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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO 80° del Santuario di Cristo Re I Magi videro la stella, e offrirono doni al grande Re Magi eam viderunt et magno Regi munera obtulerunt (Breviario romano) (Brev. rom.) I Magi videro la stella, e offrirono doni al grande Re Magi eam viderunt et magno Regi munera obtulerunt (Breviario romano) (Brev. rom.) I Magi videro la stella, e offrirono doni al grande Re Magi eam viderunt et magno Regi munera obtulerunt (Breviario romano) (Brev. rom.) I Magi videro la stella, e offrirono doni al grande Re Magi eam viderunt et magno Regi munera obtulerunt (Breviario romano) (Brev. rom.) Anno 55 - Novembre/Dicembre - “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Torino” nr 4/2011 Taxe perçue - Tassa riscossa - Torino CMP Nord

Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO...2011/11/12  · - Da Torino - Pomeriggi in musica con il sig. Mario Piovano « 34 - Da Parrocchia Gesù Crocifisso e Madonna delle

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Rivista delle suore POVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

80°del Santuariodi Cristo Re

I Magi videro la stella,

e offrirono donial grande Re

Magi eam viderunt et magnoRegi munera obtulerunt

(Breviario romano) (Brev. rom.)

I Magi videro la stella,

e offrirono donial grande Re

Magi eam viderunt et magnoRegi munera obtulerunt

(Breviario romano) (Brev. rom.)

I Magi videro la stella,

e offrirono donial grande Re

Magi eam viderunt et magnoRegi munera obtulerunt

(Breviario romano) (Brev. rom.)

I Magi videro la stella,

e offrirono donial grande Re

Magi eam viderunt et magnoRegi munera obtulerunt

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Fiamma di Carità2

Anno 55 - Novembre/Dicembre -“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Po-stale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB Torino” nr 4/2011

Direttore responsabile: canonico Carlo VallaroEquipe di redazione

Questo bollettino si invia a tutti coloro che lo desi-derano: si sostiene con le libere offerte dei lettorisul c/c postale 00362103 specificando la causaledel versamento.

Videoimpaginazione e stampa: Maja - Torino

Per testimonianze, relazioni di “grazie”, richieste di immagini, informazioni,

biografie, abbonamenti a questo bollettino, critiche, consigli, articoli e qualsiasi tipo di corrispondenza

scrivere a:

“Fiamma di Carità”“Fiamma di Carità”presso

Suore Povere Figlie di San Gaetanovia Giaveno 2 - 10152 Torino

Tel. - Fax 011.851.567E-mail: [email protected]

sito in allestimento:www.suoresangaetano.it

San Gaetano Thiene

Fiamma di Carità

FVD - Anno di grazia pag. 3La nostra Madre scrive... « 5Un nuovo beato per la Chiesa - Don Francesco Paleari « 7Al beato Giovanni Maria Boccardo « 10Serva di Dio Madre Gaetana FontanaI testimoni non chiedono nulla eppure ottengono tutto « 11Chiesa e lavoro da 40 anni « 14Cronaca- Le nostre feste di luce « 16- Lourdes « 24- Da Porto San Giorgio (FM) - 1° ottobre 2011 Festa di S. Teresa del Bambin Gesù « 25

- Da Pancalieri - Festa di Famiglia « 26- In comunione con la Chiesa che è in Roma « 27- Da Montaldo ScarampiAssemblea della diocesi di Asti sul mondo giovanile « 28

- Da Pancalieri (TO) - 60 anni di professione - Sr. Anna Maria « 30- Il Signore come compagno di viaggio « 31- Da Porto San Giorgio e da Torino Un anno nel cuore e nell’anima « 32

- Da Torino - Pomeriggi in musica con il sig. Mario Piovano « 34- Da Parrocchia Gesù Crocifisso e Madonna delle Lacrime (TO) - Un grazie lungo un anno! « 35Benvenuto don Stefano! « 36

- Da Novalesa - Abbazia S. Pietro - Estate 2011 L’Ottocento: lo spirito di santità scuote Torino « 37

Racconto- Il Lupo di Betlemme « 41Missioni- Da Fiata - Togo - Africa - “Merci ma soeur!” « 42- Dall’Ecuador - Dai monti al mare, missione in Ecuador « 46- Grazie « 48Allarga i confini della tua carità « 49Camminare con Cristo nella Chiesa - Piccole Sorelle Gaetanine « 51Accendi anche tu una fiamma di carità - Amici dei Beati Boccardo- Incontri “Amici dei Beati Boccardo” del Piemonte 2011/2012 « 53Ricordiamo nella preghiera « 54

Sommario

In copertina: “L’adorazione dei Magi”Vetrata del Santuario di Cristo ReLungo Dora Napoli 76 - 10152 Torino

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FIAT VOLUNTAS DEI

Mi sembra bello ed opportuno, in vi-cinanza del Natale, fare riferimentoalle parole di Benedetto XVI in occa-sione “dell’anno della fede” da Luiproclamato.

A n n o d i g r a z i aQuesto per dare impulso alla missionedella Chiesa “di condurre gli uominifuori dal deserto, in cui spesso si tro-

vano, verso la vita e l’amiciziacon Cristo”.“Sarà un momento di grazia edi impegno per una semprepiù piena conversione a Dioper rafforzare la nostra fedee annunciarlo con gioia al-l’uomo del nostro tempo”.Le parole del Papa sonoincisive. “La nuova evan-gelizzazione per la tra-smissione della fedecristiana” è impegno:“Voi siete tra i protago-nisti dell’evangelizza-zione nuova che laChiesa ha intrapreso e

porta avanti, non senza difficoltà, con

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lo stesso entusiasmo dei primi cri-stiani... imparate da Maria a essereumili e coraggiosi, semplici e pru-denti, miti e forti”.Con la lettera apostolica “Portafidei” il Papa ricorda che “il cri-stiano non può mai pensare che cre-dere sia un fatto privato perché lafede implica una testimonianza e unimpegno pubblici”.

“I rivolgimenti epocali e il succe-dersi delle grandi potenze stannosotto il supremo dominio di Dio;nessun potere terreno può mettersial suo posto”.“La fede proprio perché è atto di li-bertà, esige la responsabilità socialedi ciò che si crede”.Perciò è importante “credere nel-l’umile potenza della Parola di Dioe lasciare che Dio agisca”.Per questo Dio si è fatto uomo, que-sto ci ricorda il Natale.A tutti Buon Natale e Buon Anno.

Don Carlo VallaroDirettore

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Carissimi lettori di “Fiamma di Carità”, carissime Sorelle e Piccole Sorelle Gaetanine, carissimi Amici dei Beati Boccardo,

presto sarà nuovamente Natale. Scam-bio di auguri e di regali, vetrine illumi-nate e decorate, addobbi e tante altrecose che vogliono annunciare un grandeevento. Ma davvero, dietro a tutta questaesteriorità, si riesce ancora a capire qua-l'è la vera essenza del Natale?

“Il Verbo si è fatto carne ed è ve-nuto ad abitare in mezzo a noi!”

Dio viene in mezzo a noi; si fa uomocome noi, debole e fragile come tutti ibambini del mondo. Ha bisogno dellecure e delle attenzioni di una mamma edi un papà. Ha bisogno di braccia che losollevino, di sguardi amorosi che lo raf-forzino, di tenerezze che lo facciano sen-tire amato, di parole che lo stimolino. Edè Dio!È un mistero talmente grande e belloche, se ci fermassimo a contemplarlo, civerrebbe spontaneo esclamare: Oh! Chemeraviglia! -, proprio come fanno i bam-bini davanti ad un grande evento.Ricordo ancora gli occhi luminosi e

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La nostra Madre scrive...

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spontanei dei bimbi quando svolgevo ilmio servizio in una scuola dell'infanzia.Nel periodo natalizio eravamo im-mersi nei regali, come ora. Mi chiede-vano perchè a Natale ci facciamo tantiregali. Per far capire loro che Gesù è ilpiù bel regalo che Dio ha fatto al-l'umanità, avevo preparato un grandepacco dentro il quale avevo messo lastatua di Gesù bambino. Attorno a quelregalo che catturava l'attenzione ditutti, sperimentavo la spontaneità, l'in-nocenza, la bellezza e l'incanto deisentimenti più profondi di fronte aduna meraviglia.L'esplosione di gioia, le escla-mazioni, gli occhi carichi diluce e di felicità quando, final-mente, dopo una lunga serie disupposizioni di cosa potevacontenere, da quel pacco colo-rato, l'umile statua diGesù bambino con le brac-cia tese, si mostra all'atten-zione di tutti.Sì, carissimi. Lo stupore per ilmistero dell'Incarnazione ciinvada e ci faccia gustaretutta la meraviglia e la realtàche è racchiusa in questo avve-nimento più grande della storia.“Dio con noi” sconvolga la no-stra esistenza e ci faccia sen-tire le persone amate a talpunto, da permettere ad un Diodi assumere la nostra condi-zione umana.

“Evviva i pazzi che hanno capito cos'èl'amore” canterebbe Giuseppe Povia.Sgorgherebbe spontaneo e naturale il “vo-glio tornare a fare Oh! Che meraviglia!”,perchè davvero, un mistero così grandenon può che far impazzire di gioia.Buon Natale, carissimi, nello stupore,nel silenzio adorante, nella gratitudine,perchè Dio, in Gesù, ci ha fatto il regalodi se stesso.Con stima ed affetto.

Suor Teresa PonsiMadre

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l’ordinazione del Cottolengo).“Se volete conoscere a fondo un uomo,guardatelo bene quando sorride. Que-st’uomo è buono se il suo sorriso èbuono” ebbe a dire il grande Dostojevskij.Il sorriso inconfondibile di don Paleari fuil segno distintivo della sua bontà, che lofece amare da tutti.Francesco Paleari nacque a Pogliano Mi-lanese (MI) il 22 ottobre 1863, da AngeloPaleari e Serafina Oldani, penultimo diotto figli di cui due morti in tenerissimaetà. Era una famiglia povera, contadina,in cui si lavorava molto per mantenerla.Non mancava però la serenità e tanta fi-ducia in Dio.Crebbe sereno e gioioso, educato cristia-namente a una fede semplice e forte. Il

parroco di Pogliano scorse pre-sto in lui i segni della vocazionesacerdotale. Fu per superare ledifficoltà economiche della fa-miglia, ostacolo alla sua entratain seminario, che l’acuto Pa-store scrisse a Torino al supe-riore della Piccola Casa dellaDivina Provvidenza, un’operafondata da san Giuseppe Cotto-

A cura di don Dario Bernardo M. oblato benedettino

UN NUOVO BEATO PER LA CHIESAdon Francesco Paleari

Il beato Francesco Paleari proclamò la fama di santità del beatoLuigi Boccardo quando, assistendo alla tumulazione di PadreLuigi, esclamò: “Quel muro presto cadrà” (n.d.r., cfr., biografie delbeato Luigi Boccardo e “Il canonico Francesco Paleari” di Ettore Bechis, p. 203).

Il novelloBeato fu pa -dre spirituale del beato Luigi Boccardo.Ho messo insieme questo ve-loce profilo biografico attin-gendo a piene mani daivolantini pubblicati in occa-sione della beatificazione delPaleari avvenuta a Torino il 17settembre scorso (a centoventi-cinque anni giusti dalla sua or-dinazione sacerdotale e nelduecentesimo anniversario del-

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lengo (1786 - 1842), peraccogliere come in unacasa poveri, ammalati, di-sabili, bambini con diffi-coltà di cui prendersi curae testimoniare lorol’amore di Dio Padrebuono e provvidente.Fondò anche un piccoloseminario, per quantierano in ristrettezze eco-nomiche. Il seminario dei“Tommasini” (detti cosìperché posti sotto la protezione di sanTommaso d’Aquino) prepara preti per ilservizio all’interno della Piccola Casa, perle missioni e per il clero diocesano.Accolto dal primo successore del Cotto-lengo, padre Luigi Anglesio, France-schino in breve tempo si ambientòottimamente, vivendo con mitezza e im-pegno lo studio e la sua formazione allavita sacerdotale.Fu ordinato sacerdote il 18 settembre1886, a soli ventitre anni, dal cardinal Gae-tano Alimonda, arcivescovo di Torino.Negli anni della formazione conobbe afondo la realtà della Piccola Casa dellaDivina Provvidenza, “il Cottolengo”. Fucosì che il giovane Francesco Paleari sisentì chiamato a vivere il suo ministerosacerdotale all’interno della Piccola Casa.Entrò a far parte della “Congregazione deiPreti della Santissima Trinità”, fondata dalCottolengo che amabilmente chiamava“il mio padre”. Il carisma del fondatore fuaccolto e vissuto con docilità da don Fran-

cesco che si distinse nelsuo quotidiano e fedeleservizio pastorale a favoredei poveri, i quali eranocolpiti dalla sua finezzad’animo e dalla sua ama-bilità.Sono molti i testimoni chericordano l’intensità spiri-tuale del “Piccolo Pretedel Cottolengo”, comeveniva chiamato a causadella sua statura minuta.

