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12 CURIOSITÀ SULLA COMPETIZIONE L’EPOPEA DEGLI ZAR - IL CSKA E’ ALLA TREDICESIMA FINAL FOUR IN QUINDICI ANNI E SE LA STORIA SI RIPETESSE? LE SIMILITUDINI TRA L’OLYMPIACOS E IL MACCABI 4 PREVIEW DELLE SQUADRE + MAGAZINE DI MY-BASKET.IT MY FINAL FOUR

MY Final Four

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Il magazine di MY-Basket.it sull'ultimo atto dell'Euroleague 2014-15

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12CURIOSITÀ SULLA

COMPETIZIONE

L’EPOPEA DEGLI ZAR - IL CSKA E’ ALLA TREDICESIMA FINAL FOUR IN QUINDICI ANNIE SE LA STORIA SI RIPETESSE? LE SIMILITUDINI TRA L’OLYMPIACOS E IL MACCABI

4PREVIEW DELLE SQUADRE

+

MAGAZINE DI MY-BASKET.IT

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GRAFICA E IMPAGINAZIONEGabriele Galluccio

REDATTORIMarco ArcariDavide QuarantaGabriele Galluccio

DISCLAIMERMY-Basket non è in alcun modo collegato all’Euroleague o ad altre compagnie o or-ganizzazioni e l’utilizzo dei marchi registra-ti appartenenti ai rispettivi proprietari è da considerarsi con finalità illustrative e non a fine di lucro. Tutte le foto contenute in questo magazine sono tratte dalla ricerca immagini di Google o dalle pagine Facebook ufficiali e sono state utilizzate per finalità non com-merciali.

www.my-basket.it

MY-BASKET.IT

CSKA MOSCAPresentazione, roster, statistiche 6FENERBAHCE ULKERPresentazione, roster, statistiche8OLYMPIACOSPresentazione, roster, statistiche 10QUINTETTO IDEALEIl miglior starting five di Euroleague 2014-1512L’EPOPEA DEGLI ZARIl CSKA è alla 13esima Final Four in 15 anni

LA STORIA SI RIPETE?Le similitudini tra Maccabi e Olympiacos

L’ULTIMO CAPOLAVOROIl Fenerbahce di Obradovi alle prime Final Four

//L’editoriale di Gabriele Galluccio

e c’è una cosa che noi di MY-Basket.it amiamo fare, questa è sicuramente il mettersi in gioco in tutti i campi. Dopo i vari numeri dedicati alla NCAA, al Draft NBA e alla Coppa Italia, abbiamo

deciso di aprirci anche alla pallacanestro europea, realizzando un magazine digitale sulle Final Four di Euroleague.

Nonostante le poche risorse e il tempo ancora minore, abbiamo profuso grande impegno per regalarvi questa piccola guida, che ci auguriamo possiate trovare esauriente e piacevole da leggere in vista della tanto attesa fase finale che si svolgerà a Madrid tra venerdì 15 e domenica 17 maggio. E che si promette molto interessante: il CSKA Mosca partirà (come quasi sempre) con i favori del pronostico, ma la storia ci insegna che in una competizione del genere tutto può accadere e tutto si può sovvertire.

Di certo non mancheranno elementi di grande interesse per seguire questa edizione: sarà la volta buona per l’armata russa? Il Real riuscirà a sfruttare il fattore campo? E se l’Olympiacos sorprendesse tutti? In attesa che il campo ci offra le risposte, vi auguriamo buona lettura!

Non solo college basketball, NBA e Serie A, ecco il primo speciale dedicato alla pallacanestro europea.

SREAL MADRIDPresentazione, roster, statistiche4

12 CURIOSITA’ SULLE F4La fase finale dell’Euroleague in pillole

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IL CAMMINO: 22 VITTORIE – 6 SCONFITTEPartiamo dal presupposto che i Playoffs contro l’Efes sono stati più equilibrati di quanto non dica il 3-1 finale in favore del Real: i castigliani, infatti, hanno rischiato più volte di perdere il controllo della serie, e solamente le individualità hanno permesso loro di conquistare le Final Four casalinghe. Certo, la stagione dei Blancos è stata da record sotto molti punti di vista, perciò Rudy & co. rimangono comunque i favoriti principali, insieme al CSKA Mosca.

STRENGHTS AND WEAKNESSESUn’altra stagione all’insegna di un basket frizzante e, a tratti, spettacolare, eppure qualche crepa nel sistema madrileno persiste. Partendo dai punti di forza, è impossibile non prendere in considerazione lo zoccolo duro spagnolo della squadra, che ormai si conosce a memoria e trova sempre il modo di togliere le castagne dal fuoco al proprio allenatore. Reyes è il totem cui aggrapparsi quando tutto sembra ormai perso, mentre Carroll è il bombardiere strategico, capace di spezzare la partita partendo dalla panchina; eppure qualche crepa c’è

POR NOVENA VEZ, GIOCANDO IN CASA: REAL MADRIDTra la voglia di riscatto e la paura di fallire per il terzo

anno consecutivo, ecco quello che dovete sapere sui

Blancos alla vigilia delle Final Four

Sergio Llull (#23) è l’ago della bilancia del Real grazie al suo smisurato talento e alla leadership che ha sempre dimostrato nei momenti cruciali delle partite

molti nel non riconoscere, come stella dei Blancos, uno tra Rudy Fernandez e Sergio Rodriguez; eppure non riesco a comprendere perché nessuno dedichi copertine e parole per un giocatore meraviglioso (e decisivo) come Llull. 10.3 punti e 5.8 assist di media in 28 partite giocate, una leadership straordinaria nei momenti chiave di ogni match e un talento smisurato, specialmente quando decide di andare in penetrazione: avrei potuto scegliere, forse banalmente, le altre due citate stelle madrilene, ma credo che in questa stagione Llull sia stato il vero e proprio ago della bilancia, quel giocatore che ha fatto la differenza tra il semplice vincere e l’arduo convincere. Il duello contro Heurtel, in gara-2 Playoffs contro l’Efes, è stato qualcosa di memorabile, che rimarrà indissolubilmente nelle pagine

del libro storico dell’Euroleague. Anche per quel duello, non ho dubbi nello scegliere l’ex-34esima scelta assoluta del Draft NBA 2009 (per i cui diritti i Rockets pagarono più di 2 milioni di $) come stella di questo Real Madrid.

I RECORD Durante la Regular Season i madrileni hanno riscritto il loro record societario per valutazione in un singolo match di Euroleague: infatti, nella terza giornata contro il Nizhny Novgorod, i Blancos hanno chiuso con un PIR (Performance Index Rating) di squadra pari a 158. Inoltre, questa stagione europea ha visto il Real stabilire ed eguagliare il primato all-time per assist di squadra in una singola gara: contro Nizhny Novgorod (30/10/14) e Dinamo Sassari (5/11/14) i madrileni hanno

messo a referto 33 assist di squadra, superando così il precedente primato di 31 assistenze, che apparteneva contemporaneamente a Panathinaikos, Maccabi Tel Aviv e Cedevita Zagabria.

