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Promoting attractiveness, competitiveness and internationalisation of Agro-food Clusters of the Med Area
La sostenibilità dell’agroalimentare nel Mediterraneocodice di condotta
Il seguente elaborato è co-finanziato dalla Commissione Europea (progetto PACMAn). Gli autori sono i soli responsabili di quanto è contenuto nel presente documento.
La sostenibilità dell’agroalimentare nel Mediterraneo - Codice di condotta
© 2013
La realizzazione del presente e-book è stata coordinata da Paola Maccani (ERVET), Gianandrea Esposito (ERVET), Francesco Trapani (ERVET), Antonella Samoggia (Università di Bologna – Esperto per ERVET). Inoltre, si ringrazia tutto il gruppo di lavoro ed in particolare i partner del progetto PACMAn: Adral, Critt, Cut, Ervet, Info Murcia, Ivace, Kilkis CCI, Praxi Help-Forward, Provincia di Modena, Provincia di Parma.
Realizzazioni grafiche: www.musicanti.eu
All rights reserved. No part of this book may be reprinted or reproduced or utilised in any form or by any electronic, mechanical or other means, now known or hereafter invented, including photocopying and recording, or in any information storage or retrieval system, without permission in writing from the publisher or authors.
Codice ISBN 978-88-908954-1-8
Promoting attractiveness, competitiveness and internationalisation of Agro-food Clusters of the Med Area
La sostenibilità dell’agroalimentare nel Mediterraneocodice di condottaA cura di ERVETPaola MaccaniGianandrea EspositoFrancesco TrapaniAntonella Samoggia
Sostenibilità significato e strategie _______________________________________________________________ 101.1 Concetto di sostenibilità __________________________________________________________________ 11
1.2 Tematiche riguardanti la sostenibilità nell’agroalimentare ________________________________________ 12
Filiera agroalimentare soluzioni integrate per la filiera, la logistica e i sistemi di gestione ____________________________ 142.1 Filiera agroalimentare: definizione condivisa nel progetto PACMAn ________________________________ 15
2.2 Approccio della catena del valore ___________________________________________________________ 15
2.3 Criticità concernenti la sostenibilità nella filiera agroalimentare ___________________________________ 15
2.4 Quadro politico e normativo _______________________________________________________________ 16
2.5 Casi di studio di aziende agroalimentari innovative e sostenibili ___________________________________ 16
2.6 Opportunità ____________________________________________________________________________ 18
2.7 Raccomandazioni finali ___________________________________________________________________ 18
Innovazione tecnologie innovative, innovazione nei prodotti, processi e servizi _____________________________ 203.1 Criticità riguardanti la sostenibilità nel processo di innovazione ___________________________________ 21
3.2 Dati sull’innovazione _____________________________________________________________________ 21
3.3 Laboratori nell’area MED a supporto della sostenibilità nei segmenti PACMAn _______________________ 22
3.4 Istituti di formazione _____________________________________________________________________ 25
3.5 Leggi, regolamenti e politiche a supporto dell’innovazione nell’area MED ___________________________ 29
3.6 Rassegna bibliografica ____________________________________________________________________ 30
3.7 Raccomandazioni finali ___________________________________________________________________ 31
Indice
Gestione delle risorse ciclo di vita, impronta ambientale, gestione dei rifiuti, imballaggio sostenibile, risorse umane _______ 344.1 Criticità rilevate riguardanti la sostenibilità e la gestione delle risorse _______________________________ 35
4.2 LCA: Valuatione del Ciclo di Vita ___________________________________________________________ 35
4.3 Leggi e regolamenti/Politiche di sostegno della sostenibilità e della gestione delle risorse nell’Area MED ___ 40
4.4 Rassegna bibliografica ____________________________________________________________________ 42
4.5 Raccomandazioni finali ___________________________________________________________________ 45
Commercio ed esportazione commercio internazionale, distribuzione e logistica, standard e accordi commerciali ______________ 485.1 Criticità rilevate relativamente a commercio ed esportazione _____________________________________ 49
5.2 Internazionalizzazione e sostenibilità ________________________________________________________ 49
5.3 Rassegna bibliografica ____________________________________________________________________ 50
5.4 Leggi e regolamenti/Politiche di sostegno al commercio e all’esportazione nell’Area MED ______________ 52
5.5 Raccomandazioni finali ___________________________________________________________________ 52
Qualità e consumo sicurezza e qualità alimentare, stili di vita sani, informazione e supporto alla scelta dei consumatori _ 546.1 Criticità rilevate in materia di qualità e consumo _______________________________________________ 55
6.2 Opportunità ____________________________________________________________________________ 55
6.3 Certificazioni ___________________________________________________________________________ 55
6.4 Leggi e regolamenti ______________________________________________________________________ 59
6.5 Rassegna bibliografica ____________________________________________________________________ 59
6.6 Raccomandazioni finali ___________________________________________________________________ 60
Appendice
Indicatori di sostenibilità dei segmenti agroalimentari, generali e specifici, identificati dalla partnership PACMAn _ 64
Note _____________________________________________________________________________________ 70
01Sostenibilitàsignificato e strategie
Cos’è la sostenibilità?La sostenibilità del sistema agroalimentare è stata analiz-zata considerando quattro dimensioni: ambiente, econo-mia, educazione, etica.
Queste dimensioni possono essere complementari o in con-flitto e sono legate ad aspetti che riguardano la gestione di un’impresa e il contesto in cui opera, come ad esempio: pro-dotti e processi innovativi, ottimizzazione della logistica, ge-stione dei rifiuti, qualità e sicurezza dei prodotti, marketing re-sponsabile, formazione, efficienza dei processi aziendali, ecc.
Sostenibilità delle organizzazioni“La sostenibilità di un’impresa comprende strategie e prati-che che mirano a soddisfare le esigenze attuali dei portatori di interesse, garantendo allo stesso tempo la protezione, il sostegno e la valorizzazione delle risorse umane e naturali che saranno necessarie in futuro” (The Consumers Goods Forum, 2011).
Codice di condotta: metodologiaI partner del progetto hanno raccolto informazioni secondo il seguente modello condiviso:• Criticità riguardanti la sostenibilità nel settore agroali-
mentare• Leggi e regolamenti• Politiche a sostengo della sostenibilità nell’area mediterranea• Indicatori qualitativi e quantitativi• Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment - LCA)• Certificazione• Educazione e Formazione• Ricerca e Sviluppo• Casi studio• Rassegna bibliografica
I contenuti raccolti sono stati riorganizzati nelle seguenti aree tematiche: Filiera produttiva, Innovazione, Gestione delle Ri-sorse, Commercio ed esportazione, Qualità e consumo.
Per affrontare lo Sviluppo Sostenibile è importanteintrodurre la valutazione del “Ciclo di Vita di un prodotto”.
Il concetto di sostenibilità può essere legato a: l’intero sistema agroalimentare, la filiera, un singolo segmento/azienda.
Un singolo segmento/aziendaLa filiera
Il sistema agroalimentare
Servizi e reti
Ricerca e Università
Associazioni
Istituzioni finanziarie
Enti Pubblici
Altri enti
Produzione animalepesce, carne,
produzione casearia
Produzione vegetalepasta e biscotti, olio,
frutta e vegetali,acqua/caffè/tè,
vino/alcol
Mezzi tecnici
Agricoltura, Allevamento
Industrie Alimentari
Servizi
Commercio
Macchine per l’industria alimentare
Il concetto di sostenibilità può essere legato a
RaccomandazioniL’integrazione orizzontale può far fronte al limitato potere contrattuale mostrato dai produttori primari, in modo da ri-cevere una maggiore quota del valore aggiunto
es. organizzazioni di produttori e associazioni, cooperative agricole o consorzi.
La competitività delle filiere agroalimentari dipende dall’effi-ciente coordinamento delle relazioni tra gli attori economici e le istituzioni e gli enti pubblici che li affiancano
es. gli accordi scritti rappresentano uno strumento volto al miglioramento delle strategie organizzative delle filiere.
La razionalizzazione dei trasporti e della logistica mira a ri-durre i costi e a garantire margini più elevati, migliorando la qualità dei prodotti e riducendo l’impatto sull’ambiente, anche attraverso la riduzione delle perdite e sprechi lungo la filiera agroalimentare.
Criticità rilevateFrammentazione e mancanza di coordinamento all’interno dello stesso settore (frammentazione orizzontale).
Rapporti sbilanciati lungo la filiera (frammentazione verticale).
Mancanza di integrazione all’interno del sistema agroali-mentare.
Casi studio Associazione di produttori nel settore della produzione e trasformazione del pomodoro.
Integrazione verticale della filiera lattiero-casearia.
Sistema di gestione degli imballaggi in plastica riutilizzabili per tutta la filiera produttiva, che permettono con le loro sponde abbattibili di risparmiare spazi e costi nella movi-mentazione a vuoto (reverse logistics).
02Filiera agroalimentare soluzioni integrate di filiera, sistemi di gestione, logistica
Attività della filiera per la cooperazioneLe percentuali derivano dal sondaggio PACMAn 2012 che ha coinvolto 600 aziende agroalimentari dell’area MED.
Politiche e quadro normativo“Codice di condotta” per le filiere agroalimentari regionali.
Criteri per riconoscere le organizzazioni interprofessionali (OI).
Sostenere la capacità di aggregazione di impresa.
Sistema di informazione per la sicurezza alimentare per mi-gliorare la sostenibilità della filiera.
Risultati relativi al progetto PACMAnMappatura della filiera agroalimentare.
Database delle organizzazioni agroalimentari dell’area MED.
Azione pilota: Modello di Governance per la filiera agroali-mentare nell’area MED.
Report sull’indagine campionaria ad imprese agroalimen-tari dell’area MED.
Logistica e commercioTrasformazione
degli alimentiSistemi agricoli
di produzione alimentare
33% produzione
17% approvvigionamenti
9% gestione ambientale
38% nuovi prodotti
24% attività di ricerca e sviluppo
23% miglioramento dei processi
23% gestione dei talenti
20% imballaggio (packaging)
19% qualità,tracciabilità, sicurezza alimentare
17% tecnologie di conservazione alimentare
9% gestione ambientale
4% biotecnologia
45% marketing
31% logistica
26% distribuzionee vendita al dettaglio
03Innovazione tecnologie innovative, innovazione di prodottoe di processo
RaccomandazioniGarantire strumenti di trasferimento tecnologico per mi-gliorare la collaborazione e lo sfruttamento dei risultati della ricerca da parte delle imprese.
Organizzare attività di formazione professionale perma-nente, presupposto per politiche di innovazione di successo.
Promuovere la ricerca a livello transnazionale attraverso la cooperazione tra attori economici, autorità pubbliche e comunità di ricerca impegnate in tematiche relative all’in-novazione.
Fornire strumenti innovativi e facili da usare per agevolare le PMI agroalimentari nella ricerca di partner tecnologici a sostegno dell’innovazione (es. database delle organizza-zioni disponibile online).
Criticità rilevateScarsa collaborazione tra mondo accademico ed industria.
Difficoltà nell’introdurre prodotti e processi produttivi in-novativi.
Scarsi investimenti in ricerca e sviluppo.
Politiche a supporto dell’innovazioneComunicazione e informazione tra settore scientifico e mercato.
Gestione dei fabbisogni e delle attività di ricerca, diffusione dei risultati.
Gruppi di lavoro per fornire supporto e nuove idee.
Adozione di nuovi prodotti, processi e tecnologie.
Laboratori I partner hanno identificato 25 laboratori attivi nei seg-menti produttivi della filiera agroalimentare. Ogni partner si è concentrato sulle specificità del proprio territorio. Mag-giori dettagli sulle attività svolte dai laboratori sono dispo-nibili nella versione completa del Codice di Condotta.
Corsi di formazioneSono stati organizzati corsi di formazione correlati alla so-stenibilità nelle seguenti aree tematiche: Concetto di so-stenibilità, Settore agroalimentare, Agricoltura, Imballaggi, Qualità/Certificazioni.
Rassegna bibliograficaEconomia verde e scenari tecnologici; Capacità innovativa volta allo sviluppo sostenibile; Applicazioni di casi di valuta-zione di impatto ambientale; Applicazione dei risultati della ricerca da parte dell’industria agroalimentare.
Risultati relativi al progetto PACMAnE-Book sui cluster agroalimentari del progetto PACMAn con un focus su innovazione.
PACMAn Database online che include i laboratori dell’area MED.
E-guide per gli operatori del settore.
Azione pilota: “Catalogo delle tecnologie innovative nel settore agroalimentare”.
Report sull’indagine campionaria approfondita ad imprese agroalimentari dell’area MED.
04Gestione delle risorse ciclo di vita, impatto ambientale, gestione dei rifiuti, imballaggi sostenibili, risorse umane
RaccomandazioniOttimizzare le materie prime e l’uso delle risorseSelezione di materie prime prodotte in modo sostenibile; in-tegrazione di filiera alimentare per sviluppare attività più effi-cienti; controllo delle forniture attraverso accordi contrattuali strutturati in sistemi di assicurazione qualità e attraverso audit di terza parte.
Ridurre l’impatto ambientale del settore agroalimentareMigliorare la produttività dei terreni e aumentare l’efficienza dell’uso di fertilizzanti, fitofarmaci e acqua a livello globale. Introdurre il Life Cycle Assessment (Valutazione del Ciclo di Vita), strumento fondamentale per la valutazione e quanti-ficazione dei carichi energetici e ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/processo/attività lungo l’intero ciclo di vita.
Ridurre lo spreco di ciboIl confezionamento degli alimenti è una tecnica essenziale per conservarne la qualità e per ridurre al minimo lo spreco di cibo. La funzione dell’imballaggio è quella di contenere l’alimento, di proteggerlo da contaminazioni di tipo chimico e fisico e allungarne la conservazione; inoltre la confezione consente di trasmettere al consumatore le informazioni sul prodotto.
Criticità rilevateOttimizzazione delle materie prime e delle risorse.
Impatto ambientale.
Gestione dei rifiuti.
Gestione delle risorse umane.
Politiche a supporto dell’innovazioneGestione dei rifiutiObiettivi specifici di riciclaggio e di recupero dei rifiuti di im-ballaggio; introduzione del principio di responsabilità estesa del produttore; incentivi per la gestione efficiente dei rifiuti; valorizzazione del flusso dei rifiuti plastici agricoli.
Impatto ambientaleDesignazione di zone vulnerabili ai nitrati (ZVN) a seguito di attività agricole intensive; supporto ai produttori a se-guito della riduzione di reddito derivante dal minor utilizzo di fitofarmaci; metodi per l’elaborazione del programma nazionale di riduzione delle emissioni; obiettivi specifici di impatto ambientale.
Altri esempiConservazione e gestione della biodiversità; qualità e sicu-rezza alimentare; benessere animale; responsabilità sociale delle imprese (CSR).
Perché fare una valutazione del ciclodi vita (LCA)É un’analisi globale dell’impatto ambientale.
É uno strumento di supporto alle decisioni, utile anche in quanto feedback alla progettazione.
É fondamentale per realizzare un’economia basata sul ciclo di vita del prodotto.
Supporta le strategie di mercato, le politiche ed i regolamenti.
Rassegna bibliograficaValutazione dell’impatto ambientale delle produzioni agroali-mentari e della distribuzione; Modelli e analisi di sostenibilità.
Risultati relativi al progetto PACMAnRealizzazione di un Codice di Condotta per la sostenibilità dell’agroalimentare nell’area MED.
Azione pilota: “Manuale sul green packaging agroalimen-tare nell’area MED”.
05Commercio ed esportazione commercio internazionale, distribuzione e logistica, accordi commerciali e norme
RaccomandazioniMigliorare le capacità di gestione delle societàI vantaggi derivanti dall’accesso a nuovi mercati, che pos-sono essere sfruttati attraverso processi di internazionaliz-zazione, richiedono rinnovate capacità di gestione aziendale.
Introdurre accordi commerciali equi e standard di certifi-cazioneStandard privati di certificazione a disposizione delle imprese agroalimentari possono conferire un vantaggio competitivo.
Sviluppare trasporti e servizi logistici efficienti ed efficaci
Acquisire una conoscenza approfondita sul supporto offerto dalle istituzioni ed enti pubblici che affiancano le impreseVi è la necessità di una maggiore consapevolezza del ruolo svolto dal settore pubblico, dalle organizzazioni ed associa-zioni di rappresentanza nel supportare le aziende agroali-mentari.
Raggruppare le imprese per attività di internazionalizza-zione
Raggruppare i produttori per migliorare la fornitura stra-tegica di materie prime
Criticità rilevateDifficoltà di accesso ai mercati esteri
es. scarsa visibilità dei prodotti locali, nuovi mercati non ancora esplorati, volatilità dei prezzi delle materie prime, scarso sostegno
istituzionale per l’internazionalizzazione.
Potere di mercato della grande distribuzione (GDO)
es. la crescente diffusione di standard privati da parte della GDO comporta richieste aggiuntive a produttori e trasformatori che si traducono in maggiori requisiti qualitativi e più stringenti tempi
di consegna.
Eccedenze di produzione
es. gestione dei prodotti deperibili.
Politiche e quadro normativoSostenere la capacità di aggregazione delle imprese.
Criteri per riconoscere le organizzazioni interprofessionali (OI): norme comuni di produzione, modelli di accordi inter-professionali, azioni collettive per la promozione di prodotti, servizi comuni volti a migliorare la qualità del prodotto.
Promuovere “l’agricoltura contrattualizzata”.
Internazionalizzazione e sostenibilitàLa “Sostenibilità ambientale” è stata considerata come punto di forza dal 40% delle aziende intervistate (indagine PACMAn su 600 aziende), confermando che il tema della sostenibilità può supportare la competitività del settore, piuttosto che limitarlo. Per quanto riguarda altri fattori di competitività, l’identità di prodotto emerge come princi-pale caratteristica distintiva, seguita dalla sicurezza ali-mentare e dalle caratteristiche nutrizionali, dietetiche e/o organolettiche del prodotto.
Rassegna bibliograficaOpportunità di mercato delle produzioni ecologiche; Strategie per promuovere processi e prodotti sostenibili.
Risultati relativi al progetto PACMAnReport sull’indagine campionaria approfondita ad imprese agroalimentari dell’area MED.
Azione pilota: Creazione di un cluster transnazionale fon-dato sul concetto di “prodotto mediterraneo autentico“.
Mappe per la promozione del sistema agroalimentare nell’area MED.
E-Book sui cluster agroalimentari del progetto PACMAn.
E-guide per operatori del settore.
Azione pilota: Modello di Governance per la filiera agroali-mentare nell’area MED.
06Qualità e consumo sicurezza e qualità alimentare, stili di vita sani, informazione e supporto alla scelta dei consumatori
RaccomandazioniLa sfida della sostenibilità è quella di spostare l’attenzione dai prodotti ai processi con cui questi vengono ottenuti, così come di creare qualità rispettando l’ambiente e gli aspetti sociali. I sistemi agroalimentari dell’area MED de-vono fronteggiare nuove sfide in tema di qualità e salubrità degli alimenti e sicurezza alimentare.
Migliorando le attività di comunicazioneL’attuazione dell’etichettatura dei prodotti, in conformità con il nuovo regolamento europeo n. 1169/2011, protegge la salute dei consumatori attraverso la definizione di norme comuni in materia di informazione sugli alimenti.
Migliorando l’efficenza dei trasporti e della logisticaI cambiamenti nelle scelte di consumo pongono nuove sfide per la logistica agroalimentare. La crescente varietà dei prodotti in offerta richiede soluzioni logistiche innovative.
Promuovendo la dieta MediterraneaLa dieta mediterranea può rappresentare un’opportunità per aumentare la sostenibilità agroalimentare, coerente-mente ai dati che mettono in relazione l’aspetto nutrizio-nale degli alimenti con il loro impatto ambientale. La dieta mediterranea rappresenta anche l’occasione per collegare la promozione dei prodotti locali con attività che mesco-lano turismo ed educazione alimentare.
Criticità rilevateConsapevolezza dei consumatori circa la qualità e la soste-nibilità dei prodotti
es. scarsa consapevolezza sui benefici dei prodotti ecologici e sull’etichettatura ambientale.
Ruolo strategico delle certificazioni
es. armonizzazione delle norme europee riguardanti l’etichettatura dei prodotti UE e non UE, certificazioni percepite
come superflue dai clienti delle imprese del packaging.
Leggi e regolamentazioniSistema Nazionale di Qualità con riferimento alla Produ-zione Integrata.
Sistema di informazione sulla sicurezza alimentare.
Certificazioni nell’area MED Sono state identificate le certificazioni e gli standard privati direttamente o indirettamente correlati alla sostenibilità, con un focus sulla qualità e sicurezza alimentare, specifi-cando obiettivi e segmenti produttivi della filiera agroali-mentare interessati.
Rassegna bibliograficaAgricoltura biologica e sviluppo sostenibile; Qualità dei prodotti tradizionali locali.
Risultati relativi al progetto PACMAnAzione pilota: Creazione di un cluster transnazionale fon-dato sul concetto di “prodotto mediterraneo autentico“.
E-Book sui cluster agroalimentari del progetto PACMAn.
E-guide per operatori del settore.
01Sostenibilitàsignificato e strategie
Sostenibilità
11
1.1 Concetto di sostenibilità
DEFINIZIONI DI SOSTENIBILITÀUna definizione condivisa di sviluppo soste-nibile deve concordare su: che cosa deve es-sere sostenuto; per quanto tempo; che cosa sviluppare (Figura 1.1)
Fonte: U.S. National Research Council, Policy Divi-sion, Board on Sustainable Development, Our Com-mon Journey: A Transition Toward Sustainability (Wa-shington, DC: National Academy Press, 1999)
La definizione più diffusa di sostenibilità e di sviluppo sostenibile è quella della Commis-sione Brundtland delle Nazioni Unite del 20 marzo 1987:
“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza com-promettere la capacità delle generazioni fu-ture di soddisfare i propri bisogni.”1
Questa definizione mette in evidenza il con-cetto di equità intergenerazionale, ma si presta a molte interpretazioni differenti. Al-tri paragrafi dello stesso rapporto sono più specifici, ma raramente citati.