Per la sua notevole preparazione fu inca-ricato fin da giovane di insegnare latino efilosofia nel seminario dei Tommasini, epoi anche ai Missionari della Consolata,fondati dal beato Giuseppe Allamano(1851 - 1926) di cui fu consigliere e col-laboratore. Un suo ex allievo ebbe a dire;“Per don Paleari la cattedra fu altare e pul-pito”. Pazienza, cordialità e persuasionerimasero indelebili nel ricordo dei suoi al-lievi.Nel medesimo tempo, conosciute le suedoti umane e spirituali, per don Paleari ar-rivarono dalla diocesi di Torino, semprepiù spesso, richieste di nuovi incarichi.Per più di quarant’anni fu confessore epadre spirituale del seminario diocesano,predicatore di esercizi spirituali ai preti edalle suore dentro e fuori della PiccolaCasa e ad ogni ceto di persone.Nel 1922 fu nominato Canonico dellaCollegiata della Santissima Trinità di To-rino, alla quale aveva già appartenuto ilcanonico Cottolengo.

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Don Paleari fu anche provicario generalee vicario per la vita consacrata (vicariomoniale si diceva a quel tempo) della dio-cesi torinese.Al giovane padre Anastasio Ballestrero(futuro vescovo di Torino) che spesso siconfessava da lui disse: “Ripeti spesso lapreghiera: Signore insegnami a farmifurbo, a farmi santo!”C’era da stupirsi per la mole incredibiledi lavoro che, con una calma inalterabile,riusciva a smaltire.Dal 1936 (anno di morte del beato PadreLuigi) a causa di una malattia cardiaca, fucostretto in pochi mesi ad una inattivitàquasi assoluta. Fu l’ultima grande prova,durata tre anni, vissuta con vero spirito difede. Basta ricordare una delle sue mas-sime che diceva a chi lo avvicinava: “Noidobbiamo essere nelle mani di Dio, comeun pallone nelle mani di un bambino chegioca. Quanto più forte la palla viene but-tata a terra, tanto più rimbalza in alto!”Don Paleari muore il 7 maggio 1939.La sua fama disantità fu imme-diata. Infatti il 6maggio 1946, lasua salma fu tra-slata dal cimiterodi Torino allachiesa del Cotto-lengo e tumulatavicino all’urna delfondatore san Giu-seppe BenedettoCottolengo.

Il giugno 1947, si aprì per don FrancescoPaleari il processo per la canonizzazione.Fu dichiarato venerabile il 6 aprile 1998 eil 10 dicembre 2010 fu approvato il mira-colo ottenuto per sua intercessione, che oralo ha portato agli onori degli altari.La sua vita fu un quotidiano, semplice efedele inno all’amore di Dio, nel quale hariposto la sua fede anche nei momenti diprova.“La Croce prima è amarissima, poiamara, poi dolce e infine rapisce in estasi”diceva don Franceschino, parole chefanno intravedere lo spessore della suaesperienza cristiana e sacerdotale.Alcune perle dai suoi scritti: “Fate delbene, fatene tanto, e poi gli altri pensinobene o male, a voi deve importare poco”,“Rompete tutto, ma lasciate intatta la ca-rità”, “Chi ha pazienza in ogni loco non fapoco”, “La nostra pazienza stanchi l’al-trui malvagità”.Di lui si disse: “Era la trasparenza di Dio,faceva vedere che Dio è vicino”.

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Chiamato dal grande Sovrano del cieloGiovanni divenne sacerdote del regno.Alta, sublime in lui vibrava la vita,verso il vertice della santitàdoveva volare spedita.A Pancalieri prescelto pastorearrivò nella festa del sole.Numerose le messidanzavano al vento,attendevano ansioseil suo intervento.Per attingere forza,per schiudere i cuori,s’immergeva in feconde orazioni.La Santa Messa era la vita della storia,il richiamo profondodel più grande sacrificio del mondo.

Giovanni Boccardo nell’azione spaziavaa tutte le pecore lui si donava.Ebbro di Cristotanti sacrifici faceva,in santa letiziala sua gente voleva.Amava la cattolica cultura,dei malati e dei miserisi prendeva cura.

Con la celeste Regina del cieloviveva, diffondeva il Vangelo.Incontrava ragazze piene di valori,le allevava, le nutrivacome suoi tesori;in loro sempre più cantava l’amore,finché piene di graziasi fecero suore.Se la fatica,la penuria si sentiva,la Provvidenza si faceva viva.

Sempre unito alla Chiesa sua madredella menzogna scacciava il padre.La sua virtù sempre più sfolgoravama l’ora della croce arrivava.Il suo corpo presto si paralizzò;ma lui a ringraziare Dio seguitò.Alla Madonna sgranava il rosario

al mondo donava il suo calvario.Un’ultima voltai poveri visitòe nelle braccia di Dio si addor-mentò.

Gian ClaudioVassarotto

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AL BEATO GIOVANNI MARIA BOCCARDO

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Vediamo di cogliere alcune sfaccetta-ture della spiritualità di Madre Gaetana.Lo faremo intervistando un gruppo dipersone che vissero accanto a lei in que-gli anni in cui la Congregazione andavaprendendo la sua fisionomia.Nella nostra intervista di inventato c’èsoltanto la interrogazione. Le rispostesono tutte letteralmente desunte da te-stimonianze scritte.- Madre Giuseppina Chiattone, ci vuoledire come si comportava Madre Gae-tana quando doveva rimproverare qual-che Suora?- Il rimprovero di Madre Gaetana erasempre un rimprovero dolce e persua-sivo. Se doveva ammonire qualche So-rella, con viso accorato che trapelavaun’intima emozione, faceva appello allaenergia per compiere il suo dovere. Le

armi usate nel campo di battaglia eranocarità, dolcezza, umiltà.- E se qualche Sorella si dimostrava unpo’ renitente ai comandi o agli invitidella Madre Generale?Ne soffriva profondamente e spingevail suo amore materno al punto di farepenitenza per le sue Figlie. Ma era dif-ficile resistere al suo richiamo, semprecosì dolce.Un pedagogista moderno ha scritto: “Ionon insegno quello che voglio, neanchequello che so, insegno quello chesono”.“Nel suo diario ‘Tappe della mia vita’René Bazin ha una pagina dove parla dialcune Comunità religiose francesi cac-ciate dalla loro patria e stabilitesi fra lepopolazioni protestanti dell’Inghilterra.Una di queste, fissata la sua dimora aWestgate-on-sea, in capo a una ventinad’anni riesce ad operare parecchie con-versioni di cattolicesimo. In qualemodo? Facendo propaganda religiosa?Affatto.“Hanno vissuto: ecco tutto. Votate al-l’insegnamento, rinchiuse in un chio-stro, han dedicato il loro tempo e le lorocure a delle giovani francesi che ven-gono, attraverso il mare, per chiedereloro un’impareggiabile disciplina dianimo e di mente”.

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SERVA DI DIO MADRE GAETANA FONTANAI testimoni non chiedono nulla

eppure ottengono tutto

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12 Fiamma di Carità

La casa madre di Pancalieri, il famoso “treno merci”

Un giorno un carpentiere che lavoravaalla costruzione del monastero e dellacappella, si presenta alla Superiora con-ducendo seco sua moglie e i suoi figligià grandi.- Signora – dice – chiediamo di essereistruiti nella vostra religione: essa è lavera.- Come l’avete capito, poiché noi nonabbiamo mai parlato insieme di questecose?- Ho visto la vita che conducete: ilsegno della verità è nella vostra virtù.- Madre Maria degli Angeli, ci vuole

dire qualcosa intorno alla concezioneche Madre Gaetana aveva dell’auto-rità? Era per lei un’occasione perfarsi servire oppure un mezzo perservire le consorelle?- Il Padre Fondatore le aveva detto:Essere Superiora non vuol dire co-mandare soltanto, ma prima di tuttoedificare le sorelle. Essere serva dichi necessita di aiuto, sacrificarsi peril loro bene. Essere madre e serva adun tempo. Madre Gaetana metteva inpratica questi suggerimenti e si de-

dicava ai più umili lavori.Vengono spontaneamente alla memoriale parole di Bergson nel suo volume“Le due sorgenti della morale”.“I testimoni trascinano dietro di sé lefolle. Essi non chiedono nulla eppure ot-tengono tutto. Non occorre che parlino,basta che esistano: la loro esistenza è unappello. Basta che il nostro pensiero ri-chiami la loro figura. subito vi sotto-mettiamo nell’immaginazione la nostracondotta, temiamo un loro rimprovero,siamo fieri della loro approvazione”.

La foto più antica che abbiamo della comu-nità dell’Ospizio di Carità: anno 1884;madre Gaetana è la suora più a sinistra

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Fiamma di Carità 13

Urna di madre Gae-tana: come ieri da-vanti all’Eucarestia,accanto a PadreFondatore, tra i suoipoveri

- Qual’era l’opinione che il Padre Fon-datore aveva di Madre Gaetana? Comesi comportava nei suoi confronti?- Era esigente o indulgente? Alla do-manda la stessa Madre Maria degli An-geli risponde:“Era esigente... Affermava: “E’ sul can-delabro, deve splendere di una bellaluce”.- Ricorda qualche giudizio di valore datodal Padre in confronto di Madre Gae-tana?Alla domanda Madre Carmela risponde:- Ricordo che il Padre diceva sovente:“Possiede un giudizio così equilibrato,un rettitudine di vedute, una serietà dipensiero che sorprende.- Come si comportava il Padre quandosi trattava di una interferenza di giurisdi-zione? Valorizzava la sua autorità oppureprendeva decisioni che erano in colli-sione con quelle di Madre Gaetana?Su questo punto Suor Angela Fumero èprecisa e riferisce:- Quando qualche suora andava da Luiper le cose esterne o per l’ufficio, era si-cura di sentirsi dire: “Ne hai parlato con laMadre? Parlane prima con lei e mi riferi-

rai il suo pensiero... Andate da lei con fi-ducia e serenità. Vedrete, saprà capirvi”.

Da: “Portava il Sole” di don Giovanni Barra

Novara 1957, pp. 83-87

GRAZIE, MADRE GAETANA!Continua per noi la tua intercessione

dal Cielo!Proteggi, come stai facendo, le no-stre famiglie, solleva le sofferenze,intercedi sante e gloriose vocazionisacerdotali e religiose, sostienici nel

cammino di ogni giorno verso la santità!

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La pastorale sociale e del lavoro è uno dei frutti del Concilio

ecumenico Vaticano II nella Chiesa italiana. In questo anno

compie i suoi primi quarant'anni di vita e l'ufficio centrale della Cei ha

radunato a convegno i direttori dei centri diocesani dal 25 al 28 ottobre a

Rimini.

La diocesi di Torino è stata presente con altre del Piemonte, ed è sicuramente

una fra quelle che hanno più dato crescita di consapevolezza della natura e

delle modalità di azione della Chiesa nel mondo del lavoro e nella società.