IL COACH: PABLO LASO In Semifinale sfiderà il suo maestro Obradovic, che lo allenò al Real Madrid e con cui vinse la Coppa Saporta nel 1997 (ai tempi si chiamava Eurocoppa), per dimostrare di aver superato la crisi mistica patita nella Finale dello scorso anno, in cui le sue scelte fecero sfumare un successo praticamente già scritto alla vigilia. Se è pur vero il proverbio “non c’è due senza tre”, fallire per la terza volta consecutiva in Europa potrebbe costare la panchina.

Scritto da Marco Arcari

Credit photoLeo Hidalgo

e potrebbe pesare, considerando che il Real non può fallire per il terzo anno consecutivo. Innanzitutto Sergio Rodriguez sembra essere lontano parente di quel giocatore che l’anno scorso dominò in lungo in largo, e il Real Madrid ha bisogno della sua forma migliore per arrivare fino in fondo. La situazione lunghi, poi, potrebbe pesare in negativo, considerando che Bourousis e Mejri sembrano essere finiti ai margini delle rotazioni, obbligando

Ayon e Reyes a fare più di qualche straordinario. Infine, un limite grande, almeno nelle ultime due Final Four, è stato rappresentato dalle scelte di Laso durante i momenti caldi: l’anno scorso pagò la decisione di panchinare un Rodriguez in stato di onnipotenza, quest’anno dovrà dimostrare di saper gestire al 100% il collettivo a sua disposizione.

LA STELLA: SERGIO LLULLProbabilmente mi attirerò le ire di

A. NOCIONI - 8.4 ppg, 53.2% da due, 36.5% da tre, 3.7 rpg, 0.4 apg

F. CAMPAZZO - 2.8 ppg, 60.0% da due, 36.4% da tre, 0.5 rpg, 2.0 apg

F. REYES - 11.4 ppg, 53.0% da due, 29.4% da tre, 5.5 rpg, 1.0 apg

G. AYON - 8.0 ppg, 62.7% da due, 4.4 rpg, 1.7 apg

I. BOUROUSIS - 5.3 ppg, 54.3% da due, 20.0% da tre, 3.5 rpg, 1.0 apg

J. CARROLL - 9.4 ppg, 57.5% da due, 47.4% da tre, 2.0 rpg, 0.8 apg

J. MACIULIS - 3.7 ppg, 38.6% da due, 31.0% da tre, 2.5 rpg, 1.0 apg

K.C. RIVERS - 4.9 ppg, 44.6% da due, 37.5% da tre, 2.2 rpg, 1.2 apg

M. SLAUGHTER - 3.0 ppg, 66.0% da due, 2.0 rpg, 0.6 apg

S. LLULL - 10.3 ppg, 52.6% da due, 37.7% da tre, 1.8 rpg, 5.8 apg

R. FERNANDEZ - 13.0 ppg, 50.0% da due, 36.5% da tre, 3.4 rpg, 3.4 apg

S. RODRIGUEZ - 11.0 ppg, 48.8% da due, 38.2% da tre, 1.4 rpg, 5.1 apg

S. MEJRI - 4.4 ppg, 62.5% da due, 2.3 rpg, 0.1 apg

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IL CAMMINO: 25 VITTORIE – 3 SCONFITTE“L’armata rossa”, mai soprannome fu più azzeccato per una squadra di basket. Questa volta è davvero così, perchè una squadra che chiude la prima fase della competizione con 10 vittorie su 10 partite e perde la prima dopo altre 5 vittorie consecutive non può che essere chiamata in questo modo. Le uniche squadre riuscite nell’impresa di portare via lo scalpo al CSKA sono state Olympiacos e Fenerbahce alle top 16, e il Panathinaikos nella gara 3 della serie playoff (vittoria che, per la verità, sa tanto di “canto del cigno”, visto il 3-1 finale a favore della squadra di Itoudis). In febbraio, nel pieno delle top 16, arriva un innesto di peso, che sembra destinato a portare i favori del pronostico per la vittoria finale ancor più dalla parte dei russi: dopo le esperienze a Minnesota e Brooklyn, torna a vestire la casacca rossa per la terza volta un Andrei Kirilenko che non sembra aver perso l’abitudine a fare la differenza nelle due metà-campo. Nelle 28 gare giocate fino ad oggi, il CSKA ha avuto il miglior attacco della competizione con 86.3 punti di media, è stata la terza miglior squadra per rimbalzi totali a

L’ARMATA ROSSA NON VUOLE PIÙ FALLIRE: CSKA MOSCAIl cammino dei russi è stato impressionante, hanno

dominato in lungo e in largo. È la volta buona per

affermarsi finalmente nelle Final Four?

Scritto da Davide Quaranta

Credit photoMilos Teodosic

FB Official Page

partita (37.4) dietro a Stella Rossa e Vitoria, seconda negli assist (20.9) alle spalle del Real Madrid e la prima per percentuale da 3 punti (41.6%). Definirle statistiche “impressionanti” potrebbe anche risultare riduttivo.

STRENGHTS AND WEAKNESSES Per elencare quelli che sono i punti di forza della squadra basterebbe leggere tutto d’un fiato il roster, ma oltre ai grandi nomi, nella testa dei giocatori ci sono ancora le

immagini dell’ultima palla persa della semifinale di un anno fa contro il Maccabi, che ha regalato a Rice il canestro valido per spedire i gialli alla finalissima (poi vinta contro il Real Madrid). La voglia di rivincita sarà senz’altro un fattore positivo, ma arrivare da super favorita alle Final Four non è mai facile e tutti dovranno dimostrare di saper reggere la pressione, senza farsi schiacciare. Detto del lato psicologico, a livello tecnico l’unico

A. JACKSON - 6.9 ppg, 61.0% da due, 42.2% da tre, 2.5 rpg, 3.0 apg

A. KIRILENKO - 9.3 ppg, 52.5% da due, 50.0% da tre, 5.2 rpg, 1.1 apg

A. VORONTSEVICH - 8.7 ppg, 52.4% da due, 36.5% da tre, 5.8 rpg, 2.3 apg

D. NICHOLS - 4.4 ppg, 52.6% da due, 56.8% da tre, 2.0 rpg, 0.4 apg

K. HINES - 6.9 ppg, 62.8% da due, 4.3 rpg, 0.5 apg

M. MARKOISHVILI - 3.9 ppg, 60.0% da due, 37.5% da tre, 1.4 rpg, 0.9 apg

M. TEODOSIC - 15.0 ppg, 49.4% da due, 41.1% da tre, 2.8 rpg, 7.1 apg

N. DE COLO - 14.2 ppg, 51.4% da due, 46.0% da tre, 3.2 rpg, 3.2 apg

P. KOROBKOV - 2.9 ppg, 69.6% da due, 1.3 rpg, 0.3 apg

S. KAUN - 9.9 ppg, 68.8% da due, 4.4 rpg, 0.5 apg

S. WEEMS - 13.5 ppg, 46.3% da due, 38.3% da tre, 4.1 rpg, 3.5 apg

V. FRIDZON - 7.8 ppg, 40.6% da due, 42.6% da tre, 2.3 rpg, 1.5 apg

V. KHRYAPA - 1.1 ppg, 25.0% da due, 25.0% da tre, 1.8 rpg, 0.9 apg

Milos Teodosic (#4) si presenta a Madrid in qualità di miglior assist della competizione, ma soprattutto nel pieno della sua maturità cestistica e mentale

problema che potrebbe sorgere riguarda la dipendenza dal tiro da 3: nonostante la pluridimensionalità del roster, incappare in una serata storta al tiro dalla lunga distanza potrebbe rivoluzionare i piani partita, mettendo a rischio il successo finale, specie se dall’altra parte ci sono squadre organizzate come le altre tre che sono arrivate fino a Madrid.

