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La Cina nel 2010 SCENARI E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE 2010

2010 - Corriere della Sera

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Fondazione Italia CinaDirezioneVia Clerici, 520121 Milano - ItaliaTel +39 02 72000000Fax +39 02 36561073

Sede di RomaVia Pasteur, 1000144 Roma - ItaliaTel +39 06 5903871Fax + 39 06 54211059

Sede di PechinoThe Ming Dynasty WallRelics Park, No.9,Chong Wen Men East Street,Chong Wen District,100062 Beijing,People’s Republic of ChinaTel: 0086 10 6522 9820Fax: 0086 10 6522 1560

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La Cina nel 2010SCENARI E PROSPETTIVE PER LE IMPRESE

2010

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1Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Indice 1

Prefazione 3

Introduzione 6

Quadro generale 13

Politica 17

Economia 21

Business 33

Implicazioni per le società italiane 49

Opportunità settoriali 55

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3Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Prefazione

Cesare Romiti - Presidente, Fondazione Italia Cina

La pubblicazione del rapporto annuale della Fondazione Italia Cina, “La Cina nel 2010:

scenari e prospettive per le imprese” è la prima dopo la creazione del Centro Studi per l’Im-

presa (CeSIF) costituito in seno alla Fondazione Italia Cina.

La scelta di pubblicare il rapporto a partire da quest’anno non è frutto del caso. Il 2010 è

un anno importante: la Cina sarà ancora una volta sotto i riflettori mondiali per l’organiz-

zazione di un grande evento, l’Esposizione Universale di Shanghai; celebriamo 40 anni di

relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica Popolare Cinese (1970-2010) e ricordiamo

la figura di Matteo Ricci, un gesuita italiano che ha contribuito allo sviluppo della Cina e

ad avvicinare i due Paesi.

Il rapporto risponde all’esigenza di fornire uno strumento alle imprese italiane che si af-

facciano al mercato cinese, che stanno valutando le strategie d’ingresso oppure che sono

già presenti con investimenti in Cina e che necessitano perciò di informazioni aggiornate

e di prospettiva. L’originalità - e qui sta il contributo della Fondazione - è che si tratta di

un rapporto di carattere previsionale, non una mera fotografia dello status quo. Tuttavia,

l’osservazione di tendenze storiche ed una solida conoscenza del contesto attuale ci hanno

consentito di sviluppare e proporre gli scenari qui esposti.

Il quadro complessivo dell’economia cinese è sicuramente positivo. Ancora una volta ai

primi segnali di crisi nell’ultimo quarto del 2008 si sono levate voci marcatamente pes-

simiste, se non catastrofiche, sulla futura tenuta dell’economia cinese, che hanno carat-

terizzato per lungo tempo gli sforzi di comprensione ed analisi relativi al Paese. Anche

in questa occasione, le previsioni negative non hanno trovato fondamento. La Cina non

solo ha dimostrato di crescere nel 2009 più o meno in linea con la crescita media degli

ultimi trent’anni di riforma, ma ha anche evidenziato la sua funzione di motore impre-

scindibile dell’economia globale, contribuendo in maniera sostanziale alla sua crescita in

un momento di contrazione delle economie sviluppate. Inoltre, la Cina ha evidenziato la

sua capacità di rispondere alla crisi in maniera rapida, efficace e vigorosa, con un piano

di stimolo senza precedenti (4 mila miliardi di yuan renminbi; 586 miliardi di dollari,

circa il 14% del PIL cinese), che ha consentito di far ripartire l’economia già dal secondo

trimestre del 2009 nonostante il forte calo delle esportazioni dovuto ad un crollo della do-

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

berto Quadrio Curzio, dedicano attenzione al ruolo geopolitico e geoeconomico della Cina

quale attore protagonista sulla scena mondiale e come competitor ed insieme partner per

Stati Uniti ed Europa.

La pubblicazione prevede cinque sezioni. Le prime tre riportano un’analisi di rischio

paese da un punto di vista politico, macroeconomico e di contesto ambientale. Le ultime

due sezioni espongono le principali implicazioni ed opportunità, anche settoriali, per le

imprese estere ed in particolare italiane, ma anche per l’Italia come Paese. Vorrei infine

sottolineare il valore strategico che rivestono tre temi chiave su cui concentriamo la nostra

attenzione nella parte finale del rapporto: l’attrazione di investimenti, turisti e studenti

cinesi in Italia - aree dove la Fondazione sta già realizzando interventi significativi.

In conclusione, l’economia cinese è da tenere in grande considerazione per le prospettive

promettenti e le opportunità crescenti che offre. Queste, è bene sottolinearlo, sono sicu-

ramente bi-direzionali, a rispecchiare l’evoluzione dell’economia cinese e la sua integra-

zione nell’economia globale.

Fino a poco tempo fa la Cina rappresentava soprattutto una piattaforma di produzione, ap-

provvigionamento ed esportazione, oggi è sempre più rilevante quale fonte di investimenti

diretti esteri e per il fatto che vi risiede una popolazione dinamica ed imprenditoriale che

rappresenta un quinto del pianeta ed ha la possibilità di studiare, viaggiare, investire e

lavorare all’estero.

manda nei suoi principali mercati. Le ultime proiezioni del Fondo Monetario Internazio-

nale stimano una crescita del 10% nel 2010 e del 9,7% nel 2011, rispetto ad una crescita

delle economie avanzate rispettivamente del 2,1% e del 2,4% ed una crescita globale

nei prossimi due anni del 3,9% e del 4,3%. La Cina supererà il Giappone nel corso del

2010 e diventerà la seconda economia del mondo. Il Paese ha grandi margini di crescita

in quanto si classifica 127° per reddito pro capite con 2,940 dollari USA ,- un sedicesimo

circa rispetto agli Stati Uniti.

Non vi è dubbio che la Cina dovrà affrontare grandi sfide nei prossimi anni. Ma forse è

per questo che i risultati sono ancora più sorprendenti. Si tratta di un’economia che sta

affrontando allo stesso tempo una transizione da Paese in via di sviluppo a Paese svilup-

pato, da un’economia pianificata ad un’economia di mercato, da prevalentemente agricola

ad industriale.

Il rapidissimo sviluppo economico ha causato rilevanti danni ambientali, ma anche una

maggiore coscienza sulla necessità di trovare un equilibrio tra le odierne esigenze di cre-

scita economica e la necessità di tutelare le future generazioni. Il Paese è nel pieno di

una riforma del sistema sanitario finalizzata ad estendere i servizi sanitari di base a tutti

i cittadini in maniera paritaria e di assicurare cure e farmaci a costi sostenibili. Il rapido

invecchiamento della popolazione, risultato della politica del figlio unico, determinerà

rilevanti conseguenze sociali ed economiche, in particolare la difficoltà di creare un siste-

ma pensionistico accessibile. La Cina dovrà inoltre generare una crescita economica tale

da garantire l’occupazione e soddisfare le aspettative di cittadini che in numeri crescenti

frequentano le istituzioni di studi superiori. Inoltre, dovrà fare in modo che la ricchezza

creata sia equamente distribuita. Infine dovrà creare le condizioni per una maggiore parte-

cipazione della popolazione alla vita politica e sociale del Paese quale potenziale valvola

di sfogo per il dissenso che potrà eventualmente sorgere in momenti di crisi.

La stabilità politica e macroeconomica e maggiori investimenti in welfare, istruzione, sa-

nità, contribuiranno a diminuire il risparmio precauzionale della popolazione, liberando

risorse per i consumi privati e contestualmente a ridurre il ruolo degli investimenti e delle

esportazioni nette quali principali fonti di crescita dell’economia cinese. Ne deriverà una

maggiore solidità e sostenibilità della crescita economica cinese. Ciò contribuirà in parte

a ridurre i correnti squilibri che caratterizzano l’economia globale.

I due saggi introduttivi al rapporto, elaborati dall’On. Gianni De Michelis e dal Prof. Al-

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Non a caso il piano governativo di stimoli economici della Cina è stato quello che ha dato i

risultati migliori, consentendo tra l’altro alla leadership cinese di poter attribuire a proprio

merito un contributo alla crescita mondiale che supera il 50%.

Certo ciò non consente ancora alla Cina di proclamarsi la nuova superpotenza neppure

sul terreno puramente economico, però sicuramente consentirà al Paese di rivolgersi al

resto del mondo e soprattutto agli Stati Uniti da pari a pari, avendo conquistato il diritto di

pretendere che gli altri tengano conto del suo punto di vista sui diversi dossier.

Dobbiamo quindi aspettarci un’azione cinese più assertiva sui vari terreni, a partire dal-

la questione ambientale e del commercio internazionale, ma soprattutto sulla questione

dell’ordine monetario.

D’altronde, sia pure in modo garbato, articolato e soft, non è un caso che il Governatore

della Banca Centrale Cinese abbia fatto conoscere per tempo il punto di vista del suo

Paese, addirittura all’inizio dell’anno ormai conclusosi, nel marzo del 2009 alla vigilia del

G20 di Londra, affermando con chiarezza due punti:

1. non è possibile che un’economia planetaria ormai globalizzata possa funzionare

sulla base di un’unica moneta governata dalle autorità, e quindi secondo gli inte-

ressi, di un solo Paese;

2. propugnando un nuovo ordine monetario da introdurre, sia pure con la massima

gradualità ed ovviamente comunque centrato sul dollaro, si dichiarava implicita-

mente disponibile ad accettare le regole del nuovo sistema monetario globale e

quindi a rendere convertibile lo yuan renminbi secondo una logica di mercato.

Il negoziato su questo tema (che appare come quello fondamentale per gettare le basi della

nuova governance dell’economia globale) non ha per ora fatto passi avanti (non diversa-

mente da altre trattative multilaterali, basti ricordare lo stallo di Doha e il sostanziale

fallimento di Copenaghen). Forse ciò era prevedibile considerando l’entità del sacrificio

che si richiede agli Stati Uniti. Tuttavia, è facile prevedere che quest’anno l’approccio

cinese, forte dei risultati raggiunti nel 2009 e quindi della più favorevole posizione che

essi vengono a ricoprire nel 2010, diventerà molto più assertivo. Gli obiettivi conseguiti

pongono la Cina in una condizione di vantaggio sul terreno della stabilità rispetto ai prin-

cipali competitor europei e nordamericani.

Introduzione

Gianni De Michelis - Presidente, Comitato Strategico Fondazione Italia Cina

Il 2009 è stato davvero l’anno della Cina. Proprio nell’anno in cui l’economia mondiale ha

toccato il suo punto più basso e ha rischiato di precipitare da una gravissima recessione in

una vera e propria depressione, la Cina ha saputo reagire meglio di ogni altro Paese e ha

chiuso l’anno con dei risultati che hanno sorpreso tutti e che ovviamente hanno dato una

mano assai consistente a tutto il resto del mondo.

La crescita economica nel 2009 ha sfiorato il 10%, superando lungamente l’obiettivo, che

era parso ambizioso all’inizio dell’anno, dell’8% e ovviamente in tal modo evitando di

scendere al di sotto del 7% che per i governanti cinesi rappresenta la soglia minima oltre

la quale il rischio di tensioni sociali, e quindi anche politiche, insopportabili, potrebbe

diventare reale.

Ovviamente ciò ha reso possibile il raggiungimento di altri primati, tra i quali i due più

significativi sono stati quelli del primato tra gli esportatori, spodestando la Germania, e

quelli del primo mercato automobilistico del mondo, spodestando americani e giapponesi.

Inoltre l’entità del suo Pil - nonostante resti misurato in yuan renminbi e perciò chiara-

mente sottovalutato - ha ormai raggiunto quello del Giappone, prefigurando per l’anno

appena iniziato un clamoroso sorpasso con largo anticipo sulle previsioni.

Come è stato da più parti sottolineato, l’ufficio studi della Goldman Sachs che, qualche

anno fa, coniando l’acronimo BRIC aveva posto per il 2050 il superamento delle economie

del G7 da parte delle nuove economie emergenti, sarà costretto ad ammettere di essersi

sbagliato, ma per difetto.

Sicuramente una tale performance è anche la conseguenza delle particolari caratteristiche di

una crisi che ha colpito soprattutto il sistema finanziario dei Paesi sviluppati, a differenza di

quello che era avvenuto alla fine degli anni ‘90 con la crisi russa e con quella delle economie

del sud-est asiatico, e certamente la Cina è stata avvantaggiata dalla cautela con la quale ha

governato nel primo decennio del XXI secolo l’apertura del suo sistema finanziario a quello

globale, ma nonostante ciò bisogna ammettere che il suo governo e la sua classe dirigente

hanno dato prova di una professionalità e di una competenza che molti non si aspettavano.

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La Cina: globalizzazione, materie prime, fondi sovrani

Alberto Quadrio Curzio - Preside, Facoltà di Scienze Politiche, Università Cattolica; Vice Presidente,

Accademia Nazionale dei Lincei; membro del Comitato Strategico, Fondazione Italia Cina

Ci sono vari modi per valutare la Cina e i suoi rapporti con i grandi Paesi sviluppati con conclusioni

che possono cambiare parecchio. In via di sintesi, indichiamone solo tre: quello di breve-medio ter-

mine della concorrenza della Cina alla manifattura dei Paesi sviluppati; quello di medio termine della

convenienza dei Paesi Sviluppati ad avere a basso prezzo prodotti e abbondante risparmio cinese per

una crescita a debito; quello di medio-lungo termine della convivenza della Cina con i Paesi Sviluppati

nell’interesse del sistema economico-finanziario mondiale. Concorrenza, convenienza, convivenza: 3C.

Modalità che devono coesistere se l’Umanità vuole proseguire nel suo sviluppo, essendo sbagliato,

oltreché pericoloso, il contrasto con la Cina.

Nel seguito non potremo analizzare queste modalità di rapporti e quindi ci limiteremo ad una riflessione

generale sulla globalizzazione ed a due approfondimenti sulle materie prime e sui fondi sovrani, con ri-

ferimento al posizionamento della Cina. Quanto alla globalizzazione, noi abbiamo in passato apprezzato

la sua fisiologia e criticato la sua deformazione patologica1 sostenendo che negli anni 2000 la stessa ha

subito un mutamento. Da una realtà in evoluzione positiva, ma da governare con adeguate Istituzioni,

è diventata un mito da condividere acriticamente: quello della “cornucopia”, che nella mitologia è

simbolo dell’abbondanza perpetua. Molti ritenevano che una grande dinamica si fosse affermata per

sempre: i Paesi Sviluppati si specializzavano nella economia immateriale e nella finanza mentre i Paesi

emergenti, ed in particolare la Cina, producevano manifattura a basso costo, magari in una combinazio-

ne di comunismo-capitalismo che era, essa stessa, una grande innovazione dalla quale sarebbe discesa

democrazia e ricchezza per tutti. Questi eccessi hanno avuto come loro principali attori la Cina e gli Usa

e come spettatori “ammirati” quasi tutti gli altri. Certamente gli squilibri mondiali si sono aggravati an-

che per la politica valutaria cinese che ha impedito una adeguata rivalutazione dello yuan, in tal modo

impedendo di contenere le esportazioni della Cina e di aumentare significativamente le esportazioni

verso la Cina. Si è così creato un grande squilibrio nell’economia mondiale dove poli geo-economici

(ma anche geo-politici e geo-strategici) non sono riconducibili alla microeconomia dei mercati con-

1 Si vedano, A. Quadrio Curzio, Globalizzazione: profili economici, in “Rendiconti Morali della Accademia Nazionale dei Lincei”, serie IX, volume X, Roma, 1999, pp.297-321; A. Quadrio Curzio, C. D’Adda, G. Mar-seguerra e S. Beretta, Riflessioni sulla globalizzazione della finanza: rischi, problemi e prospettive, documento elaborato per la Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, Città del Vaticano, Bollettino n. 6, 2001, pp. 17-39:A. Quadrio Curzio, La globalizzazione ci ucciderà?, in «La Rivista del Banco Popolare», n. 2, dicembre 2008, pp. 26-32 (pubblicato anche col titolo Dalla globalizzazione, alla crisi, alla ricostruzione, in «Notiziario della Banca Popolare di Sondrio», n. 108, dicembre 2008, pp. 6-11).

Una maggiore assertività cinese rappresenterà sicuramente un problema per gli ameri-

cani, ma potrebbe rivelarsi un’opportunità per gli europei se finalmente a Bruxelles (ma

anche a Berlino, a Londra, a Parigi e perché no a Roma) si riuscisse a capire come la crisi

abbia creato problemi e difficoltà alle nostre comunità, ma offra anche delle straordinarie

opportunità sulla base dei punti di forza che l’esperienza europea rappresenta ed incor-

pora (il know-how dell’integrazione e la valuta europea innanzitutto). Di qui un potenziale

vantaggio sugli americani nel difendere e rappresentare quei valori “occidentali” (liberal-

democrazia ed economia di mercato) che oggi sembrano in difficoltà.

Evidentemente, la premessa per comprendere fino in fondo le proprie opportunità e le

carte favorevoli di cui si dispone nell’affrontare la partita con competitor in parte nuovi è

la conoscenza degli altri attori. Sotto questo profilo, le informazioni che seguono su “La

Cina nel 2010” vengono sicuramente al momento giusto.

Page 8: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

La questione si amplia a tematiche strutturali che rendono necessario riflettere sull’equilibrio di lungo

periodo tra domanda e offerta di materie prime e risorse naturali e sui ritmi di crescita che non sempre

sono da massimizzare nel breve-medio termine, se si vuole restare su un sentiero di sviluppo nel lungo

termine, evitando crisi ricorrenti. Tutto ciò non è avvenuto in presenza di comportamenti virtuosi dei

Paesi Sviluppati e di altri Paesi emergenti, ragion per cui tutti debbono riesaminare le loro politiche.

Sui fondi sovrani abbiamo argomentato in un nostro recente studio2, al quale ci riferiamo qui nel segui-

to, che la Cina ha una rilevanza strategica e geopolitica sia per la dimensione dei suoi Fondi sovrani sia

come potenza economica mondiale.

La Cina ha istituito il fondo China Investment Corporation (Cic) nel settembre 2007 attribuendogli una

dotazione di 200 miliardi di dollari. Date le dimensioni del fondo e il ruolo della Cina di superpotenza

globale emergente, la nascita del CIC ha subito destato l’attenzione dei mercati finanziari e dei policy-

makers di molti paesi, soprattutto statunitensi. Ma da molte preoccupazioni iniziali si è passati, soprat-

tutto con la crisi finanziaria, ad un atteggiamento di grande apertura ai Fondi sovrani quali strumenti

per sorreggere molte traballanti entità finanziarie americane e di altri Paesi.

La creazione del Fondo sovrano cinese è il risultato di un dibattito durato circa due anni nel Paese e

riguardante l’utilizzo delle enormi e crescenti riserve valutarie accumulate nell’ultimo decennio a un

tasso di crescita mensile oscillante tra il 2 e il 4%. A fine 2007, esse ammontavano, secondo il Fondo

Monetario Internazionale, a circa 1.500 miliardi di dollari e, a fine 2008, a circa 1.950 miliardi di

dollari (secondo stime dell’“Economist”). L’accumulo di tali riserve è stato reso possibile grazie sia ai

surplus di bilancia commerciale verificatisi già dalla fine degli anni Novanta, sia ai flussi in entrata di

investimenti diretti dall’estero.

Il Cic è interamente posseduto dal governo cinese e riporta direttamente al Consiglio di Stato, il maggior

organo esecutivo e amministrativo del paese e al Premier.

Obiettivi dichiarati del Cic sono, in primo luogo, massimizzare i ritorni di lungo termine sugli investi-

menti, servendosi di un portafoglio di titoli esteri ben bilanciato, e, in secondo luogo, ricapitalizzare

importanti istituzioni finanziarie domestiche di proprietà statale contribuendo a incrementarne il valore.

Dal punto di vista geopolitico-strategico, rinviamo al dibattito sui Fondi sovrani elaborato nel saggio so-

pra citato dopo aver rilevato che una tesi centrale dello stesso è quella che Eurolandia dovrebbe creare

2 A. Quadrio Curzio e V. Miceli, I Fondi sovrani, Collana Farsi un’idea, Il Mulino, Bologna, 2009.

correnziali. Gli USA, che prima hanno beneficiato dello squilibrio, ne stanno adesso pagando il conto.

La crisi finanziaria ed economica del 2008 e 2009, tuttora non superata, sembra aver cambiato tutti

i paradigmi che si erano affermati nell’economia mondiale dopo il crollo dell’impero sovietico. C’è il

rischio che dalla globalizzazione si passi al protezionismo e dalla “sovranità” sregolata del mercato al

dirigismo statalista. Anche questo sarebbe un grosso guaio al quale bisogna sottrarsi.

Bisogna perciò ricostruire un sistema multipolare dove la UE deve trovare un rapporto nuovo con la

Cina, in un mondo che non deve diventare bipolare (G2) tra Cina e Usa.

Diversa è stata la posizione della UE che se, da un lato, ha espresso parecchie critiche alla Cina per i

suoi dumping (valutario, sociale, ambientale) e la sua concorrenza asimmetrica, da un altro lato, non

ha mantenuto verso la stessa una notevole capacità di esportazione. Gli USA si trovano nei confronti

della Cina in una posizione di forza-debolezza ad un tempo in cui la UE è in una posizione di parità-

complementarietà che può evolvere al meglio.

Su questo sfondo svolgiamo due riflessioni più specifiche su temi che abbiamo a lungo analizzato: quelli

delle materie prime e dei fondi sovrani.

Sulle materie prime, la dinamica della domanda dei Paesi emergenti ha impresso negli anni passati un

forte incremento dei prezzi che poi sono ripiegati con la crisi. In prospettiva, i prezzi ricominceranno a

crescere in quanto la crescita della Cina e di altri Paesi emergenti ed in via di sviluppo richiederà entità

crescenti di materie prime. È anche possibile che la crescita dei prezzi venga gonfiata da meccanismi

speculativi e sia generata dall’inflazione. Tuttavia, addossare la responsabilità di tutto ciò alla Cina è

fuorviante in quanto anche in passato si sono avuti cicli di aumento dei prezzi delle materie prime per

le cause sopra indicate. I modi per contrastare la scarsità delle materie prime e la pressione sui prezzi

sono l’innovazione sostitutiva, gli investimenti regolari e la riduzione delle intensità d’uso, tuttora troppo

alte in molti Paesi Sviluppati. Nel confronto tra spreco nei Paesi sviluppati e miglior utilizzo per far

crescere il reddito dei Paesi emergenti ed in via di sviluppo, la scelta non può essere che a favore della

seconda opzione.

Noi pensiamo che l’innovazione allenterà nel lungo periodo la scarsità delle materie prime consentendo

uno sviluppo sostenibile, ma per evitare forti oscillazioni nei prezzi è necessario un “Governo” fatto di

accordi internazionali vincolanti. Perché il problema della scarsità delle risorse naturali non ci pare

eludibile nel lungo periodo.

Page 9: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

13Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Quadro generale Nonostante un leggero calo negli ultimi

mesi del 2008 e nel primo trimestre del

2009 e nonostante la minor fiducia dei con-

sumatori, gli interventi di stimolo all’eco-

nomia in risposta alla crisi si sono rivelati

molto efficaci. Da aprile in poi, l’economia

si è ripresa, la fiducia dei consumatori è ri-

tornata velocemente e la crescita è riparti-

ta. La contrazione degli investimenti esteri

sembra essere inferiore alle aspettative,

dati i maggiori sforzi delle società straniere

di penetrare un mercato locale in espansio-

ne e probabilmente anche a causa di flussi

in ingresso di capitali a fini speculativi in

attesa di una rivalutazione della valuta lo-

cale. Le esportazioni hanno subito un calo

significativo nel primo trimestre ma sem-

brano poter recuperare terreno. L’inflazio-

ne non ha più costituito un problema dato

il calo dei prezzi alimentari e delle materie

prime a livello internazionale.

Il 2010 sarà un’altra annata positiva per la Cina con rischi limitati. L’eco-

nomia cinese continuerà a crescere rapi-

damente per tutto il 2010 ad un ritmo di

circa l’8-10%. Gli investimenti esteri po-

trebbero vedere un calo ma rimarranno

relativamente sostenuti, poiché le società

tenteranno maggiormente di raggiungere

il mercato locale in espansione. Le espor-

tazioni potrebbero toccare i livelli prece-

denti al 2009 ma nel complesso non preve-

diamo una crescita significativa. La Cina

potrebbe cominciare a lasciare rivalutare

nuovamente la propria valuta. Sarà un pro-

cesso graduale ma potrebbe raggiungere il

5-10% annuo. D’altro canto, l’inflazione

potrebbe riproporsi di nuovo come un pro-

blema nel corso dell’anno e potremmo assi-

stere all’esplosione di bolle speculative in

particolare nel settore immobiliare, a meno

che lo Stato non adotti tempestivamente le

misure opportune. In ogni caso, ritenia-

mo che il Governo abbia l’esperienza ed i

mezzi per affrontare queste problematiche.

Dal punto di vista politico, prevediamo che

il Governo rimanga stabile e concentri la

propria attenzione e le proprie attività con

l’obiettivo di stimolare degli investimenti e

dei consumi interni, cercando di porre un

freno al calo delle esportazioni. Si tratterà

di trovare un equilibrio politico interno e ci

attendiamo che potenti gruppi d’interesse

collegati alle grandi società statali cinesi

continueranno a sostenere i propri interes-

si particolari. Le riserve valutarie offrono

una leva significativa che il Governo potrà

utilizzare per controllare sia dinamiche po-

litiche interne sia, nello specifico, la politi-

ca economica.

Cina: destinazione obbligata per le so-cietà multinazionali. Nel contesto di una

crisi internazionale che ancora oggi mani-

festa i suoi effetti, la Cina si presenta come

il principale motore della crescita globale

grazie alla crescita dei consumi delle città

emergenti di seconda (second tier) e di ter-

za fascia (third tier). Il boom dei consumi

continuerà ad offrire nuove opportunità e

un Fondo Europeo garantito dall’oro del Sistema Europeo di Banche Centrali la cui solidità sarebbe in

grado di attirare molti capitali della Cina con modalità nuove e che potrebbero essere utili sia all’Europa

che alla Cina stessa.

In conclusione, la ristrutturazione dell’economia e della finanza mondiale è una necessità che andrà

perseguita non con il bilateralismo tra Stati Uniti e Cina, che devono di certo ridurre i loro simmetrici

squilibri, ma in un multilateralismo dove anche altri Paesi, in particolare l’Ue, devono e possono con-

tare in una logica di et-et ben diversa da quella dell’aut-aut troppo spesso applicata. In tutto ciò anche

i fondi sovrani possono dare un contributo, purché collocati in un corretto bilanciamento tra istituzioni

e mercati.

Se l’economia mondiale uscirà dalla crisi rafforzando la cooperazione internazionale anche attraverso la

riforma delle istituzioni fondate a Bretton Woods, allora è probabile che i Fondi sovrani decideranno di

applicare quei principi che sono stati elaborati per dare ordine (e cioè Principi di Santiago per i Paesi

eroganti e i Principi dell’Ocse per i Paesi riceventi). Tutto ciò andrà a vantaggio dello sviluppo mondiale

in una cooperazione tra sistemi economici pur molto diversi tra loro.

Se l’economia mondiale uscirà dalla crisi rafforzando il nazionalismo economico, sia per l’intervento

dello Stato nell’economia sia per le barriere frapposte verso l’esterno dalle singole nazioni, allora i Fondi

sovrani non avranno vita facile, pur non escludendosi accordi specifici tra singoli paesi sviluppati e

singoli Fondi sovrani in forma di cooperazione tra Stati, piuttosto che di mercato.

C’è chi dice che per evitare crisi ricorrenti ci vorrebbe una nuova “Bretton Woods”. Non sappiamo se

sia così, ma questo richiamo ci spinge ad un’ultima osservazione relativamente all’oro3 che in quella

storica riforma del sistema monetario e finanziario mondiale ebbe un grande ruolo. La Cina è stata nel

2008 il più importante produttore di oro del mondo superando il Sudafrica ed ha accumulato riserve

ufficiali per più di 1.000 tonnellate con un’operazione graduale ma determinata, ed in parte non rile-

vata dai mercati, fino alla dichiarazione ufficiale. Questa scelta fa capire come la Cina perseguirà una

diversificazione delle sue enormi riserve valutarie di dollari andando su materie prime, oro compreso,

che vengono prezzate nella valuta Usa. Ma anche l’euro e titoli denominati in questa valuta diverranno

sempre più importanti se la Ue e la Unione economica e monetaria rafforzeranno la loro identità.

3 Segnaliamo qui che il volume da noi edito dal titolo, The gold problem. Economic perspectives, Oxford University Press, Oxford, 1982 è stato tradotto in Cinese nel 1988. Che fosse questo un segno anticipato dell’interesse della Cina per l’oro?

Page 10: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Tabella 1: Panoramica di rischio paese

al mercato interno rispetto all’export, a raggiungere efficienze operative, ad adattare il

modello manageriale ed a puntare ad una rapida espansione.

Tabella 1: Panoramica di rischio paese

PANORAMICA DI RISCHIO PAESE - 2010

Are

a Rischio Livello Valutazione

Potere delle autorità locali Probabile Prevediamo che l’influenza delle autorità locali aumenti nel tempo.

Tensioni sindacali tra UE, USA e Cina

Probabile

L’accesso al mercato, la protezione del mercato e la qualità saranno le problematiche principali del 2010. USA e UE subiranno pressioni dal proprio elettorato per mantenere una linea di rigore nei rapporti con la Cina.

Po

litic

a

Conflitto su Taiwan Improbabile

Un conflitto aperto è improbabile poiché recherebbe danni irreparabili alle due economie, oggi fortemente interconnesse ed ai rapporti tra USA e CINA ritenuti strategici.

Inflazione Probabile Le pressioni inflazionistiche riemergeranno e l’inflazione si attesterà attorno al 4-5%.

Protezionismo CertoLa Cina proteggerà e sosterrà sempre di più l‘industria nazionale con conseguenti maggiori difficoltà di accesso al mercato in numerosi settori, in particolare quelli considerati “strategici”.

Ambiente e risparmio energetico

ProbabileIl controllo dell’inquinamento e l’efficienza energetica sono prioritari sia a livello centrale sia a livello locale con conseguente necessità di monitoraggio e costi aggiuntivi.

Maggiori barriere non tariffarie

Probabile

Nonostante la Cina continuerà a rispettare i propri impegni nel contesto dell’adesione alla WTO, introdurrà ulteriori barriere non tariffarie, in particolare relative all’accesso al mercato (es. necessità di legarsi ad operatori locali) e agli standard (es. di sicurezza, fitosanitari, qualità ecc…).

Instabilità sociale Probabile ma controllata

Data la maggiore disparità di reddito, la disoccupazione e la corruzione, saranno più numerose le proteste a breve termine. Riteniamo che queste agitazioni rimarranno sotto controllo, finché la crescita economica rimarrà su livelli ragionevoli (obiettivo dichiarato è l’8%).

Rivalutazione della valuta

ProbabileSi prevede una rivalutazione del 5-10%, dipenderà dall’evoluzione del dollaro USA (a cui lo Yuan RMB è ancora legato) e dal contesto economico cinese (la dinamicità delle esportazioni in particolare).

Eco

no

mia

Problemi di esportazione

Probabile La ripresa delle esportazioni, su livelli prossimi al 2008, è possibile (crescita del 10% nel 2009) ma non si prevede un’ulteriore crescita.

influenzerà le dinamiche competitive in

molti settori. La maggior parte delle socie-

tà a partecipazione estera in Cina stanno

registrando risultati economici e ottenendo

margini crescenti. Con un ulteriore svilup-

po del mercato, le opportunità risulteranno

maggiori. Tuttavia, le opportunità crescono

proporzionalmente alle sfide operative che

le società multinazionali dovranno affron-

tare.

L’operatività è cruciale. Le sfide chiavi

per le società estere risiedono nelle attivi-

tà di gestione e nell’operatività quotidia-

na, nel garantire margini e nel costruire e

mantenere una solida squadra.

Le società cinesi sono tradizionalmen-

te sostenute e tutelate dal Governo e per

questo motivo si pongono come competitor

rilevanti continuando a presidiare i mer-

cati, puntando principalmente sulla con-

correnza nei prezzi e spingendo al ribasso

i margini già negativamente influenzati

dall’aumento dei costi operativi, ormai non

più circoscritto solo alle risorse umane.

Queste, che costituiscono da sempre una

sfida per le imprese che operano in Cina,

diventeranno sempre più un problema, in

quanto le società multinazionali e cinesi

si contendono i migliori profili. In questo

contesto, migliorare l’operatività diventa

di importanza fondamentale per poter ave-

re successo: dall’approvvigionamento, alla

logistica, ai processi di produzione (a fron-

te dell’aumento dei costi), alla ristruttura-

zione della produzione e alla distribuzione.

Le prospettive per le società estere.

Sono poche le società estere che si adat-

tano ad un ambiente così dinamico. Quel-

lo che risulta chiaro è che si tratta di un

contesto ambientale estremamente fluido e

le società che non riusciranno a rispondere

al cambiamento non riusciranno a cogliere

le grandi opportunità che offre il mercato.

L’attenzione delle società multinazionali

dovrà essere rivolta maggiormente al mer-

cato interno rispetto all’export, a raggiun-

gere efficienze operative, ad adattare il

modello manageriale ed a puntare ad una

rapida espansione.

Page 11: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Aumento dei costi Probabile

I costi ricominceranno ad aumentare proporzionalmente all’aumento del costo del lavoro. In considerazione della convenienza relativa alle aree dell’interno e occidentali della Cina, alcuni investitori esteri valuteranno la possibilità di spostare tutte o parte della loro attività verso Ovest.

Discrezionalità e opacità nella gestione della cosa pubblica

Sicuro

L’ambiente economico cinese si sta sviluppando in maniera estremamente dinamica con l’entrata in vigore di nuovi atti legislativi e regolamenti di primaria importanza. I Governi locali spesso non hanno le risorse e la volontà politica di recepire questi cambiamenti e le società estere dovranno prepararsi ad affrontare sub-mercati locali caratterizzati da una diversa interpretazione delle normative.

Carenza di personale qualificato

Sicuro

Continua ad essere forte la richiesta e la competizione relativamente al personale di livello medio-alto, nonché per il personale tecnico qualificato e i responsabili acquisti. Anche i livelli salariali della manodopera nelle aree costiere stanno aumentando velocemente.

