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Pubblicazione Finale Progetto Life Natura HABI.COAST

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Pubblicazione Finale Progetto Life Natura HABI.COAST

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La pubblicazione finale è stata realizzata con il contributo finanziario della CommissioneEuropea nell’ambito del progetto LIFE Natura HABI.COAST Azioni di tutela di habitatprioritari costieri di Torre Guaceto (LIFE05NAT/IT/000050).

The final pubblication is realised with the financial contribution of European commissionfor Life Nature project called HABI.COAST (Protection actions of priority coastal habitatsin Torre Guaceto).

HABI.COASTAzioni di tutela di habitat prioritari costieri di Torre Guaceto

Codice del progetto: LIFE05NAT/IT/000050Anno di approvazione: 2005

Informazioni finanziarieCosto totale: € 730.300,00cofinanziamento: 50%

Durata: 3 anniInizio progetto: 1 gennaio 2006Fine progetto: 31 dicembre 2008

A cura diDott. Leonardo BeccarisiDott. Fabio IppolitoDott. Piero MedagliDott. Flavio PompignaArch. Maria PomaricoDott. Alessandro Ciccolella

Università del SalentoDipartimento di Scienze eTecnologie Biologiche ed Ambientali

Comune di Brindisi

CODRA MEDITERRANEA srl

Provincia di Brindisi

Consorzio di Gestionedi Torre Guaceto

Comune di Carovigno

Regione Puglia Ispettorato Ripartimentaledelle Foreste di Brindisi

Regione Puglia – Assessorato Ambiente

Supervisione scientificaProf. Silvano Marchiori

Edizione a cura diFrancesco de Franco

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Il progetto Life Natura HABI.COAST. Un’introduzione

Questo progetto è finalizzato alla protezione degli habitat costieri presenti nel SIC di TorreGuaceto e Macchia San Giovanni (IT9140005) e si prefigge di ridurre gli impatti derivantidalle minacce presenti, che minacciano questo eccezionale sito naturalistico. La primaminaccia per questo sito coinvolge la perdita di habitat prioritari e il deterioramento degliecosistemi boschivi dovuti alle pressioni antropiche. Per alleviare la persistenza degli effettiavversi in queste aree, e per restaurare l'efficenza ecologica dei sistemi vegetazionali,questo progetto si propone di realizzare interventi di ripristino delle dune costiere. Inoltre,la struttura e la composizione forestale sarà sviluppata da azioni silvocolturali, e dalle azionidi eliminazione di specie non autoctone piantate artificialmente nel passato. Per ridurre iforti impatti negativi dell'agricoltura ad alta intensità nelle aree limitrofe, i seminativi coltivatiattualmente, ai limiti del SIC, saranno acquistati e rinaturalizzati, migliorando il bilancioecologico dei più significativi habitats nelle aree obiettivo. Inoltre, il progetto si propone dimigliorare la consapevolezza del pubblico tra i portatori di interesse (in particolare agricoltori)sulla sfida di ridurre le pressione antropiche nell'area, e su le attività di protezione ambientalegià intraprese così come quelle già attuate per il mantenimento della biodiversità di TorreGuaceto. Ancora di più, in considerazione dell'eccezionale unicità di questo sito, che è stata confermata dall'inserimento nelle Zone Umide della Convenzione di RAMSAR,questo progetto intende diffondere le informazioni circa le azioni effettuate con tutti coloroche vorranno intraprendere progetti simili nel futuro.

This project is focussed on protecting the coastal habitats located in the SIC of Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni (IT9140005) and is intended to reduce the impact ofthe substantial threats which menace this exceptional, naturalistic site. The primary threatsto this site involve the loss of priority habitats and the deterioration of the forest ecosystemsdue to anthropic pressures. To alleviate the encroachment of adverse effects in these areas,and to restore the ecological efficiency of vegetation systems, this project proposes to carryout restorative interventions in the dunes. In addition, forest structure and composition willbe improved by sylvicultural actions, and by eliminating non autochthonous speciesartificially planted in the past. To reduce the strong negative impact of high intensityagriculture in nearby areas, currently cultivated land bordering the SIC will be purchasedand renaturalized, thereby improving the ecological balance of the most significant habitatsin the targeted area. Furthermore, the project proposes to raise public awareness andunderstanding among stakeholders (particularly farmers) about the challenges of reducinganthropic pressures in the area, and about the environmental protection activities alreadyundertaken as well as future actions needed to sustain biodiversity in the Torre Guaceto.Additionally, in consideration of the exceptional uniqueness of these sites, which has beenconfirmed by the RAMSAR Convention on Wetlands, this project intends to disseminateinformation about their experiences with others undertaking similar projects in the future.

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Cos’è il programma Life Natura

LIFE è lo strumento finanziario europeo a supporto della tutela dell’ambiente e della natura.Sin dal 1992, il programma LIFE, nelle sue varie specificità, cosntribuisce allo sviluppo eall’attuazione della politica comunitaria in materia ambientale, finanziando progetti per losviluppo di nuove soluzioni ai problemi ambientali presenti nel territorio europeo e perl’implementazione della policy definita nel VI° Programma di Azione per l’Ambiente(cfr. http://ec.europa.eu/environment/newprg/index.htm). In totale il programma Life hasupportato 2.751 progetti dal 1992 al 2006, includendo 970 progetti Life Natura, 1.552 progetti Life Ambiente e 227 progetti Life Paesi Terzi, per un budget complessivo di circa1.500 milioni di euro. Dal 2000 è stata individuata una linea specifica, denominata LifeNatura, finalizzata alla protezione degli habitat e delle specie interessate dalla Direttiva92/43/CEE HABITAT e dalla Direttiva 79/409/CEE UCCELLI SELVATICI, con il compitospecifico di contribuire alla costituzione della rete europea di aree protette “rete natura 2000”,finalizzata alla gestione e alla conservazione in situ delle specie di fauna e flora e dei tipi dihabitat prioritari per l’Unione Europea

Elaborazione del Piano di azione

L’azione A.1 “Elaborazione del Piano di Azione” del progetto “Azioni di tutela di habitatprioritari costieri di Torre Guaceto” (HABI.COAST.) è illustrata nel capitolo “Preparatoryactions, elaboration of management plans and/or of action plans” del documento progettuale.Sugli scopi e la modalità di compimento dell’azione A.1, il documento presenta i seguenticontenuti. L’azione ha previsto la redazione di un Piano di Azione degli interventi previstidal progetto. Il Piano di Azione è stato realizzato mediante:

1. Redazione della Valutazione di Incidenza del progetto e delle relative attività e azioni.2. Esecuzione di sopralluoghi diretti alla conoscenza dettagliata delle caratteristiche degli habitat presenti. I sopralluoghi permetteranno anche la definizione degli aspetti critici e delle loro cause.3. Raccolta delle informazioni territoriali, ecologiche e delle caratteristiche specifiche degli habitat e delle specie presenti (ciclo biologico, vulnerabilità, ecc.).4. Definizione degli interventi saltuari necessari per il ripristino del sito, delle operazioni periodiche, dei periodi di intervento ottimali.5. Elaborazione e restituzione cartografica.

Il piano di azione ha interessato l’intera area del SIC. L’azione riguarda tutti gli habitat presentinella Riserva di Torre Guaceto. Il piano di azione si è reso necessario per localizzare conprecisione gli interventi di recupero e di conservazione previsti nel progetto, per la conoscenzapuntuale dello stato di fatto.

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I risultati previsti sono stati:• Valutazione di incidenza del presente progetto LIFE.• Piano di azione con le cartografie di dettaglio e relativo supporto informatico (GIS).In Figura 1 è rappresentato lo schema cronologico delle azioni e delle loro interdipendenze,da cui si evince come l’elaborazione del Piano di Azione sia prioritaria rispetto alle altre azionie come essa le coinvolga tutte, con la solo eccezione del monitoraggio degli interventi (Azione F.1).

Figura 1 - Schema cronologico delle azioni previste dal progetti HABI.COAST. e delle relazioni tra esse intercorrenti. E’ evidente che l’elaborazioni del Piano di Azione (Azione A.1) incida su ogni azione ad eccezione del monitoraggio degli interventi (Azione F.1)

Considerazioni metodologiche

Secondo quanto esplicitamente previsto dal progetto, lo studio finalizzato alla descrizionedegli habitat della Riserva Naturale di Torre Guaceto, l’individuazione delle loro caratteristichecritiche e delle cause annesse, con le specie presenti, si è svolto in due fasi successive:• la prima fase ha previsto la raccolta dei dati in campo• nella seconda fase i dati sono stati integrati ed analizzati.

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I dati geograficiOccorre considerare che tutti i dati registrati sul campo sono di tipo geografico (ZURLINIin PROVINI et al., 1998), hanno cioè una loro componente geometrica, sono georeferenziati.Questo consente la loro rappresentazione cartografica.

I dati geografici registrati sul campo sono di due tipi:• dati di presenza floristica• dati del tipo di comunità vegetale.

Relativamente alla loro componenti geometrica, essa è stata registrata attraverso l’utilizzodi un GPS palmare. L’errore strumentale del GPS è variabile e tale variabilità dipende dauna somma di fattori. Il GPS fornisce “in tempo reale” una stima dell’errore di localizzazione(espressa come distanza lineare). Generalmente tale errore è inferiore a 10 m; si tratta quindidi un errore trascurabile se si considera la scala adottata nel trattamento dei dati che, come èsotto specificato, è quella di 1:10000 della carta topografica utilizzata. Si esclude un’erroredi trasmissione dei dati nel computer, poiché questo processo non è stato manuale, maautomatico attraverso una connessione seriale tra computer e GPS.

Lo studio sugli habitatLo studio delle comunità vegetali (il termine si trova in sinonimia con fitocenosi) precedequello della definizione degli habitat. Infatti, POLDINI e SBURLINO (2005) definisconola “comunità vegetale” come “l’insieme piu o meno omogeneo di specie diverse che occupanoun determinato habitat”, cioè l’insieme di specie che si trovano nelle medesime condizioniambientali. Su questo approccio si basano i sistemi di classificazione degli habitat tra piùdiffusamente adottati in Europa ed in Italia: il CORINE biotopes (COMMISSION OFTHE EUROPEAN COMMUNITIES, 1991) e l’EUNIS (LAPRESA et al., 2004). Sul primosi basa, a sua volta, la definizione degli “habitat naturali d’interesse comunitario” secondo laDirettiva 92/43/CEE (“Direttiva Habitat”) (EUROPEAN COMMISSION DGENVIRONMENT, 2003). Lo studio delle comunità vegetali è condotto attraverso il metodofitosociologico (BRAUN-BLANQUET, 1964). Esiste pertanto una relazione, nonnecessariamente biunivoca, tra sintaxa definiti attraverso l’analisi fitosociologica, le comunitàvegetali e gli habitat. Sono stati tenuti in considerazione questi aspetti metodologicinell’esposizione dei risultati. Si precisa, comunque, che l’oggetto su cui vertono le azionipreviste dal progetto è l’habitat. Gli habitat vengono ordinati secondo il criterio della Direttiva43/92/CEE e sulla base degli oggetti di tutela secondo la legislazione regionale recepita nelPiano Urbanistico Tematico Territoriale per il paesaggio (P.U.T.T./p). La Direttiva habitatdefinisce “habitat naturali d’interesse comunitario” quegli habitat che nel territorio dellaCEE “(1) rischiano di scomparire nella loro area di ripartizione naturale; ovvero (2) hannoun'area di ripartizione naturale ridotta a seguito della loro regressione o per il fatto che laloro area è intrinsecamente ristretta; ovvero (3) costituiscono esempi notevoli di caratteristichetipiche di una o più delle sei regioni biogeografiche seguenti: alpina, atlantica, boreale,continentale, macaronesica e mediterranea”. Sempre secondo la Direttiva Habitat gli

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“habitat prioritari” sono i tipi di habitatper i quali la CEE ha “una responsabilità particolare a causa dell'importanza della parte dellaloro area di distribuzione naturale” compresa nelterritorio della Unione Europea. Vengono in tal modo distinte 4 tipologie differenti di habitat,secondo un valore decrescente d’importanza conservazionistica (Tabella 1).

