MERCATOMOTORI maggio 2011

MENSILE DI INFORMAZIONE AUTO MOTO NAUTICA TECNOLOGIA FREE TIME SPORT

Per gentein movimento!

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Novità AutoVolkswagen BeetleNuova Suzuki Swift

Prova in pistaPeugeot RCZ 156 THP

Mazda 3 Touring 1.6 TDUna coda che “veste”

Guzzi Stelvio 1200 8V – NTX In vetta al piacere di guida

Motorola XOOM™Il primo tablet al mondo su piattaforma Android 3.0 Honeycomb

Sony Walkman Serie BBassi più profondi

Campionasso 2011Campionasso 20112° Torneo Interassicurativo di calciotto

Sponsor

Organizzazione

Acacia s.r.l. P.i. Luigi Giugliano

Centro Perizie Assicurative

Studio Perizie IndustrialiDIONISIO RUSSO

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Sede legale Napoli - Centro Direzionale is. G1

Redazione 80128 Napoli - Via D. Fontana, 134 - Is. 12 Tel. 081 379.13.77 - Fax 081 197.22.594 [email protected]

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Iscrizione R.O.C. n. 9602Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

som

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io Prova Su Strada > Mazda 3 Touring 1.6 TDUna coda che “veste” 7Novità Auto > Volkswagen BeetleIl futuro di un’icona 13Novità Auto > Nuova Suzuki SwiftSportività responsabile 19Prova in pista > Peugeot RCZ 156 THP Una Leonessa ben domata 24Auto d’Epoca > Il Classic Car Club Torna sulle…orme del Gran Premio di Napoli 29Corsi di PilotaggioSulla Pista del Sele tornano a rombare le monoposto di Henry Morrogh 34Sony Walkman Serie BBassi più profondi 41ViaggioKenya - i parchi 45Motorola Mobility Lancia in Italia Motorola XOOM™Il primo tablet al mondo su piattaforma Android 3.0 Honeycomb 51Guzzi Stelvio 1200 8V – NTX In vetta al piacere di guida 55

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Volkswagen Beetle

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Prova in pista

Peugeot RCZ 156 THP

Mazda 3 Touring 1.6 TD

Una coda che “veste”

Guzzi Stelvio

1200 8V – NTX

In vetta al piacere

di guida

Motorola XOOM™

Il primo tablet al mondo

su piattaforma Android 3.0

Honeycomb

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Bassi più profondi

Anno XI - numero 5 • maggio 20114

Due giorni di regate tra Pozzuoli, Procida e IschiaShow della vela nel mare flegreo 63Megayacht da sogno Made in Italy CRN 130, 60 metri d’élite 6927.ma Edizione del grande evento velico NapoletanoDuecento vele nel golfo per la Velalonga 2011 77

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Anno XI - numero 5 • maggio 2011 5

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Prova Su Strada > Mazda 3 touring 1.6 td

Una coda che “veste”

La nuova “tre volumi” nipponica ha molti punti di forza: bel design, esterno ed interno, grande spaziosità, qualità da classe superiore ma si distingue anche per il perfetto relax di guida, ed i consumi, decisamente contenuti

➠➠


ggettivamente bella, elegante, ma so-prattutto con una qualità costruttiva invidiata da molte concorrenti: questa è la nuova Mazda 3 da noi provata

nella versione tre volumi, appena arrivata sul mercato italiano, con motorizzazione 1,6 tur-bodiesel da 115 cavalli. La “Touring” era già disponibile con la prima serie ma allora la Casa giapponese non ebbe il coraggio di osare sul nostro mercato, più propenso alle due volumi o alle Station Wagon. Oggi ci provano pre-sentando una vettura adatta alle esigenze di una famiglia media e dall’estetica gradevole: il “terzo volume” è ben raccordato con la linea della Mazda 3 ed offre una capacità record per il segmento di appartenenza.

L’abitacolo è spazioso: 5 posti, un bel design della plancia, ma soprattutto materiali e rifini-

ture da segmento superiore. Il posto di guida ci calza a pennello, con le ampie regolazioni del sedile e del volante, facendoci sentire a nostro agio. Il 4 cilindri turbodiesel fa sentire la sua voce discreta in netto contrasto con la rapidità con cui sale la lancetta del contagiri: infatti già a 1250 giri la Mazda 3 esprime 270 Nm di cop-pia, buoni per viaggiare sempre a regimi bassi a tutto vantaggio dei consumi. Le prestazioni sono buone: da 0 a 100 si passa in meno di 11 secondi e la velocità massima dichiarata è di 186 Km/ h.

Su strada la Mazda 3 è esaltante: la perfetta ta-ratura delle sospensioni accoppiata ad una ge-ometria di massima efficienza permette di gui-dare in perfetto relax, consci di avere margini di

sicurezza molto ampi. La frenata è perfetta con spazi di arresto da 100 a 0 in meno di 40 metri anche dopo un uso stressante dell’impianto. Quello che stupisce è l’inserimento in curva, molto simile a quello della “vecchia 6”: preci-so verso il punto di corda con comportamento pressocché neutro. Nei cambi di direzione la 3 Touring si muove agilmente e non si avverte l’i-nerzia della coda. Il cambio a 6 rapporti è uno dei punti di forza della berlina giapponese: ben scalato, con corsa corta, sembra quasi essere alla guida della sportivissima MX5.

Le peculiarità dinamiche della Mazda 3 si riflet-tono di conseguenza anche sui consumi. Infatti

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non c’è bisogno di “smanettare” sul cambio per tirarsi d’impaccio, basta una leggera pres-sione sull’acceleratore per andar via in grande scioltezza. Alla fine del nostro long run siamo riusciti ad avere una media di 5,6 litri ogni 100 chilometri, con punte in autostrada vicine ai 25 chilometri con un litro di gasolio. Si sareb-be potuto fare un pò meglio se sul modello da noi provato ci fosse stato il Cruise Control, di-sponibile però come optional. Anche in città la media è stata più che lusinghiera: guidando in un range dai 1000 ai 2000 giri bastano solo 6 litri ogni 100 chilometri.

Già ricchissima di dotazioni di base, la Mazda 3 offre a richiesta molti pacchetti di personalizza-zione che chiaramente fanno lievitare il prezzo. La versione della nostra prova, 1,6 Turbodie-sel da 115 cavalli e cambio a 6 marce costa al pubblico 22.950,00 euro, IPT esclusa.

Ilio Ascione


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Il futuro di un’icona

Sta per arrivare la nuova erede del mitico Maggiolino: cool, classica, originale, molto high-tech, estremamente parsimoniosa, e pronta a sedurre con i suoi contenuti di dinamicità ed esclusività

Volkswagen ha scritto, da pochi giorni, esattamente lo scorso 18 aprile, un altro capitolo della lunga storia di un’icona del mondo automobilistico. Ha infatti de-buttato la nuova Beetle, definita la migliore Beetle di sempre, svelata al Salone di Shanghai dai VJ di MTV e, quasi simultaneamente, anche a New York e Berlino.La

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novità auto > volkSwagen Beetle


La nuova Beetle reinterpreta la celebre silhou-ette del Maggiolino originale e, grazie anche alla presenza di ultimissime soluzioni tecno-logiche, appare in grado di assicurare grande piacere di guida ed esclusività.

Ma facciamo un passo indietro: la Volkswagen ha creato una delle auto di maggior successo di tutti i tempi, senza darle neppure un nome. Era semplicemente la “Volkswagen”. Poi, in tutto il mondo, hanno imparato ad amarla, chiamandola con il nome di ciò che più ricor-dava il suo aspetto: Käfer, Beetle, Vocho, Coc-cinelle, Fusca, Maggiolino ed altro ancora, nel-le diverse lingue del pianeta. Successivamente è diventata l’auto per antonomasia, simbolo della democratizzazione della mobilità ed è

stata venduta in 21,5 milioni di esemplari. La storia è ricominciata con la New Beet-le nel 1998, la cui produzione è cessata nel 2010 con la Final Edition e oltre un milione di esemplari venduti. Fin qui la storia, e ora? Il futuro dell’auto più famosa del mondo sta per iniziare, grazie ad una generazione completa-mente nuova. Gli ingegneri avevano le idee molto chiare: dovevano sviluppare un’auto

high-tech che rimanesse però alla portata di tutti, dotata di tutti i sistemi di comunicazione più all’avanguardia, e anche straordinariamen-te ecocompatibile. Nessuna mai più parca di lei nei consumi, con soli 4,3 l/100 km nel ciclo combinato.

