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SICILIA IN ROSA Anno III - N. 17 - Settembre/Ottobre 2013 - t 2,50 - Domenica 22 settembre a Catania e provincia e lunedì 23 nelle altre province in abbinamento con il quotidiano LA SICILIA a t 1,20 venezia 70 REGISTE MADE IN SICILY siciliane MARIA COSTA FRANCESCA RACITI ELITA SCHILLACI ROBERTA RAPISARDI Maria Grazia Cucinotta «LA MIA VITA DA PIONIERA» detenute UN “SIGILLO” CHE LIBERA

Sicilia in Rosa

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Magazine femminile allegato al quotidiano La Sicilia

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Maria Grazia Cucinotta«LA MIA VITA

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3SICILIAINROSA

Nella foto di copertina, di Roberto Rocchi,

Maria Grazia Cucinotta(intervista a pag. 16)

36 back to schooluna lingua per il futuro

38 back to movele ragazzedello sport

40 stylist modamirYaki

42 modamust accessori

44 beautyciglia a tutto volume

46 tempo per noi

49 esteticamente

50 pollice verde

51 petcare

52 ecostyle

53 hi-tech

55 designcornergiancarlo cutello, dal web al retail

56 arredoil tempio del relax

58 cotto e bloggatocreatività siciliana

59 parola di chef

60 globetrotter

62 happy hour

65 l’oroscopo

5 detto tra noi7 quellocheledonne...9 jelodicoaguia10 ci piace12 creative dentro

Un Sigillo sul futuro

16 da donna a donnamaria graziacucinotta«la mia vita da pioniera»

20 cinemaMade in sicilya venezia 70

24 sicilianemanuela venturafederica lazzaramiriam leoneviviana mazza

26 elita schillaci«i nostri businessangels al fianco dei giovani»

28 maria costaquella poetessatra scilla e cariddi

30 francesca raciti«la voce di noi donnesi sentirà forte»

32 adriana santonocitoenrica arenale arance? con noitorneranno di moda

34 roberta rapisardi«per me tuttoè possibile»

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L’ODIO È LA STRADA PIÙ SEMPLICE: SE SCEGLIESSI L'ODIOSAREI UN UOMO PEGGIORE DI PRIMA, PAGHEREI DOPPIAMENTEQUESTA ESPERIENZADomenico Quirico (giornalista sequestrato in Siria e libera-to dopo cinque mesi) “Ballarò” RaiTre, 10 settembre 2013

PAROLEPAROLE

_

NON MI INTERESSANO LE CRITICHE NEGATIVE. CON IL TWERKING HO FATTO LA STORIA Miley Cyrus, intervista su Mtv, 6 settembre 2013

detto tra noi

4 SERVE RILANCIO O FINIREMO ROTTAMATI COME LA CONCORDIATito Boeri, “La Repubblica”, 17 settembre 2013

FARE L’AMORE È BELLO A 18 ANNICOME A 40. OGNI GIORNO SCOPRIQUALCOSA. AD AVERCI IL TEMPOValeria Marini, Vanity Fair, 4 settembre 2013

LA MAFIA È TORNATA AD ESSERE PIÙ VELOCE DELLO STATO E SI È ORGANIZZATA PER OFFRIRESERVIZI EFFICIENTI: FORNISCE LIQUIDITÀ AGLI IMPRENDITORI IN DIFFICOLTÀ, SI OCCUPA ANCHE DELLE TRATTATIVE SINDACALI Antonello Montante (presidente Confindustria Sicilia) “La Repubblica”, 6 settembre 2013

QUELLE STORIECHE INFONDONO NUOVA FIDUCIAdi gianluca reale

I POLITICI ODIERNI, PUR ESSENDO ONNIPRESENTI, INVADENTI E PARECCHIO PESANTI, RIESCONO A ESSERE CONTEMPORANEAMENTELONTANI, LONTANI, LONTANI. UNO STATO NELLO STATOGigi Proeitti, “Il fatto quotidiano”, 4 agosto 2013

«ALLE DONNE VOGLIO DIRE: SAPPIATE CHEOGNI ATTO DI VIOLENZA SUBITA NON DIPENDEMAI DA VOI CHE AMATE L’UOMO SBAGLIATO MA DA LUI CHE LO COMMETTE»Lucia Annibali, sfregiata dall’acido il 16 aprile scorso.“Corriere della Sera - La27ora” 20 giugno 13

Se è vero che possiamo imparare a lavorare sul no-stro cervello per accrescerne le prestazioni e orien-tare i nostri atteggiamenti, trasformandoli da di-struttivi in costruttivi, allora le donne mi sembranoavere forse una marcia in più degli uomini. A infor-

marmi di questa frontiera della neuroscienza è stata laprofessoressa Elita Schillaci, nel corso dell’intervista che poteteleggere su questo numero. Lei è rimasta folgorata da questa pro-spettiva e probabilmente ha ragione. Se imparassimo a lavoraresul nostro cervello e dunque sui nostri atteggiamenti e di conse-guenza sui nostri comportamenti, non potremo che migliorare.Poi, a scorrere le pagine e i contenuti di questi numero di Sicilia

in Rosa, mi sono reso conto che quelle che vi raccontiamo sonoproprio storie di donne a cui il cervello cammina veloce e chemolto hanno dato, continuano a dare e daranno a questa nostraSicilia e a questa nostra Italia. Le detenute che trovano un cammino e una capacità produttiva- e forse un nuovo senso alla loro vita - tra le mura carcerarie; leregiste siciliane che portano alla più prestigiosa mostra cinema-tografica d’Italia gli assurdi impuntamenti del carattere isolanoe le drammatiche storie di cronaca di casa nostra; le giovani che“inventano” un nuovo utilizzo delle nostre arance trasforman-dole in fibre tessili e facendole scampare alla triste fine del ma-cero; la poetessa che è divenuta un “patrimonio” riconosciutodella nostra cultura; la giovane politica che si pone l’obiettivo dilavorare per cambiare Catania; l’architetto che lavora per rifareil reparto di oncologia pediatrica di un ospedale; la professores-sa universitaria che spinge sull’acceleratore per fare trovare aigiovani la loro strada, senza attendere che le cose piovano dal-l’alto, ché tanto non piove quasi più niente; le atlete che del lo-ro talento, abbinato alla passione e al sacrificio, fanno un esem-pio per chi punta a raggiungere dei traguardi nello sport comenella vita; le tante siciliane che sono l’humus su cui questa ter-ra può e deve scommettere per provare a risorgere. Di tutte queste storie mi ha colpito l’amore per la Sicilia, per ilsogno per cui ci si adopera, per quella speranza di essere impor-tanti per sé e per gli altri, per una comunità che ha bisogno disenso di condivisione, di insieme e che non può più continuarea coltivare quel senso di “spirtizza” e impunità, credendo di ca-varsela sempre e comunque. Tutte queste donne, con le loro vi-te e il loro darsi da fare, ce lo insegnano. Per questo i loro atteg-giamenti costruttivi sono per tutti noi un motivo per guardareavanti con fiducia.

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La domenica mattina, per molti anni, le mie scelte erano due, en-trambe in bianco e nero: le Simpatiche canaglie o Riccioli d’oro.Già, la ricordate Shirley Temple? Quella bambina arguta e sapu-tella, con le guanciotte da puttino e il sorriso ammiccante, che di-ventò negli Anni Trenta il simbolo dell’America del New Deal. Cer-

to allora non immaginavo cosa ci fosse dietro. Oggi è l’anziana signora Black,molto amata negli Stati Uniti anche per la sua attività di diplomatica (sì, èstata pure ambasciatrice); e sono pochi quelli che possono vantarsi di averdato il nome a un cocktail e di stare in un quadro di Dalì (nella foto in alto,eccola in “Il più giovane mostro sacro del cinema”, del 1939).Ma attenti a farla facile: la piccola Shirley, come ha scritto nella sua auto-biografia “Child Star”, non ha avuto un’infanzia tranquilla. Correggo: non haproprio avuto un’infanzia. I suoi riccioli d’oro? Falsi, frutto di estenuanti se-dute all’acqua ossigenata. Erano sempre 56, diventarono 57 per coprireun’abrasione sulla fronte. Un’idea, quei boccoli da tortura, della cara mam-mina, la stessa che, insieme all’adorabile papà, la trascinava già a due annida un’audizione all’altra. Il loro obiettivo fu raggiunto: nel 1941 Shirley ave-va già guadagnato 41 milioni di dollari, puntualmente dilapidati dai genito-ri. Alla fine, a Riccioli d’oro è andata meglio di tanti altri: meglio di Judy Gar-land, talentuosa sin da piccola, da adulta fatta a pezzi da alcol e barbiturici.O di Michael Jackson, una vita segnata dalle pressioni del papà manager Joe,dispotico e violento sin dai tempi dei Jackson 5.La lista delle mini-star su cui il peso della fama e le pressioni degli adultihanno avuto effetti devastanti è parecchio lunga. A partire dai miti televisi-

vi degli Anni ‘70 e ’80: Adam Rich, il piccolo Nicholas della “Famiglia Brad-ford”, abbandonò la tv a causa di problemi di alcolismo e dipendenza dalledroghe. Dietro l’idillio familiare della serie “Il mio amico Arnold” una seriedi drammi: il protagonista Gary Coleman, affetto da una malattia che lo co-stringeva a dialisi quotidiane nell'ambulatorio che affiancava il set, fu tradi-to dai genitori adottivi e dall'agente, che gli rubarono i guadagni a sei zeri.La “sorella” acquisita Kimberly (Dana Plato) è morta per overdose di farma-ci, dopo anni di eccessi e droga. Vita dissoluta anche per Erin Moran, JoanieCunningham di “Happy Days”. E che dire degli ex piccoli divi Drew Barry-more e Macaulay Caulkin? Anche Miley Cyrus è stata una bambina prodigio: gli occhioni chiari e la vo-ce della sua Hannah Montana hanno fatto incassare milioni di dollari allaDisney e a mamma e papà, peraltro suo manager fino all’altroieri. Adessoche è cresciuta fa le bizze: dopo la sua esibizione scandalo agli Mtv VideoMusic Awards, grazie alla quale tutti sappiamo cos’è il twerking (per chi selo fosse perso: un frenetico tribale scuotimento del didietro), Miley si è mo-strata nuda nel video della sua Wrecking Ball. A cavalcioni su una palla dademolizione, prova a fare la sexy leccando arnesi da cantiere. Lei sostiene diaver “fatto la storia”. Molti gridano allo scandalo: Miley-Hannah, mito degliadolescenti, è accusata di trasmettere un messaggio inaccettabile di sfrutta-mento del corpo e un’idea distorta della sessualità. Chissà chi ha ragione.Certo è ben strano questo perbenismo a singhiozzo. Miley non può sfrutta-re il proprio corpo, ma finché erano gli adulti a sfruttarla, a decidere (e adarricchirsi) per lei nessuno in fondo aveva da ridire.

SE L’EX bimba prodigioSI DÀ AL TWERKING

CONTROCORRENTE

di paola pasetti

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MUMBLEMUMBLE

di Maria Enza Giannetto

quellocheledonne(non)dicono

I l tutto è avvenuto in pompa magna come si confà a certe notizio-ne. Una bella conferenza stampa con cui il presidente del ConsiglioEnrico Letta e il ministro all’Istruzione Maria Chiara Carrozza hanno

presentato, il 9 settembre scorso, i punti principali del decreto leggesulla scuola. Dal primo istante non ho potuto fare a meno di pensareche parlare delle novità per il nuovo anno scolastico appena due giorniprima dell’avvio alle lezioni, sia stato, diciamo tardivo. Così come an-dare a dire ai genitori che, quest'anno, possono anche comprare i libriusati e di edizioni precedenti quando tutti sanno che almeno i genitoridei ragazzi delle scuole secondarie i libri li hanno già comprati o quan-tomeno prenotati. Insomma una “elargizione” da parte del governo dicui non molti potranno beneficiare. Per non dire di come, inserendouna parte “esercizi” nei libri di testo, di fatto, le case editrici abbiano difatto già reso inutilizzabili i testi scolastici per più di una volta. Scuole secondarie a parte, quello che tra le varie decisioni del Cdm miha fatto davvero rabbrividire è stata l’abolizione del bonus maturità. Enon solo nella sostanza ma anche nella forma in cui si è deciso di co-municarlo: a mattina inoltrata proprio mentre 84 mila ragazzi stavanofacendo i test di accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso.Una tempistica da manuale, non c’è che dire. E non perché le regolenon si possano cambiare, per carità. Credo, però, che ci siano normeda seguire anche nei cambiamenti. Quello che, però, mi ha fatto dav-vero riflettere è la sostanza di questa cancellazione: in pratica si diceai ragazzi “non importa quanto vi siate impegnati o meno nel corso dei

cinque anni delle superiori, tanto siete tutti uguali”. Sì, certo, i giovanisono tutti uguali di fronte al diritto allo studio e a tutti i diritti ma lo sonoanche di fronte ai doveri. Per questo, ritengo profondamente ingiustonon tener conto dei sacrifici che alcuni maturandi hanno fatto proprioper ottenere quel quid in più. Sarò pure un po’ arcaica ma a me piace ancora pensare che la meri-tocrazia esista e che a quegli studenti che hanno sgobbato e messo illoro dovere scolastico prima di tutto dovrebbe essere riconosciuto unpremio. Soprattutto quando vengono messi di fronte a dei test da cuidipenderà, probabilmente, gran parte del loro futuro. Nessuno negache alcuni giovani che alle superiori non si sono distinti per grandi voti,spesso, all’università dimostrano di essere davvero in gamba. Io, però,continuo a pensare che a chi si è dato più da fare dovrebbe essere ri-conosciuto un merito. Non un regalo ma una spinta che dica loro chegli sforzi vengono riconosciuti. E pensare che il ministro Carrozza haparlato di questa cancellazione come di una soluzione equa. Per menon c’è nulla di più iniquo che azzerare il merito di chi ce l’ha. Se poi afarlo è proprio un governo che, in queste settimane, è tenuto sottoscacco da chi pur di non pagare il suo debito con la giustizia, parla diricorsi alla Corte di Strasburgo e di legittimità di leggi già approvate, lacosa mi fa ancora più adirare. La giustizia prima di tutto... ma mi augu-ro che quella valanga di ricorsi - che il ministro non teme ma si aspet-ta in quanto si tratta di “un’abitudine italiana veramente brutta” (cit) -stavolta arrivi davvero.

CANCELLARE IL BONUS MATURITÀ È INIQUO E DEMOTIVANTE

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Si va perdendo la buonacreanza di dare del lei. In no-me, chissà, di una spessonon auspicata informalitànei rapporti personali. La co-

sa, già di per sé irritante, diventa malco-stume quando si dà del tu ad uno stranie-ro. Qualcuno non ci fa caso, qualcuno abboz-za, qualcun altro, invece, s’incazza. Aven-done, a mio avviso, pieno titolo. Tanto piùche, se nessuno mai s’azzarderebbe a da-re del tu ad un tedesco di 50 anni mai vi-sto prima, non riserva altrettanti riguardiad un bengalese (o cinese, o maghrebinoche sia) di pari età. Sol perché il famigera-to tu è destinato al cittadino di un Paesepovero, immigrato in Italia per lavorare.

Gli s’impone il tu, anche se è molto beneducato e ben vestito, se si rivolge al suointerlocutore italiano dandogli rispetto-samente del lei. Quando si fa notare chequest’intimità non è gradita, che non s’èmai condiviso alcunchè, che è meglio tor-nare al buon vecchio lei, allora la scenadiventa surreale: “Ehm … cioè no … quidiamo del tu per simpatia, non certo permancanza di rispetto. Però se tu… cioèno, lei, allora…epperò in inglese si dà delyou che è come il tu”. Va da sé che il nostro italiano non sa untubo d’inglese, ignorando anche che you èsemplicemente lei, anche se si parla adun amico. Perché il cosiddetto tu, s’usasolo in antico inglese con il pronome“thee”, in preghiera e in poesia. Insomma,

la toppa è peggio del buco. L’ignaro s’ar-rampica sugli specchi, ma schiaccia unacacca – metaforica, s’intende – dopo l’al-tra. Perché questo discriminante tu, hauna sola ragione: xenofobia travestita dapelosissimo paternalismo neo-coloniale.Come quando al bar si serve il caffè in unbicchierino di plastica, anzicchè in tazzi-na; o si avverte l’acquirente - straniero,beninteso - che quel certo paio di scarpe,scelto per il figlio presente, è sicuramen-te troppo caro per le sue possibilità. Agliimmigrati accade tutti i giorni. Anche nel-le nostre, presumibilmente accoglienti,città meridionali. Se proprio siamo incapaci d’esser cortesi,allora diamoci del coloro. In attesa di par-lare con i verbi all’infinito.

PER FAVORE, MI DIA DEL COLORO

Chi dice donna...di karen basile

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BELEN E STEFANOCOME RENZO E LUCIA?

Poveri Belen e Stefano de Martino. Doveva capitare pro-prio a loro che ben due preti, Don Roberto Cavazzan ePadre Marco Pozza (detto don Spritz) si rifiutassero di

impartire il Sacramento del matrimonio: “Troppo clamore,hanno spiegato i prelati, attorno ad un evento che non è unacarnavalata”. Eppure, questi dinieghi, sembrano davvero in-comprensibili perché i due promessi sposi, proprio comequelli di manzoniana memoria, si amano e si dicono credenti,cattolici. Certo, di questa unione si è letto da tempo, ognigiorno sui giornali, siti, tv; fiumi di parole che hanno descrittonel dettaglio tutto il possibile. Passo dopo passo la scalettadell’evento, organizzato in maniera impeccabile da una superwedding planner ingaggiata per l’occasione: dal menù ai fuo-chi d’artificio di mezzanotte. E, poi il dopo cerimonia, le fon-damentali scarpe “ballerine” omaggiate a tutte le signore, pergodere comodamente del party. La lista degli invitati, quelliche hanno declinato, il vestito, lo stilista che l’ha disegnato, igioielli, la torta. Ora, magari, penserete che è tutto merito diun ottimo ufficio stampa o, come al solito, colpa dei giornali-sti ma, è stata la stessa sposa ad ingaggiare una troupe chel’ha seguita come un’ombra, per realizzare una docufiction. Di certo, non avrà pesato sul niet di Padre Cavazzan, ilfatto che i promessi sposi si erano presentati in chiesaaccompagnati da un fotografo. E non sarà stato nemmenocosì importante per Don Pozza che la coppia non sia riuscitaa garantirgli un incontro privato, almeno un giorno prima delfatidico si. Mio Dio, quanto sono pesanti certi religiosi; civai per un problema pratico, loro, invece, ti parlano di va-nità e se butta male, ti leggono pure l’Ecclesiaste. Addi-rittura, conosco un prete a Catania, che ad una mammache gli chiedeva quanto tempo durava il periodo di cate-chismo, rispose lapidario: “Per tutta la vita, signora!”.

IL PESCE FUOR D’ACQUA

di gennaro giacobbeDE GUSTIBUS

di rita la rocca

QUEI “PICCOLI” UOMINI CHE GIOCANO ALLA GUERRA

Una casa in periferia, ma non troppo, in una zona silenzio-sa e immersa nel verde. Un paradiso, penserete. E inve-ce no. O almeno non sempre. Perchè da qualche setti-

mana a svegliarci sono i colpi di fucile dei cacciatori che hannoeletto le campagne del circondario a loro riserva personale. Ecosì per mettere il naso fuori di casa dobbiamo apettare checessino quei boati, a volte così vicini che sembra di stare a Da-masco piuttosto che nella provincia catanese. Accertato chesparare a così breve distanza dal centro abitato è un reato pe-nale, mi chiedo di quali distorsioni mentali si deve soffrire perprovare gusto nell’imbracciare un fucile e togliere la vita a coni-glietti e quaglie. E mi chiedo anche come si possa definire sportun’attività che rivela tanta “piccolezza” mentale e morale, perchésolo un piccolo uomo ha bisogno di un fucile per affermare lapropria virilità e nutrire il proprio ego. E che dire poi di quellaschiera di mentecatti (proprio non riesco a trovare un terminepiù adatto) che trascorrono il tempo libero “giocando” alla guer-ra? La chiamano softair questa “istruttiva” attività ludico-recreati-va, ma di “soft”, in realtà, ha ben poco. Perché quella che i “gio-catori” simulano è un’atrocità che in tante parti del mondo mas-sacra (sul serio) donne e bambini, provoca devastazione e soffe-renza e uccide la speranza di milioni di persone. Di fronte all’i-diozia di questi bamboccioni conciati da marines intenti a sparar-si pallini di gomma, mi chiedo come si possa avere così poco ri-spetto della vita e di chi la perde ogni giorno a causa di bombe,granate e proiettili? Per questi “piccoli” uomini ho un solo consi-glio. Se proprio vi piace tanto la guerra, andate a farla dove c’èdavvero. Forse, al vostro ritorno, preferirete giocare con i Lego.

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+jelodicoaguiala posta di guia jelo

scrivete a [email protected] 095 8166139

«Se la redazione mi ha invitato a rispondere alle vostre lettereimmagino sia perché conosca la mia sensibilità e il mio culto peril prossimo. Ma, forse, non sa quanto io sia tollerante con l’u-manità. L’uomo è fragile ed è per questo che va seguito e soste-nuto dagli angeli che possiamo esser tutti, cioè gli altri; nellasua fragilità c’è la forza! Con tutto il mio cuore, sempre».

Guia

Cara Guia, ti chiedo consiglioperché vorrei che mio mari-to, che ti legge con attenzio-

ne, mi desse ascolto. La situazione èquesta: viviamo in una palazzina la-sciata da mio suocero a mio marito ea i miei cognati, con un appartamen-to ciascuno. Una grazia di Dio, certo.Ma da anni viviamo un inferno. So-pra di noi, infatti, vive uno dei mieicognati con moglie e figli. Dall’inizioabbiamo avuto i “classici” litigi con-dominiali: sciocchezze, che però so-no finite anche con aggressioni ver-bali e fisiche ai nostri danni e, nei ca-si più gravi, hanno richiesto l’inter-vento delle forze dell’ordine. Abbia-mo scelto di sopportare in silenzio, eper anni abbiamo subìto per amoredella pace (e della famiglia). Tutto èfilato liscio per un po’. Adesso, però,è successa una cosa gravissima: miocognato ha picchiato selvaggiamen-te mio figlio, appena maggiorenne,nell’androne del palazzo. È interve-nuta per l’ennesima volta la polizia,ma nulla è cambiato e noi viviamo in

un clima di terrore.Io me ne voglio an-dare, voglio tirarfuori i miei figli daquesta situazione.Mio marito, però,ne ha fatto unaquestione d’orgo-glio. Dice che quel-la è la casa che gliha lasciato la buo-nanima di suo pa-dre e che non è luiche se ne deve an-dare, ma semmaisuo fratello e sua cognata. Che devofare? Come devo fargli capire che èmeglio tirarcene fuori prima chesucceda qualcosa di irreparabile?

Lettera firmata

Cara lettrice, io ho cominciato tre annifa circa a scrivere su questa, tanto dame amata, rubrica, rispondendo ai vo-stri quesiti, con tanto senso di respon-sabilità e serietà ...sì! ma con cenni

che, partendo dal mio cuore e dal miomodo confidenziale di essere e di rap-portarmi con l'umanità, sono un po’scanzonati, amorevolmente e seria-mente sì, ripeto, ma spesso con ironiaa un tempo stesso!Ora però qui le faccende si fanno se-rie... purtroppo non sei la prima, infat-ti, a sottopormi problemi gravi peravere consigli. Io però, questa volta, fa-cendo appello al mio lato razionaleprima di quello emotivo, ti dico che

vorrei che tu e tuomarito, oltre allapolizia e alla bene-merita (che si am-mazzano di lavorosempre per tuttinoi!) chiamata nel-l’acuto, in fretta esenza un esposto...vi rivolgeste, e infretta, ad un bravoavvocato penalista,per una saggia e in-dispensabile consu-lenza legale e ciò ti

sarà di grande e valido aiuto e soste-gno.E adesso, però, passo al lato emotivo e,con la parte del cuore, chiedo a tuomarito, che saluto con sincero affetto eche ringrazio per la sua stima che milusinga e mi fa sentire vicina a voi, dirivolgere la sua attenzione a questafrase della tua lettera e al mio com-mento: “Abbiamo scelto di sopportarein silenzio, e per anni abbiamo subìtoper amore della pace (e della fami-

glia)”. Ma quale pace scusa? E la chia-mi pace questa? …E quale famiglia,scusa? Per amore forse della palazzi-na?! ...e che ve ne fate di una bella pa-lazzina dove vive un demone? Scusa seti inquieto, ma voglio scuotervi! Sop-portare in silenzio? Ma è assurdo! E al-lora ti dico, con la mia solita veemen-za: se qualcuno (non ne parliamo poise addirittura è lo zio!) e per "stronza-tine" condominiali, torce anche solo uncapello a mio figlio, io, dopo la sacro-santa reazione e denuncia, per la pace- la mia di pace! - vado via! via! e mivado a cercare il mio paradiso lontano,ma tanto lontano dall'inferno!Affittatela questa "casetta in Canadà"piena di dolore, cara amica e caro ma-rito, e presto, rassicurando, così, di si-curo, il povero papà che, secondo me,approverebbe, da buon padre, per al-lontanare il tizzone acceso ed evitareil fuoco... prima che sia troppo tardi (eciò mi fa terrore dire!) cosi quello zio"malato" e violento, addirittura “sel-vaggio” avrà la possibilità, per un tuborotto o una macchina posteggiata ma-le... di prendersela con estranei e feriredi dentro e fuori esseri umani con cuinon si sono mai potuti e dovuti amare!O magari, vendetela! Per poter vende-re l'anima agli angeli, sperando su unabrutta fedina penale dell'acquirente,in modo da offrire a questi "zietti" unavicinanza a loro più congeniale!E proprio cosi anzi potrai salvare la fa-miglia, la tua! Che sarà, penso e credo,quella di Abele e non di Caino!

Con tutto il mio cuore. Guia

uno zio violento CHE PICCHIA IL NIPOTEPER STUPIDE QUESTIONI CONDOMINIALI. MEGLIO ANDAR VIA E RIVOLGERSI A UN BUON AVVOCATO

ALLONTANATEVIDA QUEL DEMONE

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Una App per scegliere gli studi. Si chia-ma CosaStudio ed è una App gratuita (disponibilesu sistemi Android) che aiuta gli studenti a sce-gliere il corso di studi universitari. L’applicazione,progettata da tre sviluppatori siciliani (FrancescoGrasso, Davide Agostini e Milena Aliberti) ripropo-ne sul mobile quanto è possibile trovare nella se-zione CosaStudio del portale Ustation.it. Un moto-re di ricerca che in tre semplici step seleziona icorsi più vicini alle attitudini dell’utente; un simula-tore dei test d’ammissione all’Università che per-mette di allenarsi nella prova vera e propria o neiquiz per singola materia; tante informazioni sull’u-niversità e su come fare la scelta giusta e infine l’Universitometro, unaclassifica comparativa degli atenei italiani con la possibilità per l’utente didare un voto alla propria università. Dunque, un valido strumento di orien-tamento che può essere d’aiuto a tante future matricole.

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CI PIACE

PALERMO, CITTÀda MATRIMONIO

Nessun Dorma, webradio contro le mafie. Si accende la ra-dio europea antimafie. Una stazione multimediale che da Reggio Calabriaamplificherà storie, dibattiti sulle mafie sino a farle arrivare in Europa. Sichiama «Nessun dorma» ed è la prima web radio che si occupa del feno-meno della ‘ndrangheta. L’hanno concepita i ragazzi dell’Osservatorio sulla‘ndrangheta, guidati da Claudio La Camera. Il progetto è stato finanziatodall’Agenzia Nazionale Giovani nel quadro del program-ma «Gioventù in azione». Sarà una radio che informeràe chiamerà a raccolta tutti coloro i quali vorranno espri-mersi su questo fenomeno, diventato ormai internazio-nale. Il progetto che si concluderà il prossimo maggio,con lo svolgimento della settimana europea della gio-ventù, è frutto di uno studio che vede insieme anchela fondazione «Casa Memoria» di Peppino e FeliciaImpastato di Cinisi e Radio 100 passi di Palermo.

Palermo nella lista delle “desti-nazioni da matrimonio”. Paler-

mo “I Do” è infatti la nuova sfidadell'Authority del Turismo del Comu-ne di Palermo per inserire la città tra le“Destination Wedding” e cavalcare, co-sì, l'onda del nuovo fortunato trendche solo lo scorso anno ha condottopiù di 6 mila stranieri, per un fatturatodi oltre 315 milioni di euro, nella ro-mantica Italia nel giorno delle nozze. L’iniziativa è il frutto di un’idea attuatasinergicamente dagli Assessorati Turi-mo e Cultura, Servizi anagrafici e StatoCivile e Verde Pubblico. Obiettivo, in-tercettare nuovi turisti sia italiani chestranieri. D’altronde, il fascino dellacittà si presta a questo scopo. Per i futuri sposi forestieri, dunque,scelto il capoluogo siciliano come loca-tion della celebrazione nuziale, sarà

sufficiente inviare la richiesta con ilnullaosta rilasciato dal Paese di prove-nienza, quindi scegliere l’altare davan-ti al quale pronunciare (laicamente) ilfatidico “sì”. Il Comune ne mette a dis-posizione tre: la Chiesa sconsacrata diSan Mattia, la Real Fonderia (nella foto)

e, tra qualche mese, il Parco della Favo-rita. Proprio alla Favorita ogni coppiadi sposini potrà piantare un albero,simbolo di vita e fertilità, sottoscriven-do un vero e proprio contratto di ado-zione con il Comune. Tanto che ognianno, all’anniversario del matrimonio,il Comune invierà agli sposi auguri, fo-to e informazioni sulla pianta adottatae piantata nel giorno delle nozze. Dopo il registro delle Unioni civili l’o-biettivo è chiaro. Palermo si è lanciatasul wedding-marketing. Un filone turi-stico in grande ascesa. Una buona idea.

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Siracusa “sfida” Palermo per diventare Capitale europea della Cultura 2019 È ufficiale, Siracusa - con altre città del Distretto del Sud Est siciliano, giàpatrimonio dell’Unesco - si candiderà al bando per Capitale europea dellaCultura 2019. La decisione è stata presa dalla giunta municipale nei gior-ni scorsi e l’annuncio è stato dato dal sindaco, Giancarlo Garozzo. Il pro-

getto, nato nel 2012, va avanti e cresce dunque. Il dossier dicandidatura (che riguarda Siracusa e i territori delle provincedi Siracusa, Catania e Ragusa) dovrà essere presentato en-tro la scadenza del 20 settembre. Il tema scelto è “Frontieredi oriente” e l’amministrazione ha invitato tutte le categorieproduttive a dare un contributo di idee che rafforzi la propo-sta. In competizione c’è anche Palermo, dunque oltre agli sfi-danti internazionali, c’è pure un “derby” tutto siciliano.

