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Published and distributed under permit No. 500 authorized by the act of October 6, 1917, on file at the Post Office of Philadelphia Pa., by order ot the President, A. S. Bu rleson, Postmaster Gen. | I forti caratteri sono gli Dei I Supremi della Storia Nazionale. ITALIAN WEEKLY NEWSPAPER WITH THE LARGEST CIRCULATION A. GIUSEPPE DI SILVESTRO, Direttore 906 Carpenter Street AVANTI SEMPRE, COIVI L_A FIACCOLA I INI RUCSNO «d "Entcred a.s second-class matter Aprii ltf, 1918, at the post office at Philadelphia, Pa? under the Act of March 3,1K79". ì j l /> E /y>A I^A\IJ() Fa quel che devi, avvenga che può'. Abbonamento Annuo $ 2.00 ANNO 11. - Numero 1 Come gii antichi romani vittoriosi Il Presidente Wilson, questo massimo campione della demo- crazia, questo illustre apostolo di pace che, colla sua saggezza e colla sua opera, ha contribuito a spegnere l'immenso vulcano del- la guerra ed a restituire la tran- quillità ai paesi devastati e quasi distrutti da quattro anni di stra- gi furibonde; Wilson, dopo esse- re passato a traverso i trionfi di Parigi e di Londra, sfilante tra due fittissime ali di popolo accla- mante ed entusiasta, è giunto fi- nalmente entro le sacre mura di .Roma e sulla vetta dell'antico Campidoglio, monumento sacro a tre millenni di storia, ha rice- ?\vuto, con pompa magna, il titolo, £ oggi più ambito che mai di Civis Ronianus. Questa solenne cerimonia in o- nore del primo cittadino degli * Stati Uniti che ha ben meritato (Velia civiltà, dell'ltalia, di tutta l'Europa richiama alla nostra mente i trionfi degli antichi ca- pitani della repubblica, che tor- nando in patria, dopo la guerra, carichi di spoglie tolte al nemico, portavano sul campidoglio le a- quile trionfanti, per ringraziare gli dei della nuova vittoria con- cessa alla potenza di Roma. La vetusta città del Lazio è stata la terza tappa del Presi- dente degli Stati Uniti, dopo Pa- rigi e dopo Londra. Nella capita- le francese e nella capitale del- v l'lnghilterra Wilson è stato ac- colto da tutto il popolo plaudente, con ovazioni indescrivibili. Ma le accoglienze del popolo romano, le accoglienze del nostro popolo, e- rede non degenere della grandez- > 2,a antica, superano qualunque i immaginazione, e di fronte allo 1 spettacolo sublime degli straor- i dinarii onori cui si videro fatti segno, il Presidente e la sua gen- tile compagna furono vinti da intensa commozione. Gli è che Parigi e Londra so- no grandi, ma per quanto grandi esse siano, non è impossibile tro- vare al mondo altre metropoli i che le uguaglino. Roma-soltanto » è immortale; di Roma ce ne è | una sola che non ha mai avuto e | non avrà mai riscontri ed è la | città sacra sita sui sette colli, | che vide trenta secoli della più I grandiosa storia del mondo. Le manifestazioni di Roma per la visita di Wilson sono giunte più direttamente al cuore dell'o- spite illustre, perchè il popolo L italiano è senza dubbio il più de- \u25a0 mocratico della terra c quello che \u25a0 meglio intende e condivide gli al- Hti ideali enunciati nel decalogo \u25a0 wilsoniano. I Alcuni corrispondenti di alcu- gjini giornali americani han voluto it indegnamente insinuare che, nel- le feste di Roma, ha fatto difet- to quel delirio schietto e sincero che ha costituita la nota più sim- pàtica delle accoglienze di Pari- gi edi Londra Bestemmia! Questi vili mercatanti della Enna meritano semplicemente nostra pietà. Essi che si son nduti all'oro iugo-slavo, largito nza misura dall'Austria che tenta ancora, coi suoi rottami, di ingombrare il fatale cammino della storia e da facoltosi france- r si, nascosti nell'ombra; essi ten- jitano, colle loro spudorate ed as- JJljsurde menzogne, di guadagnare l'opinione pubblica americana, alla causa di coloro che li pagano. Ma la parte sana della popola- zione di questa grande Repubbli- ca saprà sventare le insidie lo- f sche c tenebrose e noi possiamo attendere con traquilla sicurez- za, forti del nostro diritto, i ri- sultati dell'imminente Congres- so. I Le escandescenze di due diplomatici B Purtuttavia, siccome quasi o- Ghotiì giorno ci tocca leggere, su | giornali di Philadelphia le I Bncomposte agitazioni di certi Plpersonaggi da operetta che aspi- y|rano alla notorietà, i quali, a so- g«Btegno delle quotidiane imperti- non hanno da opporre al- tra corazza che quella della loro \u25a0f piccolezza che li rende quasi ir- responsabili, noi vogliamo oggi I prendere brevemente in esame le ! amene dichiai-azioni di due diplo- f matici serbi, rappresentanti de- gnissimi di un popolo ancora qua- si selvaggio, che si son fatti in- sercito italiano, gli slovacchi e i iugo-slavi. La battaglia che noi abbiamo vinta non si riscontra nella sto- ria, se non forse risalendo di se- coli e secoli, (ino allo sterminio dei Cimbri che, rotte le chiuse delle Alpi, violata la valle del Po, trovarono, dopo lunga stagione, la cattura e la morte. Sintomi di lup-Siavismo E basta per questa settimana. Ma pria di lasciare la penna, vorremmo domandare ai nostri lettori se hanno osservato la me- tamorfosi brusca e repentina ve- rificatasi nell'indirizzo di un ma- gno giornale italiano di New York, relativamente alla propa- ganda ed alle agitazioni iugo- slave. Non più di venti giorni or sono il foglio in parola aveva iniziato una vigorosa campagna contro quei giornali che si facevano i portavoce di questa propaganda e segnatamente contro il "New York Tinies" che pubblicava le maligne e schiocche corrispon- denze da Parigi di un certo Sel- den. A qualche giorno di distanza, non solo ha troncato la campa- gna, ma è giunto persino a ri- pudiare la politica di Sonnino, di Sonnino ch'è il più saldo palladio delle sacre aspirazioni nostre, e a farsi campione della politica di rinunzie dell'On. Bissolati. E' deplorevole non è vero per un organo magno che detie- ne la fiaccola del patriottismo nelle Colonie di America? Ma non bisogna dimenticare che ;? Washington esiste un quar- tiere generale di propaganda iugo-sli.va clic dispone di milioni di dollari generosamente largiti da facoltosi francesi, ai quali turba la digestione il fantasma di un'ltalia grande, forse più grande della Francia. LA LIBERA PAROLA. [a salute del nostro Direttore Nelle settimane scorse, special- mente durante le feste di Natale ? C;.i odanno, sia negli uffici del- l'Ordine dei Figli d'ltalia che in quello del giornale e nella sua re- sidenza, da logge, da fratelli, da amici e da conoscenti, italiani ed americani, sono continuati a per- venire al nostro direttore signor A. Giuseppe Di Silvestro, lettere, cai toline e telegrammi di augurii per una sollecita e completa gua- rigione. Fra i tanti hanno scritto o te- legrafato per l'Ordine: i Supremi Ufficiali Oreste Giglio e Rev. Ni- cola