: macerazione sulle bucce 16 gg con numerose follature e il salasso del 10%.Affinamento: in barrique Neverper 6 mesi, poi in bottiglia 5 mesi. Conservarlo in orizzontale fino a 5 anni dalla vendemmia e poi degustarlo a 16/18°C in ampi ballon.

Grapes: Primitivo 100%ABV: 13,5%Growing area: Brindisi and Bari areasTraining system: alberello (traditional, head pruned) and espalierYield per hectare: 8000 KgVinification: maceration on the skins for 16 days with regular “punching the cap” and bleeding by10%.Ageing: 6 months in Never barriquesand then 5 months in the bottle.

Uvaggio: Uva di Troia 100%.Grado alcolico: 13.5%.Zona di produzione: vigneti del foggiano.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 70 q.li.Epoca della vendemmia:fine settembre inizi ottobre.Vinificazione: macerazione sulle bucce 16/18 giorni con numerose follature e delestage.Subisce salasso del 15%.Affinamento: in barrique NEVER, ALLIER,TRONCAIS per 10 mesi, poi in bottiglia per 3 mesi.

Grapes: Uva di Troia 100%ABV: 13,5%Growing area: Foggia areaTraining system: espalierYield per hectare: 7,000 KgHarvest period: late September, early OctoberVinification: maceration on the skins for 16/18days with regular “punching the cap”, delesta-ge and bleeding by 15%.Ageing: 10 months in NEVER,ALLIER, TRONCAIS barriques and then 3 months in the bottle.

LUI IGP - Puglia rosso PETRANERA IGP - Puglia rosso

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MIGLIORI VINI DʼIT ALI Adi LUC A MARON I

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RARO IGP - Salento rosso PETRAROSA IGP - Puglia rosato

Uvaggio: Negroamaro 60%, Primitivo 40%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione: vigneti del brindisino.Sistema di allevamento: alberello e spalliera.Produzione a ettaro: 80 q.li.Vinificazione: macerazione sulle bucce 16 gg.Affinamento e conservazione :in barrique Never per 8 mesi, poi in bottiglia.

Grapes: Negroamaro 60%, Primitivo 40% ABV: 13,5%Growing area: Brindisi areaTraining system: alberello (traditional, head pruned) and espalierYield per hectare: 8000 KgVinification: maceration on the skins for 16 days.Ageing: 8 months in Never barriquesand then in the bottle.

Uvaggio: Primitivo di Gioia 100%.Grado alcolico: 13% vol.Zone di produzione: Acquaviva delle fonti,Gioia del Colle.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 85 q.li.Epoca della vendemmia: prima decade di settembre.Vinificazione: salasso al 20% a basse temperature.Affinamento: in bottiglia 2 mesi.

Grapes: Primitivo di Gioia 100%ABV: 13%Growing area: Acquaviva delle Fonti,Gioia del ColleTraining system: espalierYield per hectare: 8500 KgHarvest period: first ten days of SeptemberVinification: bleeding by 20% at low temperaturesAgeing: 2 months in bottle

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1° CLASSIFICATO

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RARO IGP - Salento rosso PETRAROSA IGP - Puglia rosato

Uvaggio: Negroamaro 60%, Primitivo 40%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione: vigneti del brindisino.Sistema di allevamento: alberello e spalliera.Produzione a ettaro: 80 q.li.Vinificazione: macerazione sulle bucce 16 gg.Affinamento e conservazione :in barrique Never per 8 mesi, poi in bottiglia.

Grapes: Negroamaro 60%, Primitivo 40% ABV: 13,5%Growing area: Brindisi areaTraining system: alberello (traditional, head pruned) and espalierYield per hectare: 8000 KgVinification: maceration on the skins for 16 days.Ageing: 8 months in Never barriquesand then in the bottle.

Uvaggio: Primitivo di Gioia 100%.Grado alcolico: 13% vol.Zone di produzione: Acquaviva delle fonti,Gioia del Colle.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 85 q.li.Epoca della vendemmia: prima decade di settembre.Vinificazione: salasso al 20% a basse temperature.Affinamento: in bottiglia 2 mesi.

