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C orriere O rtofrutticolo 4 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVI Nuova serie Aprile 2012 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI La sfida di Raffaella Orsero ai colossi delle banane PAG. 37 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail:[email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR 6° TROFEO AGRICOLA GLORIA INTERNATIONAL OPEN DOMENICA 29 APRILE 2012 18 BUCHE STABLEFORD 3 CATEGORIE AGRICOLA GLORIA DUE MONTECATINI GLOF CLUB AIGORT-ASS. IT. GOLFISTI ORTOFRUTTICOLI CARO-GASOLIO Costi e problemi logistici pesano sui bilanci PAG. 23 MERCATI I grossisti chiedono norme elastiche PAG. 46 CONSUMI Sempre meno frutta sulle tavole europee PAG. 63 FRAGOLE Aumentano le superfici Gd più “attenta” PAG. 67

Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

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Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile 2012

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Page 1: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

CorriereOrtofrutticolo4M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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PROTAGONISTILa sfida di Raffaella Orsero ai colossi delle banane PAG. 37

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail:[email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

6° TROFEO AGRICOLA GLORIA INTERNATIONAL OPEN

DOMENICA 29 APRILE 2012 18 BUCHE STABLEFORD 3 CATEGORIE AGRICOLA GLORIA DUEMONTECATINI GLOF CLUBAIGORT-ASS. IT. GOLFISTI ORTOFRUTTICOLI

• CARO-GASOLIOCosti e problemi logistici

pesano sui bilanciPAG. 23

• MERCATII grossisti chiedono

norme elastiche PAG. 46

• CONSUMISempre meno frutta sulle

tavole europee PAG. 63

• FRAGOLEAumentano le superfici

Gd più “attenta” PAG. 67

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Page 3: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

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Page 5: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

“Quarto ministro, quello buono?”, tito-lavamo sul numero di dicembre del Cor-riere. Beh, ad alcuni mesi dall’insedia-mento possiamo rispondere: sì, quellobuono. E non parliamo solo dell’art.62del decreto liberalizzazioni, che pure èuna rivoluzione vera, anche se a metà(ma su questo torneremo più avanti). Eneppure del pressing esercitato aBruxelles sul commissario Ciolos indu-

cendolo all’annuncio che entro maggio saranno presen-tate al Comitato di gestione ortofrutta proposte concreteper modificare le regole sul ritiro dei prodotti (prezzi,modalità) “che potranno diventare decisioni prima del-l’estate”. Obiettivo: evitare un nuovo bagno di sangue peril settore nella campagna estiva dopo il ‘terribile’ 2011 co-minciato col batterio-killer e finito con la Waterloo dellepere. Direte: ci voleva poco dopo appunto il disastro 2011.Ma noi insistiamo: perché i suoi predecessori (ricordia-moli a chi se li fosse dimenticati: Zaia, Galan, Romano)cosa avevano fatto? Avevano mai dimostrato una qualcheattenzione concreta al settore, a parte qualche apparizio-ne alle fiere, tagli di nastro e discorsini d’occasione? Esalvo qualche operazione di puro interesse clientelare re-gionale, che per carità è assolutamente legittima, anchese un ministro dovrebbe ricordarsi di tutelare quello cheuna volta si chiamava “interesse nazionale”. E poi ci me-ravigliamo che il premier Monti dica: il mio governo haconsenso, i partiti no. Ma ci rendiamo conto che il pen-siero più affettuoso che i cittadini hanno per questa clas-se politica è quello di inseguirla coi forconi?Ma torniamo al nostro ministro. Quello che ci ha più col-pito sono stati la presenza e gli atti di Catania a Verona inoccasione del Vinitaly. Qui, con la regia del presidentedel Cogeca e del Cso, Paolo Bruni, si sono trovati sullostesso palco i tre moschettieri dell’agricoltura italiana aBruxelles: lo stesso Bruni, il ministro Catania, il presi-dente della Commissione agricoltura dell’Europarlamen-to Paolo de Castro assieme al commissario Ciolos. Un belgioco di squadra che ha indotto Ciolos a sbilanciarsi a fa-vore della viticoltura mediterranea (ad esempio sul temadei diritti di impianto). Ma non basta. Catania si è ricordato di trovarsi in una del-le capitali del sistema “ortofrutta Italia” ed ha accettatol’invito a visitare il Mercato Ortofrutticolo di Verona. Unsegnale davvero inedito e forte: da quanto tempo un mi-nistro dell’Agricoltura non visitava un Ortomercato? Inquesta scelta c’è forma e sostanza. La forma è il ricono-scimento che “se esiste – come ha detto Catania - un com-parto altrettanto rappresentativo del made in Italy quan-to quello del vino, questo è senz’altro quello ortofruttico-lo e questa struttura è strategica sia per la sua collocazio-ne che per la sua funzionalità”. La sostanza è il riconosci-mento del ruolo di queste strutture, oggi dimenticate dal-la politica dopo la legge dell’86 e bisognose di un piano dirilancio per dare sostanza ad un futuro oggi pieno so-

prattutto di ombre. Su questo numero leggerete la crona-ca dell’incontro veronese del ministro e l’intervento delpresidente dell’Ortomercato scaligero Sardos Albertini.Per capire quanto pesino queste strutture nel sistema “Or-tofrutta Italia” basti dire che da qui passa il 20% dell’ex-port nazionale e il 35% dell’import. E’ vero che in questianni gli attori di questo mondo (grossisti, enti gestori,management ) ci hanno messo del loro, dividendosi e li-tigando fra loro come i polli di Renzo, però anche qui sia-mo con le spalle al muro. La grande sfida che sta davan-ti a queste strutture è la stessa di tutto il comparto: espor-tare di più, far crescere i consumi, rendere più competi-tivo il sistema Italia. Il sistema degli Ortomercati non èmorto, va solo rianimato con progetti e idee innovative.Le prospettive ci sono: nell’internazionalizzazione, nellacreazione di piattaforme all’estero, nella filiera della qua-lità, del prodotto locale, della formazione degli operatorial dettaglio, nella rete dei mercati rionali. Ci sono istan-ze da portare a sintesi: serve la concordia degli attori e lavolontà della politica. Quindi ben venga la visita del ministro all’Ortomercatoveronese se porterà ad un tavolo nazionale su cui affron-tare una buona volta i problemi del settore. A Verona Ca-tania ha richiamato più volte l’art.62 del decreto libera-lizzazioni cioè il tema dei rapporti con la Gdo (tempi dipagamento e relazioni contrattuali). Anche qui si sento-no già voci critiche salire dal mondo produttivo, della se-rie ”gli incontentabili”. Una domanda: quando mai unministro è stato di parola, quando mai è stato affrontatocosì di petto un tema che finora serviva solo per comuni-cati stampa o aprire tavoli inconcludenti al Ministero chesi riunivano una volta e poi tanti saluti? È ovvio che scri-vere una norma non basta. Servono misure applicative daconcordare con la filiera: ci sarà da litigare con la Gdo,che non a caso annuncia forte opposizione. Bisognerà fa-re squadra e servirà la politica, quella buona, che mediae compone gli interessi. E pazienza se questa volta ci saràun tecnico a fare il politico. Anzi, visto come va la politi-ca, meglio il tecnico.

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✍ Lorenzo Frassoldati

Se il Ministro va al MercatoEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3A p r i l e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

AGRICOLTORI PER HOBBY? Una ricerca Nomisma-Vita in Campagna mette in ri-lievo il crescente interesse degli italiani per l’agricoltu-ra amatoriale: la coltivazione di prodotti agricoli a finihobbistici “coinvolge profili socio-demografici tra di lo-ro molto diversi, è animata da motivazioni esclusiva-mente extraeconomiche e permette di assicurare allacollettività vantaggi ambientali e territoriali spesso sot-tovalutati”, dice Nomisma. Al contrario “per motiva-zione esclusivamente economiche” bisogna registrare ilcrescente disinteresse per l’agricoltura professionale.

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PUNTASPILLI

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CorriereOrtofrutticoloControeditoriale

L’annata 2011-2012 delle pereAbate segna unasconfitta clamo-rosa per tutto ilmondo fruttico-lo dell’Italia delNord. Una delleeccellenze ècrollata nel giro

di pochi mesi lasciando sgomen-ti anche i massimi esperti. Piùche l’andamento negativo, previ-sto con settimane di anticipo daltrade, è la dimensione dell’abissoche spaventa. Il produttore era abituato a remu-nerazioni che andavano storica-mente dai 60 cent a quote anchedi 90 cent. Le cifre che invece cir-colavano pochi giorni prima del-l’inizio del raccolto erano sullabase di 45 cent. A conti fatti, a fi-ne stagione, le liquidazioni sta-ranno come minimo altri 10 centsotto questo livello. Con un costodi produzione medio di 45 cent akg si capisce la disperazione deiproduttori che già nei mesi estiviavevano incassato perdite enor-mi con prodotti di base come pe-sche e nettarine.Si poteva evitare una debacle diquesto genere? La risposta è du-plice: no, non si poteva evitaresenza una strumentazione già at-tiva. Per esempio l’ultima setti-mana di luglio, quando già erachiara l’enorme massa del raccol-to di pere Abate ed anche l’altapercentuale di calibri piccoli, cifu a Ferrara una riunione di tuttigli attori chiave che controllanooltre la metà del prodotto per di-scutere una proposta che miravaad evitare l’immissione nel mer-cato dei calibri piccoli delle pereAbate. I tempi troppo stretti nonpermisero di approntare tutti glistrumenti per ottenere una gene-rale adesione a un patto di questogenere. La cosa sarebbe stata de-cisa in una semplice riunione diconsiglio d’amministrazione nelcaso fosse esistita una sovrastrut-

tura preposta a questo tipo dicompiti.La risposta è invece affermativa,cioè il disastro poteva essere evi-tato in buona parte, se per tempoi vari uffici commerciali interes-sati alle pere ed i relativi consiglidi amministrazione non avesserosolo sentito la necessità di agirema lo avessero anche fatto. Nonc’è dubbio che da anni si alzanoinvocazioni allarmate affinchéanche per le pere si trovasse unasoluzione come quella trovataper le mele: una politica di mar-ca comune all’intera zona di pro-duzione di questa specie. Il quan-titativo totale delle pere interes-sate potrebbe essere di 400.000tonnellate che in confronto alle200.000 tonnellate di Melinda edalle 500.000 tonnellate di Marle-ne non sfigura.Perché finora non è stato realiz-zato niente in questo senso? Per-ché negli anni passati il mondoera piccolo e gli approcci eranoin sintonia: ogni zona produttivaaveva certe peculiarità e non vo-leva mescolarsi con le altre. In-fatti i tentativi di consorzi di pro-mozione locali (esempio quellodella Pera di Modena) o di mar-che private non si contano. Fraqueste non bisogna dimenticarel’approccio più valido costituito

dal Consorzio per la pera IgpEmilia Romagna, impostato benecome immagine esterna ma sen-za cuore commerciale operativoe tenuto artificialmente in vitasolo dai finanziamenti di Bruxel-les.Visto che i singoli attori che con-tano, cioè le grandi Op dei pro-duttori e dei grossi commercian-ti, non si muovono, adesso è dinuovo la politica a prendere l’ini-ziativa: è infatti a buon punto ilprogetto dell’assessore TiberioRabboni (Regione Emilia Roma-gna) che propone la costituzionedi un Distretto della Pera sullafalsariga del Distretto del Pomo-doro da Industria già in essere ene ha parlato in occasione dellaconferenza “Ortofrutta, nuovistrumenti per la stabilità del set-tore” del 16 aprile, presente il mi-nistro Catania.Ma non è ancora una rispostaoperativa. Perché se anche puòrappresentare un passo avanti, sitratta sempre di coinvolgere trop-pi attori, dalle numerose Op alleorganizzazioni professionaliagricole (Cia, Coldiretti ecc), leprovince, le regioni ecc ecc. Ci sa-ranno nuovi disciplinari, nuoveregole ma mancherà di nuovo ilcuore: il marketing.

[email protected]

A p r i l e 20124 www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticoloControeditoriale

✍ RolandoDrahorad

Abate, si reagisca al tracollo

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● Lorenzo Frassoldati

Il progetto “Salviamo la pera Aba-te” ha visto fin dall’inizio attornoal tavolo del Cso di Ferrara la pre-senza attiva e convinta di Frui-timprese, nella persona del presi-dente dell’Emilia Romagna Gian-carlo Minguzzi (nella foto a de-stra), numero uno della omoni-ma Op di Alfonsine.L’Organizzazione interprofessio-nale (Oi) della pera “è una svoltavera - dice Minguzzi - un progettoche può far fare un salto di qua-lità a tutto il comparto. Noi ci sia-mo stati subito. E Fruitimpresesiederà ufficialmente al tavolodel nuovo organismo. Abbiamochiesto alcune regole per renderei rapporti di filiera più trasparen-ti e relazioni di mercato più equi-librate”. Quali i vostri punti fermi?“Intanto la raccolta: il prodotto discarsa qualità (sotto i 65 mm)non va lavorato ma avviato allatrasformazione industriale nel-l’ambito di accordi prestabiliti;poi la pera Abate va valorizzatacon uno strumento tipo il Con-sorzio Melapiù che ha rilanciatola mela Fuji di pianura, metten-do in comune la promozione econcordando fra i soci i prezziminimi di immissione sul mer-cato. Poi servono controlli rigoro-si esterni sia sulla qualità che sul-la correttezza amministrativadelle imprese socie”.I consumi sono in picchiata e leimprese agricole in debito di ossi-geno finanziario…“Il meccanismo perverso deiprezzi bassi ha provocato effettidevastanti sul tessuto imprendi-toriale. L’unica diga è la realizza-zione di un grande sistemaagroalimentare, che premi i pro-duttori e offra ai consumatoriprodotti di qualità ad un prezzogiusto. A tal fine è necessario uti-lizzare fiscalità, politica crediti-

zia e norme, come quelle conte-nute nel Decreto liberalizzazionisu pagamenti e rapporti con laGdo, quali leve per la redistribu-zione dei margini a tutta la filie-ra. In particolare, tra le iniziativeche, penso, potranno iniettarenel sistema delle imprese agrico-le una robusta dose di liquidità,c’è la norma contenuta nel de-creto liberalizzazioni che, concontratti certi e con pagamentiridotti, potrebbe spostare risorsecash verso i produttori. È, altresì,a mio avviso, indispensabileadottare una seria pianificazioneper la razionalizzazione dellaproduzione e per l’organizzazio-ne della filiera”.La crisi dei prezzi alla produzionenon dipende anche dai troppi pas-saggi tra il campo e la tavola?“Una caratteristica della filieraagroalimentare italiana è la pol-verizzazione degli operatori el’eccessivo individualismo chepregiudicano efficienza e compe-titività con effetti diretti sul livel-lo dei prezzi. La nostra è già filie-ra corta: azienda agricola, magaz-zino di stoccaggio e condiziona-mento, distribuzione finale”.

Comunque la produzione italianadi ortofrutta commercializzata at-traverso le OP resta ben lontanadal 60% raccomandato dall’Euro-pa...“L’Italia è leader europeo nellaproduzione di ortofrutta mentreè il fanalino di coda per quantoconcerne la produzione organiz-zata in Op, appena il 38%. Il Bel-gio ha organizzato in Op il 90 %della produzione, l’Olanda l’80%,la Francia il 55%, la Spagna il40%, l’Italia solo il 38%. Questo silega al fatto che, a differenza dialtri Paesi Ue con imprese agri-cole di grandi estensioni diretta-mente esportatrici, l’Italia regi-stra la presenza di aziende agri-cole di piccola dimensione e diimprese private commerciali or-ganizzate e di rilevante professio-nalità, con alta vocazione all’ex-port”.Quindi?“Le imprese private fanno parteintegrante della storia e dell’eco-nomia agricola del Paese, degnerappresentanti di un sistema divalori in grado di generare be-nessere e ricchezza. Per queste ra-gioni debbono essere consideratea tutti gli effetti, senza riserve,parte integrante del mondo agri-colo. Nel nostro sistema i produt-tori e gli operatori privati hannouna gran percentuale di rapportistabili, effettuano programma-zione, elaborano strategie e spes-so fanno da banca alle aziendeagricole, pagando l’agricoltoreprima di aver incassato. Le nuovecondizioni di mercato hanno re-so diffusa la tendenza all’integra-zione tra base produttiva e strut-ture di commercializzazione. Ilmancato inserimento strutturaledi queste imprese in un sistemainterprofessionale funzionantesta incidendo gravemente suiprocessi d’armonizzazione ed in-tegrazione dell’intero comparto”[email protected]

Fruitimprese crede nella peraMinguzzi: «Oi, una svolta vera»

Il leader degli esportatoridell’Emilia Romagna:

pianificare e fare sistema

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www.corriereortofrutticolo.it6 A p r i l e 2012

ntervista CorriereOrtofrutticolo

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Sono un imprenditore agricoloche lavora presso la Coop Gran-frutta Zani ed oltre ad essere unsocio produttore sono anche di-pendente della medesima conl’incarico di controllo dei costi diproduzione. Volevo complimen-tarmi con il Direttore per l’edito-riale di febbraio sul Corriere or-tofrutticolo, dove giustamente haindividuato gli errori nostri e del-la Gdo e soprattutto ha dato an-che alcune indicazioni per averedelle strategie settoriali. Le scri-verò della situazione romagnola,ex leader in Europa. Difficile faresistema, purtroppo non avverràmai perché tutti quanti noi sia-mo dei cani sciolti ed ognuno, asecondo dell’annata e delle aspet-tative del mercato, ogni giorno siinventa qualche cosa, senza guar-dare al futuro. Trovo irrealizzabi-le questa tanto agognata unionefra le varie cooperative, visto chenessuno molla la sedia e soprat-tutto nelle cooperative politiciz-zate, a parte casi rari. Non voglioentrare in merito a questa pro-blematica, ma volevo fare presen-te una cosa che sta sconvolgendosempre la nostra produzione inRomagna. Stanno costruendo de-cine e decine di centrali di bio-massa, che dovranno essere ali-mentate con produzioni adatte,tipo mais, sorgo ecc. Per far fun-zionare ognuna di queste piccolecentrali occorrono circa 300 etta-ri di terra. Bene ognuno è liberodi piantare o produrre quello chevuole, ma il disastro è che co-struiscono queste centrali inmezzo ai migliori frutteti d’Euro-pa, dove si produce frutta per imarchi dei supermercati e gliIgp. Proprio ora con tutte le diffi-coltà e problematiche del nostrosettore, ci mancava anche questapiaga.Secondo Lei è accettabile una co-sa del genere? Possibile che que-

sti amministratori non debbanovalutare l’impatto ambientale?Non sappiano che i residui ver-ranno utilizzati come concimi edai dati rilevati nelle province diParma, Modena e Reggio Emiliasi è arrivati a sospendere la co-struzione di queste centrali per-ché dove hanno pascolato le muc-che su terreni concimati con que-sti residui, si sono accorti che c’e-ra il botulino nel latte che facevagonfiare le forme di ParmigianoReggiano. Io come imprenditoreagricolo come posso investire vi-cino ad una di queste centrali?Non sappiamo quanto possa in-fluire sulla fioritura e sui prodot-ti, in più non sappiamo se ungiorno utilizzeranno altri prodot-ti per produrre gas? Io so che ogni ettaro che non ri-pianterò sarà una perdita di circa300 giornate lavorative, fra cam-pagna, magazzino ed indotto,contro 15 giornate di lavoro perfare della produzione per la bio-massa. Quindi il risultato finaleè: perdita di 285 giornate lavora-tive per ogni ettaro convertito, ecertamente minori investimentiin campagna. I nostri “cari” am-ministratori pensano solo a farnecostruire il più possibile solo edesclusivamente perché dietro cisono forti interessi. Siamo vera-mente delle pecore drogate dal-l’indifferenza, visto che abbiamopermesso ai nostri cari politi difare qualsiasi cosa.

Franco Zani

Caro Zani, Lei solleva un tema ve-ro e importante. Questi ‘cupoloni’che sorgono come funghi nelle no-stre pianure hanno dietro un’unicamotivazione: la necessità di farreddito delle imprese agricole,strozzate da mille emergenze (ulti-ma la botta dell’Imu). Certo servirebbero buon senso eprogrammazione e mettere dei li-miti soprattutto nelle aree di agri-coltura specializzata, come quellefrutticole della Romagna, una vol-ta si diceva “ad alto valore aggiun-to”. Lei fa bene a ricordare che per ogniettaro convertito a mais o sorgo dabruciare si perdono 285 giornate dilavoro e decine di migliaia di eurodi investimenti. È anche vero chedopo quattro crisi della frutta esti-va in sette anni, cui quest’anno sisono aggiunte anche le pere, le im-prese specializzate della Romagnahanno il morale sotto i tacchi e civuole un bel coraggio per resisterea fare frutta in queste condizioni.Tra centrali a biogas e ricorrenticrisi della frutta, l’economia e lacultura di un territorio escono apezzi. Per invertire la tendenza non c’èche una strada: essere meno ‘canisciolti’, non vivere più alla giorna-ta, sapere programmare e fare piùsquadra. Ce la si può fare? Io dico di sì, an-che perché siamo con le spalle almuro e, dato che le capacità le ab-biamo, alla fine dipende solo danoi. (L.Frass.)

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Coop, poltronee... Centrali

AMBIENTE

LETTERE deiLETTORICorriereOrtofrutticolo L

Page 10: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

“+” e “-” dell’ortofruttaI

☛ Danila BragantiniGiovedì 12 aprile l’imprenditrice veronese Da-nila Bragantini è stata confermata presidentedi FruiImprese Veneto. Danila Bragantini pre-siede ininterrotamente la sezione veneta del-l'associazione nazionale degli esportatori-im-portatori di ortofrutta dal 1994 e, mentre scri-viamo, è vicepresidente nazionale uscente della cate-goria con possibilità di conferma. In occasione dell’as-semblea di FruitImprese Veneto per il rinnovo della ca-riche sociali, che rimarranno in vigore fino al 31 di-cembre 2014 (compresa la presidenza), sono stati no-minati vice presidenti Giorgio Sambugaro e Stefano Bi-ghelli. Sono stati nominati consiglieri Leonardo Odo-rizzi, Domenico Citterio, Lorenzo Bragantini e StefanoPezzo. Sergio Tezza, Alessandro Pernigo e Micaele Ga-staldelli saranno invece i revisori dei conti.“Da un lato - ha spiegato Bragantini a corriereortofrut-ticolo.it - siamo convinti di portare avanti anche per ilVeneto i progetti che Fruitimprese sta realizzando su

scala nazionale. Dall’altro lato però siamo de-moralizzati nel constatare il perdurare dellacrisi economica che sta come non mai attana-gliando anche il settore ortofrutticolo. In unmomento di difficoltà come questo la burocra-zia non ci sta certo agevolando”.“Lavoreremo per cercare di fare chiarezza sul-

le ultime normative - sottolinea la presidente di Frui-timprese Veneto - come l’articolo 62, le tariffe per l’au-totrasporto. Se da una parte è stato fatto un buon lavo-ro sulla riduzione dei tempi di pagamento, dall’altraconstatiamo che le normative in materia non sono sta-te semplificate, anzi. Speriamo la questione si sblocchiin maniera positiva con i decreti applicativi”.Burocrazia a parte, per quanto riguarda i possibili sce-nari futuri che si potranno aprire al settore Bragantiniavverte: “Stiamo lavorando per creare nuovi progettiche favoriscano il rilancio dei consumi. Ad ogni modocredo che al comparto dell’ortofrutta serva come nonmai trovare nuovi mercati di esportazione”. Su

IL BORSINO

☛ Roberto Della CasaIl “monsignore”, come lo chiamano scherzosa-mente alcuni riferendosi al suo tratto elegantee alla comunanza del cognome con il “princi-pe” del galateo, è stato ancora una volta prota-gonista su una ribalta importante dello scena-rio ortofrutticolo nazionale come il seminarioconnesso all’assemblea annuale di FruitImprese. Ci ri-feriamo, ovviamente, a Roberto Della Casa, docentedell’Università di Bologna, presidente di Agroter, unodei più autorevoli consulenti italiani del settore orto-frutticolo. Sulla scena da almeno un quarto di secolo, Della Casa

ha affinato nel tempo una profonda conoscen-za dei meccanismi commerciali, distributivi,logistici e di marketing che regolano il com-parto offrendo le sue conoscenze e i suoi puntidi vista all’associazionismo di settore, alleaziende, in occasione di congressi e seminari,che non di rado lo vedono come promotore. Se

si occupasse di enologia, di lui si potrebbe dire che, co-me il buon vino, con gli anni migliora. Il settore nonha avuto la forza, per il momento, di creare un “pensa-toio”, un “think-tank” per lanciare nuove strategie. Inquesto ambito, Roberto Della Casa sarebbe un sicuro eimprescindibile punto di riferimento. Su

www.corriereortofrutticolo.it8 A p r i l e 2012

☛ Remo PedonRemo Pedon, Direttore Generale dell'omoni-mo gruppo alimentare di Molvena (Vicenza),ha ricevuto in Etiopia la visita di Bill Gates. Alcentro del viaggio compiuto dal fondatore del-la Microsoft la volontà di verificare in primapersona l’andamento del sito produttivo delladivisione Acos (Agricultural Commodity Supplies),fondato nel 2005 da Pedon, specializzato nella lavora-zione di legumi. E collegato a un programma di solida-rietà avviato dalla CRS - Catholic Relief Services soste-nuto anche dalla Bill and Melinda Gates Foundation.“Lei è un uomo di visione e strategia - ha commentatoBill Gates durante la visita, che ha preceduto il suo in-contro con il primo ministro etiope Melas Zenawi - cheha saputo portare il know-how europeo e applicarlo inuna realtà complessa ecome l’Etiopia di sette anni fa”.“Nel 2005, quando iniziammo - ha ricordato Remo Pe-

don a corriereortofrutticolo.it -, non esisteva-no logistica e infrastrutture; i contadini bussa-vano alla nostra porta per vendere i fagioli epoter così acquistare il necessario per manda-re i propri figli a scuola. Oggi operiamo tra-mite ECX, la Borsa etiope, carichiamo contai-ner presso il nostro stabilimento, abbiamo

una scuola per i figli dei nostri dipendenti, la mensa".Acos è stata la prima azienda europea del settore a in-vestire in Etiopia, grazie alla politica di liberalizzazio-ne avviata dal governo locale. Oggi è il trader principa-le per le maggiori aziende mondiali conserviere comePremier Foods, Unilever, Bounduelle, Conserve Italia,Coroos, solo per citarne alcune. L’esempio di Pedon po-trebbe essere seguito da altri imprenditori italiani inquell’immenso entroterra africano che è un serbatoiopotenzialmente immenso di ortofrutta. Bravo, bravissi-mo Pedon. Decisamente su

Page 11: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

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Basi solide per crescere insieme

Page 12: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

A p r i l e 201210 www.corriereortofrutticolo.it

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ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chivende al pubblico, oltre ai settori con-nessi (dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formida-bile, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGRICOLA GLORIA DUE copertina IAPOSCALIGERA pagina 67CPR SYSTEM copertina ICIESSE PAPER pagina 27CONIP pagina 31CONSERVE ITALIA pagina 56COOP SOLE pagina 69FRATELLI ORSERO pagina 2IFCO pagina 29ILIP pagina 33INFIA pagina 30

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE ATTUALITÀ DI SETTORE

A N N O X X V I - N u o v a s e r i eA P R I L E 2 0 1 2

S O M M A R I O

Il caro carburanti pesa sul settore PAG.23 A tu per tu con Raffaella Orsero PAG.37

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

Meno controlli su nocciole turchee noci brasiliane, Nucisitalia: bene 20

APPUNTAMENTIPerpignan 24-26 aprileRiflettori sull’Italia al Medfel 2012 21

Parma, 7-10 maggio - A Cibus tanti buyers. Un premio ai retailers 21

Hong Kong 5-7 settembre Asia Fruit Logistica +20% gli espositori 21

Berlino 6-8 febbraio Freshconex “rientra” in Fruit Logistica 21

PILLOLETroppi trasportatori (e troppo piccoli)e pochi logistici 26

BIOLOGICO NEWSProve di disgelo tra Federbio e Aiab 53

Melinda si fa bio 54

Exploit danese 55

DISTRIBUZIONEAuchan e Conad, rotta a sude grande attenzione al prezzo 57

Distribuzione flash 59

PUBBLICITÀ CHE FRUTTANuovi spot e promozioni per

EDITORIALESe il Ministro va al Mercato 3

CONTROEDITORIALEAbate, si reagisca al tracollo 4

INTERVISTAFruitimprese crede nella peraMinguzzi: «Oi, una svolta vera» 6

LETTERE DEI LETTORICoop, poltrone… Centrali 7

BORSINO DELL’ORTOFRUTTABragantini, Della Casa, Pedon 8

GENTE & FATTIItalia Ortofrutta sceglie Ibrahim SaadehA lui la presidenza della nuovo Unione 12

Frutta nelle Scuole, Dop e Igp:in Alto Adige è tempo di “campagne” 13

Marlene, la promozioneora passa da Facebook 14

Grossista-dettagliante anti-deregulation:“La domenica dedichiamola alla famiglia” 15

NOTIZIARIOChiude con il botto l’export 2011dell’agroalimentare italiano 17

Pac, incontro Catania-CiolosA maggio proposta sulla Pac 17

Prezzi agricoli in ripresa a febbraioOrtaggi e mele rialzano la testa 18

Siccità e poi gelo: danni pesantialle coltivazioni in tutta Italia 18

Produzione a basso impatto ambientale,Lusia investe 19

Cipolla rossa di Tropea, stopal confezionamento in campo 19

Page 13: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

11A p r i l e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

4

w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Mercati all’ingrosso protagonisti PAG.46 Fragole, Gd più attenta alla qualità PAG.67

Ortofrutticolo

LA COSTIERA pagina 19LUSIA E ROSOLINA pagina 43MODÌ pagina 1MONSANTO pagina 5-9NETPACK pagina 35PLANITALIA ULMA copertinaIIIROSARIA pagina 16SERMAC pagina 70ULMA copertina IUNITEC pagina 72VALFRUTTA FRESCO pagina 22

INSERZIONISTI

consolidare la mela Val Venosta Vip 65

Concorso Marlene a Cipro 65

Solarelli sulle reti Rai 65

MelaPiù su La7, nei rotocalchi e sul web 66

Modì regala vacanze da sogno 66

Banane e ananas dei F.lli Orsero“prendono” l’autobus 66

Primo Piano - Caro CarburantiUn pieno di aumenti 23

Primo Piano - Caro Carburanti«Investire in logistica prioritario nel Paese» 24

Primo Piano - Caro CarburantiPackaging “compromesso” dai costi.E i margini si riducono 28

Import-export 2011 giù, saldo attivo sotto il miliardo di euro 36

In copertina - ProtagonistiLa sfida di Raffaella 37

Cinque punti per il rilancio.Interprofessione da rivedere 40

NEL PROSSIMO NUMERO

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva e com-merciale della frutta con notizie, in-terviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Carrelli elevatori, il puntoNuove strategie e sinergie per affron-tare la crisi da cui non è immune nep-pure il comparto dei carrelli elevatori.Sul prossimo numero le ultime novitàe un approfondimento con intervisteai responsabili delle principali aziendee realtà di settore

☛ Analisi dell’import-export Dati e tendenze del commercio esteroortofrutticolo italiano. Il 2011 non è an-dato male, a livello di bilancia com-merciale, ma il made in Italy devediventare ancora più incisivo Oltralpee conquistare nuovi spazi di mercato,valorizzando adeguatamente la qua-lità, per dare sbocco a una produzionesuperiore alla domanda interna.