LA STELLA: MILOS TEODOSIC Il playmaker serbo arriva alle Final Four con la palma di miglior assistman della competizione, grazie ai 7.1 passaggi vincenti che piazza ad ogni allacciata di scarpe. Proprio nella casella degli assist, Teodosic in questa stagione ha fatto registrare il career-high arrivando a 14 nella gara di top 16 del 22 gennaio contro l’Unicaja Malaga. Accusato spesso di sciogliersi nei momenti decisivi, per ora sta andando contro i suoi detrattori, mostrando una

grande maturità e incrementando le proprie statistiche personali in corrispondenza della serie playoff vinta con il Panathinaikos. Il passo decisivo, ovviamente, dovrà compierlo a Madrid, dimostrando di poter reggere il grandissimo palcoscenico con freddezza da leader, non solo realizzando punti, ma anche dando ritmo alle trame offensive, senza risultare troppo debole in difesa.

I RECORDNella gara del 29 gennaio contro il Nizhny Novgorod, il CSKA ha pareggiato il proprio record di punti segnati in gara singola, arrivando a quota 103, come successo in altre tre occasioni. Un altro record caduto durante questa stagione riguarda gli assist: nella partita di stagione regolare contro il Limoges, Teodosic e compagni ne hanno fatti registrare ben 30, piazzando così la miglior

prestazione all-time (della società) per quanto riguarda la speciale categoria. A livello individuale, invece, a Mosca possono anche vantare il miglior tiratore da 3 per percentuale della stagione 2014/15, ovvero quel Demetris Nichols che, con 21/37, viaggia con il 56.8% da dietro l’arco. Milos Teodosic, invece, si piazza al primo posto tra i migliori assistman dell’Euroleague, con 7.1 a partita.

IL COACH: DIMITRIS ITOUDIS Il coach greco si affaccia per la prima volta in carriera all’Eurolega da capoallenatore, dopo averla vissuta da vice del Panathinaikos dal 1999 al 2012. Lo scorso anno ha guidato i turchi del Banvit a un ottimo 28-2 nella regular season del campionato Turco e a un 8-8 in Eurocup. Con una squadra così forte, Itoudis è subito chiamato al successo, anche se la poca esperienza da coach potrebbe essere un problema.

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IL CAMMINO: 22 VITTORIE – 5 SCONFITTE Il percorso dei turchi si è chiuso in crescendo, grazie a una serie Playoffs portata a casa con un netto 3-0 contro i campioni in carica del Maccabi Tel Aviv; eppure, specialmente durante la Regular Season, qualche perplessità sul collettivo permaneva. A cancellare ogni dubbio, però, ci ha pensato l’arrivo (a fine dicembre 2014) di un leader naturale e carismatico come Nikos Zisis, che ha garantito una razionalizzazione dei possessi, permettendo così a Goudelock e Bogdanovic di ottimizzare le proprie giocate individuali. Complessivamente, in 27 partite, il Fenerbahce ha concesso 75.3 punti di media agli avversari e ha avuto il 3° miglior attacco della competizione, con 81.7 punti segnati a partita; inoltre, i turchi si sono piazzati al 6° posto per rimbalzi a partita (36.3) e, tra le quattro finaliste, sono la squadra che conquista più rimbalzi offensivi (11.3 a partita).

STRENGHTS AND WEAKNESSESSe trovare punti di forza in questo Fenerbahce è quasi banale, risulta molto più difficile rintracciare qualche

LA STORICA PRIMA VOLTA: FENERBAHCE ULKER ISTANBULObradovic ha plasmato la squadra a sua immagine e

somiglianza e il talento individuale è clamoroso: i turchi

possono sognare il colpo grosso?

Scritto da Marco Arcari

Credit photoFenerbahce Ukler

FB Official Page

pecca, sia essa strutturale o di gioco. Tra i punti di forza vanno annoverate sicuramente le individualità di giocatori come Goudelock, Bogdanovic, Vesely e Preldzic e il fatto che quest’anno Obradovic è riuscito a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza, dopo una prima annata ben al di sotto delle aspettative. C’è poi il fattore Nemanja Bjelica, con l’ala serba che ha disputato un’Euroleague da MVP, specialmente per l’incisività delle sue

giocate ai fini del risultato finale di ogni match e per le 8 doppie-doppie collezionate.I punti deboli, invece, si sostanziano nell’assenza forzata di Ricky Hickman, che lo scorso anno era stato fondamentale per la vittoria finale del suo Maccabi Tel Aviv, specialmente durante i Playoffs contro Milano, e che sicuramente si sarebbe replicato in queste Final Four di Madrid. Inoltre, l’incostanza dimostrata da Vesely potrebbe

A. GOUDELOCK - 16.4 ppg, 52.7% da due, 45.5% da tre, 2.1 rpg, 2.0 apg

B. BOGDANOVIC - 10.7 ppg, 43.9% da due, 35.7% da tre, 2.9 rpg, 2.7 apg

E. PRELDZIC - 6.1 ppg, 51.2% da due, 35.8% da tre, 2.8 rpg, 3.3 apg

J. VESELY - 11.1 ppg, 63.2% da due, 5.4 rpg, 0.8 apg

K. SIPAHI - 1.8 ppg, 52.9% da due, 19.2 da tre, 0.8 rpg, 0.8 apg

L. ZORIC - 5.7 ppg, 54.7% da due, 3.1 rpg, 0.4 apg

N. BJELICA - 11.9 ppg, 56.9% da due, 34.8% da tre, 8.6 rpg, 1.9 apg

N. ZISIS - 5.2 ppg, 46.2% da due, 32.0% da tre, 2.1 rpg, 3.5 apg

O. SAVAS - 5.3 ppg, 61.1% da due, 2.4 rpg, 0.9 apg

R. HICKMAN - 9.0 ppg, 33.8% da due, 32.8% da tre, 2.5 rpg, 2.0 apg

S. CETIN - 2.0 ppg, 50.0% da due, 80.0% da tre, 0.9 rpg, 0.7 apg

S. ERDEN - 4.7 ppg, 75.4% da due, 0.9 rpg, 0.7 apg

Andrew Goudelock (#0) è attualmente il miglior americano d’Europa e ha tanta voglia di rivincita, dopo aver deluso nella doppia-finale di Eurocup dello scorso anno

pesare in un match in/out, sebbene l’ex-Washington sembra aver trovato finalmente una sua dimensione in questo Fenerbahce.