Sabbarese; l'ex Supremo se- gretario di finanza Joseph De Marco, tenente di ritorno dalla Francia; il Grande-Assistente Venerabile Dr. A. E. Abbate; i Grandi Curatori signori Antonio Certo e Salvatore Loiacono; qua- si tutti i grandi deputati dello Stato; le logge 'Principe di Pie- monte, Niccolò Machiavelli, Na- poleone Colaianni, Enrico Du- nant, Dunbar, Giacomo Leopar- di, Giuseppe Mazzini, Nuova Ca- millo Benso di Cavour, Carlo Co- letti, Roma dei Cesari, Sicilia; oltre ad innumerevoli amici. Tn nome e per conto del Venerabile Supremo Avv. Stefano Miele, il signor Parisi, Supremo Segreta- rio di Finanza, si recava la setti- mana scorsa in Filadelfia per a- vere notizie dirette sulla salute del Grande Venerabile. Il nostro direttore ringrazia sentitamente di questi attestati di simpatia ed è dolente di non poter ricevere, al presente, le vi- site di coloro che, invano, si re- cano alla sua residenza. La cal- ma, gli hanno prescritto i medi- ci, oltre al tempo, sarà la miglio- re medicina perchè egli possa ri- stabilirsi. Intanto, chiediamo venia ai lettori per la non avvenuta pub- blicazione di questo giornale la settimana scorsa: la preoccupa- zione del nostro direttore per questo ebdomadario al quale, co- me alle precedenti pubblicazioni, ha dato la sua anima, tutto stesso, è tale e tanta che il sem- plice saperlo stampato, non se- condo i suoi desiderii, sarebbe un nuovo incentivo al suo male. tervistare uno a Parigi e l'altro a Washington, per dar libero sfo- go a tutta la bile delle loro me- schinissime anime insoddisfatte. I due eroi della batracomio- machia sono: il Dr. M. R. Vesnit- ch, ministro in Francia e il Dr. Srgjan Tuchich, arrivato recen- temente a Washington in succes- sione del Dr. Hinkowitch, e'il re- soconto delle loro interviste è ri- portato dal "Public Ledger" pre- cisamente nel numero del 5 cov- rente. L'ambasciatore uscocco presso il Governo Francese avrebbe, se- condo il corrispondente, enfatica- mente dichiarato che la Serbia non è entrata nel conflitto euro- peo per diventar vassalla di que- sta o quell'altra potenza e che se l'ltalia si ostinerà ad esigere l'osservanza del Patto di Londra, la Serbia non esiterà a muover- le una guerra ad oltranza. Per quanto rappresentanti di un paese, sotto mille rispetti tra- scurabile, noi stentiamo a crede- re che gli ambasciatori serbi sia- no privi del più elementare tatto diplomatico. Ad ogni modo que- ste brevi e spavalde per quanto ridicole dichiarazioni, suscitano nella nostra mente una folla di considerazioni dolorose. Innanzitutto si può osservare che la Serbia non è entrata nel- la guerra, ma vi è stata trascina- ta pei capelli, essa prima tra tutte e se avesse voluto esimer- sene non le sarebbe stato possi- bile, a meno che non avesse vo- luto sottoscrivere il suo suicidio morale. In secondo luogo, con quale esercito serbo il poco illu- stre diplomatico vorrebbe com- battere contro l'ltalia la minac- ciata guerra di sterminio? For- se con quegli avanzi che !?. glo- riosa marina italiana, superando mille mortali pericoli, con gene- rosa abnegazione e con enormi sacrifici, riuscì a ridurre a salva- mento a traverso l'Albania o I' x- driatico disseminato di insidie? Calmi i suoi spiriti bollie v i l'incauto iugo-slavo, ;e ha a cuo- re gli interessi della sua pat riti e se vuole che questa progredi- sca all'ombra corteo della civi! e dell'amicizia italiana. Noi, per coi'.to no tro, disp> ! come siamo alla più .sconfinata tolleranza verso i piccoli, anche se riottosi, in nome dei no t > fratelli mutilati, in nome del' madri italiane sante nel loro do- lore, in nome dei morti che chiu- sero gli occhi prima di vedere il trionfo della giustizia, esigiamo per la patria nostra il compimen- to delle sue legittime aspirazioni. E null'altro. le dichiarazioni del Dr. Tuchich, rappresentante seibo a Washington, ci appaiono meno peregrine. Egli dice che la gita di Wilson, se ha avuto successo in Francia ed in Inghilterra, paesi profon- damenti democratici, non l'avrà avuto in Italia, perchè questo paese ha mire imperialistiche e vuole ingrandirsi a dànno di al- bi popoli ; che il Patto di Londra è contrario ai principii di Wilson che vuole l'abolizione dei tratta- ti segreti, e che la vittoria di Vittorio Veneto è una vittoria a cheap, dovuta non al valore del- l'esercito italiano, ma all'opera solerte dei popoli czeco-slovacchi e iugo-slavi che, prima della pro- va suprema, erano riusciti a mi- nare la compagine dell'Austria Ungheria. Anche le cicche di quest'ani- ma tapina noi dobbiamo racco- gliere ? Chiunque non abbia la menta- lità ristretta di un diplomatico balcanico è in grado di com- prendere che Wilson si riferisce ai trattati futuri e non gli è mai passato per la mente di consi- gliare la lacerazione o l'infrazio- ne di patti esistenti, quasi fos- sero pezzi di carta. Quanto poi alla menomazione che osa fare della nostra vittoria, il Dr. Tuchich non oserebbe ri- petere la vigliacca insinuazione alla presenza del Generaii&simc Diaz, e finge dimenticare eh ; alla dimane dell'epico avvenimento dai critici militari di tutto i mondo la gigantesca battaglia d Vittorio Veneto fu concordemen te salutata siccome la più gran- de vittoria della storia, oltreché la sola, l'unica, la vera e genuin? vittoria di tutta la conflagrazio- ne europea, nella quale, fino al l'ultimo giorno, asserviti cieca mente all'Austria, combatteronc con selvaggio furore, contro l'è PHILADELHPIA, PA., 11 GENNAIO, 1919 Pubblichiamo qui appresso la dichiarazione di uno dei medici curanti, Dr. Nicola Pernice: In seguito a?le migliorate con- dizioni di salute del Grande Ve- nerabile dello Stato di Pennsyl- vania deil'O. F. d'l. signor A. Giuseppe Di Silvestro, è stato possibile permettere la sua usci- ta daK'Ospedale di Sant'Agnese, per continuare la cura al suo do- micilio. Nonostante, però, l'av- venuto miglioramento, il signor Di Silvestro dovrà ancora per qualche tempo sottrarsi alle sue usuali occupazioni, rimanendo in un completo ed assoluto riposo, per non compromettere l'esito della cura con inopportuno e dan- noso lavoro mentale e tisico. \u25a0 Milli Così è intitolato un articolo di fondo pubblicato dalla Gazzetta e Bollettino di Williamsport, Pa. il 19 dicembre 1918, e noi nel ri- portare la fedele traduzione, ci congratuliamo coll'onesto e co- sciente scrittore, che ha il corag- gio di mettere i puntini sugi' "i", nonostante che la vittoria italia- na sia oramai passata da circa due mesi, e completamente mes- sa nel dimenticatoio, e negli Sta- ti Uniti e nell'Europa. Ecco la traduzione dell'arti- colo: "Nessuno è tanto cieco da non vedere distintamente che l'entra- ta in guerra degli! Stati Uniti, abbia salvato la ancia; che fu- rono le nostre truppe, clic mise- ro