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Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27.02.2004, n°46) art.1, comma 2, DCB Milano - Editore: Fondazione AVSI, Padre Vicinio da Sarsina 216 - 47521 Cesena (FC) - AVSI è una FONDAZIONE - ONLUS - ONG idonea DM n. 0347 del 5 luglio 1973 - cod. fisc.: 81017180407 D a vari decenni i problemi dello sviluppo e della cooperazione in- ternazionale sono stati oggetto, oltre che di enormi interessi, di grandi passioni ed entusiasmi, a volte ingenui ma sinceri; e hanno coinvolto persone con credo e ispirazioni ideali diversi. Dopo quasi cinquant’anni, la globaliz- zazione e la caduta del muro di Berlino hanno smussato le punte ideologiche del dibattito, cambiando lo scenario e portando con sé nuove opportunità, ma la questione di cosa stia alla base dello sviluppo resta aperta. Il punto che viene messo a tema è il ge- nerarsi di un soggetto, attore dello svi- luppo. È fondamentale che gli interven- ti di cooperazione tengano conto del fatto che chi è aiutato non è “un termi- nale” cui trasferire risorse (assistenzia- lismo) e può mancare di un’esperienza tale che gli permetta di avere le capacità per reagire in maniera adeguata alle op- portunità che emergono. Perché un intervento di cooperazio- ne allo sviluppo sia efficace occorre aiutarsi a riscoprire in sé quel de- siderio di costruire e di migliorare la propria condizione, ed educare quelle potenzialità e capacità che rendono ciascuno attore del pro- cesso di sviluppo… solo un rappor- to tra persone, mosso da ideali che rispettino ogni dimensione umana, che sfidino la responsabilità di chi incontrano (rischio sull’impegno) e che accompagnino (nel tempo) se- condo un cammino educativo, può aiutare la crescita di soggetti prota- gonisti e responsabili. In tali contesti, il coinvolgimento per- sonale e professionale di persone mos- se da un’esperienza ideale, e per questo portatrici di positività e speranza, ha in- nescato in chi le incontrava una nuova, inattesa, capacità di iniziativa; ha fatto intravedere un’opportunità nuova per la propria vita, ha generato uno sguar- do diverso che ha fatto riscoprire il pro- prio valore e le proprie possibilità, cre- ando una nuova fiducia e speranza.”* I progetti delle Tende si prefiggono di far crescere il fattore da cui scaturisce lo sviluppo. Il fattore umano. *Tratto dalla prefazione di “Alla radice dello sviluppo: l’importanza del fattore umano.” di G. Berloffa, G. Folloni. I. Schnyder v. W.; Edizioni Guerini e Associati, Milano 2010 alla radice dello sviluppo: il fattore uma no Aiutaci a risparmiare inviaci la tua mail a [email protected] LE POSTE sono diventate TROPPO CARE! DICEMBRE 2011 anno XI n. 3 KENYA Anche nella carestia del Corno d’Africa l’emergenza è l’educazione HAITI Ricostruire l’umano: un centro educativo per ragazzi R. D. CONGO Tutti a scuola con il Sostegno a distanza EGITTO Sostegno alle scuole del Patriarcato Latino e formazione degli insegnanti I PROGETTI DA SOSTENERE Nord Uganda by Brett Morton per AVSI di Giorgio Vittadini Presidente Fondazione per la Sussidiarietà AVSI campagna tende 2011-2012 PERIODICO TRIMESTRALE DELLA FONDAZIONE AVSI Direttore responsabile: Roberto Fontolan . Periodico registrato ai sensi della L. 47/48 al Tribunale di Forlì n. 15 del 5 luglio 1995. Stampa: Tiber, Brescia (BS). Grafica Accent on Design , Milano

Buone Notizie - Dicembre 2011 - Speciale Campagna Tende 2011-2012

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Buone Notizie - Dicembre 2011 - Speciale Campagna Tende 2011-2012

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Da vari decenni i problemi dello sviluppo e della cooperazione in-ternazionale sono stati oggetto,

oltre che di enormi interessi, di grandi passioni ed entusiasmi, a volte ingenui ma sinceri; e hanno coinvolto persone con credo e ispirazioni ideali diversi.Dopo quasi cinquant’anni, la globaliz-zazione e la caduta del muro di Berlino hanno smussato le punte ideologiche del dibattito, cambiando lo scenario e portando con sé nuove opportunità, ma la questione di cosa stia alla base dello sviluppo resta aperta.

Il punto che viene messo a tema è il ge-nerarsi di un soggetto, attore dello svi-luppo. È fondamentale che gli interven-ti di cooperazione tengano conto del

fatto che chi è aiutato non è “un termi-nale” cui trasferire risorse (assistenzia-lismo) e può mancare di un’esperienza tale che gli permetta di avere le capacità per reagire in maniera adeguata alle op-portunità che emergono.

Perché un intervento di cooperazio-ne allo sviluppo sia efficace occorre aiutarsi a riscoprire in sé quel de-siderio di costruire e di migliorare la propria condizione, ed educare quelle potenzialità e capacità che rendono ciascuno attore del pro-cesso di sviluppo… solo un rappor-to tra persone, mosso da ideali che rispettino ogni dimensione umana, che sfidino la responsabilità di chi incontrano (rischio sull’impegno) e che accompagnino (nel tempo) se-condo un cammino educativo, può

aiutare la crescita di soggetti prota-gonisti e responsabili.