Grapes: Primitivo di Gioia 100%ABV: 13%Growing area: Acquaviva delle Fonti,Gioia del ColleTraining system: espalierYield per hectare: 8500 KgHarvest period: first ten days of SeptemberVinification: bleeding by 20% at low temperaturesAgeing: 2 months in bottle

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1° CLASSIFICATO

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R’OSE’ IGP - Puglia rosè RISERVATO IGP - Salento rosso

Uvaggio: uva di Troia 100%.Grado alcolico: 12,5%.Zone di produzione: vigneti delfoggiano e nord barese.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 75 q.li.Epoca della vendemmia:fine settembre inizi ottobre.Vinificazione: in bianco dell’uva di Troiacon battonage su fecce fini per sei mesi.Affinamento: in bottiglia per 3 mesi.

Grapes: Uva di Troia 100%ABV: 12,5%Growing area: vineyards around Foggia and BariTraining system: espalierYield per hectare: 7500 kgHarvest period: end of September,beginning of OctoberVinification: Vinification with limited contact with the skinsand 6 months of “battonage”.Ageing: 3 months in bottle.

Uvaggio: Negroamaro 60%, Primitivo 40%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione: vigneti del brindisino.Sistema di allevamento: alberello e spalliera.Produzione a ettaro: 60 q.li.Vinificazione: macerazione sulle bucce 25/28 gg.Affinamento e conservazione: in barrique Neverper 8 mesi, poi in bottiglia per 6 mesi. Grapes: Negroamaro 60%, Primitivo 40%.ABV: 13,5%Growing area: vineyards around BrindisiTraining system: alberello (traditional, head pruned) and espalierYield per hectare: 6000 kgVinification: maceration on the skins for 25/28 days.Ageing: 8 months in Never barriques,followed by 6 months in the bottle

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LE GUIDE DEL LʼESPRESSO

IL SELVA DOC - Locorotondo bianco RUFFIANO IGP - Valle d’Itria bianco

Uvaggio: Fiano 100%.Grado alcolico:12 %.Zona di produzione: Locorotondo e Martina F.ca.Sistema di allevamento: spalliera a guyot.Produzione per ettaro: 50 – 55 q.li.Epoca della vendemmia: Settembre.Affinamento: in bottiglia 4 mesi

Di colore giallo paglierino brillante al naso esprime grande frutto con note di pesca seguite da aromi di acacia, ginestra, e un particolare e piacevole profumo di paglia bagnata. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco fresco e ben equilibrato dall’alcol, buon corpo e un leggero perlage che lo rende Ruffiano.

Grapes: Fiano 100%.ABV: 12%Growing area: Locorotondo and Martina Franca.Training system: guyot espalierYield per hectare: 5000 – 5500 kgHarvest period: SeptemberAgeing: 4 months in the bottle.

The wine’s color is shiny straw-yellow. It smells like peach, broom and damp straw. The taste in mouth is fresh and with the perlage it gives the wine the special “Ruffiano” quality.

Uvaggio: verdeca 50%, Bianco d’Alessano 35%, Fiano Minutolo 15%.Grado alcolico: 12.5%.Zona di produzione: Locorotondo,Cisternino e FasanoSistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 75 q.li.Vinificazione: in acciaio inox a bassa temperatura (14/15°C) dopo una crio macerazione a 4/6°C per 8 oreAffinamento: in acciaio 3 mesi, poi in bottiglia per 2 mesi.

Grapes: Verdeca 50%, Bianco d’Alessano 35%,Fiano Minutolo 15%ABV: 12,5% Growing area: Locorotondo,Cisternino and Fasano areasTraining system: o low espalierYield per hectare: 7500 KgVinification: in stainless steel tanks at 14/15°Cafter skin contact for 8 hours to 4/6°C Ageing: 2 months in the bottle.

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IL SELVA DOC - Locorotondo bianco RUFFIANO IGP - Valle d’Itria bianco

Uvaggio: Fiano 100%.Grado alcolico:12 %.Zona di produzione: Locorotondo e Martina F.ca.Sistema di allevamento: spalliera a guyot.Produzione per ettaro: 50 – 55 q.li.Epoca della vendemmia: Settembre.Affinamento: in bottiglia 4 mesi

Di colore giallo paglierino brillante al naso esprime grande frutto con note di pesca seguite da aromi di acacia, ginestra, e un particolare e piacevole profumo di paglia bagnata. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco fresco e ben equilibrato dall’alcol, buon corpo e un leggero perlage che lo rende Ruffiano.

