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sint mi numero 34 Dicembre 2013 Liceo Scientifico Niccolò Copernico Prato We'll never forget you, Madiba The measure of love is to love without measure. Victor Hugo Prato si veste di nero: terribile incendio nel macrolotto Una nuova esperienza dal Comenius, "Three Poetic Recipes for Prato" E poi sport, la Kopertina,musica,curiosità e molto, molto altro ancora...

numero Dicembre 2013 Prato sint mi · supplica Dickens affinché possa far ritornare anche per me gli spiriti del Natale, perché forse, ... permesso di vedere una sola persona e

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sint minumero34 Dicembre 2013Liceo ScientificoNiccolò CopernicoPrato

We'll never forget you, Madiba

The measure of love is to love withoutmeasure.Victor Hugo

Prato si veste di nero: terribile incendio nel macrolotto

Una nuova esperienza dal Comenius, "Three Poetic Recipes for Prato"E poi sport, la Kopertina,musica,curiosità e molto, molto altro ancora...

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L’EDITORIALE:Pag.3 di Jessica Ricotta

CRONACA E ATTUALITÀ:Pag.4 Invictus - Silvia MazzeiPag.5 Tutt'altro che abnegazione! - Luisa LiuPag.7 Feste del guadagno - Sara BichicchiPag.8 Se tutti fossero stati a casa loro - Marco Logiudice

Questa generazione.. - Sara Relli

LE RUBRICHE:SPORT:

Pag.9 Mamma li Turchi! - Fabrizio TariconeFILOSOFIA:

Pag.10 Fenomenologia dello spirito (umano) - Angelo MeiQUOTIDIANITÀ:

Pag.12 "Oddio ma quella sembra Belen Rodriguez!" No, ha solo il suo naso -Sara Bichicchi

CURIOSITÀ:Pag.13 Abbronzatissima - Maria Huynh

MUSICA:Pag.14 Inghilterra contro tutti - Tommaso Reggioli

LIBRI/FILM:Pag.15 Tutti in fiamme per l'attesissimo sequel! - Marta Massenzi

COPERNICANEWS:Pag. 15 News from ComeniusPag. 17 Pomeriggi d'attesa - Isabella Giusti

LA VIGNETTA:Pag.19 di Stefano Ciapini

LA KOPERTINA

WAITING CHRISTMAS:Pag. 19 Una fantastica magia - Virginia Gelli

ENIGMISTICA:Pag.20 - 21 Cruciverba - Federico Borrelli

Indice:

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Editoriale

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Caro Babbo Natale,Quest’anno per Natale vorrei... sinceramente, non so nemmeno io cosa vorrei. Mi hai giàriempito di giocattoli, vestiti, amicizie, gioie, entusiasmi, dolori che quest’anno, Jessica Ricottaormai diciassettenne, non sa più cosa chiederti. Ebbene sì, diciassette anni mio caro “signor inrosso”, e proprio perché sono alla soglia della maggiore età, allora forse, una cosa da chiedertianche per quest’anno, ce l’ho: il mio Natale “da bambina” smarrito, perso. Chi l’avrebbe maidetto, io che un tempo ero quella bambina che ogni anno ti lasciava due biscottini la sera dellaVigilia, che tu di solito assaggi prima di risalire per il camino, che io non ho neanche; io che eroquella bambina che la mattina del 25 Dicembre, con un balzo si alzava dal letto, si vestiva inquattro e quattr’otto e senza nemmeno far colazione, correva a vedere se mi avevi lasciato,sotto l’albero, il regalo che tanto desideravo.Ma quest’anno, caro Santa Claus, tutto questo desiderio, tutta questa voglia, non c’è più; anchementre ti scrivo questa lettera mi sento strana, incompleta, avverto un senso di smarrimentoche non riesco a dominare razionalmente.. sarò forse nell’epoca del Barocco? No, sto solocrescendo.Come tu ben sai, io e Peter Pan andavamo a braccetto in centro fino all’anno scorso, ma già apartire dal giugno scorso, ad un certo punto della mia vita, mi è comparso davanti unpasticcino con su scritto “mangiami”, e come Alice, sono cresciuta tutto ad un tratto, di altezzae di “carattere”. Quest’avvenimento, sebbene normale nella vita di un terrestre, per me hasegnato un forte cambiamento.. effettivamente, l’altro giorno, ho visto due capelli bianchi che,tranquillo, non hanno ancora superato il numero dei tuoi, ma non è questo l’importante:questo cambiamento segna la fine della mia epoca delle Fiabe e l’inizio di quella del Lavoro.Quest’anno frequento la classe quarta e sono una dei direttori del fantastico giornalinoscolastico “Sintomi”, che anche questo mese è pieno di ottime tematiche attuali, di curiosità,quotidiane, propone, inoltre, l’inserzione della “Kopertina” curata dal club goliardico dellanostra scuola e di nuovissimi rompicapo (spero di riuscire a fartene arrivare una copia il primapossibile, non temere Santa Claus).Lo so che questo non lo considerai “lavoro”, ma per me è già un buonissimo inizio: attraversoquest’esperienza sto cominciando davvero a comprendere cosa significa assumersi le proprieresponsabilità e rispettare gli orari di lavoro, due valori tipici di un lavoratore medio; è daquest’anno che sto cominciando a sentirmi adulta, matura.E allora, mio caro Babbo Natale, ti prego aiutami, aiutami a ritrovare in me quello spiritonatalizio che si sta svanendo sempre più, che sta sparendo dalla mia vita ogni giorno di più,supplica Dickens affinché possa far ritornare anche per me gli spiriti del Natale, perché forse,anche se ho quasi diciotto anni, una mia mano è sempre attaccata a quella di Peter Pan e l’altraa quella di Geronimo Stilton, e anche perché, adesso, che ho tirato fuori queste parole,rivelando e rivelandomi cosa sono diventata, la mia personalità necessita ancora quel regalo,che spero di trovare sotto l’albero.

tua, JessicaBuone Feste!Buon Natale!

Merry Christmas!Frohe Weihnachten!

Feliz Navidad!Joyeux Noël!

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Invictusdi Silvia Mazzei

Attualità

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It matters not howstrait the gate,

How charged withpunishments the scroll,I am the master of my

fate:I am the captain of my

soul.

Non importa quantostretto sia il passaggio,

Quanto piena dicastighi la vita,

Io sono il padrone delmio destino;

Io sono il capitanodella mia anima.

Il padre della lotta contro la segregazionerazziale in Sud Africa, Nelson Mandela, si èarreso, per la prima ed ultima volta. Eroe dellalotta all'apartheid nel Paese e premio Nobelper la pace nel 1993, è scomparso all'età di 95anni. La sua vita ha ispirato canzoni e film, lasua scomparsa ha commosso il mondo. Su sitiweb, giornali e televisioni sono esplosi gliomaggi in onore del leader, le sue conquiste ele sue parole sono già storia, la sua figura è erimarrà impressa nella memoria. La grandezzadi quest’uomo divenuto simbolo della lottaper la libertà è nota a tutti noi, ma quello chenon dobbiamo dimenticare è ciò che lo haforgiato rendendolo eterno. Madiba, nomecon cui veniva chiamato dall’etnia Xhosa, hatrascorso ventisette anni nella prigione diRobben Island, condannato all’ergastolo dalregime segregazionista bianco. Gli è statopermesso di vedere una sola persona ericevere una sola lettera ogni sei mesi, spessorese illeggibili dalla censura, è stato costrettoal lavoro forzato estenuante: prima a spaccarepietre nel cortile poi, per 13 anni, a scavare inuna cava di calce o raccogliere alghe fra gliscogli. I prigionieri politici lavoravano per ottoore al giorno. Molti di loro si ammalavano ditubercolosi o si rovinavano gli occhi. Mandela,quando uscì di prigione, non poteva piùnemmeno piangere da tanto i suoi occhierano secchi. Ma non ha mai pronunciato laparola vendetta. «Ho combattuto contro ladominazione bianca e contro la dominazionenera», ha detto nel discorso al suo processo

nel 1964. «Ho accarezzato l’ideale di unasocietà democratica e libera in cui tutte lepersone vivano insieme in armonia e con pariopportunità. È un ideale che spero di vivere edi raggiungere. Ma se necessario, è un idealeper cui sono pronto a morire». Una voltaeletto presidente nel 1994 - dopo la sualiberazione e la fine dell'apartheid - ha fattodella riconciliazione, voluta e cercata, il filoconduttore della sua vita. Ci vuole una forzaquasi innaturale per rifuggire la tentazionedella vendetta, per scegliere la via delcompromesso, per stringere la mano alproprio carceriere, per tutelare anche quellaminoranza che ti ha oppresso, nel tentativo dipiegare il tuo spirito ed il tuo corpo. La dignitàesemplare con cui ha vissuto la persecuzionesenza cedimenti e senza mai cadere nellaspirale della ritorsione fa di Nelson Mandela edella sua storia un emblema e un’ereditàmorale per l’umanità intera. Vorrei concludereriportando una parte del discorso in onore diMandela del presidenti degli Stati Uniti BarackObama: “Non è semplice tratteggiare il ricordodi un uomo, di ogni uomo; catturare con leparole non solo i fatti e le date checostituiscono una vita, quanto l’essenza di unapersona, le gioie e i dolori privati; i momenti ele qualità in grado di illuminare l’anima diognuno. Tutto questo è ancora più difficile,quando si tratta di un gigante della storia, unapersona che ha mosso una nazione interaverso la giustizia, animando migliaia dipersone in ogni parte del mondo (…)”. Un

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Tutt'altro che abnegazione!di Luisa Liu

