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Storia dellArchitettura Contemporanea - Verso la Forma. Louis I. Kahn Philadelphia Urban Design - Caterina Rigo 1 1. Introduzione

Verso la forma. Louis I. Kahn, Philadelphia Urban Design

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di Caterina Rigo, Università IUAV di Venezia, Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura A. A. 2010/2011. Corso di Storia dell’Architettura Contemporanea, prof.ssa Maria Bonaiti, prof. Francesco Dal Co

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1. Introduzione

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“The city is a place where a little boy walking through its streets can sense what he someday would

like to be”

Louis I. Kahn

Immigrato in America all’età di Quattro anni, Louis I. Kahn (1901 – 1974) è cresciuto a Philadelphia, dove ha vissuto tutta la sua vita. La sua definizione ispirata e poetica della città, come un luogo di realizzazione e arricchimento personale era certamente autobiografica, un riflesso delle sue stesse umili origini a Philadelphia. Infatti, la città lo accompagna attraverso la sua carriera, stimolando il suo pensiero e la sua energia creativa.

L’approccio di Kahn al progetto presenta una sintesi della purezza strutturale e funzionale del modernismo, unita a forme e valori tratti dal passato. Anche se i suoi lavori più conosciuti negli Stati Uniti, in India e in Bangladesh sono stati progettati negli ultimi vent’anni della sua vita, molte delle idee che Kahn ha riguardo all’architettura prendono forma precedentemente, nel periodo in cui è impegnato su Philadelphia.

Infatti Kahn ha prodotto molti progetti mai costruiti per il centro di Philadelphia, che hanno influenzato l’evoluzione delle sue idee; questi progetti urbanistici, fatti tra il 1939 e il 1962, rivelano le fondamenta filosofiche, teoriche e formali del suo nascente lavoro maturo.

Largamente sottovalutati da altri autori, questi progetti urbanistici sono analizzati da Peter Shedd Reed nella sua tesi di dottorato intitolata “Toward form: Louis I. Kahn’s urban designs for Philadelphia”, che raccoglie i viaggi, le lezioni e il suo coinvolgimento all’interno del grande progetto di riqualificazione che avviene a Philadelphia grazie all’attività della “City Planning Commission”.

Louis I. Kahn

Louis Kahn e i suoi assistenti lavorano a Sher-e-Bangla Nagar, Dhaka, Bangladesh, 1964

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“An architect can build a house and build a city in the same breath”

Louis I. Kahn

Fin dall’inizio, Kahn non fa distinzione tra l’architettura e il progetto urbano; è chiaro nei suoi piani per Philadelphia il suo desiderio di essere un “architetto pianificatore”, traguardo che secondo Kahn era stato raggiunto da pochi architetti.

Kahn affermava che un architetto può progettare una casa e una città “nello stesso respiro”, e infatti usava principi nei suoi progetti urbani che pervadevano tutto il suo lavoro, al di là della scala, da una stanza al più monumentale e simbolico centro di città. Conseguentemente, un insieme di forme e principi compaiono in maniera pervasiva nelle opere di Kahn.

Louis I. Kahn e Oscar Stonorov, “The plan of a city is like the plan of a house”

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“The house, the street, the town are points to which human energy is directed: they should be

ordered”

Le Corbusier

“He [Le Corbusier] was and still is my teacher though he has never been aware of it”

Louis I. Kahn

I primi progetti di Kahn, come gli studi sul “Triangle” (1946 – 1950), rappresentano la sua devozione ai dogmi del modernismo, e dimostrano la sua attenzione al tema della residenza; Kahn trova un forte esempio nel lavoro di Le Corbusier, che permane anche se i disegni di questo periodo cambieranno in seguito, può essere riassunto in due principi: la gerarchia funzionale fornisce ordine, e un piano stradale è la base di un buon piano urbanistico.

Nei primi schizzi che fa per Philadelphia, è chiara una visione decentralizzata della pianificazione, che lascia influenze nei suoi progetti successivi: la gerarchia dei componenti urbani, incluso il traffico e le strade, rimane centrale nella sua strategia di pianificazione.

L’iniziale coinvolgimento di Kahn nella commissione urbanistica che si occupa della riqualificazione, fa sì che il suo lavoro sia sempre riconosciuto nei progetti successivi; ma dopo il primo contratto, Kahn non viene più assunto dalla Planning Commission: è significativo che la maggior parte dei suoi progetti successivi è fatta indipendentemente, senza committenti o ricompense.