Grapes: Fiano 100%.ABV: 12%Growing area: Locorotondo and Martina Franca.Training system: guyot espalierYield per hectare: 5000 – 5500 kgHarvest period: SeptemberAgeing: 4 months in the bottle.

The wine’s color is shiny straw-yellow. It smells like peach, broom and damp straw. The taste in mouth is fresh and with the perlage it gives the wine the special “Ruffiano” quality.

Uvaggio: verdeca 50%, Bianco d’Alessano 35%, Fiano Minutolo 15%.Grado alcolico: 12.5%.Zona di produzione: Locorotondo,Cisternino e FasanoSistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 75 q.li.Vinificazione: in acciaio inox a bassa temperatura (14/15°C) dopo una crio macerazione a 4/6°C per 8 oreAffinamento: in acciaio 3 mesi, poi in bottiglia per 2 mesi.

Grapes: Verdeca 50%, Bianco d’Alessano 35%,Fiano Minutolo 15%ABV: 12,5% Growing area: Locorotondo,Cisternino and Fasano areasTraining system: o low espalierYield per hectare: 7500 KgVinification: in stainless steel tanks at 14/15°Cafter skin contact for 8 hours to 4/6°C Ageing: 2 months in the bottle.

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GUIDA GAMBERO ROSSO

MIGLIORI VINI DʼIT ALIAdi LUC A MARON I

BIBENDA

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LINFAROSSA IGP - Puglia rosso DONNA GISLENA - Spumante brut

Uvaggio: Fiano Minutolo, Bianco d’Alessano,Maruggio,Verdeca.Grado alcolico: 12,5 %.Zona di produzione: Locorotondo e Martina F.ca.Sistema di allevamento: spalliera a guyot.Produzione per ettaro: 55 – 60 q.li.Epoca della vendemmia: inizio Settembre.Maturazione: la rifermentazionein bottiglia inizia l’estate successivae l’affinamento sui lieviti dura 24 mesi.Grado zuccherino: Brut.Affinamento: in bottiglia 5 mesi. Grapes: Fiano Minutolo, Bianco d’Alessano,Maruggio,Verdeca.ABV: 12,5%Growing area: Locorotondo e Martina Franca.Training system: guyot espalierYield per hectare: 5500 – 6000 kgHarvest period: end of September,Vinification: refermentation in the bottle starts the summer after harvest and resting on the lees lasts 24 months.Sugar content: BrutAgeing: 5 months in bottle.

Uvaggio: Primitivo 100%.Grado alcolico: 14%.Zona di produzione: Gioia del ColleSistema di allevamento: spalliera bassa.Produzione per ettaro: 30 q.li.Resa di uva in vino: 50%Vinificazione: in acciaio inox a bassa temperatura (16/18°C) dopo una crio macerazione a 4/6°C per 2 giorniche prosegue per 10 gg a 20°C.Affinamento: in bottiglia per 2 mesi.

Grapes: Primitivo 100%,ABV: 13% vol.Growing area: Gioia del ColleTraining system: alberello (traditional, head pruned Yield per hectare: 30000 kgHarvest period: mid OctoberVinification: Maceration at low temperatures on the skins for 2 days, after maceration on the skins for 10 days at 20°CAgeing: in the bottle for 2 months

TRULLOBIANCO IGP - Puglia bianco TERRA LUCENTE IGP - Puglia rosso

Grado alcolico: 12 % vol.Zona di produzione: vigneti in Valle d’Itria.Sistema di allevamento: spalliera bassa.Produzione per ettaro: 80/90 q.li.Epoca di vendemmia:fine settembre inizi ottobre.Affinamento e conservazione: affinamentoin bottiglia per 2 mesi, conservare a 14/16°C in luoghi poco illuminati, degustarlo entro due anni dalla vendemmia per apprezzarne la qualita’.

Grapes: Verdeca 85% Minutolo 15%.ABV: 12%Growing area: vineyards in the Valle d’ItriaTraining system: espalierYield per hectare: 8000/9000 kgHarvest period: end of September,beginning of OctoberAgeing: 2 months in the bottle.

Uvaggio: Uva di Troia 100%.Grado alcolico: 13 % vol.Zona di produzione : nord barese e foggiano.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 80/90 q.li.Epoca di vendemmia: fine ottobre.Affinamento e conservazione: affinamentoin bottiglia per 3 mesi, conservare a 18°Cin luoghi poco illuminati.