CI PIACETurismo, accoglienza, solida-

rietà, integrazione, sviluppo,istruzione e naturalmente

innovazione sociale sono le parole-chiave che ispirano l’azione delnuovo Hub di Lampedusa, nato nel-l'Istituto Onnicomprensivo Luigi Pi-randello e “inaugurato” ufficial-mente alla fine di agosto, nonostan-te sia attivo già dallo scorso marzo.Con lo spazio/antenna Hub di Lam-pedusa si completa così il ProgettoEuro-South Hub - sostenuto dal P.O.Italia Malta 2007-2013 e che vede capofila il Dipartimento di Archi-tettura dell’Università di Catania - che ha portato la rete internazio-nale degli Hub (40 nel mondo) al centro del Mediterraneo, prima aSiracusa e adesso a Lampedusa. Con Hub Lampedusa, l’isola delle Pelagie può contare adesso su unospazio di aggregazione e di confronto a disposizione di tutta la comu-nità locale e interconnesso con la rete internazionale (the-hub.net), inprimis con Hub Siracusa dalla cui esperienza è nato. Obiettivo, inne-scare l’innovazione sociale in un’ottica di sviluppo sostenibile. Lo spa-zio è “guidato” da due donne, Mariella Rubino e Maxime Cambal e daun uomo, Rino Dragonetti. «Sull’isola ci siamo già fatti conoscere -dice Mariella Rubino - e credo che questo spazio possa essere moltoimportante perché a Lampedusa c’è tanta voglia di fare e ci sono tan-te idee». Dello stesso parere anche la preside del Pirandello, RosannaGenco: «Questo sarà il luogo per fare crescere idee ed esperienze. Diidee qui ce ne sono tante, possono diventare qualcosa di importante,ma vanno condivise». Quindi apertura verso le altre realtà del net-work per trasformare le idee in realtà. Come lo sono già alcune attivi-tà che Hub Lampedusa ha messo in atto: cineforum, mercatino per-manente, corsi di inglese, corsi di maglia e di cucito, corsi di informa-tica, di yoga, mentre in progetto ci sono incontri letterari e persinouna ludoteca rivolta alla comunità.

A LAMPEDUSAè arrivato THE HUB Maternità e sclerosi multipla,

un centro di supporto a Cefalù Un centro che offre assistenza e supportoalle giovani donne malate di sclerosi multiplanell’affrontare la maternità. È quello da pocoaperto alla Fondazione Istituto San RaffaeleGiglio di Cefalù, in provincia di Palermo. Sitratta di un ambulatorio in cui le pazienti so-no accolte non solo da un neurologo, che leaccompagnerà nelle fasi della malattia, ma anche da un team multidi-sciplinare composto da ginecologi, psicologi, esperti di counseling lavo-rativo. La “squadra” che offre questo servizio è guidata a Luigi Grimaldi,responsabile dell’unità operativa di Neurologia del Centro. «La sclerosimultipla non deve minare la femminilità e le potenzialità di chi si affidaalle nostre cure - ha spiegato Grimaldi -. Seguiamo le nostra assistitedalla scelta contraccettiva fino alla eventuale decisione di intraprendereuna maternità». All’ambulatorio si accede su prenotazione. (il numero ditelefono è 0921.920340, la mail: [email protected]).

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Il lavoro nobilita. Se si è in carcere, famolto di più: restituisce dignità, ri-scrive il futuro, regala prospettive in-sperate. Lo suggerisce l’ordinamentopenitenziario, che indica nel lavoro

l’elemento cardine nell’esecuzione dellapena, perché diretto al reinserimento so-ciale; più concretamente lo confermano idati del Dipartimento dell’Amministrazio-ne penitenziaria: il rischio di recidiva - ecioè di tornare a deliquere e ritrovarsi die-tro le sbarre - è del 10 per cento per i de-tenuti che lavorano durante il periodo didetenzione e dell’80, invece, per chi escedal penitenziario nelle stesse condizioniin cui era entrato, cioè senza aver lavoratoe assunto una qualche competenza.Nasce anche da questi numeri “Sigillo”, ilnuovo progetto del Dap con cui il Mini-stero di Giustizia, che ne detiene il mar-chio, abbandona la logica del patrocinioper sposare una politica di brand. “Sigil-lo”, quindi: una nome che sa di ceralacca,di patto da rispettare. Nei fatti, la primaagenzia nazionale di coordinamento del-l'imprenditorialità delle donne detenute.Certificherà la qualità e l'eticità dei pro-dotti, principalmente tessili, realizzatinelle sezioni femminili di alcuni dei piùaffollati penitenziari italiani e ne curerà lestrategie commerciali e di comunicazione. Un progetto di genere, rivolto alle detenu-

te donne, nato dall’esperienza maturataall’interno di diversi istituti penitenziari eche ha coinvolto decine di detenute: oggimolte di loro sono già regolarmente as-sunte da diverse cooperative sociali, sannocucire e interagire con creativi, designer,esperti del mondo del fashion e del tessi-le, realizzano ogni giorno gadgets e capid’abbigliamento distribuiti sul mercato.Hanno confezionato, come la cooperativasociale Alice e la Sartoria San Vittore, co-stumi per la Scala di Milano, toghe per imagistrati, vestiti e borse per brand come

Etro e Borsalino, ma anche abiti per casedi produzione e pubblicità per Rai e Me-diaset. Cinque le cooperative sociali che hannofirmato “Sigillo”, e che si sono distinte percapacità imprenditoriali in vari istituti pe-nitenziari: Alice e Camelot (San Vittore eBollate a Milano), Uno di Due (carcere Lo-russo-Cotugno di Torino), Officina Creati-va e 2nd chance che hanno creato il mar-

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di paola pasetti

creativedentro

Un Sigillochio "Made in carcere" e che operano neipenitenziari di Lecce e Trani. Accanto a lo-ro, anche l’esperienza manageriale delconsorzio Sir - Solidarietà in rete e il sup-porto della Banca prossima e dell’univer-sità Bocconi di Milano. «Il nostro primo obiettivo - spiega LuisaDella Morte, direttrice dell’agenzia - ri-mane l’incremento dell’offerta occupazio-nale per le detenute. Ma dobbiamo forni-re nuovi strumenti professionali alle im-prese sociali affinché siano in grado diconsolidarsi e crescere sul mercato».Le donne detenute in Italia sono 2834(dati al 31 agosto 2013) di cui 153 in Sici-lia. Benché più della metà sappia cucire,solo il 5 per cento può contare su vere eproprie opportunità lavorative offerte daaziende e imprese sociali. «L’idea di Sigillo - racconta Caterina Mico-lano, responsabile dell’area Comunicazio-ne e marketing dell’agenzia - è nata quat-tro anni fa dal confronto attorno a un ta-volo del Dap. Ci siamo resi conto che in di-versi istituti penitenziari avevamo tanteesperienze valide ma che non riuscivanoad arrivare agli interlocutori giusti, un po’perché mancavano gli strumenti un po’perché, come capita spesso nel sociale,mancava la cultura imprenditoriale. E al-lora ci siamo detti: forse sarebbe il caso dicambiare mentalità. Il ministero devescendere per strada e spingere le coopera-tive a parlare il linguaggio imprenditorialee quindi ad essere competitive. In sostan-

«la donna in carcerePAGA UN DOPPIO O TRIPLO ISOLAMENTO E HA OPPORTUNITÀ DI LAVORO MOLTO RIDOTTE RISPETTO AGLI UOMINI»

SUL FUTURO

l’impresafemminile ENTRA IN CARCERE. UN MARCHIODEL MINISTERODI GIUSTIZIA GESTITO DAUN’AGENZIACHE METTE IN RETE E COORDINA LE PRODUZIONISARTORIALIDELLE DONNEDETENUTE.PERCHÉ DAL LAVORO NASCA UNASECONDAOPPORTUNITÀ

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za Sigillo chiede “qual è il tuo problema?Non sai comunicarlo?”. Ti offro consulenzee supporto per la comunicazione. Hai unalavorazione che è molto bella ma applicatasu un prodotto che non funziona sul merca-to? Ti metto a disposizione designer e stili-sti che te le correggano. In fondo si tratta diessere molto concreti».Un incubatore d’imprea a tutti gli effettiche può contare sulla consulenza di stilisti edesigner dell’Ufficio stile e prodotto e sullacollaborazione offerta da AltaRoma che conla sua presidentesa Silvia Fendi ha patroci-nato il progetto. «I brand di AltaRoma -contina Micolano - supporteranno il Sigillocon i loro stilisti, che adotteranno probabil-mente le nostre realtà. Siamo in fase di de-finizione: al momento sono 15 gli istitutiche hanno fatto richiesta di adesione al pro-getto e su questa base stiamo organizzandoi gruppi con cui iniziare la formazione. So-no già coinvolte attivamente invece, circa80 detenute dei cinque istituti già operativi,che sono la nostra base di partenza».Fino a pochi mesi fa tra le strutture coinvol-

te c’era la casa cir-condariale di En-na con la coopera-tiva sociale “Filo-dritto” e le sueproduzioni di fel-tro; partnershipvenuta meno sulnascere con lachiusura della se-zione femminiledel carcere adot-tata nell’ambitodella razionalizza-zione generaledelle strutture de-tentive. Al mo-mento, quindi,

nessun istituto siciliano fa parte del proget-to, ma le cose potrebbero cambiare presto:hanno presentato già richiesta di adesione,fanno sapere dall’agenzia, il carcere di piaz-za Lanza di Catania e il Pagliarelli di Paler-mo. «Oltre al dato numerico c’è un processoculturale che va attivato - sottolinea Cate-rina Micolano - anzitutto a partire dallacondizione delle donne in carcere. Essere

donna e detenuta è una condizione parti-colare, la donna in carcere paga un doppioo triplo isolamento e pure le opportunità dilavoro sono molto ridotte rispetto agli uo-mini. Quello che importa è vedere se il mo-dello funziona, che tipo di risposta ottienedal mercato, vedere se il profit proponecollaborazioe e ti ritiene credibile e soste-nibile». A dare coraggio e voglia di fare a questedonne sono le tante storie di detenute chehanno trovato nel lavoro la propria occa-sione di riscatto, l’opportunità di ridise-gnare una vita. Come Dora, una ragazzanigeriana arrestata in Italia per induzionealla prostituzione che in carcere ha impa-rato a cucire. «Quando ha scontato la suapena di otto anni - racconta la Micolano - le

abbiamo regalato una macchina da cucire.Lei l’anno dopo ha aperto la sua partita Ivae il suo mini laboratorio sartoriale con cuituttora conduce la sua attività e produce gliabiti per la comunità africana di Asti. Si èsposata, ha avuto un bambino, è una perso-na perfettamente reinserita e felice». Di storie virtuose ce ne sono tante. A parti-re dal laboratorio di Milano, che ha la dire-zione del progetto: lì le donne comincianoa lavorare da detenute e spesso continuanoall’esterno. Un percorso che continua, dun-que, e che in vari casi ha visto i brand dimoda assumere queste sarte conosciuteproprio durante il periodo di detenzione. «Si creano reali opportunità - tiene a sotto-lineare la Micolano - poi è la persona chesceglie. Quando un detenuto viene assuntoha un regolare contratto sindacale, ha ferie,contributi, diventa titolare di reddito. Unacondizione che dovrebbe mettere d’accor-do tutti perché un detenuto titolare di

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Il carcere ha stoffa da vendere. Questo lo slogan diSigillo, che vuole sottolineare le competenze svilup-pate dentro e fuori il carcere nei laboratori gestitidalle cooperative sociali. Storica è la capofila è “Ali-ce”, attiva dal 1992 nelle carceri di S. Vittore e Bolla-te di Milano. Una realtà che vanta collaborazioni im-portanti, da Armani a Etro a Borsalino, e che ha an-che lavorato per la tv e la pubblicità, dagli abiti delleVeline di Striscia la notizia, a quelli di Paola Cortelle-si per gli spot di un’acqua minerale. Da qualche an-no le sue sarte si sono specializzate in toghe e han-no pure un accordo con l’Associazione nazionale deimagistrati, con la Camera penale di Milano, Lodi, Tre-viso e altre città. Un successo che sembra non cono-scere crisi: neo laureati e magistrati di prima nominaordinano la loro toga via email alla cooperativa.

“EVASIONI” DI MODA

ALTA SARTORIA. Sopra e a sinistra foto scattate all'interno della Casa circondariale di San Vittore, a Milano. Sotto, il laboratorio del carcere Lorusso e Cutugno di Torino (foto www.progettosigillo.it)

reddito è tenuto a contribuire al costodel suo mantenimento in carcere, quin-di ne beneficiano in termini economici ladirezione del carcere, la collettività e ildetenuto stesso, che non ha gestione au-tonoma dei soldi ma ha un suo conto chesi ritrova quando esce e può decidere an-che di mandare dei soldi a casa. Il lavoroè importante a 360 gradi, sono questi ele-

menti che contribuiscono al successo diuna persona che non commette più reati.Non è tanto quello che ti insegno, ma ilfatto che insegno a vivere in un altro mo-do, ti insegno un mestiere ma soprattut-to ti aiuto mentre sei dentro a ricostruir-ti un ruolo all’interno della tua famiglia, equando esci riesci a pagarti i mesi d’affit-to anticipato, ad avere un patrimonio edessere utile alla tua famiglia. Penso a unasignora detenuta, che aveva un figlio incassa integrazione a cui riusciva a man-dare 400 euro al mese; penso alle mam-me, che anche dal carcere riescono a pa-gare i libri scolastici dei figli. Questo èimportante in termini di fiducia in sestesse ed è proprio ciò ch questo, in defi-nitiva, quello che un progetto come Sigil-lo vuole dare. L’obiettivo è svilupparel’imprenditorialità interna, metterequeste donne nelle condizioni di potersidire: ok, io posso farcela».

chiusa la sezionefemminile di ennaIN SICILIA L’AGENZIAPOTREBBE PRESTOCOINVOLGERE IL CARCERE DI PIAZZALANZA A CATANIA E IL PAGLIARELLIDI PALERMO

Caterina Micolano, direttrice Comunicazionee Marketing di Sigillo

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«In carcere c'e' un mondo che haidee e la gestione degli istituti puòsicuramente essere miglioratacon il lavoro. Ma bisogna portarele imprese dentro il carcere e noi

ci stiamo attrezzando per migliorare l’accessibi-lità agli istituti penitenziari da parte del mondoimprenditoriale». A parlare è Luigi Pagano, daagosto scorso il vice capo vicario del Dap, il Di-partimento dell’Amministrazione penitenziaria.Una vita, la sua, passata in gran parte nel mondodel sistema carcerario: ha iniziato a Pianosa, al-l’Asinara, ad Alghero; per 16 anni è stato diretto-re del San Vittore di Milano per poi passare areggere il Provveditorato della Lombardia. Infi-ne il Dap. Come mai avete voluto e finanziato un pro-getto di matrice imprenditoriale come “Sigil-lo”?«Il lavoro, come dice l’Ordinamento penitenzia-rio, è l’elemento trattamentale più importante

che noi dovremmo avere a diposizione per pen-sare al reinserimento sociale del detenuto. Que-sto progetto non nasce dal nulla, ma raccoglie leesperienze nate in diversi istituti. Esperienzeche, a dire il vero, rispetto a quelle che fannoparte dell’universo maschile sono sicuramentemolto più creative e molto più importanti sulpiano dell’espressione della personalità. Abbia-mo deciso di intervenire finanziando il progettoe coniando il logo Sigillo con l’obiettivo di met-tere insieme tutte le esperienze, per creare un fi-lo conduttore tra queste donne e che potesseprevedere poi un’espansione negli altri istituti e,ovviamente, anche all’esterno».è prevedibile che questo progetto di genereinauguri un modello ripetibile anche per i de-tenuti uomini?«Sì, lo speriamo naturalmente, ma il problema èun po’ più complesso perché i lavori sono tanti.Diciamo che la linea su cui ci stiamo avviando sututta l’attività del lavoro è un po’ questa e che di-

«SENZA LAVORO SI FA SOLO pedagogiaDELLA PAROLA»

Luigi Pagano, vice capo vicariodel Dipartimento dell’Amministrazionepenitenziaria. Per 16 anni è stato direttore del San Vittore di Milano

luigi pagano VICE CAPO VICARIO DEL DAP PARLA DELL’IMPORTANZA DI PORTARE LE IMPRESE IN CARCERE: «ANCORA POCHI I DETENUTI CHE LAVORANO E LA CRISIECONOMICA NAZIONALE NON AIUTA. DOBBIAMO RENDERCI APPETIBILI ANCHE PER IL MONDO DEL PROFIT»

di paola pasetti

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versi tentativi sono stati già fatti: sul sitoGiustizia.it c’è una vetrina con tutte le inizia-tive e i prodotti realizzati nei vari istituti. Ilproblema è che se si esce dall’ambito artigia-nale ci troviamo di fronte ad alcune difficol-tà. Sicuramente dovremmo fare un salto ul-teriore, cercare di fare impresa e di avere an-che un occhio sul mercato, magari valoriz-zando i prodotti di nicchia ma anche esten-dendoci un po’, perché una cosa è certa: sen-za lavoro quello che poi riusciamo a fare al-l’interno degli istituti diventa pedagogia del-la parola, ma non dà frutti».Il numero dei detenuti che lavorano, den-tro e fuori il carcere, rappresenta solo il 20per cento del totale. Come mai?«I problemi sono tanti e adesso si è pure ag-giunta la crisi lavorativa a livello nazionale.Fino al 1975 le aziende venivano volentieri incarcere perché si pagava poco, diciamo qua-si niente, il detenuto era forza lavoro gratis ele imprese in effetti coltivavano le pro-prie “fortune”. Ma con l’introdu-zione del nuovo Ordinamentopenitenziario, l’elevazionedella retribuzione a dueterzi dei contratti collet-tivi di lavoro ha portatogià di per sé una ridu-zione in generale.E seun detenuto dovesselavorare per un’impre-sa esterna dovrebbe es-sere pagato quanto unlavoratore libero. Nel2000 la legge Smuraglia hacercato di rendere un po’ piùappetibile il lavoro penitenziarioabbattendo gli oneri fiscali, ma ad oggi ri-mane comunque abbastanza costoso. Eccoperché stiamo cercando di capire se è possi-bile lavorare sul costo del lavoro, magari va-lorizzando l’elemento trattamentale». E poi c’è la questione irrisolta del sovraf-follamento, con 65mila detenuti nelle no-stre carceri.«Il dato sul sovraffollamento è sempre quel-lo. Gli strumenti ci sono per alleggerire il ca-rico, ma vanno utilizzati. Noi abbiamo moltidetenuti che potrebbero teoricamente aspi-

E-SHOPPING CON I DETENUTINon solo donne e non soloadulti. Ai detenuti nelle carceriitaliane si offre sempre più lapossibilità di una formazionenon solo nel campo tessile maanche in quelli agricolo, alimen-tare e artigianale tout court. Unarealtà che si mette in mostra at-traverso la vetrina di prodotti vi-sibile sul sito del Ministero dellaGiustizia (www.giustizia.it). Traquesti, a cercare tra gli istituti dipena siciliani, ci sono anche lecreazioni tessili della cooperati-va ennese “A mani libere” e idolci biologici “Dolci evasioni”della cooperativa L’Arcolaio chelavora con i detenuti della casacircondariale di Siracusa. E unpizzico - o meglio un sorso - diSicilia lo si può trovare anchenei panettoni artigianali "I dolcidi Giotto" realizzati nel carceredi Padova. Nel 2012 sono stati63.000 i panettoni sfornati dai30 detenuti pasticceri, declinatiin sette versioni: l'ultima è stataquella al Moscato di PantelleriaKabir realizzato con l'aziendaDonnafugata. Ottime le vendite,con un incremento rispetto al-l’anno precedente del 15 percento, e tra i clienti uno moltoparticolare: si tratta di Papa Rat-zinger, che nel 2012 ha acqui-stato 300 panettoni.

DONNE CONLA STOFFA.A fianco, prove in sarto-ria alla Casa circondarialedi San Vittore, a Milano.Nella pagina a fianco, don-ne al lavoro nel laboratoriodel carcere Lorusso e Cu-tugno di Torino (fotowww.progettosigillo.it)

rare alle misure alternative. Per esempio, ab-biamo oltre 15mila detenuti che rientranonei 18 mesi canonici e, quindi, potrebberoaspirare alla detenzione domiciliare. E ci so-no anche i tossicodipendenti, e sono tanti,che potrebbero scontare la pena fuori dalcarcere. E invece questo non succede. Il mi-nistero sta facendo una ricognizione per ca-pire cosa non funziona».

Il sovraffollamento riguarda so-prattutto gli uomini. E le don-

ne? In carcere hanno esi-genze specifiche legate al

genere?«Basti pensare alla ma-ternità e a tutto quelloche riguarda i rappor-ti con i figli. C’è giàuna legge specificaper le madri e noi stia-

mo lavorando su piùfronti: per aumentare le

Icam (l’istituto di custodia

attenuata per madri, ndr), perammodernare i nidi... Stiamo

pure vedendo se è possibile, d’accor-do con gli enti locali, creare case protette do-ve il figlio possa vivere un momento con lamadre, non tanto per la detenuta ma per ilbambino, perché possa stare lontano dall’at-mosfera penitenziaria, perché poi quella te laporti dietro. Ma, maternità a parte, ci sonotante altre esigenze, legate proprio al fatto diessere donna con un mondo assolutamentediverso da quello maschile. E diciamoci laverità: i problemi delle donne in carcere, peril loro numero molto ridotto rispetto agli uo-mini, sono sempre stati un po’ dimenticati».

«le donne in carcereHANNO ESIGENZE DIVERSEDA QUELLE DEGLI UOMINI, A PARTIRE DALLA GESTIONE DELLA MATERNITÀ. MA PER IL LORO NUMERO ESIGUO SONO STATE UN PO’ DIMENTICATE»

Il numerodelle detenute (al31 agosto 2013) è di 2834 donne,

intorno al 4 per centodella popolazione

carceraria italiana

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Tutto sommato avrebbe potuto accontentarsidi essere stata una Bond Girl. O d’essere ar-rivata ancor prima a Los Angeles con un ca-polavoro come “Il Postino”, cinque nomina-tion e una statuetta d’oro portata a casa per

la colonna sonora firmata da Luis Bacalov. E invece no:Maria Grazia Cucinotta ha preferito andare oltre. Oltre la sua bellezza, s’intende. La guardi, in quella suafisicità materna che sin dagli esordi le è valsa più di unparagone con Sophia Loren, e non ti trasmette nulla chenon parli di solidità. Nessuna crepa, nessuna concessio-ne al narcisismo fine a se stesso; in questo sì, simile al-la Sophia nazionale, determinata a costruirsi una carrie-ra tutt’altro che effimera. Quando il ruolo di Beatrice al fianco dell’ultima indi-menticabile interpretazione di Massimo Troisi le haspalancato le porte di una carriera internazionale, leinon si è lasciata sfuggire l’occasione. Alle spalle un belpo’ di gavetta - compresi la partecipazione a Miss Italiae l’approdo in tv con Renzo Arbore nel suo “Indietro tut-ta” - l’attrice messinese ha scelto di rimanere in quellagrande mecca del cinema che è Los Angeles, per studia-re, formarsi, imparare dai “grandi”. E c’è riuscita, senza rinunciare a tutto il resto. Attrice,sceneggiatrice, regista, è pure moglie e madre (è sposa-ta con l’imprenditore Giulio Violati con cui ha una figlia,Giulia) e da diversi anni si è affermata a livello interna-zionale come produttrice, apprezzata per l’attenzioneche dedica ai giovani talenti. Sua è la Seven Dreams Pro-

ductions, fondata nel 2006, e sua è pure un’altra eti-chetta indipendente, la Italian Dreams Factory, che lavede socia di Giovanna Emidi e Silvana Natili. Una vita piena di sfide professionali, che non le concedepause, a cominciare proprio dal suo impegno di produt-trice. Sono appena finite le riprese di “Maldamore”, filmdiretto da Angelo Longoni, con un cast italiano di tuttorispetto (tra gli attori, Luca Zingaretti, Luisa Ranieri,Ambra Angiolini, Alessio Boni e Claudia Gerini); unacommedia prodotta con Rai Cinema e Trentino FilmCommission e che vedremo nel 2014. Arriverà nelle sale a novembre, invece, “C’è sempre unperché”, diretto da Dario Baldi, commedia brillante chela vede coinvolta nella doppia veste di attrice e produt-trice e che, come tutte le prime volte, fa storia: è, infat-ti, la prima coproduzione Italia-Cina, girato tra la Siciliae Chengdu, capitale della provincia del Sichuan e con uncast metà italiano (Sergio Assisi, Valeria Marini, LuciaSardo, Ninni Bruschetta, Guia Jelo, Dario Veca) e metàcinese.La domanda è d’obbligo: perché proprio la Cina?«Perché è un paese meraviglioso, che sta crescendo mol-tissimo, e per di più non aveva mai aperto le porte all’I-talia. Mi divertiva l’idea di essere una sorta di pioniera,almeno dal punto di vista cinematografico. L’idea eraquella di riuscire a portare la Sicilia dentro la Cina e far-la diventare un po’ la terra dei sogni. È stata un’espe-rienza molto bella, che rifarei anche domani: all’inizioc’era un po’ di scetticismo da entrambe le parti, ma una

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da donna a donna

Maria Grazia Cucinotta

da messina a los angeles FINO ALLA CINA. LA CARRIERA DELL’ATTRICE SICILIANA, ORMAI APPREZZATA PRODUTTRICE, SEMBRA UNA SFIDA CONTINUA.L’ULTIMA SI CHIAMA “C’È SEMPRE UN PERCHÉ”, PRIMA PRODUZIONE ITALO-CINESE. UNA VITA IMPEGNATA ANCHE FUORI DAL SET, SUL FRONTE DEIDIRITTI CIVILI: «SE NON CAMBIAMO LE LEGGI, NON CAMBIEREMO LA MENTALITÀ»

«La mia vita DA PIONIERA»

di Paola Pasetti

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COME SOPHIA LOREN. È considerata una delle ultime diveitaliane, ambasciatrice della bellezzamediterranea nel mondo. Una carriera che ha preso il volo con “Il postino”. Bond girl in “007 Il mondo non basta”, Maria GraziaCucinotta è nota negli States ancheper le sue esperienze come produttrice di film come “All the Invisible Children” e “Last MinuteMarocco” (foto di Roberto Rocchi,abito Mariella Burani)

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da donna a donna

In che modo?«Di opportunità ce ne sono tante, ma poiti impediscono di fare quello che vuoi, ecosì la realtà uccide il sogno. In Sicilia cisono ragazzi meravigliosi, talenti fanta-stici: di recente sono stata premiata al Fe-stival di Salina, un evento fatto bene, or-ganizzato da ragazzi fantastici. Sono pic-cole iniziative che danno l’opportunità dipoter lavorare sul territorio senza doverabbandonare la propria terra e nello stes-so tempo portano glamour, pubblicità,fanno in modo che si riesca a commercia-lizzare il territorio attraverso l’arte».Dopo aver viaggiato tanto, come vedel’Italia?«L’Italia la idealizzi quando sei fuori, per-ché è veramente un paese meraviglioso, èunico al mondo. Io lo chiuderei tutto e di-rei: volete entrare in Paradiso?».Addirittura.«Quest’anno, approfittando del premio ri-cevuto a Salina, ho portato per la primavolta mia figlia a Lipari; sarà che era il pri-mo bagno a mare dopo dodici anni, la miaprima vacanza di cinque giorni, ma mi so-no commossa. Le cave di pomice e tuttaquella meravigliosa natura intorno che tioffre il lusso gratuitamente. Noi sicilianiabbiamo la fortuna di avere a portata dimano una grande ricchezza. Ma bisognadare spazio ai giovani, che hanno voglia di

fare, perché si sono stancati di morire difame con tre lauree. Bisogna lasciarli fare,invece la burocrazia in Italia è talmenteimpossibile che ci vorrebbero otto viteper riuscire a portare a termine un pro-getto». Messina, Roma, Los Angeles. Lei dove sisente “a casa”?«Casa è sempre a Messina. Dove c’è il miolettino con il materasso di lana, che senon ci sei abituato ti rompe le ossa. Unavolta che tu hai lasciato casa tua, tutte lealtre, anche le più belle del mondo, sonocase e basta. Certo, poi c’è casa di mia fi-glia, quella in cui io e mio marito abbiamocostruito la nostra famiglia. Ma casa dimamma è sempre casa di mamma».Torna spesso in Sicilia?«Il problema sono i collegamenti, faccioprima ad arrivare a New York. Per Milanoc’è un aereo ogni cinque minuti, inveceper scendere in Sicilia devo fare i saltimortali».Lei è andata via giovanissima per tenta-re la strada dello spettacolo: modella,valletta, attrice. Infine anche regista eproduttrice. In quale ruolo si sente piùa suo agio? «Nel mio percorso ho seguito quella cheera la mia crescita. Vero è che sono natacon Miss Italia, e mi è servito anche quel-lo. Ho avuto una gavetta lunghissima, main fondo ho avuto successo anche fintroppo presto. Quando sono andata a LosAngeles per la consegna degli Oscar nonmi rendevo nemmeno conto di quello chestava succedendo, ero talmente felice diavercela fatta, di essere riuscita ad avereun’indipendenza, che non ho capito finoin fondo l’importanza di quello che succe-deva intorno a me. Ma mi sono rimessasubito in gioco, sono rimasta per dieci an-ni a Los Angeles dove ho studiato e impa-rato a fare questo lavoro come deve esse-re fatto, e cioè con grande responsabilità;

volta risolti i problemi culturali e di fidu-cia è andato tutto benissimo». Alla Mostra del Cinema di Venezia ap-pena conclusa lei ha presieduto la com-missione del Best Innovative BudgetAward, dedicato ai film realizzati conbudget contenuti. Un premio in lineacon i tempi. «Si tratta di un premio collaterale dellacategoria Orizzonti istituito dal Consolatogenerale britannico di Milano e Uk Trade& Investment. Un’iniziativa importanteperché dimostra come si possa fare cine-ma di qualità anche con poco: per esem-pio “Medeas”, uno dei film premiati, èstato realizzato grazie a una colletta traamici». Qual è lo stato di salute del cinema ita-liano?«Beh, la crisi colpisce tutti, anche il cine-ma. Questo vuol dire che bisogna fare deifilm con un budget ragionevole e che gliattori devono prendere un cachet ragio-nevole, così da far lavorare tutti, tecnicicompresi». Alla Mostra del cinema di Venezia que-st’anno ci sono state due donne, due re-giste siciliane: Emma Dante con “ViaCastellana Bandiera” e Costanza Quatri-glio, con un lavoro fuori concorso, “Conil fiato sospeso”. Che ne pensa?«Nel nostro mestiere non ne faccio maiuna questione di genere, per me un arti-sta, se è bravo, è bravo a prescindere. Pe-rò che due siciliane siano arrivate a Vene-zia con i loro film è un fatto di cui vadoparticolarmente fiera, perché quando unsiciliano ce la fa, vuol dire che ce l’ha fat-ta due volte: a vincere il pregiudizio, an-zitutto, e poi a realizzare il proprio sognononostante il Sud».“Nonostante” il Sud?«Sì, perché il Sud non aiuta. È una terrameravigliosa, ma la mentalità uccide tut-to».