quasi fine al conflitto nel me- se di novembre, c che probabil- mente Parigi, invece di acclama- re il Presidente Wilson e sten- dere 1" nano ai commissarii della pace delle nazioni 4lleate, sareb- be in quest'ora in mano degli unni; pur non di meno, tutti am- mettiamo, che la maggior gloria, un; 1 gloria "superiore a tutte le glorie, snetta all'ltalia. "Fin dal principio della guer- ra l'italia chiamò sotto le armi poco meno di cinque milioni e \u25a0 1 zo di uomini, facenti "parte di uria Ì olazione di 3fi.000.000 di abitanti di cui solo 17.000,000 e- rano uomini, dei quali solo 9 milioni e ano adulti capaci ai la- vori "d alla guerra. "L'ltalia ebbe a lamentare u- nn perdita di un milione e mezzo di uomini; più di 350.000 mori re o in battaglia e 100.000 pei malattie : e ciò nonostante essn inflisse al suo nemico la più grande punizione che si possa immaginare, avendo, nella sola offensiva di giugno, lasciati mor- ti sul campo di battaglia 200.00(1 austriaci. "La maggior parto dei combat- timenti sostenuti dall'ltalia fu- rono svolti in regioni montanose, spesso sotto un clima rigidissi- mo, ' coefficienti, che maggior- mente rivelano il genio militare e la pertinace costanza delle truppe. "Piii di 2500 miglia di strade furono costruite sopra le Alpi e sui monti di Albania, e più di mille miglia di corde di ferro fu- rono piazzate sospese in aria pei trasportare cibi, munizioni e can- noni sopra profondi abissi. "Con tutto ciò è stata proposta ed è incominciata una sottoscri- zione, dai giornali italiani degli Stati Uniti, per erigere un mo- numento in onore dell'America, da essere piazzato in New York 0 a Washington e si cerca di a- veme uno simile eretto a Roma. Non è questo un generoso im- pulso della grandezza del cuore italiano? Ciò rafforza ancora di più la nostra gratitudine verso di loro. "Se l'ltalia non fosse entrata in guerra, quésta sarebbe cessa- ta molto tempo fa, prima ancora che l'America si fosse decisa a pigliarne parte; però sarebbe cessata col kaiser trionfante a Parigi, invece che esiliato in fi- landa. "Noi possiamo accettare mo- numenti dall'ltalia; ma l'ltalia merita un monumento essa stes- sa, per la parte eroica sostenuta durante la guerra." *?* * Parabola: La gratitudine non è una virtù comune uomini, 1 quali, per diverse e svariate ra- gioni, la mettono a tacere spesso e volentieri, facendo eccellere l'i- stinto egoistico e venale. Qualche giornale americano, come il Times e l'Evening I.edger stanno ringoiando tutto quello che avevano vomitato a favore dell'ltalia nei momenti della vit- toria. Ora si scagliano contro di essa, chiamandola imperialista ed aìtvo; gl'italiani di buon sen- so si fa'ino una risata di cuore a simili escandescenze da trivio alle quali si abbandonano solo al cuni corrispondenti ignoranti * presuntuosi, e quel che è pe,ggL, venali. La parte sana delle nazioni di tutto il mondo, possono certa- mente condividere tali opinioni, perchè la storia passata e pre- sente dell'ltalia dimostra i chia- re note che esjsa non è stata e non è imperialista, e che se oggi per ragioni etnografiche, orco- grafiche, strategiche, per ragio- ni di razza ecc. ecc. desidera, vuole, si è impossessata di terre, cho tiene e terrà, non commette nessun atto imperialistico, anzi vuole assolutamente svellere, sradicare fino all'ultimo l'impe- rialismo, che ancora in quei pic- coli posti si annida. Dopo tutto non sarà certo un corrispondente del Times o del- l'Evening Ledger che possa com- prendere e giudicare le azioni dell'ltalia, della sua democrazia, della sua saggezza, della sua ci- viltà di tutto ciò insomma che giova a migliorare ed aumentare il progresso del mondo, perchè l'ltalia, non può essere esamina- ta dagli alcoolizzati o dai prezzo- lati. Che abbaino i cagnolini, che raglino gli asini, che si fac- ciano difensori degli Jugo-Slavi (intendesi austriaci della più bel- la e pura acqua) a noi fa proprio piacere; abbiamo ottenuto due scopi che fanno bene alla nostra causa: il primo quello di vedere il denaro di questi selvagsri pas- sare in mano a terze persone, che faranno arricchire le brewe- rs;il secondo di mettere all'indice tutti coloro che per una manata di fave voltano bandiera, dimen- ticando un passato che a dispet- to di tutto e di tutti brilla di lu- ce divina. La morte dell'ex Presidente Roosevelt Alle ore 4.15 A. M. di lunedì, G corrente, nella un residenz ? a Sagamore Hill, nel villaggio di Oyster Bay, N. Y., moriva l'ex Presidente degli Stati Uniti The- odore Roosevelt. La morte fu quasi subitanea senza che l'illu- stre defunto si fosse accorto del- la sua prossima fine. Qualche minuto prima, il suo servo James Amos, un giovane negro che stava al servizio dei Roosevelt fui da quando costoro erano alla Casa Bianca, -i ac- corse che l'ex Presidente respi- rava pesantemente e corse a chiamare l'infermiere. Quando egli tornò in compagnia di que- sta l'ex Presidente aveva l, esa la sua anima al Grande Fattore. Fu allora chiamata la sua signora ed anch'essa arrivò al capezzale troppo tardi. L'ex Presidente subì un'opera- zione lo scorso anno e già da allo- ra si nutrivano timori per lui; fu ricoverato per 7 settimane all'O- spedale Roosevelt affetto da reumatismo artritico nello scor- cio dell'anno scorso e ne venne fuori nei giorni di Natale. Egli era nato il 27 ottobre 1858 ed a- veva perciò appena compito il GO.o anno. Fu membro della le- gislatura nello Stato di New York dal 1882 al 1881 e da que- st'epoca egli percorse una snlen- dida carriera politica da assisten- te segretario della Marina a Go- vernatore dello Stato di New York a Presidente degli Stati U- niti. Nella guerra contro la Spa- gna organizzò un Reggimento di cavalleria "Rough Riderà", dei quale fu prima luogo tenente co- lonnello e poi nominato colonnel- lo titolare. Quando l'America entrò nel presente conflitto egli offrì al Governo degli Stati Uniti i suoi servigi militari, ma vennero ri- fiutati. Con la morte di Theodore Roo- sevelt gli Stati Uniti perdoro. come bene ha detto l'ex Presiden- te Taft, un "brillante persona,', gio", "grande statista" un apo- stolo di "libertà e giustizia." funerali, per espresso desiderio della sua signora, hanno avut. luogo in forma privata. Una Copia 3 Soldi ORDINE FIGLI D'ITALIAIN AMERICA Comunicazioni della Grande Loggia DELLO STATO DI PENNSYLVANIA CONSEGNA DELL'AMBU- LANZA DELLA NUOVA CADORNA N. 771 DI BUTLER. Sabato 28 dicembre la loggia ; Nuova Luigi Cadorna N. 771 di Butler fece la consegna dell'Am- bulanza destinata per sua inizia- tiva e col concorso della intera j colonia al nostro glorioso Eser- cito. Come già fu reso noto in que- ste colonne, la iniziativa per que- sta Ambulanza fu presa noi col- mo della guerra, e sebbene essa fosse già da un pezzo pronta, non ne fu