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FFMagazine num 18

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la Rivista di pesca a mosca Gratuita

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Rivista di Pesca a Mosca

n°18

Rivista bimestrale a pubblicazione online registrata presso il Tribunale di Modena il 09/07/2009 prot. n°1963

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA

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LA PRIMA RIVISTA ITALIANA DI PESCA A MOSCA ONLINE GRATUITA DICEMBRE - Marzo 2013

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Direttore ResponsabileBaroni Franco

Direttore EditorialeMondini Alberto

GraficiMondini AlbertoAntonio Napolitano

CoordinatoreRedazionaleMagliocco Massimo

CollaboratoriMassimo MatteuzziBorriero MorenoMarco TerzaniMichele MalaguginiStefano RoviaroRoberto Miceli

Distribuzione WEBPubblicazioneBimestrale RegistrazionePresso il Tribunale diModena n° 1963 del09/07/2009 Rivista Gratuita -

Pubblicità Alberto MondiniTel. 3343328889

e-ai: [email protected]

Tutti i Diritti RiservatiFFMagazinewww.ffmagazine.com

Dynamic”Nymphing”

Sburlino ci porta a pescanel Deano

Moreno Borrieroci porta a pesca sul fiume

USK

Con i Pescatori Solandria “caccia” di Marmorate

L’importanza di chiamarsiCub

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Finalmente siamo alla fineAnno bisesto anno funesto, per fortuna siamo quasi al termine del2012.Un anno in cui tutti, chi più chi meno, hanno dovuto stringere lacinghia e limitare le spese specialmente quelle futili. Il mondodella pesca in generale non ne è stato da meno, ho sentito amiciPam ed altri pescatori di tecniche diverse che nel 2012 hannodovuto diminuire notevolmente le uscite di pesca causa le troppespese, vedi: macchina, panino, permessi di pesca oramai diventa-ti insostenibili, Nokill che costano di più dei tratti di prelievo obbli-gatorio, a fine giornata se si fanno i conti 80,00 euro sono spari-ti.Allora ben vengano le pescate nella roggia sotto casa o nei fiumicome il Serio o il Brembo dove non si paga il permesso, trovi delbel pesce, se peschi bene ti diverti e se ti va buca ti incavoli apoche spese.Che dire, il nostro, proprio perché un hobby, è il primo ad esseresottolineato come in possibile fase di stand-by. Un momentaneo(spero) ridimensionamento “naturale” oserei dire che aumenta lenostre frenesia di pesca.Il passato è passato e bisogna guardare al futuro con ottimismo.Una nuova stagione di pesca è già alle porte e molti di sicuro vor-ranno affrontarla con un po’ più di uscite sperando che questo sipossa avverare. Un nuovo anno cadenzato dalle imminenti fiere,quali quelle di Vicenza e di Bologna, fiere in cui ci si rincontra pun-tualmente e ci si confronta. Noi con FFMagazine saremo presenti e faremo sempre la nostrabella figura, venite a trovarci esarete i benvenuti.Concluderei qui augurando a tutti voi di passare delle serene festenatalizie e di prepararvi al meglio per la prossima stagione maga-ri trovando qualche buon consiglio tra gli articoli della nostra rivi-sta che vi apprestate a leggere.Buon Natale a tutti.

Alberto Mondini

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La Redazione augura Buon Natalee

felice Anno nuovo

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Giugno sul Fiume Usk nel GallesGiugno sul Fiume Usk nel Galles

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Giugno sul Fiume Usk nel GallesGiugno sul Fiume Usk nel Galles

Mereno Borriero

Hotel Gliffaes

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Lo scorso Giugno ho partecipato al British Fly Fishing Internationalinsieme ai ragazzi del Fly Fishing Masters, ma di questo ho parlatoin un altro articolo.

Dal 2010 esiste in Inghilterra un Club che si chiama MAC (Moreno Appre-ciation Club) fondato da due cari amici e riservato ai possessori di cannein bambù costruite dal sottoscritto. Ho l’onore infatti di esserne il PresidenteOnorario. Lo scopo è di riunirsi ogni anno e di fare una pescata in qualchebel fiume con le canne in bambù di mia produzione.

Negozio Sweets

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Quest’anno è stato deciso per l’USK nei pressi di Brecon. Dovevamo es-sere in cinque partecipanti, ma uno ha dato forfeit per problemi di famiglia.Roger Tribe, uno dei soci fondatori è stato così gentile da prelevarmi al-

l’aeroporto di Stansted, e l’indomani dopo una puntatina sul Kennet ci siamoincontrati con gli altri due partecipanti presso l’Hotel Three Salmons nellacittadina di Usk. Un nome appropriato per un albergo frequentato in granparte da pescatori che frequentano il fiume Usk, che fa parte della Fonda-zione Wye Usk.

Sweet e Fraiser

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Dopo una succulenta Full Welsh breakfast (esattamente come il Full En-glish ad eccezione del “Black Pudding” – una specie di sanguinaccio im-proponibile), abbiamo fatto tappa obbligatoria all’antichissimo negoziettodi pesca “Sweets”, gestito da una deliziosa Jean Williams. Il negozio picco-lissimo presentava accanto a polverose attrezzature di altri tempi anche al-cune modernissime canne e mulinelli. Ma questo non rovinavaassolutamente la magica atmosfera di questo piccolissimo negozio di altritempi. Ci siamo messi in marcia alla volta di Brecon, dove ci siamo cambiati.Ognuno di noi è poi riversato sul fiume scegliendosi lo spot che più lo ag-

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Roger in mezzo al USK

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Gliffaes visto dal fiume

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Il fiume USK visto dalla terrazza

Mattino presto

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Roger che salpa una bella trota

