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Vol. 78 – Quaderno III / 2007 ISSN 0392 - 4203 PUBLISHED QUARTERLY BY MATTIOLI 1885 Atenei parmensis founded 1887 POSTE ITALIANE S.P .A.-SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (CONV IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB PARMA - FINITO DI STAMPARE NEL GIUGNO 2007 ACTA BIO MEDICA Listed in: Index Medicus / Medline, Excerpta Medica / Embase Il trattamento delle rinosinusiti e delle loro complicanze: aspetti clinici e di gestione della terapia Editor: Enrico Pasanisi Now free on-line www.actabiomedica.it OFFICIAL JOURNAL OF THE SOCIETY OF MEDICINE AND NATURAL SCIENCES OF PARMA QUADERNI DI OTORINOLARINGOIATRIA

PUBLISHED QUARTERLY BY M 1885 Carbocisteina sale Cod. … · 2018-03-22 · I seni paranasali sono cavità aeree ricoperte da mucosa respiratoria in comunicazione con la cavità nasale

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Vol. 78 – Quaderno III / 2007ISSN 0392 - 4203

PUBLISHED QUARTERLY BY MATTIOLI 1885

A t e n e i p a r m e n s i sf o u n d e d 1 8 8 7

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ACTA BIO MEDICA

Listed in: Index Medicus / Medline, Excerpta Medica / Embase

Il trattamento dellerinosinusiti e delle lorocomplicanze: aspetti clinici e di gestione dellaterapiaEditor:Enrico Pasanisi

Now free on-linewww.actabiomedica.it

OFFICIAL JOURNAL OF THE SOCIETY OF MEDICINE AND NATURAL SCIENCES OF PARMA

Q U A D E R N I D I O T O R I N O L A R I N G O I AT R I A

Cod. 66316

00-Cop. Quad. otor. III-2007 7-06-2007 15:59 Pagina 1

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INDEX

Quaderno di Otorinolaringoiatria III/2007

Presentazione

1 Enrico PasanisiIl trattamento delle rinosinusiti e delle loro complicanze:aspetti clinici e di gestione della terapia

Rassegne

2 Enrico Pasanisi, Vincenzo Vincenti, Filippo Di Lella,Andrea Bacciu, Salvatore Bacciu Le rinosinusiti

9 Federico CioniIl trattamento delle riniti con corticosteroidi intranasali

Caso clinico

18 Franco Barbieri, Francesco Fiorino, Roberto AdamiMucopiocele frontale esteso alla fossa cranica anteriorecome complicanza di polipotomia endoscopica rinosinusale

Inserto centrale staccabile “Key Points”

Materiale realizzato con supporto scientifico Dompé S.p.A.

Mattioli 1885

spa - via Coduro 1/b43036 Fidenza (Parma)tel 0524/84547fax 0524/84751www.mattioli1885.com

DIREZIONE GENERALE

Direttore GeneralePaolo CioniSegreteria GeneraleManuela Piccinnu

DIREZIONE EDITORIALEDirettore ScientificoFederico CioniEditing staffValeria CeciNatalie CerioliCecilia MuttiAnna Scotti

MARKETING E PUBBLICITÀ

Direttore Marketing e Sviluppo Massimo Enrico RadaelliMarketing ManagerLuca RanzatoSegreteria MarketingMartine BrusiniDirettore DistribuzioneMassimiliano FranzoniResponsabile Area ECMSimone Agnello

EDITOR IN CHIEFMaurizio Vanelli

DEPUTY EDITORCesare Bordi

EDITORIAL BOARDAlberto Bacchi Modena Sergio Bernasconi Corrado Betterle (Padova)Giulio BevilacquaMauro BonaniniAntonio BonatiEmanuele Bosi (Milano)Loris BorghiCarlo BuzioFranco Chiarelli (Chieti)Giorgio CocconiVittorio CoiroDomenico Cucinotta (Bologna)Filippo De Luca (Messina)Guido Fanelli Livio Garattini (Milano)Gian Carlo GazzolaGian Camillo ManzoniAntonio MuttiDario Olivieri Stefano Parmigiani (Arezzo)Antonio Pezzarossa (Fidenza)Silvia Pizzi Luigi Roncoroni Mario Sianesi Carlo SignorelliGiovanni SonciniMaurizio Tonato (Perugia)Roberto ToniGiorgio Valenti Vincenzo VioliRaffaele VirdisMarco Vitale Pietro Vitali Ivana Zavaroni

ASSOCIATE EDITORSPaolo Bobbio Amos Casti Carlo Chezzi Roberto Delsignore Giovanni Maraini Guglielmo Masotti Almerico Novarini Giacomo Rizzolatti

ACTA BIO MEDICAOFFICIAL JOURNAL OF THE SOCIETY OF MEDICINE AND NATURAL SCIENCES OF PARMA

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LINGUISTIC ADVISORRossana Di Marzio

EDITORIAL OFFICE MANAGERAlessandro CorràSocietà di Medicina e Scienze NaturaliVia Gramsci, 14 ParmaTel. 0521 033027 - Fax 0521 033027E-mail: [email protected]

PUBLISHERMattioli1885 SpA Casa EditriceVia Coduro 1/b43036 Fidenza (Parma)Tel. ++39 0524 84547 Fax ++39 0524 84751E-mail: [email protected] testata fruisce dei Contributi Statali direttidi cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

EXECUTIVE COMMITEE OFTHE SOCIETY OF MEDICINEAND NATURAL SCIENCES OFPARMA

PRESIDENTGiorgio ValentiVICE-PRESIDENTSilvia IaccarinoPAST-PRESIDENTRenato ScandroglioGENERAL SECRETARYAlmerico NovariniTREASURERLuigi RoncoroniMEMBERSGiorgio ZanzucchiGiorgio CocconiAngelo FranzèEnrico CabassiPatrizia Santi

A t e n e i p a r m e n s i sf o u n d e d 1 8 8 7

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INDEX

Quaderno di Otorinolaringoiatria III/2007

Presentazione

1 Enrico PasanisiIl trattamento delle rinosinusiti e delle loro complicanze:aspetti clinici e di gestione della terapia

Rassegne

2 Enrico Pasanisi, Vincenzo Vincenti, Filippo Di Lella,Andrea Bacciu, Salvatore Bacciu Le rinosinusiti

9 Federico CioniIl trattamento delle riniti con corticosteroidi intranasali

Caso clinico

18 Franco Barbieri, Francesco Fiorino, Roberto AdamiMucopiocele frontale esteso alla fossa cranica anteriorecome complicanza di polipotomia endoscopica rinosinusale

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In un recente quaderno di questa Collana abbia-mo trattato il tema delle riniti acute e delle rinopatievasomotorie e allergiche.

Dalle riniti acute alle rinosinusiti il passo è brevee la cronicizzazione di queste forme è un rischio che ilclinico deve sempre avere presente, anche alla lucedella elevatissima frequenza con cui queste forme sipresentano alla nostra osservazione. Basti pensare aquesto proposito all’elenco delle possibili complicanzeche vanno dalla osteomielite alle complicanze menin-goencefaliche, fino alle complicanze orbitarie, che siosservano specie nel bambino secondariamente all’e-steriorizzazione di forme acute etmoidali.

In questo fascicolo abbiamo trattato in generaleil tema della diagnosi e terapia delle rinosinusiti,affrontando poi, attraverso una nuova rubrica di revi-sione della letteratura, il tema del trattamento delleriniti con corticosteroidi intranasali.

Chiude il fascicolo un Caso clinico dedicato adun caso di mucopiocele frontale esteso alla fossa cra-nica anteriore, grave complicanza di polipotomiaendoscopica rinosinusale.

Con l’augurio di averVi fornito un utile stru-mento di aggiornamento Vi auguriamo buona lettura.

Enrico Pasanisi

Il trattamento delle rinosinusiti e delle loro complicanze:aspetti clinici e di gestione della terapia

P R E S E N T A Z I O N E

ACTA BIOMED 2007; 78; Quaderno di Otorinolaringoiatria III: 1 © Mattioli 1885

01 - presentazione 11-06-2007 16:43 Pagina 1

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I seni paranasali sono cavità aeree ricoperte damucosa respiratoria in comunicazione con la cavitànasale attraverso dei canali (denominati osti) che nepermettono la ventilazione e il drenaggio delle secre-zioni; essi sono costituiti dai seni mascellari, dai senifrontali, dal complesso etmoidale e dai seni sfenoidali.La loro fisiologia è inscindibile da quella delle fossenasali, con cui formano un complesso funzionale uni-co; a conferma di ciò, la terminologia corrente si rivol-ge alle patologie infiammatorie che coinvolgono i seniparanasali con il termine di rinosinusiti intendendo ilcoinvolgimento contemporaneo di naso e seni parana-sali nel corso di fenomeni flogistici catarrali come lacoriza o raffreddore comune. Un interessamento sinu-sale esclusivo si ha nelle forme secondarie a patologieodontogene, traumi e nelle forme infettive secondariea neoplasie nasali.