Poi l’estetica: come trovare una nuova inter-pretazione di un design così noto e indipen-dente? Walter de Silva e Klaus Bischoff hanno raccolto la sfida. lavorando sul

profilo originario del Maggiolino, ancor più che su quello della versione New Beetle del 1998, per porre inoltre l’accento su propor-zioni estremamente dinamiche. Più grintosa, più dinamica, più muscolosa, adesso la Beet-le è caratterizzata da una spiccata ed evidente vocazione sportiva, con dimensioni completa-mente nuove. La maggiore lunghezza ha per-messo alle linee del tetto di tendersi ulterior-mente, mentre il parabrezza risulta arretrato e il posteriore segue il profilo del Maggiolino originario. Il team che ne ha curato lo sviluppo ha anche allargato le carreggiate e aumentato il passo, esaltando le linee scolpite della Beetle. Assolutamente inedito, ad esempio, lo spoiler

posteriore, ben integrato nel design. Di serie in abbinamento con i motori TSI 1.4 lt 160CV e 2 lt 200 CV ha anche una importante funzione aerodinamica: a seconda della motorizzazione, la Beetle può raggiungere velocità fino a 225 km/h. La gamma motori del nuovo Maggiolino comprende, tra i benzina, anche il TSI 1.2 da 105 CV, mentre tra i diesel le alternative sono l’ 1.6 lt TDI da 105 CV ed il 2.0 da 140. Al-tra grande novità tecnica, il debutto del cam-bio doppia frizione DSG. Le tinte offerte per la Beetle sono 12 e gli interni appaiono molto originali Design, ergonomia, praticità e qualità formano un ingranaggio perfetto che dà vita a un’auto nuova, simpatica, cool e classica allo stesso tempo. Decisamente più grande è il ba-gagliaio che adesso ha una capacità di 310 litri, contro i 209 precedenti. La nuova Volkswagen Beetle sarà disponibile in Europa fra ottobre e novembre di quest’anno ad un prezzo di par-tenza inferiore ai 22.000 euro.

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novità auto > nuova Suzuki Swift

Sportività responsabile

Più dinamica, più sicura, con un’abitabilità al vertice del segmento, la citycar giapponese si ripropone sul mercato anche con rinnovate doti di efficienza e prestazioni ➠➠


cominciata da poco la commercializ-zazione della nuova Suzuki Swift, la Citycar del marchio giapponese che ha già venduto circa 2 milioni di vet-

ture. La nuova Swift si presenta al pubblico rin-vigorita nelle forme e con un look più sportivo. Ma, come tradizione giapponese, nulla è fine a se stesso. I tecnici del sol levante sono andati alla ricerca di peculiarità da segmento superio-re a cominciare dal telaio più rigido ed in grado di ottenere 5 stelle piene ai test EURONcap.

La nuova Swift cresce di dimensioni ed offre una migliore abitabilità ai suoi passeggeri che ora sono accolti in un abitacolo ancora più sportivo: infatti al suo interno, domina il nero con inserti di alluminio, i sedili hanno riporti tono su tono, il tutto di grande eleganza. Gli esterni, rivisitati, sono volti all’efficienza ae-rodinamica pur mantenendo il caratteristico family feeling della piccola compatta. Aumen-ta lo spazio per i passeggeri posteriori e per i bagagli, grazie allo sforzo fatto dai progettisti: pur essendo compatta, 3,85 metri, la piccola Swift, grazie ad un passo decisamente lungo, 2,43, offre un’abitabilità al vertice del segmen-to. Questa peculiarità le fa aumentare anche la maneggevolezza e la precisione di guida nei percorsio misti. Le sospensioni anteriori sono del tipo McPherson mentre al retrotreno ci sono barre di torsione con molle elicoidali. I freni sono a disco sull’anteriore e sul posterio-re, solo nelle versioni più importanti.

Due nuovi motori garantiscono grande effi-cienza e prestazioni. L’1,2 benzina, a fasatura variabile e 16 valvole, dispone di 94 cavalli e coppia di 118 Nm che spingono la Swift, se-condo i dati della Casa, a 165 Km/h. I consumi si attestano mediamente sui 5 litri ogni 100 chi-lometri nel ciclo combinato con un’emissione allo scarico di 113 grammi di CO2 nella versio-ne con Start&Stop.

Il propulsore Diesel da 1,3 litri ha 75 cavalli con coppia di 190 NM e rimane invariata la velocità massima. I consumi sono da record: con un litro di gasolio si percorrono mediamente circa 24 chilometri con punte in autostrada di 28 chilo-metri. La trazione è anteriore ma è disponibile anche la versione 4x4 che aumenta la praticità della piccola Suzuki Swift. Questa versione di-spone di un giunto viscoso privo di manutenzio-

è

ne che permette di regalare la trazione quando è necessario. Inoltre la sistemazione del giunto in posizione ottimale consente anche una migliore distribuzione dei pesi a tutto vantaggio della ma-neggevolezza. Grande impegno è stato profuso dagli ingegneri sul comfort di marcia che, grazie a giunti di smorzamento e pannellature insono-rizzanti, regala agli occupanti una sensazione da berlina di segmento superiore. Sulla Swift a richiesta, si può avere anche il cambio automa-tico a 4 rapporti.

Riccamente dotata già dalla versione d’ingres-so la Suzuki Swift viene proposta con un prezzo di lancio di 10.990 euro per la versione 3 porte con Style Pack. Inoltre c’è, compresa nel prezzo per i primi 3 anni o 45.000 km, la manutenzio-ne ordinaria della vettura.

Ilio Ascione


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la ritroviamo avanti, bassa, profilata, e con una mu-scolosità inaspettata da un marchio generalista come

la Peugeot. La “Felinità” della piccola leo-nessa trasuda da tutti i pori. Impossibile fare paragoni con altri prodotti di questa nicchia di mercato: la RCZ va ben oltre ogni più ro-sea aspettativa. Basta guardarle il tetto ed il lunotto posteriore, l’equilibrio della linea, le spalle larghe. La tentazione di girarci in pista è fortissima, anche se il modello della nostra prova è quello dotato del “tranquillo” motore da 1,6 litri e 156 cavalli a benzina. Gli interni sono curatissimi: pelle a profusio-ne, il giusto mix di elementi cromati, assem-blaggi e finiture di ottima fattura ed il posto guida… un cockpit ideale a qualsiasi pilota con strumentazione completa e ben leggibi-le in ogni condizione.

Saliamo a bordo e partiamo: non ci me-raviglia il gran tiro in basso del motore, lo conosciamo già su altri modelli del gruppo PSA. Prendiamo confidenza con la RCZ (la signorina ne da molta…) e cominciamo a spingere. La coppia da 240 Nm permette di tirar fuori il meglio dalla 2+2 francese. Non andiamo a cercare il limite rosso del conta-giri, non ce n’è bisogno. L’accelerazione da 0 a 100 risulta di 7,9 secondi, mentre per la velocità massima ci fidiamo dei 217 Km/h dichiarati da Peugeot. L’impianto frenante è potente e sempre pronto all’uso: in fondo al rettilineo vediamo i 145 Km/h e stacchiamo oltre il cartello dei 50 metri. La RCZ, anche se “maltrattata”, non da segni di ribellione. Piantata a terra, rallenta vigorosamente e poi punta il muso dritto al punto di corda. Il retrotreno segue docile e preciso. Il sus-seguirsi delle marce (finalmente il cambio a 6 rapporti) da il brivido: ci capita anche

di sbagliare rapporto ma la sportiva fran-cese esce dalle curve con la solita rabbia, grazie al turbo che soffia forte già ai regimi più bassi. Questo a tutto vantaggio dei con-sumi: nel nostro long run (oltre 4000 chi-lometri in giro per l’Italia) ci siamo attestati sui 6,4 litri ogni 100 chilometri, ben oltre i 6,9 dichiarati da Peugeot. Chiaramente ab-biamo sfruttato al massimo il Cruise Control (130 in autostrada) e usato esclusivamente marce alte anche in città, con consumi gros-so modo equivalenti nelle due tipologie. In pista abbiamo “steccato” un po’, ma dove-vamo godere a pieno dell’aspetto ludico della Peugeot RCZ.