-Siamo incatenati da manette create da noimedesimi e non ci è data alcuna occasione perdivincolarcene... o le occasioni ci sfuggonosenza che ce ne accorgiamo?È un errore sin dal principio. E in principiosiamo creatori, creatori delle nostre sciagure.Fautori di errori. Non è pessimismo, né storico,né cosmico, né generale. È realismo.-Ho pensato che forse sarebbe stato piùcoerente, sempre che esista ancora il concettodi coerenza, lasciare una paginata bianca perrichiamare tutti alla riflessione, al silenziooramai trascurato. Un silenzio trascurato,dimenticato, perché siamo tutti troppoimpegnati a lavorare o a quant'altro. Unsilenzio che potrebbe riordinare l'entropiacosmica a cui il corso della storiainesorabilmente tende.Eppure è proprio questosilenzio che mi turba... Èproprio la scelta migliorequella di rimanere insilenzio, celando in talmodo la verità? ...Lefiamme, il fumo, le urla, ladisperazione, i brandelli divita e di corpo: troppo per far finta di nulla...La verità è che, quando non si trae alcunprofitto nel divulgare un fatto (e, anzi, simette in repentaglio il proprio guadagno), ilsilenzio è la scelta più comoda. Un silenzio checancella le orme del passato. Un silenziodistruttivo. Complice.Così per evitare che l'oblio prendasopravvento un'ennesima volta, ho deciso discrivere, rompendo il silenzio probabilmentesacro in un momento critico come questo. Manon importa: un problema non si risolve con ilsilenzio.La situazione non può continuare così: i mieiconnazionali (come dovrei/potrei chiamarlialtrimenti?) non possono continuare così... a

vivere, a lavorare e a morire così: senza unnome, senza una patria, senza un'identità.Qualcuno sostiene che la condizione dei cinesiin Italia è equiparabile a quella degli ebrei, aloro tempo, in Germania: si trovano frantumatiin fondo a una tazza di latte, trafitti daintolleranti gocce, come biscotti consumati,esterrefatti, logorati da lotte estrenuanticontro il liquido immerso. Schiacciati,frantumati, mescolati, eppure insolubili. Unamiscela non omogenea non è una miscela.Eppure, personalmente, penso che, anche secosì fosse, gli italiani non hanno neppurebisogno di creare lager con docce a gas: icinesi se li creano da soli, rinchiudendosi neicosidetti “Pronto moda”. Una vita segregata infabbriche, capannoni, magazzini, cui struttureigeniche precarie, cui impianti di sicurezza non

sono altro che una farsa difacciata, nient’altro. Un’esistenzalimitata entro i confini dellavoro, all’insegna del lavoro. E lìmuoiono senza lasciare alcunatraccia... come se non fosseromai esistiti. Mai.Eppure tutti sanno tutto, delresto siamo a Prato. Tutti sanno

tutto, eppure nessuno osa/vuole rivelarequello che, del resto, tutti sanno. Non ènell'interesse né dei proprietari delle aziende,né degli impiegati/operai/schiavi (prima chedei padroni, della globalizzazione), né dinessun altro. Neppure di noi consumatori che,grazie alla loro manodopera a bassissimocosto, usufriamo prodotti che altro non sonoche frutto dello sfruttamento. Tutti sannotutto eppure la vera verità rimarrà celata persempre, non emergerà mai. Una di questeverità di cui non sapremo mai nulla, oltre alleidentità degli operai che lavoravano nelcapannone, è proprio il numero di questilavoratori. A conferma di questo, il bilancio deimorti continua a salire con il trascorrere del

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Un proverbio africano recita: “Un leone non muore mai, si addormenta soltanto.” Buon riposoMadiba.

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tempo, quello spietato tempo che hatrasformato i letti all’interno delle fabbrichein bare... del resto chi ci assicura che siano solo7?Un evento tragico che si è trascinato con sèoltre sette vittime. Probabilmente è stato unmozzico di sigaretta mal spento o unabombola malfunzionante o una scintilladovuto allo sfregamento di metalli, ma non neabbiamo certezza. Senza dubbio, però, lapresenza di materiali facilmente infiammabilicome il nylon hanno facilitato la propagazionedell’incendio. Pertanto ci verrebbe dachiedere: “E le strutture di sicurezza?”. Netratta meticolosamente Adele Ratti,studentessa della 3Ds del nostro liceoCopernico, che, con la sua opera “La faccia deliangeli”, ha vinto il concorso sulla sicurezza dellavoro “Come dici sicurezza?”, creato inmemoria delle tre signore cinesi vittime delsottopasso di via Ciulli. Dal racconto emergeprepotentemente la mentalità pragmatica,che inesorabilmete pervade ogni altro ambito.Tuttavia, nonostante il grigiore di fondo, hauna sfumatura rasserenatrice: “in momenticome questi non bisogna piangere, è inutile;le lacrime, come ben si sa, rattristano lepersone che stanno attorno; quindi bisognasorridere sempre, come gli angeli, cosìchiunque ci guardi, riderà a sua volta. Con unsemplice sorriso si potrà donare tantafelicità...”. Sappiamo tutti che si tratta di unabugia, di una menzogna, di un’illusione...eppure forse sarà proprio grazie a questamenzogna che riusciremo a rialzarci...Dunque immergerci nella menzogna è l’unicavia? No, è una delle due vie: l’altra è portarealla luce la vera verità... tuttavia è certamentepiù complicata, intricata, di conseguenzaevitata.Eppure viene spontaneo chiedersi se ci volevaproprio il fumo impregnato di materialetessile e amianto per diradare la nebbia che davent’anni nasconde Prato. A mio parerenemmeno basta. ...Come sosteneva Hegel,conoscendo i fenomeni solo all’interno deicontesti non si approda nella verità “intera”, allimite si perviene ad una verità parziale,settoriale, femenomenica. Solo riconoscendofuori dai contesti si perviene ad una verità

totale, olistica, noumenica. Pertanto sta a noiadoperare la ragione, oltre che all’intelletto, econiugarla con la storia... Ancora una volta,bisogna ammettere che talvolta fenomenicosì evidenti come questi, pur essendo cosìevidenti, tuttavia ci sfuggono. E con questi leoccasioni."Ancora una volta, bisogna ammettere chetalvolta fenomeni così evidenti come questi,pur essendo così evidenti, tuttavia cisfuggono. E con questi le occasioni."

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Feste del guadagnodi Sara Bichicchi

Finalmente sta per arrivare la festa più attesada bambini e ragazzi: il Natale.Per noi studenti porta soprattutto le sospiratevacanze, ma, mai come negli ultimi anni, ilNatale è diventato anche un eventocommerciale.Alla televisione, già da qualche settimana, sisentono pronostici e sondaggi sulla spesamedia degli italiani per regali, addobbi, cenonee quant’altro; si riesumano i dati del 2012 e siconfrontano con le previsioni di quelli diquest’anno. Persino Babbo Natale, simbolo pereccellenza di questa festività, è al centro di unpiccola “favola commerciale” molto diffusa sulweb. In tanti, infatti, credono che fino a menodi un secolo fa il suo abito fosse verde e che siastata la Coca Cola a vestirlo di rosso, perutilizzarlo in una campagna pubblicitaria. Inrealtà le prime immagini di Babbo Natale inrosso risalgono al 1869, in “Santa Claus and hisworks” di Thomas Nast, quindi circacinquant’anni prima delle pubblicitàincriminata, realizzata intorno al 1920.Nonostante non sia difficile trovare su internetuna delle foto di Nast, la versione cheattribuisce alla Coca Cola il “restyling” di BabboNatale, sebbene sia smentita pure su Wikipediae su altri siti, continua a godere di una certapopolarità, dovuta, secondo me, soprattutto alsuo realismo. Oggigiorno siamo così abituati almondo del marketing e alle pubblicità cheutilizzano i testimonial più svariati, che non cisembrerebbe poi così strano se anche il BabboNatale che conosciamo fosse stato reinventatoper un fine meramente commerciale.Purtroppo, spesso gli interessi finanziarisurclassano e a volte addirittura modificano letradizioni, se non sono sufficientementeredditizie. L’esempio più eclatante è quello diHalloween, un’altra festa molto amata daigiovani, che non fa parte del bagaglio culturaleitaliano, ma è stata letteralmente importatadai paesi anglosassoni, non tanto per faredivertire i bambini a chiedere “Dolcetto oscherzetto?”, quanto perché comprende ungiro d’affari non indifferente. Anche restandoin ambito natalizio, basta osservare un po’ piùattentamente i numerosi spot trasmessi alla

televisione per accorgersi che il latopubblicizzato è sempre quello commerciale: simostrano giocattoli, panettoni, ancoragiocattoli e panettoni, sebbene questi nonsiano il vero “cuore” del Natale, o almeno sperodavvero che non lo siano diventati, però sonola parte che porta profitti. Insomma, alla storiadei Magi che, fino a qualche decennio fa, venivaraccontata ai bambini, è subentrata quella delvillaggio di Babbo Natale in Lapponia, di nuovonon tanto per la gioia dei bambini, quanto peraumentare i guadagni: Babbo Natale porta igiocattoli ai bambini e qualcuno dovrà purecomprarli questi giocattoli! Questo, secondome, è il lato peggiore della feste nostrane,perché rimane nascosto sotto l’atmosfera diallegria e gioia tipica delle festività, ma, senzache ce ne rendiamo conto, ogni tradizioneviene passata in rassegna e i suoi profittivalutati; poi, se i risultati non soddisfano leaspettative, si cerca qualche espediente permigliorarli o si “adottano” usanze straniere. Inquesto modo, però, si perde l’identità deisingoli popoli e di questo passo in futuropotremmo anche trovarci a celebrare feste cheper noi non hanno alcun significato, un po’come succede già con Halloween; in questocaso le unici a festeggiare davvero saranno legrandi multinazionali e i loro conti bancari.

