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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, CB Bologna - Anno XLI - n. 3 - III trimestre Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia” 3/2008 speciale P. Tomáˇs T ´ yn

2008-03

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ROSARIUMPubblicazione trimestrale del

Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà:Provincia Domenicana S. Domenico in Italia

via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano

Autorizzazione al Tribunale di Bolognan. 3309 del 5/12/1967

Direttore responsabile:fr. Mauro Persici o.p.

Rivista fuori commercio

LLee ssppeessee ddii ssttaammppaa ee ssppeeddiizziioonnee ssoonnoo ssoosstteennuuttee ddaaii bbeenneeffaattttoorrii

Anno 41°- n. 3

stampa:

Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s.

Milano - via P. della Francesca 38

Movimento Domenicano del RosarioVia IV Novembre 19/E

43012 Fontanellato (PR)Tel. 0521822899Fax 0521824056Cell. 3355938327

e-mail [email protected]

CCP. 22977409 Maria è ragione della nostra speranzaCard. Giacomo Biffi 3

P. Tomás Tyn: un domenicano senza compromessiRoberto de Mattei 7

Intervista a P. Giovanni Cavalcoli op 12

Maria, la regina...P Tomás Tyn 17

Una Chiesa con la “spina dorsale”...Mauro Faverzani 24

Testimonianze 28

Nuovi iscritti 30

Pagina della riconoscenza 31

In copertina:Foto dalla Palestina di Paolo Gavina

SOMMARIO

Manoscritti e fotografie, anche se nonpubblicati, non vengono restituiti.L’invio delle fotografie include il consensoper una eventuale pubblicazione.

Pag. 4 e seguenti:VELÀZQUEZ, L’incoronazione dellaVergine, Madrid, Museo del Prado.Pag. 25 e seguenti:Mosaico con pavoni e viti, IV sec., Roma, S. Costanza.

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Maria è ragionedella nostra speranza

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Questa festa della Vergine Maria1 – che arriva nel colmo dell’estate,quando la gente è più svagata, più attenta a distrarsi, più impegnata a disim-pegnarsi – è una proposta seria che ci viene fatta da parte di un Dio che nonva in vacanza e in ogni tempo dell’anno, anche quando noi pensiamo poco,pensa alla nostra salvezza.Questa festa della Vergine Maria – che è la più antica tra quelle celebrate dalpopolo cristiano in onore della Madre del Signore – è un invito a riflettere;un invito a riflettere non solo su di lei e sulla sua bellezza, ma anche sulnostro stesso destino: è dunque un invito ad ammirare e a sperare.

Stupefacente e sconcertante rivoluzione di DioL’avventura stupefacente di questa ragazzina ebrea – avventura che comin-cia nella semplicità e nell’oscurità di una povera casa, in uno sperduto paeseignoto a tutti, entro una piccola e tormentata regione della terra, e si conclu-de in cielo – come ci ha detto la prima lettura al cospetto dell’universo, in unquadro dove il sole, la luna, le stelle entrano come ornamenti della reginadel mondo – ci lascia senza parole: possiamo solo contemplare e adorare.Lo stesso fantasioso amore divino, che ha voluto il nostro riscatto attraversol’incredibile abbassamento del suo Figlio unigenito, ha disposto l’incredibileesaltazione degli umili, dei quali Maria è figura e primizia. Il Crocifisso chesovrasta i nostri altari e la Madonna effigiata nelle nostre chiese sono segnidell’identico sorprendente disegno, che attraverso la sofferenza e l’avvili-mento del Re della gloria ha spalancato ai piccoli le porte del Regno.Di fronte a questa vicenda, chi sa davvero riflettere è colto dallo stupore che

Maria è ragione della nostra speranza

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sempre suscitano in noi le meraviglie di Dio.È lo stesso stupore, a ben guardare, che pervade il canto di riconoscenzadella Vergine – il Magnificat – che abbiamo appena ascoltato.Maria è sbigottita perché Dio dalla sublimità della sua trascendenza haguardato, ha guardato a lei, ha guardato l’umiltà della sua serva (Lc 1, 48).Maria è attonita nella contemplazione di questo Dio che capovolge i valoriillusori del mondo: ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, harovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili (Lc 1, 51–52); e tuttoquesto non per il gusto acre e sterile di giocare alla rivoluzione permanente,ma perché alla fine trionfi la verità sulle apparenze e la misericordia arrivi intutte le generazioni su quelli che lo temono.È lo stupore gioioso di chi con occhi profetici vede realizzato qualcosa ditroppo grande e di troppo bello per essere neppure immaginato; di chi sitrova coinvolto in un destino che supera ogni previsione e ogni attesa. PerciòMaria dice: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Diomio salvatore (Lc 1, 46–47).Ma allo stupore si unisce la speranza. Questo sconcertante disegno di Dionon solo ci stupisce, ma fonda anche la nostra gioia e la nostra fiducia.Il cristiano è oggi in festa, perché vede una della sua stirpe arrivata a tantaaltezza di gloria.Il cristiano è oggi in festa, perché ha ricevuto la notizia di questa divina rivo-luzione, cantata dal Magnificat, con la quale Dio alla fine metterà a postotante ingiustizie, dissiperà le false grandezze, i falsi messaggi di pace, i falsimiti di liberazione che infestano questo mondo, e collocherà nella loro giu-sta luce i valori autentici, che oggi troppo spesso sono nascosti solo nelcuore degli umili.

Dio non lascia che l’umanità vada perdutaIl cristiano oggi è in festa, perché ha la certezza che il destino della Madre diDio è riservato anche a lui: chi saprà partecipare con la fede all’umiliazionedolorosa di Cristo parteciperà nella letizia alla glorificazione della MadonnaAssunta.Questa è dunque la festa della speranza cristiana, è il giorno in cui bisognasaper levare lo sguardo e guardare in alto.E di speranza abbiamo un estremo bisogno. Noi ci avvediamo ogni giornodi più che il mondo inseguito e creato orgogliosamente da tutte le filosofie ei sistemi sociali che in questi due secoli sono andati predicando l’autosuffi-cienza dell’uomo e la possibilità di una felicità che si riduca alla terra, è unmondo deludente, oppressivo, stravolto, disumano; o, per usare le quattroespressioni di san Paolo nella lettera ai Romani che sembrano fotografare lasocietà dei nostri giorni, è un mondo senza senno, senza costanza, senzaamore, senza misericordia (cf. Rm 1, 31).Tanto più nasce in noi la certezza che la nostra sopravvivenza sta tutta nelle

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mani del Dio che, nonostante la nostra malvagità e la nostra stoltezza, conti-nua a guidare la storia secondo i progetti della sua bontà e della sua miste-riosa sapienza.La festa dell’Assunta ci dice appunto che Dio riuscirà a salvare l’uomo dallasua stessa insipienza.Quest’uomo, così fiero delle sue conquiste e della sua raggiunta emancipa-zione da ogni superiore principio, si sta distruggendo con le sue stesse mani;quest’uomo per il miraggio di una egoistica felicità individuale sta corroden-do con le sue leggi e col suo costume l’istituto familiare; quest’uomo innome della libertà sta progressivamente asservendo e manipolando le menti,imponendo a tutti dogmi culturali e sociali senza fondamento e senza ragio-nevolezza; quest’uomo nelle sue disposizioni giuridiche si ritiene padroneperfino della vita umana innocente, e così implicitamente giustifica tutti icrimini della storia; quest’uomo, tutto sommato, non è una creatura némolto rispettabile né molto sensata. Per chi non ha l’abitudine di lasciarsifacilmente illudere, è difficile oggi sperare nell’uomo.Eppure noi speriamo: la visione della Vergine umile e alta, provata dal dolo-re ed esaltata nella gloria, nostra sorella e madre del Signore, ci dice che Dionon permetterà che vada perduta l’umanità, che egli arcanamente e indisso-lubilmente ha legato a sé.Dalla Vergine Maria, da questa donna che è madre di Dio, ci viene dunque ilcoraggio di continuare a sperare, il coraggio di continuare a vivere.

1 Solennità dell’Assunzione di Maria, giovedì 15 agosto 1985, Parco di Villa Revedin. Pubblicata inBAB, LXXVI, 7/1985, 212–214.

Gli articoli pubblicati su “Rosarium”sono tratti dal libro““LLaa ddoonnnnaa iiddeeaallee””

del Cardinale Giacomo BiffiArcivescovo emerito di Bologna

in vendita presso Edizioni Studio Domenicano

via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna Tel. 051/582037

Fax 051/331583 - [email protected]

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Il 6 febbraio 2006 il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha aperto la causa diBeatificazione del Servo di Dio padre Tomás Josef Maria Tyn. Nel decreto di introduzione dellacausa si dice che: “la figura di Padre Tomás si presenta come persona ferma nella fede, in mezzoalla persecuzione sistematica della religione o alla tentazione di seguire le vie di un umanesimosecolarizzato e consumista. Oggi la sua beatificazione e canonizzazione è desiderata e richiesta danumerose persone che mantengono viva la memoria della sua virtù e fama di santità già riconosciu-ta da tanti quando era in mezzo a noi”.Il nome di padre Tomás Tyn, ancora poco conosciuto nel mondo cattolico, non può essere dimenti-cato da chi ha avuto la grazia di incontrarlo, in quegli anni Settanta ed Ottanta del Novecento, chepossono essere definiti tra i più bui della nostra storia più recente. Era l’epoca infatti in cui pochiavvertivano lo scricchiolio dell’impero sovietico e i più credevano nell’“irreversibilità” del socialco-munismo, illudendosi di poterlo “battezzare” e “umanizzare”, per costruire un “mondo migliore”.

Vocazione anticomunista e sacerdotaleTomás Tyn, nato a Brno, in Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca, il 3 maggio 1950, il comuni-smo lo aveva conosciuto di persona e, fin dall’infanzia, aveva compreso l’assoluta incompatibilitàche esisteva tra la filosofia di Marx e quella del Vangelo. Al fonte battesimale i genitori gli avevanodato il nome di Tomás in ricordo del grande santo domenicano, e a ciò che questo nome significavasarebbe stato fedele tutta la vita. I principi cristiani erano stati gelosamente conservati dalla famiglia Tyn, che a Brno ebbe la fortuna

PADRE TOMÁS TYNun domenicano senza compromessi

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di avere come parroco un santo sacerdote, padre Budis, che istruì bene i bambini nella fede, in par-ticolare durante la preparazione alla santa Prima Comunione. In questo ambiente che opponeva unaforte resistenza al regime comunista, il giovane Tomás sentì precocemente la vocazione sacerdotale.Dopo aver vinto una borsa di studio per i suoi ottimi profitti scolastici, lasciò la famiglia per andarea studiare in Francia, ma nel 1969 e, al termine degli studi superiori, entrò nel noviziato domenica-no di Wartburg, in Germania, dove la sua famiglia si era rifugiata dopo l’invasione sovietica dellaCecoslovacchia nel 1968.La Germania era uno di quei paesi in cui il vento postconciliare si era trasformato in tempesta dopola Rivoluzione del Sessantotto. La bufera devastava i seminari, svuotava le chiese, distruggeva levocazioni. Nel 1972 fra Tomás venne a sapere che a Bologna esisteva un centro di studi domenica-no, animato dal padre Enrico Rossetti, che si proponeva un rinnovamento dell’Ordine nel solcodella Tradizione. Attirato soprattutto dalla devozione alla Madonna del Rosario e dalla fedeltà altomismo che lo Studio bolognese sembrava manifestare, vi approdò, con il consenso dei suoi supe-riori, per continuare la sua formazione teologica. A Bologna, nel convento di San Domenico che custodisce le spoglie del Santo Fondatore, pronun-ciò i voti solenni e conseguì la sua licenza in teologia dedicata al mistero del rapporto fra Grazia elibero arbitrio. Fu quindi ordinato sacerdote, il 29 giugno 1975, a Roma, da Paolo VI. In quel gior-no, come si seppe dopo la sua morte, mentre il Papa poneva le mani sul suo capo, egli offrì la suavita al Signore per la libertà della Chiesa oppressa dal comunismo nella sua Patria.