Grapes: Uva di Troia 100%.ABV: 13%Growing area: North of Bari and in the Foggia area.Training system: espalierYield per hectare: 8000-9000 kgHarvest period: end of OctoberAgeing: 3 months in the bottle

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TRULLOBIANCO IGP - Puglia bianco TERRA LUCENTE IGP - Puglia rosso

Grado alcolico: 12 % vol.Zona di produzione: vigneti in Valle d’Itria.Sistema di allevamento: spalliera bassa.Produzione per ettaro: 80/90 q.li.Epoca di vendemmia:fine settembre inizi ottobre.Affinamento e conservazione: affinamentoin bottiglia per 2 mesi, conservare a 14/16°C in luoghi poco illuminati, degustarlo entro due anni dalla vendemmia per apprezzarne la qualita’.

Grapes: Verdeca 85% Minutolo 15%.ABV: 12%Growing area: vineyards in the Valle d’ItriaTraining system: espalierYield per hectare: 8000/9000 kgHarvest period: end of September,beginning of OctoberAgeing: 2 months in the bottle.

Uvaggio: Uva di Troia 100%.Grado alcolico: 13 % vol.Zona di produzione : nord barese e foggiano.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 80/90 q.li.Epoca di vendemmia: fine ottobre.Affinamento e conservazione: affinamentoin bottiglia per 3 mesi, conservare a 18°Cin luoghi poco illuminati.

Grapes: Uva di Troia 100%.ABV: 13%Growing area: North of Bari and in the Foggia area.Training system: espalierYield per hectare: 8000-9000 kgHarvest period: end of OctoberAgeing: 3 months in the bottle

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NOBILE LATINO IGP - Salento Primitivo SOLE DEL SUD IGP - Puglia Negroamaro

Uvaggio: Primitivo 100%.Grado alcolico: 12,5 % vol.Zona di produzione: Vigneti del barese.Sistema di allevamento: Guyot.Produzione per ettaro: 90 q.li.Epoca della vendemmia:prima decade di settembre.Affinamento: in bottiglia per 4 mesida degustare in ballon tulipano a 16/18 °C.

Grapes: Primitivo 100%.ABV: 12,5%Growing area: vineyards in the Bari areaTraining system: Guyot.Yield per hectare: 9000 kgHarvest period: end of September,Ageing: 4 months in the bottle.

Uvaggio: Negroamaro 100%.Grado alcolico: 12,5% vol.Zona di produzione: vigneti del brindisino.Sistema di allevamento: Guyot.Produzione a ettaro: 90/100 q.li.Epoca di vendemmia: settembre.Affinamento e conservazione: in bottigliaminimo 3 mesi e poi conservato in cantina a 18 °C per essere degustato in calicia tulipano ampi a T°C di cantina 16/18 °C.

Grapes: Negroamaro 100%.ABV: 12,5% vol.Growing area: around BrindisiTraining system: Guyot.Yield per hectare: 9000/10000 kg.Harvest period: SeptemberAgeing: a minimum of 3 months in the bottle.

VU’OLE

Denominazione: IGT Puglia.Uvaggio: Negroamaro 70% ,Cabernet Sauvignon 30%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione: brindisino.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione a ettaro: 80/85 q.li.Vinificazione: fermentazionesilos di acciaio a 22/25 °C.Affinamento e conservazione: in barrique francesi 8 mesi e in bottiglia 5 mesi. Si puo’ tenere in cantina in posizione verticale a 18°C per tre/quattro anni. Va degustato a 18/19 °C in ballon o borgogne.

Denomination: IGT PugliaGrapes: Negroamaro 30%Cabernet Sauvignon 70%,ABV: 13,5% vol.Growing area: around BrindisiTraining system: espalier.Yield per hectare: 8000/8500 kgVinification: fermentation in steel tanks at 22/25 °CAgeing: 8 months in French barriques,5 months in the bottle.

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Gustare l’Italia57

VU’OLE

Denominazione: IGT Puglia.Uvaggio: Negroamaro 70% ,Cabernet Sauvignon 30%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione: brindisino.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione a ettaro: 80/85 q.li.Vinificazione: fermentazionesilos di acciaio a 22/25 °C.Affinamento e conservazione: in barrique francesi 8 mesi e in bottiglia 5 mesi. Si puo’ tenere in cantina in posizione verticale a 18°C per tre/quattro anni. Va degustato a 18/19 °C in ballon o borgogne.