Il “World Summit on Sustainable Deve-lopment” del 2002 ha introdotto le tre dimen-sioni dello sviluppo sostenibile: economico, sociale e ambientale. Troviamo questi principi anche nelle seguenti definizioni FAO e OCSE.
FAO: “Con sviluppo sostenibile si intende la ge-stione e la conservazione delle risorse naturali, e l’orientamento del cambiamento tecnologico e istituzionale in modo tale da garantire il man-tenimento ed il soddisfacimento dei bisogni umani per le generazioni presenti e future.”2
Il concetto di «sviluppo sostenibile» può es-sere assimilato a quello di «crescita verde», come mostrato dalla “Strategia per una Crescita Verde” dell’OCSE (…) la quale de-finisce con tale espressione un percorso di sviluppo economico coerente con la tutela ambientale e l’uso di risorse naturali a lungo termine in modo sostenibile, fornendo allo
stesso tempo standard di vita accettabili e la riduzione della povertà. La necessità di una crescita verde nasce dal fatto che lo scenario “business as usual” non tiene conto dei limiti ambientali e degli interessi della collettività.3
Un ulteriore punto di vista riguarda la “So-stenibilità delle organizzazioni”: “La soste-nibilità nel settore aziendale comprende strategie e pratiche che mirano a soddisfare le attuali esigenze dei portatori di interesse, mentre cerca di proteggere, sostenere e va-lorizzare le risorse umane e naturali che sa-ranno necessarie in futuro“. (The Consumers Goods Forum, 2011) 4
QUATTRO DIMENSIONI DI SOSTENIBILITÀ ADOTTATE DAL PROGETTO PACMANL’approccio metodologico adottato dal pro-getto PACMAn per analizzare la sostenibilità nel settore agroalimentare considera quat-tro dimensioni della sostenibilità: • Ambiente • Economia• Educazione• Etica.
La «dimensione sociale» è suddivisa in due sotto-aree tematiche: etica ed educazione.5
Ci sono anche altri modi di rappresentare la sostenibilità.7
Le diverse dimensioni della sostenibilità pos-sono essere complementari o in conflitto. La tabella sviluppata dall’OCSE (Figura 1.3) mo-
Figura 1.1 Definizione di sviluppo sostenibile
Che cosa deve essere sostenuto? Cosa sviluppare?
Natura
Terra
Biodiversità
Ecosistemi
Per quanto tempo?25 anni
“Ora e nel futuro”Per sempre
Collegati dasoltanto
soprattuttomaeo
Persone
Sopravvivenza infantile
Aspettativa di vita
Educazione
Equità
Pari opportunità
Supporto alla vita
Servizi per l’Ecosistema
Risorse
Ambiente
Economia
Salute
Settori produttivi
Consumo
Comunità
Culture
Gruppi
Luoghi
Società
Istituzioni
Capitale Sociale
Stati
Regioni
12
stra un esempio riguardante la crescita verde in agricoltura8.
TIPI DI AZIENDELe imprese possono individuare una o più delle dimensioni di sostenibilità come fon-damentali per il loro successo. Il livello di im-pegno può essere caratterizzato da tre ca-tegorie di leadership delle imprese: reattive, collaboratrici e innovatrici.9
• Reattive. Imprese conformi alla normativa relativa alle dimensioni di sostenibilità; raramente queste imprese faranno inve-stimenti di sostenibilità in modo proattivo oltre il minimo indispensabile.
• Collaboratrici. Approccio di leadership che riconosce l’importanza strategica della so-stenibilità dell’azienda e della filiera, e quindi applica iniziative maggiormente proattive.
• Innovatrici. Approccio di leadership che considera la sostenibilità come una prio-rità strategica. Tali imprese non solo cer-cano di avere una piattaforma visibile per la sostenibilità, ma la applicano per cam-biare e trarre un vantaggio per i propri in-vestitori e la comunità.
1.2 Tematiche riguardanti la sostenibilità nell’agroalimentare
Dopo aver condiviso il quadro metodologico, al fine di analizzare le quattro dimensioni della sostenibilità adottate da PACMAn nel sistema agroalimentare10, i partner di progetto hanno concordato di individuare i seguenti elementi.
ELEMENTI DI SOSTENIBILITÀ IDENTIFICATI NEL SISTEMA AGROALIMENTARE1. Analisi della letteratura sulla sostenibilità
nella filiera agroalimentare in ogni paese/regione del progetto PACMAn.
2. Descrizione dei tipi di aziende.3. Realizzazione dell’approccio di filiera:
criticità riguardanti la sostenibilità nel settore agroalimentare.
4. Identificazione e selezione degli indica-tori qualitativi e quantitativi del livello di sostenibilità nelle quattro dimensioni.
5. Quadro LCA (valutazione del ciclo di vita)6. Identificazione delle organizzazioni che
eseguono LCA nel partenariato PACMAn.7. Normativa riguardante la sostenibilità
nel sistema agroalimentare.8. Identificazione delle certificazioni di-
rette o indirette correlate alla sostenibi-lità nell’agroalimentare in ogni regione.
9. Stesura di un elenco di contatti delle or-ganizzazioni che svolgono certificazioni.
10. Formazione professionale.11. Identificazione dei corsi di formazione in
grado di supportare la sostenibilità nel settore agroalimentare, specificando le competenze e gli obiettivi del corso.
12. Politiche a supporto della sostenibilità nel Mediterraneo.
13. Individuazione di incentivi e di altre poli-tiche che sostengono la sostenibilità nel settore agroalimentare.
14. Stesura di un elenco di laboratori che lavorano su aree legate alla sostenibilità agroalimentare.
15. Identificazione delle imprese agroali-mentari sostenibili e innovative.
Ogni partner ha individuato elementi di so-stenibilità nel sistema agroalimentare, con particolare attenzione ai segmenti agroali-mentari selezionati per il progetto PACMAn.
Approfondimenti sulla Mappa dei segmenti all’indirizzo:www.pacmanproject.eu/page/project-documents/doc-2012/01/MA%202_SEG-MENTS_FINAL.pdf
Una volta raccolti e analizzati i dati, sono stati identificati i temi principali legati alla sosteni-bilità del settore agroalimentare (Tabella 1.1).
Tabella 1.1 - Principali temi individuati riguardanti la sostenibilità
Filiera Soluzioni integrate di filiera, sistemi di gestione, logistica
Innovazione Tecnologie innovative, innovazione di prodotto e di processo
Gestione delle risorseCiclo di vita, impatto ambientale, gestione dei rifiuti, imballaggi sostenibili, risorse umane
Commercio ed esportazioneCommercio internazionale, distribuzione e logistica, accordi commerciali e norme
Qualità e consumoSicurezza e qualità alimentare, stili di vita sani, informazione e supporto alla scelta dei consumatori
Sostenibilità
13
Figura 1.2 - Quattro dimensioni di sostenibilità adottate da PACMAn: esempi di aspetti pertinenti6
Ambiente Economia Educazione Etica
Conservazione EnergiaAcquaNatura
Gestione internaStrategic sourcingMiglioramento continuoOttimizzazione dei trasporti
Rapporti con i dipendentiSicurezza sul luogo di lavoroEquilibrio nella vita lavorativaStile di vita sano
Rapporti con i dipendentiCodice di condottaVolontariato
Riduzione dell’impatto Rifiuti/RicicloGas serraGestione fine vita
Gestione esternaRifiuti/Riciclo Gas serra Gestione del fine vita
Gestione AziendaleFormazione del fornitoreContinuità aziendaleForza lavoro sostenibile
Coinvolgimento della comunitàEvitare la forza lavoro minorile Operazioni di soccorsoRiduzione di fame povertà e disagi
Gestione Aziendale ImballaggioImpianti di costruzioneApprovvigionamento sostenibile
Sviluppo dei talentiDiversità e inclusioneFormazione
Gestione AziendaleSicurezza del prodottoMarketing responsabileTracciabilità del prodotto
Figura1.3 - Agricoltura e crescita verde
Agricoltura e Crescita Verde: Esempi illustrati di complementarietà (+) e differenza (-)
Contributo economico dell’agricolturaalla crescita verde
Contributo ambientale dell’agricolturaalla crescita verde
Contributo sociale dell’agricoltura allacrescita verde
Contributo economico dellacrescita verde all’agricoltura
Agricoltura come motore dello sviluppo economico, la crescita verde può miglio-rare le prestazioni agricole (+).
Etichette verdi e pagamenti servizi eco-sistemici possono portare a rendimenti economici nell’agricoltura (+).
Lavori e attività più qualificati possono contribuire allo sviluppo rurale (+).
Contributo ambientale dellacrescita verde all’agricoltura
Le misure ambientali possono rallentare la crescita economica nel breve periodo (-)
La crescita verde produrrà co-benefici am-bientali nell’agricoltura attraverso la tutela e un uso sostenibilie delle risorse (+)
Una riforma a supporto della riduzione dello stress ambientale e dell’impatto sulll’ecosistema può aumentare le entrate delle aziende agricole nelle aree rurali (+).
Contributo sociale dellacrescita verde all’agricoltura
La crescita verde potrebbe distogliere dagli sforzi per migliorare la sicurezza alimentare nel breve termine (-).
La crescita verde comporterà modifiche strutturali nel periodo di transizione (-).
Attraverso la crescita verde, sicurezza alimentare, riduzione della povertà, e sviluppo rurale potrebbero migliorare nel lungo periodo (+).
Fonte: OCSE, 20113
02Filiera agroalimentare soluzioni integrate per la filiera, la logistica e i sistemi di gestione
15
Filiera agroalimentare
2.1 Filiera agroalimentare: definizione condivisa nel progetto PACMAn
Il sistema agroalimentare comprende le aziende e l’ambiente in cui operano. Quest’ul-timo è parte integrante del sistema agroali-mentare e svolge un ruolo di rilievo nel soste-nere la competitività della filiera di produzione, attraverso le politiche, i servizi e le reti, gli in-centivi e l’assistenza tecnica (Figura 2.1).
LA FILIERA PRODUTTIVA AGROALIMENTARE La parte sinistra della Figura 2.2 mostra la filiera suddivisa in produzioni animali e ve-getali. I riquadri grigi descrivono le diverse componenti della filiera. I settori sono stati definiti secondo i codici Ateco 2007.
2.2 Approccio della catena del valore
Per definire al meglio il concetto di sosteni-bilità all’interno della filiera, bisogna consi-derare i prodotti in tutto il loro ciclo di vita, specificando le dimensioni della sostenibilità dal punto di vista aziendale.
La sostenibilità può essere legata a differenti livelli della filiera agroalimentare, come mo-strato dalla Figura 2.3.
Rendere il settore agroalimentare maggior-mente sostenibile in termini di performance
economica, ambientale, etica e educazione, significa migliorare l’efficienza e la redditi-vità, nel lungo termine, di tutti gli attori.
2.3 Criticità concernenti la sostenibilità nella filiera agroalimentare
I partecipanti al progetto PACMAn hanno in-dividuato le seguenti criticità in tema di “so-stenibilità” della filiera agroalimentare.
PRINCIPALI CRITICITÀ INDIVIDUATEFrammentazione e mancanza di coordina-mento all’interno dello stesso settore (frammentazione orizzontale)• Valencia - Olio d’oliva Mancanza di infor-
mazioni complete su oli di oliva valenciani (benefici, disponibilità, tempi di consegna, costi, ecc) tra i diversi attori della sua fi-liera alimentare (alimenti provenienti dalla Spagna)
• Alentejo - Vino Mancanza di cooperazione tra i produttori (area commerciale)
• Murcia - Ortofrutta (lavorazione e con-servazione), fabbricazione di succhi, mac-chinari per l’industria alimentare. Basso livello di collaborazione trasversale.
• Modena - Industria casearia/parmigiano reggiano Controllo delle eccedenze di produzione.
Rapporti sbilanciati lungo la filiera (fram-mentazione verticale) • Modena - Industria casearia/parmigiano
reggiano Elevata frammentazione della
filiera del Parmigiano Reggiano • Modena - Industria casearia/parmigiano
reggiano Elevato potere di mercato della distribuzione nei confronti delle fasi a monte della filiera
• Valencia - Uva da tavola Difficoltà di rela-zione con la distribuzione
• Murcia - Ortofrutta (lavorazione e con-servazione), fabbricazione di succhi, mac-chinari per l’industria alimentare La bassa collaborazione a livello verticale (alleanze strategiche e accordi di collaborazione) all’interno delle aziende delle diverse fi-liere impedisce di mettere in pratica siner-gie, di condividere le risorse, nonché di svi-luppare attività più efficienti e sostenibili.
Mancanza di integrazione all’interno del si-stema agroalimentare • Emilia-Romagna - Imballaggio Mancanza
di coordinamento e di integrazione tra gli attori regionali
• Emilia-Romagna - Imballaggio Organizza-zione logistica della filiera regionale
• Modena - Industria casearia/parmigiano reggiano Scarso commercio diretto tra produttori e consumatori
• CRITT (FR) - Pasta e biscotti, oli e grassi, frutta e vegetali Mancanza di integra-zione tra aziende alimentari ed investitori ai sensi della ISO 26000: industria, consu-matori, organizzazioni non governative e di servizio, altro.
• kILkIS - Coltivazione dei cereali Il set-tore cerealicolo in Grecia presenta molte
Figura. 2.1 - Sistema agroalimentare Figura 2.2 - Filiera agroalimentare
Il sistema agroalimentare
Servizi e reti
Ricerca e Università
Associazioni
Istituzioni finanziarie
Enti Pubblici
Altri enti
Un singolo segmento/aziendaLa filiera
Produzione animalepesce, carne,
produzione casearia
Produzione vegetalepasta e biscotti, olio,
frutta e vegetali,acqua/caffè/tè,
vino/alcol
Mezzi tecnici
Agricoltura, Allevamento
Industrie Alimentari
Macchine per l’industria alimentare
Servizi
Commercio
Le aziende del sistema
agroalimentare
16
opportunità di sviluppo, attraverso l’im-plementazione di politiche volte a: valo-rizzare il ruolo delle associazioni e della cooperazione, a promuovere un’agricol-tura contrattualizzata (ad esempio nel settore del cereali biologici e della pasta) e a creare un’organizzazione interprofes-sionale per ciascuna coltura, fornendo il supporto scientifico necessario.
Le criticità di cui sopra, individuate nei set-tori scelti dai partner del progetto PACMAn, sono messe in relazione ai partner e territori nella Tabella 2.1.
2.4 Quadro politico e normativo
Il quadro politico e normativo è schematiz-zato nella Tabella 2.2, che illustra le politiche identificate dai partner PACMAn.
RASSEGNA BIBLIOGRAFICAUna rassegna della letteratura disponibile sulle filiere sostenibili è riportata nei capitoli successivi.
2.5 Casi di studio di aziende agroalimentari innovative e sostenibili
CPR (Italia)• La Cooperativa CPR System e’ una strut-
tura di filiera che produce, movimenta e ricicla imballaggi in plastica a sponde ab-battibili ed europallet. CPR System asso-
cia oltre 1.000 imprese che comprendono l’intera filiera di produzione e distribuzione di frutta e verdura. La logistica CPR garan-tisce il funzionamento di tutto il sistema attraverso un sistema IT che garantisce il controllo totale e la trasparenza dei costi.
• Le cassette CPR sono: ecologiche, riutiliz-zabili, riciclabili, a sponde abbattibili, pra-tiche ed economiche. Sono realizzate in polipropilene colorato, additivato per resi-stere ai raggi ultravioletti, riciclabili in ogni loro parte. Sono utilizzabili in tutto il corso della filiera produttiva, dal produttore or-tofrutticolo alla grande distribuzione. Per-mettono, con le loro sponde abbattibili, di risparmiare spazi e costi nella movimenta-zione a vuoto, (4 casse chiuse occupano lo spazio di una aperta).
CANDIASOIL, PRODOTTI FINE FOOD• CandiaSoil produce olio d’oliva di alta qua-
lità sull’isola di Creta. • L’azienda produce prodotti locali autentici
che vende sui mercati europei. Il commercio viene effettuato per lo più via internet e il quartier generale principale è in Inghilterra.
• Gli agricoltori che collaborano con l’a-zienda seguono processi e metodi di pro-duzione rispettosi dell’ambiente. L’azienda collabora per lo più con associazioni di produttori e frantoi che hanno ricevuto la certificazione ISO 22000:2005.
AINPO• L’Organizzazione di Produttori (OP) Ainpo
ha l’obiettivo principale di commercializ-
zare il pomodoro da industria prodotto nelle province di Parma, Piacenza e Reg-gio Emilia. Nel tempo ha esteso l’areale di interesse e coinvolge un totale di 399 soci produttori, 2 cooperative ed un consorzio.
• La “mission” dell’OP è quella di program-mare, produrre e valorizzare tutti i pro-dotti ortofrutticoli nel rispetto dell’Am-biente e secondo criteri basati sulla Sicurezza Alimentare.
• Tutti i prodotti degli associati sono colti-vati secondo i dettami del Disciplinare di produzione integrata della Regione Emi-lia-Romagna e quindi certificabili con il marchio QC (Qualità Controllata).
FATTORIA KOUKAKIS• Dal 1977 KOUKAKIS opera come azienda
zootecnica con allevamento di bovini da latte; il suo rapido sviluppo ha portato nel 1999 all’integrazione verticale della pro-duzione, aggiungendo agli impianti una moderna unità di pastorizzazione.
• A fine 2003, è stato avviato un alleva-mento di pecore con elevati standard di funzionamento.
• Oggi l’azienda produce una grande varietà di prodotti caseari (latte, yogurt, formag-gio, ecc) secondo i più severi standard di qualità dell’Unione Europea e in confor-mità con gli standard internazionali di cer-tificazione.
• Questi i principali obiettivi della FATTORIA KOUKAKIS: insistere sui prodotti di alta qualità per arricchire ogni giorno la tavola
Figura 2.3 - Concetto di sostenibilità relativo al sistema agroalimentare
Un singolo segmento/aziendaLa filiera
Il sistema agroalimentare
Servizi e reti
Ricerca e Università
Associazioni
Istituzioni finanziarie
Enti Pubblici
Altri enti
Produzione animalepesce, carne,
produzione casearia
Produzione vegetalepasta e biscotti, olio,
frutta e vegetali,acqua/caffè/tè,
vino/alcol
Mezzi tecnici
Agricoltura, Allevamento
Industrie Alimentari
Macchine per l’industria alimentare
Servizi
Commercio
Il concetto di sostenibilità può essere legato a
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Filiera agroalimentare
Tabella 2.2 - Politiche identificate dai partner PACMAn
Riferimento*Istituzione/Livello territoriale Descrizione
Buone prassi di filiera per il settore agroalimentare
Decisione della Giunta regionale Nr. 443, 4 Aprile 2011
Giunta regionale dell’Emilia-Romagna
Regionale
La delibera approvata il 4 aprile 2011 dalla Giunta regionale individua un codice di buone prassi che viene proposto alle imprese di distribuzione per l’adesione ed una prima sperimentazione di un anno, per promuovere un’agricoltura che sia sempre più motore di sviluppo sostenibile ed equilibrato per il territorio. Un “codice volontario di buone prassi”, in base al quale non solo regolare i propri compor-tamenti, ma anche selezionare le imprese fornitrici. L’adesione al codice di buone prassi è volontaria, può riguardare singoli prodotti e intere filiere, deve essere definita all’interno di un accordo o con-tratto di fornitura tra l’impresa di produzione e quella di distribuzione conforme alle “buone prassi di filiera”. Il codice elenca quattro principi a cui devono ispirarsi le imprese distributrici e i fornitori:1. Qualità del prodotto2. Tutela ambientale3. Tutela della salute e dei diritti dei lavoratori4. Contratti scritti.
“Criteri per riconoscere le Organizzazioni Interprofessionali (OI) a carattere regionale o di circoscrizione economica per tutti i settori produttivi, in applicazione della legge regionale 24/2000“. Decisione della Giunta Regionale n. 339 del 14 marzo 2011
Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna
Regionale
La Regione, con la delibera di Giunta n. 339 del 14 marzo 2011, applicativa della LR 24/2000, ha definito i criteri per riconoscere le Organizzazioni Interprofessionali a carattere regionale o di circo-scrizione economica per tutti i settori produttivi. Le finalità principali consistono nel migliorare la co-noscenza e la trasparenza della produzione e del mercato, contribuire ad un’efficace coordinamento dell’immissione sul mercato dei prodotti (in particolare attraverso ricerche e studi), accrescere la valorizzazione dei prodotti - nell’ottica di un’equa ripartizione del valore tra i soggetti della filiera - avendo presente la tematica dei costi di produzione
Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2007-2013- Misura 121- Misura 123
Regione Emilia-Romagna
Regionale
Sostenere la capacità di aggregazione delle imprese attive nel settore lattiero-caseario, in modo da ren-derle più forti e più competitive sul mercato, in vista dell’importante scadenza Europea dell’abolizione delle quote latte nel 2015 e la conseguente liberalizzazione del mercato.
Risoluzione 72/2011 dal 10 giugno. Sistema di informazione per la sicurezza alimentare
Ministero della Salute dalla Comunitat Valenciana
Regionale
L’obiettivo della risoluzione è quello di fornire uno strumento adeguato alla cosiddetta Food Safety Information System (SISA in spagnolo) per il miglioramento della sostenibilità sociale delle filiere ali-mentari Valenziane. Tale sistema è stato creato per identificare i principali rischi della filiera alimen-tare, per prevenirli e reagire in modo più coordinato in caso di una possibile emergenza alimentare. E ‘applicabile a tutte le fasi della filiera alimentare Valenziana (dalle fasi di produzione fino al consumo finale dei prodotti).
Politiche a supporto della filiera Governo Centrale Greco
Nazionale
Il settore cerealicolo in Grecia presenta molte opportunità di sviluppo, attraverso l’implementazione di politiche volte a: valorizzare il ruolo delle associazioni e della cooperazione, promuovere un’agri-coltura contrattualizzata (ad esempio nel settore del cereali biologici e della pasta) e a creare un’or-ganizzazione interprofessionale per ciascuna coltura, fornendo il supporto scientifico necessario.
*I riferimenti sulla sostenibilità della Filiera agroalimentare sono stati individuati dai partner PACMAn.