potuta fare più presto la consegna, prima per i troppi ini- i pegni del Generale Guglielmotti che doveva riceverla in rappre- sentanza del nostro Esercito, e poi per il dilagare della epidemia di influenza, che non permise si facessero riunioni.e celebrazioni di nessun genere per un abba- stanza lungo periodo di tempo. Pertanto, cessata l'epidemia, la loggia Nuova Luigi Cadorna ri- prese a mezzo dell'Ufficio del i Grande Concilio le trattative col Generale Guglielmotti, che erano state interrotte per forza mag- giore, e il 28 la cerimonia si è po- tuta compiere. Il Generale Guglielmotti ave- va annunziato il suo arrivo alla stazione di Pittsburgh per la mattina alle 7.30 da New York ; ed erano ad attenderlo fin da quell'ora alla stazione della Penn- sylvania il Grande Assistente Venerabile Dr. A. E. Abbate, il Grande Curatore Antonio Certo e il Grande Se&rejtario Archivi- sta Alfredo Perfilia, venuto ap- positamente la sera precedente da Phihdelphia. TI Grande Venerabile Giusep- pe Di Silvestro, che avrebbe do- vuto accompagnare il Generale Guglielmotti, giusta i precedenti accordi nr< i con la Txiggia Nuo- va Cadorna, non potette farlo, perchè malato. 11 t'T o < he co iduceva il Gene- rale Guglielmotti fece molto ri- tardo, e per questa ragione non fu possibile partire per Butler alle 8.30. come era nel program- ma. Col successivo freno, in par- t"tr/'i ve o mezzogiorno, il Ge- nerale Guglielmotti e i rappre- sentanti del Grande Concilio, che doveva o giungere a Butler alle 10.30, non arrivarono invece che dopo le due pom. La loggia Nuova Cadorna e la Colonia italiana di Butler si era- no preparate a fare una entusia- stica accoglienza al rappresen- tante del nostro esercito; ma il molto ritardo nel suo arrivo gua- stò tutto il programma e l'incer- tez'/a della lunga attesa aveva fatto sbandare parecchi. Ciò nonostante, appena com- ivu've l'automobile in cui erano il Generale e i rappresentanti del Grande Concilio si riunì subito, molta folla, con bandiere e mu- sica, e il Generale fu salutato dalla marcia reale e fatto segno a vivissime acclamazioni. Gli fu offerto un magnifico fascio di fiori dai colori italiani, stretto in un nastro dai colori americani. Dopo un primo vibrato saluto dato agli italiani, dal Generale Guglielmotti, si andò al Nixon Hotel, ove fu dato un pranzo in onore degli ospiti, al quale inter- vennero anche molte autorità a- meric&ne del luogo. Quindi si for- la parata pei- recarsi all'Au- ditorium della High School, ove doveva aver luogo la consegna dell'Ambulanza. 11 locale ampio ed elegante, ornato di bandiere Italiane ed americane, era gremito di fratel- li dell'Ordine e di connazionali appartenenti a Società di mutuo soccorso. L'ingresso del Generale Gu- glielmotti fu salutato da entusia- stici applausi. 11 giudice Hon. Rieber pronun- ziò parole di circostanza, facendo rilevare la solennità della ceri- monia. TI Venerabile della loggia Nuo- va Luieri Cadorna N. 771, Gio- vanni Meliti, prese per primo la aarola e con un forbito discorso, molto applaudito, rievocò gli e- MKodi più sa'ienti della nostra guerra, i nostri eroi ed i nostri martiri. Ricordò che l'Ambnlan- sa era stata fatta col concorso di tutta la Colonia, e che la Loggia Nuova Cadorna, che ne prese l'i- niziativa, aveva riunito a tale icopo tutte le energie dei nostri connazionali. Concluse piegando l'Assistente Grande Venerabile Dr. Abbate volerne fare la con- segna al Generale Guglielmotti in rappresentanza del nostro E- ìercito. Con brevi felici parole il Dr. Abbate assolse il suo compito, incordando tutte le iniziative be- nefiche prese dal nostro Ordine nel periodo della guerra, di cui anche la celebrazione attuale è un episodio Il Generale Guglielmotti, ne! prendere in consegna l'Ambulan- za, ebbe parole di vivo ringrazia- mento per i promotori, e disse che le Ambulanze non servono soltanto per le cure pietose di guerra, ma anche durante la pa- ce per il servizio dell'esercito- Disse che egli ebbe sempre fede nel trionfo nostro, ed appunto la parola della fede egli portò alla Suprema Convenzione dell'Ordi- ne Figli d'ltalia a Washington* l'anno scorso, pochi giorni dopo la disgrazia di Caporetto. Ora quella fede è diventata realtà; e l'ltalia, schiacciando l'Austria, ha reso un grande servigio a tut- ti gli Alleati, perchè ha provo- cato la resa a discrezione della Garmaaiii. E' impossibile riassu- mere il vibrante discorso del Ge- nerale Guglielmotti, nel quale e- gli sciolse anche un inno all'ope- ra dell'America, la "riserva stra- tegica degli Alleati." Applaudito di continuo, in ultimo il Generale Guglielmotti fu entusiasticamen- te acclamato. Quindi egli riprese la parola in inglese, per consegnare al Sinda- < o Ilon. Joseph ìleinehman una bandiera americana che la loffia Nuova Cadorna offriva ai Boy Scouts di Butler. E il Sindaco ringraziò vivamente commosso. Presentò gli oratori, con ac- conce pai ole, il signor Cicco, del- la suddetta loggia, e durante gli intermezzi tra un discorso e l'al- tro una banda musicale eseguì inni degli Alleati. A proposta dell' Assistente Grande Venerabile, per acclama- zione fu deciso mandarsi un te- legramma di omaggi ? a Saia Mae- stà il Re ed un altro telegramma di saluto al nostro Grande Ve- nerabile, con l'augurio di pronta guarigione. Dopo una cena intima offerta dalla loggia al Generale Gugliel- motti e ai suoi compagni di viag- gio, questi presero il carro elet- trico per tornare a Pittsburgh, di dove la mattina successiva il Generale doveva ripartire per trovarsi ad Altoona chiamatovi dalla Colonia Italiana di colà. INIZIAZIONE DELLA LOG- GIA NUOVA VITTORIA ALLEATA N. 894. Domenica 29 dicembre fu ini- ziata la loggia Vittoria Alleata N. 894 di Herminie. Questa loggia fu dovuta all'i- niziativa di Erminio Giammat- teo, un 'yitusiastìco fratello del- l'Ordine, ora Ex Venerabile del- la loggia Figli di Colombo di Am- bridge. Per iniziare detta Loggia si recò appositamente sul luogo il Grande Segr. Archivista Alfre- da Perfilia. Alla stazione di Irwin egli fu incontrato dal signor Tancredi Peruzzi, componente della nuova loggia, ed insieme si prese il car- ro elettrico per Herminie. Qui il Grande Segr. Archivista fu invitato a colezione in casa del Segretario di Finanza Enrico De Santis. L'iniziazione della loggia ebbe luogo nel pomeriggio. Col consue- to cerimoniale furono istallati i seguenti ufficiali: Venerabile Mariano Vannelli Assistente Venerabile, Tancredi EXTRA! RISPARMIATE IVIOINEIXA! Se farete i vostri acquisti presso il nostro grande negozio P. LA BOCCETTA 901-903-905 So. Bth STREET*. PHILADELPHIA, PA. ove troverete specialità' per übiti da farsi su misura. Abiti di battesimo. . Vesti per giovanetto, Vest'ti per ragazzi. Camicie, Camicette, Sottane, Capitelli ed altro.

