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Il momento dei band del mese Album: The beauty of fall, Atlante, Storia E in più: Le serate, le interviste esclusive e una nuovissima sezione! CAYNE RockStagE La prima rivista che parla della TUA musica Marzo 2012 N°10 Periodico Bimestrale Free Album! Cardiophobia, Humanoalieno, Third from the Sun. All’interno le recensioni degli album più ascoltati del panorama indipen- dente! SPECIALE! Tutte le serate, le band e i risultati del festival più in vista dell’anno!

Rockstage n10 Marzo 2012

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Rockstage numero 10 marzo 2012 Speciale Pending Lips Festival

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Page 1: Rockstage n10 Marzo 2012

Il momento dei

band del mese

Album:The beauty of fall,

Atlante,Storia

E in più:Le serate, le interviste

esclusive e unanuovissima sezione!

CAYNE

RockStagE La prima rivista che parla della TUA musica

Marzo 2012 N

°10 Periodico Bim

estrale Free

Album!Cardiophobia, Humanoalieno, Third from the Sun. All’interno le recensioni degli album più ascoltati del panorama indipen-dente!

SPECIALE!Tutte le serate, le band e i risultati del festival più in vista dell’anno!

Page 2: Rockstage n10 Marzo 2012

Dieci volte RockStage. Dieci editoriali. Dieci copertine.Un numero grosso, ingom-brante: sono ben due cifre, non sottovalutiamo la cosa!RockStage giunge quindi al decimo numero e si fa sempre più strada nel panorama in-dipendente. In questo numero presentiamo anche la nuova staffer di RockStage le cui abil-ità scrittevoli potrete apprezzare sul nostro sito nella sezione “Pending Lips Diary”. Voglio quindi dare il mio benvenuto ufficiale a Sara, che entra come redattrice a tutti gli effetti e che mi ha già stupito molto posi-tivamente. Ci tengo inoltre ad annunciare la nuova collabora-

rete immersi nel reportage che speriamo possa essere di vostro gradimento. In ultimo voglio ricordarvi che il Pending Lips continua, passando da contest e festival vero e proprio, con i vincitori delle finali che apriran-no per i big.

Danny

DIECIVOLTEROCKSTAGE

zione con Lunatik, in merito alla compilation scaricabile dal nostro sito - gratuitamente e entro breve - con il miglior sound indipendente dell’attuale scena.Facendo un passo indietro vor-rei tornare sul Pending Lips Festival, che ho introdotto poco fa. Sì perché questo numero di RockStage è in realtà un nu-mero speciale dedicato proprio al festival che si sta svolgendo in quel di Sesto San Giovanni, nota provincia milanese. Per questo motivo troverete una sezione unica, e come potete notare anche le band qui ac-canto sono scritte senza una numerazione di pagina: li trove-

1 2

DIECI

Page 3: Rockstage n10 Marzo 2012

03 Pending Lips Festival

01 Diecivolterockstage

22 RockStage

17 Cardiophobia di Cardiopho- bia

18 Humanoalieno di Human alieno

19 Loser Heroes di Third from the Sun

Mascara Comitato di Salute Pubblica

Julius

Retrolove

Silver Poets Starcontrol

The Crocs

Hamelin W. Bluesh

Wet Floor

Disco Noir

Frankies Cake

GDC Trio

Para Dos

Nadir

In Her Eye

Tutte le Direzioni

LE BAND

SERATE

SERVIZI

ALBUM

sommariorockstage numero dieci

marzo duemiladodici

1 2

DIECI

Page 4: Rockstage n10 Marzo 2012

3 4

Pending Lips Festival@Il Maglio

Page 5: Rockstage n10 Marzo 2012

3 4

FRESCO. GLAM. INTIMO.WHAT ELSE?

a cura di Danny Martucci - Foto di Emanuela Giurano, Sara Negri, Davide Bruno

Page 6: Rockstage n10 Marzo 2012

Il Pending Lips festival na-

sce molto tempo fa, almeno

nella mente di Simone,

boss della Costello’s Book-

ing and Management, e per

prendere forma ci ha messo

non poco. Ricordo ancora

distintamente la scorsa estate

quando Simone mi chiama e

mi cheide di incontrarlo per

scambiare due parole su uno

suo nuovo progetto: Pending

Lips Festival, per l’appunto.

Mi chiede se siamo interes-

sati a collaborare e a dare il

nostro apporto sottoforma di

live report e - siccome è il

nostro lavoro, guarda un

po! - io non mi tiro indietro.