Bu

sin

ess

Forte concorrenza locale

Sicuro ed in crescita

L’ambiente economico ultra-competitivo causato dalla forte concorrenza delle società cinesi causerà una compressione dei margini anche per alcuni prodotti a più elevato contenuto tecnologico, dove la competizione locale è al momento assente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Equilibrio tra interessi contrastanti

Politica

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

colloca perciò come un attore responsabile

(responsible stakeholder), oltre che fonda-

mentale nella gestione della governance

globale, in particolare con riferimento alla

riscrittura delle regole che reggeranno la

futura economia mondiale, alla gestione di

tematiche quali l’ambiente e a crisi di por-

tata internazionale con Paesi come Corea

del Nord e Iran.

I rapporti commerciali con Stati Uniti e

Unione Europea sono complessi e sono

da inquadrare in un contesto più ampio

di problematiche politiche e commerciali.

Tra quest’ultime rientrano non solo l’ac-

cesso al mercato, cioè un trattamento non

discriminatorio (in termini WTO un “trat-

tamento nazionale”) per le società multi-

nazionali in Cina, il controllo della qualità

delle esportazioni cinesi ed il surplus com-

merciale della Cina, ma anche il coinvol-

gimento diretto del Paese nell’affrontare

la crisi economica e finanziaria globale,

nonché il supporto e l’intervento della

Cina per la risoluzione di crisi politiche di

portata internazionale. Alla luce della ten-

denza protezionistica prevalente in Cina e

altrove, tipica risposta in momenti di crisi

economica, prevediamo un’alternanza di

tensioni e negoziazioni. Il motivo risiede

nei divergenti interessi di élite politiche ed

elettorato nei confronti della Cina preva-

lenti nel mondo occidentale. Per ragioni di

politica interna, Europa e Stati Uniti non

potranno apparire eccessivamente conci-

lianti nell’ambito di dispute commerciali.

L’amministrazione Hu Jintao - Wen Jiabao

ha mantenuto salda la sua posizione di po-

tere dopo una positiva gestione dell’evento

olimpico del 2008 e della crisi economica

globale. Tuttavia, la crescente influenza

dei gruppi di interesse delle società statali

renderà sempre più difficile adottare deci-

sioni politiche efficaci. Ciò non manifeste-

rà i suoi effetti nel breve-medio termine,

ma un contesto politico opaco che agevola

forti gruppi di interesse e la corruzione (si

veda tabella 2) che ne può derivare potreb-

bero danneggiare nel lungo termine la sta-

bilità del paese.

Tabella 2: Classifica in base all’Indice di percezione della corruzione.

L’amministrazione Hu Jintao – Wen Jiabao ha mantenuto salda la sua posizione di potere dopo una positiva gestione dell’evento olimpico del 2008 e della crisi economica globale. Tuttavia, la crescente influenza dei gruppi di interesse delle società statali renderà sempre più difficile adottare decisioni politiche efficaci. Ciò non manifesterà i suoi effetti nel breve-medio termine, ma un contesto politico opaco che agevola forti gruppi di interesse e la corruzione (si veda tabella 2) che ne può derivare potrebbero danneggiare nel lungo termine la stabilità del paese.

Tabella 2: Classifica in base all’Indice di percezione della corruzione.

Classifica Paese Indice 2009* 1 Nuova Zelanda 9,4 2 Danimarca 9,3 3 Singapore 9,2 3 Svezia 9,2 5 Svizzera 9,0 19 USA 7,5 63 Italia 4,3 79 Cina 3,6 180 Somalia 1,1 *Corruption Perception Index

0 percezione massima di corruzione; 10 corruzione minima

Fonte: Transparency International

L’obiettivo principale dell’attuale dirigenza politica è riparare i danni sociali e ambientali causati da 30 anni di crescita, mantenendo però uno sviluppo economico relativamente rapido. La creazione di una “società armonica” d’ispirazione socialista è l’obiettivo dichiarato nell’ultimo piano quinquennale. Il Governo intende mantenere una crescita di almeno il 7-8%, concentrando al contempo i propri sforzi per migliorare la governance e ridurre la corruzione, ampliare la copertura previdenziale, migliorare il sistema sanitario e l’istruzione, tutelare l’ambiente, nonché ridurre il divario di reddito tra la campagna e le città e tra aree geografiche del Paese. Per raggiungere questo obiettivo, il Governo dovrà superare la crescente resistenza di una coalizione di gruppi di interesse che si avvantaggiano dello status quo, tra cui le autorità locali, alcuni esponenti politici e le influenti società a partecipazione statale, nonché i ministeri di riferimento. Il pacchetto di incentivi statali del 2008-2009 ha ulteriormente rafforzato questi gruppi che favoriscono gli interessi delle imprese

di Stato, il protezionismo, le barriere all’ingresso del mercato, più in generale una maggiore ingerenza del Governo nell’economia. Il CeSIF ritiene che questa sia una tendenza in atto almeno nel breve-medio termine, che non creerà ostacoli alle società estere e cinesi (private) ma potrebbe portare, in prospettiva, ad un’instabilità sociale ed economica, data la crescente delusione ed insoddisfazione della classe media.

Sulla scena internazionale, la Cina presterà sempre maggiore attenzione alla propria immagine, con l’intento di non rappresentare una minaccia per l’ordine mondiale ed un challenger degli Stati Uniti, ma piuttosto come un Paese in via di sviluppo la cui priorità è il miglioramento delle condizioni di vita della sua popolazione. La Cina si colloca perciò come un attore responsabile (responsible stakeholder), oltre che fondamentale nella gestione della governance globale, in particolare con riferimento alla riscrittura delle regole che reggeranno la futura economia mondiale, alla gestione di tematiche quali l’ambiente e a crisi di portata internazionale con Paesi come Corea del Nord e Iran.

I rapporti commerciali con Stati Uniti e Unione Europea sono complessi e sono da inquadrare in un contesto più ampio di problematiche politiche e commerciali. Tra quest’ultime rientrano non solo l’accesso al mercato, cioè un trattamento non discriminatorio (in termini WTO un “trattamento nazionale”) per le società multinazionali in Cina, il controllo della qualità delle esportazioni cinesi ed il surplus commerciale della Cina, ma anche il coinvolgimento diretto del Paese nell’affrontare la crisi economica e finanziaria globale, nonché il supporto e l’intervento della Cina per la risoluzione di crisi politiche di portata internazionale. Alla luce della tendenza protezionistica prevalente in Cina e altrove, tipica risposta in momenti di crisi economica, prevediamo un’alternanza di tensioni e negoziazioni. Il motivo risiede nei divergenti interessi di élite politiche ed elettorato nei confronti della Cina prevalenti nel mondo occidentale. Per ragioni di politica interna, Europa e Stati Uniti non potranno apparire eccessivamente concilianti nell’ambito di dispute commerciali.

Fonte: Transparency International

L’obiettivo principale dell’attuale diri-

genza politica è riparare i danni sociali e

ambientali causati da 30 anni di crescita,

mantenendo però uno sviluppo economico

relativamente rapido. La creazione di una

“società armonica” d’ispirazione socialista

è l’obiettivo dichiarato nell’ultimo piano

quinquennale. Il Governo intende mante-

nere una crescita di almeno il 7-8%, con-

centrando al contempo i propri sforzi per

migliorare la governance e ridurre la corru-

zione, ampliare la copertura previdenziale,

migliorare il sistema sanitario e l’istru-

zione, tutelare l’ambiente, nonché ridurre

il divario di reddito tra la campagna e le

città e tra aree geografiche del Paese. Per

raggiungere questo obiettivo, il Governo

dovrà superare la crescente resistenza di

una coalizione di gruppi di interesse che

si avvantaggiano dello status quo, tra cui

le autorità locali, alcuni esponenti politi-

ci e le influenti società a partecipazione

statale, nonché i ministeri di riferimento.

Il pacchetto di incentivi statali del 2008-

2009 ha ulteriormente rafforzato questi

gruppi che favoriscono gli interessi delle

imprese di Stato, il protezionismo, le bar-

riere all’ingresso del mercato, più in gene-

rale una maggiore ingerenza del Governo

nell’economia. Il CeSIF ritiene che questa

sia una tendenza in atto almeno nel breve-

medio termine, che non creerà ostacoli alle

società estere e cinesi (private) ma potreb-

be portare, in prospettiva, ad un’instabilità

sociale ed economica, data la crescente

delusione ed insoddisfazione della classe

media.

Sulla scena internazionale, la Cina preste-

rà sempre maggiore attenzione alla propria

immagine, con l’intento di non rappresen-

tare una minaccia per l’ordine mondiale ed

un challenger degli Stati Uniti, ma piutto-

sto come un Paese in via di sviluppo la cui

priorità è il miglioramento delle condizioni

di vita della sua popolazione. La Cina si

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

2010: un anno positivo con un rischio limitato

Economia

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Bolle speculative: particolare attenzione al settore immobiliarePer il 2010 non prevediamo il sorgere di

bolle speculative nel mercato azionario di

Shanghai o Shenzhen. Tuttavia, l’impatto

dell’esplosione di una simile bolla specu-

lativa sarebbe limitato. Questo è conferma-

to dalla precedente esperienza del 2008,

quando gli indici del mercato azionario ci-

nese hanno subito una significativa contra-

zione. Nonostante un rapporto prezzo/utile

per azione che ha visto un crollo da 70 a

20, l’impatto dello scoppio di questa bolla

è stato limitato, in considerazione del fatto

che il mercato azionario cinese continua a

rimanere relativamente isolato dall’econo-

mia reale.

Per quanto riguarda il panorama del set-

tore immobiliare, la situazione appare di-

versa. Le probabilità del formarsi di una

bolla speculativa sono maggiori, come ri-

sultato di significativi e continui aumenti

di prezzo nella seconda metà del 2009.

Inoltre, l’impatto di un crollo in questo

settore risulterebbe più forte e più signi-

ficativo e potrebbe intaccare sensibilmen-

te la fiducia dei consumatori. Si prevede

tuttavia che il Governo dedicherà grande

attenzione a monitorare la situazione e che,

come in passato, adotterà tempestivamen-

te una politica restrittiva per raffreddare il

settore.

Figura 2: Indici dei prezzi reali dei beni immobili in Cina (anno precedente = 100)

 

Figura 2: Indici dei prezzi reali dei beni immobili in Cina (anno precedente = 100)

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2009

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Nazionale Pechino Shanghai

Fonte: China Statistics Bureau

Figura 3: Valore e volume delle vendite immobiliari

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Valore delle vendite immobiliari(miliardi RMB )Volume vendite immobiliari (milioni m2)

Fonte: China Statistics Bureau

Le città emergenti trainano i consumi

La principale fonte di crescita dell’economia cinese rimangono gli investimenti finanziati in larga parte dal risparmio interno, mentre i consumi rappresentano solamente il 36% circa del PIL rispetto al 71% degli USA. Tuttavia, con le esportazioni in affanno sulla scia della crisi finanziaria, il Governo sta dedicando maggiore attenzione ai consumi interni come motore per una crescita economica sostenibile.

Figura 4: Indice dei prezzi azionari (Shanghai Stock Exchange SSE Composite Index) 2008-2010

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n-10

Fonte: Shanghai Stock Exchange

In realtà, l’attuale boom dei consumi interni cinesi è riuscito a mantenere lo slancio osservato negli scorsi anni, nonostante la crisi. I dati ufficiali dei consumi per il 2008 indicano un rialzo su base annua del 15,7%, con un ulteriore 17% previsto per il 2009 (si veda la figura 5). Allo stesso modo, le vendite al dettaglio sono cresciute del 21,6% nel 2008, con un ulteriore 17% previsto per il 2009. Le multinazionali hanno storicamente focalizzato le proprie attività sulle 38 città principali (città di prima e seconda fascia) della Cina. Attualmente risultano di potenziale interesse le emergenti 600 città di fascia inferiore (terza e quarta fascia) e dal 2010 in poi migliaia di città (definite convenzionalmente di quinta e sesta fascia), potranno essere oggetto di specifiche strategie d’ingresso da parte di società estere. Questo amplia enormemente le dimensioni del mercato potenziale per molti beni di consumo ma pone anche nuove sfide in termini di offerta, marketing, distribuzione e concorrenza.

I consumi sono trainati dalla crescita esplosiva della classe medio-bassa (reddito annuo tra i 4.000 ed i 12.000 dollari USA), che vedrà una

Fonte: China Statistics Bureau

Figura 3: Valore e volume delle vendite immobiliari

 

Figura 2: Indici dei prezzi reali dei beni immobili in Cina (anno precedente = 100)

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Nazionale Pechino Shanghai

Fonte: China Statistics Bureau

Figura 3: Valore e volume delle vendite immobiliari

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Valore delle vendite immobiliari(miliardi RMB )Volume vendite immobiliari (milioni m2)

Fonte: China Statistics Bureau

Le città emergenti trainano i consumi

La principale fonte di crescita dell’economia cinese rimangono gli investimenti finanziati in larga parte dal risparmio interno, mentre i consumi rappresentano solamente il 36% circa del PIL rispetto al 71% degli USA. Tuttavia, con le esportazioni in affanno sulla scia della crisi finanziaria, il Governo sta dedicando maggiore attenzione ai consumi interni come motore per una crescita economica sostenibile.

Figura 4: Indice dei prezzi azionari (Shanghai Stock Exchange SSE Composite Index) 2008-2010

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Fonte: Shanghai Stock Exchange

In realtà, l’attuale boom dei consumi interni cinesi è riuscito a mantenere lo slancio osservato negli scorsi anni, nonostante la crisi. I dati ufficiali dei consumi per il 2008 indicano un rialzo su base annua del 15,7%, con un ulteriore 17% previsto per il 2009 (si veda la figura 5). Allo stesso modo, le vendite al dettaglio sono cresciute del 21,6% nel 2008, con un ulteriore 17% previsto per il 2009. Le multinazionali hanno storicamente focalizzato le proprie attività sulle 38 città principali (città di prima e seconda fascia) della Cina. Attualmente risultano di potenziale interesse le emergenti 600 città di fascia inferiore (terza e quarta fascia) e dal 2010 in poi migliaia di città (definite convenzionalmente di quinta e sesta fascia), potranno essere oggetto di specifiche strategie d’ingresso da parte di società estere. Questo amplia enormemente le dimensioni del mercato potenziale per molti beni di consumo ma pone anche nuove sfide in termini di offerta, marketing, distribuzione e concorrenza.

I consumi sono trainati dalla crescita esplosiva della classe medio-bassa (reddito annuo tra i 4.000 ed i 12.000 dollari USA), che vedrà una

Fonte: China Statistics Bureau

Le città emergenti trainano i consumiLa principale fonte di crescita dell’econo-

mia cinese rimangono gli investimenti fi-

nanziati in larga parte dal risparmio inter-

no, mentre i consumi rappresentano sola-

mente il 36% circa del PIL rispetto al 71%

degli USA. Tuttavia, con le esportazioni in

affanno sulla scia della crisi finanziaria, il

Governo sta dedicando maggiore attenzio-

ne ai consumi interni come motore per una

crescita economica sostenibile.

2010: crescita sostenuta e limitato potenziale di rischioLa crescita si è attestata all’8,7% nel 2009,

leggermente inferiore alla media di lungo

periodo registrata negli ultimi trent’anni.

Grazie al successo del piano di stimolo

all’economia e in considerazione del ritor-

no ad una crescita sostenuta nel secondo

semestre del 2009, con ogni probabilità

questa tendenza continuerà nel 2010. Mol-

te misure di stimolo rimarranno attive an-

che nel 2010 e le imprese utilizzeranno i

finanziamenti e realizzeranno i progetti e

le commesse ottenuti in precedenza. I con-

sumi hanno mostrato una ripresa partico-

larmente positiva e il CeSIF prevede che

continueranno a crescere ad un ritmo più

elevato del Pil. Le esportazioni non saran-

no più il motore della crescita economica

ma, come nel 2009, nemmeno ne limite-

ranno l’espansione. L’inflazione, una delle

principali problematiche dall’inizio del

2008, è tornata sotto controllo nel corso del

2009 fino a diventare di segno negativo, a

causa del crollo dei prezzi internazionali

delle materie prime (si veda figura 1).

I rischi di un potenziale ribasso sono li-

mitati e molto probabilmente non inci-

deranno sul quadro complessivo. L’infla-

zione potrebbe impennarsi nuovamente

per la massiccia immissione di liquidità

nell’economia, attestandosi attorno al

4-5%. Proprio l’eccesso di liquidità e le

relazioni privilegiate tra banche ed im-

prese di Stato potranno causare il ritorno

di rilevanti crediti inesigibili. Tuttavia, le

banche sono molto più solide di qualche

anno fa e dovrebbero essere in grado di

far fronte a questo tipo di problematiche.

Il settore immobiliare manifesta da tempo

segnali evidenti di bolle speculative ed il

Governo dovrà nuovamente intervenire at-

tuando misure opportune per raffreddare il

settore, senza incidere sulla crescita eco-

nomica complessiva. Si tratta di trovare un

equilibrio, la Cina ha dimostrato in passato

di potervi riuscire in maniera encomiabile.

Un altro problema da tenere in debita con-

siderazione è l’annoso tema della rivaluta-

zione della valuta cinese.

Nel complesso, pensiamo che il 2010 sarà un

anno positivo e benché vi siano alcuni rischi,

il Governo ha la comprovata esperienza, la

capacità ed i mezzi (si vedano ad esempio le

riserve valutarie) nonché la volontà per af-

frontare con successo eventuali problemati-

che che si dovessero manifestare.

Figura 1: Differenziale dei prezzi al consumo, 2001-2009

2010: crescita sostenuta e limitato potenziale di rischio

La crescita si è attestata all’8,7% nel 2009, leggermente inferiore alla media di lungo periodo registrata negli ultimi trent’anni. Grazie al successo del piano di stimolo all’economia e in considerazione del ritorno ad una crescita sostenuta nel secondo semestre del 2009, con ogni probabilità questa tendenza continuerà nel 2010. Molte misure di stimolo rimarranno attive anche nel 2010 e le imprese utilizzeranno i finanziamenti e realizzeranno i progetti e le commesse ottenuti in precedenza. I consumi hanno mostrato una ripresa particolarmente positiva e il CeSIF prevede che continueranno a crescere ad un ritmo più elevato del Pil. Le esportazioni non saranno più il motore della crescita economica ma, come nel 2009, nemmeno ne limiteranno l’espansione. L’inflazione, una delle principali problematiche dall’inizio del 2008, è tornata sotto controllo nel corso del 2009 fino a diventare di segno negativo, a causa del crollo dei prezzi internazionali delle materie prime (si veda figura 1).

I rischi di un potenziale ribasso sono limitati e molto probabilmente non incideranno sul quadro complessivo. L’inflazione potrebbe impennarsi nuovamente per la massiccia immissione di liquidità nell’economia, attestandosi attorno al 4-5%. Proprio l’eccesso di liquidità e le relazioni privilegiate tra banche ed imprese di Stato potranno causare il ritorno di rilevanti crediti inesigibili. Tuttavia, le banche sono molto più solide di qualche anno fa e dovrebbero essere in grado di far fronte a questo tipo di problematiche. Il settore immobiliare manifesta da tempo segnali evidenti di bolle speculative ed il Governo dovrà nuovamente intervenire attuando misure opportune per raffreddare il settore, senza incidere sulla crescita economica complessiva. Si tratta di trovare un equilibrio, la Cina ha dimostrato in passato di potervi riuscire in maniera encomiabile. Un altro problema da tenere in debita considerazione è l’annoso tema della rivalutazione della valuta cinese.

Nel complesso, pensiamo che il 2010 sarà un anno positivo e benché vi siano alcuni rischi, il Governo ha la comprovata esperienza, la capacità ed i mezzi (si vedano ad esempio le riserve valutarie) nonché la volontà per affrontare con

successo eventuali problematiche che si dovessero manifestare.

Figura 1:Differenziale dei prezzi al consumo, 2001-2009

-3%-2%-1%0%1%2%3%4%5%6%7%8%9%

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Jul(0

9)

Aug

(09)

Fonte: China Statistics Yearbook, China Statistics Bureau

Bolle speculative: particolare attenzione al settore immobiliare

Per il 2010 non prevediamo il sorgere di bolle speculative nel mercato azionario di Shanghai o Shenzhen. Tuttavia, l’impatto dell’esplosione di una simile bolla speculativa sarebbe limitato. Questo è confermato dalla precedente esperienza del 2008, quando gli indici del mercato azionario cinese hanno subito una significativa contrazione. Nonostante un rapporto prezzo/utile per azione che ha visto un crollo da 70 a 20, l’impatto dello scoppio di questa bolla è stato limitato, in considerazione del fatto che il mercato azionario cinese continua a rimanere relativamente isolato dall’economia reale.

Per quanto riguarda il panorama del settore immobiliare, la situazione appare diversa. Le probabilità del formarsi di una bolla speculativa sono maggiori, come risultato di significativi e continui aumenti di prezzo nella seconda metà del 2009. Inoltre, l’impatto di un crollo in questo settore risulterebbe più forte e più significativo e potrebbe intaccare sensibilmente la fiducia dei consumatori. Si prevede tuttavia che il Governo dedicherà grande attenzione a monitorare la situazione e che, come in passato, adotterà tempestivamente una politica restrittiva per raffreddare il settore.

Fonte: China Statistics Yearbook, China Statistics Bureau

Page 15: 2010 - Corriere della Sera

24Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

25Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Figura 5: Consumi annui pro capite (RMB)

crescita dagli attuali 100-200 milioni a 500-600 milioni di persone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si prevede che il principale driver della domanda sarà la crescita della classe medio-alta (redditi annui superiori a 12.000 dollari USA), destinata ad espandersi dagli attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa nello stesso periodo (si veda figura 7). Si tratta di una popolazione di dimensioni pari ad un paese come la Germania.

Il boom dei consumi cinesi è di proporzioni senza precedenti e avrà sicuramente un impatto globale. I grafici seguenti presentano alcuni esempi delle sue prevedibili conseguenze. La Cina è diventata nel corso del 2009 il principale mercato automobilistico del mondo (figura 9) con la vendita di 13,5 milioni di veicoli dopo 100 anni di primato americano ed ha raggiunto la prima posizione anche nella vendita di telefoni cellulari e nel numero di utenti internet.

Figura 5: Consumi annui pro capite (RMB) 

-15%

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Famiglie residenti in aree urbaneFamiglie residenti in aree ruraliVariazione consumi urbani in %Variazione consumi rurali in %

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 6: Valore al dettaglio dei beni di consumi in miliardi RMB

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8.000

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Miliardi di RMB Variazione in % a/a

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 7: Classe media cinese, 2006-2020

Fonte: CeSIF

Figura 8: le principali 100 città della Cina (T1+ T2 +T3) e 15 aggregati cittadini

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Fonte: CeSIF

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 6: Valore al dettaglio dei beni di consumi in miliardi RMB

crescita dagli attuali 100-200 milioni a 500-600 milioni di persone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si prevede che il principale driver della domanda sarà la crescita della classe medio-alta (redditi annui superiori a 12.000 dollari USA), destinata ad espandersi dagli attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa nello stesso periodo (si veda figura 7). Si tratta di una popolazione di dimensioni pari ad un paese come la Germania.

Il boom dei consumi cinesi è di proporzioni senza precedenti e avrà sicuramente un impatto globale. I grafici seguenti presentano alcuni esempi delle sue prevedibili conseguenze. La Cina è diventata nel corso del 2009 il principale mercato automobilistico del mondo (figura 9) con la vendita di 13,5 milioni di veicoli dopo 100 anni di primato americano ed ha raggiunto la prima posizione anche nella vendita di telefoni cellulari e nel numero di utenti internet.

Figura 5: Consumi annui pro capite (RMB) 

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Famiglie residenti in aree urbaneFamiglie residenti in aree ruraliVariazione consumi urbani in %Variazione consumi rurali in %

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 6: Valore al dettaglio dei beni di consumi in miliardi RMB

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Miliardi di RMB Variazione in % a/a

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 7: Classe media cinese, 2006-2020

Fonte: CeSIF

Figura 8: le principali 100 città della Cina (T1+ T2 +T3) e 15 aggregati cittadini

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Fonte: CeSIF

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 7: Classe media cinese, 2006-2020crescita dagli attuali 100-200 milioni a 500-600 milioni di persone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si prevede che il principale driver della domanda sarà la crescita della classe medio-alta (redditi annui superiori a 12.000 dollari USA), destinata ad espandersi dagli attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa nello stesso periodo (si veda figura 7). Si tratta di una popolazione di dimensioni pari ad un paese come la Germania.

Il boom dei consumi cinesi è di proporzioni senza precedenti e avrà sicuramente un impatto globale. I grafici seguenti presentano alcuni esempi delle sue prevedibili conseguenze. La Cina è diventata nel corso del 2009 il principale mercato automobilistico del mondo (figura 9) con la vendita di 13,5 milioni di veicoli dopo 100 anni di primato americano ed ha raggiunto la prima posizione anche nella vendita di telefoni cellulari e nel numero di utenti internet.

Figura 5: Consumi annui pro capite (RMB) 

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Famiglie residenti in aree urbaneFamiglie residenti in aree ruraliVariazione consumi urbani in %Variazione consumi rurali in %

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 6: Valore al dettaglio dei beni di consumi in miliardi RMB

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Miliardi di RMB Variazione in % a/a

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 7: Classe media cinese, 2006-2020

Fonte: CeSIF

Figura 8: le principali 100 città della Cina (T1+ T2 +T3) e 15 aggregati cittadini

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

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Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

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Around Hefei City

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

West of Straits

Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

Shannxi Province

Changchun City

Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Fonte: CeSIF

Fonte: CeSIF

Figura 8: le principali 100 città della Cina (T1+ T2 +T3) e 15 aggregati cittadini

crescita dagli attuali 100-200 milioni a 500-600 milioni di persone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si prevede che il principale driver della domanda sarà la crescita della classe medio-alta (redditi annui superiori a 12.000 dollari USA), destinata ad espandersi dagli attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa nello stesso periodo (si veda figura 7). Si tratta di una popolazione di dimensioni pari ad un paese come la Germania.

Il boom dei consumi cinesi è di proporzioni senza precedenti e avrà sicuramente un impatto globale. I grafici seguenti presentano alcuni esempi delle sue prevedibili conseguenze. La Cina è diventata nel corso del 2009 il principale mercato automobilistico del mondo (figura 9) con la vendita di 13,5 milioni di veicoli dopo 100 anni di primato americano ed ha raggiunto la prima posizione anche nella vendita di telefoni cellulari e nel numero di utenti internet.

Figura 5: Consumi annui pro capite (RMB) 

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E

Famiglie residenti in aree urbaneFamiglie residenti in aree ruraliVariazione consumi urbani in %Variazione consumi rurali in %

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 6: Valore al dettaglio dei beni di consumi in miliardi RMB

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Miliardi di RMB Variazione in % a/a

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 7: Classe media cinese, 2006-2020

Fonte: CeSIF

Figura 8: le principali 100 città della Cina (T1+ T2 +T3) e 15 aggregati cittadini

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

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Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

Harbin City

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Around Hefei City

Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

Shandong Peninsula

Middle / South of Liaoning Province

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Middle of ChinaXuzhou City

Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

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Around Hefei City

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

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Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

Changsha - Zhuzhou – Xiangtan

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Fonte: CeSIF

crescita dagli attuali 100-200 milioni a 500-600 milioni di persone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si prevede che il principale driver della domanda sarà la crescita della classe medio-alta (redditi annui superiori a 12.000 dollari USA), destinata ad espandersi dagli attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa nello stesso periodo (si veda figura 7). Si tratta di una popolazione di dimensioni pari ad un paese come la Germania.

Il boom dei consumi cinesi è di proporzioni senza precedenti e avrà sicuramente un impatto globale. I grafici seguenti presentano alcuni esempi delle sue prevedibili conseguenze. La Cina è diventata nel corso del 2009 il principale mercato automobilistico del mondo (figura 9) con la vendita di 13,5 milioni di veicoli dopo 100 anni di primato americano ed ha raggiunto la prima posizione anche nella vendita di telefoni cellulari e nel numero di utenti internet.

Figura 5: Consumi annui pro capite (RMB) 

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Famiglie residenti in aree urbaneFamiglie residenti in aree ruraliVariazione consumi urbani in %Variazione consumi rurali in %

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 6: Valore al dettaglio dei beni di consumi in miliardi RMB

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Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Figura 7: Classe media cinese, 2006-2020

Fonte: CeSIF

Figura 8: le principali 100 città della Cina (T1+ T2 +T3) e 15 aggregati cittadini

Yangtze River Delta

Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

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Middle / South of Liaoning Province

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Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

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Yangtze River Delta

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Beijing – Tianjin – Hebei

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Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

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Pearl River Delta

Beijing – Tianjin – Hebei

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Around Wuhan CityChengdu – Sichuan

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Shannxi Province

Changchun City

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Tier 1 CitiesTier 2 CitiesTier 3 Cities

Fonte: CeSIF

Fonte: CeSIF

Figura 9: Vendita unitaria di veicoli passeggeri, 2000-2009

756,38

641

547

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393

334

270

206

145

85

317

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350

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263

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2009 E

2008

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Abbonati telefonia mobile

Figura 9: Vendita unitaria di veicoli passeggeri, 2000-2009

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

Vendite di autoveicoli (unità) Variazione annua %

Fonte: China Association of Automobile Manufacturers

Figura 10: Utenti internet

Fonte: China Statistical Monthly; China Internet Network Information Center

Figura 11: Abbonati telefonia cinese

Fonte: China Statistical Monthly

Commercio internazionale: il boom dell’export è finito

Nel 2008 le esportazioni hanno raggiunto 1.430 miliardi di dollari USA, con un incremento del 18% rispetto al 2007, mentre le importazioni hanno raggiunto 1.100 miliardi di dollari USA, con una crescita pari al 19% rispetto al 2007 a denotare la continua generazione di surplus commerciali.

8,9233,7

59,179,5

94111

137

210

298

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CAGR=55%

A seguito della crisi finanziaria - a partire dall’ultimo quarto del 2008 - le esportazioni ed importazioni mensili della Cina hanno cominciato a contrarsi su base annuale, per proseguire in una caduta più pronunciata nel primo semestre del 2009. Tuttavia, nel secondo semestre del 2009, le esportazioni si sono riprese e di conseguenza si prevede che subiranno un calo del 20% su base annua. In ogni caso, i dati relativi al secondo semestre indicano che le esportazioni nel 2010 potrebbero recuperare in parte le perdite, con una crescita prevista di circa il 5-10% sia delle importazioni che delle esportazioni.

Figura 12: importazioni ed esportazioni in miliardi di dollari

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

1145

1.431

1.218

969

762

593

438

326

266

249

906

1.133

956

791

660

561

413

295

244

225

2009 E 

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000 Importazioni Esportazioni

Fonte: China Association of Automobile Manufacturers

Figura 4: Indice dei prezzi azionari (Shanghai Stock Exchange SSE Composite Index) 2008-2010

 

Figura 2: Indici dei prezzi reali dei beni immobili in Cina (anno precedente = 100)

80

90

100

110

120

130

140

2004

Q1

2004

Q3

2005

Q1

2005

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Q1

2006

Q3

2007

Q1

2007

Q3

2008

Q1

2008

Q3

2009

Q1

2009

Q3

Nazionale Pechino Shanghai

Fonte: China Statistics Bureau

Figura 3: Valore e volume delle vendite immobiliari

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20

40

60

80

100

120

140

0

100

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300

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ag

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8

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08

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08

no

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8

dic

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ge

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9

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9

ap

r-0

9

ma

g-0

9

giu

-09

lug

-09

ag

o-0

9

set-

09

Valore delle vendite immobiliari(miliardi RMB )Volume vendite immobiliari (milioni m2)

Fonte: China Statistics Bureau

Le città emergenti trainano i consumi

La principale fonte di crescita dell’economia cinese rimangono gli investimenti finanziati in larga parte dal risparmio interno, mentre i consumi rappresentano solamente il 36% circa del PIL rispetto al 71% degli USA. Tuttavia, con le esportazioni in affanno sulla scia della crisi finanziaria, il Governo sta dedicando maggiore attenzione ai consumi interni come motore per una crescita economica sostenibile.

Figura 4: Indice dei prezzi azionari (Shanghai Stock Exchange SSE Composite Index) 2008-2010

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

ott-0

8no

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g-09

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09

dic-

09ge

n-10

Fonte: Shanghai Stock Exchange

In realtà, l’attuale boom dei consumi interni cinesi è riuscito a mantenere lo slancio osservato negli scorsi anni, nonostante la crisi. I dati ufficiali dei consumi per il 2008 indicano un rialzo su base annua del 15,7%, con un ulteriore 17% previsto per il 2009 (si veda la figura 5). Allo stesso modo, le vendite al dettaglio sono cresciute del 21,6% nel 2008, con un ulteriore 17% previsto per il 2009. Le multinazionali hanno storicamente focalizzato le proprie attività sulle 38 città principali (città di prima e seconda fascia) della Cina. Attualmente risultano di potenziale interesse le emergenti 600 città di fascia inferiore (terza e quarta fascia) e dal 2010 in poi migliaia di città (definite convenzionalmente di quinta e sesta fascia), potranno essere oggetto di specifiche strategie d’ingresso da parte di società estere. Questo amplia enormemente le dimensioni del mercato potenziale per molti beni di consumo ma pone anche nuove sfide in termini di offerta, marketing, distribuzione e concorrenza.

I consumi sono trainati dalla crescita esplosiva della classe medio-bassa (reddito annuo tra i 4.000 ed i 12.000 dollari USA), che vedrà una

Fonte: Shanghai Stock Exchange

In realtà, l’attuale boom dei consumi in-

terni cinesi è riuscito a mantenere lo slan-

cio osservato negli scorsi anni, nonostante

la crisi. I dati ufficiali dei consumi per il

2008 indicano un rialzo su base annua del

15,7%, con un ulteriore 17% previsto per

il 2009 (si veda la figura 5). Allo stesso

modo, le vendite al dettaglio sono cresciute

del 21,6% nel 2008, con un ulteriore 17%

previsto per il 2009.

Le multinazionali hanno storicamente fo-

calizzato le proprie attività sulle 38 città

principali (città di prima e seconda fascia)

della Cina. Attualmente risultano di po-

tenziale interesse le emergenti 600 città di

fascia inferiore (terza e quarta fascia) e dal

2010 in poi migliaia di città (definite con-

venzionalmente di quinta e sesta fascia),

potranno essere oggetto di specifiche stra-

tegie d’ingresso da parte di società estere.