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Se tutti fossero stati a casa lorodi Marco Logiudice

Molte volte ho sentito persone dire: “ Se tutti gli immigrati stessero a casa loro, si starebbe moltomeglio e non ci troveremmo in questa situazione di degrado.” Allora stanco di queste frasi privedi logica mi sono detto: “ Se per davvero tutti fossero stati a casa loro, come ci troveremmo?”Premetto che molte delle cose che leggerete, molto probabilmente, sarebbero accaduteugualmente in un modo o nell’altro. Inoltre parlero’ di cose di utilizzo quotidiano, niente di serio,penso che tutti abbiano il diritto di abitare in qualunque parte del mondo anche se non hannofatto niente di speciale per l’umanita’, quindi prendete tutto quello che leggerete con le pinze.Direi di iniziare con tutti coloro che possiedono un terminale Apple ( iPad, iPhone, iPod ,Airbooketc..): ok, questi rimarrebbero senza i loro amati oggetti tecnologici, in quanto Steve Jobssarebbe stato un cittadino Siriano qualunque, proprio come i nonni ed i genitori. Se Levi Straussfosse rimasto in Baviera al posto di andare a New York City, nessuno di noi camminerebbe con deiJeans addosso. Se John Roebling fosse rimasto in Germania, non esisterebbe il ponte di Brooklyne molti altri ponti a sospensione. Se il Tedesco Homer Groening non si fosse sposato,negli StatiUniti, con la Norvegese Margaret Ruth, non sarebbe nato Matt Groening e noi nonconosceremmo ne’ I Simpson ne’ Futurama. LeBron James, Kobe Bryant, Micheal Jordan, HakeemHolajuwon e molti altri non avrebbero mai solcato il parquet dei campi da basket e noi nonavremmo potuto godere delle loro spettacolari abilità. Sul nostro iPod non ci sarebbero I Beatles,Rihanna, 2Pac, i Nirvana ( I Parenti di Kurt Kobain erano di origine scozzese, irlandese e franceseda parte di padre e irlandese, tedesca ed inglese da parte di madre) e molti altri. Se Xiao Longnon fosse nato a San Francisco forse in molti avrebbero continuato a chiamarlo Xiao Long o LiYuen Kam e nessuno lo avrebbe conosciuto come Bruce Lee. Inoltre Mandela sarebbe stato unsud-africano qualunque, Obama non sarebbe neanche nato e, molto probabilmente, neanche io.Con tutto questo, non voglio fare una noiosa lista bensì voglio solo dire che il processo diimmigrazione c’è stato e sempre ci sarà, bisogna solo riuscire a vedere le persone che arrivanonel nostro paese come risorse e non come inutili disperati privi di speranza.

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Questa generazione..di Sara Relli

Ci sono film che, partendo da una storiapersonale, riescono a descrivere un’epoca contutte le sue contraddizioni; qualcuno hatristemente detto che “Giovane e Bella”, il filmda poco uscito del regista francese Ozon,descriva la nostra. “Giovane e bella” è la storiadi una ragazza diciassettenne, Isabelle, che,sotto il falso nome di Lea, si prostituisce. Manon per soldi.Per i soldi, invece, si sono prostituite per mesidue ragazzine a Roma, in un appartamento inviale Parioli. Stupisce che un giro diprostituzione minorile avvenga in uno deiquartieri considerati chic della capitale, unquartiere che durante il regime fascista eradestinato ai gerarchi e ai funzionari statali. Unquartiere importante, dove una madre non siaccorge della figlia che si prostituisce,

pensando che spacci ‘soltanto’, nonostante laragazza torni a casa con montagne di soldi,che poi spende a piacere per Iphone o vestiti.“Noi vogliamo troppo! Per guadagnare tuttiquesti soldi, o spacci o ti prostituisci. Io vogliouna possibilità economica mia: o vado aspaccià la droga o faccio questo”: proprioquesto ha dichiarato la ragazza durante uninterrogatorio.Invece la madre dell’altra ragazzinaquattordicenne era lei a spingere la figlia aprostituirsi “Perché io sto a corto. Dobbiamorecuperà.” La scuola, lo studio, una cultura,tutto questo si può e si deve mettere daparte, perché, fino al punto che la madrestessa minaccia di ritirare la ragazza da scuolase lo studio la distoglie dall’occupazione per leiprincipale.

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Mamma li Turchi!di Fabrizio Taricone

SPORT

Quante volte tortureremo i nostri amicijuventini con questa frase? Probabilmenteall’infinito. La fase a gironi della ChampionsLeague, come sappiamo tutti, si è conclusa. Irisultati delle italiane sono noti: Juve e Napolifuori, Milan dentro. “Il calcio è strano Beppe”,direbbe il buon vecchio Caressa, e chi di noinon l’ha pensato d’altronde dopo queste primesei giornate di Champions? Il Napoli esce dallamaggiore competizione Europea a testa nonalta, altissima. Nel girone di ferro, con Arsenal(Prima in Premier League), Borussia Dortmund(vicecampione d’Europa) e Marsiglia, il Napoliconclude il girone terzo a 12 punti. MAI nessunasquadra nella storia della ormai Ex coppa deicampioni non aveva passato il turno con unpunteggio del genere. Applauditi da tuttal’Europa, speriamo che i partenopeiporteranno onore all’ Italia anche in EuropaLeague, così come la Juventus. La squadra diAntonio Conte è stata eliminata all’83esimominuto di gioco da un goal dell’olandeseSneijder (ex Inter ma che fa godere ancora gliinteristi) ora giocatore dei turchi delGalatasaray. La squadra di Mancini (toh, un altroex interista) si qualifica quindi agli ottavi difinale a discapito della squadra torinese cherivendica però l’inadeguatezza della partita.Infatti dopo essere stata sospesa per grandinela partita è stata rinviata al giorno seguente colcampo in condizioni pietose. Fatto sta che sei

punti non sono bastati alla Juventus, che ora siritroverà a giocare in Europa League, dovepotrà disputare la finale in casa, allo JuventusStadium. Passiamo ora alla “squadra delmomento”: Il Milan. Non si sa come ma lasquadra di Allegri ha passato il turno.Nell’ultima partita del girone contro l’Ajax, unsuper Abbiati e un altrettanto bravo Balotelli(per non parlare del superbo De Sciglio) salvanoil Milan, portando a casa 1 punto necessario perla qualificazione, proprio ai danni della squadraolandese. Molte sono le domande che i tifosi sipongono: Come diavolo hanno fatto? Dovearriveranno? Che reparti devono rafforzare?Chiamate Raz Degan per favore! Questopassaggio del turno, che diventerà il Quartomistero di Fatima, rimarrà negli annuali distoria. Noi ridiamo e scherziamo, ma se tuttociò fosse un subdolo piano di Allegri? E seConstant potesse davvero vincere laChampions? Vi lascio con queste domandeprive di risposta… Almeno per ora…

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Come spiegare la storia di ragazze e ragazzipronti addirittura a partire dalla Puglia perprostituirsi in cambio di una ricarica da ventieuro? Ha veramente dei valori una società incui il possedere, la ricchezza, i vestiti firmati el’apparenza diventano un’ossessione che faperdere la propria dignità?Certo, gli esempi che abbiamo davanti agliocchi ogni giorno sono eloquenti: si compranovoti in cambio di soldi e si rinneganofacilmente le proprie opinioni. “Se mi voti, ti

regalo…” è un qualcosa che si dice o si sentedire abitualmente, quasi a mo’ di scherzo,come un qualcosa di ormai insito nella nostrasocietà, a tutti i livelli, anche a scuola. Stiamoforse raccogliendo i frutti di vent’anni ditelevisione commerciale, pieni di veline estupidi quiz?“Questa generazione non ha nessuna meta daraggiungere” cantano i Jefferson Airplane inuna canzone di tanti anni fa. Quali metedovrebbe raggiungere la nostra società?

Le Rubriche

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Fenomenologia dello spirito (umano)di Angelo Mei

FILOSOFIA

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Premessa necessaria: questo articolo non èche una mia riflessione personale, scritta su unbanco durante un’ora di lezioneparticolarmente produttiva, che nasce dallostudio del filosofo idealista Georg WilhelmHegel. Ergo, se ancora per voi la filosofia non èche Platone, Aristotele e San TommasoD’Aquino, temo troverete non poche difficoltànella comprensione di ciò che state perleggere. Ma non vi preoccupate! Per il mioarticolo, ho soltanto bisogno di definire quellache chiamiamo “triade dialettica”, o, permeglio dire, “triade hegeliana”: altro non è chela legge dello sviluppo dello spirito- per ilfilosofo, idealista, lo spirito è l’essenza dellarealtà, che pervade tutto ciò che esiste-, ilquale, attraverso vari fasi necessarie- omomenti- prende consapevolezza di sé,dipanandosi attraverso le varie determinazionisensibili fino a scoprirsi e realizzarsinell’infinito quale è veramente( Hegel descrivesemplicemente il processo con il quale questospirito scopre se stesso come l’infinito checontempla tutte le determinazioni finite delreale). Chiedete al prof. di filosofia perchiarimenti, non posso divagare tanto! Talelegge si articola in tre momenti: momentopositivo( l’affermazione di un concettoastratto, della “cosa in sé”, si determinaqualcosa differenziandola dalle altre) emomento negativo( ovvero la negazione delpositivo, si definisce il contrario di taleconcetto, si va alla ricerca del suo opposto.)Il terzo momento inveceè………………………………………………………………………………scommetto che leggendo conattenzione riuscirete a scriverlo da soli!!Chiusa questa parentesi, torniamo a questafruttuosa ora di lezione ed agli scritti sulbanco( poi l’ho pulito eh!): mi haparticolarmente colpito questa triadedialettica, con i suoi tre momenti- positivo,negativo e unità degli opposti- ma,soprattutto, la necessità con la quale tutti etre questi momenti devono presentarsi nella

realtà, come fasi di un percorso di ognuno dinoi( Pensiero che, tra l’altro, trovo moltosimile a quello buddista, nel quale ogniindividuo ha delle tappe necessarie dacompiere, se aspira a giungere alla completarealizzazione di sé ed al nirvana.)La mia attenzione si è, infatti, soffermata sulprocesso che ogni individuo vive, dall’infanzia,fino a giungere alla maturità, all’entrata nellasocietà civile ed all’affermazione della propriaindividualità.Momento POSITIVO( tesi): ( nota importante:ritengo che non sia una tendenza necessariadell’uomo il raggiungimento di questi tremomenti: c’è chi “si accontenta” e si fermaprima, come capirete poi) il momento positivodi questo sviluppo che l’uomo affronta è lasocietà. La società intesa come diritto, comeleggi, come le norme che ogni cittadino deverispettare per essere “un buon cittadino”. Ciò,però, tralascia completamente l’individualitàed il carattere personale ed etico insito inognuno di noi. Tale momento, infatti, vede unuomo sorridente che rispetta le leggi, chepaga le tasse ed ha un lavoro rispettabile. Hauna vita tranquilla e agiata. Ma… è un uomo oun automa?! Cosa rimarrebbe di quest uomonel momento in cui fosse privato dello stato?Questo è l’uomo totalmente inquadrato nellasocietà, che accetta perlopiù passivamente larealtà: è un uomo determinato dalla legge,dallo stato e dal suo “bene comune”: è privodella sua voce interiore, ormai ridotta adappendice debosciata. Crede in Dio perchéabituato a crederci, ciò che fa lo fa perché “ègiusto così”, “ha sempre fatto così”, “cosadovrebbe fare altrimenti?”( fate attenzione aqueste frasi, non sono che l’espressionedell’ignoranza di un uomo che ha smesso diascoltare la propria mente, adagiandosi allavita tranquilla che gli viene “dall’alto”). Questoè un uomo che si è fermato, che ha fatto tuttele tappe degli altri e un giorno ha cessato dicrescere. Non è libero, ma crede di esserlo.Momento NEGATIVO( antitesi): badate bene,