LA STELLA: ANDREW GOUDELOCK“The Mini-Mamba” ha chiuso la stagione a 16.4 punti, 2.1 rimbalzi e 2.0 assist di media a partita, con il 45.5% da 3 punti; per 20 volte è andato in doppia cifra alla voce punti e ha chiuso al primo posto per canestri complessivi realizzati (172). Dopo questa carrellata di statistiche, è utile anche ricordare come Goudelock voglia prendersi una rivincita importante dopo il flop personale nella doppia-finale di Eurocup dello scorso anno, dove non riuscì a dominare come aveva fatto per tutta la competizione. Probabilmente, a oggi e per qualità offensive, l’ex-Lakers è il miglior giocatore statunitense che ci sia in Europa, sebbene non sia ancora in

grado di sfruttare il suo primo passo per caricare le difese avversarie di falli e non riesca ancora a gestire al massimo le scelte offensive.

I RECORD In questa edizione di Euroleague, i turchi hanno riscritto il record societario per triple realizzate in un singolo match della competizione, con 17 canestri da oltre l’arco a bersaglio nella 5° giornata di Regular Season contro il Bayern Monaco. I turchi sono 5° per percentuale da tre punti (con il 37.5%) in stagione, ma tra le 4 finaliste sono dietro a CSKA Mosca (41.6%) e Real Madrid (37.7%), piazzandosi davanti solamente ai greci dell’Olympiacos (35.5%).

IL COACH: ZELIMIR OBRADOVICSu Obradovic è stato detto tutto e poi tutto ancora, perciò rischierei di essere ripetitivo nel lodare un allenatore che riesce sempre

a ottenere il 100% da qualsiasi giocatore alleni. Sarà anche un sergente di ferro, vorrà anche avere carta bianca nella costruzione dei roster che poi deve allenare, ma possiamo quasi dire che tre cose sono certe nella vita: la morte, le tasse e le altissime possibilità di vincere un Euroleague se hai Obradovic come head coach. Il Santone serbo a Madrid giocherà la sua 14° Final Four da allenatore e proverà a conquistare la nona affermazione nella massima competizione europea per club.

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IL CAMMINO: 21 VITTORIE – 7 SCONFITTE La stagione europea dei biancorossi di Atene parte fortissimo, con 6 vittorie nelle prime 6 giornate del gruppo D che, a onor del vero, sembra il meno complicato dei 4 estratti dall’urna di Barcellona. Proprio grazie a questo filotto, l’Olympiacos si assicura così il primo posto al termine della Regular Season, utile per accedere a quelle Top 16 in cui gli avversari sono decisamente più impegnativi. Nonostante ciò, i greci riescono a vincere 8 delle prime 9 partite, chiudendo poi al terzo posto dietro a CSKA e Fenerbahce. Tale piazzamento accoppia la squadra di coach Sfairopoulos con il Barcellona di Navarro, Tomic e compagnia, per quella che (sulla carta) sembra una serie Playoffs dal pronostico abbastanza scontato. Dopo la sonora sconfitta in gara-1 (73-58), nella quale l’Oly non sembra poter neanche impensierire i catalani, ancora una volta vengono a galla il cuore e gli attributi di Spanoulis e soci, che dominano gara-2 (63-76) al Palau, mettono il naso avanti tra le mura amiche, portando a casa gara-3 per 73-71, e staccano il pass per le Final Four di Madrid vincendo

IL CUORE DEI CAMPIONI: OLYMPIACOSI greci sono alla terza Final Four in quattro anni: anche

stavolta non partono favoriti, ma avreste il coraggio di

scommettere contro di loro?

Scritto da Davide Quaranta

Credit photoOlympiacos B.C.FB Official Page

gara-4 per 71-68 grazie alla tripla a fil di sirena del solito Printezis. Nelle 28 gare giocate l’Olympiacos ha concesso agli avversari solo 71.2 punti a partita, che le garantiscono il primo posto tra le difese dell’Eurolega 2014/15. Sebbene l’attacco non sia stato sfavillante (75.0 punti di media, con ben 19 squadre che hanno fatto meglio), notevole è la cifra degli assist a partita (17.7), che vale il quinto posto in questa speciale classifica.

STRENGHTS AND WEAKNESSESPer la terza volta nelle ultime quattro edizioni l’Olympiacos arriva alle Final Four e, anche in questo caso, lo fa senza i favori del pronostico: giocare senza pressione è sicuramente qualcosa che volge a favore dei greci, che sanno di aver già compiuto qualcosa di miracoloso ai Playoffs, ribaltando il fattore campo contro quella che sembrava “l’invencible armada” del Barcellona. A livello individuale, le chiavi dell’attacco

B. DUNSTON - 7.3 ppg, 54.9% da due, 4.5 rpg, 0.6 apg

B. PETWAY - 5.7 ppg, 60.6% da due, 31.9% da tre, 3.7 rpg, 1.0 apg

D. AGRAVANIS - 4.4 ppg, 61.0% da due, 23.5% da tre, 2.7 rpg, 0.4 apg

G. PRINTEZIS - 12.2 ppg, 56.8% da due, 30.2% da tre, 4.8 rpg, 0.7 apg

I. PAPAPETROU - 3.4 ppg, 53.8% da due, 45.5 da tre, 1.3 rpg, 0.3 apg

K. SLOUKAS - 6.4 ppg, 35.8% da due, 32.7% da tre, 1.9 rpg, 3.1 apg

M. LOJESKI - 9.5 ppg, 52.7% da due, 43.8% da tre, 3.9 rpg, 1.7 apg

O. HUNTER - 8.4 ppg, 62.2% da due, 3.9 rpg, 0.6 apg

O. LAFAYETTE - 7.1 ppg, 36.1% da due, 41.0% da tre, 2.2 rpg, 2.7 apg

T. DARDEN - 4.5 ppg, 44.7% da due, 27.3% da tre, 1.9 rpg, 0.6 apg

V. MANTZARIS - 5.3 ppg, 61.8% da due, 39.0% da tre, 2.3 rpg, 2.5 apg

V. SPANOULIS - 14.9 ppg, 48.3% da due, 34.1% da tre, 1.9 rpg, 5.7 apg

Vassilis Spanoulis (#7) sta disputando una stagione stellare, ha saldamente in mano le chiavi della squadra ed è pronto a illustrare la via verso il successo

sono affidate a Spanoulis che, sebbene non al meglio, ha castigato i blaugrana in 3 dei 4 episodi della serie. Insieme a lui, Printezis rappresenta il grande punto di forza dei biancorossi: oltre a dimostrarsi decisivo in attacco, ha saputo dare dimensione difensiva alla squadra in collaborazione col due volte miglior difensore dell’Eurolega Dunston, fresco di conferma del premio. La debolezza principale, specialmente se rapportata alle altre tre squadre partecipanti, sta nella poca incisività di chi esce dalla panchina: i nomi sono di tutto rispetto, ma ancora qualche gradino sotto rispetto alle seconde linee degli avversari, che, tra gli altri, possono vantare giocatori come Kirilenko, De Colo, Carroll, ecc. La povera produzione offensiva che ha contraddistinto la squadra durante tutto il cammino può risultare un altro grosso problema, soprattutto se si pensa alla grande intensità difensiva che squadre come Fenerbahce, CSKA e Real Madrid mettono in campo nell’arco dei 40 minuti.

