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60 MMW n. 3/2008 ALLEVAMENTI EQUINI • HORSE WORLD • ALLEVAMENTI EQUINI • HORSE WORLD di Mirko Ranieri OSSIER D ITALIAN HORSE EXPLOSION: AN EVER-INCREASING HERD by Mirko Ranieri H H orses used to be raised for the most part to pull carts or farm implements, fight wars or serve as a ready source of meat. In recent decades, in advanced countries at least, horses have become al- most solely a fixture in leisure and sporting activities, and the various breeds have developed appropriately. Draught horses are increasingly rare, and the show jumper, while a niche animal, is increasingly what riders or would-be riders would like to be seen on. In Italy, the main human actors in these developments have been the AIA, the Italian horse raisers’ association, and UNIRE, the national union for breed improvement. Their data show that, since 2001, growth can be seen on all fronts in terms of the number of horse rearers and the number of horses born. Selection “What has happened is an overall re-allocation of the horses in the country to leisure activities and human attempts to fill their free time”, commented AIA President Nino Andena. “This came at the same time that the progressive reduction in the number of species stopped, followed imme- diately by a significant expan- sion, even if not on the scale of the past, when the horse was ir- replaceable for travelling and transport”. Constant breeding was needed GLI EQUINI, UN SETTORE IN FORTE SVILUPPO I I l cavallo da guerra o sportivo o prettamente da diporto e divertimen- to e il cavallo agricolo, con- siderabile a duplice attitudi- ne (lavoro e carne): in que- ste due direzioni specifiche e ben distinte si è mossa, sin dalle origini, l’attività del- l’allevamento equino. Negli ultimi decenni, con il sostan- ziale superamento dell’im- piego del cavallo come for- nitore di lavoro (e parzial- mente di carne), si è invece sviluppato il progressivo im- piego di alcune razze equi- ne, originariamente catalo- gabili come agricole, alla stregua di animali da com- pagnia o a scopo ricreativo per attività, se non propria- mente a carattere competi- tivo, sicuramente di natura sportiva (trekking, ecc.). Una evoluzione del settore al quale hanno fortemente contribuito e contribuisco- no l’Associazione italiana allevatori (Aia) e l’Unione nazionale incremento razze equine (Unire), incaricate della tutela e dell’incremen- to delle razze equine italia- ne, i cui dati testimoniano che dal 2001 il panorama al- levatoriale è in crescita, per numero sia dei cavalli nati sia degli allevatori. L’attività di selezione «Di fatto si è avuta la ricol- locazione complessiva del patrimonio equino nella sfe- ra del tempo libero dell’uo- Oltre 300 mila animali e più di 50 mila addetti, quasi dieci miliardi di euro di giro d’affari ed un milione di praticanti: sono questi i dati del comparto equestre. Al superamento dell’impiego del cavallo come fornitore di lavoro (e parzialmente di carne) ha fatto riscontro il progressivo impiego di alcune razze a scopo ricreativo e competitivo. Fondamentali in tale direzione i contributi di Aia e Unire Italy’s horse industry now includes a herd of over 300,000 animals with over 50,000 staff servicing them to produce almost 10 billion euros in turnover from a million riders, a far cry from times when the horse was a work animal or source of meat GLI EQUINI, UN SETTORE IN FORTE SVILUPPO

GLI EQUINI, UN SETTORE IN FORTE SVILUPPO · numero sia dei cavalli nati sia degli allevatori. L’attività di selezione «Di fatto si è avuta la ricol-locazione complessiva del

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ALLEVAMENTI EQUINI • HORSE WORLD • ALLEVAMENTI EQUINI • HORSE WORLD •

di Mirko Ranieri

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ITALIAN HORSE EXPLOSION: ANEVER-INCREASING HERD

by Mirko Ranieri

HHorses used to be raisedfor the most part to pullcarts or farm implements,

fight wars or serve as a readysource of meat. In recentdecades, in advanced countriesat least, horses have become al-most solely a fixture in leisureand sporting activities, and thevarious breeds have developedappropriately. Draught horses areincreasingly rare, and the showjumper, while a niche animal, isincreasingly what riders orwould-be riders would like to beseen on. In Italy, the main humanactors in these developmentshave been the AIA, the Italianhorse raisers’ association, andUNIRE, the national union forbreed improvement. Their datashow that, since 2001, growthcan be seen on all fronts in termsof the number of horse rearersand the number of horses born.