Sulla scia di Tommaso e CaterinaDopo essersi addottorato all’Angelicum, tornò a Bologna, dove gli fu affidato l’insegnamento dellateologia dogmatica nello Studio teologico, che si avviava ad essere affiliato alla PontificiaUniversità S. Tommaso d’Aquino di Roma. Qui continuò i suoi studi, culminati in un’opera in cuisi respira l’aria delle vette teologiche e filosofiche: Metafisica della sostanza. Partecipazione e ana-logia (Edizioni Studio Domenicano, 1999), e soprattutto dispiegò un’opera di intenso apostolato edirezione spirituale. Padre Tomás celebrava regolarmente la Messa e predicava presso l’altare dellatomba di san Domenico. La sua voce, sempre tonante, anche quando pochi erano i presenti, sem-brava voler proiettare nelle navate della grande basilica il suo amore bruciante per la verità.Il giovane domenicano seguiva con grande attenzione gli eventi religiosi e politici, italiani e interna-zionali, nella convinzione che non esiste “separazione” tra ordine spirituale e ordine temporale eche il Cristianesimo debba permeare, con la sua verità, la società intera. In questa prospettiva, eglicriticò, con la stessa rispettosa fermezza e con lo stesso amore alla Chiesa che era stato di santaCaterina da Siena, alcuni atti politici della Santa Sede, come la “distensione” verso i regimi comu-nisti e, in Italia, il Nuovo Concordato del 1985. Bisogna oggi avere il coraggio di ammettere che isuoi giudizi, sul piano storico e teologico, furono profetici.

Lo scambio di lettere con il cardinal RatzingerIl 4 agosto 1985, nella festa di S. Domenico, padre Tomás scrisse all’allora Prefetto della Con-gregazione per la Dottrina della Fede, per esprimergli la sua gioia per la pubblicazione del volumeRapporto sulla fede e per manifestargli alcune preoccupazioni concernenti la vita della Chiesa. Inquesta lunga lettera egli scrive che la letizia con cui, ancora ragazzo, aveva accolto il Concilio

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Vaticano II si era presto “cambiata in tristezza, nelvedere cattive interpretazioni e applicazioni diuna dottrina in se stessa sana sfigurare crudel-mente il volto della sposa immacolata di nostroSignore Gesù Cristo ed opprimere nella mestiziagli animi dei buoni e di coloro che sentono con laChiesa”. Nel libro del cardinale Ratzinger, Tyn afferma diaver trovato ciò che fin dall’inizio aveva semprepensato: “bisogna tornare al vero Concilio, ossiaa quello che è conforme alla tradizione di tutti isecoli della Cristianità cattolica e si interpreta inquella luce!”. Padre Tomás denuncia quindi il sog-gettivismo e il relativismo contemporaneo, che giàl’enciclica Pascendi di san Pio X aveva svelato edenunciato. Il nome di san Pio X, “patrono dellatradizione”, per aver “fulminato l’“evoluzionismomodernista”, gli sarà altrettanto caro di quello diPio IX, non ancora Beato. Di fronte agli errori delnostro tempo, padre Tomás afferma di essere sem-pre più persuaso “che il Sillabo di Pio IX ha stabi-lito una dottrina non solo vera, ma anche massi-mamente attuale”.La lettera si sofferma quindi lungamente sul tema della liturgia. Nel 1974, fra Tomás, non ancorasacerdote, insieme con alcuni confratelli tedeschi, aveva rivolto una petizione al Capitolo generale,per chiedere il mantenimento della liturgia tradizionale dell’Ordine domenicano. Purtroppo ilCapitolo non aveva accolto la richiesta e aveva obbligato l’Ordine a seguire il nuovo Messale diPaolo VI. Ora padre Tomás ringraziava il cardinale Ratzinger per aver favorito l’indulto che permet-teva la celebrazione del Divin Sacrificio secondo il Rito tridentino, scrivendo: “Quanto santa esublime è quella letizia della quale si riempie il cuore tanto del sacerdote celebrante quanto delpopolo assistente, allorché quel rito, venerabile per l’antichità, viene compiuto, quel rito, cioè, chetutto e soltanto a Dio si volge, a cui come a Padre clementissimo, il Figlio crocifisso nell’oblazionedel suo divino sacrificio, rende somma gloria e lode (…). Non ho mai potuto capire, e neancheadesso riesco a capire, perché tanta bellezza debba esse stata espulsa dalla Chiesa”. “Infine – conclude – mi permetta, Eminenza, La prego, una considerazione che faccio con perso-

nale amarezza: nella mia patria occorre molto coraggio per professarsi cristiani, ma anche nel“libero” Occidente deve esser dotato di un non minor coraggio chi vuol mostrare apertamente lapropria fedeltà verso la tradizione cattolica, a causa della disposizione ostile di alcuni ecclesiasti-ci, i quali tuttavia tollerando se stessi con gran clamore, si dichiarano democratici e pluralisti”. Leparole di padre Tomás erano mosse solo, come egli scrive, dall’amore per la Chiesa, “la quale,lungi dal doversi conformare a questo mondo, ha piuttosto il compito di santificarlo e di consacrar-lo a Dio, convertendolo a Lui”.

P. Tomas Tyn a Roma

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Altrettanto forte e significativa va giudicata, nella sua brevità, la risposta del cardinale Ratzinger apadre Tomás: “Leggendo (la sua lettera) sono stato preso da una grande gioia per la piena concor-danza tra noi, sentendo in tal modo la forza unificatrice della verità, la quale ci è concessa nellafede cattolica. Mi è di grande consolazione sapere che Ella insegna teologia morale, la quale disci-plina veramente fondamentale per la retta formazione della vita cristiana, molto da molti è defor-mata, i quali offrono ai fedeli pietre al posto di pani, sicché è assai necessaria una nuova e profon-da riflessione sui veri fondamenti della vita cristiana”.

L’eroismo nella professione della veritàChi vuole attingere alla dottrina e allo spirito di padre Tomás Tyn, non ha che da leggere le sueOmelie, raccolte da Rosanna Schinco, vera miniera di teologia e di spiritualità, ma anche di quelbuon senso intellettuale e morale oggi smarrito da molti uomini di Chiesa. Le critiche di padreTomás al mondo moderno, che gli hanno valso la definizione di “tradizionalista” e che imbarazzanoanche alcuni suoi estimatori, sono in realtà la prima manifestazione dell’eroicità delle sue virtù.Egli aborrì infatti il compromesso e professò sempre la verità, in tutta la sua integrità e purezza. “Laparola del Signore – disse – non è suscettibile di alterazioni e rimane in eterno. È meglio essere po-chi ma fedeli, piuttosto che essere molti ma talvolta infedeli”. Leggiamo ancora nelle sue Omelie:“Non giudico nessuno. Giudico la situazione delle cose, il guasto, la scristianizzazione, la profana-zione. Perché la vita sociale diventa invivibile? Perché non ha più l’impronta cristiana e, mancan-dole l’anima cristiana e la vita di grazia le manca anche l’umanità. Senza Dio l’uomo non puòessere uomo! È un assioma dell’antropologia teologica, di ogni antropologia che voglia essere nonbestiale”. “Non voglio scorciatoie per la felicità, ma preferisco la via dei santi”.L’ultima omelia di padre Tomás fu pronunciata nella basilica di san Domenico, il 28 ottobre 1989.Egli la concluse con queste parole, allargando le braccia aperte, ad imitazione del Crocifisso, da-vanti alla tomba del Santo: “Non scendiamo a patti con il mondo! Noi che abbiamo la grazia (nonil merito) di amare la Chiesa cattolica nella purezza della tradizione, lasciamoci odiare dal mondoe gloriamoci di questo! È bello amare quando si è odiati. Ma amare non nella menzogna del falsopluralismo, bensì nella determinatezza dell’unica, cattolica verità, nella verità di Cristo crocifisso,unico salvatore del mondo”.Già dall’estate di quell’anno, mentre iniziava la rivolta in Cecoslovacchia, padre Tomás aveva accu-sato i primi sintomi di un male inesorabile che lo stroncò in pochi mesi. Il Servo di Dio Tomás Tynsi spense l’1 gennaio del 1990 ad Heidelberg, dove era stato ricoverato. Sulla sua tomba, aNeckargemünd, in Germania, è scritto il verso del Salmo 42: Et introibo ad altare Dei, ad Deumqui laetificat juventutem meam. Queste parole riassumono il senso profondamente sacerdotale dellasua vita conclusasi nell’immolazione e segnata da un profondo amore a Cristo e alla Chiesa.

Roberto de Matteitratto da “Radici Cristiane” n 33 - Aprile 2008

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Nominato dai Superiori, fra gli altri incarichi, sottomaestro dei NoviziDomenicani vediamo il padre Tomás (il primo a destra, in alto) in questa fotoinedita del 1980, scattata nel chiostro del convento patriarcale di San Domenicoa Bologna e pubblicata per la prima volta in questo numero di Rosarium. P. Tynè ritratto assieme al defunto padre Patrizio Pilastro (il primo a destra, in basso),maestro dei Novizi, e al gruppo di giovani Novizi di quell’anno.

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Padre Tomás amò “la libertà di pensiero”, ma rifiutò “la tesi buonistadella misericordia perdonista senza la riparazione per giustizia” cosìcome “la tesi giustizialista e classista della giustizia senza misericordia”.

“Non scendiamo a patti con il mondo! Noi che abbiamo la grazia (non il merito) di amare laChiesa cattolica nella purezza della Tradizione, lasciamoci odiare dal mondo e gloriamoci di que-sto! È bello amare quando si è odiati. Ma amare non nella menzogna del falso pluralismo, bensìnella determinatezza dell’unica, cattolica verità, nella verità di Cristo crocifisso, unico salvatoredel mondo”: sono queste le parole proferite da Padre Tyn nell’ultima omelia, da lui pronunciatapresso la Basilica di S. Domenico il 28 ottobre 1989. Parole coraggiose e profetiche ad un tempo,riportate nel bello e documentato articolo del professore de Mattei.

Padre Tomás proponeva una sola “ricetta”, per rendere vivibile una vita sociale ormai degene-rata per i guasti arrecati dalla secolarizzazione e dalla profanazione: il recupero dell’“impronta cri-stiana”, dell’“anima cristiana”, della “vita di grazia”, che – sole – possono restituirle l’umanitàperduta: “Senza Dio – affermava Padre Tyn – l’uomo non può essere uomo!”.

