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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA, SCIENZE POLITICHE, GIURISPRUDENZA, INGEGNERIA, ECONOMIA CORSO DI LAUREA INTERFACOLTÀ IN COMUNICAZIONE INTERCULTURALE E MULTIMEDIALE Tesi di laurea di Emmanuela Pioli Relatore: Chiar.mo Prof . Fabio Muzzio Correlatore: Chiar.mo Prof. Guido Legnante

Social Network Revolutions - Primavera Araba e Web 2.0

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIAFACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA, SCIENZE POLITICHE, GIURISPRUDENZA, INGEGNERIA, ECONOMIA

CORSO DI LAUREA INTERFACOLTÀ INCOMUNICAZIONE INTERCULTURALE E MULTIMEDIALE

Tesi di laurea di

Emmanuela Pioli

Relatore:Chiar.mo Prof . Fabio Muzzio

Correlatore:Chiar.mo Prof. Guido Legnante

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Bahrein Egitto Libia Siria Tunisia Yemen

Persone tra 20-39 anni

Fonte: World Population Prospects: The 2010 Revision, United Nations, Population divisionDati espressi in percentuale

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Bahrein Egitto Libia Siria Tunisia Yemen

Penetrazione di Internet

Fonte: www.internetworldstats.comDati espressi in percentuale

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Bahrein Egitto Libia Siria (n.d.) Tunisia Yemen

Penetrazione di FB su tot utenti Internet Penetrazione di FB su tot popolazione

Fonte: www.internetworldstats.comDati espressi in percentuale

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Bahrein Egitto Libia Siria Tunisia Yemen

Penetrazione di TW su tot utenti Internet Penetrazione di TW su tot popolazione

Fonte: www.internetworldstats.comDati espressi in percentuale

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“ Quando, nel 2007, lavoravo al libro con Courbage notavamo che in parte del mondo musulmano vi era un tasso molto alto di alfabetizzazione e un tasso di fecondità molto basso. La modernità era dunque già lì. In tale contesto l’assenza di modernità politica e di aspirazioni verso la democrazia risultava assai bizzarra. Innanzitutto per la Tunisia, che era così avanzata: era strano che il regime di Ben Ali fosse in grado di perpetrarsi ”

Emmanuel Todd

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“ Bisogna ricordare che nel mondo musulmano ilsesso occasionale, alla occidentale, non esiste. Se un giovane uomo vuole del sesso, cisono solo due possibilità – matrimonio o bordello. C’è un gran numero di giovani checresce senza soldi né per il bordello né per la dote della sposa, con un pressante impulsosessuale. Da una parte questo può portare al bomber suicida, attratto dalle vergini chetroverà in paradiso – le uniche disponibili per lui. Dall’altra, picchi di frustrazione ”

Bernard Lewis

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“ Sono le persone, non lo strumento ad aver fatto la differenza. Non voglio

negare l’importanza di Internet, sia chiaro. Ma Internet c’è oggi, come

c’era dieci anni fa. Bisogna capire i motivi sociali e politici che hanno

spinto le persone a fare la rivoluzione.

Anche in Italia mi sembra che voi italiani sappiate utilizzare molto bene

gli smartphone… Eppure dov’è la protesta? Dov’è la rivoluzione? ”

Evgeny Morozov

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La gente non scende in piazza Tahrir perché lo dice la TV, ma è li perché sa esattamente che qualcosa non funziona nel suo Paese. Detto ciò, credo che Al Jazeera abbia giocato un ruolo chiave, tant’è vero che sempre in piazza Tahrir, a il Cairo, c’era un maxischermo enorme che mandava in onda Al Jazeera araba.

Barbara Serra

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Lingue utilizzate

In generale l’inglese sembra essere la lingua maggiormente usata su Twitter.Nel caso della Tunisia, talvolta, si trovano tweet in francese.L’arabo compare, in ogni contesto preso in analisi, scarsamente utilizzato.