Il convegno tuttavia non ha voluto essere mera celebrazione di un tempo tra-

scorso ma il momento più esplicito per riaffermare la dignità del lavoro in

un presente fortemente condizionato da spinte della finanza e dell'economia

che tirano in altra direzione. L'intreccio poi con il cammino dell'intera

Chiesa in Italia sul piano dell'educazione alla vita buona del Vangelo ha det-

tato il “taglio” del lavoro svolto dai quasi 200 rappresentanti raccolti al

Centro Congressi in Romagna.

I lavori guidati da mons. Angelo Casile, direttore dell'Ufficio nazionale per

i problemi sociali e il lavoro, sono stati tracciati dalle relazioni del car-

dinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della

Cei, da mons. Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale del-

l'Università cattolica e del professor Evandro Botto di que-

sta stessa istituzione. Presente continuativamente per

quasi tutto il convengo, il presidente della commissione

episcopale per i problemi sociali e il lavoro mons.

Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di

Campobasso.

“Educare al lavoro dignitoso. 40 anni di

pastorale sociale in Italia”, il tema del-

l'incontro, si è sviluppato intorno a dieci

laboratori: lavoro e festa, lavoro e fami-

glia, etica ed economia, impegno sociale e

politico, giustizia e pace, custodia del

creato, imprenditoria femminile, forma-

zione professionale, Settimane sociali, pro-

getto Policoro. I partecipanti, fra i quali

diversi direttori laici, hanno portato il

contributo della loro esperienza. Per la

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Chiesa e lavoro da 40 anni

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delegazione di Torino, guidata da don Daniele Bortolussi, è stato possibile

mettere a confronto quanto proprio in queste settimane sta realizzando: la ri-

nata scuola di formazione all'impegno socio-politico, i numerosi progetti di

sostegno al lavoro e all'imprenditoria giovanile, il laboratorio di economia,

la scommessa sul riscatto del Sud attraverso il progetto Policoro. Si tratta

di un vasto campo d'azione, raramente sbandierato nei media, che conferma non

solo la vicinanza ma l'immersione della Chiesa torinese nelle problematiche

del lavoro e della vita sociale. È una tradizione che data dagli anni della

guida pastorale del cardinale Michele Pellegrino e passa attraverso testimo-

nianze chiave come quella dei preti-operai, si sviluppa negli anni della pa-

rabola ascendente e discendente della grande industria manifatturiera,

approda al presente di precarietà e di disoccupazione cronica che nel nord-

ovest del Paese si vive con quella particolare costante vocazione ad es-

sere”laboratorio” dell'intera comunità nazionale.

L'evidenza che Torino e la sua gente siano state, e tornino ad essere, segno

profetico di una pastorale sociale e del lavoro è dato non solamente dai fatti

e dai documenti, dalle esperienze innovative e dalla capillarità di un con-

fronto a partire dalla dottrina sociale della Chiesa, ma anche dall'emergere

di persone che hanno interpretato in modo estremo il servizio questi servizi.

Al convegno di Rimini è stato ricordato più volte il nome di don Mario

Operti, sacerdote torinese che diede ampio appoggio al sorgere e al consoli-

darsi della Gioventù operaia cristiana a Torino e in Italia, e fu per cinque

anni (dal 1995 fino al suo rientro a fianco del cardinale Poletto nella no-

stra diocesi) il direttore dell'Ufficio nazionale della pastorale per i problemi

sociali e del lavoro. Insieme a lui un altro piemontese è stato importante nei

quarant'anni trascorsi : monsignor Federico Charrier, vescovo di Alessandria

e primo presidente della commissione episcopale per i problemi sociali e il la-

voro, la giustizia e la pace.

Il ricordo più locale ma non meno forte è delle figure di don Carlo Carle-

varis e don Gianni Fornero, interpreti di un impegno costante della Chiesa

torinese a portare un po' più avanti la frontiera del rapporto con il mondo

e con le sue espressioni più interrogative. Intorno a queste e ad altre fi-

gure-chiave si dovrebbe recuperare una storia che solo la polvere del tempo

vuole farci apparire marginale rispetto al tutto.

Lo stimolo a riguadagnare dignità al lavoro di ciascuno, e prima ancora a

fissare l'importanza di avere tutti un lavoro come condizione necessaria per

una positiva identità sociale e di cittadinanza, può essere il nuovo punto

d'avvio per un'azione educativa e pastorale che porti il vangelo delle buone

pratiche economico-sociali fra la gente comune.

Antonio LABANCA

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C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a

Da TorinoSantuario di Gesù Cristo Re

le nostrefeste di luce

SABATO 19 NOVEMBRE 2011ORE 17

Suona, la campana del santuario di GesùRe, il suo squillo argentino, sulla nota di“re”, come l'ha voluta il beato Luigi Boc-cardo, fondatore del santuario, si spandetra le abitazioni lungo il fiume Dora,oggi come ieri, 80 anni fa. LaCasa di Dio è tra le nostrecase, per ricordare a tutti nonsolo la terra, ma il Cielo: il Si-gnore ci aspetta, ci invita,vuole parlarci, vuole venire tranoi e chiamandoci al suo ban-chetto divino, con la Sua Pa-

Solennità diCRISTO RE 2011

80° Anniversariodella consacrazione

del SANTUARIO

B. LUIGI BOCCARDOFondatore

del Santuarioa 150 anni dalla

nascita

rola e il suo Pane di Vita ci indica lasperanza, la gioia, l'amore che nonavrà mai fine.Molti hanno accolto il suo invito, sa-bato 19 novembre, e alle ore 17 il San-tuario, nella sua delicata bellezza, erasplendido e gremito. Don Paolo Ripadi Meana, (vicario episcopale per lavita consacrata), col rettore del san-tuario canonico Sebastiano Galletto,don Stefano Cheula, che proprio ilgiorno 20 novembre, l'indomani, farà

l'ingresso parrocchiale al SS. Crocifissoe Madonna delle Lacrime (parrocchiasotto la quale è il Santuario di Cristo Re);padre Leonardo, Sacramentino e donCarmine Arice, dei sacerdoti cottolen-ghini, sono pronti per la solenne Conce-lebrazione eucaristica, che ricorda bentre avvenimenti importanti: la Solennità

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di Cristo Re dell'universo nel santuarioa Lui dedicato; l'80° del santuario stesso;i 150 anni dalla nascita e il 75° dallamorte del beato Luigi Boccardo.Le suore non vedenti “Figlie di GesùRe”, parte contemplativa della congre-gazione delle suore “Povere Figlie diSan Gaetano”, sono nei primi banchi,come le sentinelle del Re dei re, le ado-ratrici del Signore della vita e della sto-ria, coloro che “stanno” come custodidella soglia per indicare a tutti il cam-mino dell'in-contro conDio, il Primoe l'Ultimo, ilCristo Red'Amore cheregna dallacroce. I giovani delcoro della par-rocchia, con lechitarre, gui-dati da Mauro e da Francesca, cantanoa Cristo Re la lode e la gloria, con tutto

il popolo che prega congioia. Sono momenti dieternità, di serena bel-lezza, in cui la liturgiadella terra si unisce aquella eterna del Cielo.All'inizio della Celebra-zione, il saluto caldo egioioso del rettore don

Sebastiano, che ha ricordato anche labella coincidenza dell'ingresso del nuovoparroco don Stefano che è stato suo al-lievo in Seminario. Mons. Paolo Ripa haquindi invitato tutti a chiedere, per inter-cessione dei beati Luigi e GiovanniMaria Boccardo, un cuore che sappiadonarsi con generosità piena a Gesù Cri-sto nostro Re. Siamo distratti da tantecose, che ci distolgono, ma noi vogliamoadorare solo Gesù Cristo nostro Re e ap-passionarci sempre più a Lui. Nella sua

omelia, donPaolo ha ri-volto un sa-luto a tutti, alrettore donSebastiano, a

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don Stefano, che nella nostra Diocesiopera anche presso il Tribunale ecclesia-stico regionale piemontese; ai concele-branti, a tutti i presenti, alle Suore di SanGaetano e in modo particolarissimo alleFiglie di Gesù Re perché oggi è la lorofesta. Gesù, che ha parlato tantissimo delRegno di Dio, ci invita a vivere questasolennità non con timore, ma con sensodi grande fiducia e serenità, perché ilfatto di riconoscere che Cristo è il Si-gnore del mondo ci offre una misuraeterna della vita e della storia. Vuol direche il mondo non è affidato al caso, maha un inizio, ha un pro-getto, è compreso dentrouna storia più grande cheè nella presenza di CristoRe dell'universo che dàsenso alla vita intera, cen-tro verso cui tutto simuove.

La regalità di Cristo si esercita nonin modo oppressivo, ma amante.Il suo è lo stile del Pastore, che in-dica la premura di Dio, Re e Pa-store: cercare, seguire, portare alpascolo, far riposare, cercare la pe-cora perduta, rassicurare la smar-rita, fasciare la ferita, curare lamalata. Egli estende la sua pre-senza anche là dove noi nonavremmo mai immaginato dipoter osare. Il nostro Dio è un Dionascosto. Noi siamo abituati a cer-

carlo nelle nostre chiese, nei nostri san-tuari, ma Egli ci ama là dove noi siamo,anche nelle situazioni più oscure dellanostra vita quotidiana. Il Signore si iden-tifica con i piccoli, con quelli che hannofame, freddo, coi malati, con quelli chesoffrono la solitudine, con quelli chehanno bisogno di tenerezza, coi carce-rati, che soffrono in una cella: ci siamomai domandati perché i carcerati sonoquasi sempre di origine povera? E' per-ché non hanno mezzi per difendersi. An-ch'essi, i carcerati, fanno parte dei piccoliai quali è riservata la piena sovranità di

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Cristo. La nostra condivisioneattraverso i gesti umili dellapietà, che viene dalla fede, cifa entrare nel Regno di Cristo.Non siamo noi a visitareDio nel povero, ma è Luistesso che ci viene incontronella persona dei poveri enoi, che credevamo di es-sere dei benefattori, siamoin realtà dei grandi benefi-cati. Il regno di Dio è un regnodi amore, concreto, un“fare” che ha attinenza conla concretezza della vita,come il dar da mangiare,da bere, far trovare casa,curare i malati, visitare i carcerati. Lasola cosa che porteremo di là, nell'altravita, sarà la carità, le lacrime dei soffe-renti che avremo terso e consolato, e sa-remo beati se chi soffre in qualunquemodo, avrà ricevuto da noi coraggio eforza per andare avanti. Il metro del giu-dizio non è il denaro né il potere, né ilsuccesso, ma il bene. Devo stare in guar-dia a non presentarmi a Lui, al Signore,con le mani volutamente chiuse.Celebrando gli 80 anni di questo belSantuario, possiamo dire che la sintesidella vita dei nostri Beati, i fratelli sacer-doti Giovanni M. e Luigi Boccardo siastata una carità fattiva, che li ha resi tuttoa tutti con cuore e mai aperte a tutti. Cri-

sto Re, per loro, era la sola re-altà che contava, e l'amoreverso i Suoi poveri nei qualiEgli si identifica. Auguria-

moci di essere quelle persone che il Si-gnore riconosce, perché la nostra vita èstata impostata sul filo conduttore del-l'amore.Al termine della celebrazione, Suor Fe-derica Battistella, Segretaria generaledella nostra Congregazione, a nomedella Madre generale M. Teresa Ponsiche è in visita alla comunità del Togo –Africa, ha rivolto parole di ringrazia-mento al Celebrante presidente e a tutti ipartecipanti.Don Paolo Ripa e i concelebranti si sonoportati poi davanti al sarcofago dove ri-posano le spoglie del beato Luigi Boc-cardo, in fondo al Santuario e si è vissutoil momento della benedizione del bellis-

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simo mosaico, preparato dalladitta Craviolatti figlio, rappre-sentante il beato Luigi chepare venga a dirci la gioia diessere “per la misericordia diDio, sacerdote”, e a interce-dere per noi grazie di bene e disantità dal suo Re e Signore,che ha celebrato con la vita eora canta per sempre con Lui.L'attuale mosaico richiama il grandemosaico dell'abside, della ditta Gia-nese di Venezia, che fu offerto alPadre Luigi dai sacerdoti della dio-cesi di Torino in occasione dei suoi50 anni di Messa, nel 1934, a treanni dalla costruzione del Santuariodi Cristo Re. La letizia della festa è continuata conun momento conviviale, terminato ilquale, alle ore 20, è iniziato il con-certo “Nuovi talenti”, in cui i nostribravi giovani arpisti delle Marche, i fra-telli Cavallo, Enea, Erica ed Evita, cihanno donato, nel salone sottochiesa,momenti di musica soave e melodiosacon le loro grandi arpe e il dolce suonodel violoncello. Hanno eseguito, a duearpe o ad una sola, e col violoncello,brani di musicisti classici, come la Car-men di Bizet, il minuetto di Bach, l'AveVerum di Mozart; brani dell'800 e del900, e altri. Una famiglia, quella dei gio-vani musicisti, che vive in autentica ar-monia, non solo musicale, ma di vita!

