Paolo Bosio, a Genoese, is the true father of the Tzar Puska

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    DIC'TIS ' FACTA RE.SPONDENTBOLLETI1NO BlMESTRALE, OMAGGIO AI so cr -SPED, IN A.P'-45% - ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 - GENOVA

    Anno XXXVI, N.S.: N. 6 - Novembre-Dicernbre 2004 - QUOTA ANNUA EURO 21Tariffa R.O.C.: "Paste ItaJiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Pastale - D.L. 353/2003 (com in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DeB Genova"

    sito internet: www.acompagna.nrg

    In questo numero:

    Fabio Saccomann.oLa. veneranda compagnia di misericordia p . 9

    Alessandro CasaretoS'avvixinnna 0 Confeugo

    SabrinaBordone

    GenovaI premi A CampagnaRegolamento

    Renata Gianni RidellaE il genovese Paola Bosioil padre della zar dei cannoni

    Liguri in to mondo(a cura di Matilde Roberto)

    p.

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    4

    Enrico Carbone "Rice"Le piazze di Genova

    Corso di genovese

    Le parole del gatto (di Elena Ponglglione)

    Vitta do Sodalissio

    Le ricorrenze di dicembre

    Associazione culturale Gilberto e Rina Govi

    Un appello ai nostri lettori

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    S ' AVV IX INNAo CONFEUGO

    Q uande riceviei questa numero do nostroBollettin no ghe saia guei giorni che ne di-viddan da a Confeugo a Paxo.A tradission de questa Cerimonia, reppigia da ACompagna fin da-o 1923 doppo ciu de cento-vint'anni ch'a l'ea staeta proibia d'a neuva repub-blica napoleonica, a l'e torna intra in to cheu dizeneixi.Saia perche a l'e sempre staeta ina Cerimoniapopolare, saieva a dt ehe tutta a gente de Zena,anche quelli che aveivan meno, a partecipavacon allegria (con canti e balli, comme han la-sciou scrito i cronisti da-o medioevo fin a-o set-tecento) a-a corteo in cammin pe arriva a Paxo(pe quelli ehe no 0 san 0 saieiva 0 nomme anti-go do Palasso Ducale); saia perche a s'e rinnovape drento in to nostro moddo d'ese zeneixi, me-sc-cia in to nostro sangue, sempre pronta a scioicomme un fiore, saian tanti atri motivi, rna ognianna c'o passa sernpre till gente a l'arriva a l'ap-puntamento. Gh'e chi vegne pe vedde l'incontrotra l'Abbou do Popolo e Messe 0 Duxe, ehi pe

    di Alessandro Casareto

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    E IL G ENO VESE

    PAO LO BO SIO

    IL PADRE

    DELLO ZAR DEI CANNONI

    U na delle attrazioni turistiche di Mosca e og-gi rappresentata da una gigantesca boccada fuoco di bronzo conservata all'interno delKremlino, residenza fortificata dei monarchirussi sin dal tardo Medioevo: 1 0 Tsar Puska, ovve-ro 1 0 Zar dei cannoni, che troneggia nellaPiazza Ivanovskaya di fronte alIa Cattedrale deiDodici Apostoli, puo a ragione essere considera-to uno dei pili grandi pezzi d'artiglieria anticaancora esistenti nel mondo'. La parte originale erappresentata soltanto dalla canna, mentre l'af-fusto in ferro colato e i proiettili sferici cavi, puressi di ferro, sono frutto di un restauro ricostrut-tivo del 1835. Per avere un'idea delle sue dimen-sioni dobbiamo rilevare che la suddetta canna,del calibro di 890 millimetri, e lunga oltre 5 me-tri e peserebbe una trentina di tonnellate', e ilproiettile da essa utilizzato era rappresentato dauna palla di pietra del peso di circa 800 chili. IIcorpo della Tsar Puska e quasi perfettamente ci-lindrico con due ingrossamenti alle estrernita, ede scandito sulla lunghezza da tre modanature a

    cordoni poste a differenti distanze l'una dall'al-tra, alle quali si altemano quattro fasce decoratead intrecci vegetali; le due flange terminali por-tano ognuna una fila di incavi quadrati decorati

