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t e r r a , a c q u a , a r i a , s o l e . . . v i t a : agri- cultura informazioni dai Georgofili Anno III n. 3 17 dicembre 2009 “Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze” In caso di mancato recapito inviare a Firenze CMP per la restituzione al mittente previo pagamento resi I l 18 ottobre 2009, confortato dalla fede e dall’affetto di fami- liari e allievi, è serenamente mancato il Prof. Ing. Giuseppe Stefanelli, Emerito delle Univer- sità di Firenze, Bologna, Pisa e Perugia, Presidente Onorario dell’Accademia dei Georgofili, già Presidente della Associazione Italiana di Ingegneria Agraria, membro di numerose Accademie internazionali. Direttore degli Istituti di Meccani- ca Agraria nelle Università di Pisa dal 1939 al 1946; di Bologna dal 1946 al 1965, dove ebbe anche l’incarico per gli Istituti di Costru- zioni rurali e topografia e Idrau- Giuseppe Stefanelli lica agraria e di Firenze dal 1965 al 1975, ha lasciato in ogni sede un notevole numero di allievi, tec- nici e collaboratori che si sono dedicati allo sviluppo delle disci- pline dell’ingegneria agraria nelle Università italiane. Gli oltre 300 lavori pubblicati, molti dei quali di riconosciuta rile- vanza internazionale, hanno rap- presentato negli anni del dopo- guerra un supporto fondamenta- le alla modernizzazione e razio- nalizzazione della multiforme agricoltura. Molti sono stati in quegli anni gli incarichi del Governo italiano e americano, co- me riconoscimento di quella effi- ciente “Scuola” che aveva creato. Il Suo forte legame all’Accademia dei Georgofili si è consolidato in un lungo arco di tempo: il 5 mag- gio del 1946 al giovane Giuseppe Stefanelli, già professore ordinario dal 1943, viene affidata la Lettu- ra della prima adunanza pubblica dopo i drammatici eventi dell’ulti- mo conflitto mondiale. Gli vengono affidati numerosi e proficui incari- chi e ne diviene Presidente dal 1977 al 1986. In seguito ha con- tinuato a concedere all’Accade- mia il contributo delle Sue idee fino all’ultimo giorno di una lunga, laboriosa ed esemplare vita. Il Suo profondo spirito georgofilo si è manifestato con una grande dedizione, riscuotendo ammira- zione ed affetto da tutti, a comin- ciare dai Suoi collaboratori. Marco Vieri In questo numero: Antonio Calò Giovanni Continella Mauro Cresti Sandro Dettori Carlo Fideghelli Natale G. Frega Davide Gaeta Gennaro Giametta Francesco P. La Mantia Galileo Magnani Letizia Martirano Antonio Muscio Marcello Pagliai Mario Polsinelli Salvatore Indelicato Giuseppe Sciarrone Pierlorenzo Secchiari Paolo Storchi Aristide Savignano Andrea Segrè Marco Vieri Q uanto spendiamo ogni giorno per portare sulla tavola carne, pane, frutta e tutto quello che ci occorre per una sana alimenta- zione? Per rispondere a questa domanda, la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, Last Minute Market (spin-off acca- demico dell’Università di Bolo- gna) ed Econometrica (società di studi economici e comunica- zione), hanno sviluppato un nuovo indicatore dal nome (più che esplicativo) carocibo. Per monitorare come sta va- riando la spesa alimentare degli italiani si è preso come riferi- mento una dieta di 2.300 kcal, sviluppata dalla nutrizionista Alessandra Bordoni sulla base del fabbisogno calorico e nutri- Carocibo, ma quanto ci costi? zionale di un uomo adulto di 35 anni. I dati elaborati da carocibo mostrano come la spesa setti- manale sia passata da 44.34 euro nell’ottobre 2008 a 44.58 euro nello stesso mese del 2009. Carocibo mostra come l’incre- mento della spesa sia stato dello 0.54%. Apparentemente non sembra rilevante, ma oc- corre sottolineare che, negli ultimi dodici mesi, l’indice Istat dei prezzi al consumo è aumen- tato solo dello 0.3%. La crescita dei prezzi degli alimenti è quin- di superiore, sia pure in lieve misura. Dunque, ancora una volta, assistiamo a un allarga- mento della forbice fra i livelli dei prezzi alla produzione e quelli al consumo. Emblematico N egli ultimi dieci anni, anche con quattro appositi Convegni, l’Accademia dei Georgofili ha cercato di richiamare l’atten- zione sullo scarso interesse che i mass media dedicano ad una realistica informazione sui veri problemi del settore Telefono verde Andrea Segrè (segue a pag. 2) (segue a pag. 2)

r a u q c dai Georgofili - Home Page - Accademia dei ... · ben del 7.46%. Le elaborazioni di carocibo met-tono in evidenza i punti deboli della filiera italiana che è carat-terizzata

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te r r a , acqua

,aria,so l e . . . vita: agri-cultura

informazionidai Georgofili

Anno III n. 3 17 dicembre 2009

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze”

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Il 18 ottobre 2009, confortatodalla fede e dall’affetto di fami-liari e allievi, è serenamente

mancato il Prof. Ing. GiuseppeStefanelli, Emerito delle Univer-sità di Firenze, Bologna, Pisa ePerugia, Presidente Onorariodell’Accademia dei Georgofili, giàPresidente della AssociazioneItaliana di Ingegneria Agraria,membro di numerose Accademieinternazionali.Direttore degli Istituti di Meccani-ca Agraria nelle Università di Pisadal 1939 al 1946; di Bologna dal1946 al 1965, dove ebbe anchel’incarico per gli Istituti di Costru-zioni rurali e topografia e Idrau-

Giuseppe Stefanelli

lica agraria e di Firenze dal 1965al 1975, ha lasciato in ogni sedeun notevole numero di allievi, tec-nici e collaboratori che si sonodedicati allo sviluppo delle disci-pline dell’ingegneria agraria nelleUniversità italiane.Gli oltre 300 lavori pubblicati,molti dei quali di riconosciuta rile-vanza internazionale, hanno rap-presentato negli anni del dopo-guerra un supporto fondamenta-le alla modernizzazione e razio-nalizzazione della multiformeagricoltura. Molti sono stati inquegli anni gli incarichi delGoverno italiano e americano, co-me riconoscimento di quella effi-

ciente “Scuola” che aveva creato.Il Suo forte legame all’Accademiadei Georgofili si è consolidato inun lungo arco di tempo: il 5 mag-gio del 1946 al giovane GiuseppeStefanelli, già professore ordinariodal 1943, viene affidata la Lettu-ra della prima adunanza pubblicadopo i drammatici eventi dell’ulti-mo conflitto mondiale. Gli vengonoaffidati numerosi e proficui incari-chi e ne diviene Presidente dal1977 al 1986. In seguito ha con-tinuato a concedere all’Accade-mia il contributo delle Sue ideefino all’ultimo giorno di una lunga,laboriosa ed esemplare vita.Il Suo profondo spirito georgofilosi è manifestato con una grandededizione, riscuotendo ammira-zione ed affetto da tutti, a comin-ciare dai Suoi collaboratori.

MMaarrccoo VViieerrii

In questo numero:

Antonio Calò

Giovanni Continella

Mauro Cresti

Sandro Dettori

Carlo Fideghelli

Natale G. Frega

Davide Gaeta

Gennaro Giametta

Francesco P. La Mantia

Galileo Magnani

Letizia Martirano

Antonio Muscio

Marcello Pagliai

Mario Polsinelli

Salvatore Indelicato

Giuseppe Sciarrone

Pierlorenzo Secchiari

Paolo Storchi

Aristide Savignano

Andrea Segrè

Marco Vieri

Quanto spendiamo ognigiorno per portaresulla tavola carne,

pane, frutta e tutto quello che cioccorre per una sana alimenta-zione?Per rispondere a questadomanda, la Facoltà di Agrariadell’Università di Bologna, LastMinute Market (spin-off acca-demico dell’Università di Bolo-gna) ed Econometrica (societàdi studi economici e comunica-zione), hanno sviluppato unnuovo indicatore dal nome (piùche esplicativo) carocibo.Per monitorare come sta va-riando la spesa alimentare degliitaliani si è preso come riferi-mento una dieta di 2.300 kcal,sviluppata dalla nutrizionistaAlessandra Bordoni sulla basedel fabbisogno calorico e nutri-

Carocibo, ma quantoci costi?

zionale di un uomo adulto di 35anni.I dati elaborati da carocibomostrano come la spesa setti-manale sia passata da 44.34 euronell’ottobre 2008 a 44.58 euronello stesso mese del 2009.Carocibo mostra come l’incre-mento della spesa sia statodello 0.54%. Apparentementenon sembra rilevante, ma oc-corre sottolineare che, negliultimi dodici mesi, l’indice Istatdei prezzi al consumo è aumen-tato solo dello 0.3%. La crescitadei prezzi degli alimenti è quin-di superiore, sia pure in lievemisura. Dunque, ancora unavolta, assistiamo a un allarga-mento della forbice fra i livellidei prezzi alla produzione equelli al consumo. Emblematico

Negli ultimi dieci anni,anche con quattroappositi Convegni,

l’Accademia dei Georgofili hacercato di richiamare l’atten-zione sullo scarso interesseche i mass media dedicano aduna realistica informazionesui veri problemi del settore

Telefonoverde

AAnnddrreeaa SSeeggrrèè (segue a pag. 2)(segue a pag. 2)