LA STELLA: VASSILIS SPANOULIS Il playmaker greco sta disputando una stagione stellare, caratterizzata da 14.9 punti di media, ai quali aggiunge 5.7 assist e 5.8 falli subiti. Durante la regular season è stato il primo per tiri liberi segnati (46), il miglior realizzatore della prima fase (17.5 ppg), il secondo per tiri liberi tentati (63) e il terzo per falli subiti (6.8). All’interno di questa stagione, Spanoulis ha fatto registrare il proprio career-high nei punti segnati (34 contro il Neptunas Klaipeda) e negli assist (10 contro il Fenerbahce Istanbul). Nelle tre Euroleague vinte (2009 con il Panathinaikos, 2012 e 2013 con l’Olympiacos) il numero 7 ha sempre portato a casa il trofeo di MVP delle Final Four, che si aggiunge a quello di MVP della stagione regolare 2012/13.

I RECORD Quest’anno l’Olympiacos non è riuscito a riscrivere nessun record societario. Tuttavia ci sono comunque prestazioni degne di nota,

come i 26 assist smazzati contro il Galatasaray in stagione regolare (terza prestazione all-time della squadra nella massima competizione europea) e le 13 triple segnate nelle gare contro il Neptunas (stagione regolare) e il Barcellona (playoff), che si piazzano al quarto posto della graduatoria.

IL COACH: GIANNIS SFAIROPOULOS Riuscire a portare la propria squadra alle Final four alla prima grande panchina della carriera non è cosa da poco, ma il 48enne ex Panionios non è propriamente nuovo ai grandi palcoscenici della pallacanestro: già assistant coach all’Olympiacos dal 2005 al 2008, nel 2011/12 ha vissuto il successo alle Final four dall’altra parte della barricata, ovvero come assistente di Kazlauskas sulla panchina di quel CSKA Mosca battuto dall’ormai storico semigancio di Printezis. Che possa presentare il conto alla storia, riprendendosi ciò che un suo attuale giocatore gli tolse? Una parte di Grecia lo spera.

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Dall’esperienza mondiale con la sua Serbia è un giocatore completamente trasformato, capace di gestire al 100% un collettivo di talento come quello del CSKA e di non tremare più quando i possessi iniziano a diventare decisivi. Nonostante l’infortunio che lo ha tenuto fuori per metà Regular Season, Teodosic ha disputato una stagione da miglior play europeo, stabilendo la 2° miglior media-assist nella storia della competizione, con 7.1 assist in 23 partite, e arrivando anche al 2° posto all-time per assist complessivi in una singola stagione, con 163 (dietro ai 180 di Diamantidis dello scorso anno). Il play del CSKA ha anche chiuso con 15 punti e 3 rimbalzi di media, formando con De Colo la miglior coppia di piccoli che ci sia oggi in Europa. Certo, ora viene il bello, poiché i moscoviti sono chiamati a vincere un trofeo che manca dal lontano 2008, nonostante i budget stratosferici di cui i russi hanno potuto disporre negli ultimi anni; Teodosic, però, è rinato dall’esperienza mondiale, perciò siamo pronti a scommettere che sarà assoluto protagonista anche alle Final Four di Madrid.

IL QUINTETTO IDEALEDI EUROLEAGUE 2014-15

Marco Arcari compone un personale starting five con i migliori giocatori di questa stagione europea

Premesso che il suo ruolo naturale è quello di ala grande, siamo obbligati a inserirlo come ala piccola nel nostro quintetto ideale per la scelta che faremo nello spot di “ala grande”. 11.9 punti, 8.6 rimbalzi di media nelle 27 partite disputate prima della fase finale, in cui ha fatto registrare ben 8 doppie-doppie, oltre ad aver raggiunto il 3° posto all-time per rimbalzi catturati in una singola stagione, con 231 (primo non-centro in questa speciale classifica). Avendolo visto giocare dal vivo nei due match a Milano contro l’Olimpia, posso assicurare che è un giocatore molto più dominante di quanto non dicano le statistiche: timing difensivo da primo della classe, senso della posizione e q.i. cestistico fuori dal comune e tanta, ma tanta, garra, nonostante la faccia da bravo ragazzo.

Sul centro della Stella Rossa di Belgrado abbiamo detto già molto (qui un approfondimento), forse quasi tutto. Ha riscritto record su record, è stato il leader statistico dei serbi, ha condotto i compagni a una storica qualificazione alle Top 16 ed è stato una macchina di doppie-doppie (ben 16 su 24 partite disputate). Barcellona e Real Madrid si sono già mosse per metterlo a roster nella prossima stagione, poiché nessun pari-ruolo sembra poterlo limitare in Europa e poiché offre numeri disumani con un minutaggio da panchinaro: 16.6 punti e 10.7 rimbalzi di media in soli 27’ a partita sul parquet. Sicuramente, dopo aver disputato una stagione da MVP, merita un’occasione in un top-team europeo, se non altro per provare a togliersi la soddisfazione di arrivare fino in fondo alla massima competizione europea per club.

Se lo hanno soprannominato Mini-Mamba un motivo ci dovrà pur essere, e in questa stagione ci ha dato qualche spiegazione. Partendo dall’incredibile 10/13 da 3 punti contro il Bayern Monaco, che rappresenta un record all-time per triple realizzate in un singolo match, passando dalle 6 gare di Top 16 con oltre 20 punti segnati, e arrivando, infine, al layup che ha deciso l’overtime tra il suo Fenerbahce e il Maccabi Tel Aviv, con i turchi che si sono guadagnati così la prima qualificazione alle Final Four della loro storia. 16.4 punti di media, tirando con il 52.7% da 2 e il 45.5 % da 3, 20 partite in doppia cifra per punti realizzati e un talento offensivo che, quando sfruttato a dovere, non ha eguali in Europa; con 443 punti segnati prima della fase finale, Goudelock si aggiudicherà sicuramente l’Alphonso Ford Trophy, riservato al miglior marcatore della competizione. Ora, però, viene il difficile, perché il talento del Fenerbahce deve dimostrare di essere decisivo anche nella fase finale, a differenza della scorsa Eurocup con la maglia dell’Unics Kazan.

L’uomo della provvidenza, il Pericle del XXI secolo, il giocatore cui affidare sempre, costantemente, inevitabilmente il tiro decisivo. La sua tripla che ha permesso all’Olympiacos di andare alle Final Four meriterebbe di essere narrata in qualche poema di stampo e derivazione omerici. Nonostante siano solo 18 le partite giocate da Printezis in questa stagione europea, il riconoscimento dell’essere inserito nel nostro quintetto ideale è meritato soprattutto per la serie Playoffs giocata contro il Barça, in cui l’ala dell’Olympiacos ha dominato costantemente. 12.2 punti e 4.8 rimbalzi di media finora nella competizione, a testimonianza del ruolo fondamentale che la 58° scelta assoluta al Draft 2007 svolge in questo Olympiacos; considerando che il nostro quintetto ideale potrebbe essere riproducibile nella realtà come uno starting five, sarebbe un peccato capitale non inserire Printezis, se non altro per i suoi attributi.