Accetto, con la promessa di

risentirci quanto prima per

parlare dei dettagli.

Ed è così che qualche mese

dopo prende vita il festi-

val più rappresentativo di

questo 2012.

Non ero mai stato al ris-

torante Il Maglio prima di

quella sera, pur avendolo a

portata di mano rispetto a

casa mia. L’atmosfera è in-

tima, familiare, e il profumo

che arriva dalle cucine è

delizioso.

E a tutto questo dobbiamo

aggiungere le decine di

gruppi che si sono alternati

sul palco battendosi a suon

di note, regalandoci alcune

tra le serate più piacevoli

mai seguite.

La prima serata parte alla

grande. Arriviamo e subito

notiamo come tutto sia stato

preparato in maniera certo-

sina, dai tavoli per la giuria

al nostro per il report. E c’è

di più: RockStage da questo

5 6

Page 7: Rockstage n10 Marzo 2012

numero include anche Sara,

nostra nuova collaboratrice

dotata di un notevole talento

scrittevole.

La prima band a salire sul

palco del Pending Lips è

quella dei Mascara. Il loro

è un pop rock energico ma

allo stesso tempo velato di

un sottile romanticismo che

impreziosisce il tutto. Sono

le tastiere a donare loro

quest’aura così piacevole e

ottima per inaugurare un

festival come questo. Ottimo

lavoro sulla sezione ritmica,

batteria in primis, e anche

sui testi. In italiano, chiari,

sensati, scritti con cogniz-

ione di causa e non tanto

per scrivere qualcosa. Spesso

intrisi di una vaga malinco-

nia, ma comunque grintosi

e carichi di energia: non

banali. Anche il locale sem-

bra studiato per loro: atmos-

fera giusta e luci impostate

perfettamente... melodie

orecchiabili, gradevoli, che

restano impresse. E questo

è importante. In cinque sul

palco e con un buon riscon-

tro da parte del pubblico:

dopo poco, nonostante an-

cora ci fosse poca gente, il

locale era già in mano a loro

e tutti dondolavano al ritmo

dei loro pezzi. Un’ottima

esibizione la loro, una band

che già conoscevamo e che

non ci ha delusi.

Successivamente sono stati

i CSP (Comitato di Salute

Pubblica) a calcare il palco

del Pending Lips. In tre

questa volta, per un rock

meno raffinato e più “cru-

do”. Un rock energico,

5 6

Page 8: Rockstage n10 Marzo 2012

sempre all’italiana, “but-

tato” nei microfoni a dop-

pia voce: non solo cori e

accompagnamento, ma veri

e propri brani cantati da

entrambe le parti a strofe

alternate. “Oggi vado a fare

una rivoluzione...” cante il

batterista. Sì, il batterista. Su

di un pezzo per altro molto

piacevole e tra i più parti-

colari e ricercati del reper-

torio. Davvero non male, e

con uno stile sicuramente

riconoscibile. Musicalmente

sono di buon livello, sia per

quanto riguarda la sezione

ritmica che quella melodica.

Il risultato è una band inter-

essante.

A seguire sul palco troviamo

i Julius. Ancora in tre sul

palco, per passare dallo stile

ruvido di prima ad uno

stile più “low” simile ai più

noti Verdena, ma più vivace

sotto il punto di vista ritmi-

co. I pezzi sono intensi e la

voce è squillante, come un

lamento straziante. Le melo-

7 8

Page 9: Rockstage n10 Marzo 2012

die sono interessanti e

restano impresse. Una nota

di merito va al batterista

che sfoggia dei groove par-

ticolari e che hanno destato,

di sicuro, non solo il mio

interesse. I Julius cambiano

l’atmosfera all’interno del

locale, facendoci capire che

ormai il festival è entrato

nella sua fase calda e che

loro sono lì per mettercela

tutta. Terminano la loro per-

formance, buona, di quattro

pezzi come per ogni band,

e lasciano poi il palco alla

band che si appresta a salire.

Retrolove è il nome della

band successiva. Ed è una

vecchia conoscenza per

RockStage, perché il loro

disco è già stato recensito

dal nostro Gilberto sulle

nostre pagine. I Retrolove

si dimostrano fin da subito

molto maturi, sul palco. Il

loro sound è inconfondi-

bile e le parole del cantante

anticipano il primo pezzo

in italiano del loro intero

repertorio che “è così facile

da cantare che potete urlare

cardigan, a caso, durante il

ritornello”. La presenza sce-

nica è sicuramente migliore

tra le band viste finora e

anche il loro sound è più

maturo di quello dei gruppi

precedenti. Energia allo

stato puro, un tripudio di

chitarre, una voce che ti

spappola il cervello e cori

d’accompagnamento. Anzi,

grida. Questi sono i Ret-

rolove.