Possiamo fare un appunto alla Casa fran-cese: una vettura simile avrebbe meritato qualche chilo in meno, anche se nell’uso attivo la RCZ si è comportata più che bene. Infatti in ordine di marcia siamo intorno ai 1400 chili che ci sono sembrati un po’ ec-cessivi visto la tipologia di vettura. Ma forse siamo oltremodo pignoli…

Due posti comodissimi, grande comfort di marcia e bagagliaio adatto …per un traslo-co! Alla faccia di chi sostiene che Sportività fa coppia con sacrificio!

Scendiamo soddisfatti ed appagati dalle belle sensazioni che la Peugeot RCZ ci ha saputo regalare: grande dinamicità, presta-zioni esuberanti anche con il motore meno potente, comfort da berlina di lusso, con-sumi da utilitaria. Ed il prezzo! L’esemplare della nostra prova costa a listino meno di 28.000 euro e si spinge fino ai circa 30.000 delle versioni Diesel da 163 cavalli e benzi-na da 200 cavalli. Siamo abbondantemente sotto la soglia delle concorrenti.

Ilio Ascione

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Sul circuito di Battipaglia la nuova sportiva francese ci ha regalato

sensazioni impagabili, rivelando prestazioni esuberanti. Anche su strada

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auto d’ePoCa > il ClaSSiC Car CluB

Torna sulle…orme del Gran Premio di Napoli

di Marina Federico

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Un nuovo successo per il dinamico sodalizio partenopeo affiliato ASI: oltre 70 equipaggi al via, lo scorso primo maggio, per rivivere una straordinaria epopea motoristica “made in Naples”. Per le “regine” dell’evento, anche il palcoscenico di Palazzo Reale


na passione che si rinnova, ritrovando di anno in anno il suo filo conduttore in un evento motoristico di enorme fascino sulle strade che furono tea-

tro di un’autentica epopea agonistica: stiamo parlando della “Rievocazione Storica del Gran Premio di Napoli – Circuito di Posillipo”, il tra-dizionale raduno-kermesse d’auto d’epoca tar-gato Classic Car Club che celebra, come sem-pre nella data del 1° maggio, una delle pagine più belle dell’automobilismo sportivo mondia-le, scritta a più mani, tra la fine degli anni 40 e gli inizi degli anni 60, da piloti del calibro di Ascari, Farina, Mairesse e prima ancora anche da Tazio Nuvolari….autori di sfide memorabili, su vetture di Formula 1, 2 e SportPrototipo, lun-go il suggestivo percorso cittadino che attraver-sa il promontorio di Posillipo. Custode di quelle irripetibili emozioni, il Classic Car Club Napoli, da 13 anni, organizza e promuove con successo una manifestazione che è ormai diventata un cult, tanto da richiamare puntualmente un nu-mero decisamente alto di equipaggi, a compor-re una carovana d’antan molto attraente, per la gioia di residenti e turisti.

Oltre 70 le auto presenti al via dell’edizione 2011, nonostante un meteo che si preannun-ciava non incoraggiante ma che, smentendo le previsioni, ha invece regalato ai partecipanti una splendida giornata di sole. Già dalle prime ore del mattino, il viale del Virgiliano, a Capo Posillipo, è stato preso d’assalto da soci ed ospiti del Classic Car, pronti a rivivere, nel consueto clima di contagioso entusiasmo, uno degli ap-puntamenti clou del calendario di un club, af-

filiato ASI che, a livello nazionale, si conferma costantemente primo per numero di iscritti.

Variegato il panorama espositivo, con la pre-senza di esemplari rari, descrittivi del miglior genio creativo internazionale del 900, accanto a modelli più popolari, ma altrettanto belli per l’intrinseca capacità di rievocare un passato che assume spesso il romantico sapore di ama-ti ricordi familiari. E, naturalmente, ad esalta-re l’orgoglio italico, l’inconfondibile allure, e l’incredibile sound delle Ferrari, dalle 208 alla California, raccolte nella speciale sezione delle rosse di Maranello a cui il Classic Car Club Na-poli riserva particolare cura. Ma accanto all’a-matissimo Cavallino Rampante, non sfigurava di certo l’altro Cavallino, quello di Stoccarda, con diverse magnifiche creature di Ferdinand Porsche. Da segnalare anche una magnifica Jaguar XK 150 Coupè, fresca di maquillage, in compagnia di altri gioielli di Coventry, come le neo50enni Jaguar E, la Sovereign e la MK II. British style in grande spolvero anche con Austin Healey MKI e Triumph TR3A, a condivi-dere il palcoscenico della 13sima Rievocazione Storica del Gran Premio di Napoli con le sem-preverdi Alfa Romeo.

In mostra statica, prima di scaldare i motori per la gara, anche meraviglie di casa Fiat, come le 500 e le 600 D che, negli anni del boom italiano, hanno avviato la motorizzazio-ne di massa. Il parterre Classic Car, per questo rombante 1° maggio, ha compreso anche un discreto numero di Lancia, Fulvia, Flavia e Beta, le Autobianchi Bianchina, alcune stel-le Mercedes, come la 350 SL, una splendida Maserati Spider I, insieme ai simpaticissimi VW Maggiolone e all’antesignana, una Ford

U


A del 1929. Fra le chicche, soprattutto un’Ap-pia Sport, una rara Citroen DS in versione Chapron, ed anche una Modern d’eccezione, la Nissan 300 ZX.

Bersagliate dai flash, le vetture del Classic Car hanno sostato a lungo a Posillipo, mentre gli equipaggi ed il pubblico hanno potuto godere nel frattempo anche dalle prelibatezze gastro-nomiche preparate dagli amici dell’associa-zione onlus Chef in Africa, un progetto molto interessante, nato da una storia vera che mira a dare una professione che possa garantire un futuro lavorativo ai giovani africani (www.che-finafrica.it).

Le protagoniste della 13esima Rievocazione Storica del Gran Premio di Napoli si sono poi incolonnate per dar vita ad un’accesa gara di regolarità, valida per il campionato sociale del club: di seguito si sono ricomposte nuovamen-te in passerella per sfilare sul lungomare fino a raggiungere Piazza Plebiscito dove erano atte-se a Palazzo Reale. Per loro un ingresso trion-fale, attraverso il portone principale di uno dei monumenti più importanti di Napoli, simbolo della sua storia borbonica, e dello splendore di una città che fu capitale del Regno delle Due Sicilie: immerse in una scenografia assoluta-mente straordinaria, condotte idealmente a corte, le regine del Classic Car hanno offerto

uno spettacolo d’altri tempi, sorprendente per la sua unicità.

In perfetto equilibrio fra spirito sportivo e mon-danità, la giornata si è conclusa presso il rino-mato ristorante “Zi Teresa”, al borgo marinaro, nei pressi di Castel dell’Ovo, dove si è svolta anche la premiazione finale.