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gradava. I miei amici mi avevano indicatoche era ammesso l’utilizzo esclusivo di sti-vali a coscia. Mi sembrava una buonacosa, mi sembrava di essere ritornato allemie origini di PAM agli inizi degli anni ‘80quando i cosciali erano un “must”. Invecei miei amici si sono presentati tutti conwaders normali. Questo mi ha notevol-mente impedito perché non potevo gua-dare fino a metà fiume come invecefacevano gli altri e quindi mi trovavo a do-vere fare lunghissimi lanci dalla parte op-posta del fiume dove, naturalmente sitrovavano tutte le trote! L’Usk in quellazona è molto largo, attorno a 30 metri equindi dopo pochi minuti mi sono ritro-vato i cosciali pieni di acqua. Immagina-tevi che goduria!La mattinata è passata con due catture –una da parte di Tony e l’altra da parte diRoger. Due belle trote regolarmente libe-rate. Con il mio handicap ho avuto sol-tanto una bollata sulla mia mosca chenon ho ferrato, perché in quell’istantepreciso è passato Tony che dalla riva miha urlato – Allora, ancora nulla? Vi poteteimmaginare le mie imprecazioni sotto-voce! Dopo questa misfatta, siamo andati amangiare un Pub lunch – panini caldi, pa-tatine fritte e birra in abbondanza. Du-rante il pranzo sono state discusse alcuneregole del club (regole goliardiche) inquanto David Fraser si era presentato conuna orribile canna in plastica!! Dopo pranzo abbiamo cambiato beat e letrote sembravano più ben disposte. Ilproblema della profondità si è ripresen-tata, aggravata da una fitta linea di alberialle spalle! Meno male che mi trovavo in

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sponda destra e quindi poteva lanciare in rovescio, un lancio che mi si ad-dice in modo particolare. In capo a tre ore prima dell’abbandono, sono riu-scito ad agganciare e salpare diverse trote dalla livrea tipica di questi fiumie di buona misura – il tutto con la mia 7’ 2” in due pezzi. Come artificiali ho utilizzato le mie solite imitazioni di Beatis in CDC e mon-taggio paradun ma nel pomeriggio ho notato che gradivano in modo parti-colare una BWO parachute su amo diritto del 16 e con una coda in poli amo’ di esuvia. Una mosca perfetta per la sua elevata visibilità e galleggia-bilità.Verso le 19.00 abbiamo abbandonato il campo e sulla via del ritorno cisiamo fermato al Gliffaes Country House una tipico albergo da pesca Gal-lese. Una magnifica struttura in pietra grigia immersa in un giardino all’in-glese (ehm, alla gallese!!) con un’ atmosfera indescrivibile da Harry Potter.Su ogni parete ci sono canne da pesca in bambù, nelle bacheche attrezza-ture da pesca antiche – mulinelli da salmone, scatole di mosche e moscheantiche. Quello che ci si immagina sempre quando si pensa ad un tipico“lodge” da pesca britannico. Ah, dimenticavo – l’Usk, oltre ad essere unfantastico fiume da trote, ha una discreta popolazione di Salmoni atlanticiche risalgono.

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La sera al Three Salmons abbiamo ce-nato magnificamente e bevuto altret-tanto bene. Naturalmente la cena èterminata con tre ottimi Singolo Malto!Poi tutti a nanna, perché l’indomaniavremmo fatto il bis sull’Usk. Verso le 5di mattina mi ha svegliato lo scrosciodella pioggia che ha sporcato l’Usk ren-dendolo impescabile. Peccato! Avreifatto volentieri il bis. Sarà per la pros-sima volta – l’edizione 2013 del MACche è già in fase di programmazione.

sopra: canne da pesca

a sinistra: la stanza di lettura pienadi libri da pesca

a destra: il libro della pesca

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Jean Williams prop sweets

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Fiume G

ail

Drava

Rosembach

AKTIV HOTEL GARGANTINI - Mühlbacher Straße 13, Frög 9232 Rosegg -Villach Land, Carinthia, Austriapartita I.V.A. (ATU) 51937604Tel. Adriano 0043-6645307670 - Tel. Erika 0043-6643951805 -Tel. Francesco 0043-664-9389096 - Tel. Alberto 0043-664-1736341email: [email protected]

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Sorgiva

MÖll

Piccola Drava

Drava

Vellach

AKTIV HOTEL GARGANTINI - Mühlbacher Straße 13, Frög 9232 Rosegg -

Tel. Adriano 0043-6645307670 - Tel. Erika 0043-6643951805 -Tel. Francesco 0043-664-9389096 - Tel. Alberto 0043-664-1736341

Hotel

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Associazione Sportiva Pescatori SolandriLa riproduzione artificiale della trota marmorata

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Associazione Sportiva Pescatori SolandriLa riproduzione artificiale della trota marmorata

Aristide Decarli

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Cattura riproduttori nel canale che dall’incubatoio entra in Noce

L’ibridazione in natura tra la trota fario e la trota marmorata è frequente laddovele due semi specie ittiche condividono lo stesso ambiente acquatico. Peraltro, il periodo di frega della fario, in val di Sole, non differisce di molto daquello della marmorata, tanto che nel mese di novembre sono numerosi i ma-schi di fario che inseguono le femmine di marmorata cercando di fecondarne leuova e riuscendo spesso in tale intento. Infatti, in un ambiente acquatico naturale, la promiscuità di popolazioni, la farioe la marmorata, con una notevole predominanza della prima, porta il più dellevolte ad una discendenza geneticamente mista.Ed è per evitare questo che in valle di Sole ci si è convinti che per salvaguardarela tipicità della marmorata fosse opportuno procedere alla riproduzione artifi-ciale degli esemplari catturati in ambiente naturale, selezionando il più possibilei soggetti fenotipicamente validi, scartando quelli che potessero presentare segnianche minimi di ibridazione con la fario.Era l’anno 1979, quando venne realizzato un piccolo incubatoio destinato a que-sto scopo. Aiutati ed indirizzati dai tecnici della Stazione Sperimentale Agrario Fo-restale di S. Michele all’Adige, si intraprese questa interessante avventura. All’inizio dell’attività, l’incubatoio produceva solo avannotti che, una volta perso

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il sacco vitellino, venivano immessi in acque minori destinati a ruscelli vivai. Inaltri piccoli corsi d’acqua affluenti del Noce si iniziò la semina di uova embrionateposte in scatole Vibert, “scoprendo” così che dopo alcuni anni in queste acquecomparivano dei riproduttori pronti a depositare le loro uova nello stesso am-biente di loro provenienza.Da allora, la ricerca dei riproduttori avviene esclusivamente in due brevi tratti deitorrenti principali, i tratti finali del Rabbies e del Meledrio ed in quattro affluentiminori, tra cui la principale è il Rio Caldo, originato dalla sorgente che alimental’incubatoio sito nel comune di Cavizzana. Nelle altre acque della valle, le marmorate hanno la possibilità di riprodursi in

Mrmorata del Noce

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Cattura riproduttori nel torrente Rabbies alla confluenza con il Noce

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Grossa Marmorata catturata nel Rabbies

