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    Stelio MattioniLo scrittore perduto

    Intervista a Maria Mattioni

    Oblique Studio 2010

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    Stelio Mattioni. Lo scrittore perduto.Intervista a Maria Mattioni di Annalisa Bizzarri Oblique Studio 2010

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    La signora Maria Mattioni, moglie di Stelio, ha accet-tato che le rivolgessi qualche domanda riguardo allafigura e allattivit letteraria del marito.

    Allinizio degli anni Sessanta suo marito ha cono-sciuto Roberto Bazlen. Cosa ha rappresentato per

    lui questo incontro?

    Lincontro con Roberto Bazlen ha rappresentatoper Stelio linizio della sua parabola ascendentecome scrittore. Allinizio degli anni Sessanta hoaccompagnato Stelio a Venezia dove doveva incon-trare Bazlen riguardo a uno studio che stava condu-cendo su Saba. Bazlen, che era consulente editoria-le allEinaudi, aveva letto alcuni scritti di Stelio e liaveva apprezzati molto; perci gli chiese se stessescrivendo qualcosa e lo preg di inviargli tutto ilmateriale.

    E suo marito segu ci che gli disse Bazlen?

    Certamente. Raggiungemmo Bazlen in Inghilterra,dove risiedeva con la sua compagna Ljuba in unasplendida casa vicino allo stadio di Wimbledon.Stelio gli consegn qualche racconto che avevascritto nel corso degli anni precedenti e Bazlen fusoddisfatto al punto da proporli a Einaudi per una

    pubblicazione. Nel 1962, infatti, la casa torinesepubblic Il Sosia.

    In che modo avvenne il suo ingresso nella casa edi-

    trice Adelphi?

    stata una congiuntura fortunata. Bazlen allEinaudiera venuto a conoscenza dellinsoddisfazione di

    Luciano Fo, il quale era intenzionato a concluderelaccordo sulledizione delle opere di Nietzsche allacui pubblicazione Giulio Einaudi si era mostratocontrario, perch evidentemente la scelta non rien-trava nei piani editoriali della casa editrice. Fo,quindi, inform Bazlen della situazione e insieme,nel 1962, presero la palla al balzo fondando una casaeditrice che permettesse di pubblicare ci che a lorosembrava pi opportuno. Alla nascita di Adelphi,Bazlen port con s tutto il suo parco autori, e traquesti cera anche mio marito.

    Con Adelphi si instaurato un legame duraturo, tanto

    che suo marito ha pubblicato con la casa editrice mila-

    nese ben quattro romanzi, i quali, tra laltro, sono

    stati selezionati anche per diversi premi letterari.

    Bisogna fare una distinzione. Per quanto riguarda irapporti di lavoro, la presenza di Stelio in Adelphi sigiustifica poich cera una certa sintonia tra i pianieditoriali della casa editrice e le sue opere. Per quan-to riguarda, invece, i rapporti umani, Stelio li aveva

    molto diradati a seguito dalla morte di Bazlen per poiinterromperli del tutto.

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    A cosa dovuta dunque la pubblicazione delle

    opere di suo marito da parte della casa editrice

    Spirali negli anni Ottanta e Novanta?

    Stelio si era accorto che Adelphi, sotto la nuovadirigenza editoriale di Roberto Calasso, avevamutato lorientamento della narrativa. Stelio midiceva che aveva percepito tale cambiamento e chesi trovava a disagio; mi diceva che le sue opere con-tenevano delle tematiche e possedevano uno stileche erano allopposto dei piani editoriali della nar-rativa che si erano stabiliti in quel momento. Perquesto, allinizio degli anni Ottanta, Stelio si rivol-se a Spirali.

    Perch la sua scelta caduta proprio su Spirali e non

    su unaltra casa editrice?

    Semplicemente perch io e mio marito conosceva-mo personalmente (e io lo conosco tuttora) ildirettore editoriale Armando Verdiglione.

    Questultimo aveva acconsentito alla pubblicazionedi altri quattro romanzi di mio marito, i quali

    hanno avuto nel corso degli anni anche un discretosuccesso.

    Nel 1997 suo marito muore. Come reag lambienteculturale a questa perdita?

    Reag bene e male, nel senso che subito dopo la suamorte il Circolo della cultura e delle arti del comunedi Trieste organizz un convegno per ricordare la suafigura di scrittore e di personaggio, focalizzando lat-tenzione su ci che egli ha rappresentato per la cittdi Trieste, per la sua cultura e per i suoi abitanti.

    E poi?

    E poi non accadde nulla fino al 2002. Un giorno mitelefonarono dallAdelphi e mi chiesero lautorizza-zione per stampare e pubblicare un romanzo di miomarito, dal titolo Tulul. Anni addietro avevo conse-gnato alla casa editrice diversi manoscritti di miomarito. A questa richiesta, io acconsentii subito, entu-siasta, sperando in un rilancio dellopera e della figu-ra di mio marito. Ma cos non stato e per me restaun mistero il motivo per cui Adelphi ha deciso dipubblicare, allimprovviso, il romanzo di mio marito.Io, per, non avendo un buon feeling con il direttore

    editoriale Calasso, ho evitato di chiamare e di chiede-re spiegazioni. Cos quella pubblicazione, in pratica,non servita a niente e Stelio stato gettato nuova-mente nel dimenticatoio.

    Nel 2003, per, il Circolo della cultura e delle arti di

    Trieste, in collaborazione con la provincia, ha orga-

    nizzato un convegno dal titolo Breve viaggio nelmondo di Mattioni. Pensa che a partire da quellannoci sia stata una ripresa dellinteresse per suo marito?

    Non direi. L per l cominciai a sperare di nuovo, maoggi posso dire che si trattato di un episodio isola-to. Nonostante la presenza e gli interventi di intellet-tuali prestigiosi, stato un evento che ha avuto unarisonanza esclusivamente locale.

    Cosa stato organizzato e promosso alla commemo-

    razione dei dieci anni dalla scomparsa dello scritto-

    re, nel 2007?

    A Trieste alcune compagnie teatrali, come lArmonia(che Stelio aveva anche diretto), hanno portato in

    scena, con le dovute riduzioni,Il re ne comanda una, Sisina e il lupo, Tulul e Memorie dun fumatore,

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