☛ Ciliegie e piccoli fruttiHanno un potenziale straordinario,tanto che in Inghilterra i berries sonodivenuti il prodotto ortofrutticolo piùvenduto grazie anche alla notevole evi-denza conquistata sugli scaffali dellegrandi catene. E in Italia? Lo scopri-remo sulla Scheda prodotto di maggio.

Anguria, la concorrenza incalza.Mini-formato soluzione vincente 41

Asparago: destagionalizzazionee miglioramento genetico 42

“Colosso” Aop Finaf 43

Più valore aggiunto e servizi.Apofruit affronta di petto la crisi 44

Mercati - Fedragro al Mipaaf:norme troppo rigide 46

Mercati - Mario Catania a Veronamercatoscopre che l’ingrosso è strtegico 47

Mercati - Milano, strumenti elettroniciper un Ortomercato più sicuro 48

Mercati - Car Roma sostenibile 49

Mercati - L’Espresso alla carica:troppa chimica nella frutta 50

Risorse e marketing: Regioneal capezzale degli agrumi siciliani 52

MONDO

SCHEDA PRODOTTOFRAGOLEFragole, aumentano le superfici. Panorama varietale articolato.Gd più sensibile al fattore qualità 67

Apo Scaligera consolida la leadershipnell’export grazie alle varietà precoci 68

ZUCCHINEZucchina: archiviato l’effetto e-colii prezzi “respirano”, ma crisi e competitor preoccupano 71

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

ATTUALITÀ

Verona e Padova toccano con mano il “modello Mercabarna” 60

100 grammi di frutta al giornoin meno sulle tavole europee 63

Mondo flash 64

Page 14: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

FATTI CorriereOrtofrutticolo

Il ravennate Ibrahim Saadeh, at-tuale direttore dell’Op Pempaco-rer che ha sede a Bagnacavallo, èil neo presidente di “Italia Orto-frutta - Unione Nazionale”, lanuova unione nata dalla fusionetra Uiapoa ed Unacoa, che con132 tra Organizzazioni di Produt-tori e Associazioni Organizzazio-ni di Produttori e un giro d’affari

di quasi 1,9 miliardi dieuro, rappresenta tra il15 e il 20% della produ-zione vendibile orto-frutticola nazionale.Saadeh è stato eletto al-l’unanimità dal nuovoConsiglio di Ammini-strazione, formatosi aseguito della fusione

tra le due Unioni, nellaseduta del 22 marzoscorso.“Assumo questo impor-tante incarico in unmomento particolar-mente difficile per ilsettore agroalimentare,in particolare per quel-lo ortofrutticolo, allavigilia di riforme co-

munitarie che modificherannoradicalmente gli scenari europei- ha dichiarato il neo presidentesubito dopo la propria elezione -.Lavorerò in stretta sinergia conl’intero Cda con il direttore del-l’Unione e con il delegato delConsiglio, nella logica della coe-sione e dell’unità d’intenti chedevono caratterizzare il nostrogruppo”.Ravennate, nato in Giordania,laureato alla facoltà di agrariadell’Università di Bologna, Saa-deh ha iniziato nel 1982 cometecnico agricolo alla cooperativaortofrutticola “COR di Lavezzola”.Nel 1985 è passato alla Cia raven-nate sino al 2001, quando è statochiamato a dirigere l’O.P. CORER,trasformatasi poi nel 2004 inPempacorer.

Italia Ortofrutta sceglie Ibrahim SaadehA lui la presidenza della nuova Unione

“Si può competere solo scegliendo la qualità”. Sonoparole del sindaco di Roma, Gianni Alemanno,che, evidentemente, non ha dimenticato la suaesperienza come ministro delle Politiche agricoledal 2001 al 2006. Il primo cittadino della capitale leha pronunciate il 15 marzo scorso, in occasione della presentazionealla stampa del “Manifesto per la Sostenibilità Ambientale”, redattodall’Assessorato all’Ambiente di Roma Capitale. E che i prodotti orto-frutticoli siano sempre più frequentemente presi a modello di qualitàera testimoniato da splendide mele Red Delicious sulle quali era statoimpresso il logo dell’iniziativa, un rocchetto di filo elettrico a rappre-sentare il Colosseo stilizzato. I frutti impreziosivano i tavoli della sa-la, facendo bella mostra sui tovagliati e all’interno di cilindri traspa-renti. Un colpo d’occhio che ha richiamato l’attenzione dei presenti.Alemanno ha stimolato i consumatori a indirizzare le preferenze ver-so le coltivazioni presenti sui territori di residenza. (E.Mùr.)

Mobilità sostenibile, a Romamele “testimonial”

Un cartone animato che ha perprotagonista un super eroe, “Ca-pitan Kuk”, è stato ideato dal mi-nistero della Salute per invoglia-re i bambini a magiare frutta everdura. Si tratta di un progettodi comunicazione innovativomesso in campo per la primavolta dalla pubblica amministra-zione. Un vero e proprio cartoneanimato televisivo realizzato conla collaborazione di Rai Fiction.Il cartoon è a episodi di sei mi-nuti e mezzo ciascuno. In totalesono previste la realizzazione di

due serie per un totale di 26 epi-sodi. La prima serie è già in on-da sul canale del digitale terre-stre Rai Yoyo, interamente dedi-cato ai bambini, ogni sabato edomenica alle 8,50 e in replica

alle ore 17,50. L’iniziativa è statapresentata dal ministro della Sa-lute, Renato Balduzzi: “Il consi-glio ai bambini è quello di man-giare poche merendine e moltafrutta e verdura”.Il cartone animato Capitan Kukvede per protagonista un supereroe amante della frutta e dellaverdura delle quali conosce tuttii potenti benefici. Quando si tra-sforma in Capitan Kuk, eroe del-la frutta e della verdura, diventapiù coraggioso, pronto a correrein aiuto di chi è in pericolo.

La (difficile) battaglia di Capitan Kuk:invogliare i bambini a mangiare frutta e verdura

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CorriereOrtofrutticolo &GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

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Oltre 10.000 alunni di 117 istitutiscolastici di primo grado: è que-sta l’importante platea a cui si ri-volge il programma comunitario“Frutta nelle Scuole” nel territo-rio della provincia di Bolzano. Ilprogetto, giunto alla terza annua-lità, si propone di incentivare l’a-dozione di abitudini alimentarisane ed equilibrate attraverso ladistribuzione gratuita di frutta everdura fresca a bambini tra i 6 egli 11 anni. “Grazie ad una presenza ramifi-cata nelle aree più vocate del ter-ritorio nazionale - ha dichiaratoGabriele Ferri, direttore generaledi Naturitalia - siamo in grado dioffrire ai bambini delle scuoleaderenti al progetto un ampio as-sortimento di prodotti ortofrutti-coli italiani di eccellenza tra cuila Mela Dop della Val di Non e laMela Alto Adige Igp (SüdtirolerApfel), le Pere Igp dell’Emilia Ro-magna, le Arance dalla Sicilia ele Clementine Igp della Calabria”.Oltre a Naturitalia il raggruppa-mento comprende Alegra, Apo-fruit Italia, Apo Conerpo, Apot,Op Nordest, Orogel Fresco e VogProducts.E rimanendo in Alto Adige, è sta-to dopo il successo della prece-dente edizione, è stato approvatoil progetto biennale per la realiz-zazione di campagne promozio-nali di informazione sul signifi-cato dei marchi europei di qua-lità.I prodotti altoatesini di qualitàMela Alto Adige IGP, Speck AltoAdige IGP e Vini Alto Adige DOCsono i testimonial della campa-gna “La Nuova Sicurezza Alimen-tare Europea - Proseguimento”.Titolare del progetto è il Consor-zio Mela Alto Adige, i partner so-no il Consorzio Tutela Speck AltoAdige e il Consorzio Vini AltoAdige. La campagna informativaviene finanziata dalla Commis-sione europea e dallo Stato italia-no.

Frutta nelle Scuole, Dop e Igp:in Alto Adige è tempo di “campagne”

DimmidiSi continua l’investimento nel mercato delle bevande fre-sche presentando “I Freschi da Bere”: un progetto a 360 gradi che ri-sponde a molteplici esigenze di consumo e che ne suggerisce di nuo-ve coinvolgendo un target sempre piu ampio di consumatori. La Li-nea Verde modella tutto il comparto delle bevande fresche attraversol’identificazione delle categorie Bevande Dissetanti.Oltra a Frutta da Bere e Snack Golosi, che si pongono come rispostaalle molteplici occasioni di consumo di frutta e verdura pronte da be-re. Ne consegue uno strategico ampliamento della gamma Dimmidi-Si. Per gli Snack Golosi, in particolare, viene presentata un’assolutanovita: il Frappe fresco DimmidiSi. Un prodotto innovativo, propostoper la prima volta sul mercato, fresco e vegetale. Le referenze de I Fre-schi da Bere trovano la loro naturale posizione nel banco frigo del re-parto ortofrutta che ne guadagna in innovazione, originalita ed in-cremento del giro d’affari. La gamma è stata ora ampliata con il lan-cio della Spremuta Fresca Mix Agrumi DimmidiSì.

Freschi da beredi DimmidiSì

E se la frutta non va nelle scuo-le, sono le scuole ad andare dovela frutta viene prodotta e lavora-ta. Una classe di 24 alunni dellascuola primaria Scipioni di Bo-volone, in provincia di Verona, edue docenti hanno visitato nellamattinata di venerdì 16 marzo lostabilimento di B&B Frutta Srl,operativo dal 2005 e tra i piùavanzati del Veneto quanto a si-stemi di conservazione, lavora-zione e confezionamento dellemele. La visita è iniziata conuna breve presentazione delgruppo scaligero, costituito nel1981 su iniziativa di LoredanoBrentegani e dal 2006 attivo an-che nella lavorazione e venditadi kiwi attraverso la società B.V.Fruits Srl. B&B Frutta nella cam-pagna in corso dovrebbe confer-mare il trend di crescita nei vo-lumi commercializzati, supe-rando le 30 mila tonnellate di

mele, provenienti dalle regionipiù vocate del Nord Italia e de-stinate per oltre il 70% ai merca-ti esteri. I ragazzi, di età com-presa tra 8 e 9 anni, hanno pre-so visione del percorso che se-guono le mele dal momento del-l’arrivo alla rinfusa in bins di-rettamente dal frutteto fino almomento della ripartenza conautotreni refrigerati. Grande at-tenzione è stata prestata alle fasidi stoccaggio nelle celle ad at-mosfera controllata, di calibra-tura in acqua, di controllo quali-tativo esterno e interno con si-stemi non invasivi, di trattata-mento e confezionamento, perfinire con la pallettizzazione e ilcarico degli autotreni mante-nendo la catena del freddo.

A lezioneda B&B Frutta

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Un successo con la S maiuscolaquello delle mele Marlene su Fa-cebook, che nel mese di marzohanno dato il via a una serie diattività promozionali riservateagli utenti del social network piùpopolare della rete. E in pochi giorni, grazie all’entu-siasmo della rete, i fan della pagi-na “marlene.suedtirol” sono pas-sati da 3.000 a oltre 8.000. Fino al 29 marzo, dopo aver clic-cato ‘Mi Piace’ e registrato i pro-pri dati su un apposito form, i fanhanno potuto ricevere in regalola fitness-band Marlene, la fasciaelastica con cui esercitarsi con iconsigli dell’alfiere italiano delloslittino, Armin Zöggeler. Una seconda iniziativa, invece,metterà in palio 6 vacanze da 7giorni negli agriturismi dell’AltoAdige gestiti dai soci produttoridel Consorzio Vog.Dal 30 marzo al 10 maggio, i fandovranno semplicemente accede-re alla pagina dedicata al concor-so, che conterrà la presentazionedi un contadino e due contadineche producono le mele Marlene.Dopo aver scoperto cosa li rendespeciali, sarà possibile accederead un form da compilare con ipropri dati per partecipare allaestrazione dei premi. “L’entusiasmo con cui i fan diMarlene ci hanno accolto su Fa-

cebook è per noi fonte di grandesoddisfazione” ha commentatoSabine Oberhollenzer, responsa-bile relazioni pubbliche e spon-sorizzazioni del Consorzio VOG. “I risultati di questa iniziativa di-mostrano l’efficacia della nostrastrategia” gli ha fatto eco KurtRatschiller, responsabile marke-ting del Consorzio VOG. “I socialmedia sono ormai strumenti im-prescindibili di qualsiasi iniziati-va di comunicazione a 360° e lanostra presenza attiva testimoniala volontà del Consorzio di dialo-gare con i suoi pubblici, ovunqueessi si trovino” ha concluso.Alle attività di questa primaveraseguiranno nei prossimi mesitante numerose iniziative chepremieranno la fedeltà dei fansdelle mele Marlene.

Marlene, la promozioneora passa da Facebook

Il Progetto di comunicazione Ortofrutta d’Italia, realizzato da Cso,che vede coinvolte, per il 2012, 16 aziende importanti nel panoramaproduttivo nazionale sceglie i social network per raccontarsi.Lo spazio facebook di Ortofrutta d’Italia è uno spazio di comunica-zione diretta ai consumatori sui valori della frutta e verdura di qua-lità e del suo legame con il territorio, uno spazio di informazionequotidiana per raccontare le virtù dei prodotti che arricchiscono ilpatrimonio produttivo nazionale. Aderiscono al progetto Agribolo-gna, Apofruit, Aposcaligera, Asipo, GranfruttaZani, Mazzoni, Cio,Minguzzi Spa, Op Coz, Op Nord Est, Opo Veneto, Pempa Corer, Salvi.

E anche Ortofrutta d’Italiasbarca sul social network

Frutta e verdura per sospingeregli azzurri del rugby nel secon-do match del “Sei Nazioni” con-tro la Scozia. Merito della cam-pagna di informazione “Nutri-tevi dei colori della vita” pro-mossa da Unaproa e finanziatacon il contributo dell’UnioneEuropea e dello Stato Italiano(Reg.UE n. 688/2011). In occasione dei match del pre-stigioso torneo continentale,era presente uno stand animatoall’interno del Villaggio “TerzoTempo” allestito fuori dello sta-dio. Qui il pubblico poteva rice-vere tutte le informazioni utilisui principi salutistici e i valorinutrizionali della frutta e della

verdura europea. Nello spazioerano presenti giocolieri e truc-catori che accompagnavano glispettatori fino al fischio d’ini-zio della partita e al terminedel match. Per tutti anche unsimpatico gadget a ricordo del-la giornata: una maglietta conil logo della campagna e le ma-tite con i cinque colori del be-nessere. “Nutritevi dei colori della vita”conferma così il suo legamecon il rugby. Uno sport pulito,sano e attento alla crescita deiragazzi, proprio come il mes-saggio della campagna veicola-to anche attraverso uno spot inonda sui maxischermi dell’O-limpico durante le partite di sa-bato per ricordare come sia fon-damentale mangiare almenocinque porzioni di ortfrutta.

I colori...del rugby

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CorriereOrtofrutticoloGE

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FATTI

Page 17: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

CorriereOrtofrutticolo GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

“Noi la domenica preferiamo de-dicarla alla famiglia! Per noi cer-ti valori valgono più di uno scon-trino”. È l’esplicito messaggio chel'azienda Carlini, uno dei nomistorici dell’ortofrutta a Verona(opera dal 1920 sul mercatoAgroalimentare scaligero), halanciato attraverso un’efficace lo-candina esposta nel punto vendi-ta al dettaglio gestito sin dal 1991a San Martino Buon Albergo, aest della provincia scaligera.Carlini è uno dei protagonisti pergli arrivi giornalieri dai più im-portanti giardini d’Italia e per ilcommercio all’ingrosso di agru-

mi, mele, ortaggi e frutta frescada tutto il mondo. Un lavoro cherichiede ritmi e turni pesanti. Mache non fa dimenticare certi va-lori. Di qui il messaggio che testi-monia come l'apertura domeni-cale 12 mesi l'anno non sia daconsiderarsi un valore aggiunto.Tutt'altro.“Fare il grossista ortofrutticolo si-gnifica lavorare 70-80 ore alla set-timana alzandosi alle 3 di notte -spiega il titolare, Mirco Carlini - ealmeno la domenica riteniamodi avere il diritto di riposare. Ab-biamo quindi pensato a questacampagna che sta avendo già uncerto successo nell'Est veronesema anche fuori dalla provincia,vista che è stata ideata insieme aun nostro partner di Crema”.

Grossista-dettagliante anti-deregulation:“La domenica dedichiamola alla famiglia”

Un vero e proprio bouquet diverdure quello preparato daOpo Veneto per quanti amanogustare prodotti di stagione edel territorio. In una confezio-ne, curata nei dettagli, sono si-stemati tre tipi di lattuga (cap-puccia, gentile, romana), un ca-volo cappuccio, un mazzetto dirossi rapanelli e un altro di ca-rote novelle. L’iniziativa proget-tata e realizzata in collaborazio-ne con Coop Italia ha debuttatomercoledì 28 marzo nei puntivendita Coop Nord Ovest.

Un bouquet di verdure

Sulla scia del successo dell’Insa-lata del Tricolore, La Linea Ver-de lancia l’Insalata dei Tifosi invista degli Europei di Calcio2012.Con l’Insalata dei Tifosi La Li-nea Verde prosegue così gli im-portanti investimenti in marke-ting emozionale proponendouna nuova insalata fresca, sele-zionata, già lavata e confeziona-ta in una busta tematica. Conquesta nuova referenza La LineaVerde porta nuovamente in evi-denza l’innovazione che la caratterizza nel mondo del freschissimo.Partendo dal presupposto che in un contesto macro-economico nonfavorevole, l’onda emotiva, stimolata da un prodotto originale e cele-brativo di una passione sinonimo di orgoglio italiano, è una leva vin-cente per incentivare l’acquisto.L’Insalata dei Tifosi è un mix di Valeriana, indivia Riccia e RadicchioRosso.

Europei di calcio alle porteE “spunta” l’insalata dei tifosi

Presentato al salone Alimenta-ria di Barcellona, il Black Al-lium, primo aglio spagnolo ne-ro al 100%. È stato ottenuto partendo dal-l’aglio di Pedroñeras (Igp) e davarie combinazioni, ma senzal’aggiunta di additivi o di altresostanze, dopo oltre un anno diricerca. Le caratteristiche sonodel tutto diverse dall’aglio tradi-zionale: il sapore ricorda la li-quirizia. Si può consumare cru-do come “snack” o utilizzato co-me condimento in cucina.

L’aglio neromade in Spain

www.corriereortofrutticolo.itA p r i l e 2012 15

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Page 18: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Ricca di vitamine A, B, PP e C,Ricca di vitamine A, B, PP e C,ideale come coadiuvante dellaideale come coadiuvante dellacura degli stati influenzalicura degli stati influenzali

Ricca di antiossidantiRicca di antiossidanticontro l'invecchiamentocontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzatadi energia,ideale per chipratica sport

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Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3

Page 19: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

Anno molto positivo il 2011 per leesportazioni dei prodotti agroali-mentari italiani. I primi undicimesi hanno fatto registrare unincremento in valore dell’8,5%,consolidando l’ottima perfor-mance del 2010 (+11,3%). Un risultato - commenta Ismea -che conferma l’importante con-tributo offerto dalla domandaestera a sostengo del settore agri-colo e alimentare nazionale, inun momento di forte stagnazionedei consumi interni.A brillare in questo 2011 sono sta-te in particolare le esportazionidi vino che hanno messo a segnoun nuovo record storico, con unprogresso su base annua di oltreil 13%.Tra i prodotti più rappresentatividel made in Italy, emerge unacrescita moderata per il compar-to frutticolo (+2,4%), grazie so-prattutto alle mele che hannocontrobilanciato il forte calo del-le esportazioni di frutta estiva eagrumi. Si delinea un bilanciopiuttosto deludente per gli ortag-gi freschi. Il comparto, sottolineal’Ismea, ha accusato un calo del9,6% delle esportazioni, di rifles-so sia agli esiti produttivi nonsoddisfacenti, anche in conse-guenza del clima, sia all’allarmee-coli che, seppure in un periodolimitato, ha fortemente condizio-nato le spedizioni verso impor-tanti sbocchi commerciali.Tra i principali Paesi di destina-zione dell’agroalimentare trico-lore, i dati del periodo gennaio-novembre 2011 indicano aumentidei flussi in valore verso la Ger-mania (+5,4%), la Francia(+9,2%) e il Regno Unito(+2,8%), con un incremento me-dio nella Ue del 6,7%. Cresce a rit-mi più sostenuti la domanda neiPaesi extraeuropei (+13,5%), trai quali spicca soprattutto il ruolodegli Stati Uniti (+10,8%).

Agroalimentare,bene l’export fino a novembre del 2011: +11,3%

Pac, incontro Catania-CiolosLe richieste dell’Italia

Continuano la frenata dei con-sumi. A febbraio, l’Indicatore diConfcommercio (Icc) segnala auna riduzione dello 0,9% in ter-mini tendenziali e dell’1% ri-spetto a gennaio. “I dati di feb-braio, pur inserendosi in uncontesto di accentuata debolezzadella domanda per consumi,vanno letti con particolare at-tenzione per la presenza di alcu-ni elementi anomali, che posso-no averne condizionato l’anda-mento. Il dato destagionalizzatoha portato ad un consolidamen-to della tendenza al ridimensio-namento delladomanda per con-sumi delle famiglie, misurata intermini di media mobile a tremesi, tornata sui livelli minimidella primavera del 2009”, spiegaConfcommercio. “Al di là deglieffetti indotti dalle avverse con-dizioni meteorologiche, la ridu-zione dei consumi si inserisce inun contesto congiunturale so-stanzialmente recessivo che nonsembra aver ancora raggiunto ilpunto più basso -continua la no-ta - visto che stando alle primestime di Confindustria, anche a

febbraio la produzione indu-striale ha registrato una diminu-zione (-1,1% rispetto a gennaio);l'ulteriore ridimensionamentoregistrato dagli ordinativi nellostesso mese (-0,3% congiuntura-le) fa ritenere che anche nel se-condo trimestre l'attività pro-duttiva sarà connotata da spicca-ti elementi di debolezza”. Il peggioramento del quadrocongiunturale ha comportato unulteriore deterioramento delmercato del lavoro. A febbraio,secondo le stime provvisorie del-l’Istat, il tasso di disoccupazionee' salito al 9,3% (31,9% per la fa-scia 15-24 anni). Ma c’è anchequalche nota positiva: a marzovi è stato un modesto migliora-mento del sentiment delle fami-glie e delle imprese, dato che perConfcommercio va letto conestrema cautela”.

Ma i consumirallentano ancora

www.corriereortofrutticolo.itA p r i l e 2012 17

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

“Abbiamo avuto risposte positivedall’incontro a Bruxelles con ilcommissario europeo all’agricol-tura Dacian Ciolos, sulle temati-che dell’ortofrutta: la Commis-sione si è impegnata a presentarea maggio una proposta di regola-mento che recepisce in tutto o inparte le nostre richieste sull’im-mediato la cui decisione dipendedalla Commissione europea”. Loha detto il ministro per le Politi-che agricole Mario Catania, com-mentando il recente incontrocon il commissario all’agricoltu-ra, presenti i colleghi di Francia,Spagna, Portogallo e Grecia.“Ciolos ha fatto un’apertura per

le nostre richiesteche rientrano nelquadro della rifor-ma della Pac”. Sull’ampiezza delle proposte esul recepimento delle richiestebisognerà attendere, in quantoCiolos dovrà discuterne prima al-l’interno della Commissione eu-ropea, e superare eventuali resi-stenze in quanto questo tipo dimisure rappresentano un au-mento di spesa. Tra i temi che po-trebbero rientrare nella propostadi maggio, c’è l’aggiornamentodei prezzi di ritiro della produ-zione, oggi considerati troppobassi.

Page 20: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

I prezzi agricoli registrano a feb-braio una lieve ripresa, dopo unavvio di anno negativo. L’indiceIsmea sui prezzi del prodotti agri-coli alla prima fase di scambio siè infatti attestato a 131 (base2000=100) registrando un incre-mento dello 0,5% su base mensi-le.� L’aumento congiunturale del-le quotazioni è stato determinatodall’andamento positivo dell'ag-gregato delle coltivazioni(+1,2%). � �Tra le colture vegetaliIsmea rileva nella dinamicamensile rialzi per cereali (+1,8%su gennaio, con punte del 3,8%per il mais), ortaggi (+5,1%) e vi-ni ( +1,7%). Anche gli oli di oli-va spuntano uno 0,2% in più ri-spetto a gennaio, mentre la fruttachiude il mese con decrementodello 0,4%, nonostante il buon

andamento delle mele (+2,6%).��Nel comparto zootecnico, il recu-pero mensile dello 0,2% del be-stiame vivo è frutto di dinamichecontrapposte. La dinamica su base annua fa re-gistrare una flessione complessi-va dei prezzi agricoli dell'1,4%con un ribasso del 6,3% per le col-tivazioni e un aumento del 4%delle produzioni zootecniche. �Nel comparto vegetale, solo i vinihanno registrato una variazionetendenziale positiva, incremen-tando il loro valore del 34,8% ri-spetto a febbraio del 2011. Flessioni anche significative deiprezzi si segnalano per i restantiprodotti, in particolare per l'oliodi oliva che guida i ribassi con unmeno 18,7% su base annua.

Prezzi agricoli inripresa a febbraioOrtaggi e melerialzano la testa

I giovani agricoltori italiani ve-dono nero nel loro futuro. Perl’80% di essi l’attuale situazio-ne di crisi che sta investendo ilsettore primario rischia di pro-trarsi ulteriormente, e difficil-mente si riuscirà a superarenel giro di breve tempo. Il 96%ritiene totalmente insufficientiper l’agricoltura i provvedi-menti varati nell’ultimo anno,mentre il 35% si dichiara sco-raggiato.È quanto risulta dalle anticipa-zioni di un'indagine condottasull'intero territorio nazionaledalla Cia e dall'Agia (Associa-zione giovani imprenditoriagricoli) sull’indice di fiduciadei giovani imprenditori agri-coli di fronte alla difficile con-giuntura che sta penalizzandoil comparto del nostro Paese.L’indagine conferma la com-plessità dei problemi che atta-nagliano le aziende agricoleitaliane. Il 76% dei giovani in-tervistati, spiega la Cia in unanota, ha dichiarato che nel 2011ha coperto solo i costi d'impre-sa, ma non ha potuto operarenessun investimento.Il 91% ritiene che la terra costitroppo. L'86% ha avuto enormidifficoltà per gli adempimentiburocratici, mentre il 26% èstato costretto a modificare lapropria attività produttiva: unapercentuale che ha riguardatosoprattutto i produttori di gra-no duro, che hanno preferitoaltri tipi di colture perché piùremunerative.Il 97% dei produttori interpel-lati vorrebbe misure più incisi-ve da parte del governo.

L’80% dei giovaniagricoltori vede nero

www.corriereortofrutticolo.it18 A p r i l e 2012

otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

Siccità ai massimi livelli già amarzo, con danni incalcolabiliper l’agricoltura. E poi a metàaprile il gelo. A “tremare” per itagli alle rese produttive, che po-trebbero toccare punte del 50%,sono gli agricoltori, tra cui an-

che quelli che producono frutta everdura. Questo è il quadro cheemerge da un attento monitorag-gio effettuato su tutto il territorionazionale dalla Cia-Confedera-zione italiana agricoltori.In molte zone del Paese si regi-strano deficit idrici che sfioranoil 75% rispetto agli standard sta-gionali. In Piemonte, Toscana,Emilia Romagna, Lombardia eVeneto non ha piovuto per trop-po tempo e anche in quelle re-gioni dove si sono registrate ab-bondanti nevicate invernali, laterra ha ripreso a chiedere ac-qua. Gran parte delle regioni del cen-tro nord sono in difficoltà con lostato di emergenza per la siccitàche è stato già dichiarato dallaToscana al Veneto fino all’Um-bria, ma la situazione è grave intutte le regioni del centro nord.Poi a metà aprile il ritorno im-provviso dell’inverno, con tem-perature scese sotto lo zero conconseguenti gelate notturne acui si è aggiunta la neve ha crea-to forte preoccupazione tra i pro-duttori ortofrutticoli soprattuttoin Trentino. La situazione più delicata sem-bra essere per i meleti che inquesto periodo, in diverse aree,sono nel pieno della fioritura.