Denomination: IGT PugliaGrapes: Negroamaro 30%Cabernet Sauvignon 70%,ABV: 13,5% vol.Growing area: around BrindisiTraining system: espalier.Yield per hectare: 8000/8500 kgVinification: fermentation in steel tanks at 22/25 °CAgeing: 8 months in French barriques,5 months in the bottle.

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58Gustare l’Italia

CASÈDDEPAGGHÌE

Denominazione: IGT Puglia.Uvaggio: Verdeca 50%, Chardonnay 50%.Grado alcolico: 12,5% Vol.Zona di produzione: tarantino per lo Chardon-nay e Valle d’Itria per la Verdeca.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione a ettaro: 70/75 q.li.Vinificazione: fermentazionesilos di acciaio a 14/15 °C.Affinamento e conservazione:in silos di acciaioe bottiglia per 3 mesi.

Denomination: IGT PugliaGrapes: Verdeca 50%, Chardonnay 50%ABV: 12,5% vol.Growing area: Chardonnay in theTaranto area, Verdeca in the Valle d’Itria areaTraining system: espalier.Yield per hectare: 7000/7500 kgVinification: fermentation in steel tanks at 15/18 °C Ageing 3 months in steel tanks.

Denominazione: IGT Puglia rosso.Uvaggio: Uva di Troia 70%, Cabernet S. 30%.Grado alcolico: 13,5% Vol.Zona di produzione: barese e brindisino.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione a ettaro: 100 q.li.Vinificazione: fermentazionesilos di acciaio a 18/20 °C.Affinamento e conservazione: in barrique Never eAllier per 10 mesi puo’ essere mantenuto in cantina a 18/19 °C possibilmente in posizione verticale. Da degustare a T°C di cantina in ampi ballon.

Denomination: IGT Puglia RossoGrapes: Uva di Troia 70%,Cabernet Sauvignon 30%ABV: 13,5% vol.Growing area: Bari and Brindisi areasTraining system: espalier.Yield per hectare: 100000 kgVinification: fermentation in steel tanks at 18/20 °CAgeing: 10 months in Never and AllierBarriques

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Gustare l’Italia59

CANTATE DOMINO IGP

Uvaggio: Moscato Reale 100%.Grado alcolico: 15,5 % vol.Zona di produzione: Trani.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 30 q.li.Epoca della vendemmia: Ottobre.La Vinificazione:Le uve Moscato Reale di Trani vengonolasciate appassire per circa un mese sullapianta fino alla meta’ di ottobre, per poi essereraccolte e procedere alla vinificazione.Le uve vengono diraspate e dopo 24 ore dimacerazione a freddo inizia la fermentazionealcolica del mosto in purezza con temperaturacontrollata a circa 16° C. Esauritasi la fermen-tazione alcolica e quella malolattica, il vino viene filtrato e preparato per la bottiglia dove sostera’ alcuni mesi prima di essere spedito.Affinamento: in bottiglia 4 mesi

Grapes: Moscato Reale 100%,ABV: 15,5% vol.Growing area: TraniTraining system: espalier.Yield per hectare: 30000 kgVinification: The grapes are left to shrivel on the vine for about a month, until mid/October, before being harvested. They are then left to macerate for 24hrs following which the pure must undergoes initial fermentation at a controlled temperature of 16° C. After both alcoholic and malolactic fermentation the wine is filtered and then bottled Ageing: 4 months in the bottle

CANTATE DOMINO IGP

Uvaggio: Moscato Reale 100%.Grado alcolico: 15,5 % vol.Zona di produzione: Trani.Sistema di allevamento: spalliera.Produzione per ettaro: 30 q.li.Epoca della vendemmia: Ottobre.La Vinificazione:Le uve Moscato Reale di Trani vengonolasciate appassire per circa un mese sullapianta fino alla meta’ di ottobre, per poi essereraccolte e procedere alla vinificazione.Le uve vengono diraspate e dopo 24 ore dimacerazione a freddo inizia la fermentazionealcolica del mosto in purezza con temperaturacontrollata a circa 16° C. Esauritasi la fermen-tazione alcolica e quella malolattica, il vino viene filtrato e preparato per la bottiglia dove sostera’ alcuni mesi prima di essere spedito.Affinamento: in bottiglia 4 mesi