In seguito al progetto del Triangle, quando Kahn viene nuovamente coinvolto dalle istituzioni locali, presenta i famosi studi sul traffico del 1951, che stabiliranno la direzione futura dei suoi piani urbanistici. Una volta abbandonato il modernismo prorompente dei primi progetti, Kahn propone disegni che proclamano un “nuovo inizio” per il suo lavoro, che d’ora in poi sarà basato su schemi geometrici, accompagnati da una chiara simbologia, che relazionano la geometria platonica alla memoria dei monumenti antichi. Contemporaneamente, inizia ad articolare una teoria urbana basata sul concetto di “ordine”, che considera come quella forza in grado di unificare struttura, funzione e storia; espone questa teoria nel saggio “Order Is”, pubblicato qualche anno più tardi sulla rivista Perspecta dell’Università di Yale.

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“Sto per partire per l’Egitto e la Grecia con i borsisti architetti e architetti del paesaggio.

[…]

C’è così tanto da vedere e da sentire qui, decisivo per il lavoro di ogni architetto. Non tanto le cose

moderne ma le fonti antiche”

Cartolina di Louis Kahn all’ufficio, University of Pennsylvania, Louis Kahn Collection (1951)

Probabilmente l’elemento chiave di questo nuovo inizio è il viaggio che Kahn compie in Europa, visitando l’Italia, l’Egitto e la Grecia, tra il 1950 e il 1951. I suoi schizzi e le sue lettere rivelano l’impatto profondo che le rovine antiche e le piazze visitate hanno su di lui. Il suo dialogo con la storia si sviluppa attorno alla ricerca delle forme e dei valori essenziali, che riscopre nelle forme basilari, nelle rovine disadorne e nelle piazze delle città medievali, che lo entusiasmano e lo ispirano. Gli schizzi raccolti in “Sketching Abroad” di Eugene J. Johnson testimoniano la forte influenza di questi paesaggi nella sua riflessione di progettista, che si ripercuote nei piani urbani di quel periodo.

Louis I. Kahn, studi sul muro, 1951

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“Le visioni urbane di Kahn per Philadelphia non sono da considerarsi tanto nella forma di progetti,

quanto piuttosto come esplorazioni concettuali sull’immagine della città moderna. Importava poco a

Kahn che il suo piano ponesse una torre-parcheggio sul sito dell’ospedale di Philadelphia o che le sue

visioni richiedessero trasformazioni radicali nella città storica: Philadelphia era la sua tela; le sue

tavolozze, quelle idee che, per ogni valore, potevano essere applicabili nella teoria di qualsiasi città

democratica.

È un po’ ironico che l’opportunità di realizzare progetti a una scala urbana arrivi a Kahn dall’altra

parte del mondo, nel subcontinente indiano. Lì, a Dacca e Ahmedabad, Kahn trovò un suolo

immacolato, la sua “tabula rasa”. Lì pose i suoi inizi e così dimostrò le sue visioni”

Peter Shedd Reed, “Toward Form: Louis I. Kahn’s urban designs for Philadelphia, 1939 – 1962”, 1989

Louis I. Kahn, prospettiva aerea da sud, Civic Center, 1957

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2. Philadelphia Urban Design

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1. Philadelphia

Dopo la seconda guerra mondiale, c’è una rinascita dell’urbanistica a Philadelphia. Kahn si avvicina a questo tema assieme ad Oscar Stonorov, e realizza una serie di progetti urbanistici mai costruiti tra il 1947 e il 1962, con principi che riprende nei suoi ultimi lavori. L’area principale della trasformazione è il Center City, modellato dai fiumi Delaware e Schuylkill a est e ovest, è la zona mappata da Thomas Holme nel 1682, nel piano originale della città. La maggior parte dei lavori di Kahn qui, sono creati senza contratti e pagamenti, ma non lavora da solo: è membro attivo di diverse commissioni che si occupano di urbanistica della città. Dal 1950 in poi, i suoi disegni diventano più visionari, anche se la città di Philadelphia rimane comunque la sua “drawing board”. Thomas Holme, Pianta di Philadelphia, 1682