In tali contesti, il coinvolgimento per-sonale e professionale di persone mos-se da un’esperienza ideale, e per questo portatrici di positività e speranza, ha in-nescato in chi le incontrava una nuova, inattesa, capacità di iniziativa; ha fatto intravedere un’opportunità nuova per la propria vita, ha generato uno sguar-do diverso che ha fatto riscoprire il pro-prio valore e le proprie possibilità, cre-ando una nuova fi ducia e speranza.”*I progetti delle Tende si prefi ggono di far crescere il fattore da cui scaturisce lo sviluppo. Il fattore umano.*Tratto dalla prefazione di “Alla radice dellosviluppo: l’importanza del fattore umano.”di G. Berloffa, G. Folloni. I. Schnyder v. W.; Edizioni Guerini e Associati, Milano 2010

alla radicedello sviluppo:il fattore umano

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DICEMBRE 2011anno XI n. 3

KENYA Anche nellacarestia del Corno d’Africa l’emergenza è l’educazione

HAITI Ricostruirel’umano: un centroeducativo per ragazzi

R. D. CONGOTutti a scuola conil Sostegno a distanza

EGITTO Sostegno alle scuole del Patriarcato Latino e formazione degli insegnanti

I PROGETTI DA SOSTENERE

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di Giorgio VittadiniPresidente Fondazione per la Sussidiarietà

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PROGETTO TENDE - KENYA

Anche nella carestiadel Corno d’Africa

l’emergenza è l’educazione

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Con i suoi partner AVSI lavora nel campo profughi di Dadaab, in Kenya, affi nchèle persone possano ricominciare una vita degna. Per alimentare la speranza, il punto essenziale

è una presenza centrata sulla persona e non sui “rifugiati”. Un metodo particolare, che riconosceil valore di ogni essere umano e che fa scuola agli insegnanti ed è apprezzato anche da UNICEF

Leo Capobianco

In Africa Orientale 11 milioni di per-sone stanno soffrendo la più grave carestia degli ultimi 20 anni. Il Papa

all’Angelus di domenica 17 luglio: «Con profonda preoccupazione seguo le no-tizie provenienti dalla regione del Cor-no d’Africa e in particolare dalla Soma-lia, colpita da una gravissima siccità e in seguito, in alcune zone, anche da forti piogge, che stanno causando una catastrofe umanitaria». Sollecitati dal Santo Padre a prendere posizione sull’emergenza carestia, AVSI è in pri-ma linea accanto alla popolazione nei campi profughi di Dadaab, in Kenya, l’agglomerato più grande del mondo.

La logica dell’intervento di AVSI a Da-daab è quella di rispondere all’emer-genza educativa attraverso il mi-glioramento della qualità e accesso all’educazione, riqualifi cando gli inse-

gnanti e costruendo spazi sicuri dove bambini e adolescenti possano impa-rare a leggere e a scrivere, oltre che ricevere sostegno psicosociale. Così come agevolare la frequenza scolasti-ca delle bambine e fornire testi sco-lastici, banchi e tutto l’arredamento necessario. Secondo le statistiche diUNHCR le persone presenti a Dadaab fi no a gennaio 2011 erano 310.942; di cui 168.857 bambini e ragazzi dai 5 ai 17 anni (88.060 maschi e 80.797 fem-mine): il 54% circa della popolazione. In agosto la popolazione ha superato le 400.000 persone. “Ogni giorno ar-rivano più di mille persone. La mag-gior parte di loro fugge dalla Somalia. Hanno camminato per giorni e gior-ni prima di arrivare qui. Le loro storie sono molto tristi. Madri che hanno visto i loro fi gli sbranati dalle bestie feroci; famiglie obbligate ad abbandonare tut-

to e in cerca di una speranza.” spiega Leo Capobianco, rap-presentate di AVSI in Kenya.

AVSI è a Dadaab dal 2009 e la-vora perché le persone che ar-rivano possano ricominciare una vita degna. “In particolare, AVSI si occupa di educazione su richiesta dell’Alto Commissa-riato delle Nazioni Unite per i rifugia-ti (UNHCR), della Cooperazione Italia-na per lo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, con la Mount Kenya Uni-versity, UNICEF e il PCE, il Centro Per-manente per l’Educazione dell’Uganda, partner per la formazione in Africa. – Spiega Libero Buzzi, desk area di AVSI – In pratica AVSI costruisce e mette a posto scuole e centri educativi semi permanenti e organizza la formazione ai maestri che insegnano ai bambini.

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Anche nella carestiadel Corno d’Africa

l’emergenza è l’educazione Il punto essenziale è una presen-za centrata sulla persona, e non sui rifugiati o profughi, che ri-parta dalla sua dignità e alimen-ti la speranza. Per AVSI l’educa-zione non è solo apprendimento nozionistico, ma strumento per ogni individuo di crescere e sco-prire il proprio valore”.

In collaborazione con il Centro Per-manente per l’Educazione dell’Ugan-da, AVSI ha così avviato dei semi-nari educativi tra gli insegnanti sul valore della persona e sull’essere educatori. “Un modus operandi par-ticolare che la stessa UNICEF ha ri-conosciuto come innovativo e per il quale ha chiesto ad AVSI la collabo-razione, per gettare le basi per un nuovo metodo”. Il Centro educativo (PCE) è una piattaforma nata per ri-spondere all’emergenza educativa in Africa organizzando formazione agli insegnanti, seminari e incontri. Una realtà che ha già formato più di 14.000 persone tra cui professo-ri universitari, insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, guardie carcera-rie, assistenti sociali, medici, infer-mieri. Intitolato a don Luigi Giussa-ni la sua nuova e bella sede è stata inaugurata nel gennaio 2009 grazie ad una precedente Campagna Tende e a un fi nanziamento del Ministero degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, ONG spagnola partner di AVSI.

Abiba è una bambi-na madre di due fi -gli, di cui il secon-do nato nel campo a Dadaab. Ha la-sciato la Somalia senza dire nulla al marito, un nomade impossibile da rin-tracciare. È partita con la mamma, la fi glia di sette anni e uno nel pancio-ne. Era organizzata, aveva una mac-china e dei viveri, ma è stata assalita dai banditi prima ancora di arriva-re al confi ne che le hanno portato via tutto. Ha camminato due giorni

prima di trovare un’altra macchina che l’accompagnasse alla frontiera. Da qui ha proseguito a piedi, ha im-piegato altri due giorni per arrivare al campo di Dadaab. Ora vive con la mamma e i fi gli. Ancora non ha no-

tizie del marito. Mo-mina è una bellis-sima donna che ha lasciato la Somalia causa la guerra e la siccità. Durante il viaggio con i suoi otto fi gli ha patito

la fame e la stanchezza. Una not-te, mentre dormiva sotto un albe-ro, un facocero ha attaccato la sua famiglia, portando via il fi glio di 7 mesi. Rimessasi in cammino è sta-ta attaccata dai banditi, che le han-no portato via tutto. Ora a Dada-ab vuole solo che i suoi bambini vadano a scuola. “Chi raggiunge il campo a Dadaab ha bisogno di tutto: vestiti, pane e acqua. - Rac-conta sul Sussidiario Maria Li Gob-bi, cooperante AVSI in Kenya. - Mada subito domanda un luogo sicuroe scuole per i propri fi gli, per dareuna svolta allaloro vita. Se-gno della ri-cerca di una vita semplice e normale”.