Tabella 1: I tipi di habitat ordinati secondo un valore decrescente d’importanza conservazionistica

L’adozione di tale classificazione consente un ordinamento degli habitat in cui sono giàcompresi i riferimenti legislativi e quindi d’immediata applicazione.

L’analisi floristicaI dati di presenza delle specie riguardano le piante vascolari. La nomenclatura adottata è quella di PIGNATTI (1982) relativamente a Compositae e Monocotyledones; per gli altritaxa è stata considerata, invece, la più recente Med-Checklist (GREUTER et al., 1989).Dall’analisi dei dati di presenza delle specie deriva l’elenco floristico, lo spettro ecologico ele criticità floristiche. L’elenco fornito fa riferimento alle sole specie la cui presenza è statadirettamente accertata. L’elenco è corredato dai dati relativi agli habitat che la specie generalmente frequenta all’interno della riserva; inoltre sono riportati la forma biologica diRAUNKIAER ed il tipo corologico secondo PIGNATTI (1982). Nelle Tabella 2 e Tabella 3sono riportati i quadri sinottici relativi rispettivamente alle forme biologiche ed al modellocorologico adottato.

Valore Tipo di habitat Normativa di riferimento

1 Habitat prioritari Direttiva 92/43/CEE

2 Habitat d’interesse comunitario Direttiva 92/43/CEE

3 Habitat di interesse regionale P.U.T.T./p

4 Habitat del paesaggio agrario -

Forme biologiche Fanerofite (F): Alberi e arbusti con le gemme persistenti durante la stagione sfavorevole poste ad un’altezza superiori a 30 cm dal suolo. Camefite (Ch): Arbusti con le gemme poste al di sopra del suolo ad un’altezza inferiore a 30 cm. Nanofanerofite (NP): Arbusti nani con gemme poste al di sopra del suolo ad un’altezza superiore ai 30 cm. Terofite (T): Piante annuali che superano la stagione avversa sotto forma di seme. Geofite (G): Piante con bulbi, tuberi o rizomi, e quindi aventi le gemme poste al di sotto del suolo nella stagione avversa. Emicrittofite (H): piante perenni con gemme poste al livello del terreno. Idrofite (I): Piante acquatiche con gemme poste sotto il pelo dell’acqua. Elofite (He): Piante in parte sommerse, con le gemme poste in prossimità del pelo del’acqua. Sottoforme Bienni (Bienn) Bulbose (Bulb) Cespitose (Caesp) Fruticose (Frut) Lianose (Lian) Natanti (Nat) Parassite (Par)

Radicanti (Rad) Reptanti (Rept) Rizomatose (Rhiz) Rosulate (Ros) Scapose (Scap) Suffruticose (Suffr)

Tabella 2 - Forme e sottoforme biologiche secondo il sistema di RAUNKIAER

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Lo spettro ecologico è una elaborazione dei dati che descrive la ricchezza floristica per ognisingolo habitat. L'ampiezza ecologica della specie è rappresentata dal numero di habitat chela specie frequenta. La frequenza di ogni specie nell'ambito dei limiti amministrativi dellaRiserva di Torre Guaceto è indicata sulla base di una scala ordinale a quattro valori: speciemolto rara (rr), specie rara (r), specie comune (c) e specie molto comune (cc). L'ampiezzaecologica della specie e la sua rarità costituiscono indicazioni sulla sua vulnerabilità. Speciegeneraliste sono specie che frequentano più habitat e la loro condizione all'interno dellariserva va, generalmente, considerata meno critica di quella delle specie specialiste, riscontrabiliin uno o pochi habitat. Un'ulteriore indicazione sulla vulnerabilità è rappresentata dall'inserimentodella specie all'interno delle cosiddette "liste rosse" che individuano quelle specie a rischiodi estinzione in determinati ambiti geografici. In questo lavoro sono state adottate la listarossa regionale (CONTI et al., 1997) e la lista rossa nazionale di CONTI et al. (1992),aggiornata in SCOPPOLA e SPAMPINATO (2005). L'eventuale inclusione delle specie inqueste liste è indicata nell'elenco floristico in un campo apposito.

Tipo corologico Sottodivisioni

Stenomediterraneo 8 sottodivisioni corrispondenti ai settori individuati sulla base dei punti cardinali, rispetto al centro del Mediterraneo

Eurimediterraneo 8 sottodivisioni corrispondenti ai settori individuati sulla base dei punti cardinali

Mediterraneo-Montano 8 sottodivisioni corrispondenti ai settori individuati sulla base dei punti cardinali

Eurasiatico

Paleotemperato Eurasiatico (sensu stricto) Europeo-Caucasico Europeo Centroeuropeo N-Europeo SE-Europeo

Atlantico

W-Europeo Subatlantico Anfiatlantico Eurimediterraneo-Atlantico Stenomediterraneo-Atlantico

Boreale Circumboreale Eurosiberiano

Gruppo ad ampio areale

Pantropicale Saharo-Sindico Mediterraneo-Turaniano Subcosmopolita Cosmopolita Paleotropicale Subtropicale Specie introdotta (esotica)

Tabella 3 - Quadro sinottico del modello corologico adottato

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Le elaborazioni cartograficheLa base cartografica impiegata è stata la carta della Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto edita dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio alla scala nominale1:10000. La restituzione dei dati geografici è avvenuta su supporto informatico nel formatovettoriale, attraverso l'utilizzo di software tipo GIS. Gli elaborati cartografici sono fornitianche nel formato digitale "shapefile". Tutte le misurazioni relative alle superfici sono stateeffettuate attraverso l'impiego di algoritmi digitali.Le elaborazioni cartografiche sono le seguenti:

· La "carta della vegetazione e dell'uso del suolo" in cui sono rappresentate le comunità vegetali cartografabili alla scala adottata;

· La carta degli habitat, ottenuta per riclassificazione della "carta della vegetazione e dell'uso del suolo"

· La "carta delle aree d'intervento", in cui sono rappresentate le aree scelte su cui effettuare gli interventi previsti dal progetto.

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Caratteristiche, minacce e stato di conservazione degli habitat e descrizione della flora

Le specie vegetaliSono 418 le specie la cui presenza è stata eccertata all'interno della Riserva di Torre Guaceto.L'elenco delle specie è riportato in allegato. Le criticità floristiche sono rappresentate da 7 specie, brevemente descritte qui di seguito.

· Convolvulus lineatus L. è specie mediterranea, camefita suffruticosa dei substrati sabbiosi, segnalata in Puglia alla Palude del Capitano, Pulsano e Torre Guaceto (BIANCO et al., 1991). Tale specie è inserita nella lista rossa della regione Puglia con lo status di entità "minacciata" (CONTI et al., 1997).· Limonium apulum Brullo è una specie endemica pugliese, emicriptofita del litorale roccioso, il cui areale di distribuzione è compreso lungo la costa adriatica, dal Gargano ad Otranto (BARTOLO et al., 1989; BRULLO et al., 1990).· Muscari parviflorum Desf. è specie mediterranea, geofita bulbosa, segnalato in Puglia esclusivamente presso Ugento (MELE et al., 2001) e Torre Guaceto.· Ophrys apifera Hudson è un'orchidacea presente in tutto il territorio nazionale; tuttavia nel Salento è alquanto rara e localizzata solo in alcune zone umide. E' compresa nell'elenco delle specie da tutelare dell'allegato C della Convenzione Internazionale CITES (Washington) 3626/82 e 1970/92.· Orchis palustris Jacq. è un'altra orchidacea che frequenta gli ambienti umidi, a distribuzione eurimediterranea. In Puglia è segnalata a Lesina, Rauccio, Le Cesine, Laghi Alimini, Palude Li Foggi, Palude del Conte (BIANCO et al., 1989; MARCHIORI et al., 1999). E' inclusa con lo status di entità "minacciata" nelle liste del Libro Rosso delle Piante d'Italia (CONTI et al., 1992) ed in SCOPPOLA e SPAMPINATO (2005) e nelle Liste Rosse Regionali per la regione Puglia (CONTI et al., 1997). · Erica manipuliflora è un elemento di particolare interesse fitogeografico avendo una distribuzione di tipo anfiadriatico. E' presente in Italia solo in Puglia, dove è distribuita in maniera discontinua lungo il litorale adriatico tra Torre Guaceto ed Otranto, e su quello jonico presso Gallipoli. E' inclusa come specie "minacciata", secondo le categorie I.U.C.N., negli elenchi del Libro Rosso delle Piante d'Italia (CONTI et al., 1992), in SCOPPOLA e SPAMPINATO (2005) e nella Liste Rosse Regionali (CONTI et al., 1997) relativamente alla Puglia.· Plantago albicans L. è segnalata in Puglia in poche stazioni quali Posto Tavernese (Fasano), Ginosa Marina (CORBETTA et al., 1989), Gallipoli, Porto Cesareo e Torre Guaceto. E' specie stenomediterranea, camefita suffruticosa dei substrati sabbiosi, che forma cenosi quasi monospecifiche in posizione retrodunale.

Nell'elenco elaborato, sono 24 le specie riconosciute come "introdotte"; si tratta di entità esotiche, non originarie del Salento. Di queste 19 sono anche fanerofite. Poiché diverse azioni del progetto hanno come oggetto tali fanerofite esotiche, in Tabella 4 si riporta l'elenco delle specie con associati i dati relativi al loro stato di spontaneizzazione, il tipo di riproduzione

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e l'invasività nei confronti degli habitat naturali e seminaturali. La Tabella 4 rappresentaun'informazione importante per la corretta esecuzione delle azioni C.1-B, C.3 e D.1.

Nome specie Frequenza Spontaneizzata Tipo di

riproduzione Efficienza

riproduttiva Invasività

Acacia karoo Hayne r Sì S Bassa Bassa

Acacia retinoides Schlecht. r Sì S Bassa Bassa

Acacia saligna (Labill.) Wendl. fil.

r Sì S Bassa Bassa

Agave americana L. r Sì V Media Bassa

Cupressus sempervirens L. r Sì S Bassa Bassa

Eucalyptus camaldulensis Denhn.

c Sì S Bassa Bassa

Fallopia aubertii (L. Henry) Holub

rr Sì V Bassa Bassa

Gleditsia triacathos L. rr ? - -

Myoporum tenuifolium Forster

c Sì S / (V?) Alta Alta

Nerium oleander L. r ? - -

Opuntia ficus-indica (L.) Miller r Sì V Media Bassa

Phytolacca dioica L. rr No - -

Pinus halepensis Miller cc Sì S Alta Alta

Pinus pinaster Aiton r Sì S ? ?