«Quando UN SICILIANO CE LA FA,VUOL DIRE CHE CE L’HA FATTA DUEVOLTE: A VINCERE IL PREGIUDIZIO E A REALIZZARE, NONOSTANTE IL SUD, IL PROPRIO SOGNO»

PROTAGONISTA ANCHE NEI SIMPSON. Pochi sanno che Maria Grazia Cucinotta ha ispirato il personaggiodi Francesca, moglie di TelespallaBob, e le ha prestato la voce nellaversione originale e in quella italiana

I FILM. Nata a Messina, Maria Grazia Cucinotta ha lasciato giovanissi-ma la Sicilia per fare la modella. Terza a Miss Italia nel 1987, fu scelta daRenzo Arbore per il programma “Indietro tutta!”. L’esordio al cinema ri-sale al 1990, con “Vacanze Di Natale '90” per la regia di Enrico Oldoini.Nel ‘94 ha interpretato Beatrice nel film diretto da Michael Radford “Il po-stino” al fianco di Massimo Troisi, ultima interpretazione dell’attore napo-letano. Come attrice ha al suo attivo una cinquantina di film per il cinemae 13 come produttrice. Tra gli ultimi, “C’è sempre un perché” (nelle sale anovembre) dov’è anche protagonista femminile, e “Maldamore”, comme-dia brillante che vedremo nel 2014. Nelle foto in alto, da sinistra: MariaGrazia Cucinotta in una scena de “Il postino” (1994); in “007 - Il mondonon basta” (1999); sulla Walk of Fame di Toronto, dove dal 2012 si posso-no vedere le impronte dell’attrice messinese.

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ho imparato a costruire un personaggio, acostruire una carriera. Quando sono rien-trata in Italia, spinta un po’ dagli eventi -ero rimasta incinta e mio marito non vo-leva spostarsi - ammetto che mi è venutoa mancare tutto quel mondo, quell’incre-dibile industria cinematografica in cui erostata immersa. In Italia purtroppo è tuttodiverso: non si è capito che il cinema tiaiuta a creare sogni, ti aiuta a pubbliciz-zare il territorio, i tuoi prodotti, la tua cul-tura, è un veicolo importantissimo. Guar-da gli americani: hanno americanizzato ilmondo attraverso il cinema».

E la televisione? Nella prossima stagio-ne la vedremo in qualche programma?«Per il momento non ho nessuna propo-sta, ma se dovesse arrivarne una interes-sante ci andrei. Una cosa la devi fare per-ché deve essere costruttiva per chi laguarda e per chi la fa. Arrivati a un certopunto non hai più bisogno di apparire, haipiù bisogno di costruire». Ma la guarda la tv?«Io sono una mangiatrice di televisione, diserie televisive in particolare. Passati i

«purtroppo da noiNON SI È ANCORA CAPITOCHE LA MENTALITÀCHE NON RICONOSCEIL MERITO DISTRUGGE,PERCHÉ PORTA A NONMIGLIORARSI. MA PRIMAO POI ANCHE QUILE COSE CAMBIERANNO»

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FASCINO MEDITERRANEO.Maria Grazia Cucinotta in unoscatto di Roberto Rocchi. Sotto,l’attrice alla 70a edizione dellaMostra del Cinema di Veneziaappena conclusa, in una fotopubblicata sulla sua pagina Facebook

siasi sia, perché credo che nessuno pos-sa e debba giudicare. Ma se non cam-biano le leggi, non cambia la mentalità.Prima si fa una legge che tutela i dirittie poi bisogna educare le persone: ibambini vanno educati sin da piccoli adavere rispetto per tutte le diversità, per-ché le persone sono tutte importanti. Leuniche persone che combatto e che nonmeritano pietà sono i pedofili. Per me,in quel caso, dovrebbero reintrodurre lapena di morte».Eppure le cronache parlano semprepiù spesso di omofobia, femminici-dio, pedofilia. Cosa sta succedendo se-condo lei?«Queste cose ci sono sempre state, forseuna volta non se ne parlava mai perchéc’era una grande paura. C’è sicuramentequalcosa che non va nel sistema, occor-rono leggi molto più severe. Secondome chi tocca i bambini non merita di vi-vere. Non parlo da madre, ma da perso-na che ha visto con i propri occhi i bam-bini vittime di pedofili. Abusare di unbimbo è come ucciderlo, lo rovini pertutta la vita. E pene molto più severe civogliono per i vilenti, per chi alza le ma-ni sulle persone più deboli, che sianobambini, anziani, disabili o donne». Tra pochi anni sua figlia avrà la stessaetà di quando lei ha lasciato la Siciliaper fare la modella. Che consiglio ledarà? «Nessuno. Ho imparato che se le cosenella vita non le vivi sulla tua pelle noncostruisci niente, l’esperienza te la de-vi fare da sola. Ma è fondamentale chesappia cos’è il bene e cos’è il male, equesto lo si trasmette non con un con-siglio, ma nell’arco di una vita».

primi dieci anni di mia figlia, in cui erocostretta a guardare con lei Disney Chan-nel e cartoni animati a oltranza, adessomi sono riappropriata dei miei spazi an-che televisivi». Come produttrice ha progetti per il pic-colo schermo?«Ci sono progetti per alcune serie, ma l’I-talia è un Paese strano, chissà. Vediamoquando passeranno certe logiche e ci saràun po’ più di meritocrazia. È l’unica cosache rimpiango dell’America: il metodomeritocratico, che fa lavorare benissimoin qualsiasi campo e fa costruire, spinge iragazzi a crescere e a credere che vince ilmigliore. Purtroppo da noi non si è anco-ra capito che questa mentalità che non ri-conosce il merito distrugge, perché portaa non migliorarsi. Ma prima o poi anchequi le cose cambieranno, è solo una que-stione di tempo». Lei è molto impegnata sul fronte dei di-ritti civili. Di recente è stata anche ma-drina del Palermo Pride. «Io combatto contro il pregiudizio, qual-

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cinema

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La 70esima edizione dela Mostradel Cinema di Venezia è stataprodiga di soddisfazioni per ledonne del cinema siciliano.Donne che hanno deciso di

guardare la realtà sistemandosi dietro lamacchina di presa. Palermo è la loro casa.Diverso il loro percorso che s’è incrociatotra le calli veneziane con un fattore comu-ne, la scelta di Alba Rohrwacher quale“musa” per entrambe le pellicole presenta-te al Festival cinematografico più impor-tante d’Italia. Per i pochi che ancora non losapessero, le due donne sono la talentuosae anticonformista Emma Dante, registateatrale alla sua prima esperienza da ci-

neasta, e Costanza Quatriglio, che si muovetra fiction cinematografica e documentariocon grande agilità. Due donne diverse peruna terra, la Sicilia, unica da raccontare. L’ha ben cristallizzata Emma Dante in ViaCastellana Bandiera, un western palermi-tano abitato da donne. Automobili al postodi cavalli, una strada a doppio senso invecedelle piste polverose, ma lo stesso sensoepico della battaglia che s’avviluppa negliistinti peggiori di ognuno ed è sempre allaricerca spasmodica di trovare qualcuno sucui “scaricare” la responsabilità per lavarsila coscienza. C’è rabbia, orgoglio e ostina-zione in questa tenzone. Sentimenti coiquali Emma Dante, che racconta meravi-

MADE IN SICILYA VENEZIA70registe. ENTRAMBEPALERMITANE, EMMADANTE E COSTANZAQUATRIGLIO HANNOPRESENTATO I RISPETTIVI FILM IN LAGUNA. DUE NARRAZIONI DISTANTICON UN’ATTRICE IN COMUNE: ALBA ROHRWACHER

di mariella caruso

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gliosamente quel sottobosco di impulsi edi emozioni universali che in una città co-me Palermo esplodono quasi senza filtri, saconfrontarsi senza eguali. Pur trovandosispesso in rotta di collisione con i suoi con-cittadini e i suoi corregionali che la amanoe la odiano quasi in egual misura. Condi-zione della quale Emma Dante, una donnache apertamente dichiara che del successonon le frega molto, è perfettamente (e for-se amaramente) consapevole. Ne è testi-mone la frase pronunciata a Palermo in oc-casione della “prima” nazionale di Via Ca-

stellana Bandiera. «A Palermo sono una dis-adattata, come peraltro tutti gli artisti del-la città, in un territorio in cui nessuno fa te-soro dei nostri disagi e delle nostre provo-cazioni – ha sottolineato la regista -. Nonsono stata sicuramente agevolata nella miacarriera artistica dalla classe politica. Apri-rò la stagione del teatro Massimo (conFeuersnot di Richard Strauss, ndr) e non sose sarò all'altezza del compito, ma sicura-mente Palermo dovrà anche essere all'al-tezza di avermi». Parole forti che fanno a pugni con gli ap-plausi che hanno punteggiato la “prima”palermitana e quella Coppa Volpi conqui-stata da Elena Cotta, l’attrice milanese82enne che – contro ogni previsione (an-

che quella di critica e pubblico che ha ac-colto in bilico tra silenzi e ovazioni laproiezione veneziana) – è stata premiatacome migliore attrice “sfilando” il ricono-scimento alla favorita Judi Dench. Un pre-mio - insieme a quello per la colonna so-nora e ai due premi Pasinetti assegnati dalSindacato Nazionale Giornalisti Cinemato-grafici Italiani a Elena Cotta e Alba Rohr-wacher (segnalata anche per Con il fiato so-

speso di Costanza Quatriglio) oltre alla can-didatura al Leone d’Oro per la cineasta pa-lermitana - che non ha lasciato indifferen-te Emma Dante. La stessa regista nel film èanche la coprotagonista, ovvero una delledue guidatrici che non cedono il passo inquesta stretta strada a doppio senso chenon è altro che una metafora della vita edelle scelte che ognuno di noi è chiamato afare. «In Sicilia quando facciamo le cose, lefacciamo sempre in modo strano – ha det-to sempre la Dante all’anteprima naziona-le -. Questo è un film che ha vinto il primopremio per la migliore interpretazione diun'attrice che non dice una parola e per lamiglior colonna sonora, anche se la musicaè solo nel finale». Tutto merito della co-struzione, quasi teatrale, di Via Castellana

Bandiera e dell’intensità del racconto trattodall’omonimo libro della stessa regista.

IL “CASO” FARMACIAPROCESSO IN CORSOComincerà il prossimo 20 dicembre la requisi-toria davanti alla terza sezione penale del Tri-bunale di Catania del processo ad otto perso-ne su presunti casi di inquinamento ambien-tale nella facoltà di Farmacia che, secondol'accusa, sarebbero stati provocati da sversa-menti nei lavandini dei laboratori di compostichimici. È questo il fatto di cronaca al centrodel film di Costanza Quatriglio, denunciatonel memoriale lasciato dal ricercatore Giusep-pe Patané, morto di tumore. La vicenda è finita in tribunale, anche se per isoli reati di disastro ambientale e gestione didiscarica abusiva e falso, negli anni dal 2004al 2007. Alla prossima udienza, però, a rappre-sentare l’accusa non sarà il titolaredell’inchiesta Lucio Setola, trasferito nel set-tore giudicante a Potenza. Al suo posto il so-stituto procuratore Giuseppe Sturiale. Per l’inchiesta per omicidio colposo e lesionicolpose, nata da uno stralcio dal fascicoloprincipale, la Procura ha invece chiesto al Gipl'archiviazione in attesa dell'esito del proces-so in corso, che rappresenta il presuppostoper potere sostenere un altro e ben più graveeventuale processo.

DUELLO. Nella foto a sini-stra Emma Dante ed Elena

Cotta (vincitrice della CoppaVolpi a Venezia 70) in una sce-na del film Via Castellana ban-diera: una sfida ingaggiata tra

le due per non cedere il passoalla macchina dell’altra. A de-

stra, Costanza Quatriglio

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Completamente diverso il racconto di Co-stanza Quatriglio che ha prestato la suavena documentaristica al suo Con il fiatosospeso, un film di soli 35’ che affonda lasua matrice nella cronaca. La cronaca dolo-rosa e drammatica che racconta della sto-ria di Emanuele Patanè, ricercatore dellafacoltà di Farmacia dell’Università di Cata-nia, morto di tumore nel 2003 e della sualettera denuncia sfociata in un processo acarico dei vertici di quella Facoltà per in-quinamento ambientale e discarica nonautorizzata. Il film, presentato fuori con-corso alla Mostra del Cinema di Venezia, èun autentico atto di accusa non tanto (esoltanto) verso i responsabili della mortedi Emanuele, ma verso un sistema, quellouniversitario, diventato una fabbrica didisillusione per coloro che vi s’impegnanodedicandosi alla ricerca. «Nell’università –ha spiegato la regista in una delle tante in-terviste rilasciate in occasione della proie-zione del film a Venezia - a volte si muoreanche psicologicamente. In questo nostroPaese negli ultimi anni si è persa comple-tamente l’idea di progettualità del futuro.C’è troppo cinismo, mentre nei ragazzi, neiricercatori e in questo film c’è amore perquello che fai, per la propria creatività, perla propria intelligenza, per il prossimo».Quatriglio ha dato così forza alle sue argo-mentazioni con una pellicola di denunciaverso il disinteresse per il futuro dei giova-ni, per l’insalubrità dei locali e delle proce-dure che pone il caso di cronaca come pun-ta dell’iceberg di qualcosa che, forse, non èun fatto isolato e invita lo spettatore a por-si tante domande. Domande che resteran-no senza risposta. Perché Con il fiato sospe-

so non è un film che vuole dare risposta,ma che vuole indurre a un’osservazionecritica della realtà. Una realtà che spessosconvolge e annichilisce. Anche se il prota-gonista della storia è un uomo, quell’Ema-

nuele che vive attraverso la voce di Miche-le Riondino, Con il fiato sospeso è un film alfemminile che ritrova come protagonistaquella stessa Alba Rohwacher di Via Castel-

lana Bandiera. Per Costanza Quatriglio non è stata una ge-stazione facile. «Sapevo che la storia dove-va essere raccontata in un film e non in undocumentario perché con la finzione e ladrammaturgia puoi rendere il dolore uni-versale», ha ripetuto più volte la registache, dopo aver “studiato” la vicenda cheaveva letto su un quotidiano siciliano conquattro anni di approfondimento attraver-so interviste a tantissimi ricercatori, sia ca-tanesi sia di altre Università e vari tentati-vi di trovare un produttore che credessenel progetto, ha deciso di autoprodurlo, in-sieme con Jolefilm e in associazione conIstituto Luce Cinecittà che ne ha curato an-che la distribuzione. Uno sforzo premiato: a Catania, per esem-pio, Con il fiato sospeso è stato programma-to (nonostante i suoi 35’), dopo l’anteprimanazionale esclusiva, con un buon riscontrodi pubblico. Riscontro che arriva dopo l’as-segnazione, nell’ambito della manifesta-zione veneziana, del Premio “Gillo Ponte-corvo – Arcobaleno Latino”, conquistatocome si legge nelle motivazioni «per la rea-lizzazione di un’opera che fa da straordina-rio ponte tra il cinema e il documentario econ la quale ha saputo creare un’atmosferadi grandissimo valore culturale e politico,penetrando nelle contraddizioni più dolo-rose della nostra identità nazionale, congrande capacità di coniugare contenuti al-tissimi e sensibilità emotiva». Quella chenon manca a Costanza Quatriglio, già nar-ratrice di Terramatta (Nastro d'Argento peril Miglior Documentario 2013) tratto dal li-bro di memorie di Vincenzo Rabito, exbracciante e cantoniere siciliano semianal-fabeta.

RICERCATRICE. In alto Alba Rohrwacher in unascena di Con il fiato sopseso di Costanza Quatriglio. So-pra, dall’alto, ancora la Rohrwacher con Emma Dante in

Via Castellana Bandiera; “riunione” nell’auto del personag-gio interpretato dalla Dante; l’immagine shock di Anna Ba-

lestrieri con la maschera antigas in Con il fiato sospeso

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FEDERICA LAZZARASi definisce semplice e modesta, ma anche un po’ permalosa.E se la si fa arrabiare, sono guai. È questo il ritratto che fa dise stessa la giovanissima Federica Lazzara, 19 anni appena,che lo scorso 9 settembre al teatro di Verdura di Palermo si èaggiudicata il titolo di Miss Sicilia 2013, accedendo di dirittoalle finali nazionali di Miss Italia, che si terrannoa Jesolo. Nel corsodella serata che l’havista trionfare, Fede-rica ha superato laconcorrenza di altre47 candidate prove-nienti da tutta la re-gione di fronte a unagiuria presieduta daGiusy Buscemi, MissItalia in carica. Origi-naria di Capo d’Or-lando, in provincia diMessina, la nuovaMiss Sicilia è, comecapita spesso, intelli-gente e assennata ol-tre che bella. Federi-ca, infatti, ha appenaaffrontato i test perentrare alla facoltà diMedicina, mentre neltempo libero praticapilates e aiuta il papànell’impresa dolciariadi famiglia.

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SICILIANEIL NOSTRO ZOOM SUI TALENTI NOSTRANI, DONNE CHE SI SONO DISTINTE PER I RISULTATI E I SUCCESSI OTTENUTI NELL’ARTE, NELLA CULTURA, NELLA PROPRIA PROFESSIONE, NELLA VITA

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MANUELA VENTURAA ottobre vestirà di nuovo i panni di Teresa Strano, madre di fami-glia siciliana emigrata a Torino, per le riprese di Questo nostroamore 2, che andrà in onda nel 2014. È stato il successo della pri-ma stagione della fiction Rai a far conoscere e amare la cataneseManuela Ventura al grande pubblico. Eppure la carriera dell’attricesiciliana è iniziata molti anni prima con partecipazioni a fictionquali Il capo dei capi, Il segreto dell’acqua, Ris, Il commissarioMontalbano, e prima ancora con un lungo periodo di studi che l’-ha vista diplomarsi all’Accademia di arte drammatica di Roma elaurearsi in Lettere all’Università di Catania. In tutti questi anni,poi, non ha mai abbandonato la sua passione per il teatro. Attricee mamma, mentre si districava egregiamente tra lavoro e studio,Manuela ha anche cresciuto due gemellini, Thomas e Olivia.

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MIRIAM LEONELanciata da Miss Italia, conosciuta con “Unomattina in Fami-glia”, e consacrata dal cinema. Dal 2008, anno in cui è stataeletta donna più bella d’Italia, Miriam Leone ha collezionatoun successo dopo l’altro. Gli ultimi mesi l’hanno vista impe-gnata sul set di “1992”, la la serie in dieci episodi, prodottada Sky Cinema in collaborazione con La7, in onda prossima-mente, che racconta il terremoto politico, civile e sociale in-nescato dalla maxi-inchiesta su Tangentopoli. Nella fiction,che vede la partecipazione, tra gli altri, di Stefano Accorsi,Domenico Diele e Tea Falco, Miriam interpreta il ruolo di Vero-nica Castello, una giovane showgirl il cui unico obiettivo è di-ventare famosa. Completamente diversi i panni che l’attricecatanese vestirà nella fiction “La dama velata”, di cui saràprotagonista e le cui riprese, iniziate a luglio, termineranno adicembre. La serie Rai, girata in Trentino, è ambientata nel-l’Ottocento e racconta la storia di una giovane donna divisatra le sue radici e l’amore per un uomo che nasconde moltisegreti. Per girare “La dama velata” Miriam ha rinunciato allaconduzione di “Unomattina in famiglia”. X

VIVIANA MAZZAÈ partita dalla Sicilia, ma è arrivata lontano, tanto lon-tano. La passione per la verità ha portato la giornalistaViviana Mazza fino all’altro capo del mondo, in Estre-mo Oriente, dove lavora come corrispondente agliesteri per il Corriere della Sera e racconta il lato uma-no della guerra. Conflitti atroci visti attraverso gli occhidei bambini e delle donne, vittime innocenti di batta-glie a cui si sono ritrovati a partecipare loro malgrado.Ma le storie che Viviana ama raccontare sono soprat-tutto quelle di donne coraggiose che sfidano le leggi ele convenzioni sociali che le vogliono recluse e sotto-messe. Come la storia della piccola Malala Yousafzai,la ragazzina pachistana che è stata “punita” con uncolpo di pistola alla testa solo perché voleva studiare.A questa giovane “ribelle” , candidata al Premio Nobelper la pace, Viviana ha dedicato un libro, “Storia di Ma-lala”, edito da Mondadori, che presenterà venerdì aglistudenti nel corso di Taobuk a Taormina.

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SI CHIAMA SVPF ED È LA “CREATURA” FATTANASCERE E PRESIEDUTA DALLA DOCENTEUNIVERSITARIA CATANESE: UNA FONDAZIONECHE HA MESSO IN RETE 50 IMPRENDITORIPER SOSTENERE NUOVE START-UP E FAR DECOLLARE NUOVA IMPRENDITORIALITÀ

ElitaSchillaci

di gianluca reale

Elita Schillaci sprizza energiaquando parla dei suoi proget-ti in corso, della sua passioneviscerale per lo studio, delnuovo interesse per le neuro-

scienze («che ci permetteranno di modifi-care i nostri atteggiamenti mentali inemozioni costruttive») e dell’impegno perfar nascere nuovi imprenditori dagli stu-denti dei suoi corsi. Un percorso professio-nale costruito sulle sue capacità («mio pa-dre veniva da tutt’altro settore, figlio dicontadino, non ho dovuto subire l’onta delfamilismo»), la Schillaci vanta un curricu-lum davvero ricco. Una carriera universi-taria cominciata subito dopo la laurea, laspecializzazione sulle start-up al Centrostudi imprenditoriali della New York Uni-versity e un Phd («da lì viene la mia for-mazione scientifica e culturale»), la catte-dra accademica, quindi la presidenza dellafacoltà di Economia, un’esperienza da as-sessore comunale, per un paio di mesi sin-daco vicario (nel 2008, la prima donna arivestire il ruolo di primo cittadino a Cata-nia), un lungo elenco di pubblicazioni. La nuova “avventura” che ha intrapreso – eil verbo non è casuale - si chiama Svpf, Si-cilian venture philanthropy Foundation

(www.fondazionesvp.it), una fondazioneche ha l’obiettivo di favorire l’imprendito-rialità sul territorio attraverso l’azione fi-lantropica. Insomma, sostenere nuove im-prese create da giovani, mettendo insiemeuna rete di imprenditori pronti a diventa-re “angeli” di nuovi business. Come nasce la Fondazione?«È l’evoluzione di un percorso iniziato or-mai da 30 anni, che ha visto me e molti delgruppo che lavorano con me aiutare la na-scita di nuove attività imprenditoriali av-viate da giovani – dice la professoressaSchillaci, che insegna Economia e gestionedelle imprese e che con il suo gruppo tie-ne anche un corso di Imprenditorialità,nuove imprese e business planning, nellalaurea magistrale in Direzione aziendale -.Negli ultimi tempi si parla molto dellestart-up, anche perché in questa fase dicrisi economica il tema è: non attenderepiù che siano gli altri a darti lavoro, ma

chiediti quanto lavoro puoi procurare perte e per gli altri. Per i giovani è importanteessere capaci di plasmare il proprio futurosenza atteggiamenti attendisti». Davvero i giovani stanno modificando illoro approccio al mondo del lavoro? «Mentre fino a due anni fa citavo le classi-fiche che ponevano l’Italia nella percezio-ne dei giovani come un Paese senza futu-ro, un’indagine del Cescom di questa pri-mavera dice che i giovani non hanno piùvoglia di piangersi addosso. I ragazzi stan-no cominciando a voler essere padroni delloro destino e stanno cambiando la loropercezione. Questo l’ho notato anche inaula. E siccome credo che compito del do-cente sia anche quello di trasmettere en-tusiasmo, in aula lavoriamo moltissimonon solo sulle competenze, ma anche suipercorsi della desiderabilità, cioè sullo sti-molo e la voglia di creare impresa e co-struirsi un futuro, di trasformare i progetti

«I NOSTRIBUSINESS

ANGELSAL FIANCO

DEI GIOVANI»

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in attività concrete. Un percorso non solodidattico, ma anche motivazionale». Insomma, un po’ un coach... «Sì esattamente. Durante il corso di Im-prenditorialità, fra i primi del genere a na-scere, agli studenti facciamo plasmare ilprogetto imprenditoriale come se fossevero, con tutto ciò che serve a renderlo ta-le, preventivi reali, appianare le “liti” tra i“fondatori” dell’ipotetica impresa e cosìvia. La cosa incredibile è che alla fine delcorso il 98% degli iscritti dà subito l’esame,non lo rinvia più in là nel tempo. Ogni an-no dunque abbiamo 50 business plan dipossibili idee imprenditoriali». Per questo la Fondazione è divenuta unpassaggio quasi obbligato?«Dobbiamo aiutare i ragazzi a fare impre-sa, a sostenere il rischio di una startup. Ilconcetto principale è il co-sharing, la con-divisione di quel rischio. Abbiamo formatouna rete di imprenditori, l’obiettivo eracinquanta e ci siamo riusciti prima dell’e-state, quando abbiamo presentato la fon-dazione. Siamo diventati la rete siciliana diIban, Italian business angel network(www.iban.it), che a sua volta è la rete ita-liana di Eban (European business angelnetwork). Quindi una rete importante, at-traverso cui i nostri progetti possono ave-re accesso a finanziatori non solo locali e inostri finanziatori possono avere accesso aidee non solo siciliane e italiane. Gli im-prenditori che sono entrati nella fondazio-ne vengono da tutta la Sicilia. Sono con-tenti perché stare in mezzo ai giovani èbellissimo. C’è entusiasmo e forse appro-deremo a Palermo, ne abbiamo parlatocon il sindaco Orlando».Il nucleo che ha “costruito” Svpf è com-posto da lei, che ne è anche presidente;Marco Romano, docente universitario epresidente del Parco scientifico e tecno-logico di Sicilia; Andrea Gumina, coordi-natore di Italia Camp in Sicilia; AntonioPerdichizzi, presidente dei giovani diConfindustria Catania; Giovanni Coci,partner Kpmg su Catania e Palermo eRaffaele Mazzeo, regional financial ad-visor con base a Palermo. Come funzio-na in concreto la Fondazione?«C’è chi si occupa di far entrare le idee auno stadio compiuto e metterle in lavora-zione e chi si occupa del rapporto con gliinvestitori: abbiamo dei project managerche si occupano di questo, l’ingegnere Ma-rio Scuderi e l’avvocato Alessia Deodato. Ingenerale cerchiamo di valorizzare quantosi sta muovendo nel mondo delle start-up,dall’acceleratore di Working Capital di Te-lecom Italia di recente nato a Catania al-l’impegno dei giovani di Confindustria diStartup CiTy sino ai tanti business plan cheproducono i nostri studenti, per finire alleproposte che arrivano direttamente allaFondazione. Tutti i canali sono aperti. Ab-biamo creato dei gruppi di lavoro in cuiogni “finanziatore” coinvolto può andarein profondità sui progetti scelti. Siccomepensiamo che l’impresa è un bene sociale,un soggetto che deve realizzare un profit-to sostenibile, generare benessere e pro-gresso, su questa idea ci muoviamo anchenella selezione dei progetti».

Ne avete già individuati?«Tre: BehaviourLabs (robotica al serviziodel sociale, ndr); WIB (un “negozio auto-matico”, ndr); Orange Fiber (tessuti inno-vativi e vitaminici da scarti e sottoprodot-ti agrumicoli, ndr)».Funziona il venture capital (il capitale difondi o di privati investito in nuove im-prese) qui in Sicilia?«Direi di sì, ci sono alcuni fondi più grandi,come Principia collegato al Cnr o Vertis,nati con risorse pubbliche, che hanno so-stenuto alcune imprese che stanno andan-do molto bene. Poi s’è mossa anche la Pro-vincia di Catania che ha creato il fondo In-genium. Quindi da un lato ci sono i fondi edall’altro, con la nostra Fondazione, ades-so ci sono i “business angel”, una rete cheancora mancava». Dunque, i giovani verso l’autoimprendi-torialità. Il pubblico cosa deve fare?«Non voglio ripetere cosa servirebbe e co-sa bisogna cambiare. Mi sono stancata». Eppure lei ha avuto esperienze direttenella pubblica amministrazione, ancheal Comune di Catania come assessore ecome sindaco vicario. Come ricordaquella esperienza?«Ho dei buoni ricordi, come ne ho di brut-ti. Ho visto la burocrazia, la lentezza, lecarte che dovevano essere in un modo e tiarrivavano completamente in un altro…Ma ho anche scoperto tanta gente che vo-leva lavorare, anche se a volte sbattevacontro dei muri, perché nei più prevalevalo sconforto, l’indolenza, la piccola me-schinità. Se si riuscisse veramente a unirele voci e le forze di chi vuole impegnarsi lamacchina pubblica potrebbe cambiare. InItalia però non siamo coordinati bene. L’u-nica cosa da fare adesso, dunque, è nonpensare al pubblico, essere assolutamenteconvinti che ce la si può fare da soli. Se poiil pubblico ti si mette contro e ti fa un’in-giustizia, devi fare la voce forte, devi fartisentire e una Fondazione come la nostrapuò dare una mano in questo senso». Le donne in questo processo di autoim-prenditorialità sono indietro, alla pari opiù avanti degli uomini?