Tabella 2.1 - Identificazione delle principali criticità nei settori selezionati dai partner
Segmenti selezionati Territori
Emilia-Romagna Modena Valencia Murcia Alentejo Regione PACA Kilkis
Imballaggio ▲
Macchine alimentari
Industria casearia ◦■▲
Olio d’oliva/Oli e grassi ◦ ▲
Uva da tavola ■
Pasta & biscotti ▲
Ortofrutticolo (produzione, lavorazione e conservazione)
◦■ ▲
Vino ◦
Cereali ▲
◦ Frammentazione e mancanza di coordinazione al’interno dello stesso settore (frammentazione orizzontale).
■ Relazioni sbilanciate lungo la filiera (frammentazione verticale).
▲ Mancanza di integrazione all’interno del sistema agroalimentare.
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greca con prodotti sani, aderire alla tradi-zione, aver sensibilità per le generazioni future, essere attenti all’ambiente greco.
• Al fine di raggiungere questi obiettivi il latte di KOUKAKIS è naturale, 100% pro-veniente da animali greci, prodotto senza l’utilizzo di alcun metodo che ne ridur-rebbe l’autenticità o qualsiasi caratteri-stica che lo renderebbe di qualità inferiore.
2.6 Opportunità
Nella Figura 2.4 sono riportati i principali am-biti di cooperazione per la filiera. Le percen-tuali derivano dal sondaggio PACMAn 2012 che ha coinvolto circa 600 imprese dell’area del Mediterraneo.
2.7 Raccomandazioni finali
La cooperazione orizzontale (es. coopera-tive o consorzi agricoli) costituisce un valido supporto nel far fronte al limitato potere di mercato dei produttori primari, che possono così beneficiare di una quota maggiore del valore aggiunto.
Perché seguire questa raccomandazioneLe organizzazioni e le associazioni di produt-tori rappresentano una valida strategia per aumentare la competitività del settore prima-rio, ottimizzando la qualità della produzione e colmando il divario di potere contrattauale tra produttori, trasformatori e commercianti
Il Distretto del Pomodoro da Industria - Nord Italia ha promosso forme di confronto, di
collaborazione e di coordinamento tra le parti coinvolte nella filiera, con lo scopo di rafforzarne la competitività, approcciando le nuove sfide del settore in modo compatto e coordinato.
L’organizzazione interna delle aziende, il loro comportamento strategico e l’organizza-zione della filiera sono interessate dalla legge regionale dell’Emilia-Romagna 24/2000, che ha definito i criteri per riconoscere le orga-nizzazioni interprofessionali a livello regio-nale per tutti i settori agroalimentari.
L’importanza degli aspetti legati alla sosteni-bilità sociale ed etica è riportata anche dalla Provincia di Parma.
Sostenere la capacità di aggregazione delle imprese è importante anche per il settore lattiero-caseario, per gestire il problema delle eccedenze di produzione (Provincia di Modena).
Rafforzare il ruolo delle associazioni agricole nella gestione della produzione viene in aiuto agli agricoltori biologici in Grecia, come af-fermato da Kilkis.
Candiasoil di Creta collabora per lo più con associazioni di produttori e frantoi che hanno ricevuto la certificazione ISO 22000:2005.
La competitività della filiera alimentare di-pende da un efficace coordinamento nei rapporti intra-filiera e con gli enti e le asso-ciazioni a supporto.
Perché seguire questa raccomandazioneGli accordi scritti rappresentano un modo per riorganizzare i processi aziendali ai fini dell’in-tegrazione di filiera
Molti settori e segmenti analizzati sono ca-ratterizzati da frammentazione e mancanza di coordinamento all’interno della filiera (basso livello di collaborazione, frammenta-zione orizzontale/verticale, ecc).
Per favorire lo sviluppo di buone prassi di fi-liera, la Regione Emilia-Romagna ha appro-vato la deliberazione di Giunta regionale n. 443/2011, che intende valorizzare relazioni eque fra la distribuzione e i propri fornitori. L’iniziativa riguarda prioritariamente i prodotti a qualità certificata che hanno un legame con il territorio e per cui siano salvaguardati prin-cipi di equa ripartizione del valore economico, di tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, di tutela della salute e dei diritti dei lavoratori (Ervet).
Alcuni casi di studio sul vino e olio d’oliva di-mostrano l’importanza di collegare la produ-zione al turismo (ADRAL).
In Grecia, nel settore dei cereali, promuovere l’agricoltura contrattualizata aiuta a favorire la creazione di un’organizzazione interpro-fessionale (Kilkis).
La Fattoria Koukakis in Grecia è giunta all’in-tegrazione verticale della produzione, nel 1999, aggiungendo un’unità moderna di pa-storizzazione (Kilkis).
19
Filiera agroalimentare
La razionalizzazione dei trasporti e della lo-gistica mira a ridurre i costi di approvvigio-namento delle materie prime, ad accelerare le consegne, dotandosi di tecnologie green.
Perché seguire questa raccomandazioneLa crescente varietà dei prodotti in offerta richiede soluzioni logistiche innovative, come riportato da Ervet.
Centroplast è una azienda che produce im-ballaggi flessibili, impegnata a ridurre le emis-
sioni di CO2 rilasciate nell’ambiente attraverso
il miglioramento della logistica e dei trasporti.
Bestack è oggi in grado di garantire, con la certificazione volontaria di prodotto Bestack Quality Approved, la perfetta impilabilità e prestazione degli imballaggi dei propri soci creando enormi vantaggi in tutta la filiera.
CPR opera lungo tutta la filiera produttiva, dal produttore ortofrutticolo alla grande distri-buzione. Permette, con le cassette a sponde
abbattibili, di risparmiare spazi e costi nella movimentazione a vuoto, (4 casse chiuse oc-cupano lo spazio di una aperta).
Figura 2.4 - Attività della catena del valore per la cooperazione commerciale
Logistica e commercioTrasformazione
degli alimentiSistemi agricoli
di produzione alimentare
33% produzione
17% approvvigionamenti
9% gestione ambientale
38% nuovi prodotti
24% attività di ricerca e sviluppo
23% miglioramento dei processi
23% gestione dei talenti
20% imballaggio (packaging)
19% qualità,tracciabilità, sicurezza alimentare
17% tecnologie di conservazione alimentare
9% gestione ambientale
4% biotecnologia
45% marketing
31% logistica
26% distribuzionee vendita al dettaglio
Fonte: interviste a 597 aziende agroalimentari delle regioni PACMAn, 2012
03Innovazione tecnologie innovative, innovazione nei prodotti, processi e servizi
21
Innovazione
Tabella 3.1 - Identificazione delle principali criticità
Segmenti selezionati Territori
◦ Connessione tra prodotto e ricerca
■ Investimenti in ricerca & sviluppo
▲ Nuovi prodotti/processi
Emilia Romagna Murcia Alentejo Kilkis
Agroalimentare ◦ ■
Imballaggio ◦ ■
Ortofrutta (produzione, lavorazione e conservazione)
■ ▲
Vino ▲
Crescita di cereali ▲
3.1 Criticità riguardanti la sostenibilità nel processo di innovazioneL’innovazione è strettamente legata alla sostenibilità, poiché consente alle diverse organizzazioni di migliorare il loro impatto ambientale, la loro performance economica e anche la loro responsabilità sociale.
A seguire le principali criticità11 identificate dai partner PACMAn in merito a questo tema.
CONNESSIONE TRA IMPRESA E RICERCAInterconnessioni limitate tra impresa e ri-cerca. I risultati non possono essere adegua-tamente sfruttati dalle imprese. La domanda da parte dei soggetti interessati non è co-perta dagli istituti di ricerca. Scarsa qualità dei risultati della ricerca applicata (Kilkis/Agroalimentare). Le aziende hanno difficoltà nella traduzione pratica della R&S e nel re-perimento delle competenze (Emilia-Roma-gna/Imballaggio).
INVESTIMENTI IN R&S RICERCA E SVILUPPOScarsi risultati della ricerca (Kilkis/Agroali-mentare). Limitata redditività e capacità di investire in R&S a causa di strategie basate su prezzi bassi piuttosto che sulla qualità (ER/Imballaggio). Scarsi investimenti in R&S ed efficienza energetica (Murcia/Ortofrutta, lavorazione e conservazione, produzione, macchine dell’industria alimentare).
NUOVI PRODOTTI/PROCESSIDifficoltà nel lancio di prodotti/processi in-novativi (Alentejo/Vino). La mancanza di ricambio generazionale influenza l’adozione di nuove tecnologie maggiormente soste-nibili e la professionalizzazione del settore (Murcia/Ortofrutta, lavorazione e conserva-zione, macchine dell’industria alimentare). Le risorse spese per la promozione delle colture tradizionali privano della possibilità di reinve-stire in un nuovo tipo di coltura più moderno e dinamico (Kilkis/Coltivazione di cereali).
Le suddette criticità, individuate nei settori scelti dai partner PACMAn, sono abbinate ai partner e ai territori elencati nella Tabella 3.1.
Tutte le criticità individuate riguardano per lo più la dimensione economica della soste-nibilità delle aziende o degli interi settori e della filiera. In tutti i casi, comunque, l’inno-vazione è strettamente correlata alla dimen-sione ambientale.
3.2 Dati sull’innovazione
Nel 2012 i membri del progetto PACMAn hanno condotto un’indagine accurata che ha coinvolto circa 600 aziende agroalimentari in ogni regione aderente al progetto. Secondo il sondaggio le attività di R&S interessano una significativa fetta degli operatori agroalimen-tari. I due terzi degli intervistati ha dichiarato di aver investito denaro in queste attività. Co-munque, secondo le criticità elencate sopra, solo poche aziende sembrano aver raggiunto una dimensione strategica in termini di inno-vazione, come mostrato dalla Figura 3.1.
33%
33%
7%
22% 7%1%
33% 0%
33% meno dell’1%
22% 1-15%
7% più del 15%
7% Investono ma non quantificanola percentuale
1% Investono in R&S ma non dichiaranola percentuale
Figura 3.1 - Quota di fatturato medio annuo investito in R&S e innovazione
Fonte: interviste a 597 aziende agroalimentari delle regioni PACMAn, 2012
22
In base alla quota di fatturato medio annuo investito in attività di ricerca, sviluppo e in-novazione, si possono identificare tre gruppi di segmenti agroalimentari:1. “Trasformazione e conservazione di
frutta e verdura”, “Servizi e macchinari per l’industria alimentare” e “Produ-zione di vino e bevande alcoliche”. Più dei tre quarti delle aziende hanno avuto un’espansione innovativa e più della metà fanno investimenti che eccedono l’1% su base annuale; queste aziende sono anche quelle con un più alto profilo internazionale. Si rimanda al Capitolo 5 “Commercio ed Esportazione” di questo report per una più approfondita rifles-sione su fattori ed effetti dell’internazio-nalizzazione.
2. “Pane e prodotti farinacei”, “Orticol-tura”, “Produzione di oli e grassi”. Più dei tre quarti delle aziende hanno fatto investimenti per l’innovazione, ma la maggior parte di loro non spende più dell’1% del fatturato annuale.
3. “Produzione di prodotti caseari”, “Al-levamento animale e trasformazione della carne”. Più della metà delle aziende non investe nelle attività di ricerca e svi-luppo e innovazione; meno di un quarto spende più dell’1% del fatturato annuale.
Per quanto riguarda le aree tematiche, la li-sta a seguire fornisce alcuni aspetti chiave sui quali soffermarsi, come parte di una futura collaborazione tra i partner del progetto:
• qualità, tracciabilità e sicurezza alimen-tare (36% degli intervistati),
• sviluppo di nuovi prodotti (28%),• miglioramento dei processi (26%),• imballaggio (23%).
Condividendo un risultato generale, per le aziende innovative la collaborazione è una formula diffusa. Il 70% delle aziende (47% del totale degli intervistati) dichiara infatti di aver collaborato con altri enti per portare avanti attività di Ricerca, Sviluppo e Innova-zione (Figura 3.2).
Enti scientifici e tecnologici emergono come partner principali delle aziende (46% degli innovatori, 30% degli intervistati), risultato che può essere visto come un fattore chiave per fare sistema. Seguono fornitori e clienti (rispettivamente 26% e 22% degli innova-tori). Una minoranza di intervistati indica
anche altri tipi di collaborazioni, quali consu-lenti esterni o organizzazioni di settore, che pongono la necessità di una migliore con-sapevolezza sul ruolo del settore pubblico, delle organizzazioni e delle associazioni di rappresentanza a sostegno delle aziende alimentari (vedi Capitolo 5 - Commercio ed Esportazioni).
3.3 Laboratori nell’area MED a supporto della sostenibilità nei segmenti PACMAn
I partner PACMAn hanno identificato 25 la-boratori, partendo dai settori della filiera alimentare sul quale ogni partner si era foca-lizzato12. La tabella 3.2 sintetizza le organiz-zazioni identificate, specificando le attività legate al tema della sostenibilità che sono state portate avanti.
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
altro
con scienza e tecnologia
con i concorrenti
con i clienti
con i fornitori
no
Figura 3.2 - Collaborazione con altri enti
Fonte: intervista a 597 aziende agroalimentari nelle regioni del progetto PACMAn, 2012
23
Innovazione
Luogo Laboratorio Settore Temi principali riguardanti la Sostenibilità
Emilia-Romagna
Biogest-Siteia Fabbricazione di imballaggi
Imballaggio verde13. Analisi e caratterizzazione dei materiali di imballaggio, valutazione senso-riale del cibo per i materiali a contatto con gli alimenti, qualità e standard di igiene nel confe-zionamento, recupero e uso di costituenti bioattivi dai rifiuti e dai sottoprodotti dell’industria agroalimentare; studi sulla shelf-life, uso di atmosfere modificate e atmosfere protettive, im-patto ambientale dell’imballaggio alimentare, impianti innovativi per l’imballaggio alimentare.
Cipack
Ciri Agri-Food
Siteia.Parma
Democenter Sipe Innovazione. Incoraggiare l’interazione tra le imprese e le Università, creando in tal modo rela-zioni che potrebbero portare a contratti di ricerca.
CSQA Certificazione Certificazione. Qualità, ambiente e sicurezza, responsabilità sociale e comunicazione.
ENEA Agroalimentare
Produzioni vegetali
Ricerca multidisciplinare sul tema ambientale e sul tema energetico (sviluppo e impianto di sistemi di gestione ambientale - EMS - e di etichette di prodotti ambientali).
Altre regioni Università di Padova Dipartimento di agronomia ambientale e produzioni vegetali
LCA per le colture.
Cipro Istituto di ricerca agraria
Agricoltura e allevamento
Sistemi sostenibili di produzione agricola e produzione di biocarburanti. Biomasse e produzione di biocarburanti, produzione di energia da torte all’olio di oliva; sistemi di gestione sostenibile dei rifiuti in agricoltura.
Università Tecnologica di Cipro
Dipartimento di scienze agrarie, biotecnologia e scienze alimentari
Sviluppo sostenibile/miglioramento del settore agroalimentare cipriota.
Sviluppo rurale sostenibile rispettando le risorse naturali e biodiversità, sviluppo socio-econo-mico della popolazione rurale e conservazione delle caratteristiche culturali e ambientali della campagna cipriota.
Frederick Research Centre
Progetti di ricerca Ambiente, educazione, gestione, scienze economiche e sociali.
Servizi di consulenza agli individui, alle imprese, alle organizzazioni e agli enti di governo.
Coordinamento e partecipazione a progetti di ricerca.
Collaborazione con centri di ricerca nazionali ed internazionali e università.
Adral/ Alentejo
CEBAL - Centro per le Biotecnologie
Agricoltura e agroalimentare
Biotecnologia e Agricoltura. Recupero delle biomasse; processo di recupero dei rifiuti; estrazio-ne dell’olio d’oliva; tecnologia a membrana; sequenza del genoma; rimozione dei composti di cotoxina dai rifiuti liquidi ospedalieri; ecc.
CEPAAL Olio d’oliva Nuove forme di inter-impresa e operazioni di rete, in particolare nell’area dell’internazionalizza-zione, del marketing e della distribuzione integrata.
Lancio di azioni innovative, politiche di supporto integrato e supporto all’espansione e riconver-sione dell’area di produzione delle olive.
ATEVA - Associazione dei produttori di vino di Alentejo
Vino Ricerca, informazione e promozione.
Migliorare la viticoltura regionale e la formazione della propria forza lavoro.
Informazione sui principi guida delle politiche sul vino a livello nazionale e internazionale.
Assistenza tecnica alla crescita.
ICAAM - Istituto Mediterraneo di scienze agrarie ed ambientali
Agricoltura
Vino
Olive
Sostenibilità dell’agricoltura.
Cambiamento climatico e impatti sull’agricoltura.
In particolare:• agricoltura conservativa e semina diretta• microorganismi (batteri) e potenziali fertilizzanti,• sistema innovativo per conservare l’acqua nell’irrigazione, • gestione dell’irrigazione nei vigneti e integrazione del sistema-oliveto, • MCCA- macchina automatica per la raccolta delle olive,• potatura meccanica degli uliveti e dei frutteti,• sviluppo di consorzi,• forme alternative per conferire aroma al vino,• tecnologia per la propagazione in vitro delle olive,• analisi dei residui di fitofarmaci nelle olive,• procedure tecnologiche per la produzione della salsiccia di maiale Alentejano, • sviluppo di colture iniziali per la produzione di salsicce.
Tabella 3.2. - Laboratori identificati dai partner di PACMAn
24
Luogo Laboratorio Settore Temi principali riguardanti la Sostenibilità
Valencia Ainia Agroalimentare
Imballaggio
Valorizzazione energetica dei rifiuti agroindustriali dalla produzione di biogas, trattamenti degli sca-richi industriali, LCA applicati alla trasformazione del cibo, impronta al carbonio, analisi delle catene alimentari, produzione di alimenti puliti, imballaggio nel rispetto ambientale.
In particolare:• applicazione di tecniche rapide e non invasive,• nuove produzioni,• applicazione di soluzioni avanzate di Infomation and Communication Technology nei proces-
si interni ed esterni della catena alimentare,• laboratori di test biologici,• ricerca sui consumatori e ricerca sensoriale,• sviluppo di nuovi prodotti.
IVIA Agricoltura Agricoltura sostenibile (contaminazione del suolo, fertilità del suolo, agro-irrigazione).
In particolare:Colture di limone e produzione vegetale, protezione vegetale e biotecnologie, genomica, tec-nologie post-raccolto, tecnologie alimentari e agro ingegneria.
Plataforma per la Sobirania Alimentària
Sviluppo sociale, produzione equa, agricoltura sostenibile, etc.
Produzione equa, agricoltura sostenibile.
PACA region - CRITT
INRA Agricoltura Alta qualità e sicurezza alimentare.
Agricoltura sostenibile.
Preservare e valorizzare l’ambiente.
14 divisioni scientifiche (alti livelli di specializzazione):• nutrizione, sicurezza alimentare a e comportamento dei consumatori,• impianti biologici (Francia) biologici,• scienza e tecnologia dei prodotti agricoli,• ecologia forestale, • ambiente e agronomia,• genetica animale,• allevamento e genetica delle piante,• matematica applicata e informatica,• microbiologia e filiera alimentare,• fisiologia animale e sistemi di allevamento,• salute animale,• trattamenti fitosanitari e ambiente,• scienze sociali, agricoltura e alimentazione, sviluppo rurale e ambiente.
Creta MAICH - Istituto Mediterraneo di ricerca agronomica di Chania
Agroalimentare Agricoltura sostenibile.
Gestione ambientale.
Miglioramento genetico in orticoltura e Biotecnologia.
Qualità alimentare e chimica dei prodotti alimentari.
Kilkis INA - Istituto di agrobiotecnologia
Agro-biotecnologia Miglioramento genetico e produzione di sementi.
Identificazione genetica.
Applicazioni biotecnologiche nella produzione di bevande.
Sfruttamento agroindustriale e sviluppo di nuovi prodotti.
AMERICAN FARM SCHOOL
Dipartimenti Casearia, Pollame e Ortocoltura
Produzione agricola, zootecnia, gestione del mercato agricolo e delle risorse naturali
Murcia AENO Rlaboratorio. Produzioni alimentari Certificazione/analisi
Test microbiologici e analisi chimica degli alimenti e delle acque.
CTC - Centro nazionale di ricerca alimentare e conserviera
Produzioni alimentari Test dei prodotti alimentari (es.: analisi strumentali, analisi chimiche e fisiche e controllo della qualità, microbiologia, analisi redisui OGM)
IMIDA - Istituto di ricerca e sviluppo agricolo e alimentare di Murcia
Orticoltura, raccolto, limone e altri prodotti alimentari
Biotecnologia e protezione dei raccolti.
Orticoltura.
Risorse naturali.
Agrumi.
Tabella 3.2 - Laboratori identificati dai partecipanti a PACMAn
25
Innovazione
3.4 Istituti di formazione
I partner del progetto PACMAn hanno iden-tificato diversi corsi di formazione legati alla sostenibilità, organizzati nelle seguenti aree tematiche:• Concetto di sostenibilità• Settore Agroalimentare• Agricoltura• Imballaggi• Qualità/Certificazioni.
IL CONTESTO DELLA SOSTENIBILITÀI corsi sulla sostenibilità specificati nella Ta-bella 3.3 individuano alcune questioni gene-rali non specificamente correlate al sistema agroalimentare e riguardanti per lo più la di-mensione ambientale della sostenibilità.
AGROALIMENTAREI temi affrontati dai corsi sono riportati in Ta-bella 3.4: • gestione della filiera agroalimentare da un
punto di vista economico e ambientale,• innovazione tecnologica e formazione
lungo la catena del valore,• sostenibilità dei processi di produzione e
gestione dei rifiuti (Lean Management),• qualità e sicurezza nell’industria alimentare,
anche collegata alla sostenibilità sociale.