Selection

“What has happened is an overallre-allocation of the horses in thecountry to leisure activities andhuman attempts to fill their freetime”, commented AIA PresidentNino Andena. “This came at thesame time that the progressivereduction in the number ofspecies stopped, followed imme-diately by a significant expan-sion, even if not on the scale ofthe past, when the horse was ir-replaceable for travelling andtransport”. Constant breeding was needed

GLI EQUINI, UN SETTORE IN FORTE SVILUPPO

IIl cavallo da guerra osportivo o prettamenteda diporto e divertimen-

to e il cavallo agricolo, con-siderabile a duplice attitudi-ne (lavoro e carne): in que-ste due direzioni specifichee ben distinte si è mossa, sindalle origini, l’attività del-l’allevamento equino. Negliultimi decenni, con il sostan-ziale superamento dell’im-piego del cavallo come for-nitore di lavoro (e parzial-mente di carne), si è invecesviluppato il progressivo im-piego di alcune razze equi-ne, originariamente catalo-gabili come agricole, allastregua di animali da com-pagnia o a scopo ricreativoper attività, se non propria-mente a carattere competi-tivo, sicuramente di naturasportiva (trekking, ecc.).Una evoluzione del settoreal quale hanno fortementecontribuito e contribuisco-no l’Associazione italianaallevatori (Aia) e l’Unionenazionale incremento razzeequine (Unire), incaricatedella tutela e dell’incremen-

to delle razze equine italia-ne, i cui dati testimonianoche dal 2001 il panorama al-levatoriale è in crescita, pernumero sia dei cavalli natisia degli allevatori.

LL’’aattttiivviittàà ddii sseelleezziioonnee

«Di fatto si è avuta la ricol-locazione complessiva delpatrimonio equino nella sfe-ra del tempo libero dell’uo-

Oltre 300 mila animali e più di 50 mila addetti, quasi diecimiliardi di euro di giro d’affari ed un milione di praticanti:sono questi i dati del comparto equestre. Al superamentodell’impiego del cavallo come fornitore di lavoro (eparzialmente di carne) ha fatto riscontro il progressivoimpiego di alcune razze a scopo ricreativo e competitivo.Fondamentali in tale direzione i contributi di Aia e Unire

Italy’s horse industry now includes a herd of over 300,000animals with over 50,000 staff servicing them to producealmost 10 billion euros in turnover from a million riders, afar cry from times when the horse was a work animal orsource of meat

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to create the horses now selectedfor features important in sportand elsewhere, for example,speed and agility. Stallions andmares were picked out with aneye on the offspring they couldbe expected to produce. As An-dena noted, the AIA gives horsebreeders and raisers the tools forachieving genetic improvement:“Thanks to constant monitoringof productive and reproductivedata throughout the country, lo-cal rearers’ associations candraw up selection plans for animprovement of animals towardssome desired features”. Today,this means using mathematicaland statistical models and identi-fying the best breeding plan toget the required improvement inmorphology and function.But Andena warned that breedselection alone does not guaran-tee the expected result, which iswhy he said the AIA has an addi-tional service throughout thecountry giving technical assis-tance on issues such as structuralproblems, equine feeding, healthand hygiene in an attempt to im-prove the interaction between ge-netics and environment. Thismakes use of the nationwide net-work enjoyed by the associationto ensure an ample collection ofhomogeneous data to give breed-ers the support of a data base fortheir breeding decisions.