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quante persone del genere esistono? Quanti dinoi si fermano alle apparenze, quanti fanno leazioni che fanno tutti, semplicemente perchénon si pongono nessuna domanda? Ed eccoche nasce la ribellione, il momento negativo, lanegazione di tutto ciò che ho scritto prima, lasemplice affermazione di se stessi: nasce dalporsi delle domande. Questo è l’uomo cheurla, che sbraita che “tutto fa schifo”, che “lamafia ha corrotto l’Italia e non c’è speranzaper nessuno”. Questo è l’uomo che ha apertogli occhi, che si sente schiacciato e compressoin un mondo nel quale non è libero di fare ciòche vuole. Vorrebbe la Luna, vorrebbe unmondo migliore- magari-, ma il suo difetto ècozzare con la realtà che gli sta intorno:litigando con la società, con il suo presente,non può certamente sperare di cambiarla,ergo… si lamenta. Questi sono, ad esempio, idecadenti, o i romantici: persone che sitrovarono a vivere in un mondo che sentivanoestraneo alla loro sensibilità, erano gli eredi diuna società ormai decaduta. Si sentironoquindi in dovere di farne le veci,rinchiudendosi nel loro piccolo antro di poesiae rimpianto, di sensazioni rubate ad unpassato già vissuto, piuttosto che accettare larealtà per come era. (Qui, secondo me, c’èl’errore romantico, esasperato dalladisperazione che tormentava i decadenti: ilWerther del Goethe si uccise, come l’Ortis delFoscolo, per l’incapacità di accettare la propriacondizione). Essi sognavano e desideravanocosì ardentemente un mondo migliore, unmondo morto, che si rinchiusero nei propriideali: gli ideali sono fondamentali, ma hannobisogno del contatto con la realtà, questomancava ai romantici e manca all’uomo delmomento negativo. Costui è così ossessionatodall’affermare se stesso che lo fa soltantonegando ciò che non è lui: avete mai assistitoalle discussioni politiche( ma anche alleassemblee di candidatura dei rappresentantid’istituto!), nelle quali candidati di partitiopposti si “scannano”, senza pressoché direniente di concreto, non facendo che ribadirele proprie posizioni differenti, gettandoscandalo e letame su quelle degli altri? (Questi,cari lettori, hanno dimenticato il valoreformativo della politica, che nasce dal

reciproco rispetto e dalla volontà dicollaborazione per migliorare le istituzioni erisolverne gli acciacchi.) Tale momentonegativo è, per finire, la scoperta nell’uomodella sua legge morale: è colui che capisce checiò che pensa ha un valore, non va soppressoper ascoltare l’esterno( vedi uomo delmomento positivo).UNITA’ DEGLI OPPOSTI( “sintesi”): la grandissimanovità introdotta da Hegel è nell’unità degliopposti, ovvero l’affermazione ed ilraggiungimento di una terza verità, che non èil rispetto dello stato, né la sua negazione perascoltare ed affermare se stessi, bensì liinclude entrambi, dando loro un significato edun valore che ben si discostano e si innalzanodalla semplice “sintesi” riassuntiva, con la qualesiamo soliti definire questo momento. Infatti,in questa fase, nell’ultima fase di questa miapersonale triade hegeliana, l’uomo prendecoscienza di se stesso e della sua interiorità,ma realizza anche che deve riuscire adesprimerla non negando lo stato, il momentopositivo( da ricordare il fatto che il momentonegativo è negazione del momento positivo),bensì andando in concomitanza con esso. Inquesto ultimo momento è nello stato, neidiritti, che troviamo la base dell’uomo: quelleche sono le norme e le leggi che tutti devonorispettare- d’altronde, ci troviamo in uno statocivile ed è indispensabile agire nella legalità!Gettate le fondamenta del diritto normativo,l’uomo è in grado di esprimere la propria idea,migliorare se stesso e vivere la propria vitaautonomamente, non disprezzando ciò chetrova di sbagliato, ma piuttosto adoperandosial massimo delle proprie capacità permigliorare le condizioni di vita di tutti.( ancheHegel era di questa posizione, ovvero chel’uomo, agendo e facendo il proprio dovere,partecipa indirettamente allo sviluppo dellostato ed al progresso di tutto il mondo). Unesempio? L’occupazione, come momentonegativo, e l’agorà( che nacque nella nostrascuola qualche annetto fa), come spazio nellalegalità ma anche affermazione della propriaindividualità, se attuato con unapartecipazione attiva( semplicemente, fatedomande alle assemblee!!). L’uomo dell’unitàdegli opposti non soffre, non ha una dualità

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"Oddio ma quella sembra Belen Rodriguez!" No, ha solo il suonaso.di Sara Bichicchi

QUOTIDIANITA'

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provocata dalla profonda separazione trapositivo e negativo, né è vuoto e passivo comepuò essere l’uomo del momento positivo.Partecipa al suo presente nel massimo gradopossibile, che sia presidente del Consiglio osemplice spazzino: è critico, abituato a porsidomande su ciò che gli sta intorno ed in gradodi essere creativo( da ricordare la critica diMarx al capitalismo: poiché all’operaio non èrichiesto spirito critico e gli viene negata lapossibilità di migliorare le proprie condizionidi lavoro, non partecipa alla crescita della suaazienda e serve solo come manodopera. Ciòprovoca in lui alienazione e sofferenza, a lungoandare.)“Sii come un fiore di loto, che sboccia dal

fango di uno stagno, che emana la suabellezza, la sua individualità, con così tantanaturalezza e sincerità da lasciare senza fiato.Riesce a vivere, ogni giorno, senza che nulla lotanga mai veramente, senza che niente riescaa corrompere la sua purezza: è interamentenella vita, ma completamente fuori da essa”.Smettete di preoccuparvi dei compiti, degliesami, degli amori. Soltanto così, smettendoper una volta di pensare, tutto vi uscirà concosì tanta naturalezza che vi darete deglisciocchi, per non averlo mai fatto primad’allora.

Il migliore amico delle celebrità nostrane? Ilchirurgo estetico, direi.Sfogliando le riviste o guardando latelevisione, basta poco per accorgersi chesono sempre meno le donne dello spettacolo anon aver apportato nemmeno un ritocchino alproprio volto. Alcune sono palesementerifatte, con le labbra gonfie comeun canotto sul punto di scoppiareo gli zigomi fin troppo pronunciatiper essere naturali, mentre altrehanno fatto modifiche menovisibili, ma comunque presenti.In origine, tuttavia, alcunesostanze oggi usate nella chirurgiaestetica, erano impiegate perrisolvere problemi di tutt’altrotipo: il Botox, per esempio, è statoscoperto nel 1985 e serviva percurare lo strabismo; solo vent’annipiù tardi il suo utilizzo è statoreinventato per distendere e riempire lerughe. La chirurgia estetica, infatti, èprevalentemente una novità del ventunesimosecolo e il suo giro d’affari, già enorme, checomprende ogni anno centinaia di migliaia diinterventi di diverso tipo, è in continuacrescita e non solo tra i vip.

Però, mi chiedo, perché così tante persone,spesso giovani e in salute (che quindi nonnecessiterebbero di alcun intervento) sirivolgono a un chirurgo estetico? È davverocosì importate “apparire”? E se la continuaricerca della perfezione non facesse altro chedimostrare che questa non esiste?

