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Terapia ipoglicemizzante non insulinica nel diabete Tipo 2 insulinica nel diabete Tipo 2
Dott.ssa R.CavaniU.O.Diabetologia Sassuolo
Storia naturale del diabete tipo 2
Iperglicemia pp
Glicemia a digiuno120
Glic
emia
(m
g/dL
)
Obesità IGT Diabete Scompenso
2International Diabetes Centre, Minneapolis, MN.
Anni di durata del diabete
–20 –10 0 10 20 30
Insulino resistenza
Insulinemia100
Fun
zion
e b
-cel
lre
sidu
a (
%)
La Terapia del Diabete Mellito di Tipo 2: La Terapia del Diabete Mellito di Tipo 2: La sfidaLa sfida
Terapie attuali Terapie attuali non idealinon ideali
AumentareAumentarel’insulinol’insulino--sensibilitàsensibilità
Compliance delCompliance delpaziente con le paziente con le terapie multipleterapie multiple
“La sfida”“La sfida”
Mirare al FPG Mirare al FPG e PPGe PPG
4
Preservare Preservare la funzionela funzione
betabeta--cellulare cellulare
Mantenere il Mantenere il compenso glicemico compenso glicemico a lungo terminea lungo termine
“La sfida”“La sfida”
Prevenire/ritardarePrevenire/ritardarele complicanze le complicanze microvascolarimicrovascolari
Prevenire/ritardarePrevenire/ritardarele complicanze le complicanze macrovascolarimacrovascolari
HbA1c <7,0%* (<6,5% in singoli pazienti)
Glicemia a digiuno e pre-prandiale 90-130 mg/dl°
Obiettivi glicemici nei diabetici adulti
5
Glicemia a digiuno e pre-prandiale 90-130 mg/dl°
Glicemia post-prandiale† <180 mg/dl°
Standard di cura Italiani 2007
Obiettivi terapeutici per il Paziente diabetico
ParametroObiettivoADA 2005
ObiettivoIDF 2005
StudiEvidenza
PNLGEvidenza
ADA
Pressione arteriosa≤≤≤≤130/ 80mm Hg
<130/ 80 mm Hg
Metanalisi, UKPDS, HOT
1 B
Hb A1c <7%; <6% <6.5% DCCT, UKPDS 1*/ 3 A*/ B
6
Colesterolo totale ≤200 mg/ dl -
4SII, CAREI, WOSCOPSI,
HPSI, CARDSIIColesterolo LDL <100 mg/ dl <95 mg/ dl 1
A > 40 a.B< 40 a.
Colesterolo HDL>40 mg/ dl M>50 mg/ dl F
>40 mg/ dl 2A (prev II)C (prev I)
Trigliceridi <150 mg/ dl <200 mg/ dlHelsinkiVA- HIT
2/ 3A (II)C (I)
Terapia antiaggregante
-Metanalisi, HOTUS Phys. Study
1 A
*Complicanze microangiopaticheADA Standards of Medical Care in Diabetes; Diab Care 2005: Suppl. 1 : s4
IDF Clinical Guidelines Task Force. Global guidelin e for Type 2diabetes. Brussels: International Diabetes Federati on, 2005.
Sulfonylureas
RepaglinidePancreas
Acarbose
Miglitol
Gut
↓↓↓↓ Hyperglycemia
Adiposetissue
���� Glucoseuptake
���� FFA output
Rosiglitazone
���� Insulin secretion
↓↓↓↓ Glucose absorption
Oral Therapy for Type 2 Diabetes Oral Therapy for Type 2 Diabetes Target Sites of ActionTarget Sites of Action
8
LiverMetformin
Rosiglitazone
Pioglitazone
MuscleRosiglitazone
Pioglitazone
Metformin
↓↓↓↓ HyperglycemiaRosiglitazonePioglitazone
absorption
���� Hepatic glucose output
����Glucose uptake
Sequenza terapeutica nel trattamento del diabete tipo 2
.TappeTrattamento
I Modifiche dello stile di vita: educazione alimentare e attività fisica
9
educazione alimentare e attività fisica
II Monoterapia ipoglicemizzante orale
III Terapia orale combinata
IV Associazione con insulina
V Terapia insulinica
Indicazione alla terapia farmacologica nel diabete tipo 2
Se dieta e attività fisica dopo 6 – 8 mesi non sono sufficienti a mantenere un buon controllo glicemico( HbA1c <7%), è indicato l’uso dei farmaci
10
farmaci
ADA : Clinical practice recommendations 2002. Diabe tes Care 2002, 25(suppl I)
Nathan D M, NEJM, 2002 vol 347, n°17, 1342-1349
Management of Hyperglycemia in Type 2 Diabetes Mellitus: a Consensus Algorithm
11
ADA Position Statement,Diabetes Care, January 2008
Farmaci nella terapia del diabete tipo 2
• Secretagoghi
– Sulfoniluree• Glimepiride• Glipizide• Glibenclamide
– Glinidi
• Insulino sensibilizzanti
– Metformina– Glitazoni
• Rosiglitazone• Pioglitazone
13
– Glinidi• Repaglinide,
– D-Phenylalanine• Nateglinide
• Rallentamento dell’assorbimento intestinale del glucosio
• Acarbose
Incretine• Incretinomimetici• Inibitori del DPPIV
Pancreas
Stimolano la secrezione di insulina
Stimolano la secrezione di insulina
Le Sulfoniluree
14
Aumento della captazione di glucosioAumento della captazione di glucosio
Iperglicemia Iperglicemia Muscolo Fegato
Diminuzione produzione epatica del glucosio
Diminuzione produzione epatica del glucosio
DeFronzo, RA et al. Diabetes Care. 1992;15:318-368.