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2. Triangle Plan Il primo studio di riprogetto preso in considerazione dalla City Planning Commission è quello per il “Triangolo”, una zona di 200 acri con lotti vacanti ed edifici in rovina. Nell’ottobre 1946 Kahn viene coinvolto nel piano del Triangle, come membro della Associated City Planners, che doveva preparare uno studio di riqualificazione dell’area. Dello stesso team facevano parte Oscar Stonorov, Robert Wheelwright, Markley Stevenson e C. Harry Johnson. Immaginavano un futuro radioso, il piano era moderno e rifletteva positività; i cinque affermavano che il loro piano provava che la città doveva “superare la sua reputazione di soddisfazione e autocompiacimento”. Il punto trainante dietro a questo progetto era l’uso del suolo. In contrasto con la varietà degli edifici esistenti, il loro piano presentava una chiara separazione di funzioni, che consideravano economica, efficiente e moderna. Kahn aveva come responsabilità fornire il materiale grafico, ovvero una pianta e dieci prospettive; in seguito viene fatto un modello 3d. Tra il 1946 e il 1948 i disegni di Kahn mostrano come non siano cambiate di molto le idee degli architetti. In un disegno del 1947, Kahn presenta una divisione dell’area in quattro zone, ciascuna con una sua funzione, accompagnate da un sistema di viabilità moderno, che prevede percorsi pedonali abbassati e rialzati, e strade di servizio sotterranee. In un rendering Kahn ritrae il nuovo distretto degli affari, a ovest del municipio, che sarà sviluppato successivamente: il Penn Center. Il centro di questo quartiere era uno spazio pedonale ribassato, che portava agli accessi della stazione della metropolitana sotterranea. La piazza è abbellita con vasche, una fontana, una scultura, e affiancata di due edifici di uffici; il modernismo di queste costruzioni, con i loro pilotis, le finestre a nastro, le pareti vetrate, era un deliberato contrasto alla stazione del 1930.

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Il nuovo centro civico, ha una configurazione dello stesso tipo, con grandi edifici in stile moderno; la scultura organica di Kahn fornisce un voluto contrasto con la geometria razionale delle costruzioni moderne. Louis I. Kahn, studio sul Triangle Plan

La cosa più interessante è che, una volta notato che uno dei problemi principali era la distribuzione del traffico nel quartiere, si cercano delle soluzioni necessarie. Al posto delle strade vecchio stile, si progetta una gerarchia di strade basate sulla separazione delle funzioni: arterie e strade di servizio, isolati, strade abbassate o rialzate per aiutare la divisione tra pedoni e veicoli, e un piano di parcheggi coordinato. È la prima volta che nel lavoro di Kahn gli elementi della progettazione urbana vengono codificati, e viene stabilita con chiarezza la loro priorità. Un mese dopo la relazione finale del 1950, Kahn presenta un nuovo modello del Triangle, nel quale appare per la prima volta un edificio cilindrico, probabilmente un hotel. Contrapposto alla serie di piastre rettangolari, la sua forma rappresenta una sorta di “varietà nell’unità”, una delle linee guida perseguite dal Triangle Committee. Il cerchio come forma appariva raramente nei precedenti lavori di Kahn, e il suo uso qui anticipa la sua adozione di un nuovo vocabolario progettuale di semplici forme geometriche, dopo il suo viaggio in Europa degli anni ’50-’51. La commissione per il Triangle viene sciolta nel febbraio 1951, dopo che Kahn era stato sostituito nella presidenza da Edmund Krimmel.

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3. Studi sul movimento e “Civic Center on the Schuylkill” Quando Kahn ritorna dall’Europa nel marzo 1951, viene nuovamente coinvolto nella pianificazione di Philadelphia. Come si nota nel suo articolo su Perspecta n.2, sono due i problemi che lo interessano principalmente: - la congestione del traffico - il bisogno di un municipio Tra il dicembre 1951 e il marzo 1952, Kahn presenta i piani che ha fatto per il Center City district. Sarà evidente la suggestione di Kahn nella separazione del traffico che si muove lentamente e velocemente, attraverso strade separate, in una sorta di ri-ordine del sistema stradale esistente. Viene chiesto a Kahn di presentare i suoi disegni codificando un sistema di simboli per facilitare la comprensione degli elaborati, usando anche diversi colori, come si nota nelle immagini pubblicate su Perspecta. Sviluppa anche una simbologia in bianco e nero, articolando frecce, punti, spirali, in una notazione astratta che gli permette di classificare i vari tempi di movimento e i luoghi di riposo. Kahn inizia a ridefinire il tracciato stradale a seconda di tempi di percorrenza e funzioni delle strade, creando il concetto di “order of movement”, ordine di movimento. Alla gerarchia già presente nei suoi primi piani per il Triangle, si aggiunge questo ordine, che raggruppa le funzioni differenti in un sistema unificato, espresso in progetti centralizzati, ma molto articolati. Louis I. Kahn, studi sul movimento, dettaglio del centro di Philadelphia, Perspecta n.2, 1951