Pittosporum tobira (Thumb.) Aiton fil.

r Sì S Media Bassa

Robinia pseudacacia L. r Sì S / V Media Bassa

Tamarix africana Poiret cc ? - -

Tecoma radicans (L.) Juss. rr No - -

Vitis vinifera L. c Sì V Bassa Bassa

Tabella 4 - Elenco delle fanero�te esotiche rinvenibili all’interno della Riserva di Torre Guaceto con associatii dati di frequenza della specie all’interno della riserva (secondo l’elenco delle specie in allegato), lo stato di spontaneizzazione della specie, il tipo di riproduzione osservato e l’invasività rispetto agli habitat naturali e seminaturali, secondo quanto osservato all’interno della riserva (rr: molto rara, r: rara, c: comune, cc: comune,S: riproduzione sessuata, V: riproduzione vegetativa, ?: dato dubbio)

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Gli habitatSono 17 i principali habitat presenti all'interno della riserva. Sono riportati in Tabella 5assieme alle comunità vegetali corrispondenti. Relativamente agli habitat prioritari ed'interesse comunitario è stato adottato lo stesso nome riportato dalla Direttiva 92/43/CEE.

Tipo di habitat Codice Natura

2000 Tipi di comunità vegetali corrispondenti

Habitat prioritari

a. Lagune costiere 1150 Vegetazione fanerofitica ed algale delle acque continentali a concentrazione salina variabile

b. Steppe salate mediterranee

1510

Vegetazione retrodunale dei substrati sabbiosi e salsi Vegetazione dei substrati ipersalini con prevalenza della camefita succulenta Arthrocnemum macrostachyum (Moric.) Moris.

c. Dune costiere con Juniperus spp.

2250 Macchia costiera a Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (Sm.) Ball

Habitat d’interesse comunitario

d. Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua

2240 Prati a Convolvulus lineatus L. Prati a Plantago albicans L.

e. Dune mobili del cordone dunale con

presenza di Ammophila arenaria (“dune bianche”)

2120 Dune ad Ammophila arenaria (L.) Link

f. Scogliere con vegetazione delle coste

mediterranee con Limonium spp. endemici

1240 Vegetazione alofila della costa rocciosa

g. Vegetazione annua delle linee di deposito

marine 1210

Vegetazione terofitica alo-nitrofila delle zone di accumulo di detriti marini Spiagge sabbiose senza vegetazione

h. Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia

9340 Vegetazione arborea con dominanza di Quercus ilex L.

Habitat d’interesse regionale

i. Canneti - Canneti – Vegetazione elofitica dulciacquicola e subalofila

l. Pinete Rimboschimenti a Pinus halepensis Miller

m. Rimboschimenti a specie igrofile

- Rimboschimenti con specie igrofile (Tamarix africana Poiret, Populus sp. pl.)

n. Macchie e garighe - Macchia mediterranea e garighe

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1. Lagune costiereSi tratta di un habitat rappresentato all'interno della riserva da 9 piccole aree aventi superficiecartografabile alla scala 1:10000 (il patch maggiore ha una superficie di poco superiore a 1000m2). La maggior parte delle aree è localizzata appena a sud-ovest di Torre Guaceto; una solaarea è localizzata presso Punta Penna Grossa. La connettività (C) ha valori relativamenteelevati, ma questo non rappresenta verosimilmente un problema per le comunità vegetaliacquatiche, dato che la dispersione delle specie è alta (soprattutto specie ornitocore).L'habitat accoglie comunità paucispecifiche di idrofite alofile. Sono solo 4 le specie legatespecificamente alle lagune costiere, nessuna delle quali è considerata alloctona. Il contributofornito dall'habitat nei termini di diversità floristica alla riserva è il più basso rispetto aglialtri habitat. Non sono noti dati relativi alla variazione storica della superficie dell'habitat.

Habitat del paesaggio agrario

o. Seminativi - Seminativi

p. Colture arboree - Oliveti intensivi Oliveti secolari ed infittiti Ciliegeti, oliveti, mandorleti e seminativi consociati

q. Vigneti - Vigneti

r. Incolti - Vegetazione erbacea ruderale delle aree dismesse dalle attività agricole

s. Manufatti antropici - Manufatti antropici

Tabella 5 - Habitat presenti all’interno della Riserva Naturale di Torre Guaceto

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Il sistema di indicatori per la valutazionedello stato di conservazione degli habitat

Numero di specie (N). Il numero di speciecensite per un determinato habitat fornisceuna caratteristica strutturale complessivarelativa alle biocenosi presenti. Unità dimisura: numero di specie. Indice di diversità relativo (I).E’ definito dalla seguente equazione:

in cui N è il numero di specie e A è lasuperficie totale (in ettari) dell’habitatnell’area in oggetto. Tale indicatore stimail contributo, in termini di biodiversità,dell’habitat specifico rispetto agli altrihabitat presenti nell’area geografica inoggetto. L’unità di misura è: (numero dispecie)/ha.Frequenza relativa di specie a rischio diestinzione (Mr). Le informazioni delle speciea rischio di estinzione su scala regionale enazionale sono estratte da CONTI et al.(1992; 1997) e da SCOPPOLA e SPAMPINATO(2005). L’indice è rappresentato dal numerodi specie riportante in questi lavori (M) rispetto alnumero di specie censite nell’habitat (N).In formula:

La presenza di specie ritenute a rischio diestinzione nell’habitat fornisce un’indicazionesul pregio naturalistico dello stesso. Lamisura è adimensionale. Frequenza relativadi specie esotiche (Er). E’ espressa dalnumero di specie esotiche presenti nell’habitat(E) rispetto al numero di specie censitenell’habitat (N). In formula:

La presenza di specie esotiche censitenell’habitat denota un’alterazione dellecaratteristiche strutturali originarie dellefitocenosi. La misura è adimensionale.Superficie relativa totale dell’habitat (Ar).E’ la misura della superficie topograficacomplessivamente occupata dall’habitatspecifico (A) rispetto la superficie totaledell’area in oggetto (Atot). In formula:

A

NI =

NMMr =

NEEr =

totAAAr =

La distanza media dalle strade e dai sentieri è relativamenteelevata rispetto agli altri habitat, pertanto il disturboantropico diretto è da considerarsi modesto. Solo l’areapresso Punta Penna Grossa è a contatto con la viabilitàstradale. Le variazioni delle qualità chimico-fisiche delleacque potrebbero rappresentare un fattore trasformantedelle comunità vegetali, con particolare riferimentoall’aumento di salinità, fenomeno questo che sembraessere in atto a carico della falda idrica sotterranea, equindi delle risorgenze idriche a cui l’habitat delle lagunecostiere è funzionalmente legato. Un altro fattore operantesfavorevolmente alla conservazione dell’habitat è l’interramentonaturale degli specchi d’acqua.

2. Steppe salateTale habitat è quello meno rappresentato, dal punto divista della copertura, all’interno della riserva. Solo 3piccole aree, la maggiore delle quali ha una superficie di1500 m2, sono classificate come steppe salate. Esse sonotutte poste in prossimità del litorale sabbioso di PuntaPenna Grossa. I valori di frammentazione sono piuttostoelevati. L’indice di diversità I è il più elevato rispetto aglialtri habitat, data soprattutto la scarsa superficie occupatadall’habitat. E’ presente una specie ritenuta alloctona(Aster squamatus). Una specie, cioè Orchis palustris, èconsiderata a rischio di estinzione in Italia con lo stato di“specie minacciata” (SCOPPOLA e SPAMPINATO, 2005).Le due aree presenti nel retroduna del litorale ad est diPunta Penna Grossa, vanno interpretate verosimilmentecome di recente formazione, poiché sono localizzate suuna superficie topografica sottoposta ad attività di cava tragli anni 1967 e 1974 (BECCARISI et al., 2004).Sono aree tutte relativamente prossime alla viabilità stradaleo sentieristica e quindi suscettibili del disturbo antropicodiretto. Una possibile minaccia, che andrebbe presa inconsiderazione nel programma di monitoraggio, èrappresentata dall’interramento naturale della superficiea causa della deposizione di materiale sabbioso provenientedal cordone dunale. Occorre considerare che le comunitàbiologiche (schoeno-plantagineti e salicornieti) presentinell’habitat sono naturalmente legate a variazioni stagionalidel contenuto idrico del suolo. Pertanto ogni modificazione di

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La misura è adimensionale.Numero di aree (NP). E’ il numero di aree(dette anche patch) occupate dall’habitatnell’area in oggetto. Fornisce un datorelativo allo stato di frammentazionedell’habitat. L’unità di misura è: numero di aree.Superficie relativa dell’area maggiore (AM).E’ il rapporto tra la superficie dell’areamaggiore dell’habitat specifico (Amag) e lasuperficie totale dell’habitat (A). In formula:

Tale indicatore fornisce un ulteriore datorelativo allo stato di frammentazione dell’habitat.Ha valori teorici compresi tra 1 e 0; con valoreuguale ad 1 l’habitat non è frammentato; tantopiù il valore è prossimo allo 0, tanto più l’habitatè frammentato. La misura è adimensionale.Indice medio di forma (SM). E’ la mediadell’indice di forma (S) calcolato per ogni area(patch) dell’habitat specifico. In formula:

in cui Si, Ai ed Li sono rispettivamente l’indicedi forma, la superficie e la lunghezza dell’assemaggiore relativi all’area i-esima dell’habitatspecifico. L’indice di forma adottato corrispondeall’indice S2 di EBDON (1977). I valori teorici diS sono compresi tra 0 ed 1. Più compatta è laforma dell’area, cioè più è approssimata alla formadel cerchio, più vicino ad 1 è il valore risultantedalla funzione. In termini ecologici, più compattaè la forma, minore è l’effetto margine sull’area.Habitat che naturalmente sono attraversati dagradienti ecologici intensi, ad esempio gli habitatcostieri, hanno forme allungate e quindi esprimonovalori dell’indice di forma bassi. Tuttavia anchearee modellate dall’azione antropica possonoesprimere valori bassi dell’indice di forma.La misura è adimensionale.Connettività (C). Tale indicatore è rappresentatodalla media delle distanze tra ciascuna area e lasua più immediata area vicina, relativamente adun habitat specifico (si consulti a tal propositoEbdon (1977) e Unwin (1986)). Per habitatrappresentati da un solo patch si assume C = 0.Minore è il valore, maggiore è la vicinanza spazialedelle aree, quindi minore è la sua frammentazione(il concetto di connettività è opposto a quello diframmentazione (TURNER et al., 2001)).L’unitàdi misura è: metri.

A

AAM mag=

2

4

i

ii L

ASπ

=

NP

SSM i

i∑=

questo parametro ambientale avrebbe il suo effetto negativoin termini di garanzia di conservazione dell’habitat e dellecomunità in esso presenti.