Deogracious Adrawa Droma è un educatore ugandese del PCE chia-mato a Dadaab per la formare gli in-

segnanti: “All’inizio ero molto pre-occupato. Mi rendevo conto che mi sarei trovato davanti a persone che avevano un bisogno più profondo di quello che avrei potuto offrire loro. Ora, ripensando all’esperien-za, mi sento gratifi cato per la pos-sibilità offertami. Un giorno un insegnante mi ha detto che solo dopo la formazione ha capito il valore del suo lavoro nei confronti dei bambini che sono il solo e vero futuro”. L’educazione in campo di emergenza assicura e sostie-ne la vita. Offrendo spazi sicuri i bambini e i giovani imparano e di-ventano grandi. Le scuole, anche nell’emergenza, sono il cuore del-la comunità e rappresentano l’op-portunità per le future generazio-ni. L’impegno di AVSI a Dadaab con i suoi partner vuole essere la risposta concreta all’emergenza educativa in corso.

“A un certo punto una donna chia-ma le altre, ridono. Mi dicono di raccogliermi i capelli perché non si vede il viso. Ma non ho un elasti-co e così faccio fare ad una di loro, che mi fa una treccia - Scrive Victo-ria Martinengo, cooperante AVSI in Kenya, sul Sus-sidiario - Alla fi ne erano tutte contente e ride-vano soddisfat-te. Ripensando a questo piccolo gesto, sempre di più capisco che, è vero qui c’è fame, sete, terro-re negli occhi dei bambini, ma la vita non si ferma, la gente ride, come per far capire a noi, che spesso pensiamo di avere la risposta a tutto, che c’è altro, che la vita non fi nisce lì. No-nostante la disperazione, l’insicurez-za, la violenza e la crisi umanitaria, e l’impotenza che abbiamo di fronte a tutto, ammetto che lo sguardo di quella donna e il suo gesto mi danno la forza per andare avanti.”

alla radice dello sviluppo: il fattore umano Cosa permetteil cambiamento della persona a qualsiasi latitudine e in qualsiasi condizione si trovi? Questa rifl essione, decisiva per ogni intervento di AVSI nel mondo, lancia la campagna delle Tende, proponendo quattro progetti da sostenere che si prefi ggono di raccontare l’innescarsi dello sviluppo. Tutti gli anni, in prossimità del Natale, AVSI promuove la “Campagna Tende”, per raccogliere fondi, sensibilizzare e sostenere alcuni progetti esemplifi cativi, grazie al coinvolgimento di circa 300 gruppi di sostegno, un vero e proprio popolo. Lo scorso anno si sono svolti più di 700 eventi, tra grandi spettacoli, cene di gala, partite di calcetto e piccole merende. Sezione dedicata su www.avsi.org con tutto il materiale da leggere e scaricare.

degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, ONG spagnola partner di AVSI.

tracciare. È partita con la mamma, la tracciare. È partita con la mamma, la tracciare. È partita con la mamma, la

ONG spagnola partner di AVSI. ONG spagnola partner di AVSI. degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, degli Affari Esteri Italiano e di Cesal, ONG spagnola partner di AVSI.

Abiba

al campo di Dadaab. Ora vive con la mamma e i fi gli. Ancora non ha no-

la fame e la stanchezza. Una not-

mamma e i fi gli. Ancora non ha no-mamma e i fi gli. Ancora non ha no-

Momina

e scuole per i propri fi gli, per daree scuole per i propri fi gli, per dare

Maria Li Gobbi

KENYA: IL MAESTRO RICCARDO MUTI EIL RAVENNA FESTIVAL CON I BAMBINI DEL-LA SCUOLA “LITTLE PRINCE. Sabato9 luglio il maestro Riccardo Muti ha direttoil coro della Scuola Little Prince che a Nairobi, nello slum di Kibera, anche grazie al sostegno a distanza, offre educazione di qualità a 350 bambini. Hanno cantato “Va Pensiero” davanti al vice presidente della Repubblica, al Nunzio Apostolico, all’Ambasciatore d’Italia e a tantis-simi amici e personalità. Una giornata bellissima e veramente commovente: la musica classica non è parte della tradizione africana, ma la po-tenza della melodia e l’armonia degli strumenti sono state per tutti qualcosa di straordinario, e i bimbi delle baraccopoli, venuti al concerto, sono restati per due ore estasiati in silenzio! I genitori dei bambini hanno chiesto di invitare Riccardo Muti a tornare di nuovo: magari!?

Victoria Martinengo

KENYA, Anche nella carestia delCorno d’Africa l’emergenza è l’educazione.

HAITI, Ricostruire l’umano:un centro educativo per ragazzi

R. D. CONGO, Tutti a scuolacon il Sostegno a distanza

EGITTO, Sostegno alle scuole del Patriarcato Latino e formazione agli insegnanti

rifl essione, decisiva per ogni intervento di AVSI nel mondo, lancia la campagna delle Tende, proponendo quattro progetti da sostenere che si prefi ggono di raccontare l’innescarsi dello

Corno d’Africa l’emergenza è l’educazione.

HAITIun centro educativo per ragazzi

R. D. CONGOcon il Sostegno a distanza

EGITTOLatino e formazione agli insegnanti

LA DIMENSIONE UMANAdi Luigi Campiglio,

Ordinario di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Roosvelt, in un famoso discorso del 1932, teorizzò il suo pragmatismo affermando che “il paese ha bisogno e domanda una sperimentazione audace e persistente. È di buon senso adottare un metodo e sperimentarlo: se non funziona riconoscerlo con franchezza e provarne un altro. Ma soprattutto, tentare qualcosa”.Le esperienze (di AVSI) si collocano nel solco di un umanesimo pragmatico che presenta aspetti cruciali, in particolare l’ampiezza e la profondità degli obiettivi perseguiti, che pur ruotando intorno a un nodo centrale, come l’abitazione o l’istruzione, hanno coinvolto tutte le dimensioni sociali che a esso sono collegate, il che è potuto avvenire grazie alla qualità umana, oltre che professionale, di coloro che hanno realizzato i progetti.La ricerca delle radicidello sviluppo nelladimensione umanaappare, in quest’ot-tica, una prospet-tiva di lavoro.