Siccità e poi gelo:danni pesantialle coltivazioniin tutta Italia

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Insalate di Lusia protagoniste delseminario dal titolo “Le bioplasti-che e l’agricoltura: benefici eco-nomici e ambientali” organizzatoda CremonaFiere, DLG, LiberaAssociazione Agricoltori di Cre-mona e Legambiente con la col-laborazione di Chimica Verde.Il relatore Massimo Pezzuolo tec-nico agrario del Consorzio di Tu-tela dell’Insalata di Lusia IGP, haesposto al pubblico le prove fattein campo a Lusia durante l'anno2011 e le tendenze del territorio aportarsi sempre più verso unaproduzione a basso impatto am-bientale.Nel centro rodigino sono statecondotte una serie di prove incampo (prove varietali, di tecni-

che di produzione, di materialibiodegradabili ecc.) frutto dellacollaborazione tra Consorzio diTutela dell'Insalata di Lusia IGP,Mercato di Lusia, OPO Veneto,Veneto Agricoltura, Servizio Fito-sanitario regionale, ditte privatee aziende orticole.La tendenza sarà quella di pro-durre sempre più nel rispetto delterritorio. Prove e sperimenta-zioni proseguiranno anche neiprossimi mesi Lusia secondo unprogramma primaverile, estivoed autunnale al fine di mettere adisposizione degli operatori tec-niche e conoscenze per un ag-giornamento necessario per con-tinuare a fare impresa nel rispet-to del territorio e dell'ambiente.

Produzioni a basso impattoambientale,Lusia investe

Paolo Bruni in Cina«Grandi

chance perla frutta»

Consorzio di Tutela della CipollaRossa di Tropea e Confagricoltu-ra Calabria soddisfatte dalla noti-zia che il Mipaaf ha stabilito cheil confezionamento in camponon è consentito dal vigente pia-no dei controlli. “La lunga ed ar-ticolata nota del Ministero, in ri-sposta ad una contestazione sul-la mancata certificazione di al-cune partite di Cipolla Rossa daparte di ICEA, mette fine - se-condo la Confagricoltura Cala-bria - ad una accesa polemica,dando ragione alla tesi sostenutadal Consorzio di Tutela e da Con-fagri che hanno sempre sostenu-to che il confezionamento deveavvenire in impianti idonei enon in campo”.

Cipolla rossa di Tropea, stop alconfezionamentoin campo

www.corriereortofrutticolo.itA p r i l e 2012 19

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

Il presidente di Cogeca Paolo Bruni è sta-to in Cina per sviluppare rapporti com-merciali tra Europa e Asia. Nell’occasioneha incontrato il sindaco della città di XianYang. “La sola provincia di Shaanxi cheho visitato conta circa 40 milioni di abi-tanti, due terzi dell’intera Italia - ha sot-tolineato Bruni - ed è collocata in un’areache continua a crescere vertiginosamentee offre enormi opportunità per le nostreimprese, che detengono teconologie eknow-how strategici per accompagnaretale sviluppo. I consumatori cinesi dannoprova di apprezzare i prodotti alimentari

italiani. Anche per le nostre produzionifrutticole, come le pere, vi sono potenzia-li sbocchi di assoluto interesse”. “Si tratta dell’ennesima conferma - haconcluso Bruni - che il nostro sistema de-ve rapidamente attrezzarsi per sfruttare laglobalizzazione e non limitarsi a subirla”.

LA COSTIERA

Page 22: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

CorriereOrtofrutticoloNotiziario

Nucisitalia, la rappresentanzaitaliana della Fondazione Mon-diale Nucis che si occupa della di-vulgazione delle qualità salutisti-che della frutta secca, manifestaapprezzamento per la pubblica-zione del Reg. 274/2012 che ridu-ce la frequenza dei controlli inimportazione per la presenza diaflatossine nelle nocciole turchee nelle noci del Brasile; questo èil risultato dell’ottimo lavorosvolto sul fronte della prevenzio-ne dalla Commissione Europea edagli operatori del settore e che,di fatto, ha consentito di ridurresensibilmente il numero dellepartite contaminate entrate inEuropa.Gli ultimi dati ufficiali diconoche dal 2008 al 2011 le partitecontaminate di nocciole turcherigettate all’ingresso nell’Unionesono passate da 61 a 16 unità,mentre quelle di noci del Brasileda 4 a 0.Questa, per Nucis, è la correttachiave di lettura del provvedi-mento ed il risultato di una mas-siccia campagna di sensibilizza-zione accuratamente preparata eportata avanti dalla Commissio-ne Europea che ogni anno inve-ste ingenti fondi nel controllodei contaminanti sui prodotti inarrivo alle frontiere ed in missio-ni presso le zone di produzioneper verificare il rispetto delle spe-cifiche con le quali vengono ef-fettuate le analisi sulla frutta sec-ca destinata alle nostre tavole. Nucis ricorda che tutti i prodottisoggetti a controllo per le aflatos-sine devono viaggiare con un cer-tificato di analisi emesso dalleautorità del Paese esportatore edesprime rammarico perché “sideve registrare ancora una voltala divulgazione di notizie chefanno male al prodotto frutta sec-ca, le cui peculiarità salutisticheandrebbero invece esaltate”.

A p r i l e 201220 www.corriereortofrutticolo.it

L’estate del 2012 saluterà un’im-portant novità nel settore della an-gurie: Manitou F1, la nuova angu-ria della tipologia “Crimson sweettonda ovale” selezionata daNunhems. Con pezzatura media(8-10 chili), buccia striata verde brillante, polpa interna di colore ros-so vivo e particolarmente croccante, Manitou F1 si presenta sul mer-cato proponendo diversi vantaggi lungo tutta la filiera. In primo luo-go, per il mondo della produzione la pianta si adatta a trapianti intunnellino e in pieno campo, con un ciclo medio che permette lacommercializzazione del prodotto da inizio luglio fino a settembre.Nel caso si adotti la pratica colturale dell’innesto, Nunhems racco-manda l’utilizzo dei portinnesti Macis F1 o Shintosa Camelforce F1.Per la Gd, Manitou F1 presenta la pezzatura ideale: 8-10 chilogrammi,facilmente gestibili. Spiega Sandro Seri, sales specialist aguria e me-lone di Nunhems Italy: “Manitou F1 è stata pensata soprattutto per ilmercato italiano ed esordirà sui banchi della grande distribuzioneagli inizi di luglio, rimanendo disponibile fino a inizio settembre”.

Angurie, saràl’estate di Manitou F1

Meno controlli su nocciole turche e noci brasiliane, Nucisitalia plaude Lutto nel mondo ortofrutticolo. Nella notte tra il 18 e il 19 aprile im-

provvisamente è morto Alessio Pigozzi, direttore generale di RijkZwaan Italia e coordinatore del Gruppo Orto wic di Assosementi. Ave-va 57 anni. Dal punto di vista professionale Pigozzi aveva dedicato unavita al settore sementiero, diventando un punto di riferimento primain Syngenta e poi in Rijk Zwaan.Molto stimato nel settore, Pigozzi aveva maturato una grande profes-sionalità in campo sementiero. In Assosementi aveva di fatto assuntoun ruolo di primo piano nel 2010, diventando coordinatore del Grup-

po Orto wic (il Gruppo di aziende del settore se-mentiero orticolo specializzate nel campo profes-sionale e che svolgono contemporaneamente atti-vità di ricerca varietale, di produzione e di com-mercializzazione di sementi) ed entrando quindinel Consiglio direttivo dell’associazione.Il manager era atteso all’assemblea annuale di As-sosementi, in cui presto si è diffusa la notizia dellasua morte tra l'incredulità e il cordoglio dei pre-senti. “Una figura molto attiva - il ricordo di Marco

Nardi, segretario di Assoementi - non solo a livello aziendale, ma an-che all’interno di Assosementi adoperandosi con grande impegnonello sviluppo e per dare maggiore visibilità alle iniziative del Grup-po”.“Ultimamente - continua Nardi - partecipava anche ai lavori del Grup-po di lavoro IP della Sezione SVOwic di ESA”. Il presidente Paolo Marchesini ed in particolare il leader della Sezio-ne sementi da orto, Roberto Romagnoli, hanno brevemente ricordatoAlessio Pigozzi all’inizio dei lavori dell’Assemblea, esprimendo a no-me dell’Associazione il più profondo cordoglio.

L’improvvisa scomparsa di Alessio Pigozzigetta nello sgomento il sementiero

Page 23: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

L’Italia sarà ospite d’onore alMedFel 2012, il salone professio-nale dedicato alla filiera dellafrutta e della verdura del Mediter-raneo (acquisto, vendita, traspor-to e logistica) che si terrà a Per-pignan dal 24 al 26 aprile. Gli or-ganizzatori della fiera franceseintendono con questo evento farincontrare domanda e offerta apiù di 5.000 professionisti del set-tore provenienti da tutto il mon-do. Nell’edizione del 2011 si sonosvolti più di 3.000 incontri BtoB e250 espositori hanno incontratobuyer in rappresentanza di 35marchi internazionali.Il programma di convegni e in-contri anche quest’anno sarà fit-to e si concentrerà sull’annunciodelle previsioni dei raccolti per il2012 e sull’avvenire economico epolitico della scena mediterra-nea, attraverso conferenze che fo-calizzeranno l’attenzione sullosviluppo dei prodotti IGP e quel-lo delle infrastrutture portuali.

La prossima edizione di Cibus, sisvolge a Parma dal 7 al 10 mag-gio. Nell’occasione avrà luogo an-che l’assemblea annuale di Fede-ralimentare. Il margine di cresci-ta del settore appare ancora ele-vato, non solo perché le quote ex-port di altri Paesi come la Fran-cia sono storicamente più eleva-te, ma anche perché il goodwillper il nostro modo di vivere (emangiare) cresce a ritmi vertigi-nosi in tutto il mondo e, sorpren-dentemente, anche nei paesiBRIC. Basti pensare che ilbooking effettuato dai buyersoverseas per Cibus 2012 ha giàraggiunto numeri tripli rispetto

al 2010 anticipando la presenzadi tutte le insegne leader nei Pae-si emergenti (dalla cinese A-BestSupermarket al Gruppo RussoX5). Si registra anche un incre-mento del 30% nelle prenotazio-ni da parte di mercati storici disbocco (USA, Germania, GB, ecc)con la partecipazione di tutti i re-tailer di riferimento. Parte delcrescente interesse è dovuto an-che all’alleanza con la fiera ali-mentare Anuga, che ha condivisoun progetto strategico di svilup-po. Parma sarà teatro del-l’“International Cibus Award”,premio ai retailers che megliohanno saputo esprimere gli as-sortimenti con le eccellenze delmade in italy agroalimentare ol-tre che della presentazione diuna ricerca di Nielsen e del prof.Giampiero Lugli dell’Universitàdi Parma sulla evoluzione dellamarca commerciale, come driverdi crescita dell’alimentare italia-no sui mercati esteri.

Asia Fruit Logistica, la principalefiera del settore ortofrutticolo inAsia, si svolgerà tra il 5 e il 7 set-tembre nella nuova location del-l’AsiaWorld-Expo di Hong Kong.E quest'anno le premesse sem-brano esserci davvero tutte perrealizzare l’edizione più grande epiù performante di sempre, an-che grazie ad un significativo au-mento del 20% dei nuovi esposi-tori.Fra i nuovi espositori Asia Hol-land AV (Paesi Bassi), Zeus Kiwi(Grecia), Farmsecure Fruit e Ca-pespan (Sud Africa), Fruit andGreens (Vietnam), il che dimo-stra il crescente interesse a livel-

lo mondiale verso la fiera asiati-ca. Aziende provenienti da ben28 Paesi diversi di tutti i cinqueContinenti si sono già registrateper partecipare alla fiera. Inoltre,finora 10 Paesi - Australia, Brasi-le, Cile, Cina, Egitto, Francia, Ita-lia, Corea, Paesi Bassi e Nuova Ze-landa – saranno protagonisti neipadiglioni della fiera a rappre-sentare le rispettive nazioni.

www.corriereortofrutticolo.itA p r i l e 2012 21

NAPPUNTAMENTI

aCorriereOrtofrutticolo

Dal prossimo anno Freshconexverrà integrato con Fruit Logisti-ca. A partire dall’edizione del2013, infatti, gli espositori delFreshconex saranno presenti al-l’interno dell’area di Fruit Logi-stica. Ciò significa che per la ca-tegoria dell’ortofrutta conve-nience non saranno più previstipadiglioni separati. Lo ha an-nunciato Gérald Lamusse (nellafoto), Global Brand Manager diFruit Logistica.Nel dettaglio, le aziende cheesporranno prodotti convenien-ce (al FreshConex dello scorsofebbraio hanno partecipato co-me espositori circa 80 aziende diprodotti di IV gamma provenien-ti da 15 Paesi) saranno inseriteall’interno dei padiglioni corri-spondenti alla nazione in cuioperano, mentre le aziende cheproporranno macchinari e tec-nologie per l’ortofrutta conve-nience saranno incluse all’inter-no del padiglione “Macchinari eTecnologie”.Nell’area di Fruit Logistica visarà un percorso ad hoc per iprodotti convenience.

PERPIGNAN 24-26 APRILE

Riflettori sull’Italiaal Medfel 2012

PARMA 7-10 MAGGIO

A Cibus tanti buyers Un premio ai retailers

HONG KONG 5-7 SETT.Asia Fruit Logistica+20% gli espositori

BERLINO 6-8 FEBBRAIO

Freshconex “rientra”in Fruit Logistica

Page 24: Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile
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CorriereOrtofrutticoloCARO CARBURANTI

PRIMO PIANO P

Non c’è tregua per i prezzi dellabenzina, che in un anno ha fattosegnare aumenti record e, secon-do gli addetti ai lavori, raggiun-gerà e supererà, forse entro l’esta-te, i due euro al litro. Aumenti in-sostenibili con conseguenzedrammatiche sulle tasche degliitaliani. Tanto più che i continuirincari non incidono solo sulprezzo del “pieno”, arrivato a co-stare il 12% in più della media eu-ropea, ma ricadono pesantemen-te sulla tavola delle famiglie. Unproblema di notevole entità per ilsettore ortofrutticolo, visto che innove casi su dieci - come rileva laCia- i prodotti alimentari viaggia-no su gomma per arrivare dallecampagne alla tavola, subendocosì rincari che vengono “subiti”soprattutto dal mondo della pro-duzione, ma non solo. Si stima che le ricadute sui listinialimentari degli ultimi aumentidei carburanti già superino i 200euro in termini annui, conside-rato che il costo del trasporto in-cide sul prezzo finale dei prodot-ti agroalimentari per il 35-40 percento.� Cifre che portano a con-traddizioni clamorose nei bilancifamiliari, in cui la spesa per “au-to e bollette” ha superato quella

per gli “alimentari”: giànell’ultimo anno ognifamiglia italiana haspeso 470 euro al meseper trasporti, carburan-ti ed energia contro i467 euro per cibo e be-vande. E se il susseguir-si dei rialzi alla pompacontinuerà a questo rit-mo -spiega ancora laCia - si rischia un allargamentodella forbice tra questi due capi-toli di spesa, con un ulteriore in-debolimento dei consumi ali-mentari, già calati del 2% nel2011. �Gli agricoltori hanno vistolievitare i costi produttivi, traina-ti dal prezzo del gasolio agricolo,essenziale in azienda per il fun-zionamento dei macchinari, il ri-scaldamento delle serre, l’approv-vigionamento idrico e l’irrigazio-ne. In meno di due anni il prezzoal litro è passato dai 0,49 euro digennaio 2010 a oltre 1,15 euro, se-gnando un aumento del 130%,con un onere aggiuntivo di circa

5 mila euro ad azienda.�Per questo le organizza-zioni agricole chiedonodi reintrodurre un “bo-nus” ad hoc, sul model-lo dell’accisa zero perle serre, in vigore fino anovembre 2009. E dibloccare il prossimoaumento dell’Iva intro-ducendo inoltre il mec-

canismo dell’accisa mobile. Della situazione dell’agricolturasi è recentemente occupata laRai del Veneto in due ampi servi-zi curati nell’Est della regione.Antonio Carraro, della GlobalFrigo, la cui sede centrale di ZeroBranco si trova accanto a OPO Ve-neto ha indicato al giornalista ilserbatoio di diesel: “Vede, valepiù quanto c'è nel serbatoio cheil carico del camion”. Marcello Pellizzari, orticoltore diResana (Treviso) ha spiegato da-vanti alle telecamere che “i costisono ormai non più sostenibili,tanto più che i prezzi di verdura e

23A p r i l e 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

Volano i prezzi di carburanti e materie prime, con pesantiripercussioni sulla filiera ortofrutticola. Agricoltura

e distribuzione concordano: urgono interventi e “bonus”

Un pieno di aumenti

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CorriereOrtofrutticoloCA

RO C

ARBU

RANT

I di frutta sono fermi. Così è diffi-cile continuare a coltivare”.Ma è vita dura anche per chi l’or-tofrutta la vende. “A gennaio2012 si sono verificati cali nellevendite sia a volume che a valo-re”, denuncia Claudio Gamberinidi Conad. “Un forte rallentamen-to dovuto sia agli scioperi degliautotrasportatori in Sicilia sia al-la generale crisi dei consumi chehanno portato a una deflazionedi 5-6 punti percentuali sui prez-zi. A febbraio i volumi hanno te-nuto mentre in termini di fattu-rato ci sono stati risultati menobuoni”. D’altra parte, secondo il managerdella catena distributiva, la situa-zione era già molto difficile neimesi precedenti. “Abbiamo af-frontato uno dei più brutti Natalidi sempre. In dicembre abbiamoregistrato cali del 3-4% a volumee del 6-8% a valore. La situazioneeconomica molto difficile, a cuisi aggiungono le novità sulle im-poste (dall’Imu all’aumento del-l’Iva) e i rincari della benzina,non agevola gli acquisti”.“Temiamo che per altri tre mesiil trend dei consumi non cam-berà. Dobbiamo sperare che la si-tuazione migliori quest’estate”.In generale, secondo il manageremiliano romagnolo il futuro sipreannuncia irto di ostacoli ca-ratterizzato da “un altro bienniodi difficoltà”.La ricetta per tentare di inver-tire questa preoccupante rottaper Gamberini è peraltropiuttosto semplice: “Ridaresostanza alle buste paga deilavoratori e di conseguenza alpotere d’acquisto. Solo così sicreerebbero le condizioni perrilanciare i consumi. Altri-menti si dovranno creare nuo-ve offerte al consumatore. Maquesta operazione si dovrà ef-fettuare senza deprimere laqualità dei prodotti, mante-nendo il giusto rapporto traqualità e prezzo, promozio-nando anche prodotti di fa-scia medio-alta ma senza farepassi indietro sulle quotazio-ni”. ●

● Mirko AldinucciEmanuele Mùrino

E se il rilancio del sistema Italiapassasse da una piano complessi-vo di sviluppo e riorganizzazionedella logistica?La proposta è del presidente diFedagro Ottavio Guala (nella fotoqui sopra) e scaturisce da alcuneriflessioni legate ai consistentiaumenti del costo dei carburantiche stanno mettendo a dura pro-va il settore ortofrutticolo.“La logistica - dice il presidente diFedagro Ottavio Guala - è sicura-mente una delle voci più impor-tanti per il nostro mondo e iprezzi record raggiunti dalle ben-zine mettono in difficoltà tutte lecomponenti dela filiera. Chiaroche, essendo il trasporto a caricodel mondo produttivo, ne soffrein modo particolare la fase pri-maria, ma pone in grande diffi-coltà anche i trasportatori cosìcome l’ingrosso, i cui operatorivedono aumentare il costo deiservizi offerti senza avere la pos-sibilità di ricaricare”.

Guala sostiene che il livello ditassazione e i costi d’impresa so-no ormai a livello di guardia e ri-tiene che “bisogna fare attenzio-ne a non creare ulteriori diffi-coltà alle Pmi che nonostantetutto continuano a dare fiato al-l’economia italiana. Le aziendedebbono messere messe in condi-zione di lavorare”. Cosa fare allora? “Servono volaniper rilanciare l’economia in que-sto momento gravissimo per ilPaese - dice Guala - e una rivolu-zione della logistica dovrebbe es-sere una delle priorità per chi go-verna, anche perché rimettereb-be in moto gli investimenti e i la-vori pubblici”.Un cambio di rotta che significa,per il presidente di Fedagro,“prendere in considerazione so-luzioni alternative al trasporto sugomma; il trasporto su rotaia loabbiamo dovuto dimenticare per-ché un trasporto su rotaia per lemerci in Italia non esiste. Il suorafforzamento dovrebbe interes-sare tutto il Paese a partire dallezone di produzione al Sud. Sareb-

Primo piano

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«S’investa in logistica È asset strategico»

Il presidente dei grossisti Fedagro Guala: urge un Piano di interventi e una rimodulazione del sistema dei trasporti.

Gli operatori del Car: «Cerchiamo di contenere i rincari»

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CorriereOrtofrutticoloCARO CARBURANTI

PRIMO PIANO Pbe un modo per dare una rispostaseria ai problemi dell’inquina-mento e del traffico”.

Il Car di Roma “stringe i denti” Prima lo sciopero dei TIR, poi lecolossali nevicate su tutta la pe-nisola - comprese due intensespruzzate sulla Capitale - ora ilcaro carburanti che non accennaad arrestarsi. Uno scenario da fartremare le vene e lecui conseguenze sisono fatte sentire pu-re sui prezzi al con-sumo. Il tutto, ac-compagnato da bor-date mediatiche che,a volte, hanno dipin-to il mondo ortofrut-ticolo come uno tra ipeggiori diavoli.Certo, in frangenticome questo, la spe-culazione può esseredietro l’angolo, ma èbene dare conto deicasi in cui gli opera-tori si sono ben com-portati e hanno fatto fronte conserietà agli eventi esterni.Al Centro Agroalimentare Roma,per esempio, la parola d’ordinesembra sia stata calma e sanguefreddo. I rialzi dei prezzi ci sono stati,per carità, ma nulla che abbiaprovocato bolle speculative.Ad avviso di Cesare Freni, presi-dente di Fedagro Roma, aderentea Confcommercio, “è evidenteche le regole, per chi opera cor-rettamente, le stabilisce il merca-

to”. Un ragionamento semplice,pur nella complessità della situa-zione, che testimonia quanto ilCAR abbia assorbito senza traumile conseguenze dei ripetuti au-menti del gasolio. “Se un camionista ora spende cir-ca 75 euro, per arrivare a Romadalla Sicilia, rispetto ai 60 di po-che settimane fa”, prosegue Fre-ni, “è chiaro che ciò rappresenta

un problema ma esso non può es-sere ribaltato tout court sul con-sumatore”. Al momento, dai datiin suo possesso, Freni parla di unCAR in cui la domanda è rimastastabile e i prezzi su livelli ragio-nevoli. “Quando poi - ha concluso- si devono fare i conti con l’in-venduto, è evidente che i prezziall’ingrosso si abbassano. Ciò te-stimonia la nostra attenzione al-le oscillazioni della domanda epure al portafoglio dei consuma-tori”.

A fargli eco è Massimo Tozzi, pre-sidente dell’Assogrossisti, aderen-te a Confesercenti: “Il mercatoagisce da calmiere, non c’è dub-bio, e sarebbe innanzi tutto con-troproducente per noi l’aumentoindiscriminato dei prezzi”. Spes-so, pone in evidenza Tozzi, “si ètrattato di esigenze mediatichepiù che di problemi reali ma, no-nostante ciò, alcune aziende ne

hanno risentito eavuto danni d’im-magine”. SecondoTozzi, “il caro car-buranti si è ovvia-mente fatto senti-re, ma i grossistisono stati in gradodi fornire le giusteinformazioni sul-l’aumento deiprezzi, dando con-to di quanto stavaaccadendo nelPaese e del per-ché”. Una correttainformazione chesi è rivelata vin-

cente nel rapporto quotidiano tragrossista e dettagliante.Anche il consumatore, concludeTozzi, dovrebbe fare la sua partee, magari, dedicare le preferenzea prodotti alternativi, meno co-stosi e non in controstagione, peresempio. Un tema, quello delle produzioninazionali e a km zero, sul qualepure il presidente Freni ha ri-chiamato l’attenzione, invitandoi consumatori a una maggioresensibilità. ●

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L’aumento del costo del carburante, indubbio fatto og-gettivo, ancora una volta ingenera nel dibattito quoti-diano una buona dose di “falsi miti” e “false verità”,che hanno il grande torto di spostare l’attenzione suiveri problemi della gestione logistica e dei costi distri-butivi. Ed è un peccato.Da più parti si mescolano con eccessiva leggerezza in-gredienti corretti ma dentro ricette sbagliate, conditecon troppa ideologia, finalizzata esclusivamente a di-mostrare quanto sarebbe bello il mondo del mercatoautarchico del fantomatico “chilometro zero”. Per esse-re chiari: giusta l’enfasi sulle nuove forme di acquistocollettivo (GAS) perché è un fenomeno molto impor-tante, giusta e sacrosanta la preoccupazione sui rinca-ri del carburante e sulla contrazione dei consumi, sba-gliatissima l’acrobazia dialettica che lega “rincari car-burante = aumento costi del trasporto = ripercussio-ni sul 90% dei prodotti che vanno su gomma = rinca-ri dei prezzi al consumo”. È un errore metodologico eun errore politico.Perché non è così? Perché se così fosse i prezzi di ven-dita sarebbero dovuti aumentare del 40-50% e questonon è vero. O meglio: non è vero nella grande distri-buzione, che ormai intercetta il 60% delle vendite na-zionali. Alcuni dati recenti (CSO e COOP) conferma-no che nel 2010/2011 gli aumenti medi dei prezzi ven-dita sono stati del 4,4% per la frutta (media europeadel 6,4%) e del 5,1% per la verdura (media europea del3,6%). Chi conosce i buyer sa quanto siano diventateinsostenibili le richieste di sconti, di ribassi, di pro-mozioni (che in generale hanno raggiunto il 50% delfatturato della GDO, ho detto cinquanta per cento…). E allora? In prima battuta vi è una "mancata trasmis-sione" dei maggiori costi energetici lungo la filiera,che rimangono invece appannaggio delle fasi a monteo del trasporto. Il rovescio della medaglia è rappresen-tato dal fatto che alcuni anelli della supply chain or-tofrutticola (grossisti? Dettaglianti?) hanno deciso in-crementi di prezzi “interpretando” a modo loro l’im-patto emotivo legato all’aumento del carburante, spes-so senza neanche averne subito gli effetti. Quindi non confondiamo un problema di “trasparen-za” di mercato e di “efficienza” degli attori economicicon il grande tema dell’inefficienza dei canali logisti-ci e distribuitivi in Italia.Nel merito del costo carburante. Da dieci anni in Eu-ropa, e più recentemente in Italia con la legge 127 del-l’agosto 2011, è stato introdotto l’adeguamento auto-matico del costo del gasolio alle tariffe di trasporto (la

FUEL SURCHARGE in termini tecnici). Il meccani-smo tecnico prevede un recupero del 20-30% degli in-crementi di prezzo del gasolio rispetto al contratto sta-bilito, con scatti e forchette ben definite, tali da tra-smettere il costo lungo la filiera, fino al distributore fi-nale. Quando il meccanismo funziona, assistiamo(anno 2012) ad incrementi medi del 2-4% delle tariffedi trasporto da parte delle medio-grandi società di lo-gistica, incrementi dei prezzi di vendita dei prodottialimentari dell’1-3% da parte dell’industria alimenta-re verso la distribuzione moderna o il normal trade. Perché nell’ortofrutta le cose vanno diversamente, os-sia peggio? Perché ci sono troppi piccoli autotrasporta-tori, in genere monoveicolari, che svolgono la sola fun-zione di TRAZIONE (trasporto puro) che hanno effet-tivamente subito degli aumenti spropositati di costi(perché per loro il costo del trasporto incide per il 40-50% sulle loro prestazioni) e che non riescono a recu-perare i maggiori costi con una migliore gestione logi-stica, perché loro NON fanno logistica! Dov’è allora il problema? Il problema sta nel fatto checi sono troppi trasportatori e pochi logistici, che leaziende di trasporto e di logistica sono troppo piccole. A cosa servirebbe la logistica, allora? La disponibilitàdi una rete di depositi e piattaforme, unitamente alladisponibilità di una adeguata flotta di camion, per-metterebbe di lavorare al meglio sul groupage, sull’ot-timizzazione dei carichi, sulla gestione della rete diconsegna e sui ritorni. È vero che l’ortofrutta è specifi-ca è un po’ diversa, ma credo sia ora di finirla con ilconsiderare questa diversità come una scusa per giu-stificare la mancata riorganizzazione delle aziende ditrasporto e logistiche.Infine, la discussione sbagliata nel metodo sul carbu-rante ci fa perdere di vista i veri costi logistici in fortecrescita. Due di questi sono “esterni al settore”: pedag-gi autostradali ed elettricità. Ma uno di questi è inve-ce molto legato alla crisi congiunturale ed al modellodi business commerciale. Sia la grande distribuzionesia il normal trade hanno deciso di diminuire ulte-riormente l’ordine medio (in termini di volumi) e diaumentare la frequenza delle consegne, non più soloal CeDi ma sempre più spesso anche al punto vendita.È un fatto dirompente sul modello logistico: le aziendedi logistica sono costrette a concentrare il massimo deiloro sforzi sulla gestione della rete di consegna, sul-l’ottimizzazione dei carichi, sui ritorni, sul livello diservizio. Per far questo servono imprese logistica gran-di. È su questo che occorre lavorare in fretta.