Acetohexamide 250 - 1500 1 - 2
Chlorpropamide 100 - 750 1 - 2
Tolazamide 100 - 1000 1 - 2
Tolbutamide 250 - 3000 1 - 3
Acetohexamide 250 - 1500 1 - 2
Chlorpropamide 100 - 750 1 - 2
Tolazamide 100 - 1000 1 - 2
Tolbutamide 250 - 3000 1 - 3
Sulfoniluree
Prima generazionePrima generazione posologia mgposologia mg somministarzionesomministarzione
15
Tolbutamide 250 - 3000 1 - 3
Glimepiride 1 - 8 1
Glipizide 2.5 - 40 1 - 2
Glipizide GITS 5 - 20 1
Glyburide 1.25 - 20 1 – 2
Gliclazide
Tolbutamide 250 - 3000 1 - 3
Glimepiride 1 - 8 1
Glipizide 2.5 - 40 1 - 2
Glipizide GITS 5 - 20 1
Glyburide 1.25 - 20 1 – 2
Gliclazide
Seconda generazioneSeconda generazione
Meccanismo d’azione Sulfoniluree
� Legame ad un R specifico sulla B cellula associato ad un canale specifico per il K ATP sensibileSi chiude il canale, < l’efflusso di K, la
16
� Si chiude il canale, < l’efflusso di K, la membrana plasmatica si depolarizza, determinando l’apertura dei canali Ca , >Ca nella cellula
� Il Ca stimola il trasporto e l’espulsione dei granuli di insulina
Inzucchi S: Oral antihyperglycemic therapy for type 2 diabetes. Scientific review. JAMA 287:360-372, 2002
Sulfoniluree e danno beta cellulare
Alcuni gli studi in vitro con cellule animali e umane dimostrano l’effetto pro apoptotico della gliburide sulle beta
17
apoptotico della gliburide sulle beta cellule
JCEM 90(1):501-506, 2005
Biochemical Pharmacology 67(2004), 1733-1741
Diabetes Metab Res Rev, 2007, 23; 234- 238
Pazienti Pazienti con IMcon IM
200
250
300
350351
207
P=0.01
Incidenza di IM in base alla Incidenza di IM in base alla terapia antidiabeticaterapia antidiabetica
Terapia nel diabete di tipo 2 e rischio c.v.
18
50
100
150
200
100
NonNondiabeticidiabetici
DiabeticiDiabeticiNon TrattatiNon Trattati
NS
138
Diabetici conDiabetici conaltri ADOaltri ADO
Metformina,Metformina,AcarbosioAcarbosio
207
Diabetici conDiabetici conVecchie SUVecchie SU
Glibenclamide,Glibenclamide,Tolbutamide,Tolbutamide,GlipizideGlipizide
136
Diabetici conDiabetici conNuove SUNuove SU
Glimepiride,Glimepiride,
GliclazideGliclazide
Johnsen S.P. Am J. Ther. 2006; 13: 134-140
n = 6.738
•Occorre porre molta attenzione all’impiego delle sulfoniluree nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica si dovrebbero utilizzare solo alcune sulfaniluree della seconda generazione e le sulfaniluree della terza generazione che non hanno interazioni con il recettore SUR 2A del canale del potassio ATP-dipendente cardiaco
Rischio CV e sulfoniluree
19
cardiaco
•Le metiglinidi, avendo una breve emivita ma un’alta affinità sul recettore SUR 2A, potrebbero interferire in modo significativo con il metabolismo cardiaco. La loro influenza sul rischio cardiovascolare non è ancora completamente definita
Controindicazioni all’uso delle Solfoniluree
� Diabetici tipo 1� Donne gravide� Uso delle S. di prima generazione nel recente
IMA o angina instabile
20
IMA o angina instabile � Pazienti che devono essere sottoposti ad
intervento chirurgico maggiore, processi infettivi, gravi traumi…
Pancreas
Stimolano secrezione di insulina Stimolano secrezione di insulina
Le Glinidi
21
↑Utilizzazione del glucosio↑Utilizzazione del glucosio
MuscoloFegato
↓Produzione epatica delglucosio
↓Produzione epatica delglucosio
American Diabetes Association. Medical Management of Non-Insulin-Dependent (Type II)Diabetes 3rd ed.Alexandria, VA: American Diabetes Association; 1994.