(*Dalla presentazionedi “Alla radice dellosviluppo: l’importanzadel fattore umano.”Vedi editoriale)

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Ricostruire l’umano:un centro educativo per ragazzi

PROGETTO TENDE - HAITI

“Dopo quel terribile 12 gennaio del 2010, guardavamo impotenti i bambini più piccoli vagareper le vie del quartiere. Ci chiedevamo cosa ne sarebbe stato di loro, senza genitori, senza puntidi riferimento. Poi la richiesta coraggiosa del nostro staff: apriamo una scuola.” Da allora è stata

fatta molta strada. Il racconto di Fiammetta Cappellini, rappresentante di AVSI in Haiti

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Ogni mattina c’è una piccola fol-la rumorosa e disordinata che scende sparpagliata dalle col-

line dietro Martissant verso la strada nazionale: giovani mamme con bim-bi in braccio e 3 sacchetti per braccio, ragazzini già grandicelli con la sorel-lina per mano; tutti i bambini rigoro-samente in uniforme scolastica verde. “Verde AVSI” si dice a Martissant, a volte suona un po’ come in Italia quan-do si dice “verde speranza” e per molti quel verde è stata veramente la speran-za. Questi che arrivano sono i bambi-ni della scuola materna KinderDodo, la prima a riaprire dopo il terremoto nel popolosissimo quartiere bidonville di Martissant, a Port-au-Prince. Ci han-no supportati i nostri generosi soste-nitori del Sostegno a distanza, come anche gli amici di Mediafriends, che hanno fi nanziato la ristrutturazione

dell’edifi cio. Il 15 settembre 2010 ab-biamo aperto la KinderDodo: 80 bam-bini da 3 a 6 anni, tutti vittime del terremoto, la maggior parte orfani.

Come a Martissant, anche a Cité So-leil l’educazione è stata la nostra “prima emergenza”: dare ai bambini un posto “a misura di bambino”, dove

ci si dedicasse a loro, alla loro esi-genza di crescere in modo sereno ed equilibrato nonostante il contesto. Le scuole terminate in 15 mesi da AVSI a Port-au-Prince e operative sono 8, oltre a KinderDodo, con una media di 200 bambini. È la nostra piccola rico-struzione, realizzata grazie all’appog-gio degli amici di AVSI in Brasile e Portorico, grazie ad AVSI Usa, Sup-port (Germania), Avaid (Svizzera), e poi Mediafriends, CBAU e Resilience.

Il sito scolastico più grande che è stato costruito sorge su un terreno pubblico, donato dal Comune di Cité Soleil, proprio di fronte a place Fierte, che era il primo e più grande campo di terremotati della città. Persino l’Uni-cef, stupita di fronte all’entusiasmo e al desiderio di normalità di questi bambini, ha reso più elastici i propri

un posto “a misura di bambino”, dove

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Ricostruire l’umano:un centro educativo per ragazzi criteri e ha donato a ciascun bam-

bino un kit scolastico, nonostan-te non si tratti di una scuola pub-blica. Questo è divenuto un sito polifunzionale con diversi servizi per la comunità: bagni, acqua po-tabile, lavatoi, terreni da gioco, un blocco latrine e lavatoi, un centro nutrizionale, grazie al supporto di Gruppo Trevi.

Il centro nutrizionale con il suo blocco sanitario, in particolare, anima la piazza intera dalle 8 alle 14: è uno dei 6 centri di presa in carico della malnutrizione acuta e moderata, costruiti dopo il ter-remoto (5 già in funzione, uno da completare). Sorti come ambula-tori di urgenza in tenda, per poi riconvertirsi in centri nutrizio-nali, rispondono a tutti i rischi che comporta in questo contesto l’essere sottoalimentati o male-alimentati. Oltre 30 medici, pe-diatri, infermieri, nutrizioniste, ostetriche si sono alternati in turni estenuanti, portando cia-scuno la propria professionalità e umanità, e rendendo possibile il piccolo miracolo di questi cen-tri, realizzati in gran parte con i fondi dei nostri donatori privati, con il supporto di ACRI e dei fon-di emergenza delle Agenzie del-le Nazioni Unite. Oggi ricevono supplies specifi ci di Unicef e del World Food Programme, e sono riconosciuti dal Ministero della Salute come strutture di servizio pubblico comunitarie.

Ci sono anche realtà che nascono dall’apertura verso queste comu-nità che siamo chiamati a servi-re. È il caso degli “ateliers”. L’idea è nata da un problema: davanti al nostro uffi cio-tenda c’era un edifi -cio pericolante usato come latrina a cielo aperto dai terremotati del quartiere. Un serio problema per la salute di tutti. Abbiamo comin-ciato con due giornate di “corvée di quartiere”: AVSI ci mette le car-

riole e le pale, la gente le braccia, e abbiamo ripulito tutto. L’edifi cio pericolante è stato riqualifi cato: 6 laboratori, o atelier, ogni stanza una professione: artigianato ar-tistico, taglio e cucito, persino un ristorante comunitario. Ogni giorno un professionista viene qui a lavorare per metà giorna-ta e insegna ad altri facendo in-sieme. Fino a 60 persone turna-no ogni giorno tra apprendistato e produzione. Il lavoro per ripren-dere dignità. Quest’anno l’unifor-me scolastica dei loro bambini se la pagano da sé.