Posso immaginare che per un’attriceo una modella non sia facileaccettare che, con il passare deglianni, la bellezza che l’ha resa famosanon sia più tale e che per questovoglia provare a “ripristinarla” conun lifting, pur con il rischio di caderedalle stelle alle stalle, ritrovandosicon un viso super gonfio e perniente bello, ma non riesco proprioa capire cosa porta molte personecomuni, con uno stipendio nongalattico, soprattutto di questitempi, ad usare i propri risparmi per

un intervento chirurgico.C’è anche da dire che i chirurghi estetici, avolte, ci ricamano sopra, perché unprofessionista serio dovrebbe rifiutare dioperare chi non ne ha affatto bisogno,rischiando di causare danni dove non ce nesono, ma d’altra parte per i soldi si fa (e si è

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sempre fatto) di tutto. Come sempre, nientedi nuovo sotto il sole.Negli ultimi anni, inoltre, si è diffusa la modadi cambiare un particolare del proprio visoper assomigliare a questa o a quella celebrità,ma ciò che più mi lascia basita è che, seintervistati dai settimanali o dai programmitelevisivi, coloro che decidono di seguirequesta tendenza non ammettono di avervoluto imitare il loro idolo, bensì dicono diaverlo fatto per loro stessi, per sentirsi benedavanti allo specchio. Questo, secondo me, èl’aspetto peggiore, perché dimostra che lepersone sono così insicure da aver bisogno diassomigliare a qualcun altro per esseresoddisfatte di sé. In questo modo, però,l’immagine acquista un’importanzaspropositata e la bellezza passa dall’esserequalcosa di soggettivo a un concetto volubile,condizionato dai “canoni” proposti dalla tv eper questo in continuo mutamento verso laricerca della perfezione. Un lifting, tuttavia,non riuscirà mai a raggiungerla, visto che inogni caso la perfezione non ha dei parametrifissi, inoltre, seppur “costruito”magistralmente, un volto rifatto prendendo

spunto dalle parti migliori delle attrici delmomento, risulterà comunque un incastroforzato e non è detto che l’assenza di rugheriproduca un viso giovane e fresco, ma puòanche portare ad avere un pelle così tiratache in confronto una bambola di plasticasembrerebbe meno finta.Si può dire che la chirurgia estetica crei unasorta di maschera, scolpita su misura e ingrado di nascondere i difetti, o meglio leinsicurezze che li enfatizzano, anche se a voltenon li elimina del tutto (sostanze come ilBotox non hanno effetti permanenti).Secondo me, è per questo che sempre piùragazzi vi ricorrono (oltre che perché dire “Oraho la bocca come quella di Martina Stella”suona figo), perché sperano che, per esempio,avere il naso simile a Belen Rodriguez dia lorouna maschera abbastanza solida per essereammirati e rispettati dai loro amici. In realtà,però, l’originale è uno solo, le altre sono tuttecopie, riuscite più o meno bene, perciòvantarsi di un lifting è un po’ come comprareuna borsa di Prada contraffatta ed esibirlacome se fosse autentica: ridicolo.

CURIOSITA'Abbronzatissima

di Maria Huynh

Correva l'anno 1920 quando Coco Chanel cominciò ad esibire la sua "abbronzatura di lusso",ottenuta standosene pigramente sdraiata al sole tutto il giorno invece che lavorare al chiuso. Daallora abbronzarsi è diventata una vera e propria moda, poiché si tratta di un'attività rilassante edivertente. Abbronzarsi troppo, tuttavia, può diventare mortale, dato che si è espostimaggiormente a una quantità maggiore di raggi ultravioletti provenienti dal sole. Stessa cosavale per chi si espone alla lampada, infatti anche durante queste sessioni vengono usati raggi peragire sulla pelle che, di conseguenza, possono provocare il cancro tanto quanto i raggi solari.Nonostante si sia consapevoli di tutto ciò, il fenomeno è in continuo aumento. Circa il 75% delleadolescenti italiane e non dichiara di preferire una pelle abbronzata, mentre l'89% delle ragazzee il 78% dei ragazzi dichiarano di volersi impegnare per ottenere un'abbronzatura con i fiocchi.Purtroppo le conseguenze non si sono fatte aspettare, in effetti, da un po' di tempo, il cancrodella pelle è diventato un problema serio tra i giovanissimi, soprattutto quando si contrae unmelanoma, ossia il cancro più letale della pelle. Malgrado questa vera condanna a morte certepersone sono talmente ossessionate dal desiderio di essere abbronzati e dal timore di avere unacarnagione chiara, pertanto possono essere chiamare tanoressiche.( tan in inglese significaappunto abbronzato) Di conseguenza è bene cercare d'abbandonare le proprie manie se non sidesidera giocare con la propria salute, benché ciò risulti complicato. Fortunatamente la forza divolontà aiuta sempre.

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MUSICAL'Inghilterra contro tuttidi Tommaso Reggioli

Le nebbie di questi giorniprenatalizi ci portanoindietro, agli inizi deglianni '90, attraverso i grigiborghi industriali diManchester.Gli emergenti Oasis, dopoun album di debutto cheaveva scalato ogniclassifica, pubblicavano ilsingolo Whatever, regalo di natale per i fan, inattesa del loro secondo capolavoro.Erano gli anni del Brit-Pop, Oasis e Blur sicontendevano la scena su un palcoscenicomondiale con pezzi che fecero la storia diquegli anni. L'Inghilterra era il centro di unmovimento nuovo, si aveva l'impressione chele sue piccole periferie tenessero tra le loromura diamanti tanto brillanti da oscurarechiunque altro provasse ad emergere dallosmog delle grandi città.A distanza di 20 anni, di Brit-Pop non si sentepiù parlare.Gli anni del Knebworth Park gremito di 250'000persone, della band che gira per Londra insella ad una Vespa, gli anni della rivoluzione,sono finiti.Ma il panorama alternativo inglese continua afarsi sentire, eccome.Nonostante le testate giornalistiche sianocostantemente occupate da un genere piùcommerciale che cattura le masse, gruppicontrocorrente, vecchi e nuovi, tengo alta latesta nei confronti di un mondo a cui èimposto un genere che di musicale ha ormaiben poco.Dei vecchi protagonisti c'è chi ancora resiste,reinventandosi ma rimanendo comunquefedele a se stesso, e chi invece ha deciso diporre la parola fine alla propria leggenda.Se Blur, Franz Ferdinand e Travis continuanoper la loro strada come se niente li possascalfire, i fratelli Gallagher hanno diviso le lorostrade già da 5 anni, con risultati ben diversi,perché se Noel con il suo progetto solista ha

conquistato la critica esoprattutto i cuori dei fan acui mancava e non poco ilsuo genere inconfondibile,i Beady Eye, portati avantidal fratellino Liam sono benpoca cosa in confronto agliantichi splendori con gliOasis.Durante gli anni si sono

inserite nuove ottime proposte come Kings ofLeon o i celeberrimi Coldplay, ma anche nomimeno conosciuti come Stereophonics o ilgiovane Miles Kane.Proprio una di queste novità sembrainterpretare meglio il ruolo di leader,caposaldo di questo movimento che resiste atutto e tutti: gli Arctic Monkeys, fin dall'albumd'esordio nel 2006, hanno sempre espresso laloro idea di rock attraverso poesie dai ritmiserrati, canzoni potenti che trasmettonomusica a chiunque le ascolti. E' proprio questoil messaggio principale: la musica.Nonostante la loro ancora giovane carriera,nei cinque album pubblicati hanno studiatoed esplorato a fondo le varietà di un genereche hanno fatto proprio, proponendo semprequalcosa di nuovo e innovativo.L'ultimo album, “AM”, pubblicato proprioqualche mese fa, sembra concretizzare lecanzoni precedentemente scritte in uninsieme perfetto; torna prorompente più chemai la forza delle melodie che caratterizzava iprimi due album, ma si riesce a coglierel'armonia di ogni singolo strumento presente.L'arma, forse, più potente a loro disposizioneè la semplicità, la facilità con cui riescono acreare qualcosa di travolgente e delicato altempo stesso, melodie di rara fattura chenonostante possano sembrare acerbe al primoascolto, si radicano in testa per esserecomprese e adattate alle personalità diognuno, tanto da farle come proprie.Segno tangibile di questa variabile personalitàè proprio il cantante e chitarrista, nonché

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frontman della band, Alex Turner, che, nellostesso modo in cui cambia l'aspetto della loromusica, cambia aspetto anche lui stesso,presentandosi con tagli di capelli e modi divestire completamente diversi, come sevivesse in simbiosi con la sua stessa musica,come se ogni album rappresentasse una partedi lui, come a dimostrare che dietro a tanti

aspetti diversi c'è sempre uno stessofondamento che non deve mai cambiare.Aspettando un nuovo capitolo della lorostoria, possiamo stare certi che porterannoavanti la rivoluzione e che non chineranno maila testa.

LIBRI/FILMTutti in fiamme per l'attesissimo sequel!di Marta Massenzi

Trecce fatte, spille con la ghiandaia appuntate al petto,zollette di zucchero al posto dei pop-corn, biglietti allamano e via! Ma cosa succede?!?A fine novembre è uscito al cinema il film tratto dal secondo

l ibro della saga di Hunger Games.Appena entrati in sala il primo giorno di proiezione siavverte un’aria di aspettativa e felicità: i fan del libro hannoaspettato più di un anno per vedere la trasposizione

cinematografica, tutti sperano che sia più fedele possibile.Il film inizia e nella sala cade il silenzio. Sono passati sei mesi dalla fine dei 74esimi HungerGames, un brutale reality show dove 24 giovani combattono fino quando solo uno resta in vita,ma la protagonista, Katniss Everdeen, non è tornata a casa da sola: con un inganno è riuscita asalvare il suo compagno di distretto e per questo è in seri guai. Oltre al trauma del reality, èoppressa dal presidente che vuole farle rinnegare il suo atto, visto dalla popolazione come ungesto di sfida nei confronti della tirannia, e convincere tutti che lo ha fatto per amore. Lei ePeeta,il suo compagno, partono per il tour dei dodici distretti che segue la vittoria, durante ilquale si mostrano innamorati e fedeli alla patria. Non essendo i due riusciti a placare la rivolta ilgoverno decide che l’unico modo per sopprimere la rivoluzione è sopprimere la sua istigatrice:nei 75esimi Hunger Games, l’anno della memoria, i tributi maschio e femmina verranno mietutitra i vincitori ancora in vita e Katniss, essendo l’unica vincitrice femmina del distretto 12, ha ilbiglietto pagato per l’arena.Un film che porta forti emozioni, dall’ilarità alla tristezza, fedele a libro in modoimpressionante. Una forte denuncia alla violenza e ai regimi dittatoriali diretta ai milioni digiovani fan della saga.

Hunger Games: La Ragazza Di Fuoco

COPERNICANEWSNews from ComeniusRubrica per condividere esperienze dal Progetto Europeo Comenius 'Seeing and Making Visible' ,sul tema dell'arte in inglese. Questo è il nostro secondo contributo.Three Poetic 'Recipes' for PratoPer la preparazione della visita in Ungheria a novembre, incentrata sul racconto della propriacittà ai partner, le classi collegate al gruppo Comenius hanno riflettuto sul tema della città

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ai partner, le classi collegate al gruppo Comenius hanno riflettuto sul tema della città multietnica.Sulla scia della poesia di Benjamin Zephaniah, The British, hanno elaborato particolari ricette perPrato. Ecco tre esempi:1Take some Chinese, Pakistanis and Indiansand add to the Italians,then stir vigorously.Afterwards, take the Albanians and Nigerians,combine them with theothers and turn up the heat.As they mix and blend together,remove the violence andprejudices immediatelyand sprinkle a lot of justice, peace and respect.