Breed books and registers

Selection started to producehorses for specific roles such aswar or farming, but is now a keyfactor in almost all areas ofequine variation. This is the basis

mo e delle possibili opportu-nità per riempirlo – affermail presidente dell’Aia, NinoAndena – . La nuova collo-cazione ha coinciso primacon l’arresto della contrazio-ne della numerosità dellaspecie, ma poi, nell’imme-diato seguito, con la sua si-gnificativa espansione, seb-bene su dimensioni diverseda quelle assunte nel passa-to, quando il cavallo rappre-sentava anche un insostitui-bile mezzo di locomozionee trasporto». Il raggiungi-mento di traguardi sportivisempre più prestigiosi, neisettore della velocità e del-l’abilità, e di conformazionimorfologiche più risponden-ti agli impieghi odierni delcavallo è stato ottenuto at-traverso una costante opera

di selezione, consistita nellascelta di riproduttori in gra-do di trasmettere alla prole icaratteri ricercati e nell’eli-minazione dall’impiego ri-produttivo di tutti i soggettireputati non idonei. «Nelpanorama organizzativo chefornisce agli allevatori glistrumenti per svolgere l’o-pera di miglioramento gene-tico si colloca in primo pia-no l’Aia. È infatti attraversoil costante rilevamento deidati produttivi e riprodutti-vi, eseguito dalle sue struttu-re periferiche, le Associazio-ni provinciali allevatori(Apa), che possono essereprogettati i piani di selezio-ne, cioè i programmi tesi alpiù rapido miglioramentodegli animali per i caratteriritenuti utili». Oggi è possi-

bile, aggiunge Andena, adot-tando modelli matematici estatistici, individuare schemiselettivi idonei a raggiungeregli obiettivi morfologici efunzionali di miglioramento,in base anche ai tempi perrealizzarli.«Peraltro l’opera di selezio-ne, di per sé, modificandoesclusivamente il genotipodell’animale, non dà l’asso-luta certezza di ottenere, an-che sul piano fenotipico, ri-sultati corrispondenti. Datale considerazione derivaun’altra importante motiva-zione della presenza sul ter-ritorio dell’Aia, in qualità diapportatrice, presso gli alle-vatori, di un servizio di assi-stenza tecnica che spaziadalle problematiche struttu-rali a quelle alimentari, sani-tarie e igieniche, realizzandocosì una positiva interazio-ne tra genetica e ambiente.Questa attività si giova dellacapillarità con cui la struttu-ra organizzativa degli alle-vatori si presenta su tutto ilterritorio nazionale, poten-do in tal modo ottenereun’ampia e omogenea rac-colta di informazioni, taleda consentire, previa oppor-tuna elaborazione, la distri-buzione di supporti decisio-nali per gli allevatori, che

sulla loro base possonoadottare le scelte più rispon-denti ai rispettivi obiettivi».

LLiibbrrii GGeenneeaallooggiiccii ee RReeggiissttrriiaannaaggrraaffiiccii

L’attività selettiva, nata sto-ricamente per le razze piùtradizionalmente agricole, siè oggi evoluta di pari passocon l’evoluzione delle razzestesse e le mutate esigenzedegli operatori, tanto da es-sere riproponibile pressochéin tutte le realtà dell’alleva-mento equino. In tale ottica,osserva Andena, sono nate esi sviluppano le collabora-zioni tra molti organismi divaria natura, che operano avario titolo nel settore, el’Aia, la quale mette a dispo-sizione l’esperienza e lastruttura radicata sul territo-rio per il raggiungimento diobiettivi utili agli allevatori.«In particolare l’Aia detieneil Libro Genealogico del ca-vallo Lipizzano, mentre leassociazioni delle specificherazze, associate all’Aia, cura-no direttamente i Libri Ge-nealogici (istituiti come peril Lipizzano dal ministeroper le Politiche agricole e fo-restali) che riguardano il ca-

vallo Maremmano, l’Aveli-gnese o Haflinger Italia, ilBardigiano e il CavalloAgricolo Italiano Tpr (Tiropesante rapido). In questi li-bri risultavano iscritti, al 31dicembre 2006, circa 25.300capi suddivisi tra 7.500 alle-vamenti: in dettaglio 10.225capi di Avelignese, 6.418 di