Padre Giovanni Cavalcoli op è Vicepostulatore della Causa di Beatificazione del Servo di DioPadre Tomás Josef Maria Tyn, ch’egli ha conosciuto molto bene. Per questo gli abbiamo chiestocosa l’abbia maggiormente colpito nella sua vita, nel suo insegnamento, nella sua fede: «Ciò chemaggiormente mi ha colpito nella vita di Padre Tyn – ci ha risposto – è l’intensità e la sinceritàdella sua totale dedizione a Dio e al prossimo come sacerdote domenicano. Per quanto riguarda ilsuo insegnamento, è stato intensissimo e ricchissimo, in più modalità e a più livelli: dall’insegna-

Padre Tomás Tyntomista “tradizionalista”,“antidoto” al modernismo

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A colloquio con il Vicepostulatoredella Causa di Beatificazione

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mento scolastico all’omelia liturgica, dallaconferenza alla partecipazione a convegniscientifici, dalla direzione spirituale alle pub-blicazioni e alla corrispondenza epistolare.Spaziava in più rami del sapere, non solo filo-sofia e teologia, ma anche nella storia, nellescienze, nella politica, nell’arte e nella lettera-tura. Se ai suoi tempi noi Domenicani avessi-mo usato come oggi i mass-media, certamentese ne sarebbe avvalso. Comunicava con effi-cacia, fervore e persuasività la sana dottrina ela Parola di Dio a tutte le categorie di perso-ne, adattandosi alla capacità di comprensionedi ciascuno: ai dotti ed al popolo, dai fanciulliagli anziani, ai ricchi e ai poveri, ai sani e aisofferenti, ai credenti e ai non credenti, conuna notevole capacità di convincere e di con-futare gli errori, di migliorare chi già crede edi condurre alla fede i non credenti. La suaenorme conoscenza delle lingue (ne conosce-va otto) lo facilitava nel comunicare con per-sone di varie nazioni. Quanto alla sua fede, miha colpito soprattutto la sua capacità diarmonizzarla con la sana ragione, sull’esempio e dietro l’insegnamento di san Tommaso, secondola migliore tradizione teologica domenicana. Egli concepiva la fede nel senso più genuinamentecattolico, non come “esperienza” vaga, irrazionale ed emotiva, come spesso oggi purtroppo vieneconcepita, ma come libero e volontario assenso alla Parola di Dio contenuta nella Bibbia e nellaTradizione ed interpretata nei dogmi della Chiesa cattolica. Padre Tomás aveva un’altissima capa-cità teoretica, ma si guardava bene dall’ergere presuntuosamente la sua ragione al di sopra dellafede, quasi a voler discernere in essa ciò che è “ragionevole” (e quindi “vero”) da ciò che non lo è.Al contrario, secondo il buon metodo teologico, si sforzava di trovare argomenti razionali permostrare come il dogma non sia contro la ragione, ma anzi mistero e luce divina per la ragione. Lasua fede, umile e intelligente, fervente fino a raggiungere il misticismo, vivificava tutto il suo opera-re, sicché in Padre Tomás si notava una perfetta coerenza tra il pensiero e l’azione, salvi natural-mente i limiti e le debolezze inevitabili nella vita terrena anche nei santi. Ma la sua condotta, anchenei suoi aspetti più quotidianamente umani, aveva sempre una radice soprannaturale».

Quanto in Padre Tyn influì il pensiero tomista, pensiero che oggi molti considerano ormai ste-rile, “antiquato” e superato?

«Fin da ragazzo – spiega Padre Cavalcoli – Padre Tomás, intelligenza eccezionale e precocissi-ma, fu iniziato al pensiero di S. Tommaso. Egli seppe cogliere, dell’Aquinate, secondo le indicazio-ni della Chiesa, le sue tesi, i princìpi e il metodo fondamentali, di carattere perenne ed universale,indipendentemente dalle diverse culture e dall’evoluzione storica, e in tempi di diffusa disistima per

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il Dottore Angelico negli stessi ambienti della cultura cattolica, frastornata da un falso rinnova-mento falsamente attribuito al Concilio Vaticano II, seppe ricordare quei valori importantissimi peruna retta comprensione ed interpretazione delle verità di fede. L’atteggiamento di Padre Tomás neiconfronti di S. Tommaso non fu quello di ricavarne degli sviluppi utilizzando gli apporti validi delpensiero moderno, un tomismo che caratterizza altri discepoli dell’Aquinate, come per esempio unMaritain o un Fabro o un Congar, ma volle essere coscientemente e programmaticamente di tipo,come lo stesso Padre Tomás diceva, “tradizionalista”, benchè non certo quello scismatico di tipolefebvriano, bensì un tradizionalismo sano e moderato, del tutto nell’alveo del cattolicesimo e rispet-toso degli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Tradizionalista nel senso che appunto ho detto:recupero, conservazione, riproposizione e difesa della sostanza perenne del pensiero del Maestrod’Aquino, Padre Tomás non era contro il moderno, ma contro il modernismo, che è ben altra cosa.Nel contempo Padre Tomás non era un fanatico di S. Tommaso, non era un tomista “fondamentali-sta”, ma attuava un principio esplicito dello stesso Tommaso, ossia che bisogna mettere il Magisterodella Chiesa al di sopra di quello di tutti i Dottori. Per questo Padre Tomás non aveva difficoltà ariconoscere, alla luce del Magistero, quanto di S. Tommaso era superato o addirittura erroneo, men-tre in alcune occasioni si permetteva di avanzare o alcune interpretazioni proprie riguardo il testotomista, in dissenso con altri tomisti, oppure di proporre qualche opinione personale, legittima, unpo’ diversa dal pensiero di Tommaso. Non era un semplice ripetitore, come non lo fu Tommaso stes-so riguardo ai suoi maestri, ma era un ricercatore e un amante della libertà di pensiero. Sapevadistinguere il pensatore dal nastro registratore».

Le fonti rilevano la dolcezza di Padre Tyn, la sua pazienza, la sua capacità d’ascolto, la suachiarezza: come riusciva a conciliare tutto questo con il rigore di un annuncio, certo a tratti difficileed impopolare? Come tutelare al contempo l’integrità della correzione fraterna con la logica delsorriso?

«Padre Tomás sapeva conciliare la mitezza con la fortezza, l’umiltà col coraggio, la dolcezzacon la severità, “semplice come la colomba e prudente come il serpente”. Era, sull’esempio diCristo, mite agnello e forte leone, a seconda delle necessità, sempre dettate dall’amore per la veritàe la pratica della carità. Rifiutava la tesi buonista della misericordia perdonista senza la riparazio-ne per giustizia (il “tutti promossi” del rahnerismo) così come la tesi giustizialista e classista dellagiustizia senza misericordia (“teologia della liberazione”), ma sapeva contemperare l’una o l’al-tra; oppure sapeva quando occorreva l’una e quando occorreva l’altra. Quasi sempre mite, dolce,attento, affabile, paziente, sorridente, gentile, comprensivo, solo in casi eccezionali si ergeva profe-ticamente magari da solo – pagando di persona – non contro le persone, ma contro l’errore, lamenzogna, la falsità, il vizio, il peccato, l’ingiustizia, l’oppressione, l’ipocrisia, la superbia e l’ere-sia dovunque egli li trovasse, senza alcun rispetto umano, secondo la migliore tradizione dei predi-catori e dei teologi domenicani. A questo punto non gl’importava farsi dei nemici, anche in alto, seciò era per il bene delle anime e della Chiesa e per amore di Cristo. Così tuttavia poteva godere diamicizie sincerissime, benché poche, da parte di persone virtuose e coraggiose come lui. Essehanno formato una famiglia di collaboratori e di figli e figlie spirituali che continuano l’esempiodel Padre. Padre Tomás era alienissimo dalla ricerca del successo fine a se stesso (col pretesto del“dialogo”), tentazione che sempre seduce i predicatori. Certamente cercava di rendersi comprensi-bile ed attraente con un linguaggio elegante ed appropriato, e a volte spiritoso ed ironico, con

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un’oratoria vivace e ricca di esempi, manon cedeva un millimetro a chi tentava diportarlo (in buona o cattiva fede) fuori dalsentiero della verità, costasse quel checostasse. Come Padre Tomás operava que-sta difficile conciliazione di misericordia eseverità? Con una realistica conoscenza delcuore umano, sempre oscillante fra la giu-stizia e la colpa, l’amore e l’odio, l’umiltà ela superbia, l’obbedienza a Dio e la ribel-lione a Dio, il pentimento e l’ostinazione, labuona e la cattiva fede. Dunque, come dice-va la saggezza latina e secondo il compor-tamento di Cristo stesso verso gli uomini:“Parcere subiectis et debellare superbos”.Oppure, come dice il Salmo 138,6: “Sipiega verso l’umile, ma volge al superbo losguardo da lontano”. Un sottile e sopran-naturale spirito di discernimento portavaPadre Tomás a distinguere gli opposti statid’animo e quindi ad agire di conseguenza. Tutto operava il medesimo fuoco della carità: scaldareciò che è gelido e bruciare le immondizie. Dal medesimo amore per il bene viene l’odio per il male,al contrario dei buonisti, che pretenderebbero amare sia il bene che il male. Padre Tomás certa-mente amava i nemici nel senso evangelico, che non vuol dire amarli in quanto nemici, ossia amareil danno che ci fanno, cosa che sarebbe stolta connivenza, ma in quanto anche in loro esistono latibuoni e quindi amabili».

In un contesto – anche ecclesiale – più volte “tentato” dalla cosiddetta “scelta spirituale”, eglinegò con fermezza il sussistere di qualsivoglia forma di contraddizione o di separazione tra fede evita, tra Cattolicesimo e società: come essere, allora, ieri come oggi, cattolici “integrali”, autentici?«Padre Tomás sosteneva il dovere dei cristiani di essere ‘sale della terra’, giacché Cristo è Re delcielo e della terra; per cui, se il fine dello Stato, come già sosteneva l’Aquinate, è il bene comunetemporale fondato sui princìpi e sulle forze della ragion pratica, il governo politico non è fondatoné su se stesso (assolutismo) né sul popolo “sovrano” (democrazia russoiana), ma trae da Dio lasua autorità, per cui non può emanare leggi in contrasto con i divini comandamenti, benché ilpopolo abbia senza dubbio, in democrazia, il diritto di governare se stesso mediante i suoi rappre-sentanti (vicem gerentes multitudinis, come dice S. Tommaso), eletti dal popolo. Per questo, perPadre Tomás, la Chiesa, Regno di Dio iniziato sulla terra, può e deve, in linea di principio, guidarelo Stato verso i beni trascendenti del regno di Dio. È ciò che il Medioevo ha tentato di fare inEuropa, pur in mezzo a tante imperfezioni e difetti. Col sorgere dell’antropocentrismo e dei nazio-nalismi moderni, la Chiesa ha progressivamente perso il suo prestigio e il suo potere giuridico emorale sugli Stati, che da cattolici sono diventati indifferenti per non dire ostili al cattolicesimo e alPapato. Oggi siamo tornati in tempi simili agli inizi del cristianesimo, allorché la comunità eccle-

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siale non era che una delle tante realtà sociali sottomesse allo Stato. Sarebbe quindi inopportunopensare che oggi come oggi la Chiesa potesse usare, nei confronti della compagine civile, compo-sta di credenti e non credenti, lo stesso influsso e lo stesso potere coercitivo che poteva usare nelMedioevo. Ciò tuttavia non toglie, insegna Padre Tomás, che anche oggi valga la superiorità spiri-tuale della Chiesa sullo Stato e la dottrina della fondazione teologica del bene comune, dell’auto-rità politica, del sistema democratico e dei diritti umani. Per questo egli era un franco sostenitoredella dottrina sociale della Chiesa e si teneva lontano tanto dall’assolutizzazione della proprietàprivata propria del liberalismo, quanto dall’assolutizzazione del bene comune propria del comuni-smo marxista ed ateo. Egli infatti rintracciava in questi errori la comune radice antropocentricadell’uomo che si fa dio. Padre Tomás non si addentrava nelle questioni politiche tecniche di detta-glio, dove confessava la sua incompetenza, del resto normale in un religioso sacerdote, ma avevauna visione ampia, più interessata ai fondamenti morali, al contesto storico ed all’evoluzione dellaciviltà. Volendo dargli una collocazione politica, egli era certamente nell’area dei cattolici didestra e non in quella dei cattolici di sinistra, ma senza fanatismi e con modestia».

Che ruolo attribuisce alla cultura, all’educazione, allo studio, alla formazione, lui, docente diTeologia Morale?

«L’insegnamento di teologia morale di Padre Tomás aveva solide basi metafisiche, antropolo-giche, psicologiche e teologiche. Metafisiche, in quanto utilizzava fondamentali categorie metafisi-che come quella dell’ente, composto di soggetto, essenza ed essere, di bene, del fine, dell’azione edella distinzione fra l’essere e l’agire, fra la sostanza e gli accidenti e fra l’atto e la potenza. Basiantropologiche, in quanto presentava l’uomo come persona, sostanza corporeo-spirituale finalizza-ta a Dio, dove il soggetto è distinto dalle facoltà (intelletto e volontà), queste sono distinte dagliabiti (virtuosi o viziosi) e gli abiti sono distinti dagli atti (buoni o cattivi). Basi psicologiche, inquanto esponeva con ricchezza di dottrina la teoria degli atti umani, fondati sull’attività dell’intel-letto sfociante nell’agire volontario, con rapporto alle potenze inferiori della persona. Basi teologi-che, in quanto, benché la persona sia naturalmente orientata a Dio come sommo bene e fine ultimo,tuttavia essa è inclinata al male e non può raggiungere la virtù e Dio stesso senza il soccorso dellagrazia: grazia sanante per il conseguimento delle virtù naturali; grazia elevante per il consegui-mento delle virtù soprannaturali o teologali (fede, speranza e carità) e per ricevere i doni delloSpirito Santo. La cultura, per Padre Tomás, era vista come perfezionamento delle virtù umane,intellettuali e morali; l’educazione era per lui la via e il metodo per eccellenza per la formazionedell’uomo colto; lo studio era l’attività intellettuale per eccellenza finalizzata all’acquisto dellacultura; la formazione era per lui sinonimo di educazione o, se vogliamo, come ho detto prima, erail fine della cultura».