Questo amplia enormemente le dimensioni

del mercato potenziale per molti beni di

consumo ma pone anche nuove sfide in

termini di offerta, marketing, distribuzione

e concorrenza.

I consumi sono trainati dalla crescita

esplosiva della classe medio-bassa (red-

dito annuo tra i 4.000 ed i 12.000 dollari

USA), che vedrà una crescita dagli attuali

100-200 milioni a 500-600 milioni di per-

sone entro il 2020. Dal 2010 in avanti, si

prevede che il principale driver della do-

manda sarà la crescita della classe medio-

alta (redditi annui superiori a 12.000 dol-

lari USA), destinata ad espandersi dagli

attuali 10 milioni a 70-100 milioni circa

nello stesso periodo (si veda figura 7). Si

tratta di una popolazione di dimensioni

pari ad un paese come la Germania.

Il boom dei consumi cinesi è di proporzio-

ni senza precedenti e avrà sicuramente un

impatto globale. I grafici seguenti presen-

tano alcuni esempi delle sue prevedibili

conseguenze. La Cina è diventata nel corso

del 2009 il principale mercato automobi-

listico del mondo (figura 9) con la vendita

di 13,5 milioni di veicoli dopo 100 anni di

primato americano ed ha raggiunto la pri-

ma posizione anche nella vendita di telefo-

ni cellulari e nel numero di utenti internet.

Page 16: 2010 - Corriere della Sera

26Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

27Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

versificare la destinazione geografica delle

proprie esportazioni per ridurre il rischio

di una contrazione dei mercati più maturi,

come Stati Uniti ed Europa. In questo sen-

so si configura l’accordo di libero scambio

con l’Asean in vigore dall’1 gennaio 2010

e l’attivismo diplomatico nel siglare trattati

commerciali bilaterali e multilaterali.

Investimenti diretti esteri (IDE): raggiunto il limite massimoGli IDE dovrebbero raggiungere la quota

di 75 miliardi di dollari nel 2009, ben al di

sotto dei 90 miliardi del 2008. Nel conte-

sto della crisi finanziaria, questo risultato è

comunque positivo, anche se i flussi di ca-

pitale per fini speculativi, cioè capitali che

entrano nel Paese per approfittare delle

variazioni di cambio, con ogni probabilità

rappresentano una quota considerevole di

questi investimenti. Riteniamo che questo

livello elevato di IDE non potrà essere du-

raturo e nei prossimi anni si aggirerà attor-

no ai 50-60 miliardi di dollari USA. Nono-

stante la quota di Pil costituita dagli IDE

sia notevolmente diminuita negli ultimi 10

anni, essi rimangono estremamente impor-

tanti per l’economia cinese: le imprese con

investimenti esteri ad oggi contribuiscono

a circa il 60% delle esportazioni totali del-

la Cina e ad oltre l’80% delle esportazioni

high tech.

Figura 13: IDE, valore in miliardi di dollari ed in rapporto al Pil (%)

Rimane evidente che i principali mercati per i prodotti cinesi (in particolare gli USA) non avranno una ripresa nel breve-medio termine e che la Cina non potrà più contare sulla crescita delle esportazioni che sarà estremamente moderata. Ciononostante, il Paese sta rapidamente modificando la propria struttura dell’export verso prodotti a maggior valore aggiunto e questo dovrebbe compensare in parte le perdite provenienti da mercati a minor valore aggiunto. Inoltre, la Cina sta cercando di diversificare la destinazione geografica delle proprie esportazioni per ridurre il rischio di una contrazione dei mercati più maturi, come Stati Uniti ed Europa. In questo senso si configura l’accordo di libero scambio con l’Asean in vigore dall’1 gennaio 2010 e l’attivismo diplomatico nel siglare trattati commerciali bilaterali e multilaterali.

Investimenti diretti esteri (IDE): raggiunto il limite massimo

Gli IDE dovrebbero raggiungere la quota di 75 miliardi di dollari nel 2009, ben al di sotto dei 90 miliardi del 2008. Nel contesto della crisi finanziaria, questo risultato è comunque positivo, anche se i flussi di capitale per fini speculativi, cioè capitali che entrano nel Paese per approfittare delle variazioni di cambio, con ogni probabilità rappresentano una quota considerevole di questi investimenti. Riteniamo che questo livello elevato di IDE non potrà essere duraturo e nei prossimi anni si aggirerà attorno ai 50-60 miliardi di dollari USA. Nonostante la quota di Pil costituita dagli IDE sia notevolmente diminuita negli ultimi 10 anni, essi rimangono estremamente importanti per l’economia cinese: le imprese con investimenti esteri ad oggi

contribuiscono a circa il 60% delle esportazioni totali della Cina e ad oltre l’80% delle esportazioni high tech. Figura 13: IDE, valore in miliardi di dollari ed in rapporto al Pil (%)

0%

1%

2%

3%

4%

5%

6%

0102030405060708090

100

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

IDE IDE/PIL

Fonte: China Statistical Yearbook 2009

Rivalutazione possibile della valuta

Sin dalla rivalutazione della moneta cinese sul dollaro USA risalente a 3 anni fa, lo yuan RMB si è rivalutato del 18% fino al tasso attuale di 6,8 RMB rispetto al dollaro USA.

Nel complesso, l’impatto della rivalutazione è stato limitato, ma ha contribuito negativamente a ridurre i margini delle esportazioni in alcuni settori industriali, quali il tessile, le calzature ed i giocattoli. Inoltre, essendo la valuta ancora ancorata al dollaro, la Cina ha di fatto lasciato svalutare la propria moneta, che ha subito un crollo nel 2009.

Prevediamo che la rivalutazione del RMB sul dollaro riprenderà nel corso del 2010. Sarà un processo graduale, ma potrebbe arrivare al 5-10% nel corso dell’anno, a seconda di condizioni esogene (trend del dollaro) ed endogene (evoluzione delle esportazioni cinesi).

Figura 14: Tasso di cambio, USD-RMB, 2000-2009

8,28 8,28 8,19

7,97

7,6

6,83 6,83

6,5

6,7

6,9

7,1

7,3

7,5

7,7

7,9

8,1

8,3

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 ott-09

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009; People’s Bank of China

Fonte: China Statistical Yearbook 2009

Rivalutazione possibile della valuta Sin dalla rivalutazione della moneta cinese

sul dollaro USA risalente a 3 anni fa, lo

yuan RMB si è rivalutato del 18% fino al

tasso attuale di 6,8 RMB rispetto al dollaro

USA.

Nel complesso, l’impatto della rivalutazio-

ne è stato limitato, ma ha contribuito nega-

tivamente a ridurre i margini delle espor-

tazioni in alcuni settori industriali, quali il

tessile, le calzature ed i giocattoli. Inoltre,

essendo la valuta ancora ancorata al dol-

laro, la Cina ha di fatto lasciato svalutare

la propria moneta, che ha subito un crollo

nel 2009.

Prevediamo che la rivalutazione del RMB

sul dollaro riprenderà nel corso del 2010.

Sarà un processo graduale, ma potrebbe

arrivare al 5-10% nel corso dell’anno, a

seconda di condizioni esogene (trend del

dollaro) ed endogene (evoluzione delle

esportazioni cinesi).

Figura 10: Utenti internet

756,38

641

547

461

393

334

270

206

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2009 E

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000 Telefono fisso

Abbonati telefonia mobile

Figura 9: Vendita unitaria di veicoli passeggeri, 2000-2009

0%

5%

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20%

25%

30%

35%

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2.000.000

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6.000.000

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

Vendite di autoveicoli (unità) Variazione annua %

Fonte: China Association of Automobile Manufacturers

Figura 10: Utenti internet

Fonte: China Statistical Monthly; China Internet Network Information Center

Figura 11: Abbonati telefonia cinese

Fonte: China Statistical Monthly

Commercio internazionale: il boom dell’export è finito

Nel 2008 le esportazioni hanno raggiunto 1.430 miliardi di dollari USA, con un incremento del 18% rispetto al 2007, mentre le importazioni hanno raggiunto 1.100 miliardi di dollari USA, con una crescita pari al 19% rispetto al 2007 a denotare la continua generazione di surplus commerciali.

8,9233,7

59,179,5

94111

137

210

298

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CAGR=55%

A seguito della crisi finanziaria - a partire dall’ultimo quarto del 2008 - le esportazioni ed importazioni mensili della Cina hanno cominciato a contrarsi su base annuale, per proseguire in una caduta più pronunciata nel primo semestre del 2009. Tuttavia, nel secondo semestre del 2009, le esportazioni si sono riprese e di conseguenza si prevede che subiranno un calo del 20% su base annua. In ogni caso, i dati relativi al secondo semestre indicano che le esportazioni nel 2010 potrebbero recuperare in parte le perdite, con una crescita prevista di circa il 5-10% sia delle importazioni che delle esportazioni.

Figura 12: importazioni ed esportazioni in miliardi di dollari

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

1145

1.431

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2009 E 

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000 Importazioni Esportazioni

Fonte: China Statistical Monthly; China Internet Network Information Center

Figura 11: Abbonati telefonia cinese

756,38

641

547

461

393

334

270

206

145

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317

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2009 E

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000 Telefono fisso

Abbonati telefonia mobile

Figura 9: Vendita unitaria di veicoli passeggeri, 2000-2009

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

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2.000.000

4.000.000

6.000.000

8.000.000

10.000.000

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

Vendite di autoveicoli (unità) Variazione annua %

Fonte: China Association of Automobile Manufacturers

Figura 10: Utenti internet

Fonte: China Statistical Monthly; China Internet Network Information Center

Figura 11: Abbonati telefonia cinese

Fonte: China Statistical Monthly

Commercio internazionale: il boom dell’export è finito

Nel 2008 le esportazioni hanno raggiunto 1.430 miliardi di dollari USA, con un incremento del 18% rispetto al 2007, mentre le importazioni hanno raggiunto 1.100 miliardi di dollari USA, con una crescita pari al 19% rispetto al 2007 a denotare la continua generazione di surplus commerciali.

8,9233,7

59,179,5

94111

137

210

298

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CAGR=55%

A seguito della crisi finanziaria - a partire dall’ultimo quarto del 2008 - le esportazioni ed importazioni mensili della Cina hanno cominciato a contrarsi su base annuale, per proseguire in una caduta più pronunciata nel primo semestre del 2009. Tuttavia, nel secondo semestre del 2009, le esportazioni si sono riprese e di conseguenza si prevede che subiranno un calo del 20% su base annua. In ogni caso, i dati relativi al secondo semestre indicano che le esportazioni nel 2010 potrebbero recuperare in parte le perdite, con una crescita prevista di circa il 5-10% sia delle importazioni che delle esportazioni.

Figura 12: importazioni ed esportazioni in miliardi di dollari

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

1145

1.431

1.218

969

762

593

438

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266

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1.133

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2009 E 

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000 Importazioni Esportazioni

Fonte: China Statistical Monthly

Commercio internazionale: il boom dell’export è finito

Nel 2008 le esportazioni hanno raggiunto

1.430 miliardi di dollari USA, con un in-

cremento del 18% rispetto al 2007, mentre

le importazioni hanno raggiunto 1.100 mi-

liardi di dollari USA, con una crescita pari

al 19% rispetto al 2007 a denotare la con-

tinua generazione di surplus commerciali.

A seguito della crisi finanziaria - a parti-

re dall’ultimo quarto del 2008 - le espor-

tazioni ed importazioni mensili della Cina

hanno cominciato a contrarsi su base an-

nuale, per proseguire in una caduta più

pronunciata nel primo semestre del 2009.

Tuttavia, nel secondo semestre del 2009,

le esportazioni si sono riprese e di conse-

guenza si prevede che subiranno un calo

del 20% su base annua. In ogni caso, i dati

relativi al secondo semestre indicano che

le esportazioni nel 2010 potrebbero recu-

perare in parte le perdite, con una crescita

prevista di circa il 5-10% sia delle impor-

tazioni che delle esportazioni.

Figura 12: importazioni ed esportazioni in miliardi di dollari

756,38

641

547

461

393

334

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206

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2004

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2002

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2000 Telefono fisso

Abbonati telefonia mobile

Figura 9: Vendita unitaria di veicoli passeggeri, 2000-2009

0%

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

Vendite di autoveicoli (unità) Variazione annua %

Fonte: China Association of Automobile Manufacturers

Figura 10: Utenti internet

Fonte: China Statistical Monthly; China Internet Network Information Center

Figura 11: Abbonati telefonia cinese

Fonte: China Statistical Monthly

Commercio internazionale: il boom dell’export è finito

Nel 2008 le esportazioni hanno raggiunto 1.430 miliardi di dollari USA, con un incremento del 18% rispetto al 2007, mentre le importazioni hanno raggiunto 1.100 miliardi di dollari USA, con una crescita pari al 19% rispetto al 2007 a denotare la continua generazione di surplus commerciali.

8,9233,7

59,179,5

94111

137

210

298

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

CAGR=55%

A seguito della crisi finanziaria - a partire dall’ultimo quarto del 2008 - le esportazioni ed importazioni mensili della Cina hanno cominciato a contrarsi su base annuale, per proseguire in una caduta più pronunciata nel primo semestre del 2009. Tuttavia, nel secondo semestre del 2009, le esportazioni si sono riprese e di conseguenza si prevede che subiranno un calo del 20% su base annua. In ogni caso, i dati relativi al secondo semestre indicano che le esportazioni nel 2010 potrebbero recuperare in parte le perdite, con una crescita prevista di circa il 5-10% sia delle importazioni che delle esportazioni.

Figura 12: importazioni ed esportazioni in miliardi di dollari

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

1145

1.431

1.218

969

762

593

438

326

266

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2002

2001

2000 Importazioni Esportazioni

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Rimane evidente che i principali merca-

ti per i prodotti cinesi (in particolare gli

USA) non avranno una ripresa nel breve-

medio termine e che la Cina non potrà più

contare sulla crescita delle esportazioni

che sarà estremamente moderata. Ciono-

nostante, il Paese sta rapidamente modifi-

cando la propria struttura dell’export verso

prodotti a maggior valore aggiunto e questo

dovrebbe compensare in parte le perdite

provenienti da mercati a minor valore ag-

giunto. Inoltre, la Cina sta cercando di di-

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28Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

29Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

e le persone over 60 saranno il 31,1% nel

2050 secondo dati ONU (World Population

Prospects). Entro il 2030, la Cina rappre-

senterà oltre un quarto della popolazione

anziana del mondo. L’invecchiamento del-

la popolazione sta incidendo in maniera

significativa sull’intero sistema, causando

implicazioni socio-economiche negative e

non poche tensioni.

Il sistema di previdenza sociale cinese è

sotto pressione già dall’inizio del 2009 per

soddisfare le necessità dei cittadini. Que-

sto spiega il motivo per cui rimane diffusa

la forma più tradizionale di assicurazione

per la vecchiaia, ovvero fare affidamento

sui propri figli. La prima generazione di fi-

gli unici cinesi, i cui genitori andranno in

pensione nei prossimi dieci anni, si sta fa-

cendo carico di affrontare il peso fiscale di

due genitori e quattro nonni. Ne deriva un

senso d’insicurezza sul proprio futuro che

è uno dei motivi per cui i tassi di rispar-

mio individuale sono così elevati. Questa

incertezza rappresenta un freno rilevante

ai consumi nel Paese.

All’invecchiamento della popolazione si

accompagna il conseguente calo del tasso

di crescita della popolazione, un fattore

che potrà incidere sull’offerta di lavoro in

Cina. Il numero di nuovi soggetti che en-

trano nella forza lavoro (figura 16) ha co-

minciato a mostrare un declino a partire

dal 2009, e si prevede un calo del numero

assoluto della forza lavoro dopo il 2015.

La contrazione dell’offerta di lavoro provo-

cherà un aumento del costo del lavoro so-

prattutto per le figure più specializzate che

porterà all’erosione del vantaggio competi-

tivo che caratterizza il Paese in settori ad

alta intensità di lavoro. Inoltre, un numero

minore di lavoratori metterà a dura prova

la sostenibilità del sistema pensionistico e

sanitario poiché il rapporto tra le persone

in età attiva, che finanziano il sistema di

welfare e le persone più anziane che ne

beneficiano si sbilancerà fortemente verso

le seconde. Per affrontare questo problema

nel prossimo futuro, il Governo potrebbe

decidere di adottare alcune soluzioni im-

popolari. Una di queste misure potrebbe

essere un aumento dell’età pensionabile da

60 anni (55 per le donne) a 65 anni o più.

Un’altra misura potrebbe essere l’ulteriore

allentamento della legge che prevede un

solo figlio per coppia, anche se non lo ri-

teniamo probabile prima di 5 anni da oggi.

Figura 16: Numero di persone che entrano nel mercato del lavoro

All’invecchiamento della popolazione si accompagna il conseguente calo del tasso di crescita della popolazione, un fattore che potrà incidere sull’offerta di lavoro in Cina. Il numero di nuovi soggetti che entrano nella forza lavoro (figura 16) ha cominciato a mostrare un declino a partire dal 2009, e si prevede un calo del numero assoluto della forza lavoro dopo il 2015. La contrazione dell’offerta di lavoro provocherà un aumento del costo del lavoro soprattutto per le figure più specializzate che porterà all’erosione del vantaggio competitivo che caratterizza il Paese in settori ad alta intensità di lavoro. Inoltre, un numero minore di lavoratori metterà a dura prova la sostenibilità del sistema pensionistico e sanitario poiché il rapporto tra le persone in età attiva, che finanziano il sistema di welfare e le persone più anziane che ne beneficiano si sbilancerà fortemente verso le seconde. Per affrontare questo problema nel prossimo futuro, il Governo potrebbe decidere di adottare alcune soluzioni impopolari. Una di queste misure potrebbe essere un aumento dell’età pensionabile da 60 anni (55 per le donne) a 65 anni o più. Un’altra misura potrebbe essere l’ulteriore allentamento della legge che prevede un solo figlio per coppia, anche se non lo riteniamo probabile prima di 5 anni da oggi.

Figura 16: Numero di persone che entrano nel mercato del lavoro

0 5 10 15 20 25

2020

2018

2016

2014

2012

2010

2008

2006

Fonte: China Statistical Bureau

Ambiente

Il rapido progresso economico degli ultimi 30 anni ha messo in grave condizione l’ambiente in Cina. L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo,

unito alla siccità e alla desertificazione, stanno minacciando il benessere della popolazione e influenzando negativamente la produzione agricola e industriale.

Tuttavia, è bene notare che c’è la volontà politica di affrontare i problemi ambientali. Si pone l’accento su una crescita economica sostenibile e sulla tutela dell’ambiente. Questi temi sono diventati prioritari già dall’11° Piano quinquennale (2006-2010). La Cina ha in effetti gli obiettivi ambientali più ambiziosi del pianeta. Il Paese ha in programma di trarre almeno il 15% di tutta l’energia da fonti rinnovabili entro il 2020, e nei prossimi cinque anni sta puntando a ridurre del 20% l’intensità energetica per unità di PIL.

Un esempio può essere rappresentato dall’energia eolica. La capacità energetica da fonti eoliche è raddoppiata negli ultimi quattro anni, superando gli obiettivi sostanzialmente prima del previsto, ed è sulla buona strada per raggiungere i 100 GW entro il 2020. L’impiego crescente di energia eolica ha dato luce ad un’industria locale, che ha visto la nascita di costruttori di turbine eoliche quali Goldwind, Dongfang e Sinovel. Tianjin, municipalità geograficamente prossima a Pechino, è diventata un centro di produzione significativo di turbine eoliche, con 50 attori tra cui leader globali quali Gamesa, Vestas e Suzlon.

Questo dimostra che quando si trova un equilibrio tra esigenze economiche e la necessità di rispettare l’ambiente, l’economia della Cina può progredire in maniera sorprendente, generando posti di lavoro, profitto ed entrate fiscali.

Tuttavia, quando sono in gioco interessi concorrenti, motivazioni di natura prettamente economica tendono ancora a prevalere sull’ambiente.

Questa argomentazione è particolarmente valida quando ci si riferisce alle normative ambientali che potrebbero portare enormi vantaggi ai cittadini. Tuttavia, queste spesso non sono soggette ad applicazione, in quanto limiterebbero l’attività industriale. L’ostacolo è costituito prevalentemente dai funzionari locali, la cui carriera è strettamente legata ad indicatori economici. I funzionari hanno perciò un incentivo negativo a chiudere fabbriche inquinanti, che creano occupazione soprattutto nelle regioni più orientate all’esportazione. Da tutto ciò emerge un quadro apparentemente contrastante. La Cina

Fonte: China Statistical Bureau

AmbienteIl rapido progresso economico degli ultimi

30 anni ha messo in grave condizione l’am-

Figura 14: Tasso di cambio, USD-RMB, 2000-2009

Rimane evidente che i principali mercati per i prodotti cinesi (in particolare gli USA) non avranno una ripresa nel breve-medio termine e che la Cina non potrà più contare sulla crescita delle esportazioni che sarà estremamente moderata. Ciononostante, il Paese sta rapidamente modificando la propria struttura dell’export verso prodotti a maggior valore aggiunto e questo dovrebbe compensare in parte le perdite provenienti da mercati a minor valore aggiunto. Inoltre, la Cina sta cercando di diversificare la destinazione geografica delle proprie esportazioni per ridurre il rischio di una contrazione dei mercati più maturi, come Stati Uniti ed Europa. In questo senso si configura l’accordo di libero scambio con l’Asean in vigore dall’1 gennaio 2010 e l’attivismo diplomatico nel siglare trattati commerciali bilaterali e multilaterali.

Investimenti diretti esteri (IDE): raggiunto il limite massimo

Gli IDE dovrebbero raggiungere la quota di 75 miliardi di dollari nel 2009, ben al di sotto dei 90 miliardi del 2008. Nel contesto della crisi finanziaria, questo risultato è comunque positivo, anche se i flussi di capitale per fini speculativi, cioè capitali che entrano nel Paese per approfittare delle variazioni di cambio, con ogni probabilità rappresentano una quota considerevole di questi investimenti. Riteniamo che questo livello elevato di IDE non potrà essere duraturo e nei prossimi anni si aggirerà attorno ai 50-60 miliardi di dollari USA. Nonostante la quota di Pil costituita dagli IDE sia notevolmente diminuita negli ultimi 10 anni, essi rimangono estremamente importanti per l’economia cinese: le imprese con investimenti esteri ad oggi

contribuiscono a circa il 60% delle esportazioni totali della Cina e ad oltre l’80% delle esportazioni high tech. Figura 13: IDE, valore in miliardi di dollari ed in rapporto al Pil (%)

0%

1%

2%

3%

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5%

6%

0102030405060708090

100

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

IDE IDE/PIL

Fonte: China Statistical Yearbook 2009

Rivalutazione possibile della valuta

Sin dalla rivalutazione della moneta cinese sul dollaro USA risalente a 3 anni fa, lo yuan RMB si è rivalutato del 18% fino al tasso attuale di 6,8 RMB rispetto al dollaro USA.

Nel complesso, l’impatto della rivalutazione è stato limitato, ma ha contribuito negativamente a ridurre i margini delle esportazioni in alcuni settori industriali, quali il tessile, le calzature ed i giocattoli. Inoltre, essendo la valuta ancora ancorata al dollaro, la Cina ha di fatto lasciato svalutare la propria moneta, che ha subito un crollo nel 2009.

Prevediamo che la rivalutazione del RMB sul dollaro riprenderà nel corso del 2010. Sarà un processo graduale, ma potrebbe arrivare al 5-10% nel corso dell’anno, a seconda di condizioni esogene (trend del dollaro) ed endogene (evoluzione delle esportazioni cinesi).

Figura 14: Tasso di cambio, USD-RMB, 2000-2009

8,28 8,28 8,19

7,97

7,6

6,83 6,83

6,5

6,7

6,9

7,1

7,3

7,5

7,7

7,9

8,1

8,3

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 ott-09

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009; People’s Bank of China

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009; People’s Bank of China

Le agitazioni sociali non minacciano la stabilitàIl divario di ricchezza tra le aree costiere

orientali e le regioni interne più arretrate,

nonché tra le aree urbane e le aree rurali

(si veda figura 15), non tende ad attenuarsi

e con ogni probabilità si accentuerà leg-

germente nei prossimi 5 anni. Nonostante

la campagna “Go West”, le recenti riforme

agricole e le campagne anti-corruzione, i

risultati devono ancora concretizzarsi.

Figura 15: Indice del reddito pro capite,(Urbano = 100)

Le agitazioni sociali non minacciano la stabilità

Il divario di ricchezza tra le aree costiere orientali e le regioni interne più arretrate, nonché tra le aree urbane e le aree rurali (si veda figura 15), non tende ad attenuarsi e con ogni probabilità si accentuerà leggermente nei prossimi 5 anni. Nonostante la campagna “Go West”, le recenti riforme agricole e le campagne anti-corruzione, i risultati devono ancora concretizzarsi.

Figura 15: Indice del reddito pro capite, (Urbano = 100)

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Le agitazioni sociali sono in aumento e dato il rischio di mettere in pericolo la stabilità del Paese,

problema, attuando nuove politiche miranti alla creazione di una “società armoniosa”. Il Governoha inoltre comunicato inequivocabilmente che nessuna minaccia all’ordine sociale verrà tollerata.

Pechino sta dimostrando grande attenzione al

Tuttavia, a meno che il Governo non decida di zi,

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tinui a

one

Demografia: un problema a lungo termine

oggi, la nta

e sta incidendo

gative

Il sistema di previdenza sociale cinese è sotto le

ione

do e

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rispondere vigorosamente e con tutti i suoi mezassumendo anche un atteggiamento severo per eliminare la corruzione ed il protezionismo a livelllocale nonché per migliorare la distribuzione della ricchezza, il CeSIF si attende che le agitazioni possano continuare e che, se incontrollate, potrebbero costituire un serio rischio nel medlungo termine (5 anni o più). Nel breve periodo (1-2 anni), si ritiene che il rischio potrà essere contenuto, a condizione che l’economia concrescere a livelli accettabili (7-8%) anche in considerazione dell’alto tasso di disoccupaziche rischia di caratterizzare l’economia cinese in un momento di difficoltà economica delle impresevotate all’esportazione, specie nella Provincia del Guangdong.

La Cina deve far fronte ad un rapido invecchiamento della popolazione. Adpopolazione cinese ultrasessantenne rappreseil 12,3% del totale, ma aumenterà a circa il 23,4% nell’arco di due decenni, e le persone over 60 saranno il 31,1% nel 2050 secondo dati ONU (World Population Prospects). Entro il 2030, laCina rappresenterà oltre un quarto della popolazione anziana del mondo. L’invecchiamento della popolazionin maniera significativa sull’intero sistema, causando implicazioni socio-economiche nee non poche tensioni.

0

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1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Urbano Rurale

36.0%34.5%

29.5%30.9%

31.2%31.0%38.0%

30.5%30%

30,2%

pressione già dall’inizio del 2009 per soddisfarenecessità dei cittadini. Questo spiega il motivo per cui rimane diffusa la forma più tradizionale di assicurazione per la vecchiaia, ovvero fare affidamento sui propri figli. La prima generazdi figli unici cinesi, i cui genitori andranno in pensione nei prossimi dieci anni, si sta facencarico di affrontare il peso fiscale di due genitori quattro nonni. Ne deriva un senso d’insicurezza sul proprio futuro che è uno dei motivi per cui i tassi di risparmio individuale sono così elevati. Questa incertezza rappresenta un freno rilevantai consumi nel Paese.

Fonte: China Statistical Yearbook, 2009

Le agitazioni sociali sono in aumento e dato

il rischio di mettere in pericolo la stabilità

del Paese, Pechino sta dimostrando gran-

de attenzione al problema, attuando nuove

politiche miranti alla creazione di una “so-

cietà armoniosa”. Il Governo ha inoltre co-

municato inequivocabilmente che nessuna

minaccia all’ordine sociale verrà tollerata.

Tuttavia, a meno che il Governo non deci-

da di rispondere vigorosamente e con tutti

i suoi mezzi, assumendo anche un atteggia-

mento severo per eliminare la corruzione

ed il protezionismo a livello locale nonché

per migliorare la distribuzione della ric-

chezza, il CeSIF si attende che le agitazio-

ni possano continuare e che, se incontrol-

late, potrebbero costituire un serio rischio

nel medio o lungo termine (5 anni o più).

Nel breve periodo (1-2 anni), si ritiene che

il rischio potrà essere contenuto, a condi-

zione che l’economia continui a crescere a

livelli accettabili (7-8%) anche in consi-

derazione dell’alto tasso di disoccupazio-

ne che rischia di caratterizzare l’economia

cinese in un momento di difficoltà econo-

mica delle imprese votate all’esportazione,

specie nella Provincia del Guangdong.

Demografia: un problema a lungo termineLa Cina deve far fronte ad un rapido invec-

chiamento della popolazione. Ad oggi, la

popolazione cinese ultrasessantenne rap-

presenta il 12,3% del totale, ma aumenterà

a circa il 23,4% nell’arco di due decenni,

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

31Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

fronti di malattie causate dall’inquinamento

- come i tumori - e azioni delle autorità per

limitare le attività degli ambientalisti. Nel

momento in cui saranno realizzate iniziative

miranti a migliorare l’ambiente, è probabile

che saranno le società straniere in Cina a

farsi prevalentemente carico dei costi as-

sociati, data la maggiore consapevolezza di

queste problematiche nei Paesi sviluppati

e delle motivazioni connesse anche al tema

della responsabilità sociale d’impresa.

Sistema sanitario fragile ed inefficienteLa Cina ha un sistema sanitario fragile e

gravato da inefficienze che non rispecchia

il livello di sviluppo complessivo della

Cina. Il fulcro dei problemi risiede nel

finanziamento del settore sanitario. Negli

ultimi anni, la spesa sanitaria è stata soste-

nuta principalmente dai pazienti. Rispetto

al totale, il contributo individuale dei citta-

dini è aumentato dal 20% nel 1980 al 59%

nel 2000, per poi tornare al 46% nel 2007.

Figura 17: Ripartizione della spesa sanitaria per fonte (1978,2007)%.

sarà leader globale nelle energie alternative, che però andranno ad integrare e non a sostituire i combustibili fossili. La Cina sarà quindi anche il maggiore produttore di CO2. In futuro, prevediamo il successo di imprese cinesi in settori quali la produzione di veicoli elettrici, pannelli solari e software per l’efficienza energetica. Nel frattempo, è possibile aspettarsi una maggiore sensibilità della popolazione nei confronti di malattie causate dall’inquinamento - come i tumori - e azioni delle autorità per limitare le attività degli ambientalisti. Nel momento in cui saranno realizzate iniziative miranti a migliorare l’ambiente, è probabile che saranno le società straniere in Cina a farsi prevalentemente carico dei costi associati, data la maggiore consapevolezza di queste problematiche nei Paesi sviluppati e delle motivazioni connesse anche al tema della responsabilità sociale d’impresa.

Sistema sanitario fragile ed inefficiente

La Cina ha un sistema sanitario fragile e gravato da inefficienze che non rispecchia il livello di sviluppo complessivo della Cina. Il fulcro dei problemi risiede nel finanziamento del settore sanitario. Negli ultimi anni, la spesa sanitaria è stata sostenuta principalmente dai pazienti. Rispetto al totale, il contributo individuale dei cittadini è aumentato dal 20% nel 1980 al 59% nel 2000, per poi tornare al 46% nel 2007.

Figura 17: Ripartizione della spesa sanitaria per fonte (1978,2007)%.

0%

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100%

Spesa Individuale Assicurazione Spesa Pubblica

Fonte: China Statistical Yearbook, 2008

Di conseguenza, il costo medio di accettazione per singolo degente ad oggi è all’incirca pari al

reddito disponibile pro capite e superiore per le fasce più povere della popolazione. Questo ha esposto i malati cinesi al grande rischio di incorrere in gravi problemi finanziari, ed in effetti la malattia è oggi la maggior causa di povertà in Cina.

La popolazione cinese nutre forti aspettative su un rapido miglioramento delle condizioni del sistema sanitario e dei costi di accesso alle cure. Agli occhi della popolazione cinese si tratta di una priorità, oggi più che in passato. Dato che l’autorità del Governo cinese si legittima sulla capacità di far progredire la qualità della vita dei propri cittadini, è probabilmente giunta l’ora di agire in maniera concreta. Con la pubblicazione di due documenti relativi alle riforme all’inizio dell’aprile 2009, il” Programma quadro” ed il “Piano d’attuazione” (si veda figura 19), si ritiene che la Cina sia arrivata ad un punto di svolta.

Il “Programma quadro” definisce i servizi sanitari di base come un bene pubblico che deve essere fornito all’intera popolazione e pone come obiettivo il raggiungimento di un sistema sanitario di base equo e universale entro il 2020. Perciò è possibile attendersi una maggiore attenzione allo sviluppo di strutture sanitarie di base rispetto alla creazione e all’ammodernamento di ospedali nelle aree urbane. Questa prospettiva è delineata nel “‘Piano d’attuazione” che si sviluppa in cinque punti e che illustra in modo più dettagliato le azioni da svolgersi nei prossimi tre anni.

Vi sono dubbi sulla capacità del Governo cinese di attuare con successo il nuovo piano di riforma. Un piano di riforma analogo fu messo in atto nel 1997, ma la mancanza di sostegno politico e soprattutto finanziario ne consacrò il fallimento. 12 anni dopo le possibilità di rendere il sistema sanitario alla portata della maggior parte della popolazione rimane una sfida ancora più ardua. Benché la Cina possa avvalersi di grandi risorse, il CeSIF si attende che ancora una volta l’attuazione della riforma sanitaria rappresenterà un percorso lungo e complicato. Sarebbe opportuno che gli esponenti del Governo non alimentassero aspettative superiori all’effettiva fattibilità della riforma.

Figura 18: Spese mediche a carico delle famiglie nelle aree rurali Fonte: China Statistical Yearbook, 2008

Di conseguenza, il costo medio di accetta-

zione per singolo degente ad oggi è all’in-

circa pari al reddito disponibile pro capite

e superiore per le fasce più povere della

popolazione. Questo ha esposto i malati ci-

nesi al grande rischio di incorrere in gravi

problemi finanziari, ed in effetti la malattia

è oggi la maggior causa di povertà in Cina.