La Libera parola. (Philadelphia, Pa.) 1919-01-11 [p ]chroniclingamerica.loc.gov/lccn/sn85055164/1919-01-11/ed-1/seq-1.pdf · Published and distributed under permit No. 500 authorized

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ANNO 11. -Numero 1

Come gii antichi romani vittoriosiIl Presidente Wilson, questo

massimo campione della demo-crazia, questo illustre apostolo dipace che, colla sua saggezza ecolla sua opera, ha contribuito aspegnere l'immenso vulcano del-la guerra ed a restituire la tran-quillità ai paesi devastati e quasidistrutti da quattro anni di stra-gi furibonde; Wilson, dopo esse-re passato a traverso i trionfi diParigi e di Londra, sfilante tradue fittissime ali di popolo accla-mante ed entusiasta, è giunto fi-nalmente entro le sacre mura di

.Roma e sulla vetta dell'anticoCampidoglio, monumento sacroa tre millenni di storia, ha rice-

?\vuto, con pompa magna, il titolo,£ oggi più ambito che mai di Civis

Ronianus.Questa solenne cerimonia in o-

nore del primo cittadino degli* Stati Uniti che ha ben meritato(Velia civiltà, dell'ltalia, di tutta

l'Europa richiama alla nostramente i trionfi degli antichi ca-pitani della repubblica, che tor-nando in patria, dopo la guerra,carichi di spoglie tolte al nemico,portavano sul campidoglio le a-quile trionfanti, per ringraziaregli dei della nuova vittoria con-cessa alla potenza di Roma.

La vetusta città del Lazio èstata la terza tappa del Presi-dente degli Stati Uniti, dopo Pa-rigi e dopo Londra. Nella capita-le francese e nella capitale del-

v l'lnghilterra Wilson è stato ac-colto da tutto il popolo plaudente,con ovazioni indescrivibili. Ma leaccoglienze del popolo romano, leaccoglienze del nostro popolo, e-rede non degenere della grandez-

> 2,a antica, superano qualunquei immaginazione, e di fronte allo1 spettacolo sublime degli straor-i dinarii onori cui si videro fatti

segno, il Presidente e la sua gen-tile compagna furono vinti daintensa commozione.

Gli è che Parigi e Londra so-no grandi, ma per quanto grandiesse siano, non è impossibile tro-vare al mondo altre metropoli

i che le uguaglino. Roma-soltanto» è immortale; di Roma ce ne è

| una sola che non ha mai avuto e| non avrà mai riscontri ed è la| città sacra sita sui sette colli,

| che vide trenta secoli della piùI grandiosa storia del mondo.

Le manifestazioni di Roma perla visita di Wilson sono giuntepiù direttamente al cuore dell'o-spite illustre, perchè il popolo

L italiano è senza dubbio il più de-\u25a0 mocratico della terra c quello che\u25a0 meglio intende e condivide gli al-Hti ideali enunciati nel decalogo\u25a0 wilsoniano.

I Alcuni corrispondenti di alcu-gjini giornali americani han volutoit indegnamente insinuare che, nel-

le feste di Roma, ha fatto difet-to quel delirio schietto e sinceroche ha costituita la nota più sim-pàtica delle accoglienze di Pari-gi edi Londra Bestemmia!

Questi vili mercatanti della

Ennameritano semplicemente

nostra pietà. Essi che si sonnduti all'oro iugo-slavo, largitonza misura dall'Austria che

tenta ancora, coi suoi rottami, diingombrare il fatale camminodella storia e da facoltosi france-

r si, nascosti nell'ombra; essi ten-jitano, colle loro spudorate ed as-JJljsurde menzogne, di guadagnare

l'opinione pubblica americana,alla causa di coloro che li pagano.

Ma la parte sana della popola-zione di questa grande Repubbli-ca saprà sventare le insidie lo-

f sche c tenebrose e noi possiamoattendere con traquilla sicurez-za, forti del nostro diritto, i ri-sultati dell'imminente Congres-

so.

I Le escandescenze di duediplomatici

B Purtuttavia, siccome quasi o-Ghotiì giorno ci tocca leggere, su| giornali di Philadelphia leI Bncomposte agitazioni di certi

Plpersonaggi da operetta che aspi-y|rano alla notorietà, i quali, a so-

g«Btegno delle quotidiane imperti-non hanno da opporre al-

tra corazza che quella della loro\u25a0f piccolezza che li rende quasi ir-

responsabili, noi vogliamo oggi

I prendere brevemente in esame le! amene dichiai-azioni di due diplo-f matici serbi, rappresentanti de-

gnissimi di un popolo ancora qua-si selvaggio, che si son fatti in-

sercito italiano, gli slovacchi e iiugo-slavi.

La battaglia che noi abbiamovinta non si riscontra nella sto-ria, se non forse risalendo di se-coli e secoli, (ino allo sterminiodei Cimbri che, rotte le chiusedelle Alpi, violata la valle del Po,trovarono, dopo lunga stagione,la cattura e la morte.

Sintomi di lup-SiavismoE basta per questa settimana.

Ma pria di lasciare la penna,vorremmo domandare ai nostrilettori se hanno osservato la me-tamorfosi brusca e repentina ve-rificatasi nell'indirizzo di un ma-gno giornale italiano di NewYork, relativamente alla propa-ganda ed alle agitazioni iugo-slave.

Non più di venti giorni or sonoil foglio in parola aveva iniziatouna vigorosa campagna controquei giornali che si facevano iportavoce di questa propagandae segnatamente contro il "NewYork Tinies" che pubblicava lemaligne e schiocche corrispon-denze da Parigi di un certo Sel-den.

A qualche giorno di distanza,non solo ha troncato la campa-gna, ma è giunto persino a ri-pudiare la politica di Sonnino, diSonnino ch'è il più saldo palladiodelle sacre aspirazioni nostre, e afarsi campione della politica dirinunzie dell'On. Bissolati.

E' deplorevole non è veroper un organo magno che detie-ne la fiaccola del patriottismonelle Colonie di America?

Ma non bisogna dimenticareche ;? Washington esiste un quar-tiere generale di propagandaiugo-sli.va clic dispone di milionidi dollari generosamente largitida facoltosi francesi, ai qualiturba la digestione il fantasmadi un'ltalia grande, forse piùgrande della Francia.

LA LIBERA PAROLA.

[a salute delnostro Direttore

Nelle settimane scorse, special-mente durante le feste di Natale? C;.i odanno, sia negli uffici del-l'Ordine dei Figli d'ltalia che inquello del giornale e nella sua re-sidenza, da logge, da fratelli, daamici e da conoscenti, italiani edamericani, sono continuati a per-venire al nostro direttore signorA. Giuseppe Di Silvestro, lettere,cai toline e telegrammi di auguriiper una sollecita e completa gua-rigione.