Per la categoria Classic, la vittoria è andata alla Ford A Roadster di Mariano Piccolo, seguita dalla Jaguar XK 150 Coupè di Livio Criscuolo e dalla Austin Healey MKI di Maurizio Bava. Fra le Post Classic, il successo ha arriso alla Fiat 500 L di Pasquale Infimo davanti alla Lancia Fulvia Coupè di Lorenzo Galletta e all’Alfa Ro-meo Spider di Enrico Di Taranto. Ad imporsi fra le Modern è invece stato Giovanni Castelli, su Porsche 911, che ha bissato il primato ot-tenuto nella gara precedente di Bacoli. Piazza d’onore per Pierluigi Santoro, al volante di una Maserati Spider I, e terzo gradino del podio per Francesco Foglia, su Alfetta GT. Ed infine, nel-la categoria Ferrari, a vincere è stato Francesco Galletta, su Dino 208 GT4 che ha preceduto la Ferrari Testarossa di Mario Cotumaccio, naviga-to dal giovanissimo figlio Teodoro, e la 430 di Massimiliano Fraola. Ringraziamenti e ricono-scimenti sono al termine stati conferiti a quanti hanno contribuito al buon esito della manife-stazione coordinata dall’impeccabile staff del Classic Car Club Napoli diretto dal presidente Geppino Cannella, le cui doti di competenza, affidabilità e cortesia sono note anche fuori dai confini regionali, tanto da valergli un ruolo di primo piano, a Torino, nell’organico dirigenzia-le dell’ASI, Automotostoriche Italiane.

Sullo sfondo del porticciolo di Castel dell’Ovo, a conclusione della riuscitissima 13esima Rie-vocazione Storica del Gran Premio di Napo-li, Geppino Cannella non ha nascosto la sua soddisfazione ma anche l’entità dell’impegno profuso, introducendo nel contempo le pros-sime attività dell’effervescente club che, nel weekend dal 13 al 15 maggio sarà in Abruzzo, nel cuore del Gran Sasso, per la seconda edi-zione del Trofeo Scanno-Villalago.





Mundialasso 2011 2° Torneo Interassicurativo di calciottogiugno /luglio - Campi Kennedy

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“Ladies and Gentlemen start your Engine”. La famosa frase la mutuiamo da Indianapolis per annunciare lo svolgimento del primo corso 2011 della Henry Morrogh Racing Drivers School che ha preso il via sulla Pista del Sele a Battipaglia.

Tutto nuovo per la scuola piloti più famosa d’I-talia, quella che ha regalato ben 18 drivers alla formula 1, compreso il campione del mondo e vincitore di Indianapolis Jacques Villeneuve, passando da De Cesaris a Pirro, da Giacomelli a Giovanna Amati. Tutto nuovo, monoposto, campo scuola, socio, istruttori, ma non il “vec-chio” Henry, un “ragazzino” di quasi 80 anni, ancora con una voglia di trasmettere le sue co-noscenze che è quella degli esordi della scuola, prima in Francia, poi negli States e finalmente in Italia ad inizio anni ’70.

Ad affiancare l’irlandese ci sono l’ingegner Giovanni Ciccarelli, socio ed ex allievo, e l’ingegner Massimo Torre, uno dei suoi ultimi “prodotti”, vincitore in Formula 3000 ed ora nel ruolo di capo istruttore in pista per Henry Morrogh.

Quattro piloti in “aula” con una voglia matta di imparare i segreti, anzi, l’arte della guida, su una “duegiorni” in cui le sessioni in pista si sono intervallate con la parte teorica, fon-damentale per imparare a sfruttare al meglio le rinnovate Formula Ford, 1600 e 1800, della scuola.

Henry, attentissimo ai progressi dei suoi allievi, è particolarmente contento del lavoro svolto: “il nostro scopo è quello di contenere i costi così da dare, a chiunque lo desideri, la possi-bilità di venire qui a fare un corso. Da questo punto di vista il circuito di Battipaglia è perfetto - afferma il vulcanico irlandese.

Il buon uso dell’ostico cambio Hewland, la frenata, le traiettorie… imparare a sfruttare al meglio le peculiarità delle monoposto è fonda-mentale per girare veloci con pochi cavalli. Ma Patrizio, Luca, Yvette e Antonio si impegnano

Sulla Pista del Sele tornano a rombarele monoposto di Henry Morrogh

Il circuito cilentano ha ospitato l’apertura stagionale della scuola piloti più famosa del mondo

CorSi di Pilotaggio


Sulla Pista del Sele tornano a rombarele monoposto di Henry Morrogh

al massimo per mettere a frutto i consigli del “Grande Mago”. Non sono ragazzini, ma rie-scono ad assimilare tutto quello che Henry e Massimo trasmettono.

“la parte più difficile è riuscire a coordinare con rapidità e precisione freno, accelerato-re, frizione e cambio - dice Ivette Calendino - ma quando effettui tutto perfettamente ed esci velocissimo da una curva è una sensazio-ne impagabile”. “resterei qui a girare ancora per delle ore - racconta Patrizio Galeano - sto imparando tantissime cose che mi serviranno anche nella guida di tutti i giorni. Credo che tornerò presto”.

“Quando sono arrivato qui credevo di trovar-mi in un ambiente più glaciale, intento a dare nozioni di guida - confessa Luca Loaldi - ed invece l’aspetto più bello che ho trovato alla Henry Morrogh Racing Drivers School è pro-prio quello umano. Qui c’è un’attenzione alla persona a tutto tondo. Per assurdo, anche se non avessi imparato nulla (e qualcosa ho im-parato) sarei stato felice solo di aver conosciuto delle persone fantastiche”.

Antonio ha più esperienza, ed ora riesce a gi-rare con tempi veloci e costanti a bordo della Mygale 1800 della scuola: “Alla mia età non cerco certo affermazioni agonistiche - ammette Antonio - ma posso dire che qui comunque c’è adrenalina pura. Poi sapere che da questa scuola sono venuti fuori fior di piloti aumenta anche un po’ l’austima. Henry è una persona incredibile ed è la storia: la storia delle scuole di monoposto”.

Una sgroppatina, per ricordare vecchi auto-matismi della guida in pista l’abbiamo fatta insieme a Giovanni Ciccarelli, traendone belle sensazioni, le solite, impagabili. E “beccando-ci” anche uno dei coloriti commenti di Henry, sempre attento a chiunque salga sulle sue For-mula. Giovanni scende dalla monoposto.

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E’ ancora velocissimo, nonostante gli anni di inattività, e gli brillano gli occhi: “Mi sono buttato in questa avventura con lo stesso en-tusiamo di quando correvo con Henry - dice Giovanni - la Scuola è come la vuole Morrogh e ci stiamo adoperando tutti per mantenerla punto di riferimento per i giovani che vogliono crescere e per chi ha ricordato questa passione e l’ha tirata fuori dal cassetto”.

Non si può non amare Henry. Irlandese puro-sangue, italiano d’adozione, una passione che lo fa ringiovanire di 40 anni, come ama dire quando è in pista a seguire i suoi piloti. Quanti ricordi. Momenti belli e qualcuno triste, legati a questo mondo rombante. Si sente spesso con i suoi ex allievi, Larini, Cheever (di cui segue il figlio, Eddie Junior), Emanuele Pirro, ma anche alcuni meno famosi ma non per questo meno importanti.

Calendario stilato per la Henry Morrogh Racng Drivers School con due sessioni al mese sull’Autodromo di Battipaglia. Tra qual-che giorno ci sarà l’inaugurazione della nuova struttura con officina ed aula didattica multi-mediale all’interno della struttura cilentana ed arriverà anche la nuova Dallara Mugen Honda di Formula 3, per corsi di perfezionamento.

Per informazioni e contatti www.henrymorro-gh.it.

La passione scende in pista.

Ilio Ascione


Ignifugheprefabbricate

Sony walkMan Serie B

Bassi più profondi

Sony lettori MP3 indossabili con Bass Boost carica rapi-da e clip rimovibile Jogging, viaggi, uscite con gli amici... in

qualunque situazione, i nuovissimi lettori MP3 Walkman Serie B di Sony offrono un connubio perfetto fra audio intenso e look trendy.