2 informazioni dai Georgofili 17 dicembre 2009

Sulla base delle più recentiapplicazioni delle tecnolo-gie informatiche, si stanno

diffondendo varie tecniche digestione che fanno riferimentoalla cosiddetta “viticoltura diprecisione” o “sito-specifica”,con l’obiettivo di quantificare egestire, con adeguanti interven-ti, la variabilità che esiste in ognivigneto.Le metodiche impiegate consi-stono nel determinare prelimi-narmente, sulla base delle coor-dinate geografiche (possibili congli ormai comuni GPS – sistemiglobali di posizionamento) gliattributi del suolo e del paesag-gio alla scala più piccola possibi-le. Questi dati costituiscono labase per realizzare i cosiddettisistemi informativi geografici(GIS), i quali contengono tutti ivalori ricavati da vari metodi dimonitoraggio delle condizioniambientali e della pianta, effet-tuato con sensori remoti

(aereo, satellite, ecc.) o prossi-mali, in questo caso solitamentemontati sulle macchine opera-trici e utilizzate con varie tipolo-gie di misurazione (multispet-trali, ultrasuoni, tensione elettri-ca).I vigneti, inoltre, possono esseredotati di una rete di rilevamen-to meteorologico con trasmis-sione dati in tempo reale al cen-tro aziendale, dal quale è possi-bile attivare i diversi interventi,secondo le indicazioni ottenutedall’elaborazione delle informa-zioni rilevate.Le metodiche di rilievo oggidisponibili con risoluzione spa-ziale a livello di singola pianta ele tecnologie di elaborazioneconsentono, quindi, la messa apunto di nuove strategie gestio-nali per la viticoltura. Ad esem-pio per la distribuzione dei fito-farmaci sono stati recentemen-te introdotti sistemi ad ultra-suoni o raggi infrarossi, in grado

Attualità e prospettivedella viticolturadi precisione

Fig. 1 - Misure di resistività con georadar ed elaborazione tridimensionale dell’imma-gine del suolo

di attivare e regolare in modoautomatico l’erogazione deiprodotti a seconda della pre-senza e spessore della paretevegetativa.Dall’alto, con il telerilevamentomediante aereo o satellite, pos-sono essere acquisite immaginie informazioni sulla riflessionespettrale di ciò che è presentesulla superficie del terreno. Ildato rilevato viene restituitocon la sua esatta localizzazione,classificando le aree in unità disuperfici quadrate omogenee

(pixel) più o meno grandi infunzione delle capacità dellostrumento di rilievo, e nel casodi rilevatori montati su aereo sipuò arrivare a valori di 20 cm.In Italia sono state sviluppateinteressanti applicazioni chehanno riguardato la Toscana, ilVeneto, la Franciacorta el’Oltrepò Pavese. Attualmente ilmaggiore limite all’adozione diqueste tecniche è costituito daicosti, associati alle ridottedimensioni aziendali.

PPaaoolloo SSttoorrcchhii

è il caso del riso che ha subitoun crollo delle quotazioni allaproduzione del 30% mentre ilprezzo al pubblico è aumentatoben del 7.46%.Le elaborazioni di carocibo met-tono in evidenza i punti debolidella filiera italiana che è carat-terizzata da un’elevata polveriz-zazione delle imprese produtti-ve e di trasformazione. Questoincide come fattore di spinta sulmeccanismo di formazione delprezzo finale, poiché fa aumen-tare i costi legati al lavoro e alcapitale.Va sottolineato, inoltre,che una spesa settimanale di44.58 euro per l’alimentazionedi un uomo adulto va analizzataconsiderando che nel mondocentinaia di milioni di personevivono con 1 euro al giorno. Sipone quindi ancora una voltal’esigenza di una ridistribuzionepiù equa delle risorse, ma anchedell’eliminazione degli sprechidato che gettiamo il 50% delcibo prodotto.

AAnnddrreeaa SSeeggrrèè

Carocibo, ma quanto cicosti?(continua da pag. 1)

primario, sulla evidente crisicomplessiva della nostra agri-coltura e sulle concrete pro-spettive di un suo competitivoinserimento nel mercato glo-bale. È stata evidenziata lanecessità che l’opinione pub-blica sia più adeguatamenteinformata, anche perché l’elet-torato costituisce il punto diriferimento degli orientamentie delle conseguenti azioni poli-tiche.Da più parti è stata lamentatauna carenza di fonti d’informa-zione attive e responsabili. Perquesto, oltre che intensificarele nostre tradizionali attività,cercando di divulgarle e farlemeglio conoscere, ormai da 12anni pubblichiamo il nostro“Notiziario” mensile (graziealla collaborazione dell’Agen-zia “AgraPress”) e da 3 anniabbiamo cominciato a pubbli-care questo periodico “Infor-

mazioni dai Georgofili”. In basea quanto emerso nel recenteConvegno su “Comunicazionee Agricoltura”, svoltosi il 26ottobre 2009 presso “LaNazione”, l’Accademia ha oraistituito un proprio “TelefonoVerde” (Tel. 055 212114) dedi-cato ai giornalisti che desiderinoacquisire specifiche informazio-ni. I Georgofili indicherannoloro il nome e l’indirizzo dellapersona, fra le più competentinella materia, disponibile adinstaurare un dialogo direttocon l’interessato.Anche il sito dell’Accademia(www.georgofili.it) verrà adegua-to alle esigenze di una collabo-razione che i Georgofili gratui-tamente offriranno per amplia-re e valorizzare le potenzialitàdi un giornalismo agricolo viva-ce, capace di suscitare l’interes-se pubblico ed una giusta con-sapevolezza della realtà. Oltre a

recepire e rispondere a quesi-ti, l’Accademia intende anchesegnalare autonomamente no-tizie utili su argomenti attinen-ti le proprie competenze. Apartire dal prossimo anno,l’Accademia dedicherà a que-sto scopo un apposito nuovosito (www.georgofili.info), av-viando la registrazione e accre-ditamento degli utenti.Tutti i Georgofili sono chiama-ti per primi ad offrire la pro-pria collaborazione inviandocicontinue e brevi notizie, innan-zitutto su argomenti inerenti leattività che ciascuno svolge.Per “notizia” deve intendersi lanovità, il fatto o la singola infor-mazione, espressa nella massi-ma sintesi e nella forma gior-nalistica adatta ad un grandeed eterogeneo pubblico. Lestesse notizie potranno essereutilizzate anche per questonostro periodico.

Telefono verde(continua da pag. 1)

3informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Per parlare di via italianabisogna rifarsi agli anni ’60dell’800. Prima vi erano

vini della penisola italica cheerano stati famosi e vincenti finoagli inizi del ’700, per divenire,dopo, sempre più poveri direputazione. G.B. Cerletti ricor-dava, nel 1887, che gli stranieri ciattribuivano “cattivissimo gusto infatto di vini”. Negativi anche igiudizi degli studiosi italiani.È significativo il fatto che intornoal 1870 l’Italia ne esportavaappena 259.000 ettolitri, su unaproduzione che arrivava anchea 35-40 milioni di ettolitri annui.C’erano eccezioni, ed alcuni

La Via italiana del Vinoerano prodotti di grande valore,i quali dimostravano – soprattut-to – una verità: le grandi poten-zialità del nostro Paese. Nellecritiche accennate tornava spes-so la meraviglia della situazionedell’Italia “con tutti i suoi vantagginaturali”. E non dimentichiamoche Julien scriveva: “a tutta primasi potrebbe credere che esso(Paese) produca i migliori vinid’Europa…”. Una previsione?Una scommessa? Una sfida? Eraforse vissuta come tale dai primiMinistri dell’Agricoltura delRegno e già nel 1872 l’on.Castagnola nominò un Comita-to Ampelografico proprio per

verificare lo stato della viticoltu-ra ed enologia nelle diverse pro-vince. I risultati furono uniformi esconfortanti. Andavano, peraltro,nella stessa direzione della famo-sa inchiesta Jacini. Il Paese dove-va scuotersi per ritrovare ilposto che gli competeva nel set-tore.Cominciava un cammino impor-tantissimo verso il raggiungi-mento di un traguardo beneidentificato: rendere i vini italianidegni di affrontare mercatinazionali ed internazionali.Oggi questo concetto è chiara-mente percepibile. Ho voluto,così, chiamare un processoancora in fieri, dai contornisbozzati se non definiti, dallepremesse ed obiettivi sicuri,dalle possibilità notevoli: La Via

Italiana del Vino. Maurizio Sor-bini, nel 2008, ne ha tratteggiatoanche i contorni per un marke-ting moderno. Con i vitigni itali-ci in interazione con i nostriambienti possiamo avere: viniinnovativi e non copiabili; conidentità esplicite; ricchi di tradi-zioni e cultura. In tale scenarioanche l’orientamento dei viti-coltori e produttori cambia.Dagli interventi di Castagnolac’è voluto oltre un secolo, mapare – finalmente – concretarsiuna realtà nostra, che ci deveportare a rendere attuali leparole di Julien del 1816.Possiamo e dobbiamo esprime-re i migliori vini d’Europa; il che,riportato ad oggi, significa imigliori del mondo.