3. Dune costiere con Juniperus spp.L’habitat è rappresentato da un’unica area di 11,5 ha,localizzata sulle dune del litorale ad est di Punta PennaGrossa, in contatto spaziale con quello delle “Forestedi Quercus ilex e Quercus rotundifolia”. La specie esoticaMyoporum tenuifolium esprime i caratteri di specieinvasiva e ben adattata all’habitat. Non sono noti datispecifici relativi alla modificazione della copertura ditale habitat; gli unici dati disponibili consentonoun’analisi congiunta di “Macchie e garighe”, di “Forestedi Quercus ilex e Quercus rotundifolia” e dell’habitatin questione. Essi sono esposti sotto, relativamente allatrattazione di “Macchie e garighe”. L’habitat delle dunea ginepri ha certamente subito una riduzione dellasuperficie occupata nel corso degli ultimi decenni,fenomeno questo imputabile sia a cause naturali cheantropiche. Relativamente alle prime, l’erosione delledune, sul loro versante esposte a mare, è un processoin atto lungo alcuni tratti del litorale. C’è da osservare,come effetto contrario, che un trasporto anemocorodella sabbia e la deposizione di questa nelle aree piùinterne sembra favorire l’espansione della vegetazionearbustiva a ginepri nell’entroterra. L’area in questione èpercorsa da una rete di sentieri il cui attraversamento adopera dei bagnanti concorre all’erosione strutturale delladuna e della vegetazione arbustiva presente.

4. Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annuaL’habitat, piuttosto frammentato, è rappresentatoall’interno della riserva da 10 piccole aree distribuitesui depositi sabbiosi lontani dal moto ondoso, in tuttoil tratto di litorale posto ad ovest di Torre Guaceto.Le cenosi presenti sono prevalentemente di tiposecondario, sostitutive della vegetazione arbustiva aginepri. Dal punto di vista strutturale le cenosicorrispondenti presentano una elevata ricchezza floristica

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Variazione della superficie totale di un habitat (ΔA).E’ il rapporto dell’attuale superificie totale dell’habitatspecifico (A) e della stessa superficie in un tempopassato. La variazione della superficie di un habitatnel tempo rappresenta la riduzione o l’espansioneo la stazionarietà della superficie totale dell’habitatspecifico all’interno dell’area topografica in oggetto.Tale variazione può essere imputabile a fattoriambientali naturali o antropici.

La misura è adimensionale.Inaccessibilità (S). E’ la media (espressa in metri)della distanza delle aree (patch) relative ad unospecifico habitat con la strade o i sentieri più vicini.Minore è il valore, maggiore è l’accessibilità.Rappresenta una misura della pressione del disturboo delle minacce di origine antropica.L’unità di misura è: metri.

ed un elevato valore dell’indicatore I. E’ censita lapresenza di una specie ritenuta minacciata di estinzioneper la regione Puglia, cioè Convolvulus lineatus (CONTIet al., 1997). Non sono noti dati specifici relativi allavariazione di copertura dell’habitat all’interno dellariserva, ma, data la sua natura secondaria, è verosimilmenteipotizzabile un suo aumento negli ultimi decenni,fenomeno avvenuto contemporaneamente alla riduzionedella copertura della vegetazione a ginepri. Nonstanteil basso valore dell’indicatore S, l’habitat non sembraminacciato direttamente dal fattore antropico; al contrario,esso sembra favorito dalla presenza dei sentieri sulla duna.Non sono neppure riscontrabili fattori di disturbo naturali.

5. Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (“Dune bianche”)L’habitat è distribuito prevalentemente sui due cordoni dunali posti, rispettivamente,immediatamente ad est e ad ovest di Punta Penna Grossa. L’indice di forma SM ha valorirelativamente elevati, data la naturale tendenza delle cenesi costiere a disporsi in fasce parallelealla linea di costa. I valori di N ed I forniscono l’indicazione dell’importanza naturalisticadell’habitat. Le cenosi, tipiche di substrati sabbiosi e fortemente dinamici, afferiscono all’ordinefitosociologico Ammophiletalia e sono costituite in prevalenza da specie erbacee perenni,dotate di apparati ipogei stoloniferi. Ammophila arenaria appare frequente soprattuto sulle dunesottoposte a deposizione di materiali sabbioso, piuttosto che su quelle sottoposte ad erosione.Non sono noti dati quantitativi relativi alle variazioni di copertura dell’habitat in questionenel tempo, sebbene si possano mettere in evidenza alcune circostanze in cui l’habitat sembraabbia subito una riduzione ed altre in cui l’habitat ha subito un’estensione; cio è imputabile siaa fattori naturali (erosione della duna) sia antropici (calpestio frequente o asportazione massiva dimateriale sabbioso). Ad esempio, il settore occidentale del litorale ad est di Punta Penna Grossaha subito, in un periodo compreso tra il 1954 ed il 1967, l’esportazione di materiale sabbioso,utilizzato probabilmente per attività edili. Concomitante a questa azione, è accaduta ladistruzione di una fascia di macchia a ginepri larga circa 20 m, fascia attualmente occupata da unacenosi paucispecifica ad Ammophila arenaria, evidentemente di natura secondaria, che oggicaratterizza il paesaggio dunale di questa zona. La frequentazione da parte dei balneanti della spiaggia,comporta la formazione di una sentieristica spontanea che attraversa sia longitudinalmente chetrasversalmente il sistema di dune mobili. I principali effetti di ciò si evidenziano nei terminidella riduzione e frammentazione della copertura vegetale, con importanti ripercussioni sullecaratteristiche strutturali delle dune (erosione).

6. Vegetazione annua delle linee di deposito marineSebbene l’habitat sia diffuso, almeno potenzialmente, lungo tutto il litorale sabbioso, sull’arenilecompreso tra il piede della duna e la zona afitoica sopratidale, esso occupa un’estensionecartografabile alla scala 1:10000 solo sul litorale ad est di Torre Guaceto. La superficie complessiva

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è modesta (1,5 ha), frazionata in 2 patch, a cui corrisponde un indice di forma molto basso,una caratteristica naturale. In questo tratto di litorale la balneazione è interdetta; ciò consenteun accumulo di detriti provenienti dal mare, soprattutto resti di Posidonia oceanica, condizionenecessaria per le comunità nitrofile e psammofile di terofite dell’Euphorbion peplis. Il numerodi specie è relativamente basso. Mancano specie alloctone e specie ritenute a rischio di estinzione.Mancano dati della variazione di copertura nel tempo relativamente all’habitat in questione.E’ verosimile una riduzione della copertura negli ultimi decenni a causa del disturbo operatosull’arenile dai balneanti e dalla rimozione dei detriti spiaggiati che, come si è detto,costituiscono una condizione ecologica importante.

7. Scogliera con vegetazione della costa mediterranea con Limonium spp. endemiciSi tratta di un habitat relativamente frammentato, sebbene i patch mediamente non sianomolto distanti tra loro.Il numero di specie censite è complessivamente modesto, ma l’indicedi diversità I può essere considerato significativo. Non sono segnalate specie alloctone. Nonsono presenti entità a rischio di estinzione, sebbene si rinvenga Limonium apulum, endemicapugliese (non inserita nelle liste rosse). Non sono noti dati dell’habitat relativi alla variazionedi copertura nel tempo, ma, dato il particolare tipo di substrato (scogliera), è ipotizzabile unacostanza dei valori di copertura, se si escludono le opere di rimodellamento della costa pressaPunta Penna Grossa, risalenti a qualche decennio fa. Non sono segnalabili rischi particolari perl’habitat, nè naturali, nè provocati dall’ordinaria attività antropica.

8. Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifoliaL’habitat occupa circa 10 ha ed è frammentato in 2 patch spazialmente piuttosto vicini (C = 45 m).E’ localizzato dietro il sistema di dune del litorale ad est di Punta Penna Grossa, a contattocon la macchia a ginepri, posta a nord, e dei canneti, posti ad est; la cenosi a Quercus ilex siarticola con queste zone di contatto in ecotoni anche piuttosto estesi. E’ segnalata la speciealloctona Myoporum tenuifolium. Non sono noti dati specifici relativi alla modificazionedella copertura di tale habitat; gli unici dati disponibili consentono un’analisi congiunta di“Macchie e garighe”, di “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia” e dell’habitat inquestione. Essi sono esposti sotto, relativamente alla trattazione di “Macchie e garighe”.Strutturalmente il bosco è un ceduo invecchiato che necessita di una conversione in fustaia.Il bosco è facilmente accessibile (S = 24 m) e soffre pertanto del disturbo antropico diretto.La superficie totale è inferiore alla superficie minima vitale pari a 30 ha.

9. CannetiI canneti costituiscono l’habitat naturale più rappresentato di tutta la riserva (111 ha circa).Il patch più importante (AM = 0.91) è localizzato a sud di Torre Guaceto. Il grado diframmentazione è basso. Le cenosi sono dominate da Phragmites australis; il numero di speciecensito è relativamente alto, ma l’indice I ha un valore relativamente basso a causa dell’estensione

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dell’habitat. Il canneto costituisce una vegetazione secondaria, insediatasi dopo gli interventi dibonifica dell’area, negli anni ’30 (AGRIFANI, 1985). Sono noti i dati di variazione di coperturadel canneto. Il trend vede una riduzione costante dal 1943 al 1974 (da 145 a 110 ha), a cui èseguito un leggero incremento a causa dell’abbandono di alcune aree coltivate prossime allapalude. Complessivamente l’habitat è relativamente poco accessibile (S = 82 m).Il disturbo antropico diretto è quindi minimo. I fattori naturali di disturbo sono legati allasalinificazione della falda, un fenomeno apparentemente in atto, e l’interramento, così comemesso già in evidenza anche a proposito dell’habitat delle “Lagune costiere”.

10. RimboschimentiSono 4 i rimboschimenti all’interno della riserva, costituiti da specie alloctone; trattasi, inparticolare, di pinete a Pinus halepensis e di impianti di Tamarix africana. Le pinete ed itamariceti si integrano malamente con la vegetazione spontanea, presentando generalmenteun sottobosco povero di specie.

11. Macchie e garigheLe macchie e le garighe costituiscono un importante habitat sia per quanto concerne lacopertura che la diversità floristica. Sono 9 le aree censite ed i valori di frammentazione sonopiuttosto elevati. Dal punto di vista vegetazionale, si riscontrano cenosi con caratteristicheeterogenee, legate soprattutto alla variabilità del substrato ed al tipo di disturbo antropico.E’ presente Erica manipuliflora considerata a rischio di estinzione sia a livello regionale chenazionale. I dati della variazione di copertura nel tempo tengono conto contemporaneamentesia di quest’habitat che quello dei boschi a Quercus ilex e delle macchie e ginepri. Si registraun notevole decremento tra il 1943 ed il 1954, passando da 182 a 49 ha, ed una riduzione minore,ma costante, almeno sino al 2002, a cui corrisponde una superficie complessiva di 36 ha. I valoridi accessibilità sono grossolanamente valori medi rispetto al set di dati riportato in Tabella 6.Le macchie e le garighe quasi sempre sono vegetazioni di tipo secondario, originatesi dalladegradazione dei boschi a leccio. Esse tendono spontaneamente ad evolvere, qualora si presentinocondizioni favorevoli, verso cenosi con una stratificazione più complessa. La riduzione dell’impattoantropico (pascolo, incendio) pertanto va visto come un fattore di minaccia per la conservazionedell’habitat.