Il ruolo delle cavità paranasali è ancora oggetto didiscussione; essi sembrano avere un ruolo nella filtra-zione e umidificazione dell’aria inspirata, nella produ-zione della voce (cassa di risonanza) e nel determinare

con la loro presenza una riduzione del peso comples-sivo del cranio.

Epidemiologia

Le affezioni infiammatorie rinosinusali costitui-scono negli USA il motivo principale di visite medi-che e prescrizione di antibiotici, con una incidenza sti-mata del 16% dell’intera popolazione e conseguente-mente alti costi sanitari e sociali (1). Al quadro di pa-tologia flogistica batterica pura vanno inoltre somma-te le patologie legate alla cosiddetta sindrome rino-bronchiale, caratterizzata da un interessamento asma-tiforme delle vie aeree inferiori in un contesto di iper-reattività mucosa (rinopatia vasomotoria, atopia).

Fisiopatologia

La fisiopatologia delle infiammazioni sinusali è le-gata a tre fattori principali: la pervietà degli osti natura-

Le rinosinusitiEnrico Pasanisi, Vincenzo Vincenti, Filippo Di Lella, Andrea Bacciu, Salvatore BacciuSezione di Otorinolaringoiatria e Microchirurgia Otologica

Dipartimento di Scienze Otorino-Odonto-Oftalmologiche e Cervico-Facciali

Università degli Studi di Parma

Abstract. Acute and chronic bacterial rhinosinusitis are common medical problems affecting a large per-centage of the population. Relevant pathophysiology and etiology are reported together with the currentguidelines for diagnosis and medical management of rhinosinusitis.

Key words: Acute rhinosinusitis, chronic rhinosinusitis, bacterial sinusitis, fungal sinusitis

Riassunto. Le rinosinusiti acute e croniche sono patologie comuni con una elevata incidenza e prevalenza nel-la popolazione generale ed elevati costi sociali. In questo articolo vengono descritte l’eziologia e la fisiopato-logia delle varie forme di rinosinusite e le più recenti linee guida per la diagnosi e il trattamento medico.

Parole chiave: Rinosinusite acuta, rinosinusite cronica, sinusite batterica, sinusite fungina

R A S S E G N A

ACTA BIOMED 2007; 78; Quaderno di Otorinolaringoiatria III: 2-8 © Mattioli 1885

02 - Pasanisi 11-06-2007 16:44 Pagina 2

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li, la corretta funzione della mucosa respiratoria ciliata(clearance muco-ciliare) e la qualità delle secrezioni.

È ormai riconosciuto il ruolo della funzionalitàostiale nello sviluppo di processi infiammatori acuti ecronici a carico di queste strutture; il processo di dre-naggio delle secrezioni avviene infatti in direzione del-l’ostio naturale di ogni seno paranasale. Di particolareimportanza è il cosiddetto complesso ostio-meatale,situato nel meato medio a livello della parete lateraledel naso, che raccoglie e drena le secrezioni dell’et-moide anteriore, del seno mascellare e del seno fronta-le. Esso è delimitato all’esterno dal turbinato medio,medialmente dalla lamina papiracea, anteriormentedal processo uncinato; la bulla etmoidale, limite poste-riore, è la prima e più voluminosa cellula etmoidale edrena direttamente nel meato medio (Fig. 1). Il com-plesso etmoidale posteriore drena a livello del meatosuperiore, mentre l’ostio del seno sfenoidale è localiz-zato nel recesso sfenoetmoidale.

L’ostruzione del complesso ostiomeatale per fe-nomeni flogistici e infettivi (edema mucoso seconda-rio a riniti acute) o meccanici e strutturali (deviazionidel setto nasale, ipertrofia dei turbinati) determina uncircolo vizioso caratterizzato da ipossia, ristagno di se-crezioni e alterazione della clearance muco-ciliare, fa-

vorendo la superinfezione e la flogosi del seno interes-sato (2). Condizioni patologiche come una deviazionedel setto nasale osteocartilagineo e l’ipertrofia mucosadei turbinati inferiori e medi, o varianti anatomichepredisponenti come una concha bullosa (turbinatomedio aerato) o un processo uncinato ipertrofico oraddoppiato possono determinare una ostruzione del-l’ostio naturale di uno o più seni paranasali.

Altri fattori favorenti sono da ricercarsi in una al-terata composizione delle secrezioni mucose che de-termina una alterazione della funzione di clearancemuco-ciliare come ad esempio la presenza di secrezio-ni particolarmente dense (disidratazione, fibrosi cisti-ca), o alla eccessiva produzione di muco (irritazionepersistente ad es. da fumo di sigaretta, riniti allergichepersistenti); le discinesie ciliari primitive, la sindromedi Young e la sindrome di Kartagener sono rare causedi alterazione della motilità ciliare.

I focolai infettivo/infiammatori extrasinusali pos-sono diffondere per contiguità, come nel caso delle si-nusiti mascellari odontogene.

Fattori di tipo sistemico che contribuiscono allosviluppo di un focolaio infettivo rinosinusale sono rap-presentati da malnutrizione, terapia corticosteroideadi lunga durata, chemioterapia, alterazioni della crasiematica, diabete mellito. La sinusite nosocomiale pre-vale nei reparti di terapia intensiva dove è frequente lacolonizzazione delle alte vie aerodigestive da parte dibatteri Gram-negativi e l’uso di presidi intranasali co-me i sondini nasogastrici, l’intubazione nasotracheale,il tamponamento nasale.

Episodi ricorrenti di sinusite acuta possono esserela manifestazione di un deficit immunitario (deficit diIgG); nei pazienti con HIV episodi rinosinusitici pos-sono manifestarsi sia nella fase preclinica della malattia,sia in un quadro manifesto di AIDS. In questo ultimocaso i patogeni responsabili includono Aspergillus, Hi-stoplasma, Cryptococcus e micobatteri atipici.

Classificazione delle rinosinusiti

Le rinosinusiti possono essere classificate in base a:• Presentazione clinica (acuta, cronica);• Localizzazione anatomica in base al seno coinvolto

(mascellare, etmoide, frontale, sfenoidale);

3Le rinosinusiti

Figura 1. Endoscopia della fossa nasale destra. È possibile ap-prezzare il turbinato medio (a), il setto nasale (b), la bulla et-moidale (c), il processo uncinato (d)

02 - Pasanisi 11-06-2007 16:45 Pagina 3

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4 E. Pasanisi, V. Vincenti, F. Di Lella, A. Bacciu, S. Bacciu

• Organismo patogeno (batteri, virus, funghi);• Coinvolgimento di strutture extrasinusali (rinosinu-

site complicata o meno);• Presenza di fattori favorenti (atopia, immunosop-

pressione, ostruzione del complesso ostiomeatale).

Viene definita rinosinusite acuta una infiamma-zione rinosinusale con sintomatologia che dura fino a6-8 settimane, suscettibile di risoluzione con adeguatotrattamento e senza modificazioni evidenziabili all’in-dagine TC. Per sinusite cronica viene definita la persi-stenza di sintomi e segni sinusali oltre le 6-8 settimane,scarsamente controllati dalla terapia medica e accompa-gnati da lesioni mucose iperplastiche evidenziabili allaTC; questa forma clinica è legata ad una alterazione ir-reversibile dei meccanismi naturali che favoriscono ildrenaggio sinusale e fa in genere seguito a delle formeacute non controllate o non adeguatamente trattate.

Entrambe le forme possono presentarsi in manieraricorrente o recidivante (> 4 episodi all’anno) a secondache l’agente eziologico cambi o rimanga lo stesso (3).

Eziologia delle rinosinusiti batteriche

Rinosinusite acutaLe colture del materiale prelevato dal meato me-

dio o direttamente dall’antro dimostrano che i micror-ganismi causali prevalenti sono costituiti da Streptococ-cus pneumoniae e da ceppi non tipizzabili di Hemophi-lus influenzae (75% dei casi). La Moraxella catharralisviene più frequentemente isolata nei bambini mentrelo Staphilococcus aureus rappresenta invece una causa disinusite nei pazienti ospedalizzati e immunocompro-messi. Non è ancora chiaro il ruolo di microrganismicome il Mycoplasma pneumoniae e la Chlamdia pneu-moniae che vengono frequentemente isolati negli aspi-rati sinusali. Il riscontro di batteri anaerobi deve orien-tare verso la ricerca di una causa dentaria (4).