AAnnttoonniioo CCaallòò

Nonostante i buoni pro-positi di investire afavore della competiti-

vità, manifestati nell’assegnazio-ne finanziaria del primo PianoNazionale di Sostegno (PNS),l’Italia ha deciso di sfruttare lapossibilità prevista dal regola-mento quadro e riallocare lerisorse.Se volessimo trovare qualchemerito a quello strano guazza-buglio chiamato OCM vino,potremmo attribuirlo proprioalla decisione di affidare ai PNSla quota più energica del bud-get comunitario del primo pila-stro. Una novità ispirata alla sus-sidiarietà e ad una gestionefederalista della politica comuni-taria che consente alle Regionil’autonomia nella scelta dellemisure e nell’allocazione dellerisorse che ritiene più opportu-no finanziare (ad eccezione deifondi per la distillazione dei sot-toprodotti e per il 30% di quellidestinati alla promozione, gestitia livello nazionale). Causa in-combenti crisi di mercato epressioni politiche, rispettoall’obiettivo di “svolta” declama-to in principio, è svanita la gran-de attesa riposta nei PNS qualestrumento programmatico perfinanziare misure innovative peril comparto. Inizialmente si pre-vedeva di affidare a tre principa-li linee di azione di lungo perio-do il compito di riorganizzare lacompetitività della filiera e pre-cisamente: alla ristrutturazione ericonversione dei vigneti, conassegnazioni finanziare previste

OCM vino e piani nazionali di sostegno

intorno al 34% dei fondi; allapromozione, che avrebbe rag-giunto la quota del 30,3%; agliinvestimenti, destinati a rappre-sentare il 23,10% della spesatotale. In parallelo si sarebberoridotte, fino alla loro cessazionenel 2013, quelle misure di breveperiodo, che appartenevanoalla vecchia logica del sostegnoal mercato: arricchimento, distilla-zione di alcol uso bocca e distilla-zione dei sottoprodotti. Infine, ilpacchetto di misure “in sospe-so”: distillazione di crisi, assicura-zioni sul raccolto e vendemmiaverde, senza assegnazione pre-definita di fondi.Con la rimodulazione del PNS(vedi grafico), lo scenario sicaratterizza non solo per glispostamenti finanziari ma perun’inversione di strategie politi-che di breve periodo, conaggiustamenti che travolgono le

azioni destinate alla competitivi-tà, in favore di quelle destinateall’immediato soccorso al mer-cato. Ciò è imputabile all’inseri-mento delle misure di distillazio-ne di crisi, a decorrere dal 2009,vendemmia verde e assicurazio-ne sul raccolto dal 2010. Le con-seguenze principali si osservanonella misura investimenti chenon solo slitta di un anno nellasua applicazione ma subisce untaglio netto con una previsionedi diminuzione del 60%.Torna inauge la vecchia politica di arric-chimento che incide del 25%nel 2009 per poi annullarsi aregime e riprende quota ladistillazione dell’alcol uso bocca,pur prevedendo di azzerarsi altermine del quinquennio; ladistillazione dei sottoprodottisubisce invece un’ulteriore dra-stica contrazione.Tra le misure di politica econo-

mica orientate a rafforzare lacompetitività, la promozione, havisto inizialmente una leggeradiminuzione del budget, perrimanere invariata nelle successi-ve annualità e la ristrutturazione ericonversione dei vigneti si ricon-ferma tra le più incisive ed effi-cienti misure del PNS. C’è soloda chiedersi chi si metterà aristrutturare vigneti con le attua-li previsioni di mercato? Accon-tentate così anche le lobbiesagricole, la quadratura politicadell’OCM vino, con un colpo alcerchio e uno alla botte, parafra-sando cioè l’aiuto ai commer-cianti e quello ai viticoltori, sem-bra restare l’unica vera strategiadi politica economica del setto-re, per giunta in ritardo rispettoalle esigenze del mercato.

DDaavviiddee GGaaeettaa

Fonte: ns. elaborazione su dati Mipaaf (PNS)Incidenza percentuale sul totale del budget a disposizione nel 2009 (238.223 ml di euro) e 2013 (336.736 ml di euro).* Lo 0 indica che non è prevista assegnazione di fondi nell’annualità considerata.

4 informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Le linee seguite nell’ultimodecennio per la messa apunto di materiali paccia-

manti innovativi hanno riguar-dato sia i film a speciali caratte-ristiche (soprattutto i film dou-ble-face bianchi o coloratioppure i riflettenti alluminati),definiti anche funzionali e stu-diati soprattutto per limitarel’impiego di fitofarmaci o permigliorare la qualità delle pro-duzioni, sia i film biodegradabi-li, ottenuti secondo diversetecnologie, il cui processo didepolimerizzazione si svolgeattraverso meccanismi diffe-renziati.Riguardo a questi ultimi mate-riali, tralasciando le primitivesoluzioni proposte dall’indu-stria, quali la messa a punto dimateriali realizzati aggiungendoal polimero di sintesi alcunesostanze organiche (amido peresempio), oppure la “fotode-gradazione” del materiale pla-stico, ossia una degradazioneinnescata dalla radiazione sola-re - soluzioni entrambe appar-se insoddisfacenti dal punto divista applicativo -, e tralascian-do la riproposta di materialibiodegradabili di origine orga-

Pacciamatura di oggi e di domaninica (usati talvolta ai primordidella pacciamatura, quali carta,fibre vegetali di vario genere),la maggiore novità, entrataquasi subito nella pratica agra-ria, è stata la messa a punto dipolimeri la cui degradazioneavviene nella totalità, senzalasciare traccia nel terreno.Tra questi polimeri, comunque“filmabili”, diversi per costitu-zione chimica e per processodi sintesi, di particolare interes-se è risultato quello costituitoda amido unito a poliesteridegradabili, recante il marchio“Mater-Bi”. Entrato da alcunianni in commercio come filmpacciamante per colture ortivea ciclo breve, a esso è ormairiconosciuta una indiscussavalidità.Tuttavia i film “Mater-Bi”presentano, al di là dei lorocosti sempre abbastanza eleva-ti rispetto ai film tradizionali,alcuni aspetti non del tuttopositivi. I biodegradabili peresempio non sempre sono ingrado di controllare in manierasoddisfacente la flora infestan-te; la loro degradazione, incer te condizioni climatiche,può essere troppo accelerata;il prodotto di alcune colture

può talvolta presentare residuisuperficiali indesiderati a livellocommerciale. Resta poi, nelcomplesso del processo pro-duttivo, la grande richiesta ener-getica e di materia prima prove-niente sempre dall’agricoltura,necessarie per la preparazionedei film biodegradabili.Allo stato attuale sarebbe unanotevole innovazione di pro-cesso poter disporre di paccia-mature realizzate senza l’ausiliodi manufatti plastici. In questaprospettiva l’impiego di sprayrealizzati direttamente sul sub-strato di coltura rappresentauna soluzione a problemi digrande importanza. Le pratichecolturali basate su pellicolespray biodegradabili innovativedovrebbero contribuire infattia una generale riduzione del-l’impatto ambientale. L’idea dinon estrudere più i materialiper la pacciamatura, usando inalternativa pellicole realizzatesul posto spruzzando soluzionio emulsioni acquose o idroal-cooliche, potrebbe inoltrefavorire una riduzione dei con-sumi energetici e un decre-mento dei costi di produzione.In ultimo si potrebbe prevede-

Messa in opera di pacciamatura biode-gradabile con mezzi meccanici tradizio-nali

re l’applicazione di tali paccia-mature a colture che normal-mente non possono usufruiredi tale pratica agraria (certefrutticole, le ornamentali incontenitore, per esempio).

GGaalliilleeoo MMaaggnnaannii

Premio“Donato Matassino”

Edizione 2010È istituito per l’anno accademico 2010 il

PPrreemmiioo ““DDoonnaattoo MMaattaassssiinnoo”” per una tesi di dot-

torato di ricerca nell’ambito della ““GGeenneettiiccaa aappppllii--

ccaattaa aallllaa zzooootteeccnniiaa””.

Il Premio, dell’ammontare di 6.000,00 Euro, si

prefigge di stimolare nei giovani laureati la passio-

ne per lo studio e la ricerca scientifica nel campo

della genetica applicata alla zootecnia.

Il premio scade il 77 ggeennnnaaiioo 22001100.

Per maggiori informazioni: www.georgofili.it

Premio“Antico Fattore”

Edizione 2010L’Accademia dei Georgofili ha bandito il concorso

per l’assegnazione del PPrreemmiioo ““AAnnttiiccoo FFaattttoorree”” 22001100,dell’ammontare di 10.000,00 Euro, per:

• un lavoro che negli anni 2008-2009abbia apportato un contributo conosci-tivo su soggetto di interesse olivicolo onuove acquisizioni scientifico-tecnologi-che utili alle attività comunque attinen-ti l’olivicoltura e/o l’olio di oliva.

Il concorso scade il 2299 ggeennnnaaiioo 22001100.