Warning : if there is violence, this recipe wouldn’t work.(Francesca Belforte)2AN ALMOST PERFECT DISH CALLED PRATOTake some Etruscans, Umbrians and SardiniansAnd let them settle,Then overrun them with Roman conquerors.Remove all the warsAdd lots of political weddings to someGood and bad king, then stir vigorously.Mix many hot southern with cool northern Italians;Then take a blend of Chinese , Albanians, Indians, Moroccan and Pakistanis .And combine with Romanians , French, Germans and Spanish.Turn up the heat.Sprinkle some Philippines and AfricansWith some fresh Russian and Polish.Then add to the melting pot.Leave the ingredients to simmer.All the cultures mix and blend their traditions to flourish,Binding them together with the others without conflicts.Allow time to be cool.Add some unity, understanding, and respect for the other cultures,

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Serve with justice from each otherAnd enjoy.(Alessandra Marino)3THE PEOPLE OF PRATOTake some Lombards , Etruscans and RomansAnd let them settleThen overrun them with Pistoian and Florentine conquerors.Remove the Florentines and Pistoians after 200 years,And add to Prato a free districtCombined with textile factories and industries.Mix some Chinese, Albanians, Southern peoplePakistan and Turkish togetherAnd turn up the heat.Leave the ingredients to simmer.As they mix and blend allow their language to flourishBinding them together with Italian.Add some unity, understanding and respectServe with justiceAnd enjoy.NOTE: all the ingredients are equally important. Treating one ingredient better than anotherWill leave a bitter unpleasant taste.Warning: an unequal spread of justice will damage the people and cause pain.( Chiara Dainelli)

Pomeriggi d'attesadi Isabella Giusti

Sono le 14.55 di una magnifica giornata didicembre, e davanti alla porta del nostroadorato liceo si ammassa un folto gruppo dipersone, adulti, o più precisamente, genitori,che se ne stanno col naso incollato alla portad'entrata, tesi, con gli occhi vigili posti sututto ciò che sta aldilà di quell'apparenteinvalicabile barriera di vetro e metallo blu.Tutto appare immobile, congelato tra lepieghe del tempo, come in attesa di unqualcosa di indefinibile agli occhi del mondoesterno.E poi, d'un tratto, improvvisamente, giungel'ultimo schiocco di lancetta, sono le 15.00, e leporte si aprono e quella folla si riversanell'atrio, in maniera frusciante e tanto

silenziosa che chi se ne sta al piano di sopraneanche si accorge di ciò che sta succedendo.Ma la realtà sopraggiunge in fretta: unamandria di madri armate di penna si precipitasu quelle bianche e pesanti scale; e salendole,non si appoggiano al corrimano stancamente,non sentono quell'onnipresente senso dioppressione che pervade invece noi figliquando le percorriamo al mattino.Immediatamente tutti si dirigono a passomarziale verso le porte già spalancate, versoquei fogli appoggiati su dei solitari banchiposti all'ingresso di ogni aula: perchèl'esperienza ha insegnato a tutti che è di vitaleimportanza

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riuscire a segnarsi fra i primi dieci posti, penala condanna ad un'attesa oltremodoinsostenibile. Da linde ed immacolate qualierano, quelle carte diventano in quei pochiattimi stropicciate, colme di nomi, di numeri,di segni, di cancellature, e quei corridoi unsecondo prima tanto silenziosi si riempiono divoci, di chiacchiere, di speranze sospese inquell'aria satura di discussioni.Ogni genitore in attesa del fatidico confrontopuò essere inquadrato in gruppi dallacaratterizzazione ben precisa.In primo luogo, c'è colui che è ansioso: pernatura, per atavica soggezione e timoredell'insegnante, o semplicemente perchè già aconoscenza dell'andamento scolastico delproprio figlio. Vediamo tale individuotrepidante appoggiato allo stipite della porta,in preda ad uno snervante logoramento dinervi, con gli occhi puntati verso quel foglionella speranza che quelli prima di lui sisbrighino per consentirgli di entrare e porrefine ai suoi tormenti.Ovviamente c'è anche quel genitore allegro esicuro di sé, consapevole della situazioneprivilegiata di cui gode in questa sedemulticolore qual è la nostra scuola: sicuro di séperchè non teme il giudizio dell'insegnante,che già sa essere totalmente positivo. Sono gliappartenenti a questa fortunata e ristrettacategoria, coloro che trovano la forza discherzare e intavolare discussioni invadenticon i proprio simili in fila.E poi, com'è naturale che sia, vi è quelgenitore, più spesso di sesso maschile, chepreferirebbe starsene sotto la pioggia senzaombrello e chiuso fuori di casa piuttosto checostretto a schiacciare tre ore e mezzo in unlungo, confusionario e claustrofobicocorridoio, che sviluppa un folgorante mal ditesta che sgretola le forze e che non dàtregua a nessuno. Tali persone vagano da unastanza all'altra, con un'espressione impassibiledipinta sul volto, e niente, nessuna parola,nessun giudizio sul proprio figlio, positivo onegativo che sia, riesce a scalfire il lorosguardo, che trasuda stanchezza e desideriodi ultimare i propri doveri al più prestopossibile.

Spesso si notano situazioni interessanti: ne èun esempio colui che si appoggia altermosifone col telefono incollato all'orecchioe che discute col proprio figlio anticipandogliparte del colloquio appena avvenuto, o quelliche corrono verso un nuovo professore nellasperanza di non trovare fila, o ancora coloroche appoggiano gli occhi sul banco delmercatino e si lasciano tentare dalla miriade dioggettini, dimenticando per un momento iloro crucci.Tra chi entra e chi esce dalle aule, l'uno ha losguardo afflitto, l'altro rasserenato,riappacificato col mondo, o ancorasoddisfatto, arrabbiato, orgoglioso, deluso.E a noi, studenti e figli, seduti sui gradini o allavoro dietro il banco del mercatino il mondoscorre davanti così, rispecchiandosi nelcomportamento di questi esseri adulti, diquesti genitori, che duranti i colloqui perdonoappena un po' della loro consueta sicurezza.

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La Vignetta

di Stefano Ciapini

Una fantastica magiadi Virginia Gelli

E' la magia più “magica” e dolce che possa esistere: la si respira nell'aria, la si sente ovunque sivada, la si vede nei volti della gente per strada!Camminando per le vie del paese, dalle finestre, si vedono alberi addobbati con tutto l'amorepossibile che una famiglia riesce a dare; scritte “Auguri!” e luci che ci regalano gli incantesimi piùbelli che si possano vedere tutti intorno a noi; sembra che tutto si trasformi proprio come permagia!Ma oltre a tutto questo, i cuori si scaldano, i sorrisi scomparsi riaffiorano, alla mente riemergono ipiù bei ricordi e, cosa ancora più importante, famiglie che si riuniscono intorno ad una tavolaimbandita per una semplice cena o per un semplice pranzo che conta forse molto di più di grandifesteggiamenti.E' la magia del Natale, la magia più forte al mondo: è dolcissima, incantevole, efficace, universale.I giorni che precedono questo grande evento sono forti, ognuno dentro di sé sente un qualcosache non è poi tanto diverso dagli altri, che ti fa trasmettere gioia a tutti coloro che ti circondanosenza che nemmeno tu te ne accorga.Ecco cos'è il Natale: l'amore di una famiglia, l'abbraccio di un amico, l'addobbo delle case, ilrisveglio delle città, l'arrivo delle emozioni più forti.Tutto questo vi sembra scontato, banale, monotono? No, non lo è. Forse, se solo ci fermiamo perun attimo a pensare che, se vogliamo, possiamo rendere migliore la nostra vita e quella degli altri,dico forse, allora le poche righe scritte sopra non appariranno solo come frasi fatte o un po' diinchiostro stampato su un foglio di carta. Essere migliori non è fuori moda. E' trendy da morire!Ciao e Buon Natale a tutti ragazzi!

Waiting Christmas

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LLAA KKOOPPEERRTTIINNAA"Essere l'uomo più ricco del cimitero

non mi interessa.. Andare a letto la nottesapendo che abbiamo fatto qualcosa di

meraviglioso.. quello mi interessa." (Steve Jobs)

Caporedattori: Marco MarcheseLeonardo Innocenzi

Anno 0 Num. 1(DICEMBRE 2013)

Appello agli studentiE' con la mente già alle vacanze dinatale che vi scrivo queste 4guasconeggianti righe. Comepotete notare, qualcosa di strano,o di magnifico, (lascio a voi lafacoltà di giudizio) è statointrodotto all'interno del nostrotanto caro et amato giornalinoscolastico Sintomi, la KOPERTINA.Questa ha da sempre fatto la storiadel kope, prima di Sintomi questepagine correvano tra le mura dellanostra scuola. Per chi era alCopernico diversi anni fa lakopertina è sempre stata un puntodi riferimento. A quei tempi iragazzi non avevano Facebookdove potevano scherzare parlaretra di loro fare gossip, raccontarsile loro storie scambiarsi glistrafalcioni o imbroccare ragazze/i.Quando mio fratello (già eminentevicario generale dello gckT etsenatore) mi diede per la primavolta le vecchie copie dellakopertina non ho fatto a meno dinotare e di sentire dentro di me lospirito che accomunava queiragazzi. E così mi sono lasciatocoinvolgere da quellaentusiasmante goliardicaatmosfera che dovrebbe, comed'altronde è sempre successo,unire tutti noi al kope. Certo è chela scuola è luogo importante(continua a pag. 2)