Abbiamo così potutochiudere in bellezza ve-ramente armoniosaquesta giornata così in-tensa di avvenimentiimportanti e belli nonsolo per la nostra Fami-glia religiosa, ma per

tutta la Chiesa che è in Torino, poiché ilsantuario di Gesù Cristo Re è la primachiesa, in Piemonte dedicata alla rega-lità di Cristo, e si presta molto bene adaccogliere in preghiera fedeli che desi-derano offrire la loro adorazione a Cri-sto Re e anche vivere momenti di pacee di riconciliazione con Dio nel sacra-mento della riconciliazione. Vogliamoringraziare il beato Luigi Boccardo, checi ha donato questo bel Santuario e con-tinuare a farlo echeggiare della lode, be-nedizione e preghiera a Cristo Re.

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il regno d'amore di Cristo ri-mane e rimarrà in eterno,mentre i regni umani, soprat-tutto se fondati sulla violenza,sono destinati a finire, come ledittature che erano sorte inquei tempi, nel primo nove-cento, e poi sempre. Il giorno17 novembre, don Sebastianoha trattato “il mistero del tem-pio”, come lo chiama S. Ago-stino: mistero perché il“tempio” è qualcosa di ben piùgrande di quel che si vede:comprende il tempio, l'edifi-cio, del culto divino, fatto perraccogliere i fedeli in pre-

ghiera, ma anche iltempio vivo, chesiamo noi battezzati,fondati sulla pietra an-golare che è Cristo,pietre vive del tempiodi Dio, che è laChiesa; noi che ab-biamo risposto allasua chiamata e chequi, in questo edificiomateriale, troviamosostegno, aiuto, forza,

dal Pane della Parola e dei Sacramenti,per superare le inevitabili stanchezze edifficoltà del quotidiano. Il 18 novem-bre, l'omelia di don Sebastiano ha pre-sentato la figura del beato Luigi

DOMENICA 20 NOVEM-BRE 2011 ORE 9, SO-LENNITÀ DI NOSTROSIGNORE GESÙ CRISTO, RE DELL'UNIVERSO,il Santuario ha nuovamente in-nalzato al Re d'Amore il suoGrazie più bello con la Cele-brazione eucaristica presiedutadal Rettore del Santuariostesso, il canonico SebastianoGalletto, che è il sesto succes-sore del nostro Beato LuigiBoccardo come rettore e chenei tre giorni precedenti a que-ste nostre belle ricorrenze ciaveva preparati con la predica-zione in cui ha spiegato gli avveni-menti che abbiamo celebrato. Ilgiorno 16 novembre, ha ricordatocome è nata la solennità di Cristo Redell'universo, che il Papa Pio XI,durante il giubileo del 1925, ha do-nato alla Chiesa ricordando che solo

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Boccardo, ricordando i150 anni dalla sua nascita,e la sua santa morte pro-prio in questa casa, 75anni fa, il 9 giugno 1936.Prezioso il suo ministeroper 30 anni alla Conso-lata, come formatore, pre-dicatore, professore delgiovane clero della nostradiocesi e poi, continuatoredella Congregazione delleSuore di San Gaetanofondata dal fratello, il beato GiovanniMaria. Famiglia religiosa che egli aiutòa crescere, consolidò, diede una nuovacasa generalizia in Torino, e dopo il1925, fondò accanto ad essa questa bellachiesa, dedicata a Cristo Re, aiutato datanti benefattori. Mons. Maurilio Fossati,poi Card. Arcivescovo di Torino, consa-crerà questa chiesa il 24 ottobre 1931.Nel 1932 “Padre Luigi” fondò le Figliedi Gesù Re, nella Famiglia gaetanina,

che formò per l'adorazione perenne diCristo Re. I beati fratelli Boccardo, sonoun vero dono per la Chiesa tutta. Adessotocca a noi, ognuno nel suo ambito di re-sponsabilità, portare avanti le belle in-tuizioni dei Santi che ci hannopreceduto.Il 20 novembre è anche la Festa liturgicadel Beato Giovanni Maria Boccardo,fratello e padrino di battesimo del BeatoLuigi. Nell'omelia, don Sebastiano ha

collegato la Festa della regalitàdi Cristo, Re Pastore di miseri-cordia, con la visita del SantoPadre Benedetto XVI in Africa,nel Bénin (dove oggi è anche lanostra Madre, M. Teresa, conSr. Rosanna Vicaria generale eSr. Antonica, Consigliera). E haanche ricordato il beato Gio-vanni Maria Boccardo, che hainiziato la Famiglia religiosa

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delle Suore di San Gaetano per portarenel mondo la provvidenza e la carità diCristo Buon Pastore, che va in cercadella pecorella smarrita, malata, piagatanel corpo e nello spirito. Don Sebastianoha poi parlato del Bénin affermando chela scelta del Papa di andare in quella terrad'Africa, un tempo il Dahomey, è statamolto ben fatta, per aiutare e sostenerenella fede questo popolo, che in tempinon molto lontani ha visto partire dallasua terra molti giovani resi in schiavitù eche attualmente ha un indice di morta-lità infantile molto alta. Come c'è biso-gno di un Pastore, che voglia bene aqueste persone così provate da malattie eda tante sofferenze! E i Santi, come de-vono aiutarci! Ringraziamo Cristo Re,preghiamo, siamo generosi con questi ei tanti fratelli sofferenti e in necessità, quie dovunque nel mondo. Vogliamo dedi-

care questa Liturgia Eucaristica comepartecipazione nostra e compagnia alviaggio del Papa, e così Cristo sarà danoi onorato e sempre più glorificato.Ha poi ricordato che i due fratelli Beatisono complementari l'uno all'altro: unoè parroco e fondatore di una Congrega-zione di suore di vita attiva, le “PovereFiglie di San Gaetano” (il Beato Gio-vanni Maria Boccardo), e l'altro, P.Luigi, è direttore spirituale e fondatoredi una comunità di vita contemplativa in-serita nella Congregazione gaetanina, lesuore non vedenti “Figlie di Gesù Re”.Nella Chiesa risplendono per questa me-ravigliosa unione di carismi che si com-pletano a vicenda, e dimostrano che dafamiglie sane e sante la santità è facili-tata e produce i suoi frutti di vita e diamore per la Chiesa e il mondo. L'animazione liturgica di questa intensa

e bella Celebrazione èstata offerta dal Gruppoliturgico vocale “SonusLaudis” di Maurizio Ma-nino, con Marialaura,Alessandro e amici, checon gioia e delicato im-pegno ci accompagnanonelle nostre ricorrenze efeste, rendendole belle earmoniose. Rendiamograzie e gloria a Cristo,Re!

Sr. L. P.

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Andare a Lourdes è una esperienzache fa bene al cuore. Ti dà la netta sen-sazione di incontrarti con la Mamma.Sembra una necessità, un bisogno del-l'anima. L'ho capito bene nella richie-sta di Suor Fortunata. Vivendoquest'anno il 50° della Profes-sione religiosa, mi ha espressoil suo desiderio:“Sono già stata a Lourdes, mail mio grande desiderio sarebbequello di tornare ancora unavolta”.Può una Madre non accogliereil desiderio di una figlia? Anzi,vista l'occasione mi sono pro-posta come accompagnatrice, insiemead altre due sorelle. Per me era laprima volta, quindi occasione ecce-zionale da non perdere.Il viaggio in treno nel pellegrinaggiodal 4 al 9 settembre 2011, l'incontrocon i tanti ammalati, la disponibilitàdelle “dame” dell'UNITALSI, le pre-ghiere, la folla di pellegrini, il clima,tutto mi è parso straordinario, tanto danon farmi pesare un briciolo di stan-chezza.Quella grotta è un centro di attrazione,e non vorresti più staccarti da lì. Hopotuto constatare che a Lourdes i ma-lati sono considerati i “padroni”, i

“protagonisti”. Quanta attenzione perciascuno di loro! Sempre in prima fila,sempre al centro dell'attenzione, cu-stoditi con tanta tenerezza da tutti glioperatori, da far scaturire spontaneal'esclamazione: “Qui la persona è dav-vero un grande valore!”.Anche il bel tempo ci ha accompa-gnate, e nell'azzurro del cielo ho di-

pinto il GRAZIE più grandeper una meraviglia che mi haavvolta di commozione e dipace.Esprimo la gratitudine agli or-ganizzatori dell'UNITALSI, aElvira e a Eugenio, a Edda eToni, a Rino e Gianna, a Dolo-res e Toni, a Rosa e a tutti co-loro che ci hanno fatto gustare

l'esperienza in un clima di familiaritàe di amicizia, gettando nel nostrocuore una sana “nostalgia” di Lour-des.

Suor Teresa Ponsi

Lourdes

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Il 1° Ottobre, tutte le Suore di S. Gae-tano sono in festa per celebrare congioia l’Onomastico della SuperioraGenerale: Madre Teresa Ponsi.In quel giorno, da tutto il mondo dovesono presenti le nostre suore, Brasile,Ecuador, Argentina, Africa, Italia ar-rivano tanti messaggi di auguri, sms,letterine, e-mail, telefonate, per espri-mere affetto, amore, vicinanza e rico-noscenza alla Madre.Quest’anno l’idea geniale di dare l’av-vio in modo originale ai festeggia-menti di S. Teresa è stata proposta inuna nostra riunione da una sorellamissionaria: “Un pellegrinaggio nelleMarche a Porto S. Giorgio (FM)”, siaper festeggiare in modo originalel’Onomastico dellanostra Madre, sia perincontrare le Sorelle

che lavorano in quella regione e le So-relle anziane che abitano nella “Resi-denza S. Gaetano”.Subito tutte abbiamo accolto questainiziativa, poiché avrebbe comunicatogioia a molti. Insieme ci siamo attivate

per dare concretezza a questo evento,espressione del nostro sentimento diamore e riconoscenza, verso “chi...”il Signore ci ha donato come segnodella Sua Presenza tra noi.

Da Porto San Giorgio (FM) - 1° Ottobre 2011

Festa di S. Teresa del Bambin Gesù

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Il viaggio in pullman programmatoper raggiungere la comunità ospitantedi Porto S. Giorgio si è rivelato ancheuna bella occasione per poter prenderevisione della cappella delle Suore, ap-pena ristrutturata e rimessa a nuovo,in modo veramente splendido. Ma so-prattutto, nel viaggio di ritorno, ab-biamo avuto la grande gioia di potervisitare il Santuario di Loreto. AllaVergine Lauretana abbiamo affidato lanostra carissima Madre e tutti i nostri“assistiti”, parenti, amici e benefattori.Madre Teresa è rimasta molto con-tenta di vedere, anche in questa occa-sione, suore e laici collaborare “unitiin un sol cuore”, proprio come desi-derava il nostro Fondatore.