Il design dei lettori Walkman® Serie B, carat-terizzato da soli 28 g di peso e meno di 10 cm di lunghezza, vanta una finitura bicolore che cattura lo sguardo, grazie alla scelta di vivaci tonalità piacevolmente in contrasto fra loro.

A dispetto delle dimensioni compatte e dell’e-strema semplicità d’uso, si distinguono per l’al-ta qualità sonora. A prescindere da gusti e ten-

Da

denze musicali, l’audio dei nuovi Walkman® è avvolgente e arricchito da bassi pieni e pro-fondi: premendo il pulsante “Bass”, vengono potenziate le frequenze più basse e la spia del lettore inizia a lampeggiare a ritmo di musica.

L’autonomia della batteria assicura fino a 18 ore* di ascolto ma, se il tempo a disposizione è poco, basta inserire il Walkman® nella presa USB e lasciarlo in carica 3 minuti per ottenere fino a 90 minuti di riproduzione.

New entry 2011, la pratica clip rimovibile con-sente di assicurare il Walkman® alla cintura, alla tracolla della borsa o alle tasche di camicie e jeans. Il modo migliore per esibire il favoloso look di questo lettore MP3 anche fuori casa.

Caricare le collezioni musicali digitali sul nuo-vo lettore Walkman® Serie B è incredibilmen-te semplice: basta inserire nel PC il connettore USB incorporato al lettore e trascinare i file direttamente nella cartella (funzione “drag and

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Infine, la tecnologia ZAPPIN™ è la soluzione più pratica per sfogliare tutto l’archivio musi-cale in pochi istanti. Niente più interminabili ricerche fra menu e playlist: il pulsante “ZAP-PIN™” attiva la riproduzione di un breve estratto di ogni brano, per riconoscere e selezionare al volo le canzoni desiderate.

La nuova gamma di lettori MP3 ultraportatili Walkman® NWZ-B160 sarà disponibile a partire da maggio 2011.


Il parco occidentale dello Tsavo si estende su 9065 Kmq e comprende savane collinari, arbustive ed ar-boree, acacieti, foreste di baobab,

tamarindi. Da non dimenticare una sosta alle sorgenti di Mzima dove 20 milioni di litri d’ac-qua cristallina all’ora possono essere esplorati in profondità (c’è una capanna che raggiunge il letto del fiume e attraverso i suoi oblò si vedo-no tilapia, barbi, pesci gatto etc.) sotto l’occhio vigile di coccodrilli, cormorani e tartarughe.

In questo parco è assolutamente vietato lascia-re il sentiero: in primo luogo perchè gli animali non sono numerosi e rincorrerli significhereb-be renderli ancora meno avvicinabili, secondo perchè il terreno è quasi ovunque arido e lavi-co e, priva della copertura del manto stradale , la lava potrebbe tagliare le gomme appiedando i passeggeri in una zona dove fiere e scorpioni non sono rari.

viaggio

Kenyai parchi

Tra i parchi nazionali più visitati ci soffermeremo sui parchi dello Tsavo

IL

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Il parco, nato nel 1948, è molto bello con i suoi spuntoni di rocce granitiche e basaltiche abi-tate da leopardi, procavie ed antilopi. Ci sono foreste di enormi baobab in cui, in periodi di grande siccità , gli elefanti assetati hanno sca-vato il tronco con le zanne per succhiarne la linfa fino a bucarli da parte a parte: nonostante ciò i baobab continuano a sopravvivere.

Tsavo è il nome del fiume che taglia il parco da est a ovest e, nella lingua dei Wakamba, un tempo popolo di cacciatori, vuol dire “macel-lare”. In questa ampia zona di conservazione della natura nei due parchi nazionali (Tsavo

est e Tsavo ovest) e nelle tre riserve naturali (Chlyulu, Ngai Ndethya, e South Kitui), vivo-no circa 60 specie diverse di mammiferi, 387 specie di uccelli e un migliaio di specie vegetali.

Fra i mammiferi ci sarebbero oggi 8000 ele-fanti e un centinaio di rinoceronti neri, cifre finalmente in aumento dopo il periodo di bracconaggio incontrollato tra il 1963 ed il 1978. Ci sono anche leoni, leopardi, ghe-pardi, iene e sciacalli, impala, gazzelle, bufa-li, zebre, giraffe, antilopi d’acqua, babbuini, antilopi giraffa etc. Ipotizzando una sorta di itinerario, uscendo dallo Tsavo occidentale,si

attraversa un transito che immette sulla statale Nairobi-Mombasa A109. Fu proprio qui che i leoni si “ribellarono” alla penetrazione dei bianchi e della loro ferrovia nel 1898 quan-do attaccarono gli accampamenti del cantiere ferroviario terrorizzando migliaia di operai e d uccidendone una trentina. A 7 Km dal transito di Tsavo c’è Manyani, che, letteralmente vuol dire “posto in cui ci sono molti babbuini”e, in effetti, ce ne sono molti lungo la strada. Han-no imparato ad aspettare le auto di transito sapendo che la gente dà loro da mangiare. Ma è meglio non farlo...Da Manyani parte la strada C103 che entra nel Parco nazionale del-lo Tsavo Orientale.

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Questo parco si estende su ben 11,973 kmq . Due terzi del parco nella zona nord-occidenta-le sono chiusi al turismo e riservati alla ricer-ca scientifica. Un’eccezione: da Mtito Andei si può raggiungere un campo tendato dal quale si organizzano brevi escursioni a piedi nella zona. Nell’immenso parco l’attrazione princi-pale sono le gigantesche mandrie di elefanti e bufali.

Bisogna andare assolutamente alle rocce di Mudanda, un immenso “kopje” granitico nei pressi dell’incrocio 166 , a nord del Voi Safa-ri Lodge e del fiume Mbololo. Percorrendo il fiume Voi verso oriente si arriva all’incrocio 105, dove la diga di Aruba blocca le acque in piena del fiume, attirando un gran numero di erbivori del deserto del Taru. Inutile dire che

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a fare la parte del leone nel parco è il fiume che in questo tratto si chiama Galana e oltre il quale non è consentito andare. Sono però raggiungibili le rapide di Lugard Falls e Croco-dile Point . Qui, in qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi periodo dell’anno , con un po’ di pazienza si possono vedere oltre a molti mam-miferi e rettili, anche un centinaio di specie di uccelli. Poche sono le strutture ricettive di que-sto parco e quasi tutte si trovano lungo la sta-tale Nairobi-Mombasa; ai margini orientali del parco, lungo la strada che porta a Malindi, c’è il Crocodile Camp , spesso visitato dai Watta: sono circa 500 cacciatori nomadi primitivi che ancora oggi vivono da raccoglitori e cacciatori.

Ci sarebbe ancora tanto da dire..... Alla pros-sima


otorola XOOM è il primo della categoria a disporre del sistema operativo Android™ 3.0 Honeycomb, progettato e ottimizzato speci-ficamente per tablet. Motorola XOOM offre

all’utente italiano eccezionali possibilità di fruizione dei con-tenuti.

Dotato di doppia fotocamera, potenti funzionalità multi-ta-sking, innovative applicazioni Google™ Mobile, processore dual-core da 1 Ghz e display widescreen da 10,1” con riso-luzione HD, il tablet Motorola XOOM mette a disposizione degli utenti molteplici esperienze multimediali e capacità sempre più potenti di fruizione dei contenuti.

“Motorola XOOM segna il debutto di Android 3.0 e rappre-senta il primo esempio dell’esperienza tablet per Motorola”, ha dichiarato Paolo Prearo, mobile device business Italy ge-neral manager, Motorola Mobility Italia. “Progettato speci-ficamente per soddisfare tutte le esigenze degli utenti, offre nuove funzionalità per connettersi con gli amici, divertirsi e lavorare ovunque”.

