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1 SMED Andrea Payaro Consulente Certificato da ELA (European Logistics Association) [email protected] Andrea Payaro Ph.D. in Business Management at University of Padova Committee member of AILOG Technical Committee Member of RELOADER C lt t dt h fS l Ch i M t t Andrea Payaro 2 Consultant and teacher of Supply Chain Management at University of Padova Certified by ELA (European Logistics Association) – Strategic Level Andrea Payaro 3

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SMED

Andrea Payaro

Consulente Certificato da ELA(European Logistics Association)

[email protected]

Andrea Payaro

Ph.D. in Business Management at University of PadovaCommittee member of AILOGTechnical Committee Member of RELOADERC lt t d t h f S l Ch i M t t

Andrea Payaro 2

Consultant and teacher of Supply Chain Management at University of PadovaCertified by ELA (European Logistics Association) –Strategic Level

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Si calcola che l’80% delle attività di un processo sia a non valore aggiunto, il 15% sprechi e solo il 5% a valore aggiunto.

Un’attività a valore aggiunto trasforma fisicamente il prodotto, è fatta correttamente la prima volta e soddisfa i requisiti del cliente.

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OEE

L’indice più significativo per quantificare la performance del sistema produttivo è costituito da un valore numerico definito Overall Equipment Effectiveness (O.E.E.).

O.E.E.= A x P x Qla disponibilità D (availability) tiene conto delle perdite di tempo;l’efficienza delle prestazioni EP (performance efficiency) tiene conto delle perdite di velocità;il tasso di qualità Q (quality rate) tiene conto delle perdite di qualità (prodotto difettoso).

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OEE

Da quanto definito segue che il rendimento composto di impianto può essere sinteticamente calcolato attraverso la relazione:

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Total OEE

Se al posto del Loading Time sostituiamo il Calendar Time otteniamo il Total OEE:

tanto più è elevato il value operating time rispetto al calendar time e tanto migliore sarà il ritorno del capitale investito nel sistema (macchinario o impianto)

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Fattore di programmazione

Misura il grado di mancato utilizzo stabilito in fase di programmazione del ciclo produttivo (es. 2 turni a giornata, un turno il sabato, domenica fermi) rispetto al massimo teorico (3 turni al giorni, 365 giorni all’anno) Evidenzia e misura spazigiorni all’anno). Evidenzia e misura spazi potenzialmente utilizzabili.

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Tempo di Set Up

Il tempo di set-up viene definito come "quell'intervallo di tempo che trascorre tra la fine della produzione dell'ultimo "pezzo" (prodotto, sotto-insieme, componente....) conforme (senza difetti) del lotto precedente il set-up, e l'inizio della produzione del primo "pezzo" conforme del lottoproduzione del primo "pezzo" conforme del lotto successivo".

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SMED

La sigla S.M.E.D. significa Single Minute Exchange of Die (attrezzaggio in un tempo inferiore a 10 minuti, cioè in un numero di minuti espresso da una sola cifra) ed è un metodo per la riduzione dei tempi di attrezzaggio tipicamente riferito ad applicazionidi attrezzaggio, tipicamente riferito ad applicazioni nell’industria metalmeccanica e della trasformazione di materie plastiche, ma applicabile anche ad altri settori laddove esistono frequenti cambi di lavorazione che richiedono ogni volta un’adeguata predisposizione e taratura dell’impianto dedicato.

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Obiettivo SMED

La metodologia S.M.E.D. é molto semplice: trasformare operazioni di set-up in qualcosa di talmente elementare che "chiunque", purché abbia un minimo di conoscenza tecnica del settore (come un operatore macchina od un assistente di linea)un operatore macchina od un assistente di linea), possa eseguirlo correttamente, facilmente e rapidamente. L'attenzione focale, pertanto, é sulla semplificazione delle attività di set-up e sull'adozione di metodi poka-yoke (a prova di stupido) ove necessario.

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Il Detto

“… many companies have set up policies designed to raise the skill level of the workers, few have implemented strategies that lower the skill level required by the set-up itself.”

Shigeo Shingo - consulente d’impresa giapponese, sviluppò la metodica SMED per aziende come Matsushita, Toyota e Bridgestone

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Il grande lotto

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Risultati

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Tempi Interni ed Esterni

TEMPO DI SET-UP INTERNOQuesto é definito come quell'intervallo di tempo durante il quale la macchina (o la linea, o il processo produttivo) deve essere fermata altrimenti non sarebbe possibile effettuare il set-up. p

TEMPO DI SET-UP ESTERNOQuesto é definito come quell'intervallo di tempo, che trascorre durante le operations produttive sia del lotto precedente che di quello successivo, durante il quale si effettuano alcune attività necessarie per il set-up (come portare o rimuovere materiali e prodotti, preparare o mettere a posto attrezzi, ecc.).