L’ultima grande sfi da è il centro educativo, con attività ricreati-ve, doposcuola appoggio psicoso-

ciale, il progetto più impegnativo e particolare: 12 aule, un grande gazebo in giardino e tanto spa-zio intorno. C’è spazio anche per i giovani per ritrovarsi, per gli in-segnanti per continuare a studia-re, per i genitori per trovare un so-stegno nel loro diffi cile compito educativo. Ce lo avevano chiesto i genitori, all’indomani della prima urgenza: un posto dove i bambini potessero crescere sereni e i geni-tori ricominciare a scoprire l’impor-tanza e la bellezza di occuparsi di loro, perchè la società haitiana da sempre è costruita sulla famiglia e se i legami forti che la costituisco-no vengono a mancare, se si sfalda il nocciolo duro della società, ogni ricostruzione perde di senso, sono solo edifi ci vuoti. E invece gli edi-fi ci di AVSI oggi sono pieni. Una realtà, grazie a BCC Treviglio, Il Germoglio e la campagna Tende del 2010. «L’idea è far vedere che una vita può essere diversa – af-ferma Alberto Piatti, Segretario Generale di AVSI - quando ci rie-sci questi ragazzi mettono nel bene la straordinaria energia che prima mettevano nel distruggere e di-struggersi».

Da Haiti in Italia Sherline, Wesly e Delva hanno 27, 28, 24 anni e lavorano nei progetti educativi AVSI a Port-au-Prince, a favore di bambini e adolescenti. Hanno partecipato come volontari al Meeting di Rimini, invitati da alcuni cooperanti italiani arrivati ad Haiti per aiutare la popolazione colpita dal terremoto. Dopo una settimana da cuochi e lavapiatti, hanno fatto un giro per l’Italia e hanno visitato anche l’uffi cio AVSI Sostegno a distanza a Cesena. Hanno raccontato la loro esperienza nei giorni del terremoto, e come questo evento li ha portati a sentirsi protagonisti in prima persona dell’aiuto alla propria gente, facendo nascere in loro una nuova speranza: in un momento di sconforto totale hanno saputo risollevarsi e porsi la domanda: come ricominciare? Hanno perso persone care, amici e familiari, ma si sono subito dati da fare perché si sono resi conto che in quella situazione ognuno poteva fare la differenza. E in Italia sono rimasti molto colpiti dall’interesse sincero e profondo dimostrato dai sostenitori italiani per i bambini di Haiti.

Quando la carità è una vera bontà Riprende l’iniziativa “Un culatello & C. di Zibello per AVSI”, organizzato dall’AVSI Point locale. “Ci siamo accorti che l’idea di abbinare un prodotto d’eccellenza a un gesto di carità ha ottenuto con nostra sorpresa un successo insperato. Il Culatello è stato il pretesto - racconta Alberto Stecconi, responsabile dell’iniziativa - il grimaldello per spalancare la generosità di tanti che hanno potuto scoprire il bello che si cela dietro il buono che si mangia. Siccome questo fatto ha stupito prima di tutto noi, abbiamo pensato di rilanciare la proposta provando a migliorarla con il coinvolgimento di altri “artisti” del buono della nostra terra”. La proposta per la nuova stagione si arricchisce anche con un vino fresco, salumi tipici e formaggio. Il prezzo di vendita è quello che si otterrebbe acquistando direttamente dai produttori,ma – grazie proprioalla loro generosità –una parte del ricavatoè destinato ad AVSI.Per acquisti:tel. [email protected]

Fiammetta Cappellini, rappresentante AVSI in Haitiè stata candidata al premio “Donna dell’anno 2011”.

Per fare un piccolo bilancio, dopo il terremoto del 2010,in 20 mesi ha coordinato uno staff di circa 30 espatriati

che si sono ruotati e 150 staff locali, in condizioni diffi cilie spesso estreme, portando a termine l’avvio di16 strutture riabilitate o costruite: 9 scuole,

5 centri nutrizionali, laboratori artigianalitra cui un ristorante comunitario.

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DOve SIAMO, COSA FACCIAMOLa Fondazione AVSI è una organizzazionenon governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnatacon 118 progetti di cooperazione allo sviluppoin 38 paesi del mondo di Africa, America Latinae Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia.

AVSI opera nei settori socio-educativo,sviluppo urbano, sanità, lavoro, agricoltura,sicurezza alimentare e acqua, energia e ambiente, emergenza umanitaria e migrazioni.

La sua missione è promuovere la dignità dellapersona attraverso attività di cooperazione allo sviluppo con particolare attenzione all’educazione, nel solco dell’insegnamento della Dottrina Sociale Cattolica.

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AGRICOLTURA, SICUREZZA ALIMENTARE E ACQUA

EMERGENZA UMANITARIA

ENERGIA E AMBIENTE

SOCIO-EDUCATIVO

SOSTEGNO A DISTANZA

SVILUPPO URBANO

AGRICOLTURA, SICUREZZA ALIMENTARE E ACQUA

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EMERGENZA UMANITARIAEMERGENZA UMANITARIA

ENERGIA E AMBIENTEENERGIA E AMBIENTE

LAVORO

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SOSTEGNO A DISTANZA

SOCIO-EDUCATIVO

SOSTEGNO A DISTANZA

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Paesi dove AVSIrealizza i suoi progetti

Paesi dove AVSI promuovele sua attività

118 progetti in 38 paesi

Stakeholders

1.481risorse umanecollaboratori, espatriati, consulenti,volontari e stagisti

700 partners locali

38.642 donors9.907 privati, 28.656 sostenitori a distanza, 79 pubblici

Network AVSI60 organizzazioni nel mondo

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AUSTRIAAUSTRIAAUSTRIA

POLONIA

SPAGNASPAGNASPAGNA

PORTOGALLOPORTOGALLOPORTOGALLOPORTOGALLOPORTOGALLOPORTOGALLO

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KAZAKHSTAN

LIBANO

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MOZAMBICOMOZAMBICOMOZAMBICO

SIERRA LEONE SIERRA LEONE SIERRA LEONE

COSTA AVORIO

NIGERIANIGERIANIGERIA

R.D. CONGO

CONGO BRAZAVILLECONGO BRAZAVILLECONGO BRAZAVILLECONGO BRAZAVILLE

RWANDAKENYA

BURUNDI

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SUD SUDANSUD SUDANSUD SUDAN

ETIOPIAETIOPIAETIOPIA

FEDERAZIONE RUSSA

THAILANDIATHAILANDIA

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DOve SIAMO, COSA FACCIAMO

Paesi dove AVSI promuovele sua attività

Annual report di AVSIcon il bilancio certifi cato:

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Costi progetto

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A scuola con il Sostegno a distanza

Un luogo certo e sicuroper i bambini

PROGETTO TENDE: SOSTEGNO A DISTANZA IN R.D. CONGO

AVSI è nata nel 1972 a Kiringye, Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), nella regio-ne orientale del Kivu. Nel 1999 è iniziato il sostegno a distanza e oggi AVSI è presente nell’area con numerosi progetti di emer-genza, educazione, agricoltura e sicurezza alimentare. Questeterre sono state per anni teatro di guerre, alleanze e separazioni di grup-pi armati e purtroppo ancora oggi la situazione è abbastanza instabi-le. Per noi in Italia non è facile ren-derci conto di cosa possa signifi care questa instabilità, ma ci basti pen-sare che nella zona di Karambi, per esempio, le famiglie, per rifugiarsi dagli eventuali attacchi, trascorro-no la notte nella foresta, senza al-cun riparo, per essere meno visibili. Per i bambini che non frequentano la

scuola è facile fi nire a lavorare nelle miniere o entrare a far parte di grup-pi ribelli o milizie. In questa situazio-ne è evidente l’importanza di garan-tire ai bambini la possibilità di una istruzione adeguata e fare in modo che la scuola sia un ambiente sicuro.

Grazie al sostegno a distanza i bambi-ni ricevono supporto per la frequenza scolastica, materiale didattico, attività di doposcuola, cure mediche in caso di bisogno, attività ricreative e visite familiari, così preziose dove i bambini vengono spesso trascurati e non han-no altre occasioni di vivere da bambini, giocare, divertirsi, socializzare. Inoltre corsi professionali (muratori, falegna-mi, taglio e cucito) che coinvolgono i ragazzi più grandi e in alcuni casi an-che i loro familiari; attività generatri-ci di reddito e campi comunitari per

i genitori, che coltivando insieme ga-rantiscono manodopera regolare e aumentano il loro senso di respon-sabilità, anche attraverso formazione e attrezzi; riabilitazioni di case, dove AVSI acquista lamiere, travi e pali men-tre le famiglie fabbricano i mattoni; cor-si di alfabetizzazione per le mamme, che hanno capito quanto sia importante leg-gere e scrivere vedendo ciò che i fi gli imparano a scuola; formazione per assi-stenti sociali e supporto agli insegnanti, perché l’educazione avviene innanzitut-to nel rapporto umano con un adulto.

Oggi i bambini sostenuti a distanza tramite AVSI sono 1.200. Ma il bisogno è enorme: già altri 200 aspettano un amico che da lontano voglia sostenere la sua speranza. Il tuo caffè al giorno può veramente fare la differenza!

Dania Tondini

AVSI aderisceal Sostegno a distanza in chiarodell’Agenzia per il Terzo Settore

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A scuola con il Sostegno a distanza

Un luogo certo e sicuroper i bambini Batechi è una ragazzina di

Goma, ha 16 anni, una malformazione alla colonna vertebrale e un ritardo mentale. Ha perso entrambi i genitori ed è rimasta sola col nonno e la nuova moglie che la maltrattava. Non riuscendo a frequentare la scuola è stata inserita in un centro per portatori di handicap, ma non venendo stimolata era regredita fi no a non saper più nemmeno pronunciare il suo nome. Gli assistenti sociali del sostegno a distanza l’hanno portata alla Maison Marguerite, che accoglie ragazze con problemi, per farle imparare un mestiere. Dopo soli due mesi, la ragazza ha imparato a prendersi cura di sé. È diventata più responsabile, al punto che le altre ragazze le affi dano i propri bambini quando hanno da fare. Ora Batechista frequentando un corso di cucinae di alfabetizzazione e speriamoche la sua famiglia la riaccolga.

Jolie è nata con una grave malformazione al cuore, dopo la perdita dei genitori è rimasta sola con la sorella di 15 anni. Fortunatamente nel 2003 un assistente sociale di AVSI l’ha inserita nel sostegno a distanzae Jolie ha iniziato la scuolae poi ha avuto la straordinaria opportunità di essere operata

in Italia. Oggi Jolie ha avuto un bambino, ha concluso il corso di cucina e prepara le pietanze in occasione di feste ed eventi. In questi 8 anni Jolie è stata supportata sempre dallo stesso sostenitore con cui è nato unlegame di fi ducia reciproca e di appartenenza.

Congo chiama Haiti:Elysée e MagalineElysée lavora in Congo per AVSI nel progetto sostegno a distanza. Paese diffi cile, condizioni di vita estreme, ma per Elysée vedere che tante persone in Italia aiutano i bambini bisognosi ha fattoaccendere anche in lei la scintilla: da maggio sostiene a distanza Magaline, una bimba di Haiti, si scrivono spesso, Elysée le ha anche mandato un libro di storie congolesi. Davvero un’amicizia dell’altro mondo!

Spot Sostegno a distanza su SkyDal 19 dicembre al 1° gennaio 2012 va in onda gratuitamente sui canaliSKY lo spot AVSI “Sostegno a distanza: l’ignoranza uccide, l’educazione salva la vita”. Nella lettera di Sky si legge: “La partecipazione, seppur indiretta, al raggiungimento di un obiettivo come quello perseguito dalla Vostra Organizzazione rappresenta per Sky Italia unprivilegio e un’assunzione di responsabilità coerente con l’impegno della nostra azienda nei confrontidella società civile ed in particolare dell’infanzia.”

al raggiungimento di un obiettivo come quello perseguito dalla Vostra

Aimée, assistente sociale AVSI Io ritrovo la storia della mia vita nel mio lavoro quotidiano e questo mi è di grande aiuto per comprendere meglio anche la situazione dei nostri bambini. AVSI mi ha aiutato a migliorare non solo il rapporto con i bambini del progetto, ma anche a migliorare le mie relazioni familiari con i miei fratelli e sorelle. Cerco con tutta la mia forza di aiutare i bambini ed i ragazzi che incontro quotidianamente, sensibilizzandoli, consigliandoli, e dicendo loro: “Approfittate della fortuna che vi sorride, studiate, abbiate dei sogni, credete in voi. Voi avete delle capacità, ce la potete fare. Coraggio!”

e dicendo loro: “Approfittate della

In un paesecome il Congoaccadono avvenimenti

che ci scoraggiano, ma sono

storie e sorrisi come questi

che ci fanno ritrovare

sempre la forza di affrontare

questo lavoro.