PG - MILOS TEODOSIC

AP - NEMANJA BJELICASG - ANDREW GOUDELOCK

AG - GIORGOS PRINTEZIS C - BOBAN MARJANOVIC

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Il CSKA Mosca è alla tredicesima Final Four negli 15 quindici anni, ma non vince dal 2008

Con la qualificazione alle Final Four di Madrid 2015, il CSKA è arrivato alla tredicesima fase finale dell’Euroleague, in 15 anni di esistenza della competizione, dopo lo storico spartiacque rappresentato dalla stagione 2000/2001, in cui la FIBA tentò di rispondere alla creazione dell’Euroleague Basketball Company dando vita all’esperienza singolare (poiché durò solo un anno) della SuproLeague.

Storicamente, nel 1493 Ivan III si proclamò autocrate di tutte le Russie, utilizzando il titolo di “czar”, poiché si riteneva il legittimo erede dell’impero romano e considerava Mosca come la “terza Roma”, erede sia della Roma imperiale, sia di Costantinopoli (l’antica Bisanzio), in cui le effigi dell’impero romano erano rimaste in vita (come impero romano d’Oriente) dopo il 476 d.C. Il termine “czar” deriva, verosimilmente, dal latino “Caesar”, appellativo con cui ci si rivolgeva all’imperatore. Vi domanderete il perché di questa divagazione, squisitamente storica e probabilmente superflua. La risposta è subito servita: nell’uso comune, infatti, il termine latino è usato come sinonimo di “imperatore”, e parlando di basket potremmo definire il CSKA Mosca come squadra imperatrice nella storia della Euroleague, se non altro per continuità di risultati.

Nemmeno il Panathinaikos o l’Olympiacos sono riusciti ad

ottenere così tante partecipazioni alle Final Four: il PAO si è fermato a 7, fregiandosi però di ben 4 vittorie, mentre l’Olympiacos è arrivato alle Final Four per 5 volte, collezionando lo storico back-to-back tra 2012 e 2013, in attesa di quel che sarà a Madrid.

Eppure, nonostante le 13 partecipazioni alla fase finale, i moscoviti hanno trionfato in sole due occasioni (in termini percentuali, il rapporto tra vittorie e F4 giocate è di poco superiore al 15%); la continuità è spaventosa, ma le affermazioni continentali sono state poche, specialmente considerando il livello di giocatori e il budget a disposizione per ogni singola stagione. Già, il budget, un aspetto che a Mosca sembra non conoscere limiti, tanto che Bertomeu, presidente e CEO di Euroleague Basketball Company, nel maggio 2014 rilasciò un’intervista a Il Sole 24 Ore, dichiarando che il budget annuale pro-squadra andava da un massimo di 46 milioni di € a un minimo di 3 milioni (con una media di 14 milioni circa). Non è difficile intuire come il budget massimo fosse appannaggio del CSKA, a testimonianza delle pressoché illimitate potenzialità economiche dei russi.

Il successo, però, manca dal lontano 2008 e, guarda caso, in quell’anno le Final Four si svolsero proprio a Madrid: l’allenatore era un certo

L’EPOPEA DEGLI ZAR

Scritto daMarco Arcari

Credit photoCSKA Moscow

FB Official Page

Ettore Messina e in quel CSKA giocava gente come Langdon, J.R. Holden, Siskauskas, Smodis e Papaloukas. Dopo quell’affermazione, il massimo risultato ottenuto dall’Armata Rossa è stato il 2° posto in due occasioni (Berlino 2009 e Istanbul 2012); perciò è chiaro come questo possa essere l’anno di una rivincita collettiva o di un’affermazione personale. La rivincita collettiva parte da quei giocatori che di Final Four ne hanno giocate eccome, senza però mai trionfare con la propria squadra. Sto parlando, innanzitutto, di Milos Teodosic, che con l’edizione di Madrid arriva alla 6° Final Four giocata in carriera, con nessun successo all’attivo. Il play serbo, tuttavia, sembra aver ritrovato la forma mentale migliore per risultare decisivo anche nei finali punto a punto e per gestire saggiamente anche i possessi che pesano; inoltre, deve dimostrare di poter giocare ancora come ha fatto durante i Mondiali dello scorso settembre, in cui è stato il vero leader della squadra rivelazione del torneo, per riscattarsi dopo gli errori commessi nei minuti finali della Semifinale dello scorso anno contro il Maccabi.

L’affermazione personale, invece, potrebbe essere quella di un coach che a soli 20 anni già allenava l’U18 del KK Zagabria. Dimitris Itoudis, infatti, è uno dei volti nuovi tra gli allenatori europei di maggior prospettiva, e sembra aver già trovato le misure giuste per condurre questo CSKA a traguardi importanti. Ovviamente, il banco di prova più importante arriva proprio adesso, ma credo che il coach greco abbia tutte le carte in regola per conquistare una vittoria finale al primo anno sulla panchina dei moscoviti, potendo puntare (Obradovic permettendo) anche al riconoscimento di “Coach of The Year”.

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E SE LA STORIA SI RIPETESSE?Ecco tutte le similitudini tra l’Olympiacos di quest’anno e il Maccabi Tel Aviv che si è laureato campione nella scorsa edizione

Confrontando il cammino stagionale degli eroi del Pireo con quello del Maccabi Tel Aviv dello scorso anno, qualche similitudine è riscontrabile e potrebbe far ben sperare i tifosi dei Reds di Atene. Anticipiamo subito che avere Vassilis Spanoulis in squadra è uno di quei fattori che fa aumentare esponenzialmente le tue probabilità di vittoria finale: “Kill-Bill” sembra pronto a recitare un altro importante capitolo della sua straordinaria carriera, nonostante l’infortunio che lo ha parzialmente limitato durante i Playoffs contro il Barcellona di Navarro & co. Tornando alle similitudini con il cammino degli

israeliani nella scorsa stagione, partiamo da qualche statistica. Nella Regular Season e nei Playoffs, Olympiacos e Maccabi hanno avuto un percorso identico in termini di vittorie/sconfitte: 8-2 in Regular Season e 3-1 ai Playoffs. Nei Playoffs, poi, entrambe le squadre hanno trovato un turning-point, sebbene qualitativamente diverso in termini di punteggio finale e di controllo del match, durante gara-3: il Maccabi dominò l’Olimpia Milano con un Hickman sublime, mentre l’Olympiacos ha regolato di misura il Barça grazie alla premiata ditta composta da Spanoulis e Printezis.

Entrambe hanno affrontato o dovranno affrontare, nel caso dei greci, il CSKA Mosca in semifinale, a testimonianza di come il cammino sia più simile di quanto possa sembrare a prima vista.