Controllo glicemico Controllo glicemico
Repaglinide
Repaglinide( der ac. Benzoico)
� È un secretagogo insulare che differisce dalle sulfoniluree per il legame ad uno specifico recettore, più rapido e di breve durata.
22
più rapido e di breve durata. � lo stimolo secretorio insulinico è quindi limitato a
poche ore, mentre quello delle classiche sulfoniluree è di durata nettamente superiore
� ha un’azione prevalente sulla glicemia postprandiale
Fuhlendorff J. et al, Diabetes 47:345, 1998Dunn C.J. Et al, Drugs 60:601, 2000
Repaglinide
� Riduzione dell’HbA1c :1,5 - 2%� Riduzione della glicemia postprandiale � In associazione con con metformina o glitazoni,
23
� In associazione con con metformina o glitazoni, rispetto a placebo, riduce l’HbA1c dell’ 1,5-2,5%
Rosenstock J. et al, Diabetes Care 25: 1529, 2002
Hanefeld M. et al, Diabetes care 23: 202, 2000Fuhlendorff J. et al, Diabetes 47:345, 1998
Pancreas
Alterata secrezione dell’insulina Alterata secrezione dell’insulina
Le Biguanidi
24
Aumentata captazione del glucosioAumentata captazione del glucosio
Controllo della glicemiaControllo della glicemiaMuscolo
Fegato
Diminuzione della produzione di glucosio
Diminuzione della produzione di glucosio
DeFronzo, RA et al. Diabetes Care. 1992;15:318-368.
Metformina
La metformina agisce prevalentemente sulla produzione epatica di glucosio, aumentata in condizioni di resistenza insulinica
La sua azione è più evidente sull’iperglicemia a digiuno
25
La sua azione è più evidente sull’iperglicemia a digiuno
L’efficacia della metformina è dello stesso ordine di grandezza di quella che si osserva con le sulfoniluree e cioè pari ad una riduzione dell’HbA1c di 1.5 – 2 punti percentuali
Inzucchi S: Oral antihyperglycemic therapy for type 2 diabetes. Scientific review. JAMA 287:360-372, 2002
UKPDS: Vantaggi della metformina nella prevenzione dell’infarto del miocardio in diabetici in sovrappeso
0.2
0.3
0.4
Pro
port
ion
of p
atie
nts
with
eve
nts Conventional (411)
Intensive (951)
Metformin (342)
26
M v Ip=0.120.0
0.1
0.2
0 3 6 9 12 15
Pro
port
ion
of p
atie
nts
with
eve
nts
Years from randomisation
M v Cp=0.010
UKPDS 34, Lancet 1998; 352: 854- 65
Controindicazioni alla terapia con metformina
� Insufficienza renale (valori di creatinina > a 1,5 ), scompenso cardiaco ( 3-4), insufficienza respiratoria, epatica
27
scompenso cardiaco ( 3-4), insufficienza respiratoria, epatica
� Pazienti che devono essere sottoposti ad intervento chirurgico maggiore, processi infettivi, gravi traumi…
NB: adeguata preparazione del paziente se sottoposto ad esami con liquido di contrasto
Confronto tra metformina e sulfoniluree
Metformina*
SulfonilureeRiduce la HbA1c
1,2 SI SIAbbassa il rischio di microangiopatia 1,2Abbassa il rischio di microangiopatia 1,2 SI SIMigliora significativamente gli outcomes cardiovascolari1,2 SI NONO
28
outcomes cardiovascolari SI NONO
Determina controllo glicemico a lungo termine (>2 anni) 3
Determina controllo glicemico a lungo termine (>2 anni) 3 NONO
NONOPuò causare ipoglicemia1,3 NO
Può ridurre il peso corporeo1,2
NONO
SI
1. UKPDS Group. Lancet 1998; 352: 854–865. 2. UKPDS Group. Lancet 1998; 352: 837–853. 3. UKPDS Group. Diabetes 1995; 44: 1249–1258. *Solo i pazienti in sovrappeso
SISI
Inibizione a-GlucosidasiAcarbosio
Assorbimento del glucosio
29
0 30 60 90 120 150 180Tempo (Min.)
Senza acarbose
Glicemia in volontari sani (mg/dL)
Con acarbose
0 30 60 90 120 150 180Tempo (Min.)