Rinosinusite cronicaNelle riesacerbazioni acute in un contesto di si-

nusite cronica, la flora batterica patogena è sovrappo-nibile alle forme acute, mentre nelle forme quiescentiessa è frequentemente polibatterica sinergista, con unaalta percentuale di microrganismi anaerobi ed è inol-

tre più frequente rispetto alle forme acute l’isolamen-to di S. aureus. Nelle forme croniche legate alla fibrosicistica lo Pseudomonas costituisce il patogeno più fre-quente (5).

Presentazione clinica

La presentazione clinica di una rinusinusite acu-ta è caratterizzata da congestione nasale, rinorrea pu-rulenta anteriore o posteriore, febbre e dolore o sensa-zione di pressione facciale.

La caratteristica clinica più frequente delle formeacute di rinosinusite o negli episodi di riesacerbazionein un contesto cronico è rappresentato dal dolore chepuò manifestarsi come algia facciale o vera e propriacefalea; la localizzazione del dolore aiuta il clinico nel-l’individuare la sede dell’infezione. Esso si localizza ingenere in corrispondenza del seno coinvolto (mascel-lare, frontale); un coinvolgimento etomoidale determi-na in genere un dolore retroorbitario o interorbitariomentre le localizzazioni sfenoidali possono manife-starsi come cefalea bitemporale o a livello del vertice.Il dolore è tipicamente pulsante e aumenta durante glisforzi o con la postura declive della testa.

Oltre al dolore gli episodi acuti sono accompa-gnati da febbre e malessere generale mentre costantisono i sintomi nasali (ostruzione e rinorrea purulenta).Un episodio infettivo precedente (coriza o raffreddorecomune) con sintomatologia prolungata oltre i 7 gior-ni è molto frequente in anamnesi.

Le forme croniche sono invece caratterizzate dal-la presenza di sintomi variabili e meno intensi rispet-to alle forme acute; è possibile una ostruzione nasalepersistente, associata a rinorrea purulenta persistenteed alitosi. Il paziente può lamentare tosse cronica, sen-sazione di scolo rinofaringeo mentre meno frequentisono le manifestazioni algiche; la febbre può mancaredel tutto.

L’esame obiettivo non può prescindere dalla rino-scopia anteriore alla ricerca di un edema e un eritemamucoso e della presenza di un drenaggio purulento alivello del meato medio mentre l’endoscopia nasalepermette di precisare il seno coinvolto e le condizionianatomiche predisponenti o favorenti (deviazione delsetto nasale, anomalie anatomiche del complesso

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5Le rinosinusiti

ostiomeatale, polipi, neoformazioni). Le manovre en-doscopiche possono essere effettuate con un endosco-pio rigido o flessibile, prima e dopo decongestionedella mucosa nasale.

L’ispezione viene completata dalla palpazione delviso (fossa canina, regione frontale, canto interno del-l’occhio) per evidenziare la presenza di dolorabilità otumefazioni (segno di una possibile esteriorizzazionedella infezione).

Per un corretto inquadramento diagnostico èinoltre fondamentale l’anamesi al fine di precisare ifattori favorenti (asma, fibrosi cistica, immunodepres-sione, discinesie ciliari).

Forme cliniche secondo la sede• Sinusiti etmoidali. Le cellule etmoidali sono già pre-

senti alla nascita, mentre lo sviluppo degli altri seniparanasali è più tardivo; le forme etmoidali acuteisolate sono quindi tipiche dell’infanzia. Nell’adole-scente o nel soggetto adulto esse si presentano tipi-camente in associazione con delle forme frontali e/omascellari. Clinicamente si manifestano con febbrealta, rinorrea mucopurulenta persistente, cefaleefronto-orbitarie (anche se di difficile precisazionenel bambino piccolo), dolore a livello del canto in-terno dell’occhio (punto di Grunwald) e, raramente,edema congiuntivo-palperale. L’infezione non trat-tata può diffondere verso l’orbita attraverso deiscen-ze congenite o acquisite della lamina papiracea (siveda il paragrafo relativo alle complicanze).

• Sinusiti mascellari. Il dolore, tipicamente sottorbita-rio, può irradiarsi verso l’arcata dentaria o l’orbitaipsilaterale. L’obiettività, mediante rinoscopia ante-riore o endoscopia delle fosse nasali, evidenzia lacongestione dei turbinati e la presenza di secrezionipurulente a livello del meato medio; l’esame dentalealla ricerca di un focolaio odontogeno completa l’i-spezione clinica.

• Sinusiti frontali. Raramente isolate, sono in genere as-sociate ad una sinusite etmoido-mascellare ipsilatera-le. Il dolore frontale e sovraorbitario è tipico (puntodoloroso di Ewing, situato a livello della troclea); la va-lutazione obiettiva delle fosse nasali mette in evidenzala presenza di secrezioni purulente a livello del meatomedio provenienti dal recesso frontale.

• Sinusiti sfenoidali. La cefalea può essere l’unico se-

gno di una infezione sfenoidale ed è localizzata alvertice o in posizione retrorbitaria. Una cefalea feb-brile deve sempre porre il sospetto clinico di una si-nusite sfenoidale. L’endoscopia nasale è l’esame discelta e mette in evidenza la presenza di pus a livel-lo del recesso sfenoetmoidale e della parete posterio-re del rinofaringe, le eventuali alterazioni infiamma-torie di questa regione (polipi, edema) e le condizio-ni anatomiche predisponenti (deviazione posterioredel setto nasale, ipertrofia dei turbinati medi e po-steriori).

Diagnostica per immagini

Le radiografie convenzionali del cranio (proiezionifrontali di Waters e Caldwell; proiezione laterale) met-tono in evidenza la presenza di una opacizzazione del se-no interessato, la presenza di livelli idro-aerei o un ispes-simento mucoso; il ruolo della radiologia convenzionaleè ormai limitato alla conferma diagnostica di un quadroacuto. La TC è attualmente la modalità di scelta per lostudio delle affezioni sinusali per l’alto livello di defini-zione anatomica (Fig. 2). Essa viene eseguita senza mez-zo di contrasto nelle forme acute non complicate e nellavalutazione delle forme di sinusite cronica e con l’impie-go di mezzo di contrasto nel sospetto di complicanze

Figura 2. TC, sezione coronale attraverso l’ostio del seno ma-scellare: opacità omogenea del seno mascellare destro e dellaregione ostiomeatale ipsilaterale

02 - Pasanisi 11-06-2007 16:45 Pagina 5

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6 E. Pasanisi, V. Vincenti, F. Di Lella, A. Bacciu, S. Bacciu

endocraniche o orbitarie; viene anche impiegata nellaprogrammazione preoperatoria al fine di valutare ade-guatamente lo scheletro facciale. La RM viene impiega-ta nella valutazione delle complicanze intracranica (sen-sibilità e specificità superiori alla TC) e dei processiespansivi nasosinusali dove l’impiego di mezzo di con-trasto e l’uso di sequenze in grado di differenziare le se-crezioni dalla neoformazione (T2) permettono di defini-re accuratamente l’estensione della lesione.

Sinusiti fungine

Una descrizione a parte meritano le forme adeziologia fungina in genere secondarie ad infezione daparte di alcune specie di muffe (Aspergillus), che pos-sono determinare quadri particolarmente gravi nel pa-ziente defedato, immunocompromesso (neutropeniaassociata a chemioterapia), diabetico, sottoposto a te-rapia corticosteroidea prolungata. Queste forme di ri-nosinusiti fungine acute fulminanti sono caratterizza-te da invasione mucosa e necrosi vascolare e ossea conrapida estensione delle lesioni verso le regioni perisi-nusali (orbita, cavità cranica). Queste forme richiedo-no un trattamento aggressivo con farmaci antifungini(amfotericina B) ed hanno una prognosi infausta conuna mortalità compresa tra il 20 e l’80%.

Un quadro caratteristico di infezione fungina è da-to dalla cosiddetta palla fungina o micetoma, forma noninvasiva di localizzazione aspergillare nel paziente im-munocompetente, con coivolgimento in genere limita-to ad un seno (soprattutto il seno mascellare). La dia-gnostica per immagini (TC) è in genere evocativa per lapresenza di un’opacità unilaterale di una o più cavità pa-ranasali nel cui contesto è evidenziabile una iperdensitàcaratteristica. La terapia è puramente chirurgica.

Rimane ancora controversa la definizione di rino-sinusite fungina allergica, entità nosologica assimilabi-le alle forme polmonari allergiche da Aspergillus chedeve essere sospettata in un quadro di poliposi nasosi-nusale recidivante, asma, ipereosinofilia e aumentodelle IgE. I test epicutanei o la ricerca delle precipiti-ne sieriche verso gli antigeni aspergillari possono indi-rizzare la diagnosi. Il trattamento è basato sulla tera-pia cortisonica sistemica (6).