● Luca Lanini

Troppi trasportatori(e troppo piccoli)e pochi logistici

Pillole

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● Mirko Aldinucci

Gli aumenti di carburanti, pedag-gi autostradali e materie prime sifanno sentire, eccome, anche nelcomparto dei contenitori per or-tofrutta. Cassette - riutilizzabili e non -, va-schette, “buste” e quant’altro “pa-gano” l’incremento dei costi amonte che vengono “ricaricati”solo in parte al momento dellavendita, comprimendo così imargini delle aziende.“C’è una forte pressione dal bassoche cerchiamo di contenere”,conferma Emanuele Timpanarodirettore commerciale di EuroPool System Italia. “La situazionein generale è delicata anche se lanostra società, dopo aver chiusoil 2011 con un aumento di volumidel 15% sul mercato italiano haproseguito il trend positivoneiprimi mesi del 2012, con un gen-naio stabile ed un febbraio carat-terizzato da un +5% delle vendi-te, che diventa +15% includendoanche Auchan, che lo scorso an-no non rientrava tra i nostriclienti”.Un incremento frutto soprattuttodel maggior business da parte deireferenti stranieri, con il bacinodel Mediterraneo, Turchia e Gre-cia in primis, a denotare unabuona vivacità. “I clienti esteri hanno compratopiù contenitori mentre il merca-to italiano, nel complesso, si puòdefinire stabile - puntualizzaTimpanaro -; il nostro Paesesconta una certa difficoltà e direianche diffidenza da parte delleimprese, sia a livello produttivoche distributivo, a uscire dai pro-pri binari diversificando e perse-guendo l’innovazione. I principa-li competitor stranieri da questopunto di vista sembrano avereuna marcia in più, sebbene Paesicome la Spagna abbiano a lorovolta grosse difficoltà. Ma gli spa-

gnoli beneficiano di strutture piùorganizzate in grado di assorbiremeglio i momenti di difficoltà eil just in time”.Il futuro per il riutilizzabile, pro-segue Timpanaro, appare in ognicaso promettente vista la tenden-za, legata anche a motivazioniecologiche, a privilegiare semprepiù l’utilizzo di questo tipo dicontentitori. “Al momento la no-stra crescita in termini di movi-mentazione deriva soprattuttodall’aumento delle referenze deiretailer stranieri. Con la grandedistribuzione italiana risulta in-vece più difficile rapportarsi, vi-sto che richiede tempistiche mol-to ristrette che non agevolanocerto la pianificazione per quan-to vada riconosciuto alle cateneuno sforzo teso a standardizzare i

formati”.“In una congiuntura recessiva co-me quella attuale in Italia e inEuropa, con il calo dei consumidei prodotti ortofrutticoli e l’au-mento del costo delle materieprime, del petrolio e dei derivati -dice Gianni Bonora, Ad di CprSy-stem - la tenuta della nostrarealtà, che nel primo trimestre2012 non registra flessioni, è daconsiderarsi molto positivamen-te. D’altro canto il sistema messoa punto dalla nostra cooperativaè fortemente orientato ai temiche oggi sono in primo piano:salvaguardia ambientale, effi-cienza logistica, filiera Green”.“I temi e i focus del nostro busi-ness - prosegue Bonora - sono diestrema attualità in questo mo-mento e ritengo che il nostro si-

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In alto da sinistra Emanuele Timpanaro, Gianni Bonora e Claudio Dall’Agata

Packaging “compresso” dai costiE i margini si riducono

Pianeta contenitori in fermento: boom dei costi delle materie prime, tempi di consegna ristretti e richiesta

di servizi ad hoc mettono a dura prova le aziende

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I stema possa rappresentare un ve-ro e proprio punto di riferimentoper l’efficienza dell’intero settoreortofrutticolo. Le prospettive peri prossimi mesi? Difficili da in-quadrare per l’economia italianain generale. Non si vedono gran-di cambiamenti all’orizzonte, lasituazione è stagnate. Ritengo da-rebbe necessario individuarestrategie strutturali in grado dirilanciare l’economia del nostroPaese”.CprSystem nel 2011 ha raggiuntoun fatturato consolidato di 44,8milioni di euro, facendo registra-re oltre 116 milioni di movimen-tazioni di cassette, oltre 5 milionidi movimenti di pallet e 550.000movimenti di mini bins. Un ri-sultato importante che dovrebbeconfermarsi anche per il 2012 se-condo le tendenze del primo tri-mestre.Eleonora Gemini, Country Ma-nager Ifco Systems Italia Srl sot-tolinea l’importanza del servizio:

“Stiamo offrendo ai nostri clientiun effetto di sinergia: hanno ununico fornitore per tutti i lorocontenitori per alimenti freschi,oltre ai benefici di un prodottostandardizzato. Test di mercatosul nostro contenitore per la car-ne indicano un elevato livello disoddisfazione del cliente, che ciha spinto a sviluppare nuovi pro-dotti sostenibili e a continuare amigliorare quelli esistenti”.“Ifco - prosegue - è leader mon-diale nel mercato dei contenitoripieghevoli e riutilizzabili: ci sonocirca 140 milioni di "casse verdi"in uso in tutto il mondo. I nostriclienti possono godere di vantag-gi economici legati a un miglioreutilizzo dello spazio di trasporto,della facilità di imballaggio e del-l’eliminazione di rifiuti”. Le novità non mancano: “Abbia-mo sviluppato una vasta gammadi contenitori pieghevoli e riuti-lizzabili, come il nuovo imballoIfco specifico per le banane, la

Caja de Oro. È dotato di superficiinterne che sono ottimali per laprotezione della frutta durante iltrasporto, così come le prese d’a-riache permettono un processocontrollato di maturazione. LaCaja de Oro è stata introdotta consuccesso nel mercato degli StatiUniti e del Regno Unito”.Dalla plastica al cartone: “Gli im-ballaggi in cartone ondulatocommercializzati nel 2011 sononumericamente rimasti in linearispetto al 2010, con i primi novemesi dell’anno leggermente posi-tivi compensati dalla flessionedell’ultimo trimestre”, spiegaClaudio Dall’Agata di Bestack. “Ilprimo trimestre 2012 si sta con-fermando leggermente miglioredi quello precedente. Ciò confer-ma quanto sia necessaria una for-te crescita delle politiche di mar-ca, per i vecchi e nuovi mercati.Il brand F.lli Orsero è una bellanovità. Per quel che ci riguarda,il nostro imperativo è comunica-

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zione e prestazioni per portare lemarche italiane con le stampedei loro brand sui mercati che siaprono nei Paesi arabi, Nord afri-cani e dell’Est europeo”.“La riduzione delle marginalitàdei prezzi alla produzione orto-frutticola, inserita in un contestoeconomico complessivo negativo- prosegue Dall’Agata - ha aumen-tato la tensione finanziaria nelleaziende specialmente nell’ulti-mo trimestre accorciando la pro-grammazione negli acquisti sugliimballaggi e richiedendo tempidi consegna dell’imballaggio peril prodotto da lavorare semprepiù just in time in relazione agliordini chiusi”. “Si richiede quin-di di sviluppare i servizi in ter-mini di velocità di consegna, in

quanto costituisce l’elemento dif-ferenziante specialmente in unsettore come il nostro nel quale ilcosto delle materie prime incideper oltre il 60%”. “Gli scarsi margini - incalza Dal-l’Agata - hanno di fatto obbligatoi produttori ortofrutticoli a ridur-re tutti i costi di produzione an-che a discapito di indispensabilipolitiche di differenziazione. Ladove in sostanza la marca nonriesce a difendere il prodotto, ilprodotto stesso è obbligato a com-portarsi sempre più come una

commodity. Da qui la dicotomiadella modalità di commercializ-zazione: da un lato le marche for-ti, Pink Lady su tutte, che non ri-nunciano alla loro immaginecoordinata in termini di brandanche sull’imballaggio, dall’altroprodotti commercializzati inbins. Come Consorzio Bestackstiamo lavorando a politiche diinnovazione logisti-co/organizzativa che consentanodi razionalizzare la distribuzionefisica sul territorio sempre più diimballaggi stesi delocalizzandole macchine formatrici ancheverso aziende agricole di piccolamedia dimensione al fine di ri-durre trasporti e impatto am-bientale migliorando il posizio-namento competitivo degli im-ballaggi in cartone ondulato”.Quanto alle strategie di Bestack,Dall’Agata le riassume con dueaggettivi: ricerca e certificazione.“Nel 2011 abbiamo investito mol-to in ricerca. In ambito ambien-tale abbiamo realizzato con il Po-litecnico di Milano una procedu-ra di identificazione e stampasull’imballaggio dei diversi im-patti ambientali: waterfootprint,km percorsi, risorse non rinnova-bili impiegate, Co2 emessa, per-centuale di riciclo in linea con lafutura normativa francese. Ab-biamo investito per verificare latotale igiene dei nostri imballag-gi confrontandoli con altre tipo-logie e nel 2012 analizzeremol’influenza dei diversi materialidi imballaggio nel trasferimentodi eventuali patogeni. Nel 2011abbiamo certificato, dando aiproduttori l’opportunità del con-tributo europeo, il modelloplaform e nel 2012 procederemoalla certificazione anche di fla-pless, 30x20, 40x24 e IV gammavalorizzando la ricerca volta allariduzione delle quantità di mate-riale impiegato nel rispetto delleprestazioni richieste”.Passando alle vaschette, FabioZoboli di Infia annota che “il2011 si è caratterizzato per un’ot-tima prima parte dell’anno; sinoal mese di maggio, i volumi sonostati in crescita rispetto al 2010. A

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Per l’amministratore delegato di CprSystem Gianni Bonora “unodegli elementi prioritari per dare slancio al settore è rappresentatodalla logistica di cui tanto si sente parlare ma per la quale poco sifa in concreto”.“Ritengo - dice Bonora - che il calo dei consumi sia frutto, in que-sto momento, di un atteggiamento di cautela dei consumatori chenon hanno ben chiaro dove si arriverà con questa crisi. Gliaumenti del costo dei carburanti poi sono un ulteriore elementodi forte preoccupazione per tutti. Il sistema del trasporto merci inItalia è allo stallo, con una normativa in itinere che ha portato aduna gran confusione: mi riferisco in particolare al tema delle tarif-fe minime di sicurezza per gli autotrasportatori. Come CprSystem,stiamo valutando di attivare un fondo a tutela del rischio”, annun-cia Bonora.“Il sistema dei trasporti deve essere considerato una proprità ed oc-corre agire subito perché la situazione è in percolosa fase di stallo.Dovranno crearsi delle aggregazioni, con aziende di dimensionimaggiori in grado di garantire una flotta di mezzi adeguata alle ri-chieste del mercato. Sarebbero fondamentali azioni volte asostenere il trasporto integrato e a creare percorsi privilegiati edesclusivi per i camion, con orari differenziati di viaggi a secondadella tipologia di merce trasportata. Meno mezzi, più efficienti,più sicuri e rapidi grazie alla razionalizzazione dei percorsi e degliorari di viaggio: questo servirebbe”. “Fondamentale - conclude Bo-nora - sarebbe l’adeguamento infrastrutturale del nostro Paese. Lasituazione è molto grave. Pensiamo solo che non è stato attivato unsistema di trasporti su rotaia per il fresco che ci consenta di avere,con costi adeguati, prodotti del-la Sicilia a Milano in tempigiusti con i treni merci. Ma oc-corre muoversi in fretta, primache sia troppo tardi”.

Bonora: «Trasporti nel caos per mancanza di alternative alla strada e norme confuse»

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partire però dal mese di aprile, sisono cominciati a vedere grossiaumenti di costo delle materieprime che ci hanno obbligato arivedere i listini”. “In estate vi è stata una stabiliz-zazione dei costi - dice ancora Zo-boli - ma un netto calo dei consu-mi di imballaggi di pari passocon il cattivo andamento dellafrutta a nocciolo che ha coinvoltofortemente Italia e Spagna. Nellaparte finale dell’anno si è tornatisu volumi interessanti: abbiamoavuto ottimi risultati sui mercatid’oltremare, dove hanno appealtutta una serie di nuovi prodottiche abbiamo sviluppato per i ber-ries, per i pomodori e per l’uva”.“Il 2012 è cominciato bene, anchese nel mese di febbraio, a causadella neve e dei vari scioperi avu-ti in Italia, si è riscontrata unaforte diminuzione del consumodi imballaggi in Italia”, prosegueZoboli. “La nostra riolevante per-centuale di export (circa il 75%),ha fatto si che potessimo com-pensare questa mancanza di vo-lume sul mercato nazionale”. “La primavera del 2012 si è pre-sentata con forti aumenti di costosulle materie prime che, somma-ti all’aumento dei costi generali,trasporti energia etc... stannomettendo sotto forte pressione laredditività delle aziende dipackaging in generale. La ten-denza cui assistiamo è a un ulte-riore esasperazione alla custo-mizzazione, che ci porta ad am-pliare ulteriormente l’offerta deinostri prodotti”. Infia si sta muovendo in tre dire-zioni: il completamento di alcu-ne linee per i pomodori, l’uva edi berries; il completamento dellalinea di cestini con il concetto“F”, ovvero la ventilazione latera-le, efficace per l’allungamentodella shelflife del prodotto, chesta diventando lo standard per al-cuni retailers britannici; il com-pletamento delle linee per il po-sizionamento di Pad assorbenticolorati per il mercato dei picco-li frutti.“Il prezzo - prosegue Zoboli - èuno dei fattori predominanti, ma

contano molto anche innovazio-ne di prodotto e del servizio. Iclienti o i supermercati, oltre alprezzo, cercano sempre più di di-versificarsi nella loro offerta e,questo, lo possono fare solo se sipresentano sul mercato con nuo-ve varietà ortofrutticole o nuoviformati di vendita. D’altro cantol’esasperazione dei tempi di con-segna e la mancanza di program-mazione da parte dei supermer-cati, fanno sì che i nostri clientifacciano sempre più fatica a pro-nosticare i loro fabbisogni, obbli-gandoci così a passare dall’esseresemplici fornitori di imballaggiall’essere fornitori di servizio”.C’è chi, comunque vadano le co-se, nel 2012 festeggerà: Ilip cele-bra infatti il suo 50mo anniversa-rio “consapevole di essere unadelle aziende leader a livello eu-ropeo nel settore dell’imballag-gio per alimenti”, dice RobertoZanichelli responsabile marke-ting della società emiliana.“Una leadership acquisita grazieall’ampia gamma di prodotti e al-la capacità di offrire ai clientiprodotti con alto valore aggiuntoe un servizio efficiente. La situa-zione economica italiana, ma an-che quella europea, conferma lapolarizzazione dei consumi, cioèla scelta del consumatore si divi-de sempre di più tra i prodotti ba-sic e i premium a maggiore valo-re aggiunto; con un lento ma co-stante aumento di quanti si rivol-gono ai prodotti “convenience””.Per questo Ilip negli ultimi mesiha segmentato ulteriormente

l’offerta proprio per andare in-contro alle esigenze del consu-matore e per presidiare al meglioil mercato”.“Nonostante la crisi economica,grazie alla nostra espansione inaree e mercati a maggiore cresci-ta, nel 2011 abbiamo incrementa-to sia il fatturato che i volumi,anche se sul primo indicatorehanno inciso in particolare gliaumenti delle materie prime.Quindi l’andamento dello scorsoanno, nonostante una situazioneeconomica non facile, è da consi-derarsi positivo, anche se abbia-mo subito una forte riduzione dimarginalità”. Il fatturato di gruppo nel 2011 haraggiunto i 180 milioni di euro,con un incremento del 20% ri-spetto all’anno precedente. “Per il 2012 Ilip prevede di conti-nuare nel trend di crescita che ciha accompagnati negli ultimi an-ni, anche se ci preoccupa moltola continua crescita del costo del-le materie prime che riversiamosul mercato con sempre maggio-re difficoltà”, dice Zanichelli.“Il nuovo posizionamento azien-dale, sintetizzato dal nuovo claim“Passion for Packaging”, e la rela-tiva strategia per affrontare nelmigliore modo l’attuale congiun-tura economica con l’obiettivo dirafforzare ulteriormente la no-stra leadership, si basa su alcuniprincipi chiave: coniugare tradi-zione ed innovazione, forte lega-me con il territorio e responsabi-lità sociale ed ambientale”.“In Ilip oltre alla riduzione delpeso dei nostri prodotti e allacontinua ricerca di materie pri-me più ecocompatibili, concen-triamo l’attenzione sul migliora-mento delle caratteristiche tecni-co-funzionali dei prodotti e sullaottimizzazione della logistica”.“Per quanto riguarda i nuovi pro-dotti - conclude Zanichelli - aFruit Logistica è stata presentatala nuova gamma “TS” di cestelletermosaldabili in r-Pet (nella fotodi questa pagina) per il confezio-namento di prodotti delicati co-me frutti di bosco e pomodorini”.mirko.aldinucci @corriereortofrutticolo.it

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C’è chi ha brillato

e chi continua a splendere

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Meno brillante del 2010, ma pursempre positiva. La bilanciacommerciale ortofrutticola hachiuso il 2011, secondo le elabo-razioni effettuate da Fruitimpre-se, con un saldo di poco al disottodel miliardo di euro, con una di-minuzione del 16,2% rispetto al-l’anno prima. Le esportazioni sono diminuitesia in volume (-1,4%) che in valo-re (-2,3%) ma comunque hannotenuto rispetto alle previsioni dimetà anno; in leggero aumento ivolumi delle importazioni(+0,4%) mentre è risultato piùconsistente il risultato economi-co (+3,7%). Complessivamentenel 2011 l’Italia ha esportato pocopiù di 4 milioni di tonnellate perun valore di circa 3 miliardi e 800milioni di euro.Sia in volume che in valore si èregistrato un aumento dei flussidi esportazione per i compartidella frutta fresca (rispettiva-mente del 4,3% e del 3%) e dellafrutta secca (+0,1% e +4,3%),

mentre sono risultati negativiquelli di ortaggi (-9,8% in volumee -9,4% in valore) e agrumi (-11,8% in volume e -12,6% in valo-re). Nel complesso l’Italia ha im-portato circa 3 milioni e 130 mi-la tonnellate di ortofrutticoli perun valore di 2 miliardi e 800 mi-

lioni di euro. Incrementi in volu-me per agrumi (+23,4%) e fruttafresca (+1,5%). Negativi gli or-taggi (-4,4%), ok la frutta secca(+4,2%). In valore, giù solo gliortaggi (-1,2%). ●

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Import-export 2011 giù, saldo attivosotto il miliardo di euro

Cala del 16,2% il plus in valore della bilancia commerciale.Esportazioni in lieve calo rispetto al 2010,

mentre dall’estero si è acquistato a prezzi più elevati

Come anticipato in anteprima assoluta dal nostro sito internetwww.corrieortofrutticolo.it, è il 48enne ferrarese Marco Salvi il nuo-vo presidente di Fruitimprese. Il passaggio di testimone con LuigiPeviani, che ha guidato l’associazione per tre mandati, dal 2003, èavvenuto nell’assise elettiva del 20 aprile a Roma. Salvi è statoeletto all'unanimità. Sul prossi-mo numero del Corriere, ampioreportage dell’assemblea 2012.

Marco Salvi nuovo presidente FruitimpreseLuigi Peviani passa la mano dopo tre mandati

Legumi e ortaggi 1.050.754 947.962 -9,8 1.170.309 1.060.687 -9,4Agrumi 334.534 295.071 -11,8 209.152 182.846 -12,6Frutta fresca 2.516.328 2.624.810 4,3 2.172.998 2.237.880 3,0Frutta secca 59.961 60.041 0,1 252.874 263.689 4,3Frutta tropicale 124.106 99.715 -19,7 112.577 84.241 -25,2TOTALE EXPORT 4.085.683 4.027.599 -1,4 3.917.910 3.829.343 -2,3

Legumi e ortaggi 1.265.211 1.209.629 -4,4 789.386 779.680 -1,2Agrumi 294.073 362.865 23,4 238.392 242.635 1,8Frutta fresca 512.708 520.335 1,5 554.992 596.923 7,6Frutta secca 195.693 187.474 -4,2 613.539 671.566 9,5Frutta tropicale 852.385 851.609 -0,1 547.980 554.679 1,2TOTALE IMPORT 3.120.070 3.131.912 0,4 2.744.289 2.845.483 3,7SALDO 965.613 895.687 -7,2 1.173.621 983.860 -16,2Fonte: elaborazioni Fruitimprese su dati Istat

ESPORTAZIONI 2010 2011 var.% 2010 2011 var.%

IMPORTAZIONI 2010 2011 var.% 2010 2011 var.%

Commercio estero ortofrutticolo, confronto 2010-2011 (dati Fruitimprese)

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

C● Antonio Felice

Il mondo è delle donne? E ilmondo dell’ortofrutta?Il mondo è sempre più delle don-ne. Il mondo dell’ortofrutta no,con rare eccezioni. Rare e impor-tanti.Raffaella Orsero di Albenga, so-rella di Antonio, figlia di Raffael-lo, è nella sfida a cui molti guar-dano, in Italia, in Spagna e in al-tri Paesi: la sfida di un nuovo ecoraggioso marchio italiano aicolossi mondiali dell’ortofrutta.Sono in tanti a chiedersi: ma do-ve vogliono arrivare questi Orse-ro? In Italia sono un nome, ma cela faranno a rosicchiare una fettadi mercato a Chiquita, Dole, DelMonte o è la volta che ne usci-ranno con le ossa rotte?Ecco la sfida che Raffaella, dalquartier generale del gruppo, trail mare e le montagne della Ligu-ria di Ponente, vuole vincere. E, aquanto pare, ci sono non pochepremesse perché ciò possa avve-nire.

Signora Raffaella, questa avventu-ra del marchio ‘F.lli Orsero’, contutto ciò che comporta sul pianoorganizzativo e degli investimenti,com’è nata, da chi e, secondo lei,come andrà a finire?“La sfida è grande e l’idea è natasei-sette anni fa, presente mio pa-dre Raffaello, ai tempi delle pri-me incomprensioni con DelMonte. Già nel 2006 avevamopensato a un camioncino checonsegna la frutta come marchio.E ragionavamo sul fatto che nonavremmo più lavorato per mar-chi altrui dopo aver creato valoreper Del Monte per trent’anni: nel1976 eravamo stati noi a venderela prima banana Del Monte inEuropa. Pensavamo che avevamola filiera intera, completa, che sa-pevamo fare tutto e dovevamo sol-tanto mettere un bollino sopra ilprodotto. Il progetto è rimastonel cassetto perché con Del Mon-te siamo andati avanti; poi sonostati loro a dare la disdetta”.

Allora il progetto è uscito dal cas-

setto. E nei fatti che cosa è succes-so allora?“Abbiamo pianificato tre anni diinvestimenti, il minimo che civuole, con l’obiettivo di raggiun-gere con il nostro marchio glistessi volumi che facevamo perDel Monte a un prezzo corretto.Alla concorrenza, ai prezzi bassiabbiamo deciso di risponderecon un marchio da premium pri-ce. Crediamo che con il brand sipossa creare redditività. Oggi èproprio la redditività la sfida. Sia-mo consapevoli di non esserenemmeno una formica ma unmicrobo a livello mondiale. Lanostra partita si gioca in Italia, inSpagna dove siamo decisi a entra-re nella classifica dei marchi piùconosciuti. Già entro la fine del2012, che è un anno di rodaggio,il ruolo del nuovo player si faràsentire. Siamo partiti con le pri-me vendite di banane a metàgennaio. La campagna di promo-zione a marzo è partita anche inSpagna a sostegno dell’azionecommerciale. Italia e Spagna so-no mercati simili per banane e

ananas. L’ananas ha conosciutoin Italia un vero boom di consu-mi che è andato avanti per diecianni, passando da 70 mila a 150mila tonnellate. E un fenomenosimile è accaduto in Spagna. Fi-no all’estate lavoreremo in Italiaper accrescere la presenza delmarchio tra i grossisti. Intantoc’è la grande distribuzione che ciosserva, come Coop e Conad. Inuna prospettiva vicina, stiamovalutando le opportunità offertedai mercati del Nord Europa. ConDel Monte avevamo il vincolocontrattuale di non occuparci diquell’area e nemmeno della vici-na Svizzera. Sono mercati in cuile banane fanno volumi impor-tanti e dove avvertiamo un certointeresse verso di noi. Gli svizze-ri sono interessati ad aprire unservizio ferroviario di collega-mento con Vado”.

Le donne imprenditrici nell’orto-frutta sono poche. Lei come vivequesto ruolo? Consiglierebbe a unadonna di aprire un’azienda orto-frutticola?

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Orsero racconta la genesi, le prospettive e gli obiettividel progetto legato al nuovo brand di famiglia.

E del rapporto tra donne e settore ortofrutticolo dice che...

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CorriereOrtofrutticoloPR

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“Sono cresciuta vedendo mio pa-dre che lavorava per passione. Percui ho sempre pensato che dove-va fare un lavoro bello. Ero curio-sa di conoscere questo lavoro e a9 anni ho fatto con lui il mio pri-mo viaggio all’estero, in Israele.La scelta di lavorare in azienda èstata così una scelta naturale. Ingenerale, per noi donne si pone aun certo punto una scelta, nontanto tra il lavoro e la famiglia,quanto tra la famiglia e la carrie-ra. Molte rinunciano alla carrie-ra per la famiglia. Non ci sonopiù, peraltro, discriminazioni odifferenze di capacità. Anzi. Inun mondo maschile, la donna hale sue chances. Gli uomini, peresempio, sono più gentili conuna donna che tra loro. Il proble-ma è che un lavoro deve piacere.Se ti piace lo puoi fare, anchequando è un lavoro veloce e stres-sante come quello del commer-cio dell’ortofrutta. Nella nostrafamiglia, Anna Chiara, mia sorel-la più piccola, ha scelto un’altrastrada. Ho imparato da mio pa-dre a considerare il mio mestieresenza confini, credo che sia pos-

sibile svilupparlo ovunque per-ché il mercato è il mondo”.

Oggi non sono pochi a ritenere chein Italia il settore abbia ormai pocoda esprimere, che sia necessariospostare produzioni e interessi, en-trare in una logica globale. Voi sie-te un gruppo che ha messo radicida tempo in continenti diversi. Co-me vede le prospettive di chi lavoranell’ortofrutta in Italia?“Non sono d’accordo con la valu-tazione che l’Italia ormai abbiapoco da esprimere nel nostro set-tore. Il mestiere è più difficile di

una volta, questo sì; è più diffici-le fare redditività, ci vogliono piùcapacità e buone idee per rende-re redditizio oggi questo mestie-re. Poi è cruciale un rapporto di-verso, di maggiore collaborazio-ne, con la GDO. Personalmente,non cambierei l’Italia con nes-sun Paese al mondo”.“Come gruppo, abbiamo investitonelle origini, in America Centra-le, Argentina, Cile. In Argentinaè stata per noi un’esperienzanuova, un cambio di mestiere:facciamo gli agricoltori, coltivia-mo soprattutto pere e mele, un

Copertina

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GF Group SpA è un Gruppo internazionaleleader nell’Europa mediterranea per l’importe la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi che nel tempoha esteso i propri interessi anche nei settori della produzione edesportazione di ortofrutticoli, terminalistica portuale, trasporti ma-rittimi e terrestri, servizi ed immobiliare. Con un fatturato consoli-dato di oltre 925 milioni di euro e più di 3.300 dipendenti è presen-te principalmente in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia,Costa Rica, Colombia e Argentina.

GF Group, un colosso che fattura 925 milioni di euro

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

mestiere difficile, forse più diffi-cile di quello del commerciante.Quando sbagli nel commerciohai il modo di rimediare, in agri-coltura la paghi, ma la terra è bel-la. In Costarica abbiamo pianta-gioni con un socio locale al 50per cento, due fratelli. In Colom-bia abbiamo partners commer-ciali. Per le banane il prodotto‘F.lli Orsero’ proviene per la metàdal Costarica e per la metà dallaColombia; per l’ananas la prove-nienza è al 100% Costarica”.

Che problemi pone la crisi econo-mica generale all’organizzazionedel settore? Quali le prospettive?“Cambiare il rapporto con laGDO nel senso di creare una col-laborazione più stretta e più sta-bile è fondamentale. In Italiaquesta dialettica quotidiana, que-sta competizione esasperata, bor-sistica tra fornitori sul prezzo al-la fine non fa il gioco di nessunoe va a discapito della qualità equindi dei consumi. Negli Usa, inGran Bretagna si fanno contrattidi lungo periodo che permettonodi creare valore aggiunto. Quindi

gli esempi per cambiare le coseci sono. Un sistema diverso cree-rebbe redditività alla stessa GDO.Questo è il momento di cambiareperché la crisi si fa sentire. Que-st’anno per la prima volta il pro-blema non è più solo il prezzo,sono i volumi. Dobbiamo ricor-dare che tutto il settore alimenta-re aveva sofferto della crisi menodegli altri. È stato così per tre an-ni. Oggi anche l’alimentare è incalo di consumi e nella GDO c’èpreoccupazione. Poi c’è il discor-so della filiera. C’è sempre qual-cuno che vorrebbe fare il lavoro

dell’altro perché pensa che l’altroguadagni di più oppure che sipossano saltare dei passaggi. Nel-la filiera ognuno svolge la suaparte, beneficia dei momenti po-sitivi o viceversa risente della cri-si. Chi vuole saltare un passaggioin verità si mette a fare un lavoroin più e bisogna vedere se è ingrado di farlo nella maniera ap-propriata: uno può fare due me-stieri ma non elimina un mestie-re. Il problema è l’efficienza del-la filiera, farla funzionare meglioin ogni suo segmento, da chi pro-duce a chi vende al pubblico, nonla sua eliminazione. La vendita aldettaglio dell’ortofrutta, ad esem-pio, può incontrare il consuma-tore con maggiore efficienza epreparazione; dobbiamo pro-muovere la vendita assistita e diprossimità e non solo un nuovotipo di rapporto con la grande di-stribuzione”.