Tabella 3.3 - Corsi di formazione identificati da PACMAn
Partner Organizzazione CorsiDimensione della Sostenibilità Tipo
ERVET Università di Bologna - Facoltà di Agraria Scienze del territorio e dell’ambiente agro-forestale Ambientale Università
ERVET Università di Bologna Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi ambientali. Ambientale Master
ERVET Università di Bologna, Facoltà di Chimica Industriale
Land and water conservation. Ambientale Master
ERVET Università di Bologna, Facoltà di Ingegneria Ingegneria ambientale e del territorio. Ambientale Università
ERVET Università di Ferrara, Facoltà di Ingegneria Ingegneria civile e ambientale. Ambientale Università
Tabella 3.4 - Istituti di formazione del settore agroalimentare identificati da PACMAn
Partner Organizzazione CorsiDimensione della Sostenibilità Tipo
ERVET Università di Bologna Facoltà di Agricoltura
Marketing e Economia del sistema agro-industriale. Economica Università
ERVET Università di Bologna Facoltà di Agricoltura
Tecnologia alimentare. Ambientale/Economica Università
IMPIVA Plataforma per la Sobirania Alimentària dels Pobles del Pais Valencià
Corso online sulla sovranità alimentare. Economica Corso di formazione
ERVET e Provincia di Modena
ISCOM Green Economy. Sostenibilità nei processi di produzione e efficacia della comunicazione.
Tecnico commerciale marketing specializzato nella green economy.
Ambientale/Economica Corso professionale
PARMA Università Cattolica del Sacro Cuore - sede di Piacenza e Cremona
Laurea in economia e tecnologie alimentari .
Attività di formazione per agricoltori e manager delle aziende alimentari.
Ambientale/Economica Università
PARMA Università di Parma Laurea in tecnologie alimentari ed economia.
Attività di formazione per agricoltori e manager nel setto-re alimentare e nella vendita al dettaglio.
Ambientale/ Economica
Università
PARMA AGRIFORM s.r.l. - Parma Formazione nel settore primario e agroalimentare. Ambientale/ Economica
Corso di formazione
MURCIA CTC - Centro Tecnológico Nacional de la Conserva y Alimentación
AleanMENTACION COURSE: Come applicare il lean manage-ment per ridurre drasticamente i costi dei processi produt-tivi nell’industria alimentare. L’obiettivo principale di questo strumento è di vedere i risultati simulati nelle varie fasi del Lean Management eliminando processi dispendiosi.
Ambientale/Economica Centro tecnologico
MURCIA CARM - Programma di formazione regionale e qualificazioni professionali agroalimentari del Ministero dell’Agricoltura e dell’Acqua della regione di Murcia
Formazione professionale di alto livello nei processi tecno-logici e qualitativi dell’industria alimentare: il programma prevede materie quali tecnologia alimentare, biotecnologia alimentare, analisi alimentare, conservazione degli alimenti, gestione della qualità ambientale nell’industria alimentare...
Sociale/ Economica/ Ambientale
Corso di formazione
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AGRICOLTURAI temi principali dei corsi riportati nella Tabella 3.5 sono: • conservazione delle risorse naturali,• innovazione tecnologica in agricoltura,• agricoltura sostenibile,• agricoltura biologica,• agricoltura e agronomia.
IMBALLAGGIOIl focus sul settore dell’imballaggio (dettagli in Tabella 3.6) è stato completato nell’azione pilota di PACMAn sul green packaging (il ma-nuale elaborato è online). I corsi identificati affrontano diverse tematiche, riguardanti soprattuto la sostenibilità in ambito econo-mico e ambientale:
• materiali per l’imballaggio e tecnologie in-novative,
• LCA - Valutazione del ciclo di vita,• eco-design e riciclo,• ottimizzazione della logistica,• imballaggio sicuro.
Tabella 3.5 - Istituti di formazione del settore agricolo identificati da PACMAn
Partner Organizzazione CorsoDimensione della Sostenibilità
Tipo di Organizzazione
ERVET Università di Bologna - Facoltà di Agricoltura Tecnologie Agrarie Economica/Ambientale Università
CUT Università della Tecnologia di Cipro
Dipartimento di Scienze Agrarie, Biotecnologia e Scienze Alimentari
Agricoltura sostenibile. Il corso tratta dei sistemi di agricoltura per assicurare la con-servazione delle risorse naturali. Analizza lo stato attuale dei metodi convenzionali e le im-plicazioni del sistema dell’agricoltura intensiva.
Ambientale Università
CUT Università Tecnologica di Cipro - Dipartimento di Scienze Agrarie, Biotecnologia e Scienze Alimentari
Corso di laurea in agricoltura sostenibile. Economia Ambientale Università
ADRAL Universidade de Évora - Escola de Ciências e Tecnologia - Évora University - School of Science and Technology
Corso di laurea in scienze agrarie. Economia Ambientale Università
ADRAL IPP - Instituto Politécnico de Portalegre Escola Superior Agrária de Elvas
Corso di laurea in agricoltura sostenibile. Economia Ambientale Master
KILKIS Aristotle Università di Salonicco Agraria Economia Ambientale Università
MURCIA CARM - Programma di formazione regionale e qualificazioni professionali agroalimentari del Ministero dell’Agricoltura e dell’Acqua della regione di Murcia
Ciclo di formazione intermedio per tecnico della produzione agroecologica. Insegna-menti su terreni, zootecnia, agronomia, pa-tologia vegetale, strutture e infrastrutture agricole, agricoltura biologica.
Economia Ambiantale Corso di Formazione
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Innovazione
Tabella 3.6 - Istituti di formazione nel settore imballaggio identificati da PACMAn
Partner Organizzazione CorsoDimensione della sostenibilità Segmento
Tipo di organizzazione
ERVET Università di Parma Master in packaging. Ambientale/Economica Imballaggio Master
ERVET Università di Bologna (Rimini)
Chimica e tecnologia per l’ambiente e i materiali. Ambientale/Economica Imballaggio Università
ERVET Università di Parma - Facoltà di Matematica, Fisica e Scienze Naturali
Chimica Industriale e tecnologie del packaging. Ambientale/Economica Imballaggio Università
ERVET ECIPAR Progettista meccanico con specializzazione nella produzione agroalimentare.
Esperto nella gestione delle problematiche am-bientali per le PMI.
Marketing strategico e l’accesso a nuovi mercati nel comparto agroalimentare.
Efficientamento nei processi produttivi per la rea-lizzazione di imballaggi industriali di legno.
LCA - Analisi del ciclo di vita del prodotto dal pun-to di vista ecologico e ambientale.
Ottimizzazione della logistica interna ed esterna.
Esperto nel riciclo dei “materiali verdi”.
Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET FORMART Il confezionamento ed il packaging nel settore alimentare.
Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET Futura Sviluppatore di sistemi embedded. Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET FORMINDUSTRIA Emilia-Romagna
Sviluppo e Design dei prodotti agroalimentari. Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET CISITA Parma Imballaggio sicuro. Sociale/ Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET CE.SVI.P. Green logistics: la logistica a supporto dello svilup-po sostenibile.
Imballaggio: ruolo, funzioni e tipo di imballaggi.
Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET CESCOT Packaging. Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET I.F.O.A. Specializzazione delle competenze per il compar-to agroalimentare.
Tecnico della logistica sostenibile nell’Agro-alimentare.
Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET COFIMP Aziende, Unindustria Bologna
Quick assessment dei processi logistico produttivi. Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET e Provincia di Modena
Centro Servizi P.M.I. Tecnico ambientale.
Tecnico esperto nella pianificazione del ciclo inte-grato dei rifiuti urbani.
Tecnologo di prodotto/processo nella meccanica.
Lean and Green.
Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD).
Ambientale/Economica Imballaggio Ente di Formazione
ERVET e Provincia di Modena
ISCOM Innovazione nelle tecniche di packaging. Ambientale/Economica Imballaggio Corso professionale
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Tabella 3.8 - Istituti di formazione riguardanti la qualità/certificazione identificati da PACMAn
Partner Organizzazione CorsoDimensione della sostenibilità Segmento Tipo
ERVET CFP Cesta Emas e Ecolabel. Ambientale Qualità/ Certificazione
Ente di Formazione
FORTH TUV HELLAS SA Seminari di formazione su assicurazione qualità e certifica-zione.
Ambientale/ Economica
Qualità/ Certificazione
Ente di certificazione
MURCIA CTC - Centro Tecnológico Nacional de la Conserva y Alimentación.
Corso di microbiologia e igiene nell’industria alimentare. L’obiettivo del corso è di acquisire una conoscenza teorica e pratica per identificare i rischi microbiologici degli alimenti e applicare tecniche analitiche per assicurarne la qualità.
Sociale/ Economica Qualità/ Certificazione
Centro Tecnologico
CRITT Afnor certification Non specificato. Ente di Formazione CRITT
Tabella 3.7 - Istituti di formazione per “Altri segmenti” identificati da PACMAn
Partner Organizzazione CorsoDimensione di sostenibilità Segmento Tipo
IVACE ACERTA Specializzazione nella ispezione della produzio-ne ortofrutticola.
Economica Frutta e verdura Ente di Formazione
ADRAL Istituto Politecnico di Beja Scuola di Agraria
Corso di specializzazione tecnologica - olivicul-tura e viticultura.
Economica Oil/Olive/Viticoltura Istituto di educazione superiore
ADRAL Istituto Politecnico di BejaScuola di Agraria
Laurea in ingegneria alimentare. Economica Trasformazione degli alimenti
Università
ADRAL IPP - Istituto Politecnico di Portalegre - Scuola Superiore Agraria di Elvas
Corso di specializzazione in tecnologie viticole ed enologiche.
Economica Vino Istituto dieducazionesuperiore
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Innovazione
Tabella 3.9 - Normativa in materia di sostenibilità e innovazione
Partner Riferimenti/Istituzioni/Livello territoriale Descrizione
VALENCIA Risoluzione 72/2011 del 10 giugno. Sistema informativo per la sicurezza alimentareIstituzione: Ministero della salute della comunità ValencianaLivello territoriale: Regionale
L’obiettivo della risoluzione è quello di fornire uno strumento adeguato alla cosiddetta Food Safety. Information System (SISA in spagnolo) per il miglioramento della sostenibilità sociale delle filiere alimentari Valenziane. Tale sistema è stato creato per identificare i principali rischi della filiera alimentare, per evitare tali rischi e reagire in modo più coordinato in caso di una possibile emergenza alimentare. E ‘applicabile a tutte le fasi della filiera alimentare Valenziana (dalle fasi di produzione fino al consumo finale dei prodotti).
CRITT Educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibileIstituzione: Regione Provenza-Alpi-Costa AzzurraLivello territoriale: Regionale
La Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra ha stabilito tre obiettivi: • promuovere il tema dello sviluppo sostenibile nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra,
attraverso la formazione e l’informazione agli abitanti e agli operatori del territorio,• stimolare il cambiamento di comportamento nella vita privata e professionale,
CRITT Supporto alle aziende (Contratto del progetto Stato-Regione-Ademe)Istituzione: Regione Provenza-Alpi Costa Azzurra e ADEMELivello territoriale: Regionale
Due bandi per progetti volti ad supportare le aziende a creare un approccio volto alla gestione energetica: • un bando diviso in due parti per progetti di efficienza energetica: impiantare un sistema di
gestione dell’energia, investire in tecniche e attrezzature,• un bando per progetti su servizi innovativi finalizzati a supportare nuovi sistemi di control-
lo dell’energia nelle Piccole e Medie Imprese.
ERVET Interventi per lo sviluppo dei sistemi di qualità nel settore agroalimentare (legge regionale Nr. 28/98)Istituzione: Regione Emilia-Romagna Livello Territoriale: Regionale
Provvedimento No. di progetti Incentivi (€)
Ricerca pre-competitiva 18 600.000
Gestione dei futuri bisogni di ricerca, ricerche di interesse generale, divulgazione dei risultati
16 1.820.000
Sviluppo di progetti n/a 2.445.000
Progetti strategici n/a 2.076.000
ERVET Piano di sviluppo rurale della regioneEmilia-Romagna 2007-2013 Istituzione: Regione Emilia-RomagnaLivello territoriale: Regionale
Provvedimento No. di progetti Incentivi (€)
Misura 124 - Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e forestale
42 4.793.754
FORTH Consiglio regionale per l’innovazione di CretaIstituzione: Regione di Creta Livello Territoriale: Regionale
Nel 2011 la regione di Creta ha costituito il Consiglio Regionale per l’innovazione di Creta (RIC). RIC opera come un gruppo di esperti e organo consultivo del Consiglio Regionale sui temi dell’innovazione e dello sviluppo. RIC stabilisce gruppi di lavoro per offrire supporto e nuove idee in diversi aspetti dell’economia locale. Il gruppo di lavoro del settore agroalimen-tare, attivo dal marzo 2011, occupa più di 100 persone dell’Accademia, del commercio e della Pubblica Amministrazione.
ADRAL PRODER - Programa de Desenvolvimento RuralIstituzione: Ministero dell’Agricoltura, Mare, Ambiente e Pianificazione TerritorialeLivello Territoriale: Nazionale
L’asse 4 del Programma - Conoscenze e Competenze - integra tre provvedimenti. Il provve-dimento “Cooperazione per l’Innovazione” promuove l’adozione di nuovi prodotti, processi e tecnologie, l’adattamento di processi e tecnologie e ne testa l’applicabilità. I beneficiari sono Istituzioni pubbliche o private, che instaurano tra loro accordi di collaborazione.
MURCIA Programmi per il trasferimento tecnologico al settore rurale ed agroalimentareIstituzione: Ministero regionale per l’agricoltura e l’acquaLivello Territoriale: Regionale
Il Ministero regionale per l’agricoltura e l’acqua promuove dei programmi di collaborazione per il trasferimento tecnologico al settore rurale ed agroalimentare.
ALTRI SEGMENTII corsi indicati in “Altri segmenti”, Tabella 3.7, si riferiscono soprattutto alla dimensione economica della sostenibilità.
QUALITÀ/CERTFICATIOZIONIQualità e certificazioni sono temi di svariati corsi di formazione, come specificati nella Tabella 3.8. Per maggiori approfondimenti su questo argomento si può fare riferimento al Capitolo 6 “Qualità e consumo”.
3.5 Leggi, regolamenti e politiche a supporto dell’innovazione nell’area MED
Nelle normative elencate in Tabella 3.9 la sostenibilità non sempre è menzionata esplicitamente.
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3.6 Rassegna bibliografica
Nella ricerca bibliografica prodotta dai part-ner del progetto PACMAn, sono stati identi-ficati 4 riferimenti riguardanti l’innovazione e la sostenibilità del sistema agroalimentare in area MED. I temi principali sono: • green economy (incluso il settore agroali-
mentare) e aspetti tecnologici,• capacità di innovazione per uno sviluppo
sostenibile (Cipro),• valutazione dell’impatto ambientale,• adozione dei risultati di ricerca da parte
dell’industria agroalimentare (riferimento progetto RAF-REGIONS).
Rassegna bibliografica
TitoloAutore/Data/Riferimenti Descrizione
Green Economy - Scenari tecnologici per l’Emilia-Romagna
ASTER (Rete alta tecnologia dell’Emilia-Romagna), 2012
http://www.aster.it/tiki-index.php?page=Scenari#tab1
Il documento non si concentra solamente sull’industria alimentare ma identifica le principali aree strategiche per lo sviluppo della Green Economy nella regione. La White Biotechnology è uno dei temi legato all’agroalimentare che riguarda i biomateriali funzionali alla riduzione di impatto ambientale e le bioraffinerie. Grazie a queste tecnologie si supera il limite relativo a una destinazione puramente energetica delle colture non alimentari, proponendo un impiego potenzialmente integrale della biomassa vegetale come base per la produzione di molecole chimiche a ridotto impatto ambientale. Alcune aziende citate: Caviro (Faenza), Unigra (Conselice).
La struttura delle organizzazioni MED e il rafforzamento delle capacità di innovazione per uno sviluppo sostenibile(MEDOSSIC)
Georgia Piligotsi, Loukis Tapakis, 2009
www.medossic.eu
Il rapporto fornisce una visione sulle strutture ambientali europee e nazionali e le politiche adottate a Cipro circa la promozione di tecnologie per l’ eco-innovazione e l’adozione di pratiche rispettose dell’ambiente per le imprese.
Alcune cifre sono promettenti per quanto riguarda la crescita dell’eco-innovazione in tutta l’isola - da un sondag-gio sull’innovazione del Servizio Statistico di Cipro - per il fatto che: a) il 38% delle imprese recensite (468 impre-se) hanno introdotto nel periodo 2004-2007 una innovazione con un effetto significativo nel ridurre l’impatto ambientale e migliorare la salute e la sicurezza, b) il 20% delle imprese recensite (246 imprese) ha introdotto una innovazione, con un effetto significativo nel ridurre i materiali e il consumo di energia per unità prodotta.
Tuttavia, le misure a sostegno alle politiche per la eco-innovazione a Cipro si basano quasi esclusivamente su fondi europei.
I principali punti deboli del sistema di eco-innovazione di Cipro riguardano:• la mancanza di canali di comunicazione tra domanda (le imprese) e offerta (le università) per l’eco-innovazione,• l’assenza di un sistema organizzato per il sostegno dell’eco-innovazione e il trasferimento delle tecnologie ambientali,• la gamma relativamente limitata di meccanismi finanziari a sostegno dello sviluppo di eco-innovazione nelle
Piccole e Medie Imprese.
Revisione di studi che applicano metodi di valutazione dell’impatto ambientale sui sistemi di produzione della frutta
Alexandros Gasparatos, Mohamed El-Haram, Malcolm Horner, 2011
Giornale della gestione ambientale, Volume 92, Argomento 10, Pagine 2277-2286.
L’articolo passa in rassegna gli studi che valutano la sostenibilità ambientale o l’impatto della produzione di frutta in condizioni differenti e individua gli aspetti di importanza ambientale per la produzione frutticola. Vengono valutati quattro metodi di valutazione ambientale per i sistemi di produzione della frutta: la valutazione del Ciclo di Vita, l’Analisi dell’Impronta Ecologica, l’Analisi Energetica e il Bilancio energetico. Queste applicazioni si differen-ziano rispetto all’obiettivo generale, l’insieme di problematiche ambientali considerate, la definizione dei confini del sistema e degli algoritmi di calcolo. A causa della alta variabilità degli approcci, nessun metodo è risultato migliore degli altri, tuttavia, si fanno osservazioni su metodologie e suggeri-menti per la standardizzazione e si evidenziano gli oneri ambientali del settore della frutta.
Analisi, sviluppo e implementazione delle agende di ricerca dei Clusters regionali, Analisi SWOT sulla capacità di R&S del sistema agroalimentare regionale (RAF-Regions)
Annamaria Fiore, Nikos Giannoulidis, Gergana Kaloyanova, Lubov Trenkova, 2009n.d.
Nel documento la Regione della Macedonia Centrale (GR) mostra il proprio potenziale regionale di ricerca e in-novazione, suggerendo misure per la valorizzazione. A tal fine, sono identificati i punti di forza e di debolezza, nonché le opportunità e i rischi, riguardanti lo sviluppo e il trasferimento delle conoscenze e della ricerca relativa-mente alla filiera agroalimentare.
Sistemi ortofrutticoli sostenibili nella Provincia di Parma
Maggio A., Testolin R., Gianquinto G., 2011
European Journal of Agronomy, Volume 32, Argomenti 1, Pagine 59-72
La sostenibilità dei sistemi di produzione agricola è un tema ricorrente nel dibattito pubblico, strettamente legato all’uso efficiente delle risorse e ai principi di risparmio energetico. Un rendimento superiore con un input inferiore è il paradigma che ci guiderà negli anni a venire. Ciò richiederà inevitabilmente uno sforzo congiunto di diversi attori nei settori della ricerca, della produzione e della politica. In questo scenario la ricerca ha un ruolo fondamentale in quanto è l’unico strumento che può generare un flusso continuo di informazioni che, a breve, medio e lungo termine potrebbero contribuire efficacemente a definire sistemi di produzione innovativi, più efficienti e con un ridotto im-patto ambientale. Nell’articolo alcuni aspetti della sostenibilità nei sistemi orticoli sono presentati con una particolare attenzione a tecnologie già collaudate, alla produzione in ambienti salini e a strategie di miglioramento genetico per incrementare l’efficienza d’uso delle risorse da parte delle colture.
31
Innovazione
3.7 Raccomandazioni finali
Le seguenti raccomandazioni intendono evi-denziare le buone pratiche che coinvolgono università, laboratori, altri organismi pubblici e privati di R&S (di seguito indicati come co-munità scientifica) e le industrie alimentari.
Un miglioramento delle infrastrutture a servi-zio e supporto delle attività di R&S, in un con-testo di basso livello di investimenti in R&S nel settore alimentare europeo, è nelle aspetta-tive di Kilkis (GR) - che rileva una scarsa quan-tità dei risultati della ricerca, del comparto degli imballaggi alimentari in Emilia-Romagna - che lamenta una limitata redditività e capa-cità d investire in ricerca e sviluppo a causa di strategie basate su prezzi bassi piuttosto che sulla qualità. Scarsi investimenti in R&S sono testimoniati anche da Murcia nella lavora-zione e conservazione di frutta e verdura, di succhi, macchine dell’industria alimentare.
Le raccomandazioni comportano una serie di obiettivi, tra cui:• fornire strumenti per il trasferimento tec-
nologico,• fornire formazione continua ai professio-
nisti del settore,• promuovere la collaborazione nella ricerca.
PROMUOVERE LA RICERCA A LIVELLO TRANSNAZIONALE ATTRAVERSO LA COOPERAZIONE TRA ATTORIPerchè seguire questa raccomandazione
Gli strumenti per il trasferimento delle co-noscenze hanno lo scopo di migliorare la collaborazione e lo sfruttamento dei risultati della ricerca e il loro assorbimento da parte delle aziende.
Le aziende sono scarsamente collegate agli comunità scientifica, come riportato da Kilkis (GR) e Ervet (IT). É stato riconosciuto che una collaborazione tra le imprese e la comunità scientifica contribuisce a: orientare la ricerca e la formazione verso specifici bisogni delle imprese, portare competenze a supporto delle attività di trasferimento tecnologico, introdurre approcci orientati all’innovazione.
In questi ultimi anni molti istituti di ricerca eu-ropei hanno istituito uffici per il trasferimento tecnologico con l’obiettivo di migliorare la col-laborazione e lo sfruttamento dei risultati della ricerca e il loro utilizzo da parte delle imprese.