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La commissione non accetta del tutto il suo lavoro, e Kahn esprimerà la sua frustrazione nel vedere

l’incapacità di apprezzare la natura “concettuale” e teorica dei suoi piani, impegnati come sono a

notare alcune mancanze. Sembrano interessarsi meno al sistema di movimento, che ai dettagli del

nuovo municipio progettato da Kahn. Un progetto di Kahn presentato tra il 1951 e il 1952, per il

nuovo centro civico, consiste in tre edifici in uno stesso isolato: un cilindro, un prisma e un cubo –

solidi geometrici perfetti, di diverse altezze.

Nel saggio su Perspecta n.2, Kahn fa un paragone con la città di Carcassonne, che ha avuto modo di conoscere nel suo viaggio in Europa. Parla delle città che non sviluppano un sistema viario separato dal centro, definendole come “città senza entrate”, o “Carcassonne senza mura”. Compie un’analogia tra la città e la fortezza difensiva: le superstrade e i parcheggi sono le mura, gli edifici del centro e gli spazi pubblici rappresentano le torri. Kahn sostiene che al di là della loro apparenza astratta e della funzione moderna, i parcheggi multipiano cilindrici e i muri di autostrade che circondano il centro della città sono analoghi alle difese di Carcassonne. I muri moderni della città agiscono come una difesa simbolica contro le forze del decentramento, e le torri-parcheggio evitano che il flusso di automobili prevarichi il tracciato pedonale. Vista in questa luce, la città sembra avere una certa somiglianza con le fotografie aeree dei castelli inglesi di “Castles from the air”, libro che Kahn legge nel 1950.

Copertina del libro di Paul Johnson “Castles from the Air”

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4. Penn Center Nel 1952, si inizia a progettare il Penn Center, un’area del centro, riprendendo i tre isolati e mezzo che nel progetto del Triangle dell’Associated City Planners erano identificati come distretto degli affari, e riproponendo molti dei temi che caratterizzavano quel primo piano. Al centro del progetto si trova la sostituzione della vecchia stazione, piste sopraelevate, moderni edifici destinati a uffici, e una serie di collegamenti pedonali ribassati. Alcuni temi vengono però rivisitati, per sottostare alle risorse economiche disponibili, e Kahn non apprezza la variazione di progetto che gli viene presentata, affermando che “se uno studente di architettura presentasse un piano del genere, il suo voto sarebbe zero”. Tra il 1953 e il 1954, Kahn presenta diverse alternative progettuali per il Penn Center, non soddisfatti di quelle fornite dagli sviluppatori attuali; il suo obiettivo è ridurre il numero di edifici per isolato, mantenendo uno spazio aperto centrale, le cui corti ribassate dovevano fornire aria, luce e l’accesso ai percorsi sottostanti. PCPC, Site Plan, Penn Center Area, 1952

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L’attenzione di Kahn a questo progetto è dovuta al fatto che vedeva il Penn Center come qualcosa di più che un gruppo di edifici pubblici. Concepiva l’intero progetto urbano come un monumento civico, un punto di vista che dava colore a tutto il suo piano per Philadelphia. Per questo scopo, aveva previsto un parco nel Penn Center, con fontane, giardini, bar, e padiglioni per musica e altri intrattenimenti, attraverso la serie di paesaggi circolari che seguivano il percorso irregolare dei pedoni, in contrasto con la griglia lineare del traffico motorizzato. Proponeva poi un enorme edificio circolare, in vetro, che doveva essere un’evoluzione di quell’edificio cilindrico che nel progetto del Triangle era solo abbozzato. Si trattava di un hotel, sviluppato attorno a un centro di commercio, con una stazione dei bus sottostante. In pianta, l’edificio era essenzialmente un triangolo equilatero inscritto in un cerchio, con tre entranze in corrispondenza dei vertici del triangolo; questo era il primo dei suoi “edifici nell’edificio”. Il Penn Center, negli anni successivi, continua a svilupparsi in modo frammentario, compromettendo la sua unità iniziale, e dopo il 1954 Kahn perde interesse nel progetto. Nel 1958, la commissione che se ne occupa viene sciolta.