Fra i tanti hanno scritto o te-legrafato per l'Ordine: i SupremiUfficialiOreste Giglio e Rev. Ni-cola Sabbarese; l'ex Supremo se-gretario di finanza Joseph DeMarco, tenente di ritorno dallaFrancia; il Grande-AssistenteVenerabile Dr. A. E. Abbate; iGrandi Curatori signori AntonioCerto e Salvatore Loiacono; qua-si tutti i grandi deputati delloStato; le logge 'Principe di Pie-monte, Niccolò Machiavelli, Na-poleone Colaianni, Enrico Du-nant, Dunbar, Giacomo Leopar-di, Giuseppe Mazzini, Nuova Ca-millo Benso di Cavour, Carlo Co-letti, Roma dei Cesari, Sicilia;oltre ad innumerevoli amici. Tnnome e per conto del VenerabileSupremo Avv. Stefano Miele, ilsignor Parisi, Supremo Segreta-rio di Finanza, si recava la setti-mana scorsa in Filadelfia per a-vere notizie dirette sulla salutedel Grande Venerabile.

Il nostro direttore ringraziasentitamente di questi attestatidi simpatia ed è dolente di nonpoter ricevere, al presente, le vi-site di coloro che, invano, si re-cano alla sua residenza. La cal-ma, gli hanno prescritto i medi-ci, oltre al tempo, sarà la miglio-re medicina perchè egli possa ri-stabilirsi.

Intanto, chiediamo venia ailettori per la non avvenuta pub-blicazione di questo giornale lasettimana scorsa: la preoccupa-zione del nostro direttore perquesto ebdomadario al quale, co-me alle precedenti pubblicazioni,ha dato la sua anima, tutto sèstesso, è tale e tanta che il sem-plice saperlo stampato, non se-condo i suoi desiderii, sarebbeun nuovo incentivo al suo male.

tervistare uno a Parigi e l'altroa Washington, per dar libero sfo-go a tutta la bile delle loro me-schinissime anime insoddisfatte.

I due eroi della batracomio-machia sono: il Dr. M. R. Vesnit-ch, ministro in Francia e il Dr.Srgjan Tuchich, arrivato recen-temente a Washington in succes-sione del Dr. Hinkowitch, e'il re-soconto delle loro interviste è ri-portato dal "Public Ledger" pre-cisamente nel numero del 5 cov-rente.

L'ambasciatore uscocco pressoil Governo Francese avrebbe, se-condo il corrispondente, enfatica-mente dichiarato che la Serbianon è entrata nel conflitto euro-peo per diventar vassalla di que-sta o quell'altra potenza e chese l'ltalia si ostinerà ad esigerel'osservanza del Patto di Londra,la Serbia non esiterà a muover-le una guerra ad oltranza.

Per quanto rappresentanti diun paese, sotto mille rispetti tra-scurabile, noi stentiamo a crede-re che gli ambasciatori serbi sia-no privi del più elementare tattodiplomatico. Ad ogni modo que-ste brevi e spavalde per quantoridicole dichiarazioni, suscitanonella nostra mente una folla diconsiderazioni dolorose.

Innanzitutto si può osservareche la Serbia non è entrata nel-la guerra, ma vi è stata trascina-ta pei capelli, essa prima tratutte e se avesse voluto esimer-sene non le sarebbe stato possi-bile, a meno che non avesse vo-luto sottoscrivere il suo suicidiomorale. In secondo luogo, conquale esercito serbo il poco illu-stre diplomatico vorrebbe com-battere contro l'ltalia la minac-ciata guerra di sterminio? For-se con quegli avanzi che !?. glo-

riosa marina italiana, superandomille mortali pericoli, con gene-rosa abnegazione e con enormisacrifici, riuscì a ridurre a salva-mento a traverso l'Albania o I' x-driatico disseminato di insidie?

Calmi i suoi spiriti bollie v il'incauto iugo-slavo, ;e ha a cuo-re gli interessi della sua pat ritie se vuole che questa progredi-sca all'ombra corteo della civi!tà e dell'amicizia italiana.

Noi, per coi'.to no tro, disp> !come siamo alla più .sconfinatatolleranza verso i piccoli, anchese riottosi, in nome dei no t >fratelli mutilati, in nome del'madri italiane sante nel loro do-lore, in nome dei morti che chiu-sero gli occhi prima di vedere iltrionfo della giustizia, esigiamoper la patria nostra il compimen-to delle sue legittime aspirazioni.

E null'altro.Nò le dichiarazioni del Dr.

Tuchich, rappresentante seibo aWashington, ci appaiono menoperegrine.

Egli dice che la gita di Wilson,se ha avuto successo in Franciaed in Inghilterra, paesi profon-damenti democratici, non l'avràavuto in Italia, perchè questopaese ha mire imperialistiche evuole ingrandirsi a dànno di al-bi popoli ; che il Patto di Londraè contrario ai principii di Wilsonche vuole l'abolizione dei tratta-ti segreti, e che la vittoria diVittorio Veneto è una vittoria acheap, dovuta non al valore del-l'esercito italiano, ma all'operasolerte dei popoli czeco-slovacchie iugo-slavi che, prima della pro-va suprema, erano riusciti a mi-nare la compagine dell'AustriaUngheria.

Anche le cicche di quest'ani-ma tapina noi dobbiamo racco-gliere ?

Chiunque non abbia la menta-lità ristretta di un diplomaticobalcanico è in grado di com-prendere che Wilson si riferisceai trattati futuri e non gli è maipassato per la mente di consi-gliare la lacerazione o l'infrazio-ne di patti esistenti, quasi fos-sero pezzi di carta.

Quanto poi alla menomazioneche osa fare della nostra vittoria,

il Dr. Tuchich non oserebbe ri-petere la vigliacca insinuazionealla presenza del Generaii&simcDiaz, e finge dimenticare eh ; alladimane dell'epico avvenimentodai critici militari di tutto imondo la gigantesca battaglia dVittorio Veneto fu concordemente salutata siccome la più gran-de vittoria della storia, oltrechéla sola, l'unica, la vera e genuin?vittoria di tutta la conflagrazio-ne europea, nella quale, fino all'ultimo giorno, asserviti ciecamente all'Austria, combatteronccon selvaggio furore, contro l'è

PHILADELHPIA, PA., 11 GENNAIO, 1919

Pubblichiamo qui appresso ladichiarazione di uno dei medicicuranti, Dr. Nicola Pernice:

In seguito a?le migliorate con-dizioni di salute del Grande Ve-nerabile dello Stato di Pennsyl-vania deil'O. F. d'l. signor A.Giuseppe Di Silvestro, è statopossibile permettere la sua usci-ta daK'Ospedale di Sant'Agnese,per continuare la cura al suo do-micilio. Nonostante, però, l'av-venuto miglioramento, il signorDi Silvestro dovrà ancora perqualche tempo sottrarsi alle sueusuali occupazioni, rimanendo inun completo ed assoluto riposo,per non compromettere l'esitodella cura con inopportuno e dan-noso lavoro mentale e tisico.

\u25a0 MilliCosì è intitolato un articolo di

fondo pubblicato dalla Gazzettae Bollettino di Williamsport, Pa.il 19 dicembre 1918, e noi nel ri-portare la fedele traduzione, cicongratuliamo coll'onesto e co-sciente scrittore, che ha il corag-gio di mettere i puntini sugi' "i",nonostante che la vittoria italia-na sia oramai passata da circadue mesi, e completamente mes-sa nel dimenticatoio, e negli Sta-ti Uniti e nell'Europa.