Sono i Silver Poets coloro

che hanno l’onere e l’onore

di tenere alta la serata dopo

una performance del genere.

E ci riescono. I Silver Poets

ci sono piaciuti parecchio,

7 8

Page 10: Rockstage n10 Marzo 2012

forse anche per la singolare

presenza del sax. In sei sul

palco questa volta con un

tamburello che dà la giusta

dimensione folk, totalmente

differente da quella vissuta

finora. I pezzi si allungano

e con essi anche il tempo si

distende dilatandosi e ren-

dendo l’esibizione diversa

dalle altre. Il cantante poi

passa alla terza chitarra e

uno dei chitarristi prende il

suo posto al microfono: ci

piace! Sono sfumati da una

venatura vagamente blues.

Lasciano un’atmosfera quasi

incantata e il palco agli

Starcontrol. Forse è anche

per questo che questa band

non ci ha convinti fino in

fondo, o almeno parlo per

me. Partono con una base

campionata talmente forte

che copre basso e chitarra.

Suonano senza un batterista

e questo incide tanto sulla

performance. Danno troppo

l’idea di quelli che sono “in-

die per essere indie” mentre

la sostanza si perde su pezzi

poco incisivi e che lasciano

un po’ il tempo che trovano.

E non è l’uso massiccio di

elettronica a disturbare, ma

tutto il resto. Gli strumenti

fanno giri semplicissimi e

gran parte del lavoro è af-

fidata alla base campionata

con tanto di batteria. Gli

ultimi pezzi, tuttavia, si

rivelano migliori rispetto a

quelli iniziali. Contro ogni

mia previsione passano il

turno, e devo dire che penso

sia tutto dovuto alla decine

di amici che hanno portato

con sé per il voto. Alla fine

9 10

Page 11: Rockstage n10 Marzo 2012

scopriamo che le band che

passano alla prima finale

sono i Mascara, i Retrolove

e gli Starcontrol. La seconda

serata del Pending Lips ci

accoglie ancora una volta

nella cornice de Il Maglio e

la prima band a farci di-

vertire sono i The Crocs.

Annunciano di avere un

chitarrista in sostituzione

del loro che attualmente è

k.o. e poi attaccano con un

rock leggero e melodico,

vagamente romantico e alta-

mente sfumato di pop. Sono

molto orecchiabili e sono

sicuramente i più commer-

ciabili finora. Ci offrono

qualche assolo di chitarra

davvero notevole, e anche se

la presenza scenica globale

non è al top, ci pensa il can-

tante a mettere una pezza,

muovendosi un po’ più degli

altri. Tocca poi agli Hamelin

salire sul palco e dimostrare

tutto il proprio talento. Il

livello tecnico di questa

band è stato il più alto visto

sul palco del Pending Lips,

almeno a mio avviso. Il

bassista ci ha regalato anche

un’armonica a bocca per

un ritmo folk davvero in-

vidiabile. La voce femminile

accompagnata dal chitar-

rista rende i pezzi “magici”

e intensi. Liriche e groove

stanno dentro le viscere. Le

sonorità sono romantiche,

così come la maggior parte

dei testi che sembrano pic-

cole poesie. La voce della

cantante ricorda moltissimo

una delicata esibizione di

piano bar, in una cornice

ispiratrice come quella de

9 10

Page 12: Rockstage n10 Marzo 2012

Il Maglio. Ci offrono

anche una bellissima bal-

lad blouseggiante e qual-

che ritmo vagamente jazz

sull’ultimo pezzo.

Sono i W. Bluesh i prossimi

a salire sul palco e mostrarci

cosa sanno fare. A questa

band va riconosciuto un

grosso merito: hanno una

personalità forte. Può non

piacere e non essere per tut-

ti, ma bisogna riconoscerlo.

Dopo l’introduzione vaga-

mente sopra le righe, ci

troviamo catapultati in un

mondo di messaggi, suoni,

rumori, disturbi... il mondo

dei W. Bluesh. Flauti, melo-

die con effetti particolari

inseriti a tratti dal cantante.

Pezzi “caldi”, con tutta la

passione di una festa di

paese, un vero spettacolo in

ogni senso.

