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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO FACOLTÀ DI INGEGNERIA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER
L’AMBIENTE E IL TERRITORIO
RELAZIONE CASO DI STUDIO
USING GROUND BASED RADAR
INTERFEROMETRY DURING EMERGENCY: THE
CASE OF A3 MOTORWAY (CALABRIA REGION,
ITALY) THREATENED BY A LANDSLIDEC. Del Ventisette, E. Intrieri, G. Luzi, N. Casagli, R. Fanti, and D. Leva
DOCENTE STUDENTE
Prof. Ing. Michele Calvello Raffaella Bruno
Matr. 0622500146
Anno Accademico 2013 / 2014
Sommario
1.Illustrazione del caso di studio 11.1La tecnica GB - InSAR 3
2.Presentazione del lavoro scientifico sviluppato dagli autori 52.1I risultati del GB – InSAR 52.2L’influenza delle piogge sul movimento della frana 9
3.Analisi critica del lavoro 13
4.Bibliografia 14
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1. Illustrazione del caso di studio
Tra il mese di dicembre 2008 e gennaio 2009 in Italia, soprattutto
meridionale, si sono registrati valori delle precipitazioni superiori alle medie
stagionali, rispettivamente 146,0 mm e 188,6 mm. Le intense piogge non
hanno fatto altro che aggravare una situazione idrogeologica già critica
culminata, il 30 gennaio 2009, in un movimento di massa mai rilevato prima
nei pressi del viadotto di Santa Trada nel comune di Villa San Giovanni. La
frana ha causato la chiusura di un tratto dell’autostrada A3
(Figura 1.1) nonostante non minacciasse direttamente la carreggiata, tuttavia
il completo collasso del fronte avrebbe potuto investire i pilastri del viadotto
causando gravissimi danni. Il fenomeno non è stato classificato né come nuovo
né come riattivazione per assenza di dati storici.
Figura 1.1: Frana di Santa Trada vicino al viadotto dell’A3
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Raffaella Bruno 0622500146
Tuttavia l’area di interesse risulta, secondo il “Piano di Assetto
Idrogeologico” e de l’“Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia”, sede di
diverse frane. Da un punto di vista geologico, quest’area è caratterizzata da
micascisti paleozoici e Augen gneiss ricoperti da biotite pleistocenica e
muscovite con sabbie pleistoceniche e conglomerati. Dal punto di vista
morfologico il bacino di Santa Trada vede a destra del torrente rilievi di circa
700 m s. l. m. e di 600 m s. l. m. a sinistra. La frana di Santa Trada ha una
altezza di 100 m e una larghezza di 90 m, l’inclinazione iniziale era il 25-30°
fino a raggiungere i 40°, il suo spessore è stimato fra i 3 e i 5 m. Le foto
seguenti (Figura 1.2) propongono la sua evoluzione dal 1 febbraio al 12 marzo
2009. Subito dopo l’evento franoso, il 31 gennaio, è stato installato un sistema
GB – InSAR e appena dopo 48 ore dal verificarsi della frana è stata avviata la
campagna di monitoraggio, durata fino al 24 aprile quando lo stato di
emergenza venne dichiarato concluso.
2
Capitolo I Illustrazione del caso di
studio
Figura 1.2: Evoluzione della frana di Santa Trada
1.1 La tecnica GB - InSAR
Il sistema GB – InSAR è stato scelto per il monitoraggio della frana di
Santa Trada, per le sue potenzialità come strumento di telerilevamento
remoto.
Tra i vantaggi ricordiamo:
La possibilità di evitare di accedere all’area da monitorare,
perché impossibile o pericolosa;
L’insensibilità ai disturbi ed alle interferenze presenti nell’area
di misura;
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Raffaella Bruno 0622500146
La possibilità di generare mappe estese di spostamento, con alta
precisione e risoluzione spazio – temporale, in qualsiasi
condizione di illuminazione o atmosferica;
L’estrema velocità di installazione del sistema, da 1 a 2 ore;
L’alto livello di disponibilità del sistema con funzionamento in
continuo 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 e 365 giorni all’anno;
L’elevata frequenza di acquisizione delle immagini, fino a
un’immagine ogni 6 – 7 minuti.
Nel caso di studio, l’apparecchiatura GB – InSAR, attuata dalla Ellegi –
LisaLab srl, è stata installata davanti al pendio, sulla autostrada (Figura 1.3).