Padre Tyn fu allora davvero un “uomo combattivo, che sa maneggiare la spada della parola”,cui non mancarono “le dispute”, non ricercando egli “un’armonia superficiale”, ritenendo “laVerità sperimentata nell’incontro con il Risorto troppo grande, per esser disposto a sacrificarla invista di un successo esterno”, come ebbe a dire di san Paolo il Santo Padre Benedetto XVI lo scorso28 giugno, ai Primi Vespri della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in occasione dell’aper-tura dell’Anno Paolino. Un esempio, insomma. Per tutti noi.

Mauro Faverzani

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Oggi celebriamo un’altra festa mariana con la messa votiva di Maria SS. Regina di tutti gliAngeli e dei Santi.Molto importante, molto bella questa festa, per vari motivi. Innanzitutto per la conclusione delmese del Rosario, di questa preghiera così forte e così potente presso Dio, preghiera raccomandatacome onnipotente preghiera di intercessione, la preghiera del S. Rosario. È giusto che noi ci racco-mandiamo soprattutto a Lei che ci ha dato questa stupenda preghiera, come dono del suo CuoreImmacolato che tanto ci ama.Vedete, cari fratelli, alla conclusione di questo mese del S. Rosario dell’anno mariano, vedete comeDio ci elargisce questi grandi doni soprattutto attraverso la sua madre santissima, ma anche domani,lo sapete bene, noi celebriamo una grande festa, la festa di tutti i Santi. Ci ricorderemo allora della

Maria, la regina . . .

Il Servo di DioP. Tomás Tyn

Sul Servo di Dio padre Tomás abbiamo letto l’articolo scritto da Roberto de Matteie l’intervista, realizzata dal nostro collaboratore Mauro Faverzani al padreGiovanni Cavalcoli o.p., Vicepostulatore della Causa. Ora, però, vogliamo propor-vi direttamente la sua appassionata parola in un’omelia.

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Gerusalemme celeste, della chiesa di Dio regnantein cielo e trionfante, esultante di eterna delizia.Ebbene la regina di questa grande città, la reginadella Gerusalemme santa è Maria santissima. Eccofratelli quanto giova pensare a Maria, meditareMaria, proclamare le grandi opere che Dio compìnell’umile sua ancella perché le nostre anime silascino intenerire da questo richiamo di Dio allapenitenza, da questo richiamo alla santificazioneaffinché anche le nostre anime possano lodare ungiorno, assieme alla regina del cielo, possanolodare la Trinità santissima, sorgente di ogni gioia,di ogni felicità e di ogni beatitudine.Ecco allora miei cari fratelli meditiamo oggi laregalità di Maria, Maria la regina dei Santi.Perché la regina dei Santi? Ebbene soprattutto per-

ché Maria è la Santa fra tutti i Santi, più santa di ogni altro santo, più grande più sublime rifulse lagrazia di Dio in questa anima privilegiata, in quell’anima che per un decreto misterioso di Dio nonconobbe mai la macchia del peccato delle origini. Ecco vedete cari fratelli qui siamo di fronte a qualcosa di sublime, di ineffabile, di incomprensibileper l’intelletto umano; grande cosa è già che l’anima dell’uomo viene strappata dalle grinfie delmaligno; grande cosa è già che un’anima viene lavata nel Sangue della redenzione, che un’anima sipurifica e si santifica, si riveste per partecipazione della vita trinitaria di Dio; grande cosa è, cari fra-telli, essere perdonati, beati coloro cui il Signore usa misericordia e rimette i peccati; ma più grandeera la grazia di Maria, più inconcepibile era per noi peccatori, perché Maria era così perdonata daDio che non ha mai conosciuto l’orrore del peccato, l’orrore dell’apostasia, l’orrore della lontanan-za da Dio.Quindi Maria è la più santa di tutti i Santi perché la grazia di Dio in lei è davvero piena ed è ciò checi santifica, che ci rende deiformi, perché solo Dio è santo e Dio vuole rendere partecipi le animenostre, vuole comunicare la sua stessa immortale ed eterna vita a noi, sin d’ora, miei cari fratelli.Sin d’ora, sin da questa povera esistenza in questa valle di lagrime il Signore dà per certo il semedella vita divina nelle nostre anime, la grazia santificante.Questa santità immacolata rifulse in Maria santissima in maniera straordinaria. Maria, cui attribuia-mo per eccellenza tutti i meriti degli apostoli, lei veramente è l’apostola degli apostoli; assieme aMaria, attorno a Maria gli apostoli pregavano il Signore per ricevere lo Spirito Santo, e tutte le gestache gli apostoli compivano, erano ben consapevoli di compiere tutto questo nella virtù che è discesadall’alto, in quella fiamma che si abbatté su quella casa, in quella fiamma che si distribuì sui singoliapostoli e diede loro il coraggio di proclamare secondo carità la parola del Signore per la salvezza

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delle anime. Voi sapete bene come gli apostoli sisono convertiti, dopo essere stati timorosi davantiall’ostilità dei giudei, quando lo Spirito Santodiscese su di loro: la loro mente è purificata, i loroocchi spirituali si sono aperti secondo la promessadi Gesù alla piena comprensione di tutte le sueverità, e non solo gli apostoli erano sostenuti nellecapacità intellettive, ma anche invogliati da partedelle facoltà affettive, invogliati ad amare le animeredente da Cristo e a predicare il vangelo a tutte lecreature. In mezzo agli apostoli ed al di sopradegli apostoli troviamo Maria.Ecco cari fratelli che la Chiesa non può che esseresempre in questa terra e poi più perfettamente incielo nella Gerusalemme celeste, la Chiesa nonpuò che essere radunata intorno alla sua regina,attorno a Maria.In Maria noi vediamo rifulgere più perfettamente la virtù della verginità. Vedete, lei sola è degna diessere chiamata Vergine, perché tutte le altre anime ottengono la virtù della purezza e della santaverginità solo tramite un combattimento contro il nemico infernale, certo acquistano un grandemerito davanti al Signore, ma voi sapete bene che il merito davanti a Dio non consiste nella gran-dezza dell’opera umana, ma solo nella grandezza dell’amore di Dio, di quell’acqua che già zampillaper la vita eterna, di quello che san Tommaso chiama “insitus Spiritus Sancti”, la mozione, la forzadello Spirito santo, questa forza così pura, così tersa, come dice il libro della Sapienza: “la sapienzapossiede uno spirito terso, uno spirito puro e si compiace solo di coloro che sono puri”. Ebbene inMaria si è compiaciuta la sapienza, Maria perché era pura, la sola che era degna di chiamarsi dav-vero Vergine.Vedete i meriti di tutte le vergini sono superati in Maria e poi i meriti del martirio. Pensate, cari fra-telli, la via più sicura per ottenere la salvezza dal Signore è dare tutta la nostra vita a Lui, perché lanostra santificazione come avviene? Solo tramite l’amore, l’amore per Dio e l’amore per il prossi-mo, ebbene, nessuno ha un amore più grande di questo, dare la sua vita per i suoi amici. Pensateall’eccellenza di quell’amore che avranno avuto i Santi Martiri, amore per Dio e amore per leanime: hanno versato il loro sangue per amore del vangelo. Ebbene, la regina dei Martiri è Maria, laVergine addolorata dinanzi alla Croce del Figlio suo, la Vergine che non solo perdona, cosa eroica,cari fratelli, ed ama persino gli uccisori del Figlio suo, certo non approvando il peccato più orribileche mai ci sia stato in questa povera terra, cioè il peccato del deicidio, certo non approvando questo,ma amando, amando profondamente queste povere anime che si sono macchiate di un delitto cosìgrande.

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Vedete, Maria amava, amava con santo amore eperdonava di cuore gli uccisori del Figlio suo.Non solo Maria accettava la Croce di Cristo, mauniva il suo dolore , la sua intima passione, quel-la spada che trapassava quel suo Cuore immaco-lato al dolore del figlio penitente sulla Croce.Così Maria innanzi a Cristo ed insieme a Cristo èdivenuta davvero la corredentrice e la nostramediatrice presso il Mediatore.Davanti a questo fatto la sapienza della dottrina eil coraggio della predicazione dei confessori etutti i Santi, cari fratelli, qualunque merito abbia-no mai avuto hanno trovato il loro sicuro rifugioed il loro esempio e la loro forza. Così, cari fra-telli, non è possibile santificarci, non è possibileessere graditi a Dio se noi non ci diamo da fare

per imitare le virtù di Maria.Ecco, miei cari. Diceva infatti questo bell’inno orientale — che si chiama “akàthistos” perché perriverenza verso la madre di Dio viene cantato in piedi — che Maria è il primo miracolo di Cristo,che Maria è il compendio di tutte le sue verità.Come è bella questa espressione! Maria è il primo miracolo di Cristo, non solo perché la dolcemadre del Signore è prevalsa quasi sul Cuore del Salvatore quando Gesù diceva a Cana: che cosaimporta a me e a te, donna? Grande questa espressione “donna”, vedete la regalità di Maria, lei nonè solo una donna fra le altre, è la donna, quella donna di cui parla san Giovanni nella sua visionedell’Apocalisse: la donna vestita di sole con un diadema di dodici stelle sul suo capo e con la lunasotto i suoi piedi. “Che cosa importa a me e a te, donna”? dice Gesù. Maria dice ai servi: “fate tuttoquello che Lui vi dirà” perché il suo cuore materno conosce bene il Cuore di Gesù e sa bene cheGesù nulla può rifiutare. Ecco, Maria non solo è Colei che per prima ha suggerito a Gesù di operarequesta opera di carità che quel suo primo miracolo ha fatto, ma Maria è, lei stessa, non solo coleiche suggerisce a Gesù il primo miracolo, lei stessa è il primo miracolo di Cristo e questo noi lo ado-riamo proprio nella sua Immacolata Concezione.Vedete, Iddio volle che Maria ricevesse la grazia di Cristo prima di Cristo. Come è possibile que-sto? Mistero ineffabile, prevedendo la grazia di Cristo, dice il dogma dell’Immacolata, cioè Maria èredenta più perfettamente di ogni altra creatura perché prima dello stesso peccato delle origini quel-la grazia che in noi avviene con il perdono dei peccati che abbiamo contratto, in Maria invece impe-disce ogni peccato, anche quello delle origini. Ebbene quella grazia che in Maria fu così grande eraancora una grazia di redenzione e perciò una grazia di Cristo.Perché, cari fratelli? Perché voi non ignorate che il primo uomo ricevette la grazia in uno stato di