Caratteristiche di Motorola XOOMMotorola XOOM offre una nuova esperienza di mobile com-puting grazie ad un display widescreen HD con risoluzione da 1280 x 800 pixel per la riproduzione di video in alta defi-nizione, dotato di uscita HDMI e di doppia fotocamera, una posteriore da 5-megapixel, in grado di acquisire video a 720 pixel, ed una anteriore da 2-megapixel per le video chat. Possiede inoltre un giroscopio incorporato, un barometro, una bussola digitale, un accelerometro e un sensore di lu-minosità.

Il processore dual-core da 1 Ghz consente di sfruttare tut-te le potenzialità dell’innovativo sistema operativo Android 3.0. L’utente di Honeycomb vive un’esperienza a 360° con le principali funzionalità Android, quali widget, multi-tasking, navigazione web come da pc, notifiche e personalizzazione. Inoltre può avvalersi delle più recenti e innovative applica-zioni di Google Mobile, quali Google Maps 5.0™ con intera-zione in 3D, e l’accesso a migliaia di applicazioni scaricabili da Android Market™. Motorola XOOM supporta inoltre l’ap-plicazione Adobe® Flash® Player, scaricabile da Android Market, che offre la possibilità di riprodurre in modo nitido video e altri contenuti Web multimediali basati su Flash.

Motorola XOOM ha un’autonomia che consente di riprodur-re fino a 10 ore di video e si ricarica nella metà del tempo impiegato dagli altri tablet disponibili sul mercato.

Il primo tablet al mondo su piattaforma Android 3.0 Honeycomb

Ecosistema di accessori per Motorola XOOM*Per migliorare ulteriormente l’esperienza di fruizione di contenuti, Motorola offre inoltre i seguenti accessori studiati appositamente per il tablet:

Una docking che consente di guardare video e ascoltare musica tramite gli altoparlanti stereo del tablet mentre questo si ricarica.

Una docking multimediale HD che permette di inviare contenuti in HD diret-tamente a una TV tramite l’uscita HDMI e ascoltare musica in modo ottimale tramite due altoparlanti incorporati, senza doverne collegare di esterni.

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enominata come il celebre passo alpino che congiunge la Valtellina alla Val Venosta attraverso 84 mitici tornanti, Stelvio ha riportato Moto Guz-zi tra le protagoniste delle maxi enduro. Una moto apprezzata che ora raggiunge la sua completa maturazione sul piano tecnico – funzionale

grazie alle modifiche e perfezionamenti introdotti con le nuove 1200 8V e NTX:

Tutto inizia dallo stile, reso più attraente e moderno addolcendo i volumi del serbatoio e integrandoli con la leggera carenatura, ora segnata dalle linee più regolari e morbide confluenti con il doppio gruppo ottico anteriore. Quest’ulti-mo, un elemento distintivo del design della Stelvio è l’unico dettaglio ereditato dalla versione precedente. Sono del tutto inediti il cupolino, il parabrezza e la

semicarenatura con indicatori di direzione integrati tutti elementi che contribuiscono a donare al frontale della Stelvio 8V un’espressione nuova, più aggressiva e dinamica. Ne deriva uno stile originale

ma soprattutto più funzionale e versa-tile, attributi che su questa tipologia di modelli rivestono una particolare

importanza. Da un punto di vista og-gettivo lo stile delle nuove superfici porta con sé due fondamentali progressi rispet-

to alla versione precedente: una più efficiente protezione aerodinamica,

grazie al nuovo cupolino e un’autono-mia quasi raddoppiata grazie al nuovo serba-

toio dalla capacità record di 32 litri.

Tante migliorie rilanciano la Moto Guzzi Stelvio nella sfida tra le maxi enduro. una superiore protezione aereodinamica offerta dal nuovo cupolino, un motore migliorato nel rendimento e un‘autonomia da record grazie al nuovo serbatoio da 32 litri. Disponibile anche nell’allestimento no-limits NTX.

In vetta al piacere di guida

guzzi Stelvio 1200 8v – ntX

D

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L’aria di rinnovamento che avvolge la nuova Stelvio si nota anche dal cockpit di guida, con una strumentazione rinnovata nella grafica e dotata di un nuovo indicatore del livello carbu-rante di maggior scala.

Cuore pulsante di quest’affascinante granturi-smo è il celebre bicilindrico trasversale a V di 90° della serie “Quattrovalvole”, la più presta-zionale tra le famiglie di propulsori prodotte a Mandello di Lario ormai giunto all’apice del suo sviluppo tecnico/prestazionale.

In quest’ultima versione, dotata di sistema di antipatinamento ATC, è stata particolarmente curata la silenziosità e la regolarità di funzio-namento intervenendo sulla gestione elettro-nica, sulla distribuzione e sul raffreddamento. La nuova centralina integrata di accensione e iniezione sfrutta ora i segnali di due sonde lambda al fine di garantire un’accurata alimen-tazione lungo tutto il ciclo di combustione, mi-gliorando la risposta al comando del gas, l’ero-gazione ai regimi intermedi oltre a consumi ed emissioni nocive.

Ora il propulsore esprime una coppia massi-ma superiore a 113 Nm erogati a soli 5.800 giri/min e raggiunge agevolmente un picco di potenza superiore a 105 cavalli, il tutto a un regime di rotazione massimo pressoché auto-mobilistico, 7250 giri/min.

La NTX, versione “avventurosa” della Stel-vio, condivide ora tutte le caratteristiche tecniche della versione base e si dif-ferenzia da questa per la robusta e imponente“corazza” che l’avvolge, composta da pa-racoppa, paramotore, protezione cilindri, e paramani integrali e parabrezza maggio-rato, per preserva-re il pilota e la sua cavalcatura dalle insidie di qualsiasi percorso.

CONFORT: Inarrestabili viaggiatrici di lungo corsoLe Stelvio 1200 8V e NTX sono grandi viag-giatrici, con qualità da fuoristrada e prestazioni d’eccellenza su asfalto. Questo carattere emer-ge immediatamente una volta in sella, dove la percezione di una curata ergonomia è imme-diata: sella, pedane, manubrio, formano una triangolazione perfetta per qualsiasi utente. Inoltre per i più perfezionisti vi è la possibilità di regolare un po’ tutto: parabrezza, altezza della sella (820 o 840 mm), inclinazione manubrio, leve, pedali, oltre ai professionali registri per il freno idraulico in compressione ed estensione delle sospensioni.

Non mancano, in una moto dedicata ai grandi viaggiatori, le valigie in alluminio e i fari alo-geni supplementari. Una sontuosa dotazione ulteriormente incrementabile attingendo alla catalogo degli accessori disponibili in opzione che comprendono tra l’altro il navigatore GPS, le manopole riscaldate, la protezione al CA.RC (Cardano Reattivo Compatto).

Le nuove Stelvio sono disponibili nei colori Nero Guzzi e Bianco Lunare e Terra di Siena mentre sulla NTX inedito concetto cromatico su base nera opaca (Nero Lava).

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In breve tutto è al posto giusto per affrontare qualsiasi impresa, dal traffico urbano fino alle vie più impervie della guida in fuoristrada. In movimento, un ridotto tasso di vibrazioni e l’efficiente protezione aerodinamica del nuovo cupolino e parabrezza e degli inediti deflettori laterali che garantiscono al pilota e al passeg-gero un confort di marcia ideale per affrontare lunghe percorrenze.

Importanti novità anche sul ponte di comando, con una nuova plancia che comprende una presa corrente da 12V, un nuovo vano portafu-sibili e una cockpit della strumentazione rinno-vato nella grafica del contagiri e nel display con un indicatore carburante a cinque tacche che s’integra alle altre funzioni fornite dal computer di bordo quali consumi medi e istantanei, velo-cità media, tempo di percorrenza, punta massi-ma di velocità raggiunta e diagnostica. Sempre dal display è possibile controllare il livello di calore delle manopole riscaldate (disponibili in opzione) e attivare il dispositivo antipattina-mento ATC, di serie su entrambe i modelli.