Grapes: Moscato Reale 100%,ABV: 15,5% vol.Growing area: TraniTraining system: espalier.Yield per hectare: 30000 kgVinification: The grapes are left to shrivel on the vine for about a month, until mid/October, before being harvested. They are then left to macerate for 24hrs following which the pure must undergoes initial fermentation at a controlled temperature of 16° C. After both alcoholic and malolactic fermentation the wine is filtered and then bottled Ageing: 4 months in the bottle

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Vendemmia 2012

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Con quasi un mese di anticipo è iniziata la vendemmia 2012. La prima regione interessa-ta è stata la Lombardia, in particolare la zona della Franciacorta, luogo di produzione delle bollicine italiane, lo spumante, che tradizional-mente dà l’avvio alla raccolta dell’uva in tutta la penisola.

Un anno quasi asciutto, in cui la pioggia che è stata soppiantata dalla neve quando ormai non la si aspettava più e il caldo torrido che ha imperversato negli ultimi mesi, hanno costret-to i coltivatori ad anticipare la raccolta quasi di un mese, con previsioni sulla resa tutt’altro che rosee.Fedagri, che raggruppa le aziende del settore primario, stima infatti un calo nella produzione di circa il 20%, il doppio rispetto alle stime di inizio estate, e una resa di circa 40-43 milioni di ettolitri, il 60% dei quali destinato a vini di qualità, con circa 517 vini a Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.), Controllata e Garantita (D.O.C.G.) e a Indicazione Geogra-fica Tipica (I.G.T.).

Rimane l’ottimismo nelle piogge di fine me-se, che i metereologi danno per certe. Se l’ac-qua bagnasse la penisola, i territori in cui la vendemmia deve ancora iniziare potrebbero trarne un giovamento e aumentare la resa del-le vigne.

Nel frattempo, chi riesce sostituisce la piog-gia con l’irrigazione meccanica, che ha per-messo di salvare alcune varietà di vino, ma che risulta molto dispendiosa e di non sempre facile attuazione.Al momento si vendemmia la mattina presto, o addirittura di notte, come in Sicilia, dove alcu-ne cantine lo fanno ormai da anni.

I viticoltori, nel frattempo, si consolano con le previsioni di qualità. Una qualità che sarà al-ta, assicura Fedagri, proprio perché la siccità ha fatto crescere uve più sane, senza muffe, e

che quindi hanno necessitato di minori tratta-menti.

L’aumento delle temperature ha provocato, inoltre, un aumento della gradazione alcolica di circa un grado, costringendo i disciplinari di vini a denominazione ad adeguarsi al cambia-mento modificandone i limiti minimi.

Ma il caldo cambia anche la distribuzione sul territorio dei vigneti, che tendono a espan-dersi verso l’alto con la presenza della vite an-che a quasi 1200 metri di altezza come nel co-mune di Morgex e di La Salle, in provincia d’Aosta.

La vendemmia coinvolgerà 650mila ettari di vigne con oltre 250mila aziende impegnate.

Ogni grappolo d’uva raccolto, dice la Coldi-retti, attiva ben diciotto settori di lavoro dell’in-dustria, dalla trasformazione al commercio.

In Italia il settore vitivinicolo rappresenta un

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Gustare l’Italia61

business che vale 8,5 miliardi di euro e che dà occupazione a 1,2 milioni di persone.

I numeri sono imponenti, anche se non reg-gono il confronto con quelli del passato.

Secondo la stessa Fedagri, infatti, tra il 2000 e il 2010 sono andate perse, in Italia, il 15,6% delle superfici vitate, che sono passate da 772.513 ettari a 651.863 ettari, con una con-trazione della produzione che ha raggiunto il picco di ribasso nell’annata 2011, attestandosi su una cifra inferiore ai 41 milioni di ettolitri.

Una tendenza, quella della riduzione delle quantità prodotte, che, secondo Fedagri, è dovuta anche alla normativa europea, che ha dato forte impulso al contenimento delle pro-duzioni, attraverso il ricorso alle estirpazioni con premio e alla vendemmia verde.

Il quadro della viticoltura italiana degli ultimi anni passa anche attraverso la riduzione del numero delle aziende, che, secondo i dati sul Censimento dell’Agricoltura forniti dall’Istat, ha avuto un calo nel periodo 2000-2010 del 52%, passando da 791mila nel 2000 a 383mi-la nel 2010.