80100120140160
80100120140160
L’iperglicemia postprandiale
Effetti metabolici dell’iperglicemia post-
prandiale� Il profilo lipidico aterogenico è
peggiorato in fase post- prandiale� La dislipidemia post prandiale
peggiora in relazione all’incremento glicemico
Studi clinici� Il contributo preciso dell’iperglicemia
postprandiale sul controllo glicemico globale nei diabetici non è ben definito
� In studi epidemiologici l’elevata glicemia dopo carico (2-h OGTT) è stata associata ad aumentato rischio cardiovascolare indipendentemente dalla glicemia basale
30
glicemico� L’iperlipemia post- prandiale
contribuisce al rischio cardiovascolare
� L’iperglicemia postprandiale aumenta lo stress ossidativo�� Danno endoteliale� Attivazione di altre vie
metaboliche delle complicanze diabetiche
indipendentemente dalla glicemia basale
� Pertanto, in individui che abbiano valori di glicemia pre-prandiale nel target, ma che non raggiungano gli obiettivi di HbA1c, è possibile ridurre la HbA1c prendendo in considerazione il monitoraggio della glicemia 1-2 ore dopo l’inizio del pasto e finalizzando il trattamento a valori <180 mg/dl
� Comunque l’effetto di questo approccio sulle complicanze micro- e macrovascolari non è stato studiato e non esistono RCT sui diabetici
ADA Standard of Medical care Diabetes Care 2006; 29 (S1): S4- S42 ADA Consensus Statement. Diabetes Care 2001; 24: 77 5- 778IDF Clinical Guidelines Task Force. Global guidelin e for Type 2diabetes. Brussels: International Diabetes Federati on, 2005
Ceriello A Arch Intern Med. 2004; 164: 2090- 2095
Farmacologia dell’acarbosio
Chimica e meccanismo d’azione
� Oligosaccaride di origine microbica
� Inibitore della α-glucosidasi dell’orletto a spazzola intestinale, glicoamilasi e
Azioni farmacologiche� Ridotto e rallentato
assorbimento di amido, destrine, e disaccaridi
� Ridotta iperglicemia post-prandiale
� Non stimola la secrezione
31
intestinale, glicoamilasi e sucrasi, con debole effetto sulla α amilasi pancreatica
� Non stimola la secrezione insulinica
� Azione ipoglicemizzante: 30-50% degli altri ipoglicemizzanti orali
� Ridotta insulinemia post prandiale
� Aumentata sensibilità all’insulina
Goodman & Gilman's The Pharmacological Basis of The rapeutics Brunton, LL; Lazo JS ; Parker KL 2006, 11th Edition; The McGraw- Hill Companies
Azioni degli inibitori della α glicosidasi
� Confrontato con il placebo, Acarbose riduce l’ Hb A1c (acarbose –0.77%) la glicemia a digiuno e postprandiale
� Acarbose riduce il BMI di 0.17 kg/m2 (95% CI
32
Acarbose riduce il BMI di 0.17 kg/m2 (95% CI 0.08–0.26)
� Acarbosio non ha effeto sui lipidi .
van de Laar FA Diabetes Care 2005; 28: 154- 163
Pancreas
Alterata secrezione dell’insulina Alterata secrezione dell’insulina
I tiazolidinedioni
33
Aumenta la captazionemuscolare di glucosio Aumenta la captazionemuscolare di glucosio
MuscoloFegato
Riduce la produzione epatica di glucosio
Riduce la produzione epatica di glucosio
American Diabetes Association. Medical Management of Non-Insulin-Dependent (Type II)Diabetes 3rd ed.Alexandria, VA: American Diabetes Association; 1994.
Controllo della glicemia Controllo della glicemia
Meccanismo d’azione dei tiazolidinedioni
� Hanno effetto postrecettoriale� Interagiscono con un recettore nucleare detto
PPARs(alfa, gamma , delta)� Il legame con questi recettori influenza il
34
� Il legame con questi recettori influenza il metabolismo dei glucidi( > GLUT-4), dei lipidi ( inibizione della lipolisi, riduzione FFA)
� L’effetto ipoglicemizzante è da attribuire al miglioramento della sensibilità insulinica
p < 0,001
60
80
100
Metformina + rosiglitazone
(n = 172)
Metformina + sulfonilurea
(n = 200)
I tiazolidinedioni aumentano l’insulino-
sensibilità
35
11%
56%
Popolazione ITT. Differenza rispetto al braccio di controllo aggiustata per il valore basale; media geometrica 40% (-25, +58)
0
20
40
60
Home PD, et al. Diabetologia 2004; 47 (Suppl 1): A262. Abstract e poster 725.