Cavallo agricolo italianoTpr, 3.800 di Bardigiano,3.994 di Maremmano e 841di Lipizzano».Sempre l’Aia, aggiunge An-dena,detiene il Registro ana-grafico delle razze-popola-zioni equine riconducibili agruppi etnici locali, che com-prende le razze-popolazioni

italiane a limitata diffusione,quasi tutte presenti essenzial-mente in ristrette e ben deli-mitate aree geografiche, sto-ricamente selezionate per illavoro in campagna e oggi arischio di estinzione:17 razzecavalline, cioè il Calabrese, ilCavallino della Giara, il Ca-vallino di Monterufoli, il Ca-

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for the cooperation seen through-out the sector between variousorganisations with varied parts toplay in achieving breeders’ aims.The AIA, said Andena, has thebreed genealogy register for Lip-izzaner horses, while specific as-sociations for given breeds areassociated with the AIA for otherbreeds, including the Marem-mano, the Avelignese or HaflingerItalia, the Bardigiano and the TPR– or Rapid Heavy Draught – ItalianAgricultural Horse. On December31, 2006, the various registers list-ed some 25,300 individual horsesspread around 7,500 farms –10,225 for the Avelignese, 6,418for the TPR, 3,800 for the Bardi-giano, 3,994 for the Maremmano,and 841 for the Lipizzaner, whosebreed register was set up by theItalian ministry for agriculture.The AIA also holds registers forlocal horse breeds including Ital-ian breeds with limited diffusion,almost all to be found essentiallyin well-defined, small areas, his-torically selected for specifictasks and now risking extinction.There are 17 breeds of horses:the Calabrian, the Cavallino dellaGiara and of Monterufoli, the Cav-allo del Catria, of Ventasso andPentro, the Murgese, the Neapoli-tan, the Norico, the Persano, theEsperia pony, the (probably ex-tinct) Pugliese, the Salernitano,the Sanfratellano, the Sardinian,the Sicilian, the Tolfetano, andfive types of donkey, the Amiata,the Asinara, the Martina Franca,the Ragusano and the Sardinian.The registers list about 12,000 in-dividual animals and over 2,000

vallo del Catria, il Cavallo delVentasso, il Cavallo Pentro, ilMurgese, il Napoletano, ilNorico, il Persano, il Pony diEsperia, il Pugliese (proba-bilmente estinto), il Salerni-tano, il Sanfratellano, il Sar-do, il Siciliano, il Tolfetano,e 5asinine, cioè Asino dell’A-miata, Asino dell’Asinara,Asino di Martina Franca,Asino Ragusano e AsinoSardo. In questo registro so-no iscritti circa 12.000 capi e

più di 2.000 allevamenti dipopolazioni cavalline e asini-ne autoctone.«L’impostazione di un mo-derno piano di salvaguardiadelle razze-popolazioni equi-ne a limitata diffusione, sianoesse in fase di stasi sostanzialeo in pericolo di estinzione,trae origine da un’accurataopera di rilevamento ana-grafico, sulla base dell’indivi-duazione di appropriati stan-dard tecnici di razza. Questiultimi devono tenere contodelle inevitabili modificazioniche queste razze-popolazionihanno subito nel tempo, siaper la costante opera di sele-zione svolta dall’uomo versotipi morfologico-funzionalirispondenti alle sue esigenze,sia per eventi di rinsangua-mento con altre razze, volti aottenere più rapidamente gliobiettivi selettivi posti. Tuttociò a condizione che il tipogenetico originario non neesca sostanzialmente stravol-to, bensì che siano chiara-

mente individuabili le carat-teristiche di razza-popolazio-ne come espressione fenoti-pica di un patrimonio gene-tico peculiare.Al di là dell’u-tilità contingente di una ca-talogazione dei soggetti ri-conducibili a gruppi etnicilocali, caratterizzati da patri-moni genetici individuabili,resta l’importanza di un’ope-ra propedeutica al recuperoe al consolidamento delle ca-ratteristiche di razza, intesi