Proseguendo con le affinità, entrambe le squadre sono arrivate alle rispettive Final Four come le meno accreditate alla vittoria finale, ma probabilmente quelle con più carattere e killer-instinct. Il Maccabi dello scorso anno aveva un leader-maximo (termine che va mutuato dal contesto politico, ovviamente) in coach David Blatt,

Scritto da Marco Arcari che seppe sfruttare ogni mismatch

a favore e che pianificò con cura maniacale anche i più piccoli dettagli. L’Olympiacos di questa stagione ha un coach, Giannis Sfairopoulos, che è alla prima esperienza nella massima competizione europea per club, dopo aver guidato il Panionios Atene nelle scorse due stagioni di Eurocup, ma che ha dimostrato di aver assimilato alla perfezione le gerarchie già esistenti nel collettivo dei Reds, affidando anche ruoli importanti a giocatori come Mantzaris e Petway.

A livello di talento complessivo, le due squadre sono accomunate dal fatto di essere quelle meno “attrezzate” per le rispettive fasi finali. Il Maccabi non aveva un leader offensivo che dominasse a livello statistico, bensì un collettivo capace di portare ben sei giocatori oltre i 9 punti di media durante tutta la competizione. L’Olympiacos il leader offensivo ce l’ha eccome, ma riesce comunque a fare del collettivo un’arma importante, trovando risposte anche da giocatori che, in certi periodi dell’anno, erano sembrati fin troppo sottotono.

Un altro elemento in comune è dato

dal reparto centri, in cui Tyus per il Maccabi e Hunter per l’Olympiacos hanno disputato probabilmente la loro miglior stagione europea. Il primo ha dominato le Final Four milanesi, specialmente grazie alla doppia-doppia e alle stoppate nella Finale contro il Real Madrid; il secondo ha chiuso questa stagione con 8.4 punti e 4.9 rimbalzi in soli 19’ e spicci di media. Proprio centri atletici come Tyus e Hunter garantiscono una presenza difensiva che squadre come il Real Madrid hanno sofferto lo scorso anno, e potrebbero risoffrire nelle Final Four imminenti. In quest’ottica, poi, non va sottovalutata la presenza di un giocatore fondamentale per le rotazioni dei greci, qual è Bryant Dunston, recentemente insignito, per il 2° anno consecutivo, del premio di “Miglior Difensore” dell’Euroleague. Dunston garantisce una presenza difensiva che, con tutta probabilità, nessun altro in Europa può far valere, con ottime letture sul pick&roll avversario e timing nella stoppata da primo della classe.

Un’ultima similitudine tra il Maccabi e l’Olympiacos è la presenza di due giocatori capaci di vincere le partite da

soli, seppure con modalità differenti. Per gli israeliani sto parlando di Tyrese Rice, che dominò la Finale contro il Real Madrid con 14 punti nell’overtime (su 25 totali di squadra), aggiudicandosi meritatamente il riconoscimento di MVP delle Final Four. Per i greci, invece, il giocatore decisivo ai fini della vittoria di un’Euroleague è sicuramente, oltre all’eterno Spanoulis, un certo Georgios Printezis, il cui gancio nella Finale di 3 anni fa contro il CSKA è ormai una pagina storica di questa competizione. Quest’anno l’ala si è ripetuta con un buzzer-beater da 3 punti che ha garantito ai “terribili ragazzi del Pireo” un posto nelle Final Four, eliminando il Barça, e sono pronto a scommettere che non mancherà di strabiliarci anche durante la fase finale della competizione.

Le similitudini tra le due squadre, per quanto puramente statistiche e a volte soggettivamente constatate, sono più di quante ci si potesse immaginare, perciò l’Olympiacos, se non altro, può scaramanticamente sognare. Sognare in grande.

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Poco più di un anno fa, faceva il giro del mondo il video di Obradovic che accompagnava Bjelica verso il tunnel degli spogliatoi, accusandolo di pigrizia. Oggi, quella squadra che non si era adattata bene al forte carattere del suo allenatore è solo un ricordo, perché il Fenerbahce è pronta a giocare da protagonista la prima Final Four della sua storia. E quel Bjelica troppo freddo e svogliato adesso è il miglior giocatore non solo dei turchi, ma anche dell’intera Euroleague, stando al premio di MVP assegnatogli recentemente.

Ma come ha fatto il Fenerbahce a diventare in un solo anno un top team della massima competizione europea, dopo che nella scorsa edizione non era riuscita ad andare oltre le Top 16? La spiegazione principale va ricercata in Zeljko Obradovic, chi sennò? La scorsa estate l’allenatore slavo ha ottenuto indiscusso potere nella costruzione della squadra e un budget spropositato, che ha saputo utilizzare nel migliore dei modi per mettere insieme un gruppo che potesse rispecchiare le sue idee di pallacanestro. Bojan Bogdanovic è stato sostituito con Bogdan Bogdanovic, una delle stelle emergenti dell’Eurolega, Bo McCalebb è andato via e al suo posto è arrivato Andrew Goudelock, che già aveva fatto vedere doti importanti in Eurocup e che quest’anno si è affermato in qualità di eccezionale realizzatore, con i 20-25 punti che ha sempre tra le mani. Inoltre, Omer Onan si è ritirato ed è diventato assistente di Obradovic, anche per non perdere una figura fondamentale dello spogliatoio, e sono arrivati un grande talento atletico come Jan Vesely e il sempre valido Nikos Zisis, uno che con la sua esperienza fa ancora la differenza a questi livelli.

L’inizio di stagione non è stato facile, dato che i turchi sono incappati in alcune sconfitte abbastanza sorprendenti sia in campionato che in Eurolega. Ma non appena sono state raggiunte le Top 16 e il livello della competizione ha cominciato ad alzarsi, la squadra ha trovato sempre più la quadratura del cerchio ed è cresciuta in maniera esponenziale, esibendo una pallacanestro piacevole, rapida e a tratti spettacolare, che si basa molto sul tiro da tre punti. Il momento in cui il Fenerbahce è stato pienamente riconosciuto in tutta la sua forza è legato sicuramente alla serie di Playoffs con i campioni in carica del Maccabi Tel Aviv, che sono stati praticamente sbattuti fuori con molta più facilità del previsto.

Comunque vadano le Final Four, Obradovic ha già

compiuto l’ennesimo capolavoro, riuscendo a plasmare un gruppo a sua immagine e somiglianza, disposto a lavorare duro e a sacrificarsi per ottenere risultati importanti, a conferma del fatto che stiamo parlando di uno dei migliori allenatori nella storia della pallacanestro europea, se non proprio il migliore in assoluto. Il serbo ha già vinto otto volte la massima competizione per club, e di certo a Madrid non ci andrà solo per partecipare, ma si giocherà tutte le sue carte per cercare un successo che sarebbe piuttosto clamoroso. Il primo ostacolo è rappresentato dal Real Madrid, con il quale tra l’altro ha vinto l’Eurolega nel 1995, guarda caso l’ultima messa in bacheca dai blancos. Non sarà per niente facile superarlo, ma Zeljko sa che partendo senza pressione potrà sorprendere un avversario che invece ne ha tanta sulle sue spalle, dato che in tre delle ultime quattro Final Four ha deluso parecchio.