R. A.

Da Pancalieri

Festa di Famiglia

Abbiamo accolto il 14/10/2011 nella nostraComunità la Madre, Sr. Teresa Ponsi, per fe-steggiare il suo giorno onomastico. Momentointenso di “comunione”, di “unità” iniziatocon la Celebrazione Eucaristica presieduta dadon Gabriele Camisassa e concelebrata daiSacerdoti presenti nella Casa di Riposo.Don Gabriele ha evidenziato un pensieromolto bello ed importante: “Siamo tutti incammino verso il sole che è Gesù”, que-sta la santità a cui siamo tutti chiamati.Santa Teresa è una grande Patrona per lanostra Madre, ma è anche da imitare nelladiversità e nella “santità”.È stato gioioso il momento conviviale atavola, ma soprattutto nel pomeriggiodove si è sentita la comunione nell’ilarità.Una proiezione ha ribadito il pensiero“camminiamo verso il Sole”, “cammi-niamo sulla strada che han percorso iSanti tuoi. Uno sguardo intenso ai nostriBeati, a Madre Gaetana e a S. Teresa”.Sono susseguite scenette scherzose chehanno creato un vero clima di allegria.Madre, rinnoviamo i nostri auguri concuore di figlie affezionate.

Grazie di tutto.

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Anche noi, Suore di S. Gaetano, quali fi-glie della Chiesa, sabato 8 ottobre 2011abbiamo partecipato nella Basilica Vati-cana in S. Pietro, alla “Festa di famiglia”con suor Valentina Dako e i suoi molti pa-renti, venuti per l’occasione dal Bénin, perla solenne Celebrazione dell’OrdinazioneEpiscopale di Mons. Bartelemy Adouko-nou, Vescovo titolare di Zama Minore eSottosegretario del Pontificio Consigliodella Cultura (zio di Sr. Valentina).L’Ordinazione è stata conferita da S. Em.Rev.ma Cardinale Tarcisio Bertone, daS. Em. Cardinale Gianfranco Ravasi e daS. Em. Cardinale Giuseppe Bertello.In questi giorni solenni,trascorsi a Roma, ab-biamo sperimentatoin concreto la “fra-

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In comunione con la Chiesa che è in RomaLa Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio

tellanza universale”, l’unione possibiletra culture, la collaborazione e l’amorereciproco tra popoli tanto diversi maugualmente ricchi di umanità, solida-rietà, fraternità. Abbiamo vissuto unevento pienamente di Chiesa e piena-mente africano.Il trovarsi tutti insieme, in un clima digioia, di luce, di fratellanza, faceva emer-gere un’Africa nuova, un’Africa che pos-siede un dono da fare a tutta l’umanità.Questo evento è stato per tutti un salto inDio, un salto nella grande famiglia che èla Chiesa Universale.

R. A.

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Nei giorni 22-23-24 settem-bre 2011 si è tenuta l'as-semblea diocesana,program mata dal nostroVescovo Mons. France-sco Ravinale, pressol'Istituto degli Oblati diS. Giuseppe di Asti.Erano presenti l'Arcipretedon Giovanni Conti, par-roco di Montegrosso eMontaldo, Sr. Antonella delle PovereFiglie di S. Gaetano ritornata nella no-stra piccola comunità dopo lunghianni di assenza, molti sacerdoti e tan-tissimi fedeli. L'assemblea era incen-trata sul mondo giovanile e ci invitavaa riflettere su un tema di grande attua-lità, legato alla fede e al futuro dei gio-vani, che servirà poi come spunto per

la prossima lettera pastorale. Sonostate tre bellissime giornate, caratte-rizzate da momenti di testimonianza,di preghiera, d'autentica fraternità efede, con scambio di opinioni anchedurante il ricco buffet, preparatodagli allievi della Scuola Alber-ghiera di Asti.

Durante il convegno ci sono statiinteressanti interventi offerti dairelatori del mondo universitarioed educativo, i quali sono partitidall'analisi della parabola: “Al-

zati e cammina”, spronandocia mettere in pratica l'invito

di Gesù.In questi tre giorni sono

Da Montaldo Scarampi

Assemblea della diocesi di Asti sul mondo giovanile

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guaggio per noi è poco comprensi-bile, perché la loro è pur sempre unarichiesta d'aiuto.

- creare ambienti sereni e sani percrescere, come gli oratori di untempo, dove i giovani trovavano,oltre il divertimento, una guidaesperta e preparata.

- usare nuovi strumenti tecnologici,che tengano conto del valore deitemi religiosi.

- creare esperienze forti di fede comela GMG.

- bisogna essere fiduciosi sul loro fu-turo lavorativo e dare speranza,anche se il momento è difficile: laprecarietà deve essere un moventeper ripartire.

Quindi, voi giovani, “Alzatevi e cam-minate”, perché il futuro non è un ne-mico da combattere, ma piuttostoqualcosa da costruire insieme.

Alessandra Gallo

stati riproposti quesiti formulati piùvolte negli ultimi anni: quale futuro siprospetta per le nuove generazioni ein che modo possiamo aiutarle. Lafede può essere una risorsa per orien-tarsi e affrontare il futuro, pieni di spe-ranza.- Primo giorno: liturgia del Vescovo, animata dai giovani che hanno parte-

cipato alla GMG di Madrid. - Sera del primo e secondo giorno:

intervento dei relatori e riflessionesulla situazione, per costruire unasignificativa presenza di fede neigiovani.

- Ultimo giorno: i partecipanti si sonodivisi in gruppi per confrontarsi sultema principale dell'Assemblea.

Al termine di questi tre incontri, il Ve-scovo ha tratto le sue conclusioni:- i giovani sono una grande risorsa

per la comunità, perciò dobbiamoascoltarli di più, anche se il loro lin-

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Siamo oggi riuniti in questa occasioneper i tuoi 60 anni di professionee chi l’avrebbe mai pensato,ma tutto questo tempo è ormai passato.

E’ uno di quei traguardi lusinghieridi cui andare fierie la cosa più importante che non hoancora dettoè il festeggiarlo fuori dal letto.

I percorsi imposti dalla vitasono strade spesso in salitatu hai sempre accettatodovunque ti abbiano mandato.

Dobbiamo aver fiducia nel giorno

Da Pancalieri (TO)

60 anni di profe ss ione - Suor Anna Mar iaGiampiero Sola, da Pancalieri, ha offerto questa poesia per la zia Suor Anna Mariae per le Sorelle che hanno festeggiato i 60 e i 50 anni di professione religiosa.

che vienesenza sempre far risaltare le penecercando di vedere sempre il buonoper sentirsi su di tono.

Cosa il Signore ci possa riservarenon lo possiamo immaginarema se ci ha accompagnato fin quacerto non ci abbandonerà.

Ora che ti resta meno da farela comunione vai a portareai vecchietti doni quel Signoreche hai sempre amato con tutto il cuore.

Auguri di buona continuazione!

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Il motivo per cui ero presentein mezzo a tutta quella genteè per la chiusura degli attualiEsercizi Spirituali.

Ciò non bastava per essere invitatoma sei di voi hanno festeggiatoe promettono impegno e dedi-zione per oltre 50 e 60 anni di professione.

Io non sono nessuno per augurarealla prima di continuaree alle altre, che cosa dire?di essere fiere del loro agire.

Di questi tempi nel mondo un continuo lamentonessuno è più contentola gioia invece dai vostri occhi traspare,facile lasciarsi contagiare.

Ogni tempo subisce trasformazioniper adeguarsi alle nuove generazioninon abbandoniamo tutto il passatoo andrà per sempre dimenticato.

Molte di voi ho rivisto volentieriperché siete o siete state a Pancalieri.Il direttivo infine voglio lodarevoi possedete un carisma particolareindispensabile dote per la comunità benguidare.

Giampiero Sola

I l S ignore come compagno di v iaggio

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Da Porto San Giorgio e da Torino

UN ANNO NEL CUORE E NELL’ANIMA

Sembrava ieri che la nostra casa di ri-poso aprisse le porte per un nuovoanno di servizio civile, e invece tuttoè passato in un lampo e mi ritrovo quia raccontarvi ciò che di bello e grandequesta ennesima nuova esperienza halasciato nei cuori e nelle anime di tuttinoi.NEL CUORE E NEL-L’ANIMA; questo era iltitolo del progetto che havisto coinvolti tre ra-gazze e un ragazzo nelprogetto di servizio ci-vile per l’anno 2011.La loro avventura è iniziataa novembre con un intensa

formazione a Roma in compagniadelle colleghe di Torino, Margherita eDorotea e poi subito all’opera nellasala da pranzo, nelle stanze, nei corri-doi e nel salone, della casa di riposodi Porto San Giorgio.Per Elisa, Anastasia, Lorenzo e Sara,

questi i nomi dei quattro volon-tari, si sono spalancate le

porte di un nuovo mondofatto di quotidianità,gesti ripetuti, piccolisguardi e tante strette dimano che, con l’arrivo

immediato delle feste na-talizie, sono poi continuati

attraverso il carnevale, varie

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feste di compleanno, pas-seggiate all’aperto con l’arrivo dellaprimavera, le festività pasquali e lacalda estate, che tristemente ci ricor-dava che il loro servizio volgevaormai al termine.Il 28 ottobre, i quattro ragazzi, in-sieme alla responsabile del servizio ci-vile dell’Istituto, Suor Domenica, laloro amica e collega di To-rino Margherita, hanno vis-suto una giornata diformazione, preghiera eservizio e, dopo una brevevisita al Santuario di Lo-reto, si è conclusa con unacena di festa insieme atutte le suore della comu-nità di Porto San Giorgio.Ognuno di loro ha rac-contato quanto di bello e

ricco aveva regalato que-sta esperienza con le nostre nonnine e vera -men te grande e sentito èstato il loro grazie pertutti i doni che avevanoricevuto e che li ave-vano maturati e fatticrescere.Anche io come OLP(organizzatore localedi progetto) ero pre-sente e non posso fare

a meno di ringraziare tutti i ragazziche, con la loro giovinezza, il loro sor-riso e anche con le loro emozionantilacrime, hanno donato un anno dellaloro vita a chi nelle lunghe giornate,scandite dal tempo che passa, trovanoin questi piccoli gesti segni di spe-ranza, affetto e misericordioso amore.Allora buon cammino della vita a tuttivoi!!

Francesco Gramegna

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Lo stato di salute delle nostreospiti non permette particolari attività,ma animare il loro tempo, i loro pome-riggi, quasi sempre uguali ci permette diapprofittare di alcune occasioni vera-mante speciali e di organizzare felicisorprese per le nostre “fanciulle”! Dopo pranzo ci prepariamo tutte in gal-leria in attesa, e, un gradito ospited’onore, viene a rallegrare il nostro po-meriggio. E' il sig. Mario Piovano, notoabilissimo suonatore e maestro di fisar-moniche, nonché compositore di musi-che per fisarmonica e non solo. Il Sig. Piovano è carissimo amico dellacomunità religiosa e assiduo frequenta-tore, che già molte volte è venuto vo-lontariamente a rallegrare i pomeriggidelle nostre ospiti. In questo ultimo pe-riodo per motivi di salute ha diradato lesue suonatine, per questo la sua venutaè sempre graditissima sorpresa.

A lui si unisce un altro musicista, suocollega. Appena arrivano, le ospiti sonotutte incuriosite e non vedonol’ora di ascoltare musica dalvivo!!! Le prime note, i primi

canti danno il via a quelloche sarà un pome-

riggio davveromemorabile!!! I due abili musici-

sti sono davveromaestri nel catturare

l’attenzione e il coinvolgi-mento di tutte. Presto la galleria si animadi persone che cantano, ballano e so-prattutto si divertono. Trascorriamo cosìindimenticabili pomeriggi insieme chesperiamo di ripetere.A questi abilissimi maestri di musica vail nostro grato e sincero augurio dibuona continuazione a seminare gioia edivertimento per quanti sono nella sof-ferenza.

La comunità della casa di riposo San Gaetano (Torino)

POMERIGGI IN MUSICA

con il sig. Mario Piovano

Da Torino

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Un grazie lungo un anno!

GRAZIE DON per essere stato pernoi il quinto parroco, per aver cammi-nato accanto a noi e averci fatto risco-prire comunità viva e forte.Già, perché don ClaudioDurando nell’ultimo annoha “corso” e si è diviso traparroco di Maria Ausilia-trice e amministratore par-rocchiale della nostraparrocchia, aiutandoci, con-sigliandoci e spronandocipiù volte, con le parole im-presse oramai nella nostramente: “VOLERE è PO-TERE!”Il regalo più bello è stato ilsuo augurio lasciatocinell’omelia, che la nostracomunità sia come una chi-

tarra; uno strumento capace di tra-smettere gioia, musica, allegria,unione ma che da sola non può nulla;in mano a esperti produce melodie

bellissime, ma solo se ognisua parte è ben curata: ognicorda deve essere ben ac-cordata con le altre e lacassa armonica deve essereintatta.Cosi anche noi, tutti impor-tanti, dobbiamo accordarcisempre con gli altri, ed es-sere capaci di far risuonaresulle note di Dio, la nostramelodia!