Figura 1.3: Installazione GB - InSAR
Il suo principio di funzionamento si basa sulla valutazione della
differenza di fase interferometria tra due immagini complesse sequenziali
acquisite, pixel per pixel. In questo modo è possibile stimare lo spostamento e
successivamente generare delle mappe di deformazione superficiale o di
elevazione digitale.
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2. Presentazione del lavoro scientifico sviluppato
dagli autori
Grazie alle sequenze di mappe di deformazione fornite dal GB – InSAR
gli autori hanno studiato l’evoluzione temporale della frana e hanno valutato i
volumi di materiale coinvolti. Sono stati anche messi in relazione questi dati
con quelli della piovosità per valutare l’influenza delle precipitazioni
sull’attività della frana al fine di una previsione accurata degli scenari di
rischio necessari per adottare dei piani di emergenza.
2.1 I risultati del GB – InSAR
Secondo le mappe raccolte durante la campagna di monitoraggio (Figura
2.4), la zona instabile ha un’estensione di 6000 m2, per un volume di materiale
complessivo variabile tra i 18000 e i 30000 m3. La frana è stata suddivisa in
tre zone caratterizzate da comportamenti differenti in termini di dinamiche e
spostamento cumulato, e denominate: settore superiore, settore occidentale e
settore orientale (Figura 2.5). A questo punto sono stati ipotizzati due possibili
scenari di rischi futuri:
La frana potrebbe evolvere come una serie di piccoli crolli che
non causerebbero disagi al transito autostradale ma potrebbero
bloccare una strada secondaria;
La frana collasserebbe nel suo complesso danneggiando i pilastri
del viadotto e potrebbe generare una diga di detriti sulla
Fiumara di Santa Trada.
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Raffaella Bruno 0622500146
Figura 2.4: Mappa di spostamento
Figura 2.5: Foto della frana dal GB – InSAR. A e B aree stabili; C frana a NW; D e E aree instabili; F autostrada. 1 – settore superiore; 2 – settore orientale 3 – settore occidentale.
Inoltre nel settore superiore sono stati selezionati sei punti per
estrapolare il profilo temporale dello spostamento e della velocità (Figura 2.6)
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Capitolo II Presentazione del lavoro scientifico sviluppato dagli autori
Figura 2.6: Diagramma spostamento – tempo e velocità – tempo
Durante la campagna di monitoraggio sono state rilevate chiaramente
diverse fasi di accelerazione che sono riassunte in Tabella 2.1.
Tabella 2.1: Diagramma spostamento – tempo e velocità – tempo
Data Velocità [mm/h]
01/02/09 – 05/02/09 5.5 (media)
Fino al 14/02/09 14 (massima)
01/03/09Forte accelerazione
seguita da una riduzione della velocità
21/03/09Forte accelerazione
seguita da una riduzione della velocità
01/04/09 – 29/04/09 0.5 (media)
Grazie alle mappe di spostamento cumulativo (Figura 2.7), in un arco
temporale di 7 giorni, sono state anche misurate le deformazioni massime
competenti ogni settore (Tabella 2.2).
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Raffaella Bruno 0622500146
Figura 2.7: Mappa di spostamento cumulativo. (a) 02/02/09–09/02/09; (b) 06/02/09–13/02/09; (c) 13/02/09–20/02/09; (d) 20/02/09–27/02/09; (e) 20/03/09–27/03/09;
(f) 17/04/09–24/04/09.
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Capitolo II Presentazione del lavoro scientifico sviluppato dagli autori
Tabella 2.2: Massima deformazione del settore
Settore Spostamento [mm]
Superiore 800
Orientale 750
Occidentale 950
2.2 L’influenza delle piogge sul movimento della frana
Per uno dei sei punti utilizzati per ricavare i diagrammi di Figura 2.6, si
è effettuato un confronto tra gli spostamenti e le precipitazioni (Figura 2.8).
Come si vede dalla Figura 2.8 le prime due settimane sono caratterizzate da
più di 96 mm di precipitazioni cumulate, durante questo periodo la frana ha
raggiunto una velocità di 140 mm/day. Atri due temporali si sono verificati tra
il 4 e il 7 marzo (30,6 mm in 72 h) e tra il 20 e il 22 marzo (39,6 mm in 51h).