Ecco la traduzione dell'arti-colo:

"Nessuno è tanto cieco da nonvedere distintamente che l'entra-ta in guerra degli! Stati Uniti,abbia salvato la F« ancia; che fu-rono le nostre truppe, clic mise-ro quasi fine al conflitto nel me-se di novembre, c che probabil-mente Parigi, invece di acclama-re il Presidente Wilson e sten-dere 1" nano ai commissarii dellapace delle nazioni 4lleate, sareb-be in quest'ora in mano degliunni; pur non di meno, tutti am-mettiamo, che la maggior gloria,un; 1 gloria "superiore a tutte leglorie, snetta all'ltalia.

"Fin dal principio della guer-ra l'italia chiamò sotto le armipoco meno di cinque milioni e

\u25a0 1 zo di uomini, facenti "parte diuria Ì olazione di 3fi.000.000 diabitanti di cui solo 17.000,000 e-rano uomini, dei quali solo 9milioni e ano adulti capaci ai la-vori "d alla guerra.

"L'ltalia ebbe a lamentare u-nn perdita di un milione e mezzodi uomini; più di 350.000 morire o in battaglia e 100.000 peimalattie : e ciò nonostante essninflisse al suo nemico la piùgrande punizione che si possaimmaginare, avendo, nella solaoffensiva di giugno, lasciati mor-ti sul campo di battaglia 200.00(1

austriaci."La maggior parto dei combat-

timenti sostenuti dall'ltalia fu-rono svolti in regioni montanose,spesso sotto un clima rigidissi-mo, ' coefficienti, che maggior-mente rivelano il genio militaree la pertinace costanza delletruppe.

"Piii di 2500 miglia di stradefurono costruite sopra le Alpi esui monti di Albania, e più dimille miglia di corde di ferro fu-rono piazzate sospese in aria peitrasportare cibi, munizioni e can-noni sopra profondi abissi.

"Con tutto ciò è stata propostaed è incominciata una sottoscri-zione, dai giornali italiani degliStati Uniti, per erigere un mo-numento in onore dell'America,da essere piazzato in New York0 a Washington e si cerca di a-veme uno simile eretto a Roma.Non è questo un generoso im-pulso della grandezza del cuoreitaliano? Ciò rafforza ancora dipiù la nostra gratitudine versodi loro.

"Se l'ltalia non fosse entratain guerra, quésta sarebbe cessa-ta molto tempo fa, prima ancorache l'America si fosse decisa apigliarne parte; però sarebbecessata col kaiser trionfante aParigi, invece che esiliato in fi-landa.

"Noi possiamo accettare mo-numenti dall'ltalia; ma l'ltaliamerita un monumento essa stes-sa, per la parte eroica sostenutadurante la guerra."

*?* *

Parabola: La gratitudine nonè una virtù comune uomini,1 quali, per diverse e svariate ra-gioni, la mettono a tacere spessoe volentieri, facendo eccellere l'i-stinto egoistico e venale.

Qualche giornale americano,come il Times e l'Evening I.edgerstanno ringoiando tutto quelloche avevano vomitato a favoredell'ltalia nei momenti della vit-toria. Ora si scagliano contro di

essa, chiamandola imperialista

ed aìtvo; gl'italiani di buon sen-so si fa'ino una risata di cuore asimili escandescenze da trivioalle quali si abbandonano solo alcuni corrispondenti ignoranti *

presuntuosi, e quel che è pe,ggL,venali.

La parte sana delle nazioni ditutto il mondo, possono certa-mente condividere tali opinioni,perchè la storia passata e pre-sente dell'ltalia dimostra i chia-re note che esjsa non è stata e

non è imperialista, e che se oggiper ragioni etnografiche, orco-grafiche, strategiche, per ragio-ni di razza ecc. ecc. desidera,vuole, si è impossessata di terre,cho tiene e terrà, non commettenessun atto imperialistico, anzivuole assolutamente svellere,sradicare fino all'ultimo l'impe-rialismo, che ancora in quei pic-coli posti si annida.

Dopo tutto non sarà certo uncorrispondente del Times o del-l'Evening Ledger che possa com-prendere e giudicare le azionidell'ltalia, della sua democrazia,della sua saggezza, della sua ci-viltà di tutto ciò insomma chegiova a migliorare ed aumentareil progresso del mondo, perchèl'ltalia, non può essere esamina-ta dagli alcoolizzati o dai prezzo-lati. Che abbaino i cagnolini,

che raglino gli asini, che si fac-ciano difensori degli Jugo-Slavi(intendesi austriaci della più bel-la e pura acqua) a noi fa propriopiacere; abbiamo ottenuto duescopi che fanno bene alla nostracausa: il primo quello di vedereil denaro di questi selvagsri pas-sare in mano a terze persone,che faranno arricchire le brewe-rs;il secondo di mettere all'indicetutti coloro che per una manatadi fave voltano bandiera, dimen-ticando un passato che a dispet-to di tutto e di tutti brilla di lu-ce divina.

La morte dell'exPresidente Roosevelt

Alle ore 4.15 A. M. di lunedì,G corrente, nella un residenz ?a Sagamore Hill, nel villaggio diOyster Bay, N. Y., moriva l'exPresidente degli Stati Uniti The-odore Roosevelt. La morte fuquasi subitanea senza che l'illu-stre defunto si fosse accorto del-la sua prossima fine.

Qualche minuto prima, il suoservo James Amos, un giovanenegro che stava al servizio deiRoosevelt fui da quando costoroerano alla Casa Bianca, -i ac-corse che l'ex Presidente respi-rava pesantemente e corse achiamare l'infermiere. Quandoegli tornò in compagnia di que-sta l'ex Presidente aveva l,esa la

sua anima al Grande Fattore.Fu allora chiamata la sua signoraed anch'essa arrivò al capezzaletroppo tardi.

L'ex Presidente subì un'opera-zione lo scorso anno e già da allo-ra si nutrivano timori per lui; furicoverato per 7 settimane all'O-spedale Roosevelt affetto dareumatismo artritico nello scor-cio dell'anno scorso e ne vennefuori nei giorni di Natale. Egliera nato il 27 ottobre 1858 ed a-veva perciò appena compito ilGO.o anno. Fu membro della le-gislatura nello Stato di New

York dal 1882 al 1881 e da que-st'epoca egli percorse una snlen-dida carriera politica da assisten-te segretario della Marina a Go-vernatore dello Stato di NewYork a Presidente degli Stati U-niti. Nella guerra contro la Spa-gna organizzò un Reggimento dicavalleria "Rough Riderà", deiquale fu prima luogo tenente co-lonnello e poi nominato colonnel-lo titolare.

Quando l'America entrò nelpresente conflitto egli offrì alGoverno degli Stati Uniti i suoiservigi militari, ma vennero ri-fiutati.

Con la morte di Theodore Roo-sevelt gli Stati Uniti perdoro.come bene ha detto l'ex Presiden-te Taft, un "brillante persona,',gio", "grande statista" un apo-stolo di "libertà e giustizia."funerali, per espresso desideriodella sua signora, hanno avut.luogo in forma privata.

Una Copia 3 Soldi

ORDINE FIGLI D'ITALIAIN AMERICA

Comunicazioni della Grande LoggiaDELLO STATO DI PENNSYLVANIA

CONSEGNA DELL'AMBU-LANZA DELLA NUOVACADORNA N. 771DI BUTLER.

Sabato 28 dicembre la loggia ;Nuova Luigi Cadorna N. 771 diButler fece la consegna dell'Am-bulanza destinata per sua inizia-tiva e col concorso della intera jcolonia al nostro glorioso Eser-cito.