Francesca Calabrò a nome di tutti i parrocchiani

Parrocchia Gesù Crocifisso e Madonna delle LacrimeVia Giaveno, 39 - Torino

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Domenica 20 novembre 2011 la Par-rocchia di Gesù Crocifisso e Madonnadelle Lacrime ha accolto Don StefanoCheula, nuovo parroco della comunità,presentato da don Sergio Baravalle,rappresentante di sua Eccellenza, ilnostro Vescovo, Monsignor No-siglia.È stata una giornata di gioia incui si è voluto dare il BEN-VENUTO A CASA a DonStefano; la cerimonia, pre-parata nei minimi dettagli,ha ridestato in ognuno dinoi emozioni fortissime, ca-ratteriz zate dalla voglia dicamminare l’uno accanto al-l’altro. Anche don Stefano,visibilmente emozionato, haaccolto questo primo impegnodi parroco, con grande GIOIA,

presentandosi alla co-munità e chiedendo lapiena collaborazione e il sostegno ditutti. Come ci ha fatto notare nel-l’Omelia, anche la liturgia di Cristo

Re, ben calzava con la grande festadella nostra parrocchia: noi

come gregge che attende ilbuon pastore. Significativa ladata del 20 novembre, festadel beato Giovanni M. Boc-cardo, un parroco della no-stra diocesi che protegge eguida don Stefano nel suonuovo ministero.Un altro evidente segnodell’amore di Dio è stata la

presenza della sua unita ebella famiglia, dei suoi amici,

di tanti sacerdoti e suore, di noiparrocchiani, di molti rappresen-

tanti della sua parrocchia diorigine e della parrocchiada dove proveniva comevice-parroco. Con il cuore colmo di gioia,preghiamo il Signore che ciguidi in un cammino riccoper la comunità, che sta pervarcare il 50° anno dalla suafondazione.

Francesca Calabrò

Benvenuto don Stefano!

Parrocchia Gesù Crocifisso e Madonna delle Lacrime - Via Giaveno, 39 - Torino

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Sono così state presentatedue figure significative diquesto periodo, anche per ilfatto che coincidono con illoro centenario:San Giuseppe Cafasso(1811-1860): duecento annidalla sua nascita.Beato Luigi Boccardo(1861-1936): centocinquan-t’anni dalla sua nascita.Ricordiamo in questa sedegli Incontri relativi al nostro beato LuigiBoccardo, legato a san Giuseppe Cafassoper la sua spiritualità e anche perché donLuigi Boccardo sarà il postulatore dellaCausa di Canonizzazione del beato Giu-seppe Cafasso, su desiderio del beatoGiuseppe Allamano, nipotedel Cafasso e Rettore delSantuario della Consolata ecol quale il nostro BeatoPadre Luigi trascorse tren-t’anni di ministero al Con-vitto come padre spiritualedei sacerdoti, confessore,professore.Gli Incontri sono stati prepa-

Novalesa - Abbazia San Pietro - estate 2011

L’Ottocento: lo spirito di santità scuote TorinoNel periodo estivo 2011 l’abbazia di Novalesa ha promosso una serie di

incontri dal titolo: “L’Ottocento: i monasteri piemontesi sono soppressi, ma lo spirito di santità scuote Torino”

rati e realizzati dal Rev.moPadre Priore dell’Abbazia, ilP. Paolo Gionta, e da donDario Bernardo MariaRossi, oblato benedettino.Il 31 luglio 2011 don Darioha tenuto una conferenzadal titolo: “Chi era donLuigi Boccardo?”.Ne riportiamo alcuni pas-saggi.“In riferimento a Luigi Boc-

cardo partiamo subito da due date: 1848,periodo in cui scoppiano i moti rivoluzio-nari: nasce il primogenito Giovanni (ora,beato Giovanni M. Boccardo). 1861:l’anno in cui avviene l’Unità d’Italia:nasce Luigi, settimo di dieci figli (tre morti

appena nati). Luigi Boccardoe il fratello Giovanni Maria,sono preti sconosciuti tra itanti che rifulgono tra i piùimportanti dell’800. In quelperiodo c’era grande richie-sta di farsi suore o preti. Al-lora Torino era la capitaledella rivoluzione industriale.Tanta ricchezza che gi-

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rava, ma anche tanta povertà. La Chiesa deve far fronte a queste neces-sità e in essa viene suscitata una fiorituradi “santi sociali” (tra cui i nostri due Beatifratelli e sacerdoti Giovanni Maria eLuigi Boccardo), di cui si sente moltoparlare in questi tempi (...) La dicitura“santi sociali” è impropria. I santi sonotali solo se sono contemplativi. E’ dallacontemplazione che nasce poi un mododi agire nella carità fattiva. Penso al Cot-tolengo: se non è santo lui, santo con-templativo... Se hai uno sguardo vero neiconfronti del Signore, certo che ti portaad essere anche attivo: solo dal grandeamore per il Signore nasce nei santi il fio-rire della carità in ogni ambito (...) Un criterio di spiritualità di Padre Luigi èla marginalità, che sembra proprio esserenella mentalità di Dio: il popolo eletto,pochi uomini; Gesù nasce da una gio-vane fanciulla sconosciuta; viene ripu-diato dai suoi, lo mettono in croce:marginalità. Anche oggi: pochi cristiani;monasteri fuori dalle città, non visibili almondo, marginali, ma che fanno risco-prire e rifiorire la spiritualità.La direzione spirituale, di cui si occupòper tutta la vita Padre Luigi, è oggi moltoattuale ed è il primo compito del prete (...)Il 7 agosto, per noi solennità di sanGaetano Thiene, la conferenza didon Dario ha avuto come argo-mento: “Il beato Luigi Boccardo e ladirezione spirituale”.

Chi è il “padre spirituale”? Colui cheaiuta la persona a dialogare con la pro-pria vita, le difficoltà, le personali ca-renze, le tentazioni, per scoprire la dignitàdella sua esistenza e discernere la volontàdi Dio su di sè.Ecco una specie di decalogo sulla dire-zione spirituale, secondo quello che inse-gna P. Luigi.1. Prima di tutto, si sta al calendario pre-fissato, con una frequenza né troppostretta (dipendenza), né troppo dilazio-nata, non è direzione.2. Ci si impegna reciprocamente al se-greto, e a non spettegolare.3. Si rifiutano offerte e regali: la direzionerichiede assoluta gratuità.4. Non si fa direzione per telefono. I mo-menti di vita cristiana hanno bisognoanche di reciproca corporeità, visibilità,di stare in diretta. Si può chiedere consi-gli per telefono, ma non per direzionespirituale. Per lettera sì, si può.5. Non se ne parla mai con esterni, nep-pure per fissare un appuntamento. Pro-prio per questa segretezza.6. Si prega l’uno per l’altro, questo èmolto importante.7. Si tiene conto della gradualità, nelle te-matiche affrontate.8. Riservatezza e discrezionalità su ciòche la persona non mi vuole dire. Deli-catezza di aspettare il momento di Dio.9. Dare la possibilità alla persona di fareil passo quando decide lei, mai violen-

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tarla nella volontà,anche se a volte sisanno già certe cose.10. Far discernimentosulla ricerca di Dio, cheè il motivo per cui ci siincontra nella direzionespirituale: per questo ladirezione spirituale sidifferenzia dalla con-fessione.Il 14 agosto 2011 ilpriore dell’abbazia S.Pietro, P. Paolo Gion ta, ha presentatola proposta del beato Luigi Boccardo:“Umiltà e forza, la proposta spiritualedel beato Luigi Boccardo”.Il beato Luigi Boccardo mi pare sia unmaestro di vita interiore, che ci può es-sere molto vicino, eloquente e significa-tivo. Scriveva nei suoi diari, quando nonaveva ancora 18 anni: “Dio mi vuole sa-cerdote e sacerdote santo”, e poi negliesercizi spirituali ci rivela: “Guai a me senon approfitto di questa ispirazione” (...)Scriveva ancora: “Voglio morire alla na-tura perché non mi rubi né mezzi né gliaffetti per il mio Gesù e la mia vita possaconsumare tutta per Gesù come olio nellalampada dell’altare”.Altra caratteristica: la totalità dell’amorea Dio. Sembra un ritornello quando eglisi rivolge a Gesù: “Io voglio essere sem-pre e solo tutto tuo”. Appartenenza totale:egli si dona veramente tutto al suo Dio,

anche nelle difficoltà e sofferenze e su-perando le tentazioni, consumandosi perquesto desiderio di essere tutto suo.Consiglia l’impegno mensile o quindici-nale della direzione spirituale, annual-mente suggerisce la pratica degli esercizispirituali. Lui stesso dà dei consigli persalire nella santità: camminare con fer-mezza, decisione, prontezza e costanza,pazienza e perseverante continuità. Se cisi accorge di essere caduti, non scorag-giarsi ma riprendere con pazienza e co-stanza il cammino, a dispetto dellemiserie, sottolineando la volontà di ri-partire. Volontà non è il fervore o menoche si sente, ma la spinta ad agire sem-pre, anche quando sembra di pestare l’ac-qua in un mortaio, o continuare amasticare sabbia, a voler andare comecon la barca in un bosco: sono le meta-fore che egli usa per indicare la costanzae la fatica nel cercare di lavorare per la-

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sciarsi fare santo dal Signore, con un to-tale dominio di sé che non gli toglie ilsenso di humor. Egli conia due espressioni antitetiche:diffidare di sé e confidare solo in Dio... Inostri atti di perfezione stanno alla...sproporzione di 99,3/4 per cento da partedi Dio, e di un misero quarticello da partenostra, quantità che ci porta a riconoscereper esperienza quanto è grande il nostrolimite, la nostra ... capacità... E’ la peda-gogia dell’umiltà, che ci fa capire di es-sere niente, ma cari e amati da Dio, eperciò diffidenti di noi ma confidenti inLui che è sempre nostro Padre.Questo è il cammino che ci indica il beatoLuigi Boccardo. Noi spesso giudichiamosecondo le capacità, con parametri umani,secondo la nostra grettezza umana, nonpossiamo confrontarci con la bontà scon-finata di Dio. Per questo, anche coi con-

fratelli e col suo prossimo il nostro Beatousa il parametro della misericordia, per-ché lo ha sperimentato in sé e lo vuole tra-sfondere negli altri.Gesù, è Gesù, tutto improntato di Miseri-cordia e bontà infinita, con un Cuorecreato apposta per i peccatori. Gesù amatutti personalmente e sempre. L’insegnamento del beato Luigi Boc-cardo, per questo, è attualissimo, comecapacità di vivere bene il quotidiano, inmaniera alta, e farne materia per la san-tità, senza spaventarsi dei nostri limiti,che sono per lui e per tutti noi aspettiprovvidenziali e mezzi per raggiungerela santità.Ci aiuti la sua intercessione e ci rafforzi ilsuo esempio.