L’ultima precipitazione forte si è avuta tra il 12 e il 14 aprile ma non ha
influenzato la frana, questo perché lo spostamento dipende dalla durata della
precipitazione. Inoltre, un confronto tra la cinematica della frana e gli eventi di
pioggia mostra come l’accelerazione della frana, individuata dal cambio di
pendenza della curva, avvenga con ritardi differenti. Questo può essere
spiegato riferendosi al diagramma di Figura 2.9, che mette a confronto lo
spostamento cumulato con le piogge verificatesi nei tre giorni antecedenti e
ovvio che il ritardo nell’accelerazione della frana risulta proporzionale alla
pioggia antecedente.
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Raffaella Bruno 0622500146
Figura 2.8: Confronto tra spostamento e precipitazioni cumulate - tempo
Figura 2.9: Confronto tra spostamento cumulato e precipitazioni di 3 giorni antecedenti - tempo
Durante la campagna, infine, si è osservato che anche l’area a NW della
frana di Santa Trada è fratturata in più punti (Figura 2.5, C). Questa frana a
differenza di quella monitorata rappresenta una minaccia diretta per
l’autostrada A3. Per questo motivo l’analisi con il GB – InSAR è stata effettuata
anche per quest’area, nonostante l’apparecchiatura non si trovasse in
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Capitolo II Presentazione del lavoro scientifico sviluppato dagli autori
posizione ottimale rispetto al pendio, ed ha restituito come massimo
spostamento cumulato circa 5 mm (Figura 2.10).
Figura 2.10: Mappa di spostamento 04/02/09 - 04/04/09
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3. Analisi critica del lavoro
Il sistema di monitoraggio delle frane in condizioni di emergenza deve
garantire flessibilità e capacità di monitorare in tempo reale affinché le
autorità locali possano gestire al meglio le emergenze e attivare prontamente i
sistemi di allarme. Per questo il sistema GB – InSAR è stato scelto dagli autori
per lo studio dell’area instabile di Santa Trada, rispetto al monitoraggio
tradizionale (GPS e/o stazione totale) o al sistema InSAR satellitare.
Il lavoro degli autori, secondo il mio parere, è stato svolto con cura ed
attenzione sia per quanto riguarda il monitoraggio della frana di Santa Trada
nel suo complesso, giungendo a due diversi scenari di rischio futuro; sia per
l’individuazione e il monitoraggio di altre criticità della zona, come la frana
posizionata a NW rispetto all’area di studio. Un primo problema nel
monitoraggio effettuato potrebbe essere identificato nella scelta dei punti
monitorati, infatti da questa scelta saranno stati molto influenzati i risultati
ottenuti. Inoltre data le scarse informazioni sull’origine della frana, ritengo che
effettuare delle indagini sul campo, per tracciare un profilo stratigrafico,
individuare le superfici di scorrimento ed eventuali falde, sarebbe stato molto
utile. Ciò che, inoltre, gli autori non hanno sottolineato è che nel caso in cui si
venga ad innescare la frana di dimensioni maggiori, il flusso di detriti potrebbe
formare una diga sul ruscello “Fiumara di Santa Trada”, che nel tempo
potrebbe instabilizzarsi e poi raggiungere la frazione di Cannitello, in
particolare il rione Porticello, causando gravi danni. Gli autori non hanno,
quindi, ipotizzato questo terzo scenario di rischio. Infine, non si è pensato di
continuare il monitoraggio in quell’area ma ci si è limitati al periodo di
emergenza. Cosa accadrà quando altri eventi piovosi eccezionali si
abbatteranno su quell’area? Le autorità locali e la Protezione Civile saranno in
grado di gestire un’emergenza di questo tipo?
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4. Bibliografia
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2. Barla, G., Antolini, F., Barla, M., Mensi, E., and Piovano, G.: Monitoring of the
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3. Casagli, N., Farina, P., Leva, D., Nico, G., and Tarchi, D.: Groundbased SAR
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4. Casagli, N., Tibaldi, A., Merri, A., Del Ventisette, C., Apuani, T., Guerri, L., Fortuny-
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5. Gigli, G., Fanti, R., Canuti, P., and Casagli, N.: Integration of advanced monitoring
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7. Luzi, G., Pieraccini M., Mecatti D., Noferini L., Macaluso G., Galgaro A., and Atzeni
C.: Advances in ground based microwave interferometry for landslide survey: a
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