La popolazione cinese nutre forti aspetta-

tive su un rapido miglioramento delle con-

dizioni del sistema sanitario e dei costi di

accesso alle cure. Agli occhi della popola-

zione cinese si tratta di una priorità, oggi

più che in passato. Dato che l’autorità del

Governo cinese si legittima sulla capacità

di far progredire la qualità della vita dei

propri cittadini, è probabilmente giunta

l’ora di agire in maniera concreta. Con la

pubblicazione di due documenti relativi

alle riforme all’inizio dell’aprile 2009, il”

Programma quadro” ed il “Piano d’attua-

zione” (si veda figura 19), si ritiene che la

Cina sia arrivata ad un punto di svolta.

Il “Programma quadro” definisce i servizi

sanitari di base come un bene pubblico che

deve essere fornito all’intera popolazione e

pone come obiettivo il raggiungimento di

un sistema sanitario di base equo e univer-

sale entro il 2020. Perciò è possibile atten-

dersi una maggiore attenzione allo sviluppo

di strutture sanitarie di base rispetto alla

creazione e all’ammodernamento di ospe-

dali nelle aree urbane. Questa prospettiva

è delineata nel “‘Piano d’attuazione” che

biente in Cina. L’inquinamento dell’aria,

dell’acqua e del suolo, unito alla siccità e

alla desertificazione, stanno minacciando

il benessere della popolazione e influen-

zando negativamente la produzione agrico-

la e industriale.

Tuttavia, è bene notare che c’è la volontà

politica di affrontare i problemi ambienta-

li. Si pone l’accento su una crescita econo-

mica sostenibile e sulla tutela dell’ambien-

te. Questi temi sono diventati prioritari già

dall’11° Piano quinquennale (2006-2010).

La Cina ha in effetti gli obiettivi ambientali

più ambiziosi del pianeta. Il Paese ha in

programma di trarre almeno il 15% di tutta

l’energia da fonti rinnovabili entro il 2020,

e nei prossimi cinque anni sta puntando a

ridurre del 20% l’intensità energetica per

unità di PIL.

Un esempio può essere rappresentato

dall’energia eolica. La capacità energe-

tica da fonti eoliche è raddoppiata negli

ultimi quattro anni, superando gli obiettivi

sostanzialmente prima del previsto, ed è

sulla buona strada per raggiungere i 100

GW entro il 2020. L’impiego crescente di

energia eolica ha dato luce ad un’industria

locale, che ha visto la nascita di costruttori

di turbine eoliche quali Goldwind, Dong-

fang e Sinovel. Tianjin, municipalità geo-

graficamente prossima a Pechino, è diven-

tata un centro di produzione significativo

di turbine eoliche, con 50 attori tra cui lea-

der globali quali Gamesa, Vestas e Suzlon.

Questo dimostra che quando si trova un

equilibrio tra esigenze economiche e la

necessità di rispettare l’ambiente, l’econo-

mia della Cina può progredire in maniera

sorprendente, generando posti di lavoro,

profitto ed entrate fiscali.

Tuttavia, quando sono in gioco interessi

concorrenti, motivazioni di natura pretta-

mente economica tendono ancora a preva-

lere sull’ambiente.

Questa argomentazione è particolarmente

valida quando ci si riferisce alle normative

ambientali che potrebbero portare enormi

vantaggi ai cittadini. Tuttavia, queste spesso

non sono soggette ad applicazione, in quan-

to limiterebbero l’attività industriale. L’osta-

colo è costituito prevalentemente dai fun-

zionari locali, la cui carriera è strettamente

legata ad indicatori economici. I funzionari

hanno perciò un incentivo negativo a chiu-

dere fabbriche inquinanti, che creano occu-

pazione soprattutto nelle regioni più orien-

tate all’esportazione. Da tutto ciò emerge

un quadro apparentemente contrastante.

La Cina sarà leader globale nelle energie

alternative, che però andranno ad integrare

e non a sostituire i combustibili fossili. La

Cina sarà quindi anche il maggiore produt-

tore di CO2. In futuro, prevediamo il succes-

so di imprese cinesi in settori quali la pro-

duzione di veicoli elettrici, pannelli solari

e software per l’efficienza energetica. Nel

frattempo, è possibile aspettarsi una mag-

giore sensibilità della popolazione nei con-

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Figura 19: Programma di riforma sanitaria in Cina

 

           Programma quadro

Piano d’attuazione

Fonte: CeSIF

si sviluppa in cinque punti e che illustra in

modo più dettagliato le azioni da svolgersi

nei prossimi tre anni.

Vi sono dubbi sulla capacità del Governo

cinese di attuare con successo il nuovo pia-

no di riforma. Un piano di riforma analogo

fu messo in atto nel 1997, ma la mancan-

za di sostegno politico e soprattutto finan-

ziario ne consacrò il fallimento. 12 anni

dopo le possibilità di rendere il sistema

sanitario alla portata della maggior parte

della popolazione rimane una sfida ancora

più ardua. Benché la Cina possa avvalersi

di grandi risorse, il CeSIF si attende che

ancora una volta l’attuazione della riforma

sanitaria rappresenterà un percorso lungo

e complicato. Sarebbe opportuno che gli

esponenti del Governo non alimentassero

aspettative superiori all’effettiva fattibilità

della riforma.

Figura 18: Spese mediche a carico delle famiglie nelle aree rurali

0%

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Spesa annua per persona, yuan RMBSpesa come quota del reddito annuale netto per persona

Figura 19: Programma di riforma sanitaria in Cina

Fonte: The Economist, China Statistical Yearbook 2009

Fonte: CeSIF

 

Programma quadro

I 5 punti 

- Copertuassicura

- Sviluppoessenzia

- Potenziaparticola

- Riforma special

Piano d’attuazione

mcura e dfinanzia

- Potenziapreventitutti

Fonte: The Economist, China Statistical Yearbook 2009

Sfide operative ed accesso al mercato nel pieno del boom dei consumi

Business

Page 20: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

35Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Accesso al mercato: protezionismo in crescitaNel 2007, la Cina ha rispettato tutti gli im-

pegni presi in sede WTO. Tuttavia, le bar-

riere non tariffarie continuano ad aumenta-

re, in particolare in settori strategici quali

automotive, siderurgico (acciaio), finanzia-

rio, petrolchimico e agricolo. Attualmente,

la possibilità per le società estere di com-

petere su un terreno paritario in Cina costi-

tuisce una delle problematiche chiave tra

la Cina ed i suoi principali partner com-

merciali, Stati Uniti ed Unione Europea.

Nel periodo dal 2007 al 2009, il Governo

cinese ha emanato politiche e regolamen-

ti che intendevano esortare e sostenere la

creazione e lo sviluppo di società, tecno-

logia e marchi cinesi competitivi a livello

internazionale (Go Global Policy) nel con-

testo della ristrutturazione delle aziende di

Stato avviata a metà degli anni Novanta. Il

piano di stimolo all’economia, annunciato

nel secondo semestre del 2008, ha favorito

sensibilmente le società cinesi. Al contem-

po, si è registrato un forte incremento del

nazionalismo economico e del protezioni-

smo. Molte società locali ritengono di ave-

re sufficiente esperienza di gestione, tale

da consentire loro di avere successo senza

la necessità di legarsi a partner stranieri.

Dopo 30 anni di politica della “porta aper-

ta”, la Cina ha accumulato riserve valuta-

rie estere per oltre 2.000 miliardi di dol-

lari, che consentono al Paese di avere una

maggiore indipendenza rispetto a pressioni

dall’esterno e di perseguire il suo piano di

sviluppo a lungo termine.

Di conseguenza, in Cina si è diffusa la con-

vinzione che gli investimenti diretti este-

ri abbiano già esaurito la loro funzione di

catalizzatori dello sviluppo. Questa idea è

sostenuta fortemente da: (a) società cinesi

che affrontano una concorrenza straniera

molto forte sul proprio mercato interno; (b)

vertici politici e militari che sostengono la

necessità di sviluppare grandi imprese na-

zionali competitive all’estero (i c.d. “cam-

pioni nazionali dello sviluppo”) per finalità

di sicurezza nazionale; (c) il crescente na-

zionalismo che invoca un’industria nazio-

nale più vigorosa.

La diffusa convinzione che sia opportuno

ridurre la dipendenza dalla tecnologia e

dalla partecipazione estera nell’economia

sta già manifestando i suoi effetti sugli in-

vestimenti in grandi progetti nazionali con

riferimento a settori strategici quali auto,

acciaio e prodotti chimici. Gli investitori

esteri osservano inoltre un irrigidimento

delle normative di riferimento e l’emana-

zione di standard che favoriscono o tute-

lano le società cinesi. Le società estere

dovrebbero abituarsi all’idea che le porte

della Cina non sono più aperte come una

volta. Attività di comunicazione e di lob-

bying dovranno essere riviste alla luce del

nuovo contesto, prestando maggiore at-

tenzione agli interessi nazionali cinesi. In

alcuni settori, le joint venture al 50/50 po-

trebbero essere più consigliate rispetto alle

società a capitale interamente straniero

(Wfoe), poiché più gradite politicamente.

In alcuni settori strategici potrebbero es-

serci ancora limitate opportunità d’ingres-

so in Cina. Le porte rimarranno di fatto

aperte fino al raggiungimento dell’obiettivo

cinese di creare campioni nazionali in gra-

do di competere con successo nel mercato

internazionale. È probabile che coloro i

quali entreranno per primi in alcune nic-

chie del mercato conserveranno i vantaggi

acquisiti.

La tendenza verso investimenti di qualità

superiore è stata ulteriormente rafforzata

dal nuovo “Catalogue for the Guidance of

Foreign Investment industries”, un riferi-

mento per gli investimenti esteri entrato in

vigore alla fine del 2007. Nel complesso,

il Catalogo promuove maggiormente gli in-

vestimenti nel settore dei servizi ed in set-

tori industriali in cui la Cina continua ad

essere in posizione di relativo svantaggio.

Tuttavia, secondo il Catalogo, gli investi-

menti in industrie volte all’esportazione, in

settori con minore valore aggiunto e ad alta

intensità di risorse non sono più incorag-

giati, se non addirittura limitati o vietati.

I concorrenti cinesi guadagnano terrenoLe società cinesi prosperano grazie all’at-

tuale dinamica del mercato cinese. Le so-

cietà private e - in alcuni casi - le società

statali sono diventate, in un breve lasso

di tempo, più competitive. Utilizzano uno

stile di management molto efficace, intui-

tivo e flessibile che si presta molto bene al

contesto cinese. I concorrenti occidentali,

al contrario, spesso conoscono meno l’am-

biente economico e sono caratterizzati da

processi decisionali più lenti e burocratici

(una motivazione è la scarsa autonomia ge-

stionale rispetto alla casa madre). Inoltre,

le società cinesi, in particolare le imprese

private, sono molto attente ai costi. Con-

vinte del potenziale di crescita del mercato

cinese, sono più propense a prendere deci-

sioni rischiose di investimento. In sintesi,

le società cinesi si sono meglio adattate

alle nuove esigenze di un mercato di con-

sumo in rapida crescita e possono risultare

concorrenti agguerriti.

Inoltre, un elemento di forza in più a van-

taggio delle società cinesi, è l’azione di

Governo, attraverso un trattamento prefe-

renziale connesso, per esempio, a fusioni e

acquisizioni, politica industriale (es. sup-

porto allo sviluppo di società nazionali nel

settore dell’auto) e sussidi diretti e indiret-

ti, inclusi finanziamenti di favore o accesso

privilegiato al credito bancario. Sia l’opi-

nione pubblica che la politica favoriscono

sempre di più le società cinesi. Di conse-

guenza, la concorrenza cinese è diventata

una delle principali sfide per le società

estere che operano sul mercato cinese, e

incide negativamente e significativamente

sui margini.

Page 21: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

37Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

I costi aumentano meno di quanto previstoI costi di produzione in Cina sono aumen-

tati notevolmente nel corso del 2008, ma

nel 2009 questo trend si è arrestato seb-

bene momentaneamente. Al di là dell’im-

patto della crisi, i prezzi inferiori delle

commodities hanno contribuito ad allenta-

re in parte la pressione sui costi. Tuttavia,

poiché osserviamo condizioni economiche

globali in miglioramento e un mercato del

lavoro vivace, per il 2010 si prevede un

nuovo aumento dei costi nell’ordine del

5-10%.

Le risorse umane sono state uno dei prin-

cipali driver di costo attraverso continui

aumenti dei salari, dei costi di previden-

za sociale e dei costi legati alla rotazione

del personale aziendale. Tuttavia, anche

la produttività è migliorata, mitigando, in

questo modo, l’impatto reale dell’aumento

dei costi. Se nel 2009 i dipendenti erano

più interessati a conservare il proprio posto

di lavoro rispetto ad un aumento di stipen-

dio, nel 2010 questa situazione potrebbe

cambiare come conseguenza dell’aumento

della domanda di lavoro.

Restano significative le differenze regiona-

li. Per questo motivo, l’effetto dell’aumento

dei costi è percepito maggiormente nelle

città cinesi di prima fascia e nelle città co-

stiere. Ciò nonostante, il CeSIF riscontra

già aumenti di costo nelle città di seconda

fascia, così come nelle regioni occidenta-

li e centrali della Cina. Si prevede che gli

aumenti complessivi nelle regioni più in-

terne del Paese saranno in linea con quelli

della costa, anche se questi ultimi partono

da una base notevolmente più bassa. Le

città di seconda fascia in particolare hanno

mostrato aumenti elevati del costo del la-

voro negli ultimi tre anni, e si stanno pro-

gressivamente avvicinando ai livelli delle

città di prima fascia.

Sembra che la Cina stia perdendo la pro-

pria posizione quale piattaforma di produ-

zione a basso costo. Rimane comunque un

Paese molto interessante vista la sua enor-

me capacità produttiva, la grande varietà

di prodotti offerti, il rispetto dei tempi di

consegna e la relativa affidabilità in termi-

ni di qualità. Tuttavia, imprese in settori

orientati all’esportazione, a scarso valore

aggiunto, che basano il proprio vantaggio

competitivo sui volumi, potrebbero decide-

re di localizzarsi verso le province interne

della Cina (con maggiori costi di logistica,

complessità operativa e scarsità di risorse

umane qualificate). Come conseguenza,

l’area del fiume Yangtze fino alla Provincia

del Sichuan diventerà probabilmente una

delle aree a maggior crescita. Al contem-

po, il Guangdong dovrà affrontare i pro-

blemi della rapida crescita che ha visto

questa provincia protagonista negli ultimi

30 anni.

Altre società potrebbero scegliere di ri-

nunciare ad investire in Cina, oppure ri-

durre la propria esposizione completamen-

te o a favore di destinazioni a minor costo

come il Vietnam. Per i nuovi investitori sul

mercato cinese oppure per le società che

esportano prodotti ad alto valore aggiunto,

la competitività dipenderà sempre più dal-

la loro capacità di adattarsi al nuovo am-

biente economico caratterizzato da mag-

giori costi e minori margini.

Risorse umaneLe risorse umane continuano ad essere la

fonte di preoccupazione più significativa

per le società estere in Cina, in particolare

durante questo periodo di crisi finanziaria

ed economica. Le problematiche principali

sono:

- La continua scarsità di personale quali-

ficato e l’elevata rotazione;

- Il forte aumento degli stipendi nelle cit-

tà di seconda fascia;

- L’effetto della Legge sui contratti di la-

voro entrata in vigore nel 2008;

Carenza di personale ed elevata rotazioneNonostante il rientro di flussi importanti

di cittadini cinesi nel Paese dopo un’espe-

rienza di studio o lavoro negli Stati Uniti

ed in Europa, il mercato del lavoro cine-

se continua ad evidenziare una strutturale

scarsità di profili professionali qualificati,

in particolare con riferimento a figure tec-

niche e manageriali. Il motivo principale

di questa carenza è la domanda di lavoro

sempre più elevata, risultato dell’espansio-

ne di aziende già presenti ed alla costitu-

zione di nuove società. Inoltre, le società

locali, incluse quelle statali, stanno sottra-

endo personale alle multinazionali offren-

do stipendi elevati per lo sviluppo delle

proprie attività.

Le risorse umane delle multinazionali sono

state fortemente colpite in seguito agli

sconvolgimenti economici globali che an-

cora oggi manifestano i propri effetti. Le

società hanno generalmente risposto alla

crisi riducendo il numero di dipendenti

con stipendi elevati e assumendo invece

figure con salari relativamente inferiori.

Nel 2010, la carenza di personale potreb-

be costituire nuovamente un problema nel

momento in cui le multinazionali ricomin-

ceranno ad assumere, in linea con una ten-

denza già osservabile a partire dall’ agosto

2009.

Il tasso di rotazione del personale medio ri-

mane elevato, intorno al 12-17%. Tra tutti i

settori, quello che registra il più alto tasso

di turnover è il settore dell’hi-tech con cir-

ca il 30-35%. Il settore dell’auto invece re-

gistra il livello più basso, intorno al 3-7%.

In generale, il settore dei servizi affronta

un turnover maggiore rispetto ai settori a

più alta intensità di manodopera con un

15-20% circa rispetto ad un 15-17%. Le

figure dirigenziali tendono alla stabilità,

mentre la maggiore rotazione aziendale si

riscontra in figure professionali di livello

inferiore a partire dai quadri. I manager

Page 22: 2010 - Corriere della Sera

38Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

39Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

delle divisioni commerciali e marketing,

finanza e acquisti sperimentano un tur-

nover particolarmente elevato, intorno al

20-30% circa. Inoltre, specialmente nelle

città di seconda fascia, rimarrà costante

ed in crescita il problema della carenza di

personale qualificato in posizioni tecniche

e di acquisto (merchandiser o responsabile

retail, controllo qualità, direttori acquisti,

project manager).

Prevediamo un ulteriore aumento degli

stipendi nel corso del 2010, anche se pro-

babilmente saranno inferiori al tasso di

crescita medio annuo di lungo periodo con

un +3% di media, mentre alcune multina-

zionali stanno pensando di stabilizzare le

retribuzioni. Un maggior aumento è previ-

sto per il settore medico e farmaceutico e

per quello dei prodotti di consumo. Gli au-

menti degli stipendi per le città di seconda

fascia potrebbero essere maggiori, in parti-

colare per i manager di medio livello e per

i professionisti. Gli incrementi potrebbero

addirittura risultare superiori a quelli del

top management.

Elevati aumenti degli stipendi nelle città di seconda fascia Gli stipendi delle città di seconda fascia

come Nanjing, Wuhan e Suzhou si stanno

allineando agli stipendi delle città di prima

fascia. A Wuhan, per esempio, la creazione

di un nuovo stabilimento per la produzione

di autoveicoli ha provocato un netto au-

mento degli stipendi, in particolare per le

posizioni di prima linea. Di conseguenza,

queste città stanno perdendo il loro van-

taggio di costo rispetto alle più grandi città

costiere.

Figura 20: Stipendi medi (in RMB) in città di prima e seconda fascia

tecniche e di acquisto (merchandiser o responsabile retail, controllo qualità, direttori acquisti, project manager).

Prevediamo un ulteriore aumento degli stipendi nel corso del 2010, anche se probabilmente saranno inferiori al tasso di crescita medio annuo di lungo periodo con un +3% di media, mentre alcune multinazionali stanno pensando di

stabilizzare le retribuzioni. Un maggior aumento è previsto per il settore medico e farmaceutico e per quello dei prodotti di consumo. Gli aumenti degli stipendi per le città di seconda fascia potrebbero essere maggiori, in particolare per i manager di medio livello e per i professionisti. Gli incrementi potrebbero addirittura risultare superiori a quelli del top management.

 

Elevati aumenti degli stipendi nelle città di seconda fascia

Gli stipendi delle città di seconda fascia come Nanjing, Wuhan e Suzhou si stanno allineando agli stipendi delle città di prima fascia. A Wuhan, per esempio, la creazione di un nuovo stabilimento per la produzione di autoveicoli ha provocato un netto aumento degli stipendi, in particolare per le posizioni di prima linea. Di conseguenza, queste città stanno perdendo il loro vantaggio di costo rispetto alle più grandi città costiere.

Figura 20: Stipendi medi (in RMB) in città di prima e seconda fascia

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

50.000

2005 2006 2007 2008 2009

Pechino Shanghai Guangzhou Nanjin Wuhan Suzhou Chengdu

Fonte: Governi Locali

Legge sui contratti di lavoro

La Legge sui contratti di lavoro è entrata in vigore il 1° gennaio 2008. Il Consiglio di Stato ha promulgato ulteriori Regolamenti d’attuazione, entrati in vigore il 18 settembre 2008.

Tuttavia, la legge e i suoi regolamenti vengono interpretati in modo diverso nelle varie città e la maggior parte dei Governi locali stanno predisponendo propri regolamenti d’attuazione.

Uno dei problemi principali è la durata dei contratti e l’obbligo di sottoscrivere contratti a tempo indeterminato, rendendo la risoluzione del contratto molto più difficile. Oggi, le società possono solo intervenire alla scadenza del primo contratto a tempo determinato che può avere una durata da 1 a 3 anni. Nel caso in cui tale contratto di lavoro venga rinnovato con un contratto analogo a tempo determinato, la società non potrà risolvere il secondo contratto a tempo determinato, ma dovrà firmare un contratto a tempo indeterminato con il dipendente. 

Questa normativa viene applicata in modo rigoroso a Pechino e a Shenzhen, mentre nelle altre regioni -come la parte restante del Guangdong e di Shanghai - l’interpretazione non è così rigida, e si conserva un margine di flessibilità più ampio alla scadenza del secondo contratto a tempo determinato. A Shanghai, Fonte: Governi Locali

Legge sui contratti di lavoroLa Legge sui contratti di lavoro è entrata in

vigore il 1° gennaio 2008. Il Consiglio di

Stato ha promulgato ulteriori Regolamenti

d’attuazione, entrati in vigore il 18 settem-

bre 2008.

Tuttavia, la legge e i suoi regolamenti ven-

gono interpretati in modo diverso nelle

varie città e la maggior parte dei Governi

locali stanno predisponendo propri regola-

menti d’attuazione.

Uno dei problemi principali è la durata dei

contratti e l’obbligo di sottoscrivere con-

tratti a tempo indeterminato, rendendo la

risoluzione del contratto molto più diffici-

le. Oggi, le società possono solo interveni-

re alla scadenza del primo contratto a tem-

po determinato che può avere una durata

da 1 a 3 anni. Nel caso in cui tale contratto

di lavoro venga rinnovato con un contrat-

to analogo a tempo determinato, la società

non potrà risolvere il secondo contratto a

tempo determinato, ma dovrà firmare un

contratto a tempo indeterminato con il di-

pendente.

Questa normativa viene applicata in modo

rigoroso a Pechino e a Shenzhen, mentre

nelle altre regioni -come la parte restan-

te del Guangdong e di Shanghai - l’inter-

pretazione non è così rigida, e si conserva

un margine di flessibilità più ampio alla

scadenza del secondo contratto a tempo

determinato. A Shanghai, stando ad un’in-

terpretazione emessa dall’Alta Corte Popo-

lare di Shanghai nel marzo 2009, i dipen-

denti hanno il diritto di sottoscrivere un

contratto di lavoro a tempo indeterminato

solo se le parti concordano di continuare

il rapporto di lavoro dopo la scadenza del

secondo contratto a tempo determinato.

Non è chiaro se nel lungo periodo, l’in-

terpretazione della Legge sui contratti di

lavoro diventerà più o meno favorevole ai

dipendenti e se l’interpretazione sarà resa

uniforme in tutto il Paese.

Dall’entrata in vigore della Legge, i casi di

controversia e di arbitrato sono aumenta-

ti drasticamente perché non vi sono costi

associati a tali azioni. In generale, sono tu-

telati maggiormente i diritti dei dipendenti

e per le società potrebbe risultare difficile

prevalere in eventuali contenziosi.

Un effetto importante della nuova legge è

stato il significativo aumento del costo del

lavoro, a causa del considerevole aumento

del trattamento di fine rapporto. Non solo

ad oggi vige l’obbligo di pagare il Tfr anche

al termine dei contratti a tempo determina-

to, ma a causa della scarsa chiarezza della

Legge in merito, risolvere un contratto, sia

a tempo determinato che indeterminato, è

diventato molto più difficile e con liquida-

zioni più elevate.

Le società dovrebbero porre maggiore at-

tenzione alla propria politica di selezione

del personale e sfruttare appieno i periodi

di prova per i dipendenti, viste le significa-

tive limitazioni e incertezze introdotte dal-

la nuova Legge sui contratti di lavoro che

hanno aumentato il costo della risoluzione

anticipata dei contratti.

Fusioni e acquisizioni: previsioni per il 2010Nel corso del 2009 l’attività connessa

ad operazioni di fusione ed acquisizione

(M&A) in Cina è calata sensibilmente,

nonostante il declino sia stato molto meno

rilevante rispetto ad altri mercati. Secondo

l’analisi di Mergermarket, il volume d’affa-

ri per il primo semestre del 2009, rispetto

al primo semestre del 2008, è diminuito di

circa il 22% mentre il valore totale degli

accordi M&A si è ridotto di circa il 18%.

Questo calo, sebbene significativo, è ben

Page 23: 2010 - Corriere della Sera

40Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

41Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

lontano dalla contrazione totale del volume

di accordi a livello globale (46,6%) e del

valore totale degli accordi (43,3%). Tut-

tavia, nel secondo semestre del 2009, si

sono manifestati i primi segnali di ripresa

e il numero di accordi di fusione e acquisi-

zione mostra una crescita moderatamente

rapida derivante da una maggiore fiducia

degli investitori sulla ripresa globale e dal

crescente ruolo della Cina nell’economia

globale.

Gran parte del calo dell’attività è dovuto

ad una minore attività di M&A in entrata

nel corso del primo semestre del 2009. La

quota di attività M&A interna, frutto del

consolidamento in alcuni settori e nell’am-

bito del processo di riforma delle impre-

se di Stato, è cresciuta costantemente dal

2005. Tuttavia, il primo semestre del 2009

ha registrato un aumento mai registrato in

precedenza.

Il valore totale degli accordi M&A in en-

trata è diminuito di oltre il 65% a meno di

3 miliardi di dollari USA (un livello così

basso di attività non si era mai osservato

dal 20034), mentre il numero degli accor-

di è diminuito del 75% rispetto al primo

semestre del 2008. Queste cifre riflettono

chiaramente la crisi economica globale e

le difficoltà delle economie occidentali

e del Giappone. Nonostante il futuro po-

4 Mergermarket BRIC Sintesi M&A Primo semestre 2009

tenziale del mercato cinese, molte società

non hanno avuto altra scelta che ridurre

gradualmente le operazioni o posticipare

gli investimenti per concentrarsi rigorosa-

mente sui mercati nazionali. Il calo appare

abbastanza rilevante, ma bisogna tenere

presente che i numeri rispecchiano soltan-

to il valore degli affari conclusi: non pren-

dono in considerazione il livello di attività

in corso che sono state sospese in attesa di

un consolidamento della ripresa.

Non sorprende che i settori che hanno re-

gistrato la maggiore attività di M&A nel

primo semestre del 2009 sono quelli dove

hanno maggiormente inciso le due diretti-

ve economiche di questo periodo: il piano

di stimolo da 4.000 miliardi di Yuan RMB

e le politiche miranti ad incentivare i con-

sumi interni. I 3 maggiori settori per volu-

me sono stati i seguenti:

1. Prodotti industriali e chimici (18,9%);

2. Energia, estrazione e servizi di pubblica

utilità (16,4%);

3. Beni di consumo e servizi (15,7%).

Se si osservano solo gli accordi in entrata,

il quadro che emerge è simile, sebbene i

beni di consumo ed i servizi occupino il se-

condo posto con il 18,8% del volume totale

e oltre il 42% del valore totale. Nonostante

l’aumento di attività di fusioni e acquisi-

zioni in entrata, le società straniere che si

occupano di beni di consumo e di servizi

hanno mostrato attivismo nella ricerca di

nuovi mercati per compensare il calo di

consumi nei propri mercati nazionali. È

probabile che questi settori rimarranno tra

i principali protagonisti delle attività di

M&A negli anni a venire.

Figura 21: Volume totale di accordi M&A nel settore sanitario (in USD), 2004-2008

con il 18,8% del volume totale e oltre il 42% del valore totale. Nonostante l’aumento di attività di fusioni e acquisizioni in entrata, le società straniere che si occupano di beni di consumo e di servizi hanno mostrato attivismo nella ricerca di nuovi mercati per compensare il calo di consumi nei propri mercati nazionali. È probabile che questi settori rimarranno tra i principali protagonisti delle attività di M&A negli anni a venire.

Figura 21: Volume totale di accordi M&A nel settore sanitario (in USD), 2004-2008

524 533 567 667

1.105

68

77

42

55

64

0

10

20

30

40

50

60

70

80

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

1600

2004 2005 2006 2007 2008

Totale (milioni USD)

In conclusione, si prevede che l’attività di M&A, nel 2010, cresca significativamente rispetto al 2009, anche se difficilmente raggiungerà il livello raggiunto nel 2008. Per quanto riguarda gli investitori stranieri, questo potrebbe significare che gli obiettivi delle operazioni cinesi non raggiunti nel 2008, potrebbero esserlo nelle attuali circostanze economiche. Con tutta probabilità, le società target disponibili ad essere acquisite saranno di maggiore qualità, con un top management che nutre minori aspettative rispetto agli anni precedenti. In ogni caso, le aspettative non dovrebbero diminuire ulteriormente data la ripresa di oltre il 70% della Borsa di Shanghai rispetto al minimo toccato nel corso dell’anno 2009, e fintantoché i multipli di transazione medi sono in calo, è ancora possibile che operazioni nei settori sopra menzionati possano determinare margini significativi.

Fonte: CeSIF

Prevediamo inoltre un maggior numero di operazioni M&A in entrata, frutto d’investimenti esteri o locali, nei confronti di società cinesi nel settore farmaceutico e sanitario. Nel gennaio 2009, il governo ha annunciato un piano di spesa pubblica di 120 miliardi di dollari USA, per il triennio successivo, per rinnovare le infrastrutture sanitarie cinesi a lungo trascurate. Nel piano rientra anche l’estensione della copertura medica assicurativa di base al 90% della popolazione entro il 2011 e il rinnovamento degli ospedali pubblici. L’attività di M&A in questo settore è cresciuta costantemente negli ultimi cinque anni, con un aumento marcato nel 2008, una tendenza che dovrebbe continuare per tutto il 2010.

La ridotta attività di M&A ha portato il Governo centrale ad ammorbidire gradualmente alcune delle stringenti normative emanate negli ultimi due anni. In una prima significativa occasione, la nuova legge anti-monopolio ha portato al blocco dell’offerta pubblica di acquisto da 2,4 miliardi di dollari USA della Coca Cola su Huiyuan Juice, società locale leader nella produzione di bevande analcoliche. Anche se ciò dimostra la volontà del

governo di utilizzare la Legge come strumento per proteggere le società che considera “campioni nazionali”, questo non significa che le attività di M&A in generale troveranno più ostacoli. Di fatto, per il mercato a basso e medio valore aggiunto, il Governo ha allentato alcune normative per incentivare ulteriormente l’attività di M&A e consolidare il mercato. Per esempio, nel settore immobiliare, il Governo centrale ha stemperato tutta una serie di normative connesse agli investimenti esteri e in particolare alle attività M&A, vedasi la delega alle autorità provinciali, da sempre più propense a concedere le approvazioni5.

Previsioni 2010 per gli investimenti diretti cinesi verso l’estero

Secondo il Mofcom (Ministero del Commercio Cinese), gli investimenti cinesi verso l’estero hanno toccato un livello di 32,87 miliardi di dollari USA nel settembre 2009, e potrebbero raggiungere i 40 miliardi entro la fine dell’anno. Gli investimenti delle società statali cinesi hanno contribuito maggiormente alla crescita degli investimenti totali all’estero, acquisendo in 112 paesi, negli ultimi nove mesi, quote di società manifatturiere e nel settore delle risorse naturali. Il Ministero del Commercio ha comunicato che il 43% degli investimenti totali riguardava quote di controllo.

                                                            5 Circular on Better Implementation of the Filing of Foreign Investment in Real Estate Industry (MOFCOM)

Fonte: CeSIF

Prevediamo inoltre un maggior numero di

operazioni M&A in entrata, frutto d’investi-

menti esteri o locali, nei confronti di società

cinesi nel settore farmaceutico e sanitario.

Nel gennaio 2009, il governo ha annunciato

un piano di spesa pubblica di 120 miliardi

di dollari USA, per il triennio successivo,

per rinnovare le infrastrutture sanitarie ci-

nesi a lungo trascurate. Nel piano rientra

anche l’estensione della copertura medica

assicurativa di base al 90% della popola-

zione entro il 2011 e il rinnovamento degli

ospedali pubblici. L’attività di M&A in que-

sto settore è cresciuta costantemente negli

ultimi cinque anni, con un aumento marcato

nel 2008, una tendenza che dovrebbe conti-

nuare per tutto il 2010.

La ridotta attività di M&A ha portato il

Governo centrale ad ammorbidire gra-

dualmente alcune delle stringenti norma-

tive emanate negli ultimi due anni. In una

prima significativa occasione, la nuova

legge anti-monopolio ha portato al blocco

dell’offerta pubblica di acquisto da 2,4 mi-

liardi di dollari USA della Coca Cola su

Huiyuan Juice, società locale leader nella

produzione di bevande analcoliche. An-

che se ciò dimostra la volontà del governo

di utilizzare la Legge come strumento per

proteggere le società che considera “cam-

pioni nazionali”, questo non significa che

le attività di M&A in generale troveranno

più ostacoli. Di fatto, per il mercato a bas-

so e medio valore aggiunto, il Governo ha

allentato alcune normative per incentivare

ulteriormente l’attività di M&A e consoli-

dare il mercato. Per esempio, nel settore

immobiliare, il Governo centrale ha stem-

perato tutta una serie di normative connes-

se agli investimenti esteri e in particolare

alle attività M&A, vedasi la delega alle au-

torità provinciali, da sempre più propense

a concedere le approvazioni .

In conclusione, si prevede che l’attività di

M&A, nel 2010, cresca significativamen-

te rispetto al 2009, anche se difficilmente

raggiungerà il livello raggiunto nel 2008.

Per quanto riguarda gli investitori stra-

nieri, questo potrebbe significare che gli

obiettivi delle operazioni cinesi non rag-

giunti nel 2008, potrebbero esserlo nelle

attuali circostanze economiche. Con tutta

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probabilità, le società target disponibili

ad essere acquisite saranno di maggiore

qualità, con un top management che nu-

tre minori aspettative rispetto agli anni

precedenti. In ogni caso, le aspettative

non dovrebbero diminuire ulteriormente

data la ripresa di oltre il 70% della Bor-

sa di Shanghai rispetto al minimo toccato

nel corso dell’anno 2009, e fintantoché i

multipli di transazione medi sono in calo,

è ancora possibile che operazioni nei set-

tori sopra menzionati possano determinare

margini significativi.