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innocenza, non ha ancora peccato il primo uomo,perciò il Signore non solo si è compiaciuto di elar-girgli tutti i doni della stupenda umana razionalenatura, ma ha voluto dare all’uomo anche il donodella soprannaturale sua divina amicizia, l’uomofu creato nella grazia di Dio.Allora non c’era ancora riferimento alla mortecruenta espiatrice di Cristo sulla Croce, non cen’era ancora bisogno, perché non era ancoraintervenuto il demonio con la sua malizia e l’uo-mo con il suo peccato. Ma dopo il peccato tuttigli uomini, senza eccezione, anche Maria San-tissima, si sono salvati tutti esclusivamente, uni-camente tramite la grazia di Cristo e di Cristocrocifisso, Cristo Redentore, di Cristo che hapagato sulla Croce il grande riscatto dell’uma-nità. Così anche la grazia della Madonna era una grazia del Figlio suo, ma vedete il mistero, laMadonna è il primo miracolo di Cristo perché prima ancora che Cristo venisse, da Cristo chedoveva venire da lei, che in lei doveva incarnarsi il Verbo dell’Eterno Padre, Maria, per virtù diCristo ed in vista di Cristo, fu purificata in maniera tale da non conoscere mai la macchia delpeccato delle origini.Ecco, il miracolo di Cristo è il compendio di tutte le sue verità. Vedete, cari, la grazia del Signoremai la lasciò. Come è importante avere una sufficiente consapevolezza di questo; come è importan-te rivestirci di Dio, di assumere una figliolanza, di fuggire l’orrore del peccato, di aggrapparci nonalla nostra povera giustizia umana, ma alla giustizia del Dio onnipotente!Ecco, miei cari fratelli, la sapienza del Signore, la sapienza del Verbo dell’Eterno Padre, ebbene lasapienza increata è esattamente tutto ciò che è il Padre, perché è consustanziale al Padre, ma anchela sapienza creata, quella sapienza che è insieme di tutte le creature, questa sapienza manifesta,esplica in qualche modo tutto ciò che è nascosto in Dio. Così, pensate, la grazia santificante che èDio ed essendo Dio partecipato all’uomo divinizza l’uomo, trasforma l’uomo dandogli una somi-glianza con il suo Dio, ebbene quella grazia santificante contiene tutte quelle perfezioni che ci sonoin Dio e che solo imperfettamente si manifestano nel creato.Vedete, cari fratelli, come giustamente si deve dire di Maria che ella è davvero il compendio di tuttele verità. In questo contesto è giusto vedere il rapporto privilegiato, unico, di Maria rispetto al suoFiglio Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Non a caso le litanie della beata Vergine cantano lanostra madre celeste anche con questo titolo: “speculum iustitiae”! Specchio della giustizia. Diquale giustizia si parla? Non certo della povera giustizia umana, che è già una grande virtù sapete,ma è una virtù molto limitata, molto particolare. La santa Scrittura quando dice giustizia, intende

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dire giustizia nel senso di santità. Ad esempiosan Matteo dice nel suo vangelo dell’infanzia diGesù: “San Giuseppe era un uomo giusto”, vole-va dire un uomo santo, non solo retto nel rappor-to con il prossimo, quella giustizia particolare,ma anche retto interiormente, santo davanti aDio.Vedete allora: questo sole di santità che è il Cri-sto trova in Maria una perfetta corrispondenza,“tamquam sole luna, sic Maria stendet Christo”,come il sole illumina la luna e come la luna ri-specchia i raggi del sole, così Maria rispecchiaperfettamente la giustizia, la santità di quel soledi giustizia che è il Cristo il Verbo incarnato.Ecco, miei cari fratelli, che giustamente ricono-sciamo Maria come la nostra regina. Ma la rega-

lità di Maria è strettamente collegata al mistero della sua maternità, vedete abbiamo in Maria laregina di tutti i Santi, dovremmo anche dire che Maria che è veramente la sposa dello Spirito Santo,perché in lei lo Spirito Santo compì misteri sponsali, dando a lei la verginale materna fecondità,perché da lei, non solo in lei, ma da lei il Verbo prese carne e si fece uomo e dimorò in mezzo a noi.La fecondità dell’amore che è lo Spirito Santo, dell’amore di Dio, la redenzione in Cristo, la vitacristica che impone il suo sigillo su tutte le anime sante, così che un’anima che è santificata, vivifi-cata dallo Spirito che è l’amore, quell’anima assume in qualche modo la configurazione, la confor-mità, un adeguarsi a quel modello che è Cristo.Ce lo dice san Paolo apostolo il quale parla della crescita in Cristo per giungere alla maturità del-l’uomo secondo il Cristo, vedete il potere, la maturità dell’uomo, non la povera maturità umananaturale, la vera maturità spirituale, la maturità voluta da Dio, la maturità dell’uomo integro, del-l’uomo deificato, la maturità di Cristo.Ecco, cari fratelli, come nessuno può farsi santo se non per la grazia dello Spirito Santo. Osservateil mistero della maternità di Maria. Maria è la madre non solo di Cristo, di Cristo Verbo incarnatosiper noi, vera madre anche di quel Cristo mistico che è la Chiesa. Perché? Perché tutti i santi si san-tificano solo tramite questa configurazione a Cristo.È bellissimo vedere Maria, che appunto è onorata con questo grande titolo, quasi spaventoso solo apensarci, e che bisogna intendere correttamente: si dice che Maria è la “forma Christi”, lo stessomodello secondo il quale fu modellata dallo Spirito Santo l’umanità di Cristo fatta assumere dallapersona dell’Eterno Padre. Questo, cari fratelli, non voglio banalizzare il mistero, ma proprio dalleultime acquisizioni della scienza genetica questo ci appare con estrema chiarezza, perché il Verbo sirivestì di una carne umana che fu concepita e nacque da Maria senza intervento di un uomo. Perciò

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mentre ogni figlio dell’uomo è sempre figlio dientrambi i genitori, del padre e della madre, Gesùera figlio in quanto alla sua umanità solo ed unica-mente della madre. Vedete come lo Spirito Santoha santificato questa nuova arca dell’alleanza che èil grembo di Maria santissima, proprio perché essapotesse ricevere il Cristo ed il Cristo da lei potessetrarre questa perfezione di natura umana.Come è grande Maria, la forma di Cristo, quasi ilmodello per l’umanità di Cristo. Vedete come nonci si può configurare a Cristo nella perfezionedella nostra deificata umanità se non amiamoMaria, se non seguiamo l’esempio di colei che è lastella del mare, la nostra sicura via al SignoreGesù.Ecco, miei cari fratelli, cerchiamo di capire questauniversale maternità della madre di Cristo su tutti i Santi. Tutti i Santi essendo cristiformi sono figlidi Maria, perché Maria diede alla luce Cristo che è la vita di tutti i santi e ricevere la vita significaessere generati, perciò tutti i Santi in qualche misura sono generati da Maria; come lo Spirito Santomisteriosamente plasmava nel grembo purissimo della Vergine l’umanità di Cristo, ebbene così loSpirito Santo anche nelle anime nostre cerca di operare questa misteriosa unione di tutta la nostraumanità, unione non ipostatica ma partecipata, alla persona divina del Figlio di Dio, dell’Io divinodella seconda persona divina, dell’Io del Verbo.Ecco vedete come è importante perdere il nostro io, nell’umiltà, fondamento di ogni santificazione,per riprodurre in noi — non per virtù nostra, ma per lo Spirito Santo che agisce in noi — il misterodi Cristo, l’unione della nostra povera umanità alla grandezza della divinità.Vedete come c’è un’analogia? Come lo Spirito Santo prendeva il corpo del Salvatore, la sua beataumanità, dal grembo di Maria ed univa ipostaticamente l’umanità di Cristo alla persona del Verbo,così lo Spirito Santo, sposo di Maria, ci modella interiormente secondo il Cristo perché la nostraumanità aderisca pienamente a Dio, si lasci trasformare in Dio. Si dice giustamente che la festa ditutti i Santi è l’epifania dello Spirito Santo, manifestazione dello Spirito Santo, lo Spirito Santo è ildono santificante, senza di Lui non c’è santità, però lo Spirito Santo è dato ai Santi, alle loro animeinvisibilmente.Quando appare visibilmente? Ebbene nella vita dei singoli Santi, soprattutto nel trionfo celeste deisingoli Santi. Così come la festa di tutti i Santi è la festa della manifestazione, dell’epifania delloSpirito Santo, così potremmo dire anche che è la manifestazione della maternità universale di Coleiche è la sposa dello Spirito Santo, di Maria santissima, madre del Signore e madre della Chiesa.

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La chiede il Papa, senza troppi giri di parole. E tira le orecchie anche a Ordini,Congregazioni e realtà religiose: le vocazioni non mancano – dice –, ma per susci-tarle servono testimoni credibili, fedeli al Vangelo “sine glossa”. Ovvero senza com-promessi ed annacquamenti…

Al Papa non piace una Chiesa priva di spina dorsale. Impensabile il contrario. A nessun padre difamiglia piacerebbe, infatti, aver figli rammolliti, senza carattere, insipidi. Così, ha pensato bene didare la sveglia. A più riprese. Con interventi toccanti, mirati, precisi.Era l’8 febbraio. Benedetto XVI ha pronunciato un discorso ai Vescovi del Costa Rica, ricevuti invisita ad limina apostolorum. In tale occasione ha evidenziato bene quali siano le armi cui ricorrere,per contrastare quella secolarizzazione e quel materialismo, che “stanno silenziosamente minando iprincipi cristiani ed i valori morali”. Sono, queste armi, “la preghiera”, “i Sacramenti”, “una coe-renza dell’esistenza quotidiana con la Fede professata” ed “un impegno a partecipare attivamentealla missione di aprire il mondo, perché entri Dio e, in questo modo, la Verità, l’Amore e il Bene”. Imodi e le opportunità non mancano ed il Sommo Pontefice li ha evidenziati: “rivitalizzare costante-mente le antiche e profonde radici cristiane, la vigorosa religiosità popolare” e “la sincera pietàmariana, perché diano frutti di una vita degna dei discepoli di Gesù”. Questo vale per il CostaRica, vale per l’Italia, per l’Europa, ovunque.Dopo aver messo in guardia dai “rischi di una vita di fede fiacca e superficiale”, il Santo Padre haevidenziato come tale missione sia “non solo dei religiosi, ma anche dei laici. È bello verificare laloro collaborazione efficace per mantenere e diffondere la fiamma della fede”, in quanto “chiamatia portare i valori cristiani ai vari settori della società, al mondo del lavoro, della convivenza civileo della politica”.Da allora, trascorsero solo due giorni. È domenica 10 febbraio. E Benedetto XVI torna alla carica.Lo fa prima dell’Angelus domenicale. Spiega due cose.La prima: che il cristiano non può starsene con le mani in mano. La Quaresima richiama anzi “untempo di particolare impegno nel combattimento spirituale, che ci oppone al male presente nelmondo, in ognuno di noi ed intorno a noi”. Combattimento, che dev’essere comunque sempre pre-sente. Tale periodo “forte” dell’anno invita soltanto ad un “particolare impegno”, ad un di piùrispetto all’ordinario.La seconda: che il cristiano, per annunciare Cristo e per salvarsi l’anima, non deve affidarsi a socio-

Preghiera, Sacramenti,coerenza di vita,

esercizi spirituali, la Croce: sono queste

le armi del buon cristiano

una Chiesa conla “spina dorsale”...