    di RENATO GIANNI R ID E LLA

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    con una rosetta in rilievo e due serie di quattromaniglioni, allineati in asse con la canna, com-paiono sui lati in posizione diametralmente op-posta. Poco prima dell'imboccatura e rappresen-tato in bassorilievo un personaggio a cavallo intenuta bellica: si tratta dello Zar Teodoro I (Fyo-dor), figlio di Ivan IV detto j] 'Ierribile, che re-gno dal1584 al 1598, e che, a causa della sua de-bolezza di mente, governava in pratica sotto latutela del cognato Boris Godunov che doveva poisuccedergli suI trono' (Fig. 1).Secondo l'iscrizione presente sullo Tsar Puska,esso sarebbe stato costruito nel 1586 dal mae-stro fonditore Andrei Chokhov nella fonderiaimperiale posta sulle rive del fiume Neglinnaya,non lantana dal Kremlino; tuttavia, le conside-razioni che vedremo qui di seguito ci convince-ranno che questa bocca da fuoco venne prodot-

    ta quasi un secolo prima di tale data da un altropersonaggio ben precisato.Anche agli occhi di una persona non particolar-mente esperta nel campo delle artiglierie anti-che, il cannone di Mosca appare immediata-mente come qualcosa di incompleto: troppocorto rispetto al suo diametro e troppo regolarenella sua forma cilindrica, Le stesse descrizionidi fonte russa ce ne parlano come di un pezzo aretrocarica 0 come di un mortaio incarnerato",confermandoci nell'irnpressione che esso nonpossa appartenere agJi ultimi decenni del Cin-quecento; infatti, la sua organizzazione struttu-rale si avvicina decisamente alle mastodontichebombarde quattrocentesche, divenute famose inmano turca durante l'epocale assedio di Costan-tinopoli (1453), piuttosto che ai moderni ebendimensionati pezzi d'artiglieria ad avancaricaintrodotti negli ultimi anni del XV secolo, chesoppiantarono nel giro di pochi anni le obsoletebocche da fuoco di tradizione medievale. Osser-vando I'immagine di una di queste grandi born-barde (Fig. 2), prodotta in Turchia ne11464 e at-tualmente conservata nelle collezioni delleRoyal Armouries inglesi' a Fort Nelson (Port-smouth), possiamo accorgerci della sua notevo-le rassomiglianza con 1 0 Tsar Puska e capire diquale elemento manchi quest'ultimo: l'enorrnebocca da fuoco moscovita e priva infatti di unacomponente essenziale per quei pezzi a retroca-rica: si tratta del mascolo, ovvero il cilindro cavodestinato a contenere la carica di polvere, che

    veniva avvitato alla canna vera e propria, la co-siddetta tromba, entro cui si muoveva il pesan-tissimo proiettile in pietra. La ricostruzione gra-fica del nostro pezzo d'artiglieria come dovevaessere in origine (Fig. 3), aumenta l'impressionedi gigantismo che esso suscita in noi, tenutoconto che la sua lunghezza totale doveva ora S1.1-perare gli 8 metri. Presentiamo qui la tabelladelle misure calcolate sulla base di verosimilirapporti tra Ie varie dimensioni della bocca dafuoco (in neretto quelle ancora rilevabili).

    Misure originali della Tsar Puska

    Calibro: mm 890 Lunghezza tromba: mm 5340 (6 calibri)

    Spessore pareti: mm 148 (1/6 del calibro) Lunghezza mascolo: mm 2670 (3 calibri) Lunghezza totale: mm 8100 (9 calibri) Diametro palla: mm 840 (17/18 calibro)

    Come abbiamo gia rilevato, in Europa le grandibombarde a retrocarica cessarono di essere pro-dotte nell'ultimo decennio del Ouattrocento, ve-nendo gradualmente sostituite da pili rnanegge-

    voli ed affidabili pezzi ad avancarica, la cui supe-riore efficacia si basava sui miglioramento quali-tativo della polvere da spare, sull'impiego diproiettili in ferro colato e su una cadenza di tiroenormemente accresciuta. Per renderci conto del-le differenze di peso che intercorrevano tra Ie duecategorie, possiamo annotare che a fronte delledecine di tonnellate di bronzo necessarie per lafusione di una grossa bombard a, uno dei pezzi dimaggiori dimensioni degli inizi del XVI secolo, lacolubrina doppia sforzata di Alfonso I d'Este(1476-1534), detta il "Gran Diavolo-", pesava20.350 libbre ferraresi, pari a Kg 7.024, e potevasparare a qualche chilornetro di distanza una pal-la di ferro cola to da 100 libbre (Kg 34,514); sitratta qui di un caso eccezionale, perche normal-mente i moderni pezzi da assedio ordinari di que-gli anni superavano raramente Ie tre tonnellate.In conclusione, pur tenendo conto di una possi-