Raffaella Orsero è managing di-rector di GF Group, è sposata aAlessandro Piccardo e ha unbambino di 8 anni, Carlo Emilio.

editor @greenmed.eu

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Raffaella Orsero. Sopra è con Antonio

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Il sistema ortofrutticolo italianoper uscire dalla crisi dovrà aggre-gare maggiormente l’offerta e go-vernare meglio i volumi di pro-duzione per evitare nuove crisi dimercato. Parte da qui la ricetta per il ri-lancio del settore proposta avan-zata dal ministro delle PoliticheAgricole Mario Catania, nel suointervento a Bologna in occasio-ne del convegno, organizzato aBologna dall’assessorato all’Agri-coltura della Regione Emilia Ro-magna, intitolato “Ortofrutta.Nuovi strumenti per la stabilitàdel settore” e moderato dal diret-tore del Corriere OrtofrutticoloLorenzo Frassoldati. L’incontro è stato fortemente vo-luto dall’assessore regionale al-l’Agricoltura dell’Emilia Roma-gna Tiberio Rabboni, che nel suointervento ha proposto cinquepunti su cui lavorare per usciredalla crisi e dare maggior stabi-lità al settore ortofrutticolo: unautogoverno della produzione infunzione della domanda (attra-verso lo strumento dell’Organi-smo Interprofessionale o tramiteaccordi privati di commercializ-zazione); l’utilizzo dei fondi mu-tualistici per assicurare il redditodei produttori previsti nella nuo-va proposta PAC (con un auspica-bile spostamento della misuranell’ambito degli aiuti diretti);una revisione dei ritiri di prodot-

to eccedenti in funzione dellaprevenzione e gestione delle crisidi mercato (su tale ambito, grazieall’impegno del ministro Cata-nia, c’è stata un’apertura da par-te del commissario europeo all’A-gricoltura Dacian Ciolos, che haannunciato per maggio un pianoper l’ortofrutta); un fondo autofi-nanziato dalle aziende destinatoall’apertura e all’ampliamento dinuovi mercati; infine, una buonaapplicazione dell’art. 62 previstonel Dl liberalizzazioni.I cinque caposaldi proposti daRabboni sono stati pienamentecondivisi dagli intervenuti: PaoloDe Castro, presidente della Com-missione Agricoltura del Parla-mento Europeo; Paolo Bruni, pre-sidente del Cogeca; Maurizio Gar-dini dell’Alleanza delle Coopera-tive Italiane; Salvatore Giardinadi Confagricoltura; Gino Peviani,presidente di Fruitimprese; Anto-nio Dosi della Cia; Mario Taman-ti, presidente del Cso; Mauro To-nello di Coldiretti; Franco Verra-scina di Copagri e Dario Stefàno,coordinatore degli Assessori re-gionali all’Agricoltura.Il ministro ha poi portato all’at-tenzione della numerosa plateaaccorsa a seguire l’evento due no-di cruciali del comparto: la ridu-zione dei consumi e il difficilerapporto della produzione con lafiliera. Catania non ha nascosto iproblemi esistenti nella fase di-

stributiva dei prodotti ortofrutti-coli e ha sottolineato come, inquesto processo, la grande distri-buzione organizzata “debba orga-nizzare meglio il proprio sistemalogistico per proporre al consu-matore finale frutta e ortaggi dimigliore qualità”.Una tirata d’orecchie alla gdo cheè proseguita sul confronto nellosviluppo del lavoro dell’Oi su cui“la grande distribuzione ha un at-teggiamento difficile da accettarea causa di risposte oscillanti eambigue”. L’organismo interpro-fessionale secondo il ministro varilanciato con azioni decise, con-crete e immediate. Punto di vistaespresso in precedenza pure daRabboni, il quale ha annunciatoche sono state gettate le basi perla costituzione di un organismointerprofessionale specifico perla pera, senza dimenticare tutta-via le altre produzioni, a partiredalla frutta estiva (pesche, netta-rine e susine).“L’interprofessione ortofrutticolanazionale - ha ricordato ancoral’assessore regionale - va rivista,rilanciata e resa protagonista del-la prossima campagna”.Bruni ha sottolineato come ci sia“un calo sensibile e preoccupantedegli acquisti di ortofrutta dellefamiglie italiane, che sono dimi-nuiti di 100 chili annui dal 2000ad oggi, passando da 450 a 350chili. Siamo tuttavia i primi pro-duttori al mondo e questa posi-zione va conservata e consolida-ta”. Tamanti dal canto suo ha amara-mente sottolineato come gli ac-quisti totali di ortofrutta sono in-vece in costante decremento ne-gli ultimi dieci anni. Dal 2000 adoggi sono scesi da 9,5 milioni a8,3 milioni di tonnellate, quellidi frutta da 5 a 4,5 milioni di ton-nellate e quelli di verdura da qua-si 4,5 a 3,8 milioni di tonnellate.

E.Zan.

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Cinque punti per il rilancioInterprofessione da rivedere

Numerosi spunti nel convegno voluto dall’assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna Rabboni, alla presenzadi Catania e De Castro. Gd nel mirino, progetto per la pera

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Le coltivazioni di angurie in Ita-lia occupano una superficie di 12mila ettari. La produzione, dopoun periodo di notevole calo (da519 mila tonnellate nel 2005 a435 mila nel 2007, secondo i datidell'Istat) ha ripreso a crescere fi-no a toccare i livelli di sei annifa.Attualmente, le principali regio-ni produttrici sono Campania(17,3% della quota nazionale),Lazio (15,3%), Emilia-Romagna(13,7%), Sicilia (13,3%), Lombar-dia (10,8%) e Puglia (10,6%): il lo-ro lavoro (ma anche quello delleregioni con una produzione piùridotta) permette all'Italia di col-locarsi al 19mo posto della classi-fica mondiale dei produttori diangurie (dati Fao).Tuttavia questo felice posiziona-mento è sempre più compromes-so: l'Italia arranca di anno in an-no, faticando a reggere la concor-renza degli altri Paesi mediterra-nei (zona di origine dell'angu-ria) che offrono lo stesso prodot-to a prezzo minore, perché menocarico di costi di produzione. Leesportazioni sono vitali per ilmercato italiano di angurie, datoche rappresentano il 26% dellaproduzione.Come fare, allora, per rimediarea questa situazione sfavorevole?Secondo Sg Marketing occorrepuntare sul prodotto di piccolapezzatura. L’anguria d’estate, ar-riva a costituire anche il 12% del-le vendite dei reparti ortofruttanei supermercati. Tuttavia per lecatene di distribuzione non è fa-cile gestire angurie di 14-18 chili,che richiedono molto spazio, co-sì com'è difficile vendere le an-gurie preaffettate e incartate acausa di problemi igienico-sani-tari. Ma anche per gli stessi con-sumatori è faticoso acquistare unprodotto che richiede frigoriferimolto ampi e un numero di fa-miliari tali da riuscire a consu-

mare il prodotto in pochi giorni(e in Italia la famiglia media si èridotta a 2,6 persone). Risultanoinvece più agevoli la gestione e lavendita delle angurie di 4-8 chili,che negli ultimi anni ha avuto ungrande successo in Europa nord-occidentale. Le prime tipologiedi queste mini-angurie sonoemerse circa dieci anni fa, e si so-no già guadagnate una buonanicchia di mercato: facili da tra-sportare, comode da mettere infrigorifero e gustose al pari degliesemplari più grandi, i mini co-comeri sono la strategia idealeper riconquistare le quote di mer-cato perdute. ●

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Anguria, la concorrenza incalzaMini-formato soluzione vincente

Campania, Lazio, Emilia Romagna, Sicilia, Lombardia e Puglia i principali produttori nazionali.

La Cina domina lo scenario mondiale

Cina 60.105.888 65.002.319 +8,1%Turchia 3.970.000 3.810.210 -4%Iran 3.259.410 3.074.580 -5,7%Brasile 1.637.430 2.056.310 +25,6%Stati Uniti 1.741.920 1.819.890 +4,5%Egitto 1.500.000 1.500.000 0Russia 964.580 1.419.030 +47,1%Messico 864.766 1.007.160 +16,5%Algeria 857.942 1.034.720 +20,6%Uzbekistan 615.270 1.071.000 +74,1%Corea 904.895 900.000 -0,4%Spagna 719.621 819.100 +13,8%Grecia 703.558 656.379 -6,7%Marocco 402.455 650.000 +64,5%Siria 588.300 749.695 +27,4%Kazakistan 526.500 641.000 +21,7%Romania 628.326 602.813 -4,1%Iraq 615.000 326.742 -46,9%Italia 519.463 466.000 -10,3%Tunisia 446.000 475.000 +6,5%Altri 8.556.105 9.965.999 +16,5%Totale 90.127.429 98.047.947 +8,8%

Stato 2005 (tons) 2009 (tons) Var.

I principali Paesi produttori di anguria

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Tra i molti i temi dibattuti nelledue giornate di Euroasper 2012ha prevalso la discussione sul fu-turo dell’asparago che esce dallaconsiderazione di prodotto sta-gionale di nicchia per posizio-narsi come prodotto da consuma-re durante tutto l’arco dell’anno.Si è di fronte ad una produzione,fra i due emisferi, che diventacomplementare nel corso del-l’anno visto che, in Europa, gra-zie anche all’utilizzo delle tecni-che di forzatura, si produce laquasi totalità di asparago nei pri-mi sei mesi dell’anno.La tradizione della coltivazionedegli asparagi in Europa è conso-lidata ed avvallata dai numerosiriconoscimenti di IndicazioneGeografica Protetta ottenuti inItalia, Francia e Spagna (Reg.Ce510/2008).La provenienza e la territorialitàsono fattori determinanti per iconsumatori europei di asparagoche tendono a privilegiare la pro-venienza locale.La coltivazione italiana di aspa-rago, secondo i dati Cso presenta-ti al Simposium, copre una su-perficie di 6.300 ettari concentra-ti in Veneto, Campania, Puglia edEmilia Romagna. La superficieimpiegata negli ultimi anni ten-de ad una lieve decrescita mentrela produzione, che si attesta sulle44.000 tonnellate, è stabile dacinque anni.I punti chiave per lo sviluppo del-la produzione e del mercato diquesta importante coltura sonostati fissati in occasione del Sim-posio e prevedono la riduzionedei costi di produzione e la salva-guardia dell’ambiente conside-rando che la coltura potrebbe ri-

schiare di ridimensionarsi a cau-sa della difficoltà di reperire ma-nodopera; il miglioramento ge-netico volto ad individuare culti-var più produttive ed idonee allaraccolta automatizzata.“L’asparago - dice il presidente diEuroasper Luciano Trentini, sod-disfato per l’ottima riuscita dellakermesse, a cadenza biennale - èsenz’altro una coltivazione anco-ra in grado di soddisfare econo-micamente i produttori e le po-tenzialità sono enormi, basticonsiderare che il consumo do-mestico in Italia di asparago è pa-ri a 2,5 chili annui per famiglia,con un indice di penetrazionedel 40% sulla popolazione italia-na. Un dato che lascia intravede-re come, con opportune strategiecommerciali e promozionali, sipossa auspicare una crescita delsettore”.A Euroasper hanno preso parteoltre 160 partecipanti, prove-nienti da 10 Paesi “a dimostrazio-ne - dice Trentini - di come siaelevato l’interesse globale perquesta coltura, considerata fino apoco tempo fa di nicchia”. ●

A p r i l e 201242 www.corriereortofrutticolo.it

Il kiwi italiano condiziona leesportazioni del prodotto ci-leno. Il Chilean KiwifruitCommittee infatti ha avverti-to i produttori cileni di posti-cipare la raccolta dei kiwi de-stinati all'export visti gli ele-vati stock italiani ancora pre-senti sul mercato: alla fine difebbraio ben 219.839 tonnel-late di prodotto erano in atte-sa di collocazione, il 28% inpiù rispetto allo stesso perio-do del 2011. Ma anche 7.000tonnellate in più rispetto al2010. D'altra parte il Cile, perla stagione che sta per inizia-re, prevede un aumento dellaproduzione interna del 10%circa.“La situazione dei mercatinon promette un buon iniziodi stagione”, ha dichiarato ildirettore generale del Comi-tato Carlos Cruzat. Cruzat haevidenziato come Russia e Ci-na siano mercaticaratterizzati da una fortepresenza di kiwi italiani ementre lo scorso anno il pro-dotto del Paese Mediterraneoè stato presente sul mercatofino al 15 maggio, nel 2012 ladisponibilità sarà estesa finoal 15-20 giugno. In Corea del Sud, intanto l’of-ferta interna è stata sostenutadalla presenza sul mercato dikiwi della Nuova Zelanda fi-no a gennaio. I rivenditori ei produttori hanno stoccatola produzione locale in mododa riuscire a soddisfare la do-manda interna anche unavolta esaurite le scorte dikiwi neozelandese, riuscendocosì a colmare il gap deimercati asiatici.

Kiwi, il Cile posticipa i raccolti

Asparago: destagionalizzazionee miglioramento genetico

A Euroasper dibattuti i temi strategici di una produzioneche vuole uscire dalla dimensione di nicchia.

Di 2 chili e mezzo a famiglia il consumo medio in Italia

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Prosegue a pieno ritmo il proces-so di concentrazione nel sistemacooperativo ortofrutticolo italia-no: dalla fusione tra Finaf eGruppo Mediterraneo, le dueprincipali Associazioni di orga-nizzazioni di produttori, è natoun “colosso” europeo con un va-lore della produzione commer-cializzata di circa 1,4 miliardi dieuro. “La nascita della nuova Aop Finaf- sottolineano Roberto Cera, pre-sidente di Finaf, ed Enzo Treossi,presidente di Gruppo Mediterra-neo - consente di raggiungere si-gnificative economie di scala emigliorare ulteriormente l’effi-cienza gestionale per garantireuna migliore redditività ai pro-duttori associati. Sarà possibilesviluppare importanti sinergietecniche e operative e definirestrategie comuni tra le 22 Op so-cie così da valorizzare al massi-mo la produzione. Tutto ciò an-che attraverso la gestione di un

Programma Operativo che potràcontare su un Fondo di eserciziodi oltre 130 milioni di euro”. Il progetto di aggregazione si pro-pone di raggiungere numerosiobiettivi che interessano tutte lefasi della filiera, a cominciaredalla produzione. “Intendiamo -dichiarano Cera e Treossi - avvici-nare ulteriormente la ricerca va-rietale ed il miglioramento gene-tico alla programmazione pro-duttiva, coordinando la sceltadelle liste varietali, dando ulte-riore impulso all’acquisizione di

varietà in esclusiva produttiva evalutando la gestione “a club” del-le nuove cultivar per controllarele superfici investite. Altri obiet-tivi riguardano poi la definizionedi regole comuni per la raccoltadei prodotti e per le modalità ed itempi di immissione sul mercatoed il maggior coordinamento trail settore del fresco e quello deltrasformato”. Il sodalizio può contare su unagamma estremamente ampiacomposta da oltre 100 referenze,e rappresenta complessivamenteil 27% del raccolto italiano di pe-re, il 25% del pomodoro da indu-stria, il 20% del kiwi e il 14% del-le pesche e nettarine. Percentualiche salgono ulteriormente seconfrontate con i dati relativi al-l’intera Emilia Romagna, dove lanuova Aop ha sede e dove rappre-senta il 68% della produzione re-gionale di pomodoro da indu-stria, il 45% del raccolto di pe-sche, nettarine e pere. ●

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“Colosso”Aop Finaf

Dalla fusione con GruppoMediterraneo una realtàda 1,4 miliardi di euro

LUSIA E ROSOLINAP. z z a G a r i b a l d i , 6 4 5 1 0 04 5 1 0 0 R o v i g oR o v i g o

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Assicurare più valore aggiunto emaggiori servizi per i produttorisoci. Questa la strategia illustratanell’incontro “Gruppo Apofruit -I nostri progetti oltre la crisi” divenerdì 23 marzo a Cesena Fiera. Quindici anni di crescita conti-nua, frutto di acquisizioni e fu-sioni con altre cooperative, han-no portato Apofruit ad una pro-duzione di 250.000 tonnellate diprodotti ortofrutticoli ritirati daisoci, mentre nel 2000 erano130.000. Il valore della produzio-ne è passato dagli 88 milioni dieuro del 2000 ai 246 milioni dieuro del 2010, il patrimonio nettoha raggiunto i 102 milioni di eu-ro. Ora il Gruppo punta ad unacrescita qualitativa più che di-mensionale. Si pensa a sviluppa-re tra i soci varietà vegetali piùqualificate, con calibri migliori epiù alte qualità gustative, ma so-prattutto si vuole valorizzare ul-teriormente la politica di marca

come strumento per dare iden-tità alla frutta prodotta dai soci.Dopo la positiva esperienza di Al-maverde Bio, che in 12 anni di in-vestimenti è diventata il leaderdel biologico in Italia, il medesi-mo obiettivo mette ora al centrola linea Solarelli, che caratterizza

i prodotti di alta qualità dei socidi Apofruit. Solarelli apre ad altripartner specialisti nei diversiprodotti del paniere ortofruttico-lo italiano, e punta allo stesso ri-sultato di mercato.Il traguardo che si è prefisso ilgruppo è quello di portare il fat-turato dei prodotti a marca pro-pria dall’attuale 21% al 30% en-tro la fine del prossimo biennio.Per realizzare questo progettoviene rilanciata la Moc Mediter-raneo (nata nel 1998 per gestireun progetto di aggregazione trarealtà del sud e del nord Italia)che assume la denominazione diMediterraneo Group, alla cui pre-sidenza viene confermato PietroCiardiello, direttore della coope-rativa Sole di Parete (Caserta),partner storico del gruppo Apo-fruit, mentre la direzione vieneaffidata a Ilenio Bastoni. La nuo-va realtà di cui fanno già parte ol-tre alla coop Sole, la Coltor diAvezzano e la Codma di Fano, sicandida come “filiale” previstadalla normativa dell’Organizza-zione Comune di Mercato (Ocm)e si apre a nuovi partner che in-tendono perseguire progetti co-muni di valorizzazione e com-mercializzazione dei miglioriprodotti ortofrutticoli italiani. Almomento hanno aderito al pro-getto O.P. Terra di Bari (uva), OpoVeneto di Treviso (radicchio),F.lli di Stasi di Potenza (broccoli everdure a foglia) Sicilsapori diCatania (arance e limoni) e CoopFaro di Ragusa (ortaggi di serra), “Vogliamo fare di Solarelli la li-nea che caratterizza l’eccellenzaqualitativa delle produzioni delnostro gruppo - ha detto Bastoni -ma anche lo strumento per dareuna identità alla nostra frutta”.L’obiettivo, come sottolineato daRenzo Piraccini (foto sopra), èquello di portare il fatturato deiprodotti a marchio a 70 milionidi euro entro il 2013”. ●

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Più valore aggiunto e serviziApofruit affronta di petto la crisi

Il Gruppo romagnolo puntasu Solarelli e rilancia Mediterraneo Group

Sipo ha rinnovato il packaging e lostorico logo - risalente ai primi anni’80 - della linea Sapori del mio Ortoper i canali retail e Horeca. La gamma per il Retail è formata da49 referenze di verdure di IV gamma pronte all’uso, funghi freschipronti, erbe aromatiche fresche confezionate in vaschetta ed ortag-gi freschi flow-pack e da 30 varietà di verdure fresche sfuse di Igamma. La linea per l’Horeca è formata invece da 14 referenze diverdure di IV gamma in maxi confezioni flow pack che vanno da 1a 5 chili. Il nuovo pack è sobrio e lineare con uno spazio maggioredi trasparenza rispetto al precedente per dare più risalto ai prodot-ti. I vassoi in polipropilene sono interamente di colore verde men-tre il logo ha una dimensione maggiore e un lettering più moder-no. “Dai primi test di vendita in alcuni punti vendita della grandedistribuzione - sottolinea Massimiliano Ceccarini, developmentmanager di Sipo - la linea ha evidenziato una rotazione maggiorerispetto alla media della categoria. Ciò dimostra come nel compar-to ortofrutticolo, e in particolare nel settore della IV gamma, ilpackaging sia una componente determinante del comportamentodi acquisto del consumatore, tipicamente d’impulso”.

IV gamma, Sipo rinnovapackaging e logo

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CorriereOrtofrutticolo

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iCorriereOrtofrutticolo

I consumi ristagnano e presentanouna tendenza al ribasso. Un trendche si riscontra anche per la filieraortofrutticola, se si guardano i recen-tissimi dati di Fruitimprese (l’Asso-ciazione di esportatori ed importato-ri di settore) che segnalano comenel 2011 (sul 2010) le esportazioni(in totale 3,8 milioni di Euro) sianodiminuite del -2,3% in valore, nono-stante la buona performance dellafrutta fresca (+3% in valore) e secca(+4,3%), a fronte di una certa consi-stenza dell’incremento delle impor-tazioni (+3,7%, pari a 2,8 milioni diEuro). Lo stesso Osservatorio dei Consumidelle famiglie di MACFRUT, segnalache nel mese di gennaio 2012 -ri-spetto a gennaio 2011- ogni nucleofamiliare italiano ha acquistato inmedia -1,2 % di frutta e -0,9% di ver-dura.Eppure dal settore ortofrutticolo ven-gono segnali di vivacità e di perfor-mance di notevole interesse. Molteimprese denotano di innovarsi, dimantenersi competitive e, addirittu-ra, di allargare la propria “quota” dimercato sia nazionale che estero.Segnali che vengono percepiti an-che attraverso un “osservatorio” digrande importanza, cioè dallo staffche sta preparando l’edizione 2012di MACFRUT (CESENA 26-28 set-tembre), che sarà anticipato dall’In-ternational Strawberry Congress (25settembre – Sala Europa - CesenaFiera). MACFRUT ha ricevuto le con-ferme della partecipazione delleaziende leader dei vari segmenti checompongono il settore (non si di-mentichi che la rassegna di Cesenaè “LA” manifestazione dell’intera filie-ra ortofrutticola, dalle sementi al ci-clo del freddo, dalle nuove varietà al-le grandi catene della distribuzionemoderna).Non solo i “Numeri Uno” confermanola partecipazione come espositori,

sottolineando così la rilevanza mon-diale dell’appuntamento di Cesena,ma ci sono parecchie imprese chehanno chiesto di ampliare la propriaarea espositiva. Inoltre, vari operato-ri che avevano “vissuto” Macfrut co-me visitatori, hanno fatto richiesta didiventare espositori (fra cui una se-rie di operatori francesi).All’interno di questi approcci, c’è unsignificativo fattore: l’aggregazione ela collaborazione fra aziende edoperatori che, all’interno di una spe-cifica filiera, si sono uniti per dar vitaad uno spazio comune in cui, oltre a“rappresentare” prodotti e processidi produzione, commercializzazionee innovazione, packaging e marke-ting, si lega il prodotto finale al terri-torio.In una parola, quel pomodoro acqui-sta valore aggiunto perché provieneda… E quella mela ha in sé la cultu-ra del territorio di.. Ovvero non c’èpiù solo la pera buona e salubre, sa-porita e garantita, ma c’è dietro “LA”storia di chi la produce, della sua zo-na, della sua cultura (intesa come ilfrutto della storia delle sue genti).E tutto questo rientra anche in quelmodo nuovo di considerare il consu-mo di frutta e verdura che si è vistonegli ultimi anni a MACFRUT, dovesono comparse per prime le IV e V

gamma, poi la frutta da bere (frullatiecc), poi mousse e tavolette, ovveronuovi e interessanti modi per assu-mere frutta.E passo dopo passo inizia la “stagio-ne” della frutta e della verdura cheentra nel piatto come arricchimento(e valore aggiunto) di una alimenta-zione che tende al benessere. Comedire… l’ortofrutta fa bene dal campoalla tavola, salvaguardando l’am-biente e alimentando in maniera cor-retta la persona.Si diceva di evoluzione: lo stessoMACFRUT quest’anno, sul frontedell’internazionalizzazione, ha fattoun passo avanti. Non si sta limitandoalla sola partecipazione ad eventifieristici esteri, ma sta organizzandouna serie di meeting e workshop incui si presenta da solo di fronte abuyers, giornalisti ed operatori: da fi-ne aprile a metà maggio MACFRUTritornerà in Ungheria (dove ebbe uncaloroso benvenuto al “debutto” diquesto nuovo metodo di incontro e diincoming) in Polonia e in RepubblicaCeka. E’ l’avvio di una “politica” di rapportiin esclusiva con la vasta zona deiPaesi dell’Est che ha un punto fermoin Russia, nazione che rimane il cen-tro più forte del business di quell’a-rea.

Qui Macfrut

Cesena, 26-28 settembre 2012

Macfrut coglie e propone i segnali di vivacità del settore

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Iniziativa di FedagromercatiConfcommercio per risolvere al-l’origine i problemi che l’obbligodi contrattualizzare ogni transa-zione commerciale previsto dal-l’art. 62 del D.L. 1/12 sta creandonel comparto dell’ingrosso orto-frutticolo e in particolare neicentri agroalimentari e nei mer-cati. Nei giorni scorsi l’ufficio dipresidenza dell’organizzazioneche rappresenta gli operatori deimercati si è incontrato con Ric-cardo Deserti, capo della segrete-ria tecnica del Ministero delle po-litiche agricole: nell’occasione ilpresidente Ottavio Guala, che eraaccompagnato dai vicepresidentiDi Pisa, Galasso, Ratto e Addessi,ha evidenziato come la rigiditàintrodotta dalla normativa siscontri con la velocità che neces-sariamente caratterizza le transa-zioni di una categoria di prodottifra i più deperibili in assoluto. Sitratta di un comparto in cui nu-merose sono le variabili in gioco:la velocità delle trattative, i fatto-ri meterologici, le rese delle pro-duzioni, la qualità specifica dellamerce, la stagionalità della do-manda e molti altri elementi ren-dono di difficile applicazionel’obbligo di stilare in anticipo uncontratto scritto e dettagliato co-me previsto dalla nuova legge. A ciò si aggiungono le caratteri-stiche specifiche delle transazio-ni che avvengono nei Centriagroalimentari e negli ortomer-cati all’ingrosso, con l’applica-zione di forme contrattuali qualiil conto commissione, gli acqui-sti con prezzo da determinare,con prezzo chiuso, la tentata ven-dita. Verso gli acquirenti i rap-porti sono caratterizzati da un li-

vello di occasionalità e frammen-tazione molto elevato, tanto cheun’azienda di medie dimensionipuò arrivare ad emettere dalle15mila alle 20mila fatture all’an-no. A ciò si aggiungano i rappor-ti con i clienti esteri, che stannocrescendo soprattutto nelle strut-ture situate nelle regioni di con-fine: ben difficilmente questi po-trebbero accettare vincoli alla de-finizione dei contratti che nonsiano quelli derivanti dalla liberacontrattazione e dal mercato.Vanno perciò distinte, ha spiega-to Fedagro, le transazioni adesaurimentto immediato da quel-le continuative: per ciascuna ti-pologia va individuata la formacontrattuale più adatta, senza cheil perseguimento del rigore e del-la trasparenza si tramuti in unvincolo soffocante per le stesseattività economiche che si cercadi rilanciare.Deserti ha replicato che il Mipaafassicura la propria piena dispo-nibilità a considerare e discuteretutte le istanze provenienti dalterritorio. “Un incontro positivo”, ha com-mentato Ottavio Guala. “Ci ha da-to la sensazione di un Ministeroattento alle reali esigenze dell’e-conomia non meno che alle ne-cessità di rigore e trasparenza.Dal canto nostro, continuiamo alavorare su tutti i fronti per far sìche il lavoro degli operatori nonsia imbrigliato con ripercussioninegative sull’intera filiera”. ●

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Fedagro al Mipaaf:norme troppo rigide

Articolo 62 nel mirino. Per l’organizzazione dei grossisti èimpossibile contrattualizzare

ogni transazione

Si è riunito a Roma nella sededel Car, il consiglio di ammi-nistrazione diAssoMedMarkets, l’associazio-ne tra i mercati all’ingrosso ei centri agroalimentari del Me-diterraneo. Il consiglio ha ap-provato una serie di iniziativeper l’anno in corso, tra cuil’organizzazione di alcunemissioni all’estero in forma di“study tours” rivolti anche aglioperatori. A queste missionisaranno invitati a partecipare,oltre agli associati italiani, an-che gestori di mercati edimprenditori dell’areamediterranea.AssoMedMarkets ha decisoinoltre di aderire al quintoGreen Med Forum che si terràin Spagna nel prossimo mesedi novembre.Il presidente Pietro Cerniglia-

ro ha informato della adesionead AssoMedMarkets di BorsaMerci Telematica Italiana. Laprima missione diAssoMedMarkets è fissata persettembre-ottobre in uno deiPaesi dell’Est europei. Alla riu-nione del Cda hanno parteci-pato, oltre al presidente Cerni-gliaro, il direttore del mercatodi Roma, Mauro Ottaviano, se-gretario dell’associazione, eAntonio Felice, direttore diGreen Med Journal, l’iniziati-va editoriale che insiemeall’Andmi ha dato vita adAssoMedMarkets.