Per maggiori informazioni: www.georgofili.it

5informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

La difficoltà di soddisfare lecrescenti domande d’ac-qua con le risorse idriche

tradizionali (acque superficialifluenti e regolate ed acque sot-terranee) induce a fare ricorsoa “nuove” risorse idriche ed inparticolare alle “acque reflue”.Per l’agricoltura è di particolarerilevanza il riuso delle acquereflue urbane, portata d’acquadi rilevante entità in continuoaumento, poco soggetta allevariazioni climatiche (per lapriorità accordata, ora ancheper legge, agli usi potabili) il cuiprelievo non richiede la realiz-zazione di opere in alveo rite-nute di rilevante impattoambientale.In Italia il Ministero dell’Am-biente ha emanato le normetecniche per il riutilizzo delleacque reflue (D. Lgs. 185/03)

che stabiliscono che “il riutilizzodelle acque reflue è liberamen-te consentito previo trattamen-to di recupero diretto ad assi-curare il rispetto dei requisiti diqualità” previsti per il riuso, econtengono alcune scelte fon-damentali.La prima scelta condizionante èdi avere disposto una disciplinasostanzialmente unica perquanto concerne i requisiti diqualità per tutte le destinazionid’uso ammesse e quindi diimporre requisiti qualitativimolto restrittivi in particolareper i parametri microbiologici(10/100 ml di escherichia colinell’80% dei campioni) ancheper usi non agricoli o per l’irri-gazione di colture non alimen-tari o da consumare solo dopola cottura o di colture arboreeirrigate per microirrigazione o

Utilizzazione delle acque reflue urbaneancora quando l’irrigazioneavviene in tempi lontani daquelli della raccolta e del consu-mo; condizioni tutte per le quali,vincoli così restrittivi sonogeneralmente ritenuti nonnecessari.La scelta predetta che appesan-tisce i costi del trattamento, èstata motivata dalla difficoltà dicontrollare l’effettivo uso delrefluo dopo l’uscita dal depura-tore e dalla inopportunità divincolare l’uso dell’acqua distri-buita da una rete irrigua collet-tiva.Questa scelta sarebbe statainsostenibilmente penalizzanteper l’agricoltura se non fossestata abbinata all’altra, che reci-ta “l’acqua reflua recuperata èconferita dal titolare dell’im-pianto di depurazione al titolaredella rete di distribuzione, senza

oneri a carico di quest’ultimo”.Si trasferisce così al primo utiliz-zatore dell’acqua potabile ilcosto dell’intero trattamento inadempimento della direttivacomunitaria “chi inquina paga”.Il regolamento prevede inoltreche al soggetto titolare dellarete di distribuzione, individua-to dalla Regione, è affidato ilcompito di curare la correttainformazione degli utenti sullemodalità e vincoli del riutilizzoe di effettuare “il monitoraggiodegli effetti ambientali, agrono-mici e pedologici del riutiliz-zo”.Alle Regioni, ai Consorzi diBonifica ma anche ai Gestoridel Servizio Idrico Integrato ilcompito di essere artefici conlungimiranza e generosità diquesto beneficio collettivo.

SSaallvvaattoorree IInnddeelliiccaattoo

Il lardo di Colonnata ha ormaiuna vasta fama, che ha resopiù accetto, in generale, que-

sto prodotto, caduto in passatoin desuetudine a causa del-l’ostilità nei confronti dei grassidi origine animale.In una nostra ricerca si è valu-tata l’influenza di fattori quali il“regime alimentare” (cerealicon o senza soia) e la “razza”(Large White o Cinta Senese)su alcune caratteristiche chimi-co-nutrizionali e di conservazio-ne del lardo.La razione con soia, ha determi-nato un miglioramento dalpunto di vista nutrizionale dellacomposizione in acidi grassi dellardo. Questo ha denunciato unbuon contenuto in PUFA, e hapresentato un rapporto n-6/n-3, che, seppur al di sopra delvalore indicato dalle linee guidaper una corretta e sana alimen-tazione, è nettamente miglioredi quello dei suini alimentati consoli cereali. L’ossidazione degliacidi grassi è avvenuta, perentrambi i tipi di lardo, in duedistinti periodi: all’inizio e nelle

fasi finali (7°-8° mese) della sta-gionatura. Anche nel caso del-l’ossidazione del colesterolo, nellardo LW si è ripetuto il suddet-to andamento a due fasi. In defi-nitiva, l’introduzione della soianella razione dei suini ha deter-minato un miglioramento dialcune caratteristiche nutrizio-nali del lardo, ma un netto peg-gioramento del suo stato diossidazione. Il lardo LW è risul-tato migliore di quello CS peralcuni parametri qualitativi, manettamente peggiore relativa-mente allo stato ossidativo. Lastagionatura ha influenzato inmaniera importate le caratteri-stiche nutrizionali e ossidativedel prodotto, quindi, la sua qua-lità dipende anche dal momen-to in cui questo viene consuma-to. Il lardo, comunque, nonmerita di essere consideratonegativamente, perché il suoapporto di acidi grassi è risulta-to derivare, mediamente, per il52,30% da MUFA, per il 10,57%dai PUFA e per il 37,13% daSaturi.

PPiieerrlloorreennzzoo SSeecccchhiiaarrii

Caratterizzazione delLardo di Colonnata

Nell’ambito del VIIConvegno AISSA su“Agricoltura, qualità

dell’ambiente e salute”, il 4dicembre 2009, presso laFacoltà di Agraria dell’Uni-versità di Ancona si è svoltauna tavola rotonda, dedicataalla memoria di Ersilio Desi-derio, sul tema: “La ricercascientifica nel settore dellescienze agrarie: stato dell’artee prospettive”.Ai lavori, presieduti da Fran-co Scaramuzzi, hanno parte-cipato Amedeo Alpi, CarloChiostri, Maria Grazia Mam-muccini, Franco Miglietta,Luigi Rossi, Michele Stanca,Zeno Varanini, tutti membri

La ricerca scientificapubblica per leScienze agrarie

del gruppo di lavoro chel’Accademia dei Georgofili hacostituito per definire le esi-genze e gli obiettivi di un ade-guamento strutturale dellaricerca pubblica nelle scienzeagrarie.È stato illustrato lo stato diavanzamento dei lavori e sonoemerse convergenze di opi-nioni sui princìpi ai qualidovrebbero ispirarsi gli auspi-cati interventi strutturali gene-rali. Il gruppo di lavoro ha inte-so stimolare la collaborazionedell’eterogeneo mondo attua-le della nostra ricerca scientifi-ca, per raccogliere idee e pro-poste.

6 informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Agricoltura e Territorio

Èquasi ovunque in atto daalcuni anni un fenomeno diprogressiva riduzione dei

terreni agricoli. In Italia, stando aidati diffusi dall’ANBI, la Sau si èridotta nel periodo tra il 1990ed il 2003 del 20,4% ossia daoltre 15 a poco più di 12 milionidi ettari con punte sconcertantiin alcune regioni (Lazio,Abruzzo,Liguria, Campania, Sardegna).Molte sono le cause di talefenomeno. Nella relazione alprogetto di legge sulla “tutela evalorizzazione del paesaggiorurale” della sen. De Petris(maggio 2007) si indicano le“spinte all’urbanizzazione diffusa,che interessano le aree periur-bane ma anche comprensori digrande pregio agricolo, una poli-tica delle infrastrutture disordi-nata e con crescente impattoterritoriale, e il procedere difenomeni di marginalizzazione diaree agricole periferiche…”. Mave ne sono altre, come i campida golf, che impegnano notevolisuperfici e comportano un con-sumo assai elevato di acqua,contro i quali a nulla sono valsesia le critiche di Lega ambiente edell’OML che le proteste levate-si in molti Paesi.In realtà, non si è avuta ieri emanca tuttora un’esatta perce-zione della straordinaria com-plessità del problema, cosìcome è rimasta inalterata l’ori-ginaria tendenza istituzionale avarare misure volte generica-mente a favorire l’agricoltura oqualche suo comparto. Ma nonè oggi più dubbio che l’attivitàagricola rappresenti un beneinsostituibile della cultura euro-pea e che le politiche dell’UE

debbano essere rivolte a miglio-rare la sostenibilità degli ecosi-stemi agricoli per assicurare,insieme alla salvaguardia diun’importante fonte di reddito,un corretto equilibrio tra laproduzione agricola e il rispettodella natura. S’impone quindiuna diversa qualificazione giuri-dica della proprietà agricola euna più attenta individuazionedelle sue finalità. Urge soprat-tutto una più appropriata “dife-sa” dei terreni destinati all’agri-coltura contro i continui tenta-tivi di comprimerne la superficiea vantaggio di altre attività.Lo spazio rurale insomma nonè più definibile solo in termini dimera dimensione geografica,ma deve essere visto nell’insie-me dei rapporti sociali, culturalie istituzionali che vi fanno capo,ossia degli interessi, molteplici ediversificati e talvolta conflig-genti che ruotano attorno allaterra e che ne hanno trasfor-mato e incrementato il valoretotale. Né bastano a tale scopoalcuni pur utili correttivi regio-nali, come la valutazione diimpatto ambientale dei progettidei campi da golf o l’imposizio-ne di contributi destinati, acompensazione della destina-zione dei terreni agricoli ad altrifini, alla riforestazione e allariqualificazione di ambiti natura-li. È invece necessaria una fortespinta innovativa che, specie alivello legislativo, punti a conte-nere l’erosione in corso dei ter-reni agricoli ed a rivederne ilregime giuridico in modo daadeguarlo ai radicali mutamentiintervenuti.