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La "nuova", vecchia KopertinaFinalmente riuscimmo a riveder le stelle. La nuova edizione della vecchiaKopertina, ed io, presidente di un club ammirato da alcuni e ripudiato daaltri, sono felice di poter reintrodurre questo giornalino e lasciar spazio atutti coloro che, con un pizzico di follia, vogliono scriverci. Senza nullatogliere a Sintomi, ma come vedrete nelle prossime pagine, la Kopertinaera qualcosa di scherzoso e divertente, che trascinava tutto il Kope nellalettura, distraendo i tanto sclerotici ragazzi oppressi dallo studio. 'Eh tantoa dir qual era è cosa dura, esta scuola, è aspra e forte, che ti sega se nonmetti cura'. Probabilmente molti credono che il rilancio della Kopertina siauna cosa iniziata dalle tube, ma possiamo dire che è stata una "mafiata"calabrese del nostro rappresentante silano Marco Marchese, il classico DonGiovanni di Kierkegaard, che proprio come diceva Soren (lo stesso filosofodanese dal nome strano e impronunciabile che ho citato prima) un verosciupafemmine, molti si domandano ancora perchè Marco abbia ricevuto il90% dei voti con calligrafia femminile. Senza nulla togliere all'exrappresentante di istituto, Matteo Bai, nonchè vice-presidente del club, lacui parlata "scioglie" molte cose, e non solo la sua "r". Sarcasmo a parte,sono molto contento del grande contributo di Marchese per questogiornalino, che spero sia per voi motivo di sollazzo. Per quanto riguarda Bainon ero sarcastico! Il presidente Leonardo Innocenzi

La Kopertina

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(continuo di pag.1) di studio e di culturama non bisogna mai dimenticare che ciòche accomuna le persone che vivono lagoliardia è la filosofia di vita, la voglia didivertirsi e di affrontare la vita e la scuolastessa, non con il grigio broncio, ma con ilsorriso. Il che vuol dire rifiutare la seriositàe non la serietà. La vita è un'esperienzamagnifica, goditela, divertiti, in modoINTELLIGENTE, ma goditela! Questo è lospirito che accomunava i ragazzi del kopenon tantissimi anni fa. Questo èl'obbiettivo che voglio pormi quest'anno:siate goliardi veri; ai sermoni di chi ci vuoleimporre una visione della vita triste e cupabasata sul senso di colpa sul peccato, sustudi matti e disperatissimi, noi con paroledi medicea memoria rispondiamo: “quant'èbella giovinezza che si fugge tuttavia! chivuol esser lieto, sia: del doman non c'ècertezza”. Non fraintendetemi cari lettori ecarissime lettrici la seguente rubrica nondeve essere soltanto una pura sciocchezza,ma anche attualità, politica, ricerca,cronaca, film, libri, cultura insomma. Gliatti dei goliardi di andare in brache, infatti,servono a commemorare gli studentimedievali che per comprare i libri eranocostretti a vendere i pantaloni liberandosidi ogni inibizione e paura. Chiudoquest'appello facendo i più cordiali esinceri auguri a tutti gli studenti, masoprattutto a tutti quelli che, senzanemmeno conoscere i goliardi gliaffibbiano aggettivi tutt'altro che cordiali.Saluto e ringrazio le mie care amiche Tubecon la loro presidenza e le loro bealtà chedall'esterno ammiro e venero molto. Einfine invito tutti a partecipare a questanuova piccola grande, storica realtà, laKopertina. “Gaudeamus igitur iuvenes dumsumus”

di Marco Marchese

Matricole (e meteore)di Silvia Mazzei

Il popolo copernicano vintage (sinonimo ottimistadi anziano) cosa ricorda del primo giorno di primasuperiore? A parte l’uscita dal tunnel dellatamarranza, a parte l’astuccio pieno di gomme epenne innocenti destinate al martirio, sono sicurache a tutti torneranno in mente i geroglificigoliardici di forma più o meno ambigua (a buonintenditor poche parole) sulle braccia, le K (di Kope,mica scherzi) sulla fronte, i cori del g.c.K.T sulle scale,quasi a preannunciare a noi poveri primini convinti ilpatibolo a cui stavamo correndo incontro. Ma dacosa deriva la tradizione delle matricole? La crescitaeconomica e il miglioramento delle condizioni socialimedie che seguirono all'Unità d'Italia portarono leuniversità italiane ad aumentare in manieraprogressiva il numero di iscritti. Così la vitagoliardica uscì dai caffè letterari e si riversò nellepiazze e nei teatri, dove gli studenti amavanoimperversare con manifestazioni quali le FeriaeMatricolarum, i carnevali goliardici, le operette (lapiù celebre fu "Addio, giovinezza!"), la distribuzionedi giornali satirici (i cosiddetti numeri unici… perchéno, gli antenati della Kopertina). È più o meno acavallo tra XIX e XX secolo che si affermò il costumedel fare la matricola e dei papiri. Gli studenti con piùbolli, ossia quelli con più anni di università alle spalle,andavano a caccia dei nuovi iscritti (le matricole) perprendersi gioco di loro, riscuotere un piccolo oboloo più semplicemente farsi pagare da bere. Una volta“pelata”, alla matricola veniva rilasciata unapergamena a testimonianza dell'avvenutopagamento, cosicché altri studenti anziani nonpotessero pretendere pagamenti ulteriori. (continuaa pag.3)

Pag.1-2 Appello agli studenti - Marco MarchesePag.1 Lettera del dragone - Leonardo InnocenziPag.2-3 Le MatriKole - Silvia MazzeiPag. 3 L'amicizia legume?! - Andrea CastellaniLO SCAPOLO D'OROPag. 4 di Angelo MeiPag.4-5 Il Bar(a)ometro - Marco MarchesePag. 6 Scopri le differenze

Cronaca neraStrafalciume

SO'MARIO:

2La Kopertina

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(continuo di pag. 2) Queste pergamene, riempite con disegni sconci e frasi ironiche, eranodenominate papiri; i loro autori, in alcuni casi dei veri e propri artisti, erano ingaggiati daglistudenti anziani anche per immortalare le proprie gesta goliardiche in papiri di laurea, daaffiggere in città una volta terminati gli studi. Questa dei papiri di laurea è una tradizione chesopravvive ancora oggi, diffusa in particolar modo tra gli studenti degli atenei di Padova, diVerona e di Venezia, oltre che di Udine e Trieste (un ringraziamento va a Wikipedia, checontribuisce a renderci intellettuali anche nei momenti di buio più totale). A tutto, dunque, c’èun perché, ma tralasciamo considerazioni deterministiche e lasciamo spazio alla nostalgia per ivecchi tempi, ora che le matricole sono diventate meteore.

L'uomo, per natura, è un animale egoista.Questa,in sintesi, la tesi Giusnaturalitico-Hobbesiana sulla natura umana. I fatti chedimostrano questa tesi sono tanti quantesono le critiche negative rivolte a essa.Personalmente ritengo vere le teorie diHobbes secondo le quali ogni uomo mira alproprio interesse danneggiando senza farsitroppi scrupoli le libertà altrui. Com'èdunque possibile che si instauri un rapportodi amicizia, o di semplice sintonia, tra dueuomini, in accordo con le teorie Hobbesiane?Prendiamo, ad esempio, due contadini:ciascuno dei quali lavora ininterrottamentetutto il giorno, tutti i giorni, per la propriasopravvivenza. Detto ciò è bene specificareche, benchè il lavoro sia costante, nonriescono a produrre abbastanza cibo persoddisfare il proprio fabbisogno naturale.Questa condizione vale per entrambi icontadini, i quali riconoscono in un'alleanzareciproca l'unica strada per sopravvivere.Solo grazie a questa unione i due riescono aprodurre cibo a sufficienza per la lorosopravvivenza. Questi contadini adessopossono vivere senza soffrire la fame“godendosi” la vita e la nuova amiciziainstaurata. Ma come è stata possibile questaamicizia? Inizialmente ognuno pensavaunicamente a sé, senza preoccuparsi troppose l'altro avesse avuto bisogno,o meno, di unqualche genere di aiuto. Solo quando, perentrambe le parti, il “diritto naturale alla vita”stava venendo meno, si è potuto formare unaccordo che salvaguardasse questo dirittosecondo cui ognuno dei due dovesse aiutarel'altro in caso di necessità. E quale migliormodo di fornire aiuto se non quello di

mettere in comune le proprie coltivazioni?Ovviamente erano alimenti semplici, qualifagioli, patate, cereali etc. che, però,potevando fare la differenza tra la vita e lamorte.Ora, è bene ricordare che l'uomo èegoista per natura. Sarebbe stato dunquepossibile l'instaurarsi di un'amicizia se non cifossero stati i fagioli o i cereali? La risposta èovviamente negativa, poiché se non cifossero stati questi semplici legumi non cisarebbe stato alcun genere di legame. Cos'èdunque l'amicizia se non un legume?