Complicanze delle infezioni dei seni paranasali

Per la loro posizione anatomica e i rapporti che iseni paranasali contraggono con le strutture circostan-ti (orbità, cavità cranica), le rinosinusiti richiedono untrattamento aggressivo per evitare l’insorgenza dicomplicanze anche molto gravi; i seni coinvolti piùfrequentemente nello sviluppo di complicanze sono iseni frontale e sfenoidale. Nella popolazione pediatri-ca le forme di sinusite acuta sono più frequentementeresponsabili di complicanze intracraniche, che nell’a-dulto sono soprattutto secondarie a forme croniche.

Le complicanze dei processi infettivi sinusali so-no in genere secondarie ad una estensione per conti-guità (mediante un processo osteitico e successiva-mente un’osteomielite) o a tromboflebiti infettive del-le vene diploiche o di uno o più collegamenti venositra le vene sinusali e quelle della dura madre (mecca-nismo di continuità).

I fattori predisponenti sono rappresentati dal dia-bete mellito, da aplasia midollare chemioindotta eAIDS, soprattutto nei casi di aspergillosi sinusale; ledeiscenze ossee congenite o acquisite (ad es. dopotraumi o chirurgia dei seni paranasali) rappresentanouna facile porta d’ingresso per i patogeni a livello en-docranico.

L’estensione del processo infiammatorio sinusalepuò coinvolgere le strutture ossee circostanti, la cavitàorbitaria e le strutture endocraniche.

OsteomieliteLe lesioni ossee secondarie a un focolaio infettivo

sinusale sono rare e colpiscono più frequentemente l’a-rea del seno frontale dove possono coinvolgere il tavo-lato esterno o il tavolato interno del cranio determi-nando rispettivamente un ascesso sottoperiosteo (tu-more di Pott) o un ascesso epidurale che può successi-vamente coinvolgere gli spazi e le strutture endocrani-che. La sintomatologia associata allo sviluppo di unascesso epidurale è tipicamente insidiosa, caratterizza-ta da un periodo prolungato di sintomi poco specifici,finchè non si determina elevazione della pressione in-tracranica o coinvolgimento degli spazi subdurali

Complicanze meningoencefalicheLe complicanze endocraniche riscontrate sono

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7Le rinosinusiti

costituite in ordine decrescente di frequenza dagli em-piemi subdurali, dalla meningite, dagli ascessi cerebra-li e dalla trombosi del seno cavernoso. Il corredo sin-tomatologico è quello di aumentata pressione endo-cranica (cefalea, vomito a getto, bradicardia, papilla dastasi) associato a reazione meningea con progressivaalterazione dello stato di coscienza.

Complicanze orbitarieIl coinvolgimento della cavità orbitaria è in ge-

nere secondario all’esteriorizzazione di forme acuteetmoidali, specialmente nel bambino; anche le formedi sinusite acuta sfenoidale possono essere associate ainteressamento del seno cavernoso e delle strutturecontigue. I diversi stadi anatomoclinici delle compli-canze orbitarie sono stati descritti da Chandler (7):• Stadio I (cellulite presettale); la flogosi è limitata al

compartimento palpebrale anteriore e si manifestacon edema palpebrale, senza esoftalmo né disturbidell’oculomozione.

• Stadio II (cellulite orbitaria): l’edema infiammato-rio coinvolge il tessuto adiposo dell’orbita determi-nando esoftalmo.

• Stadio III (ascesso sottoperiosteo): caratterizzato daesoftalmo e oftalmoplegia parziale dovuto alla for-mazione di un ascesso a livello della parete medialedell’orbita.

• Stadio IV (ascesso orbitario): la formazione di unascesso orbitario determina esoftalmo doloroso, of-talmoplegia, diminuzione dell’acuità visiva.

• Stadio V (trombosi del seno cavernoso): il coinvol-gimeno del seno cavernoso determina cecità, oftal-moplegia, reazione meningea e alterazione dellostato generale.

La presenza di un interessamento orbitario im-pone la ricerca di un coinvolgimento endocranico.

La diagnosi delle complicanze delle infezioni si-nusali si basa sull’esame clinico e strumentale (TCcon mezzo di contrasto, RM); la presenza di segnineurologici alla presentazione è un fattore prognosti-co negativo sia ai fini della sopravvivenza che delle se-quele. La terapia impone un trattamento antibioticoparenterale prolungato e in associazione (cefalospori-ne di terza generazione, vancomicina, metronidazolo)associato al drenaggio chirurgico del focolaio sinusa-

le. La mortalità delle complicanze intracraniche ri-mane alta nonostante i progressi terapeutici e dell’i-maging (10%), mentre la frequenza delle sequele neu-rologiche si attesta intorno al 15% (8).

Terapia delle rinosinusiti

La terapia di base delle forme acute di rinosinu-site e delle sinusiti croniche riacutizzate è costituitadalla somministrazione di antibiotici. Le forme di si-nusiti acute frontale e sfenoidale possono richiedereuna terapia parenterale in regime di ricovero per il ri-schio intrinseco di complicanze. Le forme mascellariodontogene richiedono la bonifica dentaria al fine dievitare recidive o cronicizzazione.

La terapia antibiotica di scelta delle rinosinusitiacute e delle riacutizzazioni in un contesto di sinusitecronica è basata sull’uso di farmaci beta lattamici, fluo-rochinoloni e macrolidi. Nel paziente non trattato inprecedenza è indicato come prima linea terapeutical’uso di amoxicillina-acido clavulanico, cefalosporineorali e macrolidi di seconda generazione. Il cefprozil èuna cefalosporina orale che colpisce i patogeni più fre-quentemente responsabili delle patologie rinosinusalied ha dimostrato una efficacia e una tollerabilità para-gonabili a quella della combinazione amoxicillina-aci-do clavulanico (9). Nel paziente con sintomatologiamoderata o che non risponde alla terapia medica sonoinvece indicati i fluorochinoloni “respiratori” come lalevofloxacina o la moxifloxacina (4).

Oltre alla somministrazione di antibiotici è ne-cessaria una terapia medica di supporto che favoriscail drenaggio delle secrezioni e il ripristino della clea-rance ciliare. L’azione meccanica del lavaggio nasalecon soluzione salina iso- o ipertonica permette la de-tersione della mucosa nasale da residui di secrezionie particelle irritanti, allergeni o patogeni. I deconge-stionanti nasali per uso topico (come l’oximetazioli-na o la pseudoefedrina) hanno un ruolo nel favorirela vasocostrizione e la riduzione dell’edema, soprat-tutto a livello degli osti sinusali con miglioramentodella sintomatologia ostruttiva nasale, ma il loro im-piego deve essere limitato nel tempo (1 settimana)per evitare l’insorgenza di forme ipertrofiche di rini-te (rinite medicamentosa). La terapia cortisonica si-

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8 E. Pasanisi, V. Vincenti, F. Di Lella, A. Bacciu, S. Bacciu

stemica viene somministrata nelle forme acute ipe-ralgiche e nelle forme caratterizzate da un edema in-tenso; meno chiaro è il beneficio in caso di compli-canze. I corticosteroidi topici intranasali come beclo-metasone diproprionato hanno invece un beneficiodimostrato soprattutto nelle forme croniche, agendodirettamente sulle cellule infiammatorie e riducendola sensibilità dei recettori colinergici nasali (10). Nel-le forme acute un breve ciclo di terapia antinfiamma-toria sistemica permette in genere il controllo ade-guato della sintomatologia algica associata: da questopunto di vista ketoprofene sale di lisina ha dimostra-to un ottimale rapporto costo-beneficio (11). Infinel’uso di fluidificanti mucolitici e mucoregolatori qua-li carbocisteina sale di lisina, è indicato sia negli epi-sodi acuti che nelle forme croniche per favorire, in-sieme all’azione meccanica degli spray salini, il ripri-stino di una corretta fisiologia della mucosa (12).

Le forme croniche sintomatiche di rinosinusitepossono essere trattate chirurgicamente, ripristinan-do per via endoscopica la pervietà del complessoostio-meatale e correggendo eventuali anomalie ana-tomiche, dopo un adeguato trattamento antibiotico ecorticosteroideo sistemico al fine di ridurre l’edema ela superinfezione.

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Indirizzo per la corrispondenza:Dr. Enrico PasanisiE-mail: [email protected]

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Il trattamento delle riniti con corticosteroidi intranasaliFederico CioniRedazione Scientifica Mattioli 1885

Abstract. The intranasal corticosteroids represent one of the most efficient and better tolerated treatmentsof allergic rhinitis. Aim of this study is to evaluate the efficacy of intranasal inhalation of beclomethasonedipropionate in allergic rhinitis, in non-allergic eosinophilic rhinitis (NARES) and in allergic rhinitis as-sociated with bronchial asthma. 36 patients have been treated (8 suffering from NARES, 11 from aller-gic rhinitis, 9 from allergic rhinitis associated with asthma). During 20 days, all subjects have been treat-ed with beclomethasone dipropionate by intranasal inhalation, 800 microgrammes/die dose, in two ad-ministrations. The subjects have been examined and underwent cutaneous allergic tests, rhinocytogrammeand study of the ciliary beating before and after the treatment. The study results confirm that be-clomethasone dipropionate for intranasal inhalation is efficient in reducing the symptoms of allergicrhinitis both seasonal and non-seasonal, in reducing the number of eosinophils in nasal secretions n pro-moting an improvemet of the mucociliary clearence. The treatment was well tolerated and no patient did-n’t show side effects.