Previsioni 2010 per gli investimenti diretti cinesi verso l’estero Secondo il Mofcom (Ministero del Com-

mercio Cinese), gli investimenti cinesi

verso l’estero hanno toccato un livello di

32,87 miliardi di dollari USA nel settem-

bre 2009, e potrebbero raggiungere i 40

miliardi entro la fine dell’anno. Gli inve-

stimenti delle società statali cinesi hanno

contribuito maggiormente alla crescita

degli investimenti totali all’estero, acqui-

sendo in 112 paesi, negli ultimi nove mesi,

quote di società manifatturiere e nel set-

tore delle risorse naturali. Il Ministero del

Commercio ha comunicato che il 43% de-

gli investimenti totali riguardava quote di

controllo.

Figura 22: Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi non finanziari all’estero, 2004-2009

Figura 22: Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi non finanziari all'estero, 2004-2009

-10%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

IDE (miliardi USD ) Tasso di crescita

- Nel 2009, gli IDE, il cui driver principale è la ricerca di mercati (principalmente svolti da società manifatturiere), sono diminuiti a seguito delle scarse prospettive di crescita delle economie sviluppate a partire dalla fine del 2008.

Fonte: Ministero del Commercio cinese (MOFCOM)

Gli IDE cinesi all’estero di natura non finanziaria sono stati diretti principalmente in Asia, America Latina e Africa, aree in cui si trova la maggior parte delle risorse naturali, dei progetti infrastrutturali e dei paradisi fiscali. Gli IDE finanziari, invece, sono stati maggiormente concentrati in aree con mercati finanziari molto sviluppati, quali Hong Kong, Regno Unito e Stati Uniti.

In termini di settori, gli investimenti diretti non finanziari verso l’estero sono stati indirizzati principalmente verso il settore delle risorse naturali e nelle attività correlate, incluse le infrastrutture, le opere di ingegneria civile, l’immobiliare e l’attività manifatturiera. Questi settori da soli rappresentano oltre il 60% del totale degli IDE non finanziari. Negli investimenti verso l’estero del 2009 abbiamo notato le seguenti tendenze:  

- Gli investimenti in progetti infrastrutturali sono emersi quali secondo principale fattore di crescita degli IDE cinesi, con grandi progetti in particolare in Africa, Asia e, in misura minore, in America Latina. Nel 2008 e nel primo semestre del 2009, i progetti infrastrutturali riferiti agli IDE cinesi ammontavano a 2,9 miliardi di dollari USA, ossia una crescita annua del 353% (si veda la figura 23).

- Gli investimenti in Africa sono aumentati ad un tasso di gran lunga superiore ad altre aree, con un aumento annuale del 250% e un importo di IDE, effettivamente realizzato, di 5,49 miliardi di

dollari USA nel 2008. Questi investimenti sono dovuti principalmente al forte e diretto coinvolgimento del Governo cinese negli investimenti svolti in Africa per infrastrutture e risorse naturali.

- Le società cinesi di ingegneria civile stanno investendo all’estero capitali mai investiti prima, grazie al forte sostegno politico e finanziario del Governo cinese.

Figura 23: 2005-2008 Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi all'estero nel settore delle infrastrutture

0,09 0,16

0,48

2,19

79%

202%

353%

0%

50%

100%

150%

200%

250%

300%

350%

400%

0

0,5

1

1,5

2

2,5

2005 2006 2007 2008

IDE miliardi US$ tasso di crescita Fonte: CeSIF

Figura 24: 2003-2008 Tasso di crescita degli IDE cinesi in Africa

0%

50%

100%

150%

200%

250%

300%

350%

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

2003 2004 2005 2006 2007 2008

milioni USD Variazione % annua

Fonte: CeSIF

Fonte: Ministero del Commercio cinese (MOFCOM)

Gli IDE cinesi all’estero di natura non fi-

nanziaria sono stati diretti principalmente

in Asia, America Latina e Africa, aree in cui

si trova la maggior parte delle risorse natu-

rali, dei progetti infrastrutturali e dei para-

disi fiscali. Gli IDE finanziari, invece, sono

stati maggiormente concentrati in aree con

mercati finanziari molto sviluppati, quali

Hong Kong, Regno Unito e Stati Uniti.

In termini di settori, gli investimenti di-

retti non finanziari verso l’estero sono stati

indirizzati principalmente verso il settore

delle risorse naturali e nelle attività cor-

relate, incluse le infrastrutture, le opere

di ingegneria civile, l’immobiliare e l’at-

tività manifatturiera. Questi settori da soli

rappresentano oltre il 60% del totale de-

gli IDE non finanziari. Negli investimenti

verso l’estero del 2009 abbiamo notato le

seguenti tendenze:

- Gli investimenti in progetti infrastruttu-

rali sono emersi quali secondo principale

fattore di crescita degli IDE cinesi, con

grandi progetti in particolare in Africa,

Asia e, in misura minore, in America La-

tina. Nel 2008 e nel primo semestre del

2009, i progetti infrastrutturali riferiti agli

IDE cinesi ammontavano a 2,9 miliardi di

dollari USA, ossia una crescita annua del

353% (si veda la figura 23).

- Gli investimenti in Africa sono aumen-

tati ad un tasso di gran lunga superiore

ad altre aree, con un aumento annuale del

250% e un importo di IDE, effettivamente

realizzato, di 5,49 miliardi di dollari USA

nel 2008. Questi investimenti sono dovuti

principalmente al forte e diretto coinvol-

gimento del Governo cinese negli investi-

menti svolti in Africa per infrastrutture e

risorse naturali.

- Le società cinesi di ingegneria civile

stanno investendo all’estero capitali mai

investiti prima, grazie al forte sostegno po-

litico e finanziario del Governo cinese.

- Nel 2009, gli IDE, il cui driver principa-

le è la ricerca di mercati (principalmente

svolti da società manifatturiere), sono di-

minuiti a seguito delle scarse prospettive

di crescita delle economie sviluppate a

partire dalla fine del 2008.

Figura 23: 2005-2008 Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi all’estero nel settore delle infrastrutture

Figura 22: Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi non finanziari all'estero, 2004-2009

-10%

0%

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35

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2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

IDE (miliardi USD ) Tasso di crescita

- Nel 2009, gli IDE, il cui driver principale è la ricerca di mercati (principalmente svolti da società manifatturiere), sono diminuiti a seguito delle scarse prospettive di crescita delle economie sviluppate a partire dalla fine del 2008.

Fonte: Ministero del Commercio cinese (MOFCOM)

Gli IDE cinesi all’estero di natura non finanziaria sono stati diretti principalmente in Asia, America Latina e Africa, aree in cui si trova la maggior parte delle risorse naturali, dei progetti infrastrutturali e dei paradisi fiscali. Gli IDE finanziari, invece, sono stati maggiormente concentrati in aree con mercati finanziari molto sviluppati, quali Hong Kong, Regno Unito e Stati Uniti.

In termini di settori, gli investimenti diretti non finanziari verso l’estero sono stati indirizzati principalmente verso il settore delle risorse naturali e nelle attività correlate, incluse le infrastrutture, le opere di ingegneria civile, l’immobiliare e l’attività manifatturiera. Questi settori da soli rappresentano oltre il 60% del totale degli IDE non finanziari. Negli investimenti verso l’estero del 2009 abbiamo notato le seguenti tendenze:  

- Gli investimenti in progetti infrastrutturali sono emersi quali secondo principale fattore di crescita degli IDE cinesi, con grandi progetti in particolare in Africa, Asia e, in misura minore, in America Latina. Nel 2008 e nel primo semestre del 2009, i progetti infrastrutturali riferiti agli IDE cinesi ammontavano a 2,9 miliardi di dollari USA, ossia una crescita annua del 353% (si veda la figura 23).

- Gli investimenti in Africa sono aumentati ad un tasso di gran lunga superiore ad altre aree, con un aumento annuale del 250% e un importo di IDE, effettivamente realizzato, di 5,49 miliardi di

dollari USA nel 2008. Questi investimenti sono dovuti principalmente al forte e diretto coinvolgimento del Governo cinese negli investimenti svolti in Africa per infrastrutture e risorse naturali.

- Le società cinesi di ingegneria civile stanno investendo all’estero capitali mai investiti prima, grazie al forte sostegno politico e finanziario del Governo cinese.

Figura 23: 2005-2008 Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi all'estero nel settore delle infrastrutture

0,09 0,16

0,48

2,19

79%

202%

353%

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150%

200%

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300%

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2,5

2005 2006 2007 2008

IDE miliardi US$ tasso di crescita Fonte: CeSIF

Figura 24: 2003-2008 Tasso di crescita degli IDE cinesi in Africa

0%

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2003 2004 2005 2006 2007 2008

milioni USD Variazione % annua

Fonte: CeSIF

Fonte: CeSIF

Figura 24: 2003-2008 Tasso di crescita degli IDE cinesi in Africa

Figura 22: Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi non finanziari all'estero, 2004-2009

-10%

0%

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2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

IDE (miliardi USD ) Tasso di crescita

- Nel 2009, gli IDE, il cui driver principale è la ricerca di mercati (principalmente svolti da società manifatturiere), sono diminuiti a seguito delle scarse prospettive di crescita delle economie sviluppate a partire dalla fine del 2008.

Fonte: Ministero del Commercio cinese (MOFCOM)

Gli IDE cinesi all’estero di natura non finanziaria sono stati diretti principalmente in Asia, America Latina e Africa, aree in cui si trova la maggior parte delle risorse naturali, dei progetti infrastrutturali e dei paradisi fiscali. Gli IDE finanziari, invece, sono stati maggiormente concentrati in aree con mercati finanziari molto sviluppati, quali Hong Kong, Regno Unito e Stati Uniti.

In termini di settori, gli investimenti diretti non finanziari verso l’estero sono stati indirizzati principalmente verso il settore delle risorse naturali e nelle attività correlate, incluse le infrastrutture, le opere di ingegneria civile, l’immobiliare e l’attività manifatturiera. Questi settori da soli rappresentano oltre il 60% del totale degli IDE non finanziari. Negli investimenti verso l’estero del 2009 abbiamo notato le seguenti tendenze:  

- Gli investimenti in progetti infrastrutturali sono emersi quali secondo principale fattore di crescita degli IDE cinesi, con grandi progetti in particolare in Africa, Asia e, in misura minore, in America Latina. Nel 2008 e nel primo semestre del 2009, i progetti infrastrutturali riferiti agli IDE cinesi ammontavano a 2,9 miliardi di dollari USA, ossia una crescita annua del 353% (si veda la figura 23).

- Gli investimenti in Africa sono aumentati ad un tasso di gran lunga superiore ad altre aree, con un aumento annuale del 250% e un importo di IDE, effettivamente realizzato, di 5,49 miliardi di

dollari USA nel 2008. Questi investimenti sono dovuti principalmente al forte e diretto coinvolgimento del Governo cinese negli investimenti svolti in Africa per infrastrutture e risorse naturali.

- Le società cinesi di ingegneria civile stanno investendo all’estero capitali mai investiti prima, grazie al forte sostegno politico e finanziario del Governo cinese.

Figura 23: 2005-2008 Valore e tasso di crescita (%) degli IDE cinesi all'estero nel settore delle infrastrutture

0,09 0,16

0,48

2,19

79%

202%

353%

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2005 2006 2007 2008

IDE miliardi US$ tasso di crescita Fonte: CeSIF

Figura 24: 2003-2008 Tasso di crescita degli IDE cinesi in Africa

0%

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2003 2004 2005 2006 2007 2008

milioni USD Variazione % annua

Fonte: CeSIF Fonte: CeSIF

Per gli IDE cinesi prevediamo le seguenti

tendenze nel 2010:

- Il motore principale continuerà ad essere

costituito dagli investimenti finalizzati agli

approvvigionamenti energetici e di risorse

naturali in generale. I grandi progetti in

questi settori contribuiranno, in maniera

decisiva, sulla performance complessiva

degli IDE cinesi per l’anno di riferimento.

Quando il contesto politico lo consentirà,

le società cinesi cercheranno attivamente

di investire verso l’estero in questi settori.

Page 25: 2010 - Corriere della Sera

44Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

45Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

- Il ruolo della Cina nell’ingegneria civi-

le e nei progetti infrastrutturali, a livello

globale, diventerà sempre più rilevante.

Nei Paesi in cui vi sono barriere politiche

non elevate per gli operatori cinesi, gli

IDE dalla Cina continueranno a crescere

costantemente.

- Il Governo cinese e le aziende nazionali

sono oggi più consapevoli delle difficoltà

che caratterizzano gli investimenti diretti

all’estero, quali appunto le barriere di na-

tura politica (a volte esplicitamente mani-

festate da esponenti politici di Paesi este-

ri), il gap di competenze manageriali ed il

potenziale di mercato. Le aziende cinesi

saranno perciò più caute nelle decisioni

di investimento verso l’estero e il Gover-

no svolgerà un ruolo maggiore di controllo,

monitoraggio e guida, anche per le società

private.

- Le società manifatturiere cinesi si foca-

lizzeranno maggiormente sullo sviluppo

del mercato locale in rapida crescita piut-

tosto che sull’espansione internazionale; di

conseguenza, non prevediamo sostanziali

investimenti.

Scenario fiscale per il 2010Nel 2009, la politica fiscale cinese ha de-

dicato particolare attenzione a rendere più

flessibile la tassa sul valore aggiunto e ad

una ulteriore implementazione della Legge

sull’imposta del reddito d’impresa, entrata

in vigore il 1° gennaio del 2008. Sono state

inoltre emanate misure specifiche finaliz-

zate a stimolare le esportazioni (reintrodu-

zione del rimborso fiscale), gli investimenti

interni nonché le attività di spesa. È stato

introdotto inoltre un maggior controllo sul-

le imposte relative alle transazioni M&A. Il

quadro normativo complessivo è diventato

più rigido e il Governo sta gradualmente

ponendo termine al trattamento differen-

ziato di società nazionali ed estere.

Colpita dalla crisi economica globale, an-

che l’economia cinese ha dovuto affrontare

un rallentamento, in particolare nel settore

delle esportazioni, che rappresenta circa il

25% del PIL totale. Per stimolare la do-

manda interna, l’Amministrazione statale

delle imposte ha modificato la fiscalità,

passando da un regime IVA basato sulla

produzione ad uno basato sui consumi. La

svolta è rappresentata dall’introduzione

della piena deducibilità dell’IVA pagata

sulle immobilizzazioni rispetto all’impossi-

bilità di accreditare l’IVA riferita ai beni di

consumo. La nuova Normativa Iva provvi-

soria è entrata in vigore il 1° gennaio 2009.

Nel frattempo, l’Amministrazione statale

delle imposte ha rettificato la politica delle

aliquote Iva per le esportazioni, aumen-

tando le quote di rimborso per un numero

significativo di categorie merceologiche, al

fine di tutelare le attività delle esportazio-

ne nazionali.

Le linee guida di attuazione per la tassa sul

reddito d’impresa, che hanno posto termi-

ne al trattamento preferenziale per gli in-

vestitori esteri e hanno unificato l’aliquota

fiscale al 25%, sono state emanate nel cor-

so del 2008. Tuttavia, il Governo cinese si

è attivato con determinazione per garantir-

ne l’attuazione solo nel 2009. Alla fine del

2008 è stato creato un nuovo dipartimen-

to, il Dipartimento dell’ Amministrazione

fiscale delle grandi imprese, sia nazionali

che straniere, le quali in passato avevano

riscontrato incongruenze fiscali tra diverse

aree della Cina.

Sempre in relazione ad una implemen-

tazione più rigida della tassa sul reddito

d’impresa, nel 2009 sono state adottate

linee guida operative che delineavano sei

criteri di valutazione di imprese nuove/

high tech (New High Tech Enterprises,

Nhte). In questo modo, il Governo ha ri-

dotto la capacità di accedere ad uno dei

principali incentivi fiscali in Cina, renden-

do più difficile il soddisfacimento dei cri-

teri necessari per beneficiare di un regime

fiscale privilegiato. Le imprese che hanno

già ottenuto lo status Nhte non saranno in-

teressate da questa norma.

Di fronte alla pressione del disavanzo fi-

scale nel 2009, le autorità hanno intro-

dotto ulteriori misure anti-evasione per

aumentare il gettito fiscale. Tali misure

prevedono sia aggiustamenti normativi che

maggiori e più rigorosi accertamenti fisca-

li. Le rettifiche normative si concentrano

principalmente sulla limitazione dell’eva-

sione fiscale relativa alla tassa sul reddito

d’impresa, con alcuni esempi molto chiari:

(a) le norme di “capitalizzazione sottile”,

per eliminare la deducibilità degli interes-

si passivi corrisposti dalla società a terze

parti legate più o meno direttamente alla

società stessa (ad esempio soci qualifica-

ti) quando il rapporto debiti/patrimonio

netto supera un determinato importo; (b)

i finanziamenti della capogruppo saranno

rigorosamente monitorati. Le verifiche e gli

accertamenti fiscali hanno portato ad una

vasta gamma di sanzioni finanziarie impo-

ste su società nazionali ed estere che non

si adeguano al nuovo regime fiscale.

Per quanto riguarda le attività M&A,

l’Amministrazione statale delle imposte

ha introdotto una serie di nuove direttive

ed emendamenti focalizzati soprattutto

sull’imposta relativa alle transazioni, alla

ristrutturazione d’impresa e alle acquisi-

zioni di società quotate. La società target

o la sua proprietà devono ora fare fronte a

più elevate imposte sul reddito che potreb-

bero aumentare il prezzo complessivo delle

transazioni.

In conclusione, nel 2009 il Governo cine-

se ha orientato la sua azione a massimiz-

zare le entrate fiscali ed ha esercitato una

maggiore pressione fiscale sia sugli attori

nazionali che sulle imprese multinazionali.

Pratiche miranti all’evasione o all’elusione

fiscale sono diventate sempre più difficili

visto l’aumento generalizzato degli accer-

Page 26: 2010 - Corriere della Sera

46Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

47Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

tamenti. A nostro avviso, questa tendenza

continuerà nel 2010.

Qualità: maggiore attenzione e comunicazioneNel 2007, la Cina è stata oggetto di for-

ti critiche relative alla qualità della sua

produzione. La situazione ha poi visto un

notevole peggioramento con la “crisi del

latte” del 2008. Il marchio “Made in Chi-

na” ne ha fatto le spese, in particolare per

quanto riguarda i prodotti alimentari.

La ricerca di qualità da parte dei consu-

matori occidentali e la volontà dei forni-

tori cinesi di soddisfare le richieste occi-

dentali hanno determinato una situazione

in cui gli acquirenti esercitano maggiore

pressione sui prezzi dei fornitori cinesi. A

questo si aggiunge la competizione serrata

sul mercato interno, e il rialzo del costo del

lavoro e delle materie prime. La pressione

è talmente elevata che per i fornitori non

si tratta più di massimizzare i profitti ma

in realtà di lottare per la propria soprav-

vivenza.

Nel complesso, tuttavia, è positivo il fatto

che gli elevati standard qualitativi degli

acquirenti e dei mercati occidentali hanno

dettato i tempi e la linea ai fornitori cinesi.

I fornitori hanno un limitato potere con-

trattuale in merito, e devono semplicemen-

te soddisfare i requisiti dei propri clienti

all’estero.

A medio termine, nell’ambito di uno svi-

luppo complessivo, la Cina non continuerà

a rappresentare una piattaforma produttiva

a basso costo e di scarsa qualità. Le poli-

tiche industriali del Paese da un lato e le

macrodinamiche internazionali dall’altro

determineranno una transizione verso una

produzione di qualità medio-alta nei pros-

simi 10 anni. I consumi interni sono sem-

pre più il motore della crescita e si riflet-

teranno in un incremento dei prezzi. Per le

aziende cinesi caratterizzate da bassi costi

e da prodotti di scarsa qualità sarà diffi-

cile rimanere competitive in questo conte-

sto, considerato anche il tasso di cambio

più flessibile. I produttori cinesi possono

ancora fornire prodotti competitivi ma pro-

babilmente sposteranno la produzione in

altri paesi asiatici; è un trend molto visi-

bile e potrà essere accelerato dall’accordo

di libero scambio con i Paesi dell’Asean.

Al contempo, le società cinesi costituiran-

no propri canali di distribuzione all’estero

(per servire l’export e acquisire una mag-

giore quota della catena del valore) e im-

porranno i propri marchi all’estero.

La questione degli standard di qualità dei

prodotti s’inserisce in un più ampio conte-

sto relativo ad una crescita sostenibile in

cui consumi, ambiente ed una maggiore

qualità sono tutti fattori correlati. Si ritiene

che tra gli obiettivi di Pechino non vi sia-

no cambiamenti superficiali ma una svolta

sostanziale per sostituire l’attuale modello

di crescita economica basato sulla quantità

ad uno orientato alla qualità.

Il CeSIF ritiene che la determinazione del-

la Cina ad affermarsi sulla scena globale

sia garanzia del fatto che il Paese è desti-

nato a riacquistare la credibilità persa a

causa di crisi connesse alla qualità.

Le società estere non si sottraggono al tema della qualità. Nel 2009, le autorità cinesi hanno di-

chiarato che oltre 150 articoli alimentari

e cosmetici importati in Cina non hanno

superato i controlli di qualità. Questo ha

interessato anche grandi società come la

PepsiCo e la MeadJohnson.

La Cina sta affrontando le questioni lega-

te alla qualità attraverso due modalità: (a)

una più efficace comunicazione sui risulta-

ti conseguiti, per esempio con riferimento

alla qualità dell’aria e dell’acqua; (b) un

rigoroso giro di vite sui prodotti di qualità

scadente, indipendentemente dal fatto che

siano prodotti locali o esteri.

R&S: significa davvero ricerca e sviluppoL’obiettivo della Cina di posizionarsi tra le

“prime 10 potenze tecnologiche mondiali”

entro il 2010 è sempre stato connesso allo

sviluppo della capacità interna di ricerca e

sviluppo. La spesa per R&S in Cina è cre-

sciuta infatti di sei volte nell’ultimo decen-

nio ed è cresciuta del 23,2%, giungendo

a 457 miliardi di RMB, nel 2008. Inoltre,

ha cominciato ad attenuarsi lo scetticismo

di molti osservatori esteri, secondo cui la

capacità di R&S della Cina era focalizza-

ta esclusivamente su reverse engineering.

Molte società estere nei settori nanotec-

nologia, materiali sintetici, biotecnologia,

software e telecomunicazioni guardano

alla Cina come potenziale fonte di innova-

zioni tecnologiche.

Due sono le principali dinamiche che si

possono osservare. In primo luogo, si è

focalizzata maggiormente l’attenzione nei

confronti della generazione di innovazioni

tecnologiche attraverso centri di R&S ri-

spetto al trasferimento di tecnologia dalle

società estere alle società nazionali attra-

verso joint-venture, dato che qui i risultati

sono stati inferiori alle aspettative.

Di conseguenza, le multinazionali vengono

esortate a svolgere vera e propria R&S in

Cina, piuttosto che solamente a localizza-

re la produzione, a collaborare con società

cinesi in progetti di R&S e a trasferire nei

processi produttivi i risultati di questi pro-

getti in Cina.

In secondo luogo, registriamo un sostan-

ziale aumento di progetti di R&S condotti

da soggetti cinesi nella convinzione che le

società e gli istituti di ricerca cinesi deb-

bano diventare più innovativi al fine di so-

stenere la crescita del Paese.

Le linee guida nazionali per lo sviluppo

Page 27: 2010 - Corriere della Sera

48Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

49Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

scientifico e tecnologico raccomandano

una riduzione della dipendenza del Pae-

se dalla tecnologia importata, dall’attuale

50% al 30% o meno entro il 2020 (come

opportuno riferimento la media dei paesi

sviluppati è di circa il 10%, secondo l’Ac-

cademia Cinese delle Scienze).

Ciò nonostante, le società estere che inten-

dono avvantaggiarsi del programma cinese

di R&S continueranno a scontrarsi con le

criticità connesse alla creazione di centri

di ricerca e sviluppo di successo. Non si

tratta solo di integrare la R&S cinese nelle

strutture di R&S aziendali e di superare la

resistenza interna dovuta ai timori di per-

dita di posti di lavoro. Altre sfide sono rap-

presentate dal costo derivante dalle viola-

zioni dei diritti di proprietà intellettuale e

dal convincere gli headquarters aziendali

del fatto che la Cina offre più opportunità

che minacce. In ogni caso, il fattore chiave

per il successo sarà la costituzione di un

team di R&S che mantenga nel tempo la

stabilità necessaria a raggiungere risultati

innovativi.

Figura 25: Spesa per R&S, miliardi USD

violazioni dei diritti di proprietà intellettuale e dal convincere gli headquarters aziendali del fatto che la Cina offre più opportunità che minacce. In ogni caso, il fattore chiave per il successo sarà la costituzione di un team di R&S che mantenga nel tempo la stabilità necessaria a raggiungere risultati innovativi.

Figura 25: Spesa per R&S, miliardi USD 0%

5%

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1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Spesa in R&S (miliardi yuan RMB)

Fonte: Ministero della Scienza e Tecnologia (MOST)

  

Implicazioni per le società italiane 

Fonte: Ministero della Scienza e Tecnologia (MOST)

La Cina per le società estere: opportunità e imperativo startegico

Implicazioni per le società italiane

Page 28: 2010 - Corriere della Sera

50Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

51Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Figura 26: Indagine del Business Council USA-Cina su un campione di propri soci, 2009

Si84%

No16%

Le operazioni in Cina della vostra società generano profitti ?

Migliore46%

Uguale26%

Peggiore28%

Tasso di redditività delle operazioni cinesi in rapporto al tasso totale della

società

Crescita; 45%

Declino; 33%

Costanti; 22%

Ricavi in Cina, 2008 vs. 2007

Fonte: US-China Business Council

Positivo63%Pareggio

16%

Negativo21%

Sondaggio 2009

Positivo70%

Pareggio14%

Negativo16%

Sondaggio 2008

Positivo61%

Pareggio11%

Negativo28%

Sondaggio 2007

Fonte : Annual Business Confidence Survey 2009, EU Chamber of Commerce

Figura 28: Margini per le società italiane in Cina

 

Fonte: CeSIF

Le società estere stanno approfittando della rapida crescita economica del Paese, con il fatturato delle imprese in rapido aumento ed in

molti casi con notevoli profitti, come illustrato da studi svolti dalla Camera di Commercio Europea

Figura 26: Indagine del Business Council USA-Cina su un campione di propri soci, 2009

Figura 27: Margini per le società europee in Cina

Fonte: US-China Business Council

Figura 27: Margini per le società europee in Cina

Si84%

No16%

Le operazioni in Cina della vostra società generano profitti ?

Migliore46%

Uguale26%

Peggiore28%

Tasso di redditività delle operazioni cinesi in rapporto al tasso totale della

società

Crescita; 45%

Declino; 33%

Costanti; 22%

Ricavi in Cina, 2008 vs. 2007

Fonte: US-China Business Council

Positivo63%Pareggio

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Sondaggio 2009

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Sondaggio 2008

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Sondaggio 2007

Fonte : Annual Business Confidence Survey 2009, EU Chamber of Commerce

Figura 28: Margini per le società italiane in Cina

 

Fonte: CeSIF

Le società estere stanno approfittando della rapida crescita economica del Paese, con il fatturato delle imprese in rapido aumento ed in

molti casi con notevoli profitti, come illustrato da studi svolti dalla Camera di Commercio Europea

Figura 26: Indagine del Business Council USA-Cina su un campione di propri soci, 2009

Figura 27: Margini per le società europee in Cina

Fonte: Annual Business Confidence Survey 2009, EU Chamber Of Commerce

Figura 28: Margini per le società italiane in Cina

Si84%

No16%

Le operazioni in Cina della vostra società generano profitti ?

Migliore46%

Uguale26%

Peggiore28%

Tasso di redditività delle operazioni cinesi in rapporto al tasso totale della

società

Crescita; 45%

Declino; 33%

Costanti; 22%

Ricavi in Cina, 2008 vs. 2007

Fonte: US-China Business Council

Positivo63%Pareggio

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Sondaggio 2009

Positivo70%

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Sondaggio 2008

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Sondaggio 2007

Fonte : Annual Business Confidence Survey 2009, EU Chamber of Commerce

Figura 28: Margini per le società italiane in Cina

 

Fonte: CeSIF

Le società estere stanno approfittando della rapida crescita economica del Paese, con il fatturato delle imprese in rapido aumento ed in

molti casi con notevoli profitti, come illustrato da studi svolti dalla Camera di Commercio Europea

Figura 26: Indagine del Business Council USA-Cina su un campione di propri soci, 2009

Figura 27: Margini per le società europee in Cina

Fonte: CeSIF

Le società estere stanno approfittando della ra-

pida crescita economica del Paese, con il fat-

turato delle imprese in rapido aumento ed in

molti casi con notevoli profitti, come illustrato

da studi svolti dalla Camera di Commercio Eu-

ropea in Cina, dal Business Council USA-Cina

ed in particolare dal CeSIF della Fondazione

Italia Cina.

Per molte società, la Cina è diventata un Paese

chiave nel contesto di una continua frammen-

tazione della catena produttiva. In molti casi,

per un’impresa, la quota della Cina rappresenta

oltre il 5% del fatturato globale e mostra una

rapida crescita.

Tuttavia, per altre società, il ruolo della Cina

risulta ancora contenuto relativamente alle at-

tività globali. Per queste imprese s’impone una

strategia più orientata al mercato cinese - sem-

pre più strategico e rilevante - ed in definitiva

un maggiore contributo delle attività cinesi sul

fatturato totale dell’impresa stessa.

Inoltre, come già riportato, la Cina è caratteriz-

zata da un boom dei consumi interni, e le no-

stre previsioni indicano un’enorme crescita del

mercato nei prossimi 10-15 anni. La Cina è già

un mercato significativo, ma prevediamo che la

sua importanza relativa rispetto a quello globa-

le crescerà sempre più rapidamente grazie alla

crescita dei consumi.

Il cambio di strategiaIl successo sul mercato di massa cinese dipen-

derà dai seguenti fattori chiave:

- qualità a basso costo (valore);

- flessibilità;

- dinamismo;

- rapida innovazione di prodotto;

- distribuzione efficiente;

- marketing & branding efficaci;

- lettura e comprensione delle necessità del

consumatore cinese.

Per avere successo le imprese dovranno adotta-

re un approccio del tutto diverso ed innovativo

che implicherà anche decisioni riguardo il ma-

nagement e la dimensione operativa. Per avere

successo sul mercato di massa cinese, le socie-

tà dovranno assumere un management adatto,

strutturarsi opportunamente e raggiungere l’ec-

cellenza dal punto di vista operativo.

La sfidaSe da un lato le opportunità ed il volume di ven-

dite potrebbero continuare a crescere a grande

velocità, dall’altro lato i margini di profitto delle

imprese straniere saranno sottoposti a pressione

per i seguenti motivi:

- le società cinesi trarranno maggiori benefici

da questo mercato dinamico ed in grande cre-

scita. Sia le società private che, in alcuni casi,

le società statali sono diventate competitive in

tempi brevi, in parte favorite dal maggior soste-

gno del Governo.

- Il consolidamento del settore retail e l’incre-

mento sostanziale dei costi di comunicazione

pubblicitaria creano ulteriori pressioni sui

margini per le aziende del settore dei beni di

consumo.

- La pressione sui margini è rafforzata anche

dall’aumento dei costi operativi, trainati dall’in-

cremento dei costi relativi a risorse umane, ter-

reni/affitti, materie prime, servizi di pubblica

utilità ecc.

Page 29: 2010 - Corriere della Sera

52Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

53Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

1. ManagementUn management capace è fondamentale per

poter comprendere il consumatore cinese,

prendere le decisioni giuste ed in tempi rapi-

di, mantenendo contestualmente bassi i costi

e continuando ad offrire valore alla clientela.

Questo richiede:

Manager capaci. Molte società internaziona-

li, tra cui alcune con una significativa presenza

in Cina, non sono state in grado di costruire un

management solido e stabile. Spesso il manage-

ment è caratterizzato dalla presenza di stranieri

che vivono l’esperienza cinese come una breve

parentesi, e lasciano l’incarico dopo pochissi-

mi anni. In molti casi, questi manager non sono

neanche figure senior all’interno delle aziende,

e non hanno una profonda conoscenza dell’am-

biente economico locale. Le società straniere

dovrebbero dedicare maggiore attenzione alla

conoscenza ed alla comprensione della Cina

attraverso opportuni momenti formativi oppure,

idealmente, assumere persone che possano già

vantare una grande conoscenza del mercato e

del settore di riferimento.

Occorre dare la priorità a manager già residenti

oppure con comprovate esperienze in Cina, in-

clusi ovviamente i cittadini di Cina, Hong Kong

e Taiwan.

A volte, questi manager potrebbero non inserir-

si bene nella struttura aziendale. È compito del

top management fare in modo che vengano va-

lorizzati e, se necessario, che le norme aziendali

vengano adeguate alla realtà cinese.

Assegnare alla Cina un ruolo decisivo nel processo decisionale delle aziende. L’im-

portanza strategica della Cina dovrà necessaria-

mente risolversi in un maggiore potere decisio-

nale dei manager responsabili delle attività ci-

nesi e non solo nelle decisioni che si riferiscono

alla Cina ma anche nelle scelte che riguardano

la società nel suo complesso. Questo potrebbe

tradursi nello spostamento in Cina degli hea-

dquarter che sovraintendono alle attività cinesi

o asiatiche, far riportare il manager della Cina

direttamente all’amministratore delegato, nomi-

nare il responsabile della Cina tra i membri del

Consiglio di amministrazione e così via.

I parametri decisionali corretti. Le socie-

tà globali dovrebbero considerare la possibi-

lità di adeguare i propri processi decisionali

all’ambiente cinese, consentendo un livello di

autonomia e imprenditorialità in Cina maggio-

re di quanto non sia normalmente concesso. In

questo contesto si potrebbe conferire al mana-

gement cinese una maggiore autonomia deci-

sionale rispetto alle scelte d’investimento, alle

procedure di razionalizzazione e ottimizzazione

delle risorse e allo sviluppo del prodotto (es. lo-

calizzazione).