«Le donne sono imprenditrici come gli uo-mini. Ci vogliono delle caratteristiche og-gettive: intraprendenza, ambizione (intesacome capacità di andare oltre i propri con-fini), flessibilità (molta) e carisma».In questo processo l’Università che ruologioca, lei è tra quelli che hanno promos-so gli spin off universitari…«Le Università hanno un ruolo importante,e anche Catania l’ha capito già all’epocadel rettore Rizzarelli: essere catalizzatoridi sviluppo del territorio. Se abbracci i te-mi dell’imprenditorialità valorizzi anche ilknow how che hai nei cassetti e che, con-diviso, può generare innovazione e svilup-po della società. Adesso che ci sono menofondi e bisogna andarli a prendere tra le ri-sorse comunitarie, ogni gruppo di ricercadeve divenire un procacciatore di risorse. Ecome? Con dei progetti interessanti, altri-menti non si viene finanziati». È convinta che su questo le Universitàdel Nord siano avvantaggiate?«Sì, è vero, ma è anche vero che oggi nonc’è più il limite del confine, grazie alle tec-nologie. Però occorre essere innovativi nel-l’insegnamento, nelle procedure ammini-strative, nelle strutture organizzative».La nostra didattica è innovativa?«Non abbiamo un’offerta che si rinnova fa-cilmente. Per esempio, stiamo comincian-do adesso con il web marketing, ma all’e-stero sono già molto più avanti. Mia figliasta facendo un Mba (Master in businessadministration) alla Copenaghen BusinessSchool che offre 20 corsi di Social networkmarketing, oppure di Gamification, bellis-sima materia. Purtroppo da noi è tutto piùbloccato, soprattutto per cambiare le ma-terie dei corsi di laurea. Si possono fare imaster, come a volte accade. E la nostraFondazione può lavorare per offrire unaformazione più manageriale, anche al difuori dell’Università». Domanda d’obbligo con tutte le cose chefa: come le concilia?«Non saprei, nel mio caso forse la cortecciapre-frontale sinistra del cervello dove na-scono gli atteggiamenti costruttivi (a pro-posito di neuroscienze, ndr), funziona inmodo positivo! – ride la prof - Credo che,se c’è la voglia, si può fare qualunque cosa.Sono sempre molto vicina ai giovani, conloro mi sento a casa».Ma da dove ha preso tutto questo entu-siasmo, oltre alla corteccia pre-frontalesinistra?«Devo molto a mio padre. Faceva l’impren-ditore cinematografico, nella distribuzio-ne. Lo faceva assumendosi ogni rischio. Miportava spesso con lui e senz’altro da luiho ereditato la passione per il cinema. Esiccome il cinema allora era davvero lafabbrica dei sogni, era creatività e innova-zione, forse è quello che mi ha formata, so-no cresciuta in mezzo a questi sogni». Quindi il contesto in cui si cresce conta.«Dico sempre ai ragazzi: qualunque cosafacciate purché l’ambiente vi piaccia. Nonfatevi distruggere la vita. No ai fidanzatidepressi, altrimenti verrete risucchiati. Se-lezionate l’ambiente che vi circonda, perriuscire a stare in armonia nel lavoro, negliaffetti e anche col vostro fisico».

«dobbiamo agire COME SE IL PUBBLICONON CI FOSSE, AIUTAREI RAGAZZI A FARE IMPRESA. BASTA ATTENDISMO, STANNOCAPENDO CHE DEVONOESSERE I PADRONI DEL LORO DESTINO»

«devo molto a MIO PADRE, CHE ERA IMPRENDITORE CINEMATOGRAFICO. DA LUI HO EREDITATOLA PASSIONE PER IL CINEMA»

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LA VOCE DEL MARE

Maria Costa per tutti è la poetessa “popola-re” - come lei stessa si definisce - di Case

Basse di Paradiso a Messina.A lei, recentemente, la Regione Sicilia ha riser-vato un posto nel Rei, il Registro delle ereditàimmateriali istituito nel 2005, alla voce Tesoriumani viventi. E pensare che Maria ha conse-guito solo la licenza elementare, ma scriveversi in un siciliano sapiente, colto, che affon-dano nella storia antica dell’Isola e a perso-naggi come Ruggero d’Altavilla e don Giovan-ni d’Austria. La sua vasta cultura popolare,Maria (in basso un suo ritratto da giovane) ladeve al padre Placido, un capitano marittimo,che di ritorno dai suoi viaggi nel Mediterraneo,raccontava a lei e ai suoi fratelli, le meravigliedelle città in cui era stato e le acque che avevasolcato, quel mare che da sempre le ha ispira-to migliaia di poesie, fin da quando aveva seianni. Per lei il mare è uno scrigno che custodi-

sce le vicende del tempo, il mistero, ilsenso dell’esistenza. Tra le sue operepubblicate: “Farfalle serali”, “Mosai-co”, “A prova i ll’ovu”, “Cavaddu icoppi”, “Scinnenti e muntanti”,“Ventu cavaleri” ,“Palamidara”; mase le chiedete quante poesie hascritto, davvero non lo sa; ogni se-ra, scrive una poesia di quattro ri-ghe per chiudere la giornata.Le sue opere sono state ricono-sciute dall’Unesco come “patrimo-nio dell’umanità”.

Cè una donna a Messina cheogni mattina guarda aOriente, verso il sole chesorge sul mare dalla sua fi-nestra di Borgo Case Basse.

E’ Maria Costa, classe 1926, nata tra ledue sponde, la siciliana e quella calabre-se, che fin da ragazzina ha dato voce aimiti, alle leggende e ai venti che sferzanotra Scilla e Cariddi. Lei, nominata “TesoroUmano Vivente” dalla Regione Siciliana ePatrimonio dell’Umanità per l’Unesco,resta una delle ultime custodi delle paro-le, del dialetto siciliano. Il prossimo 25settembre, sarà ospite del Festival Na-xoslegge a Giardini Naxos, in un incontrodove, la poetessa dello Stretto, parleràproprio di “memoria del futuro”.Ma le piace questa definizione così lo-cale ora che è stata inserita nel Regi-stro delle eredità immateriali viventicome patrimonio dell’Umanità?«Certo, essere chiamata poetessa delloStretto è un onore, mi piace tantissimo,tanto quanto essere inserita nel registrodei beni immateriali. Il mare è la mia vi-ta, la mia lavagna e non faccio altro cheintingere la penna e cantare ai venti lebellezze del Mediterraneo, teatro di mi-tiche e leggendarie vicende che hannocaratterizzato la millenaria storia delloStretto, testimonianza di un patrimoniodi inestimabile valore, custodito da du

figghiu bannera i Cola chi reggi da culunna

ciaccata». Poesia e dialetto, due cose sconosciuteai giovani. Cosa resterà?

«Per il dialetto che sta morendo non-ostante fosse la ricchezza dei nostri ante-nati mi piange il cuore, l’ho anche scrittonel mio libro Ventu Cavaleri. La “parlata”che ci ha trasmesso un immenso tesorodi vita vissuta dai nostri padri, ricco diespressioni poetiche che hanno raccon-tato le generazioni, oggi si allontana tri-stemente dai giovani. Del dialetto reste-ranno solo “i pilastri di cemento armato”,i vate che ancora tengono, dalle ossa fat-te e che alzano lo stendardo in segno divittoria opponendosi al costante tramon-to delle tradizioni culturali». Come vede le ragazze e le donne sici-liane, cosa dovrebbero fare per miglio-rare la loro condizione?«L’emancipazione ha fatto uscire la don-na siciliana dalle umiliazioni subite, get-tando il velo nero e di panno, simbolo disottomissione al dominio maschilista.Questi concetti si trovano tutti nel mioracconto A Prova ‘Illovu, come il passareda oggetto che “sfornava” figli edubbidienza ad essere prota-goniste della storia dei tem-pi. Ma la sana tradizione vaascoltata; le nonne miniere diinsegnamenti custodi di dettie saperi popolari, grani di sag-gezza facevano brillare un solodiamante: la famiglia. Non di-speriamo, comunque, guardia-mo a Oriente e a quel ventagliodorato dei raggi del mattino chenasce, riscopriamo il piacere didare vita ed amore, guardiamo

maria costa PARLA DEL FUTURO DELDIALETTO, DI GIOVANI,DI CONDIZIONE FEMMINILE E DEL DOMANI DELLA SICILIA. A LEI LA REGIONE HA RISERVATO UN POSTO NEL REGISTRODEI TESORI UMANI VIVENTI E L’UNESCO HA RICONOSCIUTO LE SUELIRICHE PATRIMONIODELL’UMANITÀ

di gennaro giacobbe

QUELLA POETESSA TRA SCILLA E CARIDDI

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re”, mogli, madri di uomini di mare, chetante volte sopra i promontori dei pun-tali marini si strappavano i capelli, sottole schiaffate del mafioso libeccio. Donneche hanno visto asciugare amare lacri-me, quando una barca scarrocciando siflagellava tra Scilla e Bagnara. Conosce-vano i venti a menadito ed erano inarri-vabili in geografia, avvezze al mare, conle braccia che sprizzavano salsedine,non temevano il Golfo Leone ne la Batta-glia di Lepanto e si opposero in sei ad AlìPascià. Temprate dal mare, donne a col-pi di remo andaste all’orza, ma attentesempre al nascituro in grembo. Se il ma-re era arrovellato, imprecavano al “si-gnore” del terzo quadrante, il maledettolibeccio e cantavano ai grigi cieli i la-mentevoli pianti per la mala annata.Era punenti e si vutau libici, du bacchi si

putteru di la Paci. A za Maruzza si chianci

o zu Filici chi l’avia mmaciatu unni ci misi

a cruci».

rando piaghe e febbre quartana. Il padrela ripudiò ma Maruzza seppellì la vanitàdel mondo, ferma e decisa. Papa Woitilala beatificò, e ora la Beata riposa nellachiesa del Sacro Cuore di Ragusa».Ha scritto versi dedicate ad una donnao alle donne?«Si, in particolare sulle donne “marina-

LA POESIA DEDICATA ALLE NOSTRE LETTRICI

… DONNAMa un bellu ionnu,

chistu doppu a guerra,ti libirasti di la schiavitù

battisti pi daveru i pedi ‘nterrae dicisti fotti: non ni pozzu chiù

‘a prima cosa ti tagghiasti i trizzi,ittasti o ventu puru u sciallu niru,

annasti avanti cu li to scattrizzi,‘ffruntasti l’omu cu la pinna biru.

Maria Costa 2013

esempi come Maria Messina che abbon-donò le vanità effimere della vita perelevarsi alla virtù».Che rapporto ha con la Sicilia?«Bellissimo, per me è madre amorosa, acui mi lega un rapporto ancestrale, linfae balsamo dei miei versi, terra gluriusa di

figghi ntrisurati, mintali e addutturati checon piacere cantai. Quasimodo, Piran-dello, Sciascia, Buttitta, Verga e Camille-ri. Triscele posta al centro del mondo il-luminata dal fuoco vermiglio del Mongi-bello, ed incastonata dal mitico mareMediterraneo a cui ho dedicato un’odenell’ultimo libro Abbiru maistru. Maresplendente da cui emana la Fata Morga-na, su cui si specchiano Scilla e Cariddi.Sicilia di Venti gintili e fitenti, di piscispa-

da e di vecchi tunnara e du lundrittu chetanto mi ispisrarono». Cosa immagina per il futuro della suaMessina e della Sicilia? «La mia città si alzò sciancando dalla im-mane sciagura del 1908, arrancando apassi e passetti anche se è ancora inges-sata e un po’ sgomenta. Penso risorgeràanche se la scalata è tortuosa, irta, ma èattraverso le difficoltà che si raggiungo-no le stelle. Così, pure per la nostra Sici-lia, sarà penosa e polverosa la scalata, civuole un popolo temprato alle mareg-giate della vita e ancora costanza, fidu-cia, forza erculea, tanta volontà, affetto,coraggio e fratellanza. E poi, ce la fare-mo». C’è una donna, in Sicilia, che l’ha par-ticolarmente colpita? «Si, ho cantato tante siciliane; AgatuzzaMessia (balia del Pitrè), Rosa Balistreri,Dina e Clarenza, Santa Eustochia, MariaMessina, Peppa a Cannunera e MaruzzaSchininà, quella che è sempre accanto ame. Tutte sono sedute nella tribuna d’o-nore della mia mente. Maruzza amavamusica e lusso sfrenato, era figlia di unmarchese e, quando il padre la portò aParigi per comprare vestiti da capogiro,avvenne il finimondo a Messina. Così, inMaruzza ci fu una metamorfosi, buttò alvento tutto quello che aveva e si incam-minò in soccorso alla misera gente, cu-

«L’EMANCIPAZIONEHA FATTO USCIRE LA DONNA SICILIANADALLE UMILIAZIONI SUBITE, GETTANDO IL VELO NERO E DI PANNO, SIMBOLO DI SOTTOMISSIONE ALDOMINIO MASCHILISTA»

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È LA PRIMA DONNA A SEDERE SULLO SCRANNOPIÙ ALTO DEL CONSIGLIOCOMUNALE DI CATANIA. APPENA SPOSATA, LA GIOVANE “PRESIDENTE”NON SI TIRA INDIETRO E RIVELA LA GRANDE PASSIONE SU CUI HA INDIRIZZATO I SUOI STUDI: IL TURISMO

FrancescaRaciti

di gianluca reale

Laureata in Economia e gestionedelle imprese turistiche e spe-cializzata in management turi-stico, alcuni master per appro-fondire la gestione aziendale. E

poi da sempre nuotatrice, seppure senzapraticare questo sport a livello agonistico.Francesca Raciti, 32 anni, è la prima donnaa ricoprire il ruolo di presidente del Consi-glio comunale a Catania. Una data “stori-ca”, dunque, la sua elezione al vertice del-l’assemblea cittadina, il 5 agosto scorso.Un ruolo istituzionale ottenuto a largamaggioranza, con 39 voti su 43 presenti. Francesca, lei è stata la più votata dellalista del PD in Consiglio alle elezioni digiugno e tra le più votate fra tutti i con-siglieri eletti, con quasi 1500 preferenze.Com’è arrivato lo scranno più alto del-l’assemblea di palazzo degli Elefanti?«E’ successo tutto in un baleno! Abbiamovinto le elezioni ed ero già adrenalinicaper il successo ottenuto; poi è cominciata

a circolare la notizia del mio nome traquelli “papabili” alla carica di presidentedel Consiglio comunale… Voci di corri-doio, io non ne avevo mai parlato con nes-suno, tantomeno col sindaco Enzo Bianco.A ridosso della data fissata per l’elezione, ilsindaco ha espresso chiaramente la suapreferenza affinché fossi io la presidente. Edevo dire che molti dei miei colleghi eranocontenti di questa possibilità, anche per-ché nella precedente legislatura ho avutoottimi rapporti con tutti, opposizione emaggioranza».Così è arrivata l’elezione. Quasi plebisci-taria. Si è data dei principi guida per

svolgere, adesso, questo compito?«Sì, in passato ho osservato molte man-canze nel complesso della macchina am-ministrativa, proverò in qualche modo arisolverle. Vedi i Consigli comunali nottur-ni: oltre ad essere uno spreco, non hannomolto senso. Proverò a cambiare questa“tradizione”, perché credo che non sia négiusta né opportuna. L’obiettivo è trovareuna via di mezzo, con maggioranza e op-posizione, per farli in orari più consoni eadeguati per tutti, così da risparmiare eprovare a lavorare meglio. È la mia idea eed la volontà espressa anche da molti ca-pigruppo». Cosa potrà riuscire a fare questo Consi-glio, sotto la sua guida, nei prossimi 5anni?«Il mio obiettivo è provare a creare unaforte sinergia tra sindaco, giunta e consi-glieri comunali. Nella scorsa consiliaturaho visto uno scollamento: il sindaco eramolto distante dal Consiglio, che non sem-pre era messo a conoscenza di tutte le co-se che faceva l’Amministrazione, come nelcaso del risanamento di Corso dei Martiri.

«basta con I CONSIGLI NOTTURNI:DOBBIAMO TROVAREORARI PIÙ CONSONICHE CONSENTANO DI RISPARMIARE E LAVORARE MEGLIO»

«LA VOCE DI NOI DONNE SI SENTIRÀ FORTE»

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IN PIAZZA DUOMO. Sopra, Francesca Raciti in sella al suo scooter. Nella pagina afianco, nelle vesti di presidente del Consiglio comunale, con la campanella in mano

Per molti atti importanti il Consiglio è ilcuore del Comune di Catania. Per questocredo che l’Assemblea debba essere messasempre a conoscenza di cosa fa l’Ammini-strazione, perché i consiglieri rappresen-tano i cittadini».Magari sotto la sua presidenza arriverà ilmomento storico in cui si approverà ilnuovo Piano regolatore, dopo 50 anni?«Mi auguro proprio di sì, ma oltre al Prgspero che questo Consiglio possa varareanche altri importanti provvedimenti perdare un nuovo respiro a Catania».Ma come si sente in questa veste?«Ancora stento a crederci, in realtà. È unruolo importantissimo, in cui c’è granderesponsabilità. Io ci metto tutta la buonavolontà possibile di fare, di imparare eascoltare, di risolvere qualcosa». L’essere donna, in un Consiglio in cui lamaggioranza dei colleghi sono uomini,sarà un’arma in più o una difficoltà?«Non è né più facile né più difficile. Sicura-mente noi donne siamo in minoranza, mala nostra voce si farà sentire forte. Siamopiù concrete, più decise, grintose, puntua-li degli uomini. L’essere la prima presiden-tessa donna al Consiglio comunale per meè un onore, e voglio esserlo anche in nomedi tutte le donne che fanno politica e chespesso hanno difficoltà a coniugare questapassione con la famiglia. Io ci credo, ma èovvio che serve un buon marito accanto!».Lei è anche una “giovane” politica…«Sì e anche per questo la mia elezione èimportante. Siccome non tutti i giovaniche si impegnano in politica riescono adesaudire il desiderio di fare poi qualcosa diconcreto e io, come tanti, arrivo dalla ga-vetta, spero di essere una speranza permolti di loro».Cosa le ha fatto piacere e cosa no tra lecose che le hanno detto quando è stataeletta?«Mi hanno fatto piacere i “te lo meriti”,“sei la persona giusta” da parte di tantiamici e colleghi e l’orgoglio dei miei fami-liari. In realtà non c’è una cosa in partico-lare che mi è dispiaciuta. Sicuramente lemalelingue ci sono state, ma non mi im-porta, ci sta».Lei viene da una famiglia che ha note at-tività imprenditoriali alla Plaia e al cen-tro. Questo può provocarle dei problemi,dei conflitti di interesse?«Non credo. Ho fatto il consigliere comu-nale per diversi anni e non è successo, maqualora ci possa essere qualche atto in-compatibile o che rappresenti un conflittodi interessi farò la scelta giusta. In ogni ca-so non ho nulla da nascondere. Da partemia ci sarà sempre massima trasparenza». Ma com’è nata la sua passione per la po-litica?«Mi sono sempre interessata a ciò che suc-cedeva in città, sin da quando ero più gio-vane. Già a 22 anni, qualche anno primadelle elezioni del 2005, avevo conosciutoEnzo Bianco e avevo cominciato a frequen-tare la sua segreteria. Decisi di candidarmicome consigliere se lui si fosse presentato.Lo feci per aiutare Bianco, che ammiravo.Fu un impegno che presi di cuore, insieme

con la mia famiglia che mi ha sempre so-stenuto. Nonostante non avessi fatto cam-pagna elettorale per me, allora non andòmale, raggiunsi quasi 500 preferenze econsiderato che ero ancora una studentes-sa universitaria fu una buona performan-ce. Purtroppo Bianco non fu eletto sinda-co. Ma mi ricandidai nel 2008 e risultai laprima degli eletti dopo lo stesso Bianco,che si era presentato come capolista inConsiglio». E dove vuole arrivare? La politica è unaparentesi nella sua vita o continuerà suquesta strada?«È cominciato tutto per caso, come unascommessa. Ho iniziato solo per passionee questo amore continua a crescere. Nonposso dire che continuerò tutta la vita, masicuramente è una cosa che mi appassionaperché amo la Sicilia e Catania. Spero di ri-uscire a produrre qualcosa per la mia città.Se così fosse perché non continuare? Altri-

menti non avrebbe senso».Ha altre passioni oltre la politica?«Il turismo è la mia grande passione. Pen-so che la Sicilia e la nostra città dovrebbe-ro vivere al 90% solo di turismo». Se ne parla da tanto, ma non ci si è mairiusciti. Secondo lei, che ha una forma-zione di settore, cosa si dovrebbe fareconcretamente?«C’è un problema di fondo. I turisti quivengono ma sono solo di passaggio. Dob-biamo cercare la formula giusta e mi im-pegnerò anche io per trovarla e farli sosta-re più giorni in città. La Plaia, per esempio,dovrebbe essere una seconda via Etnea, unlungomare come quelli di Rimini o di Ric-cione, anche se noi in realtà abbiamo mol-to di più».Ma perché non riusciamo mai a farlo?«Non so perché, ma posso dire quello chemanca: mancano i bus navetta, manca l’il-luminazione, mancano i percorsi pedonaliper i turisti, non c’è dove passeggiare. Fat-tori di base, che Catania non riesce ad of-frire. E poi manca un vero porto turistico,la segnaletica, il wi-fi...». Sente che deve dimostrare qualcosaadesso che è presidente del Consiglio co-munale?«Credo di sì. Devo dimostrare che non-ostante sia donna, nonostante sia giovanee non abbia vent’anni di esperienza sullespalle, ce la farò».

«non so se farò SEMPRE POLITICA, MA SICURAMENTE MI APPASSIONA. SPERO DI RIUSCIRE A FARE QUALCOSA PER LA MIA CITTÀ»

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EVOLUZIONE DI UN SOGNO

Il processo su cui si basa Orange Fiber, at-tualmente ancora in fase di studio, parte

dalla produzione in eccedenza e dagli scartidi lavorazione delle arance. Tramite un pro-cedimento chimico a basso impatto ambien-tale e realizzato attraverso l’utilizzo di sol-venti green, si estrae la cellulosa che diven-ta così una nuova materia prima che le indu-strie tessili potranno trasformare in tessuto.Adriana ed Enrica sono attualmente alla ri-cerca dei macchinari che trasformino la cel-lulosa in filato, in modo da realizzare il pri-mo prototipo di tessuto. È quasi completo

invece il processo di arricchimen-to vitaminico delle fibre. Tramitenanotecnologie, l’olio essenzialedi agrumi è stato incapsulato efissato sui tessuti. Da qui ha ini-zio un processo di rottura dellemicrocapsule, in modo automa-tico e graduale, che comporta ilrilascio delle vitamine A, C ed Esulla pelle.

Fino a qualche anno fa, parlan-do di moda sostenibile si face-va per lo più riferimento amercatini dell’usato traboc-canti di capi vintage o allo

swapping, fenomeno di tendenza checonsiste nel baratto di vestiti e accessori.La sostenibilità, quindi, era legata più alrecycling che all’innovazione tecnologica.Oggi, invece, il fashion system, spinto dauna crescente consapevolezza dei consu-matori, non può fare a meno di preoccu-parsi dell’impatto ambientale e socialedella sua filiera e punta sempre di più sulrisparmio di materie prime ed energia esulla creazione di nuovi tessuti e filati al-ternativi. È proprio a questa nuova anima greendella moda che si ispira l’innovativo pro-getto Orange Fiber, ideato e portato avan-ti da un team tutto catanese compostodalle giovanissime Adriana Santanocitoed Enrica Arena, con la collaborazione diManfredi Grimaldi. Orange Fiber è unprogetto di moda sociale con l’obiettivodi realizzare il primo tessuto ricavato da-

gli scarti agrumicoli in cui inglobare del-le microcapsule che rilascino sulla pellevitamine A, C ed E. L’idea è nata circa dueanni fa quando la 35enne designer Adria-na stava lavorando alla sua tesi di laurea.«Studiavo fashion design a Milano e mistavo specializzando in tessuti sostenibili– racconta Adriana -. Al momento di pen-sare alla tesi mi è venuta l’idea di realiz-zare una nuova fibra ottenuta dalle aran-ce, che sono uno dei prodotti più rappre-sentativi della mia terra. In particolare hopensato agli scarti agrumicoli, le cui cifresono impressionanti: secondo le nostrestime, infatti, il 25% della produzione nonviene neanche raccolto perché non hamercato, mentre gli scarti industriali pro-dotti delle aziende di trasformazione am-montano a circa 700.000 ton-nellate l’anno. Orange Fiber sipone quindi il doppio obiettivodi risollevare il comparto agru-micolo e creare un prodotto in-novativo che risponda alle esi-genze di mercato».Il progetto di Adriana appassio-na subito anche la sua amica ecoinquilina Enrica Arena, 26enne

LE ARANCE? CON NOI TORNERANNO DI MODAdi rita la rocca

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catanese esperta di comunicazione, che entra afar parte del team di Orange Fiber curandonel’impatto sociale. Occasionalmente le due ra-gazze si avvalgono della collaborazione di unaltro coinquilino, Manfredi Grimaldi, espertodi economia agroalimentare e proprietario diun’azienda agricola biologica, che le mette incontatto con la filiera agrumicola e fornisce lo-ro dati e consulenza tecnica. Il lavoro di Adriana ed Enrica comincia subito adare i primi “frutti” e le due giovani catanesi ri-cevono numerosi premi e menzioni.«Il nostro trampolino di lancio è stata la vitto-ria di Changemakers for Expo 2015 – spiegaEnrica -, un concorso congiunto Telecom Italiaed Expo 2015 che offre alle 10 idee di impresaselezionate un processo di accelerazione e visi-bilità all’interno di Expo 2015. Inoltre ci è stataassegnata una menzione speciale all’inerno diWorking Capital, il programma di Telecom Ita-lia che supporta la nascita e lo sviluppo dellestartup e che sta offrendo al nostro lavoro unprocesso di accelerazione.Siamo tra i vincitori di Alimenta2talent – pro-

segue Enrica -, un progetto sviluppato dallaFondazione Parco Tecnologico Padano, e ci sia-mo aggiudicate la Creative Business Cup Italy,la cui finale internazionale si svolgerà a Cope-naghen il 18 novembre. Infine siamo tra i se-mifinalisti del premio speciale il talento delleidee, all’interno del premio Gaetano Marzotto(e adesso c’è anche l’interessamento della Sici-lian venture philanthropy Foundation, ndr)». A che punto è il progetto?«Quest’estate abbiamo depositato il brevetto.

Dopo un anno di tirocinio al Politecnico di Mi-lano, è stata attestata la fattibilità del tessuto –dice Enrica -. Il processo di arricchimento vita-minico è già stato completato, bisogna solometterlo a punto e certificarlo. Per il filato in-vece siamo a una fase intermedia: non abbia-mo ancora un prototipo perchè non riusciamoad accedere a macchinari in Italia a prezzi ra-gionevoli o in partnership. Stiamo quindi par-tecipando a bandi regionali e nazionali per glistudi di prototipazione e cerchiamo partner esponsor nel tessile che ci possano accompa-gnare nel nostro percorso».

Intendete realizzare da sole il vostro tessutoo vendere il brevetto?«Ci è stata fatta una proposta informale di ac-quisto del brevetto – confessa Enrica -, ma perora stiamo prendendo tempo perchè, visto ilforte legame che Orange Fiber ha con il territo-rio, vorremmo realizzarlo in Sicilia. In questomomento i nostri sforzi sono rivolti allo studiodi industrializzazione ed eventualmente all’ac-

quisto di macchinari per un primo stabilimen-to». Perchè pensate che questo nuovo tessutopossa avere successo sul mercato?«Prima di tutto perchè, con l’aumentare dellapopolazione mondiale, cresce anche la richie-sta di tessili – spiega Enrica -. E poi perché, almomento, la maggior parte dei tessuti presen-ti sul mercato deriva dal petrolio, il cui prezzoè in continuo aumento. È naturale quindi chevengano ricercati filati ricavati da fonti alter-native. Inoltre incrociamo il tema della modasostenibile, in quanto facciamo di uno scartoindustriale un tessuto innovativo. Infine, grazieall’arricchimento vitaminico, cavalchiamo iltrend dei cosmetotessili che sono una realtàgià piuttosto affermata in Francia, e stannoprendendo piede anche in Italia con le primelinee di Yamamay e Jeckerson».State già pensando ai possibili utilizzi futuridel vostro tessuto?«Stiamo pensando di riposizionarci con un bu-siness to business, quindi vendere il tessuto al-le aziende di moda. È chiaro che, una volta rea-lizzato il prototipo, studiando i vari arricchi-menti e blend del tessuto, potremo pensare aposizionamenti diversi, tipo tessili per la casa,materassi. Inoltre modificando gli arricchi-menti potremmo realizzare delle innovazionidi prodotto». «ll nostro sogno nel cassetto è realizzare la no-stra piccola linea di moda - conclude Adriana-,però è ancora presto per pensarci. Intanto ciconcentriamo sulla fase della realizzazione delprodotto e poi si vedrà».

«la nostra idead’impresa CONIUGA I PRINCIPI DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALEE SOCIALE DEL FASHIONSYSTEM E IL NUOVO TRENDDEI COSMETOTESSILI, ABITICHE RILASCIANO PRINCIPIATTIVI SULLA PELLE»

IN LABORATORIO. Alcune immagini del tirocinio svolto da Adriana Santanocito al Politecnico di Milano. Grazie all lavoro della giovane designercatanese e di un team di esperti è stata certificata la fattibilità del progetto Orange Fiber

dal macero alle passerelle. CON IL LORO PLURIPREMIATO PROGETTO ORANGE FIBER, LE CATANESI ADRIANA SANTANOCITO ED ENRICA ARENA VOGLIONO RICAVARE UN TESSUTO INNOVATIVO DAGLI SCARTI AGRUMICOLI

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mentini e il suo piccolo angolo di progettualità ecreatività. Un work in progress concepito comeuna sorta di vaso di Pandora che si sviluppa ver-so l'alto e che si apre, attraverso un sistema di ve-trate, allo spettacolare panorama sul castello sulmare. E proprio il vetro, le trasparenze, la divisio-ne che non separa mai del tutto sono al centrodel progetto che Roberta Rapisardi ha sviluppa-to, insieme ad altri tre giovani architetti - Ange-lo Marletta, Claudia Caponero e Cinzia Parrino- per la riqualificazione del reparto di oncologiapediatrica del Policlinico di Catania. «Si tratta diun concorso che abbiamo vinto l'anno scorsoquando abbiamo partecipato all'invito rivolto adieci architetti da parte dell'associazione Lad (la-boratorio dei desideri) Onlus di ematologia pe-diatrica del Policlinico di Catania e la Fondazionedell'Ordine degli Architetti di Catania, per riqua-lificare il reparto». I lavori sono partiti proprio la settimana scorsa.«Devo essere sincera - confessa Roberta - noncredevo che avremmo vinto, ma da subito hochiesto ai ragazzi che mi erano stati affidati dimettercela tutta perché per loro sarebbe statauna bella vetrina. La commissione esaminatricedei progetti ha scelto le nostre idee. Chissà, forseè stato anche merito della mia esperienza di lun-ga degenza negli ospedali, ma credo che sia sta-to premiato, soprattutto, il saper osare visto cheabbiamo concepito, attraverso il vetro, un'aper-tura ideale di un reparto che purtroppo devesempre rimanere chiuso».

siciliane

Roberta Rapisardi

di maria enza giannetto

Se fosse un verbo, di sicuro, RobertaRapisardi sarebbe il verbo osare. Giàperché, sia nel lavoro sia nella vitaprivata, l'architetto catanese, 53 an-ni, ha già dimostrato che nulla è im-

possibile se lo si vuole veramente e che, di fron-te agli ostacoli, di certo non sarà lei ad arrender-si. «Quando parlo di me - racconta - mi piace di-re che per impedirmi di fare qualcosa l'unicapossibilità è uccidermi». Caparbia e volitiva, Roberta ha saputo condire lasua vita con questa forza di volontà e ama cir-condarsi solo di persone positive che non sipiangono addosso e che non si lasciano spaven-tare dalle difficoltà. «In effetti - spiega - anche selavoro piacevolmente con tutti e vado sempred'accordo con collaboratori e clienti, non soppor-to di dovermi confrontare con gente che dice"questo non si può fare". Mi rende davvero ner-vosa». Un carattere forte, forgiato con gli anni, che l'havista, sin dai quattordici anni buttarsi a capofittosulla strada dell'architettura e della creatività.«Anche se venivo da una famiglia di medici hovoluto frequentare a tutti i costi l'Istituto d'Arte epoi Architettura a Reggio Calabria. Nulla mi pote-va fermare. E non l'ha fatto neanche una malat-tia che mi ha portata, a 28 anni, a subire un tra-pianto di cuore. A dirla tutta, credo che quel mo-mento mi abbia cambiata: sono una che non siabbatte, che vive senza mai sentirsi una soprav-vissuta». Un trapianto di cuore con cui fare iconti ma che non le ha mai impedito di vivere lasua vita, di avere una figlia, oggi quindicenne, edi dedicarsi totalmente al suo doppio lavoro diarchitetto e di insegnante al Liceo Artistico di Ca-tania. «In effetti - spiega - dopo 25 anni, penso dipoter definire quel momento come un punto disvolta tra la giovane tranquilla e posata che eroprima e il vulcano che sono diventata».