AArriissttiiddee SSaavviiggnnaannoo

La sopravvivenza delle fore-ste di quercia da sughero,estese per poco meno di 3

milioni di ettari nel settore occi-dentale dell’area mediterranea,è indissolubilmente legataall’economia del sughero, cherappresenta circa l’80% del red-dito del bosco, e in particolaredel tappo, che concorre per il90% al valore dell’intera filiera.Un parziale contributo alla tute-la di queste foreste può veniredalle peculiari caratteristichechimico-fisiche del tessutosuberoso: i. basso peso specifi-co; ii. impermeabilità ai liquidi eai gas; iii. elasticità e comprimibi-lità; iv. coibenza e v. imputresci-bilità. A partire da queste pro-prietà la giovane sarta tempieseAnna Grindi, dopo anni di ten-tativi e il matrimonio con unindustriale del sughero, ottienenel 1997 un tessuto di sugheroche viene brevettato col nomedi Suberis (www.suberis.it). Lafibra è realizzata attraverso laselezione del sughero dalle qua-lità migliori, che viene poi taglia-to in fogli sottilissimi e accop-piato a differenti supporticome il cotone, il lino, la seta emicrofibre. I fogli di sugherodopo essere stati accoppiati elevigati, vengono sottoposti adun particolare trattamento cheutilizza solo componenti natu-rali. Questo trattamento rendeil tessuto morbido, malleabile,resistente all’usura, resistenteall’abrasione. È inoltre imper-meabile, antimacchia, antigraf-fio, antiallergico, termoisolante,ignifugo, lavabile in lavatrice. Perle sue caratteristiche Suberispuò essere impiegato nell’abbi-gliamento (giacche, pantaloni,gonne e abiti), nell’ arredamen-to (rivestimenti di sedie, poltro-ne, divani, tendaggi, lampade),negli accessori-moda (cinture,ombrelli, guanti, cappelli, borse,pelletteria in genere), nelle cal-zature (scarpe e stivali), nel set-tore automobilistico (selleria) enautico. Suberis è a tutti gli

Il tessuto di sughero:un contributo innovativoalla tutela della forestamediterranea

effetti un materiale che puòessere usato in alternativa allapelle con la differenza fonda-mentale che è una “pelle vege-tale” e quindi meno costosa edecologica. Si presenta come untessuto prodotto in rotoli dialtezza 140 cm, nella lavorazio-ne si può ottimizzare l’utilizzoottenendo, rispetto alla pelle,una notevole riduzione deimateriali di scarto. Suberis fatraspirare la pelle, non provocaallergie, non si stira e va in lava-trice a 30 gradi.Suberis è, quindi, un materialeinnovativo dove tecnologia,creatività e natura si fondono,per dar vita ad una fibra morbi-da come il velluto, leggeracome la seta, antimacchia, anti-graffio, impermeabile, ignifuga,antiacaro, praticamente indi-struttibile. Nelle fasi di lavora-zione il tessuto può essere sot-toposto a un processo di colo-razione, è lavabile e può esserestirato. Oltre che sotto formadi tessuto, si può trovare anchein “filato”, soluzione eccellenteper ogni tipo di produzione dicapi di vestiario, dalla lavorazio-ne industriale a quella a mano.Suberis è protetto da brevettointernazionale esteso adUnione Europea, Stati Uniti,Canada, Australia, Giappone eCina.

SSaannddrroo DDeettttoorrii

L’Accademia dei Geor-gofili, attraverso la suaSezione Internazionale di

Bruxelles e con la collabora-zione della Regione Toscana,ha allestito una mostra su “IlCastagno e i suoi prodotti”che è stata inaugurata il 2dicembre 2009 a Bruxelles. Lamostra, curata dall’Acc. ElvioBellini, ha esposto 120 cam-pioni di varietà di castagne emarroni ed oltre 900 campio-ni di prodotti derivati dalcastagno provenienti da tuttoil mondo; 70 poster tematicihanno illustrato tutti gli aspet-

Mostra sul Castagno a Bruxellesti che riguardano questa anticapianta. L’evento è stato inseritoanche nelle manifestazioni orga-nizzate a Bruxelles per celebra-re la Festa della Toscana.Il Presidente della RegioneToscana, Claudio Martini, ha evi-denziato l’importanza delladecisione dell’Accademia didislocare una sua SezioneInternazionale a Bruxelles, nellaquale sono riuniti soprattuttofunzionari che operano nell’am-bito delle attività della UnioneEuropea. Il Presidente dellaSezione, Michele Pasca-Raymondo, ha sottolineato lo

stretto legame che ha unitol’uomo al castagno nel corsodei secoli, facendone un sim-bolo della sopravvivenza ali-mentare di diverse popolazio-ni. All’inaugurazione sonointerventi l’Ambasciatore ita-liano presso l’Unione Europea,Ferdinando Nelli-Feroci, e nu-merose Autorità europee. Erapresente anche il Presidentedell’Accademia dei Georgofili,Franco Scaramuzzi.Il 7 dicembre il prof. Bellini hatenuto una relazione per illu-strare la coltura del castagnooggi e le sue prospettive.

7informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Negli ultimi decenni nelnostro Paese assistiamocon impressionante

frequenza a disastri ambientalidi notevole entità. A propositodella recente catastrofe avvenu-ta nel Messinese, sembraimportante sottolineare cheanche in questo caso, come delresto avvenuto nella tragedia diSarno nel 1998, le frane hannointeressato la copertura pedo-logica, cioè il suolo, e non la roc-cia sottostante. È importanterimarcare questa realtà in quan-to si è letto anche su stampaautorevole (Corriere dellaSera) che uno strumento utileper la prevenzione del rischioidrologico sarebbe costituitodal completamento della cartageologica a scala 1:50.000 (pro-getto CARG). La carta geologi-ca, pur strumento certamenteindispensabile nella program-mazione territoriale, non infor-ma però sulla natura e spessoredelle coperture pedologiche,che in questo caso sono stati glielementi determinanti. È quindila carta pedologica, assieme aquella geomorfologica, lo stru-

Disastri ambientali egestione del suolo

mento più opportuno per lavalutazione del rischio di franein queste aree.I suoli del messinese infatti deri-vano da una profonda alterazio-ne delle rocce metamorficheche ha conferito ai suoli pro-prietà idrologiche specifiche,caratterizzate da una elevatissi-ma capacità di trattenuta idrica.L’accumulo di acqua risultaaumentare notevolmente il pesodella copertura pedologica chetende quindi a scivolare a valle.Proprio per questo nei versantiinteressati dalle frane erano pre-senti terrazzamenti agricoli, chedovevano servire a regimare leacque. I terrazzamenti, ormaiabbandonati, non sono più ingrado di svolgere il loro ruoloregimante, anzi, risultano aggra-vare il rischio, in quanto aumen-tano lo spessore della coperturae, dove dissestati, contribuisconoal concentramento dei deflussi.Allo stato di abbandono dei ter-razzamenti agricoli si aggiunge ladegradazione dei terreni fore-stali e dei pascoli, per i continuiincendi che hanno interessatoqueste aree negli ultimi anni,

provocando la mancanza di unadifesa dall’azione erosiva deglieventi meteorici, peraltro ognianno sempre più aggressivi, aseguito del cambiamento clima-tico in corso.Questa catastrofe evidenziaancora una volta la gravità deiproblemi nel nostro Paese; pro-blemi che, fra l’altro, non si risol-vono in tempi brevi e proprioper questo impongono un dra-stico cambiamento nella culturadella protezione dell’ambiente.Una corretta gestione del terri-

torio si attua solo attraverso lacompleta conoscenza delle suecomponenti. Una corretta pia-nificazione forestale e agricola siattua solo se si conoscono i tipidi suoli e la loro vocazionalità;se si conosce e ci si prepara adaffrontare l’impatto dei cambia-menti climatici (si discute e siteorizza molto su tali cambia-menti ma si sottovaluta gli effet-ti attuali quali ad esempio, l’au-mento dell’aggressività dellepiogge).

MMaarrcceelllloo PPaagglliiaaii

Effetti catastrofici della colata di fango avvenuta nel 1998 a Sarno. Gli stessi effettidevastanti si sono ripetuti nei vari disastri ambientali occorsi nell’ultimo decenniosino alla recente catastrofe del messinese.

Ènoto che la capacità diadattamento a stress am-bientali è alla base della

sopravvivenza degli organismiviventi. Per gli organismi unicel-lulari questa capacità rivesteun’importanza particolare es-sendo essi esposti a cambia-menti ambientali molto fre-quenti, che possono esserecausa di stress diversi. Nel casodel lievito Saccharomyces cerevi-siae sappiamo che le cellule, nelcorso della fermentazione, so-no esposte simultaneamente ein sequenza a numerosi fattoridi stress che hanno effettimolto negativi sul loro sviluppoe sulla loro attività fermentativa,condizioni che possono causare

Nuove vie per lo sviluppo diceppi resistenti a stress fermentativi nellievito Saccharomyces cerevisiae

rallentamenti o blocchi dellafermentazione. Mediante analisidi genomica funzionale sonostati individuati molti dei geniche vengono attivati durante ilprocesso fermentativo, partedei quali è coinvolta nell’adatta-mento delle cellule ai fattori distress.Tra i diversi stress si ricor-dano lo stress osmotico, lostress da etanolo, da carenzenutrizionali, da temperaturetroppo basse o troppo alte, dapH troppo bassi, da carenza dizucchero. Le cellule posseggonosistemi per percepire e rispon-dere alle condizioni di stress; larisposta consiste in una rapidasintesi di molecole con funzionedi protezione. I fattori di stress

esogeni, ad esempio una tem-peratura troppo alta, determi-nano una risposta cellulare checonsiste nell’attivazione di moltigeni. Oggi con i metodi dellagenomica funzionale è possibileevidenziare e valutare, duranteil processo fermentativo, sia iprofili di attività di geni coinvol-ti nella sintesi di metaboliti, chei profili di attività dei geni chedeterminano l’adattamento del-le cellule a diversi stress, ai qualiesse sono esposte. Tra questiultimi, di particolare interessesono i geni che codificano pro-teine heat shock, attivi durantela fase stazionaria; in questa fasele cellule non si moltiplicano masono metabolicamente attive

con produzione di metabolitisecondari che concorrono almiglioramento sensoriale delvino. Attualmente nel Diparti-mento di Biologia Evoluzio-nistica sono in corso lavori diselezione di ceppi di lievito davino in collaborazione con laprof. Iolanda Rosi del Diparti-mento di Biotecnologie Agrariedell’Università di Firenze, conl’obiettivo di selezionare ceppidotati di tolleranza verso stressfermentativi. Per la selezioneviene seguito il metodo fenoti-pico tradizionale, integrato conle metodologie della genomicafunzionale.