2. Eccellenza dimensionale e operativaIl concetto di economia di scala indica la rela-

zione esistente tra l’aumento della scala di pro-

duzione (legata alla dimensione dell’impianto)

e la diminuzione dei costi di produzione. Una

maggiore dimensione conferisce, per esempio,

un più grande potere contrattuale con i fornito-

ri, nonché minori costi operativi e di capitale.

Anche la distribuzione richiede maggiori di-

mensioni aziendali, in quanto anche i venditori

al dettaglio assumono dimensioni sempre più

rilevanti in Cina e richiedono volumi di produ-

zione più significativi. L’aumento dei costi di

comunicazione pubblicitaria attraverso i mass

media, principalmente televisivi, dovrà esse-

re sostenuto da volumi di fatturato elevati. Le

società devono inoltre adeguare le loro dimen-

sioni per poter supportare il continuo lancio di

nuovi prodotti.

In termini operativi, le società estere dovranno

decidere se, e come, adeguare il proprio model-

lo di business alla sfida costituita dall’ingresso

e dalla crescita in Cina.

Per adeguarsi alla Cina occorrerà competere

con i cinesi sul loro stesso terreno di gioco:

(a) produzione e rete distributiva a basso co-

sto; (b) prendere in considerazione di investire

oppure concentrare le proprie attività verso il

Centro e l’Occidente della Cina, per sfruttare

i vantaggi di costo e le maggiori opportunità

esistenti; (c) ristrutturare le proprie operazioni

per trarre vantaggio da dinamiche di aggrega-

zione tipiche dei distretti e dall’opportunità di

outsourcing, per esternalizzare in parte le pro-

prie attività; (d) sfruttare il vantaggio comparato

della Cina in attività ad alta intensità di lavoro,

riducendo relativamente il costo ed il ruolo di

professionisti ed impiegati.

Secondo il CeSIF, una strategia industriale di

successo dovrà comunque fondarsi sul mante-

nimento di alcuni caratteri di differenziazione

rispetto alle imprese locali. Competere pura-

mente su basi “cinesi” potrebbe non essere né

fattibile né auspicabile sia nel breve termine

(margini ridotti) sia nel medio termine (posizio-

namento di prodotto non differenziato).

Si ritiene perciò che le società occidentali do-

vranno mantenere un certo livello di differen-

ziazione, principalmente nelle aree del mar-

keting e del branding, in termini di qualità del

prodotto e dei processi di produzione.

Probabilmente, la chiave del successo nei pros-

simi anni, in un mercato in rapida evoluzione,

rifletterà la capacità di determinare corretta-

mente la propria strategia, trovando un equili-

brio tra l’adesione ad un modello operativo ci-

nese e la valorizzazione dell’approccio occiden-

tale. Il prerequisito chiave per avere successo

sarà sicuramente la disponibilità di un mana-

gement competente e ben integrato nei processi

decisionali complessivi dell’azienda.

Dimensioni adeguate ed economie di scala si

potranno raggiungere attraverso una cresci-

ta endogena, naturale sviluppo dell’impresa.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, non sarà

sufficiente. Acquisizioni e partnership saranno

necessarie per ridurre i costi, raggiungere effi-

cienze operative ed incrementare i margini. In

ogni caso, la gestione dell’acquisizione e della

risultante integrazione sono processi di grande

complessità che richiedono un management ef-

ficace, esperto e dotato di grande talento.

Un’alternativa: concentrarsi sui mercati di fascia altaIl mercato di massa cinese richiede un grande

impegno, e non tutte le società saranno nelle

condizioni di costituire una struttura manage-

riale adeguata e di raggiungere le dimensioni

necessarie. Una strategia alternativa potrebbe

essere quella di concentrarsi sul segmento di

fascia alta o su altri mercati di nicchia. Il seg-

Page 30: 2010 - Corriere della Sera

54Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

55Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

mento high-end serve principalmente la classe

medio-alta, con un reddito annuo di 12.000 dol-

lari USA che si prevede passerà dagli attuali 10

milioni di consumatori a 70-100 milioni entro il

2020. Geograficamente, il mercato si concen-

tra nelle città principali di Pechino, Shanghai,

Guangzhou e Shenzhen, ma si sta espandendo

nelle cosiddette città di seconda fascia, i prin-

cipali capoluoghi di provincia e in altri grandi

centri urbani siti sulla costa.

Si tratta del mercato dei beni d’importazione

che sono sottoposti in misura minore alla con-

correnza cinese e che utilizzano canali di mar-

keting e di vendita di nicchia, in cui i consu-

matori target conferiscono maggiore valore al

marchio e alla qualità. Tuttavia, avere successo

nel mercato high-end non è facile. La sfida con-

siste nel trovare il posizionamento giusto rispet-

to ai leader di segmento, poiché i consumatori

cinesi sono ancora molto influenzati e attratti

dai marchi più noti. Le decisioni di acquisto si

basano sul percepito innalzamento dello status

e dell’immagine del consumatore, piuttosto che

sul valore intrinseco o sulla qualità dei beni.

Di conseguenza, i marchi esteri che avranno

successo saranno quelli che riusciranno ad at-

trarre i consumatori, dimostrando di essere un

riferimento per il proprio settore. La distribuzio-

ne non richiede i costi proibitivi necessari per

raggiungere il mercato di massa, ma necessita

comunque un notevole dispendio di risorse. I

canali di distribuzione non sono ancora maturi

e sarà opportuno che le società nel mercato di

fascia alta acquisiscano un controllo diretto dei

canali di distribuzione, investendo in maniera

significativa.

Il successo nel mercato high-end cinese sarà

determinato dai seguenti fattori: un buon rap-

porto qualità prezzo, attività di marketing e

branding ben indirizzate, distribuzione efficace

ed una profonda capacità di comprensione dei

bisogni del consumatore di riferimento.

ConclusioniSiamo nel pieno del boom dei consumi in Cina e

nessuna società con ambizioni globali può per-

mettersi di ignorare il mercato cinese; dovrà al

contrario prevedere una strategia per raggiun-

gere i consumatori cinesi. La necessità di rag-

giungere un fatturato in linea con le potenzialità

del mercato aumenterà per molte società che

in passato non hanno investito in maniera op-

portuna su questo mercato. Tuttavia, l’ambiente

competitivo cinese è in continuo cambiamento

e, sono poche le società attrezzate per adattar-

si prontamente al nuovo ambiente economico.

Per risultare competitive, la maggior parte delle

società dovrà cambiare il modello e la struttu-

ra di management, raggiungere dimensioni più

significative e promuovere maggiore efficienza

operativa. Alcune società potrebbero optare per

una strategia orientata a conquistare nicchie di

mercato, mentre altre potrebbero decidere di

disinvestire o di vendere nel processo di conso-

lidamento in corso. Quello che risulta chiaro è

che la Cina sta entrando in un periodo caratte-

rizzato da dinamiche diverse rispetto al passato.

Le società che non riusciranno a comprendere

le tendenze del mercato e non risponderanno

in maniera adeguata perderanno decisamente

terreno.

Le opportunità continuano: dai prodotti di consumo e industriali ai servizi

Opportunità settoriali

Page 31: 2010 - Corriere della Sera

56Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

57Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le ImpreseTabella 3: Opportunità settoriali

Settore Opportunità Crescita prevista

Fattori di crescita

Grandi Elevata Sostanzialmente favorevoli

San

itar

io

- Domanda ancora sostenuta per i prodotti di fascia alta destinati a strutture ospedaliere di terza fascia e ad altri centri ospedalieri urbani.

- Domanda crescente di soluzioni a basso costo da strutture sanitarie di base.

- Fornitura di servizi professionali di ricerca e collaudo ma anche di principi attivi (sub settore farmaceutico).

- Tasso di crescita annuo: 15 – 20%. - Dopo anni di finanziamenti insufficienti, il Governo

sta ora lavorando con impegno per invertire questa tendenza e finanziare le riforme.

- Per il triennio compreso tra il 2009 e il 2011, si renderanno disponibili altri 850 miliardi di RMB (125 miliardi di USD).

- Ciò significa una spesa annua supplementare equivalente all’1% del PIL per ciascuno dei tre anni oppure un raddoppiamento della spesa annua del Governo, facendo riferimento ai livelli del 2008.

Grandi Elevata Sostanzialmente favorevoli

Alim

enta

ri e

Bev

and

e

- "Mercato di massa" = grande scala e basso costo (consumatori appartenenti alla fascia medio-bassa, produzione locale, distribuzione moderna, competitività di prezzo, marketing complesso e aggressivo e scarsa fedeltà al marchio).

- "Mercato di nicchia" = differenziazione (cioè consumatori ad alto reddito, prodotti di importazione, distribuzione e marketing high-end, enfasi sul marchio e sulla qualità, maggiore fedeltà al marchio).

- Tasso di crescita annuo: 10-15%. - I modelli di consumo si stanno allineando ai più

moderni e diventando maggiormente riconoscibili da un punto di vista occidentale.

- Lo sviluppo economico e l'urbanizzazione stanno contribuendo ad una rapida crescita ed estensione del potere di acquisto a 600 città cinesi di terza e quarta fascia e oltre.

- Il consolidamento del settore si giustifica con l'attuale frammentazione dello stesso e dalla necessità di raggiungere economie di scala.

- La vigorosa risposta del Governo allo scandalo del latte alla melamina del 2008 sta generando maggiore attenzione alla qualità ed un miglioramento della sicurezza della filiera di riferimento.

Numerose Medio-alto Composito

Ben

i di l

uss

o

- Marchi di prima fascia. - I marchi di seconda e terza fascia che

hanno dedicato attenzione e risorse per adeguarsi al contesto cinese, soprattutto come obiettivo di medio termine.

- Sempre maggiori nelle città di seconda fascia (es. Hangzhou e Tianjin) oltre a quelle di prima fascia.

- Tasso di crescita annuo: 10%. - Il mercato del lusso sta beneficiando direttamente del

boom dei consumi legato all'affermazione di una classe medio-bassa nel periodo compreso tra il 2006 e il 2010 e di una classe medio-alta e benestante dal 2010 al 2020.

- Entro il 2015, la Cina sorpasserà il Giappone per diventare il secondo mercato mondiale del lusso.

Settore Opportunità Crescita prevista

Fattori di crescita

Numerose

Medio Sostanzialmente favorevole

Au

to e

C

om

po

nen

ti

- Servizi ai produttori di auto cinesi - Produttori di componentistica con

tecnologie avanzate - Componenti per il risparmio energetico e

la riduzione dell'inquinamento - Società che dispongono di tecnologie

d'avanguardia per quanto riguarda componenti destinati ai veicoli ad energia alternativa, come CPU e BMS

- Società del settore aftermarket automobilistico come gli automobilclub, l’assistenza su strada e la riparazione degli autoveicoli.

- Il successo nel settore cinese dell'automotive richiederà tempo e risorse. Tuttavia, si attende un aumento medio delle vendite nell'ordine del 9-12% per i prossimi 5 anni. Questa crescita continuerà a creare opportunità anche per le società straniere

- Nel 2010, i fattori di crescita più rilevanti saranno la crescita continua del mercato cinese (soprattutto per i marchi locali più importanti), assieme alla nascente industria di autoveicoli ad energia elettrica ed alternativa.

Numerose Elevata Favorevole

Mac

chin

ari

Ute

nsi

li

- Macchinari della fascia alta del mercato e macchinari utensili

- Macchinari e attrezzature per progetti di tutela ambientale

- Macchinari realizzati su misura per impianti e fabbriche di dimensioni più contenute che consentono maggiore flessibilità ai produttori.

- Tasso di crescita annuo: 10 – 20% - Il settore aviazione/avionica continuerà a sostenere

la vendita per macchinari di tipo high-end (in particolare macchine ad alta precisione). I produttori di componenti e le imprese la cui produzione è destinata al mercato di massa continueranno a sostenere la domanda di macchinari automatici e di fascia alta.

- Gli incentivi del Governo continueranno a promuovere ulteriori investimenti in macchinari, ad es. macchinari destinati alle costruzioni edilizie.

- I progetti di tutela ambientale si riferiscono in particolare al settore dell'energia eolica e idroelettrica, oltre al trattamento delle acque

- La concorrenza di attori locali in tutte le nicchie settoriali sarà favorita dall’azione del Governo.

Page 32: 2010 - Corriere della Sera

58Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

59Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Settore Opportunità Crescita prevista

Fattori di crescita

Selezionate Media Probabilmente favorevole

Pro

do

tti c

him

ici

- Si assisterà ad un numero maggiore di operazioni M&A per favorire l’ingresso ed il consolidamento in Cina. Uno degli aspetti chiave sarà l'acquisizione di partner locali di fascia media per consentire la penetrazione in tale segmento.

- La ripresa sarà guidata da prodotti chimici ad elevate prestazioni, compresi i prodotti chimici di nicchia, per es. destinati al trattamento dell'inquinamento

- Ulteriore penetrazione sarà garantita dalla scoperta di nuove applicazioni e dalla ristrutturazione della rete di distribuzione.

- Tasso di crescita annuo: 5 – 10%. - Considerando i diversi interventi di stimolo

all’economia cinese ed a specifici settori, alcune industrie a valle della filiera dovrebbero raggiungere risultati migliori di altre.

- Piano del Governo per il rilancio dell’industria chimica nel medio termine.

- I prodotti ad elevato valore aggiunto, come i prodotti chimici ad alte prestazioni, continueranno a beneficiare di una notevole crescita, compresi taluni prodotti chimici di nicchia, quali quelli destinati al settore dell’ambiente.

- L’eventuale stagnazione economica potrebbe indurre un maggior numero di aziende a vendere o disinvestire in maniera proattiva (cercando cioè un'opportunità di uscita dal mercato) o passiva (problemi operativi nel breve termine). Ciò rappresenta una buona opportunità per le aziende del settore - che hanno una strategia di lungo termine orientata alla sostenibilità - di acquisire società e ottenere migliori sinergie a un prezzo più contenuto.

Molte Elevata Favorevole

En

erg

ia e

d

elet

tric

ità

- Distanza tra domanda e offerta nel settore dei carburanti fossili.

- Attrezzature per impianti destinati alla produzione di energie tradizionali e innovative; opportunità di approvvigionamento solare.

- Opportunità, a medio termine, nel settore dell'energia rinnovabile, come quella eolica e solare.

- Altre fonti energetiche alternative e tecnologie connesse come il metano estratto da strati di carbone presenti nel sottosuolo.

- Obiettivi dichiarati nell’undicesimo Piano quinquennale (2006-2010): crescita di energie pulite e rinnovabili e delle relative tecnologie al fine di una maggiore diversificazione delle fonti energetiche.

- Si prevede che nel 2010 la spesa governativa avrà un'ulteriore accelerazione. Prevediamo inoltre l'aumento della capacità produttiva, dal momento che vi sono ritardi nel raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il Governo si è posto.

- Eccesso di capacità nel breve termine in alcune aree della catena del valore (specialmente dal lato dell'offerta).

- La riduzione significativa del costo di investimento nel settore delle energie rinnovabili (ad es. il fotovoltaico) promuoverà l'ulteriore sviluppo del settore.

- In taluni settori (come quello dell'energia eolica), le società straniere si troveranno ad affrontare maggiore protezionismo nell’accesso al mercato interno.

Settore Opportunità Crescita prevista

Fattori di crescita

Settore Opportunità Crescita prevista

Fattori di crescita

Selezionate Media Probabilmente favorevole

Pro

do

tti c

him

ici

- Si assisterà ad un numero maggiore di operazioni M&A per favorire l’ingresso ed il consolidamento in Cina. Uno degli aspetti chiave sarà l'acquisizione di partner locali di fascia media per consentire la penetrazione in tale segmento.

- La ripresa sarà guidata da prodotti chimici ad elevate prestazioni, compresi i prodotti chimici di nicchia, per es. destinati al trattamento dell'inquinamento

- Ulteriore penetrazione sarà garantita dalla scoperta di nuove applicazioni e dalla ristrutturazione della rete di distribuzione.

- Tasso di crescita annuo: 5 – 10%. - Considerando i diversi interventi di stimolo

all’economia cinese ed a specifici settori, alcune industrie a valle della filiera dovrebbero raggiungere risultati migliori di altre.

- Piano del Governo per il rilancio dell’industria chimica nel medio termine.

- I prodotti ad elevato valore aggiunto, come i prodotti chimici ad alte prestazioni, continueranno a beneficiare di una notevole crescita, compresi taluni prodotti chimici di nicchia, quali quelli destinati al settore dell’ambiente.

- L’eventuale stagnazione economica potrebbe indurre un maggior numero di aziende a vendere o disinvestire in maniera proattiva (cercando cioè un'opportunità di uscita dal mercato) o passiva (problemi operativi nel breve termine). Ciò rappresenta una buona opportunità per le aziende del settore - che hanno una strategia di lungo termine orientata alla sostenibilità - di acquisire società e ottenere migliori sinergie a un prezzo più contenuto.

Molte Elevata Favorevole

En

erg

ia e

d

elet

tric

ità

- Distanza tra domanda e offerta nel settore dei carburanti fossili.

- Attrezzature per impianti destinati alla produzione di energie tradizionali e innovative; opportunità di approvvigionamento solare.

- Opportunità, a medio termine, nel settore dell'energia rinnovabile, come quella eolica e solare.

- Altre fonti energetiche alternative e tecnologie connesse come il metano estratto da strati di carbone presenti nel sottosuolo.

- Obiettivi dichiarati nell’undicesimo Piano quinquennale (2006-2010): crescita di energie pulite e rinnovabili e delle relative tecnologie al fine di una maggiore diversificazione delle fonti energetiche.

- Si prevede che nel 2010 la spesa governativa avrà un'ulteriore accelerazione. Prevediamo inoltre l'aumento della capacità produttiva, dal momento che vi sono ritardi nel raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il Governo si è posto.

- Eccesso di capacità nel breve termine in alcune aree della catena del valore (specialmente dal lato dell'offerta).

- La riduzione significativa del costo di investimento nel settore delle energie rinnovabili (ad es. il fotovoltaico) promuoverà l'ulteriore sviluppo del settore.

- In taluni settori (come quello dell'energia eolica), le società straniere si troveranno ad affrontare maggiore protezionismo nell’accesso al mercato interno.

Settore Opportunità Crescita prevista

Fattori di crescita

Limitate Medio Favorevole

Infr

astr

utt

ure

am

bie

nta

li

- I progetti Build-Operate-Transfer (BOT) in città di seconda, terza e quarta fascia per le forniture idriche ed i progetti di trattamento delle acque reflue

- Le attrezzature ed i prodotti chimici di fascia alta e a maggiori prestazioni (destinati ad es. al trattamento delle acque).

- Il trattamento specializzato delle acque reflue è un mercato di nicchia in rapida crescita (ad es. trattamento delle acque reflue prodotte da cartiere e da impianti per la produzione di cemento).

- Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti solidi, i settori di maggiore interesse sono: i metodi di trattamento alternativi allo smaltimento in discarica, per i sistemi di raccolta tradizionale e differenziata dei rifiuti urbani e per il trattamento dei rifiuti industriali.

- L'urbanizzazione della Cina traina il settore e garantisce una crescita sostenuta nel lungo termine.

- Spesa governativa significativa nel 2010.

Settore sanitario

Nel 2010 gran parte delle discussioni sulle opportunità offerte dal settore sanitario in Cina verteranno sulle implicazioni delle nuove riforme.

Page 33: 2010 - Corriere della Sera

60Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

61Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Settore sanitario Nel 2010 gran parte delle discussioni sulle

opportunità offerte dal settore sanitario in

Cina verteranno sulle implicazioni delle

nuove riforme.

Per quanto impegnativa sia la realizzazio-

ne, la direzione della riforma del settore

sanitario è chiara, e riteniamo che saranno

compiuti dei progressi in tale senso. Questo

ha implicazioni positive e allo stesso tem-

po negative per le multinazionali operanti

nel settore sanitario. Per quanto riguarda

l’aspetto positivo, il settore sanitario è de-

stinato a crescere e sarà una crescita di

entità significativa. D’altro canto, invece,

si prospetta un passaggio dalle strutture

ospedaliere urbane a quelle locali.

Le grandi multinazionali del settore sanita-

rio dovranno necessariamente comprende-

re che la riforma non si pone l’obiettivo di

aumentare la domanda di prodotti e servizi

high-end, né ad individuare meccanismi

per la partecipazione da parte di sogget-

ti privati stranieri. In questo momento, le

questioni relative all’accesso per le mul-

tinazionali del settore costituiscono una

preoccupazione di minore importanza per

i politici cinesi.

Rimarranno per il 2010 opportunità nel

segmento high-end, e molti attori multina-

zionali nel settore sanitario continueranno

a focalizzarsi sui principali 1000 ospedali

del Paese, appartenenti alla terza fascia,

che hanno rappresentato il loro mercato

principale sino a questo momento. Tutta-

via, considerando il più ampio sviluppo del

settore sanitario, queste strutture ospeda-

liere di terza fascia evolveranno in un mer-

cato di nicchia.

L’obiettivo di migliorare l’accesso e la

convenienza delle cure sanitarie creerà

un’enorme opportunità di mercato per le

soluzioni a basso costo. Per trarre beneficio

da questa situazione, gran parte delle mul-

tinazionali dovranno ripensare il proprio

approccio alla Cina, prendendo in dovuta

considerazione le iniziative previste dal

Governo cinese.

Ciò potrebbe implicare la diversificazio-

ne della propria offerta con prodotti meno

sofisticati a prezzo più basso, l’espansione

della rete di vendita e di distribuzione per

raggiungere strutture sanitarie di base lo-

calizzate nelle regioni rurali, oltre ad in-

dividuare con tempismo i progetti pilota

più opportuni a cui partecipare e per in-

fluenzarne l’andamento. Potrebbe perciò

risultare d’interesse la ricerca di target

d’acquisto in Cina, nell’ambito di opera-

zioni M&A, in grado di rispondere a queste

esigenze.

La strategia delle multinazionali va riferita

ad un contesto di lungo termine e alle spe-

cificità del settore sanitario cinese - non

nell’arco di 3 anni - ma di 5 o di 10. Sareb-

be fuorviante utilizzare i sistemi sanitari

di altri Paesi come indicatori o riferimenti

per comprendere la direzione che la Cina

prenderà in futuro. La peculiarità della si-

tuazione cinese, non ultimo il fatto che nel

Paese è concentrato un quinto della popo-

lazione mondiale, è una delle ragioni per

cui la Cina è destinata a seguire un proprio

percorso di sviluppo.

Alimentari e Bevande La Cina è già oggi uno dei maggiori consu-

matori di alimentari e bevande del mondo,

e si prevede che nel 2009 il suo mercato

raggiunga 185 miliardi di dollari.

I modelli di consumo si stanno allinean-

do ai più avanzati, e diventando maggior-

mente riconoscibili da un punto di vista

occidentale. Ciò dipende in larga misura

dall’urbanizzazione, dall’aumento dei red-

diti disponibili, dall’influenza internazio-

nale e dai cambiamenti che interessano gli

stili di vita. Influiscono inoltre la maggiore

possibilità di scelta e la propensione alla

sperimentazione che caratterizza il consu-

matore cinese. Ne consegue che i cinesi

sono sempre più sensibili nei confronti dei

marchi e del marketing, alla ricerca di mi-

gliore qualità e di prodotti confezionati in

maniera igienica e dotati di una maggio-

re propensione all’acquisto presso canali

commerciali moderni. Considerando che

la domanda è già relativamente sviluppata,

il Governo sta lavorando alla modernizza-

zione dell’offerta, nel tentativo di evitare

ulteriori scandali lungo la filiera produt-

tiva come avvenuto nel 2008, quando il

caso della melamina sconvolse il settore

lattiero-caseario.

In Cina vi sono già numerose categorie

merceologiche ormai sature e fortemente

presidiate, il che provoca la diminuzione

dei margini e una tendenza verso il con-

solidamento. Ciò vale soprattutto per le

categorie di prodotti con forte caratteriz-

zazione locale, alcune delle quali coinvol-

gono anche multinazionali, come la birra

e l’acqua. Numerose tipologie di beni ali-

mentari e bevande hanno un mercato in

piena fase evolutiva; i consumi pro capite

hanno grandi margini di crescita prima di

raggiungere la media prevalente in altri

mercati. Queste categorie di prodotti si ri-

feriscono a tipologie più moderne, come i

succhi di frutta in bottiglia e gli alimenti

surgelati, mentre altri sono di ispirazione

decisamente più occidentale, come il cioc-

colato ed i cereali per la colazione.

In passato, il consumo era localizzato nelle

38 città di prima e seconda fascia. Lo svi-

luppo economico e l’urbanizzazione stan-

no contribuendo ad una rapida crescita ed

estensione del potere di acquisto in 600

città cinesi di terza e quarta fascia e oltre.

I principali player cinesi e di Taiwan in

questo settore, come Wahaha e Want Want,

sono già sulla buona strada per raggiunge-

re e presidiare i mercati in città di fascia

inferiore. Oltre alla necessità di coprire

geograficamente le regioni periferiche, ciò

significa inserirsi anche in mercati tradi-

Page 34: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

63Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

zionali, ancora predominanti in queste

aree del Paese. Inoltre, lo sviluppo delle

città di fascia più bassa si accompagna alla

diversificazione della domanda, che ri-

chiede prodotti e marketing su misura. Per

gran parte degli operatori multinazionali

che operano in questo settore, raggiungere

le città emergenti rappresenta una nuova

frontiera.

Tale espansione geografica è necessa-

ria per gli operatori del settore il cui ap-

proccio al mercato cinese è di massa, e si

qualifica per economie di scala e basso

costo (consumatori appartenenti alla fascia

medio-bassa, produzione locale, distribu-

zione moderna, competitività di prezzo,

marketing complesso e aggressivo e scarsa

fedeltà al marchio). In Cina, l’approccio

alternativo è rappresentato dal “mercato

di nicchia” che si caratterizza per la dif-

ferenziazione (consumatori ad alto reddito,

prodotti d’importazione, distribuzione e

marketing high-end, enfasi sulla qualità e

maggiore fedeltà al marchio). Oggi, molte

multinazionali del settore si trovano bloc-

cate tra queste due dinamiche, impegnate

a raggiungere il mercato di massa.

Sin dal 2001, la spinta verso le economie di

scala ha prodotto un notevole aumento del-

le acquisizioni. Da un mercato fortemente

frammentato, con oltre 50.000 operatori

- di cui pochissimi con un fatturato oltre

il miliardo di dollari USA - la tendenza è

verso un consolidamento del settore (vale

a dire operatori con marchi più forti, mag-

giore copertura geografica e distribuzione

più forte, maggiore potere contrattuale in

termini di distribuzione e marketing). La

sfida per le multinazionali del settore dei

beni alimentari e bevande consiste nel tro-

vare target di acquisizione, in quanto sono

pochi gli obiettivi interessanti e non tutti

possono essere acquisiti.

Le società più ricettive a proposte di ac-

quisizione sono spesso quelle alla ricerca

di investitori strategici, che dispongono di

capitali e dell’esperienza necessaria per

consentire l’espansione. L’intervento del

Governo cinese per bloccare l’acquisizione

di China Huiyuan Juice (il più grande pla-

yer locale nel comparto delle bevande non

alcoliche) da parte del gruppo Coca-Cola

segnala un crescente protezionismo ed un

trattamento discriminatorio in Cina nei

confronti di multinazionali estere, giustifi-

cato dalla necessità di tutelare la concor-

renza ed i consumatori attraverso la nuova

legge sul monopolio (in vigore dall’agosto

2008).

Beni di lussoIl boom dei consumi è ormai decisamente

avviato. Uno dei settori che ne sta benefi-

ciando maggiormente è quello dei beni di

lusso. Malgrado la crisi finanziaria, si pre-

vede che nel 2009 le vendite dei beni di

lusso abbiano fatto registrare un aumento

del 10-15%. Data la contrazione di gran

parte dei mercati occidentali, lo sviluppo

del mercato cinese è sicuramente un dato

significativo e positivo. La Cina resterà uno

dei pochi mercati in crescita nel 2010. Si

prevede che la Cina superi il Giappone per

diventare entro il 2015 il più grande mer-

cato per i beni di lusso. Entro tale data,

la Cina contribuirà ad un terzo circa delle

vendite mondiali in questo settore.

Mentre i cinesi sono probabilmente già

diventati i principali clienti di brand di

prima fascia rispetto ad europei, america-

ni e giapponesi, la conquista del mercato

si è dimostrata più impegnativa per mar-

chi di seconda e terza fascia. Il fatto che

i consumatori cinesi acquistino marchi di

lusso per mettere in mostra il proprio sta-

tus sociale tende a premiare le vendite dei

marchi più facilmente riconoscibili e lea-

der nelle loro rispettive categorie. Inoltre,

i dazi e le tasse sui prodotti importati, le

problematiche relative alla violazione dei

diritti di proprietà intellettuale e l’aumento

dei costi operativi hanno contribuito a ri-

durre i margini. Solo pochissimi marchi di

lusso hanno fatto registrare utili significa-

tivi generati dal mercato interno.

In un ambiente con tali caratteristiche, i

marchi di lusso devono essere pronti ad

investire e a farlo in maniera efficace. Mol-

ti marchi di seconda e terza fascia hanno

fatto il proprio ingresso in Cina senza con-

siderare le peculiarità del mercato locale

e perciò hanno riscontrato notevoli diffi-

coltà. Si tratta di cercare di comprendere

ed anticipare i consumatori, identificando

nicchie ed esigenze non ancora soddisfat-

te, migliorare il proprio posizionamento,

costruire brand awareness e valorizzare

il proprio marchio, aprire e gestire diret-

tamente i punti vendita per monitorare

il mercato. Non si tratta di reinventare il

marchio - dal momento che i consumatori

cinesi sono sufficientemente sofisticati e

informati per identificare quei marchi che

cercano di presentarsi in maniera diversa

rispetto a quello che effettivamente sono -

quanto piuttosto di riposizionare il marchio

in funzione delle condizioni locali di mer-

cato (localizzazione).

AutomotiveLa Cina è il principale produttore mon-

diale di veicoli commerciali del mondo, il

principale mercato automobilistico (aven-

do superato gli USA nel corso del 2009),

il terzo principale produttore di automobili

e il quarto produttore di componenti per il

settore automotive. Nonostante la reces-

sione mondiale, il mercato automobilistico

cinese mantiene un andamento di segno

positivo, con un +10%. Nel 2009, la Cina

ha prodotto la quota record di 12 milioni

di unità, con un incremento nell’ordine

del 10% rispetto all’anno precedente. Il

mercato automobilistico cinese è talmente

attraente che molte case automobilistiche,

come General Motors e Citroen, lo consi-

derano il più importante motore di crescita

per tutta l’azienda.

Page 35: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

65Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Figura 29: Previsione di vendite:settore autoveicoli (milioni di unità)

maniera efficace. Molti marchi di seconda e terza fascia hanno fatto il proprio ingresso in Cina senza considerare le peculiarità del mercato locale e perciò hanno riscontrato notevoli difficoltà. Si tratta di cercare di comprendere ed anticipare i consumatori, identificando nicchie ed esigenze non ancora soddisfatte, migliorare il proprio posizionamento, costruire brandawareness e valorizzare il proprio marchio, aprire e gestire direttamente i punti vendita per monitorare il mercato. Non si tratta di reinventare il marchio - dal momento che i consumatori cinesi sono sufficientemente sofisticati e informati per identificare quei marchi che cercano di presentarsi in maniera diversa rispetto a quello che effettivamente sono - quanto piuttosto di riposizionare il marchio in funzione delle condizioni locali di mercato (localizzazione).

Automotive

La Cina è il principale produttore mondiale di veicoli commerciali del mondo, il principale mercato automobilistico (avendo superato gli USA nel corso del 2009), il terzo principale produttore di automobili e il quarto produttore di componenti per il settore automotive. Nonostante la recessione mondiale, il mercato automobilistico cinese mantiene un andamento di segno positivo, con un +10%. Nel 2009, la Cina ha prodotto la quota record di 12 milioni di unità, con un incremento nell'ordine del 10% rispetto all'anno precedente. Il mercato automobilistico cinese è talmente attraente che molte case automobilistiche, come General Motors e Citroen, lo considerano il più importante motore di crescita per tutta l'azienda.

Figura 29: Previsione di vendite:settore autoveicoli (milioni di unità)

11,612,7

1415,4

16,918,6

2009 2010 2011 2012 2013 2014

CAGR Stimato 8-12%

Fonte: CeSIF

La concorrenza nel settore delle autovetture passeggeri si è fatta ancora più agguerrita e le quote di mercato sono in continuo cambiamento. I produttori con modelli di automobili di cilindrata inferiore a 1,6 litri hanno registrato, nel 2009, vendite migliori. Basandosi sulle vendite dei primi 8 mesi dell'anno, i leader di mercato sono GM Wuling, Shanghai VW, FAW VW, Shanghai GM, Hyundai, Chang’an, Nissan, Chery, Toyota e BYD. Le vendite di Toyota hanno subito un'importante flessione, mentre notevole è la prestazione di BYD.

L'inatteso aumento delle vendite è stato conseguito in virtù di una serie di fattori. All'inizio del 2009, il Governo ha emesso una serie di regolamenti destinati a promuovere le vendite di autovetture, tra cui una riduzione del 50% delle imposte sull'acquisto di automobili (scese dal 10% al 5% del prezzo netto di acquisto dell'auto), di cui hanno beneficiato le auto di piccola cilindrata (≤1,6 litri). In alcune città (come Pechino e Shanghai), i consumatori hanno ottenuto dai governi locali incentivi per la rottamazione delle auto usate. A Shanghai, il Governo offre un rimborso, in media di 4.950 RMB, per ciascun consumatore che decida di rottamare la propria automobile. Oltre agli incentivi del Governo, il fattore forse più importante è rappresentato dalla crescita economica della Cina (anch’essa influenzata dal pacchetto di incentivi). Il Paese si è ripreso prima del previsto e la fiducia dei consumatori è tornata. Alla fine del mese di agosto 2009, la Cina aveva prodotto 8,25 milioni di automobili e venduto 8,33 milioni di unità, con una percentuale di crescita annua superiore rispettivamente al 26% e al 29%. Per le vendite di auto passeggeri di cilindrata non superiore a 1,6 litri, le vendite hanno registrato un incremento nell'ordine del 55%.