CICLISTICA Pensata per percorsi non convenzionaliNon deve trarre in inganno l’aspetto da fuori-strada di lusso: le Stelvio 1200 8V e NTX han-no un efficacia di guida superiore alla media di molte moto stradali, pur essendo attrezzata per l’imprevedibile ed in grado di resistere alle sollecitazioni della guida off road.

Il segreto è nel telaio a doppio trave superiore, in acciaio ad alta resistenza, con tubi principali dallo spessore di 2,5 mm, dove il motore è an-corato attraverso sei punti di connessione, due in più rispetto ai consueti telai Moto Guzzi, che conferisce all’insieme una rigidezza elevatissi-ma ai momenti torsionali.

Le quote ciclistiche sono state definite favorendo la maneggevolezza, con un canotto di sterzo in-clinato di 27° per un’avancorsa di 125 mm, cor-retto dall’importante interasse da 1535 mm che garantisce un’irreprensibile rigore direzionale.

A rendere immediata e nitida la risposta alle pressioni sul manubrio, contribuiscono sospen-sioni di elevata qualità, regolabili sia nel preca-rico sia nella risposta idraulica in compressione ed estensione. L’avantreno è dominato da una nuova forcella upside down Marzocchi con steli da 45 mm e 170 mm d’escursione, mentre al posteriore i cinematismi della sospensione ad azione progressiva sono mossi da un’unità Sa-chs che lavora su 155 mm di corsa.

La raffinatezza del comparto sospensioni ga-rantisce sempre un assetto neutro, sia in uscita di curva, quando si richiede l’azione dei 105

Si tratta di una meccanica raffinata, unica nel panorama motociclistico per architettura e lucidità progettuale, che vanta molte compo-nenti di assoluto pregio. Tra queste meritano di essere citati il sistema di distribuzione mo-noalbero a camma rialzata azionato da catene “morse” dotate di pattini tensionatori coman-dati idraulicamente, i pistoni stampati a 3 seg-menti, raffreddati da getti d’olio posti sul carter, le leggerissime valvole con steli da 5 mm, le molle valvole a sezione conica che eliminano risonanze e perdite di potenza ad alti regimi di rotazione. Lubrificazione e raffreddamento sono assicurati da due pompe coassiali e sono attivate da una terna d’ingranaggi che mettono in circolo il lubrificante in una canalizzazione separata della testata per raggiungere le sedi valvole di scarico, punto dove si sviluppa la temperatura più elevata. Particolarmente mo-derno è il design dei cilindri con l’alettatura di raffreddamento rastremata verso il senso di marcia, mentre i coperchi valvole, sui qua-li campeggia la scritta “Quattrovalvole” sono dotati di un sistema flottante che attutisce la rumorosità meccanica.

Sul fronte dell’alimentazione il motore “quat-trovalvole” ha introdotto l’impiego dei nuovi iniettori Marelli IWP 189 posti sul condotto d’a-limentazione dei corpi farfallati, dal rispettabile diametro di 50 mm mentre la nuova centralina integrata di accensione e iniezione sfrutta ora i segnali di due sonde lambda al fine di garan-tire un’accurata alimentazione lungo tutto il ci-clo di combustione, migliorando la risposta al comando del gas, l’erogazione ai regimi inter-medi oltre a consumi ed emissioni. Rimanendo nell’ambito della componentistica elettronica le nuove Stelvio 1200 8V e NTX portano al debutto il sistema di antipattinamento ATC, un aiuto prezioso per trarsi d’impaccio in situazio-ni di scarsa aderenza.

Confermate le qualità del cambio, un gioiello meccanico a sei rapporti, dalle molteplici qua-lità: silenzioso, semplice nella ricerca del folle e preciso, grazie anche all’introduzione della silenziosa e morbida frizione monodisco.

cavalli erogati dal propulsore “Quattrovalvole”, sia in frenata, sotto la pronta decelerazione ge-nerata dalla terna frenante Brembo coadiuvata dall’azione dell’ABS Continental disinseribile, di serie su NTX e in opzione su Stelvio 8V. Su entrambe vi è anche una nuova coppia di dischi anteriori da 320 mm caratterizzati da una nuo-va flangia di supporto mentre rimane inalterato il disco posteriore da 282 mm. Novità anche sul fronte ruote con un set di cerchi in lega di nuovo disegno per la versione 1200 8V con pneuma-tico posteriore 150/70-17, prima esclusiva della NTX che è equipaggiata di serie con ruote as-semblate con cerchi Ber e raggi Alpina.

MOTORE E TRASMISSIONE. Un “Quattrovalvole”in continua evoluzione.La Stelvio 1200 8V e NTX sono motorizzate con l’ultima evoluzione del propulsore “Quattroval-vole”, nato nel 2006 e universalmente conside-rato come la più avanzata tappa evolutiva del mitico bicilindrico trasversale a V di 90°.


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due giorni di regate tra Pozzuoli, ProCida e iSCHia

Show della vela nel mare flegreo

Doppia vittoria di Zen2 in categoria ORC

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XV° Campionato Vela d’Altura dei Campi Flegrei è iniziato con due regate che si sono svolte nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 aprile, orga-nizzate dalla Lega Navale di Ischia e da ASD Cen-

tro Sport Campano. Ventidue le imbarcazioni iscritte quest’an-no al Campionato flegreo. La prima prova in programma era la Coppa dei due Castelli; la partenza, dal centro del Golfo di Pozzuoli, è stata ritardata a causa del vento troppo debole. In entrambe le giornate di gara il vento è sempre rimasto leggero; sono quindi state avvantaggiate le imbarcazioni e gli equipaggi capaci di sfruttare al meglio ogni minima brezza.

Nella seconda giornata si è svolta la Coppa Pithecusa lungo la splendida costa di Ischia. Le vele hanno offerto spettacolo ai tanti ischitani e turisti che passeggiavano sotto un caldo sole

primaverile sullo storico ponte del Castello Aragonese. Nella categoria ORC, entrambe le regate sono state vinte dal veloce First 45 Zen2 di Cesare Bertoli (LNI Pozzuoli), seguito da Sferi-ka, il First 31.7 di Rosaria lazzaro (LNI Pozzuoli).

In categoria libera, ottima la prestazione di Libera di Moschera (NNYC) che ha vinto la seconda regata e si è aggiudicato il secondo posto nella prova di sabato, dietro il vincitore Mizar di Antonio Esposito (NNYC). Il calendario del XV° Campio-nato Vela d’Altura dei Campi Flegrei prevede altre quattro re-gate: 16 aprile - Coppa Adolfo Costa (Lega Navale Pozzuoli), 8 maggio - Trofeo Giannotti, (Naples Nato Yacht Club) - 15 maggio - Coppa Beppe Panada (ASD Centro Sport Campa-no), 5 giugno - giornata Nazionale dello Sport (ASD Centro Sport Campano / Lega Navale Pozzuoli).