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Rim

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chie

e g

arig

he

Area (ha)

0,038889 0,025 0,496528 0,139583 0,419444 0,074306 0,270833 0,436111 110.74 0,975694 1,025

N 4 34 32 88 46 10 24 38 77 39 95

I 0,23125 56.90 0,404167 2,199306 0,640278 0,35 0,436111 0,50625 0,313889 0,344444 0,820139

M 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 1

Mr 0.0000 0,204167 0.0000 0,079167 0.0000 0.0000 0.0000 0.0000 0.0000 0.0000 0,072917

E 0 1 4 0 1 0 0 2 1 20 1

Er 0.0000 0,204167 0,868056 0.0000 0,150694 0.0000 0.0000 0,365278 0,090278 3,561111 0,072917

Ar 0.0005 0.0003 0,072222 0.0025 0.0087 0.0013 0.0053 0.0089 0,69375 0,143056 0,15

NP 9 3 1 10 10 2 11 2 6 4 9

Amag (ha)

0,008333 0,010417 0,496528 0,046528 0,239583 0,065278 0,074306 0,289583 4,188194 0,786806 0,575

AM 0,014583 0,029167 0,041667 0,016667 0,039583 0,044444 0,017361 0,045833 0,063194 0,05625 0,038889

SM 0,020139 0,025 0,017361 0,022222 0,011111 0,002083 0,014583 0,015972 0,014583 0,018056 0,013889

C (m) 210 467 0 100 149 123 97 45 99 196 205

S (m) 72 11 33 14 65 189 44 24 82 14 34

Tabella 6 - Valori degli indicatori calcolati per ogni habitat prioritario, d’interesse comunitario ed’interesse regionale censiti per la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto. Area: super�cietotale occupata dall’habitat (in ettari); N: numero di specie; I: indice di diversità relativo; M:numero di specie a rischio di estinzione; Mr: frequenza relativa delle specie a rischio di estinzione;Er: frequenza relativa di specie esotiche; Ar: super�cie relativa totale dell’habitat; NP: numero diaree (patch); Amag: super�cie dell’area (patch) maggiore (in ettari); AM: super�cie relativa dell’areamaggiore; SM: indice medio di forma; C: connettività (in metri); S: accessibilità (in metri). La super�ciecomplessiva del territorio amministrativo della riserva è di 1108 ha

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In Tabella 7 è riportato lo spettro ecologico relativo alla flora di Torre Guaceto, che mettein relazione il numero di specie all’habitat specifico. L’elevato numero di specie ruderali(associate all’habitat degli incolti) è un fatto normale se si considera l’eterogeneità e l’elevataestensione dell’habitat, spesso presente in unità non cartografabili alla scala della carta.

ID Habitat N. specie

a Lagune costiere 4

b Steppe salate mediterranee 34

c Dune costiere con Juniperus spp. 32

d Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua 88

e Dune mobili del cordone dunale con presenza di Ammophila arenaria (“dune bianche”) 46

f Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici 24

g Vegetazione annua delle linee di deposito marine 10

h Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 38

i Canneti 77

l Pinete 34

m Rimboschimenti a specie igrofile 29

n Macchie e garighe 95

o Seminativi 43

p Colture arboree 38

q Vigneti 42

r Incolti 212

s Manufatti antropici 40

Tabella 7 - Spettro ecologico relativo alla �ora presente nella Riserva di Torre Guaceto

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Scelta e descrizione delle aree d'intervento

Criteri adottati nella scelta delle aree d'interventoLa localizzazione degli interventi si basa, oltre ovviamente ad una rigorosa attinenza aicontenuti del documento progettuale, sulle considerazioni generali emergenti dalle conoscenzefloristiche ed ecologiche precedentemente presentate e su una selezione di possibili aree d'interventoeffettuata preliminarmente dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto. Pertanto, prima diiniziare una trattazione dettagliata sulle aree scelte per gli interventi, si ricordano sinteticamentegli scopi generali del progetto e si riportano le conclusioni salienti relative alle analisi degli habitatinteressati dalle azioni. Tra gli scopi generali del progetto, quelli il cui soddisfacimento necessitadell'individuazione di specifiche aree topografiche sono:

1. Ampliamento degli habitat naturali attraverso la naturalizzazione di aree agricole, previsto esplicitamene dall'Azione C.2, la quale è in rapporto subordinato con le Azioni B.1, B.2, C.1, C.3 e C.5 (Figura 1);2. Incremento delle specie floristiche autoctone e della biodiversità regionale: •miglioramento delle formazioni a Quercus ilex, previsto esplicitamente dall'Azione C.1, la quale è in rapporto subordinato con l'Azione C.5 (Fig. 2) •eliminazione di 12,5 ettari di rimboschimento a Tamarix africana, previsto esplicitamente dall'Azione C.3, la quale è in rapporto subordinato con l'Azione C.5 (Fig. 2) •eliminazione di specie esotiche, prevista dall'Azione D.1 •ricostruzione di 8000 m2 di dune degradate, prevista dall'Azione C.4, la cui realizzazione è affidata al partner esecutore Codra Mediterranea.

Sebbene la descrizione delle azioni è oggetto del capitolo successivo, relativamente all'AzioneC.1 è opportuno effettuare sin da subito la seguente precisazione. L'Azione C.1 ha comeobiettivo il miglioramento strutturale delle cenosi boschive a Quercus ilex e l'ampliamentodella loro superficie all'interno della riserva. Gli habitat su cui punta l'azione sono due: 1)Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia e 2) Pinete. Relativamente al primo habitat,l'azione prevede una conversione del bosco da ceduo invecchiato a fustaia; relativamente alsecondo habitat, l'azione prevede una parziale eliminazione delle fanerofite esotiche e la messaa dimora di piante giovani di specie della flora spontanea. L'Azione C.1 punto allo scopoprevisto attraverso due strategie di intervento che hanno due differenti habitat target. Per taliragioni, gli interventi sull'habitat delle Pinete sono segnalati, di seguito nel testo e nella Cartadelle Aree di intervento, come Azione C.1-B; gli interventi sull'habitat delle Foreste di Quercusilex e Quercus rotundifolia sono segnalati semplicemente come Azione C.1. In Tabella 8 sonoriportati gli habitat bersaglio delle azioni.

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Habitat Azione Dune mobili del cordone dunale con presenza di Ammophila arenaria (“dune bianche”)

C.4

Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia C.1 Pinete C.1-B

Rimboschimenti a specie igrofile C.3 Macchie e garighe D.1

Seminativi C.2

Tabella 8 - Habitat bersaglio delle azioni.

Il litorale sabbioso presso Punta Penna Grossa è stato sottoposto in passato ad alterazionisignificative sia della componente vegetazionale sia del substrato geologico. Le rilevanticonseguenze che attualmente si osservano sono la riduzione della copertura arbustiva edarborea, l’introduzione di essenze arboree alloctone, l’erosione delle dune e la scomparsadell’associazione Crucianelletum maritimae, cenosi delle dune fisse documentata in passato.La frequentazione antropica è causa della formazione di una sentieristica spontanea cheattraversa disordinatamente la duna in ogni direzione. L’azione del calpestio e la maggioreincidenza del moto ondoso comportano un effetto erosivo sul cordone dunale. L'azione C.4punta a contrastare questi effetti attraverso il restauro del cordone dunale ed il ripristino dellavegetazione retrodunale. Tutte le azioni che interessano le cenosi arboree hanno lo scopo diapportare l’aumento della complessità strutturale, nonché funzionale, ottenibile con ladiversificazione in età delle popolazioni, l’aumento della ricchezza floristica delle cenosi, ilraggiungimento di una stratificazione idonea, l'eliminazione delle specie esotiche, l'ampliamentodella copertura della macchia mediterranea e del bosco di leccio. La boscaglia autogena di lecci,localizzata presso Punta Penna Grossa e denominata “Boschetto”, in contatto con la macchia aginepri, ha le caratteristiche di un ceduo invecchiato. La struttura fitocenotica si presentaomogenea, poco disetanea, con una stratificazione indotta dalla ceduazione. La specie dominante,il leccio, raggiunge appena la forma arborescente e compete direttamente per l’occupazione dellospazio con le altre specie della macchia mediterranea, tra cui Pistacia lentiscus e Myrtuscommunis. I rimboschimenti con specie alloctone non costituiscono un sistema autopoietico(CIANCIO e NOCENTINI, 2001), non sono in grado di rinnovarsi autonomamente, e quindinon sono in linea con gli scopi della Riserva di Torre Guaceto e con la sua gestione. Dalladistribuzione generale degli impianti di rimboschimento si evince quale volevano essere, almomento della loro progettazione, gli intenti di questi interventi: creare una barriera arboreafronte-mare per ridurre l'impatto dei venti salsi nell'entroterra e realizzare ai margini della zonaumida sottoposta a bonifica un'interruzione con le aree ad essa circostanti. Gli effetti di taliinterventi si manifestano oggi a livello di paesaggio, sul continuum vegetazionale edevidentemente anche sugli aspetti funzionali. Osservando tali effetti attraverso la modernaottica conservazionistica, essi hanno inficiato la naturalità originaria del biotopo. Bisogna pertanto riconoscere che molte delle azioni previste nel progetto puntano a contrastare glieffetti di questi interventi del passato, invertendo, quanto più possibile, le dinamiche ditrasformazione ancora in atto scaturite da questi interventi ed adottando come modello diriferimento le condizioni quanto più vicine possibile a quelle originarie. Occorre inoltreconsiderare un effetto secondario indesiderato scaturito dai rimboschimenti che è stato quello

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di introdurre localmente un set di specie vegetali non autoctone, la cui riproduzione avvienecon efficacia. Si osserva (Tabella 4), infatti, che tra le diverse specie alloctone rinvenibili nelsito in oggetto, diverse specie del genere Acacia, Eucalyptus camaldulensis, Cupressussempervirens, e soprattutto Pinus halepensis e Myoporum tenuifolium si riproduconospontaneamente all'interno delle comunità vegetali naturali o semi-naturali; competonospazialmente con le specie autoctone, alterano le strutture fitocenotiche ed interferisconocon i normali processi ecosistemici. Tra il canneto e la lecceta è presente un’area di ecotoneche allo stato attuale si presenta come un habitat umido (principalmente costituitodall’associazione dello Schoeno-Plantaginetum) in fase di colonizzato da parte di specie dellamacchia mediterranea. Tale processo di colonizzazione avviene per nucleazione, a cuiconcorrono anche specie esotiche. In Figura 2 sono descritti quattro tipi di nuclei di colonizzazione.

Figura 2 - Modello descrittivo di costituzione della macchia mediterranea per nucleazione, come osservatonell’ambiente di ecotono tra il bosco di lecci e la zona umida nel SIC di Torre Guaceto. a: Nucleo costituitoda Myoporum tenuifolium al centro, Pistacia lentiscus nella fascia intermedia e da Daphne gnidium eDorycnium hyrsutum nella fascia esterna; si riscontrano varianti di questo nucleo in cui la zona centrale ècostituita da Myrtus communis oppure da Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa. b: Nucleo costituito daarbusti di Pistacia lentiscus al centro e da Pistacia lentiscus e Rubus ulmifolius nella fascia esterna. c: Individuiisolati colonizzatori (Pinus halepensis, Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa ed altre specie). d: Nucleocostituito soltanto da arbusti di Pistacia lentiscus.