Fonte: CeSIF

La concorrenza nel settore delle autovettu-

re passeggeri si è fatta ancora più agguer-

rita e le quote di mercato sono in continuo

cambiamento. I produttori con modelli di

automobili di cilindrata inferiore a 1,6

litri hanno registrato, nel 2009, vendite

migliori. Basandosi sulle vendite dei pri-

mi 8 mesi dell’anno, i leader di mercato

sono GM Wuling, Shanghai VW, FAW VW,

Shanghai GM, Hyundai, Chang’an, Nissan,

Chery, Toyota e BYD. Le vendite di Toyo-

ta hanno subito un’importante flessione,

mentre notevole è la prestazione di BYD.

L’inatteso aumento delle vendite è stato

conseguito in virtù di una serie di fattori.

All’inizio del 2009, il Governo ha emes-

so una serie di regolamenti destinati a

promuovere le vendite di autovetture, tra

cui una riduzione del 50% delle imposte

sull’acquisto di automobili (scese dal 10%

al 5% del prezzo netto di acquisto dell’au-

to), di cui hanno beneficiato le auto di pic-

cola cilindrata (≤1,6 litri). In alcune città

(come Pechino e Shanghai), i consumatori

hanno ottenuto dai governi locali incenti-

vi per la rottamazione delle auto usate. A

Shanghai, il Governo offre un rimborso, in

media di 4.950 RMB, per ciascun consu-

matore che decida di rottamare la propria

automobile. Oltre agli incentivi del Gover-

no, il fattore forse più importante è rap-

presentato dalla crescita economica della

Cina (anch’essa influenzata dal pacchetto

di incentivi). Il Paese si è ripreso prima

del previsto e la fiducia dei consumatori è

tornata. Alla fine del mese di agosto 2009,

la Cina aveva prodotto 8,25 milioni di au-

tomobili e venduto 8,33 milioni di unità,

con una percentuale di crescita annua su-

periore rispettivamente al 26% e al 29%.

Per le vendite di auto passeggeri di cilin-

drata non superiore a 1,6 litri, le vendite

hanno registrato un incremento nell’ordine

del 55%.

Per contro, nel 2009, sono significativa-

mente scese le esportazioni di automobili

fabbricate in Cina. Alla fine del mese di

agosto 2009, il volume delle esportazioni

era sceso a 186.600 unità, con una perdita

del 60% rispetto al 2008.

Per quanto riguarda il mercato interno, si

prevede che la domanda continuerà a cre-

scere nell’ordine dell’8-12% per i prossimi

5 anni. Nel 2010, la crescita della doman-

da potrebbe attestarsi attorno al 5-10%.

Un altro trend significativo nel 2009 è sta-

to l’attivismo da parte delle imprese cinesi

sul fronte delle acquisizioni e fusioni. Nel

mese di marzo 2009, il Governo centrale

ha annunciato il “Piano di correzione e di

crescita per il settore automobilistico cine-

se”, che indica chiaramente l’intenzione

del Governo di favorire le attività di M&A

tra i produttori cinesi di automobili, con

l’obiettivo di ridurre ulteriormente il nu-

mero di case automobilistiche (le cui ven-

dite complessive rappresentano il 90% del

mercato) da 14 a 10. Nel 2010, si prevedo-

no ulteriori attività di M&A. Gli operatori

più attivi, tra cui First Automobile Works

(Faw), SAIC Motor Corporation e Chang’an

Group si focalizzeranno probabilmente su

operazioni M&A su scala nazionale men-

tre BAIC (Beijing Automotive Industry

Holding Corporation), GAIG (Guangzhou

Automotive Industrial Group) e Chery po-

tranno realizzare operazioni a livello regio-

nale. Nel frattempo, la crisi economica che

ha colpito l’America e l’Europa ha messo

in gravi difficoltà finanziarie alcuni marchi

(tra cui Volvo, Opel e Hummer). Molti pro-

duttori cinesi hanno quindi perseguito una

politica di M&A più aggressiva sul fronte

internazionale (in particolare il tentativo

di acquisto di Volvo da parte di Chery, il

tentativo di BAIC con Opel e l’offerta di

Sichuan Tengzhong per Hummer). Anche

se è evidente che non tutte le offerte ci-

nesi d’acquisto potranno avere successo,

lo slancio internazionale delle case auto-

mobilistiche cinesi rappresenta un segnale

incoraggiante.

Per quanto riguarda i produttori di compo-

nenti, permarranno molti problemi struttu-

rali, come la frammentazione del mercato

e la scarsa capacità d’innovazione. La ten-

denza che si può osservare è diretta verso

un’offerta di componenti più consolidata,

strutturata e competitiva. Nel 2009, i pro-

duttori di componenti maggiormente orien-

tati all’esportazione (in particolare per

componenti a basso valore aggiunto, come

i pneumatici) hanno vissuto un anno diffi-

cile in Cina. Nel mese di settembre 2009,

il governo americano ha approvato l’appli-

cazione di tariffe antidumping sui pneu-

matici cinesi. Dato il momento di difficoltà

dell’economia globale,si prevede che nel

settore della componentistica auto emer-

geranno ulteriori controversie commerciali

nel 2010.

Per le automobili e gli autobus alimentati

con energie alternative, il Governo centrale

ha dimostrato sostegno politico, mentre al-

cune autorità locali (come Pechino, Hubei,

Chongqing e Shanghai) hanno già messo

in atto interventi significativi. Prevediamo

che il settore degli autoveicoli elettrici si

affaccerà sul mercato in maniera più rapi-

da rispetto ad altre tecnologie alternative

(ibrido e cella combustibile). Tuttavia, se

non vi saranno ulteriori politiche di sup-

porto al settore o interventi di natura infra-

strutturale, ci vorranno altri 5-10 anni pri-

ma di vedere sulle strade cinesi numerosi

autoveicoli ad energia elettrica.

Page 36: 2010 - Corriere della Sera

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Anche l’aftermarket presenta tutta una se-

rie di opportunità. I proprietari di auto de-

cidono sempre più interventi per persona-

lizzare o per migliorare le prestazioni della

propria automobile. Nei prossimi anni si

assisterà quindi a un’importante crescita

delle vendite di accessori, componenti ed

elementi per la decorazione degli interni.

Altre opportunità si delineano sul fronte

delle riparazioni, dei club automobilistici

e dell’assistenza su strada, che sono ancora

in una prima fase di sviluppo.

MacchinariIl 2010 continuerà a manifestare gli stessi

problemi emersi nel 2009 (macchinari per

l’industria tessile, macchinari per il settore

automobilistico), mentre altri settori faran-

no registrare una crescita più rapida (aero-

nautica, energia, automobilistico).

Il 2009 è stato caratterizzato da un primo

semestre difficile. Molti produttori di mac-

chinari hanno previsto correttamente che il

secondo semestre avrebbe compensato un

inizio d’anno debole sul fronte delle vendite.

Secondo la China Machinery Industry Fe-

deration (CMIF), infatti, la produzione di

macchinari cinesi, su base annua, ha fatto

registrare una crescita del 7%, con 4.790

miliardi di RMB nel primo semestre del

2009, il dato più basso degli ultimi sette

anni. Al tempo stesso, l’associazione di ca-

tegoria prevede una crescita del 15% per

il 2010. Tuttavia, le vendite di macchinari

nuovi e di attrezzature variano significati-

vamente a seconda del settore. Gli acquisti

da parte del Governo, di natura ciclica, do-

vranno essere bilanciati dalla domanda dei

privati, tipicamente più stabile. Ad esem-

pio, il settore delle ferrovie continuerà a

crescere, ma va esaurendosi l’acquisto di

macchinari di grandi dimensioni e ciò sta

creando una latente sovraccapacità pro-

duttiva. Altri settori, come quello dei pro-

duttori di componenti per l’industria auto-

mobilistica, sono trainati dalla sostituzione

delle macchine vecchie o di tecnologia su-

perata con macchinari di migliore qualità.

La localizzazione in Cina di stabilimenti

produttivi da parte di operatori interna-

zionali ha compiuto progressi tali che ora

rappresenta circa un terzo della produzio-

ne totale di macchinari in territorio cinese.

Tuttavia le importazioni, ad esempio, da

parte del settore dell’utensileria, continua-

no a soddisfare circa il 40% della domanda

locale e si osserva anche una domanda di

attrezzature più costose e sofisticate.

Gli incentivi del Governo sugli acquisti di

attrezzature e di macchinari industriali re-

steranno l’elemento principale di stimolo

alla crescita nel 2010. Il CeSIF ritiene che

molti degli incentivi che il Governo cine-

se sta promuovendo si applicheranno più

alle macchine realizzate in Cina (tanto da

aziende di proprietà cinese quanto da mul-

tinazionali) che non alle importazioni.

Nel periodo 2008/2009 abbiamo registra-

to un numero sempre maggiore di azien-

de straniere che scelgono la Cina per lo-

calizzare le proprie attività produttive e

riteniamo che le aziende multinazionali

continueranno a mostrare questo trend an-

che nel 2010. In diversi settori produttivi,

le aziende multinazionali stanno cercan-

do nuovi modi per raggiungere i clienti

nel segmento medio e stanno progettando

macchinari in questo senso. Si può osser-

vare questa tendenza nei macchinari per il

settore edile, nelle attrezzature per la pro-

duzione, nella produzione di macchine per

la stampa ed il packaging e nelle macchine

per il settore tessile. Gli operatori stranieri

stanno puntando a ridurre le loro vendite

di macchinari importati, rispondendo alla

domanda locale attraverso macchine pro-

dotte (o quanto meno assemblate) nei pro-

pri stabilimenti cinesi.

Figura 30: Esportazioni cinesi di macchinari e attrezzature meccaniche (miliardi USD)

Al tempo stesso, l’associazione di categoria prevede una crescita del 15% per il 2010. Tuttavia, le vendite di macchinari nuovi e di attrezzature variano significativamente a seconda del settore. Gli acquisti da parte del Governo, di natura ciclica, dovranno essere bilanciati dalla domanda dei privati, tipicamente più stabile. Ad esempio, il settore delle ferrovie continuerà a crescere, ma va esaurendosi l’acquisto di macchinari di grandi dimensioni e ciò sta creando una latente sovraccapacità produttiva. Altri settori, come quello dei produttori di componenti per l'industria automobilistica, sono trainati dalla sostituzione delle macchine vecchie o di tecnologia superata con macchinari di migliore qualità.

La localizzazione in Cina di stabilimenti produttivi da parte di operatori internazionali ha compiuto progressi tali che ora rappresenta circa un terzo della produzione totale di macchinari in territorio cinese. Tuttavia le importazioni, ad esempio, da parte del settore dell'utensileria, continuano a soddisfare circa il 40% della domanda locale e si osserva anche una domanda di attrezzature più costose e sofisticate.

Gli incentivi del Governo sugli acquisti di attrezzature e di macchinari industriali resteranno l’elemento principale di stimolo alla crescita nel 2010. Il CeSIF ritiene che molti degli incentivi che il Governo cinese sta promuovendo si applicheranno più alle macchine realizzate in Cina (tanto da aziende di proprietà cinese quanto da multinazionali) che non alle importazioni.

Nel periodo 2008/2009 abbiamo registrato un numero sempre maggiore di aziende straniere che scelgono la Cina per localizzare le proprie attività produttive e riteniamo che le aziende multinazionali continueranno a mostrare questo trend anche nel 2010. In diversi settori produttivi, le aziende multinazionali stanno cercando nuovi modi per raggiungere i clienti nel segmento medio e stanno progettando macchinari in questo senso. Si può osservare questa tendenza nei macchinari per il settore edile, nelle attrezzature per la produzione, nella produzione di macchine per la stampa ed il packaging e nelle macchine per il settore tessile. Gli operatori stranieri stanno puntando a ridurre le loro vendite di macchinari

importati, rispondendo alla domanda locale attraverso macchine prodotte (o quanto meno assemblate) nei propri stabilimenti cinesi.

Figura 30: Esportazioni cinesi di macchinari e attrezzature meccaniche (miliardi USD)

118150

187

229

269

215

2004 2005 2006 2007 2008 2009 E

Fonte: Dogane Cinesi

La Cina esporta quasi 270 miliardi di dollari USA di macchinari e attrezzature: tre volte il valore del 2004. Vi sono chiari segnali che indicano che la Cina si sta affermando come attore di riferimento, a livello globale, nel settore dei macchinari. Rispetto alle nazioni leader nell'esportazione di macchinari, come Germania, Stati Uniti e Giappone, che insieme rappresentano il 45% di tutto il commercio di macchinari nel mondo, in termini di valore, la Cina si attesta solo al 5-6%, mentre l’Italia gioca un ruolo significativo. In taluni settori, come quello delle bilance, dei macchinari per la lavorazione del legno, degli strumenti di precisione, delle macchine per gli accessori, l'abbigliamento e la lavorazione delle pelli, dei macchinari per l'industria mineraria e per la saldatura, la Cina si colloca già oggi tra i principali paesi esportatori, almeno in termini di volume. Gran parte dell’export cinese è in realtà rappresentato dalle esportazioni generate dalle attività produttive a capitale straniero operanti in territorio cinese che - in valore - rappresentano circa il 60% delle esportazioni totali di macchinari dalla Cina. Tuttavia, i produttori di macchinari cinesi, in tutte le categorie merceologiche, si sono affermati come concorrenti nuovi e aggressivi in diversi mercati.

Nel 2009, le esportazioni della Cina resteranno probabilmente inferiori al 2008, in considerazione della riduzione delle attività d’investimento nei mercati di riferimento per l’export cinese.

 

 

Fonte: Dogane Cinesi

La Cina esporta quasi 270 miliardi di dolla-

ri USA di macchinari e attrezzature: tre vol-

te il valore del 2004. Vi sono chiari segnali

che indicano che la Cina si sta affermando

come attore di riferimento, a livello globale,

nel settore dei macchinari. Rispetto alle na-

zioni leader nell’esportazione di macchina-

ri, come Germania, Stati Uniti e Giappone,

che insieme rappresentano il 45% di tutto

il commercio di macchinari nel mondo, in

termini di valore, la Cina si attesta solo al

5-6%, mentre l’Italia gioca un ruolo signi-

ficativo. In taluni settori, come quello delle

bilance, dei macchinari per la lavorazione

del legno, degli strumenti di precisione,

delle macchine per gli accessori, l’abbi-

gliamento e la lavorazione delle pelli, dei

macchinari per l’industria mineraria e per

la saldatura, la Cina si colloca già oggi tra i

principali paesi esportatori, almeno in ter-

mini di volume. Gran parte dell’export ci-

nese è in realtà rappresentato dalle esporta-

zioni generate dalle attività produttive a ca-

pitale straniero operanti in territorio cinese

che - in valore - rappresentano circa il 60%

delle esportazioni totali di macchinari dalla

Cina. Tuttavia, i produttori di macchinari

cinesi, in tutte le categorie merceologiche,

si sono affermati come concorrenti nuovi e

aggressivi in diversi mercati.

Nel 2009, le esportazioni della Cina reste-

ranno probabilmente inferiori al 2008, in

considerazione della riduzione delle attivi-

tà d’investimento nei mercati di riferimen-

to per l’export cinese.

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Tabella 4: Opportunità nel settore dei macchinariTabella 4: Opportunità nel settore dei macchinari

Opportunità Esempi di prodotto Motori della domanda

Macchine a 5 assi. Macchine utensili per lavorazioni ad alta precisione.

Il settore aviazione/avionica è uno dei motori principali che stanno trainando la crescente domanda di macchine utensili di fascia alta, in quanto le macchine realizzate localmente non garantiscono qualità né prestazioni adeguate. Considerando che la Cina costruisce un numero significativo di aeromobili, riteniamo che l’aumento della capacità produttiva sia destinato a continuare per tutto il 2010, con una crescita particolarmente sostenuta dopo il 2012.

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Macchinari a controllo numerico di fascia alta (minori requisiti di precisione, importanti requisiti in termini di automazione).

Con il continuo miglioramento degli standard qualitativi dei produttori cinesi, vi saranno maggiori opportunità per la vendita di macchine di qualità (importate ma soprattutto assemblate localmente). All'aumento del costo del lavoro (ora in via di stabilizzazione), i responsabili della produzione risponderanno con maggiori livelli di automazione all’interno degli stabilimenti. In molte regioni cinesi, gli incentivi (ad es. rimborso dell'imposta sulle importazioni ecc.) per l'importazione di macchine utensili sono stati (per lo più) aboliti ed i clienti ricercano sempre più qualità, di livello internazionale, prodotta in Cina e perciò si rivolgono ai produttori internazionali di macchine utensili che già assemblano o producono localmente.

Motori, riduttori e componenti per turbine eoliche.

I player locali e multinazionali mirano oggi a localizzare la propria catena produttiva per venire incontro a requisiti di contenuto locale e per ridurre i costi di produzione. La maggiore domanda di turbine eoliche più grandi ed efficienti potrebbe rappresentare un’opportunità per l’import di macchinari con applicazioni high end e ad alta velocità. Il Governo mira a ridurre la sovraccapacità in questo settore e per questo motivo potrebbe non essere prevista la realizzazione di nuovi stabilimenti per la produzione di impianti eolici.

Attrezzature per centrali idroelettriche.

La Cina intende aumentare la produzione ed il consumo di energia idroelettrica in termini relativi e assoluti. In aggiunta ai grandi progetti (es. la diga delle Tre Gole), il Governo sta incoraggiando la realizzazione di piccole centrali idroelettriche (capacità installata inferiore a 25.000 kw) entro il 2010.

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Impianti di trattamento delle acque.

Le acque reflue costituiscono oggi una delle principali minacce all’ambiente marino cinese dal momento che oltre il 50% delle acque di scarico vengono immesse nel mare senza essere trattate. La Cina ha annunciato l’obiettivo di trattare circa il 70% delle proprie acque di scarico nei prossimi anni, riducendo gli inquinanti del 10%. Nelle sole fasce costiere sono attualmente in fase di costruzione 145 impianti di trattamento delle acque reflue.

 

Prodotti chimici

Nel 2009 le società del settore chimico in Cina hanno generato risultati migliori rispetto alla media globale, sostenute dal fatto che alcuni settori (ad es. automotive) hanno recuperato terreno più rapidamente del previsto stabilizzando la domanda di prodotti chimici.

La contrazione delle esportazioni rimane un grave problema per i produttori con sede in Cina, a cui si aggiungono il rallentamento generalizzato della crescita e la riduzione dei margini e della redditività. Inoltre, gli interventi di stimolo varati dal Governo non stanno producendo un effetto immediato per il settore chimico. Ciò è dovuto al fatto che i piani statali hanno un orientamento più a lungo termine (puntano cioè su investimenti infrastrutturali) che a breve termine. La creazione di nuovi impianti di raffinazione e cracking del petrolio in Medio Oriente, farà aumentare nei prossimi anni la pressione sugli operatori cinesi nel settore petrolchimico.

Il ritmo e l'entità della ripresa dell'industria chimica dipendono fortemente dall'andamento della domanda locale ed estera generata dai settori di applicazione dei prodotti chimici. Tuttavia, le

tendenze degli utili e dei ricavi, su base mensile, sono positive. È prevista una moderata ripresa entro la metà o la fine del 2010.

Ancora una volta, le multinazionali del settore potrebbero essere alla ricerca di possibilità di crescita attraverso operazioni di M&A in Cina, soprattutto per lo sviluppo del mercato di fascia media. In questo segmento sono presenti forti marchi cinesi che, nell’ambito di operazioni M&A, potrebbero fornire agli operatori multinazionali un accesso immediato al mercato.

Per questi operatori, il passo successivo sarà probabilmente l'aggiunta di nuove applicazioni alla propria offerta e la creazione di nuove reti di distribuzione (o il consolidamento delle reti esistenti) per stimolare ulteriormente le vendite in Cina. Per il 2010, prevediamo un andamento più positivo del mercato dei prodotti chimici ad alte prestazioni, ad es. in settori come il trattamento delle acque. Oltre a perseguire piani di crescita, i produttori chimici e i settori downstream che utilizzano sostanze chimiche inquinanti saranno soggetti a controlli più rigorosi da parte dell'agenzia cinese SEPA (State Environmental Protection Administration).

C

ost

ruzi

on

i

Macchinari e attrezzature per le costruzioni e l’edilizia (scavatori, ecc.)

Malgrado le difficoltà di reperire finanziamenti a breve termine che hanno caratterizzato il 2009, il boom dell'edilizia in Cina continua, soprattutto nei centri urbani minori e nelle province interne. Mentre alcuni progetti di sviluppo residenziale nei grandi centri urbani potrebbero conoscere una fase di flessione, ulteriori investimenti di natura infrastrutturale compenseranno questa flessione e sosterranno la domanda di macchinari destinati al settore delle costruzioni. Anche se a prezzi più elevati rispetto alla produzione locale, gli importatori esteri potranno avvantaggiarsi di un mercato creato dallo strumento del leasing. Gli strumenti e le unità di controllo saranno per lo più importati mentre il resto dei macchinari sarà prodotto localmente. Le società nel settore delle costruzioni continueranno a importare macchinari altamente specializzati per progetti ambiziosi (ad es. realizzazione di tunnel, progetti infrastrutturali ecc).

E

stra

zio

ne

Attrezzature speciali/high-tech per il settore dell’estrazione

Le miniere cinesi stanno perseguendo la meccanizzazione dei processi di estrazione, implementando sistemi di controllo e di sicurezza indispensabili per aumentare la sicurezza ed evitare disastri e tragedie. Al tempo stesso, il consolidamento del mercato continuerà, dal momento che le miniere più piccole saranno chiuse e quelle più grandi diventeranno più produttive e competitive dal punto di vista internazionale. Tale situazione è favorita anche da iniziative del Governo. Le opportunità per i produttori stranieri sono rappresentate dalla fornitura di macchinari speciali e ad alta tecnologia mentre i sistemi e le attrezzature standard saranno fornite da produttori locali.

Prodotti chimiciNel 2009 le società del settore chimico

in Cina hanno generato risultati migliori

rispetto alla media globale, sostenute dal

fatto che alcuni settori (ad es. automotive)

hanno recuperato terreno più rapidamente

del previsto stabilizzando la domanda di

prodotti chimici.

La contrazione delle esportazioni rimane

un grave problema per i produttori con

sede in Cina, a cui si aggiungono il rallen-

tamento generalizzato della crescita e la

riduzione dei margini e della redditività.

Inoltre, gli interventi di stimolo varati dal

Governo non stanno producendo un effet-

to immediato per il settore chimico. Ciò è

dovuto al fatto che i piani statali hanno un

orientamento più a lungo termine (puntano

cioè su investimenti infrastrutturali) che a

breve termine. La creazione di nuovi im-

pianti di raffinazione e cracking del petro-

lio in Medio Oriente, farà aumentare nei

prossimi anni la pressione sugli operatori

cinesi nel settore petrolchimico.

Il ritmo e l’entità della ripresa dell’in-

dustria chimica dipendono fortemente

dall’andamento della domanda locale ed

estera generata dai settori di applicazione

dei prodotti chimici. Tuttavia, le tendenze

degli utili e dei ricavi, su base mensile,

sono positive. È prevista una moderata ri-

presa entro la metà o la fine del 2010.

Ancora una volta, le multinazionali del

Page 38: 2010 - Corriere della Sera

70Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

71Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

settore potrebbero essere alla ricerca di

possibilità di crescita attraverso opera-

zioni di M&A in Cina, soprattutto per lo

sviluppo del mercato di fascia media. In

questo segmento sono presenti forti marchi

cinesi che, nell’ambito di operazioni M&A,

potrebbero fornire agli operatori multina-

zionali un accesso immediato al mercato.

Per questi operatori, il passo successivo

sarà probabilmente l’aggiunta di nuove

applicazioni alla propria offerta e la cre-

azione di nuove reti di distribuzione (o il

consolidamento delle reti esistenti) per

stimolare ulteriormente le vendite in Cina.

Per il 2010, prevediamo un andamento più

positivo del mercato dei prodotti chimici

ad alte prestazioni, ad es. in settori come il

trattamento delle acque. Oltre a perseguire

piani di crescita, i produttori chimici e i

settori downstream che utilizzano sostan-

ze chimiche inquinanti saranno soggetti a

controlli più rigorosi da parte dell’agenzia

cinese SEPA (State Environmental Protec-

tion Administration).

Energia ed elettricitàIl consumo energetico della Cina ammonta

al 15% del consumo energetico mondiale,

secondo solo a quello degli USA. Sebbene

la partecipazione nella gestione delle in-

frastrutture energetiche sia attualmente in

fase di liberalizzazione continua ad essere

gravata da problematiche di fattibilità e sarà

d’interesse solamente nel lungo termine. Le

migliori opportunità risiedono oggi nella

fornitura di attrezzature avanzate per nume-

rosi progetti di infrastruttura energetica.

Nel sub-settore dell’energia rinnovabile,

la Cina ha annunciato piani ambiziosi per

l’espansione della capacità energetica da

fonti rinnovabili. Ad esempio, la Renewa-

ble Energy Law, in vigore dal 1° gennaio

2006, dispone che le fonti rinnovabili con-

tribuiscano al 15% del consumo energeti-

co nel Paese entro il 2020.

La Legge sopraccitata prevede un investi-

mento pari a 180 miliardi di dollari USA.

Gli obiettivi relativi alla capacità di pro-

duzione di energia eolica sono in costante

crescita, ma le opportunità per le imprese

multinazionali sono fortemente limitate

dalla mancanza di tutela legale e dalla fe-

roce competizione locale.

La Cina sta oggi puntando alla riduzione

della sovraccapacità ed ha recentemente

annunciato che non saranno approvati pia-

ni per la costruzione di nuovi stabilimenti

per la produzione di impianti eolici e porrà

barriere all’accesso al mercato per prodotti

con tecnologia obsoleta.

Il potenziale idroelettrico della Cina è sti-

mato a circa 300 GW e la Cina punta, entro

il 2020, a raddoppiare la propria capacità

effettiva. Il potenziale energetico eolico è

invece stimato a 253 GW ed il target è in-

crementare la capacità a 30 GW entro il

2020: otto volte il livello attuale. Probabil-

mente il Paese raggiungerà una capacità

due volte superiore a questo obiettivo.

La Cina punta molto ai settori del fotovoltai-

co e della biomassa, che prevedono obiettivi

di crescita rilevanti: 20 volte per il solare e

10 volte per l’energia da biomassa.

Per le società estere che dispongono di tec-

nologie e servizi differenziati e che non devo-

no sostenere costi iniziali proibitivi, vale cer-

tamente la pena di sondare il mercato cinese.

Le società cinesi stanno iniziando a diven-

tare competitive a livello globale in alcune

tecnologie rinnovabili. Ci si può riferire,

ad esempio, alla competitività cinese nel

settore delle celle fotovoltaiche che può

rappresentare per le società straniere

un’opportunità d’acquisto dalla Cina per

ridurre i costi.

Lo sviluppo di questo settore industriale

dipenderà largamente dai rapporti tra Cen-

tro e Province, soprattutto con riferimento

alla politica dei prezzi.

Tabella 5: Opportunità nel settore della chimica

 

Tabella 5: Opportunità nel settore della chimica

Opportunità Esempi di prodotto

Motori della domanda

Prodotti chimici ad alte prestazioni

Materiali per trattamenti anti-inquinamento (incluse tecnologia e attrezzature)

Buone opportunità ed elevate previsioni di crescita. Le amministrazioni centrali e locali cinesi stanno focalizzando l’attenzione sulla tutela dell'ambiente e la lotta all'inquinamento in linea con la politica per l’applicazione di "tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni inquinanti". Pertanto, si stanno aprendo nuovi mercati, come ad es. quello delle sostanze chimiche per il trattamento delle acque.

Prodotti petrolchimici intermedi destinati all'industria

Resine e gomme destinate all'industria

La stagnazione dell'economia globale potrebbe rallentare la crescita degli acquisti di beni di consumo (ad es. automobili e materiali da costruzione). Nel medio termine, questi settori continueranno a registrare una rapida crescita in Cina. Nel 2010 e negli anni successivi, la carenza di prodotti intermedi destinati all'industria (resine e gomme di qualità superiore e nuovi materiali in sostituzione dei materiali tradizionali) continuerà a costituire un fattore d'attrazione per gli investimenti da parte delle grandi multinazionali.

 

 

Energia ed elettricità

Il consumo energetico della Cina ammonta al 15% del consumo energetico mondiale, secondo solo a quello degli USA. Sebbene la partecipazione nella gestione delle infrastrutture energetiche sia attualmente in fase di liberalizzazione continua ad essere gravata da problematiche di fattibilità e sarà d’interesse solamente nel lungo termine. Le migliori opportunità risiedono oggi nella fornitura di attrezzature avanzate per numerosi progetti di infrastruttura energetica.

Nel sub-settore dell’energia rinnovabile, la Cina ha annunciato piani ambiziosi per l’espansione della capacità energetica da fonti rinnovabili. Ad esempio, la Renewable Energy Law, in vigore dal 1° gennaio 2006, dispone che le fonti rinnovabili contribuiscano al 15% del consumo energetico nel Paese entro il 2020.

La Legge sopraccitata prevede un investimento pari a 180 miliardi di dollari USA. Gli obiettivi relativi alla capacità di produzione di energia eolica sono in costante crescita, ma le opportunità per le imprese multinazionali sono fortemente limitate dalla mancanza di tutela legale e dalla feroce competizione locale.

La Cina sta oggi puntando alla riduzione della sovraccapacità ed ha recentemente annunciato che non saranno approvati piani per la costruzione di nuovi stabilimenti per la produzione

di impianti eolici e porrà barriere all’accesso al mercato per prodotti con tecnologia obsoleta.

Il potenziale idroelettrico della Cina è stimato a circa 300 GW e la Cina punta, entro il 2020, a raddoppiare la propria capacità effettiva. Il potenziale energetico eolico è invece stimato a 253 GW ed il target è incrementare la capacità a 30 GW entro il 2020: otto volte il livello attuale. Probabilmente il Paese raggiungerà una capacità due volte superiore a questo obiettivo.

La Cina punta molto ai settori del fotovoltaico e della biomassa, che prevedono obiettivi di crescita rilevanti: 20 volte per il solare e 10 volte per l’energia da biomassa.

Per le società estere che dispongono di tecnologie e servizi differenziati e che non devono sostenere costi iniziali proibitivi, vale certamente la pena di sondare il mercato cinese.

Le società cinesi stanno iniziando a diventare competitive a livello globale in alcune tecnologie rinnovabili. Ci si può riferire, ad esempio, alla competitività cinese nel settore delle celle fotovoltaiche che può rappresentare per le società straniere un’opportunità d’acquisto dalla Cina per ridurre i costi.

Lo sviluppo di questo settore industriale dipenderà largamente dai rapporti tra Centro e Province, soprattutto con riferimento alla politica dei prezzi.

Page 39: 2010 - Corriere della Sera

72Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

73Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

L’imperativo di migliorare l’ambiente e

trovare alternative energetiche consentirà

di raggiungere un coordinamento tra i vari

attori coinvolti. Uno stimolo allo sviluppo

del settore deriverà senz’altro dalla sen-

sibile riduzione del divario di prezzo con

le fonti energetiche tradizionali. Questo

dipenderà dall’utilizzo di nuove tecnologie

e dal raggiungimento di economie di scala

nel settore delle energie rinnovabili men-

tre, parallelamente, il prezzo dell’energia

fossile crescerà per effetto di difficoltà di

approvvigionamento ed una maggiore pre-

sa di coscienza ambientale.

La Cina offre numerose opportunità agli

operatori esteri pronti ad entrare nel mer-

cato in questo periodo di evoluzione del

settore. Data l’espansione prevista nelle

varie nicchie dell’energia alternativa e il

potenziale impatto dei concorrenti cinesi

su altri mercati, molti operatori esteri giun-

geranno alla conclusione che una parteci-

pazione al mercato sia assolutamente in-

dispensabile. Tuttavia, l’ingresso nel mer-

cato dovrà essere attentamente ponderato,

in considerazione del livello di intervento

statale e della mancanza di una politica co-

erente ed omogenea.

Infrastruttura ambientaleL’urbanizzazione rappresenta uno dei prin-

cipali elementi d’impulso al settore che

continuerà a presentare notevoli opportu-

nità. I regolamenti mirano a rendere l’eco-

nomia sostenibile a livello locale e centra-

le. Il Governo cinese investirà 90 miliardi

di RMB nel 2010 per il trattamento delle

acque (per stabilimenti, condutture, pre-

venzione dell’inquinamento e depurazione

dei fiumi e dei laghi principali). Nonostan-

te il settore delle forniture ambientali (ap-

parecchiature, prodotti chimici) sia stato

fortemente colpito dalla contrazione della

domanda, sia in Cina che all’estero, la spe-

sa pubblica conferirà ulteriore stimolo alla

crescita. Circa 12 miliardi di RMB sono

stati accantonati dal Governo cinese per

la spesa in tecnologie ambientali; di que-

sti, 5 miliardi di RMB sono stati destinati

ad impianti di trattamento delle acque re-

flue. Attualmente sono in attesa di appro-

vazione 500 domande per la realizzazione

di impianti di trattamento delle acque e

molti progetti sono da oltre 100 milioni di

RMB. La penetrazione di soggetti stranieri

in progetti Build-Operate-Transfer con ri-

ferimento al trattamento delle acque ed ai

sistemi fognari è molto bassa e rappresen-

ta circa l’8% del mercato. Le opportunità

sono soprattutto in città di seconda, terza e

quarta fascia, dove gli investimenti in pro-

getti per la tutela ambientale sono ancora

relativamente bassi. Le autorità locali ten-

deranno ad incrementare la regolamenta-

zione del settore (ossia il prezzo dei servizi

di pubblica utilità), incidendo negativa-

mente sul ritorno degli investimenti.

Per le attrezzature di fascia alta (ad es.

pompe) ed i prodotti chimici (ad es. i pro-

dotti chimici per il trattamento delle ac-

que) vi sono opportunità di mercato da co-

gliere con riferimento al trattamento delle

acque, alle reti fognarie ed al trattamento

dei rifiuti solidi.

In generale, gli investitori esteri potranno

trovare opportunità in tre settori chiave:

Trattamento delle acque: il Ministero

delle Risorse Idriche della Cina ha spe-

cificato in un rapporto del gennaio 2005,

che oltre il 53% delle acque dei principali

fiumi nel Paese non era potabile. Un ulte-

riore 30% non è ritenuto adatto per fini in-

dustriali. Difficoltà di approvvigionamento

esistono in oltre 400 delle 600 città della

Cina (2/3) ed in 110 di queste 400 città la

situazione è critica.