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logie, a strane psicologie od a studi antropologici. Anzi. “Guardare il male in faccia e disporsi alottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è Satana”significa “riconoscere le proprie responsabilità e farsene carico consapevolmente”. Come? In unsolo modo: prendendo “ciascuno la propria Croce”. È questa la nostra arma, il nostro vessillo, ilnostro rimedio. “Per quanto possa essere pesante”, essa – afferma il Santo Padre – “non è sinonimo

di sventura, di disgrazia da evitare il più possibile”, bensì “opportunità per porsi alla sequela diGesù e così acquistare forza”. “La via della Croce è” anzi “l’unica che conduce alla vittoria dell’a-more sull’odio, della condivisione sull’egoismo, della pace sulla violenza”.Del resto, lo stesso segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Arcivescovo AngeloAmato, durante la seconda sessione delle Giornate per le Questioni Pastorali del Centro SacerdotaleMontalegre, ha osservato come la Chiesa debba riscoprire il vero Gesù attraverso la fede, la ricercastorico-critica e la tradizione biblico-ecclesiale, a fronte di tante concezioni errate, riduttive o razio-naliste viceversa in circolazione. “La Cristologia cattolica – ha detto – deve recuperare l’autenticoCristo biblico-ecclesiale, pietra angolare della Chiesa, per poter rilanciare un’autentica antropolo-gia cristiana, che restituisca all’uomo post-moderno la speranza e la gioia della sua esistenzaumana”. Mons. Amato ha fatto notare come certe ricerche storiche abbiano “frammentato l’imma-gine di Gesù in una molteplicità di interpretazioni”, lamentando la “galleria di falsificazioni, in cuiGesù si perde in una serie di miti e leggende”, riducendo “ad un’ombra Colui che si è definito Lucedel mondo. Come si può seguire ed amare un fantasma così?”. Non tutte le interpretazioni, nontutte le nozioni, non tutte le prospettive hanno, insomma, pari diritto di cittadinanza. Occorrediscernere il vero dal falso, dividere il grano dalla gramigna. Poiché – come ha evidenziato il prof.Vittorio Possenti, docente di Filosofia Politica all’Università di Venezia – il “pluralismo diventarelativismo, quando si ritiene che ogni elemento della pluralità valga come qualunque altro”,diventa cioè “un fondamentalismo del mero fatto”.Subito il giorno successivo, l’11 febbraio, il Papa ha indicato un altro strumento necessario alla vitadi fede: gli esercizi spirituali, in quanto caratterizzati da “una forte esperienza di Dio, suscitata dal-l’ascolto della Sua Parola, compresa ed accolta nel proprio vissuto personale, sotto l’azione dello

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Spirito Santo”. In “un clima di silenzio, di preghiera e con la mediazione di una guida spirituale”,l’anima sviluppa notevoli “capacità di discernimento in ordine alla purificazione del cuore, allaconversione della vita, alla sequela di Cristo, per il compimento della propria missione nellaChiesa e nel mondo”. Lo ha affermato lo scorso 11 febbraio il Pontefice, ricevendo in udienza i par-tecipanti all’Assemblea Nazionale della Federazione Italiana Esercizi Spirituali. Lamentando uncalo soprattutto tra i sacerdoti e tra i membri degli Istituti di Vita Consacrata, ha esortato a riprende-re tale pratica per un “incontro personale e comunitario con Dio”, per una “contemplazione delvolto di Cristo” in un’epoca in cui “sempre più forte è l’influenza della secolarizzazione”.All’Angelus della successiva domenica, di fronte alla folla di pellegrini riuniti in piazza San Pietro,Benedetto XVI ribadisce con forza: “Per entrare nella vita eterna bisogna ascoltare Gesù, seguirlosulla via della Croce”. Solo così è possibile portare “nel cuore come Lui la speranza della Ri-surrezione”. Il giorno dopo, le agenzie battono la notizia dell’imminente incontro del Santo Padrecon gli studenti universitari, in occasione della loro IV Giornata Europea, il 1° marzo. Cosa propo-ne loro? Un trattato? Una discettazione? Una lectio? No, una Veglia mariana. Con la recita delSanto Rosario. La preghiera, pura preghiera.E ne ha anche per Ordini, Congregazioni e realtà religiose. Incontrando in Vaticano lo scorso 19febbraio i membri del Consiglio Esecutivo delle Unioni Internazionali dei Superiori e delleSuperiore Generali, ha detto loro una cosa molto semplice: che attardarsi a piangere il preoccupantecalo di vocazioni, prendendosela genericamente col destino o con l’incomprensione del mondo,non serve a niente. Anzi: è fuorviante. Poiché l’uomo, oggi, ha sete di Cristo tanta quanta ne ebbeieri: “Gli uomini di oggi – ha detto – avvertono un forte richiamo religioso e spirituale. Oggi, comein ogni epoca, non mancano anime generose disposte ad abbandonare tutti e tutto per abbracciareCristo ed il Suo Vangelo, consacrando al Suo servizio la loro esistenza entro comunità segnate daentusiasmo, generosità e gioia”. Ma “sono pronti ad ascoltare e seguire solo chi testimoni con coe-renza la propria adesione a Cristo”. Occorre agire, allora. Non però con piani pastorali, con tatti-che, con strategie, con astuzie. No. Amando Cristo senza compromessi e riscoprendo la fedeltà aifondatori. “È interessante notare – ha affermato il Santo Padre – che sono ricchi di vocazioni pro-prio quegli Istituti che hanno conservato o hanno scelto un tenore di vita, spesso molto austero, ecomunque fedele al Vangelo vissuto «sine glossa». Quel che contraddistingue queste nuove espe-rienze di vita consacrata è il desiderio comune, condiviso con pronta adesione, di povertà evangeli-ca praticata in modo radicale, di amore fedele alla Chiesa, di generosa dedizione verso il prossimobisognoso, con speciale attenzione per quelle povertà spirituali, che contraddistinguono in manieramarcata l’epoca contemporanea”. Insomma, la ripresa – di più, una “positiva ripresa” – c’è stata“specialmente quando le comunità hanno scelto di tornare alle origini, per vivere in maniera piùconsona lo spirito del Fondatore. Riscoprire lo spirito delle origini, approfondire la conoscenza delFondatore o della Fondatrice, ha aiutato ad imprimere agli Istituti un promettente nuovo impulsoascetico, apostolico e missionario”. Pertanto, “anche gli Istituti di Vita Consacrata, se voglionomantenere o ritrovare la loro vitalità ed efficacia apostolica, devono continuamente «ripartire daCristo». È Lui la salda roccia, su cui costruire le comunità ed ogni progetto di rinnovamento comu-nitario ed apostolico”.

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Il messaggio è chiaro: no ai compromessi. No ad una fede “annacquata”, che scenda a patti colmondo. Il Sommo Pontefice, questo, lo ha affermato senza giri di parole, ricevendo lo scorso 29febbraio i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio “Cor Unum”. La stessa carità, “centra-le nella missione evangelizzatrice della Chiesa”, non deve “mai ridursi a gesto filantropico, madeve essere tangibile espressione dell’«amore evangelico»”, così come la “missione non si esauri-sce nell’«essere operatori di servizi sociali», ma nell’«annuncio del Vangelo della carità»”. Di più:“Chi lavora nell’ambito delle attività ecclesiali, deve essere testimone di Dio”.Il Papa affida proprio ai laici questa “altissima vocazione”. Lo ha detto lo scorso 28 febbraio, incon-trando i vescovi di El Salvador in visita ad limina apostolorum in Vaticano. I laici – ha affermato,riassumendo un po’ quanto evidenziato negli ultimi venti giorni – “hanno bisogno di essere benradicati in un’intensa vita di preghiera, di ascoltare in modo assiduo ed umile la Parola di Dio e di

partecipare frequentemente ai Sacramenti”, per esser aiutati “a scoprire sempre di più la ricchezzaspirituale del loro Battesimo, per il quale sono chiamati alla pienezza della vita cristiana ed allaperfezione dell’amore”. Allo stesso modo, devono “acquisire un forte senso di appartenenza eccle-siale e una solida formazione dottrinale, soprattutto per quanto riguarda la dottrina sociale dellaChiesa, dove troveranno criteri ed orientamenti chiari per poter illuminare cristianamente lasocietà in cui vivono”. Sarà poi proprio il Battesimo ad illuminare “il loro impegno di testimoniareCristo nella società umana”.Insomma: bisogna pregare e studiare. È il benedettino ora et labora. Non a caso il SommoPontefice ha scelto proprio il nome di Benedetto. Un invito, che oggi rivolge a noi. A tutti noi.Perché ovunque, nel mondo, si possa e si sappia essere, con gioia e convinzione, testimoni diCristo, soldati di Cristo, armati della Croce. Non resta che rimboccarsi le maniche ed augurarcibuon lavoro!

Mauro Faverzani

Nelle foto: il pavone con la sua lunga coda variopinta (raramente rappresentato nel momento in cui fa la ruota, sim-bolo di superbia) è simbolo di resurrezione perché in primavera (cioè a Pasqua) cambia completamente il piumaggio.

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20 aprile 2008

Comacchio:Santuario SantaMaria in Aula Regia

Una giornata soleggiata e bellissima donata-ci dal Signore ci ha permesso, come Movimen-to Domenicano del Rosario, di incontrarci tuttiinsieme nel Santuario di Santa Maria in AulaRegia in Comacchio (Fe). L’origine del San-tuario risale al X secolo e nel Cinquecento ven-ne concesso da Alfonso II d’Este ai frati cap-puccini. L’edificio, nella sua forma odierna, èuna costruzione del 1665, e ottocentesca è lacostruzione della facciata, in stile neoclassico.Attualmente è sotto la custodia dei francescanidell’Immacolata. Noi delle Marche abbiamo avuto il privilegio diavere nel viaggio di andata Padre Mauro, ilquale ha condotto in pullman la meditazione deimisteri gaudiosi del Santo Rosario, mettendo inrisalto l’esempio umile di Maria, serva ob-bediente, che proprio nel suo sottomettersi alpiano redentore del Padre ha trovato la pace e lavera libertà, quella libertà che il nostro cuoredesidera ardentemente prima di ogni altra cosa.La presenza illuminante di Maria, Madre nostrae Regina del Rosario, ci ha aperto gli occhiverso la nostra miseria terrena e verso il nostrobisogno costante di santificazione ma, allo stes-so tempo, ci ha stimolato a trovare nel fratello enella sorella un’occasione preziosa per con-dividere la nostra fede e le nostre esperienzepersonali, adempiendo così le parole del-l’Apostolo: «Portate i pesi gli uni degli altri eadempirete così la legge di Cristo» (Galati 6,2). In seguito la meditazione dei misteri luminosiche ha coinvolto tutti i gruppi d’Italia, la visita

testimonianze

di Comacchio, della chiesa della Regina del Ro-sario e la celebrazione eucaristica terminata conun periodo di adorazione non hanno fatto altroche alimentare quella comunione che ci permet-te, anche se lontani durante l’anno, di restareinsieme e di sentirci vicini, rendendo in tal modopresente nei nostri cuori il Signore Risorto, Co-lui che ha vinto la morte e ogni male e che, so-prattutto attraverso il Santo Rosario, vuole tra-sformare tutte le nostre morti, anche quelle pic-cole, in resurrezione di vita eterna.

Matteo Maria Donati

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... è un bellissimomomento!

Ringrazio innanzitutto della gentilezza nel-l’inviarmi puntualmente la Rivista che apprez-zo molto. Non potendo prendere parte alle ini-ziative, le sostengo con la mia preghiera edofferta delle giornate affinché tutto sia a gloriadi Dio e ad onore della santissima Vergine.Vi confido che tempo fa, essendo a Roma,negli anni, avevo fatto iscrivere i miei alunni diIV e V elementare, ogni volta, al Movimentodel “Rosario Vivente”. Ogni sabato l’interascolaresca recitava una decina prima di iniziarele lezioni; i ragazzi a turno ne guidavano larecita ed era un momento atteso da tutti.Ancora oggi mi vengono a trovare allievi chericordano questa iniziativa della loro fanciul-lezza ed attribuiscono alla Madonna tante gra-zie ricevute lungo la loro vita per la recita, an-che senza il Rosario in mano, della decina,come facevano da bambini.Sono in pensione da diversi anni, ma la miadevozione mariana è in continua crescita: lapropongo alle persone anziane che incontro ela raccomando ai catechisti che preparano ipiccoli alla Prima Comunione. Vivo in un cen-

tro di bambini/ragazzi cerebrolesi gravi dove,ogni mattina, tutti insieme si prega con l’AveMaria (quelli che hanno il linguaggio pronuncia-no le parole, gli altri seguono con un mugolioche accompagna la voce dei meno gravi). È unbellissimo momento all’inizio della giornata edelle terapie riabilitative... chiedo una preghieraper questo nostro Centro.Fate bene a diffondere la devozione mariana, cheè segno sicuro di salvezza per ogni uomo. Che“Maria Mediatrice” di ogni grazia, vi benedica. Con profonda stima e gratitudine un saluto e unaugurio di buon lavoro a tutti.