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Sulla base di queste premesse, sono stati individuati cinque ambiti territoriali su cui concentraregli interventi afferenti alle azioni B.1, B.2, C.1, C.2, C.3, C.4 e D.1. Tali ambiti territoriali sonoi seguenti:

1. Le aree agricole ed i rimboschimenti interposti tra la vasta area di canneto di Torre Guaceto e la strada litoranea;2. I rimboschimenti, il bosco di leccio e le aree di macchie mediterranea localizzati ad ovest del canneto di Torre Guaceto;3. I rimboschimenti a Tamarix africana interposti tra il canneto di Torre Guaceto e la costa;4. L'area agricola a sud di Punta Penna Grossa;5. Il litorale sabbioso ad est di Punta Penna Grossa.

Le aree scelte per gli interventi sono tutte localizzate a nord della strada statale litoranea cheattraversa la riserva.

Un breve riassunto degli interventi effettuati

Il progetto LIFE Nature HABI.COAST LIFE05NAT/IT/000050 ha avuto come obiettivofinale il miglioramento dello stato di conservazione degli habitat prioritari e comunitaricostieri del SIC Torre Guaceto e Macchia San Giovanni. Il progetto si è posto di raggiungerei risultati attesi attraverso un insieme di interventi aventi come target gli habitat maggiormentecompromessi e i siti in cui risulta necessaria una riqualificazione ambientale.

Gli scopi generali del progetto sono stati:1. Ampliamento degli habitat naturali attraverso la naturalizzazione di aree agricole, previsto esplicitamene dall'Azione C.2, la quale è in rapporto subordinato con le Azioni B.1, B.2, C.1, C.3 e C.5;2. Incremento delle specie floristiche autoctone e della biodiversità regionale: •miglioramento delle formazioni a Quercus ilex, previsto esplicitamente dall'Azione C.1, la quale è in rapporto subordinato con l'Azione C.5 (Fig. 2) •eliminazione del 50% di individui in 12,5 ettari di rimboschimento a Tamarix africana, previsto esplicitamente dall'Azione C.3, la quale è in rapporto subordinato con l'Azione C.5 (Fig. 2) •eliminazione di specie esotiche, prevista dall'Azione D.13. ricostruzione di 8000 m2 di dune degradate, prevista dall'Azione C.4, la cui realizzazione è affidata al partner esecutore Codra Mediterranea.Sulla base del Piano di Azione elaborato durante la prima annualità, le attività del progettosi sono concentrate sugli interventi forestali, con le attività di diradamento, sramatura, edesbosco, e la preparazione del terreno alla successiva piantumazione delle piantine coltivatedal partner IRIF, nelle aree dove previsto. Contemporaneamente alle attività forestali è iniziata,come da piano di azione, la progettazione definitiva ed esecutiva dell’intervento riguardante ilcordone dunare. A causa di eventi atmosferici imprevisti la progettazione ha dovuto subire dellevariazioni poiché alcune delle aree precedentemente individuate, a causa di forti piogge e

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successiva presenza di pozza d’acqua retrodunare, non garantivano la stabilità necessaria perrealizzare l’intervento. Pertanto la progettazione è stata variata, finalizzata alla sistemazione erestauro vegetazionale della costa sabbiosa per ricostituire la normale successione spaziale deidiversi raggruppamenti vegetali a partire dai 40-50 mt dalla linea di battigia, con quote superioria 70-80 cm. L’intervento della ricostituzione del cordone dunare si è svolta sul campo da settembrea dicembre 2008. Il piano di comunicazione è stato attivato ed è stato svolto durante l’anno scolastico2007-2008, attraverso l’affidamento da parte della Provincia di Brindisi a società esterna medianteinvito a trattativa privata di 3 ditte. Il sito web, attivo e costantemente aggiornato, durante la vitadel progetto, sarà mantenuto per 3 anni dopo la conclusione del progetto. Successivamente saràintegrato sul sito internet ufficiale del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto(www.riservaditorreguaeto.it).

Deliverableormilestone

Numberof the associa-ted action

Deadline

Progress Reference

Reasonsofresche-duling

CostituzioneComitato Tecnico Scientifico

F.3 gen-06 Costituita il giorno 18 11 2005 Verbale CTS

Messa on-line del Sito web dedicato al progetto

E.2 apr-06 Aprile 2006 www.habicoast.eu

Valutazionedi Incidenza del progetto

A.1 mag-06

Trasmessa all’Ufficio Parchi e Riserve Naturali il 28/06/06

0935_G__06 del 28/06/2006

Approvata il giorno 26/07/2007 Nota 8959 del 26/07/2006

Avvio programmadi educazioneambientale

E. 6 set-06

Approvato il programma esecutivo in data 18 12 2006 Con prot. 88493 del 2 maggio 2007 è stata indetta gara informale sancita con affidamento prot.

Verbale CTS

Piano di azione dell’area

A.1 dic-06 Approvato dal CTS in data 18 12 2006 Verbale CTS

Rapporto di monitora-ggio 2006

F.1 dic-06 Redatto al 31 12 2006 In allegato

Piano di Gestione del SIC Torre Guaceto da parte del Ministerodell’ambiente

gen-07

In corso di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Attualmente è in fase di emissione il decreto ministeriale di adozione del Piano di Gestione della Riserva Naturale terrestre e del Regolamento Attuativo. Con DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 dicembre 2007, n. 2247 la Regione Puglia parere favorevole all'adozione del Piano di Gestione e Regolamento attuativo quinquennale della Riserva Naturale Statale di Torre Guaceto e del S.I.C. "TorreGuaceto e Macchia S. Giovanni"

-------- Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 15 del 25-1-2008

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Piano di Gestione del SIC Torre Guaceto da parte del Ministero dell’Ambiente

gen-07

In corso di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Attualmente è in fase di emissione il decreto ministeriale di adozione del Piano di Gestione della Riserva Naturale terrestre e del Regolamento Attuativo. Con DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 dicembre 2007, n. 2247 la Regione Puglia parere favorevole all'adozione del Piano di Gestione e Regolamento attuativo quinquennale della Riserva Naturale Statale di Torre Guaceto e del S.I.C. "TorreGuaceto e Macchia S. Giovanni" (IT9140005). Con deliberazione della Giunta Regionale del 01.08.2008 n. 1465 “SIC TORRE GUACETO MACCHIA SAN GIOVANNI RICHIESTA DI AMPLIAMENTO DEI CONFINI PARERE DELLA REGIONE PUGLIA” pubblicato in BURP n. 153 del 01.10.2008, la Giunta Regionale ha approvato l’ampliamento del SIC TORRE GUACETO MACCHIA SAN GIOVANNI, comunicando al Ministero dell’Ambiente il parere positivo. Come si evince da cartografia aggiornata presente sul sito del MATTM, la cartografia del SIC è stata aggiornata nell’agosto 2008, comprendendo anche i terreni soggetti ad acquisto nell’ambito del progetto LIFE HABI.COAST

-------- Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 15 del 25-1-2008 BURP n. 153 del 01.10.2008

Acquisto di terreni

B.1e B.2

previsioneAprile 2008

Localizzazione del terreno

Superficie (ha)

N.C.T. Carovigno foglio 37 particelle 64/65/66

0,9635

N.C.T. Carovigno foglio 37 particella 727

1,0047

N.C.T. Carovigno foglio 36 particelle 728 - 730

0,5024

N.C.T. Carovigno foglio 36 particelle 729 - 731

0,5024

N.C.T. BRINDISI - FOGLIO 1 P.LLE 1 (FRAZIONE) - 85 -81

6,1672

N.C.T. Carovigno foglio 37 particella 236

0,9683

10,1085

Localizzazione del terreno

Superficie (ha) Identificazione catastrale n°

N.C.T. Carovigno foglio 37 particelle 64/65/66

0,9635 foglio 37 part.lle 64/65/66

N.C.T. Carovigno foglio 37 particella 727

1,0047 foglio 37 part.lla 727

N.C.T. Carovigno foglio 36 particelle 728 - 730

0,5024 foglio 37 part.lle 728 - 730

N.C.T. Carovigno foglio 36 particelle 729 - 731

0,5024 foglio 37 part.lle 729 - 731

N.C.T. BRINDISI - FOGLIO 1 P.LLE 1 (FRAZIONE) - 85 -81

6,1672 FOGLIO 1 P.LLE 1 (FRAZIONE) - 85 -81

N.C.T. Carovigno foglio 37 particella 236

0,9683 foglio 37 part.lla 236

Totale ettari acquistati alla data del report

10,1085 84%

Azione B: Acquisti di terreni nei territori di Brindisi e Carovigno

ObiettivoAcquisire 12 ettari di terreni ritenuti strategici per la realizzazione degli obiettivi di tutela deglihabitat prioritari presenti nel sito. L’intervento porterà all’ampliamento dell’habitat “Foreste diQuercus ilex e Quercus rotundifolia (Codice 9340) ed indirettamente assicurerà la protezione di tutti gli habitat limitrofi.

Cosa è stato fattoIl Comune di Carovigno ha acquisito le particelle individuate nel N.C.T. Carovigno foglio 37 particelle 64/65/66 - N.C.T. Carovigno foglio 37 particella 727 - N.C.T. Carovigno foglio 36 particelle 728 – 730 - N.C.T. Carovigno foglio 36 particelle 729 – 731 - N.C.T. Carovigno foglio 37 particella 236, per un totale di 39.413 m2 (3,9413 ettari). Alcuni dei terreni individuati in agro di Carovigno all’atto della presentazione del progetto LIFE, nel tempo non sono rimasti disponibili

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a causa di problemi di successione ereditaria, che hanno sconsigliato la continuazione. Il Comunedi Brindisi ha terminato l’acquisto dei terreni ricompresi nel proprio agro. Sono state acquistatele particelle indicate nel N.C.T. BRINDISI - FOGLIO 1 P.LLE 1 (FRAZIONE) - 85 -81 per untotale di 61.167,2 m2 (6,1672 ettari). Rispetto a quanto previsto le rilevazioni catastali in sede diacquisto hanno evidenziato una differenza rispetto ai 6 ettari previsti di 1.167,2 m2 (16,72 are).I terreni acquistati sono soggetti ad un vincolo di destinazione d’uso che prevede l’impiego esclusivodei terreni per finalità di conservazione della natura. I terreni sono già ricompresi nell’area SIC della riserva.

Azione C.1: Interventi selvicolturali a favore di formazioni di Quercus ilex

ObiettivoGli interventi selvicolturali previsti sono rivolti al soprassuolo costituto da Pinus halepensis e adun ceduo invecchiato di Quercus ilex. In entrambi i popolamenti si interverrà, con differentiinterventi selvicolturali, al fine di ricreare una composizione più naturale e ripristinare formazionicoerenti con le caratteristiche ecologiche del sito.