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SMED Operativo

I passi successivi sono: - la riduzione drastica delle durate di attività interne (necessarie) - la razionalizzazione e riorganizzazione di tutte le necessarie attività esterne

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Parole chiave

Gradualmente: i migliori risultati si ottengono con un approccio graduale, sistematico e passo-passo, stile kaizen.Coinvolgimento: in un progetto S.M.E.D., i migliori risultati si ottengono con il coinvolgimento di tutte le persone interessate (tecnici, operatori, addetti alla manutenzione attrezzature, supervisori.). Approccio da poveruomo: spender soldi é l'ultima cosa da fare, in un progetto S.M.E.D.. Prima degli investimenti tecnologici, vengono energia mentale, lavoro di gruppo, soluzioni semplici ed economiche.

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Le fasi SMED

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FASE PRELIMINARE

organizzare, osservare, registrareIl metodo prevede che l’analisi critica del ciclo di attrezzaggio e le proposte di miglioramento vengano effettuate con la collaborazione dei tecnici e degli operatori direttamente interessati.pOccorre, quindi, creare un gruppo di lavoro che veda coinvolti fondamentalmente capi ed operai di produzione e di manutenzione. Si devono coinvolgere esperti ma anche almeno un non addetto che permetterà di sfidare le norme e le procedure di lavoro consolidate.

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Esempio di registrazione

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FASE 1

separazione tra operazioni interne ed operazioni esterne

In questa fase occorre distinguere ciò che deve essere necessariamente effettuato a macchina ferma (attività di attrezzaggio interno) da ciò che può essere eseguito sullaattrezzaggio interno) da ciò che può essere eseguito sulla macchina in funzione, cioè prima del cambio utensile (attività di attrezzaggio esterno).Certe attività, infatti, possono essere svolte mentre le macchine stanno lavorando. Tra queste è possibile ricordare le seguenti:1) Scegliere le persone per lo set-up;2) Preparare parti e strumenti;3) Fare riparazioni;4) Portare parti e strumenti presso le macchine.

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Check List

Una check-list deve contenere tutte le informazioni su tutto ciò che è necessario per eseguire il prossimo set-up. In pratica deve specificare

- Operatori,St ti- Strumenti;

- Parti;- Variabili operative (temperature, pressioni, tensioni di alimentazioni, ecc);- Procedure operative;- Metriche.

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FASE 2

conversione da attrezzamento interno ad attrezzamento esterno

Le attività della Fase 1 non consentono, da sole, di ridurre il tempo di set-up oltre una certa soglia.Per raggiungere valori dell’ordine del “single minute” èPer raggiungere valori dell ordine del single minute è necessario trasformare una parte di operazioni di attrezzaggio interne in operazioni esterne, in modo da poterle svolgere in ombra alle attività produttive.Gli step fondamentali di questa fase sono due:

Analizzare la funzione di ogni singola attività nel set-up interno attuale;Convertire alcune attività interne in attività esterne.

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Tecniche Interno Esterno

Le tecniche cui è possibile fare ricorso sono essenzialmente tre:

Preparazione anticipata delle condizione operative.Standardizzazione delle funzioni essenziali: standardizzare i modi di esecuzione del set up significastandardizzare i modi di esecuzione del set-up significa pensare a tutte le possibili modifiche alle macchine e alle attrezzature che possono evitare eventuali attività di aggiustamento complesse e lunghe. “Il modo più veloce per cambiare qualcosa è non cambiare nulla!” Utilizzare dei sistemi di riferimento per il posizionamento corretto delle parti: il posizionamento delle parti e delle attrezzature può rivelarsi sia un’attività laboriosa che una fonte di errori di lavorazione.

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Esempi

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FASE 3

semplificazione delle operazioni di set-upUna volta esternalizzate le attività individuate, è necessario evidenziare le operazioni anomale e valutarne la possibile eliminazione o almeno la riduzione dei tempi occorrenti mediante modifiche di metodo, di attrezzature, , ,di ricorso a “manualità e occhio”.E’ fondamentale, in altre parole, analizzare ancora una volta le operazioni eseguite con i nuovi metodi e valutare se possono essere apportati ulteriori miglioramenti.

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Attività Parallele

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Dadi e bulloni con fresature alternate

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Asola a forma di pera

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Rosetta a U

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Morsetti

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Visual Placement

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FASE 4

Documentazione del nuovo processo di attrezzamento

Implementati tutti i miglioramenti ideati e progettati è necessario stendere una nuova procedura che riordina cronologicamente le nuove operazioni da eseguire ecronologicamente le nuove operazioni da eseguire e istruire adeguatamente il personale sui nuovi comportamenti da tenere.Le procedure, così redatte, devono essere riportate su un foglio ciclo che dovrà essere presente al bordo macchina a cui tale documento si riferisce, in modo da assicurare che le procedure vengano seguite dagli operatori.

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