Suore di S. Gaetano - dalla registrazionetesti non rivisti dagli autori

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Raccontoda “Piccole storie” di Bruno Ferrero

Il lupo di BetlemmeC’era una volta un lupo che viveva neidintorni di Betlemme. I pastori lo teme-vano tantissimo e vegliavano l’interanotte per salvare le loro greggi. C’erasempre qualcuno di sentinella, così illupo era ogni volta più affamato, scaltroe arrabbiato.Una strana notte, piena di suoni e luci,mise in subbuglio i campi dei pastori.L’eco di un meraviglioso canto di angeliera appena svanita nell’aria. Era nato unbambino, un piccino, un batuffolo rosa,roba da niente.Il lupo si meravigliò che quei rozzi pa-stori fossero corsi tutti a vedere un bam-bino.“Quante smancerie per un cucciolod’uomo” pensò il lupo. Ma incuriosito esoprattutto affamato com’era, li seguìnell’ombra a passi felpati. Quando li videentrare in una stalla si fermò nell’ombrae attese.I pastori portarono dei doni, salutaronol’uomo e la donna, si inchinarono defe-renti verso il bambino e poi se ne anda-rono. L’uomo e la donna stanchi per lefatiche e le incredibili sorprese della gior-nata si addormentarono.Furtivo come sempre, il lupo scivolònella stalla. Nessuno avvertì la sua pre-senza. Solo il bambino. Spalancò gli oc-

chioni e guardò l’affilato muso che, passodopo passo, guardingo ma inesorabile siavvicinava sempre più. Il lupo aveva lefauci socchiuse e la lingua fiammeg-giante. Gli occhi erano due fessure cru-deli. Il bambino però non sembravaspaventato.“Un vero bocconcino” pensò il lupo. Ilsuo fiato caldo sfiorò il bambino. Con-trasse i muscoli e si preparò ad azzannarela tenera preda.In quel momento una mano del bambino,come un piccolo fiore delicato, sfiorò ilsuo muso in una affettuosa carezza. Per laprima volta nella vita qualcuno accarezzòil suo ispido e arruffato pelo, e con unavoce, che il lupo non aveva mai udito, ilbambino disse: “Ti voglio bene, lupo”.Allora accadde qualcosa di incredibile,nella buia stalla di Betlemme. La pelledel lupo si lacerò e cadde a terra come unvestito vecchio. Sotto, apparve un uomo.Un uomo vero, in carne ed ossa. L’uomocadde in ginocchio e baciò le mani delbambino e silenziosamente lo pregò.Poi l’uomo che era stato un lupo uscìdalla stalla a testa alta, e andò per ilmondo ad annunciare a tutti: “E’ nato ilbambino divino che può donarvi la veralibertà! Il Messia è arrivato! Egli vi cam-bierà!”.Cambiare le creature semplicementeamandole. Questo era il piano di Dio,Forse funziona. (...)

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La coordinazione del Gruppo degliAmici dei beati Boccardo e tutto ilpersonale del Dispensario ha volutosalutare Suor Adolfa domenica 11 set-tembre 2011 prima della sua partenzaper l’Italia e ringraziarla dei 25 annidi servizio in Africa di cui 6 passati inBenin a Djérègbé e 19 nel Togo aFiatà.Una statuetta in ebano rappresentanteuna donna africana è stato il loro re-

galino a Suor Adolfa, simbolo delletante mamme che lei ha aiutato, curatoe consolato nella loro vita dura. Tuttile si sono fatti attorno per dirle la lororiconoscenza ed erano commossi: so-relle e fratelli africani che quasi nonavevano parole... Hanno assicuratoche pregano per lei e lei naturalmenteper loro; l’Africa è nel suo cuore enella sua vita e non potrà mai dimen-ticarli!

Da Fiata - Togo - Africa

“Merci ma soeur!”Missionaria in Africa per 25 anni

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Traduzione libera dal francese

PAROLE DI RICONOSCENZA E GRA-TITUDINE OFFERTE DA TUTTO ILPERSONALE (DEL DISPENSARIO,DELLA CASA E AMICI DEI BEATIBOCCARDO) PER LA REVERENDASUOR ADOLFA

Anfoin, (Togo, Africa Occidentale)13 settembre 2011Cara Reverenda Suor Adolfa, VivaGesù!Attraverso la mia voce, permettete –noi, il personale curante e di aiuto esostegno nella vostra Comunità qui, diFiata, - che Vi porgiamo il nostro rin-graziamento e Vi offriamo la nostra ri-conoscenza per il servizio di ognigenere che Voi avete donato per il be-nessere e per il miglioramento di tantinostri fratelli e sorelle in Africa e so-prattutto qui, a Fiata.“Mamma” Adolfa, voi avete trascorsotanti anni in Africa nel desiderio unicodi compiere la Volontà di Dio, nostroVero ed Unico Signore che vi ha chia-mata da lunghi decenni al suo serviziod'amore. E' probabilmente questa suachiamata che vi ha portata da noi aFiata. Con tutta franchezza, noi, il per-sonale della vostra Comunità di Fiata,siamo fieri ed entusiasti del vostrocomportamento nei nostri riguardi. Levirtù, quali la semplicità, il rispetto, lagioia, la pazienza, l'umiltà e la docilità,

e l'amore che Gesù ha messo nel vostrocuore, hanno portato una grande for-tuna, un grande aiuto, sia morale chespirituale, nei nostri vissuti quotidiani.Suor Adolfa, Voi avete passato 19 annia rieducare, sostenere, curare, aiutaree intrattenere in diverse maniere tantagente soprattutto povera, nella quale èsempre presente Gesù Cristo.Suor Adolfa, Voi avete sempre costruitoed edificato molte cose e tutto con lagrazia di Dio. Malgrado la vostra etàavanzata, voi mostrate sempre un co-raggio e un'abnegazione che si distin-guono nel lavoro. Il vostro coraggio eil vostro amore per un servizio benfatto ed efficace ci ha sempre impres-sionati. Mamma, le vostre manierecandide e inoffensive ci hanno positi-vamente incoraggiati e sostenuti spiri-tualmente. La vostra calma e serenitàcostituiscono per noi una ricchezzainesauribile e sempre apprezzabile.Ancora una volta tutto il personale vidice un sincero e cordiale “grazie” evi testimonia la sua riconoscenza peril servizio d'amore di Dio e del pros-simo, che voi avete volontariamente efieramente compiuto da noi, con noi eper noi. Tra qualche ora, voi ve ne andate. Noisiamo tentati di chiedere al tempo disospendere il suo volo, e alle ore di fer-mare la loro corsa, per poter ancoracondividere con voi le vostre angeliche

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qualità. Ma, purtroppo, noi nonpossiamo niente! E' la volontà diDio. Che sia sempre fatta la sua Vo-lontà, dappertutto e dovunque, per noie per tutti. In verità voi siete stata per noi unamadre che non ha mai smesso di farcicamminare sulla buona strada: GRA-ZIE. Per tutto quello che noi abbiamo im-parato e ricevuto da voi e per voi,GRAZIE.Essendo come vostri figli, noi viavremo, in un modo o in un altro, po-tuta offendere, qualche volta. Ma la vo-stra pazienza, qualità di una buonamadre, vi ha sempre permesso di per-donarci e di accettarci: GRAZIE.

Per l'amore che avete per noi,GRAZIE ancora. E' vero che voi ve neandate. E' vero che noi non vi vedremopiù tra noi. Voi ci mancherete, certo.Ma una cosa è sicura: voi resterete nelnostro cuore e noi vi ricorderemo nellenostre preghiere. Pregheremo per voiaffinché Dio vi dia un'altra occasioneper assistere e sostenere questo suo po-polo che Egli ama tanto. Se c'è qual-cosa di più caro, di più prezioso dachiedervi, è di pregare per noi sempre. In segno di riconoscenza noi vi of-friamo questi piccoli doni. Il legameprofondo e l'amore indefettibile che

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Aspiranti hanno passato la giornata nelsilenzio, nella riflessione e nella pre-ghiera accompagnati dal tema:

“Eccomi Signore, io vengo per fare la tua volontà”Questa giornata da loro desiderata erichiesta insistentemente, ha la finalitàdi nutrire il loro desiderio di una vitapiù vicino a Dio, concretizzata ungiorno forse con la consacrazione deivoti e nella vita comunitaria.Grazie Signore di aver messo nelcuore di questi giovani tali desideri disantità! Questo è per noi Suore di S.Gaetano della Missione del Togo,segno dell’amore di Dio e speranzaper un futuro di bene nella vita del no-stro carisma a servizio dell’umanità.

esiste tra noi e voi. Rev.ma Sorella,Mamma Adolfa, con voce di figli e difratelli, unanime e solidale, tutti vi di-ciamo ancora una volta GRAZIE! Viauguriamo un buon viaggio. Si degniil Signore di condurvi sana e salva!Possa la SS. Madre di Dio accompa-gnarvi e sostenervi sempre! I BeatiBoccardo saranno al vostro fianco du-rante tutto il viaggio e sempre! Grazie tante e... arrivederci! Buonviaggio!

GIORNATA DI RITIRO E INCONTRODI GIOVANI ASPIRANTI ALLA VITARELIGIOSAIl giorno 9 settembre 2011 coordinatidal Sacerdote Diocesano Padre HonoréKoevi, un piccolo gruppo di giovani

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Dall’Ecuador

DAI MONTI AL MARE, MISSIONE IN ECUADORPassata la festa del nostropatrono San Gaetano nellacittà di Azogues in Ecuadorsulla cordigliera delleAnde, la nostra piccola co-munità è emigrata al marein una località molto po-vera, San Pablo provinciadi Sant’Elena sulla spondadell’oceano Pacifico sem-pre in Ecuador. Gli abitantisono detti montuvi e si de-dicano alla pesca, unica

fonte di guadagno. Pescafamiliare. Ci ha sorprese ilvedere il loro modo di pe-scare. Piccole barche giun-gono a riva a due a due,trascinando i capi dellarete, alle sponde uomini incatena umana aiutano a ti-rare a riva il pesce, facendopassetti a gambero come inuna danza. Poi lo dividonoper venderlo al piccolomercato del paese.

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MISSIONI

Essendo la nostracasa a pochi metridal mare, siamo ac-carezzate dallabrezza marina, nonpiù paesaggi stu-pendi e vulcani fu-manti ma onde emusica del mare. La nostra parrocchiaè molto estesa, le abitazioni sono pa-lafitte di canna sparse in terra bruciataper mancanza di acqua, piove solo duemesi all’anno. Ci sono zone turistiche

meta di europei e statuni-tensi: danno lavoro ma persoli due mesi all’anno.Noi suore di San Gaetano,lavoriamo in un consultoriomedico fornito di inferme-ria e farmacia, incontriamotante necessità e tanta po-vertà. La mano di Dio ci hacondotte in questo luogo dimissione dove ci è dato dicondividere la povertà e ditestimoniare il Suo amoregrande per l’umanita soffe-rente. Seguiteci con la pre-

ghiera e se potete con qualche offerta,soprattutto per la nostra casa di for-mazione.

Suore di San Gaetano in Ecuador

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Grazie!Da queste pagine di Fiammadi Carità, un augurio e unGrazie vivissimo che diventapreghiera, da tutte le nostreMissioni per i nostri Benefat-tori che con la loro carità, offerte e preghiere ci aiutanoa diffondere il Regnod’Amore che Cristo ha portato con la Sua Incarnazione e Lui stesso,che è presente in ogni persona, diventi il Vostro Grazie e la vostra ricompensa!Buon Natale!Joyeux Noel!Feliz Navidad !

Merry Christmas !Feliz Natal!“Ai piedi di Gesù Bambino preghiamo per tutti coloroche ci fanno del bene, perchédia lunga vita e prosperità e le opere buone siano lorocorona”.

Serva di DioM. Gaetana Fontana

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A L L A R G AI CONF IN I DELLA TUA CARITÀSostieni i PROGETTI delle Suore di San Gaetano

1° PROGETTO: ADOTTA UN SEMINARISTAdalla terra di Missione pregherà sempre perte e offrirà la sua vita per il mondo

2° PROGETTO:ADOTTA UNA GIOVANE ASPIRANTE alla vita di MissioneQueste giovani vogliono consacrarsi al Si-gnore e dedicare la loro vita alle opere di ca-rità verso i fratelli. Vuoi aiutarle a realizzare illoro sogno? Dona la tua offerta

LE OPERE DI CARITÀ:progetti di solidarietà a favore dei più bisognosi segno e testimonianza del-l’amore di Dio

3° PROGETTO: AFRICA - Togo• curiamo i malati nel nostro dispensario;• aiutiamo e curiamo con ogni sostegno i ma-lati di AIDS e le loro famiglie;• accogliamo i bambini denutriti;• accogliamo ragazzi handicappati e orfani aiquali offriamo ospitalità in un clima di fami-glia grazie al Progetto Casa Famiglia.