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modo naturale senza essere molestate da alcun intervento di sostegno.La facilità di approvvigionamento dei riproduttori è data, negli ultimi anni, dallapossibilità di catturare le fattrici marmorata subito a valle dell’incubatoio, nellastessa acqua del rio che lo alimenta, dove i pesci sono attratti “riconoscendo”l’acqua che li ha fatti nascere. Quel fenomeno che è ormai noto a molti appassionati di natura e che richiamai salmoni nelle acque di origine al momento della deposizione delle uova e chegli anglofoni chiamano “imprinting” è stato accertato anche nelle nostre trote enelle acque solandre. E’ per questo che - come detto sopra - l’associazione haindividuato alcune acque minori affluenti del Noce dove il ripopolamento è ef-fettuato con uova al fine di favorire questo “incontro” indelebile con l’ambientedi nascita delle piccole marmorate, che le indurrà da adulte a ritornare per pro-creare.Sembra ormai assodato che questa “memoria” del luogo di nascita sia legataesclusivamente all’acqua che accoglie il pesce nel momento della sua uscita dal-

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Il torrente Rabbies alla cofluenza con il Noce

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Torrente Meledrio alla confluenza con il Noce

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Volontari intenti nella cattura di un grosso esemplare di Mrmorata

(mungitura) e fecondazione che seguono una sequenza preordinata, Prima di procedere alla riproduzione le fattrici ed i maschi vengono immessi inuna vasca contenete dell’acqua addizionata con un anestetico specifico, alloscopo di addormentare i pesci e renderli più tranquilli e rilassati durante le ope-razioni di fecondazione. Quindi si passa alla spremitura delle femmine racco-gliendo il prodotto di più esemplari in un catino forato affinché le uova rimanganoasciutte. Si procede poi alla fecondazione che avviene irrorando le uova con losperma di due o tre maschi al fine di evitare perdite per la possibile sterilità diun soggetto. Al termine dell’aspersione con il liquido seminale, il catino foratoviene immerso in un altro contenitore nel quale si aggiunge un po’ di acqua af-finché lo sperma diluito possa raggiungere e fecondare la massa di uova. Si la-scia riposare il tutto per una decina di minuti, quindi si procede al lavaggio delleuova, con acqua pulita. Le uova lavate sono quindi immesse nelle vaschette in-cubatrici, procedendo all’eliminazione di quelle poche che non sono state fe-condate, subito individuabili perché perdono la trasparenza diventando bianche. Le trote sgravate, messe in una vasca percorsa da acqua corrente, nel giro di

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l’uovo e che resti “impressa” negli avannotti anche qualora gli stessi vengano tra-sferiti in una acqua nuova subito dopo l’uscita dall’uovo.Nella terza decade di ottobre, negli affluenti minori del torrente Noce, inizia larisalita delle trote marmorate che si accingono alla riproduzione.Prima sono i maschi che numerosi raggiungono queste acque ossigenate e pu-lite; le femmine li seguiranno dopo alcuni giorni. L’ultimo sabato dello stessomese, annualmente, i volontari dell’Associazione Sportiva Pescatori Solandri sidanno appuntamento alla confluenza di questi piccoli rivi per procedere alla ri-cerca ed alla cattura con l’impiego dell’elettrostorditore di esemplari di trota dariprodurre. Tutte le operazioni di cattura e di riproduzione delle marmorate, dirette dai dueguardiapesca dipendenti, avvengono nel rispetto della Carta Ittica Provinciale edelle specifiche direttive emanate annualmente dal Servizio Faunistico della Pro-vincia Autonoma di Trento ed alla presenza del personale forestale che ha il com-pito del controllo.Man mano che le trote vengono catturate si effettua una prima selezione degliesemplari scartando quei soggetti che manifestino segni di ibridazione con lafario (fatto, come visto, molto diffuso in natura), trattenendo il materiale appa-rentemente più idoneo. Tutte le trote ritenute valide vengono quindi immesse in una capiente vascamontata sull’automezzo dell’associazione e dotata di impianto di ossigenazionee quindi trasferite, al termine degli interventi di elettropesca, all’incubatoio so-ciale di Cavizzana. Qui vengono introdotte in una vasca di stabulazione in attesa che portino a ma-turazione i prodotti sessuali.Normalmente, dopo un paio di giorni, iniziano le prime operazioni di spremitura

Il mezzo di trasporto del le trote

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Alcune fasi della fecondazione artificiale

pochi minuti si risvegliano totalmente e riprendono le normali funzioni vitali,quindi, dopo una breve stabulazione, vengono disinfettate e liberate nelle acquedi origine. Solo i soggetti non perfettamente maturi che non “danno” uova ven-gono trattenuti in vasca per i pochi giorni sufficienti ad essere sgravati. I tentativi di cattura dei riproduttori si ripetono nei piccoli rivi a giorni alterni, fin-ché, nel giro di un paio di settimane si esaurisce “la frega” e le marmorate nonrisalgono più.Necessariamente, la selezione dei riproduttori si svolge ancora in modo induttivo,indirizzando l’attenzione sugli esemplari fenotipicamente validi.L’aspetto sanitario ha un ruolo fondamentale negli interventi di coltivazione delleacque e soprattutto nelle operazioni di riproduzione di trote selvatiche. E’ il Ser-vizio Veterinario Provinciale che in questo caso ne segue l’aspetto, effettuandodei prelievi di liquido ovarico delle fattrici durante la spremitura, reperti che ver-ranno analizzati presso l’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie di Padova perverificare/escludere la presenza di ittiopatologie.Su decisione della Provincia Autonoma di Trento, si è affrontata anche la indi-spensabile componente genetica delle trote marmorate, che ha portato ad ana-lizzare le varie popolazioni distribuite sul territorio provinciale e nelle acquecontermini.Dagli esami del DNA cui è stato sottoposto - nell’anno 2008 - uno stock di una

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cinquantina di esemplari di trota marmorata appositamente catturati nelle acquesolandre, si è tuttavia riscontrato che non sempre il genotipo coincide con il fe-notipo. La percentuale di queste difformità non è del tutto irrisorio, se si considera cheraggiunse il 25% dei casi; quindi, ben 12 trote, che mostravano evidenti carat-teristiche morfologiche di marmorata e come tale erano state classificate, pre-sentavano tra il 55 e il 90% dei geni ascrivibili a tale trota ed il restante quellidella fario. Quindi, dal punto di vista genetico l’appartenenza ed una od all’altrasemispecie rimane sempre latente.Al momento, presso il nostro incubatoio si stanno accrescendo delle marmorategeneticamente testate che assieme alla loro progenie vengono già utilizzatecome riproduttori, anche se si procede con serietà ad utilizzare fattrici selvatiche. È tuttavia fatale che la discendenza non sempre presenterà i caratteri dominantidella semispecie marmorata, ma potrà manifestare quelli recessivi, anche se re-moti, di un genitore o di entrambi. Sta comunque il fatto che, con il passare del tempo, gli esemplari che risalgonoil rio Caldo nei primi giorni di novembre si fanno sempre più straordinari per illoro aspetto e disegno perfetto.Se vi incuriosiscono le conclusioni dello studio intrapreso dal dottor Gandolfi e dai