Key words: Allergic rhinitis, non-allergic eosinophilic rhinitis, allergic rhinitis related to bronchial asth-ma, beclomethasone dipropionate, inhalation therapy

Riassunto. I corticosteriodi intranasali rappresentano uno dei trattamenti della rinite allergica più efficacie meglio tollerati. Scopo di questo studio è valutare l’efficacia del trattamento aerosolico intranasale conbeclometasone dipropionato nella rinite allergica, nella rinite eosinofila non allergica (NARES) e nella ri-nite allergica associata ad asma bronchiale. Sono stati arruolati 36 pazienti (8 affetti da NARES, 11 da ri-nite allergica, 9 da rinite allergica associata ad asma bronchiale). Tutti i soggetti sono stati trattati con be-clometasone dipropionato per via aerosolica intranasale per 20 giorni alla dose di 800 microgrammi/die,in due somministrazioni. I soggetti sono stati sottoposti a visita, test allergologici cutanei, rinocitogram-ma e studio del battito ciliare prima e dopo il trattamento. I risultati dello studio confermano che il be-clometasone diproprionato per via aerosolica intranasale è efficace nel ridurre i sintomi della rinite aller-gica di tipo stagionale e non, nel ridurre il numero di eosinofili nelle secrezioni nasali ed infine nel pro-muovere un miglioramento della clearance mucociliare. Il trattamento è apparso ben tollerato e nessun pa-ziente ha manifestato effetti collaterali.

Parole chiave: Rinite allergica, rinite eosinofila non allergica, rinite allergica associata ad asma bronchia-le, beclometasone dipropionato, aerosol

R A S S E G N A

ACTA BIOMED 2007; 78; Quaderno di Otorinolaringoiatria III: 9-12 © Mattioli 1885

Tratto da GIMT 2001; 3: 209-15“Efficacia del beclometasone dipropionato per via aerosolica intranasale nel trattamento delle riniti”G. Piatti, U. Ambrosetti, F. Blasi, S. Centanni, V. Valenti

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10 F. Cioni

Il trattamento della rinite allergica sia stagionaleche perenne con corticosteroidi intranasali é fra i piùefficaci e meglio tollerati. Organo bersaglio di questaclasse di presidi è la mucosa nasale su cui hanno un ef-fetto diretto. Diminuiscono i sintomi allergici senzagli effetti collaterali di numerosi antiistaminici orali,eliminano la necessità di ricorrere a vasocostrittori eriducono l’infiammazione, caratteristica preminentedella rinite allergica.

Scopo di questo studio è valutare l’efficacia deltrattamento aerosolico intranasale con beclometasonedipropionato nella rinite allergica, nella rinite eosinofi-la non allergica (NARES) e nella rinite allergica asso-ciata ad asma bronchiale. Sono stati arruolati 36 pa-zienti (8 affetti da NARES, 11 da rinite allergica, 9 darinite allergica associata ad asma bronchiale). Tutti isoggetti sono stati trattati con beclometasone dipropio-nato per via aerosolica intranasale per 20 giorni alla do-se di 800 microgrammi/die, in due somministrazioni. Isoggetti sono stati sottoposti a visita, test allergologicicutanei, rinocitogramma e studio del battito ciliare pri-ma e dopo il trattamento. I risultati dello studio confer-mano che il beclometasone diproprionato per via aero-solica intranasale è efficace nel ridurre i sintomi della ri-nite allergica di tipo stagionale e non, nel ridurre il nu-mero di eosinofili nelle secrezioni nasali ed infine nelpromuovere un miglioramento della clearance mucoci-liare. Il trattamento è apparso ben tollerato e nessun pa-ziente ha manifestato effetti collaterali.

Sul piano fisiopatalogico il razionale dell’approc-cio terapeutico con i corticosteroidi intranasali, quali ilbeclometasone dipropionato è costituito dalla presen-za di un processo infiammatorio a livello della muco-sa nasale.

I corticosteroidi topici diminuiscono notevolmen-te il numero di basofili, eosinofili e mastcellule dellamucosa nasale, riducendo così segni e sintomi qualistarnutazione, congestione nasale e prurito. La riduzio-ne di questi sintomi può essere utilizzata come markersper valutare l’efficacia della terapia nasale. La letteratu-ra sull’argomento è molto ricca: citiamo fra i molti di-sponibli un interessante studio disegnato con l’obiettivodi valutare l’efficacia del trattamento aerosolico intrana-sale con beclometasone dipropionato nella rinite aller-gica, nella NARES (rinite eosinofila non allergica) enella rinite allergica associata ad asma bronchiale.

Pazienti e metodi

Studio osservazionale condotto in aperto su 32pazienti (17 F, 15 M) di età compresa tra 16 e 66 an-ni); 4 soggetti (3M, 1F) non hanno portato a terminelo studio.

I 28 soggetti che hanno completato lo studio so-no così suddivisi:- 8 presentavano una NARES (gruppo A);- 11 soffrivano di rinite allergica (gruppo B);- 9 di rinite allergica associata ad asma bronchiale

(gruppo C).Tutti i soggetti sono stati sottoposti a visita inizia-

le durante la quale sono stati effettuati test allergologicicutanei ed è stata valutata la sintomatologia riferita allasettimana precedente la visita, dopo di che sono statitrattati con beclometasone dipropionato per via aeroso-lica intranasale per 20 giorni alla dose di 800 mg al gior-no suddivisa in due somministrazioni giornaliere.

I parametri di efficacia e tollerabilità sono stativalutati a inizio e fine studio, salvo lo score sintomato-logico medio che è stato valutato in termini di mediasettimanale (confronto fra la settimana prima dellostudio e l’ultima di trattamento).

Criteri di inclusione• storia di rinite da almeno due anni• sospensione da almeno due settimane di eventuale

terapia con cromoni e da almeno un mese di even-tuale trattamento con corticosteroidi topici o siste-mici, antistaminici e decongestionanti

Criteri di esclusione• assunzione di farmaci per via orale o inalatoria nel

mese precedente• precedentemente trattatamento con ITS• presenza di polipi nasali, deviazione nasale significa-

tiva o sinusite• necessità di somministrazione durante lo studio di

farmaci che possano influenzare la sintomatologiaquali cromoni, (sospensione almeno due settimaneprima), corticosteroidi topici o sistemici (sospensio-ne almeno un mese prima), antistaminici e deconge-stionanti

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11Il trattamento delle riniti con corticosteroidi intranasali

Parametri di efficacia• rinocitogramma• studio del battito ciliare prima e dopo il trattamento• variazione dei sintomi nasali (rinorrea, sternuti e

prurito, congestione nasale), toracici (tosse e sibili) eoculari (congestione e prurito)

Risultati

• Il numero e l’entità dei sintomi nasali dopo tratta-mento con beclometasone è stato significativamentepiù basso (p<0.05) in tutti e tre i gruppi trattati (Fig.1) senza particolari differenze tra un gruppo e l’altro;

• lo striscio nasale colorato è risultato valutabile nel

Figura 2. Effetti del beclometasone sulla cellularità delle se-crezioni nasali

Figura 3. Effetti del beclometasone sulla frequenza del batticociliare (* p<0.05)

Figura 4. Striscio nasale di un paziente prima e dopo terapiacon beclometasone

Figura 1. Effetti del beclometasone sulla sintomatologia

10

9

8

7

6

5

4

3

2

1

0

A

BC

AB

C

p < 0.05

p < 0.05

p < 0.05

gruppi di studio

Scor

em

edio

14

12

10

8

6

4

2

0pre-trattamento

num

ero

med

iodi

cellu

le(p

erca

mpo

)

post-trattamento

eosinofili

neutrofili

12

10

8

6

4

2

0A

CBF

(Hz)

B C A B C

gruppi di studio

* **

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12 F. Cioni

96% dei casi. Prima del trattamento il numero me-dio di eosinofili per campo era 10.37 ± 3.25 (range6-15) nel gruppo A, 9.78 ±4.24 (range 4-15) nelgruppo B e 8.50 ± 2.14 (range 5-12) nel gruppo C;il numero medio dopo il trattamento è stato: 3.75 ±2.12 nel gruppo A, 3.56 ± 2.51 nel gruppo B e 4.00± 1.66 nel gruppo C. La significatività di tale inibi-zione risultava assai elevata (p=0.000) in tutti e 3 igruppi. Al contrario, dopo il trattamento non si èavuta variazione del numero di neutrofili, laddovepresenti precedentemente (p=0.386, t=-0.93). Il gra-fico della figura 2 riporta l’effetto del trattamentocon beclometasone sulla cellularità rilevata nelle se-crezioni nasali. Tale effetto è stato valutato comples-sivamente per i tre gruppi di studio;

• la frequenza media del battito ciliare nei tre gruppi èmigliorata dopo terapia con beclometasone: il valo-re medio di CBF era 9.05 ± 1.62 Hz nel gruppo A,8.72 ± 1.46 Hz nel gruppo B e 7.89 ± 1.37 Hz nelgruppo C. La rappresentazione grafica relativa allostudio del battito ciliare è mostrata in figura 3. Talemiglioramento è risultato significativo (p=0.02, t=-2.91 nel gruppo A, p=0.02, t=-2.73 nel gruppo B ep=0.04, t=-2.89 nel gruppo C).