Un vulcano che, sfidando anche un po' le con-venzioni, ha voluto a tutti i costi presentare, perla sua laurea a Venezia, una tesi in siciliano daltitolo “Da tza-urd di Don Saverio D’Amico o pru-gettu di Don Luigi nda cuntrada S. Leonardello”dimostrando la sua predilezione per l’architettu-ra rurale della Sicilia orientale e per il suo recu-pero. Un vulcano che, cinque anni fa, ha acqui-stato un palazzetto antico nel cuore di Acicastel-lo, lo ha ristrutturato ricavandone due apparta-

«PER ME TUTTOÈ POSSIBILE»

IN CANTIERE. Sopra, Roberta Rapisardicon gli architetti del suo team nel reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico di Catania

VOLITIVA E VULCANICAL’ARCHITETTO CATANESE HA VINTO IL CONCORSO PER LA RIQUALIFICAZIONEDEL REPARTO DI ONCOLOGIA PEDIATRICADEL POLICLINICO DI CATANIA I CUI LAVORISONO APPENA PARTITI. «PREMIATA LA NOSTRA CAPACITÀ DI SAPER OSARE»

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backtoschool

Dal coffe break alla new eco-nomy, dal notebook allostage. Non esiste ambitodella vita lavorativa, socialee culturale che non sia sta-

to letteralmente “invaso” da centinaia ditermini presi in prestito dalle lingue stra-niere. Così, se fino a qualche anno fa co-noscere almeno due lingue era considera-to un requisito importante per esserecompetitivi nel mondo accademico e dellavoro, oggi, in una società sempre piùmultietnica e globalizzata, il bilinguismo(o plurilinguismo) diventa fondamentaleper poter comunicare, viaggiare e, persi-no, leggere il giornale. Chi si è cimentato in età adulta con l’ap-prendimento di una seconda lingua, saquanto sia difficile memorizzare vocaboli,regole grammaticali e modi di dire, men-tre l’attenzione continua a spostarsi dalbilancio familiare all’ultima riunione dilavoro. Per questo è fondamentale che ilprimo approccio con un idioma stranieroavvenga in tenera età. Numerosi studihanno infatti dimostrato che il cervellodei bambini è più predisposto di quellodegli adulti a imparare le lingue. Inoltre,quanto prima comincia l’apprendimento,migliori sono i risultati: molte ricerche af-fermano che l’abilità di imparare una se-conda lingua con competenza nativa oquasi nativa è limitata ai primi 8-10 annidi vita. Dopo quest’età, si osserva la perdi-ta di alcune particolari abilità linguistichee una maggiore variabilità tra i risultatiottenuti.Il sistema scolastico italiano assegna mol-ta importanza alle lingue straniere intro-ducendone lo studio fin dalla scuola pri-maria. Ma, nonostante l’enorme potenzia-le dei più piccoli, poche ore alla settimanaspesso non sono sufficienti per porre lebasi di una conoscenza linguistica appro-fondita. Ecco, quindi, venire incontro aigenitori più attenti alla preparazione deipropri figli corsi e isitituti specializzati

nell’insegnamento delle lingue, che intro-ducono bambini e ragazzi (ma ancheadulti) allo studio dell’inglese, del france-se, dello spagnolo e del tedesco, con me-todologie aggiornate ed efficaci che ri-escono a catturare l’attenzione dei piùpiccoli e a facilitare l’apprendimento diragazzi e adulti.Frequentare un corso presso una scuola dilingue offre la possibilità di essere seguitida insegnanti madrelingua all’interno diclassi selezionate in base al livello di co-noscenza dell’idioma straniero. Una vera epropria full immersion che assicura unapprendimento rapido e semplice dellalingua, parlata e scritta.Inoltre i principali istituti specializzati of-frono la possibilità di sostenere gli esamiper il rilascio delle certificazioni europee,documenti ufficiali che attestano il livellodi conoscenza e competenza linguistica eche facilitano, tra l’altro, la mobilitazioneprofessionale e universitaria ed arricchi-scono il curriculum. Ovviamente, gli esa-mi e i relativi certificati sono suddivisi invari gradi di competenza che vanno dal-l’elementare all’avanzato, per i quali è sta-ta elaborata una corrispondenza con i li-velli di riferimento stabiliti dal Consigliod’Europa nel Quadro comune europeo diriferimento per le lingue. Per la lingua inglese, i due principali entiesaminatori sono la University of Cam-bridge e il Trinity College di Londra. En-trambi offrono un sistema di esami Esol(English for Speakers of OtherLanguages) suddiviso in di-versi livelli, ai quali può ac-cedere chiunque senza limitidi età o titoli di studio, soste-nibili presso le scuole e gli isti-tuti autorizzati. Gli esami del-l’Università di Cambridge sisuddivisono in cinque livelli:Ket (Key English Test) che rap-presenta la certificazione dellecompetenze di base; Pet (Prelimi-

PER IMPARARE METTETEVI IN RETE

Grazie alla sua vasta offerta di materiali estrumenti linguistici, Internet è diventata

una risorsa di apprendimento irrinunciabile:è infatti semplice trovare corsi di lingua, di-zionari, giochi didattici, forum, chat, esercizidi ascolto e altro ancora. Un modo interes-sante per imparare un idioma stranierosfruttando la rete è creare un tandem lingui-stico, cioè uno scambio tra due madrelinguache permetta loro di migliorare reciproca-mente le competenze linguistiche via e-mail,VoIP o videoconferenze. Su internet è sem-plice entrare in contatto con altri studenticon cui scambiare informazione e consigli:si può ad esempio partecipare a forum didiscussione o entrare a far parte di club lin-guistici. Potrà sembrare antiquato, ma sonoancora in molti a cercare amici di penna (odi tasto) stranieri: un metodo tradizionaleutile per rafforzare le proprie conoscenze eper conoscere più a fondo la società e lacultura del corrispondente. Sempre su In-ternet è, inoltre, possibile reperire materiale,

come film e libri, inlingua originale,per immergersinella cultura stra-niera in modosemplice e pia-cevole. Vasta in-fine la scelta divideogiochi in-terattivi e sitidedicati all’ap-prendimentolinguistico dei

più piccoli.

IL CERVELLO DEI BAMBINI È NATURALMENTE PREDISPOSTO AD APPRENDERE UN IDIOMA STRANIERO. ECCO PERCHÉ È IMPORTANTE COMINCIARE DA PICCOLI FREQUENTANDO CORSI E LEZIONI PRESSO SCUOLE SPECIALIZZATE

UNA LINGUA per il futuro

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37SICILIAINROSA

La conoscenza di una lingua straniera nonpuò definirsi completa se non si ha la pos-sibilità di esercitarla nelle situazioni dellavita quotidiana. E quale migliore occasionese non un periodo di studi all’estero? Nel-l’ambito del Programma di apprendimentopermanente dell’Unione Europea, il proget-to Comenius, rivolto agli studenti dellescuole primaria e secondaria, favorisce lamobilità e l’apprendimento delle lingue or-ganizzando scambi culturali per alunni epersonale scolastico e attività di partnera-riato. Sono invece rivolte ai soli studentidelle scuole superiori le borse di Intercultu-ra che, da oltre 60 anni, offre periodi di stu-dio all’estero della durata di 2, 3, 6 o 12 me-si, nonchè la possibilità di ospitare in casapropria studenti provenienti da altri paesidel mondo. Offre borse di studio anche laWep (World Education Program), organizza-zione internazionale che promuove scambiculturali, educativi e linguistici in oltre 65paesi di tutto il mondo.

STUDIARE ALL’ESTEROUN’ESPERIENZA UNICA

nary English Test) che certifica la capacitàdi utilizzare la lingua inglese, scritta eparlata, ad un livello intermedio; Fce(First Certificate in English), che corri-sponde al livello upper-intermediate; Cae,(certificate in advanced english) ed il Cpe,(Certificate of proficiency English), checorrisponde al massimo livello individua-to dal quadro comune europeo di riferi-mento per le lingue. Per i più piccoli (7-12anni) l’università di Cambridge ha istitui-to i test Yle (Young Learners English) sud-divisi in tre livelli: Starters, Movers, Flyers.Il sistema di esami del Trinity College diLondra, invece, prevede due sezioni: i testGese (Graded Examinations in Spoken En-glish), attestano la padronanza della lin-gua inglese orale e sono suddivisi in 12 li-velli, da principiante a madrelingua; i testIse (Integrated Skills Examination in En-glish), oltre alle abilità di comprensione eproduzione orale, attestano la competen-za nello scrivere e nel leggere, in cinque li-velli di conoscenza.

Ogni lingua ha i suoi enti esaminatori e isuoi test. Così per il francese gli esami so-no proposti dal Centre International d'é-tudes Pédagogique e si dividono in Delf(Diplôme d'études en langue françai-se) che si suddivide in quattro livelli, dal-l’elementare all’avanzato, e che prevededue versioni per bambini e ragazzi dellescuole elementari e medie (Delf Prim eDelf Junior version); e Dalf (Diplômeapprofondi de langue française). Per lospagnolo i Dele (Diploma de Españolcomo Lengua Extranjer) sono organizzatidall’Instituto Cervantes e si suddividonoin A1, A2, B1, B2, C1 e C2 . Il livello B1escolar (previsto solo nella sessione dimaggio) è un formato scolastico di esamedi livello B1 (iniziale) ma con contenuti etematiche adattati ad un pubblicogiovane dagli 11 ai 17 anni. Infine, chisceglie di cimentarsi con il tedescopuò affrontare gli esami del GoetheInstitut: Zertifikat A1 (Fit e Start); A2(Fit e Start); B1; B2; C1 e C2.

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backtomove

38 SICILIAINROSA

dagli inizi ai più recenti successi.LE CAMPIONESSE SICILIANE SI RACCONTANO E OFFRONO PREZIOSI CONSIGLI ALLE PIÙ GIOVANICHE SI AVVICINANO ALLA LORO DISCIPLINA

a cura di Gianluca reale e paola pasetti

LE RAGAZZEdellosport

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39SICILIAINROSA

nuoto sincronizzato

MARTINA DI RUGGIERO«A sei anni i miei genitori mi hanno fatto farenuoto, ma da subito sono stata affascinatadalle coreografie del sincronizzato. Mi sonosempre piaciute l’acqua e la musica. Ho volutofare un provino, l’allenatrice ha visto in me deltalento e mi sono data a questa disciplina».Così Martina Di Ruggiero racconta i suoi inizi.Sono passati tredici anni da allora, oggi Marti-na ne ha 19 e studia Giurisprudenza, le piaceil giornalismo, ma non ha intenzione di smet-tere di allenarsi e gareggiare, anche adessoche è entrata nella categoria “assoluta” (atleteche hanno già compiuto i 18 anni) e che staper andare a studiare a MIlano. Al suo fiancoc’è sempre stata Concita Di Mario, l’allenatriceche sin da quel provino l’ha seguita nella car-riera agonistica e l’ha portata ad essere lapunta di diamante della Syncromed di Cata-nia: tra medaglie (le ultime, 2 argenti e 2 bron-zi ai campionati nazionali 2012 in diverse spe-cialità) e presenze in nazionale (la primaconvocazione nel 2008, in Coppa Comen, inIsraele) e partecipazioni anche ai Mondiali(2010 e 2012). «Alle ragazzine che voglionofare sincronizzato dico che è uno sport che la-scia tanto, che ti arricchisce la vita, anche seè faticoso fisicamente e mentalmente. Ma sesi fa con amore e passione se ne trarrà sen-z’altro beneficio».

tennisMIRIANA TONA

Le prime palle da tennis le ha colpite già dapiccolissima, nel club vicino casa. Poi, a sei

anni, ha chiesto alla mamma di cominciare agiocare. Nasce così la “vocazione” per il tennis

di Miriana Tona, taorminese di madre serba,18 anni, oggi tra le prime 60 giocatrici italiane

più forti di seconda categoria, la tennista piùquotata in Sicilia in questo momento. Miriana

è allenata da Lilly Raffa (nella foto sono insie-me sui campi del Foro Italico a Roma). Da unannetto, nel team del Lybra Tennis Project di

Lilly, con Miriana si allena anche Veronica Na-politano, 17 anni, altra atleta di punta in Sici-lia. Insieme giocano e vincono in doppio. Mi-riana ha già un bel palmarès personale e unranking di riguardo, forse come nessuna sici-

liana da 20 anni a questa parte: terza ai cam-pionati italiani under 14, tra le prime 100 un-

der 14 in Europa e tra le prime 600 del mondounder 18, finalista e vincitrice di diversi torneiopen nazionali e vincitrice in singolo e in dop-

pio di diversi tornei europei e internazionaliunder 16 e under 18. L’ultima chicca è la

partecipazione al torneo Wta di Palermo, gra-

zie a una wild card offertale dagli organizzato-ri, dove ha persino “rischiato” di vincere contro

una tennista professionista tra le prime 500del mondo. «A chi vuole praticare il tennis

agonisticamente consiglio di essere tenaci eperseveranti a oltranza - dice Miriana - senza

pensare di raggiungere subito i risultati, macon la serenità e la coscienza che con l'impe-

gno costante, la passione e l'amore, arriveran-no sicuramente. Per quanto mi riguarda è co-

me se mi fossi fidanzata con questo sport».

pallanuotoMADDALENA MUSUMECI«Ho nuotato sin da quando avevo tre anni. A15 ho deciso di smettere e di avvicinarmi allapallanuoto. Mi piaceva l’idea dello sport disquadra». Così è nata, sportivamente, unacampionessa. Una carriera legata in gran par-te alla sua città natale, Catania, centinaia dipresenze in nazionale e un palmarès di tuttorispetto: campionessa del mondo nel 1998 enel 2001, quattro volte campionessa d’Europacol Settebello rosa (1995, 1997, 1999, 2003).Oggi Maddalena, laureata in Scienze del ser-vizio sociale e un master in Psicologia dellosport, da tre anni mamma di Ludovica, allenauna squadra di pallanuoto maschile under 13.«Il mio obiettivo - precisa - è trasmettere loro ivalori che questo sport ha dato a me e di farlidiventare degli atleti». In questa sua veste, chimeglio di lei può dare consigli a chi vuole ci-mentarsi in vasca con palla e calottina? «Alcu-ne mamme lo considerano uno sport maschi-le, temono che le figlie si trasformino in ma-schiacci, ma non è così. Io lo consiglio alle ra-gazze perché è completo sul piano fisico eperché è uno sport di squadra, fatto di condi-visione. È una palestra di vita in un contestoprotetto: si fanno sacrifici, si gioisce, si piange,ma la tua squadra è la tua famiglia - diceMaddalena -. Una volta si cominciava con ilnuoto, oggi si può iniziare già a sei anni con lascuola pallanuoto, ci sono campionati ancheper i piccolissimi grazie all’acquagol, un’attivitàludico-sportiva che simula la pallanuoto».

pallavoloGILDA LOMBARDO

«Ho cominciato a giocare grazie a mia sorellaTatiana, più grande di me. Sia lei sia il suo al-

lenatore mi hanno spinta a provare, ancheperché sono sempre stata molto alta per la

mia età» Gilda Lombardo, nazionale di palla-colo, ha cominciato la sua carriera a Catania.

A 15 anni, centra la promozione in B1 con ilVolley Club Catania di Piero Maccarone. A 16

anni va a giocare a nell’Asystel Novara, B1,

con qualche presenza sporadica in A1. Con laformazione under 18 vince lo scudetto Girl

League nel 2007. Promossa in prima squadranel 2008-2009, vince la Coppa Cev. Poi cambidi casacca sino al ritorno all’Agil Volley Nova-ra, quest’estate, neopromossa in A1. «La pal-

lavolo è la mia passione, il mio lavoro… inpratica la mia vita - dice Gilda -. A questi livellidiventa a tutti gli effetti una professione, visto

che è “totalizzante”, ti occupa tutto il giorno,tutti i giorni». Cosa direbbe a chi comincia og-gi? «Do un avvertimento e un consiglio. Se si

ambisce ad arrivare a un certo livello, serveuna grandissima passione, accompagnata dadeterminazione e dedizione - dice Gilda -. Civogliono grandi sacrifici. Ne so qualcosa io,che mi sono trovata lontana dalla famiglia e

dagli amici. Arrivati a questo livello è dura ave-re una vita normale, come quella delle propriecoetanee. So, però, che se si è animati da unapassione profonda, allora si scopre che davve-ro vale la pena sopportare ogni rinuncia: quel-

lo che ti regala il volley, in tal senso, non haprezzo». (Foto Lega Volley Femminile)

ginnasticaartistica

CARLOTTA FERLITOHa 18 anni ma è già una celebrità. Merito deisuoi successi sportivi - fa parte della naziona-le di ginnastica artistica che ha partecipato al-le Olimpiadi di Londra 2012 - ma merito anchedel reality Ginnaste - Vite parallele che l'ha re-sa un idolo dei teenager. La catanese CarlottaFerlito lo sport ce l'ha nel dna (suo padre,Massimo Ferlito, era nazionale di pallanuoto)e in questi giorni è impegnatissima: sei ore algiorno di allenamenti in vista dei Mondiali diAnversa, dal 30 settembre al 6 ottobre. «Misono avvicinata alla ginnastica artistica un po'per caso, a casa non stavo mai ferma e miamamma portò me e mia sorella a fare ginna-stica e nuoto perché sono gli sport più com-pleti - racconta -. Poi io ho deciso di prosegui-re solo con la ginnastica quando a 7 anni mihanno proposto di passare all'agonismo». Unascelta felice. «Questo sport mi ha insegnatotantissimo, sono dovuta crescere molto più infretta delle mie coetanee e ho dovuto impara-re a gestirmi da sola, perché sono andata viadi casa a 12 anni per proseguire con la ginna-stica ad alto livello. Questo sport mi ha inse-gnato lo spirito di sacrificio e la dedizione:senza non si arriva da nessuna parte sia nellaginnastica sia nella vita in generale». Alle ra-gazzine che vogliono avvicinarsi alla ginnasti-ca «direi di viverla come una passione e noncome un'ossessione. Bisogna avvicinarsi auno sport non per forza per diventare campio-nesse olimpiche, ma anche solo per divertirsi.Quando finiscono la passione e il divertimentotanto vale smettere».

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MODAstylist

di Venera Coco

Il marchio Miryaki incarna letteralmentel’incontro tra il Nord e il Sud dell’Italia, omeglio, tra il Veneto di Riccardo Polido-ro, originario di San Bonifacio, in provin-cia di Verona, e la Sicilia di Mia Vilardo,

nativa di Brolo, in provincia di Messina.Mia+Riky sono due designer che, nel 2009, de-cidono di creare una personal label di abbi-gliamento femminile, pensata come un viag-gio alla riscoperta del corpo della donna, at-traverso una couture giovane, dinamica, frescae versatile, in continua evoluzione e speri-mentazione. Nonostante il loro diverso back-ground lavorativo e accademico, Mia e Riccar-do si ritrovano a Milano: lei, dopo aver termi-nato gli studi all’Istituto Marangoni, collaboracon Marc Jacobs, mentre lui, dopo lo Ied Mo-daLab, lavora per Dolce&Gabbana. È propriograzie a una storia e ad un passato così appa-rentemente differente che il duo riesce a crea-re un’alchimia artistica e culturale unica nel

suo genere, crean-do abiti realizzatiinteramente a ma-no dai toni delicati,che abbinano ilbianco brillante dello zucche-ro, della vaniglia e del crème caramel a nuan-ces più oscure, velate e tenebrose. Mini abiti,pieghe, trasparenze, forme e disegni asimme-trici sono la chiave di ogni collezione firmataMiryaki. Tessuti leggeri, ma anche rigorosi estrutturati, esaltano la forza e la bellezza rac-chiusa in ogni donna. Ogni capo esprime unsenso di leggerezza abbinato a un tocco di ma-lizia che conduce verso un mondo fantastico,in cui gli odori della Sicilia diventano semprela scia da seguire e da colorare. Le geometrieregalano forza ai tessuti, mentre i motivipatchwork scandiscono il ritmo sui capi, evi-denziando un gioco d’intrecci che ricalca leforme del corpo femminile. Non è un caso che“S-Glitch”, la capsule collection ideata per laFall/Winter 2013-2014, metta in scena abiti la

cui sequenza imperfetta e geniale siispira ai “glitch”, ovvero difetti di siste-ma in campo elettronico, in cui l’effet-to “flicker”, cioè lo sfarfallio di linee esegmenti, trasforma le stoffe in unasorta di display contaminato da bug.

Com’è nato il nome del brand? «Mia Vilardo e Riccardo Polidoro sono le ani-me del marchio ed è per questo che abbiamopensato che nessun nome sarebbe stato piùadatto dell’unione dei nostri». Su cosa si basa la vostra personal label?«Miryaki è la pulizia che incontra l’eccesso, maanche la classe che incontra la stravaganza,dunque, il nostro marchio non è altro che lasintesi dei nostri differenti approcci allo stile ealla creatività».I vostri abiti sono animati dall’ “irrazionali-tà” della precisione, spiegateci questa defi-nizione«La nostra carta vincente è il mix&match diistintività e precisione: uno di noi lavora d’i-stinto, mentre l’altro interviene di precisione».

miryaki. UN’ALCHIMIA ARTISTICA PERFETTA MA AUDACE UNISCE IL VENETO RICCARDOPOLIDORO E LA SICILIANA MIA VILARDO. UN DUO EMERGENTE CHE FA DELLE PROPRIE DIFFERENZE GEOGRAFICHE E CULTURALI IL SUO PUNTO DI FORZA E LA SUA ISPIRAZIONE

ArmoniaDI OPPOSTI

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i nostri capi presso la-boratori siciliani, madalla nuova stagione abbiamo ritenuto op-portuno spostarci a Milano, per una que-stione logistica. Continuiamo però ad avva-lerci della collaborazione di artigiani e sartidel Sud, affidando loro lavori minuziosi chedanno un valore aggiunto ai capi». Se doveste “rimettere a posto” la situazio-ne in cui versa lamoda italiana cosacambiereste?«Sarebbero molte lecose da sistemarenel sistema modaitaliano. Si potreb-be, ad esempio, farsfilare gli stilisti ita-liani unicamente inItalia e dare la pos-sibilità agli stilistiemergenti più ta-lentuosi di essereinseriti in calenda-rio durante la setti-mana della moda.Organizzare stagenelle aziende per igiovani neodiplo-mati e limitare le

scuole elitarie che permettonosolo ai più facoltosi di prosegui-re in questa carriera».La moda italiana come consi-dera gli stilisti emergenti?«Non dà loro il giusto spazio. So-no concesse poche chance a chinon ha una rete commerciale giàben avviata e, tra showroom ebuyer che s’impongono, spessomeritocrazia e creatività sonooscurate da altre qualità».In che modo i social network, iblog e gli e-shop hanno modifi-cato il fashion system?«A nostro avviso l’hanno semplifi-cato. Il web ci ha dato la possibili-tà di avvicinarci ai nostri potenzia-li clienti. Se giochi bene le tue car-te, puoi anche gestire quasi tuttoda solo, un po’ come facciamo noi,che ad oggi non ci affidiamo all’au-

silio né di press office, né di showroom».State organizzando qualcosa per la prossi-ma Milan Fashion Week di settembre?«Presenteremo la nuova collezione insiemead altri stilisti emergenti durante il “Bee Fas-hion”, evento organizzato dalla Jvm a PalazzoIsimbardi».

Progetti futuri? Come edove vi vedete fra diecianni?«Oltre al progetto Mirya-ki, abbiamo aperto lo“Studioelitre”, uno spaziorivolto alla consulenzaesterna, che s’interessa dimoda, design e comuni-cazione. Lo consideriamoun incubatore che potràservire anche per altri ra-gazzi che vorranno “spo-sare” la creatività qualemestiere di vita. Ci augu-riamo anche che un gior-no il nostro studio mila-nese abbia anche unapiccola sede a Catania,dove abbiamo entrambilasciato il cuore».

S-GLITCH. La capsule collection realizzataper la fall/winter 2013-2014 gioca sull’effetto“flicker”, simulando sui tessuti lo sfarfallio di

linee e segmenti causato sui display dai bug

IL DUO MIRYAKI

Come riuscite ad amalgamare l’estetica si-ciliana a quella veneta?«La simbiosi creativa sta più nell’approccio allavoro che nel fattore estetico. Entrambi sia-mo affascinati dagli eccessi e dai contrasti for-tissimi della cultura siciliana e questo è pernoi fonte di grande ispirazione».Perché Miryaki propone solo modelli fem-minili? «Per noi lavorare con la donna è sempre statostimolante, in quanto rischia e gioca con ilproprio abbigliamento, mentre l’uomo ha dif-ficoltà a lasciarsi andare. Non abbiamo peròmai escluso la possibilità di lavorarci su, an-che se per adesso lo troviamo prematuro». Ci sono stilisti a cui vi ispirate?«Ci sono stilisti come Alexander McQueen,Christian Lacroix, Coco Chanel, che ammiria-mo particolarmente, per via del loro excursuslavorativo. Naturalmente, ci sono anche dellemaison che guardiamo con ammirazione, co-me Céline o Chloé, tanto da considerarle untraguardo cui puntare.Qualora entraste nella grande distribuzio-ne, come pensate di mantenere la sartoria-lità, punto di forza dei vostri abiti?«Fino alla scorsa stagione abbiamo realizzato

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1. DERBY CON PUNTA A CODA DI RONDINE E MINI BORCHIE, CAFÉ NOIR 2. PEPITONATA E STUDS PER LE SNEAKERS JUST CAVALLI 3. GLITTERATI I POLACHETTI “CHUKKA” DI WALLY WALKER 4. CON CINTURINO ALLA CAVIGLIA LECOLLETÉ IN SUEDE JOSEPHINE PRIVÉ 5. DI CESARE P. LA SNEAKERS CREMA

APPLICAZIONI DORATE 6. ROSSO FUOCO GLI ANKLE BOOTS SPACE SCONCEPT 7. SUEDE E RICAMI PAISLEY IN ORO PER IL PLATFORMBOOTIE, GAETANO PERRONE 8. “BAD-BELLE” È LA TRACOLLACONPLACCHE DORATE DI N°21 9. STRINGATE IN PELLE BICOLORE GLAMATELLASSÉ, CHANEL 10. IN PIZZO SURPOSÉ LA “SICILY PIZZO MDIA” DI DOLCE&GABBANA 11. ICONICA LA “COSTANCE” BAG, HERM

12. “QUADRI” È L’HANDBAG IN PELLE MARTELLATA DI LONGCHAMP MANICO IN BAMBÙ PER LA “LADY LOCK” DI GUCCI 14 IN NEOPRENCON BORCHIE LA “MONTPELLIER ROCK” DI LA FILLE DES FLEURS 15.BURBERRY PRORSUM FIRMA LA “THE BIG CRUSH”, LA SHOPPING COFRANGE E OCCHIELLI 16. IN ECO-NAPPA LA BORSA A SPALLA “BECK

GRANDE”, STELLA MCCARTNEY 17. FORME SCULTOREE PER I SANIN SUEDE, GIANLUCA SOLDI 18. CON CRISTALLI SWAROVSKI LE

BALLERINE, LE BABE 19. TRICOLOR LE BROGUES “ARPEGE” FMATE È20135 20. PUNTA SFILATA E MICRO BORCHIE PER G

ANKLE BOOTS, GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN 21. COLOR PTROLIO CANGIANTE PER GLI SPIKE HEEL “RADISHA”, PE

GARCÌA 22. LE “CHUKKA PRO” CON STAMPA ‘FLYTIGER’, KENZO & VANS 23. CAMOSCIO, VERNICE DETTAGLI IN PELLICCIA, CESARE P. 24. MINI BAGCATENINA, CRUCIANI C. 25. “LUCY”, LE PUMP COTACCO A FORMA DI MOLE ANTONELLIANA, GRIALA26. IN PELLE BLUE METALLIZZATA BARACCO BFOR PASSION 27. CON MOTIVI BLACK&WHITEPOSTINA “MARSHMALLOW”, ROXY 28. IN PELLEFANTASIA LA TRACOLLA “GINNY” DI AN ITALIANTHEORY + AZZURRA GRONCHI 29. DELLA COLLENE “PARIS-ÉDIMBOURG” LA MESSENGER IN PELINVECCHIATA, CHANEL 30. BORCHIATE LE LOAFE“GLADYS”, GIOSEPPO 31. TAPPI DI SUGHERO DCORANO LE FLATS, POKEMAOKE

a cura di Venera Coco

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ACCESSORI13

ALTRO CHE MEZZA STAGIONE. ANKLE BOOTDAL TACCO VERTIGINOSO O SNEAKERS RASOTERRA. E ANCORA, CAPIENTI MAXIBAG DAL MOOD CLASSICO O COLORATISSIME MINI POCHETTE. L’AUTUNNO 2013 NON CONOSCE COMPROMESSI

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ELLEAC-E DE-CON

STYLEMNACÉME-MÉSP 13.NE.