Vuoi dare il tuo contributo per i sacerdotidi domani?

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4° PROGETTO: BRASILE• alla Crêche assistiamo circa 180 bambiniche hanno bisogno di tutto, affidati alle Suoree collaboratrici, perché con l’aiuto delle au-torità locali e Benefattori, possano avere tuttoil necessario per una armoniosa crescita.

5° PROGETTO: BRASILEANZIANI SOLI• nella Casa per anziani, chiamata“asilo”, ci occupiamo di questa assi-stenza, in particolare dei più poveri e bi-sognosi.

6° PROGETTO: ARGENTINA• assistiamo circa 200 bambini che frequentanol’Hogar de dia e trovano un costante aiuto per laloro crescita: il cibo necessario, una casa, grandispazi, la gioia di vivere insieme, con l’educazionenecessaria per la loro crescita.TUTTO GRAZIE AI BENEFATTORI.

Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli piùpiccoli, l’avete fatto a me.

(Mt. 25,40)

La tua of fer ta secondo le d iverse modal i tà :• personalmente alle suore di San Gaetano che conosci• per conto bancario o C/C postaleAttenzione! A chi desidera contribuire, chiediamo di specificare chiaramente, nella causale del versamento, il pro-getto che si vuole sostenere.

Modal i tà d i versamento :CONTO CORRENTE POSTALE: PAESE IT - CHEK 55 - CIN I - ABI 07601 CAB 01000 - N. CONTO 000017159781 - CODICEBIC BPPIITRRXXX Intestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano - I.A.A.D. - Via Giaveno 2 - 10152 TORINOCONTO CORRENTE BANCARIO: CONTO 1000 / 00019757Intestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano CTO - I.A.A.D.Via Giaveno 2 - 10152 Torino.Operatività Italiana: IBAN IT56 S033 5901 6001 0000 0019 757Operatività Estera: IBAN IT56 S033 5901 6001 0000 0019 757 - BIC BCITITMXPER INFORMAZIONI, CHIEDERE DI SUOR FEDERICA BATTISTELLATel. 011.851567 - E-mail: [email protected]

L’OFFERTA per qualsiasi PROGETTO è libera, senza impegni parti-colari di scadenza di tempo o di quota fissa.

GRAZIE!Suore “Povere Figlie di San Gaetano”

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Dopo la pausa estiva, anche ilGruppo delle “Piccole Sorelle Gae-tanine” riprende l’incontro mensile.Nonostante l’inizio di stagione, cheporta con sé qualche difficoltà, unpiccolo Gruppo ha attivamente parte-cipato all’incontro.Dopo il reciproco scambio relazionaleper comunicare gli ultimi avvenimentidell’estate trascorsa, ci si dispone adaccogliere la parola semplice, chiara ecomunicativa di Padre Albino Valen-tini, sacramentino.

“Camminare insieme per viverenella fede” è il tema di questo primoincontro dell’anno 2011-2012.Il cammino ha come obiettivo speci-fico: una più chiara conoscenza delGruppo, riscoprendo quanto già il pro-gramma, è stato vissuto da alcuneSorelle, poiché ha avuto inizio nel1958.Per vivere in un Gruppo, ci sonodelle regole, ossia un piccolotesto per dire “chi siamo”, cosavogliamo fare per vivere lo stiledi vita che ci prefiggiamo, se-condo un ideale preciso.Le “Piccole Sorelle Gaeta-nine” sono una PIA ASSO-CIAZIONE approvata dalla

Chiesa,che desidera vivere la spiri-

tualità delle suore “Povere Figlie diSan Gaetano”. Sono vedove o nubili,che vivono nel loro ambiente e si ritro-vano mensilmente.Per questo motivo, P. Albino inizia ilsuo intervento commentando il Rego-lamento delle “Piccole Sorelle Gaeta-nine”.

Camminare con Cristo nella ChiesaPiccole Sorelle Gaetanine30 OTTOBRE 2011

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Le “PICCOLE SORELLE NELLACHIESA”, è il titolo del primo capi-tolo. Il cristiano non vive da solo nellaChiesa, è insieme agli altri. Tutti noiformiamo la Chiesa e siamo Chiesa.Come posso io vivere nella Chiesa ecome posso seguire Gesù? E’ lo Spi-rito Santo che ci suggerisce il modo ecome camminare nella Chiesa e viverenella fede. I modi sono tanti, tantiquanti sono i cristiani. A ognuno dinoi una missione. Dice S. Paolo: “Aognuno di noi è stata data una grazia

per l’utilità di tutti”. Questo ce lodobbiamo ricordare. Noi vogliamo se-guire Gesù nella Chiesa.Tutto per l’utilità e l’unità dellaChiesa. Le PICCOLE SORELLE nellaCHIESA: la proposta è sempre indivi-duale. Il Signore si rivolge a me, adognuna di voi, la chiama per esseresua seguace ma anche per avere uncompito specifico nella Chiesa.

Quali sono i motivi che possono atti-rarci in una direzione oppure nell’al-tra? Possono essere molti, ma inultima analisi: “mi piace”. Questo èdono dello Spirito Santo che si servedi elementi umani per mettere dentro,poi, la forza della grazia. MI PIACE. A voi piacciono le Gaetanine, ad altrii Sacramentini; ai Cooperatori sale-siani piace don Bosco, ecc. Voi dite ame piacciono le Gaetanine.E’ questo sentirci bene che può aiu-tarci a crescere nella fede e rispon-dere alla chiamata per vivere la realtàdel proprio battesimo. Punto di par-tenza è il battesimo, poi ci sono tantestrade. Punto di partenza è sentirciChiesa.All’inizio di questo primo capitolo, cisono i testi ispirativi, presi dalla Pa-rola di Dio (Mt 5,16), dalla Paroladella Chiesa (LG 43) e poi dal Fon-datore. L’incontro con Gesù nella celebra-zione Eucaristica, rafforza il desideriodi bene, di coloro che oggi sono quipresenti: bene che è vantaggio dellaChiesa, del mondo e loro personale.

Suor Federica e Suor Maria Cecilia

INVITIAMO le giovani nubili e lesignore vedove, ad arricchire laloro esistenza facendone un donoa Dio, alla Chiesa e ai fratelli, nelGRUPPO delle “PICCOLE SO-RELLE GAETANINE”.

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Accendi anche tu una fiamma di carità

Incontri “Amici dei Beati Boccardo” del Piemonteanno 2011/2012

“Laici tra i laici, abbandonati alla Divina Provvidenza, per fare la volontà del Signore, servendolo nei poveri senza se e senza ma”

INCONTRI DI PREGHIERAGuidati da Fra Marco Costa,o.f.m.Presso parrocchia ReginaMundi (Nichelino)- mercoledì 18/01/2012 h. 21.00- mercoledì 29/02/2012 h. 21.00Presso Casa Madre suore S.Gaetano di Pancalieri-mercoledì 21/03/2012 h. 21.00

INCONTRI REGIONALI- DOMENICA 27/11/11A Chialamberto-DOMENICA 22/01/12Parrocchia di La Loggia (TO)- DOMENICA 18/03/12Santuario da definire

PELLEGRINAGGIO28-29-30/04/2012Destinazioneda concordareGruppo laici

“Amici dei Beati Boccardo”Via Giaveno 2 - 10152 TorinoTel. e fax 011 [email protected] - www.suoresangaetano.it

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Mamma Ines ci ha lasciato dopo una lungavita (91 anni), vissuta nella dedizione allasua famiglia, alla chiesa che lei abbellivamagistralmente ricamando con le suemani fatate i lini sacri per le celebrazioni,specialmente nella sua parrocchia di S.Liborio (a Montegranaro nelle Marche).Tanti sacerdoti novelli hanno avuto ilsuo regalo di servizio completo di linisacri per il giorno dell’ordinazione sa-cerdotale specialmente in Brasile eAfrica, paesi di Missione della sua figlia Sr. Luciana Maulo,

Povera Figlia di S. Gaetano.Mamma Ines ci ha lasciato un esempio divita nella fede, nell’altruismo e amore alprossimo. Nella notte qualche ora prima di morire ve-dendo la nuora che l’assisteva più checome figlia, dice: “Mi fai pena perchè seistanca, va a coricarti!” Alla figlia che la la-sciava per l’ultima volta e diceva: “Devopartire! Risponde: “...E che vuoi fare? È latua missione, vai!”Mamma Ines, dal cielo dove amiamo pen-sarti con il tuo Dio che hai amato e servito,prega per la tua famiglia, per tutti quelliche tu amavi quaggiù!

Suor Luciana

Mamma Ines

“È tanto difficile entrare in Paradiso?Sii devoto di Maria che ne è la porta, e vi entrerai!”

(Beato Giovanni Maria Boccardo)

RICORDIAMO NELLA PREGHIERA

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Saremo grati a chi ci segnala i cambiamenti d’indirizzo, avendo sempre cura di indicare il vec-chio recapito e di segnalare l’indirizzo completo di via, numero civico, codice postale. Avvertiamoi Lettori che il 7 di ogni mese viene celebrata una Messa per i Benefattori vivi e defunti.P. S.: Segnalare se necessario anche il cognome del coniuge per evitare disguidi postali

N.B.: I dati e gli indirizzi per l’invio del giornalino “Fiamma di carità” sono gestiti unicamentedall’équipe di redazione e spedizione della rivista e nel rispetto della legge 196/03 i dati per-sonali dei nostri lettori non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi se non per ciòche riguarda la spedizione del giornalino. In ogni momento potranno essere richieste modifiche,aggiornamenti o cancellazioni.

Vogliamo esprimere la più sentita ricono-scenza a tutti i nostri lettori che con le loro offerte,con la loro cordialità, con la loro preghiera sosten-gono questo nostro semplice bollettino, che vuolportare a chi lo accoglie un “piccolo seme dibene”.

I loro nomi sono scritti in Cielo!

Grazie!

Ricordiamo nella preghiera di suffragio:• Maria, la mamma di Suor Paola Dall’Alba• Jõao Rodriguez, il fratello di Suor Maria Ines (Brasile)• Giuseppe Garavello, il fratello di Suor Lorenzina• Il fratello di Suor Amalia Negro (già deceduta)• Bertola Olimpia, la zia della nostra Madre generale M. Teresa Ponsi• Marisa, la cugina di Suor Bianca Rossi (FGR)

• Stella, la nipote di Suor Maria Cecilia Squarcia• Il cognato di Suor Giacomina Bianco, Costanzo Barra,+ 24 ottobre 2011 a Tarantasca (Cn)

• La cognata di Suor Clemenza Belà• Il papà di Walter Ferrero (Amici dei Beati Boccardo)• Il dottor Silvio Rossi e il dottor Mauro Alloati, nostri benefattori• Rosa Palummieri, mamma di Ada (collaboratrice nella nostra Casa Generalizia)

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ISTITUTO SUOREPOVERE FIGLIE DI SAN GAETANO

Via Giaveno 2 - 10152 TORINOTel. 011.851.567 - C.C. Postale 00362103

ATTENZIONEIn caso di mancato recapito inviare allʼufficio di TORINO CMP Nordper la restituzione al mittente, che si impegna di pagare la tassa stabilita.

Con permissione eccles.direttore responsabilecanonico Carlo Vallaro

Registrato Cancelleria Tribunale diTorino n. 883 del 7-7-1953

Anno 55 - Novembre/Dicembre“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbo-namento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in

L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Torino”

nr 4/2011 - Taxe perçue - Tassa riscossa -Torino CMP Nord

Sede degli incontri: Suore di S. GaetanoVia Giaveno 2 - 10152 Torino - Tel/Fax 011/851567

Orario: ore 20,30

Tema: Il Battesimo13 gennaio 2012 27 gennaio 2012 10 febbraio 2012

Tema: Vita contemplativa20 aprile 2012 4 maggio 2012 18 maggio 2012

Guidaci, o Dio, su vie di eternità, di misericordia e di pace!Buon Anno! Buon Cammino!

Serate di formazione 2011 - 2012promosse da Don Dario Bernardo Maria Rossi

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