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    bile situazione di conservatorismo tecnologico,non possiamo accettare il fatto che neI 1586 latecnica russ a nella produzione delle bocche daFuoco e la stessa dottrina di impiego delle arti-glierie, risultassero attardate di quasi un secolorispetto al resto dei paesi europei, Siamo quindiportati a ritenere che Andrei Chokhov sia inter-venuto su una bocca da Fuoco monumentale or-mai antiquata perche prodotta circa cento anniprima, al semplice scopo di renderla pill maneg-gevole trasformandola in un pezzo ad avancari-ca. Per il prestigio dovuto alle sue dimensioni ealla sua fama, 1 0 Tsar Puska non poteva sempli-cemente venire rottamato per fornire il materia-Ie a nuove artiglierie, doveva bensi continuare arappresentare la potenza degli Zar facendo mo-stra di se dalle mura del Kremlino; al massimoera possibile operare su di essa qualche modificatecnica al fine di renderla ancora utilizzabile nel-la difesa di quella residenza fortificata. In prati-ca l'intervento dovette risolversi nell 'abolizione

    del mascolo e nell'otturazione della parte poste-riore della canna, attraverso la colatura di bron-zo al suo interne; nel riporto COSt ottenuto, chesi saldava solidamente per fusione al corpo del

    tutto con la figura del sovrano allora regnante;inoltre, i fori quadrati presenti sulle flange term i-nali del pezzo, che nella versione originale servi-vano all'inserzione delle leve per l'avvitamentodel mascolo alla trornba, furono riempiti da cola-te di bronzo e decorati. Lunica notizia di un pos-sibile impiego bellieo della bocca da fuoco COS!trasformata si riferisce al 1591, quando Moscavenne minacciata da un attacco dei Tartari di Ka-za Girei ed essa venne piazzata a difesa della por-ta principale del Krernlino e del corrispondenteponte sulla Moscova.Ma se, come risulterebbe da quanta abbiamo vi-sta, Andrei Chokhov non ne fu I'artefice primo, achi possiamo attribuire la paternita originale delloZar dei cannoni? La risposta ci e data con maltasernplicita e chiarezza da uno dei maggiori storicirussi del primo Ottocento, Nicolaj Kararnzin, chenel VI libro della sua Storia della state russo dicetestualmente: l'anno 1488 Paolo di Bosio, geno-vese, fuse a Mosca uno sterminato cannone, che sichiamo Czar-Pucka, doe re dei cannoni-". Dallostesso autore apprendiamo che in quel periodo,durante il govemo del Granduca russo Ivan III Va-silevic, il vinci tore sui Tartan, erano presenti a

    pezzo, dovette essere praticata per risparmio 0per trapanatura una nuova camera di scoppio. IIrisultato dell'operazione puo essere osservato inuna veduta posteriore del pezzo, dove si notaehiaramente il margine di giunzione tra la flan-gia posteriore e l'elemento di chiusura colato(Fig. 4). Per quanto riguarda l'affusto, ci si dovet-te risolvere ad utilizzare ancora il vecchio tipo aletto senza mote (Fig. 5), poiche nella ristruttu-razione non vennero aggiunti gli orecchioni, ov-vero i perni trasversali di collegamento e rotazio-ne tipici delle bocche da fuoeo ad avancarica", IIfonditore russo arricchi inoltre Ia decorazionedella Tsar Puska can l'aggiunta di nuovi motiviornamentali, dell'iscrizione dedicatoria e soprat-

    Mosca diversi artisti e architetti italiani impegnatinella costruzione di chiese e di fortificazioni: peresempio, veniamo a sapere che Ie torri perirnetralie le mura del Kremlino furono edificate su proget-to e sotto la direzione di due maestri costruttori,probabilmente lornbardi, di cui conosciamo sol-tanto i nomi di battesirno, Antonio e Marco. Traquesti personaggi emerge la figura del balogneseAristotele Fioravanti che si trovava sin dal 1474nella capitale russa dove aveva diretto l'edificazio-ne della Basilica della Dorrnizione, essendovi sta-to chiamato dalla moglie di Ivan, 'I a GranduchessaSofia Paleologo nipote dell'ultimo imperatore diBisanzio. II Fioravanti, morto a Mosca nel 1486,era pure fonditore di artiglierie e medaglista ed