ONKETT

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PE-EDROYINGE

G CONONALTROBAGSLA

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Da sempre gli occhi sono consi-derati uno strumento di sedu-zione. Luccicano di passione eparlano anche quando unadonna tace. Bisogna quindi

esaltarli, facendo “indossare” alle ciglia ma-scara in grando di rivelare la bellezza e labrillantezza dell’iride. Dolce&Gabbana MakeUp, ad esempio, crea il nuovissimo Passio-neyes - Mascara Duo Curve e Volume (1),che scivola sulle ciglia grazie a un film corpo-so e a un taglio speciale delle setole che ri-produce la struttura naturale dell’arco ciliaree permette di catturare e incurvare le cigliain un unico gesto. Riveste le ciglia di volumeanche Le Volume de Chanel – Khaki Bronze(2) della Collection Superstition, che amplificalo sguardo, mentre la luminosità inattesa delbronzo ne accentua il carattere misterioso. Per vere ammaliatrici, invece, Mascara Volu-me Effet Faux Cils Shocking N° 8 NoirAsphalte (3) della collezione Electric Chic diYves Saint Laurent Beauté, che applicato ge-nerosamente regala uno sguardo elettrico esexy. In esclusiva da Sephora, Better ThanSex (4) di Too Faced, pensato per massimiz-zare la performance, grazie a uno spazzolinoricurvo in fibre rigide. Per le sportive Naj-Oleari crea Sporty-Volume Mascara (5)(venduto insieme a una pochette e a unostruccante bifasico), che dona spessore e re-sistenza alle ciglia mantenendole leggere,elastiche e capaci di fronteggiare l’acqua delmare o della piscina e l’umidità della pale-stra. Revlon lancia GrowLuscious PlumpingMascara (6), studiato per realizzare un effet-to filler e garantire istantaneamente estremo

DOLCE&GABBANA E YSL PALETTE A CONFRONTOPer l’autunno, Pat McGrath, consulentecreativo di Dolce&Gabbana Make Up, ha in-serito all’interno della Passioneyes Collec-tion la palette Smooth Eye Colour Quad inVulcano, un mix caldo di marrone e sfuma-ture di viola, probabilmente ispirato ai colo-ri dell’Etna da cui prende in prestito il no-me. Per contro, Lloyd Simmonds, direttoreartistico del maquillage Yves Saint LaurentBeauté, crea per la collezione ElectricChic una palette in limited edition

chiamata City Drive Classy,che alterna champagne,

marmo, cemento e acciaio:un’armonia di nuance na-

turali, ma contempo-ranee, perfette siadi giorno che di

notte.

ESSENZE GOURMANDOdorano di latte caldo, zuc-chero e miele, ma anche dicioccolato, mandorla e dibrioches. Sono i profumigourmand, quelle essenzedall’allure golosa, per nullastucchevole, che stimolanofantasia e palato. Una ghiotto-neria in formato boccetta, “Lann Ael” diLostmarc’h, concede effluvi carezzevolie avvolgenti, mescolando grano sarace-no, cereali, nota di latte, mela e vani-glia. Ricorda i dolci della nonna anche“Amour de Cacao”, firmato ComptoirSud Pacifique, in cui la voluttà del riccocacao e della tenera vaniglia si sposacon un tocco di arancia amara. Con po-

che gocce di “Dulcis in Fun-do” di Profvmvm Roma, inve-

ce, sembra ritrovarsi in unapasticceria, dove gli agru-mi siciliani e la vaniglia se-ducono come un vero eproprio peccato di gola.

parfum

RIFLESSI D’AUTUNNODue collezioni di smalti diverse in usci-ta in casa Chanel, con ben cinque nuo-ve nuance da aggiungere al caroselloideato da Peter Philips. Faranno partedella Collection Superstition: Élixir”, unrosa dalle tonalità imper-scrutabili e delicate; Alchi-mie che sublima kaki e oroin un effetto metallizzato, eMysterious dall’intenso ac-cento antracite. Della minicollection Rouge Allure Moi-ré, invece, fanno partedue tonalità satinate:Rose Moiré, un rosaantico dai bagliori pla-tino, e Rouge Moiré èun rosso fragola can-giante e lussuoso.

A tutto VOLUME

beauty a cura di venera coco

incurvano, allungano e massimizzano.I NUOVI MASCARA “VESTONO” DI STILE LE CIGLIA E PROMETTONO SGUARDI INTENSI E IRRESISTIBILI

volume e incredibile lunghezza, per mezzo difibre esclusive e dell’innovativo complesso fito-peptide. Per chi ha occhi talmente sensibili danon tollerare il mascara, La Roche-Posay ha lan-ciato Respectissime Ultra-Doux (7) dotato diuna formula cremosa all’olio di argan e al burrodi karité che nutre e idrata le ciglia.

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* Antonio Morici è un hair stylist e look maker siciliano. Il suo salone romano è frequentato da molte celebrities

hairstylistdi antonio morici *

STILE PATCH, CHIOMECOME TESSUTI

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Creata per le over 35, la linea Suractif Fill & Perfect di Lan-caster è un trattamento antirughe per conservare a lungotermine la luminosità dell’incarnato e i livelli d’idratazionegiovanile. L’azione riempitiva “non-stop” derivata dal cock-tail di antiossidanti mette la pelle al riparo, leviga le rughee agisce in profondità proprio come un effetto filler. La tex-ture ibrida fra gel e crema della Anti-Wrinkle Day Creamdisseta immediatamente la pelle, senza ungere, mentre, laformula dell’Anti-Wrinkle Rich Cream è conce-pita per pelli secche. Infine, l’Anti-WrinkleNight Cream garantisce un sublime incarnatoal risveglio. Perfetta per le zone piùfragili del viso, invece, l’Anti-Wrin-kle Eye Cream, un contorno occhiche riempie le rughe e leviga gon-fiori e occhiaie.

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Fine dei rossori, delle discromie e delle piccole imperfe-zioni, grazie alla CC Perfezione - correttori universali pre-trucco di Collistar, la nuova palette viso-occhi per la pre-parazione dell’incarnato. Non un semplice concealer, maquattro “alleati di perfezione”: un primer, un correttore am-brato per nascondere macchie e occhiaie, uno verde per neutra-lizzare i rossori, e uno viola per illuminare la pelle stanca e oliva-stra. La CC Eye cream + Concealer per occhi di Se-phora, invece, permette in un unico gesto di idratare,attenuare borse e occhiaie, levigare i segni diespressione, illuminare le zone d’ombra, prevenen-do l’invecchiamento cutaneo. Lancôme lanciaDreamtone, il suo primo correttore integrale mac-chie scure che, grazie a una texture ultra-moderna ea una tecnologia Tripla Azione, penetra rapidamentee corregge macchie e irregolarità del colorito.

OBIETTIVO PERFEZIONE

Una stagione è ormai aglisgoccioli e una nuova staper iniziare e porta consè nuove tendenze e mo-de. Molti gli stimoli e le

ispirazioni proposte dalle sfilate dellecollezioni autunno/inverno 2014. Iltrend indiscusso è il “patchwork”.Questa tecnica consiste nell’assem-blare scampoli di tessuti diversi perdecori, trame e colori. Gli hairstylistRedken, colpiti da questa forma d’ar-te, sono riusciti per primi a trasferirequesta complessa tecnica tessile suicapelli ottenendo, con le suddivisioni geometriche di questi ulti-mi, effetti di contrasto o di moltiplicazioni dei “decori” e infinitepermutazioni e combinazioni cromatiche. L’estrema varietà checaratterizza questa nuova tecnica, chiamata “Patch”, le conferisceuna particolare suggestione visiva e tattile. Inoltre per amplificare questo effetto, i Redken artist hanno crea-to una particolare tecnica di personalizzazione di taglio eseguitaattraverso la modulazione della texture dei capelli che permettedi trasferire al tatto e alla vista la percezione dei tessuti: dalla se-ta, finissima, morbida e lucente alla lana, soffice, voluminosa eopaca.Sicuramente questo è solo il precursore di quelle che saranno letendenze hairstyledei prossimi anni in cui il concetto di look saràcompletamente rivoluzionato e il vostro parrucchiere saprà vesti-re con i vostri capelli la vostra anima.

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Èil sogno di tutte le donne alritorno dalle vacanze: con-servare più a lungo possi-bile un bel colorito dorato,invidiabile e impeccabile.

Viso radioso, pelle di seta, corpo dall’a-spetto levigato e senza imperfezioni.L’abbronzatura, però, è destinata a sbia-dire col passare dei giorni creando, spes-so, sulla pelle, chiazze e macchie. La ve-locità con cui la si perde la bella colora-zione dipende molto da stress e dalle ir-ritazioni cui la cute è stata sottoposta du-rante il periodo di esposizione. Come fa-re, allora, per far durare più a lungo pos-sibile l’abbronzatura? Ecco alcuni praticisuggerimenti e strategie vincenti. Idra-tazione. Fatelo costantemente, applican-do la crema almeno una volta al giorno.Utilizzate prodotti neutri e naturali comeil burro di karité o una crema all’aloevera. In alternativa, l’olio di avocado o dimandorla riescono a penetrare in pro-

fondità, lasciando l’epidermide sempreidratata. Doccia si, bagno no. La perma-nenza nell’acqua calda, facilita e accelerala desquamazione. La doccia, invece, èpiù veloce. Scegliete detergenti non ag-gressivi e non schiumogeni, come un oliocosmetico, che protegga e ammorbidiscala pelle durante la pulizia. Evitare sfre-gamenti. Il post doccia deve esserequanto più possibile soft, quindi, è beneutilizzare morbidi asciugamani per coc-colarsi con un’asciugatura lenta. No allaceretta. Converrebbe depilarsi con unepilatore elettrico almeno fino a quandopermane l’abbronzatura. Autoabbron-zanti. Non esistono prodotti in grado distimolare la melanina endogena, respon-sabile dell’abbronzatura, tuttavia, si pos-sono usare prodotti che una volta appli-cati scuriscono un tantino. Esfoliazione.Appena compaiono quelle sgradevoli“macchie”, un dolce scrub farà rinvigori-re il colore della pelle. Viso. Detergete la

cute con prodotti delicati (le prime setti-mane ogni due giorni, poi ogni 7/10 gior-ni) e applicate una maschera nutriente.Per mantenere un colorito sano potetescegliere tra terra solare o crema colora-ta con riflessi caldi dorati. Nutri cosme-tici. Si tratta di capsule e compresse adalta concentrazione di licopene, sostan-za che deriva dal pomodoro, utile percombattere l’assottigliamento della cute.Alimentazione. Tre sono gli elementiprincipali che rendono l’abbronzaturaduratura e sana: vitamine, betacarotenee Omega 3. Tutti i frutti di colore giallo-arancio e i frutti rossi, dal potere anti-os-sidante e curativo, sono ideali. Via liberaanche alla frutta secca e all’olio di oliva,pieni di vitamina B ed E. Non rinunciatequindi al gusto di albicocche, arance ros-se, mirtilli e carote. Bere molto. L’acquaidrata e preserva l’elasticità della pelle; iltè alla Bardana, ad esempio, ha una fun-zione depurativa.

TERRE PER ILLUMINARE Chi proprio non si rassegna a vedere scom-parire la tanto amata tintarella può mante-nere un colorito luminoso e solare tuttol’anno con le terre abbronzanti. In crema,fluide, oil free, compatte o in polvere, que-ste basi si differenziano per finish texture eformule ma hanno tutte l’obiettivo di simula-re un’abbronzatura quanto più natura-le possibile. La terra compatta Splen-dours di Clarins racchiude due tona-lità universali che riscaldano l’in-carnato: un marrone scuro caldo eun marrone ramato. Al centro, unmedaglione dorato per un effetto il-luminante. Si adatta a tutte le carna-gioni anche il bronzer Terra Ora diGuerlain composta da un mix dipolveri bianche ed dorate dalfinish perlato, e beige dal fi-nish mat.

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tempopernoi a cura di desiree di maria

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IL SOGNO? NON PERDEREla tintarellaabbronzatura. ECCO UN BREVE DECALOGO PER MANTENERE PIÙ A LUNGO POSSIBILE QUEL BEL COLORITO AMBRATO. ESSENZIALE UNA BUONAIDRATAZIONE DELLA PELLE E L’ALIMENTAZIONE

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UN AIUTO DALLA NATURAAlcuni ingredienti naturali hanno un’alta funzione vasco-larizzante e contribuiscono a irrorare di sangue le lab-bra rendendole più turgide e carnose. Volete degli esem-pi? Pepe di cayenna, peperoncino, sale, zenzero o can-nella. Potete metterne un po’ sulle labbra ma dovretesopportare il bruciore, perciò è preferibile usare balsamiper labbra contenenti questi ingredienti. E’ buona regolafare periodicamente uno scrub alle labbra mediante unacrema fai da te realizzata in casa. Unite della crema idra-tante o olio d’oliva con zucchero e massaggiate dolce-mente le labbra, poi sciacquate con acqua. Oppure, me-scolate un cucchiaino da tè di cannella e un cucchiainoda tè un gloss volumizzante. Applicate la miscela sullelabbra ed attendete 5-7 minuti. Quando le labbra inizia-no a pizzicare sciacquare via la miscela. Così avretelabbra più piene e carnose.

Questa metodica risulta particolarmenteutile quando le labbra si spaccano o sonosecche. Fate un piccolo scrub con unospazzolino da denti, da passare per unminuto. In seguito, applicate burrocacao.Oppure provate con i massaggi. Unite in-dici e pollici di entrambe le mani a forma-re una bocca, inserite le labbra all’internoe spingete in fuori a bocca chiusa, tenen-do le dita aderenti al viso. Iniziate, poi,lentamente a tirare, impastare e schiaccia-re le labbra alla base, impostate e tenutein fuori con l’aiuto delle dita , fino ad av-vertire un leggero segno di dolenzia; è ilsegno che il massaggio fa effetto.

ritocchino

Ecco qualche consiglio utile per ottenere lab-bra più seducenti. Usate un balsamo biolo-gico. Si chiama Menthe Orange, della SheaTerra Organics (si può acquistare direttamen-te on line) questo prodotto contiene cera d’a-

pi grezza, olio di crema di cocco, patate africane, olio es-senziale di menta piperita, di arancio, di prugne selvatichee di semi di melone, fiori di camomilla, fiori di calendula estevia. Per lo scrub. Preferite prodotti professionali come iLip Scrub o ”labbrasivi”, tra questi Mint Tulips e SweetLips della Lush, oppure Sweet Lip Scrub di Decoderm,con olio di jojoba. Applicate dei lip plumper, ovvero dei lipbalm e burrocacao a effetto filler riempitivo. Alcuni esem-

pi? Sempre della Decodermsi trovano Nutri&Pulp LipMask e Hydra&Pulp Lip,rispettivamente una ma-schera e una crema volu-mizzante per labbra agliOmega 3, all’aloe vera e

alle vitamine A ed E. Ancheil trucco aiuta. Stendete la base di fondotinta secondo ilcolore del viso anche sulle labbra, dopo di che tracciate ilcontorno delle labbra con una matita leggermente al difuori del vostro contorno labiale. Questo farà apparire piùgonfie le labbra. Infine applicate rossetto e gloss.

labbra

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tempopernoi a cura di giorgia agosta

ortesi di silicone

EFFICACICONFORTEVOLIE CORRETTIVI

L’ ortesi di silicone èun presidio medicoparziale e rimovibilein grado di proteg-gere o correggere le

zone di iperpressione localizzataall’avampiede come conseguenzadi deformità o amputazioni parzia-li. È inoltre importante sottolineareche, il silicone, proprio perché mal-leabile, morbido e ipoallergenico,risulta adatto a tutti e a qualsiasietà (anche nell’infanzia se necessa-rio). Le ortesi al silicone vengonoconfezionate ad personam con loscopo di “scaricare” zone di conflittodorsali, interdigitali, plantari o correggere le deviazioni assialidelle le dita del piede. Sono realizzate direttamente sul piedecon dei materiali confortevoli dando così sollievo, per esempio,alle ipercheratosi, ai tilomi dolenti (calli, duroni, occhi di perni-ce) e assicurando una migliore postura podalica dato il correttoriposizionamento delle dita trattate. Quindi, dopo un accuratoesame di ortoplastia (la scienza che studia la correzione di seg-menti osteo-articolari) attraverso le ortesi si ottiene quindi la re-missione del dolore e allo stesso tempo un miglioramento della

funzionalità di tutto il piede. In base alle funzioni,l’ortesi si dice protettiva quando è destinata aproteggere l’avampiede dalle iperpressioni senzatuttavia modificarne la morfologia. Questo tipo dipresidi sono molto utili, per esempio, nelle callo-sità o lesioni interdigitali.

Ma l’ortesi può essere anche correttiva, quandocioè è finalizzata a ridurre le pressioni incongrue dell’avampiede,come le ipercheratosi dorsali o apicali delle dita en griffe o nel-l’alluce valgo. Quando, invece, le ortesi vengono utilizzate per ri-durre il rischio di deformità secondarie, per esempio, in pazienticon amputazioni parziali o totali delle dita, si chiamano additive. Inoltre è fondamentale sapere che l’ortesi di silicone risulta unottimo metodo coadiuvante nella fase post-operatoria di inter-venti chirurgici all’alluce valgo, impedendo così i numerosi casidi recidiva.

lo specialistaL’OBIETTIVO È QUELLO DI SCARICARE “ZONE DI CONFLITTO” DORSALIINTERDIGITALI O PLANTARI

Mantenere piedi morbidi e vellutati èpossibile, basta seguire alcuni sem-plici regole. Utilizzate sempre unacrema esfoliante per fare lo scrubche aiuterà ad eliminare le cellulemorte e soprattutto di sera favorirà ilrilassamento. Se la cute del piede èmolto secca e desquamata necessitadi essere nutrita in modo costante.In questo caso utilizzate creme nu-trienti in occlusione, affinché il pro-dotto venga assorbito gradatamente.

i consigli

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L’ estate è quasi finita e, forse,ci siamo sentiti a disagio,magari per un seno rilassa-to o, forse, per la cellulite oper i chili di troppo, per i

pettorali poco sviluppati, oppure per la“ciambella” adiposa sull’addome. Certa-mente, molti si saranno ripromessi di ri-tornare in forma in autunno, magari fa-cendo ricorso a qualche ritocco estetico.Ecco, allora, alcune semplici regole perrealizzare i buoni propositi in tutta sicu-rezza. Ci si spoglia e la cellulite è sempre lì,le adiposità trocanteriche o all’interno gi-nocchia uguali, come la pelle a buccia d’a-rancia, malgrado in questi mesi caldi si siaperso qualche chilo, con diete drastiche efrustranti. La cellulite è un problema me-tabolico, migliora solo con dieta proteica eginnastica, terapia drenante e massaggidrenanti. Attenzione, quindi, alle diete mi-racolose da supermaket. Se c’è imbarazzonel nascondere i cuscinetti ai lati delle co-sce, o niente minigonne per colpa di gi-nocchia troppogrosse, una piccolaliposcultura è l’uni-co modo per elimi-narli. I massaggi e lecreme, in questi ca-si, non funzionano,sono efficaci, invece,lipolaser, o con lipo-scultura superficialetridimensionale chedanno come esitipochissimi lividi(spariranno in unadecina di giorni), dafare assolutamentein anestesia locale.Se il problema è ilpeso. Sappiate che èpossibile perderepeso rapidamentesenza ammalarsi.Parliamo di 7- 8% dimassa grassa in me-no in 2-3 settimane. Qualcuno crede, erro-neamente, che per recuperare la forma fi-sica sia sufficiente dimagrire, in realtà bi-sogna perdere massa grassa, e non liquidi,e massa magra, ovvero muscoli perché,paradossalmente si può essere “grassi” eapparire “magri” con conseguenze meta-boliche gravi se questo stato di cose doves-se permanere per lungo tempo. Alla 4spamedical clinic di Catania un team multi-disciplinare composto dai dottori Salvato-re Montagna Diabetologo-dietologo, Giu-seppe Sicilia, Nutrizionista e con la consu-lenza del Prof. Massimo Buscema, Endo-crinologo, insieme a personal trainer emassaggiatori-fisioterapisti si adotta unprotocollo nutrizionale-motorio, il “fit-ness metabolico” che, attraverso l’assun-zione di preparati isoglucidici (associata aisapori e al gusto della dieta mediterranea)apportano la giusta dose di proteine cheriattiva, in modo naturale, l’organismo

che, utilizzerà più grasso come carburanteper soddisfare il fabbisogno energeticoquotidiano, attingendo dal deposito “massagrassa” piuttosto che da muscoli e liquidi.Gli obiettivi di questo protocollo sono mol-teplici e vanno dal miglioramento dellacomposizione corporea (diminuzione delgrasso e aumento della massa magra, meta-bolicamente attiva), miglioramento del to-no muscolare, aumento della gittata sistoli-ca, incremento dell’attività mitocondriale edella capacità aerobica. Regolarizzazionedella pressione arteriosa, riequilibrio del-l’assetto lipidico (colesterolemia e triglice-ridemia). Il percorso inizia con una visitamedica generale compresa una valutazionedegli esami ematologici e antropometrici.Segue un elettrocardiogramma e un appro-fondito studio della composizione corporearapporto massa grassa/magra e idratazione.Così si arriva, quindi, a formulare un Proto-collo nutrizionale e motorio personaliz-zato, che avrà durata minima da tre a seimesi, con l’obiettivo di rimodulare lo stile

di vita del soggetto. Se-conda fase, metodo4spa. Durante questoperiodo viene costante-mente misurata la pres-sione arteriosa, della gli-cemia pre e post eserci-zio fisico, dati che servi-ranno a compilare undiario personalizzato(settimanalmente). Ilprogramma di fitnessmetabolico prevede,quindi, alcuni semplicima efficaci esercizi dacompiere sotto la guidadi un operatore che tra-durrà le indicazioni e va-lutazioni mediche in unprotocollo motorio per-sonalizzato. Il program-ma terapeutico prevedeanche una valutazionedella composizione cor-

porea con un report sulle fluttuazioni dellecomponenti corporee per monitorarne icambiamenti, (mensilmente). Oltre ai valo-ri glicemici, chiaramente il migliorare del-l’aspetto fisico, indurrà anche più sicurezzanei rapporti sociali, minor fatica nel fare igesti quotidiani e, anche l’umore ne risenti-rà in positivo. Durante tutto il periodo delprotocollo è importante bere molta acquaminerale naturale ed effettuare attività fisi-ca, anche a partire da una camminata ad in-tervalli di velocità tra 3-5 Km/h per 30/40’al giorno), fino ad esercizi più impegnativi,con programmati dai personal delle nostrepalestre e/o piscine. E’ importante ancheabbinare al programma, protocolli drenanticome massaggi connettivali manuali MES econ macchinari, tipo il Triactive (massaggioconnettivale, radiofrequenza e cavitazioneultrasonica) e sedute di idromassaggio nel-le vasche drenanti della Luxury SPA a getti-to pulsato sincronizzato.

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esteticamentedi alfio scalisi

Il dottor Alfio Scalisi è specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed EsteticaMaxillo Facciale, Microchirurgo. 4spa medicalclinic Catania

IL FITNESS METABOLICO.IL PROGRAMMA STUDIATODAL TEAM DI ESPERTI DELLA4SPA DI CATANIA, GARANTISCELA PERDITA DI MASSA GRASSA ELA STABILIZZAZIONE NEL TEMPODEI RISULTATI OTTENUTI

COSÌ MI RIMETTO IN FORMA

Se fossero comparse nuove rughe e macchiesotto il solleone? Occorre bere molta acqua e usare più creme idra-tanti per prima cosa ma, per il ringiovanimeto delviso - per fortuna - esistono anche soluzioni velocie mininvasive. Si tratta di tecniche ambulatoriali co-me i fillers di acido ialuronico, per ricompattare edistendere i solchi di ptosi, oppure il botox, per dis-tendere le rughe attorno ad occhi e fronte e il gelpiastrinico prelevato dal proprio plasma. Anche i la-ser, più evoluti e poco aggressivi rispetto al passa-to, assicurano - usati da mani esperte - ottimi risul-tati con guarigione in 2-3 giorni. E ancora: il lipofil-ling per ristrutturare in maniera duratura e ripristina-re in modo naturale i volumi del volto, ottenuto pre-levando in anestesia locale tessuto adiposo dalfianco o dalle cosce, e reiniettato in micro quantitàdopo opportuna preparazione in viso. Se si è troppo magri e si notano glutei rilassati? Occorre riprendete un pò di peso e fare ginnasticaaerobica. Mentre per un eccessivo rilassamento della pel-le all’interno di cosce e braccia? E’ un problema di lassità cutanea: un trattamentocon laser o radiofrequenza sono giustificati. E per le over 50? Forse un minilifting braccia o lifting interno coscepossono essere risolutivi, sempre in anestesia lo-cale e senza ricovero. Oppure lipofilling (trapianto digrasso pro glutei).Seno piccolo o cadente? Inutili esercizi in palestra, creme rassodanti o ridu-centi, massaggi o macchinari che promettono mira-coli. Per il seno piccolo, la soluzione migliore èsempre una mastoplastica additiva magari con ac-cesso periareolare che minimizza le cicatrici. L’inter-vento è possibile in anestesia locale senza ricoveroin meno di 1 ora, oppure lipofilling con trapianto digrasso autologo per aumentare il decolletè. Per ilseno calante la soluzione è la mastoplastica con lif-ting con o senza protesi e, quindi, con cicatrici piùlunghe.Per gli uomini qual è l’inestetismo più imbaraz-zante?La ginecomastia (grasso e/o ghiandola mammariain eccesso), e per questo difetto esiste una soluzio-ne veloce e, anche in questo caso, in anestesia lo-cale, ovvero una mini liposuzione con piccola mam-mectomia sottocutanea parziale. Altro “imbarazzo”,soprattutto psicologico in verità, ma sempre più increscita tra i maschi, è quello delle dimensioni delpene. Anche per questo si può intervenire in modosemplice e sicuro con il lipofilling.

faq

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lore delle foglie regalano emozionantidistese naturali e paesaggi incantevoli.Una famiglia di piante, quella delle grami-nacee, dalle grandi virtù e con pochissimeesigenze di coltivazione e manutenzione.Che possono essere inserite in ogni giar-dino. Infatti, sono belle anche nella sta-gione in cui la maggior parte delle altrepiante è a riposo e la loro presenza confe-risce naturalezza caratterizzando lo spo-glio giardino invernale.Il concetto di giardino naturale, sostenibi-le o etico, perfettamente inserito nel pae-saggio circostante, con scarse esigenzeidriche e di manutenzione, è ormai entra-to a far parte delle nuove tendenze in fat-to di verde ornamentale. L’insieme armonico di erbacee perenni,graminacee, cespugli ed alberi rappresen-ta per tante persone un contrasto graditoal quotidiano ben organizzato e trasmettela piacevole sensazione di natura.Giardini che non fanno riconoscere al loroosservatore la volontà di pianificare e lamano che li cura e che hanno un aspettonaturale, emanano un fascino particolare.Eppure, una cosa è certa: anche un giardi-no con aspetto molto naturale necessitadi pianificazione e cura.

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Autunno, la stagione cheamo di più, per l’intensità ela varietà che assumono icolori della natura, per vi-vere e godere un giardino

più pacato, fiorito e tranquillo. Questo è iltempo delle graminacee, delle piante del-la flora spontanea elevate a protagonistedei giardini naturali, dello “stile prateria”come lo si definisce negli ultimi anni.Sono da sempre stato affascinato dallegraminacee da quando bambino raccoglie-vo le infiorescenze del Pennisetum seta-ceum che cresce spontaneo alla circonval-lazione di Catania in prossimità dell’in-gresso della tangenziale.Le infiorescenze violacee lunghe e flessibi-li, morbide al vento come onde, fra le fo-glie sottili mi invitavano a raccoglierle etenerle in casa d’inverno in attesa del ri-torno della bella stagione.Ma non sono le sole che in questa stagioneaccendono i colori. Camminando in mac-china, ovunque ai bordi delle strade e del-le autostrade si possono notare grandi dis-tese di graminacee (Fragmites, Pennise-tum, Stipa, Carex Miscanthus, Equisetum,ecc.) che con le loro infiorescenze e il co-

polliceverdedi francesco borgese

agronomo e paesaggista

in autunno LE PIANTE SPONTANEE DIVENTANOPROTAGONISTE, ACCENDONO I COLORI E SONOIDEALI PER UN VERDE DOMESTICO PIÙ SOSTENIBILE

LE GRAMINACEEPER UN GIARDINO più “nature”

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petcaredi Paolo parisi

Le specie di criceto più comunisono quella dorato o siriano, Me-socricetus auratus, il criceto rus-so, Phodopus Campielli e il sibe-riano (P. Sungorus). I criceti sono

animali da compagnia poco impegnativi e fa-cili da allevare; se le condizioni igienichedella gabbia sono mantenute buone, si rivelaun simpatico e divertente compagno di giocoche non emana cattivi odori e non disturba.Purtroppo, però, la vita media di questi ani-mali si aggira intorno ai due anni tranne cheper il criceto di Roborovsky che è, invece, ab-bastanza longevo rispetto agli altri con unamedia di tre anni. Per la salute del nostro pic-colo roditore, è importante farlo passeggiarequotidianamente al di fuori della gabbia o li-beramente (tenendolo d’occhio continua-mente) o all'interno delle famose JoggingBall (Palla per Criceti). Il momento adatto pergiocarci è il tardo pomeriggio, orario nel qua-le i roditori sono molto più attivi. Contraria-mente a quanto si pensa, questi piccoli ani-mali non soffrono la solitudine e sono estre-mamente territoriali. Ecco perchè è sempreconsigliato fare la massima attenzione quan-do si fa convivere una coppia di criceti nellastessa gabbia, le liti per la contesa del terri-torio potrebbero essere molto cruente. Nonlasciatevi ingannare dal fatto che nei negozi,i criceti sono esposti in gabbie che contengo-no parecchi esemplari, perché la convivenzain giovane età si rivela tranquilla e tollerante,ma non appena i roditori diventano adulti, leliti sopraggiungono nel 99% dei casi. Se ab-biamo deciso di adottare una coppia, consi-deriamo il fatto che la riproduzione è moltoveloce (anche due volte in un mese) con la

conseguenza che nell’arco di soli 30 giorni cisi potrebbe ritrovare con un numero elevatodi cuccioli e una madre stressata che potreb-be ucciderli perchè non ce la fa ad accudirlitutti. Alimentazione. Le classiche diete a ba-se di miscele di semi (in particolare girasole)sono sconsigliate: contengono troppi grassi esono carenti di proteine e vitamine. Tra l’al-tro, l’abitudine di lasciare a disposizione unaquantità rilevante di miscele di semi porta ilcriceto a consumare il cibo più gradito, cioè isemi di girasole, particolarmente grassi equindi dannosi per la salute. Il pasto ideale èa base di pellet per roditori che contenga al-meno il 16% di proteine e il 4-5% di grassi. Sipuò anche scegliere un’alimentazione casa-linga, che deve essere varia e bilanciata, evi-tando alimenti innaturali e troppo grassi. Trale più comuni malattie dei criceti vanno ri-cordati i raffreddori, (trasmessi anche dal-l’uomo) colpi di calore, intossicazioni, trau-mi, obesità, dermatiti e, purtroppo, ancheneoplasie. È importante però ricordare chequalsiasi sintomo strano deve indurre a pre-cipitarsi dal veterinario (che deve essereesperto in esotici) perché molto spesso, acausa del metabolismo accelerato, il tempoper intervenire è davvero pochissimo.