Le opportunità per le imprese multinazio-

nali risiedono nel:

- Mercato idrico primario: per incrementa-

re i volumi dovranno essere realizzati cen-

tinaia di nuovi impianti per il trattamento

delle acque, specialmente in città di media

grandezza e nelle province dell’interno.

- Mercato idrico secondario: i sistemi di

approvvigionamento dell’acqua in molte

città hanno efficienza bassa oppure sono in

costruzione. È necessario un ammoderna-

mento tecnologico per risolvere problemi

di contaminazione e di perdite.

I maggiori operatori internazionali, quali

Veolia e Suez, hanno già una forte presenza

in Cina, soprattutto sul mercato primario.

Tuttavia, permangono numerose opportu-

nità ancora inesplorate, ad esempio nella

costruzione di impianti di piccole/medie

dimensioni per la depurazione delle ac-

que, nonché nella progettazione e nella

fornitura di sistemi di condutture.

Trattamento delle acque reflue: la man-

canza di sistemi adatti per il trattamento

delle acque reflue è uno dei motivi princi-

pali delle carenze idriche in Cina. In quasi

la metà delle città cinesi non sono presenti

impianti adeguati e, laddove esistono, vengo-

no utilizzati al di sotto della capacità. Il tasso

medio di trattamento delle acque reflue nel-

le grandi città è pari al 43,8% circa, mentre

può scendere ad appena il 13,6% nei picco-

li centri abitati. Attualmente, per produrre

la stessa quantità di prodotti industriali, la

Cina consuma un volume d’acqua tre volte

superiore rispetto ai Paesi sviluppati. La cre-

scita demografica e lo sviluppo economico

hanno prodotto un massiccio incremento del

volume delle acque reflue. Per il Governo

è prioritaria la creazione di impianti per il

trattamento delle acque. A dimostrazione di

ciò, l’undicesimo Piano quinquennale pone

l’obiettivo di 1000 nuovi impianti di tratta-

mento delle acque ed il raggiungimento di un

tasso di trattamento del 60% entro il 2010.

Sono stati stanziati oltre 10 miliardi di RMB

per finanziare questi progetti ed attrarre ca-

pitali, tecnologie e know-how dall’estero.

Page 40: 2010 - Corriere della Sera

74Fondazione Italia Cina www.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

75Fondazione Italia Cinawww.italychina.org

La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Le principali opportunità risiedono in:

-installazione di nuovi impianti di tratta-

mento delle acque reflue, soprattutto in

città di medie dimensioni;

-utilizzazione efficiente di impianti esi-

stenti e nuovi sistemi di condutture;

-il trattamenti delle acque reflue indu-

striali (settori chimico, dei metalli e

della carta);

-fornitura di attrezzature e tecnologie.

Trattamento dei rifiuti solidi: la Cina

produce più rifiuti di qualunque altro pa-

ese del mondo. I 350 milioni di residenti

urbani del Paese producono in media 1,5

kg di rifiuti per persona al giorno, un dato

che ha registrato una crescita dell’8%-

10% all’anno a partire dal 2002. Alla fine

del 2006, i rifiuti solidi industriali aveva-

no raggiunto il livello di 1,52 miliardi di

tonnellate, pari ad un aumento annuo del

10% per cinque anni. Per quanto riguar-

da il trattamento dei rifiuti solidi, la Cina

è nettamente più arretrata rispetto al resto

del mondo.

Alla fine del 2006, nell’intero Paese esi-

stevano solo 772 impianti di trattamento

dei rifiuti e oltre 50 milioni di tonnellate di

rifiuti rimanevano escluse dal trattamento.

In linea con la finalità di trovare un equi-

librio tra la necessità di procedere nello

sviluppo economico del Paese e l’impera-

tivo della tutela ambientale, il Governo ha

posto obiettivi ambiziosi anche in questo

settore. Questi contribuiranno in maniera

significativa alla sua crescita.

Sussistono diversi ostacoli al raggiungi-

mento degli obiettivi governativi:

(a) il numero di discariche (oggi il mezzo

più comunemente utilizzato per smaltire i

rifiuti) è limitato dalla scarsa disponibilità

di siti adatti e da più rigorosi controlli anti

inquinamento; (b) la mancanza di sistemi

di raccolta e differenziazione efficiente

dei rifiuti e gli elevati costi operativi che

limitano la redditività della produzione di

energia generata dal trattamento dei rifiuti;

(c) la mancanza di tecnologie avanzate ed

efficaci dal punto di vista dei costi per il

trattamento dei rifiuti solidi industriali.

Le principali opportunità risiedono proprio

nel rimuovere questi impedimenti:

-sistemi avanzati di raccolta, differen-

ziazione e trattamento;

-soluzioni specializzate di trattamento

dei rifiuti industriali (es. calcestruzzo,

metalli, carta).

Studenti cinesi all’esteroLa Cina è uno dei Paesi con il maggior nu-

mero di studenti che studiano all’estero.

Ad oggi sono 1,4 milioni gli studenti cinesi

all’estero. Il grafico seguente mostra che

gli studenti cinesi rappresentano il 15% di

tutti gli studenti che studiano al di fuori

del proprio Paese d’origine.

Figura 31: Ripartizione degli studenti all’estero in base al Paese d’origine

Studenti cinesi all’estero

La Cina è uno dei Paesi con il maggior numero di studenti che studiano all'estero. Ad oggi sono 1,4 milioni gli studenti cinesi all’estero. Il grafico seguente mostra che gli studenti cinesi rappresentano il 15% di tutti gli studenti che studiano al di fuori del proprio Paese d'origine.

Figura 31: Ripartizione degli studenti all'estero in base al Paese d'origine

15%

5,5%3,8%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2007 (%)

Altre 143 nazioni

Russia

Canada

Malesia

Stati Uniti

Francia

Giappone

Germania

Corea

India

Cina

Fonte: Unesco Global Education Digest 2009

Il numero di studenti cinesi all'estero è aumentato rapidamente durante gli anni Novanta. In quegli anni, il Governo cinese formulò una politica di sostegno che incoraggiava gli studenti a ritornare in Cina al completamento degli studi e garantiva loro la libertà di entrare e uscire dai confini nazionali. Negli ultimi 20 anni, il numero di studenti all'estero ha registrato una crescita medio annua del 23%.

Nel 2008 sono stati 179.800 gli studenti che hanno lasciato la Cina per studiare all'estero. La rapida crescita economica del Paese - che ha fornito agli studenti cinesi una base finanziaria più solida - associata ad un livello insoddisfacente dell’istruzione superiore in Cina, alimenteranno un costante incremento degli studenti cinesi all'estero. Il Ministero dell'Istruzione cinese stima che il numero di studenti all'estero raggiungerà 200.000 unità all’anno nel 2010 e 300.000 unità nel 2020.

Figura 32: Numero di studenti cinesi all'estero

0

50000

100000

150000

200000

250000

300000

1978

1980

1985

1986

1987

1988

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1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2010

S20

20S

Fonte: Ministero dell'Istruzione (MOE)

L'80% - 90% degli studenti trasferitisi all'estero negli ultimi anni si sono auto-finanziati. Ogni anno, circa 10.000 studenti sono invece finanziati dallo Stato.

Gli studenti cinesi sono presenti complessivamente in 103 paesi, con una proporzione relativamente più significativa negli Stati Uniti, in Giappone, Australia, Regno Unito, Germania, Corea del Sud, Francia e Nuova Zelanda. In base alle statistiche UNESCO, nel 2007 l'Italia si classificava quale 14º Paese per numero di studenti cinesi, ospitandone solamente lo 0,4% del totale. Il numero di studenti in Italia è però in rapida crescita in virtù del progetto Uni-Italia, promosso e gestito dalla Fondazione Italia Cina, cofinanziato dalla Fondazione Cariplo e realizzato con la collaborazione dei Ministeri italiani degli Affari Esteri e dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca,dell'Ambasciata d'Italia a Pechino, dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e della Crui, la Conferenza dei rettori delle Università Italiane.

La tipologia degli studenti cinesi all'estero è sempre più diversificata: oltre agli studenti universitari ed ai laureati, il numero di dottorandi, di dottori di ricerca, di ricercatori e iscritti ai Master è in graduale incremento. In aumento è anche il numero di giovani interessati a frequentare scuole superiori all'estero. L'ultimo sondaggio condotto dalla Beijing New Oriental, il maggiore gruppo privato che offre servizi nel settore dell’istruzione

Fonte: Unesco Global Education Digest 2009

Il numero di studenti cinesi all’estero è

aumentato rapidamente durante gli anni

Novanta. In quegli anni, il Governo cinese

formulò una politica di sostegno che inco-

raggiava gli studenti a ritornare in Cina al

completamento degli studi e garantiva loro

la libertà di entrare e uscire dai confini na-

zionali. Negli ultimi 20 anni, il numero di

studenti all’estero ha registrato una cresci-

ta medio annua del 23%.

Nel 2008 sono stati 179.800 gli studenti

che hanno lasciato la Cina per studiare

all’estero. La rapida crescita economica del

Paese - che ha fornito agli studenti cinesi

una base finanziaria più solida - associata

ad un livello insoddisfacente dell’istruzio-

ne superiore in Cina, alimenteranno un

costante incremento degli studenti cinesi

all’estero. Il Ministero dell’Istruzione cine-

se stima che il numero di studenti all’este-

ro raggiungerà 200.000 unità all’anno nel

2010 e 300.000 unità nel 2020.

Figura 32: Numero di studenti cinesi all’estero

Studenti cinesi all’estero

La Cina è uno dei Paesi con il maggior numero di studenti che studiano all'estero. Ad oggi sono 1,4 milioni gli studenti cinesi all’estero. Il grafico seguente mostra che gli studenti cinesi rappresentano il 15% di tutti gli studenti che studiano al di fuori del proprio Paese d'origine.

Figura 31: Ripartizione degli studenti all'estero in base al Paese d'origine

15%

5,5%3,8%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

2007 (%)

Altre 143 nazioni

Russia

Canada

Malesia

Stati Uniti

Francia

Giappone

Germania

Corea

India

Cina

Fonte: Unesco Global Education Digest 2009

Il numero di studenti cinesi all'estero è aumentato rapidamente durante gli anni Novanta. In quegli anni, il Governo cinese formulò una politica di sostegno che incoraggiava gli studenti a ritornare in Cina al completamento degli studi e garantiva loro la libertà di entrare e uscire dai confini nazionali. Negli ultimi 20 anni, il numero di studenti all'estero ha registrato una crescita medio annua del 23%.

Nel 2008 sono stati 179.800 gli studenti che hanno lasciato la Cina per studiare all'estero. La rapida crescita economica del Paese - che ha fornito agli studenti cinesi una base finanziaria più solida - associata ad un livello insoddisfacente dell’istruzione superiore in Cina, alimenteranno un costante incremento degli studenti cinesi all'estero. Il Ministero dell'Istruzione cinese stima che il numero di studenti all'estero raggiungerà 200.000 unità all’anno nel 2010 e 300.000 unità nel 2020.

Figura 32: Numero di studenti cinesi all'estero

0

50000

100000

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200000

250000

300000

1978

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1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2010

S20

20S

Fonte: Ministero dell'Istruzione (MOE)

L'80% - 90% degli studenti trasferitisi all'estero negli ultimi anni si sono auto-finanziati. Ogni anno, circa 10.000 studenti sono invece finanziati dallo Stato.

Gli studenti cinesi sono presenti complessivamente in 103 paesi, con una proporzione relativamente più significativa negli Stati Uniti, in Giappone, Australia, Regno Unito, Germania, Corea del Sud, Francia e Nuova Zelanda. In base alle statistiche UNESCO, nel 2007 l'Italia si classificava quale 14º Paese per numero di studenti cinesi, ospitandone solamente lo 0,4% del totale. Il numero di studenti in Italia è però in rapida crescita in virtù del progetto Uni-Italia, promosso e gestito dalla Fondazione Italia Cina, cofinanziato dalla Fondazione Cariplo e realizzato con la collaborazione dei Ministeri italiani degli Affari Esteri e dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca,dell'Ambasciata d'Italia a Pechino, dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e della Crui, la Conferenza dei rettori delle Università Italiane.

La tipologia degli studenti cinesi all'estero è sempre più diversificata: oltre agli studenti universitari ed ai laureati, il numero di dottorandi, di dottori di ricerca, di ricercatori e iscritti ai Master è in graduale incremento. In aumento è anche il numero di giovani interessati a frequentare scuole superiori all'estero. L'ultimo sondaggio condotto dalla Beijing New Oriental, il maggiore gruppo privato che offre servizi nel settore dell’istruzione

Fonte: Ministero dell’Istruzione (MOE)

L’80% - 90% degli studenti trasferitisi

all’estero negli ultimi anni si sono auto-fi-

nanziati. Ogni anno, circa 10.000 studenti

sono invece finanziati dallo Stato.

Gli studenti cinesi sono presenti comples-

sivamente in 103 paesi, con una propor-

zione relativamente più significativa negli

Stati Uniti, in Giappone, Australia, Regno

Unito, Germania, Corea del Sud, Francia

e Nuova Zelanda. In base alle statistiche

UNESCO, nel 2007 l’Italia si classificava

quale 14º Paese per numero di studenti

cinesi, ospitandone solamente lo 0,4% del

totale. Il numero di studenti in Italia è però

in rapida crescita in virtù del progetto Uni-

Italia, promosso e gestito dalla Fondazione

Italia Cina, cofinanziato dalla Fondazione

Cariplo e realizzato con la collaborazio-

ne dei Ministeri italiani degli Affari Este-

ri e dell’Istruzione, dell’Università e della

Ricerca,dell’Ambasciata d’Italia a Pechino,

dell’Ambasciata della Repubblica Popolare

Page 41: 2010 - Corriere della Sera

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

Cinese in Italia e della Crui, la Conferenza

dei rettori delle Università Italiane.

La tipologia degli studenti cinesi all’estero

è sempre più diversificata: oltre agli stu-

denti universitari ed ai laureati, il numero

di dottorandi, di dottori di ricerca, di ricer-

catori e iscritti ai Master è in graduale in-

cremento. In aumento è anche il numero di

giovani interessati a frequentare scuole su-

periori all’estero. L’ultimo sondaggio con-

dotto dalla Beijing New Oriental, il mag-

giore gruppo privato che offre servizi nel

settore dell’istruzione in Cina, indica un

aumento del 20% del numero di doman-

de d’iscrizione a scuole superiori all’estero

nel 2009. Oltre agli studenti, anche molti

giovani impiegati sono alla ricerca di op-

portunità di studio all’estero.

Figura 33: Studenti cinesi all’estero; ripartizione in base ai Paesi riceventi (%)

in Cina, indica un aumento del 20% del numero di domande d'iscrizione a scuole superiori all'estero nel 2009. Oltre agli studenti, anche molti giovani impiegati sono alla ricerca di opportunità di studio all'estero.

Figura 33: Studenti cinesi all'estero; ripartizione in base ai Paesi riceventi (%)

0% 20% 40% 60% 80% 100%

1999

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2001

2002

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2005

2006

2007Stati UnitiGiapponeAustraliaGran BretagnaGermaniaCoreaFranciaNuova ZelandaItaliaAltri

z

Fonte: UNESCO Global Education Digest 2009

Tradizionalmente, le facoltà prescelte dagli studenti cinesi all'estero sono: gestione d'impresa, finanza, contabilità e IT. Negli ultimi anni, le facoltà e specializzazioni che in passato godevano di minore popolarità, come ingegneria, logistica, ambiente, pedagogia, infermieristica, cosmetologia e altri trattamenti estetici, manutenzione e riparazione di veicoli, sono state scelte da numerosi studenti. L’Italia è una destinazione per molti studenti interessati alla moda ed al design.

Turismo cinese verso l'estero ancora in crescita

Nel 2008, il flusso dei turisti cinesi dalla Cina continentale all’estero ha registrato un incremento del 12%.

Le statistiche ufficiali indicano che la crisi economica globale ha avuto un impatto solo marginale. Il primo semestre 2009 ha fatto registrare un leggero incremento delle partenze turistiche, che hanno raggiunto 22,547 milioni di persone, con un aumento dell'1,05% rispetto al 2008. La pandemia influenzale H1N1, dilagata in tutto il mondo nel maggio 2009, ha colpito pesantemente il turismo verso l'estero, in particolare verso destinazioni in Nord America, Europa e Giappone. Con l'affievolirsi del panico scatenato dall'influenza H1N1, i dati di luglio (3,9 milioni) e, in particolare, di agosto (4,7 milioni)

indicavano già una forte ripresa. Nell’ottobre 2009, il numero di turisti all'estero ha raggiunto quota 39,4 milioni, con un incremento annuo del 2,8%. Nell'ultimo trimestre del 2009, i sussidi governativi, la semplificazione delle procedure di visto e altre misure adottate dai Paesi destinatari hanno favorito i flussi di viaggiatori cinesi. Per il 2009 è previsto un tasso di crescita ad una cifra, mentre per il 2010 si stima un tasso a due cifre.

Figura 34: Numero di turisti cinesi all'estero, migliaia di persone

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20082009E

Fonte: National Tourism Administration

Come si legge in una circolare del Consiglio di Stato, pubblicata nel dicembre 2009, per promuovere il settore turistico, si prevede che il flusso di turisti cinesi verso l'estero raggiungerà 83 milioni di persone entro il 2015, con un tasso di crescita annuo del 9%.

In base alle stime dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2020 la Cina conterà 100 milioni di viaggiatori verso l'estero e diventerà il quarto Paese del mondo per numero di turisti in entrata, salendo di posizione rispetto all'attuale quinto posto, dopo Germania, USA, Regno Unito e Francia.

Hong Kong e Macao, Regioni amministrative speciali della Cina, rimangono le destinazioni di preferenza, con il 72% di turisti cinesi nel 2008. Le destinazioni europee hanno invece assorbito un flusso turistico del 5%.

Fonte: UNESCO Global Education Digest 2009

Tradizionalmente, le facoltà prescelte da-

gli studenti cinesi all’estero sono: gestione

d’impresa, finanza, contabilità e IT. Negli

ultimi anni, le facoltà e specializzazioni

che in passato godevano di minore popola-

rità, come ingegneria, logistica, ambiente,

pedagogia, infermieristica, cosmetologia

e altri trattamenti estetici, manutenzione

e riparazione di veicoli, sono state scelte

da numerosi studenti. L’Italia è una desti-

nazione per molti studenti interessati alla

moda ed al design.

Turismo cinese verso l’estero ancora in crescita Nel 2008, il flusso dei turisti cinesi dalla

Cina continentale all’estero ha registrato

un incremento del 12%.

Le statistiche ufficiali indicano che la cri-

si economica globale ha avuto un impatto

solo marginale. Il primo semestre 2009 ha

fatto registrare un leggero incremento del-

le partenze turistiche, che hanno raggiunto

22,547 milioni di persone, con un aumento

dell’1,05% rispetto al 2008. La pandemia

influenzale H1N1, dilagata in tutto il mondo

nel maggio 2009, ha colpito pesantemente

il turismo verso l’estero, in particolare ver-

so destinazioni in Nord America, Europa

e Giappone. Con l’affievolirsi del panico

scatenato dall’influenza H1N1, i dati di lu-

glio (3,9 milioni) e, in particolare, di agosto

(4,7 milioni) indicavano già una forte ripre-

sa. Nell’ottobre 2009, il numero di turisti

all’estero ha raggiunto quota 39,4 milioni,

con un incremento annuo del 2,8%. Nell’ul-

timo trimestre del 2009, i sussidi governa-

tivi, la semplificazione delle procedure di

visto e altre misure adottate dai Paesi de-

stinatari hanno favorito i flussi di viaggiato-

ri cinesi. Per il 2009 è previsto un tasso di

crescita ad una cifra, mentre per il 2010 si

stima un tasso a due cifre.

Figura 34: Numero di turisti cinesi all’estero, migliaia di persone

in Cina, indica un aumento del 20% del numero di domande d'iscrizione a scuole superiori all'estero nel 2009. Oltre agli studenti, anche molti giovani impiegati sono alla ricerca di opportunità di studio all'estero.

Figura 33: Studenti cinesi all'estero; ripartizione in base ai Paesi riceventi (%)

0% 20% 40% 60% 80% 100%

1999

2000

2001

2002

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2006

2007Stati UnitiGiapponeAustraliaGran BretagnaGermaniaCoreaFranciaNuova ZelandaItaliaAltri

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Fonte: UNESCO Global Education Digest 2009

Tradizionalmente, le facoltà prescelte dagli studenti cinesi all'estero sono: gestione d'impresa, finanza, contabilità e IT. Negli ultimi anni, le facoltà e specializzazioni che in passato godevano di minore popolarità, come ingegneria, logistica, ambiente, pedagogia, infermieristica, cosmetologia e altri trattamenti estetici, manutenzione e riparazione di veicoli, sono state scelte da numerosi studenti. L’Italia è una destinazione per molti studenti interessati alla moda ed al design.

Turismo cinese verso l'estero ancora in crescita

Nel 2008, il flusso dei turisti cinesi dalla Cina continentale all’estero ha registrato un incremento del 12%.

Le statistiche ufficiali indicano che la crisi economica globale ha avuto un impatto solo marginale. Il primo semestre 2009 ha fatto registrare un leggero incremento delle partenze turistiche, che hanno raggiunto 22,547 milioni di persone, con un aumento dell'1,05% rispetto al 2008. La pandemia influenzale H1N1, dilagata in tutto il mondo nel maggio 2009, ha colpito pesantemente il turismo verso l'estero, in particolare verso destinazioni in Nord America, Europa e Giappone. Con l'affievolirsi del panico scatenato dall'influenza H1N1, i dati di luglio (3,9 milioni) e, in particolare, di agosto (4,7 milioni)

indicavano già una forte ripresa. Nell’ottobre 2009, il numero di turisti all'estero ha raggiunto quota 39,4 milioni, con un incremento annuo del 2,8%. Nell'ultimo trimestre del 2009, i sussidi governativi, la semplificazione delle procedure di visto e altre misure adottate dai Paesi destinatari hanno favorito i flussi di viaggiatori cinesi. Per il 2009 è previsto un tasso di crescita ad una cifra, mentre per il 2010 si stima un tasso a due cifre.

Figura 34: Numero di turisti cinesi all'estero, migliaia di persone

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60000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20082009E

Fonte: National Tourism Administration

Come si legge in una circolare del Consiglio di Stato, pubblicata nel dicembre 2009, per promuovere il settore turistico, si prevede che il flusso di turisti cinesi verso l'estero raggiungerà 83 milioni di persone entro il 2015, con un tasso di crescita annuo del 9%.

In base alle stime dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2020 la Cina conterà 100 milioni di viaggiatori verso l'estero e diventerà il quarto Paese del mondo per numero di turisti in entrata, salendo di posizione rispetto all'attuale quinto posto, dopo Germania, USA, Regno Unito e Francia.

Hong Kong e Macao, Regioni amministrative speciali della Cina, rimangono le destinazioni di preferenza, con il 72% di turisti cinesi nel 2008. Le destinazioni europee hanno invece assorbito un flusso turistico del 5%.

Fonte: National Tourism Administration

Come si legge in una circolare del Con-

siglio di Stato, pubblicata nel dicembre

2009, per promuovere il settore turistico,

si prevede che il flusso di turisti cinesi ver-

so l’estero raggiungerà 83 milioni di perso-

ne entro il 2015, con un tasso di crescita

annuo del 9%.

In base alle stime dell’Organizzazione

Mondiale del Turismo, nel 2020 la Cina

conterà 100 milioni di viaggiatori verso

l’estero e diventerà il quarto Paese del

mondo per numero di turisti in entrata,

salendo di posizione rispetto all’attuale

quinto posto, dopo Germania, USA, Regno

Unito e Francia.

Hong Kong e Macao, Regioni amministrative

speciali della Cina, rimangono le destinazio-

ni di preferenza, con il 72% di turisti cinesi

nel 2008. Le destinazioni europee hanno in-

vece assorbito un flusso turistico del 5%.

Figura 35: Ripartizione delle destinazioni dei turisti cinesi verso l’estero, nel 2008 (1000 persone, %)

Figura 35: Ripartizione delle destinazioni dei turisti cinesi verso l'estero, nel 2008 (1000 persone, %)

17,557(38%)

15,522(34%)

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Numero di turisti (1,000 persone)

Altri

Malesia

Tailandia

Singapore

Stati Uniti

Russia

Corea

Vietnam

Giappone

Macao

Hong Kong

Fonte: Amministrazione Nazionale del Turismo della RPC

L'Italia è una delle destinazioni europee preferite dai turisti cinesi.

Nel 2008, quasi 200.000 turisti cinesi in viaggio attraverso l'Europa hanno fatto la loro prima tappa in Italia. Nei primi cinque mesi del 2009, nonostante il rallentamento generale del turismo mondiale, i soggiorni turistici di cittadini cinesi in Italia hanno comunque registrato un incremento del 20%.

In base alle statistiche dell'aeroporto internazionale di Shanghai Pudong, nei primi 9 mesi del 2009 le partenze verso l'Europa sono state 370.000, 23% delle quali (pari a 86.000 persone) verso l'Italia, che si è pertanto posizionata al primo posto seguita da Germania (17,8%) e Regno Unito (16,8%).

Le città d'arte come Roma, Firenze e Venezia, e le mete dello shopping, come Milano, rimangono le destinazioni classiche dei tour turistici. Le offerte per vacanze relax, viaggi di nozze e tour enogastronomici per i segmenti di fascia alta sono in costante aumento. L'Italia si sta affermando come destinazione di lusso, diventando un punto di riferimento per la classe cinese benestante, attratta in primis dal grande patrimonio storico e culturale del Paese, dallo shopping nei negozi di alta moda, da strutture ricettive esclusive e dalla grande qualità della cucina italiana. Il potenziale dell’Italia nell’attrarre turisti cinesi è ancora molto

elevato e può rappresentare una grande opportunità per il Paese.

Nel luglio 2009, durante la visita in Italia del Presidente cinese Hu Jintao, l'Amministrazione Nazionale del Turismo della Repubblica Popolare Cinese e il Ministero del Turismo della Repubblica Italiana hanno siglato un Memorandum d'intesa per la cooperazione turistica. Il Memorandum si prefigge di ampliare la cooperazione turistica fra i due Paesi, incentivare gli scambi fra associazioni turistiche, aziende ed organizzazioni, la promozione e il marketing turistico in Italia e in Cina, nonché lo scambio regolare di informazioni sul settore. La firma del Memorandum consoliderà ulteriormente la cooperazione turistica Cina-Italia e rafforzerà i flussi di viaggiatori in entrata e in uscita fra i due Paesi.

China Investment Corporation (CIC), il fondo sovrano cinese 

Il fondo China Investment Corporation (Cic) è stato costituito nel 2007 e gestisce un patrimonio del valore di 200 miliardi di dollari USA in attività in valuta estera. Il Cic ha come finalità la gestione efficiente delle riserve valutarie della Cina ed il raggiungimento di obiettivi economici strategici per il Paese, puntando alla realizzazione di investimenti in circa cinquanta grandi imprese in tutto il mondo.

La Direzione e il Consiglio di Amministrazione del Cic dipendono dal Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese. Il Fondo è fortemente legato all'establishment politico, come dimostrato per esempio dalla composizione del suo Consiglio di Amministrazione, che implica una forte influenza da parte del Ministero cinese delle Finanze.

Nel 2008, il fondo sovrano ha subito ingenti perdite derivanti dalle proprie partecipazioni finanziarie nel Fondo Blackstone ed in Morgan Stanley, realtà colpite dalla crisi finanziaria e dal crollo dei prezzi dei titoli azionari.

In seguito, il Cic ha adottato una nuova linea per orientare i propri investimenti, abbandonando progressivamente le attività finanziarie per investire su titoli che si riferiscono ad attività economiche "reali" (si veda tabella 6). Attualmente, il Cic sta esplorando nuovi ambiti d'investimento, quali il settore immobiliare e delle risorse naturali. L’Italia può rappresentare un

Fonte: Amministrazione Nazionale del Turismo della RPC

L’Italia è una delle destinazioni europee

preferite dai turisti cinesi.

Nel 2008, quasi 200.000 turisti cinesi in

viaggio attraverso l’Europa hanno fatto la

loro prima tappa in Italia. Nei primi cinque

mesi del 2009, nonostante il rallentamento

generale del turismo mondiale, i soggiorni

turistici di cittadini cinesi in Italia hanno co-

munque registrato un incremento del 20%.

In base alle statistiche dell’aeroporto inter-

nazionale di Shanghai Pudong, nei primi 9

mesi del 2009 le partenze verso l’Europa

sono state 370.000, 23% delle quali (pari a

86.000 persone) verso l’Italia, che si è per-

tanto posizionata al primo posto seguita da

Germania (17,8%) e Regno Unito (16,8%).

Le città d’arte come Roma, Firenze e Vene-

zia, e le mete dello shopping, come Milano,

rimangono le destinazioni classiche dei tour

turistici. Le offerte per vacanze relax, viaggi

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

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La Cina nel 2010Scenari e Prospettive per le Imprese

di nozze e tour enogastronomici per i seg-

menti di fascia alta sono in costante aumento.

L’Italia si sta affermando come destinazione

di lusso, diventando un punto di riferimen-

to per la classe cinese benestante, attratta in

primis dal grande patrimonio storico e cultu-

rale del Paese, dallo shopping nei negozi di

alta moda, da strutture ricettive esclusive e

dalla grande qualità della cucina italiana. Il

potenziale dell’Italia nell’attrarre turisti cine-

si è ancora molto elevato e può rappresentare

una grande opportunità per il Paese.

Nel luglio 2009, durante la visita in Italia

del Presidente cinese Hu Jintao, l’Ammi-

nistrazione Nazionale del Turismo della

Repubblica Popolare Cinese e il Ministe-

ro del Turismo della Repubblica Italiana

hanno siglato un Memorandum d’intesa

per la cooperazione turistica. Il Memoran-

dum si prefigge di ampliare la cooperazio-

ne turistica fra i due Paesi, incentivare gli

scambi fra associazioni turistiche, aziende

ed organizzazioni, la promozione e il mar-

keting turistico in Italia e in Cina, nonché

lo scambio regolare di informazioni sul set-

tore. La firma del Memorandum consolide-

rà ulteriormente la cooperazione turistica

Cina-Italia e rafforzerà i flussi di viaggia-

tori in entrata e in uscita fra i due Paesi.

China Investment Corporation (CIC), il fondo sovrano cineseIl fondo China Investment Corporation

(Cic) è stato costituito nel 2007 e gestisce

un patrimonio del valore di 200 miliardi di

dollari USA in attività in valuta estera. Il

Cic ha come finalità la gestione efficiente

delle riserve valutarie della Cina ed il rag-

giungimento di obiettivi economici strate-

gici per il Paese, puntando alla realizza-

zione di investimenti in circa cinquanta

grandi imprese in tutto il mondo.

La Direzione e il Consiglio di Amministra-

zione del Cic dipendono dal Consiglio di

Stato della Repubblica Popolare Cinese. Il

Fondo è fortemente legato all’establishment

politico, come dimostrato per esempio dalla

composizione del suo Consiglio di Ammini-

strazione, che implica una forte influenza da

parte del Ministero cinese delle Finanze.

Nel 2008, il fondo sovrano ha subito ingenti

perdite derivanti dalle proprie partecipazioni

finanziarie nel Fondo Blackstone ed in Mor-

gan Stanley, realtà colpite dalla crisi finan-

ziaria e dal crollo dei prezzi dei titoli azionari.

In seguito, il Cic ha adottato una nuova

linea per orientare i propri investimenti,

abbandonando progressivamente le attivi-

tà finanziarie per investire su titoli che si

riferiscono ad attività economiche “reali”

(si veda tabella 6). Attualmente,il Cic sta

esplorando nuovi ambiti d’investimento,

quali il settore immobiliare e delle risorse

naturali. L’Italia può rappresentare un in-

teressante target per via della sua geografia

(porti) e per la presenza di potenziali target

nei settori energetico, infrastrutturale ed in

settori ad alto contenuto tecnologico.

I recenti investimenti del Cic sono riassunti nella tabella che segue.

Tabella 6: Progetti di investimento del Cic

interessante target per via della sua geografia (porti) e per la presenza di potenziali target nei settori energetico, infrastrutturale ed in settori ad alto contenuto tecnologico.

I recenti investimenti del Cic sono riassunti nella tabella che segue.

:

Tabella 6: Progetti di investimento del Cic

Data Capitale Investito Progetto Settore Paese 20 maggio 2007 USD 3 miliardi Acquisizione di una

quota del 10% di Blackstone Group

Servizi finanziari USA

19 dicembre 2007 USD 5 miliardi Acquisizione di una quota del 9,9% di Morgan Stanley

Servizi finanziari USA

20 dicembre 2007 USD 100 milioni Acquisizione di una quota del 5,5% in China Railway Group

Infrastrutture Cina

25 marzo 2008 USD 100 milioni Investimento nell'offerta pubblica iniziale di Visa

Carte di credito USA

3 luglio 2009 USD 1,5 miliardi Acquisto del 17,5% delle azioni circolanti di Classe B della Teck Resources Limited

Risorse Canada

30 settembre 2009 USD 939 milioni Acquisto dell'11% delle azioni di JSC KazMunaiGas Exploration Production

Risorse Kazakhstan

15 ottobre 2009 USD 150 milioni Acquisizione del 45% del capitale di Nobel Oil Group

Risorse Russia

26 ottobre 2009 USD 500 milioni Investimento in obbligazioni convertibili vincolate a 30 anni emesse dalla SouthGobi Energy Resources Limited

Risorse Canada

5 novembre 2009 USD 1,9 miliardi Investimento strategico nella PT Bumi Resources Tbk

Risorse Indonesia

6 novembre 2009 USD 1,58 miliardi Quota del 15% nella AES Corporation

Energia USA

19 novembre 2009 HKD 5,5 miliardi Firma di un accordo quadro vincolante con la GCL-Poly Energy Holdings Limited per la sottoscrizione di circa 3.108 milioni di azioni della GCL-Poly

Energie pulite Hong Kong

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Sede di RomaVia Pasteur, 1000144 Roma - ItaliaTel +39 06 5903871Fax + 39 06 54211059

Sede di PechinoThe Ming Dynasty WallRelics Park, No.9,Chong Wen Men East Street,Chong Wen District,100062 Beijing,People’s Republic of ChinaTel: 0086 10 6522 9820Fax: 0086 10 6522 1560

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2010

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