I risultati di questo studio dimostrano che l’uti-lizzo del beclometasone per via aerosolica intranasaleè efficace nel ridurre i sintomi della rinite allergica, siadi tipo stagionale che non, nel ridurre il numero di eo-sinofili nelle secrezioni nasali e infine nel promuovereun miglioramento della clearance mucociliare (Fig. 4).

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Indirizzo per la corrispondenza:Dr. Federico CioniE-mail: [email protected]

03 - Cioni 7-06-2007 16:34 Pagina 12

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Introduzione

I mucoceli dei seni paranasali sono formazionipeudocicstiche ripiene di muco originate dall’ostru-zione degli osti naturali delle cavità che le contengo-no. Presentano un rivestimento costruito da epiteliorespiratorio pseudo-stratificato e cellule mucipare (1,2). Possono essere causati dalla presenza di variantianatomiche, in conseguenza di reazioni allergiche,traumi, sinusite cronica, osteomi, neoplasie o comecomplicanze di procedure chirurgiche endoscopiche(1, 3-6). La continua secrezione ed accumulazione di

muco provoca l’espansione del mucocele con conse-guente atrofia ed erosione dell’osso circostante edespansione verso le zone di minore resistenza.

La contaminazione batterica del mucocele dà ori-gine al mucopiocele che presenta potenzialità invasiveancora più marcate e può causare complicanze endo-craniche potenzialmente fatali quali meningite, me-ningoencefalite, empieva sottodurale, pneumocefalo,ascesso cerebrale o fistola liquorale.

Lo studio di immagine prevede come metodica dielezione la TC. Questa mostra un’immagine isodensae omogenea, con margini definiti, perdita del normale

Mucopiocele frontale esteso alla fossa cranica anteriorecome complicanza di polipotomia endoscopica rinosinusaleFranco Barbieri, Francesco Fiorino, Roberto AdamiUnità Operativa di Otorinolaringoiatria, Ospedale Civile Maggiore, Azienda Ospedaliera di Verona

Abstract. Mucoceles are benign lesions, covered by pseudostratified epithelium, that affect paranasal sinus-es. Most of them occur in the frontal sinus (60%). They develop following obstruction of the drainage ostia,growing slowly within the sinuses, eventually eroding adjacent bone structures. Mucocele can also becomeinfected (pyocele) and may cause intracranial and orbital complications. In the present case, the pyocele inthe left frontal sinus extended into the anterior cranial fossa and into the left orbit. A male patient aged 33years with a history of nasal allergy and endoscopic sinus surgery due to nasal polyposis, was successfully op-erated in our department using a combined endoscopic and bicoronal-transbasal approach. The frontal sinuswas cranialized and the duct obliterated using a galea-pericranial flap.

Key words: Mucopyiocele, endoscopic sinus sugery, frontal sinus cranialization

Riassunto. I mucoceli sono lesioni benigne dei seni paranasali, delimitate da epitelio pseudostratificato. Lamaggior parte di essi si osservano a carico del seno frontale (60%), si sviluppano in seguito all’estrusione deldotto di drenaggio e crescono lentamente all’interno dei seni per poi erodere le strutture ossee adiacenti. Ilmucocele può infettarsi e dare origine a un mucopiocele con possibili complicanze intracraniche ed orbita-rie. Nel presente caso un mucopiocele del seno frontale di sinistra, si estendeva a livello della fossa cranicaanteriore e dell’orbita omolaterale. Il paziente, un maschio di anni 33, allergico, era stato operato di polipo-tomia nasale endoscopica ed è stato da noi sottoposto con successo a rimozione del mucopiocele per via com-binata endoscopica ed esterna mediante approccio bicoronale-transbasale. Il seno frontale è stato cranializ-zato e il dotto obliterato con lembo di gale pericranio.

Parole chiave: Mucopiocele, chirurgia endoscopica rinosinusale, cranializzazione del seno frontale

C A S O C L I N I C O

ACTA BIOMED 2007; 78; Quaderno di Otorinolaringoiatria III: 18-23 © Mattioli 1885

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contorno sinusale da osteolisi delle pareti, spesso asso-ciata a sclerosi marginale. Se non infetta, la lesionenon subisce enhancement dopo somministrazione dimezzo di contrasto (7). La RMN viene riservata alleforme complicate o con erosione ossea, al fine di prov-vedere ad una diagnosi differenziale con le forme soli-de neoplastiche. La tipica immagine è un’area ipoin-tensa in T1 con enhancement periferico dopo sommi-nistrazione di contrasto, ed iperintensa in T2; tuttavia,varie combinazioni di intensità di segnale possono ri-scontrarsi in relazione al contenuto ematico e idrico(8).

In genere il mucocele è monolaterale e le sedi diorigine più comuni sono rappresentate dal seno fron-tale (60%) e dalle cellule etmoidali sopraorbitarie. Latabella 1 mostra la classificazione dei mucoceli fronta-li secondo Har-El (9).

L’elevata frequenza del mucocele frontale dipen-de dalle caratteristiche del dotto naso-frontale, piùstretto e lungo e meno agevolmente accessibile rispet-to a quello degli altri seni paranasali, e quindi più fa-cilmente soggetto a stenosi ostruttive.

L’espansione del mucocele frontale può causarel’invasione dell’orbita, dei seni paranasali adiacenti,della cavità nasale, del cranio e esteriorizzarsi anterior-mente al di sotto della cute.

I sintomi di esordio più comuni sono costituitidalla cefalea e da alterazioni oculari, quali la diplopia el’edema palpebrale. L’esoftalmo è il segno più comune(83%) seguito dalla diplopia (45%) (10).

Tradizionalmente i mucoceli frontali vengonotrattati attraverso procedure esterne obliterative o concranalizzazione del seno (11, 12). In alternativa, più

recentemente, è stata proposta la via endoscopia tran-snasale mediante etmoidectomia anteriore e marsu-pializzazione della lesione.

Nei casi in cui sia presente una localizzazione la-terale, la presenza di polipi all’interno del seno fronta-le o la presenza di complicanze intracraniche, sono at-tualmente ancora valide le procedure esterne possibil-mente combinate all’approccio endoscopico nasale.L’approccio craniotomico bicoronale-transbasale, as-sociato a chirurgia endoscopica naso-etmoidale, è sta-to recentemente utilizzato in un caso giunto alla no-stra osservazione e che qui presentiamo.

Caso clinico

C.S., maschio di anni 33, affetto da poliposi na-sale di natura allergica, era stato trattato nel novembredel 2005 di polipotomia nasale per via endoscopicapresso altra istituzione. Dopo circa quattro mesi com-pariva una tumefazione a livello della regione orbito-frontale di sinistra associata a cefalea frontale. Nel cor-so dei mesi successivi il quadro clinico peggiorava pro-gressivamente e si manifestava diplopia nello sguardoverso l’alto.

Il paziente perveniva alla nostra osservazione e ri-coverato il 9 gennaio del 2007. Si presentava con cefa-lea, diplopia, rinorrea purulenta e normale temperatu-ra corporea. La mobilità oculare risultava ridotta a si-nistra, le pupille erano simmetricamente reattive e nonsi osservavano alterazioni a carico della acuità visiva.La TC del massiccio facciale e del basicranio eviden-ziava un quadro di pansinusite con le cavità etmoido-nasali occupate da materiale ipodenso riferibile a reci-diva di poliposi e il seno frontale di sinistra occupatoda formazione erosiva delle pareti anteriore e posterio-re e inferiore, estesa in regione intracranica extradura-le frontobasale omolaterale, e in regione orbitarla sini-stra con compressione verso il basso del bulbo oculare(Figg. 1, 2).