A seguire tocca ai Wet

Floor, band che ammetto di

aver apprezzato particolar-

mente. In tre e con pezzi in

italiano, questi ragazzi ci

11 12

Page 13: Rockstage n10 Marzo 2012

hanno mostrato tut-

ta la loro grinta. Voci

d’accompagnamento, pezzi

diretti e senza perifrasi di

vario genere. Fantastica

“l’incursione” femminile

sul brano Holden che

cita appunto un estratto

dall’omonimo romanzo.

Interessanti alcuni passaggi

a livello di ritmo ed esecuzi-

one. Il folto gruppo di fans

dimostra l’apprezzamento e

sicuramente sarà un aiuto

per il passaggio alla seconda

finale. Chiudono questa sec-

onda serata i Disco Noir.

Sono solo in quattro sul pal-

co, ma hanno una mole di

strumenti che farebbe impal-

lidire chiunque, perfino una

banda di paese. Il cantante

suona la chitarra e in più si

destreggia su di una tastiera

per effetti. Il tastierista ha

due strumenti davanti a sé e

una chitarra semi-nascosta a

cui poter attingere in caso di

necessità. Le basi sono vaga-

mente elettroniche, a tratti, e

i testi sono in italiano anche

per loro. Forse leggermente

insipidi, ma tuttavia fanno

una buona esibizione e il

pubblico sicuramente gra-

disce. Terminano la loro

esibizione e con loro si

chiude la seconda serata del

Pending Lips, che vede pas-

sare alla finale i W. Bluesh,

i Wet Floor e i Disco Noir.

Anche la terza serata del

Pending Lips ci ha riservato

forti emozioni. Altri gruppi

interessanti si sono alternati

sul palco e i primi a salirvi

sono stati i Frankies Cake.

Cinque giovani con voce

femminile e brani in inglese.

Gli strumenti non convin-

cono: sembra quasi che si

11 12

Page 14: Rockstage n10 Marzo 2012

tratti della loro prima volta

insieme su di un placo.

Non vanno all’unisono e

l’affiatamento globale non

super la sufficienza. La pre-

senza scenica è forse anche

di minor impatto di quella

musicale e il gruppo non tr-

asmette nulla, o quasi, forse

anche a causa dell’assenza di

una qualche personalità ben

delineata. Sinceramente mi

aspettavo qualcosa in più.

Giovanni de Cillis Trio è il

nome di coloro che si avvi-

cendano sul palco. Iniziano

senza presentarsi e senza

perdersi in convenevoli,

buttandosi nel pieno della

musica. Suonano in tre,

come suggerisce il nome,

con una chitarra semi-acus-

tica e un pop rock molto

“soft” dalle note romantiche

e dal sound leggero, con una

buona voce e delle melo-

die piacevoli, spesso con

un vago sentore di blues e

country: una commistione

di generi molto delicata e

particolare.

A seguire possiamo ascoltare

i Para Dos, che partono con

una ballad molto lenta e in

italiano. Doppia voce per

loro, come per altre band

già ascoltate, maschile e

femminile. Musicalmente

sono validi, hanno una buo-

na personalità e affiatamen-

to, con un’ottima alternanza

di voci e dei cori piacevoli. I

brani sono molto tranquilli,

forse appena “mosci”, ma

comunque senza dubbio di

buona qualità. La cantante

prende poi delle bacchette e

si avvcina alla batteria per

13 14

Page 15: Rockstage n10 Marzo 2012

colpire il tom come accom-

pagnamento al batterista an-

che se quest’ultimo sa farsi

valere anche da solo e rap-

presenta forse uno dei punti

forti della band.

Seguono i Nadir, con i loro

pezzi in italiano conditi da

una buona voce. I brani

sono relativamente tranquilli

e pieni di energia. Musical-

mente i ragazzi sono validi

e l’affiatamento globale è

buono. Tuttavia anche loro

passano un po’ in secondo

piano mancando forse di

incisività. Dopo di loro

tocca a In Her Eye, trio con

un post-rock graffiante che

cambia l’atmosfera. Sono

ben assortiti e affiatati,

energici al punto giusto ma

con pezzi troppo simili tra

loro. Questo l’unico difetto

imputabile a questi ragazzi,

perché per il resto la qualità

c’è. Basterebbe lavorare su

quel punto per non farsi più

sorprendere su questa pecca

e iniziare a farsi vedere più

insistentemente.