L'amicizia: un legame o un legume?di Andrea Castellani

3La Kopertina

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Lo Scapolo D'Oro

Salve a tutti compagni Kopernicani, sono onorato di aprire, nuovamente, questa rubrica, chetanto destò scalpore agli albori dello nostro glorioso liceo.Udite udite, pulzelle di tutto il regno, apritele ogni tanto, le orecchie! Sono qui oggi per parlarvidi due pezzi da novanta, due cavalieri senza macchia e senza paura, i quali affrontanoquotidianamente quelli che sono i mille pericoli di un RI( per li ignoranti, Rappresentanted’Istituto!), due uomini implicati nell'oscurità della politica, pronti per voi. Quindi, bando alleciance, signore e signorine, gli scapoli d’oro del mese sonooo…Giovanni Carfì e MarcoMarchese!!! (ATTENZIONE: nelle notti di luna piena possono mordere! Leggere attentamente ilfoglio illustrativo, possono provocare sonnolenza, tenere fuori dalla portata dei bambini, nonsomministrare al di sotto dei 15 anni).Quante volte vi sarà capitato di entrare su Facebook e… to'! Dieci notifiche( <ma quanto saròpopolare?!> cit. kopernicano medio) E invece no, direi! Sono tutti inviti agli eventi del nostrocaro Araldo dello g.c.K.T. Carfì! Care studentesse, non perdetevi d’animo: se il vostro più segretointento e desiderio è quello di perdervi negli occhi del vostro amato rappresentante, appenaentrato fresco fresco nel club dello scapolo perché non andare a trovarlo…siete ragazze giulivee allegre?! Sorridete sempre alla vita?! Siete positivi in qualunque circostanza?! Bhè alloracambiate soggetto, oppure bho non lasciatevi intimorire dal suo carattere selvaggio siculo dallasua genetica mascolinità affetta da sindrome pre-mestruale. E sì, se avrete fortuna e sareteabbastanza depresse e "pr"non passerete inosservate.Il secondo scapolo del mese è l’ideatore di questa rinnovata Kopertina, nonché fondatore emembro onorario del sopracitato club( dello scapolo)! Beh, che dire, amate picciridde, baciamole mani!(ATTENZIONE: vi trovate di fronte ad un caso di umorismo sottile, siete pregati di studiaregeografia di modo che non possiate fraintendere il seguente periodo)Se siete alla ricerca della passione del Meridione, di un bel fico (d’india) che possiate gustare al

mare, sulla spiaggia, o - perché no- in classe, Marco è il tipo giusto per voi! Se volete braccarlo ilgiovincello si aggira nelle vie più oscure e tenebrose del kope.Sebbene molto impegnato nell’organizzazione delle plurime attività kopernicane, (sappiamoinfatti che sta intrattenendo rapporti di politica estera con Obama Putin doraemon e topogigio) è in cerca di qualche bella dama desiderosa di trascorrere una giornata in sua compagnia.Consiglio?! Stomaco forte per poter far fronte ai 6 kg di 'nduja quotidiana e cospargetevi dipeperoncino.Per contattare il sottoscritto, per propormi nuovi scapoli, per avere il numero dei nostri eroi osemplicemente per prendermi a giornalate, basta andare in palestra, entrare in uno dei buchinel muro andare in pellegrinaggio dal kope fino a casa Bai, lì avrete un'apparizione del messoceleste Castellani . A questo punto chiudete gli occhi e esprimete un desiderio, se saretefortunati vi apparirò Oppure cercatemi nella monotona 5Es( piano terra, la classe con le sbarrealle finestre tipo Azkaban…) di Angelo Mei

Il Bar(a)ometrodi Marco Marchese

Spari svariate milioni di cavolate al giorno?! Pensi di non essere quel ragazzo intelligente chetutti descrivono?! Non ti preoccupare il marchese ha pensato anche a te; ho elaborato questotest insieme al dott. Di Harvard eil risultato sono queste sette semplici domande che tiindicheranno se sei :GENIO, NORMALE, o...IL BARAGLI!!! buon test e incrociate le dita...

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1)Domanda filosoficaA)l'ABSB)il climatizzatoreC)ribaltabili, tigrotto mio...2) cultura generale: il filosofo Cartesio è famoso per la frase:A)Cogito ergo sumB)rogito ergo bumC)bacardi evviva il rum3 )teatro: quale tra questi è un capolavoro di IbsenA)Casa di bambolaB) Casa di bombolaC)Casa di vongola4)Gossip: se dico Gomez pensi a:A)un monsignore maldestroB)un calciatoreC)una pratica medica per il gomito5)Scuola:con che ritmo studi:A)quattro ore al giornoB) ritmo dieselC)ritmo salsa e merengue6)Vacanze: quando sei al mare cosa fai per non far vedere il segno del costume:A)non ti abbronziB) ricorri al nudo integraleC)ti versi la birra addosso7)Lavoro: quale fra questi è il lavoro più antico del mondo:A) il progettistaB) lo scienziato di merendineC)aspirante show girlRISULTATIMAGGIORANZA DI A. il Genio: Nulla di cui preoccuparsi! Sei totalmente al di sopra della norma latua mente è lucida e non è stata corrotta dalla stupidità che ci circonda! Hai una scatola cranicafatta di piombo....le stupide parole degli oratori senza licenza dei giorni d'oggi non ti tangono...MAGGIORANZA DI B. il Normale: Occhio!! sei nel mezzo, nella terra di nessuno, sei la pedina chepotrebbe muovere gli instabili equilibri delle geometrie psichiche terrestri. I tuoi prossimi annidecideranno dove andrai a parare e dal tuo esito penderà l'ago della bilancia del DivinoArtefice...(e dirà “eh...sono ingrassato!”MAGGIORANZA DI C: il Baragli: Nulla di cui preoccuparsi! Sei totalmente al di sotto della norma, latua mente è stata corrotta dalle stupide parole che ci circondano il tuo modello ispiratore è ilBaragli è lui che diffonde il male.Articolo demente, ma con denotazioni intellettualoidi individuabili solo da una categoria su tre(forse due).(baragli fatti la barba)

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Scopri le differenzeEd ecco a voi un personaggio in vista del kope, che primeggia per saggezza(soprattutto lamattina)...Fede del bar, anzi DUE!! (già è insopportabile uno, dice la moglie Erica). Dopo esserestato avvistato in atteggiamenti insoliti eccolo in un gioco, individua i sette piccoli particolari incui le due illustrazioni differiscono.

Cronaca NeraKope dell'altro mondo...in un universo parallelo, dove solo pochi uomini possono arrivare i FIL-esi rispondono ai nostrimicrofoni: “...'Anvedi c'hanno spento r'termosifone!”.Torneremo nei prossimi numeri con gli ultimi aggiornamenti della più importante specie in via disviluppo.

Strafalciumebufale e sfondoni del kope, a cura delle TubeFrancy: le leggi lazziali di Mussoliniprof kkk: guarda che te lo ripeto per la penultima volta.Prof yyy: siete belli tutti e tre...che coppia!Sassy: la bussola punta verso il Nord, verso la stella Solare.Prof vvv: se state zitti si ragionamary: prof lei deve avere un albero custode(giustificazione in ritardo):metà corse della LAM sono state soppresse ieri sera.Prof ttt: se Dante fosse vivo si ribalterebbe nella tomba.Prof hhh: gli affreschi sono di Giotto?Ila:(seria) quanti prof?! Non sono 18!!!(della serie...traduzioni estemporanee dal latino...): Amicus tuus damnatus est furti: il tuo amico

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ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO CON TANTISSIME NOVITA'!

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Enigmistica

Cruciverbadi Federico Borrelli

Orizzontali:1. Una spezia; 5. Il Ferragamo che fondò l’omonima casa di moda; 13. Il lettore musicale di Apple;14. Distendere, pareggiare; 15. La figlia di Celentano; 17. Il quarto sacramento; 19. Con Martin,casa automobilistica inglese; 20. La pinza del granchio; 21. Brindisi per l’ACI; 22. Famoso modellodella Aprilia; 23. Le pietre degli svedesi; 24. Reggio Emilia sulle targhe; 25. Irlanda; 28. Non-nodalTerminal; 29. Al centro di Capaci; 30. Celebre film di Monicelli; 33. Helicopter Noise Model; 36.Stanza per la detenzione; 37. Per estensione, l’insieme di tutto ciò che riguarda l’abbigliamento;38. Off Topic; 40. Famosa per la Valle dei Templi; 43. Isola delle Antille; 45. La d’Alessandrogiornalista sportiva; 46. Tennista francese di discendenza congolese; 50. Rappresenta il numerodi Stanton; 51. Film di Sofia Coppola con Emma Watson; 54. Il nomignolo di Nelson Mandela; 55.Pari nei mori; 56. Settima lettera dell’alfabeto cirillico; 57. Fiume Kazako affluente dell’Ural; 58.Quelle Sterline sono ancora in circolo; 61. Disordine, confusione; 63. Indica una birra ad altafermentazione; 64. Il fisico della relatività ristretta.

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Verticali:1. Tendere, allungare; 2. Carenza di ossigeno all’interno dell’organismo; 3. Superlativo di much emany; 4. Sentimento di profonda avversione; 5. Dispari nel sisma; 6. Il Porta del motociclismo(iniz.); 7. Organismi vegetali costituiti dall’associazione di un fungo e un’alga; 8. Uno dei piùfamosi cavalli italiani; 9. Fortemente desiderati; 10. Piccola barca a vela da regata; 11. Insieme digioielli; 12. Il pittore della “Lezione di anatomia del dottor Tulp”; 16. Le consonanti di Atena; 18.Altari; 20. Il Thompson liutaio statunitense (iniz.); 23. Spostare dalla condizione di equilibrio; 26.Radio MonteCarlo; 27. Che può essere proiettato fuori; 29. Telefonando… all’inglese; 31. Un po’ diclasse; 32. Portarono i doni al neonato Gesù; 34. Fu presidente della Cina dal ’43 al ’76; 35. Lacorrente filosofica derivante dal pensiero di Tommaso d’Aquino; 37. Agli estremi del mare; 39.Salsa bianca a base di maionese; 41. Circuito basato su una resistenza e un condensatore; 42.Internet Analysis Tools Registry; 44. Risonanza magnetica; 47. Formula del Monossido di Silicio;48. Roccia con striature bianche e nere o rosse; 49. Piccola monovolume compatta dellaHyundai; 52. Limited Background Investigation; 53. Scrisse il Bellum Poenicum (iniz.); 56. Il BonJovi cantante; 59. Esercito Italiano; 60. Unità paramilitare della germania nazista; 62. ArtificialIntelligence.

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SintomiCome sempre, l'appuntamento mensile non è mancato, grazie a tutti coloro che hanno

contribuito a questo numero. Nel caso vogliate consigliare, criticare o esprimereapprezzamento per il nostro impegno, o se siete interessati a fare parte della redazione,

mandate una mail alla direzione. A presto con il numero di Gennaio!Direttori:

Federico Borrelli V FsJessica Ricotta IV ClStefano Ciapini IV Is

Hanno contribuito:Angelo Mei V EsFabrizio Taricone IV AsFederico Borrelli V FsIsabella Giusti II DsLuisa Liu V FsMarco Logiudice III GsMarta Massenzi III AsSara Bichicchi II AsSara Relli IV AlTommaso Reggioli IV GsSilvia Mazzei IV DsStefano Ciapini IV IsVirginia Gelli II Is

Email direttori:[email protected]