Hashtag

Solitamente si rifanno alle date d’inizio delle proteste (#Jan25, #Feb17, #Feb14) ma spesso si utilizza anche, più semplicemente, il nome della nazione di riferimento ( #Tunisia, #Egypt, #Yemen).L’hashtag #SidiBouzid è usato trasversalmente (si tratta infatti della città in cui Mohamed Bouazizi si è dato fuoco).

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Lingue utilizzate

I gruppi più cliccati utilizzano esclusivamente la lingua araba.Esistono comunque anche pagine in inglese e, nel caso tunisino, alcuni contenuti sono scritti in francese (spesse volte sono gli utenti che commentano ad utilizzare questa lingua).

Contenuti

Si tratta quasi esclusivamente di gruppi di informazione e discussione. Sono state raccolte centinaia di fotografie, video e articoli di giornale, senza contare gli aggiornamenti “in più” rispetto ai media tradizionali.Anche vignette satiriche hanno trovato spazio (dalla Siria viene il gruppo “The Syrian Revolution Memes“).

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Lingue utilizzate

I video sono, chiaramente, quasi sempre in arabo. Talvolta sono sottotitolati in inglese.Le descrizioni dei filmati presentano invece una sostanziale eguaglianza nell’utilizzo: arabo e inglese sono entrambi ampiamente utilizzati. Anche in questo caso, i video tunisini talvolta sono descritti in francese.

Contenuti

YouTube contiene report amatoriali delle manifestazioni e della violenza usata da parte della polizia di regime per reprimere le proteste.Nei casi libico e siriano, si trovano testimonianze di battaglie o bombardamenti sulle città. Alcuni video contengono interviste fatte agli stessi manifestanti.

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Amina Arraf è diventata celebre in tutto il mondo come autrice del blog “A Gay Girl in Damascus” (Una ragazza gay a Damasco).

Sul blog Amina testimoniava il proprio impegno civile, parlava delle manifestazioni anti-regime a cui partecipava e, soprattutto, raccontava di come fosse difficile essere una donna omosessuale in Siria, rivelando anche dettagli sulla propria sessualità.

Il 6 giugno 2011 Amina è stata rapita dalla polizia di Assad. Il suo caso ha suscitato scalpore a livello globale e utenti Internet da ogni Paese hanno lanciato campagne mediatiche per la sua liberazione.

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Pochi giorni dopo il rapimento, quando la blogger ancora non era stata ritrovata, la BBC ha ospitato nei propri studi Jelena Ledic, del tutto identica ad Amina, la quale ha affermato che le immagini della blogger, diffuse in tutto il mondo, in realtà erano sue fotografie personali, prese probabilmente, senza alcun permesso, da Facebook.

Il 13 giugno è arrivata la conferma ufficiale: Amina Arraf non esisteva e, dietro al suo nome, c’era in realtà un uomo scozzese, Tom McMaster, che aveva completamente inventato il personaggio della blogger siriana.

Nonostante quanto accaduto, gli attivisti della Primavera Araba non hanno perso fiducia nei blogger.

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Il 22 febbraio 2011 è stato diffuso online un video amatoriale le cui immagini mostravano alcune decine di persone intente a scavare delle fosse comuni sulla spiaggia. La notizia parlava di circa diecimila morti per mano dell’esercito di Gheddafi e ha creato attorno a sé scalpore e polemiche.

Testate e televisioni di tutto il mondo hanno diffuso come certo il numero delle vittime, sostenendolo proprio con il video delle fosse comuni.

Dopo qualche giorno è stato dimostrato che il cimitero sul mare esisteva dall’agosto 2010 e che le immagini video mostravano una normale e periodica operazione di rinnovamento del suolo. I morti, fino ad allora, erano “solo” qualche decina.