PCPC, Model of Penn Center, 1952

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5. Civic Center-Forum Nel 1956 Kahn ritorna a interessarsi all’area ad est del municipio, continuando a esplorare indipendentemente i due grandi temi urbanistici – l’ordine del movimento e l’idea del centro civico. Nel maggio 1956 inizia a disegnare, e pubblica alcuni dei suoi lavori sul numero 4 di Perspecta (1957), accompagnati da un saggio intitolato “Order in architecture”, che esprimeva il suo profondo interesse per il simbolismo del centro civico. Nei disegni che Kahn fa in questo periodo, enfatizza l’idea dei parcheggi multipiano come torri che difendono il centro civico, che inizia a definire come “foro”, dalle automobili. Riprende l’analogia con Carcassonne, in modo più marcato, arrivando a parlare di “architettura della sosta”, che ha la stessa funzione delle grandi mura che circondavano le città medievali. È convinto che le città debbano riconfigurarsi, basandosi sul nuovo concetto dell’ordine del movimento, per difendere se stesse dalla distruzione portata dalle automobili. Il linguaggio visuale di Kahn richiama qui anche i castelli medievali e gli antichi monumenti romani; prese assieme, le torri cilindriche assomigliano alle tortuose fortificazioni attorno al foro, mentre singolarmente possono richiamare il Colosseo romano. Disegnate con delle aperture nei muri esterni, le torri-parcheggio suggeriscono vari stati di rovina. Louis I. Kahn, veduta di una “parking tower”, 1957

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Assieme a questo progetto, Kahn rappresenta alcune vedute di Market Street, con una serie di percorsi pedonali e di spazi ricavati tra gli edifici. Kahn descrive il centro città come “essenzialmente un labirinto di vie pedonali, infilate nel contesto di grandi edifici e varie attività”. Il vecchio municipio, al centro di Market Street, completa la prospettiva.

Louis I. Kahn e PCPC, vedute di Market East Plaza, 1958

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Kahn si impone con cinque progetti principali: la City Tower, disegnata con Anne Tyng; un parcheggio cilindrico; una torre di uffici con la base svasata; l’”arena”, ovvero uno stadio ovale; un edificio cubico. Attraverso tutto questo, nel foro si sviluppano dei padiglioni a tenda quadrati, strutture effimere che ospitano bar, esposizioni, e altre funzioni. Questo luogo ospita diverse istituzioni – culturale accademica, commerciale, sportiva, sanitaria e civica – e Kahn lo definisce la “cattedrale della città”, una frase che evidenzia la riverenza crescente con cui Kahn si rivolge al centro della città. Louis I. Kahn e Anne Tyng, City Tower, 1957

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6. Viaduct Architecture Gli ultimi progetti di Kahn per il centro di Philadelphia si sviluppano tra gli anni 1959 e 1962, e rappresentano un’evoluzione delle sue prime idee. Ora immagina una città circondata da un viadotto arcuato e multipiano, che serve e protegge il centro. Il viadotto stabilisce un nuovo modello urbano, che pone pragmaticamente il moderno trasporto di veicoli su di una struttura a più piani, che separa i differenti tipi di traffico. Fa un chiaro riferimento all’acquedotto romano, e simbolicamente esprime anche l’origine della città: l’acqua era necessaria per stabilire la vita urbana. La sua moderna architettura, con gli spazi integrati per le tubature dell’acqua, viene contemporaneamente progettata per esprimere la presenza reale e l’importanza simbolica dell’acqua nella progettazione urbana. Una delle principali caratteristiche dell’architettura dei viadotti era la divisione gerarchica delle funzioni. Prima di iniziare a usare il termine “viaduct architecture”, Kahn si riferisce alla sua “architettura del movimento” paragonandola agli acquedotti e ai ponti dell’antica Roma. Affermerà poi che “questa architettura del movimento può essere paragonata all’architettura dei viadotti di Roma, che era a una scala e a una consistenza differenti rispetto alle architetture degli altri edifici funzionali”.