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suoi collaboratori impegnati nelle indagini genetiche sulle popolazioni di mar-morate trentine e non, riportate sul bollettino del Museo Tridentino di Scienze Na-turali, si possono trovare al link: http://www.mtsn.tn.it/pubblicazioni/18/87/08%20baraldi.pdfI nostri avannotti di marmorata impiegando ben 70 giorni per completare il ciclodalla fecondazione all’incubazione e quindi schiusa, con una temperatura del-l’acqua in incubatoio di 6,7 gradi. Nella campagna ittiogenica dell’anno 2011, presso l’incubatoio sociale sono stateprodotte circa 125.000 uova di marmorata selvatica.Un mese dopo la nascita degli avannotti, inizia la loro alimentazione che può av-venire solo a mezzo di alimento vivo. A tale scopo noi alleviamo dei piccoli cro-stacei marini (Artemia Salina) che, al primo stadio di sviluppo, sono l’alimentomigliore per le piccole larve. Solo dopo essere stati nutriti per circa 4 settimanecon tale alimento, vengono svezzati passando ad un mangime commercialeespressamente creato per queste trote.L’accrescimento continua in incubatoio fino al mese di novembre quando si pro-cede all’immissione delle marmoratine nelle acque libere. La loro misura al mo-mento della semina è relativamente piccola, aggirandosi tra i cinque ed i settecentimetri. Ciò è determinato dalla temperatura bassa e costante della sorgenteche alimenta l’incubatoio, che non supera mai i 7,5 gradi.E, qui, si chiude il ciclo, mentre già è iniziato quello nuovo…

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A pesca in Carnia: il NK del Degano

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A pesca in Carnia: il NK del Degano

Gianni Sburlino [email protected]

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ad appena sopra Comeglians; da qui in poi il letto fluviale diventa ampio fino alla confluenza con il Tagliamento.Il materiale di fondo è formato da massi, ciottoli e sabbie che, come avviene in prevalenza nei corsi d'acqua carnici, sono costituiti da materiali diversi (calcari, arenarie,marne, conglomerati, rocce metamorfiche) che conferiscono una colorazione piuttosto variegata al letto fluviale. Solo dopo la confluenza con il Torrente Pesarina, appenaa sud di Comeglians, la componente calcarea e dolomitica si fa sentire maggiormente conferendo all'alveo una colorazione più chiara. Qualcuno potrebbe dire: e chi se nefrega? Allora io gli dico: metti i chiodi che è meglio, tanto più che il fondo è spesso ricoperto da alghe (verdi filamentose e abbondanti diatomee) che lo rendono ancorapiù viscido.Purtroppo il corso del Degano è stato soggetto, come quello di tanti altri corsi d'acqua friuliani e non, a numerose modificazioni che ne hanno ridotto la portata e modificato in parte la struttura originali su lunghi tratti. Sta di fatto che al di sotto della diga della cartiera di Ovaro la portata si riduce notevolmente ed è soggetta a significative variazioni di livello in dipendenza dalle esigenze industriali. A monte di questa il torrente si esprime ancora bene solo fino alla confluenza con il torrente Margò; daquel punto in poi e fino oltre il paese di Rigolato la portata è ancora ridotta a causa di prelievi idroelettrici. In buona sostanza, il decorso naturale (parlando in termini diportata d'acqua), riguarda solo circa un terzo dei 30 km circa dell'intero corso. Di positivo c'è che la qualità dell'acqua risulterebbe buona sia in base a quanto riportato

Il Degano all'altezza di Comeglians nel tratto a libera pesca (da: http://it.wikipedia.org/wiki/Degano)

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Friulano di origine e padovano d'ado-zione per motivi di lavoro, pesco inFriuli da quando ero ragazzino (si parladi più di cinquant'anni fa) ma solo daun paio d'anni mi dedico alla mosca esolo a quella, dopo aver frequentatodue corsi FFM. Adesso poi che sono inpensione passo ancora più tempolungo torrenti e fiumi e, appena possi-bile, raggiungo la Carnia dove ho la for-tuna di possedere una vecchia casa; daqui, in meno di dieci minuti di mac-china, raggiungo il Degano, un temposicuramente uno dei torrenti più bellidi questo settore montano del Friuli.Siccome sono fermamente convintoche la nostra passione vada espressaanche condividendo con gli altri infor-mazioni il più dettagliate possibile suposti e tecniche di pesca, ho pensato discrivere questa breve nota.Il Degano è un affluente del Tagliamento e nasce anord del paese di Forni Avoltri (UD).Si tratta di un corso d'acqua a carattere tipicamentetorrentizio che dalle sorgenti fino a poco sopra Rigo-lato scorre in un letto relativamente ampio per poiproseguire profondamente incassato nella valle fino

ad appena sopra Comeglians; da qui in poi il letto fluviale diventa ampio fino alla confluenza con il Tagliamento.Il materiale di fondo è formato da massi, ciottoli e sabbie che, come avviene in prevalenza nei corsi d'acqua carnici, sono costituiti da materiali diversi (calcari, arenarie,marne, conglomerati, rocce metamorfiche) che conferiscono una colorazione piuttosto variegata al letto fluviale. Solo dopo la confluenza con il Torrente Pesarina, appenaa sud di Comeglians, la componente calcarea e dolomitica si fa sentire maggiormente conferendo all'alveo una colorazione più chiara. Qualcuno potrebbe dire: e chi se nefrega? Allora io gli dico: metti i chiodi che è meglio, tanto più che il fondo è spesso ricoperto da alghe (verdi filamentose e abbondanti diatomee) che lo rendono ancora