A scomparire sono state soprattutto le aziende di piccole o piccolissime dimensioni, fenomeno che Fedagri ha accolto con bene-volenza dal momento che contribuirà in misu-

ra significativa alla ristrutturazione e al raffor-zamento del comparto vitivinicolo nazionale, per il quale il Presidente Maurizio Gardini, già da tempo, auspica una diffusione dei fenome-ni aggregativi per evitare la marginalità di alcu-ne imprese del settore.

La riduzione dell’estensione dei vitigni, delle quantità di vini prodotti e del numero di azien-de non corrisponde però a un calo degli utili complessivi sullo storico degli ultimi dieci anni, mentre si prevede un aumento della redditività per l’anno 2012.

La vitivinicoltura italiana ha infatti continuato ad aumentare il fatturato complessivo, a fronte di una diminuzione complessiva degli investi-menti.

La tendenza del settore sembrerebbe quella di preservare una struttura produttiva che pun-ta sull’estensione delle Denominazioni di Ori-gine e indicazione Geografica (I.G.T., D.O.C. e D.O.C.G.).

Una produzione che, a oggi, rappresenta complessivamente circa i 2/3 del vino italiano e che tende a crescere di anno in anno.

Si punta dunque a investire sulla qualità, piuttosto che sulla quantità.

L’evoluzione delle strutture produttive si ri-specchia in maniera chiara anche nell’aumen-

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62Gustare l’Italia

to generalizzato dei prezzi, aggravato l’anno scorso da un’annata difficile, che ha visto i prezzi salire di un 30-50%.

Un dato fuori dalla norma, dovuto principal-mente al fatto che le aziende non sono riuscite a produrre quantitativi sufficienti a far quadrare i bilanci (si sono stimate perdite intorno al 15% del fatturato).

La vendemmia dell’anno scorso infatti, si re-gistra come la peggiore degli ultimi 50 anni dal punto di vista dei rendimenti produttivi. Ma quello del 2011 si spera essere un caso isola-to, all’interno di un andamento generalmente votato alla positività e alla fiducia.

Per quest’anno non si sono registrati ancora significativi aumenti sui prezzi, anche se da questo punto di vista sarà da tenere sott’oc-chio la vendemmia in corso, che sembra regi-strare in molte zone d’Italia forti cali di produt-tività.

Il dato più positivo sembra essere quello dell’export, che nel 2011 con 24 milioni di et-tolitri ha superato i consumi interni. Tra i vini che hanno registrato dati di crescita a due ci-fre nei mercati esteri, spicca il Prosecco, che

ha aumentato del 17% la sua penetrazione negli Stati Uniti.

Un trend positivo che sembra crescere di anno in anno, sia grazie alla maggiore aggres-sività del comparto nei confronti del mercato estero, sia grazie ai grandi cambiamenti cultu-rali in corso in Europa e nel Mondo, dal punto di vista dell’apprezzamento dei prodotti eno-gastronomici di qualità.

Secondo Fedagri, i mercati più favorevoli in cui si registrano aumenti notevoli risultano es-sere Norvegia (+26,4%), Cina (+24,4%), Ca-nada (+20,1%), Svezia (+13,8%), Regno Uni-to (+19%) e Giappone (+10,1%).

A completare il quadro sulla vitivinicoltura italiana, una novità che proietta l’Italia verso scenari futuri interessanti: secondo quanto emerso dall’ultimo rapporto della Federazione Internazionale delle Associazioni Biologiche, l’Italia sarebbe il principale coltivatore europeo di uve biologiche, con 34.000 ettari coltivati.

Un dato particolarmente apprezzabile a fronte del fatto che da quest’anno l’Unione Europea ha lanciato il nuovo marchio del vino biologico, con il relativo disciplinare.

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diVini sapori - Beatrice Bocchi BalocchiQuanto e quale vino fa bene alla salute? Quali bicchieri sono i più

consigliabili per rossi, bianchi, spumanti? Come si giudicano la lim-

pidezza e la qualità di un vino? Come conservare nel migliore dei

modi le nostre bottiglie? L’invecchiamento giova a tutti i tipi di vino?

A che temperatura servire rossi, bianchi, rosé? Quali sono gli abbi-

namenti più consigliabili per ogni tipo di piatto? Quanto tempo pri-

ma del pasto conviene stappare la bottiglia, e come?