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    era stato anche al servizio dei Duchi di Milano:vista la specializzazione, e tenendo conto che Ge-nova si trovava allora nell'orbita politica milane-se, e possibile ipotizzare che il Bosio appartenes-se alla sua cerchia e che ne avesse ereditato ilruolo nella produzione di bocche da Fuoco per itmonarca russo. Di questo fonditore non possedia-mo per ora testimonianze documentali dirette,

    rna sulla sua genovesita non dovrebbero essercidubbi: it cognome deriva chiaramente da queUosuo paese d'origine situate nell'oltregiogo dell'Ap-pennino Ligure, il centro di Bosio ora in provin-cia d'Alessandria, che appartenne alla Repubblicadi Genova dal XIII secolo in avanti fino all'annes-sione di questa al Regno di Sardegna nel 1815.Qualcuno ha voluto mettere in dubbio questa da-to richiamandosi al vigevanese Giovanni PietroBosio, capitano al servizio dei Papi nel 1566 9 , edipotizzando una confusione del Karamzin tra Ge-nova e Vigevano; questa affermazione mi sernbraquanta rneno discutibile, e se vogliamo giocare

    sulle coincidenze di cognorni, possiamo ad esem-pio citare un maestro Antonio Bosio che esegueriparazioni sulle artiglierie della Repubblica neglianni 1660-1663; rna il sostegno pill importante al-Ia conclusione che I'autore della Tsar Puska fosse

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    di scuola genovese, risiede nella constatazioneche i fonditori di artiglierie della nostra citta sierano avviati gia nel corso del XV secolo versoquella posizione di prestigio che li rendera famosie molto richiesti in Italia e all'estero per tutto ilCinquecento".

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    ; II primato in questa campo dovrebbe essere detenutodallo Jaiwaan, un pezzo d'artiglieria prodotto in India nel1720 e attualmente conservato nel forte di Jaigarh, pres-so la citra di Jaipur (Raiasthan), il cui peso e stimato in-torno aile cinquanta tonnellate. Cfr. T.G. GANDER, Thecannon foundry at Jaigarh, in Journal of the Ordnance So-ciety, 12,2000, p. 57, f. 12).2 II peso di 39.312 Kg. scritto sulla targa di presentazio-ne, dovrebbe comprendere anche quello dell'affusto., Ringrazio I'Ing. Maurizio Viberti che mi ha cortese-mente fornito Ie fotografie della Tsar Puska.4

    Cioe con la camera di scoppio di diarnetro in fer iore ri-spetto a quello della canna.S Cfr. B.L. BLACKMORE, The Armouries of the Tower ofLondon, I, Ordnance, London, 1976, p. 172, n. 242; C.FFOULKES, The Gun-Founders of England, London,1937 (1969), pp. 14-15, f. 6.

    C fr. F. LOCATELLI, La [abbrica ducale estense delle arti-glierie (da Leonello ad Alfonso Il d'Este), Bologna, 1985., Un intervento di questa tipo e rilevabile in una born-barda di ferro portoghese, attualmente conservata nellaex colonia di Goa in India, alia quale sono stati aggiuntidue orecchioni in bronzo cfr, R.B. SMITH, An early 16thcentury wrought iron calmon in Goa, Lisboa, 1996.8 Cfr; N. KARAMSIN, Istoria dell'Impero di Russia, (traduzio-ne di G. Moschini), VI, Venezia, 1822, p. 91. La notizia trat-ta da questa fonte viene poi riportata in G. SERRA, Storiadell'antica Liguria e di Genova, Genova, 1832, IV , p. 208.9 Cfr. A. BERTOLOTTI, Artisti subalpini in Roma, Mantova,1884, p. 95.10 Cfr. R.G. RIDELLA, Dorino II Gioardi: A 16th centuryGenoese gunjounder, in Journal of the Ordnance Society,16, 2004, pp . 27-41.

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    ILLUSTRAZIONI

    Apag. 4 a sinistra - batteria di bombarde turche del XVsecolosu affusti 'a letto', ancora in postazione nel1860 in unforte sui Dardanelli (da Blackmore 1976), riferi-mento nel testa alia fig. 5.a destra - soldato moseovita del XVI secolo.

    a pag. 5 vedute dello Tsar Puska, riferimento nel testa allafig. 1.

    a pag. 6 prospetto e sezione di bombarda turea fusa nel1464 e ora conservata a Fort Nelson - Port-smouth, Inghilterra (da Blackmore 1976 eFfoulkes 1937), riferimento nel testa alia fig. 2 -

    a pag. 7 sopra - veduta posteriore della Tsar Puska in cui sipuo osservare l'otturazione in bronzo colato ope-rata da Andrei Chockhov. Riferimento nel testa al-Ia fig. 4.sofia - ipotesi restituiva della TsarPuska al momen-ta della sua costruzione nel 1488. Riferimento neltesta alia fig. 3 - Disegno di Renato Gianni Ridella,

    a pag. 8 Ufficiale moscovita del XVIsecolo.