I glitazoni hanno siti e meccanismi d’azione
complementari a quelli di metformina
Metformina(1 g b.d.)
n = 13Fegato 3Tessuto adiposo 2
Muscolo scheletrico 1
p = ns
Rosiglitazone(4 mg b.d.)
n = 14
p < 0,01
38%40
30
20
10
0
50
Upt
ake
di g
luco
sio
*
Dopo stimolo insulinico
Placebon = 14
p = ns
36
1. Hallsten K, et al. Diabetes 2002; 51 (Suppl 2): 3479–3485.
2. Virtanen KA, et al. Diabetes 2003; 52: 283–289.
3. Iozzo P, et al. Diabetes Care 2003; 26: 2069–2074. *Variazione rispetto al basale a 6 mesi
n = 13Fegato 3
Rosiglitazone(4 mg b.d.)
Metformina(1 g b.d.)
0
9
6
3
Upt
ake
epat
ico
di g
luco
sio
mm
ol/m
in/L
-1/P
M
15
12
Tessuto adiposo 2
Upt
ake
di g
luco
sio
rispe
tto a
l bas
ale
(%)
Rosiglitazone(4 mg b.d.)
Metformina(1 g b.d.)
0
50
40
30
20
10
29%
17%
n = 14
p < 0,01p = 0,018
p = 0,001
p < 0,05
Efficacia terapeutica dei tiazolidinedioni
� Rosiglitazone 8 mg/die : riduzione glicemia di circa 40 mg% e HbA1c circa 1,5%
� Pioglitazone 30 mg/ die: diminuzione media della glicemia 40 mg% e HbA1c circa 1,3%
37
della glicemia 40 mg% e HbA1c circa 1,3%� L’associazione con sulfoniluree e/ o metformina
migliora la funzione beta cellulare, la sensibilità all’insulina, riduce i FFA (acidi grassi liberi)
� Agiscono prevalentemente sulla glicemia a digiuno
Effetti sulla beta cellula
� Indiretti: aumento della sensibilità all’insulina, riduzione della glucotossicità e della lipotossicità
� Possibili effetti diretti: attivazione del PPAR gamma delle isole pancreatiche con miglioramento della secrezione basale di insulina e ripristino della prima fase di
38
basale di insulina e ripristino della prima fase di secrezione; stimolano la proliferazione beta cellulare , riducendo l’apoptosi
Shimabukuro et al: J Clin Invest 100: 290-295, 1997 Finegod et al: Diabets 50:1021-1029, 2001
ADOPTObiettivo primario
Confronto tra rosiglitazone, metformina e glyburide sulla durata del controllo glicemico in monoterapia in pazienti con
39
glicemico in monoterapia in pazienti con diagnosi recente di diabete mellito tipo 2
Kahn SE et al. N Engl J Med. 2006;355:2427–2443.
ADOPT riduzione del fallimento della monoeterapia con
rosiglitazone (FPG >180 mg/dL)
Cum
ulat
ive
inci
denc
e of
mon
othe
rapy
fai
lure
(%
)
20
30
40
SU
MET
ROSI
Risk reduction with rosiglitazone:
32% over MET
63% over SU
Primary Endpoint
40
1078
1076
958
1207
1205
1114
1393
1397
1337
957
950
781
844
818
617
324
311
218
Patients at risk
ROSIGLITAZONE
MET
SU
Time (years)0 1 2 3 4 5
Cum
ulat
ive
inci
denc
e of
mon
othe
rapy
fai
lure
(%
)
0
10
ROSI
The characteristics of the participants who withdrew did not differ among treatment groups. The subgroup analyses demonstrated some benefit in all subgroups. The analyses suggest that the beneficial effect of ROSI versus MET was unlikely to be due to a withdrawal bias.
Kahn SE et al. N Engl J Med. 2006;355:2427–2443.
The Kaplan-Meier cumulative incidence at 5 years was 15% with ROSI, 21% with MET, and 34% with SU. The risk (incidence) was reduced by 32% (95% confidence interval [CI], 15 to 45) with ROSI as compared with MET and by 63% (95% CI, 55 to 70) with ROSI as compared with SU (P<.001 for both comparisons).
Primary outcome :
DREAM
Ramipril 15 mg/d vs placeboAND
Rosiglitazone 8 mg/d vs placebo
Randomized, double-blind 2 ×××× 2 factorial designN = 5269 with IFG and/or IGT, free from CV disease
41
Primary outcome :Diabetes or death from any cause
DREAM Trial Investigators. Diabetologia. 2004;47:1519-27.