Cosa è stato fattoGli interventi selvicolturali previsti sono stati rivolti ad un soprassuolo costituto da Pinus halepensisper una estensione di 10,2 ettari. Si è intervenuto, con interventi selvicolturali, al fine di ricreareuna composizione più naturale e ripristinare formazioni coerenti con le caratteristiche ecologichedel sito. In particolare, è stato realizzato un diradamento pari al 20% del popolamento, con relativapiantumazione di specie tipiche della macchia mediterranea, quali Quercus ilex L, Myrtus communisL., Phillyrea latifolia L., Pistacia lentiscus L., Rhamnus alaternus L, per un totale di 5.210 circa diplantule di due anni di età riprodotte in vivaio. La percentuale di attecchimento per le varie aree èstata del 57%. Il risarcimento delle fallanze ha portato il numero delle plantule impiantatecomplessivamente a circa 10.000 individui, cercando di mantenere le percentuali relative alle variespecie previste dal piano di azione. Così come meglio specificato nel piano After Life, le areeinteressate dall’intervento saranno mantenute in fase 4) con irrigazione di soccorso e cure colturalidurante il periodo aprile-ottobre 2009 e stesso periodo 2010. Laddove necessario saranno risarcitele fallanze per mantenere il numero complessivo di piantine previsto nella stagione silvana2009-2010, mantenendo le percentuali relative alle varie specie. Nel periodo ottobre – febbraio2009-2010 sarà effettuata una campagna di monitoraggio per la verifica delle percentuali diattecchimento per la pianificazione di eventuali risarcimenti nella stagione silvana successiva.L’intervento di conversione da ceduo a fustaia non è stato completato a causa delle avverse condizionimetereologiche dovute a un alto numero di giorni di pioggia che hanno impedito la lavorazioneall’interno del bosco di lecci. Tale eccezionalità è confermata dalla DELIBERAZIONE DELLAGIUNTA REGIONALE 17 marzo 2009, n. 404, Proroga tagli boschivi in aree Z.P.S. in Puglia,che riconosce il particolare andamento climatico della stagione in corso, caratterizzato da un prolungatoperiodo piovoso a carattere anche nevoso che ha rallentato notevolmente i lavori, deliberando diconcedere in via del tutto eccezionale, una proroga all’esecuzione dei tagli boschivi ricadenti nelleZone di Protezione Speciale (ZPS), fino al 15 aprile 2009. La lunga sequenza di giorni piovosi ha

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impedito i lavori all’interno della lecceta e l’impossibilità di richiedere proroghe per le condizionieccezionali, vista la scadenza dei termini, ha fatto si che al 31 dicembre 2008 le operazioni colturalisi siano svolte su circa il 25/30% della superficie prevista.

Azione C.2: Naturalizzazione di aree agricole

ObiettivoL’intervento consiste nella naturalizzazione delle aree agricole acquistate con l’azione B1attraverso l’impianto di specie tipiche nella misura di 1600 unità per ettaro dell’habitat boscagliaa Quercus ilex. Il processo di naturalizzazione porta ad un notevole ampliamento della leccetaesistente che, in tal modo, raddoppierà la propria estensione. L’intervento porta all’ampliamentodell’habitat “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia (Codice 9340) ed indirettamenteassicurerà la protezione di tutti gli habitat limitrofi.

Cosa è stato fattoIl numero complessivo di plantule messe a dimora è quello previsto è di circa 13780 unità (unadensità di 1215 unità per ettaro), seguendo lo schema del piano di azione. La percentuale diattecchimento medio è stato del 32%. Tale risulta essere in linea con le previsioni del progetto,legato alla necessità di riconvertire terreni agricoli presenti nelle aree contermini a naturalitàprevalente, caratterizzati da un’intensa attività agricola, che ha degradato le caratteristichepedologiche e biochimiche. Così come indicato dall’indicatore n° 19 - Ricchezza floristicadelle aree agricole naturalizzate indica come rispetto al valore dell’anno 2007 si registra unaumento del numero di specie nella porzione di territorio presa come campione, come direttaconseguenza dell’azione di naturalizzazione delle aree agricole. Il risarcimento delle fallanzeha portato il numero delle plantule impiantate complessivamente a circa 18.000 individui,cercando di mantenere le percentuali relative alle varie specie previste dal piano di azione.Così come meglio specificato nel piano After Life, le aree interessate dall’intervento sarannomantenute in fase 3) con irrigazione di soccorso e cure colturali durante il periodoaprile-ottobre 2009 e stesso periodo 2010. Laddove necessario saranno risarcite le fallanze permantenere il numero complessivo di piantine previsto nella stagione silvana 2009-2010,mantenendo le percentuali relative alle varie specie. Nel periodo ottobre – febbraio 2009-2010 saràeffettuata una campagna di monitoraggio per la verifica delle percentuali di attecchimento per lapianificazione di eventuali risarcimenti nella stagione silvana successiva.

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Azione C.3: Conversione di formazioni di Tamarix africana in macchia aperta

ObiettivoL’azione prevede la conversione delle formazioni vegetali di Tamarix africana in formazioni di macchia mediterranea. L’intervento realizzerà la progressiva e graduale conversione delleformazioni a Tamarix africana in macchia aperta e comporterà anche la creazione di ampiearee di vegetazione erbacea substeppica. Verrà realizzato un diradamento che interesserà il50% circa degli esemplari esistenti e comporterà il taglio del tronco e la completa eliminazionedel ceppo e delle radici. Complessivamente la zona interessata di rimboschimenti di Tamarix africana ha un’estensione di 12,50 ettari.

Cosa è stato fattoGli esemplari adulti selezionati sono stati abbattuti per taglio del tronco alla base. La restanteparte ipogea della pianta è stata asportata con l'utilizzo di mezzi meccanici, preferibilmentecon l'impiego di una trivella affondata all'interno del ceppo e dell'apparato radicale allo scopodi ridurre il più possibile le potenzialità di ripresa vegetativa dell'esemplare. Il numero di plantulepiantate nei tamariceti diradati, secondo i dati registrati, è pari a 9590 comprensivo della quota diplantule rinnovate a causa del mancato attecchimento. Le specie introdotte sono le seguenti:Quercus ilex, Phillyrea latifolia, Pistacia lentiscus, Myrtus communis. La percentuale delleplantule attecchite nei tamariceti diradati è stata del 26%. La ricchezza floristica dei tamaricetidiradati evidenzia un aumento delle numero di specie all’interno delle porzioni di territoriocampionate. Così come meglio specificato nel piano After Life, le aree interessate dall’interventosaranno mantenute in fase 4) Manutenzione con irrigazione di soccorso e cure colturali duranteil periodo aprile-ottobre 2009 e stesso periodo 2010. Laddove necessario saranno risarcite lefallanze per mantenere il numero complessivo di piantine previsto nella stagione silvana2009-2010, mantenendo le percentuali relative alle varie specie. Nel periodo ottobre – febbraio2009-2010 sarà effettuata una campagna di monitoraggio per la verifica delle percentuali diattecchimento per la pianificazione di eventuali risarcimenti nella stagione silvana successiva.

Azione C.4: Ricostituzione dunale

ObiettivoNelle aree maggiormente compromesse l’obiettivo è di ricostruire la successione ecologicadell’ambiente dunale, con interventi di ingegneria naturalistica.

Cosa è stato fattoA causa di eventi atmosferici imprevisti la progettazione ha dovuto subire delle variazioni

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poiché alcune delle aree precedentemente individuate, a causa di forti piogge e successivapresenza di pozza d’acqua retrodunare, non garantivano la stabilità necessaria per realizzarel’intervento. Il progetto esecutivo rimodulato è stato approvato e trasmesso agli Enti competentiper il rilascio delle necessarie autorizzazione per l’inizio dei lavori. L’elaborazione progettuale èpartita dallo studio di quanto fornito dalla letteratura e da alcuni criteri di base fondamentali alfine di raggiungere specifici obiettivi. I criteri e gli obiettivi si possono così suddividere:

• Analisi della vegetazione reale e delle caratteristiche ecologiche del territorio;• Ripristino delle fitocenosi spontanee;• Impiego di specie autoctoni di ecotipi locali;• Utilizzo di tecniche di Ingegneria Naturalistica.

L’area di intervento è stata sottoposta a rimodellamento del cordone dunale utilizzando tecnichedi bioingegneria ed avvalendosi di essenze, rizomi, cespi endemici. L’obiettivo finale è statoquello di ripristinare la serie di tipologie vegetazionali e di ricostuituire un ambiente naturalelungo la costa. La sistemazione e il restauro vegetazionale della costa sabbiosa sono stati realizzatiin modo da ricostituire la normale successione spaziale dei diversi raggruppamenti vegetali, apartire da 40-50 metri dalla linea di battigia sino ad una depressione retrodunale umida. Nella zona interessata dalla ricostruzione della duna mobile, in corrispondenza delle attualiaree erose, la vegetazione è stata impiantata seguendo la successione tipo dal mare versol’entroterra. A questa fitocenosi, pertanto, sono state destinate le zone a caratteristiche ecologicheintermedia fra quelle del cakileto e quelle degli aggruppamenti delle dune a maggiore evoluzionepedologica. Allo Sporobolus pungens (Shreber) Kunth sono state associate la gramigna delle spiagge(Agropyron junceum (L.) Beauv.), e la calcatreppola marittima (Eryngium maritimum L.),altre specie caratteristiche dello Sporoboletum arenarii. Questa fascia di vegetazione così realizzata,ha costituito un elemento essenziale per l’avvio del processo di evoluzione della spiaggia.Infatti, il tipo di vegetazione utilizzato è caratterizzato da specie a elevata capacità stoloniferao con radici a sviluppo orizzontale che sono in grado di determinare un certo consolidamentodelle sabbie le quali, di conseguenza, subiscono in maniera sempre minore l’azione di scalzamentooperata dal vento marino. Subito a ridosso delle dune embrionali, nelle aree interessateattualmente dai varchi dove è stato ricostruito totalmente il cordone dunale, è stata impiantatala vegetazione caratteristica secondo la normale successione spaziale. Sul cordone di duna mobileesistente, si è proceduto all’infoltimento dell’echinoforo-ammofileto esistente mediante seminadelle specie caratteristiche per aumentare la percentuale di copertura. Sul cordone di duna mobile,è stato utilizzato oltre che l‘Ammophila arenaria (L.) Link, che ne determina dinamicamentel’evoluzione e fisionomicamente l’aspetto, anche dell’erba medica marina (Medicago marina L.),della Carota spinosa (Echinophora spinosa L.), della calatreppola marittima (Eryngiummaritimum L.), del giglio marino (Pancratium maritimum L.) e della soldanella di mare(Calystegia soldanella (L.) Romee & Schultes) ricostituendo in questo modo una fitocenosidell’Echinophoro spinosae – Ammophiletum arundinaceae. Le azioni per il restauro del cordonedunale ed il ripristrino della vegetazione retrodunale hanno previsto l’uso di plantule sia daseme (50%), sia da trapianto di di piante e/o parti di piante (50%), per un numero complessivodi circa 5000 elementi vegetali.