Alessia, Sostegno a distanza

Repubblica Democratica del Congo

In un paesecome il Congocome il Congocome il CongoIn un paesecome il CongoIn un paesecome il Congocome il Congocome il Congo

Solange è cresciuta solo con la madre e due fratellini. È sempre stata presa come esempio da tutti i compagni per la sua bravura e disciplina e ha terminato la scuola secondaria a luglio come prima della classe. Con il suo diploma in studi sociali, ha svolto un tirocinio in AVSI al Sostegno a

distanza nell’uffi cio di Rutshuru. Grazie a questa esperienza, Solange ha compreso che vuole diventare assistente sociale e sta cercando un lavoretto per potersi pagare gli studi universitari.

Ligilima Quando abbiamo chiesto ai nostri bambini di raccontare qualcosa della loro realtà agli amici in Italia, la piccola Ligilima ha realizzato con le foglie di banano la fi gura di una donna che porta il proprio bambino sulla schiena, come tradizionalmente fanno tutte le donne in Congoe molti altri paesi africani.Ha poi spiegato di aver scelto questa immagine, perché, simbolicamente, la sua sostenitrice la sta accompagnando in questo percorso come una mamma fa col proprio bambino.

I figli diBaudoinNel dicembre 2008 Baudoin, operatore AVSI in Repubblica Democratica del Congo, moriva a causa di un assalto a mano armata. Lasciava la moglie e 6 fi gli tutti in età scolare. Un appello ai colleghi di AVSI di tutto il mondo ha permesso di raccogliere fondi suffi cienti a garantire il percorso scolastico di tutti i ragazzi, e oggi il primo di loro, Christian, ha raggiunto il traguardo del diploma di ingegnere tecnico in elettricità industriale!

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un caffè al giorno,due lettere all’anno e

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PROGETTO TENDE - EGITTO

Il ventodella speranza

Un progetto in Egitto partico-lare, che nasce da una richie-sta altrettanto particolare del

Patriarca d’Alessandria Cardinale Antonios Naguib per il sostegno alle scuole cattoliche dipenden-ti dal Patriarcato Copto Cattolico nella Diocesi di Alessandria e in quella di Minya, a circa 250 chilo-metri a sud del Cairo.

Un intervento rivolto sia a bambini ed adolescenti che ai loro genitori e insegnanti, per favorire la maturazione per-sonale e l’integrazione sociale di queste persone che vivono in contesti diffi cili. Il proget-to delle Tende di AVSI in Egit-to si focalizza sull’educazione, nel termine più ampio, come spinta propulsiva per la pace e lo sviluppo. Una delle atti-vità principali del progetto è la formazione degli insegnanti attraverso l’organizzazione di corsi che privilegiano la con-sapevolezza del ruolo educati-vo di ognuno di loro, con par-ticolare attenzione ai soggetti a rischio, e il rafforzamento

delle conoscenze concernenti le tap-pe evolutive del bambino nelle sue relazioni con l’adulto, la famiglia, la scuola e il mondo esterno.

“Abbiamo vissuto dei giorni ango-sciosi, che il mondo intero ha po-tuto seguire sui media. I partiti e i gruppi di opposizione al regime e al governo hanno iniziato a organizza-re delle manifestazioni grandissime, a cominciare da martedì 25 genna-io. Chiedevano il «cambiamento», un cambiamento radicale e immediato del regime, della Costituzione, del governo e del presidente. Il presiden-te Mubarak ha cercato di soddisfare i manifestanti e l’opinione pubblica con delle concessioni parziali, che sono state considerate insuffi cienti. La fi ne è nota, ed è stata la dimissio-ne di Mubarak”. Ricordava così il Pa-triarca Card A. Naguib in una inter-

vista pubblicata su 30 Giorni a fi rma di Gianni Valente, gli eventi che han-no caratterizzato il suo Paese.

E adesso? Domandava il giornali-sta al Patriarca: “Secondo me c’è davvero la possibilità di avviare un processo che gradualmente porti l’Egitto ad avere una sua propria po-sizione tra i Paesi moderni. Un Pae-se civile e democratico basato sulle leggi, dove la libertà di ognuno sia

rispettata e dove i rapporti tra le persone siano regolati sulla base della cittadinanza condi-visa e comune, con pari diritti e pari doveri per tutti.”

Il 9 aprile piazza Tahrir del Cairo in Egitto diventa il sim-bolo della rivolta che verrà ricordata come la primavera araba. Al G8 di Deuville del mese di maggio 2011, vie-ne decisa la creazione di un fondo di aiuti per i Pae-si arabi che camminano ver-so la democrazia. Le opere educative cattoliche in terra d’Egitto favoriscono la pace e la fraternità, sostenerle è fondamentale per lo sviluppo dei popoli.

Il Card. Antonios Naguib, Patriarca d’Alessandria

Fai gli auguricon i nostri bigliettiAnche quest’anno, in vista delle festivitànatalizie, la cooperativa Inter Sinergy harealizzato il nuovo catalogo di biglietti augurali che sostengono AVSI e il Banco Alimentare.Nel 2010 quasi 600 aziende e singolepersone hanno aderito alla campagna deibiglietti augurali. Aiutaci a diffonderel’iniziativa, tra parenti, amici e aziende!Per info e ordini: [email protected], [email protected].

Inter Sinergy Soc. Coop. di SolidarietàVia Rancati 33 - 20127 MilanoTel. 02.28970004 - Fax [email protected]

Altre tipologie di bigliettisu www.avsi.org ewww.bancoalimentare.it.Tutti i biglietti sonopersonalizzabili conil logo della Tua Azienda.

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periodico della Fondazione AVSI, ONG-Onlus,in abbonamento postale gratuito ai donatori.