MMaarriioo PPoollssiinneellllii

8 informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Èstato avviato ad Anconaun progetto denominatoLLaasstt MMiinnuutt FFiisshh, coordina-

to dal gruppo di ricerca dellaSezione di Scienze e TecnologieAlimentari - Facoltà di Agrariadell’Università Politecnica delleMarche. Esso si propone direcuperare i prodotti ittici fre-schi invenduti dei mercati itticiall’ingrosso, ancora perfetta-mente consumabili, per ridistri-buirli a strutture locali no-profitche operano nel settore dellasolidarietà. I principi che sotten-dono tale progetto permettonodi coniugare a livello territorialele esigenze delle imprese forprofit e degli enti no profit pro-muovendo un’azione di svilup-

po sostenibile locale, con rica-dute positive a livello ambienta-le, economico, sociale, sanitarioed educativo.All’alto valore nutrizionale equindi al ruolo chiave che ilpesce svolge nella dieta medi-terranea, il mercato ittico nelbacino dell’Adriatico e più am-piamente nell’area del Medi-terraneo, risulta essere di vastedimensioni e caratterizzato daun’eccedenza di produzione. Inparticolare, il porto di Anconaospita circa 385 imbarcazioni dapesca, di cui circa 100 pesche-recci a strascico (pesce bianco),con una stazza lorda di oltre100 tonnellate. Nell’area por-tuale sono presenti due merca-

Last Minute Fish ti ittici, la cui produzione itticaviene stimata attorno a 9365tonnellate/anno. Se anche solo il5% del prodotto costituisse ilsurplus di pesce invenduto,significherebbe un’eccedenzapari a 468 t/anno, pari a circa1.200 kg/giorno di pesce desti-nato alla distruzione.Dopo una fase di studio di fattibi-lità sono stati individuati i possibi-li fornitori all’ingrosso di ecceden-ze ittiche di elevata qualità, dispo-sti a cedere il prodotto invendu-to senza profitto, risparmiandosui costi di distruzione/smalti-mento dello stesso e i potenzialibeneficiari, che, risparmiando suicosti d’acquisto della materiaprima, si approvvigionano diretta-mente dal fornitore. Successiva-mente è stata creata una rete dicontatti (rete operativa LLaassttMMiinnuuttee FFiisshh) tra cinque strutture

locali no-profit (AssociazioneOnlus Opere Caritative France-scane; Casa Alloggio “Il Focolare”di Angeli di Varano, una comunitàdi accoglienza per malati di Aids;Opera Nazionale FrancescanaPadre Guido; Centro PapaGiovanni XXIII; Soc.Amore e VitaCoop. Soc. OnLus), che gestisco-no mense interne, con tre azien-de di produzione e commercializ-zazione di prodotti ittici della pro-vincia di Ancona (Azienda Bigmarsrl – Ancona;Azienda Star Fish srldi Marchionni – Senigallia; Co.pe.-mo.Cooperativa Pescatori Mollu-schicoltori Soc. Coop. – Ancona).Il tutto ha così consentito il recu-pero, evitandone quindi lo spre-co, di un totale di 714,5 Kg dipesce (alla data del 31 dicembre2008) di vario tipo e provenien-za.

NNaattaallee GG.. FFrreeggaa

Vengono definiti funzionaliquegli alimenti che, con-tenendo sostanze bioatti-

ve, svolgono funzioni che vannoal di là della sola funzione nutri-tiva. Le sostanze bioattive sononaturalmente presenti nell’ali-mento ma in genere in quantitàassai limitate; il loro contenutopuò essere modificato oppor-tunamente da interventi di tipozootecnico, tecnologico e bio-tecnologico.Il latte ottenuto dai ruminantiinsieme ai prodotti da essoderivati, rappresenta da sempreun alimento cardine dell’alimen-tazione umana. In particolare, illatte si caratterizza per la pre-senza di piccole quantità di pro-teine minori e di peptidi a bassopeso molecolare. Questi ultimihanno ricevuto particolareattenzione da parte del mondoscientifico per l’attribuzione, adalcuni di essi, di funzioni biologi-che e definiti, per tale motivo,peptidi biologicamente attivi obiopeptidi. Questi possonoessere nativi, ovvero presentinaturalmente nel latte, oppurepresentarsi “nascosti” all’internodella sequenza aminoacidicadelle proteine maggiori. In que-st’ultimo caso, tali peptidi, inatti-vi all’interno della sequenza

Latte e formaggi“funzionali”

proteica, possono essere rila-sciati a seguito di proteolisienzimatica ad esempio nelcorso del processo digestivooppure a seguito di trattamentitecnologici nel corso della pro-duzione degli alimenti. Questipiccoli frammenti aminoacidici,introdotti con l’alimento edassorbiti attraverso la barrieragastrica, possono svolgere attivi-tà regolatorie simili a quellesvolte dagli ormoni.Tra le attivi-tà biologiche più importanti siannoverano l’attività analgesicasvolta dalle casomorfine, capacidi legarsi ai recettori oppioidi esvolgere una attività simile aquella che fisiologicamentecompete alle endorfine. Alcunipeptidi godono di particolareinteresse poiché in grado dimodulare la pressione della cir-colazione periferica e, dunque,esercitano un effetto preventi-vo sull’insorgenza della iperten-sione, maggiore causa predispo-nente allo sviluppo di malattiecardio-circolatorie nella societàoccidentale. Studi condotti invivo ed in vitro hanno, inoltre,rivelato l’attività immunomodu-latoria di peptidi derivanti dalleprincipali frazioni caseiniche ingrado di stimolare la fagocitosinei macrofagi.

Per molti dei peptidi bioattivi larelazione tra struttura chimicaed attività non è stata completa-mente chiarita la sintesi in vitrodi tali peptidi ne permette lostudio e si rivela una strategiaefficace per fortificare l’alimentoe potenziarne l’effetto salutistico.La determinazione di peptidibioattivi nel latte e nei derivatilattiero-caseari dei piccoli rumi-nanti rappresenta un campo diricerca per molti aspetti ancorainesplorato, tuttavia i risultati finqui ottenuti si dimostrano stra-ordinariamente incoraggianti. La

zootecnia praticata nei Paesi delbacino del Mediterraneo è par-ticolarmente vocata all’alleva-mento di piccoli ruminanti bastipensare che formaggi ovini ecaprini caratterizzano le produ-zioni casearie di queste areegeografiche. Lo studio delpotenziale nutraceutico dellatte e dei formaggi prodotti dapiccoli ruminanti rappresentauna concreta possibilità di valo-rizzazione delle razze ovine ecaprine autoctone e di sviluppoe promozione della zootecniadi aree marginali.

AAnnttoonniioo MMuusscciioo

9informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Gli imballaggi sono manu-fatti che hanno molte-plici usi e a cui si chie-

dono diverse caratteristiche.Devono contenere, proteggeree presentare il loro contenutoed in particolare gli alimenti.Vetro, metalli e materie plasti-che sono i materiali più usatiper questi scopi ma le materieplastiche vanno assumendo unruolo sempre più importanteperché sono leggere, economi-che e soprattutto presentanouna grande flessibilità d’uso.Infatti, le loro caratteristichecambiano sia con la loro naturachimica che con la lavorazione.Fra queste caratteristiche,molto importante è la barrieraai gas, cioè la capacità dell’imbal-laggio di non far passare i gasconfinandoli all’interno dell’im-

Imballaggi perprodotti alimentari

ballaggio o non facendo venirea contatto i gas esterni con l’ali-mento. Per esempio, il polieti-lentereftalato (PET) - che nonpermette il passaggio di gascome l’anidride carbonica - èutilizzato per le bevande gassa-te, mentre le poliammidi -impermeabili all’ossigeno - ven-gono usate per la conservazio-ne di alimenti come gli insaccatiche possono subire fenomeniossidativi.La possibilità di produrre strut-ture con più materie plastiche(coestrusi, accoppiati, miscele)estende notevolmente il raggiod’uso di questi materiali, avendola possibilità di sfruttare singolecaratteristiche di ciascun poli-mero. Per esempio, per imballa-re prodotti come il caffè, biso-gna evitare la presenza dell’umi-

dità, evitare la perdita dell’aro-ma e così via. In questo casovengono accoppiati più strati dimateriali polimerici ed ognistrato risponde ad una specificaesigenza. Per imballare salumiche temono sia l’ossigeno chel’umidità si usano film pluristra-to di polietilene – impermeabi-le all’umidità ma non all’ossige-no – ed uno di poliammide,impermeabile all’ossigeno manon all’umidità. La ricerca tesa amigliorare le proprietà barrieradei polimeri ha prodotto unagrande serie di imballaggi chepermettono di proteggere econservare non solo una gran-de quantità di alimenti deperibi-li dagli agenti esterni, ma anchedi proteggere e conservaretutte le loro caratteristicheorganolettiche.Una importante evoluzione ècostituita dai nuovi film noticome imballaggi “attivi” edimballaggi “intelligenti”. Gliimballaggi attivi sono quelli chepossono reagire in modo inte-rattivo con i processi di dete-rioramento dell’alimento. In tal

modo si estende la shelf–lifemigliorando la sicurezza edesaltando alcune proprietà sen-soriali, senza alterare la qualitàcomplessiva dell’alimento. Peresempio, la presenza di sostan-ze antimicrobiche nel film diimballaggio allunga i tempi divita di alimenti che possonosubire fenomeni di crescita bat-terica, mentre la presenza disostanze che possono catturareossigeno o etilene permettonodi evitare fenomeni ossidativi odi fermentazione. L’imballaggiointelligente è in grado di moni-torare la storia termica e laconcentrazione di sostanze alfine di segnalare condizioni diconservazione e distribuzioneinadeguate. Ovviamente, taletipo di imballaggio permette diseguire nel modo migliore lavita del prodotto verificandodifetti nella filiera della conser-vazione (per esempio, catenadel freddo) e quindi miglioran-do la qualità finale del prodottoosservandone lo stato di con-servazione.