A chiudere al serata ci sono

i Tutte le Direzioni con i

loro lunghi pezzi con nu-

merose parti solo strumen-

tali. Il loro è un rock “pi-

eno”, sia di musicalità che di

passione. Hanno una buona

interazione col pubblico e

sotto il palco c’è più di qual-

cuno che si scatena ballando

e saltando. L’ultimo pezzo è

davvero notevole e mette in

mostra il talento dei musi-

cisti della band. Passano il

turno i GDC, In Her Eye

e Tutte le direzioni. E si

prosegue verso le finali.

13 14

Page 16: Rockstage n10 Marzo 2012

E così il Pending Lips arriva

nelle fasi calde della compe-

tizione, ovvero le finali, Qui

solo cinque band vincer-

anno e avranno la possibilità

di suonare con i big nelle

cinque serate dedicate non

più al contest, ma al vero e

proprio festival.

E al ristorante Il Maglio, c’è

una sorpresa: la prima finale

viene aperta - a sorpresa e

fuori concorso - dalla band

Fuoricentro. Avrebbero do-

vuto partecipare al contest

in una delle serate preceden-

ti ma pare che il cantante

fosse k.o. e quindi impos-

sibilitato. Viene comunque

data loro la possibilità di esi-

birsi, almeno per far vedere

cosa ci siamo persi.

Poi si entra nel vivo della

gara con i GCD che ci

ripropongono il loro reper-

torio sfumato di folk e coun-

try. Sembrano al livello della

volta precedente, ma ad uno

sguardo più attento si nota

che hanno un po’ meno brio

e un coinvolgono un po’

meno rispetto alla scorsa

esibizione.

Tocca agli In Her Eye salire

sul palco, portando nuo-

vamente il loro post rock

graffiante, sappure anche

per loro non ci siano sostan-

ziali mutazioni in merito

alla precedente esibizione.

A seguir i Disco Noir, e

anche in questo caso la loro

vena elettronica è piacevole

e azzeccata, facendo centro.

Valida l’esibizione, forse an-

che migliore della loro prec-

edente. Chiudono la serata i

Mascara, con il loro sound

15 16

Page 17: Rockstage n10 Marzo 2012

inconfondibile, portando nel

locale la stessa splendida

atmosfera di quando li ab-

biamo la prima volta.

La seconda finale vede

invece i W. Bluesh ad

aprire, con la loro person-

alità unica e inconfondibile.

Buono il repertorio e buona

l’interazione col pubblico.

Hanno la giusta presenza e

un buon groove, e a questa

nuova esibizione mi con-

vincono più che alla prece-

dente. Tocca quindi ai Ret-

rolove, che come al solito si

fanno valere e, anzi, questa

volta hanno anche un bel

gruppetto di fan che can-

tano e si scatenano. Ottima

performance anche per loro

che non deludono mai. Sono

i Wet Floor poi a salire sul

palco, e portano un cambia-

mento di repertorio: al posto

del pezzo Holden, ci mostra-

no in chiusura della loro es-

ibizione un pezzo crossover,

con un ragazzo chiamato su

da dentro al pubblico, in cui

il loro rock si alterna con un

rap ben assestato. Ottimo.

Starcontrol che ancora non

convincono e che, ancora,

ci mettono molto a iniziare

e sembrano avere qualche

problema tecnico. Confermo

il mio parere negativo della

prima esibizione. In chiusura

troviamo Tutte le Direzioni,

che fanno ballare e scat-

enare, e mi convincono più

dell’altra volta.

Si chiude così la fase del

contest del Pending Lips,

che dal prossimo appunta-

mento diventa festival.

Danny

15 16

Page 18: Rockstage n10 Marzo 2012

Scoprire i Cardiophobia mi

ha reso contento quanto un

bambino pieno di caramelle.

Questi ragazzi di Rimini

sono solo al primo album,

ma mostrano maturità e

sound invidiabili.

Cardiophobia (così si chia-

ma l’album), non è affatto

da prendere alla leggera:

questo gioiellino è un viag-

gio nei vari aspetti della ma-

linconia: scorci cupi, a tratti

malsani, combinati a sfuriate

rock esplosive ed atmosfere

da incubo (in senso buono,

eh!). Si potrebbero definire

alternative rock: si sentono

echi post-punk à la Cure,

impeti rockettari e melo-

die pop. Le chitarre creano

melodie sempre eleganti,

anche quando distorte e i

groove di basso e batteria

sono molto efficaci.

Il cantato è sofferto, lan-

guido, ma anche incazzato.