Secondary outcomes I: CV events
Combined MI, stroke, CV death, revascularization,
HF, angina, ventricular arrhythmia
Secondary outcomes II: Renal events
Progression to micro- or macroalbuminuria,
or ↓↓↓↓30% CrCl
Follow-up: 3–5 years
Secondary outcomes III: Glucose statusGlucose levels,conversion to
normoglycemia
DREAMConclusioni – Rosiglitazone
� Alla dose di 8 mg/die riduce i nuovi casi di diabete ( > 60%) nelle persone con IGT o IFG
� Promuove la normalizzzaione delle glicemie ( IFG & 2 hr PG >70%)
42
2 hr PG >70%)
� Aumenta del ~ 3% il peso corporeo, ma ha un effetto favorevole sul rapporto vita fianchi
� Per 1000 persone trattate con rosiglitazone per ~ 3 anni, si prevengono 144 casi di diabete tipo 2 con un
aumento di ~ 4 casi di scompenso cardiacoDREAM Trial Investigators. Diabetologia. 2004;47:1519-27
I Glitazoni: effetti non ipoglicemizzantiI Glitazoni: effetti non ipoglicemizzanti
��↓↓ i livelli di trigliceridi del 10i livelli di trigliceridi del 10--20%, di acidi grassi 20%, di acidi grassi liberi del 10liberi del 10--15%15%��↑↑ i livelli di colesterolo HDLi livelli di colesterolo HDL
43
��Effetto antiinfiammatorio:Effetto antiinfiammatorio:�� ↓↓ i livelli di alcuni marker di infiammazione di (PCR, ILi livelli di alcuni marker di infiammazione di (PCR, IL--
6, PAI6, PAI--1)1)
��Effetto antiaterogeno:Effetto antiaterogeno:�� ↑↑ il rilascio di NO dall’endotelioil rilascio di NO dall’endotelio�� ↓↓ l’espressione dei VCAMl’espressione dei VCAM--1 (molecole di adesione dei 1 (molecole di adesione dei
leucociti nell’endotelio)leucociti nell’endotelio)
Effetti metabolici dei glitazonici
Parametro Pioglitazone Rosiglitazone
Hb A1c -1- 1.5% -1- 1.5%
Peso corporeo +3 Kg +3 Kg
Colesterolo totale = +21 (18, 25) mg/ dl
44
Colesterolo HDL +4,6 (3.6, 5.5) mg/ dl +2.7 (2.0, 3.4) mg/ dl
Colesterolo LDL = +15 (13- 17) mg/ dl
Trigliceridi -40 (-53, -26) mg/ dl -1.1 (-14, 12) mg/ dl
Pressione art. n/aSist.: -0.7 (-2.6, 1.1) mm Hg Dias.:-0.8 (-1.8, 0.3) mm Hg
Chiquette E Arch Intern Med. 2004;164: 2097- 104
Controindicazioni all’uso dei TZD e rischi correlati
� Recente infarto del miocardio� Scompenso di cuore
Edema maculare
45
� Edema maculare� Fratture ossee ( donne)
300
350
Prima di Pioglitazone
Dopo Pioglitazone 45mg / 4 mesi
Gra
sso
Are
a (c
m²)
0.55
0.60
0.65
0.70
0.75
Rapporto grasso viscerale/sottocutaneo
300±±±±44
342±±±±44*
0.59±±±±0.08
Effetto di Piogliazone sulla distribuzioneEffetto di Piogliazone sulla distribuzioneEffetto di Piogliazone sulla distribuzioneEffetto di Piogliazone sulla distribuzione
del peso corporeodel peso corporeodel peso corporeodel peso corporeo
47DeFronzo RA, et al. Diabetes 2000;49(suppl):A299
*p<0.01†p<0.05
100
150
200
250
Gra
sso
Are
a (c
m
0.30
0.35
0.40
0.45
0.50
0.55
Rapporto grasso viscerale/sottocutaneo
Grasso Grasso Ratiosottocutaneo viscerale
144±±±±13131±±±±16†
0.44±±±±0.06*
Sulfonilurea + MetforminaEffetto sull’ HbA1c
Var
iazi
oni m
edie
HbA
1c(%
)
-1
0
1
GliburideMetforminaMetformina
+Gliburide
** * *
+0.2%
-0.4%
49
* P<0.01; † P<0.001, vs. glyburide monotherapy
DeFronzo, et al. N Engl J Med . 1995;333:541-49.
Var
iazi
oni m
edie
HbA
0-3
-2
9 13 17
Settimane
21 25 29
-1.7%†
† †† †
†
Metformina + Repaglinide:effetto sull’ HbA1c
Med
ia H
bA1c
(%)
10
9
– 0.3%– 0.4%
MetforminaRepaglinideRepaglinide +metformina
50Moses, et al. Diabetes Care . 1999;22:119-124
Med
ia H
bA 8
7
60
Mesi
1
– 0.4%
– 1.4%
3
Rosiglitazone+ metformina: efficacia nel tempo
678
9Variazioni dell’HbA 1c nel tempo 3
51
Adattato da dati raggruppati: pazienti che hanno completato 30 mesi di studio (n=222); 4-8 mg di Rosiglitazone in aggiunta alla Metformina
Mesi
0123456
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30
1. Fonseca V, et al. JAMA 2000; 283: 1695-1702. 2. Jones TA, et al. Diabetes, Obesity and Metabolism 2003; 5: 163-170
3. Jariwala S, et al. Diabetic Medicine 2003; 20 (Suppl 2):105 and poster
2,5 anni
Effetto stimato degli A.O.