La rete Enterprise Europe Network ha creato una banca dati di tecnologie all’avanguardia che contiene più di 23.000 profili. La rete ri-unisce applicazioni di ricerca e commerciali. Maggiori informazioni all’indirizzo: http://een.ec.europa.eu/services/techno-logy-transfer.
PROTON Europa, è la rete Europea degli uf-fici di trasferimento tecnologico delle uni-versità e degli organismi di ricerca pubblici. Essa mira ad accrescere gli standard profes-sionali generali di chi opera in questo campo e a valorizzare i risultati della ricerca. Opera
inoltre per accrescere lo scambio di cono-scenza e di buone pratiche fra i membri ed è sostenuta dalla Commissione Europea. Mag-giori informazioni all’indirizzo: www.protoneurope.org.
Il Catalogo della ricerca, elaborato da Aster – il consorzio tra Regione Emilia-Romagna, Università, Enti di ricerca e Associazioni di categoria - mette a sistema tutte le risorse della Rete Alta Tecnologia e le aggrega in sei piattaforme, in base ai settori che caratte-rizzano l’economia regionale. Attraverso il catalogo è possibile fare una ricerca sui pro-dotti e servizi forniti da laboratori HTN (High Technology Network) e specificamente sull’imballaggio (Piattaforma agroalimen-tare).Maggiori informazioni all’indirizzo: http://www.aster.it/tiki-index.php?page=Catalogo_ALI_en.
FORNIRE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUAPerchè seguire questa raccomandazioneLo sviluppo di infrastrutture di R&S e risorse umane qualificate è il presupposto per politi-che per l’innovazione di successo.
L’idea di uno sviluppo professionale continuo viene messa in pratica in un numero limitato di paesi e spesso è insufficiente rispetto alla domanda. Il successo del trasferimento di tec-nologia dipende in larga misura dalle capacità e dalle competenze del personale coinvolto. Per favorire le interazioni tra la comunità di ri-
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cerca e le aziende il personale deve essere pre-parato al trasferimento delle conoscenze e deve avere competenze di base sul business, oltre a un’ampia gamma di competenze che gli permettano di svolgere i propri compiti in modo efficace. Tuttavia, spesso, personale relativamente inesperto ricopre tali posi-zioni, come dichiarato da Murcia per la lavo-razione e conservazione di frutta e ortaggi, macchinari per l’industria alimentare, “i pro-blemi di ricambio generazionale influenzano negativamente l’adozione di nuove tecnolo-gie più sostenibili e la professionalizzazione del settore”.
Il Progetto PACMAn ha identificato diversi corsi di formazione legati alla sostenibilità che sono stati organizzati per aree temati-che e settori.
PROMUOVERE LA RICERCA A LIVELLO TRANSNAZIONALE ATTRAVERSO LA COOPERAZIONE TRA ATTORIPerchè seguire questa raccomandazioneAttraverso la cooperazione internazionale tra gli attori economici, le autorità pubbliche e la comunità di ricerca impegnati sui temi dell’innovazione, PACMAn fornisce solu-zioni innovative alle criticità e input per l’e-laborazione di modelli e strategie a sostegno dell’espansione del settore agroalimentare a livello internazionale.
Anche se le aziende hanno normalmente scarsa attitudine a collaborare in attività di
R&S, secondo i risultati globali del sondaggio effettuato da PACMAn (vedi Paragrafo 3.2 Risultati dell’innovazione) la collaborazione in materia di attività R&S è una formula dif-fusa tra imprese innovative e il 70% (47% degli intervistati) ha dichiarato di aver colla-borato con altri enti per esercitare le proprie attività di R&S.
La limitata capacità di cooperazione su tec-nologie comuni e su come affrontare i mer-cati esteri può impedire l’espansione del set-tore agroalimentare a livello internazionale. La risoluzione al problema può essere sup-portata dal Database di Progetto, che facilita lo scambio transnazionale di conoscenze, in-formazioni e contatti. Il database di PACMAn (Azione 3.4) contiene oltre 400 profili di imprese, centri di ricerca, enti di formazione, enti pubblici, associazioni di categoria, cen-tri di consulenza, e viene aggiornato regolar-mente con nuovi profili.
Il database permette di verificare la fattibilità della collaborazione transnazionale all’in-terno di alcuni dei paesi partner di progetto.
Per consultare il database: http://agrofood.gnomon.com.gr/web/guest/home.
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Innovazione
04Gestione delle risorseciclo di vita, impronta ambientale, gestione dei rifiuti, imballaggio sostenibile, risorse umane
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Gestione delle risorse
Tabella 4.1 - Identificazione delle principali criticità
Segmenti selezionati Territori
Emilia-Romagna Parma Cipro Regione PACA Murcia Alentejo Kilkis
Industria lattiero-casearia e prodotti frutticoli
◦ ■▲ ◆
Imballaggio ▲
Frutta e verdura (produzione, lavorazione e conservazione)
◦
Coltivazione di cereali ■ ◆
Pasta e biscotti, oli e grassi, frutta e verdura ■
Filiera del pomodoro ◦ ■◦ Ottimizzazione di materie prime e risorse.
■ Impatto ambientale.
▲ Gestione dei rifiuti.
◆ Gestione delle risorse umane.
4.1 Criticità rilevate riguardanti la sostenibilità e la gestione delle risorse
OTTIMIZZAZIONE DELLE MATERIE PRIME E DELLE RISORSE CUT, industria lattiero-casearia e prodotti frutticoli. Selezione di materie prime pro-dotte in modo sostenibile (fino a che punto le PMI agroalimentari fanno uso di materie prime locali?)
PARMA, filiera del pomodoro. Utilizzo di acqua per l’irrigazione; conservazione della fertilità del suolo.
INFO MURCIA, lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, produzione di succhi, macchinari per l’industria alimentare. Scar-sità di alcune risorse chiave per la produ-zione, come ad esempio l’acqua e la mano-dopera qualificata.
INFO MURCIA, lavorazione e conservazione di frutta e verdura, produzione di succhi, macchinari per l’industria alimentare. Basso livello di collaborazione tra le imprese a di-versi livelli della filiera alimentare, che impe-disce di condividere le risorse o di sviluppare attività più efficienti e sostenibili.
IMPATTO AMBIENTALECUT, industria lattiero-casearia e prodotti frutticoli. Emissioni di CO2
durante il pro-cesso di distribuzione; misura dell’impatto ambientale.
PARMA, filiera del pomodoro. Uso di ferti-lizzanti e fitofarmaci. Utilizzo di energia da fonti non rinnovabili per il funzionamento delle macchine.
CRITT, pasta e biscotti, olio e grassi, orto-frutticoli. Mancanza di normativa per lo svi-luppo sostenibile delle industrie agroalimen-tari e conseguente scarso coinvolgimento delle aziende.
kilkis, coltivazione di cereali. É necessaria la prosecuzione delle opere di infrastrutturazione nelle zone rurali, con azioni dirette alla ridu-zione dei costi e alla protezione dell’ambiente.
GESTIONE DEI RIFIUTIERVET, packaging. La mancanza di educa-zione e informazione ai consumatori sulla gestione sostenibile dei rifiuti e sulla raccolta differenziata influenza le strategie di svi-luppo e i relativi esiti.
CUT, Industria lattiero-casearia e prodotti frutticoli. I trasformatori di prodotti orto-frutticoli tradizionali non hanno sviluppato un metodo sostenibile di smaltimento dei rifiuti, con conseguente sovraccarico dei si-stemi locali di gestione dei rifiuti.
GESTIONE DELLE RISORSE UMANEkilkis, coltivazione di cereali. Le restrizioni imposte dalla politica agricola comune (PAC) comportano criticità a livello di formazione del capitale umano e dotazione finanaziaria necessaria alla ristrutturazione del settore.
CUT, industria lattiero-casearia e prodotti frutticoli. Integrazione degli immigrati nel contesto agroalimentare locale.
Le suddette criticità, individuate nei settori scelti dai partner PACMAn, sono territorializ-zate nella Tabella 4.1
4.2 LCA: Valuatione del Ciclo di Vita
DEFINIZIONE DI LCALa valutazione del ciclo di vita di prodotto, traduzione italiana di Life Cycle Assessment (LCA), è nata per aiutare a quantificare, in-terpretare e valutare gli impatti ambientali di uno specifico prodotto o servizio “dalla culla alla tomba”. Il riferimento normativo inter-nazionale per l’esecuzione degli studi di LCA è rappresentato dalle norme ISO della serie 14040 (UNI EN ISO 14040:2006 e UNI EN ISO 14044:2006). La norma definisce l’Ana-lisi del Ciclo di Vita (LCA) come “una tecnica per valutare gli aspetti ambientali e gli impatti potenziali associati ad un prodotto o un ser-vizio attraverso: la raccolta di un inventario degli input e output rilevanti per il sistema, la valutazione dei potenziali impatti ambien-tali associati a questi input e output, l’inter-pretazione dei risultati delle fasi di analisi e valutazione dell’impatto secondo gli obiet-tivi dello studio”. Le norme ISO identificano quattro fasi per lo svolgimento di una LCA (Figura 4.1).
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Obiettivi e definizione dell’ambito Analisi dell’inventario Valutazione degli impatti
Obiettivo e ambito di applicazione. Dopo aver definito il prodotto o servizio da va-lutare viene scelta un’unità funzionale di confronto e precisato il necessario livello di dettaglio.
Inventario del ciclo di vita (LCI). Scopo di questa fase è quello di evidenziare tutti i flussi di input e output riferibili alle diverse fasi relative al prodotto. E’ in questo secondo step che vengono contabilizzati i flussi delle materie prime, delle emissioni e delle loro componenti.
Consiste nella valutazione della significativi-tà degli impatti ambientali potenziali, asso-ciati ai dati derivanti dalla fase di inventario. In questo step dovrebbero essere valutati gli effetti sulla salute e sull’ambiente causati da un prodotto nel corso del suo ciclo di vita.
Un definizione simile è fornita dalla United States Environmental Protection Agency, che definisce la Valutazione del Ciclo di Vita come una tecnologia per valutare gli aspetti ambientali e i potenziali impatti associati ad un prodotto, processo o servizio.
QUALI BISOGNIL’esecuzione di una LCA convenzionale può essere onerosa a seconda del tempo e delle risorse impiegate, in base alla disponibilità e qualità dei dati. I risultati di LCA devono es-sere conformi ai requisiti previsti dalle norme ISO 14040 e 14044, indipendentemente dallo strumento e base dati utilizzati.
PERCHÈ FARE UNA LCALCA è un’analisi globale degli impatti am-bientali di un prodotto durante il suo intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime alla fabbricazione, confezionamento, trasporto e uso, fino allo smaltimento dei ri-fiuti. È utile per quantificare l’impiego delle risorse consumate (input come energia, materie prime, acqua) e le relative emissioni ambientali (output su aria, acqua e suolo), valutandone il rischio, perché il reale impatto di queste emissioni dipende da quando, dove e come vengono rilasciate nell’ambiente.
Si tratta di uno strumento di supporto deci-sionale che fornisce ai progettisti un feedback sull’impatto ambientale delle decisioni prese nel processo produttivo. Viene utilizzato, ad esempio, per prendere decisioni strategiche
nella progettazione o nel migliormento di prodotti e processi, nella gestione della filiera e delle forniture. La LCA può essere utilizzata per comparare alternative o fornire soluzioni ad un problema specifico.
Un buon risultato di LCA è fondamentale per raggiungere l’Economia del Ciclo di Vita. L’integrazione di questo principio con prati-che di gestione tradizionali porta al concetto di Life Cycle Thinking (LCT).
LCA viene inoltre usato per studiare le strate-gie di mercato, politiche e regolamenti. L’U-nione Europea ha accettato la LCA come me-todologia di riferimento e ha incluso aspetti del LCT nel 6° Programma di Azione Ambientale.
DUE APPROCCI PRINCIPALILCA può essere eseguita su diversi livelli a seconda del tipo di domande poste, dello scopo dello studio o dello stato di sviluppo di un nuovo prodotto. Esistono due differenti categorie di LCA in termini di livello di det-taglio: LCA semplificata (streamlined), LCA dettagliata o completa (convenzionale).
Gli strumenti di LCA possono essere divisi in due classi principali: software LCA convenzio-nali altamente flessibili e strumenti ad-hoc per la progettazione ecocompatibile, aventi un mi-nor grado di flessibilità (Tabelle 4.2, 4.3).
STRUMENTI CONVENZIONALI LCALe LCA Convenzionali vengono effettuate utilizzando pacchetti software tradizionali
coi quali l’utente segue la procedura com-pleta di: definizione di finalità e obiettivi, valutazione dell’inventario, valutazione di impatto e interpretazione.
Gli strumenti di LCA convenzionale con-sentono una certa flessibilità che comporta però alcuni svantaggi. Richiede infatti una notevole esperienza, è laboriosa e costosa. E’ utilizzabile da aziende con prodotti che non subiscono frequenti modifiche, non è invece efficace per i beni di largo consumo, dove la valutazione sistematica del prodotto avrebbe costi troppo elevati. Allo stesso modo non è una soluzione economicamente conveniente per le Piccole e Medie Imprese. Inoltre, il tempo richiesto per completare uno studio di LCA Convenzionale è tale che i risultati sono spesso ottenuti al termine dello sviluppo, quando il prodotto è ormai pronto per essere immesso sul mercato.
Questi alcuni esempi di software.
GaBi 4.3Sviluppato da Institute for Polymer Testing and Polymer Science - www.gabi-software.com.
“GaBi modella ogni elemento di un prodotto o di un sistema dal punto di vista del ciclo di vita, aiutando le aziende a prendere le mi-gliori decisioni sulla progettazione di qualun-que prodotto, che sia un fiammifero, un cel-lulare o un aeroporto. Fornisce un database di contenuti facilmente accessibili, specifi-cando l’energia e l’impatto ambientale con-
Interpretazione
Consiste nell’interpretazione dei risultati delle fasi di inventario e di valu-tazione degli impatti ambientali, anche mediante considerazioni e analisi aggiuntive come, per esempio, il confronto rispetto ai possibili diversi sce-nari di fine vita dei prodotti analizzati.
Figura 4.1 - Le quattro fasi dell’LCA
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Tabella 4.2 - Pro e contro dell’analisi LCA convenzionale e semplificata
Tipi di LCA Punti di forza Punti di debolezza Applicazioni
Ecodesign (LCA semplificata)
Rapido, a basso costo, coerente, può essere utilizzato dai non esperti
Bassa flessibilità
Nessuna capacità di cogliere le specificità
Limitata possibilità di sostenere rivendicazioni ambientali
Processi di progettazione, informazioni ambientali, adatti per i non esperti in un processo ben inquadrato
Convenzionale Robusto, flessibile, può sostenere affermazioni di marketing dopo una revisione esterna
Più costoso e lungo, richiede conoscenze specifiche Valutazione interna del prodotto e confronto con le alternative
Supporto alle campagne marketing per l’impatto ambientale di un prodotto
Fonte: The consumer goods forum (2011), Global Protocol on Packaging Sustainability 2.0
Tabella 4.3 - Applicazioni LCA
Perchè LCA (applicazioni)
ConfrontoPer avere dati scientifici per il benchmarking (interno o esterno)
R&SPer identificare problemi specifici (conseguenze inattese?)
ComunicazionePer fornire informazioni affidabili per supportare la comunicazione ambientale
Simulazione e EcodesignPer sostenere i cambiamenti dei processi produttivi o l’adempimento delle regolamen-tazioni
nessi al reperimento di ogni input. Esamina inoltre l’impatto sull’ambiente e propone opzioni alternative per la produzione, la di-stribuzione, la riciclabilità e la sostenibilità”.
SimaPro 7.3Sviluppato da Pre Product Ecology Consul-tants - www.simapro.es.
“SimaPro è uno strumento professionale per calcolare l’impatto ambientale, sociale ed economico associato a un prodotto o servi-zio, attraverso il suo intero ciclo di vita, con applicazioni, fra le altre, nell’eco-design, nello sviluppo di etichette ecologiche e nel calcolo dell’impronta di carbonio o idrica.”
AGROLCA ManagerSviluppato da: Instituto Vasco de Investiga-ción y Desarrollo Agrario NeikerTecnalia - http://www.agrolcamanager.com.
AGROLCA Manager monitora ogni stadio della catena del valore del prodotto e stima il potenziale impatto ambientale, permet-tendo così la messa in atto di strategie per la riduzione. Gli strumenti di AGROLCA mana-ger vengono adattati alle caratteristche del settore di riferimento, con particolare atten-zione alle tematiche ambientali e alle caratte-ristiche di ogni singola azienda, considerando sia la sua situazione ambientale sia il suo livello di conformità alle normative.
STRUMENTI DI ECODESIGNStrumenti basati sulla LCA semplificata che
rendono accessibile l’analisi del ciclo di vita ai non esperti, permettendo una rapida valuta-zione delle conseguenze sull’ambiente delle decisioni di design già allo stadio di proget-tazione (prevenzione).
Vari strumenti specifici sono stati sviluppati o sono in corso di sviluppo e sono a dispo-sizione del pubblico. Tali strumenti hanno lo scopo di preservare l’integrità del metodo LCA evidenziando gli impatti ambientali in ogni fase del ciclo di vita in maniera più ra-pida ed economica. Ciò che accomuna que-sti strumenti, anche chiamati strumenti di progettazione ecocompatibile, è che molte delle fasi della LCA che richiederebbero competenze elevate sono state pre-definite per l’utente; l’interfaccia emula il processo di sviluppo e necessita di un operatore qualifi-cato solo per l’inserimento degli input con i quali l’operatore lavora quotidianamente.
In genere gli strumenti di ecodesgin hanno caratteristiche predefinite: unità funzionale, confini del sistema, inventario di materiali e processi, operazioni di recupero e smalti-mento, metodi di valutazione dell’impatto. Nonostante richiedano lo stesso livello di competenza rispetto all’interpretazione dei risultati, il vantaggio degli strumenti di eco-design è la loro relativa semplicità, la facilità d’uso e la velocità di valutazione. Lo svantag-gio è che risultano meno precisi e affidabili di un LCA completo generato con software convenzionali.
ALCUNI ESEMPIEco Tool CONAI (Consorzio Nazionale Im-ballaggi) http://www.ecotoolconai.org/, permette alle aziende associate che inten-dono partecipare al “Dossier Prevenzione” di valutare l’efficienza ambientale (eco-ef-ficienza) del loro packaging, attraverso un confronto tra l’impatto ambientale prima e dopo gli interventi adottati. Lo strumento si basa sul concetto “da culla a culla” e per-mette di calcolare, attraverso una LCA sem-plificata, gli effetti delle azioni preventive attuate dalle aziende sugli imballaggi.
BEE, valutazione del bilancio ambientale degli imballaggi http://bee.ecoemballages.fr/, è uno strumento semplificato proposto da Ecoemballages (FR), ispirato ai principi della LCA per valutare l’impatto ambientale di un imballaggio. Lo strumento permette di individuare le leve di ottimizzazione e di confrontare, dal punto di vista ambientale, più soluzioni di packaging. La progettazione tiene conto delle principali fasi del ciclo di vita, e l’impatto sull’ambiente di un ampio numero di materiali e tipi di imballaggio. La progettazione può essere fatta con dati rappresentativi di un imballaggio standard, oppure utilizzando dati specifici. L’ergono-mia dello strumento facilita l’uso da parte di persone non specializzate su LCA.
ADEME, Le Bilan Produit ® http://www.ademe.fr/internet/bilan_produit/login.asp. Un prodotto progettato da ADEME per con-
Gestione delle risorse
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sentire alle aziende di stimare facilmente, rapidamente e in modo autonomo l’impatto ambientale dei loro prodotti. Destinato in particolare alle PMI, questo strumento è stato realizzato in collaborazione con l’Uni-versità di Cergy-Pontoise e il Centro Ecoin-vent. Permette di progettare il prodotto in modo semplice, tenendo conto delle princi-pali fasi del suo ciclo di vita: i materiali che lo compongono, i processi di produzione, i mezzi di trasporto, le fonti di energia. La stima degli impatti riguarda otto indicatori e permette di confrontare varie simulazioni per lo stesso prodotto.
Ecoinvent data v2.2 http://www.ecoinvent.org/. Il Centro Ecoinvent offre una valuta-zione di livello internazionale orientata all’a-nalisi e alla gestione del ciclo di vita (LCA/LCM - Life Cycle Assessment/Management). Ecoinvent data v2.2 è incluso nei principali strumenti software di LCA, nonché in vari strumenti di eco-design per l’edilizia e la co-struzione, la gestione dei rifiuti o il design di prodotto.
ESPERIENZE LCA ADEME, studio per una metodologia di LCA semplificata adattato a Bioproducts http://www2.ademe.fr/servlet/getDoc?sort=-1&cid=96&m=3&id=69583&ref=12441&nocache=yes&p1=111. ADEME (agenzia francese per l’ambiente e l’energia) ha commissionato uno studio per lo sviluppo di un quadro me-todologico per valutare gli impatti ambien-
tali dei bioproducts. Questo progetto ha dimostrato come alcune metodologie deb-bano essere specificate in funzione dell’o-biettivo del LCA: eco-design, etichettatura ambientale o LCA comparativa.
ADEME, Agri-BALYSE www.ademe.fr ha av-viato, all’inizio del 2010, un programma di ri-cerca denominato Agri-BALYSE mirato alla cre-azione di una banca dati per la valutazione del ciclo di vita dei prodotti di un’azienda agricola. Il programma copriva 27 prodotti vegetali (65 referenze), 20 prodotti di origine animale (46 referenze) e 3 prodotti d’importazione, per un totale di 114 inventari del ciclo di vita.
THE ITERG, Institut des Corps Gras http://www.iterg.fr/, ha realizzato una valutazione del ciclo di vita per l’olio di colza e l’olio di girasole prodotti in Francia. L’intero ciclo di vita dell’olio è stato stimato, partendo dalla produzione di semi oleosi fino allo smalti-mento degli imballi (bottiglie). L’attenzione è stata posta sulla valutazione degli impatti dei processi di produzione.