Louis I. Kahn, sezione, viadotti su Market East, 1961 – 1962

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Kahn applica queste idee tra il 1961 e il 1962 ai progetti per il Market East. Quando espone i sei disegni conclusivi, li accompagna a un modello di Philadelphia, che appare circondata da un viadotto sopraelevato, che collega gli svincoli circolari e triangolari, che ospitano altre funzioni e servono come ingressi alla città. Un serbatoio confinante il fiume Delaware viene circoscritto da una grande rotonda; un eliporto viene rappresentato come tre piattaforme d’atterraggio circolari inscritte in un triangolo. Le forme più ricorrenti nel progetto, il cerchio e il triangolo, offrono una contrapposizione dinamica alla griglia esistente della città coloniale. Funzionalmente, permettono di far scorrere il traffico, così come gli interscambi dei viadotti, che congiungono le diverse carreggiate. Kahn descrive questi punti di intersezione come i “nodi” del piano, dimostrando la sua convinzione che “la giuntura è l’origine dell’ornamento”. Una delle prospettive più spettacolari di Kahn rappresenta le arcate del viadotto che circondava gli edifici alti della città, resi solamente con delle deboli linee, quasi spettrali. Kahn era convinto che solo concentrando gli edifici in un centro come questo, la città poteva ispirare sentimenti potenti, che non potevano essere percepiti in una città decentrata. L’accostamento del viadotto orizzontale e delle torri ascendenti rendeva tangibile la distinzione che Kahn voleva tra l’architettura dei viadotti e gli edifici che essa serviva. .

Louis I. Kahn, pianta, viadotti su Market East, 1961 – 1962

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3. Conclusione

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“Le Corbusier was a revelation to me… At one time I thought the ideas of towers with big open

spaces around them was a wonderful thing, until I realized, “Where is the bakery shop?” And the

park was not good enough”

Louis I. Kahn

Per oltre dieci anni Kahn si occupa dei piani per Philadelphia, spesso senza una reale commissione: questo ci fa capire molto dell’attitudine che aveva nei confronti della sua vocazione e del suo lavoro. Si nota anche l’interesse generale degli architetti, tra gli anni ’40 e ’50, che dedicavano molto del loro tempo a cercare di cambiare la loro città. Il lavoro di Reed non mira a celebrare i progetti di Kahn, ma a comprendere e approfondire il ricco contesto in cui i suoi piani vennero formulati e discussi, in una città famosa per la sua rinascita urbana.

Più tardi Kahn ricorderà con ironia la sua iniziale attrazione per i grattacieli della Ville Radieuse di Le Corbusier, torri innalzate nel mezzo di ampi spazi verdi. Le architetture di Le Corbusier sono utili a Kahn come modello, nei suoi primi progetti; ad un certo punto, dagli anni ’50 in poi, Kahn inizia a cercare il “bakery shop” mancante, e il modello funzionale di Le Corbusier viene rimpiazzato da un nuovo paradigma, molto più simile al sentimentalismo dei teorici come Camillo Sitte, dovuto soprattutto al suo contatto con l’architettura antica e medievale.

Lo storicismo di Kahn entra a far parte del concetto superiore di “ordine”, la forza unificatrice che sempre ricerca. I due temi delle indagini urbanistiche di Kahn, il traffico e il centro civico, affiancano significati moderni alle istituzioni, entità umane senza tempo. L’integrazione tra “servente e servito” si esprime al massimo nei suoi piani ordinati e concentrici. I modi di trasporto possono cambiare, evolversi, ma l’essenza della manifestazione dell’uomo nel centro-città rimane la stessa.

Louis I. Kahn, studi sulla circolazione

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Dopo aver disegnato svariati progetti mai realizzati per Philadelphia, Kahn riceve la commissione per Dacca, Capitale Nazionale del Bangladesh (1962 – 1983), dove realizza appieno la sua visione urbana, concretizzando le forme e le filosofie che avevano caratterizzato i suoi studi in Pennsylvania. Ritornano le forme dei suoi disegni iniziali: cerchi, triangoli, diamanti, quadrati evocano archetipi del passato, simboli del senso architettonico comune che sottende tutta l’umanità. La “colonna cava” di Philadelphia ritorna nella sede del Parlamento di Dacca; il vuoto centrale è il luogo d’incontro, dal quale si irradiano ambienti di differenti forme, che circondano questa sorta di “foro”.

“It symbolized the great achievements of civilization and the essence of man’s common spirit: the Parliament Building was Kahn’s ‘cathedral of the city’ ”

Peter Shedd Reed

Louis I. Kahn, veduta di Market Street, 1956 – 1957

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Bibliografia: P. S. Reed, “Toward Form: Louis I. Kahn’s urban designs for Philadelphia, 1939-1962”, Philadelphia, 1989

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Louis Kahn, Philadelphia, dicembre 1972