CRICETI, TUTTO CIÒche c’è da sapere

GABBIA PULITACIBO SEMPRE FRESCOE QUALCHE GIOCOPrendersi cura di un criceto non richiedeparticolari attenzioni, basta tenere la gab-bia pulita, assicurare cibo, acqua fresca equalche gioco, come per esempio la ruotao il tunnel. Occorre anche saper interpreta-re il comportamento del nostro piccoloamico; quando è vispo e annusa curioso, èil momento giusto per avvicinarlo, mentreinvece, quando abbassa le orecchie all’in-dietro oppure si rannicchia è meglio la-sciarlo stare, perché potrebbe essere stan-co o impaurito. La gabbia va pulita una vol-ta alla settimana: togliere la lettiera, lavarela gabbia con acqua calda, asciugarla benee mettere della lettiera nuova. Tutti i giochi,le ciotole per il cibo, il beverino e la casettavanno lavati accuratamente e asciugati. Perdisinfettarli, si può usare anche Amuchinadiluita ma, è essenziale risciacquare il tuttocon acqua corrente. Ogni giorno, occorretogliere dalla gabbia il cibo fresco che nonè stato consumato ed è opportuno control-lare che il beverino non goccioli e che fun-zioni bene. I criceti sono animali molto pu-liti, e quindi cercheranno di urinare semprenello stesso posto della gabbia. Una voltaindividuato l’angolo che hanno scelto, pos-siamo metterci un piccolo recipiente conte-nente materiale assorbente da cambiarequotidianamente.

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specie, HABITAT, SALUTE, ABITUDINIALIMENTAZIONE DI QUESTI SIMPATICI RODITORI

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1. M1 MESSENGER BAG È STATA DISEGNATA PER LA PRIMA VOLTA NEL 2009 E, DO-PO UNA GRADUALE EVOLUZIONE, ECCO L'ULTIMISSIMA VERSIONE. 2. PURSE GRA-PHIC È LA COLLEZIONE DI PORTAFOGLI FEMMINILI NATA NEL 2012. QUESTO MODEL-LO È CARATTERIZZATO DA UN’ATTENTA RICERCA DI SCRITTE E DISEGNI PRESENTISULLA GOMMA. 3. KEYRING ROYAL REALIZZATO CON LE CAMERE D’ARIA DI AUTO ETELONE DI PVC COLORATO. L'ESTERNO DEL PORTACHIAVI PUÒ PRESENTARE SCRIT-TE O PATCH CHE TESTIMONIANO LA PRECEDENTE “VITA” DEI MATERIALI 3. BELTS ÈIL NOME DELLA COLLEZIONE DI CINTURE NERE E COLORATE DEL MARCHIO TORINE-SE. LA FIBBIA È IN ACCIAIO SATINATO (WWW.MNMUR.IT)

Tra gli stand del Macef,il Salone internazio-nale della casa, i co-

pertoni rinascono anche co-me “bijoux”. Merito di Lore-na Giuffrida (www.lorena-giuffrida.it): tra i suoi“gioielli” realizzati con ma-teriali inconsueti, spiccanoquelli che sfruttano le vec-chie camere d’aria delle bici-clette. Sporchi e neri coper-toni sono lavorati a manoper una seconda vita al collodelle donne. Nelle mani diLorena la camera d’aria di-viene un materiale intrigan-te ed elegante, leggero e ver-satile, indistruttibile, dispo-nibile senza limiti di quanti-

tà, forme e misure; raccolta,lavata, sagomata, ritagliata,arrotolata e cucita, anche as-semblata ad altri materialiriciclati, la camera d’aria di-venta “di moda”. Ultima-mente, Lorena Giuffrida hacominciato a utilizzare lecapsule di alluminio del caf-fè, che recupera, svuota, lavae assembla per creare degliorecchini, che sono piccolesculture molto leggere. Tut-te le capsule arrivano dallaraccolta differenziata, degliamici, che amabilmente so-no costretti da Lorena a nondisperdere i materiali dellasua creatività.(ph Gio Marchesi)

NUOVE MISURE DI SOSTEGNOALLE FAMIGLIE

L’assegno per le famiglienumerose concesso dai

Comuni spetta anche aglistranieri. La nuova legge n.97/2013, che recepisce le di-rettive comunitarie, non lasciaalcun dubbio. L’art.13 stabili-sce espressamente che “l’as-segno ai nuclei familiari conalmeno tre figli minori”, spet-ta, oltre che ai cittadini italianie comunitari, anche ai “cittadi-ni di paesi terzi che sianosoggiornanti di lungo perio-do”. L’importo dell’assegnovaria in base al numero dicomponenti e al reddito dellefamiglie e viene rivalutatoogni anno. Quest’anno è almassimo di 139,49 euro almese per tredici mensilità. Perottenerlo, è sufficiente presen-tare domanda al Comune diresidenza.Sempre in tema di sostegnoalle famiglie, è d’obbligo se-gnalare una misura purtroppoancora poco conosciuta: il bo-nus sulla bolletta elettrica.È uno strumento introdottodal Governo per garantire allefamiglie in condizione di dis-agio economico e alle famiglienumerose un risparmio sullaspesa per l’energia elettrica. Ilbonus elettrico è previsto an-che per i casi di disagio fisico,cioè per i casi in cui una gra-ve malattia costringa all’utiliz-zo di apparecchiature elettro-medicali indispensabili per ilmantenimento in vita. Posso-no accedere al bonus tutti iclienti domestici intestatari diun contratto di fornitura elet-trica, appartenenti ad un nu-cleo familiare con indicatoreIsee non superiore a 7.500 eu-ro o appartenenti ad un nu-cleo familiare con più di 3 figlia carico e Isee non superiorea 20.000 euro o presso i qualiviva un malato grave che deb-ba usare macchine elettrome-dicali per il mantenimento invita. Nel caso di famiglie incondizioni di disagio econo-mico e per le famiglie numero-se, il bonus consente un ri-sparmio pari a circa il 20%della spesa annua presunta epuò valere fino a 155 euro neinuclei con più di 4 persone.Per richiedere il bonus bastacompilare il modulo, reperibileanche on line, e consegnarloal proprio Comune di residen-za o ad altro istituto designato(ad esempio i Caf).

QUOTEROSAa cura dell’avv.

elisabetta sciotto

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ecostyle

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VISTINGIROUN FIL DI GOMMA

MNMUR: GLI ACCESSORIHANNO FATTO STRADAUN BRAND NATO DALL’IDEA DI DUE DESIGNER: BORSE EACCESSORI SONO REALIZZATICON CAMERE D’ARIA DI BICI-CLETTA CHE NON HANNO LAPOSSIBILITÀ DI ESSERE RICI-CLATE. UN MATERIALE INCON-SUETO E DALLE CARATTERISTI-CHE PECULIARI: IL COLORE NE-RO PIENO, LA MORBIDEZZA, LESUPERFICI A RILIEVO, I NUMERIE LE SCRITTE DI FABBRICAZIO-NE, I SEGNI DELL’USURA, LAROBUSTEZZA

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1. ULTRABOOK E TABLET NELLO STESSODISPOSITIVO. IL NUOVO SONY VAIO DUO 13 ÈUN ULTRABOOK IBRIDO, SOTTILE E LEGGERO,DOTATO DELL’ESCLUSIVO DESIGN SURF SLIDERCHE CONSENTE DI PASSARE ALL’ISTANTE DALLAMODALITÀ “TABLET” A QUELLA “CON TASTIERA”,PER ADATTARSI IN OGNI MOMENTO A TUTTE LEESIGENZE. EQUIPAGGIATO CON SISTEMA OPERA-TIVO WINDOWS 8, È POTENTE, GRAZIE AI PRO-CESSORI INTEL CORE DI TERZA GENERAZIONE, EOFFRE UN AUTONOMIA DELLA BATTERIA DA RE-CORD. DISPONIBILE IN DIVERSE CONFIGURAZIONIA PARTIRE DA 1.499 EURO, NEI COLORI BIANCO,NERO E IN UN’ELEGANTE VERSIONE RED EDITIONA TIRATURA LIMITATA.

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HI-TECHangoloa cura di Giulia Barbanera

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VINE, IL NUOVOTORMENTONE SOCIAL

L’APP GRATUITA CONSENTE DI GI-RARE MICROVIDEO DELLA DURATADI 6 SECONDI DA CONDIVIDERESUI SOCIAL NETWORK. GRAZIE AL-LA POSSIBILITÀ DI INTERROMPEREE RIPRENDERE I FILMATI, PER UNMONTAGGIO AD HOC, OGNI UTEN-TE DIVENTA IL REGISTA DEL SUOCORTO. DA PROVARE ASSOLUTA-MENTE. GRATIS SU ITUNES STO-RE E GOOGLE PLAY.

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CORNERdesigna cura di Venera Coco

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GIANCARLO CUTELLO

Ha lasciato Chiaramote Gulfi, inprovincia di Ragusa, per studiare

architettura a La Sapienza di Roma,ma la vita e il lavoro del designerGiancarlo Cutello continuano a divi-dersi tra la capitale e la sua terra d’o-rigine.. Le sue passioni per l’indu-strial design, l’interior design e l’ar-chitettura l’hanno portato a parteci-pare a numerosi contest nazionali einternazionali, e a vincere diversi pre-mi tra cui, nel 2002, il New DomesticTrashcape, indetto da Conai in colla-borazione con Guzzini, per la proget-tazione dei contenitori Sombreros per la raccolta differen-ziata. Nel 2005, Cutello riceve il primo premio all’Internatio-nal Eyewear Design Competition in Francia per l’occhialeClip, mentre, nel 2006, è al primo posto del Jvc SphericalSpeakers System Competition grazie a una cassa acusticapresentata, l’anno successivo, anche al Fuori Salone di Mi-lano. Nel 2010 fonda il suo studio di architettura e design enell’ultimo anno incontra Formabilio, una nuova azienda ita-liana basata sul crowdsourcing che gli dà la possibilità dipartecipare ad alcuni dei loro contest, vincendone due. Natacon l’ambizione di fare design made in Italy da esportarenel mondo, Formabilio è una piattaforma che promuove at-traverso il web concorsi destinati a designer e aspiranti tali,chiamati a progettare complementi d’arredo che sarannorealizzati da piccole imprese manifatturiere italiane e com-mercializzati online. Proprio per Formabilio, il quaranta-treenne siciliano ha dovuto mettersi alla prova, progettandoun tipo di arredo innovativo, sostenibile e appealing, da sot-toporre alla valutazione e ai commenti di una community didesign addicted. Focalizzandosi sui piccoli arredi, il desi-gner si è lasciato ispirare da complementi in grado di sfrut-tare al meglio lo spazio domestico. Fondamentale l’attenzio-ne al packaging: i prodotti di Cutello, infatti, presentano unimballo poco ingombrante, al fine di ridurre i costi di spedi-zione e l’impatto ecologico. Definendosi «un designer curio-so e appassionato che considera la progettazione comestrumento di conoscenza ed esplorazione deibisogni umani, alla continua ricerca delle mi-gliori opportunità che rendono la vita di tutti igiorni più facile e comoda», il creativo ha datovita ad arredi dal design sobrio, orientato alla pu-rezza dell’essenziale. Attualmente, oltre ad occu-parsi di architettura e interior, collabora con diver-se aziende per la realizzazione di nuovi prodotti,sempre nel rispetto dei principi dell’ecodesign.

1. LE KI CHAIR SONO UN SISTEMA DISEDIE DALLA STRUTTURA IN BETULLA ECON UNA SEDUTA IN FELTRO DISPONIBILE IN DIVERSE COLORAZIONI;2. ED È UN TAVOLO DA PRANZO IN ROVERE E MDF BIANCO CHE SI APRE EDIVENTA UN CONTENITORE; 3. TEO&DORA SONO LAMPADE DA TAVOLO E DA PARETE IN ALLUMINIO VER-NICIATO BIANCO. LA LAMPADINA, SMERI-GLIATA ARGENTO, RESTA SOSPESA AL-L’INTERNO DELLA CALOTTA, DIFFONDENDO LA LUCE IN MODO NONUNIFORME; 4. L’APPENDIABITI STANIN ROVERE E MDF, È PROVVISTO DI SCATOLE SVUOTATASCHE E DI UN GRAN-DE CONTENITORE PER BORSE E ZAINI;5. RONZINO È UN IRONICO SGABELLOIN BETULLA CHE TOGLIENDO IL SEDILEDIVENTA UN PICCOLO TAVOLO; 5. NAMÈ IL SISTEMA COMPOSTO DA CINQUECONTENITORI CHE PERMETTONO DICOMPORRE LA PROPRIA MADIA

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DAL WEB al retail

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In termini tecnici viene ancora definito“servizio”, ma ormai da diversi anni ilbagno ha conquistato un nuovo statusall’interno del sistema casa, assurgendoad area preposta al relax e alla cura del-

la persona. Sempre più attenzione vienequindi dedicata alla ricerca di tecnologie al-l’avanguardia, ma anche di forme, finiture emateriali preziosi e raffinati in grado di tra-sformare la zona bagno in un tempio dedica-to al comfort e al benessere. I prodotti più innovativi e le soluzioni stilisti-che più ricercate del settore vengono presen-tate ogni anno al Cersaie di Bologna, il salo-ne internazionale della ceramica per l’archi-tettura e dell'arredobagno, la cui nuova edi-zione è in programma dal 23 al 27 settembre.Le anteprime presentate finora dalle princi-pali aziende italiane e internazionali pongo-no l’accento sull’innovazione stilistica, maanche sulle smart technology con particolareattenzione al risparmio idrico ed energetico.In questa direzione si muove Cristina Rubi-netterie con la serie Euromade (immagine3) dotata della nuova cartuccia energy saving“Long Life Cristina” (LLC) a movimento sim-metrico e di un nuovo sistema di apertura del

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arredo

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Il tempio del RELAX

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miscelatore con due differenti posizioniper favorire un risparmio energetico eidrico consapevole. Attenzione all’ambiente anche perSynergy di Fir Italia (2), la collezione fir-mata da Francesco Lucchese, che si pro-pone di rendere omaggio alla natura e, inparticolare alla materia, nelle svariateforme e varianti presenti sulla terra dove,a seconda dei luoghi e del meteo, assumefisionomie, tonalità e sfumature diverse.La fusione tra natura e habitat domesticoè la fonte di ispirazione anche per la lineaErgo di Ceramica Galassia (5) creata daldesigner Antonio Pascale. La ceramicabianca dalle forme arrotondate e gli ac-cessori lignei di Ergo esprimono il ritor-no alle necessità primordiali dell’uomoovvero il bisogno di sentirsi parte inte-grante della natura e non più solo spetta-tore. Ancora forme minimaliste ma linee mol-to più rigorose per Nordic di Makro (8) ,un sistema di bagno integrato dal qualesi possono sviluppare innumerevoli solu-zioni tecnico-estetiche attraverso un ar-ticolato programma di elementi, come

bagno. DA ZONA DI SERVIZIO AD AREA PREPOSTA AL BENESSERE E ALLA CURA DELLA PERSONA. TRA INNOVAZIONE STILISTICA E SMART TECHNOLOGY

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vasche sottopiano,docce e lavabi indifferenti misure efiniture, che si in-tegrano fra loro di-ventando un uni-cum architettoni-co e tecnologico. Tecnologia ed ele-ganza minimalistasi fondono in Sof-fio (1), il nuovo ri-voluzionario lava-bo luminoso in Co-rian firmato Anto-nio Lupi. AntonioLupi utilizza la pa-rete ed il soffitto,non solo come ele-menti delimitantila stanza, ma liprogetta e li utiliz-za come conteni-tori di elementifunzionanti. Eccoche il lavabo si in-tegra perfetta-mente nella pare-te, nella quale si fonde per far uscire solola parte che realmente serve. Un lavaboche sembra voler uscire dal muro, mache al tempo stesso gli dà vita e forma.All’estremo opposto si pone Impero diOlympia Ceramica (7) una collezione daltaglio decisamente classico, estetica-mente ispirata ai modelli del primo No-vecento ma nel rispetto delle più attualinormative. Le forme morbide, levigatedall’acqua e dalla storia, conferisconouna forte personalità a questa collezione. Per chi preferisce la doccia Zazzeri pro-pone Obliqua (9) il nuovo sistema docciadotato di Flyfall Rain System. Grazie alsuo ridotto spessore, Obliqua aderisceperfettamente alle pareti del bagno inte-grandosi in modo naturale e raffinato al-l’ambiente, mentre l’innovativo sistemadirezionale Flyfall Rain System permetteun perfetto controllo della direzionalità

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dell’acqua conte-nendone il versa-mento a terra inspazi ridotti. E l’acqua, elemen-to primordiale esimbolo sin dal-l’antichità di vita epurificazione perl’anima e il corpo,viene rievocata,non solo nel nomema soprattuttonella sua funzione,nelle nuove solu-zioni di cabinedoccia Acqua5000 New e Ac-qua R 5000 Newdi Duka (6) . Ledue cabine dalleforme rigorose econtemporaneedettate dall’unio-ne perfetta tra lalucidità dell’allu-minio e le traspa-renze del vetro,sono state rivisita-

te nei dettagli per soddisfare le esigenzepiù ambiziose, aggiungendo una serie diinnovazioni tecniche che ne aumentanoil comfort. Tra queste, il sistema di chiu-sura Automatic Close & Stop che permet-te alle porte di chiudersi con facilità econ delicatezza, ma anche una maggiorestabilità, una nuova maniglia, un nuovoprofilo di battuta, un nuovo disegno del-le lastre di vetro, un nuovo profilo di gui-da e un nuovo meccanismo per lo sgan-ciamento delle antine.Al Cersaie 2013 grande spazio anche airivestimenti come le eleganti ma colora-tissime mattonelle Sole di Fap Cerami-che (4) . Sole è un rivoluzionario proget-to decorativo che, grazie al suo formato25x75, permette di creare liberamente ilproprio spazio ideale, abbinando tonalitàe colori ricchi e vibranti, decorazioni ori-ginali e raffinati mosaici.

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bicchiere dell’acqua di cottura.Unire la pasta al ragù di cala-mari e farla mantecare aggiun-gendo piano piano l’acqua dicottura. Servire gli spaghettiguarnendo il piatto con il restodel prezzemolo, delle mandorletostate e delle zeste di limone.

ZUPPA DI FINOCCHIETTO E PATATE

Ingredienti per 4 personeUn bel mazzetto di finocchiettoselvatico (circa 300 gr), 8 patatemedie, due porri, un aglio fresco,un cipollotto fresco, 30 gr di pino-

li, 30 gr di uvetta appassita, sale e pepeq.b., 2 filetti di alici sottolio, 6 cucchiai diolio extravergine di oliva, 4 fette di panecasareccio alte un centimetro e mezzo,250 gr di pecorino sardo Dop semistagio-nato.

Preparazione: affettare finemente l’agliofresco, il porro e il cipollotto e farli stufarenell’olio a fuoco basso per circa 10 minu-ti, unendo se serve poca acqua tiepida,finché non saranno appassiti, quindi uni-re i filetti di alici schiacciandoli bene conuna forchetta in modo che si disfino. Nelfrattempo, lavare il finocchietto (tenete daparte 4 cime per la decorazione del piat-to) e pulirlo eliminando i gambi che sonotroppo duri, poi tritarlo e unirlo al soffritto.Lavare, pelare e fare a cubetti le patate emetterle nella zuppa, aggiungendo anchei pinoli e l’uvetta. Regolare di sale e dipepe e coprire le verdure con acqua cal-da: fare cuocere per 30 minuti a fuocobasso. Mentre la zuppa cuoce, preriscal-dare il forno a 200 gradi, disporre le fettedi pane su una placca e distribuirvi soprail pecorino a fettine: mettere il pane in for-no a gratinare finché il formaggio non sisarà fuso dando vita a una crosticina do-rata. Servire la zuppa bollente mettendoal centro del piatto una fetta di pane epecorino e versandovi sopra la minestra.Guarnire con qualche rondella di porro equalche cima di finocchietto selvatico.

SPAGHETTI CON RAGÙ DI CALAMARI, LIMONE E MANDORLE

Ingredienti per 4 persone: 600 gr di cala-mari, 380 gr di spaghetti alla chitarra,300 gr di pomodori Piccadilly, una man-ciata di prezzemolo, zeste di limoneq.b., un pezzetto di peperoncino, 8 cuc-chiai di olio extravergine di oliva, unospicchio di aglio, 40 gr di mandorle inscaglie, sale q.b.

Preparazione: tritare al coltello i calama-ri dopo averli lavati con cura. Tritare an-che l’aglio e il prezzemolo. Lavare i po-modori, fare una incisione a croce sullasommità e tuffarli per 10 secondi in unacasseruola con acqua bollente per faci-litare la spellatura: togliere la buccia efarli a filetti. Mettere in una padella antiaderente l’olio, il peperoncino e l’aglio efarli scaldare, unire i calamari e soffrig-gerli aggiungendo se necessario pocaacqua tiepida e poi unire anche i po-modori e parte del prezzemolo tritato edelle zeste di limone. Fare cuocere afuoco basso per 10 minuti, finché il su-go non si sia ristretto. Nel frattempo, to-stare in una padella le scaglie di man-dorle e unirne la metà al sugo. Lessarela pasta in abbondante acqua salata escolarla al dente mettendo da parte un

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cucina:cottoebloggato*a cura di gianluca reale

ADA PARISI,NOTIZIE E FORNELLI

Non un blog di cucina siciliana maun blog di cucina fatto da siciliani

creativi. O meglio, opera di una sici-liana creativa in cucina: Ada Parisi.Giornalista, messinese che vive fuoridall’Isola da 14 anni, classe 1975,Ada adora cucinare e con il fratelloRiccardo, l’anima informatica deidue, ha messo su il blog www.sicilia-nicreativiincucina.it. Messo on line loscorso gennaio, il blog ogni giorno siarricchisce di una ricetta che Adapensa, rivisita, realizza e poi pubblicae che il suo compagno Gianluca At-zeni fotografa. «Mi sonoimposta di pubblicareuna ricetta al giorno peralmeno il primo anno -racconta Ada -. Il mioobiettivo è fare un blogche acquisti notorietà eche faccia venir fuori lamia idea di cucina». Lericette che Ada proponenon sono le classiche della tradizionesiciliana, c’è sempre una creativitànuova, una ristrutturazione, alcunesono interamente ideate da lei, nellafilosofia della cucina sostenibile e distagione. Per lei che si definisce«un’arancinara» e che ha nel pesce «ilcore business», il blog è infatti un’oc-casione «per spiegare cos’è sosteni-bile in cucina e cos’è salutare per ilcorpo e per l’ambiente. È un nostrodovere». Il blog ha già un buon segui-to, circa 60mila visite al mese e moltiutenti anche stranieri. Di recente lasua ricetta minicake di piselli, fave epatate ha vinto un contest lanciatoda Repubblica in occasione delmeeting di architettura sostenibile IMaestri del paesaggio a Bergamo.

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sapori di mare e di campagna.DUE RICETTE DA POTER PRERARE SENZA ECCESSIVE DIFFICOLTÀ, CON INGREDIENTISEMPLICI E DI STAGIONE

CREATIVITÀsiciliana

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Non so se definirmi un viag-giatore con la passione perla cucina o un cuoco con lapassione per i viaggi. Sicu-ramente amo la cucina così

come amo viaggiare. Dieci giorni in giroper le isole Ionie della Grecia in barca avela sono stati una esperienza straordi-naria non solo per i posti incantevoli e in-contaminati dal turismo di massa, tipicodel mese di agosto, ma soprattutto per lacucina dai sapori straordinari e dai pro-fumi inebrianti. E così appena rientratoeccomi a suggerirvi alcune tipiche ricettegreche di antica tradizione.

MOUSSAKAConsiderata una vera e propria iconadella cucina greca, è una sorta di pastic-cio saporito fatto con melanzane, pomo-dori, cipolla, ragù e besciamella.

Ingredienti per 4 personegr. 400 di carne d’agnello macinata (chesi può sostituire con carne di vitello perrendere la ricetta più leggera); 2 melen-zane; 1 cipolla; 1 pomodoro; 50 gr dipangrattato; 1 manciata di origano; olioextra vergine d’oliva per friggere; sale epepe q.b.Per la Besciamella: 50 gr. di burro; 3 cuc-

chiai di farina; ½ litro di latte.

ProcedimentoAffettate le melanzane e friggetele inolio bollente. Adagiatele su un piatto concarta assorbente per eliminare l’olio ineccesso. Preparate la besciamella scio-gliendo il burro con la farina e aggiun-gendo il latte già caldo a filo, cuocete afuoco basso sempre mescolando finquando la besciamella non raggiunge ladensità desiderata. Nel frattempo fate ro-solare in abbondante olio la cipolla ridot-ta a julienne e unite la carne macinata la-sciandola insaporire per 10 minuti, ag-giungete l’origano, il pomodoro tagliato apezzetti dopo averlo privato della bucciae cuocete il tutto per 45 minuti a fuocobasso aggiungendo un po’ d’acqua senecessario. Infine aggiustate di sale epepe. Intanto cospargete di pangrattato ilfondo di una pirofila dopo averla unta edalternate a strati le melanzane con lacarne ricoprendo ogni strato con la be-sciamella. Cospargete l’ultimo strato dipangrattato e cuocete in forno caldo a180 gradi per 40 minuti circa. Credetemi,il sapore intenso di questa pietanza lo ri-corderete per giorni.souvlaki, ovverospiedini di pesce spada da cuocere sullabrace.

SOUVLAKI DI PESCE SPADASpiedini da cuocere sulla brace.

Ingredienti per 4 personegr. 500 di pesce spada; 2 cipolle; 2 pe-peroni; 2 pomodori; 1 manciata di origa-no; olio extra vergine d’oliva; sale e pepeq. b.

ProcedimentoTagliate il pesce spada ele verdure in pezzi dieguale grandezza, disporlisu un piatto e condite il tut-to con origano, sale, pepee olio. Infilare i pezzi suglispiedini alternando gli in-gredienti, infine cuoceresulla brace raccogliendo iliquidi di cottura che faran-no da condimento al mo-mento di servire.

TZATZIKIUna salsa molto gustosae fresca a base di yogurte aglio, ottima sulle insa-late così come accompa-gnamento, insieme al pa-ne o alla pita e ai souvlaki

Ingredienti per 4 perso-ne500 gr di yogurt greco, facilmente reperi-bile nei supermercati; 4/5 spicchi d’aglio; 1cetriolo; 2 cucchiai d’aceto; 4 cucchiai d’o-lio extra vergine d’oliva; sale e pepe q.b.

ProcedimentoVersate lo yogurt in una ciotola, grattu-giate grossolanamente il cetriolo e scola-telo, tritate finemente l’aglio. Unite alloyogurt il cetriolo, l’aglio, l’olio e l’aceto esbattete il tutto energicamente con la fru-sta, infine aggiustate di sale e di pepe.

piatti di stagione. TRE PIATTI TIPICI DELLA TRADIZIONE GRECA, PER UN ASSAGGIO A TUTTOTONDO DELLA CUCINA DEI NOSTRI “CUGINI” MEDITERRANEI. MELANZANE, CARNE, PESCE E L’IMPERDIBILE TZATZIKI A BASE DI YOGURT

METTI IN TAVOLAi sapori greci

Chef creativo dapiù di trent’an-ni, praticamen-

te un’istituzione perCatania, MarcelloSantocchini nonsmette mai di stupi-re. Il suo tempio oggisi trova in via Monfal-cone, ma attenti aconsiderarlo sempli-cemente un bar: il Moca Cafè, nominato dallaFipe uno dei 20 migliori Bar d’Italia, è un luo-go dalla personalità forte, punto di riferimentoper la movida locale. E il Moca è quartier ge-nerale della sua instancabile attività di ban-queting e catering, capace di dare un tocco distile a ogni evento. «La cucina per me è arte e passione» diceSantocchini, che mescola sapientementeamore per la mediterraneità e per i gusti tipi-camente isolani con quelli di civiltà diverse.Finger food, cucina etnica e cucina tradizio-nale, ma anche menù pensati per chi ha esi-genze particolari. E per chi ama le novità San-tocchini lancia il “Cooking show”, dove la cu-cina diventa spettacolo.

paroladichefdi marcello santocchini

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globetrotter_

La sorpresa nel 2011, la confermanel 2012, l’affermazione nel2013. Per il terzo anno consecu-tivo Lisbona si conferma capita-le top per i viaggi brevi aggiudi-

candosi il premio Best Destination for CityBreaks in Europe ai World Travel Awards ,gli Oscar del turismo. Il riconoscimento,tra i più prestigiosi a livello internazionale,è risultato di una votazione online a cuihanno partecipato migliaia di professioni-sti del settore e ha visto la città portoghe-se superare Londra, Parigi e Berlino "perattrattive, servizi, svaghi e intrattenimentoin occasione di brevi soggiorni". Sbarazza-tasi del cliché che la definiva “città dellasaudade”, Lisbona è quindi rinata e divenu-ta una metropoli viva e moderna con loca-li, eventi e festival che attirano visitatori diogni età e da ogni parte del mondo. La città sorge su sette colli (comeRoma e Istanbul) e sitrova sulla spondasettentrionale del Fiu-me Tago (Tejo). Unabuona parte dei luoghidi interesse e dei mo-numenti si trovano incentro e sono facilmen-te raggiungibili a piedil'uno dall'altro anche sebisogna sempre ricorda-re che Lisbona è un conti-nuo susseguirsi di salite ediscese, tranne che nellaparte di pieno centro chesi estende da Avenida da Li-bertade fino alla monumen-tale Praça do Comercio. Unmodo originale (e poco fati-coso) per visitare la città èsaltare su uno degli storicitram che i lisbonesichiamano “os amare-los”, cioè “i gialli” e cherappresentano il loromezzo di trasporto piùclassico. Sono due i tramche regalano un itinera-rio mozzafiato di Lisbo-na: il 12 che da Praça daFigueira aggira la collinadel Castelo de São Jorge,passa per il belvederedell'Alfama, accanto allacattedrale e torna al pun-to di partenza, e il 28, ilpiù famoso, che attraver-

da città della saudade A CENTRO VIVO E MODERNO. INFRANTOLO STEREOTIPO CHE LA VEDE MALINCONICA E DEMODÉ LA METROPOLIPORTOGHESE SI CONFERMA DESTINAZIONE PREDILETTA PER I SOGGIORNI BREVI

sa tutti i quar-tieri del centrostorico: Alfa-ma, Graca,Baixa, Chiado,E s t r e m a ,Campo deOurique.Un altro ti-

pico mezzo ditrasporto di Li-sbona è l'ascen-sore: l’ascenso-re Do Lavra col-lega Camara Pe-stana con Largode Anunciada, l’a-scensore Da Glo-ria porta dallaPlaza de los Re-stauradores allavia San Pedro deAlcántara, e l’a-scensore Da Bicaunisce Rua da Bi-ca con il BarrioAlto.Merita una visi-ta approfonditala caratteristicaAlfama, il quar-tiere medievalecon il suo deda-

lo di viuzze e le

case bianchissime che si trova a est, sor-montata dal bel Castelo de São Jorge. Ac-canto si snoda il reticolo di viali della Bai-xa deputati allo shopping, che si estendeda Praça do Comércio, fino a Praça de Fi-gueira. Con una breve corsa in tram o in treno lun-go il fiume in direzione ovest si arriva pri-ma alla zona recuperata e restaurata deidocks fitta di bar pub e ristoranti chiamataDoca de Santo Amaro e altro centro focaledelle Lisbona di notte, e quindi alla zonamonumentale di Belém, dove prese il vial'epoca delle scoperte del Portogallo e do-ve si trova, oltre alla bella torre simbolo diLisbona, anche il Palazzo della presidenzadella Repubblica ed il museo delle carroz-ze. Spostandosi a nord-est si trova il mo-dernissimo quartiere Parque das Nações,creato per l’Expo del 1998, che conservainalterato il suo aspetto assolutamente fu-turista. Lisbona è una città dall’atmosfera gradevo-le rilassata e vivace al tempo stesso, in cuici si può semplicemente godere delle bel-lezze della città, andare a zonzo in tran-quillità per godersi l’ambiente e l’atmosfe-ra o per dedicarsi allo shopping (che po-trebbe riservarvi gradevoli sorprese), se-dersi a bere un bicchiere del tipico vinoPorto o a gustare l’ottima cucina locale.Oppure ancora assistere a uno spettacolodi fado o scatenarsi nei locali e nelle disco-teche seguendo la movida di Lisbona.