Purtroppo il corso del Degano è stato soggetto, come quello di tanti altri corsi d'acqua friuliani e non, a numerose modificazioni che ne hanno ridotto la portata e modifi-cato in parte la struttura originali su lunghi tratti. Sta di fatto che al di sotto della diga della cartiera di Ovaro la portata si riduce notevolmente ed è soggetta a significa-tive variazioni di livello in dipendenza dalle esigenze industriali. A monte di questa il torrente si esprime ancora bene solo fino alla confluenza con il torrente Margò; daquel punto in poi e fino oltre il paese di Rigolato la portata è ancora ridotta a causa di prelievi idroelettrici. In buona sostanza, il decorso naturale (parlando in termini diportata d'acqua), riguarda solo circa un terzo dei 30 km circa dell'intero corso. Di positivo c'è che la qualità dell'acqua risulterebbe buona sia in base a quanto riportato

Il Degano all'altezza di Comeglians nel tratto a libera pesca (da: http://it.wikipedia.org/wiki/Degano)

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Alcune immagini del Degano nel tratto NO KILL

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dalle analisi dell'ETP che dell'ARPA. La comunità salmonicola è costituita da marmorata, ibridi e fario anche se, in oc-casione di gare di pesca, viene tuttora immessa l'iridea; il programma dell'EnteTutela Pesca prevede comunque un notevole ridimensionamento delle immis-sioni di trote fario a favore della marmorata (vedi: http://www.life-rarity.eu/ima-ges/pdf/notiziario/2012/notiziario_03-2012.pdf). Il temolo è stato recentementereintrodotto con successo nel tratto a valle di Ovaro dove sembra che finalmentesiano state garantite le condizioni di portata atte al suo sviluppo (vedi:http://www.life-rarity.eu/images/pdf/notiziario/2011/notiziario_07-2011.pdf ehttp://www.life-rarity.eu/images/pdf/notiziario/2011/notiziario_12-2011.pdf);speriamo bene, ben tornato temolo!!! come minimo ti meriterai un regime diNK!

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Il No KillSi estende complessivamente per circa 3 Km e comprende un primo tratto dicirca 600 metri fino a pochi anni fa destinato a zona di ripopolamento e quindiproibito a qualsiasi tipo di pesca, al quale è stato aggiunto un ulteriore tratto inprecedenza a libera pesca. L'accesso al torrente non è dei più agevoli conside-rata la generale mancanza di sentieri che dalla strada portano al corso d'acquache, come dicevo, scorre all'interno di una valle piuttosto stretta. In linea di mas-sima conviene parcheggiare prima del ponte che da Comeglians porta a Rigolatoe poi passare sotto al ponte stesso (da qui inizia il tratto NK) per poi attraver-sare raggiungendo la sponda idrografica destra. A quel punto si prosegue traacqua e massi emergenti fiancheggiando uno splendido bosco ripario di frassinomaggiore che rappresenta sicuramente uno dei migliori esempi di boschi di forra

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della Regione; un consiglio: lasciate per-dere per dieci minuti la pesca e fatevi ungiretto in questo bosco, ne vale veramentela pena e, anche se non siete botanici, neapprezzerete di sicuro la bellezza e la sug-gestione; purtroppo un paio d'anni fa laparte settentrionale del bosco e' stata ta-gliata a raso e al suo posto è cresciuto uninestricabile roveto assolutamente incom-patibile con la salute dei vostri waders.Continuando ad arrancare (per chi è piùgiovane "a saltellare") nell'acqua e suimassi si passa sotto al ponte che porta aTualis e si arriva fino alla confluenza con ilMargò e allo scarico di una centrale idroe-lettrica; come già detto, a monte di questae per tutto il resto del NK la portata si ri-duce ma questo non significa che non valgala pena di proseguire, le trote ci sono co-munque e il divertimento non mancherà. Aproposito di trote si tratta per lo più di fario,ibridi e marmorate ci sono ma in misura de-cisamente subordinata; la dimensionemedia va dai 25 ai 35 cm ma non mancanogli individui giovani come quelli più grandi;le fario in genere presentano vistose mac-chie rosse e nere ma capita che esemplariche da tempo sostano in acque profondeassumano una colorazione più argentatacon chiazze decisamente più piccole. Lebollate sono frequenti soprattutto nellespianate con acqua anche profonda chetuttavia non sono molte. In caso di schiusal'attività è assicurata in qualsiasi ora delgiorno e potrete usare con successo le so-lite effimere o piccoli tricotteri sia comesecche che come emergenti. In mancanzadi attività superficiale non esitate invece apescare in caccia utilizzando grosse moscheche stimolino i nostri amici. Ottimi a miomodo di vedere grossi tricotteri in pelo dicervo (direi meglio se di colore piuttosto

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scuro) e non preoccupatevi di farli dragare, anzi spesso è proprio in fase di dra-gaggio che vedrete venir su delle belle trote. Anche le imitazioni di cavallettafunzionano bene ma attenzione: se in corrente un'imitazione approssimativaandrà senz'altro bene, questo non vale per le acque piatte dove sarà necessa-ria una il più possibile fedele per morfologia, dimensioni e colorazione agli insettipresenti in zona altrimenti correrete il rischio di farvi ridere dai pesci che, sottoquesto aspetto, sono senz'altro smaliziati; lo so che per costruire "mosche" diquesto tipo ci vuole, almeno per me, un po' di tempo ma alla fine ne sarà valsala pena. Se poi vedrete bollare solo in un punto e sempre in quello, allora dateun'occhiata alla vegetazione che ci cresce sopra, facile che ci sia qualche pianta

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in fiore (sambuco, lonicera o altro) e non esitate amontare una formica, un moscone, un'ape o quan-t'altro e vedrete che quasi sicuramente la trota ab-boccherà. Il lancio più efficace è sicuramentel'angolato rallentato tanto più che qui non serve lan-ciare lontano quanto piuttosto cercare di farsi ve-dere il meno possibile; inoltre le trote più grosse nonnecessariamente si pescano nelle buche profondema spesso vengono su in corrente, di solito dietro itanti massi affioranti. Personalmente uso una cannada 8 piedi con coda 4 e mi ci trovo bene; probabil-mente chi volesse pescare a ninfa trarrebbe van-taggio da una canna un po' più lunga ma di pesca aninfa ne capisco quasi niente e ho usato questo si-stema solo quando i pesci di salire a galla non ne vo-levano proprio sapere o con acque un po' sporche