Con questa guida, che può essere letta con gusto e facilità anche

dai non addetti ai lavori, l’autrice propone una piccola enciclopedia

dei vini italiani e un manuale del perfetto bevitore che è anche un

itinerario nella gastronomia, nella geografia e nella storia.

Edizione: Sassoscritto - Pagine: 160 - Prezzo: € 13,00

La vite e il vino - AA.VV.La terza uscita della collana “Coltura & Cultura”, approfondisce

tutti gli aspetti di questa importante coltura. Partendo dall’origi-

ne ed evoluzione della vite, toccando aspetti morfologici e fisiolo-

gici, 38 specialisti del settore guidano il lettore alla scoperta delle

uve e del vino, attraverso un interessante viaggio tra la viticoltura

di territorio, i vitigni coltivati, il vivaismo viticolo, le tecniche di vi-

nificazione, i distillati, la diffusione del mercato in Italia e nel mon-

do di questa importante coltivazione e dei suoi diretti prodotti.

Il capitolo sul paesaggio con splendide immagini della nostra

terra pone l’accento sulle caratteristiche della diffusione della vite

nelle varie regioni italiane, mentre la parte dedicata all’alimenta-

zione ospita un interessante capitolo sugli aspetti nutrizionali

dell’uva e sull’abbinamento del vino ai cibi.

Il lettore potrà così apprezzare le varie ricette insieme al vino giusto per gustarle al meglio. Completa

il volume un’ampia parte dedicata alla presenza della vite e del vino nella storia, nella religione e nell’ar-

te, dalla pittura alla musica, dall’architettura alla scultura, alla letteratura, con alcune curiosità come i

musei dedicati alla vite e al vino.

Edizione: Art Servizi Editoriali - Pagine: 624 - Prezzo: € 69,00

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Il vino nel piatto - Massimo ArgentieriUn ricettario insolito e originale sul vino in tavola: non più solo ac-

compagnamento, ma ingrediente base di ricette raffinate.

L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cultura gastronomica

e per i suoi vini: perché non unire queste due eccellenze nella vostra

cucina?

Il posto del buon vino in tavola non è solo dentro a un calice, ma

anche nelle portate, protagonista di piatti – dall’antipasto al dolce –

ricchi e speciali.

Unendo i migliori vini con i prodotti tipici del territorio otterrete ci-

bi dal profumo e dal sapore indimenticabili.

Edizione: Aliberti Editore - Pagine: 134 - Prezzo: € 14,00

Il profumo del vino - Federico OldenburgEssere astemi è una iattura e chi beve solo acqua ha di certo un se-

greto da nascondere, non siamo i primi a dirlo, ma la vita è troppo bre-

ve per contentarsi di vini mediocri.

Troppi “esperti” infestano le cene e riunioni conviviali ma un uomo

che non sappia ordinare una bottiglia come si deve, rischia il ridicolo

e una donna che disdegni un buon bicchiere desta (fondati) sospetti.

Ecco allora il manuale per correre ai ripari e colmare (in tre ore, co-

me un film) una lacuna culturale ormai socialmente inaccettabile, fa-

cendo piazza pulita dei luoghi comuni e dei falsi miti. Perché tutto è

discutibile in materia di vino, anche il gusto.

Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei.

Edizione: Mondadori - Pagine: 260 - Prezzo: € 16,00

Il profumo del vino - Federico OldenburgUn volume unico nel suo genere, che raccoglie 100 preziosissime

bottiglie che tutti gli appassionati di enologia vorrebbero avere.

Una selezione di vini da sogno: una bottiglia di Romanée-Conti

del 1945, anno in cui nel più famoso vigneto di Borgogna ne furono

prodotte appena 608; uno Château d’Yquem del 1811, migliore an-

nata in assoluto per questo splendido nettare liquoroso; uno Cham-

pagne Bollinger del 1928, le cui bollicine sono leggendarie; un Bar-

baresco di Gaja del 1961, che dona al naso aromi di ciliegia nera,

lampone, liquirizia e tartufo; due splendidi esemplari di Petrus, il più

costoso e rinomato tra i vini di Bordeaux.

Edizione: Gribaudo - Pagine: 256 - Prezzo: € 49,00

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Siamo presential “Vinitaly 2013”

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