Study tours all’estero per AssoMedMarkets

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Il ministro dell’Agricoltura MarioCatania, in una pausa dei suoi in-terventi al Vinitaly tenutosi a fi-ne marzo, ha visitato Veronamer-cato, ricevuto dal presidente GianPaolo Sardos Albertini dal diret-tore Paolo Merci e dagli operato-ri. Dopo la visita, il ministro haavuto un incontro con i rappre-sentanti e i grossisti del mercato.All’incontro si sono aggiunti ipresidenti provinciali di Coldi-retti, Damiano Berzacola, di Con-fagricoltura, Marco Pasetto e del-la CIA, Flavio Furiani. I problemidegli operatori sono stati spiegatial ministro in particolare da Mar-co Marrapese, che è uno dei duerappresentanti dei grossisti nelconsiglio di amministrazione, eda Mauro Nardi, vicepresidentedell'associazione dei grossistipresso il mercato, assente il pre-sidente Graziano Bruno.Il presidente Sardos Albertini haillustrato la situazione dei siste-ma italiano dei mercati all'in-grosso che commercializza circa9 milioni di tonnellate di orto-frutta l’anno, distribuendo oltreil 40% della produzione ortofrut-ticola nazionale destinata al con-sumo fresco, contribuendo per il20% all’export ortofrutticolo delPaese e intercettando oltre il 35%delle importazioni. Il volumed'affari generato dalle vendite de-gli operatori supera annualmen-te gli 8 miliardi di euro suun totale di settore intornoai 28-29 miliardi annui. Leaziende dei grossisti cheoperano nei mercati italia-ni sono oltre 1.600 per cir-ca 7.500 addetti, a questi sidevono aggiungere tutte lealtre funzioni e specializ-zazioni che lavorano neimercati o che li frequenta-no, come i logistici e i tra-sportatori, e gli stessiclienti dei grossisti che dasoli sono circa 15 mila. In-

somma si può pensare che l'atti-vità complessiva dei mercaticoinvolga circa 60 mila persone.“Stiamo quindi parlando di unarealtà significativa dell’econo-mia italiana - ha sottolineato Sar-dos Albertini -, dove Verona sicolloca tra le primissime posizio-ni a livello nazionale. Oggi, esau-rito il famoso Piano Mercati del1986, che aveva dato il via al rias-setto strutturale dei Centri agro-alimentari, è il momento di vol-tare pagina e di affrontare un fu-turo che è già cominciato sullapressione della globalizzazione",ha aggiunto il presidente di Vero-namercato.“Vanno risolti alcuni problemiurgenti e va costituito un tavolonazionale sui mercati per rende-re il sistema Italia competitivo,all'altezza delle sfide poste dallaconcorrenza internazionale maanche dalle necessità del mercatointerno che è evoluto con unacrescita della grande distribuzio-ne organizzata che oggi ha rag-giunto il suo limite di espansionee con la quale tuttavia il sistemamercati italiano deve avere rap-porti meglio strutturati e trovare

un nuovo equilibrio. Oggi i mer-cati debbono offrire di più aglioperatori che li frequentano. Piùservizi. Non solo ai grossisti maanche alle categorie che frequen-tano i mercati. Un tema fonda-mentale è quello di fare di piùper la presenza dell’ortofrutta ita-liana sui mercati esteri. L’orto-frutta è un prodotto fresco che de-ve arrivare sulla tavola dei consu-matori di tutto il mondo con tut-ta la sua fragranza e salubrità”.“Ciò pone la risoluzione di ele-menti molto più complessi diquelli che sottendono all'exportvinicolo. Ma esportare per i no-stri operatori oggi è vitale. Abbia-mo avviato un’alleanza tra i mer-cati di Verona, Padova e Trevisoin tema di internazionalizzazio-ne, non solo per fare promozionema iniziative concrete. Stiamoapprofondendo l'ipotesi di dareun supporto alla creazione dipiattaforme per lo stoccaggio e ladistribuzione della nostra orto-frutta su alcuni mercati esteriimportanti e ciò creando allean-ze con gli stessi mercati all'in-grosso di quei Paesi perché spedi-re il prodotto dall’Italia non è suf-ficiente a fare crescere la nostrapresenza internazionale”.“Gli operatori - ha proseguito Sar-dos Albertini - soffrono moltissi-mo il provvedimento che imponele transazioni in contanti solo fi-

no alla soglia dei milleeuro. La misura - èquindi estremamente pe-nalizzante e mette a ri-schio l'attività già mina-ta da tante altre soglie dicriticità a partire dal co-sto dei carburanti che haraggiunti livelli che pesa-no molto sul prezzo”.Il ministro ha preso notae si è impegnato a ripor-tare in sede competenteil problema dei “milleeuro”. ●

Mario Catania a Veronamercatoscopre che l’ingrosso è strategico

Al Centro agrolimentare diVerona il presidente SardosAlbertini fa gli onori di casa

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Nuovi strumenti elettronici perpotenziare i controlli e renderepiù scorrevole il traffico in entra-ta all’Ortomercato di Milano.Il management Sogemi dal suoinsediamento ha posto particola-re enfasi nel ricercare di risolve-re alcune situazioni a rischio e diillegalità e il 21 marzo si è svoltoun incontro del presidente d Lui-gi Predeval e dei consiglieri diAmministrazione con il Prefettodi Milano Gian Valerio Lombardiper individuare ulteriori e più ef-ficaci misure per combattere illavoro nero e per l’adozione diprocedure mirate all’assegnazio-ne degli appalti in piena sicurez-za, sulla falsariga di quelle adot-tate per l’assegnazione dei lavoriper l’Expo 2015.La società sta rinforzando l’atti-vità di contrasto al possibile lavo-ro nero delle cooperative di fac-chinaggio (ingaggiate dagli ope-ratori grossisti) su due aree prin-cipali: controllo sulle cooperativedi facchinaggio per assicurareche vengano pagate regolarmen-te ai lavoratori tutte le ore lavora-te; controllo accessi persone e au-tomezzi per assicurare che solo il

personale autorizzato e con tesse-ra acceda alle strutture mercatali.In particolare è stato adottato uninnovativo sistema di timbraturadell’inizio e della fine dell’atti-vità lavorativa che, grazie ad unsoftware sviluppato da Sogemi incollaborazione con le cooperati-ve, permette alla Società di con-frontare le ore lavorate dai lavo-ratori con le ore pagate in bustapaga dalle rispettive cooperative.Vengono poi effettuati assiduicontrolli sulla regolarità delle at-tività svolte dalle 10 cooperative

di facchinaggio rimaste ad opera-re in mercato. Quanto al control-lo accessi persone e automezzi,per evitare che all’interno di unautomezzo autorizzato “si na-scondano” persone prive di tesse-ra, ha preso il via la sperimenta-zione di nuove apparecchiatureportatili con lettore ottico a in-frarossi che permettono al perso-nale di vigilanza di effettuare su-gli ingressi una lettura delle tes-sere delle persone in auto e bloc-care chi non ha la tessera. L’adozione del nuovo sistemapermetterà anche di rendere piùfluido il traffico in ingresso nellamisura in cui i passeggeri delleautovetture potranno “timbrare”l’entrata senza dover obbligato-riamente scendere dall’auto. Si stanno studiando e concor-dando con gli operatori e lecooperative di facchinaggionuove modalità di lavoro co-me l’allunga-mento e l’antici-po delle operazioni di scaricodei Tir per permettere unamigliore programmazione dellavoro, meno confusione suipiazzali e più facilità di con-trollo. ●

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Milano, strumenti elettroniciper un Ortomercato più sicuro

Potenziamento dei controllie nuove modalità di lavoro

anche in vista dell’Expo

Caab Scpa, la società di gestione del CentroAgroAlimentare di Bologna ha deliberato, in col-laborazione con un gruppo di imprenditori giàpresenti all’interno del Centro e riuniti per l’ini-ziativa nella società Green Hub Srl, uninvestimento di circa un milione di euro per lacreazione di una piattaforma refrigerata di 2.000metri quadrati adeguata a servizi di logisticaavanzata. Caab punta a diventare una piattaformadi servizi fondamentale sia per la city logistic, siaper la logistica agroalimentare nazionale. “Il progetto - ha detto il direttore generale di CaabAlessandro Bonfiglioli - rientra in una serie diiniziative intraprese per dare un maggiore spazioalle attività a livello nazionale e internazionale.

Dopo la firma del proto-collo di cooperazionecon la più importantepiattaforma logistica europea per l’agroalimenta-re deperibile, St. Charles di Perpignan in Francia,stiamo sviluppando un progetto analogo per laTurchia. La Turchia è già oggi uno dei maggioriplayer dell’area mediterranea ed è in forte svilup-po; il nostro intento è di creare assieme ai france-si un corridoio logistico trasversale che abbia co-me baricentro Bologna”.L’accordo per la gestione della piattaforma è statofatto con la newco GreenHub, che raggruppa lastorica coop Cofamo e aziende leader della filieradell’ortofrutta.

Caab Bologna: Green Hub propulsore per piattaformarefrigerata e corridoi logistici internazionali

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ERCATIATTUALITÀ A

● Emanuele Mùrino

In tempi di maggiore sensibilitàper la tutela dell’ambiente e dicontenimento dei consumi ener-getici, anche il Centro Agroali-mentare Roma vuole giocare ilsuo ruolo. Per una struttura che,fin dalla nascita, ha mostrato at-tenzione e sensibilità alla ridu-zione degli impatti ambientali sitratta, certamente, di una pro-messa mantenuta.Il 19 marzo scorso, infatti, è statoinaugurato l’impianto di genera-zione di energia pulita da fotovol-taico, collocato sulle pensiline acopertura dei parcheggi. I nume-ri, da soli, bastano a rendere il va-lore dell’opera: con un’estensio-ne di 31.857 metri quadrati (oltre3 ettari, dunque), i moduli in si-licio policristallino utilizzati so-no in grado di generare una po-tenza complessiva di circa 3,2MW e produrre annualmente3.980.000 kWh di energia pulita,pari a circa un quarto del fabbi-sogno energetico complessivo delCAR. L’impianto, che è del tipo archi-tettonicamente integrato, è statoprogettato dalla Green UtilitySpA, che ne rimane la proprieta-ria, e realizzato dall’ACEA - mul-tiutility della capitale per l’ac-qua, l’energia e l’ambiente - che

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In occasione del Vinitaly il ministro Catania ha visitato il mercato di Ve-rona rendendosi conto della realtà operativa di queste strutture. Non èfrequente che un ministro dell’agricoltura visiti un mercato all’ingrosso.In effetti mentre negli altri Paesi il riferimento è il ministero dell’Agri-coltura da noi i mercati all’ingrosso storicamente hanno fatto riferimen-to al ministero dell’Industria e commercio (ora ministero dell’Econo-mia). Lo stesso Piano nazionale dei mercati agroalimentari all’ingrosso- di cui alla legge finanziaria 41/86 - è stato gestito da questo ministero.Oggi comunque si registra un generale disinteresse per questo compartodei mercati all’ingrosso (ed anche dei mercati al dettaglio).E ciò è grave perché il “sistema dei mercati” molto potrebbe fare per losviluppo del settore agricolo e non solo. Occorre riconoscere che i rap-porti fra il mercato all’ingrosso e il mondo della produzione non sono sta-ti sempre idilliaci. Non a caso in occasione del-l’approvazione del legge 41/86 per il finanzia-mento del mercati agroalimentari all’ingrosso iproduttori manifestarono la loro contrarietà.In questi ultimi anni però i rapporti fra mercatie mondo della produzione sono notevolmentemigliorati in quanto i produttori vedono nel “ca-nale mercati” una possibilità in più per le lorovendite. In questo contesto evolutivo sono sorteanche nuove forme contrattuali e nuove iniziati-ve. Così, ad esempio, al Caab di Bologna è statostipulato un accordo interprofessionale fra alcuni grossisti e i loro pro-duttori di riferimento. Fattore questo estremamente significativo in quan-to fa evolvere l’attività del produttore dalla tentata vendita dei suoi pro-dotti alla programmazione delle produzioni nel rispetto del contratto diconferimento.Inoltre l’Andmi ha recentemente sottoscritto un accordo di collaborazio-ne con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodidei prodotti agroalimentari del Mipaaf per avviare una serie di iniziati-ve comuni volte a incentivare il processo di qualificazione e conseguentevalorizzazione della produzione ortofrutticola del territorio attraverso lostrumento dei mercati all’ingrosso.Non solo. In occasione di un recente incontro con la Coldiretti l’Andmiha proposto di accogliere i Farmer’s markets nelle strutture mercatali, ri-spondendo in tal modo alle esigenze dei produttori di compiere un deci-so salto di qualità nella vendita diretta dei loro prodotti nel rispetto del-le normative del settore.E il normal trade, ossia il canale “mercati all’ingrosso - mercati al detta-glio” sta suscitando un crescente interesse a livello internazionale.Come si vede varie iniziative stanno sorgendo: sarebbe utile che con-fluissero in un unico armonioso programma.In occasione della visita al mercato di Verona è stato chiesto al ministroCatania l’impegno di costituire un tavolo di lavoro insieme.Può essere questa una felice occasione, in un momento di grave crisi eco-nomica, per affrontare con spirito unitario le complesse tematiche delsettore nell’interesse dei produttori, di quanti operano nei mercati e, per-ché no, anche dei consumatori.

● Marco Sibani

Urge un tavolotra ingrosso

e produzione

Mercatie dintorni

Car Roma sostenibile

Inaugurato l’impiantofotovoltaico sui parcheggi; copre 32 mila metri quadri

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

avrà pure il compito di svolgerela manutenzione.Alla presenza degli azionisti del-la CAR Scpa - tra i quali spiccava-no la Holding Camera Srl (Came-ra di Commercio di Roma), Ro-ma Capitale, Regione Lazio e Pro-vincia di Roma - sia Fabio Massi-mo Pallottini, amministratoredelegato della società di gestione,la Cargest Srl, sia Valter Giamma-ria, presidente del CAR, hanno ri-cordato che la lunga strada per-corsa dal Centro - che nel 2012 ta-glierà il traguardo del primo de-cennio - si è sempre distinta peril riguardo alla tutela dell’am-biente oltre che, come è naturale,per la qualità dei prodotti, all’i-giene e la trasparenza degli scam-bi. Il presidente Giammaria haposto in rilievo che “la difesa del-l’ambiente circostante equivalealla difesa delle imprese stessedel CAR” ed ha colto l’occasioneper rammentare l’elevato volumecommercializzato dal Centro: cir-ca 9 milioni di tonnellate di pro-dotti ortofrutticoli l’anno. Dalcanto suo, l’Ad Pallottini ha cita-to anche l’impegno del CAR sulversante della mobilità sostenibi-le: mezzi a trazione elettrica sa-ranno presto sperimentati pertrasportare le merci nel centrostorico di Roma.L’avvocato Silvio Gentile, presi-dente del Consiglio di Gestionedella Green Utility, ha richiama-to l’attenzione sui rapidi tempi dicostruzione dell’impianto, circatre mesi, e su quella che ha defi-nito “straordinaria collaborazio-ne con ACEA” a testimonianzadell’efficace funzionamento ditutta la filiera che ha portato alla

realizzazione del progetto. PerGentile, inoltre, l’impianto delCAR va nella giusta direzione di“soluzioni sartoriali per la produ-zione di energia, poste il più vici-no possibile al luogo di effettivoconsumo”. Il sindaco di Guidonia, Eligio Ru-beis, ha elogiato l’iniziativa e au-spicato la realizzazione di un im-pianto interno al CAR per la pro-duzione di biogas dai rifiuti degliumidi. L’assessore Davide Bordoni, chein Campidoglio ha le deleghe al-le Attività Produttive ha ricorda-to quanto il commercio sia im-portante per la città di Roma e haelogiato la capacità d’investiredel Centro Agroalimentare.A certificare il percorso di qua-lità compiuto dal Centro, l’asses-sore Regionale alle Attività pro-duttive e Politiche dei rifiuti, Pie-tro Di Paolo. “Il Car - ha detto -raccoglie quanto ha seminato inquesti anni e ciò deve essere mo-

tivo di orgoglio e soddisfazione”.Sul valore della difesa ambienta-le, l’intervento di Giancarlo Cre-monesi, presente nella dupliceveste di presidente della CCIAAdi Roma, il maggiore azionistadel CAR, e di ACEA, la multiuti-lity che ha realizzato l’impianto.Cremonesi ha ricordato quanto“la tutela dell’ambiente sia un va-lore trasversale e non un obietti-vo per l’una o l’altra parte politi-ca”. I numeri parlano chiaro: ilnuovo impianto fotovoltaico ri-durrà le emissioni di CO2 di 2.115tonnellate/anno. In pratica, saràcome avere piantumato un boscodi oltre 200 ettari, un polmoneverde da circa 80.000 alberi.Ma il CAR non si ferma. I pro-grammi per lo sviluppo della pro-duzione di energia da fonti rin-novabili prevedono di arrivare acirca 6 MW che, coniugati ad altriinterventi di risparmio energeti-co, copriranno circa il 50% dell’e-lettricità richiesta dal Centro. ●

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Una crisi che distrugge. Gli operatori del mercato agroalimentaredi Catania lanciano un appello a sostegno della categoria. Duran-te una riunione animata gli operatori dell’ortofrutta aderenti alSomaac, il sindacato degli operatori del mercato agroalimentare diCatania, hanno chiesto il sostegno delle istituzioni. “Il Mercato -ha detto il vicepresidente del Somaac Giuseppe Guagliardi - ha ol-tre 200 milioni di euro di fatturato l’anno con all’interno 70 azien-de e garantisce occupazione ad oltre 600 lavoratori. Se non avremoil supporto necessario si dovrà necessariamente agire coi primi li-cenziamenti ma non è garantita nemmeno la sopravvivenza dellenostre società”. La categoria chiede in particolare sgravi fiscali,agevolazioni per i contributi ai dipendenti. I consumi in calo di ol-tre il 30%, sono solo una delle cause della crisi.

I grossisti etnei lanciano l’Sos: senza supporti rischiamo di sparire

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Dopo la recente inchiesta del set-timanale L’Espresso sull’eccessi-va presenza dei prodotti chimicinell’ortofrutta, Marco Hrobat, vi-ce presidente dell’Andmi tornasulla questione.Il settimanale nel servizio lancia-va l’allarme: frutta e verdura trat-tate chimicamente e tirate a luci-do rischiano di creare danni allasalute di chi le compra. I control-li ci sono, ma se possibile, meglioevitare trattamenti. Hrobat riba-disce il fatto che spesso questeazioni sono dettate da mere logi-che commerciali che obbliganoad effettuare i trattamenti suiprodotti, ma rilancia: “Tuttavia,forse, non ci rendiamo conto cheagendo in questo modo si dan-neggia il consumatore. Chi deveacquistare ortofrutta da una par-te rimane sempre più spiazzato eperplesso dall’attendibilità e dal-la garanzia di salubrità dei pro-dotti, dall’altra viene continua-mente bombardato da prodottistandardizzati. Non si fida più,non è più in grado di “ponderare”l’acquisto e nel dubbio preferiscenon comprare frutta e verdura”.Secondo il vice presidente del-l’Andmi “serve una riflessione se-ria da parte di tutti gli anelli del-la filiera. È necessario riavvicina-re il consumatore all’origine deiprodotti, alla loro stagionalitàfargli trovare un’etichetta che in-dichi chiaramente l’origine delprodotto e magari il giorno diraccolta e soprattutto è indispen-sabile che chi acquista abbia lapossibilità di tornare a riassapo-rare il vero gusto della frutta e de-gli ortaggi. In definitiva dobbia-mo mirare alla soddisfazione delcliente, per qualità, sicurezza e fi-ducia. Per farlo serve da un latogrande professionalità, dall’altrolavorare in maniera massicciasulla comunicazione di questimessaggi, ad oggi su livelli bas-sissimi”. (E.Zan.)

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L’Espresso alla carica: troppachimica nella frutta

Settore protagonista in negativo in un articolo del settimanale. Hrobat: servonoprofessionalità e comunicazione per sfuggire agli stereotipi

Sui mezzi di informazione fa notizia l’allarmismo, il terrorismo, nonil buonismo. È la vecchia storia dell’uomo che morde il cane, e non vi-ceversa. Quindi è quasi naturale che l’Espresso lanci un’inchiesta“Troppa chimica nel piatto”. Sottotitolo: “Mele lucidate. Prugne tirate acera. Peperoni patinati e pomodori tutti uguali. Trattate per essere bel-le e sempre fresche, frutta e verdura perdono naturalezza”. I giornali non sono interessati alla normalità delle cose buone chemangiamo, ma alla eccezionalità dei potenziali scandali alimentari.Non fanno titoli sull’ortofrutta che costa poco, ma sulle “zucchine d’o-ro” a gennaio. Per fortuna nell’inchiesta dell’Espresso c’era una voceprofessionale quella di Marco Hrobat, direttore dell’Ortomercato diBrescia, che introduceva valutazioni e spiegazioni di buon senso neltentativo di mettere un argine alla valanga di luoghi comuni elencatidal giornalista dell’Espresso. Inevitabile che comunque il tonocomplessivo dell’articolo alla fine diventi negativo per il settoredell’ortofrutta e faccia capire perché i consu-mi stiano irrimediabilmente calando nel no-stro Paese (e in Europa): perchél’atteggiamento dei media è proprio questo.Allarmistico, ansiogeno: attenzione, il nostropiatto è pieno di veleni… In conclusione due valutazioni. Sarebbe cu-rioso fare una prova al contrario: proporre invendita ortofrutta brutta, ammaccata,surmatura, di varie pezzature alla rinfusa,non trattata né in campo né successivamente; e vedere cosa succede,quali sono le reazioni presso il consumatore. Cioè proporgli frutta everdura di pessimo aspetto e magari spiegargli che deve spendere dipiù proprio perché non è trattata, perché è più “naturale”. Sarebbe unabella sfida, no? E cosa direbbero le onnipresenti associazioni dei con-sumatori? Che è giusto far pagare di più? Infine è poi inutile prender-sela con i media: veniamo da anni di silenzio-stampa da parte degliattori del settore ortofrutta, che mai hanno replicato alle accuse, maihanno contrastato le campagne diffamatorie, hanno persino tolleratosenza replicare che l’ortofrutta finisse sul banco degli accusati comeresponsabile del caro-prezzi… anche quando in campagna si liquidavala frutta a pochi centesimi. Anche qui bisogna fare squadra, servonoazioni di sistema, perché servono molti soldi. L’immagine dell’ortofrutta italiana ha bisogna di un radicale make-up. Parliamo sempre di leadership: vogliamo dimostrarla nei fatti?

Lorenzo Frassoldati

L’allarmismo fa notizia. E ha strada spianatase dall’altra parte si incassa senza reagire

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CorriereOrtofrutticoloA ttualità

Cenere dell’Etna, piogge violen-te, vento e grandine: la stagioneagrumicola siciliana 2011-2012 èstata una delle peggiori degli ulti-mi anni anche a causa di proble-mi nel settore organizzativo ecommerciale. Senza contare idanni causati in gennaio dallasettimana di sciopero degli auto-trasportatori e la presenza diarance con marchio Igp palese-mente falso.In Sicilia coltivatori e operatoridella filiera si preparano a fare iconti con enormi perdite di fat-turato tanto da indurre il Distret-to Produttivo Agrumi di Sicilia -il più grande fra i distretti sicilia-ni in termini di addetti e di fattu-rato - a convocare un’assembleastraordinaria, che si è svolta il 12aprile a Catania, presenti i socisottoscrittori del Patto di Svilup-po, ma anche enti e soci non ade-renti. “Le imprese nel DistrettoAgrumi di Sicilia ci sono e sonogià associate. Noi faremo la no-stra parte con risorse adeguate estrategie di marketing per dareconcreto sostegno a identità equalità". Questo l’impegno assun-to pubblicamente da Dario Carta-bellotta, dirigente generale del-l’Assessorato Regionale alle Ri-sorse Agricole.Circa duecento i presenti: i pro-duttori individuali, le coop, i cin-que consorzi di tutela DOP e IGP(Arancia Rossa di Sicilia, AranciaBionda di Ribera, Limone Inter-donato Messina, Limone di Sira-cusa, Mandarino di Ciaculli, que-st’ultimo in fase di riconosci-mento), le aziende della filiera,gli enti e le rappresentanze agri-cole.Sono 144 infatti ad oggi i partnerdel Distretto Agrumi di Sicilia, ilprimo grande esperimento dicoesione fra aziende private, entipubblici e rappresentanze agrico-le mai realizzato in Sicilia nelcampo dell’agrumicoltura. ●

A p r i l e 201252 www.corriereortofrutticolo.it

Risorse e marketing: Regioneal capezzale degli agrumi siciliani

Riunione straordinaria del Distretto, davanti a oltre 200persone, il 12 aprile a Catania. Impegno dell’assessorato alle risorse agricole a fronte di una stagione disastrosa

La produzione di agrumi nell’Emisfero Sud dovrebbe sfiorare 7,7milioni di tonnellate (esattamente 7.694.943 tonnellate), in calodello 0,3% rispetto ai volumi dello scorso anno. La stima è stataelaborata da Freshfel. Nel dettaglio le quantità di arance dovrebbe-ro crescere leggermente (+0,9%) raggiungendo quota 3.726.801tonnellate.In netto aumento altri agrumi come mandarini e clementine, conun aumento stimato del 18,50% (1.468.239 tonnellate), mentre laproduzione di limoni dell’emisfero sud dovrebbe calare del 10,24%(1.926.874 tonnellate). In discesa pure le produzioni di pompelmi(-3,07%, a 573.029 tonnellate).Le esportazioni dell’emisfero meridionale dovrebbero aumentaredell’1,67% rispetto al 2011. Per categorie, le esportazioni di arance,limoni, mandarini e clementine dovrebbero crescererispettivamente del 2,06%, 6,82% e 2% rispetto alla stagione 2011.Le esportazioni di pompelmi dovrebbero calare del 9,25%.La produzione agrumicola dell’Africadel Sud quest’anno sarà in crescita. Adaffermarlo è l’associazione dei produtto-ri di agrumi dell’Africa del Sud, CGA. Su-dafrica, Swaziland, Mozambico e Zim-babwe incrementeranno la produzionedel 3,6% su base annua, a 102 milioni dibox da 15 chili. Solo le arance rappre-senteranno più di due terzi dell’interoraccolto annuale.A crescere, come riporta Fresh Fruit Por-tal, saranno in particolare le varietà Navel e Valencia, che aumen-teranno rispettivamente dell’8% (a 22,9 milioni di box) e del 4% (a46,1 milioni di box). La produzione stimata da CGA per gli agrumi“easy peelers” è di 7,6 milioni di box, in aumento del 10%.Per i mandarini si prevede una produzione di 3,1 milioni di box(+15%), mentre quella di satmusa crescerà del 14% a 1,9 milioni dibox. La produzione di clementine, al contrario, aumenterà in misu-ra più lieve, del 3%, fino a 2,6 milioni di box.Per quanto riguarda i limoni, l’associazione prevede volumi più ele-vati del 3% rispetto alla scorsa stagione. La produzione complessivastimata è di 11,1 milioni di box. Le quantità di pompelmo si preve-dono in caduta del 6% a 13,4 milioni di box. La raccolta complessi-va di pompelmo rosso dovrebbe ridursi del 2% (11,7 milioni di box),mentre per il pompelmo bianco si stima una riduzione del 10% (1,7milioni di box).

Produzione dell’Emisfero Sud in lieve caloIn Africa meridionale raccolti più consistenti

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

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Prove di disgelo tra Federbio eAIAB, le due “anime” del biologi-co italiano. Il 21 marzo in unadichiarazione pubblicata dal sitogreenplanet.net, che fa parte delnostro gruppo editoriale, il nuovopresidente di AIAB, AlessandroTriantafyllidis (un cognome gre-co per un milanese doc) ha lan-ciato qualche segnale di apertu-ra, spezzando almeno in parteuna tradizione imperniata su as-senza di dialogo, frecciate reci-proche dirette o indirette, visionediversa della realtà e soprattuttodelle prospettive del biologicoitaliano, con Federbio attenta so-prattutto agli aspetti economici edi mercato, e AIAB “associazione-movimento”, impegnata nellacultura e diremmo quasi nell'ide-ologia-bio. “Esistono tra noi delle gran belledifferenze - ha detto il presidentedi AIAB -, diversità di visione po-litica generale per esempio. Iproblemi dunque ci sono, anchese non si troverà mai un attaccodi AIAB a Federbio, mai. Una dif-ferenza è che i presidenti di AIABcambiano, quelli di Federbio no.E questo non aiuta. Non abbiamocomunque grosse divergenze suvari temi, a partire dalla PAC.Penso che, alla fine, le diversitàtra noi potrebbero però esseregestite e che comunque una pos-sibilità di dialogo ci sia, soprat-tutto superando certi atteggia-menti, riconoscendo le reci-proche posizioni. Questo è forseil punto da cui partire: avere duevisioni, due punti di vista diversinon è per forza negativo, aiuta,rafforza le garanzie per il settoreperché lo rappresenta nella suacomplessità”.Immediata la reazione dal presi-dente di Federbio, PaoloCarnemolla: “Mi trovo d’accordosul fatto che avere due visioni,due punti di vista diversi non èper forza negativo, aiuta, rafforza

le garanzie per il settore perchélo rappresenta nella sua comp-lessità. In effetti FederBio e AIABsono due realtà differenti: la pri-ma è una federazione unitaria einterprofessionale di organiz-zazioni e associazioni che non haeguali come modello organizzati-vo e il cui percorso di organiz-zazione e affermazione è appenaal primo “giro di boa” (FederBio è“rinata” solo nel 2005); la secon-da è un’associazione con un’i-dentità propria di tipo politico eculturale. Credo che sia impor-tante, per instaurare un dialogoproficuo e continuo, compren-dere che le posizioni di FederBiosono espressione dell’insiemedegli associati e che questi rapp-resentano la grande parte del set-tore a cui appartiene ancheAIAB. A tal proposito ritengo chesia dunque interesse di AIAB edei suoi associati contribuire al

fatto che l’Associazione partecipidirettamente al rafforzamento diorganizzazioni, strumenti o an-che solo posizioni unitarie del-l’intero biologico italiano, a com-inciare dalla richiesta di puniretutti i responsabili effettivi delfallimento del sistema di certifi-cazione nazionale nella vicendadi frode scoperta dalla Procura diVerona”.“Il mio invito - ha conclusoCarnemolla - è quello di partireproprio da questo punto; in un-momento molto complesso e im-pegnativo per il bio italiano ènecessario essere consapevoli deipropri ruoli per creare tutti i pre-supposti utili alla creazione diprogetti e attività che davverosostengano il comparto, nellapiena trasparenza e tutela di tuttigli attori che ne fanno parte, dalprimo anello all’ultimo, con-sumatori compresi”. ●

53A p r i l e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Prove di “disgelo”tra Federbio e Aiab

Segnali di apertura da parte del nuovo presidentedell’Associazione Alessandro Triantafyllidis prontamente

recepiti dall’omologo Paolo Carnemolla

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

Melinda entra nel biologico.“Partiamo da 1.500 tonnellate dimele bio, ma puntiamo a quadru-plicarne la produzione nell'arcodi pochi anni”, ha affermato a unquotidiano di Trento il presiden-te di Melinda Michele Odorizzi,“e per far questo abbiamo fattoun progetto che prevede la garan-

zia di un prezzo maggiore per iproduttori biologici nell'ordinedel 40-50% in base ai vari calibri,ben sapendo che in valle di Nondata l’organizzazione aziendalefatta di tanti piccoli appezzamen-ti rende difficile la produzionebio, salvo che un gruppo di con-tadini confinanti non si mettad'accordo ed è questo che si vuo-le incentivare”.Intanto la produzione è assicura-ta dalla coop Biolago che gestiscei 30 ettari di una bonifica che hafacilitato molto la produzionebiologica in quanto viene coltiva-ta unitariamente, un solo frutti-coltore fa i trattamenti con costicontenuti: siamo nell’ordine dei2.200 euro per ettaro. Per ora lemele bioprodotte dalle aziendeagricole aderenti a Melinda sa-ranno acquistate in esclusiva daisupermercati del Gruppo Poli. ●

A p r i l e 201254 www.corriereortofrutticolo.it

Da alcuni mesi, a seguito della vicenda Gatto con gli Stivali, il mondodel biologico vive la necessità di una svolta, sia dal punto di vista cul-turale che da quello pratico.La crisi della maxi truffa ha costretto ad un ripensamento di quantofatto fino ad oggi, riconoscendo gli errori e salvaguardando i valori delsettore: salute, tradizione, sostenibilità ambientale.Il rafforzamento del sistema di controllo è sicuramente un interventonecessario peraltro già da tempo in atto. Ma altrettanto essenziale èanche una risposta, in un certo senso complementare, che consiste nel-la riscoperta non solo teorica ma soprattutto pratica delle filiere nazio-nali.Bisogna ripensare il concetto di filiera, in primis, in termini di prossi-mità: una filiera “vicina” non tanto e non solo dal punto di vista geo-grafico, perché il discorso può valere anche per partner esteri, ma or-ganizzativo e sociale. Stabilire nel tempo una relazione solida con ipartner commerciali significa di fatto puntare su affidabilità e qualità.Riscoprire la filiera “vicina” comporta un impegno maggiore rispetto alcommercio in cui si compradi volta in volta dal migliorofferente, ma paga sul lungoperiodo e riduce di molto irischi di truffe.Richiede però passione versoil lavoro e attenzione a duefattori fondamentali: innan-zitutto l’equa distribuzionedel reddito in tutte le partidella filiera. Troppo spessoall’agricoltura arrivano solole briciole del redditoprodotto.Non a caso negli ultimi dieci anni la parte agricola del mercato èrimasta quasi ferma, mentre il comparto della lavorazione si è svilup-pato in modo sorprendente. La cosa non solo mette in evidenza un ne-cessario ritorno all'equità, ma è anche paradossale dato che l'Italia siqualifica come eccellenza nel mondo proprio per le sue materie prime.Attraverso una più giusta distribuzione del reddito, la filiera diventeràpiù efficiente anche dal punto di vista economico, come unmeccanismo ben oliato: in questo caso, qualità e pazienza vengono ri-pagate.Se vogliamo proporre il biologico italiano sul mercato internazionaledobbiamo puntare sulla nostra identità, fatta di ingredienti unici pro-venienti da una tradizione agricola millenaria che tutto il mondo ciinvidia. Anche se è importante sviluppare un commercio di filiera chesappia dialogare positivamente con l’estero, è difficile proporre il bio-logico italiano senza promuovere le filiere autoctone. Come Consorzio il Biologico, crediamo nell’efficacia di questo metodonon solo dal punto di vista economico e protettivo di fronte a fatti co-me la recente frode Gatto con gli Stivali. Ci crediamo soprattutto per-ché su questo si basa la nostra identità di Consorzio, la nostratradizione di produttori che portiamo avanti fin dalla nostra nascita eper il futuro, insieme ai nostri soci.