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Classifica Coppa Pithecusa domenica 10 aprileCategoria ORC1- Zen2 di Cesare Bertoli - LNI Pozzuoli2- Sferika di Rosaria Lazzaro - LNI Pozzuoli3- Laega di Lorenzo Carboni - LNI Pozzuoli

Categoria Libera1- Libera di Moschera P.P.F. - RYCCS2- Josephine di Maurizio Guglielmini - LNI Pozzuoli3- Sirio di Ottavio Mirra - LNI Bacoli

Classifica Regata dei due Castellisabato 9 aprileCategoria ORC1- Zen2 di Cesare Bertoli - LNI Pozzuoli2- Sferika di Rosaria Lazzaro - LNI Pozzuoli3- Balla coi Lupi di Salvatore Denaro - LNI Ischia

Categoria Libera1- Mizar di Antonio Esposito - NNYC2- Libera di Moschera P.P.F. - RYCCS3- Aras di Pasquale D’Angelo - LNI Pozzuoli


MegayaCHt da Sogno Made in italy

CRN 130,60 metri d’élite

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Il settore dei megayacht non ri-sente della crisi e rimane uno dei fulcri della cantieristica italiana. CRN, cantiere del Gruppo Ferretti,

ha varato recentemente ad Ancona, il nuovo CRN 130, un megayacht di 60 metri in accia-io e alluminio. Il varo è avvenuto nella ma-rina del cantiere alla presenza della famiglia dell’armatore, del management e delle mae-stranze di CRN, che hanno così festeggiato la realizzazione della sesta nave da diporto di 60 metri realizzata dal 2005 a oggi, un risultato particolarmente significativo in considerazione del segmento di mercato. Intervenendo alla cerimonia, Lamberto Tacoli, Presidente CRN S.p.A. e Chief Sales & Marketing Officer del Gruppo Ferretti, ha dichiarato in merito alle prospettive future del cantiere: “CRN intende proseguire sulla sua strada fatta di massima

attenzione al cliente, cura del dettaglio, capa-cità e flessibilità produttiva. Voglio ringraziare ancora una volta tutte le maestranze ed il team di lavoro che ci hanno consentito di raggiunge-re questo nuovo traguardo. Ora naturalmente guardiamo avanti: il cantiere non si ferma, anzi è in piena attività. Abbiamo altre 6 navi in co-struzione e le prossime consegne sono previste nel giro di qualche mese”. Questo varo segue quello di “Lady Trudy”, navetta dislocante in composito di 43 metri, settimo scafo della linea Navetta 43.

Al momento, il cantiere navale CRN ha in co-struzione 8 navi da diporto a marchio CRN: 5 navi in acciaio e alluminio (CRN 129 80 metri, CRN 125 58 metri, CRN 130 60 metri e 133 60 metri, CRN 128 60 metri in banchina da consegnare in primavera) e 3 navi in compo-sito (due Navette dislocanti di 43 metri e un CRN 128’ semi-planante di 40metri), oltre a sette imbarcazioni a marchio Custom Line. Il profilo allungato e filante e l’imponente scafo color crema caratterizzano con forza la perso-nalità del CRN 130. La prua slanciata e filante e i volumi imponenti con ampi spazi protesi sul mare caratterizzano le linee esterne progettate dello Studio Zuccon International Project, che ha lavorato in stretta collaborazione con l’uf-ficio tecnico di CRN; il design degli interni è stato curato dagli architetti Alexandre e Cristina Negoescu.

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ANNI

GARANZIA TESSUTO

Lo scafo 130 è stato costruito su piattaforma navale di 10,20 metri, la stessa usata per al-tre celebri navi come CRN 126 “Blue Eyes” e CRN 128, entrambi di 60 metri. La stessa filo-sofia e le innovazioni tecnologiche si ritrovano infatti negli spazi aperti che contraddistinguo-no i CRN: la terrazza nella suite armatoriale e il beach club a poppa, il portellone di poppa che si trasforma in una grande spiaggia a pelo d’acqua che verrà attrezzata come solarium.

I progettisti dello Zuccon International Project hanno concepito il megayacht con grande attenzione alle qualità spaziali, rendendolo discreto, elegante nelle sue linee e capace di rappresentare forme che durano nel tempo, andando ad accrescere il valore sia per l’arma-tore che per il cantiere.

Per quanto riguarda il design degli interni, prevalgono le linee circolari che vanno a rap-presentare una nuova immagine del comfort di bordo, con spazi fluidi, che esplodono e si prolungano su tutte le aree. A questo si aggiun-

ge lo stile minimal e lo spirito dell’art decò che si fondono insieme con eleganza e raffinatezza e vengono rappresentati in chiave “modern style”. Con il suo arredamento minimale, i suoi interni monocromatici e le sue forme si-nuose, si è arrivati a sviluppare un nuovo habi-tat contemporaneo e di estremo piacere dove l’occhio percepisce volumetrie maggiori con

ampi spazi aperti. All’interno della nuova nave potranno comodamente alloggiare 12 persone, in 5 cabine ospiti e la suite dell’armatore, e 14 membri di equipaggio. L’imbarcazione è dotata di due motori CATERPILLAR 3512B-Chp 1.455 kW@1835 rpm che la faranno navigare ad una velocità massima di 15 nodi e velocità di crocie-ra di 14 nodi.


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Duecento vele nel golfo per la Velalonga 2011

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Un’ampia flotta composta da circa duecento imbarcazioni a vela di ogni dimensione; uno spettacolo di notevole impatto visivo, offerto al pubblico napoletano che affollava Via Carac-ciolo nella mattinata di domenica 17 aprile. La Velalonga ha festeggiato così il suo 27.mo an-niversario. Questa regata open, aperta a tutte le classi veliche, è quella che registra il maggiori numero di partecipanti dopo la Barcolana di Trieste (ben 1852 barche in gara nel 2010, la prossima edizione si svolgerà dal 9 all’11 ot-tobre 2011). La Velalonga è stata preceduta, come di consueto, nella giornata di sabato 16 aprile, dalla regata delle imbarcazioni con equi-paggi Over 60, in memoria dell’ammiraglio Agostino Straulino.

La Velalonga è una regata particolare, in cui l’aspetto puramente agonistico non è prepon-derante; il motto di De Coubertin: < L’impor-tante è partecipare > si addice perfettamente a questa manifestazione. “La caratteristica di questa rassegna - spiega Alfredo Vaglieco, pre-sidente della sezione napoletana della Lega Navale Italiana, che organizza l’evento - è proprio quella di essere aperta a tutta la città. L’obiettivo è avvicinare al mare tutte le perso-ne che non possono praticare l’attività velica durante l’anno. Per questo motivo la Velalon-ga è seconda, per numero di iscritti, soltanto

alla Barcolana di Trieste”. Ciò non toglie che tra i tanti equipaggi iscritti ve ne siano alcuni, particolarmente agguerriti, che puntano deci-samente alla vittoria.

La Velalonga è organizzata dalla Sezione di Napoli della Lega Navale Italiana con un’am-pia collaborazione da parte di altri circoli, isti-tuzioni ed enti. Alla realizzazione dell’evento collaborano infatti la Marina Militare, tutte le Sezioni della Lega Navale Italiana del Golfo di Napoli, il Comitato Circoli Velici del Golfo

di Napoli, il Circolo Canottieri Napoli e il Co-mitato Organizzatore del Campionato “Vele di Levante”. La partenza si è svolta poco dopo ore 12, nello specchio di mare antistante la Rotonda Diaz. Un ottimo vento di grecale con intensità media di circa 20 nodi ha favorito lo svolgimento. Il percorso era compreso tra una serie di boe sistemate nel golfo. La flotta si è quindi diretta al largo, navigando di bolina per raggiungere la prima boa di virata.

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Tra i partecipanti c’erano anche personaggi famosi della vela italiana: Carlo Croce, presi-dente della Federazione Italiana Vela, l’Ammi-raglio Franco Paoli, presidente della Lega Na-vale Italiana, Carlo Rolandi, protagonista dello sport velico partenopeo, Paolo Cian, campione dell’America’s Cup. In gara anche il Prefetto di Napoli, Andrea De Martino e Patrizio Paolet-ti, Presidente della Fondazione “L’albero della Vita” che, con la Lega Navale di Napoli, ha promosso il progetto “Una vela per sperare” che ha coinvolto i bambini dei quartieri a ri-schio del capoluogo partenopeo Sanità e San Giovanni a Teduccio, in un corso di vela “in-tensivo”.

La premiazione si è svolta in un clima festoso, alle ore 18.30, presso la base nautica della Se-zione al Molosiglio. L’Assessore al Decoro e alla “Memoria” della Città di Napoli, D. Guida, ha consegnato una targa commemorativa a Carlo Rolandi per festeggiare il 75° anniversario del varo dello storico scafo “Italia”, tuttora impe-gnato nelle regate, vincitore delle Olimpiadi 1936 nelle acque di Kiel (Germania).


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