HbA1c FBG (mg/dL)Sulfonylurea 1.5% to 2% 50 to 60Metformin 1% to 2% 50 to 60Pioglitazone 0.6% to 1.9% 55 to 60Rosiglitazone 0.7% to 1.8% 55 to 60Troglitazone 0.6% to 1.0% 20 to 40Repaglinide 0.8% to 1.7% 30 to 40Acarbose 0.5% to 1.0% 20 to 30
Mon
othe
rapi
a
52
Acarbose 0.5% to 1.0% 20 to 30
Sulfonylurea + Metformin ~1.7% ~65Sulfonylurea + Pioglitazone ~1.2% ~50Sulfonylurea + Troglitazone ~0.9% to 1.8% ~40 - 60Sulfonylurea + Acarbose ~1.3% ~40Repaglinide + Metformin ~1.4% ~40Pioglitazone + Metformin ~0.7% ~40Rosiglitazone + Metformin ~0.8% ~50
Ass
ocia
zion
e
DeFronzo, et al. N Engl J Med 1995;333:541-549; Horton, et al. Diabetes Care. 1998;21:1462-1469; Coniff, et al. Diabetes Care. 1995;18:817-824; Moses, et al. Diabetes Care 1999;22:119-124; Schneider, et al. Diabetes 1999; 48 (Suppl 1): A106; Egan, et al. Diabetes 1999; 48 (Suppl 1):A117. Fonseca, et al. Diabetes 1999:48 (Suppl 1):A100.
In – Cret – In
“Gut derived factors that increase Glucose stimulated insulin secretion”
In testinal Secretion Insulin
La Barre. 1930 Am J Physiol. 91: 649
Le incretine hanno un ruolo fisiologico importante
♦ Le incretine sono ormoni secreti dalle cellule endocrine intestinali inrisposta all’assunzione di cibo
♦ Le incretine influenzano l’omeostasi glicemica tramite con un’azionemultifattoriale che include la secrezione glucosio-dipendente dellaInsulina , soppressione della secrezione postprandiale del glucagone ,e rallentamento dello svuotamento gastrico
♦ Le incretine sono state identificate quando si è scoperto che il glucosiosomministrato per via orale stimolava la secrezione d’insulina molto piùdi quando lo stesso livello glicemico era ottenuto con infusione EV• Questo descrive il fenomeno chiamato “effetto incretinico”
• L’effetto incretinico è responsabile per il 60% della secre zionetotale d’insulina dopo un pasto
Drucker DJ . Diabetes Care. 2003;26:2929-2940.; Perley MJ, Kipnis DM . J Clin Invest. 1967;46:1954-1962.;Nauck M, et al . Diabetologia . 1986;29:46-52.
L’effetto incretinico: differente risposta al glucosio orale ed EV
Glic
emia
(m
mol
/L)
pept
ide
(nm
ol/L
)
11
1.5
2.0
Effetto incretinico
Glucosio orale Glucosio EV
**
*
*
*
Mean ±±±± SE; N = 6; *P ≤≤≤≤.05; 01-02 = glucose infusion time.Nauck MA, et al . Incretin effects of increasing glucose loads in m an calculated from venous insulin and C-peptide res ponses. J Clin Endocrinol Metab. 1986;63:492-498. Copyright 1986. The Endocrine Society .
Glic
emia
(m
mol
/L)
Tempo (min)
C-p
eptid
e (n
mol
/L)
5.5
001 60 120 180 01 60 120 180
0.0
0.5
1.0
Tempo (min) 02
02
incretinico**
*
Effetti del GLP-1
Promuove la sazietà e riduce l’appetito
Alpha cellule:↓ secrezione
GLP-1 secreted upon the ingestion of food
58
Beta cellule:aumenta la secrezione glucosio dipendente
d’insulina
Fegato:↓ Glucagone riduce la produzione epatica di
glucosio
↓ secrezione postprandiale di
glucagone
Stomaco:aiuta a regolare lo
svuotamento gastrico
Adapted from Flint A, et al. J Clin Invest . 1998;101:515-520.; Adapted from Larsson H, et al. Acta Physiol Scand . 1997;160:413-422.; Adapted from Nauck MA, et al. Diabetologia . 1996;39:1546-1553.; Adapted from Drucker DJ. Diabetes. 1998;47:159-169.