Lino Noripresidente Consorzio il Biologico

Dopo la vicenda Gatto con gli Stivali serve una svolta riscoprendo la nostra identità

Melindasi fa “bio”

Si parte da 1.500 tonnellate;l’obiettivo è quadruplicare

il dato in pochi anni

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

B

Di tutti gli alimenti venduti inDanimarca, più del 7% sono bio-logici. Nel 2010, un terzo del latte bevutodai danesi era biologico, cosìcome lo erano il 20% di tutte leuova che mangiavano, e quasi unquarto di tutta la frutta e verduraconsumate. Le vendite annuali diprodotti alimentari biologici hatoccato i 670 milioni di euro, sec-ondo la Confagricoltura danese(Landbrug & Fødevarer).E questo dato è destinato a salire.Il governo si è posto l'obiettivo dioffrire presso le mense del set-tore pubblico, tra cui scuole, casedi cura ed uffici – il 60% diprodotti biologici entro il 2020.La crescente domanda per iprodotti biologici, da carote e lat-tuga, fino a frutti tropicali e cibipronti, ha comportato una fortecrescita di questo settore in Dani-marca. Le esportazioni, tra il 2006 e il2010, sono triplicate, per lo piùindirizzate ad altri Paesi dell Ue. Le importazioni di frutta esotica,frutta e verdura biologica, cosìcome cereali biologici, mangimie bevande – vengono in granparte da Paesi Bassi, Germania eItalia. ●

55A p r i l e 2012 www.corriereortofrutticolo.it

L’ormai imminente pubblicazione della nuova norma ISO/IEC 17065,che sostituirà l’attuale ISO 65 (in Europa declinata come UNI CEI EN45011), fa riflettere ancora una volta sul significato della certificazionee sul ruolo che la stessa può avere per il miglioramento della qualitàdei prodotti, degli scambi commerciali e, in definitiva, delle condizionieconomiche di un Paese.Si tratta della norma che sul piano internazionale fissa i requisiti chedevono possedere gli organismi che intendono certificare prodotti, pro-cessi e servizi; è, quindi, la norma di riferimento in base alla qualeopera CCPB nei vari settori di competenza, dal biologico all'integrato,dal globalgap alla rintracciabilità di filiera passando per i settori nofood, quali la cosmesi e il tessile.La bozza di norma non può fare altro che riaffermare il concetto di unservizio, quale quello di certificazione, teso a verificare la presenza direquisiti di prodotto, processo o servizio secondo quanto prescritto econtemplato dalle norme di riferimento. Un filo diretto con la qualità,ovvero con quegli aspetti e con quei requisiti che sono oggetto di comu-nicazione al mercato e che il consumatore desidera trovare nei prodot-ti o nei servizi che acquista. La certificazione, quindi, come servizio almercato ed alla collettività intesa come tutte le parti interessate da unprocesso per giungere fino al consumatore, parte essenziale nel ricono-scere il ruolo della certificazione. Proprio quel consumatore che in tutte le ricerche di mercato e nei son-daggi attribuisce alla certificazione il ruolo insostituibile della garan-zia. Nei Paesi ad economia avanzata la certificazione è ormai elemen-to imprescindibile per il miglioramento della qualità e della competiti-vità delle produzioni e dei processi produttivi che ne sono alla base.Tutto ciò si trasforma in competitività di un sistema-Paese rispetto adaltri sistemi, in maggiore garanzia per un mercato sempre più globaleche usa la certificazione come garanzia di soddisfacimento delleproprie richieste e come discriminante per scegliere un prodotto piutto-sto che un altro.Si tratta di un concetto non sempre ben compreso né dalle aziende, nétantomeno da molta parte delle Autorità Pubbliche.Le aziende hanno in molti casi subito la certificazione come un'impo-sizione o una “conditio sine qua non” per entrare o rimanere in alcunimercati: la certificazione deve essere una scelta responsabile e deve es-sere “facilitata” anche per le piccole e medi imprese che non sempresono nelle condizioni di sopportarne gli oneri organizzativi ed il man-tenimento. Le Pubbliche Amministrazioni non hanno ancora compre-so come la certificazione sia un elemento di maggior trasparenza edoperi nel mercato secondo la logica della sussidiarietà senza alcunaconfusione fra sfera privata (la certificazione) e sfera pubblica(controllo e vigilanza). Da questa confusione nasce anche la supposta e sbagliata concezioneche quando gli organismi di certificazione operano privatamente nel-l’ambito di norme cogenti siano in qualche modo incaricati di pubbli-co servizio ed operino “alle strette dipendenze” dell’Autorità di turno. Dal nostro punto di vista, la strada da percorrere per la pienacomprensione del significato della certificazione è ancora lunga e fin-chè non l’avremo percorsa non potremo goderne dei vantaggi competi-tivi.

Fabrizio Piva Amministratore delegato CCPB

Certificazioni, arriva la nuova normativaFondamentale coglierne l’importanza

Exploitdanese

Vendite ed export in nettacrescita. Progetto per mense

scolastiche ed uffici

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Il carrello della spesa corre versoSud. Auchan, che in Italia è il ter-zo operatore della grande distri-buzione organizzata, dietro aCoop e Conad, con una quota dimercato dell’8,3%, ha appenainaugurato, a Palermo, il suo17esimo Ipermercato nel Mezzo-giorno. Una strategia che in ap-parenza va controcorrente, vistele mosse dei rivali di Carrefour.Il gruppo con sede a Levallois-Perret infatti ha abbandonato ilterritorio cedendo a Coop i pro-pri punti vendita.Anche Conad rilancia in Meri-dione, acquisendo 15 strutture,sotto le sue insegne siciliane. Eprossimo protagonista del merca-to potrebbe essere Mercadona, ilbig della Gdo spagnola, che si ap-presta a sbarcare in Italia.Lo scenario non è però dei piùsemplici. Stando ai dati pubblica-ti da AcNielsen, il 2012 è comin-ciato male per il settore confer-mando un rallentamento deiconsumi che ha l’aria di trendsempre più preoccupante. Il ca-nale dell’extralarge, quello degliipermercati, oltre 4.500 metriquadri, è crollato del 4,5% in ter-mini di vendite, mentre i super,da 400 fino 4.500, segnano unpallida ripresa, più 0,4%. ConCentro e Sud Italia che hannotrainato la ritirata dei consumi,subendo rispettivamente un calodel 2,2% e dell’1,9%.Anche il discount ha subìto unaleggera battuta d’arresto nellacrescita pur seguendo nei suoinumeri positivi (+4,8%). In ge-nerale, i dati evidenziano l’accen-tuarsi della frenata del mondo nofood (8% e 13,6% in dicembre) eanche dei prodotti freschi a pesovariabile (5,7%). Grandi superficiche sembrano sempre meno at-trattive per i consumatori, carrel-li della spesa che si svuotano sot-to i colpi dell’inflazione.Auchan è convinto invece che il

57A p r i l e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

Auchan e Conad, rotta a Sude grande attenzione ai prezzi

Aperture di nuovi Pv in Sicilia e nel Mezzogiornoa differenza di Carrefour, che decide di lasciare.Inizio d’anno difficile per le catene distributive

Integrazione delle politiche di category management nella struttu-ra commerciale di Sant’Orsola, la Cooperativa di Pergine Valsuga-na (trento) tra i leader in Italia nella produzione di piccoli frutti,fragole e ciliegie tardive, arriva all’Università. Il tema è infatti alcentro della tesi “Il category management: una soluzione permigliorare i rapporti industria-distribuzione. Il caso Sant’Orsola”.La tesi è stata recentemente presentata all’Università di Trento daSilvia Vender, neo-laureata in Economia e Management. Lo studiodella neo dottoressa Vender sottolinea in particolare il lavoro svol-to da Sant’Orsola per migliorare la relazione con i propri clienti -operatori dei mercati e buyer della Grande Distribuzione -,attraverso il rapporto diretto quotidiano e il monitoraggio costantedei punti vendita, nell’ottica di una gestione evoluta dellecategorie. Queste pratiche hanno consentito una migliore condivi-sione di informazioni sui consumatori, una filiera più corta eun’offerta più efficace.“L’adozione del progetto di category management ha sicuramentemigliorato il rapporto con la distribuzione - conferma la tesista - siè infatti ridotta l’asimmetria informativa e sono migliorate le con-dizioni di compravendita e l’assortimento”.“Questa è solo una delle tante pratiche messe a punto dalla Coope-rativa, che può contare su una qualità di prodotto molto elevata,un lavoro attento sul packaging ed efficaci piani di marketing e dipromozione - prosegue nella sua analisi Silvia -. La relazione con iclienti diretti creata dal progetto di category management fornisceinformazioni molto utili per sviluppare questi campi”.

Politiche di category management, tesi di laurea su Sant’Orsola

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

suo modello di business possa ri-lanciarsi. A partire dal Sud. Soli-de partnership con le imprese lo-cali, valorizzate anche attraversoi canali di vendita all’estero, uti-lizzo del franchising e flessibilitàdel lavoro, questa la strategia dirilancio nel Mezzogiorno.Negli ultimi tre anni la multina-zionale francese ha investito nelSud 91 milioni di euro (Puglia,Campania e Sicilia) sia per nuoveaperture (Triggiano, Napoli, Pa-lermo Carini e Catania), che perampliamenti e modernizzazioni(Mugnano e Taranto). Certo, iventi della crisi soffiano per tutti.Malgrado un 2010 in recupero,con una crescita del giro d’affaridel 5%, l’anno scorso, per AuchanItalia, è stato di segno negativo,

in calo del 5,8%, pari a circa 3 mi-liardi di euro di fatturato.Per Christian Iperti, direttore ge-nerale di Auchan Italia, non è indiscussione il “potenziale econo-mico del sud, dei consumi e delleimprese fornitrici”, anche in unmomento di congiuntura negati-va. “Il Sud, per noi, è un laborato-rio di innovazione, dove poter la-vorare sulla modernizzazione deinostri formati".Intanto Conad Adriatico punta sulotta al carovita e sostegno ai con-sumi: questi i punti forti dell'im-pegno in Puglia e in Basilicata.La cooperativa ha potenziato ul-teriormente le iniziative a tuteladel potere d'acquisto delle fami-glie con l'offerta di una serie dipanieri di prodotti a prezzi con-

venienti che hanno fatto rispar-miare ai clienti 127,8 milioni dieuro. Tale offerta rappresenta il31,7% del fatturato realizzato inPuglia e il 36,1% in Basilicata. Iprodotti a marchio hanno avutoun ruolo di primo piano, tantoche uno su sei venduti in Puglia euno su cinque in Basilicata sonoConad, in crescita rispetto al2010. Nel 2011, Conad AdriaticoPuglia e Basilicata ha sviluppatoun fatturato di 260,6 milioni dieuro - di cui 240,6 milioni di euronella sola Puglia - con 112 puntidi vendita - per una superficiecomplessiva di 61,5 mila metriquadrati - 60 soci e 1.350 addettiimpiegati nella rete di vendita.Opera con 103 punti di vendita inPuglia e 9 in Basilicata, adatti adogni necessità di spesa. In Puglia Conad Adriatico detie-ne una quota di mercato del 6,3%e in Basilicata del 3,5%. Sono 133i fornitori di prodotti agroali-mentari delle Province di Bari,Brindisi, Barletta-Andria-Trani,Foggia, Lecce, Taranto (123) non-ché di Matera e Potenza (10) daiquali, nel 2011, Conad Adriaticoha effettuato acquisti per oltre 25milioni di euro.n Puglia, Conad sta portandoavanti il progetto di filiera perl'uva Italia lanciato lo scorso an-no da Coopernic: nel 2011 neipunti di vendita sono stati vendu-ti 26 milioni di chilogrammi diuva pugliese.Intanto secondo Sandro Castaldo,docente Sda Bocconi, esperto diGrande distribuzione organizza-ta, il settore si trova all’alba diuna nuova rivoluzione.“È la crisi dei grandi formatidella Gdo. I consumatori nonhanno smesso di fare la spesa.Certo, si compra con maggioreattenzione, magari spezzando ipropri acquisti in diversi puntivendita. Lo dimostrano i dati diAcNielsen che raccontano sì uncrollo dei consumi di fascia me-diobassa ma anche un aumentodelle etichette di maggior valoreaggiunto. Si tratta di un trendche possiamo definire di spesaselettiva”. ●

A p r i l e 201158 www.corriereortofrutticolo.it

Sergio Cassingena, imprenditore vicentino, 61anni, è stato rieletto all’unanimità presidentedi Sisa Spa, l’insegna bolognese che fattura piùdi 3,4 miliardi di euro ed è presente in Italia con circa 2000 puntivendita. È la più lunga presidenza nel panorama dellaDistribuzione Moderna italiana: dal 1984 guida ininterrottamenteSisa. Il Cda, che si è riunito martedì 27 marzo, lo ha infatti sceltoper un’ulteriore triennio con il compito di perseguire gli obiettividi sviluppo del Gruppo.Sono oltre 500 i soci che si avvalgono delle varie insegne Sisa, Issi-mo, Negozio Italia, Quick e Sisasuperstore, secondo un modello diaggregazione che mette insieme le piccole e medie realtà distribu-tive fortemente radicate nel territorio con supermercati di prossi-mità vicini alle esigenze del consumatore.

Cassingena, presidenza record: guida Sisa dal 1984

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

59A p r i l e 2011 www.corriereortofrutticolo.it

A febbraio 2012 le vendite al det-taglio in Polonia sono aumentatedel 13,7% (in termini reali 8,9%)rispetto allo stesso periodo del-l’anno precedente (a gennaio+14,3%) e dell’1,2% rispetto agennaio 2012. L’incremento dellevendite dei grossisti è stato del5%. La crescita maggiore si è re-gistrata nei negozi al dettaglionon specializzati, il che significanei negozi discount (+32%) e inquelli che vendono macchine,motocicli e parti di ricambio(+25,2%).I polacchi continuano a compra-re alimentari (+3%), mentre levendite per giornali, libri e nego-zi specializzati sono calate del7,4%.Per quanto concerne le industrie,i nuovi ordini registrano un in-cremento del 27,5% rispetto allostesso periodo del 2011 e del10,3% rispetto a gennaio 2012.

Walmart espande la sua presenzacommerciale nel Salvador. Il co-losso statunitense della grandedistribuzione organizzata é lea-der di mercato in Messico e inCentroamerica.Nel 2012 Walmart si prepara a in-vestire 65 milioni di dollari nelSalvador per aprire nuovi super-mercati: Walmart opera nel pae-se centro amerciano con i forma-ti Maxidespensa, Despensa Fami-liar e Despensa de Don Juan.

SALVADOR

65 milioni di dollariinvestiti da Walmart

POLONIA

Ok a febbraio le vendite al dettaglio

La Società tunisina MagasinGénéral ha siglato recentementeun accordo di collaborazionecon l’insegna francese specializ-zata nella grande distribuzioneAuchan.In virtù di quest’accordo, Au-chan ha acquisito una partecipa-zione iniziale del 10% nel capita-le della società tunisina che po-trebbe arrivare al 25% nel prossi-mo futuro, cosi come affermatodal Direttore Generale di Au-chan, in visita in Tunisia. Conquesta collaborazione Auchanintende portare il suo know-howin materia di formazione,marketing e di controllo di ge-stione.

TUNISIA

Magasin Généralstringe con Auchan

Il settore retail in Germania haregistrato a dicembre 2011 unmodesto aumento in termini no-minali dello 0,5% ed un calo intermini reali dello 0,9% rispettoa dicembre 2010, mentre nel con-fronto con novembre 2011, il fat-turato è sceso dell’1,7% nominal-mente e dell’1,4% in termini rea-li. Le vendite al dettaglio di prodot-ti alimentari, bevande e tabaccohanno registrato un incrementodello 0,3% e un decremento realedell’1,7% rispetto a dicembre2010. Le stesse cifre caratterizza-no l’andamento del fatturato neisupermercati, grandi magazzinied ipermercati. I negozi specia-lizzati hanno registrato nell’ulti-mo mese del 2011 un aumentodello 0,8% (nominale) e una fles-sione dell’1,4% (reale).

GERMANIA

Retail in sofferenzaa fine 2011

La catene di grandi magazziniParkson Retail Asia nei prossimianni prevede di aprire altri 18punti vendita in Malaysia. Attul-mente Parkson è presente nelpaese con 37 punti vendita e nel-l’area in Indonesia e Vietnam.Lo scorso anno il fatturato diParkson e cresciuto del 12% Leprevisioni di crescita in Malay-sia, per l’anno in corso, prevedo-no un aumento del 6,5% dellevendite al dettaglio.

MALAYSIA

Parkson Retail Asiaapre 18 negozi

In Austria l’acquisto di prodottifreschi nei supermercati è in di-minuzione. Il valore dei prodottifreschi (carne e derivati, articolilattiero-caseari, frutta e verdura)venduti al dettaglio è di 4 miliar-di di euro all’anno. Dai dati ri-sulta che i consumatori preferi-scano effettuare una gran partedegli acquisti solo quando i pro-dotti sono offerti a prezzo ridot-to. Inoltre, si è verificata una perdi-ta della quota di mercato dellecatene di discount, data la cre-scente concorrenza dei super-mercati tradizionali, che offronosempre più articoli di marca pro-pria a prezzi molto bassi..

AUSTRIA

Diminuiscel’acquisto di “freschi”

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Una missione a Barcellona delMaap di Padova e di VeronaMer-cato con un fitto seguito di gros-sisti, si è svolta dal 22 al 24 marzocon lo scopo di approfondire il“modello Mercabarna”, incre-mentare i rapporti d’affari, cono-scere le strutture logistiche. Lamissione è stata organizzata conil supporto del nuovo servizioInt.B. Service di Omnibus, so-cietà del nostro gruppo editorialea cui fanno capo tutte le iniziati-ve di internazionalizzazione. Ladelegazione ha visitato le struttu-re del mercato all’ingrosso diBarcellona, il Mercabarna ap-punto, intrattenendo rapporticon i dirigenti e i grossisti. Al-l’interno del mercato, in collabo-razione con la locale Associazio-ne dei grossisti, si sono svolti de-gli incontri d’affari. La delegazio-ne ha visitato anche le strutturelogistiche del porto della metro-poli catalana e i magazzini diuno dei più importanti operatoriortofrutticoli di Barcellona, ilCMR Group controllato dalla fa-miglia Martì. A capo della dele-gazione veneta il presidente diVeronaMercato Paolo Silos Alber-tini e il direttore Paolo Merci, ilpresidente del Mercato di PadovaFranco Frigo, l’amministratoredelegato Giancarlo Daniele (cheè anche presidente dell'Associa-zione dei grossisti padovani) e ildirettore generale Francesco Ce-ra. La delegazione è stata ricevu-ta dal nuovo direttore generaledel Mercabarna Josep Tejedo, daldirettore operativo dei mercatiJoaquim Ros e dal capo del Di-partimento Ricerca e sviluppoPablo Villanova. Alle riunionicon i grossisti ha partecipato il ti-tolare di CMR Fruits C Martì.Si è trattato di una missione mol-to operativa. Da una parte sonostati stretti nuovi rapporti tra im-prese dei due Paesi (non dimen-tichiamo che la Spagna è il pri-

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Verona e Padova toccano con manoil “modello Mercabarna”

Importante opportunità di crescita, ma anche di business,per una folta delegazione dei due Mercati veneti che hannovisitato il Centro all’ingrosso, il porto e i magazzini di Cmr

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mo fornitore di ortofrutta dell’I-talia ma da alcuni sta crescendouna corrente di traffico anche insenso inverso, soprattutto perquanto riguarda mele e kiwi);dall’altra parte sono stati esami-nati anche alcuni aspetti strategi-ci, riguardanti i trasporti e la lo-gistica. Gli operatori di Barcello-na, in particolare, si sono mo-strati interessati a organizzareuna corrente di traffico tra Bar-cellona, Verona e Padova, con lapossibilità che in uno dei duemercati veneti si possa realizzareuna piattaforma logistica catala-na in grado di servire anche imercati del “medio-Est” europeo,come Slovenia e Croazia. Alcuniscambi di informazioni sono av-venuti in questa direzione neigiorni successivi alla visita. Il Mercabarna movimenta più diun milione di tonnellate di orto-frutta l’anno ed è un raro caso dimercato di giorno, che offre aisuoi operatori e alla città di Bar-cellona una serie di servizi che lopongono all’avanguardia tra imercati europei. È interessato dacorrenti commerciali internazio-nali e particolarmente importan-ti sono quelle con il Centro e SudAmerica. Lo stesso CMR Groupha, per esempio, una società inBrasile che attraverso Barcellonacommercializza in Europa fruttatropicale e di contro-stagione.La missione ha confermatoun’importante tendenza del com-mercio ortofrutticolo in Europa:la necessità di creare correnticommerciali più stabili attraver-so la collocazione di piattaformelogistiche in luoghi strategici inmodo di rifornire in modo più ef-ficiente distributori e dettaglian-ti. Questo è particolarmente im-portante per l’Italia che sta per-dendo ruolo e spazi sui mercatimondiali e anche in Europa acausa di competitori internazio-nali sempre più agguerriti e ingrado di raggiungere mercatisempre più lontani. Pensiamo al-l’ingresso dei nuovi players nelmercato globale alla faccia del“km zero”. Un esempio? Sta en-trando in maniera non trascura-

bile nel mercato russo e anche inqualche mercato europeo l’uvada tavola indiana a fianco diquella cilena e sudafricana e siprepara ad entrare nella scenadel commercio di questo prodot-to il Brasile. L’Italia deve recupe-rare. Come? Anche rilanciando ilruolo dei Mercati all'Ingrosso co-me motori dell'internazionaliz-zazione, cosa che Padova e Vero-na mostrano d’avere capito. (a.f.)

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In queste pagine, frammenti della visitadella delegazione veneta a Mercabarna

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Negli ultimi dieci anni il consu-mo di ortofrutta è calato sensibil-mente. Tra il 2000 e il 2010 il con-sumo ha “ceduto” 100 grammi,cioè una porzione al giorno procapite. Ad esprimere particolarepreoccupazione di tale fenomenoè Freshfel, secondo cui non è ve-ro che i prezzi dell'ortofrutta sia-no elevati e siano tra le cause deicali di consumi.L’ortofrutta rappresenta ancorauna delle categorie alimentaripiù accessibili per quanto riguar-da il prezzo. Per arrivare al fatidi-co traguardo delle 5 porzioni algiorno raccomandate servono fra1 e 2 euro, a seconda delle tipolo-gie scelte, evidenzia Freshfel.Secondo l’associazione l’ortofrut-ta è “sotto pressione” per diversifattori: vi è una crescente concor-renza per conquistare la “stoma-ch share” del consumatore (daiprodotti ready-to-eat ai conve-nience, senza dimenticare che di-minuiscono i consumi domesticiad appannaggio del fuori casa),mentre il consumatore non sem-bra affatto consapevole che que-ste soluzioni alternative di con-sumo non abbiano nella realtà lastessa valenza nutrizionale e sa-lutistica di frutta e verdura.Ulteriore elemento critico è rap-presentato dalla scarsa penetra-zione di cui frutta e verdura go-dono presso i canali della ristora-zione. Il settore è indebolito,frammentato e con un budget dimarketing purtroppo limitato, adappannaggio delle grandi indu-strie alimentari.A fianco di queste ombre vi èperò da segnalare anche una zo-na di luce: diversi studi confer-mano infatti che i consumatorisono disposti ad aumentare il lo-ro consumo di frutta e verdura. Èoramai consolidato nel vissutodel consumatore europeo comeuna dieta ricca di frutta e verduraapporti indiscussi benefici in ter-

mini di nutrizione, salute, tuteladell’ambiente, costi sociali e per-sino in termini culturali.Per Ramon Rey, presidente diFreshfel Europe, “è giunto ilmomento di una comunicazio-ne collettiva che valorizzi l’or-tofrutta e su questo garantiamoil pieno supporto di Freshfelmediante la piattaforma "EnjoyFresh”. Philippe Binard, delegato Ge-nerale di Freshfel, ha antici-pato invece l’obiettivo di tra-sferire ai consumatori il vis-suto positivo di frutta e verdu-ra attraverso messaggi che neidentifichino in manierachiara e semplice tutti i van-taggi ed i plus di consumo. ●

100 grammi di frutta al giorno in meno sulle tavole europee

Freshfel preoccupata:pesante il confronto

nel periodo 2000-2010La Russia si conferma il pri-mo mercato per le esportazio-ni di ortofrutta provenientedal Paesi dell’UnioneEuropea. Secondo i datidell'Ufficio statisticodell'Unione europea,Eurostat, l'export ortofruttico-lo dall'Ue al Paese russo tragennaio e novembre 2011, haraggiunto 2,35 milioni di ton-nellate, con un incrementodel 16% rispetto allo stessoperiodo del 2010.Nel periodo preso in conside-razione le esportazioni versola Russia rappresentano il39% del totale delleesportazioni da parte dellaUe verso i Paesi al di fuoridell’Unione, pari a 6,05milioni di tonnellate, con unincremento di due punti per-centuali rispetto ai dati del2010. Dei 2,35 milioni di ton-nellate di frutta e verduraesportati dai produttoricomunitari alla Russia, 1,15milioni di tonnellate eranoverdure e 1,20 milioni di ton-nellate frutta.Tra gli ortaggi esportatiprimeggiano le patate, con596.617 tonnellate, seguitedalle cipolle con 124.658. Trala frutta il prodotto maggior-mente esportato è la mela,465.550 tonnellate, seguita agrande distanza dalla pera,con 224.019. Nel 2010, leesportazioni orticoleprovenienti dall’Ue verso tuttii Paesi extra-Ue sono salite a6,36 milioni di euro, di cui2,33 milioni di euro destinatealla Russia, evidenziando unincremento del 39% rispettoal 2009.

Import dalla UeRussia sempre leader

Pesche a 8,80 euro al chilo,nettarine a 6,20 euro, uva a6,70 euro, clementine a 5,70euro, litchi a 12 euro al chilo,mele Golden a 5,40 euro,Kanzi a 4,90 e kiwi a 60 cen-tesimi al pezzo.Non certo a buon mercato lafrutta esposta in questo nego-zio di Rue Philippe II, aCittà del Lussemburgo, Paeseil cui Pil, non a caso, è terzoal mondo dopo Qatar eLiechtenstein.

Lussemburgo, fruttaa prezzi... da boutique

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Inizio d’anno col botto per ilcomparto agrumicolo di Almeria(Spagna). Lo scorso gennaio la provinciaspagnola (ottava tra tutte quelledella Spagna per esportazione diagrumi con una quota dello0,8%) ha inviato all’estero 5 milatonnellate di prodotto, il 47% inpiù rispetto allo stesso periododel 2011, con un aumento del34,4% del giro d'affari attestatosisu 3,3 milioni di euro.In totale, la provincia spagnolaha esportato un valore di 1,4 mi-lioni di euro di agrumi in Ger-mania, circa il 42% delle spedi-zioni totali.La classifica dell’export proseguecon la Francia (25%), l’Olanda(22,7%) e l’Italia (10,1%).

SPAGNA/1Almeria, vola

l’export di agrumi

L’India, secondo produttoremondiale, potrebbe presto sor-passare la Cina per la produzio-ne di frutta e verdura. Attual-mente il raccolto indiano si aggi-ra intorno a 211 milioni di ton-nellate di frutta e verdura, lametà di quella cinese.Potrebbe essere facilmenterafforzata riducendo lo sprecopost-raccolto, stimato al 35% deltotale della produzione. Una maggiore meccanizzazioneagricola e sementi migliorate, se-condo l’Indian Institute of Hor-ticultural Research contribuiràalla crescita come si legge nel12mo piano quinquennale (2012-2017), che si prefigge di stimola-re la produzione agricola india-na. Da migliorare la produttivitàche è ancora bassa, con 16,13tonnellate di produzione vegeta-le per ettaro.