FFrraanncceessccoo PPaaoolloo LLaa MMaannttiiaa

La ttrraacccciiaabbiilliittàà e la rriinnttrraacccciiaa--bbiilliittàà, presenti nella legisla-zione cogente (Pacchetto

Igiene, Reg. 178/02), sono richie-ste dai clienti e dalla GrandeDistribuzione in forma semprepiù dettagliata, al fine di conferi-re un valore aggiunto al prodot-to finito anche in termini di sicu-rezza alimentare: è quest’ultimauna responsabilità che coinvolgetutti i soggetti della filiera.La rintracciabilità dei prodotti èconsiderata una vera e propriapre-condizione del nuovo mododi concepire le filiere alimentari.Il regolamento CE 178 stabilisceprincipi e requisiti generali dellalegislazione alimentare e istitui-sce l’Autorità Europea per laSicurezza Alimentare (EFSA)con la finalità di garantire la sicu-rezza alimentare (food-safety).In questa direzione sono rivoltele ricerche del DiSTAfA dell’U-niversità “Mediterranea” di Reg-gio Calabria ed in particolarenell’ambito del settore olivico-lo-oleario. Recenti studi sonoorientati verso l’utilizzazione ditecnologie innovative per il set-tore, quali BARCODE e RFID(Radio Frequency Identification).

Il rilancio dei prodotti agroalimentaricon la tracciabilità di filiera

Lo studio è stato avviato par-tendo da un’attenta analisi delleaziende della provincia di Reg-gio Calabria individuandone uncampione rappresentativo. Si èresa necessaria la suddivisionedegli impianti olivicoli in lotti,variabili in base alle specifichecapacità di lavoro.Successivamente si è procedutoalla raccolta dati e alla progetta-zione e implementazione di unsoftware che soddisfi principal-mente due requisiti: documenta-bilità e riscontrabilità.

Il software proposto elabora uncodice a barre di 14 cifre cheracchiude tutte le informazionie permette una veloce lettura el’acquisizione dati in temporeale, mediante pistola laser.La rintracciabilità di filiera è unodei più importanti campi diapplicazione dei BARCODE eRFID: è possibile dunque saperedove è andata a finire tutta laproduzione di un certo lottoanche nel caso in cui si volessebloccare una partita “sospetta”o difettosa che non risponde

Pannello di controllo del software

alle dovute garanzie di qualità oche metta a rischio la salute deiconsumatori.I prodotti ortofrutticoli dotati di“carta di identità” riporterannosulla confezione un’etichettache permetterà di conoscere ilpercorso di un alimento dallaproduzione alla tavola renden-dolo “tracciabile”.

GGeennnnaarroo GGiiaammeettttaa,, GGiiuusseeppppee SScciiaarrrroonnee

10 informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Giuseppe Riggio (1756-1830) era, come illustrala relazione, scritta da

Lionardo Vigo nel 1841,dell’Accademia Zelantea diAcireale di cui era socio, prepa-rato in “lettere, filosofia, mate-matiche in patria, chimica, bota-nica, fisica in Messina dà fratelliArrosto, e reduce alle muranatali la paterna farmacia ag-grandì tanto da rivaleggiare conle più ricche e splendide che vifossero”. La sua competenza epassione per le scienze naturalilo indussero a creare un ortobotanico in una sua proprietàpresso Acireale, ricco di quasiun migliaio di piante indigeneed esotiche. Questa realizzazio-ne gli dette la possibilità primadi costituire un hortus siccus inpiù volumi che divenne neltempo “alquanto distrutto”,come scrive nel 1847 il Torna-bene, e poi la pubblicazione nel1811 dei quattro volumi in foliodi ACIS HORTUS REGIUS,erbario con disegni originaliacquerellati, manoscritto nelledidascalie.

“Acis Hortus Regius 1811”Un prezioso erbarioperduto e ritrovato

Le 749 tavole rappresentanofiori e piante acquerellati digrande pregio e delicatezzamagistralmente dipinti daEmanuele Grasso (1789-1853),valente pittore acese.I quattro volumi sono comple-tati da un indice manoscritto di80 carte che contiene l’elencodelle piante illustrate secondola nomenclatura latina adottatada Carlo Linneo.Tra i più fervi-di seguaci in Sicilia del grandesvedese, Riggio volle immorta-lare questo speciale rapportofacendo rappresentare il profilodel volto di Linneo in uno deiquattro tondi a bassorilievo cheadornano la facciata di gustoneoclassico del suo palazzo sitonel cuore della città.Parte dei volumi della suabiblioteca scientifica e letterariafu acquisita dall’Accademiadegli Zelanti nel 1857 dalnipote Mariano Mauro Riggio

e fa ancora parte del patrimo-nio librario della BibliotecaZelan-tea, ma il magnifico erba-rio rimase in mano agli erediper oltre un secolo se ne per-sero le tracce. Il fortuito e for-tunato ritrovamento pressouno dei più competenti libraiitaliani si deve all’editoreFranco Maria Ricci: egli è riusci-to nell’intento di restituire allasua Isola il capolavoro, da alcu-ni definito come il più bell’er-bario d’Italia, facendone donoalla Biblioteca Zelantea diAcireale, grazie all’utilizzazionedello stesso per la concezionee la realizzazione di un prezio-so libro, Fiori di Sicilia, cheriproduce le tavole dell’erbarioed è ricco di interessanti testidi commenti e di analisi diesperti di oggi (Lucia TongiorgiTommasi, Giovanni Salmeri,Caterina Napoleone, France-sco Maria Raimondo, PietroMazzola) e di ieri (FrancescoTornabene).Il ricavato dell’opera editorialeed il sostegno di un importanteIstituto bancario siciliano e

della sua Fondazione ha con-sentito il felice esito del ritornodell’erbario nella comunità ovefu concepito, dando così la pos-sibilità di offrirlo all’ammirazio-ne dei visitatori della BibliotecaZelantea di Acireale ed allaconsultazione degli studiosi,unitamente ad altri importantierbari che vanno dal Mattioli(1574) al Wein-mann (1737-1745).

GGiioovvaannnnii CCoonnttiinneellllaa

Quest’ anno sono tra-scorsi 200 anni dallanascita del Barone

Ricasoli. Il Ricasoli non fu solol’erede di una fra le più antiche

Barone Bettino Ricasolicasate della nobiltà Toscana maanche un protagonista di primopiano della storia del nostroRisorgimento. Fra le varieimportanti cariche politiche fuchiamato per ben due volte apresiedere il Governo distin-guendosi sempre per le suedoti di onestà e di grande attac-camento alle Istituzioni locali enazionali.In agricoltura il Ricasoli non puòessere considerato un grandeinnovatore anche se “inventò” laformula del Chianti ma và con-siderato come un agricoltore diavanguardia, un imprenditorelungimirante e coraggioso unproprietario aperto alle esigen-ze sociali dell’epoca ed interes-sato al benessere materiale emorale dei suoi dipendenti.

Non bisogna dimenticare chealla morte del padre Luigi ere-ditò proprietà ormai conside-rate fallite e in poco tempo leriportò alla piena produzione eall’attivo economico. Nell’ azien-da di Brolio introdusse delleregole precise sia in meritoall’allevamento del bestiame,alla sistemazione dei terrenicollinari e alla rotazione dellecolture. In merito al vino nellafattoria di Brolio furono con-dotti lunghi esperimenti convitigni provenienti anche dal-l’estero sempre alla ricerca diun vino perfetto e “serbevole”in grado di competere con i viniFrancesi che all’epoca domina-vano la scena internazionale.All’inizio degli anni settanta ilRicasoli fissò la formula di quelloche sarebbe diventato il ChiantiClassico: sette decimi di SanGiovese, due decimi di Canaioloe un decimo di Malvasia.Al con-

trario di oggi, si trattava di unaformula duttile, tant’è che laMalvasia, secondo il Ricasoli, nonera necessaria nei vini destinatiall’invecchiamento. Pochi annidopo la morte, avvenuta nel1880, la direzione del Ministerodell’Agricoltura annunciava che“il Chianti era il solo vinoItaliano consumato in notevolequantità tanto in Italia che fuori”e la Toscana era la prima fra leRegioni d’Italia a produrre “ilvero tipo di vino rosso dapasto”, come oggi lo richiedonoil gusto dei consumatori e le esi-genze del commercio.Bettino Ricasoli entrò a farparte dell’Accademia dei Geor-gofili il 2 Agosto del 1834 par-tecipando attivamente alla vitadell’Accademia con numerosecomunicazioni sempre basatesu esperimenti che personal-mente seguiva e registrava.