Quello che colpisce davvero

sono i testi: malinconici,

calibrano al punto giusto

ricercatezza e spontaneità,

cosa che spesso diamo per

scontata, ma che non è af-

fatto facile eseguire.

I primi due brani, Niente di Speciale e Settembre, sono

orecchiaibilissimi e dal

forte impatto sonoro. Come Quando Piove è una can-

zone in “antitesi”, con la

parte strumentale pop/folk

(mi ha ricordato i Fleet

Foxes), ma con un testo che

è una perla in quanto ad

intensità. Caro V Torno Da Te (che ha pochissimo a che

vedere con quel V) è prima

nervoso e teso, poi pian

piano si lascia sfogare in un

riff duro. Dolce Superstar è il brano più rock nel vero

senso del termine. Vi lascio

con un alone di mistero per

le altre cinque tracce, ma vi

consiglio l’album vivamente.

Lo sentirete “vostro” sin dal

primo ascolto, fidatevi.

Gilberto

ALBUM CARDIOPHOBIA di CARDIOPHOBIA

17 18

Page 19: Rockstage n10 Marzo 2012

I campani Humanoalieno ci

propongono l’album omon-

imo: un lavoro curatissimo

nel suono e negli arran-

giamenti, che ci fa sentire

la maturità artistica di chi

suona insieme da sei anni.

Il loro sound è completo,

omogeneo e maturo. Non

“spicca” nessuna canzone,

ma non ci sono neanche

punti morti e l’album si

mantiene sempre su un

buon livello, tipico dei con-

cept album (il tema scelto

è la “conflittualità della

società”). Questa “omo-

geneità” si sostiene su

un’orecchiabilità tipica del

pop, una cornice rock (so-

prattutto sulle chitarre), le

tastiere che creano un muro

sonoro riempitivo, ritmiche

di basso e batteria piuttosto

new-wave, e un timbro di

voce “rassicurante” che fa

da padrona al tutto. A tutto

ciò segue una produzione

in studio curatissima, che

rende l’insieme ancora più

“ordinato”. La new-wave si

sente tantissimo in Polvere, remake della canzone di En-

rico Ruggeri: più sostenuta e

leggermente più veloce

dell’originale. Si sente anche

in L’eredità che parte con

un ritmo molto Joy Divi-

sion dopo l’intro di piano

che apre le danze. Il riscatto è una traccia che strizza

l’occhio al pop in quanto ad

atmosfera ed accordi, Mono incorpora elementi ambi-

ent e la batteria è in grande

spolvero in L’Eccezione alla Regola. Chiude l’album

Radici, un’ottima ballad sot-

to tutti gli aspetti. L’album

disponibile su iTunes, se vi

ho convinti, compratelo, non

costa tanto, e supportare i

VERI artisti italiani, è cosa

buona e giusta.

Gilberto

ALBUM HOMANOALIENO di HUMANOALIENO

17 18

Page 20: Rockstage n10 Marzo 2012

I Third From The Sun, band

made in Milan, ci propon-

gono Loser Heroes, album

quasi definibile un EP in

quanto a lunghezza (venti

minuti).

Questi venti minuti consis-

tono di una musica piacev-

ole, quella che fa battere il

piede a tempo o ondeggiare

la testa a tempo.

Loser Heroes, intro “tenera”

di chitarra e voce, con tanto

di audience ci introduce

in In Your Palm, canzone

influenzata, si può dire,

dall’emo buono (Mineral e

Jimmy Eat World), in quan-

to ad impatto e stile chitar-

ristico. Giuro anche, che

ho messo in ripetizione più

volte I Won’t Feel Sorry,

canzone poppeggiante che

ti strappa un po’ di buonu-

more.

The Man Of The Century e Astral Plane Crash tornano

sull’indie-emo, e ne ripetono

degnamente i concetti base:

chitarre malinconiche, ritor-

nelli urlati e d’impatto. Il

tutto mantenendo sempre

un’orecchiabilità di fondo

degna di nota.

Flames Of Our Memories è una buona ballad composta

dal trinomio chitarra acus-

tica/voce/archi, e chiude in

un modo tranquillo l’album.

Insomma, certamente non

vi consiglio questi ragazzi se

cercate qualcosa di compli-

cato e di originale, ma posso

consigliarveli volentieri se

volete qualcosa di “scorrev-

ole”, piacevole, o se siete dei

nostalgici di The Power Of

Failing.

Gilberto

ALBUM THIRD FROM THE SUN di LOSER HEROES

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REDAZIONEGilberto Giannacchi, Sara Negri

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