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come dopo piogge che nella zona in genere non mancano. Meglio anche usarefinali piuttosto lunghi e non preoccupatevi del diametro del tip, personalmentenon scendo mai sotto il 15-16, è inutile e sareste solo costretti a stancare troppoi pesci, anche in considerazione della forte corrente.Una nota dolente riguarda invece le attività illecite di pesca; la configurazionestessa del torrente che scorre quasi sempre nascosto dalla vegetazione e l'ac-cessibilità non ottimale fanno sì che sia difficilmente controllabile e infatti vieneanche frequentato (ne sono stato più volte testimone) da pescatori a spinningo che utilizzano esche naturali. Di questo ho scritto all'ETP che mi ha garantitoche intensificheranno i controlli e non ho motivo di dubitarne; è comunque miaopinione che un NK, per funzionare, debba essere anche facilmente controllabilealtrimenti vede ridotta la sua funzione proprio a causa di attività illecite; tantoper fare un esempio, sono convinto che nel vicino tratto No Kill del Chiarsò a Pau-laro queste cose non succedano proprio per la sua collocazione davanti agli occhidi tutti. sostituire con: Una nota un po' dolente riguarda invece le attività illecitedi pesca; la configurazione stessa del torrente che scorre quasi sempre nasco-sto dalla vegetazione e l'accessibilità non ottimale fanno sì che sia difficilmentecontrollabile e infatti viene (o veniva) anche frequentato da pescatori che utiliz-zano altri sistemi di pesca. Di questo ho scritto all'ETP che mi ha garantito cheavrebbero intensificato i controlli e al quanto pare la cosa ha funzionato.Per concludere, il NK del Degano è senz'altro bello sia per la pesca che per l'am-

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biente che lo caratterizza. A chi viene da fuori regione consiglierei tuttavia dinon limitarsi a quest'esperienza ma di dedicarvi qualche ora per poi spostarsialtrove; nelle vicinanze (1/2 - 3/4 ora di auto) si può raggiungere il già citatoChiarsò a Paularo oppure, uscendo dalla Carnia propriamente detta e spostan-doci più a oriente, il Fella e il suo splendido affluente Resia; quest'ultimo vale si-curamente la pena non solo per la pesca (marmorate e temoli) ma anche per losplendore delle sue acque cristalline verde-azzurre dove è ancora frequente ilgambero nostrano. Con uno sforzo in più si può raggiungere l'Isonzo oppure po-tete andare nelle ancora numerose e belle rogge di risorgiva della bassa pia-nura. Se poi vorrete fare una sosta culturale, allora non potrete perdere unavisita almeno al magnifico Duomo di Venzone, distrutto dal terremoto del 1976e poi ricostruito pietra su pietra.

Mandi GianniPermessi e periodi di pesca (indicazioni relative al 2012)Per i non residenti in FVG è necessario munirsi di apposito pre-messo: giornaliero (Euro 25), settimanale (Euro 50, valido perquattro uscite nell'arco di sette giorni), mensile (Euro 80, validoper 16 uscite nell'arco di trenta giorni) o annuale (Euro 140, validoper 16 uscite al mese). I permessi valgono per tutto il territorio re-gionale. La pesca è consentita dalle ore 07.00 dell'ultima domenica

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di marzo alle ore 24.00 dell'ultima domenica di settembre, con l'ec-cezione dei NO KILL e di alcuni tratti dei Regimi Particolari di Pescadove si può pescare fino al 31 ottobre.Per maggiori informazioni sul sito http://www.entetutelapesca.it/trovate tutto quello che vi serve.Come arrivare, dove dormire e mangiareDa Padova prendere la A4 e proseguire sulla A23 in direzioneUdine-Tarvisio, uscire a Carnia-Tolmezzo, da qui proseguire fino aVilla Santina e prendere in direzione Sappada; Comeglians è ilprimo paese dopo Ovaro. Chi viene dal bellunese può prendere laA27 e poi proseguire come sopra oppure da S. Stefano di Cadoreproseguire per Sappada e poi scendere in Friuli passando per ForniAvoltri e Rigolato.

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Sul Resia

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A Comeglians si può dormire presso l'unico Albergo esistente oppure usufruire del così detto "Albergo diffuso" (http://www.albergodiffuso.it/)che offre servizio di pernottamento e prima colazione. Per mangiare in zona esistono diverse alternative, ricordatevi però che molti esercizi sonoaperti infrasettimanalmente solo nel periodo estivo e che qui si cena presto anche se qualche pizzeria fa eccezione.Se, come consigliabile, non vi limiterete ad un "mordi e fuggi" sul Degano ma vorrete provare altre alternative "friulane", allora non avrete chel'imbarazzo della scelta (Tolmezzo, Arta Terme, Tarvisio, Udine, ecc. ecc.).

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A Comeglians si può dormire presso l'unico Albergo esistente oppure usufruire del così detto "Albergo diffuso" (http://www.albergodiffuso.it/)che offre servizio di pernottamento e prima colazione. Per mangiare in zona esistono diverse alternative, ricordatevi però che molti esercizi sonoaperti infrasettimanalmente solo nel periodo estivo e che qui si cena presto anche se qualche pizzeria fa eccezione.Se, come consigliabile, non vi limiterete ad un "mordi e fuggi" sul Degano ma vorrete provare altre alternative "friulane", allora non avrete chel'imbarazzo della scelta (Tolmezzo, Arta Terme, Tarvisio, Udine, ecc. ecc.).

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“L’importanza di chiamarsi club”

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“L’importanza di chiamarsi club”

Alessandro GamberiniPresidente May Fly Club - Bologna

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Da una frase simile Oscar Wilde ci fece uno splendido romanzo e io neprendo spunto per capire cosa deve essere un club o una scuola di pescaoggi. Anche se nel titolo di quest’ articolo non c’è un gioco di parole comein quello originale, rimane ugualmente importante capire il significato in-trinseco della frase. Come all’epoca anche oggi bisogna capire se è più im-portante apparire o essere. Sembra che al nostro caro amico Oscar piacessepescare. Chissà se faceva parte di un club o di una scuola(??!!).Scusatemi per le divagazioni ma è troppo bello perdersi nella storia e nelle

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fantasie!!!Torniamo ai giorni nostri per approfondire la nostra passione, la pesca amosca, quella passione che ci unisce e ci fa venire la folle idea di formaredei club. E’ una follia che ormai dilaga in tutto il mondo. Ci siamo mai chie-sti il perché? Forse perché l’uomo non è fatto per stare da solo…!! Io adoroquesta follia!!!Ormai è 15 anni che frequento club a Bologna e in questo lasso di tempoho notato grandi cambiamenti dettati dal buon senso e dai cambi di gene-