ALCUBILLA 2000, carbon footprint from “Luque” ecologic olive oil http://www.al-cubilla2000.com/en/environment.html. L’Associazione Alcubilla 2000, SL, ha avviato un progetto volto a misurare l’”impronta di carbonio” in diversi prodotti alimentari. Con questo strumento Alcubilla 2000 S.L. ha con-frontato l’impatto ambientale di Luque Orga-nic Olive Oil con altri oli d’oliva (non biologici). Questa iniziativa è decisamente pionieristica in
Spagna, considerando che lo strumento di mi-sura delle emissioni è stato adattato a uno spe-cifico prodotto agricolo. Lo strumento si basa sul protocollo PAS 2050 (norma generale, al momento, utilizzata da alcune aziende) e per-mette anche ad altri soggetti interessati all’olio di oliva di calcolare l’impronta di carbonio dei propri processi/prodotti.
The AQUA project http://www.life-aqua.eu. Il progetto AQUA si propone di innovare i processi produttivi del settore agroalimen-tare per ridurre il consumo di acqua e di ri-fiuti. In particolare il progetto intende:• valutare le migliori pratiche internazionali
in materia di gestione efficiente e riuti-lizzo dell’acqua, analisi e quantificazione dei benefici in termini di risultati econo-mici e ambientali,
• mettere a punto un kit per il risparmio idrico da diffondere tra le imprese,
• coinvolgere le aziende del settore agroali-mentare, attraverso un gruppo di esperti e l’effettiva implementazione e test del kit nei loro sistemi.
LC-IMPACT, sviluppo e applicazione di me-todi di valutazione del ciclo di vita per una migliore caratterizzazione delle tecnologie per la sostenibilità http://www.irta.cat/en-us/RIT/Projectes/pages/ProjectDisplay-Page.aspx?UrlCode=663. Il Centro di Ricerca IRTA ha condotto un progetto con l’obiet-tivo di sviluppare lo strumento LC-IMPACT. Le principali applicazioni in ambito LCA sono
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nel campo della caratterizzazione di sistemi di produzione, individuazione di azioni di miglioramento, impronta di carbonio, eco-design dei prodotti, eco-etichettatura, di-chiarazione ambientale di prodotto, ecc.
Life Cycle Assessment (LCA) come stru-mento di supporto decisionale (De-cision Support Tool, DST) per il mar-chio di qualità dell’olio d’oliva http://ec.europa.eu/environment/life/project/Projects/index.cfm?fuseaction=home.showFile&rep=file&fil=Ecoil_guidelines2.pdf. Il progetto si propone di sviluppare uno strumento di supporto alle decisioni (De-cision Support Tool, DST) per l’adozione di processi sostenibili nella produzione dell’olio di oliva, per promuovere la produzione eco-efficiente in tre principali aree di produzione: Voukolies (Grecia), Lythrodontas (Cipro) e Teruel (Spagna). L’ obiettivo sarà raggiunto attraverso l’analisi del ciclo di vita.
Analisi del ciclo di vita, casi di studio di gas serra nelle cooperative agroalimentari spa-gnole http://www.uco.es/ceiA3/images/stories/pdf/cultura_cientifica/Informe_pro-yecto_huella_de_carbono_final_protegido.pdf. Il progetto ha lo scopo di misurare l’im-patto ambientale sotto forma di il bilancio delle emissioni di gas serra di prodotti agroalimentari di 18 cooperative operanti in diversi settori: ce-realicolo, ortofrutticolo, lattiero-caseario.
LCA nella produzione di vino rosso http://une-scochair.esci.es/es/proyectos-por-tematica/
analisis-de-ciclo-de-vida-acv/141-analisis-de-ciclo-de-vida-del-vino-de-crianza-doc-rioja. L’iniziativa fa riferimento a un progetto locale circa l’uso di LCA per valutare l’impatto am-bientale di una produzione di vino a La Rioja, Spagna. Il progetto è stato realizzato nel corso del 2005, partendo dalla coltivazione dell’uva fino alla consumazione del vino. Gli obiettivi del progetto sono stati: applicare LCA come strumento per la definizione di strategie am-bientali; istruire attori chiave locali (agricoltori, produttori di vino, enti pubblici).
Gestione delle risorse
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4.3 Leggi e regolamenti/Politiche di sostegno della sostenibilità e della gestione delle risorse nell’Area MED
Il quadro normativo, riportato in Tabella 4.4, ri-guarda la sostenibilità e la gestione delle risorse come identificato dalla partnership PACMAn.
Tabella 4.4 - Sostegno alle politiche di sostenibilità e di gestione delle risorse nell’Area MED
Partner Riferimento/Istituzione/Livello territoriale Descrizione
Gestione dei rifiuti
CUT
Cipro
Riferimento:- Legge sui rifiuti N.185 (I)/2011- Confezionamento e Imballaggio Rifiuti Legge 2002-2006- la gestione sui rifiuti delle industrie estrattive legge n.82 (I)/2009Istituzione: Ministero dell’agricoltura, delle risorse naturali e dell’ambienteLivello territoriale: Nazionale
La politica di Cipro per la della direttiva 94/62/CE (prevenzione, preparazione per il riutiliz-zo, riciclaggio, re-cupero e smaltimento).
L’obiettivo prioritario è la gestione efficiente delle risorse naturali e dei rifiuti.
In base alla normativa sui rifiuti, Cipro deve raggiungere obiettivi specifici per il riciclaggio e le percentuali di recupero dei rifiuti di imballaggio, di apparecchiature elettriche ed elettroni-che e rifiuti di pile e accumulatori. Per questi tre tipi di rifiuti, non vi è l’obbligo di applicare il principio di responsabilità estesa del produttore, e per quanto riguarda i rifiuti domestici una determinata percentuale deve essere esclusa dallo smaltimento in discarica.
CUT
Cipro
Riferimento:2007-2013 Programma di Sviluppo Rurale (PSR) - Misura 1.5.2 - Gestione dei rifiuti in agricolturaIstituzione: Dipartimento dell’Agricoltura - Cipro Ministero dell’agricoltura, delle risorse naturali e dell’ambienteLivello territoriale: Nazionale
La misura 1.5.2 è un incentivo dato agli allevatori di suini e di bovini per la gestione efficiente delle deizioni animali, contribuendo alla sostenibilità del settore agroalimentare. Secondo questa misura, lo Stato fornisce i fondi per la creazione di impianti di produzione, quindi energia elettrica, da rifiuti di origine animale.
CUT
Cipro
RiferimentoEtichettattura dei rifiuti agricoliIstituzione: Un progetto sostenuto dalla Commissione Europea attraverso Sesto Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico relativo alla ricerca collettiva delle PMI (Contratto -2.005-516.256)Livello territoriale: Nazionale
Il campo di applicazione del lavoro di ricerca è stato quello di sviluppare e integrare le proce-dure e le metodologie per la raccolta, campionamento ed etichettatura dei di valorizzazione dei rifiuti di plastica in agricoltura, facilitando il loro avviamento verso un’alternativa allo smal-timento (tecnicamente fattibile, più rispettosa dell’ambiente ed economicamente valida). L’etichettatura oltre a facilitare e migliorare l’efficienza delle alternative di smaltimento, era destinata a consentire il trasporto dei rifiuti di plastica agricoli etichettati attraverso i confini, e la valutazione dei flussi di rifiuti in un mercato europeo aperto preservando contemporane-amente risorse di materiali preziosi e protezione dell’ambiente. http://labelagriwaste.aua.gr
Impronta ambientale
CUT
Cipro
Riferimento:Zone vulnerabili ai nitrati Atto 534/2002Istituzione: Ministero dell’agricoltura, delle risorse naturali e dell’ambienteLivello territoriale: Nazionale
La legge è in linea con la direttiva europea sull’inquinamento da nitrati delle acque superficiali e falde idriche sotterranee in seguito ad attività agricole, in particolare attraverso l’uso di azotati a base di nitrato. La legislazione ha designato sei zone ZVN in cui il rischio di inqui-namento da nitrati è elevato a seguito di attività agricola intensiva. In queste aree, il quadro normativo impone una serie di misure preventive, con l’obiettivo di controllare e ridurre i livelli di nitrati nelle acque sotterranee.
CUT
Cipro
Riferimento:Programma di Sviluppo Rurale (PSR) - 2007-2013 Misura 2.3 Misure agroambientaliIstituzione: Cyprus Agriculture Payments OrganizationLivello territoriale: Nazionale
La Misura 2.3 supporta i produttori a seguito della riduzione di reddito a causa del mancato utilizzo di fitofarmaci diserbanti. Lo scopo della misura è quello di ottenere significativi mi-glioramenti agroambientali e ridurre l’impatto ambientale complessivo, la gestione sosteni-bile delle risorse disponibili, la tutela della salute pubblica, migliorare la struttura e la fertilità del suolo e mantenere la popolazione nelle campagne.
Provincia di Modena
Riferimento:Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici. Decreto Legislativo 171 del 21 maggio 2004Istituzione: -Livello territoriale: Locale
La direttiva 2001/81/CE è attuata dal Decreto Legislativo 171 del 21 maggio 2004, che definisce il metodo per l’elaborazione del Programma nazionale per la progressiva riduzione delle emissioni nazionali annue di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili ed ammoniaca.
IVACE
Valencia
Riferimento:Regolamento (CE) N. 66/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009 Ecolabel.Istituzione: Parlamento europeo e ConsiglioLivello territoriale: Europeo
L’Ecolabel è il marchio europeo di certificazione ambientale che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale; questa etichetta attesta che il prodotto o il servizio su cui è riportato il marchio ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita.
41
Regione
CRITTPACA
Riferimento:Il Piano regionale Clima ed Energia (SRCAE) conforme alla normativa nazionale (legge n° 2010-788)Livello territoriale: Regionale
Istituito con la legge n° 2010-788 e denominata “Grenelle 2”. Il Piano Regionale del clima, aria e energia (SRCAE) mira a fronteggiare i rischi del cambiamento climatico, definendo gli orientamenti e gli obiettivi regionali in materia di controllo della domanda di energia, di mi-sure di controllo dell’inquinamento atmosferico, dello sviluppo delle energie rinnovabili, della riduzione delle emissioni di gas serra e dell’adattamento agli effetti attesi dal cambiamento climatico. Il SRCAE definisce, su orizzonti 2020, 2030, 2050, gli orientamenti e gli obiettivi regionali in materia di consumo energetico, emissioni di gas serra, qualità dell’aria, lo svilup-po delle energie rinnovabili ed adattamento al cambiamento climatico.
Regione
CRITTPACA
Riferimento:Sostegno alle imprese (Contratto di progetto Stato-Regione-ADEME)Istituzione: Regione Provenza-Alpi Costa Azzurra e ADEMELivello territoriale: Regionale
Nell’ambito del Contratto di progetto Stato-Regione-Ademe, la Regione Provenza-Alpi Co-sta Azzurra e ADEME lanciano due bandi per la presentazione di progetti di sostegno ad imprese in materia di gestione dell’energia:• un bando relativo a progetti di efficienza energetica è diviso in: 1) Implementare un siste-
ma di gestione dell’energia, 2) Investire in attrezzature e tecniche efficaci;• un secondo bando invita a presentare progetti di “Servizi Innovativi” per la sperimentazio-
ne di nuovi servizi di gestione dell’energia per le PMI.
Promozione dello sviluppo sostenibile, protezione dell’ambiente, responsabilità sociale
Provincia di Modena
Riferimento:DPR n°178 Marzo 27, 2001 Livello territoriale: Locale
Il D.P.R. 27 marzo 2001 n.178, che regolamenta l’organizzazione del Ministero dell’Ambien-te e della Tutela del Territorio, assegna alla Direzione per la Difesa del mare/Dipartimento per le risorse idriche, le competenze in materia di tutela della Biodiversità marina e delle specie marine protette nonché dell’ambiente marino circostante nel suo complesso. In base a tali competenze, il Servizio realizza azioni mirate alla tutela e alla gestione delle specie segnalate dagli accordi internazionali sottoscritti, come prioritarie per il Mediterraneo, il cui stato di conservazione risulta particolarmente minacciato. In particolare, i filoni di attività attualmente in corso riguardano, a livello di specie, tutti i cetacei presenti nelle acque italiane, le tartarughe marine, le praterie di Posidonia e le specie alloctone invasive.
IVACE
Valencia
Riferimento:Ordine 11/2012 del 1 agosto 2012Istituzione: Ministero dell’agricoltura, pesca, alimentazione e acqua della Comunitat ValencianaLivello territoriale: Regionale
Questo regolamento regionale fa riferimento alle condizioni che devono essere rispettate da tutti i beneficiari di misure per la promozione dello sviluppo sostenibile delle zone rurali, tra cui la tutela dell’ambiente, le condizioni sociali, la qualità e la sicurezza alimentare e il benessere degli animali.
INFO MURCIA
Riferimento:La responsabilità sociale delle imprese nella legge per un’economia sostenibileIstituzione: n/aLivello territoriale: Nazionale
L’articolo 39 della nuova legge sull’economia sostenibile si riferisce alla responsabilità socia-le delle imprese. L’Amministrazione generale dello Stato adatterà i suoi piani strategici alla nuova legge nel giro massimo di un anno a decorrere dall’entrata in vigore della stessa, in modo tale da orientare la politica per la sostenibilità e la gestione ambientale verso l’EMAS.
Gestione delle risorse
42
4.4 Rassegna bibliografica
Nella revisione della letteratura effettuata dal PACMAn sono stati individuati una serie di riferimenti in materia di gestione delle ri-sorse nel sistema agroalimentare nell’area MED, elencati nella Tabella 4.5.
Temi principali sono:• Valutazione dell’impatto ambientale delle
produzioni e della distribuzione agroali-mentare
• Modelli e analisi di sostenibilità.
Tabella 4.5 - Rassegna bibliografica in tema di gestione delle risorse
Titolo Autore/Data/Riferimenti Descrizione
Valutazione
Uno studio che applica metodi di valutazione di impatto ambientale ai sistemi di produzione frutticola
Identificato da: Provincia di Parma
Alexandros Gasparatos, Mohamed El-Haram, Malcolm Horner, 2011
Journal of Environmental Management, Volume 92, Issue 10, Pagine 2277-2286.
Questo articolo passa in rassegna gli studi che valutano la sostenibilità ambientale o l’impatto della produzione di frutta in condizioni diverse e individua gli aspetti della produzione di interesse ambientale. Vengono valutati quattro metodi di valutazione ambientale che possono essere ap-plicati per valutare i sistemi di produzione frutticola, ossia Life Cycle Assessment, Analisi Impron-ta ecologica, Analisi Energetica e Bilancio Energetico. Sono descritti un totale di 26 applicazioni dei metodi di valutazione di impatto ambientale. Queste applicazioni si differenziano, ad esem-pio, per l’obiettivo generale, l’insieme di problematiche ambientali considerate, la definizione dei confini del sistema e degli algoritmi di calcolo. A causa della variabilità relativamente alta nei casi di studio e negli approcci, non è stato possibile individuare un qualsiasi metodo come migliore degli altri. Tuttavia, vengono fornite osservazioni su metodologie e suggerimenti per la standar-dizzazione e sono evidenziati gli impatti ambientali dei sistemi di produzione frutticola.
Il consumo di acqua e scenari di politica agricola sui sistemi di agricoli irrigui in Italia: un’analisi basata su modelli di programmazione lineare multi-attributo a livello di azienda agricola.
Identificato da: Provincia di Parma
F. Bartolini, G.M. Bazzani, V. Gallerani, M. Raggi, D. Viaggi, 2007
Agricultural Systems, Volume 93, Issues 1-3, Pagine 90-114
L’obiettivo di questo lavoro è quello di valutare l’impatto delle politiche agricole e di gestione dell’acqua sulla sostenibilità di sistemi agricoli irrigui selezionati in Italia, nel quadro dell’attuazio-ne della direttiva CE 60/2000. La direttiva CE 60/2000 (direttiva quadro sulle acque), è destinata a rappresentare la norma di riferimento che regolamenta l’uso dell’acqua in tutta Europa. Sono stati sviluppati cinque scenari principali che riflettono aspetti della politica agricola, dei mercati e le tecnologie: Agenda 2000, il mercato mondiale, la sostenibilità globale, l’agricoltura provinciale e la comunità locale. Questi sono stati combinati con due livelli di prezzo dell’acqua, che rappre-sentano scenari della politica delle acque. Gli effetti degli scenari sui sistemi irrigui sono stati si-mulati utilizzando modelli di programmazione lineare che rappresentano le reazioni delle aziende agricole a variabili esterne definite da ogni scenario. L’output dei modelli consiste in indicatori economici, sociali e ambientali volti a quantificare l’impatto degli scenari sui diversi aspetti della sostenibilità rilevanti per i sistemi agricoli irrigui. Sono stati considerati cinque sistemi agricoli irrigui italiani: cereali, riso, prodotti frutticoli, ortaggi e agrumi.
Valutazione di sostenibilità integrata dei sistemi colturali del Nord Italia indicatori agro-ecologici ed economici
Identificato da: Provincia di Parma
Nicola Castoldi, Luca Bechini, 2010
European Journal of Agronomy, Volume 32, Issue 1, Pagine 59-72
La sostenibilità dei sistemi agricoli è spesso valutata con indicatori, che sono variabili sintetiche che descrivono sistemi complessi. Ogni indicatore si occupa di un aspetto della sostenibilità (ad esempio sostanze nutrienti, fitofarmaci, energia), e quindi il risultato di una valutazione com-pleta di solito include diversi valori degli indicatori stessi. Questi valori sono spesso presentati separatamente, mentre una valutazione integrata potrebbe trarre vantaggio dal calcolo di un unico indice di sostenibilità. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di integrare i 15 valori degli indicatori economici e ambientali in un indice di sostenibilità globale (SG) che varia da 0 a 1. Per il calcolo degli indicatori, è stato usato un grande insieme di dati di gestione di sistemi colturali in 131 campi coltivati a seminativi nel Nord Italia, ottenuti attraverso interviste con gli agricoltori nel corso di 2 anni. I campi sono stati scelti per rappresentare i principali sistemi di coltivazione della zona (cereali e foraggi in aziende cerealicole e zootecniche). I 15 indicatori descrivono una grande varietà di aspetti di sostenibilità, come il rendimento economico e la gestione di energia, sostanze nutritive, il suolo, e fitofarmaci.
Valutazione di sostenibilità delle aziende agricole del PASM e delle loro filiere produttive
Identificato da: Provincia di Parma
Paola Migliorini e Bruno Scaltriti, 2011
Relazione “Analisi territoriale, Ricerca agro-ambientale e socio-economica” (UNISG).
Per valutare la sostenibilità di 3 filiere agricole del PASM (ortofrutta, riso, zootecnia) è stata con-dotta un’analisi agroambientale e socio-economica su 9 aziende agricole con diversa gestione: convenzionale, integrata e biologica. La sostenibilità agroambientale è stata misurata per mez-zo di indicatori del sistema suolo, acqua, aria, paesaggi o-biodiversità. Quella socio-economica è stata svolta rilevando indicatori economici di sintesi. Il risultato dell’analisi mostra che le aziende analizzate sono gestite in modo appena sostenibile per quanto riguarda gli aspetti economici ma hanno un impatto molto negativo sull’ambiente. Solo le aziende biologiche ottengono valori posi-tivi di sostenibilità ambientale ma raggiungono le peggiori performance economiche. Le aziende integrate e convenzionali hanno valori molto negativi di sostenibilità ambientale e risultati eco-nomici migliori delle aziende biologiche.
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Titolo Autore/Data/Riferimenti Descrizione
Un modello per la valutazione della sostenibilità territoriale delle filiere agroalimentari: struttura e applicazione alla sfera ambientale
Identificato da: Provincia di Parma
Cicatiello C., Pancino B. e Franco S., 2012
Associazione Italiana Agricoltura e Economia Applicata (AIEAA), serie “Le Carte del Congresso”
Questo lavoro si pone l’obiettivo di proporre un approccio interpretativo che sia in grado di guida-re la valutazione della sostenibilità delle diverse forme organizzative delle filiere agroalimentari, offrendone una prima applicazione alla misura della sostenibilità ambientale di diversi modelli di filiera. Il modello proposto nel lavoro adotta un approccio a tre sfere – ambiente, società, econo-mia – per definire la sostenibilità della filiera agroalimentare, articolandosi secondo una struttura gerarchica in cui a ognuna delle tre dimensioni corrispondono alcune variabili di misura. La va-lutazione quantitativa di tali variabili è legata a un set di indicatori, la cui integrazione fornisce una espressione sintetica della sostenibilità di una filiera. Per la sfera ambientale, in particolare, si individuano due variabili – l’impatto delle attività della filiera sulla source function e sulla sink function dell’ecosistema – espresse da un set di cinque indicatori. Nel paper, dopo aver argomen-tato la scelta di valutare l’impatto ambientale delle diverse filiere agroalimentari all’interno di un riferimento territoriale comune, viene proposta una prima applicazione del modello riferita al confronto fra tre diverse tipologie di filiera della mela da tavola - grande distribuzione, commer-cio al dettaglio e filiera corta - nella provincia di Viterbo.
Un’analisi multivariata per valutare gli aspetti ambientali ed economici della sostenibilità degli agroecosistemi del centro Italia
Identificato da: Provincia di Parma
Vincenzo Di Felice, Roberto Mancinelli, Raphaël Proulx, Enio Campiglia Journal of Environmental Management, Volume 98, Pages 119-126, 2012
Associazione Italiana Agricoltura e Economia Applicata (AIEAA), serie “Le Carte del Congresso”
Nel corso del secolo scorso l’attività agricola si è intensificata in tutto il mondo, caratterizzata da una crescente dipendenza da input e dalla conversione dei terreni. Nonostante l’intensificazione dell’agricoltura abbia aumentato la produttività, la sostenibilità degli ecosistemi agricoli è stata messa a dura prova. L’obiettivo di questo studio è quello di costruire diverse relazioni tra le carat-teristiche strutturali e le prestazioni di aziende agricole per evidenziare i costi e benefici di quat-tro principali sistemi di allevamento in Italia centrale: biologici, convenzionali, misti e specializzati. I risultati mostrano che il rapporto tra la diversità e la sostenibilità agroecologica è associata alla dicotomia della gestione agricola mista contro quella specializzata, non a pratiche di agricoltura biologica o convenzionale. La presenza di animali sembra aver svolto un ruolo importante come leva economica per diversificare il sistema di coltivazione agricola.