MMaauurroo CCrreessttii

DDiirreettttoorree rreessppoonnssaabbiilleePaolo Nanni

RReeddaazziioonneeAccademia dei GeorgofiliLogge Uffizi Corti 50122 Firenze

RReegg.. TTrriibb.. FFiirreennzzee nn.. 55556622 ddeell 2211//33//22000077© Accademia dei Georgofili ISSN 1974-269X (print)

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Tel.: 055212114, 055213360Fax: [email protected]

SSttaammppaaF.&F. Parretti GraficheFirenze

Accade nel mondo

11informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Alberto Pirovano ha lega-to la sua notorietà mon-diale alla attività di costi-

tutore di uva da tavola ed inparticolare alla varietà Italia,nonché alle sue ricerche sullamutagenesi indotta dalle ondeelettromagnetiche.Alberto Pirovano è nato aVaprio d’Adda nel marzo del1884 da una famiglia di vivaisti,presso la cui azienda iniziò,molto giovane, a lavorare.Dotato di viva intelligenza, gran-de curiosità intellettuale e pas-sione per lo studio si dedicò almiglioramento genetico dell’uvada tavola già avviato, con suc-cesso, dal padre Luigi, costituto-re, tra le altre, della cultivarMoscato d’Adda.Nel 1899, a soli 15 anni, iniziavacosì la sua attività di ibridatore,ed è da un incrocio del 1911,tra Bicane e Moscato d’Am-burgo, che otteneva la varietàItalia, introdotta in commercionella prima metà degli anni 20 eda subito diffusasi con grandesuccesso in Europa e SudAmerica, procurando al suocostitutore una fama mondiale,consolidata dai suoi studi sullapossibilità di indurre mutazioninei vegetali sottoposti a campimagnetici e radiazioni ionizzan-ti, iniziati nel 1916.Nel 1922 pubblicò la nota “Lamutazione elettrica delle specie

Alberto Pirovanobotaniche” contenente le primededuzioni sperimentali sullapossibilità di aumentare la varia-bilità genetica nei vegetali pereffetto dei campi magnetici edelle radiazioni ionizzanti eultraviolette, anticipando glistudi sulla mutagenesi speri-mentale che hanno caratteriz-zato l’attività di miglioramentonella seconda metà del nove-cento.Grazie alla notorietà conquista-ta come “breeder” e come stu-dioso di mutagenesi, nel 1924,gli fu affidata la direzione delLaboratorio di Elettrogeneticadi Belgirate (Novara) e, tre annidopo, venne chiamato a dirige-re il neo costituito Istituto diFrutticoltura e di Elettrogeneti-ca del Ministero dell’Agricolturacon sede a Roma.A Roma, oltre a proseguire lericerche sull’applicazione dellamutagenesi, estese l’attività dimiglioramento genetico al peroe al pesco oltre che continuareil miglioramento dell’uva datavola che, senza ripetere il suc-cesso universale dell’uva Italia,ha contribuito alla crescita dellafrutticoltura italiana con unaserie di varietà come Volta,Angelo Longo, Perlona, Suavis,Primiera (uva da tavola), Porpo-rata, Grata, Mellina, Fragrante,Itala (pere), Lutea, Spectabilis,Parva, Pulchra (pesche).

La capacità di Pirovano di antici-pare i tempi è confermata daisuoi programmi sulle uve api-rene iniziati già nel 1926 e chehanno prodotto la bella varietàMaria Pirovano e da quelli sullepesche piatte immediatamentesuccessivi che hanno portatoalla introduzione commercialedella cv Platicarpa di cuiPirovano intravedeva le poten-zialità commerciali (“sembre-rebbe piuttosto una varietàd’amatore che non da commer-cio; ma la sua alta produttività ela squisitezza dei suoi frutti ciinducono a far conoscere e rac-comandare per prova questoeccellente tipo di pesca”).Pirovano, che era un autodidat-ta e mancava di una preparazio-ne di base universitaria, fuanche oggetto di feroci criticheda parte dei genetisti che glirimproveravano la mancanza,nei suoi studi sulla mutagenesi,di una metodologia sperimen-tale e pertanto della impossibi-lità di dimostrare che la variabi-lità ottenuta nelle progeniefosse dovuta alle mutazioni enon alla normale segregazionedei caratteri genetici.Quando nel 1962, giovane bor-sista, venni a Roma all’Istituto diFrutticoltura e di Elettrogeneti-ca, diretto da Filippo Lalatta,Pirovano che aveva lasciato uffi-cialmente la direzione nel 1959,veniva regolarmente al lavoro eho avuto il piacere e il privilegiodi accompagnarlo nei campi divalutazione delle selezioni di uva

da tavola ancora numerose,apprezzandone la straordinariamemoria e conoscenza dellacoltura, la vivacità intellettuale, laschiettezza del carattere e la noncomune onestà intellettuale.Allora mi aveva molto colpitol’esposizione in bella vista, nel suolaboratorio di mutagenesi, di unarticolo di Giuseppe Montalenti,messo in cornice, che stroncavain modo impietoso la “scientifici-tà” dei lavori di Pirovano.Alberto Pirovano è morto aRoma il 23 febbraio 1973, ma irisultati del suo lavoro di “bree-der” sono ancora ben vivi, acominciare dalla varietà Italiama anche con le numeroseselezioni conservate dal Centrodi Ricerca per la Viticoltura diConegliano, portatrici di carat-teri genetici di grande valoreper il miglioramento genetico dioggi e di domani.

CCaarrlloo FFiiddeegghheellllii

. La Commissione Europea haapprovato una decisione cheautorizza il mais geneticamentemodificato (gm) mir604 perl’alimentazione, per l’uso dimangimi, l’importazione e latrasformazione. (30 novembre)

. Con una produzione valuta-ta in 12,06 milioni di tonnellatenel 2007, secondo la FAO, laCina produce l’80% dell’aglioconsumato nel mondo. Ed è digran lunga il primo esportatoredel pianeta, con 1,44 milioni ditonnellate, dinanzi all’Argentina(120.490 tonnellate) e laSpagna (49.625 tonnellate). (29novembre)

. La Francia è ridiventata nel2009 il primo produttore mon-diale di vino con una produzio-ne stimata in 45,7 milioni diettolitri, secondo le cifre

dell’Organizzazione internazio-nale della vite e del vino (OIV)pubblicate giovedì 26 novem-bre. La Francia è così ripassatadinanzi al suo principale con-corrente, l’Italia, che avevapreso la guida della classifica nel2007. Lo scrive Le Monde. (27novembre)

. L’International Organizationof Vine and Wine prevede che,nel 2009, il consumo mondialedi vino aumenterà del 4%, pas-sando dai 244,9 milioni di etto-litri dello scorso anno, ai 246,3milioni di ettolitri (6,5 milioni digalloni). (26 novembre)

. Il prezzo della soia potrebbeaumentare del 20% da qui amarzo prossimo, poiché la cre-scita economica della Cina, cheè il più grande importatore delmondo, stimola la domanda per

le derrate destinate all’alimenta-zione degli animali e la produ-zione di olio. Lo ha annunciatoun gruppo d’esportazione ame-ricano. (23 novembre)

. I produttori di latte dellaTurchia, che si sono rivolti allebanche per poter sopravvivereal rapido declino del prezzo dellatte in particolare ad ottobredello scorso anno, adesso nonsono in grado di coprire nem-meno gli interessi bancari colloro reddito, nonostante la ripre-sa dei prezzi. (22 novembre)

. La Hovis, famosa azienda bri-tannica di prodotti da forno, haannunciato che prevede di ado-perare solo frumento britanni-co. Il cambiamento dovrebbeaver luogo all’inizio del prossi-mo anno. Attualmente, il mar-chio utilizza tra il 25% e il 50%

di frumento britannico, il restoviene importato dal Canada.(20 novembre)

. In Spagna decine di migliaiadi agricoltori e allevatori hannomanifestato nella seconda gior-nata di protesta convocata dalleorganizzazioni agricole Asaja,Upa e Coag in difesa di unapolitica che, in ambito spagnoloe comunitario, assicuri il futurodel settore agricolo e delmondo rurale. (21 novembre)

. Gli alti costi delle spedizionie gli elevati prezzi stanno soffo-cando le vendite di frumentostatunitense all’Egitto, il maggiorimportatore mondiale che solodue anni fa era il secondoacquirente del frumento degliamericani. (19 novembre)

LLeettiizziiaa MMaarrttiirraannoo

12 informazioni dai Georgofili17 dicembre 2009

Attraverso questo foglio di informazioni che - pur nei modesti limiti dellerisorse disponibili - tende a manifestare la nostra più che mai sentita esi-

genza di esprimersi e comunicare, i Georgofili possono sentirsi uniti in un reciprocoscambio di sentimenti augurali. Ciascuno, nel proprio intimo, può riflettere sui tra-dizionali valori che abbiamo ereditato, legati al magico giorno di Natale. Ciascuno,nel contare il susseguirsi degli anni, può rallegrarsi ed apprezzare il valore deltempo. Accingendosi a concludere il primo decennio di questo 21 ° secolo, i Georgofili desi-derano estendere a tutti l ’ augurio di conseguire ogni desiderio e soprattutto la piùgrande delle ricchezze: la serenità.

Il Consiglio Accademico(2008-2012)

Georgofili - Natale 2009

Fiorenzo ManciniSegretario degli Atti

Giampiero MaracchiVice Presidente

Giuseppe StefanelliPresidente Onorario

Franco ScaramuzziPresidente

Federico VecchioniVice Presidente

Mario LuciferoDelegato Amministrativo

Paolo AlghisiConsigliere

Luigi CostatoConsigliere

Carlo GaloppiniConsigliere

Lapo MazzeiConsigliere

Pietro PiccaroloConsigliere

Antonio MicheleStanca Consigliere