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razione. Non è stata una casualità che abbia usato la frase “ frequento cluba Bologna”. Sembra quasi sia saltato da un fiore all’altro per prendere tuttoil nettare possibile ma non è così. La mia percezione è di aver fatto sempreparte dello stesso club. Per capire un po’ il mio modo di pensare devo tor-nare un pò indietro nel tempo.Il primo club a Bologna si è formato più di 30 anni fa. La mentalità era di-versa, forse migliore, non ha importanza, sicuramente la pesca a moscaera considerata un sport di nicchia, un po’ perché se ne sapeva poco e unpo’ perché l’attrezzatura costava moltissimo. In ogni caso l’istinto del Bolo-gnese, un po’ per abitudini politiche un po’ perché un bel bicchiere di lam-brusco o sangiovese hanno sempre unito tutti, ha cercato un modo diaggregazione trovandolo nell’istituzione del club. Con il passare degli annile cose sono cambiate in maniera esponenziale, le attrezzature di pescahanno avuto un’evoluzione straordinaria dando modo a chi voleva raggiun-gere obbiettivi superiori di poterlo fare. Nel club continuava a rimanere lo

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zoccolo duro convinto che certe innovazioni portassero solo ad un allonta-namento dalla purezza del concetto di pesca a mosca ed è stata inevitabilela prima scissione. Negli anni a seguire ce ne sono state altre 2 sia per glistessi motivi che per altri. Vivendo di persona 2 scissioni ho cercato di ri-manere nel gruppo più vicino alle mie idee, ed è per questo che posso af-fermare di aver avuto sempre un unico club.Sarò io che porto sfortuna? Può essere ma chi se ne frega, così imparanoa scegliermi come presidente!!Scherzo naturalmente, sono fiero ed orgoglioso di essere il presidente delMay Fly Bologna!Ritornando al centro del discorso, cosa deve fare un club per chiamarsitale? Posso parlare solo della mia esperienza anche se ho constatato che èmolto simile a quella di diversi amici che fanno parte di altri club sparsi perl’Italia. La priorità va sicuramente data alla divulgazione della pesca a mosca a

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qualsiasi livello si faccia. Oggi per fortuna molti club possono vantare per-sonaggi eccelsi, istruttori di lancio o costruttori di mosche accanitissimi. Ri-cordiamo che non importa avere un titolo per essere un bravo pescatoreanche se aiuta molto. Al bar si va a raccontare quanto è bello e grosso ilpesce che abbiamo preso ma al club si insegna a prenderlo.La seconda regola che un club di pesca non può trascurare è quella di fareattività sul proprio territorio impegnandosi quanto possibile a tenere in or-dine i propri fiumi pur malandati che siano, anzi! Uniti si fa la forza!! In ognicaso, di attività se ne può fare molta e diversificata ma il segreto per riu-scire bene in tutto è essere un bel gruppo di amici. Diciamo che impastandoil tutto e magari bagnandolo con qualche tuffo in acqua fatto in un’uscitadi pesca insieme, pronti a riderci sopra, si ottiene un’ottima ricetta di club.

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E’ chiaro che tutte queste cose si possono anche fare da sole ma quanto èbello condividerle con degli amici?Al contrario di quello che si può pensare non è sempre facile mandare avantiun club, specialmente oggi che le persone sono spinte dalla società a cer-care sempre qualcosa di nuovo e subito. Io sono molto fortunato perché hodegli ottimi soci sia dentro sia fuori dal direttivo. Ricordiamoci che il club è formato da amici che condividono e divulgano lastessa passione e lo fanno gratuitamente. Molti pensano erroneamente cheun club sia un posto dove imparare a pescare gratuitamente. Non c’è nientedi più sbagliato, tutto ha un prezzo e il nostro è molto caro…l’Amicizia!!!!!Qualcuno una volta disse: non esistono fatti ma solo interpretazioni…e que-sta è la mia!

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Le code della BarrioDi Massimo Magliocco

Mike Barrio è un nome forse sconosciuto alla maggior parte dei pescatori a mosca ital-iani, ma è uno dei più importanti produttori di code ti topo europei.Azienda scozzese, la Barrio produce code ormai da diversi anni con dei risultati eccel-lenti e, vista la situazione economica che stiamo vivendo, con dei costi assolutamentebassi in relazione all’alta qualità delle code che produce.Mike, oltre ad essere un amico è un eccellente lanciatore specialmente con attrezza-ture classiche del nord della Gran Bretagna dove regna la pesca al salmone, ma èanche un eccellente disegnatore di code, elemento questo che lo rende uno dei piùpreparati produttori di quest’ultime.I profili delle code di topo Barrio nascono non tanto da chissà quali innovativi software,ma dall’arguzia e dal saper leggere le esigenze dei pescatori. Infatti Mike, ascoltandole richieste dei pescatori, assembla pezzo dopo pezzo, delle pseudo code che, a parersuo, possono avere un profilo valido per quel tipo di esigenza, dopo di che, quando ri-tiene che questo primo passaggio ha una base valida, trasferisce il prototipo alla fab-brica, la quale produce un primo prototipo elaborato anche con l’aiuto del computer. A sua volta Mike fa provare questo prototipo ai Barrio Pro Fly Fishing Team di cui mionoro di far parte, che essendo grandi tecnici del lancio della coda di topo, danno illoro primo giudizio sulla coda, giudizio che verrà poi rielaborato e dal quale nascerà ilsecondo prototipo e così via, fino al raggiungimento di un prodotto finale già testatoda una serie di “Masters” aventi tutti uno stile di lancio e una cultura della pesca a

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mosca del tutto diversa tra di loro, in quanto provenienti dall’UK piuttosto che dallaFrancia, dall’Australia o dalla Germania, dalla Serbia o dall’Italia, insomma, non ungiudizio che segue un tipo di stile e mentalità di un solo paese ma una sequenza diopinioni provenienti da tutte le latitudini.Questo fa delle code Barrio qualcosa di veramente unico.Guardando tra il suo catalogo, non troveremo una infinità di modelli di code, ma unaserie di code estremamente performanti. Una serie in particolare va assolutamente segnalata, la GT.Se guardate, ha il un profilo simile ad una WF ma è più simile ad una long belly anchese ha un profilo conico, insomma è veramente performante.Ho provato la 4 e vi garantisco che ti “scappa dalle mani”. Inoltre ha una scorrevolezzastraordinaria e quindi uno shooting eccellente !Qualcuno starà, giustamente, pensando che sto scrivendo queste cose per pubbliciz-zare questo prodotto, no, non è così, lo faccio perché in un mercato come quello della

pesca a mosca dove i costi sono, a mio avviso, troppo elevati, avere un’azienda chevende delle ottime code ed altre eccezionali a prezzi bassi, credetemi, è una cosa dasottolineare e propagandare.Inoltre Mike è una persona squisita, sempre pronto a dare consigli, ma la sua dotemaggiore è che non se la tira e che è commercialmente onesto !!Di solito i redazionali sono un tantino “spinti” commercialmente, fa parte del gioco,anche se poi il più delle volte rispecchiano la qualità del prodotto. Questo redazionaleinvece è estremamente veritiero, non perché lo sto scrivendo io ma perché è vera-mente l’espressione scritta di ciò che veramente penso, cioè un’azienda capace difare cose importanti senza troppe fanfare.