farms where they can be found. Andena said that the basis forplans to maintain the breeds,whether substantially stable or indanger of extinction, was tomake an accurate census involv-ing adequate breed criteria.These must take into account theinevitable changes in the corepopulations over time because ofselection for specific features andfunctions and crosses with otherbreeds designed to achieve theselectors’ aims more quickly.“The condition is”, said Andena,“that the original genetic typeshould still be substantially un-changed with clearly identifiablefeatures stemming from a specif-ic genetic legacy. Apart from theusefulness of a census, measuresfor recovering and consolidatingbreed features are also vitally, as away of reacquiring genetic poten-tial and a platform for relaunchingsome breeds towards possiblenew market outlets”.

Horses for sport and riding

Working alongside the AIA isUNIRE, created in 1932 and underthe control of the Ministry for Agri-culture. The union holds the breedbooks of the English thoroughbredused in racing, the Italian trotterused in trotting races and the Ital-ian saddle horse, whose finest ex-amples compete in Olympic disci-plines such as show-jumping,eventing and dressage. Their sport-ing results and genealogy are offundamental importance. UNIRE President Goffredo Sottileexplained that the organisation is

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sia come neoacquisizione dipotenzialità genetiche sia co-me piattaforma di rilancio dialcune razze verso eventualinuovi sbocchi di mercato».

LLee rraazzzzee ddaa ccoommppeettiizziioonnee eeddaa sseellllaa

Accanto all’Aia opera l’U-nire, che, istituita dal regiodecreto 24 maggio 1932, n.642, è un ente di diritto pub-blico dotato di autonomiafinanziaria, amministrativae contabile, posto sotto lavigilanza del ministero dellePolitiche agricole e forestali.L’Unire detiene i Libri Ge-nealogici del Puro sangueinglese (il cavallo utilizzatoper il galoppo), del Trotta-tore italiano (il cavallo uti-lizzato per il trotto) e delcavallo da Sella italiano (al-levato per gareggiare nellediscipline olimpiche comesalto ostacoli, dressage ecompleto), nei quali rive-stono grande importanzasia i valori genealogici sia irisultati delle gare sportive.«L’Unire – sottolinea il suopresidente Goffredo Sottile– promuove l’incremento e ilmiglioramento delle razzeequine da competizione e dasella; favorisce con opportuni

stanziamenti il sorgere dinuovi allevamenti e il miglio-ramento di quelli già esisten-ti;provvede alla programma-zione dello sviluppo del set-tore dell’ippicoltura in tuttele sue componenti tecniche,economiche, sociali, culturalie promozionali; concorre allatutela dell’incolumità e almantenimento dei cavallisottoposti a trattamenti do-panti; provvede alla valuta-zione delle strutture degli ip-podromi e degli impianti diallevamento, di allenamentoe di addestramento sulla ba-se dei parametri predetermi-nati; contribuisce al finanzia-mento degli ippodromi perla gestione dei servizi resi;definisce la programmazionetecnica ed economica dellecorse e delle altre forme dicompetizione, predisponen-do il calendario delle mani-

festazioni ippiche e determi-nando gli stanziamenti rela-tivi ai premi e alle provvi-denze; quale concessionarioesclusivo del segnale televi-sivo per la trasmissione del-le corse, assicura la diffusio-ne su due canali nazionalidelle riprese televisive dellecorse; promuove iniziativeprevidenziali e assistenzialiin favore dei fantini, dei gui-datori, degli allenatori e de-gli artieri; promuove e man-tiene rapporti diretti con le

organizzazioni nazionali dicategoria, con la Federazio-ne italiana sport equestri,con le istituzioni e le organiz-zazioni dell’ippica e dell’ip-picultura degli altri Paesi ecollabora alla realizzazionedei programmi di coopera-zione a livello europeo e in-ternazionale;destina annual-mente una quota dei proven-ti derivanti dalle scommesseippiche, nella misura stabili-ta dal ministero delle Politi-che agricole e forestali, perl’incentivazione di program-mi regionali diretti alla for-mazione e alla qualificazioneprofessionale degli addetti alsettore, alla realizzazione distrutture veterinarie, interneed esterne agli ippodromi,alla promozione dell’attivitàippica, in particolare di ca-rattere agonistico, e alla lot-ta al lavoro irregolare; colla-