Meccanismo d’azione
�Stimolo della biosintesi e
secrezione di insulina
glucosio-dipendente �Basso rischio di ipoglicemia
�Effetti a lungo termine sulla
59
�Inibizione del rilascio di
glucagone glucosio-
dipendente
�Ritardo dello svuotamento
gastrico
funzionalità β-cellulare
�Riduzione ( exenatide) e
mantenimento del peso
corporeo( inibitori DPPIV)
GLP-1: azione sulle beta-cellule
Miglioramento funzione beta cellule• Stimola il rilascio di insulina glucosio-dipendente*• Promuove la biosintesi di insulina e stimola la
trascrizione del gene dell’insulina **• Migliora la risposta delle beta-cellule al
glucosio**
GLP-1
60
glucosio**• Aumenta l’espressione di mRNA per la
glucochinasi e per il Glut-2beta cellule pancreatiche
Effetti sul turnover delle beta cellule• Promuove la proliferazione delle beta cellule***• Riduce l’apoptosi delle beta cellule**,***
*Studi in pazienti con diabete tipo 2 **Studi In vitro.
***Studi In vitro e ex vivo in animaliQuddusi S et al. Diabetes Care. 2003;26:791–798; Drucker DJ. Mol Endocrinol. 2003;17:161–171; Holz GG, Chepurny OG. Curr Med Chem. 2003;10:2471–2483; Zhou J et al. Diabetes. 1999;48:2358–2366; Farilla L et al. Endocrinology. 2002;143:4397–4408; Tourrel C et al. Diabetes. 2001;50:1562–1570.
Incretinomimetici
Mimetico del GLPMimetico del GLP--1(Exenatide)1(Exenatide)Numerosi studi in corso nei diabetici tipo 2 hannoNumerosi studi in corso nei diabetici tipo 2 hannodocumentato che questo farmaco:documentato che questo farmaco:
•• aumenta sia la prima che la seconda fase dellaaumenta sia la prima che la seconda fase dellasecrezione insulinica con un andamento simile asecrezione insulinica con un andamento simile a
61
secrezione insulinica con un andamento simile asecrezione insulinica con un andamento simile aquello dei soggetti normaliquello dei soggetti normali
•• produce una significativa riduzione della HbA1cproduce una significativa riduzione della HbA1c•• produce una progressiva riduzione del pesoproduce una progressiva riduzione del pesocorporeocorporeo
•• riduce i livelli di glucosio a digiuno e postriduce i livelli di glucosio a digiuno e post--prandialiprandiali•• migliora la funzione betamigliora la funzione beta--cellularecellulareIndicazioni: non a target( HbA1c >7%) con terapia Indicazioni: non a target( HbA1c >7%) con terapia orale di associazione ( metformina , solfanilurea)orale di associazione ( metformina , solfanilurea)
Inibitori del DPPIV: Sitagliptin e Vitagliptin*
� Riducono la degradazione del GLP1 aumentandone le concentazioni ematiche
� Si assumono per osHanno effetto ipoglicemizzante
62
� Hanno effetto ipoglicemizzante � Si associano alla metfomina/ glitazonici, quando
HbA1c non a target ( > a7%)*in associazione anche alla solfanilurea
Management of Hyperglycemia in Type 2 Diabetes Mellitus: a Consensus Algorithm
63
ADA Position Statement,Diabetes Care, January 2008
Un uso più razionale degli AO: valutazione dei Fenotipi
� Iperglicemia a digiuno� Iperglicemia postprandiale� Obesità
Normopeso
65
� Normopeso
� iniziare con metformina ( 1500-3000 mg die );
Fenotipo obeso con prevalente iperglicemia a digiuno:
66
die ); � se non a target dopo 3 mesi ( HbA1c > 7%
e prevalente iperglicemia a digiuno), aggiungere TZD;
� Se dopo tre mesi non a target aggiungere iniziare con incretinomimetici
Fenotipo magro
� Escludere diabete autoimmune a lento esordio
67
� Escludere diabete autoimmune a lento esordio ( LADA) con il dosaggio degli anticorpi anti GAD
Fenotipo con prevalente iperglicemia postprandiale
� iniziare con metformina
68
� iniziare con metformina
� se non a target dopo 3 mesi aggiungere repaglinide / acarbosio , o incretinomimetici
Conclusioni
L’uso degli AO non sempre si accompagna al raggiungimento degli obiettivi glicemici in quanto :
� Il singolo farmaco non agisce contemporaneamente in modo efficace su tutti i meccanismi patogenetici
69
in modo efficace su tutti i meccanismi patogenetici � Gli A.O., sia in mono che in politerapia, perdono
efficacia nel tempo� E’ auspicabile un trattamento con un forte razionale
patogenetico in grado di opporsi alla naturale evoluzione del diabete di tipo 2 ( fenotipizzazione )
� Sono disponibili attualmente farmaci potenzialmente in grado di ridurre il declino beta cellulare
Conclusioni
� La storia naturale del diabete tipo 2 evolve verso il progressivo depauperamento della funzione beta cellulare
� Gli elementi patogenetici responsabili sono:
71
� Gli elementi patogenetici responsabili sono: l’insulino resistenza e il progressivo declino della funzione beta cellulare
� Al momento della diagnosi clinica si ha già una ridotta funzione beta cellulare