La RMN encefalica e del massiccio facciale ese-guita il giorno seguente evidenziava la presenza di po-liposi pansinusale e di mucocele frontale sinistro consoluzione di continuo sia del tavolato interno che deltavolato esterno; la formazione si estendeva a livellodel quadrante postero-superiore dell’orbita di sinistra,

19Mucopiocele frontale esteso alla fossa cranica anteriore

Tabella 1. Classificazione dei mucoceli frontali

Tipo 1 Limitato al seno frontale, con o senza estensione orbitaria

Tipo 2 Mucocele fronto-etmoidale, con o senza estensioneorbitaria

Tipo 3 Erosione della parete posteriore del senoa) estensione intracranica assente o minimab) estensione intracranica

Tipo 4 Erosione della parete anteriore del senoTipo 5 Erosione delle pareti anteriore e posteriore del seno

a) estensione intracranica assente o minimab) estensione intracranica

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20 F. Barbieri, F. Fiorino, R. Adami

con compressione extra-conica sul muscolo retto supe-riore e sull’elevatore della palpebra; la formazione e ladura madre adiacente subivano accentuazione di con-trasto paramagnetico (Figg. 3, 4).

Il consulente infettivologo poneva l’indicazione altrattamento antibiotico con vancomicina (500 mgogni 6 ore), meropenem (2 gr ogni 8 ore) e metroni-dazolo (500 mg gni 6 ore).

Figura 1. TC preoperatoria, proiezione coronale. Le fosse na-sali e i seni frontali sono occupati da materiale ipodenso. Si puòapprezzare deiscenza della parete postero-superiore del senofrontale di sinistra e della parete antero-inferiore costituente iltetto orbitario

Figura 2. TC preoperatoria, proiezione assiale. Erosione dellepareti anteriore e posteriore del seno frontale di sinistra

Figura 3. RMN in proiezione assiale (T1) dopo somministra-zione di materiale paramagnetico. Si osservi la formazione delseno frontale di sinistra, contornata antero-medialmente da or-letto iperintenso, con estensione vero la fossa cranica anterioree la cavità orbitaria

Figura 4. La RMN in coronale (T2) permette di apprezzarecon maggiore chiarezza l’invasione orbitaria

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21Mucopiocele frontale esteso alla fossa cranica anteriore

Il paziente veniva operato in data 19 gennaio2007, in collaborazione con lo specialista neurochirur-go, attraverso un approccio combinato endoscopicoendonasale ed esterno mediante crniotomia bifrontaletransbasale.

Si effettuava una revisione di etmoidecomia tota-le bilaterale, con rimozione delle formazioni polipoidietmoido-sinusali recidivate. Il recesso frontale di sini-stra appariva marcatamente stenotico per la presenzadi formazioni polipoidi, edema mucoso e reazione fi-brosa cicatriziale.

Si procedeva quindi alla realizzazione dell’inci-sione bicoronale che si estendeva da ciascuna regionepre-tragale a livello dell’arco zigomatico. Il lembo cu-taneo veniva quindi scollato e ribaltato in basso. Si in-cideva il pericranio in alto e si scollava un ampio lem-bo di galea-pericranio dal piano osseo fino al marginesovraorbitario lungo un piano subperiosteo. Si proce-deva quindi alla preparazione del piano osseo median-te allestimento di fori (Fig. 5) che venivano collegatimediante craniotomo sezionando lungo la porzioneanteriore del tetto orbitario. Dopo la rimozione dellembo osseo, si esponeva la formazione cistica che pre-sentava contenuto purulento (mucopiocele) e si proce-deva alla sua exeresi assieme al tessuto flogistico circo-stante. La parete del mucopiocele veniva scollata contecnica mucrochirurgica dalla dura madre che risulta-va integra. La porzione residua della parete posterioredel seno frontale veniva rimossa assieme al tessuto

mucoso del seno. Analogamente, veniva accuratamen-te rimossa la mucosa della porzione di dotto nasofrontale accessibile dalla cavità cranica. Il lembo di ga-lea-pericranio veniva quindi ribaltato posteriormentecoprendo il dotto naso-frontale in modo da separarlodalla cavità cranica (Fig. 6). Si procedeva quindi al ri-posizionamento del flap osseo, fissato con placche eviti in titanio, e alla sutura della cute.

Il decorso postoperatorio era regolare, con rapidarisoluzione della diplopia e della cefalea. Una TC ese-guita tre giorni dopo l’intervento documentava la de-tersione delle strutture etmoidali e dell’infiltrazioneflogistica endocranica (Fig. 7). Il paziente veniva di-messo in data 7 febbraio 2007.

Considerazioni conclusive

La poliposi etmoidale è una patologia di frequen-te riscontro, la cui etiologia è in alcuni casi da addebi-tare ad una rinopatia allergica. Il trattamento attual-mente prevede la rimozione dei polipi associata ad et-moidectomia mediate tecnica endoscopica. La rimo-zione delle formazione polipoidi con la liberazione de-gli osti naturali dei seni paranasali produce in genere il

lembo cutaneo

l

marginesovraorbitario

craniotomia

seno sagittale

vertice

Figura 5. Rappresentazione schematica dell’approccio cranio-tomico bifrontale transbasale

lobo frontale

ostio frontale obliterato

flap digalea-pericranio

flapcutaneo

m

Figura 6. Esclusione del dotto naso-frontale dalla cavità crani-ca mediante lembo di galea-pericranio

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22 F. Barbieri, F. Fiorino, R. Adami

miglioramento o la risoluzione della patologia sinusi-tica cronica associata. Nel caso del dotto naso fronta-le, è buona norma rispettarne il rivestimento mucoso,la cui lesione può causare stensosi cicatriziale ostrutti-va con conseguente insorgenza di mucocele frontale.

Una volta instauratosi, la continua secrezione edaccumulazione di muco provoca l’espansione del mu-cocele con conseguente atrofia ed erosione dell’ossocircostante ed espansione verso le zone di minore resi-stenza. Se il mucocele si spande oltre i limiti di conte-nimento della struttura di origine, la pressione endosi-nusale aumenta e si verifica rimodellamento ed erosio-ne ossea (3). L’erosione compressiva può dare originea significative deformità anatomiche facciali, disturbioculomotori, diplopia e riduzione del visus (4, 13).

I mucoceli fronto-etomoidali possono deformareil tetto orbitario spostando il bulbo oculare infero-late-ralmente. Inoltre possono insorgere complicanze infet-tive quali mucopiocele, cellulite orbitarla, osteomielitee complicanze endocraniche potenzialmente fatali.

I pazienti affetti da mucocele frontale esteso allafossa cranica anteriore in genere non presentano defi-cit neurologici ad eccezione della cefalea. Il mucoceleinfatti si espande lentamente comprimendo aree cere-brali silenti la cui sofferenza non genera sintomi foca-li, a meno che non si instaurino complicanze infettive

o l’espansione provochi ipertensione endocranica (10).Le moderne tecniche videoendoscopiche consen-

tono in genere di trattare con successo le complicanzeflogistiche a carico dei seni paranasali. Nel caso del se-no frontale rimangono tuttora valide anche le tradi-zionali tecniche chirurgiche esterne, quali l’oblitera-zione del seno con lembo ostoplastico. Quando il mu-cocele frontale si espande nella cavità cranica, la pro-cedura osteoplastica diventa più difficoltosa in quantola parete del mucocele tende ad aderire alla dura talo-ra in modo da precludere un completo clivaggio, conconseguente possibile ricorrenza da un lato e il rischiodi ledere la dura e provocare liquorrea dall’altro.

L’approccio bicoronale transbasale con allesti-mento di lembo pericranico è una tecnica usata daglianni ’90 (9, 14-16). Il lembo è sottile, facilmente mal-leabile e rotabile, e la sua utilizzazione non comportaparticolare morbidità a carico della regione donatrice.Consente di isolare gli spazi extradurali intracranicidalle cavità nasali, diminuendo il rischio di ulterioricomplicanze infettive (17). L’approccio esterno ha ilvantaggio di essere diretto consentendo l’esposizionetotale dei seni frontali e la rimozione sotto controllovisivo diretto di tutto il tessuto flogistico. La prognosidi tale tecnica è ottima anche se sono necessari con-trolli a lungo termine (12).