Chi volesse visitare il sito può farlo qui: http://www.flylineshop.com/index.htmlOppure se si vuole avere delle info maggiori può anche contattarmi [email protected]

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La recensione bibliografica: “Dynamic Nymphing”

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“Dynamic nimphing” di George Daniel, pubblicato nel 2012 da Head-water Books (piccola casa editrice fondata da Jay Nichols nel 2007, di-stribuita da Stackpole Books), è finalmente disponibile in prima edizionenelle principali librerie internazionali.

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L’autore, che vive a Lamar in Pennsylvania, si presenta alla sua prima operacon un significativo bagaglio di esperienze. Nell’ambito delle competizioniè stato due volte campione nazionale negli Stati Uniti e ha partecipato aimondiali dal 2006 al 2010, collezionando i migliori risultati di sempre nellastoria del suo paese. Allo stesso tempo è stato impegnato in attività for-mative come istruttore e ha girato il mondo, collezionando esperienze dipesca nei fiumi piu’ importanti di America ed Europa.Oggi lavora come Assistant Manager presso TCO Fly Shop e ricopre il ruolodi Head Coach per il Fly Fishing Team USA. Daniel è cresciuto in una terra

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ricca di storia, una delle culle del fly fishing nordamericano. Si è formatocome pescatore negli stessi “limestones” della Pennsylvania divenuti cele-bri attraverso i racconti del grande innovatore Vincent Marinaro. In questaterra la pesca a mosca è una cosa seria al punto che, un grande pescatorecome Joe Humphreys, suo mentore, ha insegnato per diciannove anni “Prin-ciples and Techniques of Fly Fishing and Fly Tying” alla Penn State Univer-sity, nella Facoltà di Agricoltura. Dalle origini nella seconda metà degli anniquaranta ad oggi, il corso (Kinesiolgy 004), prima esperienza di questo ge-nere nel sistema universitario americano, è stato frequentato da decine dimigliaia di studenti. George Daniel è stato tra questi. In questo libro l’autore condivide con i lettori, pagina dopo pagina, detta-gli su tattiche e metodi, appresi in anni di attività dai più grandi campionidi tutto il mondo del passato e del presente. Con l’aiuto di numerosissimeillustrazioni e foto a colori nel testo e a piena pagina, spiega con chiarezzail multiforme e composito mondo della pesca a ninfa, partendo dalla defi-nizione di due macrocategorie. La prima “Tight-Line Nymphing” comprende le tecniche ceca e polacca,

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quella francese, il metodo high stick e quello classicoamericano di George Harvey e Joe Humphreys. Tuttequeste tecniche sono accomunate dal fatto che durantel’azione di pesca la direzione, la profondità, la velocitàdella passata, sono sempre determinate direttamentedal pescatore attraverso una costante tensione e con-trollo di coda, finale e quindi dell’artificiale. La seconda “Suspension Tactics” dove tutti gli elementichiave dell’azione di pesca sono invece determinati da

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una “suspension device”, che media il contatto tra pescatore e ninfa. Spiegaquindi i segreti di “strike indicator”, “dry-and-dropper rig”, l’apprezzato“curly Q” e altri di varie fatture e caratteristiche. Entra nel dettaglio di at-trezzature, tecniche, finali, artificiali, lanci specifici, delle opportunità d’usodei vari metodi nelle diverse condizioni di pesca sul fiume. Anche quelle piùestreme, che talvolta offrono ai più tenaci e determinati, delle sorprese con-siderate dai più inaspettate.

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L’autore svela con generosità tanti piccoli particolari del suo personale si-stema di pesca e del suo percorso di ricerca, tutto improntato all’efficacia.La sintesi delle sue considerazioni, semplici ma molto tecniche, porta sem-pre ad utilizzare il metodo più utile ed opportuno a perseguire l’obiettivodella cattura. Esemplare il fatto che, Daniel nelle pagine di questo libro, at-traverso notevoli macrofotografie, apra le sue scatole ai lettori. Centinaia,anzi migliaia di ninfe, quanto di più intimo e personale ogni pescatore cu-stodisce gelosamente, mostrate con assoluta autenticità in immagini det-tagliate. Tanto fagiano, tanta lepre e tanta semplicità, questa la ricettasegreta. Al termine della lettura rimane la sensazione di avere imparato qualche cosae la voglia di andare immediatamente sul fiume a mettere in pratica qual-che rifinitura. Non è un libro sulla competizione, ma un lavoro che portal’esperienza del mondo agonistico e professionale nella pesca di tutti giorni.In sintesi, Daniel cerca di spiegare che la conoscenza e la padronanza dellatecnica sono i principali elementi per ottenere risultati. Interessante il ca-pitolo sui “fly patterns”, tutti contemporanei ed inediti, sviluppati dall’au-

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tore e dai tanti campioni delmondo con cui ha condivisoesperienze e complicità. Ilmaggior pregio di questolibro è quello di mettere or-dine e fare chiarezza su diun sistema oggi diventatocomplesso, con tante diffe-renze, molto praticato inogni angolo del globo. Ric-chezza e completezza dicontenuti, offrono due pianidi lettura paralleli, uno ditutta sostanza, nei fatti di-dattico, per chi sperimentala ninfa come un temanuovo; un’altro fatto di det-tagli, finezze, episodi, pic-cole malizie che offronodiletto ai più esperti. Perquesta ragione “Dynamicnimphing” è una letturautile a chi si appresta a sco-prire nuove tecniche, maanche a chi già le conosce ele pratica con eccellenza.

Bruno GeneraliMay Fly Club - Bologna

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edizioninuma.com

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Buone feste