Valutare l’eco-efficienza con approccio “directional distance functions”
Identificato da: Ivace
Andrés J. Picazo-Tadeo A, Mercedes Beltrán-Esteve, José A. Gómez-Limón European Journal of Operational Research 220 (2012) 798-809, 2012
Associazione Italiana Agricoltura e Economia Applicata (AIEAA), serie “Le Carte del Congresso”
L’Eco-efficienza è un tema di interesse che sta ricevendo crescente attenzione negli ambienti politici, accademici e industriali. In generale, questo concetto si riferisce alla capacità di creare più beni e servizi con minore impatto ambientale e minore consumo di risorse naturali. Il presente documento propone l’uso di funzioni e tecniche di analisi dei dati per valutare l’eco-efficienza di aziende olivicole, utilizzando indicatori relativi all’economica (reddito netto) e ambientale (erosione, rischio da fitofarmaci, l’energia consumata e fissazione di CO
2). Lo studio rivela che la
gestione eco-inefficiente è una pratica molto diffusa tra gli olivicoltori e che una strategia win-win, in cui le pressioni ambientali sono ridotte e contemporaneamente l’utile netto è aumentato, è fattibile. Inoltre, il lavoro raccomanda la diffusione di politiche volte ad un miglioramento delle consocenze e delle competenze manageriali degli agricoltori attraverso processi di apprendimen-to per incrementare la consapevolezza ambientale degli operatori come mezzo per conseguire una maggiore ecoefficienza della produzione olivicola spagnola.
Un confronto tra il consumo di energia nella produzione di olio di oliva convenzionale e biologica in Spagna
Identificato da: Ivace
Gloria I. Guzmán, Antonio M. Alonso Agricultural Systems 98 (2008) 167-176, 2008
Associazione Italiana Agricoltura e Economia Applicata (AIEAA), serie “Le Carte del Congresso”
Secondo gli autori, la produzione di olio d’oliva biologico offre diversi vantaggi ambientali e so-cioeconomici rispetto alla produzione convenzionale. Tali vantaggi sono: aumento della biodi-versità, riduzione dei residui fitofarmaci, minore erosione, aumento di sostanza organica, redditi più alti per gli agricoltori, ecc Questo articolo affronta il tema della sostenibilità della produzione di olio d’oliva in Spagna, rispetto a strategie convenzionali, utilizzando diversi parametri quan-titativi come bilanci energetici, sistema di irrigazione, intensità della coltivazione, ecc I risultati mostrano, da un lato, la minore efficienza energetica dei sistemi irrigui rispetto a zone aride (cioè non irrigate), indipendentemente dal loro modo di gestione e, dall’altro, la maggiore efficienza energetica della coltivazione delle olive biologiche paragonata ad una produzione convenzionale. Tuttavia, la gestione biologica potrebbe ancora migliorare la propria efficienza energetica, se si regolarizzasse ulteriormente il flusso di sostanze nutritive necessarie per il raggiungimento di una maggiore sostenibilità.
Applicazione del metodo MIPS per la valutazione della sostenibilità dei sistemi di produzione-consumo di alimenti
Identificato da: Provincia di Parma
Lucia Mancini, Michael Lettenmeier, Holger Rohn, Christa Liedtke, 2012
Journal of Economic Behavior & Organization, Volume 81, Issue 3, Pagine779-793.
L’articolo stima il consumo delle risorse naturali dovuto alla nutrizione dal lato della domanda e dell’offerta. Utilizzando la metodologia MIPS (Material Input per Service Unit), è stato analizzato l’uso delle risorse naturali lungo la filiera di tre prodotti alimentari italiani: grano, riso e spremute di arancia. I dati sono stati poi applicati per la valutazione della sostenibilità delle diete in 13 paesi europei. I risultati illustrano che la produzione alimentare richiede più risorse naturali di altri set-tori. Si sono anche osservati diversi livelli di sostenibilità nelle diete europee e differenti effetti nel consumo di prodotti alimentari, acqua e aria.
Sostenibile “de-crescita” nel settore agricolo e alimentare: un punto di vista agro-ecologico sul sistema agroalimentare della Spagna
Identificato da: Ivace
Juan Infante Amate, Manuel González de Molina Journal of Cleaner Production 38 (2013) 27-35, 2013
L’articolo analizza il costo energetico del sistema agroalimentare spagnolo, nel 2000, al fine di accer-tare l’importanza relativa di ogni fase della filiera agroalimentare in un contesto di decrescita soste-nibile. L’esito dello studio dimostra che è necessaria una trasformazione fondamentale del sistema agroalimentare spagnolo, uno spostamento verso l’agricoltura biologica e i corrispondenti nuovi modelli di consumo (ad esempio, prodotti locali, stagionali, meno consumo di carne) potrebbero ridurre considerevolmente l’uso delle risorse e contribuire alla sostenibile de-crescita in Spagna.
Gestione delle risorse
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Titolo Autore/Data/Riferimenti Descrizione
Manuale di efficienza del settore ortofrutticolo nella regione di Murcia
Identificato da Murcia
FECOAM, 2011
www.agro-alimentarias.coop/ficheros/doc/03201.pdf
Il report propone un insieme di azioni che rispondono alle esigenze delle cooperative industriali per quanto riguarda misure di risparmio energetico e di efficienza inerenti i costi di produzione. Gli obbiettivi del progetto CO2OP prendono in esame quattro settori dell’industria alimentare di importanza strategica, sia come valore economico che come rappresentatività: mulini, impianti orticoli, cantine e mangimifici.
Il progetto è stato condotto in una serie di fasi. E ‘iniziato con il completamento di 30 audit ener-getici. Con gli audit energetici eseguiti, è stata ampiamente studiata l’ efficienza energetica di tali impianti. Parallelamente è stata eseguita una forma di analisi partendo da questi studi, e si è svi-luppato un rapporto settoriale sulla situazione energetica di ciascuna delle agro-imprese studiate. I risultati specifici del settore delle piante orticole sono inclusi in questo manuale.
Infine è stato sviluppato questo “manuale di risparmio e di efficienza energetica” per il settore delle piante orticole.
Modelli e analisi della sostenibilità
Analisi territoriale Distretto del Parmigiano-Reggiano
Identificato da Provincia di Modena
LIFE/07/ENV/IT/000515, Progetto ECCELSA
www.eccelsalife.it
Il presente documento restituisce l’analisi critica, condotta attarverso il cosiddetto “Cluster Ap-proach”, del distretto del Parmigiano Reggiano situato nelle province di Parma e Reggio Emilia, in Emilia-Romagna, elaborato nell’ambito del progetto LIFE + ECCELSA (“Compatibilità ambientale sulla base di esperienze di cluster e approcci orientati alle PMI locali” FE/07/ENV/IT/000515). Il principale riferimento metodologico utilizzato è costituito dalle Linee Guida del “Approccio di Cluster” (Environmental Compliance Action Plan), preparato nell’ambito del progetto ECCEL-SA, uno strumento utile a chi intende implementare efficacemente l’“Approccio di Cluster” nella gestione delle politiche ambientali. Tale documento ha lo scopo di aiutare le PMI ad evitare le difficoltà e/o superare le barriere per il raggiungimento della conformità normativa.
In linea con l’approccio adottato, l’analisi è stata condotta muovendosi dalle evidenze emerse dalla mappa del Distretto del Parmigiano Reggiano, con riferimento particolare alle principali criticità ambientali del territorio, concentrandosi sulle successive: scarichi idrici, consumo di acqua e rifiuti.
Politiche di competitività per il settore agroalimentare - Priorità strategiche - settore agroalimentare portoghese (Portoghese)
Identificato da ADRAL
Portugal Foods, 2009
www.anilact.pt/documentos/fipa003.pdf
Questo documento contiene un capitolo dedicato allo sviluppo sostenibile del settore agroali-mentare; in particolare, a livello di riduzione dei consumi di acqua e di energia, riduzione dei rifiuti, aumento dell’efficienza delle risorse e coinvolgimento in iniziative con i partner.
Progetto “Produzione Sostenibile”
Identificato da ADRAL
FIPA - Federation of agrifood Portuguese Industrie, 2009
www.portugalfoods.org/pdf/maissustentanvel.pdf
Il progetto mira a coinvolgere le associazioni di produttori, al fine di sensibilizzarle verso prati-che di produzione agricola più pulite, più sostenibili da un punto di vista economico, sociale ed ambientale, e più redditizie. Si propone di migliorare i processi di produzione sostenibile, produ-zione biologica, adeguati alle esigenze della grande distribuzione e quindi garantire prodotti più competitivi e adatti.
Studio sulla sostenibilità dell’industria alimentare e delle bevande.
Identificato da Ivace
Price Waterhouse Coopers Fonte, FIAB (Spanish Food and Drink Industry Federation)
http://www.fiab.es/archivos/documentoMenu/documentomenu_20120103135926.pdf
Il documento esamina i parametri chiave di sostenibilità dell’industria alimentare spagnola, con-centrandosi sui seguenti obiettivi:• analizzare le iniziative in essere per migliorare la sostenibilità del settore alimentare,• analizzare i principali parametri connessi con l’uso dell’impronta di carbonio come indicatore
emergente,• fornire raccomandazioni per migliorare la competitività dell’industria alimentare spagnola in
relazione agli altri paesi.
L’impegno dell’Industria Alimentare italiana per la sostenibilità ambientale
Identificato da Ervet
Federalimentare, 2012
n.d.
Il documento ha lo scopo di sottolineare l’impegno di Confindustria e Federalimentare nel sostenere la sostenibilità della filiera agroalimentare. Il documento si occupa di: fornitura di materie prime, uso efficiente di acqua e di energia, imballaggio, consumo sostenibile, ricerca e innovazione per la sostenibilità. Confindustria ha anche scritto un codice di condotta per la sostenibilità ambientale.
Focus sull’imballaggio.
Per quanto riguarda l’imballaggio, il documento evidenzia che l’industria agroalimentare utilizza 2/3 del totale degli imballaggi prodotti. L’Ecodesign è il principale strumento dell’industria alimen-tare italiana per la sostenibilità ambientale per risparmiare materie prime, supportare qualsiasi tipo di riutilizzo degli imballaggi, ottimizzare la logistica e integrare più funzioni in un unico componen-te. L’industria alimentare è coinvolta nel promuovere il completo utilizzo dei prodotti, prevenendo rifiuti alimentari con una corretta ripartizione, estendendo la durata di conservazione di prodotti freschi con tecnologie innovative, fornendo le informazioni per una corretta gestione dei rifiuti.
45
4.5 Raccomandazioni finali
I sistemi agroalimentari, a causa del crescente consumo di risorse a livelli mai raggiunti prima, sono chiamati ad affrontare la duplice sfida del garantire la sicurezza alimentare, ri-ducendo al contempo l’impatto ambientale.
Le strategie di business vanno riesaminate in relazione al contributo delle imprese a que-sta sfida fondamentale, in termini di analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA).
Di seguito si analizzano alcune soluzioni a questo dilemma, mostrando come progressi importanti potrebbero essere raggiunti au-mentando la la resa delle coltivazioni in am-bienti vocati, aumentando l’efficienza dei processi aziendali, modificando la dieta e ri-ducendo gli scarti. Insieme, queste strategie potrebbero raddoppiare la produzione ali-mentare, riducendo notevolmente l’impatto ambientale del settore agroalimentare.
OTTIMIZZAZIONE DELLE MATERIE PRIME E DELL’USO DELLE RISORSEPer soddisfare i futuri bisogni di sicurezza alimentare e sostenibilità, l’industria agro-alimentare deve basarsi sostanzialmente su prodotti agricoli coltivati in modo sostenibile in aree vocate, come riportato da CUT nel settore lattiero-caseario.
Vi è anche la necessità di aumentare l’inte-grazione della filiera alimentare: come ripor-tato da Info Murcia “il basso livello di collabo-
razione tra le imprese dei diversi anelli della filiera alimentare impedisce di condividere le risorse o sviluppare attività più efficienti e sostenibili”.
La grande distribuzione è sempre più ga-rante della qualità e salubrità degli alimenti venduti ai consumatori. Ciò comporta per i fornitori la necessità di adeguare le proprie competenze e puntare su standard di cer-tificazione privati e rafforzamento delle capacità d’innovazione, quali elementi di vantaggio competitivo per agganciare la di-stribuzione moderna.(si veda Schemi di Cer-tificazione).
Questo può comportare per i produttori agricoli intenti a migliorare le loro strategie di posizionamento sul mercato la costituzione di associazioni di produttori o cooperative agricole, nonchè lo sviluppo di accordi con-trattuali con gli attori a valle della filiera (vedi Capitolo 2 - La filiera agroalimentare).
La complessità di alcune filiere agroalimentari richiede un passaggio verso sistemi sempre più sofisticati di gestione e controllo. Stru-menti che consentano alle imprese di con-trollare e monitorare i processi produttivi, di identificare i rischi e i punti critici di controllo, costruire strategie a lungo termine, esplorare nuovi mercati, ridurre i costi operativi. La mancanza di adozione di strumenti manage-riali è spesso un ostacolo verso una maggiore efficienza dei processi aziendali, in particolare per le piccole e medie imprese.
I bisogni crescenti nel conformarsi ai sistemi di gestione integrati pongono nuove sfide per le quail delle risposte possono essere fornite ai sistemi agroalimentari da soluzioni innovative in ambito di trasporto e logistica, come riportato da CUT “un costo comples-sivo aggiuntivo per l’ambiente dato dalle emissioni di CO2
è dovuto principalmente alla fase di distribuzione “(industria lattierocase-aria e dei prodotti frutticoli).
RIDUZIONE DELL’IMPRONTA AMBIENTALE NELL’AGROALIMENTARERaggiungere il duplice obiettivo di raddop-piare la produzione di cibo entro i prossimi decenni e ridurre gli impatti ambientali dall’in-dustria agroalimentare, comporta il mettere in atto una serie di misure. Ciò si traduce nel migliorare la produttività dei terreni, aumen-tare l’efficienza d’uso dei mezzi tecnici e delle risorse naturali, modificare la dieta e ridurre gli scarti nelle filiere agroalimentari. La Pro-vincia di Parma ha concentrato l’attenzione su “l’elevato uso di fertilizzanti e fitofarmaci” e “la crescente necessità di riduzione di acqua per l’irrigazione, la conservazione della ferti-lità del suolo“ (filiera del pomodoro). Anche INFO MURCIA ha segnalato “la scarsità di al-cune risorse indispensabili per la produzione, in particolare l’acqua” nella lavorazione e con-servazione di frutta e verdura, produzione di succhi di frutta.
Fattore chiave diventa una maggiore parteci-pazione degli agricoltori nella gestione della
Gestione delle risorse
46
filiera alimentare, allontanandosi dall’essere semplici fornitori di materie prime “cercando soluzioni integrate per una riduzione com-plessiva dei costi di produzione e maggiore tutela dell’ambiente”, come affermato da Kilkis (coltivazione di cereali).
L’innovazione nel settore è destinata ad es-sere sostenuta anche dal miglioramento di aspetti quali la formazione, l’informazione e la comunicazione. Secondo Kilkis, “la ri-forma della politica agricola comune (PAC)comporta criticità a livello di formazione del capitale umano nel settore agroalimentare (coltivazione dei cereali).
Strumenti LCA per gli impatti ambientali di un prodotto durante il suo intero ciclo di vita stanno diventando essenziali per quantifi-care l’uso delle risorse (input come energia, acqua, suolo) e le emissioni ambientali (su aria e acqua, suolo) - approfondimenti al pa-ragrafo 4.2.
Le innovazioni nelle agrotecnologie (quali la precision farming) e il miglioramento gene-tico promettono miglioramenti d’uso delle risorse, mantenendo i vantaggi di un’agricol-tura intensiva e riducendo notevolmente il danno per l’ambiente.
La produzione integrata rappresenta un ap-proccio efficace ed ecologicamente sosteni-bile alla lotta contro le specie infestanti dei raccolti. Per quanto riguarda l’agricoltura bio-logica alcuni risultati scientifici dimostrano
che queste pratiche hanno generalmente un impatto positivo sull’ambiente per unità di superficie, ma non necessariamente per unità di prodotto14. Ulteriori approfondimenti sono necessari per capire se questa pratica sia maggiormente sostenibile di altre nel lungo termine, dal punto di vista economico, sociale e ambientale.15
RIDUZIONE DEI RIFIUTI ALIMENTARIUna grande quantità di cibo non viene mai consumata e risulta scartata, degradata o consumata da parassiti lungo la filiera. Da un recente studio della FAO16 emerge che, ogni anno, un terzo del cibo prodotto per il con-sumo umano vada perduto o sprecato; paesi in via di sviluppo perdono più del 40% di cibo a causa delle precarie condizioni di immagaz-zinamento e di trasporto e della mancanza di “rapporti di filiera”. Nei paesi industrializzati invece, gli sprechi di cibo si concentrano so-prattutto a livello di post-vendita e consumo, a causa di una tipica mentalità “dello spreco”. Il valore pro-capite degli sprechi alimentari per consumatore in Europa e in Nord Ame-rica si aggira tra i 95 e i 115 chilogrammi (kg) l’anno.17
In questo contesto, al packaging spetta un ruolo fondamentale. Esso deve soddisfare le funzioni primarie di contenimento, prote-zione e conservazione del prodotto in con-dizioni di distribuzione, stoccaggio, vendita e utilizzo. Secondo Ervet “la mancanza di informazione dei consumatori in materia di
gestione sostenibile dei rifiuti e raccolta dif-ferenziata a livello locale riduce la capacità di gestione dell’imballaggio alimentare. Se-condo CUT, “nei preparati a base di frutta e verdura si osserva la mancanza di un metodo sostenibile per smaltire i rifiuti, che riduce il potenziale di riutilizzo e pone criticità nei si-stemi di gestione dei rifiuti locali”.
Per una gestione sostenibile dei rifiuti la fi-liera dell’imballaggio deve farsi promotrice di misure che possano incidere sulla fase di progettazione, produzione e distribuzione. Un intervento in tale direzione è propo-sto dall’HandeBook sull’imballaggio verde, concepito per supportare le imprese ed i soggetti a vario titolo coinvolti nella sosteni-bilità degli imballaggi agroalimentari. L’Han-deBook concorre all’obiettivo di PACMAn, di costruire una capacità di R&S e di inno-vazione del settore agroalimentare nelle re-gioni MED, rafforzando i legami tra gli enti di ricerca, le istituzioni e le imprese alimentari.
47
Gestione delle risorse
05Commercio ed esportazione commercio internazionale, distribuzione e logistica, standard e accordi commerciali
49
Tabella 5.1 - Identificazione delle maggiori criticità
Segmenti selezionati Territori
◦ Difficoltà nell’accedere ai mercati esteri
▲ Distribuzione a collo di bottiglia
■ Controllo della produzione
Alentejo Cyprus Modena Kilkis Valencia
Agroalimentare ◦ ■ ◦
Vino ◦ ▲Uva da tavola ■
Industria casearia ■ ▲ ■
Industria lattiero-casearia e industria frutticola
◦
5.1 Criticità rilevate relativamente a commercio ed esportazione
LE DIFFICOLTÀ PER OTTENERE L’ACCESSO AI MERCATI ESTERIScarsa visibilità del Portogallo e dell’Alentejo in alcuni importanti mercati esteri, sostegno istituzionale debole; esistenza di una alta pressione sui prezzi da parte della grande distribuzione. Il prezzo del vino dell’Alentejo è superiore a quello che il consumatore è di-sposto a pagare e l’euro colpisce le esporta-zioni (ADRAL, vino).
Identificazione di PMI promotrici della pro-duzione sostenibile e commercializzazione di prodotti lattiero-caseari biologici (CUT, industria lattiero-casearia e prodotti frutti-coli tradizionali).
In Spagna presenza di mercati emergenti, non ancora esplorati; prodotti biologici hanno prezzi elevati (IVACE, agroalimentare).
Il commercio dei prodotti agroalimentari della Grecia è costantemente in deficit, le importazioni superano le esportazioni (KILKIS, agroalimentare).
Dalle interviste effettuate dal progetto PACMAn su quasi 600 aziende, emergono differenze tra le regioni partner. La regione di Murcia e, in misura minore, l’Emilia-Ro-magna e la Provenza-Alpi-Costa Azzurra evidenziano un avanzato stato di internazio-nalizzazione, mentre le aziende agroalimen-tari della regione Kilkis e Cipro mostrano un basso livello di vendite internazionali (Fonte: Indagine PACMAn, 2012) PACMAn, 2012).
DISTRIBUZIONE COME COLLO DI BOTTIGLIALa grande distribuzione ha un elevato po-tere di mercato sui fornitori, che sottoline-ano la necessità di un commercio più equo (Provincia di Modena, Industria lattiero-ca-searia del Parmigiano Reggiano); la distribu-zione di prodotti biologici è ancora ridotta nei piccoli mercati (IVACE, Agroalimen-tare); la fase distributiva è uno dei principali colli di bottiglia da superare (IVACE, vino da tavola); un numero crescente di piccoli produttori locali rifornisce di prodotti fre-schi i mercati vicini (chilometro zero), cosa che molti consumatori sembrano preferire (Kilkis, industria lattiero-casearia).
CONTROLLO DELL’ECCESSO DI PRODUZIONECriticità introdotte dalle linee guida inter-nazionali derivanti dalla recente riforma della OCM vino e dagli accordi WTO con imposizione di quote di produzione per il Portogallo (ADRAL, vino); scarso controllo delle eccedenze di produzione (Provincia di Modena - industria lattiero-casearia/Parmigiano Reggiano).
Le criticità individuate da PACMAn nei seg-menti scelti sono abbinate ai partner e terri-tori nella Tabella 5.1.
5.2 Internazionalizzazione e sostenibilità
Nel 2012, PACMAn ha effettuato, in ciascuna regione partner, un’analisi approfondita che ha coinvolto quasi 600 aziende agro-alimen-tari. In una delle domande, alle imprese è stato chiesto di auto-valutare la loro situazione per quanto riguarda 10 fattori di competitività, i risultati sono riassunti nella Figura 5.1.