INDIA

Vicino il sorpasso ai danni della Cina?

Il settore del melone in Hondu-ras prosegue la marcia inarresta-bile. Dopo continui anni di cre-scita l’export non interromperàla sua corsa neppure quest’anno,arrivando a 300 milioni di chiliinviati all’estero. Nell’ultima sta-gione le esportazioni avevanoraggiunto quota 291,3 milioni dichili. Il melone honduregno haun forte appeal all’estero, in par-ticolare negli Stati Uniti e in Eu-ropa. Il Paese si avvale di labora-tori e moltiplica i controlli sani-tari e biologici per adeguarsi aglistandard europei.

L’export agrumicolo marocchinonon rispetta le attese. Dopo le530 mila tonnellate inviate all'e-stero nella stagione 2010-2011,per questa stagione gli esportato-ri del Paese magrebino sperava-no di vendere fuori dai confininazionali almeno 570 mila ton-nellate di agrumi. Invece si è re-gistrata una contrazione del 30%portando i volumi a sole 500 mi-la tonnellate. Il dato è dell'A-SPAM, l'Associazione Produttoridi Agrumi del Marocco. Al 5marzo erano stati esportate appe-na 380.260 tonnellate di agrumi,in calo del 10% rispetto alle424.570 tonnellate esportate allastessa data della stagione prece-dente. Oltre agli agrumi, anche ilcomparto delle verdure fresche (-48,5%) e quello dei pomodori fre-schi (-31,4%) hanno deluso leaspettative.

Precocità record per le fragoleinglesi, già disponibili da tempoda Waitrose. La catena di super-mercati ha scommesso che que-sto sarà l’anno della fragola. Laconvinzione del retailer nasceanche dal fatto che gli avveni-menti in programma - il giubileodella regina e i giochi olimpici -dovrebbero contribuire ad au-mentare il consumo di fragole.Per poter rispondere alla doman-da che si prevede per questa “su-per summer” (super estate), Wai-trose ha fatto piantare quasi il30% di fragole in più. Le fragolearrivano dall’area di Chichester,dalle serre di Hall Hunter Part-nership. Vengono vendute a 3,99sterline (4,75 euro) a confezioneda 225 grammi.

Nei primi tre mesi della stagionele esportazioni di fragole spagno-le di Huelva nell’Unione Euro-pea sono aumentate del 19% ri-spetto alla stagione precedente.Metà della produzione stimata(245 mila tonnellate) è già stataraccolta in questa fase della cam-pagna. I Paesi dell’Unione euro-pea sono i principali importatorie consumatori di questo prodot-to.La regione di Huelva esportaogni anno l’85% della produzio-ne di fragole e il 90% della pro-duzione di frutti di bosco. LaFrancia è il cliente numero uno,con un volume che rappresentail 34% del totale delle esportazio-ni, seguita da Germania, Italia eGran Bretagna.

MAROCCO

L’export di arancenon rispetta le attese

INGHILTERRA

...mentre quelle inglesi “anticipano”

SPAGNA/2Fragole: a Huelva

partenza positiva....

HONDURAS

Melone con il ventoin poppa

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Aumento della no-torietà per il mar-chio Val Venosta erafforzamento deivalori associati adesso, sia sul terri-torio nazionaleche all’estero: illancio di tre nuovi spot caratte-rizza un’importante attivitàmarketing 2012 della VI.P. Oltrealla campagna televisiva andatain onda a febbraio e marzo in Ita-lia - campagna che in Spagnacoinvolge le più importanti retinazionali e si spinge fino alleemittenti televisive del MedioOriente e del Nord Africa - sonostati lanciati due concorsi. Il primo, denominato “Croc &Go” è rivolto ai consumatori pre-senti su tutto il territorio nazio-nale e prevede la classica raccoltabollini che si trovano sui prodot-ti Mela Val Venosta aderenti all’i-niziativa. Raccogliendo 4 bollinie spedendoli all’indirizzo indica-to sulla cartolina si potrà partre-cipare all’estrazione di un sog-giorno di una settimana per 5persone in Val Venosta, ospiti ne-gli agriturismi Gallo Rosso.A maggio è prevista una superestrazione finale tra i partecipan-ti al concorso con in palio 4 sog-giorni settimanali sempre negliagriturismi Gallo Rosso ma conuna sorpresa in più: i vincitorisoggiorneranno tutti nello stessoagriturismo selettivo e potrannopartecipare alle iniziative pro-grammate da mela Val Venosta. Il secondo concorso, dedicatoesclusivamente ai distributori, èil “Concorso Amélie” che si con-clude a maggio 2012.Al rivenditore verrà recapitatoun apposito kit contenente tuttoil materiale per allestire uno spa-zio dedicato alla mela venostana(una ghirlanda, 2 poster, 4 rotair,

2 tshirt, 2 cappelli-ni). Al rivenditoreil compito di crea-re un corner MelaVal Venosta, foto-grafarlo e postarela foto sul sito face-book della mela

VI.P. I vincitori verranno sorteg-giati tra tutti i partecipanti all’i-niziativa e potranno aggiudicarsi3 iPad, 5 iPhone e 50 DVD delfilm “Il favoloso mondo di Amé-lie”.Quanto ai Centri commerciali,nei weekend di marzo e aprilenumerose le attività svolte conl’allestimento di diversi corner einiziative speciali per i bambini.

CorriereOrtofrutticolo P U B B L I C I T À C H E F R U T T A

ConcorsoMarlenea Cipro

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Bastano tre bollini Marlene e unpo’ di fortuna per vincere i pre-mi messi in palio dal concorsopromosso dal Consorzio VOG aCipro. E a vincere sono in due:consumatori e rivenditori.Per un mese, fino al 15 aprile,tutti coloro che incollavano tresticker Marlene sulla appositacartolina disponibile in 29 puntivendita (24 fruttivendoli e 5 su-

permercati) potevano partecipa-re alla estrazione di un voucherda 1.000 euro, due da 500 e diecida 100 euro. Premiati anche icommercianti di frutta e verdurapresso cui vengono effettuati gliacquisti vincenti. L’iniziativa è supportata inoltreda un intenso piano media, checomprende tele e radio promo-zioni sui principali canali dell’i-sola e pubblicità tabellari sui piùimportanti magazine ciprioti.“I mercati del Mediterraneo sistanno rivelando sempre piùstrategici” ha commentatoGerhard Dichgans, direttore delConsorzio. “Già da alcuni annisiamo presenti a Cipro dove, gra-zie a partnership con gli opera-tori dell’isola e a mirate attivitàdi comunicazione e marketing,siamo riusciti a guadagnare l’at-tenzione e la fedeltà di molticonsumatori” ha concluso.Le iniziative Marlene a Cipro so-no organizzate in collaborazionecon Amalthia Trading, il distri-butore esclusivo delle mele Vogsull’isola.

Solarellisulle reti Rai

Ad aprile, su RAIRadio 1 e RAI Ra-dio 2, è scattata lacampagna pubbli-citaria di ApofruitItalia sul marchioSolarelli, accom-pagnato dal claim“Dal produttore, il meglio”. Prota-gonista come sempre l’attore-cuoco Andy Luotto nei panni delsimpatico Armando, il fruttiven-dolo che ha un consiglio per tut-te le consumatrici che voglionoacquistare frutta e verdura diqualità.Nei primi due mesi del 2012 levendite hanno registrato un in-cremento del +13%. Oggi la frut-ta e verdura a marchio Solarelli èdistribuita da 40 operatori all’in-grosso presenti su tutto il territo-rio nazionale e da alcune impor-tanti insegne della Gdo

Nuovi spot e promozioni per consolidare

la mela Val Venosta Vip

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CorriereOrtofrutticoloP U B B L I C I T ÀC H E F R U T T A

Grandi novità in arrivo per MelaPiù, la Fuji del Consorzio ferrarese chedal 1995 raggruppa le aziende leader della melicoltura dell’Emilia Ro-magna. La principale è la campagna TV. MelaPiù, che sino alla scorsacampagna ha approcciato il grande media con telepromozioni, per quel-la in corso ha pianificato oltre un centinaio di passaggi con uno spot TVsu La7 e La7d, emittente in forte crescita ed in linea col target ed il po-sizionamento del brand.Il TG di Mentana, Le Invasioni barbariche, 8 e ½, Omnibus, L’infedele,Piazza Pulita, L’aria che tira, G Day sono alcuni tra i programmi chehanno ospitato il passaggio del nuovo spot on air dall’11 al 17 Marzo, perun totale di oltre 17 milioni di contatti stimati.Altra importante novità è rappresentata dalla campagna stampa consu-mer: per tutto marzo uscite della nuova pagina pubblicitaria su NaturalStyle, Settimanale DiPiù, DiPiù TV, Cucina e Diva & Donna, riviste diforte penetrazione sul target R.A. Sino al 30 aprile è attivo il concorso consumer, ormai consueto appun-tamento con gli utenti Web, dopo le due fortunate edizioni precedenti.“MelaPiù, a tavola l’eccellenza è firmata” è il naming dell’edizione 2012,a sottolineare il posizionamento della mela.

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MelaPiù su La7,nei rotocalchi

e sul web

Modì regalavacanzeda sogno

Continua la campagna della me-la Modì per questa seconda par-te della stagione commerciale,con l’obiettivo di svilupparebrand awareness e creare forti edistintive associazioni di marcaattraverso una user experiencecoinvolgente, in linea con lastrategia di promo-comunicazio-ne attivata.Dal primo marzo al 15 maggio2012 tutti i consumatori possonopartecipare all’estrazione finaledi tre vacanze da sogno per duepersone, della durata di una set-timana, sull’isola di Rodi. Perpartecipare basta collegarsi al si-to concorsi.modiapple.com osulla fan page face-book.com/modiapple e al giocoonline “Gioca al Modì Lifestyle”. A supporto dell’iniziativa pro-mozionale e con l’obiettivo digarantire massima visibilità albrand e al prodotto nel target diriferimento, il Consorzio ModìEuropa realizzerà un’intensacampagna Google Adwords inItalia e Germania, mentre solonel Belpaese è stata anche im-plementata, dal 12 al 25 Marzo,una campagna display sulle areetematiche dei network Salute,Spettacoli&Cultura e Fa-shion&Life del gruppo editoria-le Repubblica-Espresso.L’azione fa seguito agli ottimi ri-sultati conseguiti con il primoconcorso nella parte inizialedella stagione, a fronte di un in-cremento del 232% nelle visiteweb registrate rispetto al 2010.

Dal 14 al 28 marzo gli au-tobus di Milano, Torino,Genova, Bologna, Firen-ze, Roma, Napoli hannopromosso le banane e gliananas di alta qualitàF.lli Orsero lungo i prin-cipali percorsi cittadini. Le affissioni, di formato300x70, erano appostesulla fiancata sinistra de-gli autobus riprendendoi soggetti utilizzati per la campa-gna stampa. L’iniziativa è un ulteriore tassellodella campagna integrata di co-municazione messa a punto peril lancio di banane e ananas F.lliOrsero tesa a raggiungere la fa-scia di popolazione attiva e an-che di intercettare il target extratelevisivo. “Dopo carta stampata,televisione e web approdiamo

nelle principali città italiane conuna campagna di affissione suimezzi pubblici che, grazie allasua caratteristica intrinseca di di-namicità, potra il marchio F.lliOrsero sempre più vicino alla vi-ta delle persone e alle loro sceltedi acquisti alimentari”, ha dichia-rato Raffaella Orsero, Ammini-stratore Delegato di GF Grouppresentando l’iniziativa.

Banane e ananas dei F.lli Orsero

“prendono” l’autobus

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CorriereOrtofrutticolo SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

La coltura della fragola cresce inItalia. Nel corso del 2012 le super-fici sono aumentate del 4% ri-spetto al 2011. L’82% della super-ficie è investita in coltura protet-ta (+5% sul 2011), il rimanente18% in pieno campo. Crescono lecoltivazioni e in particolare sievidenzia un rafforzamento dellacoltivazione in tutte le aree delsud Italia. Le stime indicano, in-fatti, una crescita della fragolicol-tura in Campania che segna un+5% rispetto allo scorso anno,così come si rafforza la coltiva-zione in Basilicata, +17%. In au-

mento la coltivazione anche inSicilia, stabile in Calabria.Nell’ambito del Nord Italia siconferma l’importanza della fra-golicoltura veneta, in particolaredell’area veronese. Si registra un2012 in crescita per le superfici afragola nella provincia di Trento,mentre sembrano stabili nellaprovincia di Bolzano. Per l’Emi-

lia Romagna, infine, si rileva unasostanziale stabilità della coltiva-zione in coltura specializzata.Per quanto riguarda l’evoluzionevarietale in Veneto si evidenzia lacrescita progressiva della varietàEva, seguita da Alba (la più colti-vata in Emilia Romagna con il48% degli impianti, seguita da Te-cla a lunghissima distanza).

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Fragole, aumentano le superfici Panorama varietale articolato

Gd più sensibile al fattore qualitàLa coltivazione

si va rafforzando.soprattutto a Sud.

L’analisi degli operatori

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ESCHEDA PRODOTTOS

Al sud la situazione varietale hamostrato, negli ultimi anni, uncerto dinamismo in particolarein Campania, dove si è passatidalla varietà Camarosa (che solo4 o 5 anni fa rappresentava il 70%degli impianti) alla varietà Can-donga per giungere oggi al boomdella varietà Sabrina con il 28%degli impianti e Amiga con 18%.In Basilicata prevale invece Can-donga con l’85% delle superficiinvestite. In Calabria la cultivarprincipale rimane Camarosa se-guita da Rania. Il panorama va-rietale articolato, una razionaledistribuzione del calendario diproduzione e livelli qualitativimolto alti rendono l’offerta ita-liana oggi sempre più competiti-va e qualificata.Carmela Suriano, direttore gene-rale di Planitalia, società di Poli-coro (Matera) del gruppo spagno-lo Planasa, conferma il successodi Sabrina, cultivar introdotta sulmercato proprio dall’impresaiberica. “La domanda è altissima,specie nelle zone di Battipaglia eCaserta”, afferma Suriano. “Que-st’anno sono state vendute tra i30 e i 35 milioni di piantine diSabrina, il 20-25% dei 140 milionidi piantine di fragole vendute intotale nel Centro Sud Italia”. Con-tinua la sua marcia spedita pureCandonga, che rappresenta il45% del totale prodotto nel Meri-dione, mentre è in caduta liberaCamarosa (ormai sotto al 20%),avviata verso il definitivo decli-no. Analizzando più in generalela stagione, Suriano afferma co-me “l’inverno lungo e freddo diquest’anno abbia influito sull’an-damento della campagna in Ita-lia, ma anche in Grecia e in Spa-gna. Dopo un avvio confuso, ca-ratterizzato dalla presenza dimolto prodotto precoce spagnolo,si è arrivati a una situazione piùequilibrata a fine marzo, conquantità al di sotto della media edomanda sostenuta”. La managerdi Planitalia, inoltre, sottolineacon una certa soddisfazione “uncambio di rotta nell’approccio alprodotto anche della grande di-stribuzione, che si sta dimostran-

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È iniziata dopo Pasqua la campa-gna della fragola di Verona, unadelle aree più importanti in Italiaper la produzione di questo frut-to, ottenuto in coltura protetta. Iprimi raccolti presso i soci dellacooperativa APO Scaligera - leaderin Italia nella produzione edesportazione di fragole, grazie aun volume annuale di circa 75.000 quintali, di cui l’80% inviato oltreconfine - sono iniziati nei giorni successivi alle festività pasquali. Lacampagna sta entrando nel vivo per avere il suo picco nel mese dimaggio, quando le otto linee di confezionamento flow pack dello sta-bilimento di Santa Maria di Zevio lavoreranno fino a 2.500 quintali difragole al giorno.“Negli ultimi anni - dichiara Primo Anselmi, presidente di APO Sca-ligera che fattura circa 40 milioni di euro - abbiamo concentrato gliinvestimenti su produzioni precoci e dall’elevato grado Brix, di co-mune accordo con i produttori associati, motore e vero punto di for-za della cooperativa. La precocità ci consente di anticipare il merca-to tedesco, che rappresenta il primo mercato di sbocco per le nostrefragole, assieme a Svizzera, Austria e Paesi Scandinavi. Quest’anno ilclima anomalo di aprile ha fatto ritardare di circa una settimana lacampagna, che normalmente per le nostre fragole dovrebbe entrarenel pieno a metà aprile. Ciò non costituisce comunque un problema,dato che il clima influisce anche sulla dinamica dei consumi, al mo-mento ancora deboli”.La produzione insiste su un’area di circa 250 ettari, ubicati tutti al-l’interno della provincia di Verona, e consente ad APO Scaligera di of-frire fragole da inizio aprile a fine dicembre, per nove mesi consecu-tivi. Le varietà di punta sono la precoce Nora e la medio e medio tar-diva Eva. Si tratta di varietà selezionate dalla stessa APO Scaligera, as-sieme a OP COZ, all’Istituto Sperimentale di Frutticoltura della Pro-vincia di Verona e al CRA di Forlì (Consiglio per la Ricerca e la Spe-rimentazione in Agricoltura, Unità di Ricerca per la Frutticoltura diForlì). “Da tempo - spiega il presidente - abbiamo ritenuto strategicoinvestire nella ricerca e selezione di varietà che siano da una parteadatte ai nostri territori, dall’altra alle esigenze dei nostri clienti, inparticolare la grande distribuzione. Nel vivaio di Isola della Scala ven-gono prodotte ogni anno 15 milioni di piantine di fragole, che ven-gono in seguito distribuite ai nostri soci”.

In foto: Willer Malagutti, Renato Plachesi, Valentina Giaccherini, Gianluca Bellini

Apo Scaligera consolida la leadership nell’export grazie alle varietà precoci

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CorriereOrtofrutticolo FRAGOLE num

ero 4 del 2012

SCHEDA PRODOTTO Sdo più attenta alla qualità dellefragole ritenendo non più deter-minante il fattore prezzo, che in-vece fino a poco tempo fa era ilprimo punto su cui la gdo punta-va”.Chi ha scommesso su Sabrina èdi certo la cooperativa Sole di Pa-rete (Caserta), che dispone di 170ettari di serre con 11,5 milioni dipiantine, metà delle quali sonorappresentate dalla varietà di Pla-nasa e il 20% da Candonga. “Stia-mo operando su una forte inno-vazione varietale - afferma PietroCiardiello, direttore della coopcampana - con l’obiettivo di rag-giungere in totale una produzio-ne di 60-70 mila quintali di frago-le”. La campagna quest’anno peril gruppo casertano è partita pre-sto, a fine gennaio, con buoneprospettive di mercato. “I risulta-ti sono incoraggianti, anche daparte della Gdo che sta premian-do Sabrina e Candonga”.Queste due varietà rappresenta-

69A P R I L E 2012

COOP SOLE

Da sinistra Carmela Suriano, Pietro Ciardiello e Marco Eleuteri

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ESCHEDA PRODOTTOSno il 90% (55% Candonga e 35%Sabrina) della produzione di fra-gole dell’Aop Armonia con sede aBattipaglia (Salerno).Secondo Marco Eleuteri, diretto-re commerciale dell’associazionesalernitana (al cui interno com-prende op provenienti da Campa-nia, Puglia, Calabria e Basilicata)che con l’ingresso della CoopPrometas di Scanzano Jonico,nel 2012 dovrebbe raggiungereuna produzione di circa 3.000tonnellate di fragole, 1000 in piùrispetto al 2011, destinate per cir-ca il 90% alla Gdo, sia italiana(80%) che estera (10%) - “la cam-pagna fragole è iniziata con unadomanda molto sostenuta, grazieal clima mite in tutta Europa cheha incentivato i consumi in tuttoil centro-Nord Europa con richie-ste notevolmente superiori alledisponibilità già dai primi giornidi marzo. Nonostante i produtto-ri spagnoli di fragole, che sono inostri principali competitors, ab-biano raccolto fino a metà marzocirca il 30% in più rispetto allostesso periodo dell’anno passato -sottolinea Eleuteri - le quotazionisi sono mantenute sempre abba-stanza alte, comunque media-mente in linea con quelle dellostesso periodo dell’anno scorso".Partenza anticipata invece per laSecondulfo Flli. S.p.a di SommaVesuviana (Napoli), che ha ini-ziato la campagna il 16 novembregrazie alla nuova varietà San An-dreas, in sperimentazione all’in-terno dell’azienda da qualche an-no. In generale secondo l’azienda

campana sul mercato c’è statauna forte pressione sui prezzi daparte della gdo che ha portatoquotazioni inferiori del 20% ri-spetto al 2011. “Comunque siaquest’anno le fragole della Pianadel Sele non hanno deluso leaspettative dando un ottimo pro-dotto. Per la nostra azienda - con-fermano da Secondulfo - la Can-donga rappresenterà sempre lagrossa fetta della produzione , maciò non toglie che continuiamo atestare altre varietà”.Situazione diversa al Nord Italia,dove il clima (siccità fino a mar-zo e freddo nella prima parte diaprile) ha condizionato l’iniziodella campagna, con la raccoltapiù significativa in termini diquantità slittata di circa una set-timana, inizialmente prevista at-torno al 10-12 aprile con piccoproduttivo a inizio maggio. “Iprezzi sono abbastanza interes-santi - afferma Renato Plachesi,direttore commerciale di ApoScaligera di Zevio (Verona),realtà che nel 2011 ha venduto 70

mila quintali di fragole (circa 8mila quintali in meno rispetto al2010) - e variano da 1 euro a 1,70euro al cestino. Tuttavia - aggiun-ge Plachesi - anno dopo annostiamo registrando la forte e cre-scente concorrenza della Germa-nia, che si sta sempre più orga-nizzando con produzioni locali.Anche per questo stiamo cercan-do di lavorare su varietà precoci”.Per quest’anno le previsioni perApo Scaligera parlano di unacommercializzazione attorno ai75-77 mila quintali, clima per-mettendo, con circa due terzi delprodotto esportato.A livello di novità varietali buoniriscontri stanno dando le nuovelinee varietali di fragole “SweetResistants” del Civ, Consorzio Ita-liano Vivaisti, che da quest’annosta immettendo sul mercato i pri-mi quantitativi significativi. “Perquest’anno abbiamo 12 milionidi piantine in produzione, Per il2013 l’obiettivo è raggiungere i20-25 milioni di piantine. Sulmercato c’è grande interesse, an-che all’ingrosso e nella grande di-stribuzione. I margini di crescitasono notevoli, grazie anche all’a-dozione di varietà che si adattanoa terreni stanchi e ideali per i ter-ritori del Sud Italia. “I prezzi allaproduzione si stanno mantenen-do stabili - rivela MichelangeloLeis, breeder del Civ - con quota-zioni alla produzione che si aggi-rano sui 2,50 euro al chilo, matendenti al rialzo. emanuele.zanini @corriereortofrutticolo.it

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SCHEDA PRODOTTO S

Dopo un 2011 molto complessoper via di quotazioni spesso al disotto della media e degli effettiderivanti dalla vicenda E. Coli,per quest’anno il mercato dellozucchino sembra poter contaresu prospettive un po’ più inco-raggianti.I primi due mesi del 2012 hannosegnato un’inversione di tenden-za, con prezzi superiori rispettoal primo bimestre 2011, compliceil lungo periodo di freddo inten-so e basse luminosità che hannorallentato fortemente le produ-zioni in Sicilia, nel Lazio e all’e-stero. In marzo, invece, le produ-zioni sono aumentate compor-tando un graduale abbassamentodei prezzi. Questa l’analisi diGiuseppe Circella, Portfolio ma-nager Cucurbitacee di Syngenta,che aggiunge: “Ci attendiamo,questa almeno è la speranza, unarazionalizzazione delle superficied un miglioramento qualitativodelle produzioni”.Nelle prime indicazioni fornitedal mercato, Circella sottolineacome già negli ultimi anni il pro-dotto chiaro o screziato con fiore,tipologia Altea/Ortano, grey ofiorentino/romanesco non risen-ta del confronto di importazione,

offrendo a priori qualche possibi-lità in più di redditività, con unprezzo più remunerativo alla pro-duzione ed alla distribuzione. “Lanicchia a frutto tondo manterràla sua importanza, con potenzia-lità di ulteriore sviluppo”, affer-ma.L’Italia rimane il principale Pae-se produttore ed allo stesso tem-po il primo consumatore di zuc-chino in Europa. Non sono inve-ce confortanti le notizie sul fron-te export visto che il Belpaeseesporta appena il 2-3% della pro-duzione, seppur tale percentualesia in leggero rialzo.La Spagna è il principale Paeseconcorrente sul prodotto verde(mediamente 300.000 tonnellatedi produzione annue rispetto alle550.000 tonnellate italiane) ed ilmaggior esportatore d'Europa. Lesuperfici nel Paese iberico sonoaumentate nel triennio 2009-2011per i minori rischi ed investi-

menti richiesti dalla coltura ri-spetto ad altre orticole. Il Nord-Africa dal canto suo differenziala coltivazione tra zucchino chia-ro per consumo locale e prodottoverde per l’esportazione. La pro-duzione ortofrutticola e l’esporta-zione vengono sostenute con fi-nanziamenti ed investimenti, siada parte del Ministero Agricoloche da parte di privati (frequentii capitali francesi e spagnoli sul-la proprietà o partecipazione del-le aziende).Secondo il manager di Syngenta,gruppo che punta tra l’altro su re-centi varietà come Vitulia, Rho-dos e Milos, tipologie verdi perpieno campo, disponibili sulmercato nel periodo maggio-otto-bre, oltre alla novità 2012 deno-minata con la sigla CV4506, “i re-centi accordi di maggiore libera-lizzazione per i prodotti agricolitra Marocco ed Ue costituisconouna premessa per una presenza

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Zucchina: archiviato l’effetto e-colii prezzi “respirano”, ma crisi e

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più importante del prodotto ma-rocchino sul nostro mercato(38.000 tonnellate di zucchinoesportate dal Marocco in UE nel2011, fonte Ismea), anche se nel-l’accordo lo zucchino è uno degliortaggi che saranno contingenta-ti nelle quantità in esportazione”.Durante i mesi estivi, infine, ilprodotto di origine francese e ba-varese si trova sporadicamentesui mercati del Nord Italia, sebbe-ne i flussi non siano in aumento.Tracciando invece un bilanciodella passata stagione le superficicoltivate a zucchino sono stateconfermate in molte aree, alNord come al Centro-Sud Italia,con un incremento nella produ-zione protetta nell’area Lazialeed in Sicilia. Circella dichiarache in totale Syngenta stima oltre14.500 ettari, con trend positivoper il prodotto verde in coltiva-zione protetta e per lo “screziato”con fiore e romanesco in pienocampo.“Nel panorama di crisi economi-ca e finanziaria del 2011 anche lozucchino ha risentito del climagenerale non positivo per i mer-cati agricoli”, spiega Circella (fo-to sopra). “L’importante produ-zione nazionale, l’importazionecrescente e soprattutto i consumiortofrutticoli contenuti hannocompresso il prezzo del prodottosia a livello della distribuzionesia alla produzione, spesso finoad un livello al di sotto dei costi.Gli ottimi livelli produttivi nellaprimavera-inizio estate in pienocampo hanno contribuito ad unesubero di prodotto in campoteoricamente destinato alla tra-sformazione industriale, e quindial riversarsi sul mercato fresco di

ulteriori quantità di prodotto.Salvo brevi parentesi, nella sta-gione 2011 i prezzi di mercato so-no stati costantemente inferioria quelli del 2010 e addirittura allamedia degli ultimi due anni. Ingenerale la Gdo è riuscita ad assi-curare l’assorbimento di volumiin maniera continuativa anchenei momenti più difficili, mentrei mercati tradizionali sono anda-ti maggiormente a singhiozzonelle quantità esitate. La diffe-renziazione di frutto ha spessoconsentito qualche soddisfazionein più, soprattutto per le tipolo-gie con fiore e per le specialitàitaliane che non subiscono com-petizione dall’estero e sono tutto-ra importanti per il consumo inampie zone del Nord-Ovest e de-gli areali tirrenici”.Secondo Lucio Colombo, mana-ger di Monsanto, “il mercato ri-cerca varietà a frutto verde perl’export oltre a varie tipologie lo-cali (romanesco, grey, bianco)per i mercati regionali. Noi comeMonsanto stiamo puntando suvarietà (verdi, bianche/libanesi,grey) resistenti a virus (ZYMV,WMV) per le coltivazioni prima-verili-estive di pieno campo e suvarietà (verdi) con resistenza allebasse temperature e capacità pro-duttiva elevata per le coltivazioniin coltura protetta (serra, tunnel,tunnellino) dove ci distinguiamocon President”. Ad ogni modo se-

condo Colombo le quote di mer-cato di produzione a pieno cam-po stanno diminuendo per viadella poca marginalità economi-ca, mentre aumentano quelle incoltura protetta (tunnellino) inperiodi (settembre-ottobre) dovela competizione europea ha unaflessione e il ciclo produttivo siallunga”. Per quanto riguarda le prospetti-ve per quest’anno, dopo un 2011complesso a causa del clima nontroppo favorevole, il manager diMonsanto sottolinea come il 2012abbia avuto un inverno molto ri-gido con produzioni in calo (larichiesta è stata notevole conprezzi alti ma il meteo avverso egli scioperi dei tir di inizio annohanno danneggiato il comparto),mentre per il pieno campo siprospetta un calo al Sud.Sconsolante infine l’analisi di unproduttore come Salvatore Del-l’Arte della cooperativa Aurora,operante nell’area di Pachino(Ragusa) dove coltiva lo zucchinosu una cinquantina di ettari,l’80% in tunnel e il 20% in serra,con una produzione di circa 7mila quintali (e raccolta che vada metà novembre a metà mar-zo). “La qualità del prodotto èbuona ma il mercato non rispon-de”, spiega il referente della coo-perativa siciliana, che conta 84soci, produce soprattutto pomo-dori con oltre 50mila quintali se-guiti dalle mini angurie (8-10 mi-la quintali, trend in crescita). “Lacampagna è iniziata male e fini-ta peggio, tra scioperi, freddo eprezzi ben al di sotto della media.Le quotazioni sono almeno del20% inferiori rispetto al 2011”.

Emanuele Zanini

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