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Come ottieni le informazioni che pubblichi (media tradizionali, Internet, testimonianze dirette, contatti con chi vive le proteste)?Da tutte le fonti che hai menzionato, e c’è una cosa che va sottolineata: i manifestanti e i media ufficiali non dicono sempre la verità esatta, ognuno di loro esagera parecchio, quindi noi prendiamo notizie da tutte le fonti e poi arriviamo noi a delle conclusioni personali.

Pensi che i Social Network, e Internet in generale, abbiano avuto un ruolo decisivo per lo sviluppo delle rivolte?Ce l’hanno, un ruolo? Ok, ce l’hanno, ma è davvero un ruolo così grande e fondamentale? Direi di no, per niente. Non dimenticare che il numero di persone che usano Internet, nei Paesi arabi, è mooolto basso a confronto con il resto del mondo. Secondo me canali televisivi tipo Al Jazeera hanno giocato il ruolo più importante, in campo di influenza da parte dei media.

HaithamBlogger yemenitada Berlino

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“ Abbiamo chiesto di ottenere i diritti che non abbiamo più da quando la famiglia reale ha iniziato a governarci, abbiamo chiesto di poter eleggere il Primo Ministro come in ogni altra nazione - come saprai il nostro Primo Ministro non è mai cambiato in 40 anni e il re dittatore del Bahrain "Hamad Bin Isa Al-Khalifa" non ha mantenuto le proprie promesse, ha parlato di tante riforme ma nessuna riforma è mai stata fatta.

Sono stati arrestati e torturati dottori e ufficiali, portandoli in posti sconosciuti e chiamando i loro genitori dicendo "vostro/a figlio/a non tornerà a casa", solo per divertimento .. hanno arrestato insegnanti, attivisti per i diritti umani e molti politici che avevano ruoli importanti nella rivoluzione, dicendo ai media semplicemente che "erano iraniani che partecipavano alle proteste"; ma seriamente, se fossi iraniana perché dovrei sacrificarmi per il Bahrein? Perché dovrei tenere in mano la bandiera del Bahrein, e indossare magliette con scritto sopra "Pronto a morire per il Bahrein"? “

FatimaManifestante dal Bahrein

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Internet sembra avere una diffusione ancora troppo bassa per essere considerato propulsore delle proteste, nonostante il trend di utilizzo sia in crescita e le percentuali dei giovani siano alte.

La Rete è stata utilizzata principalmente per informare, sia all’interno del proprio Paese che all’esterno, anche per sopperire alla mancanza dei media tradizionali internazionali.

La lingua maggiormente utilizzata cambia a seconda della piattaforma:Facebook predominanza dell’arabo;Twitter predominanza dell’inglese;YouTube entrambe le lingue vengono ampiamente usate.

Questo potrebbe significare una diversa concezione dei vari Social Network e siti di condivisione: Facebook come rivolto ad una cerchia di persone “familiari”, Twitter e, in parte, YouTube, come megafoni verso il mondo esterno.

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In generale ho notato un utilizzo simile delle piattaforme online da parte dei manifestanti in tutti i Paesi analizzati: contesti simili (violenza delle forze dell’ordine, richiesta di maggiori libertà fondamentali) portano inevitabilmente a reazioni simili.

Esiste, su Internet, un problema di affidabilità delle fonti: non sempre ciò che viene diffuso online corrisponde alla realtà, la quale può venire esagerata o perfino falsificata. Neanche i giornalisti professionisti sono stati del tutto immuni alle “bufale”.

I contatti presi con gli attivisti confermano che Internet viene utilizzato, principalmente, per diffondere il più possibile le notizie al di fuori del proprio Paese. Il Web non è propulsore delle proteste, dato che pochi, in Medio Oriente e Nordafrica, lo utilizzano.

La vera rivoluzione di Internet, se ce n’è stata una, è stata quella di far conoscere all’Occidente un volto sconosciuto, tutt’altro che sottomesso, del popolo arabo-musulmano.

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  إسقاط  يريد الشعب

النظام Il popolo vuole rovesciare il regime