Vi immaginate in trionfo del Fenerbahce alla sua prima partecipazione all’ultimo atto dell’Eurolega? Un’impresa che solo una leggenda come Obradovic può realizzare.

DI GABRIELE GALLUCCIOL’ULTIMO CAPOLAVORODall’eliminazione alle Top 16 alla qualificazione alle Final Four, in un solo anno. Ecco come Zeljko Obradovic ha trasformato il Fenerbahce

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T-Mac & Pablo

Il re degli MVP

Ancora in Spagna

La prima volta

Top scorer

La Finale 3° posto tra Montepaschi e Tau Ceramica fu l’unica partita di Fi-nal Four in cui un giocatore arrivò in doppia cifra per assist smazzati; per la precisione i giocatori furono due, ovve-ro McIntyre (12) e Prigioni (11). Nessun altro è mai riuscito a superare i 9 assist in un singolo match della fase finale.

Delle 14 edizioni finora disputate, il Panathinaikos è la squadra che vanta più vittorie, con 4 affermazioni (2002, 2007, 2009, 2011), davanti al Macca-bi Tel Aviv (3 vittorie) e a Barcellona, Olympiacos e CSKA Mosca (con 2 suc-cessi a testa). La squadra vincitrice che manca all’appello? La Virtus Bologna, che trionfò nel 2001, sebbene in quella stagione sportiva non era presente la formula delle “Final Four”, ma Semi-finali e Finale si giocassero in serie al meglio delle 5 gare.

Con l’edizione di Madrid 2015 si arriva alla quarta volta in cui la fase finale di Euroleague è ospitata da una città spagnola. Precisamente, le edizio-ni disputate nella terra di quelli che furono i famosi “Re Cattolici” (Ferdi-nando di Aragona e Isabella di Cas-tiglia) sono ripartite equamente tra Madrid e Barcellona: nella capitale fu ospitata anche l’edizione 2008, men-tre nel 2003 e nel 2011 la sede os-pitante fu proprio il capoluogo della Catalogna.

Considerando la competizione nella sua interezza, quindi senza la distinzione tra edizione FIBA e edizione ULEB, le prime Final Four di Coppa Campioni furono disputate a Bologna nel 1966 e videro il trionfo dell’Olimpia Mi-lano. A quell’edizione partecip-arono anche CSKA Mosca, AEK Atene e Slavia Praga e la Finalis-sima fu disputata il 1 aprile 1966; il Simmenthal Milano trionfò su Praga grazie ai 21 punti di Gabri-ele “Nane” Vianello.

Il giocatore che ha segnato più punti in una Finalissima di Euroleague è Manu Ginobili, che nel 2002, contro il Pana-thinaikos, realizzò 27 punti (6/10 dal campo e 12/13 ai liberi). Segue Tyrese Rice che, nell’edizione milanese dello scorso anno, ne mise a referto 26 e ai-utò il Maccabi a vincere contro il Real Madrid. Al 3° posto in questa speciale graduatoria, infine, si fermano Will By-num (Maccabi-CSKA 2008), Theo Pa-paloukas (CSKA-Panathinaikos 2007) e Matjaz Smodis (Virtus Bologna-Pana-thinaikos 2002) con 23 punti a testa.

Vassilis Spanoulis è il giocatore che è stato nominato più volte MVP delle Final Four, tre per l’esattezza. Alle sue spalle Dejan Bodiroga e Dimitris Diamantidis, entrambi con 2 affermazioni personali. Nella storia della Coppa Campioni, solo Toni Kukoc riuscì a vincere per 3 volte il premio di miglior giocatore della fase fi-nale (1990-1991-1993).

Plurivincitori

12 CURIOSITÀ SULLE F4Questione di rimbalzi

42.3

Italia, Spagna, Grecia

Scarto maggiore

Presenze

Le leggende

Il CSKA Mosca conquistò 55 rimbalzi di squadra nella finale per il terzo posto del 2005 contro il Panathinaikos, stabilendo un primato per singolo match di Final Four. In quell’occasione furono ben tre i giocatori a chiudere con una doppia-doppia: David An-dersen (14 punti – 15 rimbalzi) e Dimos Dik-oudis (17+10) per i moscoviti, Mike Batiste (28 punti – 10 rimbalzi) per gli ateniesi.

La percentuale media da 3 punti (30/71) di Juan Carlos Navarro in tutte le partite di Fi-nal Four giocate, a fronte del 38.3% di media in Euroleague. L’eliminazione ai Playoffs, per mano dell’Olympiacos, brucia ancora in casa Barça, tanto che la dirigenza sta pian-ificando di rivoluzionare completamente il roster in vista della prossima stagione.

Sono le uniche tre nazioni che han-no avuto contemporaneamente due squadre nelle stesse Final Four. Vi ri-uscì per prima l’Italia, che all’edizione 2002 (con sede a Bologna) vide qual-ificarsi la Virtus e la Pallacanestro Treviso; seguirono la Spagna, con Bar-cellona e Saski Baskonia nel 2006, e in-fine, la Grecia, con Olympiacos e Pana-thinaikos nell’edizione 2009. L’Italia, però, è l’unica nazione ad aver portato almeno 2 squadre nelle stesse F4 per tre anni consecutivi (2002-2003-2004).

Nel 2004 il Maccabi rifilò alla Virtus Bologna il maggior scarto punti per una singola Finale di Euroleague, vincendo 118-74. Il 167 di valu-tazione totale degli israeliani rap-presenta ancora oggi la 3° miglior performance all-time in un singolo match. Nella stagione seguente, il Maccabi conquistò il primato di sem-pre in questa speciale classifica nel match contro la Scavolini Pesaro (25 novembre 2004), chiudendo con una valutazione di squadra pari a 175.

Con un totale di 18 match gioca-ti, Theo Papaloukas è il giocatore che ha collezionato più presenze alle Final Four, sebbene abbia vinto l’Euroleague soltanto in due occasioni. Con 9 F4 dispu-tate (8 consecutive), il greco è il giocatore con più apparizioni nelle fasi finali da quando è nata l’Euroleague (gestita dall’ULEB). Alle sue spalle troviamo due fenomeni che hanno sempre militato nel CSKA: J.R. Holden e Victor Khryapa, con 16 presenze.

DI MARCO ARCARI

Solamente 4 giocatori, finora, sono sta-ti insigniti del riconoscimento di “Euro-league Legend”, grazie ai risultati per-sonali ottenuti durante la loro carriera nella massima competizione europea per club. I “Fab-Four” sono Juan Carlos Navarro, Theo Papaloukas, Ramunas Siskauskas e Sarunas Jasikevicius; di questi, solo “LaBomba” è stato insig-nito del riconoscimento mentre era ancora in attività, mentre Siskauskas è entrato nel club proprio nel giorno delle Semifinali dello scorso anno (16 mag-gio 2014).

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