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Figura 7. Immagine TAC postoperatoriache mostra l’avvenutacranializzazione del seno frontale

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23Mucopiocele frontale esteso alla fossa cranica anteriore

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Indirizzo per la corrispondenza:Prof. Franco BarbieriE-mail: [email protected]

1. Qual è la sede di origine più comune del mucoceledei seni paranasali?A. Seno sfenoidaleB. Seno frontaleC. Seno mascellareD. Seni etmoidali

2. L’espansione del mucocele frontale può causarel'invasione delle seguenti strutture:A. OrbitaB. CranioC. Tutte le precedenti

3. Il sintomo di esordio più comune del mucocelefrontale è:A. CefaleaB. DiplopiaC. Edema palpebraleD. Esoftalmo

Risposte corrette:1-B;2-C;3-D

Questionario di autovalutazione

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BibliografiaProgetto ARIA Italia, Gestione della Rinite allergica e del suo impatto sull’asma, Guida tascabile, Edizioni CEPI, AIM Group, Milano, 2001

Trattare con un approccio “STEPWISE”adolescenti ed adulti

DIAGNOSI DI RINITE ALLERGICA(storia +/- SPT o IgE specifiche nel siero)

ALLONTANAMENTO DELL’ALLERGENE

SINTOMI INTERMITTENTI SINTOMI PERSISTENTI

lievi

Non in ordine preferenziale:

• H1 bloccanti orali

• H1 bloccanti intranasali

• e/o decongestionanti

moderati/lieviseveri

nelle riniti persistenti rivedereil paziente dopo 2-4 settimane

se fallimento:step-up

se miglioramento:continuare per 1 mese

SE CONGIUNTIVITE aggiungi:• H1 bloccanti orali• H1 bloccanti intraoculari• cromoni intraoculari• salina

CONSIDERARE L’IMMUNOTERAPIA SPECIFICAIn caso di miglioramento: step-down. In caso di peggioramento: step-up.

moderati/severi

rivedere il pazientedopo 2-4 settimane

miglioratostep down e continuarela terapia per 1 mese

non miglioratorivedere la diagnosirivedere la terapia

indagare infezioni o altre cause

decongestionanteo corticosteroide

orale (a breve termine)

rinorreaaggiungereipratropio

prevalenzadi starnutiaggiungere

H1 bloccanti

aumentarele dosi di

corticosteroidiinalatori

fallimento

consultareil chirurgo

Corticosteroidi intranasali

Non in ordine preferenziale:

• H1 bloccanti orali

• H1 bloccanti intranasali

• e/o decongestionanti

• corticosteroidi intranasali

• (cromoni)

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KeyPoints

ACTA BIO MEDICA

Quaderni di Otorinolaringoiatria

LA GESTIONE DELLA RINITEALLERGICA ALLA LUCE DELLEINDICAZIONI DEL PROGETTOARIA ITALIA

A cura della Redazione Scientifica Mattioli 1885

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La rinite allergica è una patologia cronica adelevata prevalenza caratterizzata da pesantiripercussioni sulla qualità della vita deipazienti affetti e da costi socio-economici digestione, diretti e indiretti, particolarmenteelevati.La dimensione epidemiologica del problema,la sua complessa dimensioneetiopatogenitica e le sue interconnessionicon altre e più gravi patologie dell’apparatorespiratorio (asma in primis) giustificanol’interesse per il problema e la diffusione dinumerose linee guida e consensus reportinternazionali.Uno dei più recenti ed interessanti progettidi revisione metodologica è rappresentatatodal Progetto ARIA (Allergic Rhinitis and itsImpact on Asthma). Nato nel 1999 da unainiziativa del Dipartimento di Malattie nonTrasmissibili, Respiratorie Croniche e Artritidell’OMS, il progetto ARIA ha prodotto undocumento finale che è stato pubblicato nelcorso del 2000; caratteristica saliente delprogetto, alla luce della comorbidità di riniteallergica e asma, era il focus posto sulconcetto “una via aerea, una malattia” esulla necessità di un approccio integratoEBM based al problema della “marciaallegica”, specialmente in età pediatrica.L’anno successivo usciva l’edizione italianadella Guida Tascabile “Gestione della riniteallergica e del suo impatto sull’asma”, checostituisce insieme con slide kits edocumento in extenso dell’OMS uno deglistrumenti del progetto. Il materiale alloradistribuito è oggi disponibile sul sitohttp://www.progetto-aria.it/materiale/guida_tascabile.pdf, a cuirimandiamo chi volesse consultare ildocumento nella sua completezza.In questa sede ci basta evidenziare ladimensione sanitaria globale della riniteallergica, patologia che colpisce dal 10 al25% della popolazione mondiale e che ètutt’ora in rapida crescita.

Figura 1. Considerazioni terapeutiche

La gestione della rinite allergicaalla luce delle indicazioni delProgetto ARIA Italia

Trattamento Rinite stagionale Rinite perenneAdulti Bambini Adulti Bambini

Antistaminici orali A A A A

Antistaminici intranasali A A A A

Corticosteroidi intranasali A A A A

Cromoni intranasali A A A

Antileucotrieni A

ITS sottocutanea A A A A

ITS sublinguale A A A

ITS nasale A A A

Allontanamento D D D D

A: Raccomandazioni basate su studi randomizzati controllati o metanalisiD: Raccomandazioni basate sull’esperienza clinica degli espertiITS: immunoterapia specifica. Per l’ITS sublinguale e nasale: alte dosi di allergene

Tabella 1. “Peso” delle raccomandazioni di trattamento evidence-based delle riniti stagionalie perenni nell’adulto e nel bambino

COSTI

ALLONTANAMENTODELL’ALLERGENE

Sempre, ove possibile

EDUCAZIONEDEL PAZIENTESempre indicata

IMMUNOTERAPIAÈ efficace

Deve essere prescritta dallospecialista

Può alterare il corso naturaledella malattia

TRATTAMENTOFARMACOLOGICO

SicurezzaEfficacia

Facilità di somministrazione

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ACTA BIO MEDICA/Quaderni di Odontoiatria

Sul piano terapeutico i diversi approcci,evidenziati in figura 1, devono sempre tenerein considerazione il cruciale aspetto delrapporto costo-beneficio, inteso in senso nonsolo clinico ma anche farmaeconomico.Le tabelle 1 e 2 evidenziano il ruolo e leindicazioni EBM based dei presidi terapeuticioggi disponibili: è evidente l’importanza deicortisonici intranasali che risultano iltrattamento più efficace, indicato in adulti ebambini sia nella rinite stagionale che inquella perenne.In letteratura esistono numerosi studi diconfronto fra i diversi corticosteroidiutilizzabili per via nasale: uno dei dati chepiù emerge è quello farmacoeconomico chegiustifica in particolare l’adattamento dellelineee guida per la terapia alla realtà deiPaesi in via di sviluppo, dove la gestione delproblema è in larga parte dipendente dalladisponibilità di farmaci.Il razionale della scelta si baserà quindi inquesti casi sia sul livello di efficacia deifarmaci, che sul basso costo esull’inserimento della lista OMS (come è ilcaso di beclometasone).La tabella 3 evidenzia la proposta ditrattamento del Progetto ARIA, nella quale ilruolo del beclometasone intranasale è senzadubbio rilevante a conferma dell’ottimalerapporto costo-beneficio e dell’efficacia dibeclometasone intranasale nel trattamentodella rinite allergica e in generale della“marcia allergica” che dalla rinite conduceverso l’asma.

Starnuti Rinorrea Ostruzione Prurito Sintomioculari

ANTISTAMINICIOrali ++ ++ + +++ ++Intranasali ++ ++ + ++ 0Oculari 0 0 0 0 +++

STEROIDI NASALI +++ +++ +++ ++ 0

CROMONINasali + + + + 0Oculari 0 0 0 0 ++

DECONGESTIONANTINasali 0 0 ++++ 0 0Orali 0 0 + 0 0

ANTICOLINERGICI 0 ++ 0 0 0

ANTILEUCOTRIENI 0 + ++ 0 ++

Modificato da: van Cauwenberge P, Bachert C, Passalacqua G, et al. Consensus statement on thetreatment of allergic rhinithis. European Academy of Allergology and Clinical Immunology. Allergy2000; 55: 116-34

Tabella 2. Effetti della terapia farmacologica sui sintomi

Tabella 3. Trattamento proposto per le riniti da lievi a moderate/severe

• Rinite lieve intermittente: antistaminici orali

• Rinite intermittente moderata/grave: beclometasone nasale (300-400 µg/die). Senecessario, dopo 1 settimana di trattamento, aggiungere antistaminici orali e/o un breveciclo di steroide orale

• Rinite lieve persistente: antistaminici o beclometasone nasale a basse dosi (100-200µg)

• Rinite persistente moderata/severa: beclometasone intranasale (300-400 µg/die). Sei sintomi sono severi, aggiungere un antistaminico e/o un breve ciclo di corticosteroidi oraliall’inizio della terapia

• La strategia di gestione dell’asma nei Paesi in via di sviluppo è descritta nelle linee guidaIUATLD. La disponibilità di steroidi inalatori nei Paesi in via di sviluppo è in genere bassa.Se il paziente può essere trattato per entrambe le patologie, si raccomanda di aggiungereil trattamento della rinite allergica al piano di gestione dell’asma

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