M. L.

Nel 1954 Pio XII istituì la festa della beata Vergine Maria Regina, da celebrarsi il31 maggio. Paolo VI, nel 1969, promulgando il nuovo Calendario RomanoGenerale, la trasferì opportunamente al 22 agosto, giorno conclusivo dell'ottavadell'Assunzione. Al mistero della beata Vergine Maria appartiene la dignità rega-le della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione al Figlio suo, Redi tutti i secoli: «L'Immacolata Vergine (...) afferma il Concilio Vaticano II, finito ilcorso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria con il suo corpo e conla sua anima, ed esaltata come Regina dell'universo, perché fosse più pienamen-te conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cfr Ap 19,16) e il Vincitoredel peccato e della morte» (LG 59). Come il regno di Cristo «non è di questomondo» (Gv 18, 36), così la potestà regale di Maria non riguarda l'ordine dellanatura, ma quello della grazia.

(dal Messale mariano: introduzione alla Messa di Maria Vergine Regina dell’universo)

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A) SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO VIVENTE:ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Daniela Bruni e Sandro Capriotti di Montesampolo del Tronto (Ap); Ida Cacciola,Beatrice Corsini e Nara Coradossi di Firenze; Carmen Davide di Pescopagano (Ce); Caterina Scarperia diRoma; Anna Lamberti di Salerno; Maria Monaco di Grosseto; Maria Licitra di Casalecchio di Reno (Bo);Luigi Parini di Longiano (Fc); Vittorio Fornara e Annina Baroncini di Bologna; Viviana De Vescovi di Grado(Go); Giulia Bartolucci di Monteciccardo (Pu).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Annalisa Mancini di Sava (Ta); Manuela Ceccarelli di Fano (Pu); Elisabetta Scavolini eSergio Baldassarri, Maria Grazia Gazalini e Aurelio Arruzzo, Maria Cristina Bolognini di Pesaro; ArmandoBardaro di Parma; Daniela Faiola e Beatrice Colantonio di Latina; Attilio Migliati di Taranto; ConcettaAnterini di Taurianova (Rc); Domenica Silvia Cardi di Mamiano (Pr); Franca Berciga di Collecchio (Pr);Claudia Arena di Venaria reale (To).

B) SONO STATI ISCRITTI ALLA FRATERNITA O GRUPPO DEL ROSARIO:ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Maria Grazia Lorusso di Cerignola (Fg); Fiore Filomena e Maria Concetta Mormonedi Napoli; Matteo Giacobbe di Reggio Emilia; Ingrid Viviana Torres Lopez di Bogotà (Colombia); FrancescoLaus di Bologna; Mario Colucci di Brindisi; Giovanna Catta di Laerru (Ss); Alessandro Roscetti di Rieti; FeliceCaragliano di Milazzo (Me); Jurgen Zuraw di Mondragone (Ce); Daniele Mattana di Lecco; AdolfoMagatelli e Susanna Bernesco Lovere di Gardone Val Trompia (Bs); Bruno Falzea di Grosseto. ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Bernadette Santini, Simona Bartolucci, Donatella Bailetti di Monteciccardo (Pu); Anna MariaOcchipinti di Delia (Cl); Fulvio Pirazzi di Macugnaga (Vb); Liliana Galvis Agudelo di Aranjuez (Colombia);Carmine Pagnozzi di Avellino; Marcos Antonio Oviedo di Neuquen (Argentina); Daniel Alejandro Gomez Roblesdi San Luis Potosì e Mario Reyna Ornales di Chihuahua (Messico); Marialaura Madile in Cavedoni di Valera(Argentina); Dora Viola di Melito (Na); Leopoldo Varriale di San Giuseppe Vesuviano (Na); Santiago PelàezGarrido di Madrid (Spagna); Francesco Andaloro di Bardello (Va). ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Tania Odello e Anna Ancona di Bari; Romain Lehec di Crac’h (Francia); LilianaAgatina Fraggetta di Roma; Maria Grazia Perrone di Cornedo Vicentino (Vi); Piero Santini di Bregano (Va);Maria Felicita Cecconi di Prato; Juan Carlos e Zully Parra di Miami (USA); Elena Mereu di Orani (Nu);Antonietta Morrone di Simeri Crichi; Constance Aka di Abidjan (Costa d’Avorio); Eric Beaumel di Alfortville(Francia); Salvi Bruno e Martha Madeja di Buenos Aires (Argentina).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Enzo Facco e Viviana Regolin di S.Giustina in Colle (Pd); Dominique Monzo diTautavel (Francia); Marco Antonio Pacheco Sanchez (Messico); José Maurèle B.Gandaho di Cotonou(Bénin); Henry Mansour di Nazareth (Israele); Rosángela Adoum di Quito (Ecuador); Juan José BecerrilGonzales Montecinos di Chetumal (Messico); Urselita-Martina Magali di Curacao (Antille Olandesi); Antonioe Nadia Spaccaluti di Fiorentino (RSM); Claudio Galli di Busto Arsizio (Va); Pasquale Perri di Cosenza;Pascal ;artin di Logueuil (Canada); Adelia Possanzini di Castel d’Emilio (An). ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Anna Kochan di Clichy (Francia); Alessandro Cristoforo Cipriano Biolcati di Milano;Maria Teresa Palumbo di San Severo (Fg); Marie-Rose Ayoub di Mississaugua (Canada); Giuseppe Pizzutodi S.Stefano Quisquina (Ag)); Carmela Pignatelli di Taranto; Marco Vinicio Lopez Garcia di Guadalupe(Messico); Rossella Bignami di Cremona; Angela Latino di Cuggiono (Mi); Giovanna Carlini di Ghiesanuova(RSM); Luca Antonini di Rozzano (Mi); Rossano Fabio Taietti e Geltrude Corsaro di Germignaga (Va); FabioAngiolini e Sara Santini di Gavirate (Va). ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Manuela Sanzogni di Ossimo Inferiore (Bs); Maria Belén Moreno Lardin di LosAlcarez (Spagna); Ronald Edgardo Luna Chinchilla di San Salvador (El Salvador); Antonino Bottiglieri diTorino; Andrea Orlandini di Jolanda di Savoia (Fe); Gennaro Guida di Vico Equense (Na); Mercedes RuizAlvares e Carmen Durand Wetzel di Col. Del Valle (Messico); Carmen Rosa Sandoval Horna del Perù;Marie-Claire Massee di Saint-Marie (Francia); Giuseppe Vergara di Cuggiono (Mi); Marina Frech Gaulin diRepentigny (Canada); Gianluca Prisco di San Mauro la Brusca (Sa); Rosaria Privitera di Lentini (Sr); MariaPaola Fumagalli di Turate (Co).

C) SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI GUARDIA:Felice Caragliano il 1° mercoledì di ogni mese dalle 19,00 alle 20,00; Angela Latino il 29 di ogni mesedalle 21,00 alle 22,00; Anna Maria Occhipinti la 1° domenica del mese dalle 15,00 alle 16,00; LeopoldoVarriale il giorno 1 di ogni mese dalle 22,00 alle 23,00; Francesco D’Angelo il giorno 1 di ogni mese dalle23,00 alle 24,00; Alessandro Cafagna il 13 di ogni mese dalle 22,00 alle 23,00; Carmela Pignatelli dalle10,00 alle 11,00 del 3 di ogni mese; Maria Teresa Palumbo il primo giorno di ogni mese dalle 24,00 alle1,00; Giuseppe Vergara il 29 di ogni mese dalle 21,00 alle 22,00; Gennaro Guida il 1° venerdì del mesedalle ore 17,00 alle ore 18,00; Aldo Galassi il 27 di ogni mese dalle 6,00 alle 7,00.nuov

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HANNO INVIATO OFFERTE:

1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:Maria Cavallaro; Rosanna Marargi; Don Luigi Pasinato; Francesca Milanesi; Rita Allegrini; Banca Popolare dell’Emilia Romagna;Caterina Della Torre; Giovanna Guarinelli; Alberto Brinati; Paolo Cipriani; Eleonora Bartoletti di Faenza (Ra); Anna Stamerra;Luigi Averaimo; Aurora De Dominicis; Stefania Broggi Sioli; Elda Trovato; Vittoria Fornara; Margherita Di Michele; Pellegrinaggiodi Noventa di Piave (Ve); Don Giuseppe Bergamaschi; Carmela Pani Cannella; Francesco Mirabella; Suore Domenicane diMelegnano (Mi); Manuela Sanzogni; Davide D’Angelo; Suore Domenicane di Fognano (Ra); Rosina Ferri; Viviana De Vescovi;Maria Rita Giuseppetti; Anna Scarpenti; Paola Boiani; Tina Amodio; Claustrali Domenicane di Montefiore dell’Aso (Ap); FrancaBerciga; Nicola Ilacqua; Lidia Agostoni; Orietta Pastres; Maria Santilli; Lucia Romano; Silvia Vita Seppi; CALEFFI S.p.a; Gruppodel Rosario di Montodine (Cr); Teresa Gianoli; Paola Sipione; Anna Lisa D’Ascola; Superiora Generale delle Suore di S.Caterina da Siena; Antonio e Nadia Spaccaluti; Vittorio Castellan; Lorenzo Pedrali; Gabriele Martinelli Tempesta; ConcettaGasparini; Famiglia Patrick Montalbini; Rossano Fabio Taietti e Geltrude Corsaro; Maria Grazia Gazalini, Maria CristinaBolognini e Aurelio Arruzzo; Graziella Rizzi; Ilde D’Algenio; Erminia Mazzaretto; Sandra Beghelli; Giuliana Rocchetti; UmbertoDi Lorenzo; Fedora Chiandotti Flaugnacco; Vincenza Mazzarella; Maria Paola Fumagalli; Rosaria Gurdi; Cav. Uff. GIACOMOCIMBERIO Spa; Cristina Lobeck; Centro del Rosario del quartiere Don Bosco a San Felice sul Panaro (Mo); Mirella Novasio;Tusnelda di Strassoldo; Riccardo Caldironi; Luigi Averaimo; Graziano Sangiorgi; Antonio Gallo; Pietro Passera; Aldo Galassi.

2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe:Mariangela Levato per la guarigione di suor Giuliana; Maurizio e Lorena Venturi per defunta Ambretta; Giampaola Negri secon-do le sue intenzioni; Luigi Cipriano in suffragio dei propri defunti e per la sua famiglia; Maria Faraone in suffragio dei propridefunti e per la sua famiglia; Nicolina Faraone in suffragio dei propri defunti e per la sua famiglia; Raffaela Temperato in suffra-gio dei propri defunti e per la sua famiglia; Angela Di Cerbo in suffragio dei propri defunti e per la sua famiglia; GiovannaPolesella in suffragio dei propri defunti e per la sua famiglia; Loreta Baldassarre in suffragio dei propri defunti e per la sua fami-glia; Restituta Terrigni in suffragio dei propri defunti e per la sua famiglia; Paolo Graffigna in suffragio di Nicolò e Iolanda;Casini Adelmo Nedo in suffragio dei genitori.

3) per acquisto di sussidi: P. Daniele Mazzoleni o.p.; Afra e Ugo Rossi; Don Mario Cosulich; Parrocchia S.Andrea di Trissino (Vi); Diana Blasi Angeloni; FraVincenzo della Pietra o.p.; Sandro Giandini. .

4) Hanno contribuito per la Pesca di beneficenza:Vivaio Frati; Cristina Corsini; Tania Rondani; Giampaola Negri; Stefania Beduzzi; Anna Scarpenti; Giuse Lafaiette; Paola Boggio;Mariangela Giavarini; Lucia Alfano; Mirella Squarcia; Mauro Compiani; Graziella Ferrari; Marianna Comelli; Angela Bertolotti;Lorenzo Buti; Afra e Ugo Rossi; Bormioli Rocco s.p.a.; Danilo Marchesi; Fonte Tavina; Bormioli Luigi s.p.a.; Paola Piazza;Riccardi Garden; Fae s.r.l.; G.E.M. di Galeazzo Grossi & C. S.n.c.; SCAR s.r.l.; Vivaio Andrea Telò; La Fattoria di Parma;Euronics point Musiari; Casone s.p.a.

5) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Pâmela Janaina da Silva; Giampaola Negriper Fabiola de Camargo da Silva; Ilde D’Agenio per Luiz Eduardo Brechò dos Reis; Tonina Magi per Daiana da Silva;Arcisa Luccarini per Maria Clara Cury Bertoldo; Famiglia Sandro Tittarelli per Tainà Maria Esquinelli; Anna Scarpentiper Vitória Regina Rodrigues; Orietta Pastres per Lucas Ribiero Lopes; Famiglia Sansa Angelini per Ismael Alan EstevesGeà; Cristina Vanti per Caio Tito Soarez.

Hanno collaborato con la loro opera:Danilo Marchesi; Regina e Giuliano Bongiovanni; Ermanno Boggio e Paola Carrera; Dorotea Lancellotti; Mauro Faverzani;Giampaola Negri; Daniela Triaca e Angelo Gazzaniga; Anna Milani e Dario Persici; Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; VittoriaRadi; Tania Rondani e Luca Borelli; Anna Scarpenti; Stefania Beduzzi; Giuseppina Lafaiette; Olindo Pressato; Mauro Compiani;Giuliana Bartoli Piangerelli; Lorena e Maurizio Venturi.

Ringrazio di cuore tutti per quanto fate – ognuno nel suo piccolo – persostenere il MOVIMENTO nella promozione del santo rosario e delladevozione alla Beata Vergine: assicuro il quotidiano ricordo nella pre-ghiera ma soprattutto alla celebrazione della santa Messa.

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raduni regionali del rosario per ogni informazione: Padre Mauro tel. 335 5938327 - [email protected]

che dalle ore 10 di

sabato 20 settembrenei locali dell’Abbazia di Rosazzo (Ud)

sabato 27 settembre nei locali del Santuario della Madonna di Sulo

a Filetto (Ra)

sabato 4 ottobrenei locali del Santuario di San Giuseppe da Copertinoa Osimo (An)

fino al tardo pomeriggio ci ritroveremo per pregare, meditare e condividere gioiosamente celebrando insieme i

In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del contoper la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

ricordatevi

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EEhh ssìì ,, mmaa ccoonn ttaanntt ee ,, ttaanntt ee nnoovvii ttàà!!!!!!

ddee ii bbaammbbiinnii

EEhhii ,, èè gg iiàà oorraa ddii

rr iiccoommiinncciiaarr ee??

IInnsseerrttoo NN.. 33 22000088

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Carissimi bambini,le vacanze sono appena finite e quindi... siete pronti a riparti-re? Secondo me questo è un momento un po’ particolare: daun lato la nostalgia per l’estate e dall’altro la voglia di sco-prire tutte le novità che ci riserva l’anno che sta iniziando… Ecosì anche il nostro giornalino ha pensato di inserire un pic-colo cambiamento: grazie a Mauro a pagina 10 vi aspetta unasorpresissima!A proposito di sorprese, lo sapete cosa si festeg-gia il 22 agosto? È la festa di Maria Regina e il

29 settembre festeggiamo i capi del suoesercito: gli Arcangeli! Eh sì, perché come diceva Gesù, il suo regno non èdi questo mondo… è un regno

molto, ma molto,ma moltopiù grande,più potente,più felice epiù bello!!!

ddee ii bbaammbbiinnii

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Festa degli Arcangeli Michele, Gabriele, RaffaeleMa chi sono e che compito hanno questi Arcangeli?La parola Arcangelo significa “Capo supremo degli Angeli”: ognunodi loro ha avuto da Dio un compito preciso nella storia dell’Umanitàed è sempre pronto ai comandi dell’Altissimo e di Maria, loro Regina.

San MicheleÈ il primo angelo che, per importanza, sta al cospetto di Dio.Il suo nome significa “Chi è come Dio?”, è il capo supremo dell’e-

sercito celeste. La Sacra Scrittura ci narra diuna grande guerra che scoppiò in Cielo:“Michele e i suoi angeli combattevano con-tro il drago (il diavolo) e i suoi angeli ribel-li”. Questi infatti non volevano adorare ilFiglio di Dio, perché si sarebbe fatto uomo esono stati orgogliosi credendo di diventaregrandi quanto Dio. Così l’arcangelo Michele dovette cacciaregli angeli cattivi fuori dal Paradiso. Ancoraoggi continua la lotta degli angeli buoni con-tro i malvagi per aiutare la Chiesa a rag-giungere la vittoria finale e definitiva.

E voi bambini volete far parte

dell’esercito di San Michele?

29 settembre

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San Gabriele è il grande messaggero di Dio: Il suo nome significa

(è la soluzione del gioco!!!).

È l’annunciatore della nascita di Gesù (come sapete tutti!) ma ora vivoglio raccontare anche un’altra annunciazione che forse conosceteun po’ meno. Mentre Zaccaria era nel tempio gli apparve un angelodel Signore che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera èstata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiameraiGiovanni”. Ma Zaccaria rimase incredulo a queste parole perché sia

lui che la moglie erano già anziani, così rimase muto fino allanascita del piccolo (infatti dovette scrivere il nome del bambi-no su una tavoletta!): il cugino di Gesù, che da grande chia-

meremo “Il Battista”! E voi bambini siete pronti a credere alle pro-messe di Gesù… anche se sembrano troppobelle per essere vere?

San Raffaele il cui nome significa “Medicina diDio” è il protettore dei medici e degli sposi cri-stiani. Sotto le sembianze di un giovane, si offredi accompagnare Tobia nel suo lungo viaggio,divenendo la sua guida e il suo difensore: gliprocurò in moglie la bellissima Sara e lo salvòdalla misteriosa morte toccata ai precedenti pre-tendenti di Sara e gli insegnò come guarire ilpadre dalla cecità.Cosa ne dite bambini… volete chiedere agli Ar-cangeli di accompagnarvi nelle vostre giornate?

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conoscete bene gli Arcangeli? Trovate le parole nascoste e riportando nel riquadro in basso le let-tere non inserite in nessuna parola, scoprirete il significato del nomedell’Arcangelo che portò l’Annuncio a Maria…

allora, bambini...

G A B R I E L EI P O E T N E NU M I L T A N ZS I A N G E L IE S A R A E D IP U R A I D S IP R E G A A O UE A R E G I N A

REINNIPURAGESUMARIAPREGAANGELIMISURAUMILTAREGINAGIUSEPPEGABRIELE

Ho comprato un gommone diotto metri…!Grandioso! Ma… cosa ci devicancellare ?!

La mamma a Pierino:- Perché non vuoi più anda-re in crociera?- Perché ho saputo che sullanave c’è l’albero maestro!

Per ridere:

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V Mistero GloriosoMaria viene incoronata Regina del Cielo e della Terra

“Nel cielo apparve un segno grandioso: una donnavestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo

capo una corona di dodici stelle” (Ap 12)

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e così questo Mistero...

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...ci svela un’altra meraviglia: la nostra Mamma del Cielo è stataincoronata Regina!Adesso ha una corona stupenda formata da dodici stelle, ma il suopotere non viene dalla forza o dai privilegi: san Luigi MariaGrignion di Montfort ci spiega che le stelle della corona rappresen-tano la santità, la potenza e la bontà della Madonna. Ecco come si è guadagnata la corona più potente e preziosadell’Universo: il suo cuore non è mai stato toccato dal peccato, maha sempre amato tutti, nonostante abbia sofferto moltissimo per laPassione di Gesù.Questo è il Regno del Cielo: Dio è il Padre, Gesù è il Figlio di Dio,lo Spirito Santo è l’Amore e Maria è la Madre e Regina, che riempiedi gioia il Paradiso…

cosa ne dite, vale la pena cercare di diventare santiper entrare anche noi in questo regno?

Sapete una curiosità sulla nostra bandiera europea?Le dodici stelle d’oro sono quelle descritte nel-l’Apocalisse, riferite alla corona della Madre di Gesù eil colore azzurro è proprio il colore del Cielo. Infatti labandiera fu inventata da Arsène Heitz che, molto devotoalla Madonna, si ispirò alla Medaglia che portava sem-pre al collo.

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ddee ii bbaammbbiinnii3 MAGGIO 1950: A BRNO, IN CECOSLOVACCHIA NACQUE...

I suoi genito-ri, Zdenek eLudmilla Tyn,erano medici ecattolici ferventi…

Suo padre,prima che il pic-colo Tomásnascesse, fecesegretamente unvoto:

Signore,se ci dai un figlio,

vogliamo consacrarlo ate, desideriamo tanto

che diventi un sacerdotedomenicano!

Erano tempi difficili: i nemici della religione avevano conquistato il potere nelsuo paese; preti, suore e fedeli furono perseguitati. Infatti anche la fami-glia Tyn dovette fuggire lontano dalla sua patria e il piccolo Tomás ne rima-se molto impressionato…

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Quando Tomás ebbe compiuto 19anni, finite le scuole superiori,decise di divenire frate domeni-cano: il voto di suo padre (di cuiTomás era ignaro) si era adem-piuto! Pensò che il luogo miglioreper divenire un buon figlio di sanDomenico era proprio nel conven-to di Bologna, dove è venerato ilcorpo del santo, e così lasciò lasua famiglia in Germania per ve-nire in Italia.

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Vivi il mistero che celebri: imita Gesù Cristoche ha offerto la sua vita per noi!

Prendi,o Gesù, la mia vita: la voglio offrireper la libertà dei cattolici che sono rimastinella mia patria.

Intanto divennesacerdote e fuordinato diret-tamente dalPapa: in quelmomento la suagrande fede egenerosità glifece dire unapreghiera for-tissima: offrì lasua vita alSignore per laliberazione dellaChiesa oppressae perseguitatanel suopaese.Tornandoal convento diBologna, comin-ciò ad insegnareteologia (èquella materiache ci aiuta a

capire e a conoscere il mistero di Dio) ai frati più giovani… e sono pro-prio loro che ci testimoniano come fosse un professore dolce e pazientema forte e deciso quando doveva difendere la Verità della fede.

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perché convertisse i cuori degli uominiche comandavano il suo paese… e pro-prio nell’estate del 1989 iniziò larivolta in Cecoslovacchia contro ladittatura. Ecco che Tomás avvertì i primi dolorie nel giorno dedicato alla Madonna, il13 ottobre, scoprì di avere una gravemalattia!

Nel silenzio del cuore, rivolgeva la suapreghiera più struggente a Maria Regina...

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Il 28 ottobre fece la sua ultima omelia davanti alla tomba di san Domenicoe allargando le braccia come Gesù Crocifisso disse:

...e non scendiamo a patti con il mondo, difendiamo sempre la nostra Chiesa, anche quando per questosiamo criticati!

Soltanto due mesi dopo, il 1° gennaio, il giornoin cui si festeggia la Madre di Dio, Padre T ynlascia questa terra, con il volto sereno, quasisorridente, felice di aver offerto le sue soffe-renze per le vocazioni dei giovani.

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ddee ii bbaammbbiinniiSulla sua tomba in Ger-mania sono state scrit-te le parole del Salmo42: “Io verrò all’altaredi Dio che dà gioia allamia giovinezza”.

Ora il suo sorriso accompagna dall’altodei Cieli il cuore di tutti i figli di Dio…e la Regina dei Cieli ha un altro figlioamatissimo accanto a sé!

Cosa ne dite: vogliamo chie-dere a Padre Tomás, che de-siderava tanto che tutti siconvertissero, di aiutarci acapire la volontà del Signoretutte le volte che dobbiamoprendere una decisione impor-tante?

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La vostra pagina......Questa è la mia famiglia: io papà e mamma… su di noi vegliano sempre gli angioletti e la Madonna… eh eh… provate un po’ a riconoscere tutti i personaggi…!!!

Maria Sofia di 5 anni di Fermignano (PU)

Cara SS. Maria,il giorno della mia prima Comunione

eri con me! Il sacerdote mi ha detto che era molto importante la tua presenza!

Beh, so che tu adesso mi stai ascoltando e questo mi rende molto felice

perché sei la Regina di tutti noi e ti ringrazio per l’amore

che provi per me! Oggi sei dentro al mio cuore per seguirmi!

Serena di 10 anni di Campagnola (RE)