LISBONA, CAPITALE del CITY BREAK

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eventi

DA MONACO A ROMAtutto il mondoCELEBRA LA BIRRA

ACROBATI, DOMATORI E CLOWNIL CIRCO SBARCA A LATINA

Il Festival Internazionale del Circo di Latina festeggia que-st’anno i suoi primi quindici anni e per l’occasione organizzauna grande edizione “giubilare”, la Special Anniversary Edi-tion, in programma alla Cittadella del Circo, dal 17 al 21 otto-bre. L’attesa manifestazione tesa alla promozione del mondocircense dello spettacolo dal vivo riunirà ancora una volta le

più importanti e storiche famiglie del cir-co in Italia e nel mondo. L’evento si sno-derà, come ogni anno, attorno alla com-petizione tra artisti provenienti dai cin-que continenti che si esibiranno di fron-te ad una giuria tecnica internazionale ead una giuria della critica. Numerosi glieventi collaterali che arricchiranno laprogrammazione del festival. Il pro-gramma completo è disponibile sul sitowww.festivalcircolatina.com

LOI KRATHONG, IL FESTIVAL DELLE LUCI CHE ILLUMINA LA NOTTE THAILANDESEIl 10 novembre quando la luna pienadel dodicesimo mese lunare rischiareràil cielo, in tutto il Regno di Thailandia,centinaia di migliaia di krathong (le tra-dizionali lanterne galleggianti fatte concandele, fiori e incenso) andranno alladeriva lungo fiumi e corsi d’acqua inuna suggestiva cerimonia chiamata LoiKrathong, il “Festival delle Luci”. L’offerta dei krathong è un segno diringraziamento verso Khongkha, la madre delle acque, per la sua ge-nerosità, ma anche una richiesta di perdono per la negligenza del-l’uomo e per l’inquinamento delle acque, fonte di vita per l’umanità.I krathong sono costruiti con materiali semplici che rispecchiano lostile di vita della popolazione. Di solito hanno la forma del cigno, del-la pagoda, e del Monte Meru che appartiene alla mitologia buddista,ma i più diffusi sono quelli a forma di fiore di loto.N

on solo Oktoberfest. Se la manifestazione bava-rese dedicata alla birra resta ancora la più famo-sa a livello internazionale, sono tanti gli eventi inprogramma tra finesettembre e inizio

ottobre che vedranno scorrerefiumi della bevanda bionda piùamata al mondo. A New York, iprossimi 1, 2 e 3 ottobre, 15mi-la persone sono attese al GreatWorld Beer Festival: tra GrubStreet e lo Javits Center saràpossibile ritirare un boccale eriempirlo a più non posso dellemigliori birre artigianali. Ma lapiù grande festa d’America dedicata alla birra è il Great Ame-rican Beer Festival di Denver che quest’anno si svolgerà dal 10al 12 ottobre, mettendo a disposizione dei visitatori oltre2000 birre prodotte da 450 brewers americani. Tra il 28 otto-bre e il 2 novembre si svolgerà la 36ª edizione del NorwichBeer Festival: l’evento, ospitato in una grande cattedrale, pro-pone oltre 200 tipi di birra di produzione artigianale britanni-ca oltre a svariate birre in bottiglia provenienti da ogni ango-lo d’Europa. Infine, chi non vuole allontanarsi troppo per an-dare a gustare la sua birra dei sogni può optare per l’Oktober-fest Village di Roma che, fino al 29 settembre, offre musica dalvivo, spettacoli e piatti tipici della tradizione laziale.

Torna, per il sesto anno, Panelle & Champagne,l’evento che celebra la regina del cibo di stradapalermitano e ne esalta il connubio con il piùraffinato dei vini francesi. La manifestazione,ideata da Cronache di Gusto e dal Circolo TeLi-Mar, si svolgerà il 13 ottobre a partire dalle 18 esarà ospitata alla Gam (Galleria d’Arte Moderna)di Palermo. Oltre trenta le maison che prende-ranno parte alla più grande degustazione dichampagne mai organizzata nel Sud Italia. Agliappassionati sarà offerta la possibilità di sor-seggiare un vastissimo campionario di raffinativini francesi in abbinamento a un cibo semplicecome la panella, simbolo indiscusso della ga-stronomia palermitana. Tutti i presenti potranno esprimere il propriogiudizio sugli champagne at-traverso un’appositascheda di votazione. Altermine dell’evento,verrà sorteggiatauna bottiglia dellochampagne più vota-to. Per info: www.panel-leechampagne.it

IL CIBO DI STRADA INCONTRALE BOLLICINE FRANCESI

RITORNANO LE “DELIZIE D’AUTUNNO” DELLA MARCA TREVIGIANA Per gli appassionati di enogastronomia alla ricerca di idee wee-kend che coniughino cultura, natura e buon cibo l’appuntamentoè con “Delizie d’Autunno”, la rassegna strutturata come un veroe proprio tour enogastronomico eculturale nelle terre della MarcaTrevigiana. Giunta alla sestaedizione, la manifestazione,promossa dalla Provincia diTreviso e dall’Unione delle ProLoco provinciali in collaborazio-ne con diverse realtà territoriali,prevede 15 appuntamenti checonsentono di trascorrere gior-nate di relax e di assaggiare, inbase al periodo prescelto, le de-lizie autunnali del momento: dal-la zucca al vino novello, dai fun-ghi alle castagne. Il ricco calendario propone ai visitatori eventifino al 1 dicembre, quando la rassegna sfumerà in quella di Fiorid’Inverno, dedicata al radicchio rosso di Treviso Igp. Archiviati i“golosi” eventi di settembre, Delizie d’Autunno prosegue con al-cuni appuntamenti all’insegna della convivialità e delle tradizio-ni, come ad esempio la 35 ª Festa dei Funghi di Nervesa dellaBattaglia (27 settembre – 1 ottobre), seguita dalla 39ª Mostra-mercato dei Marroni del Monfenera di Pederobba (4-27 ottobre).A Pieve di Soligo arderanno le braci per cuocere il 57° SpiedoGigante (6-13 ottobre), mentre Sernaglia della Battaglia si colore-rà di arancione per la tradizionale Festa della Zucca (19-20, 26-27ottobre). Infine, con le prime nebbie di novembre Paese organiz-zerà una tre giorni dedicata a San Martino tra i sapori d’autunno(9-11 novembre). Il programma completo è disponibile sul sitowww.deliziedautunno.tv/home.htm.

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Non solo la gara gastrono-mica a base di semolache coinvolge chef pro-

venienti da nove Paesi. Il Couscous Fest, l’ormai tradizionalemanifestazione che ha trasfor-mato la cittadina di San Vito LoCapo nella capitale dell’integra-zione culturale e gastronomica,e che torna dal 24 al 29 settem-bre, conferma anche quest’announ programma ricco di appun-tamenti musicali. Tra gli artistipiù attesi che si esibiranno gratuitamente inquesta sedicesima edizione Francesco De Gregori, Max Gazzèe i Sud Sound System. Ad aprire il programma del Cous Cous Live Show, il programmamusicale del Festival, sarà, martedì 24 settembre, alle 22.30,proprio De Gregori. Con quaranta anni di carriera alle spalle, ilcantautore romano è ancora on the road: a San Vito proporràuna selezione dei suoi grandi successi, ma anche i brani del-l'ultimo cd “Sulla strada”. Mercoledì 25 spazio al ritmo di Max Gazzè, mentre il 26 sarà lavolta dell'anima reggae del gruppo dei Sud Sound System. Tragli altri ospiti musicali, il 27 le Iotatola e sabato 28 le Malma-ritate, cui seguirà la musica di Balkan Grill featuring Dj Pravdaand Berna chef, uno dei migliori dj-set d'Europa. In attesa delfestival, il 22 settembre ci si potrà godere una gustosa antepri-ma: “Aspettando il Cous Cous Fest”, tra degustazioni e concertigratuiti.

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SUL “CONVOGLIO” DI CLAUDIO BAGLIONI Un viaggio vorticoso (nove concerti indieci giorni, da Torino alla Sicilia) perpresentare gli inediti del nuovo progetto“ConVoi”. Claudio Baglioni torna “live” epiazza la sua tappa conclusiva, il 19 otto-bre, all’autodromo di Pergusa. Dopo diecianni dall’ultimo inedito, l’artista romanotorna in gioco con una formula nuovaper l’Italia: un “convoglio”, una carova-na che viaggerà su gomma e che i fan potranno seguire in tutte lesue tappe, attraverso un abbonamento alle nove date.

LA MUSICADEL COUS COUS

LET’S GO!happyhourTREWQE

CATANIA JAZZ RIPARTE DA SANBORNAl via, a novembre, la 31a stagione di Catania Jazz ospitata allo She-raton Hotel: si parte il 6 novembre con David Sanborn, il sassofoni-sta considerato un'autentica enciclopedia vivente della musica, sulpalco con Bob James Quartette Humain; il 13 sarà la volta di Anto-nio Sanchez and Migration, band newyorkese composta da DaveBinney al sassofono, John Escreet al pianoforte e Orlando Le Fle-ming al basso. Quattro in totale le date nell’isola del grandebatterista messicano, tutte per il Circuito jazzistico siciliano: San-chez sarà l’11 novembre al Teatro Jolly di Palermo per Nomos Jazz,il 12 al Teatro Margherita di Caltanissetta per Nissa Jazz e il 14 alTeatro Trifiletti di Milazzo per Milazzo Jazz.

TUTTE LE “VOCI DAL MONDO”PER IL MARRANZANO WORLD FESTIVALTre giorni nel segno delle “voci dal mondo”. Torna a Catania, dal 27 al29 settembre, il Marranzano World Festival che dedica questa quinta edi-zione alla voce e alle tecniche vocali utilizzate nei repertori tradizionali. Sicomincia il 27 settembre alle 21.30 con il concerto nel chiostro dell’IstitutoArdizzone-Gioeni con Stefano Spoto e Giorgio Maltese, il trio composto daGiancarlo Parisi, Faisal Taher e Jali Diabate e IpercusSonici (nella foto) &Afro-Sicilian Connection. Sabato 28 ci si sposta al Castello Ursino, dove siterranno i laboratori musicali sui repertori e le tecniche di canto indiano,arabo e siciliano (h 10-19) e, in se-rata, alcuni momenti musicali nel-l’ambito di “Una notte al museo”. Il29 settembre il Marranzano WorldFestival torna all’Ardizzone Gioeni,alle 21.30 il mega concerto conclu-sivo “Voci dal mondo” con musici-sti da India, Marocco, Palestina,Senegal, Guinea, Canada oltre che,naturalmente, dalla Sicilia.

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Dopo il grande successo di Roma,dove ha chiuso i battenti il 21 luglioscorso, la mostra dedicata a LouiseNevelson approda negli spazi esposi-tivi della Fondazione Puglisi Cosenti-no a Catania, dove sarà ospitata dal28 settembre al 19 gennaio 2104.Ideata e realizzata dalla FondazioneRoma - Mediterraneo e organizzatada Civita Sicilia, l'e-sposizione è realiz-zata con il patrociniodell'Ambasciataamericana e in colla-borazione con la Ne-velson Foundation diPhiladelphia e laFondazione Marconidi Milano. La retro-spettiva, a cura diBruno Corà, contaoltre 70 opere dellascultrice americanadi origine russaLouise BerliawskyNevelson (Pereyas-lav-Kiev, 1899; New

York, 1988) e narra il contributo chel'artista ha dato allo sviluppo dellanozione plastica dell’arte del Nove-cento. La mostra ripercorre l'attivitàdella Nevelson, che prende avvio da-gli anni Trenta, con disegni e terre-cotte, consolidandosi poi attraversole successive sculture: gli assembla-ge in legno dipinto degli anni '50, al-

cuni capolavori deglianni '60 e '70 e signifi-cative opere della matu-rità degli anni '80, pro-venienti da importanticollezioni nazionali e in-ternazionali. Il percorsoè arricchito da foto ori-ginali e riproduzioni difotografi come Pedro E.Guerrero e Robert Map-plethorpe che ritraggo-no l'artista nel suo stu-dio. L’ingresso è gratui-to (orario 10-13 e 16-20,chiuso il lunedì). Info:www.fondazionepuglisi-cosentino.it.

TAOBUKLIBRI IN FESTIVALA TAORMINAFino al 27 settembre “Tao-buk” (www.taobuk.it), il fe-stival internazionale del li-bro di Taormina. Ricco ilprogramma con incontri,aperitivi letterari, mostre,momenti musicali, proiezio-ni cinematografiche. Tra gliospiti, Marcello Sorgi per lapresentazione di “Letteredal centro del mondo1951/1988 Epistolario MarioLa Cava e Leonardo Scia-scia” (23/09); Antonello Car-bone presenta “A Taorminad’inverno” (24/09); Daria Bi-gnardi e il suo “L’acusticaperfetta” (25/09); Walter Vel-troni con “E se noi domani”(27/09).

DONNE AL CENTRODI NAXOSLEGGELargo spazio alle voci fem-minili: le donne che “rac-contano” e “si raccontano”saranno le protagoniste del-la terza edizione di Naxos-legge (www.naxoslegge.it),il festival delle narrazioni,della lettura e del libro chesi svolge fino al 28 settem-bre a Giardini Naxos (Messi-na). Tre i temi principali: ildiritto all’istruzione per lebambine, la promozione del-la lettura come strumento diintegrazione, la lotta allaviolenza sulle donne. Nella“notte della lettura” sabato28 alle 21.30, a Palazzo Pa-ladino il “Viaggio sentimen-tale nei luoghi di GoliardaSapienza”. Durante il festi-val, nell’ambito del progetto“Postoccupato”, ci sarà unasedia “occupata” simbolica-mente da una donna vittimadi femminicidio.

L’ARMONIA INQUIETA DI TURI SIMETI Dai colori densi affiorano forme ovali a scandire, come partiture mu-sicali, pause e suoni. “Turi Simeti. L’armonia Inquieta”, a cura di Ser-gio Troisi, è il titolo della mostra che le FabbricheChiaramontane di Agrigento dedicano al maestro ori-ginario di Alcamo, nel Trapanese, che da decenni vi-ve e lavora a Milano. Con il supporto di opere digrande formato, Troisi traccia un ampio percorsoespositivo negli spazi delle Fam attraversando tutta lacarriera dell’artista. La mostra, a ingresso gratuito, sa-rà visibile sino al 3 novembre (info: www.fabbriche-chiaramontane.com).

A MARSALA “OLIVIERI/VERNA. IN PARALLELO” In mostra fino al 27 ottobre al Convento del Carmine di Marsala“Olivieri/Verna. In Parallelo”. Oltre 40 opere selezionate dal curatore SergioTroisi per un viaggio “parallelo” lungo mezzo secolo fra due grandi interpre-ti della pittura analitica italiana: Claudio Olivieri (1934) e Claudio Verna(1937). Info: www.pinacotecamarsala.it

L’ARTE PLASTICADI LOUISE NEVELSON

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64 SICILIAINROSA

“NOODLE ROAD” SPAGHETTI STORYParte il 27 settembre su Rai 5“Noodle Roads", pluripremiata seriein sei episodi di produzione corea-na, di grande qualità tecnica, chesi muove sulle tracce dei noodles,un cibo che pur in un’infinita varie-tà di declinazioni, è presente nelmondo alle più diverse latitudini,dalla Cina all’Italia. A condurre sul-le tracce storiche, culturali e gastro-nomiche di un alimento che ognipopolo sente proprio, sarà lo chef ci-no-americano Ken Hom, un’autoritàin fatto di cucina cinese e fusion.

CD/DVD

TV

PRIMA DELL’ALBA Warner Home Video presenta un cofanetto dacollezione con le due commedie romantiche di-rette da Richard Linklater: Prima dell’alba, concui vinse il Premio alla miglior regia al Festivaldi Berlino del 1995, e il sequel Before the Sun-set – Prima del tramonto. La storia d’amore tradue ragazzi, nata all'improvviso e durata appenapoche ore, cambierà la loro vita per sempre. L’e-dizione che raccoglie per la prima volta i duecapitoli è arricchita da contenuti speciali, tra cuiun interessante dietro le quinte.

CRONACA DI CATANIACatania. Marco Moncada si getta nelle fiammeper salvare i figli di un’immigrata, ma perde lavita. Il cronista Natale Banco scopre che il sa-crificio di Moncada influenza il progetto di unghetto per stranieri presentato invece come unquartiere satellite e conduce una battaglia perdire no all'apartheid. Un thriller giornalisticotutto siciliano, una riflessione sul potere dellastampa e un doloroso referto su un male oscu-ro del nostro tempo. Il libro sarà presentato il30 settembre alle 18 alla Feltrinelli di Catania.

D

CRONACA DI CATANIAdi Gianni Bonina

Mursiapp. 28217 euro

PRIMA DELL’ALBAPRIMA DEL TRAMONTO

Warner Video

LIBRI

PER ELISA LA’NIMA VOLA Esce il 15 ottobre il nuovo album di Elisa, il pri-mo interamente scritto dalla cantante in italia-no, dal titolo “L’anima vola”, che vanta impor-tanti collaborazioni: tra gli altri, Luciano Liga-bue, Tiziano Ferro e Giuliano Sangiorgi. Il progetto discografico, inoltre, conterrà ancheil brano “Ancora qui”, scritto da Elisa sulla mu-sica del maestro Ennio Morricone che è statoincluso nella colonna sonora del film “DjangoUnchained”.

di ilenia suma

TRA LE RIGHE

I MONDI INVISIBILIDEL SACRO GRA Il vincitore del Leone d’Oro a Venezia 70 arrivail 26 settembre nelle sale “Sacro Gra”. Dopol’India dei barcaioli, il deserto americano deidrop out, il Messico dei killer delnarcotraffico, Gianfranco Rosi rac-conta un angolo d’Italia, girandoper più di due anni con un mini-van sul Grande Raccordo Anula-re di Roma per scoprire i mondiinvisibili che si celano oltre ilmuro del suo frastuono conti-nuo. Il Gra, con i suoi 70 km èla più estesa autostrada urbana d’Italia. Il pae-saggista Nicolò Bassetti ha esplorato i suoi ter-ritori e ha passato questo bagaglio di esperien-ze nelle mani di Rosi perché potesse trasfor-marlo in uno dei suoi film da “cinema del reale”.

multimedia cinema b

L’ANIMA VOLAElisa

Sugar

ECCO LINE, L’APPCHE FA PARLAREÈ sbarcato anche in Italia il “nuovo What-sApp”. Si chiama Line, ed è già stato ribat-tezzato l’app che fa parlare perché offre,oltre alla chat e ai messaggi sms, anche le

telefonate gratuite dasmartphone e da pc. A lan-ciare la piattaforma di mes-saggistica è Line Corpora-tion, società giapponesepresente con l'applicazio-ne in 90 paesi. Diversa-mente da WhatsApp, Line

è usata per sms gratuiti, garantisce unaserie di sticker, immagini fantasiose di per-sonaggi da associare alla propria rubrica.

8

IL LATO OSCURODEL MONDO DELLA MODA“Una nave mercantile in un porto glaciale. Il campo lungo sosta iltempo giusto a indicare che in un luogo così la vita è tutt’altro chefacile. La macchina da presa si sposta a identificare una città iber-nata, per poi entrare in uno spazio riempito di specchi e corpi in bi-kini. Sono tutte adolescenti, replicanti in magrezza e lunghi capellilisci. Ciascuna di loro è un’aspiranteGirl Model”. Così Anna Maria Pasetti,critico e giornalista cinematograficoper il Fatto Quotidiano, Ciak e RollingStone, selezionatrice per la Sic al Festi-val del cinema di Venezia, introduce sucarta il viaggio di Nadya Vall, nel libroche accompagna Girl Model (e in usci-ta per Feltrinelli (dvd + libro: euro16,90) il documentario presentato alFestival di Toronto 2011 che ha anchevinto il Marc’Aurelio come miglior do-cumentario al Festival di Roma.È uno dei tanti viaggi della speranzadell’era moderna, uno dei tanti busi-ness fondati sui sogni e sui bisognidegli uomini. Il territorio esplorato è quello della moda,che quando non veste i panni della commedia firmati Prada, si sve-la in tutte le sfumature meno ammalianti della realtà. Che a volteportano all’epilogo senza rimedio della morte, per anoressia, suici-dio spesso, a volte per overdose. Documentato da David Redmon e Ashley Sabin, cineasti statuni-tensi, coppia nell’arte e nella vita, premiati più volte al Moma diNew York, il viaggio di Nadya ha inizio in Siberia. «Siamo nel regnodell’immagine, a un casting di giovanissime, si cercano ragazzeper il mercato giapponese, la cui richiesta prevede corpi e volti po-co più che infantili», racconta Pasetti.Una delle tante a sognare è Nadya Vall, tredici anni, di famiglia po-vera, con tutti i requisiti al posto giusto per il mercato nipponico,dove “giovane è bello”, che l’americana Ashley Arbaugh, ex model-la e ora scout, ex vittima ora carnefice, non si lascia sfuggire. Il do-cumentario si spiega sulle due vicende parallele, senza dare giudi-zi, semplicemente mostrando. Mostrando la casa di Ashley, spoglia e gelida: due bambole nudebuttate sul divano; e il tranello in cui cade Nadya, che, spedita co-me un pacco in Giappone, non solo non verrà pagata (perché nonavrà garantiti i due incarichi richiesti dall’immigrazione giappone-se) ma rimandata a casa con un debito di oltre duemila dollari. All’interno del libro le interviste e i contributi di “addetti ai lavori”,che analizzano il lato oscuro e le varie indelebili conseguenze diquesto mestiere. “Se non appari non esisti: pareva essere il diktatimperante”, è la conclusione poco rassicurante di Lorella Zanardo(Il corpo delle donne).

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aarieteQuel Marte in Vergine rende agguer-rite, nell’ambiente lavorativo saretetemute, non solo per il fare risoluto epoco cameratesco, bensì per una ca-pacità ineguagliabile che dimostre-rete di avere, quella di sfrecciare daun posto all’altro, da un’idea a un’al-tra, non darete a nessuno la possibi-lità di intromettersi nei vostri obiet-tivi. Urano avrà un ruolo importante,vi porterà dove prefissato, molte leinvidie, saranno inevitabili.

btoroNon è periodo d’amore, o meglio leprime settimane di ottobre sarannodecisive per le relazioni da chiudere!Tra Saturno e Venere opposti difficil-mente riuscirete a recuperare unrapporto in crisi, certo non sarà unfulmine a ciel sereno ma il risultatodi mesi d’incessabili incomprensio-ni. La natura ferrigna porterà a difen-dervi dignitosamente davanti a unex che non farà altro che destabiliz-zarvi dopo un’ufficiale e tumultuosarottura.

c gemelliLa possibilità di raggiungere un tra-guardo c’è ancora… il novilunio inAriete darà una possibilità, quellache aspettavate. Venere si oppone,diffidate del vostro stesso sesso, nel-la professione create alleanze conuomini, sarete più favorite oltre cheavvantaggiate. In amore i nuovi lega-mi non sono soddisfacenti, per ab-bandonarsi a braccia sicure, dopo il10 novembre, un incontro sarà ca-suale.

d cancroUn secondo semestre eccezionale,merito vostro! Avete voluto forte-mente la chiusura di una storia che

non vi ha dato altro che pene e ama-rezze, cambiando pelle vi è stato fa-cile cambiare partner, forse inade-guato al vostro modo di amare. Du-rante i mesi estivi avete riscattatoanni di solitudine e sofferenza, qual-che incontro è servito per rifiorire,anche se non avete del tutto chiare leidee, vi siete prese le vostre soddisfa-zioni. Rimandate l’amore al 2014.

e leoneLa permanenza di Marte vi ha ricari-cato, adesso dovete selezionare quel-lo che ritenete più importante daportare avanti per la vostra vita.Mantenete la grinta e quell’ambizio-ne che non vi lascia mai, ma attentea non sottovalutare l’opposizione diNettuno, vi esaspererà facilmente.Evitate di rincorrere chimere, nonfanno per voi, siate meno impulsivee poggiate bene i piedi per terra.

f vergineContinua l’ondata favorevole, nonsaranno solo settimane ma mesi, an-ni, siete sotto un universo favorevole.Inizia la grande rinascita, la stella Re-

gulus v’illuminerà la strada, dopotempi lunghissimi nella costellazio-ne del Leone adesso è tutta vostra,mille le sue qualità. Lavoro, amore efamiglia saranno protetti dal suotransito, la luna in Toro porterà nuo-vi introiti, gestiteli bene.

h scorpioneLa fine dell’anno non è lontana e ilcielo promette parecchio, qualcosa èstata messa in pratica, qualche altral’avete in sospeso, ma molto ancoravi aspetta. Le stelle sono favorevoliper iniziare nuove attività, l’esteroper esempio potrebbe essere un otti-mo investimento per la vita, un pro-getto professionale riguardante viag-gi, studi, business, non aspetta altroche voi. A novembre l’amore.

i sagittarioFinalmente un bel cielo ricco d’amo-re… passa Venere e lascia un profon-do strascico. Dopo un’estate di alti ebassi un incontro accenderà i sensi.Nella vostra quotidianità sta percambiare qualcosa, una persona avrà

tutti i requisiti per rivoluzionarvi lavita e voi accondiscenderete felice-mente al nuovo regime, la passionesarà irresistibile, il sesso vi trascine-rà.

l capricornoLa nuova stagione si presenta bene…Mercurio favorevole rimpinguaprovvisoriamente l’economia, anco-ra sotto pressione dalla dissonanzadi Giove, che seppur non penalizzanegli introiti, porta spesso salassi fa-miliari inevitabili. Chi ha in corsouna costosa separazione, dovrà tene-re sotto controllo le casse e mante-nere sempre un cautelativo marginedi riserve.

m acquarioDa ottobre ritorna l’ottimismo, un le-game sarà recuperato per il rottodella cuffia, adesso niente paure odubbi, l’opposizione di Marte si èsciolta, tutto andrà verso un mo-mento fatato, dove, con l’ingresso diVenere in Sagittario, tutto si amplifi-cherà. Ottimo il settore degli studi,favorita la carriera e un business fa-miliare che darà maggiore stabilitàalla vostra economia.

n pesciConcedetevi una pausa, soprattuttochi ha trascorso l’estate senza ripo-sarsi un attimo, adesso dovrà fer-marsi. Non tirate troppo la corda, ot-tobre deve essere il mese della rifles-sione, organizzatevi un necessariorelax. Nel settore delle amicizie, dif-fidate di una figura femminile “trop-po” interessata alla vostra vita inti-ma, recidete il deleterio legame, po-trebbe portarvi solo problemi. Entra-te di cassa.

65SICILIAINROSA

OTTOBRE - NOVEMBREIL CIELO AUTUNNALE, A DISPETTO DEGLI INCALZANTI IMPE-

GNI, SARÀ PIACEVOLE… NON SEMBRA VERO, MANCANOPOCHI MESI ALLA FINE DELL’ANNO E IL BILANCIO È DOVUTO!

VENERE E SATURNO IN SCORPIONE STEMPERERANNO LETENSIONI COL “SESSO”, UNICA SALVEZZA PER CHI AVRÀ LAFORTUNA DI PRATICARLO CON DESIDERIO E REGOLARITÀ.

Ottobre inizia con grandipropositi, la luna Nuovanel segno è portatrice di

rinnovamento. Novità in quei set-tori dove vi siete battute da mesi.Adesso una risposta arriverà,un’attesa sarà ripagata per comemerita, Venere in Sagittario daràla possibilità di riavvicinarvi a unamore, non solo fisicamente,un’unione ritornerà a essere piùsalda di prima.

NAOMI WATTS(Shoreham, UK,

28 settembre 1968) attrice.

IL SEGNO FAVORITO

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Page 66: Sicilia in Rosa

indirizzi

66 SICILIAINROSA

SICILIAINROSABimestraleAnno III - N. 1722 settembre 2013

Testata indipendenteReg. Trib. di Catania N. 6 del 23 gennaio 2012

[email protected] prossimo numero in edicola il 17 novembre 2013

DIRETTORE RESPONSABILEMario Ciancio Sanfilippo

EDITORE Domenico Sanfilippo Editore v.le O. da Pordenone, 50 Catania

STAMPAEtis 2000 S.p.A.Viale O. da Pordenone, 50Catania

REDAZIONEBlu Media s.c.a r.l. V.le A. Doria, 69 Catania www.blumedia.info tel. 095.447250

fax 095.8166139 [email protected]

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Fir Italia www.fir-italia.it

Formabilio it.formabilio.com

Makro www.makro.it

Olympia Ceramica www.olympiaceramica.it

Zazzeri www.zazzeri.it

BEAUTYChanel Maquillagewww.chanel.com

Collistarwww.collistar.it

Comptoir Sud Pacifiquewww.comptoir-sud-pacifique.com

Dolce&Gabbana Make Upwww.dolcegabbanamakeup.it

La Roche-Posaywww.larocheposay.it

Lancasterwww.lancaster-beauty.it

Lancômewww.lancome.it

Lostmarc’hwww.lostmarch.fr

Nai-Oleariwww.euroitalia.it

Profvmvm - Romawww.profumum.com

Revlonwww.revlonitaly.com

Sephora www.sephora.it

Too Facedwww.toofaced.com

Yves Saint Laurent Beautéwww.yslexperience.com

INSERZIONISTI. In questo numero:

All Sistem pag. 23

Arte&Balletto pag. 29

AR Costruzione pag. 35

Automobilfrance pag. 25

Barbagallo pag. 43

Borgo Rio Favara pag. 51

La Cantina del Sole pag. 24

Casa antica pag. 57

Coel pag. 67

Decò Supermercati pag. 68

Emporio agrario pag. 50

English world pag. 37

Giannì Motors pag. 2

Immobiliare Nicolosi pag. 41

LC New Generation pag. 47

Linea verde pag. 4

Linus School pag. 39

La Caverna del Mastro Birraio pag. 62

Marcello Santocchini pag. 63

Palmeri pneumatici pag. 10

Pregi pag. 65

Sicilscaff pag. 45

Studio Grasso pag. 48

Trattoria Verga pag. 11

Unimed pag. 9

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