Come già fu reso noto in que-ste colonne, la iniziativa per que-sta Ambulanza fu presa noi col-mo della guerra, e sebbene essafosse già da un pezzo pronta, nonne fu potuta fare più presto laconsegna, prima per i troppi ini- ipegni del Generale Guglielmottiche doveva riceverla in rappre-sentanza del nostro Esercito, epoi per il dilagare della epidemiadi influenza, che non permise sifacessero riunioni.e celebrazionidi nessun genere per un abba-stanza lungo periodo di tempo.

Pertanto, cessata l'epidemia, laloggia Nuova Luigi Cadorna ri-prese a mezzo dell'Ufficio del iGrande Concilio le trattative colGenerale Guglielmotti, che eranostate interrotte per forza mag-giore, e il 28 la cerimonia si è po-tuta compiere.

Il Generale Guglielmotti ave-va annunziato il suo arrivo allastazione di Pittsburgh per lamattina alle 7.30 da New York ;

ed erano ad attenderlo fin daquell'ora alla stazione della Penn-sylvania il Grande AssistenteVenerabile Dr. A. E. Abbate, ilGrande Curatore Antonio Certoe il Grande Se&rejtario Archivi-sta Alfredo Perfilia, venuto ap-positamente la sera precedenteda Phihdelphia.

TI Grande Venerabile Giusep-pe Di Silvestro, che avrebbe do-vuto accompagnare il GeneraleGuglielmotti, giusta i precedentiaccordi nr< i con la Txiggia Nuo-va Cadorna, non potette farlo,perchè malato.

11 t'T o < he co iduceva il Gene-rale Guglielmotti fece molto ri-tardo, e per questa ragione nonfu possibile partire per Butleralle 8.30. come era nel program-ma. Col successivo freno, in par-t"tr/'i ve o mezzogiorno, il Ge-nerale Guglielmotti e i rappre-sentanti del Grande Concilio, chedoveva o giungere a Butler alle10.30, non arrivarono invece chedopo le due pom.

La loggia Nuova Cadorna e laColonia italiana di Butler si era-no preparate a fare una entusia-stica accoglienza al rappresen-tante del nostro esercito; ma ilmolto ritardo nel suo arrivo gua-stò tutto il programma e l'incer-tez'/a della lunga attesa avevafatto sbandare parecchi.

Ciò nonostante, appena com-ivu've l'automobile in cui eranoil Generale e i rappresentanti delGrande Concilio si riunì subito,molta folla, con bandiere e mu-sica, e il Generale fu salutatodalla marcia reale e fatto segnoa vivissime acclamazioni. Gli fuofferto un magnifico fascio difiori dai colori italiani, stretto inun nastro dai colori americani.

Dopo un primo vibrato salutodato agli italiani, dal GeneraleGuglielmotti, si andò al NixonHotel, ove fu dato un pranzo inonore degli ospiti, al quale inter-vennero anche molte autorità a-meric&ne del luogo. Quindi si for-mò la parata pei- recarsi all'Au-ditorium della High School, ovedoveva aver luogo la consegnadell'Ambulanza.

11 locale ampio ed elegante,ornato di bandiere Italiane edamericane, era gremito di fratel-li dell'Ordine e di connazionaliappartenenti a Società di mutuosoccorso.

L'ingresso del Generale Gu-glielmotti fu salutato da entusia-stici applausi.

11 giudice Hon. Rieber pronun-ziò parole di circostanza, facendorilevare la solennità della ceri-monia.

TI Venerabile della loggia Nuo-va Luieri Cadorna N. 771, Gio-vanni Meliti, prese per primo la

aarola e con un forbito discorso,molto applaudito, rievocò gli e-MKodi più sa'ienti della nostraguerra, i nostri eroi ed i nostrimartiri. Ricordò che l'Ambnlan-sa era stata fatta col concorso ditutta la Colonia, e che la LoggiaNuova Cadorna, che ne prese l'i-niziativa, aveva riunito a taleicopo tutte le energie dei nostriconnazionali. Concluse piegandol'Assistente Grande VenerabileDr. Abbate volerne fare la con-segna al Generale Guglielmottiin rappresentanza del nostro E-ìercito.

Con brevi felici parole il Dr.Abbate assolse il suo compito,incordando tutte le iniziative be-nefiche prese dal nostro Ordinenel periodo della guerra, di cuianche la celebrazione attuale èun episodio

Il Generale Guglielmotti, ne!prendere in consegna l'Ambulan-za, ebbe parole di vivo ringrazia-mento per i promotori, e disseche le Ambulanze non servonosoltanto per le cure pietose diguerra, ma anche durante la pa-ce per il servizio dell'esercito-Disse che egli ebbe sempre fedenel trionfo nostro, ed appunto laparola della fede egli portò allaSuprema Convenzione dell'Ordi-ne Figli d'ltalia a Washington*l'anno scorso, pochi giorni dopola disgrazia di Caporetto. Oraquella fede è diventata realtà; el'ltalia, schiacciando l'Austria,ha reso un grande servigio a tut-ti gli Alleati, perchè ha provo-cato la resa a discrezione dellaGarmaaiii. E' impossibile riassu-mere il vibrante discorso del Ge-nerale Guglielmotti, nel quale e-gli sciolse anche un inno all'ope-ra dell'America, la "riserva stra-tegica degli Alleati." Applauditodi continuo, in ultimo il GeneraleGuglielmotti fu entusiasticamen-te acclamato.

Quindi egli riprese la parola ininglese, per consegnare al Sinda-< o Ilon. Joseph ìleinehman unabandiera americana che la loffiaNuova Cadorna offriva ai BoyScouts di Butler. E il Sindacoringraziò vivamente commosso.

Presentò gli oratori, con ac-conce pai ole, il signor Cicco, del-la suddetta loggia, e durante gliintermezzi tra un discorso e l'al-tro una banda musicale eseguìinni degli Alleati.

A proposta dell' AssistenteGrande Venerabile, per acclama-zione fu deciso mandarsi un te-legramma di omaggi ? a Saia Mae-stà il Re ed un altro telegrammadi saluto al nostro Grande Ve-nerabile, con l'augurio di prontaguarigione.

Dopo una cena intima offertadalla loggia al Generale Gugliel-motti e ai suoi compagni di viag-gio, questi presero il carro elet-trico per tornare a Pittsburgh,di dove la mattina successiva ilGenerale doveva ripartire pertrovarsi ad Altoona chiamatovidalla Colonia Italiana di colà.INIZIAZIONE DELLA LOG-GIA NUOVA VITTORIAALLEATA N. 894.

Domenica 29 dicembre fu ini-ziata la loggia Vittoria AlleataN. 894 di Herminie.

Questa loggia fu dovuta all'i-niziativa di Erminio Giammat-teo, un 'yitusiastìco fratello del-l'Ordine, ora Ex Venerabile del-la loggia Figli di Colombo di Am-bridge.

Per iniziare detta Loggia sirecò appositamente sul luogo ilGrande Segr. Archivista Alfre-da Perfilia.

Alla stazione di Irwin egli fuincontrato dal signor TancrediPeruzzi, componente della nuovaloggia, ed insieme si prese il car-ro elettrico per Herminie.

Qui il Grande Segr. Archivistafu invitato a colezione in casa delSegretario di Finanza Enrico DeSantis.

L'iniziazione della loggia ebbeluogo nel pomeriggio. Col consue-to cerimoniale furono istallati iseguenti ufficiali:

Venerabile Mariano VannelliAssistente Venerabile, Tancredi

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