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committed to helping the creationof new horse breeding farms andthe improvement of existing ones,to developing all aspects of thehorse world in technical, econom-ic, social, cultural and promotionalterms, to safeguard horses againstdoping and help maintain thosethat have suffered this or otherforms of maltreatment, to help de-velop race courses and training fa-cilities, to lay down the scheduling,prize list and technical and eco-nomic planning of race meetingsand other competitions, to negoti-ate on the sale of media rights tohorse racing, to promote pensionand health funds for jockeys andall other staff, to maintain relationswith other Italian and foreign or in-ternational equestrian bodies touse an officially defined percent-age of income from bets to set upand fund local programmes forprofessional training in the sector,to set up veterinarian services in-side and outside race tracks, topromote all equestrian activities,especially in sport, to combat il-legal labour practices, and workwith local authorities to set up re-gional programmes to improvehorse rearing practices and stim-ulate scientific research. UNIRE’s figures gave further confir-mation of the sharp growth in Italy’sequestrian population. In 2004, on-ly 1,490 thoroughbreds went on thebooks, but 2,259 in 2006. In 2003,the number of Italian saddle hors-es born and registered was 2,593,in 2006, 2,833. In 2006 there were16,000 trotters in the country ofwhich 287 were stallions, 4,921brood mares and 4,921 foals bornin the same year. The same yearsaw over 6,000 race horses includ-ing 165 stallions, 3,304 broodmares and 2.259 foals, and therewere over 6,500 Italian saddle hors-es including 559 stallions, 2,833mares and 2,833 foals.

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bora con le regioni e le pro-vince autonome nell’impo-stazione di programmi regio-nali di miglioramento delletecniche di allevamento deicavalli e di ricerca scientificanel settore».Anche l’Unire conferma iltrend di crescita del settoreequino. Infatti i cavalli Purosangue inglese nati nel 2006erano 2.259, a fronte dei1.490 del 2004. I cavalli daSella italiani nati nel 2006erano 2.833, mentre nel 2003ammontavano a 2.593. Nel2006 16mila erano i cavalli datrotto presenti sul territorionazionale (tra cui 287 stallo-ni, 4.921 fattrici e 4.921 pule-dri nati lo stesso anno); oltre6mila i cavalli selezionati perla disciplina del galoppo (tra

cui 165 stalloni,3.304 fattrici e2.259 puledri);oltre 6.500 ca-pi il cavallo da sella italiano(fra cui 559 stalloni,2.833 fat-trici e 2.833 puledri).

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Oltre 300 mila animali e piùdi 50 mila addetti, quasi die-ci miliardi di euro di girod’affari e un milione di ‘ca-valieri’: sono questi, secon-do l’Aia e l’Unire, i dati ec-cellenti del comparto eque-stre, di notevole rilievo dal

punto di vista economico ecapace di costituire un’inte-ressante opportunità di red-dito anche per gli allevatoridelle razze italiane. Colpisceche ben un milione di italia-ni vada a cavallo: un esercitodi amanti dello sport e delturismo in sella, che muoveun indotto pari ad oltre seimiliardi e mezzo di euro al-l’anno (e, col giro d’affari le-gato all’ippica e alle scom-messe, arriva a sfiorare qua-si i dieci miliardi di euro).

MMiirrkkoo RRaanniieerrii

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Business not at all bad

Both the AIA and UNIRE agree thatthe equestrian sector in Italy nowinvolves a herd of over 300,000 an-imals serviced by over 50,000 staffand producing almost 10 billioneuros from a million riders. Sohorses are economically importantand an interesting way of makingmoney for those in the business. Agood million of Italians go horseriding for pleasure, and this pro-duces business worth over 6.5 bil-lion euros. Adding in the proceedsfrom competitive horse riding andbetting, and you get the grand totalof almost 10 billion euros.

Mirko Ranieri