Direttore: Roberto FontolanRedazione: Maria Teresa Gatti, Elisabetta Ponzone, Dania TondiniGrafi ca: Accent on Design, Milano

Redazione: Fondazione AVSI, via Legnone, 420158 Milano - Tel. 02.6749.881 - [email protected]

ARRETRATI L’archivio completo è scaricabile dal sito www.avsi.org

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La primavera araba ènata qui, in questo Paese.Il progetto delle Tende si prefi gge di sostenere l’educazione nellescuole del Patriarcatod’Alessandria d’Egitto. Opere che promuovonola pace e favorisconolo sviluppo tra i popoli.

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UGANDA

FreeOcaya si atteggia da serio. Ma

basta una smorfi a della so-rellina e la bocca serrata si

scioglie in un sorriso eccitato. Fra-telli di sangue. Anche se nelle vene di Ocaya ne scorre uno diverso. Giocano allegri nel cortile davan-ti a casa, in una domenica senza scuola. Rema, l’ultima nata, cerca di partecipare ai loro caroselli, ma ad ogni passo, nel rincorrerli, inciampa su quelle gambette che hanno da poco impara-to a camminare. Ha voluto a tutti i costi un paio di orec-chini, come sua sorella, due mezze lune luccicanti, che portano fi ere con i loro vesti-ti svolazzanti di terra rossa e polvere, impregnati della gioia del gioco e della libertà di cor-rere senza pensieri. Quelli che invece Ocaya ha quando, tre volte al giorno, deve ricordarsi di prendere le dosi giornaliere di medicine antiretrovirali, che permettono di ridurre la carica virale dell’AIDS. Lo fa insieme alla mamma e al papà.

E così l’impegno pesa meno. È proprio quando Ocaya, a po-chi mesi di vita inizia ad am-malarsi, che Mary e Basil, su consiglio dei medici dell’ospedale, si sottopongono al test dell’HIV, ri-sultato positivo per entrambi. “Ora sarebbe meglio che tu non rimanga più incinta”, dicono a Mary le vici-ne di casa e le colleghe del merca-to. “Per non passare il virus anche ad altri fi gli”. Ma non si può ferma-re la maternità, soprattutto in Afri-ca. Soprattutto in Uganda. Venu-

ta a conoscenza della sua seconda gravidanza, Mary si reca immedia-tamente presso l’ospedale St. Jose-ph’s di Kitgum, dove viene iscrit-ta nel programma di prevenzione materno-fetale, realizzato grazie al sostegno di AVSI. Gloria nasce otto mesi dopo, sana e felice. Poi è la volta di Rema, anche lei HIV nega-tiva. Tra cinque mesi vedrà la luce

anche il piccolo Aneka, fi nalmente un fratellino maschio per Ocaya.

AVSI, da dieci anni, include nei pro-pri progetti sanitari la componen-te di prevenzione materno-fetale (denominata PMTCT), sostenendo i maggiori ospedali e centri sanita-ri dell’Uganda del nord. Questo pro-gramma, attraverso la somministra-

zione di farmaci antiretrovirali alla madre durante le doglie e a lei e al neonato entro 72 ore dal parto, insieme al monitoraggio delle modalità di allattamento, permette di ridurre almeno del 70% la possibilità di trasmis-sione del virus dell’HIV da ma-dre a fi glio, la seconda princi-pale modalità di infezione. In dieci anni di implementazione del programma, 136.300 madri ugandesi hanno usufruito dei servizi sanitari pre-natali gra-zie ad AVSI. Di queste, 128.325, il 94%, ha accettato di sotto-porsi al test dell’HIV, mostran-do un altissimo grado di fi du-cia nei confronti del sistema sanitario. Delle madri risultate positive al test dell’HIV, circa il 60% ha usufruito direttamente dei servizi di PMTCT che, ol-tre alla componente medica,

includono attività per lo sviluppo economico e sociale dei benefi cia-ri. La PMTCT infatti non si limita ad offrire alle mamme sieropositive la possibilità di partorire fi gli sani, ma a tutte le mamme di usufrui-re di servizi prenatali completi ed effi cienti, grazie al miglioramento del sistema sanitario e ad un soste-gno a tutta la famiglia.

A casa della famigliadi Ocaya a Kitgum, nord Uganda. Da sinistra la mamma Mary, incinta di 4 mesi, Ocaya in primo piano con la sorellina Gloria e il papà Basil con in braccio la piccola Rema. Photo courtesy: blossoming.it

L’Africa di ReggioriAlberto Reggiori ha 50 anni,sette fi gli e una professionedi medico chirurgo spesa in Uganda con AVSI per un decennio. Ha voluto raccontare

in un libro, “La ragazza che guardava il cielo” (Rizzoli) la storia di Zamu-Veronica, una donna ugandese, malata di Aids, direttrice del Meeting Point di Hoima, la cui vita è cambiata graziead una inattesa amicizia. Da leggere!

AVSI e Medicina&Personacontro l’AIDS In occasione delle celebrazioni internazionali del World AIDS Day (1 dicembre), AVSI con Medicina e Persona lancia una campagna a sostegno dei programmi di riduzione della trasmissione materno-fetale del virus dell’AIDS, dal titolo: “FREE: 10 anni di lotta all’AIDS in Uganda, 10 anni di bambini nati senza HIV.” La campagna vede il lancio di una pubblicazione che espone ed analizza i dati raccolti in dieci anni di implementazione del programma di prevenzione materno-fetale dell’AIDS (denominato PMTCT) in Uganda. Un cortometraggio giratoin Uganda e una mostra fotografi ca raccontanola storia: scaricabile dal sito avsi.org o direttamente dallo speciale: www.avsi.org/free

Dieci anni di lotta all’Aids.Dieci anni di bambininati senza Hiv. Unapubblicazione di AVSIlo racconta e lo conferma.In concomitanza conla giornata mondiale dell’Aids. di Valentina Frigerio

La copertina della pubblicazione

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O un/a bambino/a in ______________________________________________

(se desideri puoi indicare l’area geografi ca di preferenza Africa, America Latina, Medio Oriente, Asia, Est Europa)

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