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Azione C.5: Riproduzione di piante autoctone

ObiettivoL’intervento consiste nella raccolta di seme all’interno di popolamenti naturali presenti nell’areaSIC prodotto da specie autoctone (Quercus ilex, Pistacia lentiscus, Phyllirea latifolia, Ericamanipuliflora, ecc.), nella piantagione del seme in appositi contenitori e nell’allevamentodelle piantine. Le piantine derivanti dalla germinazione del seme verranno mantenute invivaio per due anni (uno nel caso di Erica manipuliflora), quindi utilizzate per la messa adimora con pane di terra. L’intervento di riproduzione di piante autoctone si svolgerà pressoi vivai della Regione Puglia

Cosa è stato fattoCome da previsione sono state riprodotte 29367 plantule.Complessivamente si sono riprodotte 12 specie di seguito elencate:

Arbutus unedo L. CorbezzoloCistus creticus L. Cisto rossoCistus salvifolius L. Cisto foglie di salviaMyrtus communis L. MirtoOlea europea var. sylvestris Brot. OlivastroPhillirea latifolia L. FillireaPistacia lentiscus L. LentiscoPyrus amygdaliformis vill. PerastroQuercus ilex L. LeccioRhamnus alaternus L. AlaternoRosmarinus officinalis L. RosmarinoThymus capitatus (L.) Hoffmagg et Link Timo

Nome italiano Numero di piante ottenute

Corbezzolo 1025Cisto rosso 2125 Cisto foglie di salvia 1275Mirto 6969Olivastro 1519Fillirea 5138Lentisco 6296Perastro 452Leccio 2055Alaterno 1238Rosmarino 850Timo 425

29367

Tabella 10 - produzione di numero di individui per specie

Il numero prodotto è stato integrato da circa 10.000 individui in più, per il risarcimento dellefallanze durante la vita del progetto e per la gestione del progetto AFTER LIFE.

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Azione D.1: Manutenzione periodica per limitare la presenza di specie esotiche

ObiettivoAll’interno dell’area SIC sono state introdotte, con rimboschimenti, numerose specie esotiche(Myoporum tenuifolium, Eucaliptus globulus, Acacia spp., ecc) completamente estraneeall’ambiente naturale locale. E’ necessario provvedere al contenimento e all’eventualeeliminazione di queste specie. La manutenzione si concretizzerà nell’eliminazione dei singoliesemplari di specie esotiche mediante il taglio del tronco e la rimozione della ceppaia. Taleoperazione potrà essere condotta in qualsiasi periodo dell’anno, preferibilmente dovrebbeessere realizzata in inverno per non danneggiare l’attività vegetativa di altre piante. L’interventosi localizza soprattutto all’interno delle formazioni a macchia mediterranea.

Cosa è stato fattoLe operazioni di taglio sono state condotte sulla base di una selezione negativa, attraversol’eliminazione di tutti i soggetti in cattive condizioni fitosanitarie e vegetative, e positiva conil taglio anche delle piante di migliore conformazione, portamento, posizione e vitalità. Tale attività di selezione è stata condotta attraverso verifica in situ da parte di dottore forestalee successiva marcatura degli esemplari con descrizione della relativa operazione. Sono statirealizzati lavori complementari al diradamento come le spalcature da effettuarsi fino ad un’altezzamassima di 2 m dal terreno. Così come meglio specificato nel piano After Life, le aree interessatedall’intervento saranno mantenute nella stagione silvana 2009-2010, per la verifica di ricaccivegetativi degli individui tagliati.

Azioni di disseminazione delle attività

Il piano di disseminazione dei risultati ottenuti attraverso il progetto Life Nature Habi.Coastha avuto come principale obiettivo la massima diffusione del progetto sia agli attori locali cheal pubblico d’interesse generale ed un’attenta attività di disseminazione in modo da consentireper il futuro anche un livello di ripetibilità elevato. In questo sono state realizzate una serie diazioni che si sono svolte durante il progetto e che continueranno successivamente alla chiusuradel progetto, per permettere agli attori locali di poter consultare i risultati di progetto,condividendo soprattutto le motivazioni che hanno portato all’attuazione dello stesso.

1. Sito web: il sito web www.habicoast.eu, così come riportato sopra, continuerà ad essere manutenuto ed aggiornato anche successivamente alla chiusura del progetto, rendendo disponibili i materiali di progetto per il download e la consultazione;2. Bacheche informative: le bacheche informative sul progetto, posizionate nei siti oggetto degli interventi, continueranno ad essere presenti, e sostituite in caso di necessità, per consentire a scolaresche e turisti di poter avere informazioni sul progetto direttamente in Riserva Naturale;

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3. Layman’s Report: il Layman’s Report, al termine delle copie stampate (3.000), sarà reso disponibile per il download in formato elettronico sul sito del progetto e della riserva;4. Pubblicazione divulgativa: anche questo prodotto, al termine delle copie stampate (3.000), sarà reso disponibile per il download in formato elettronico sul sito del progetto e della riserva;

Azione E.6: Formazione e coinvolgimento stakeholder

Il progetto svolto, denominato LA RETE DELLA NATURA è consistito in un interventodi Educazione Ambientale e di sensibilizzazione e coinvolgimento della popolazione localee ha preso spunto dai temi specifici del progetto. In particolare, i delicati equilibri degli ambienticostieri, dalla macchia mediterranea alle dune, le reti ecologiche e sociali che sottendono aidelicati equilibri di conservazione e tutela della Riserva Naturale di Torre Guaceto, sono statiscenari di un percorso di educazione ambientale rivolto alle scuole dell’obbligo.

Le azioni svolte sono state:1. Attivazione di una segreteria di coordinamento, per l’attività didattica e quale raccordo tra il gruppo operativo di progetto e le scuole destinatarie dell’intervento. La segreteria è stata a disposizione delle scuole 4h al giorno per 5 giorni la settimana per tutta la durata dell’intervento2. Conferenza di presentazione del progetto. È stato organizzato un incontro pubblico di presentazione dell’azione rivolto alla stampa, ai dirigenti scolastici, Provveditore agli Studi, insegnanti referenti, soggetti interessati ai workshop tecnici con il fine di illustrare gli interventi previsti.3. Promozione, diffusione e selezione delle scuole. Al fine di garantire una diffusione e promozione capillare, la modulistica del progetto è stata trasmessa alle scuole mediante spedizione postale, nonché attraverso visite dirette presso le scuole e circolare del Centro Servizi Amministrativi(ex-Provveditorato agli Studi). Le scuole sono state selezionate in ordine temporale di iscrizione tra quelle di Brindisi Carovigno Ostuni San Vito dei Normanni e Mesagne.4. Il percorso didattico per ognuna delle 20 classi partecipanti è stato strutturato in 3 incontri di animazione ambientale in classe e in un’esperienza in natura presso la Riserva di Torre Guaceto4.1 Obiettivo dell’incontro I°: presentare gli aspetti ambientali ed ecologici della riserva come non interessati da relazioni funzionali4.2 Obiettivo dell’incontro II°: introdurre i legami della rete della natura4.3 Obiettivo dell’incontro III°: mettere in relazione la natura e l’uomo, quale elemento perturbante. Esperienza sul campo a Torre Guaceto4.4 Obiettivo dell’incontro IV°: creazione di un gioco originale ideato dal gruppo-classe che spieghi la Rete della Natura5. Organizzazione di un evento finale di restituzione alle istituzioni e cittadinanza dell’esperienza compiuta. L’incontro si è svolto il 13 dicembre 2008 presso il Salone di Rappresentanza della Provincia di Brindisi.

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Il progetto didattico ha visto coinvolto 25 classi, per un totale di 100 incontri di animazionee circa 600 alunni partecipanti.

Al fine di garantire il maggior coinvolgimento possibile della comunità locale ed una maggioree consapevole presa di coscienza degli interventi di conservazione e della politica ambientaledella Riserva, sono stati organizzati tre incontri con i portatori di interesse del territorio in cuiricade la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto e anche dei territori circostanti che conle loro scelte operative gestionali possono influenzare la cultura e gli atteggiamenti della popolazione.

Obiettivi:• Sensibilizzare la cittadinanza sui temi della conservazione della natura e dello sviluppo sostenibile • Stimolare la nascita di esperienze di agricoltura sostenibile nel territorio • Stimolare la nascita di itinerari turistici intorno alle aree interessate dall’intervento. • Promuovere la politica ambientale • Stimolare la nascita di esperienze pilota di gestione e fruizione delle aree protette del territorio.

Il programma è stato promosso dalla segreteria organizzativa del progetto a mezzo invitipersonali, circolari informative e schede illustrative e saranno coinvolti operatori del settoreturistico a carattere locale. L’elemento innovativo dell’intervento è stato la presenza di attivitàdi progettazione partecipata in natura (team building) con la duplice finalità di favorire laconoscenza e il confronto tra i partecipanti e stimolare l’elaborazione di proposte operativeinerenti la tematica.

1. PRIMO INCONTRO: MONDO AGRICOLOIl primo incontro tenutosi il 13 dicembre 2007 a Brindisi è stato rivolto al mondo agricoloe agrituristico e agli amministratori pubblici. L’ incontro ha rappresentato il primo momentodi informazione, sensibilizzazione e progettazione partecipata intorno ai temi della conservazionedella natura e delle forme di agricoltura eco-compatibili. Si sono discusse le minacce derivantidall’agricoltura per la biodiversità, identificate come possibili cause di un crollo dell’agricolturae di conseguenze delle attività turistiche ad essa connesse trattandosi di una regione ad altavocazione per il turismo rurale.

2. SECONDO INCONTRO:MONDO DELLE SCUOLEIl secondo incontro ha interessato il mondo scolastico e si è svolto il 2 aprile 2008, alle ore16:30 nel Salone di rappresentanza della Provincia di Brindisi. Il confronto con il mondodella scuola si è concretizzato nell’organizzazione di un laboratorio di confronto e progettazionepartecipata. L’incontro ha avuto il duplice obiettivo di informare e presentare alle scuole leazioni previste nell’ambito del programma LIFE e di raccogliere riflessioni e suggerimentiutili a tracciare le linee guide delle attività didattiche che si implementeranno nel parco.

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3. TERZO INCONTRO:MONDO DEL TURISMOIl terzo ed ultimo incontro ha coinvolto il mondo dei tour operator e delle agenzie che datempo operano nel settore turismo e che nell’ultimo periodo ha avuto un’inversione di tendenza. L’incontro si è svolto dapprima nella nuova struttura in allestimento del centro Visite diTorre Guaceto a Serranova e poi direttamente in Riserva. Si è trattato di uno scambiodi esperienze e di dati oggettivi sul turismo-natura, quel turismo cioè che ha come motivazioneprincipale l’osservazione e il godimento della natura e della cultura tradizionale, che conferma il trend di crescita degli anni precedenti e fa segnare nuovi e più significativi primati” (5° Rapportosul Turismo Natura, redatto dal Centro Studi Permanente dell’Osservatorio ECOTUR).

AFTER-LIFE COMMUNICATION PLAN Obiettivo della comunicazione anche a progetto concluso sarà quello di proseguire la divulgazionedei risultati di progetto. Nell’ambito delle attività istituzionale di divulgazione della azioni svoltedal soggetto gestore della riserva, beneficiario di progetto (workshops tematici a livello nazionalee locale, incontri con stakeholders, attività di educazione ambientale, fiere), saranno presentatiillustrazioni (poster tematici, presentazioni powerpoint©, prodotti divulgativi disponibili, ecc…)riferibili alle azioni svolte e ai risultati ottenuti. E’ da considerarsi parte integrante dell’azione comunicativa anche il coinvolgimento degli stakeholders che prevedendo una comunicazionebidirezionale, sarà possibile sviluppare coinvolgendo maggiormente le istituzioni e il partenariato.

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