La “sostenibilità ambientale” è stata con-siderata un punto di forza dal 40% delle aziende, consentendo di supportare la
Figura 5.1 - Fattori della competitività
Fonte: Indagine PACMAn, 2012
Non so
È un punto di forza
Nella media del segmento
È un punto di debolezza
Non è un aspetto signigicativo
0% 20% 40% 60% 80% 100%
sostenibilità ambientale
adattamento e/o aderenzaalle norme commerciali
accesso alle materie primee ai mezzi tecnici
accesso ai canali di distribuzione
certificazione di qualità
sicurezza del prodotto
caratteristiche nutrizionali, dietetichee/o organolettiche di prodotto
sviluppo di nuovi prodotti rispondenti ai trend di mercato
varietà di formato del prodotto
identità di prodotto
Commercio ed esportazione
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competitività del settore, piuttosto che li-mitarlo. Per quanto riguarda gli altri fattori, il risultato principale è che l’identità di pro-dotto emerge come principale caratteristica distintiva, seguita dalla sicurezza alimentare e dalle caratteristiche nutrizionali, dietetiche e/o organolettiche del prodotto.
I risultati dell’indagine hanno mostrato come nessuno dei fattori citati sia stato conside-rato come una debolezza per la maggioranza degli intervistati, mentre alcune criticità ri-levate nel precedente paragrafo sono state confermate. L’accesso ai canali di distribu-zione, in particolare, risulta essere uno dei fattori più deboli; l’accesso ai mercati globali è ancora una sfida aperta per il settore agro-alimentare delle regioni partner PACMAn. Più della metà delle imprese non esportano, mentre le vendite internazionali sono margi-nali (9%). La Figura 5.2 rappresenta le quote di vendite internazionali.
Se si considera la correlazione tra punti di forza e grado di internazionalizzazione, troviamo riscontri significativi nell’”accesso alle materie prime e ai mezzi tecnici” se-
guito dalla “identità di prodotto”. Anche se la “certificazione di qualità” e la “sicurezza alimentare” non mostrano una forte corre-lazione con l’internazionalizzazione, sono comunque altri fattori che aumentano l’ac-cesso ai mercati esteri. Nella Figura 5.3 sono rappresentate le correlazioni fra i punti di forza e il livello di internazionalizzazione delle aziende.
Le aziende intervistate (90 per ogni regione del progetto PACMAn) hanno individuato i mercati maggiormente idonei alla coopera-zione internazionale nell’area MED, Figura 5.4.
5.3 Rassegna bibliografica
La rassegna bibliografica (Tabella 5.2) ha identificato 5 riferimenti riguardanti il com-mercio e l’esportazione del sistema agroali-mentare nell’area MED.
Francia
Grecia
Cipro
Portogallo 28%
Serbia10%
Macedonia5%
Slovenia17%%
Spagna 52%
51%
Croazia 13%
Albania5%
Italia57%
24%
15%
Figura 5.4 - Paesi con cui cooperare Fonte: indagine PACMAn, 2012
9%
57%
11%
10%
11%
2%
Figura 5.2. - Quota di vendite internazionali
Fonte: Indagine PACMAn, 2012
57% 0%
9% meno del 5%
10% 5-19%
11% 20-49%
11% 50% o più
2% esportano ma non dichiarano la percentuale
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Tabella 5.2. - Rassegna bibliografica riguardante commercio ed esportazione
Titolo Autore/Data/Riferimenti Descrizione
Il futuro della produzione di cibo biologico: la sostenibilità-qualità-integrità.
Spanish Society of Ecological Agriculture, 2011
www.agroecologia.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1417:el-futuro-de-la-elaboracion-de-alimentos-ecologicos-sostenibilidad-calidad-integridad&catid=218:noticias-seae-2012&Itemid=1
Estratto della 2° conferenza di IFOAM (International Federation of Organic Agricolture Move-ments) (Francoforte novembre 2012). L’articolo descrive la situazione attuale dell’agricoltura biologica dell’UE e mette in evidenza le principali necessità per lo sviluppo sostenibile del settore:• Politiche per promuovere l’armonizzazione dell’etichettatura UE (evitando sovrapposizioni).• Rafforzamento del profilo ambientale dei produttori e commercianti biologici nel quadro giu-
ridico dell’Unione europea.• Consulenza periodica di organizzazioni ufficiali come EGTOP relativi agli aggiornamenti nor-
mativi in nuovi prodotti biologici o a nuove strategie/tecnologie.• Più trasparenza della legge sulla produzione biologica per evitare squilibri sul mercato.• Promuovere la sicurezza e la qualità dei cibi biologici rispetto alla percezione che ne hanno i
consumatori.• Necessità di armonizzare l’etichettatura per la qualità degli alimenti biologici.
Valore e volume del prodotto biologico nazionale nel settore agroalimentare spagnolo. Giugno 2010.
Ministry of Environment, Rural and Marine media,
www.magrama.gob.es/es/alimentacion/publicaciones/valoraci%C3%B3n_de_la_producci%C3%B3n_ecol%C3%B3gica_espa%C3%B1ola_(2009)_tcm7-132015.pdf
Questo documento è stato elaborato al fine di individuare sia la situazione attuale del mercato biologico, sia le sue le proiezioni future. I principali obiettivi del lavoro sono stati i seguenti:• Determinazione delle caratteristiche del settore spagnolo di manipolazione e trasformazione
di prodotti biologici.• Stima del volume economico ottenuto dai prodotti biologici in Spagna.• Definizione delle catene di commercializzazione di prodotti biologici (trasformati), il prezzo
finale e il valore aggiunto.• Revisione e integrazione dei concetti e suggerimenti da altri documenti.
Strategia per lo sviluppo e la gestione del settore agricolo nella regione di Creta
Regione di Creta, 2011
www.crete.gov.gr
La strategia per lo sviluppo e la gestione del settore agricolo nella Regione di Creta è stata ela-borata dal Consiglio per l’innovazione di Creta e adottata dal Consiglio regionale. I suoi principali obiettivi sono:• Promuovere lo sviluppo agricolo sostenibile nella regione di Creta.• Sostenere tutte le parti coinvolte nel mantenere le caratteristiche tradizionali della produzione
locale e di promuovere la famosa “dieta cretese”.• Collegare la produzione agricola locale con il turismo.
Market intelligence sostenibile. Agosto 2012 relazione trimestrale.
Ministry of Foreign Affairs and Trade and New Zealand Trade and Enterprise, 2012
www.nzte.govt.nz/explore-export-markets/market-research-by-industry/Food-and-beverage/Pages/FB-Sustainability-Report-for-Spain-August-2012.aspx
• Gli alimenti biologici si fanno strada nel mercato spagnolo: gli alimenti biologici sono presenti in una famiglia spagnola su quattro e ci sono forti prospettive di crescita sul mercato interno.
• Maggiore impegno per la pesca sostenibile tra industria della pesca spagnola e rivenditori di generi alimentari: le industrie della pesca spagnola, di trasformazione e di distribuzione sono sempre più interessate a una pesca sostenibile e stanno prendendo provvedimenti per intro-durre etichette ecologiche Marine Stewardship Council (MSC) nei loro prodotti a base di pesce.
• La Spagna esce fuori dalla top 30 dei paesi nel Rapporto ambientale 2012. • Il rapporto di ONG ambientali rivela bassi livelli di consapevolezza rispetto alle “miglia alimen-
tari” in Spagna: l’aumento delle importazioni alimentari spagnole in questi ultimi anni sta aven-do un impatto sociale e ambientale significativo nelle aree rurali.
Sostenibilità e impronta di carbonio nel settore agroalimentare: problema o opportunità?
Pedro Santos, Pedro Falcato, Rui Almeida, Luis Mira, 2011
www.consulai.com/newsletter/17/pdf/VR-201103-Carbono.pdf
C’è sempre più coscienza ambientale dei consumatori che cercano di ridurre la loro “impronta di carbonio”, attraverso scelte di consumo, come ad esempio l’acquisto di prodotti locali e di stagio-ne a basse emissioni di carbonio.
Il documento afferma chiaramente che l’impronta di carbonio del cibo e la sua etichettatura dovreb-bero diventare obbligatori per i prodotti alimentari. Si tratta di un’opportunità di creazione/avvio di nuovi settori di prodotto che saranno sicuramente un valore aggiunto sufficiente a consentire il recupero dell’investimento iniziale necessario per adattare processi, prodotti e comportamenti.
Figura 5.3 - Correlazioni punti di forza/livello di internazionalizzazione
Fonte: Indagine PACMAn, 2012
0% 20% 40% 60% 80% 100%
sicurezza del prodotto
certificazione di qualità
accesso ai canali di distribuzione
accesso alle materie primee ai mezzi tecnici
sviluppo di nuovi prodottirispondenti ai trend di mercato
identità di prodotto
% di aziende con esportazioni <20%del giro d’affari annuo, che consideranol’esportazione un punto di forza
% di aziende con esportazioni >20%del giro d’affari annuo, che consideranol’esportazione un punto di forza
Commercio ed esportazione
52
5.4 Leggi e regolamenti/Politiche di sostegno al commercio e all’esportazione nell’Area MED
La Tabella 5.3 contiene i riferimenti norma-tivi relativi a commercio e esportazione.
5.5 Raccomandazioni finali
Il settore agroalimentare è alla ricerca di so-luzioni in grado di migliorare la competitività nei nuovi mercati, dove la crescita del PIL ha fornito nuove opportunità, ma anche un au-mento della domanda di materie prime e di risorse naturali.
Secondo la Relazione sulla competitività dell’industria agroalimentare europea re-datta da HLG (High Level Group, 2009), a causa della diminuzione complessiva del peso del settore agroalimentare europeo sui mercati mondiali e al consumo interno co-stante, lo sviluppo delle imprese europee di-venta sempre più dipendente dall’accesso ai mercati esteri, sia in termini di esportazione che di importazione di materie prime.
Il recente dibattito sulla riforma della poli-tica agricola comune (PAC) risulta strategico per il commercio internazionale del settore agroalimentare, dal momento che l’agricol-tura europea è il principale fornitore di ma-terie prime per l’industria agroalimentare dell’UE. L’intera filiera alimentare europea dovrà adeguarsi alle sfide della globalizza-
zione e della concorrenza internazionale in maniera più sostenibile. Questo è il principio guida su cui si fonda la politica di sicurezza alimentare della Commissione Europea, os-sia quello di avere un approccio integrato dal “campo alla tavola” che copra tutti i settori della filiera alimentare.
MIGLIORARE LE CAPACITÀ DI GESTIONE DELLE SOCIETÀI vantaggi dell’accesso ai nuovi mercati, che possono essere sfruttati dai processi di inter-nazionalizzazione, richiedono rinnovate capa-cità di gestione delle imprese. Ciò significa non solo occuparsi di gestire le diverse preferenze dei consumatori, che derivano da una combi-nazione di fattori culturali, l’accesso alle ma-terie prime, ai mercati, la normativa, ecc. Le barriere commerciali e non commerciali che le aziende agroalimentari europee devono af-frontare per espandere le attività nei mercati extra UE continuano a essere rilevanti.
L’INTRODUZIONE DI ACCORDI COMMERCIALI EQUI E STANDARDStandard privati possono conferire un vantag-gio competitivo grazie al migliore controllo e alla maggiore efficienza, generati dai sistemi di gestione della qualità adottati. Alcune di queste norme sono specifiche all’impresa, mentre altre sono adottate collettivamente da un gruppo di attori della filiera (produttori, trasformatori, distributori). Entrambi i casi mostrano che l’industria agroalimentare e la
distribuzione si assumono la responsabilità della sicurezza alimentare della filiera, spesso utilizzando approcci del tipo B2B , ma che gli sforzi non sono sempre ben comunicati al consumatore. La crescente diffusione della marca privata (private label) da parte dei ri-venditori, pone ulteriori oneri ai produttori e trasformatori nel soddisfare standard di alta e uniforme qualità e requisiti di consegna (per ulteriori informazioni si veda il Capitolo 6).
Un’altra sfida per gli standard pubblici e pri-vati è l’omogeneizzazione, essendo l’armo-nizzazione delle norme nazionali di sicurezza alimentare con gli standard internazionali risultata difficoltosa negli ultimi anni. La legi-slazione alimentare UE mira ad armonizzare le norme nazionali esistenti, al fine di garantire la libera circolazione degli alimenti e dei mangimi nell’Unione Europea.
LO SVILUPPO DI SERVIZI DI TRASPORTO E LOGISTICA EFFICIENTI ED EFFICACILa razionalizzazione dei sistemi di trasporto, lo sviluppo di servizi logistici efficienti ed ef-ficaci in grado di rispettare le esigenze dei diversi attori della filiera (produttori, distri-butori, trasportatori e operatori logistici) mira a ridurre i costi di trasporto generali, nel rispetto di standard sempre più alti, nonchè garantire un maggiore valore aggiunto per i produttori primari, che devono abbandonare l’approccio di pura fornitura verso una pro-spettiva di integrazione che sottolinei il loro ruolo chiave nella filiera agroalimentare.
Tabella 5.3. - Politiche in materia di commercio e di esportazione
RiferimentiIstituzione/Livello territoriale Descrizione
“Criteri per il riconoscimento dei gruppi di produttori agro-alimentari regionali e le organizzazioni interprofessionali (OI), in applicazione della legge regionale 24/2000”
Decisione Consiglio Regionale n. 339 del 14 marzo 2011
Giunta regionale Emilia-Romagna
Regionale
La regione Emilia-Romagna ha definito i criteri per riconoscere le organizzazioni interprofes-sionali (OI) a livello regionale per tutti i segmenti del settore agroalimentare in applicazione della legge regionale 24/2000.
L’OI può sviluppare norme comuni di produzione, modelli di accordi interprofessionali da uti-lizzare tra i membri, organizzare banche dati per per programmare la produzione, fare azioni collettive per promuovere i prodotti, lo sviluppo di servizi comuni volti a migliorare la qualità dei prodotti e la sostenibilità sociale e ambientale.
2007 - 2013 Piano di sviluppo rurale Emilia-Romagna - Misura 121 - Misura 123
Regione Emilia-Romagna
Regionale
Sostenere la capacità di aggregazione delle imprese attive nel settore lattiero-caseario, in modo da renderle più forti e competitive sul mercato, in vista dell’importante scadenza Euro-pea rappresentata dall’abolizione delle quote latte nel 2015 e la conseguente liberalizzazione del mercato.
Politiche di filiera Governo centrale greco
Nazionale
Il settore dei cereali in Grecia presenta molte potenzialità di sviluppo, attraverso la realizza-zione (da parte del governo centrale), dei seguenti criteri:• valorizzare il ruolo delle associazioni agricole nella gestione della produzione e rafforzare
le azioni di cooperazione,• promuovere la costruzione di gruppi tra gli agricoltori biologici e sviluppare capacità per
fornire loro supporto scientifico,• promuovere un’agricoltura contrattualizzata per la produzione di prodotti specializzati
(ad esempio cereali biologici, pasta, ecc),• creare un’organizzazione interprofessionale per ciascuna coltura.
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ACCRESCERE LA CONSAPEVOLEZZA RISPETTO AL SUPPORTO OFFERTO DA ISTITUZIONI E ORGANIZZAZIONI CHE OPERANO NEL SETTOREVi è la necessità di una maggiore consapevo-lezza del ruolo svolto dal settore pubblico, dalle organizzazioni ed associazioni di rap-presentanti nel sostenere le imprese agroali-mentari, gestendo le tipologie di rischio (ad esempio, la variabilità delle materie prime in termini di qualità e di prezzo), facendo da in-termediari nell’applicazione delle norme pub-bliche sulla sicurezza e qualità dei prodotti alimentari.
RAGGRUPPAMENTO DI IMPRESE PER ATTIVITÀ DI INTERNAZIONALIZZAZIONE CONGIUNTEPMI possono essere supportate dalle istitu-zioni attraverso strategie comuni per l’accesso ai mercati esteri. Normalmente queste atti-vità si concentrano su settori specifici e sono mirate ai mercati emergenti,contraddistinti da elevate prospettive di crescita.
RAGGRUPPAMENTO DI PRODUTTORI PER MIGLIORARE L’APPROVVIGIONAMENTO STRATEGICO DI MATERIE PRIMECome testimoniato da numerosi partner di progetto, i produttori primari si trovano in una posizione contrattuale più debole rispetto all’industria alimentare e alla di-stribuzione, che risultano maggiormente strutturate (vedi anche il Paragrafo 5.1). Le
organizzazioni di produttori e le associa-zioni rappresentano una valida strategia per migliorare il potere contrattuale del singolo produttore e valorizzare la produzione lo-cale, ottimizzando anche la qualità delle pro-duzioni e ottenendo più visibilità sui mercati (si veda il Capitolo 2). L’industria alimentare sarebbe più stimolata a rifornirsi di materie prime a livello locale diminuendo così alcuni costi, ad esempio di trasporto (distretto del pomodoro del Nord Italia, coordinato dalla Provincia di Parma).
Commercio ed esportazione
06Qualità e consumo sicurezza e qualità alimentare, stili di vita sani, informazione e supporto alla scelta dei consumatori
55
6.1 Criticità rilevate in materia di qualità e consumo
LA CONSAPEVOLEZZA DEI CONSUMATORI CIRCA LA QUALITÀ E LA SOSTENIBILITÀ DEI PRODOTTILe criticità segnalate riguardano: a) gli inve-stimenti per la sostenibilità degli imballaggi che non sempre sono valutati positivamente dal consumatore, specie se si traducono in un aumento del prezzo di vendita del prodotto confezionato; b) La mancanza di azioni di comunicazione/strategie per promuovere il valore aggiunto del packaging verso il consu-matore finale (ERVET, packaging), la scarsa consapevolezza di acquisto dei consuma-tori di DOP (MODENA, industria lattiero-casearia/Parmigiano Reggiano); c) la scarsa conoscenza dell’etichettatura e dei pro-dotti biologici, (IVACE, agroalimentare); d) i consumatori sembrano preferire prodotti a basso contenuto di grassi (Kilkis, trasforma-zione del latte).
RUOLO STRATEGICO DELLE CERTIFICAZIONILa certificazione è percepita come inutile dai clienti delle imprese che producono imbal-laggi (ERVET, packaging).
Struttura complessa per il controllo, la certifi-cazione e l’omogeneizzazione delle normative europee in materia di etichettatura dei pro-dotti UE e non UE (IVACE, agroalimentare).
Le criticità individuate nei segmenti scelti da PACMAn sono abbinate ai partner e ai terri-tori nella Tabella 6.1.
6.2 Opportunità
Le nuove tendenze di consumo rappresen-tano una delle principali sfide per l’industria alimentare e delle bevande europea. La ri-cerca e lo sviluppo di prodotti e processi in-novativi (vedi Capitolo 3) risulta strategica per l’intera filiera alimentare, per soddisfare i cambiamenti nelle preferenze dei consuma-tori, garantendo nel contempo la sicurezza e qualità dei prodotti. Le differenze culturali e le diverse abitudini alimentari rappresentano nuove sfide per l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti.
Una migliore conoscenza del rapporto tra cibo e salute cambia il modo in cui l’alimenta-zione viene percepita. I nuovi rischi alimen-tari richiedono che al consumatore vengano fornite informazioni chiare e precise.
Il Regolamento UE n° 1169/2011 relativo all’informazione dei consumatori sui prodotti alimentari, denominato “INCO”, introduce modifiche significative alle informazioni sui prodotti alimentari fornite ai consumatori (vedi Note Finali).
6.3 Certificazioni
L’analisi approfondita effettuata da PACMAn sulle circa 600 aziende ha mostrato che circa
tre quarti (74%) del campione adottano uno o più tipi di certificazione. Gli standard di certificazione pubblici e privati sono stru-menti fondamentali per garantire la confor-mità alla normativa sia a livello nazionale che internazionale.
In Figura 6.1 sono riportate le percentuali relative alle varie tipologie di certificazione.
Le certificazioni di qualità dei prodotti sono le più diffuse tra le regioni partner di PAC-MAn, con il 30% degli intervistati. Seguono DOP, IGP, STG (26%).
Anche se le certificazioni dei sistemi di ge-stione della qualità e le certificazioni am-bientali sono meno diffuse, rappresentano rispettivamente il 15% e il 10% del totale. Nella categoria “Altro” sono comprese le cer-tificazioni di sicurezza alimentare (HACCP, controlli veterinari, ISO 22000, ecc) e, in minor misura, le certificazioni di agricoltura biologica.
Un ruolo chiave della certificazione è quello di facilitare il coordinamento all’interno delle filiere agroalimentari, trasmettendo infor-mazioni ai consumatori finali sulla qualità dei prodotti e sui processi produttivi.
LISTA DELLE CERTIFICAZIONI NELL’AREA MEDIn questo capitolo viene fornita una lista di certificazioni identificate dalla partnership di PACMAn, direttamente o indirettamente collegate alla sostenibilità - con particolare
Tabella 6.1 - Identificazione delle principali criticità
Segmenti selezionati Territori
◦ Consapevolezza dei consumatori circa la qualità e la sostenibilità dei prodotti
■ Ruolo strategico delle certificazioni
Emilia-Romagna Modena Kilkis Valencia
Agroalimentare ■ ◦
Imballaggio ■ ◦
Industria casearia ◦ ◦
Figura 6.1 - Tipi di certificazioni
Fonte: Indagine PACMAn, 2012
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30%
altro
certificazione ambientale
sistemi di gestione qualità
certificazione di qualità del prodotto
DOP, IGP, STG
no
Qualità e consumo
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attenzione ai temi della qualità e sicurezza alimentare - (vedi Tabelle 6.2 e 6.3).
NORME PRIVATEA causa della crescente preoccupazione dei consumatori, e al fine di rispettare gli standard pubblici, gli operatori del settore agroalimentare hanno innovato i processi produttivi, migliorando il coordinamento tra le fasi della filiera.Le catene distributive europee richiedono ai fornitori certificazioni di prodotto secondo standard proprietari per coniugare requisiti organizzativi per la
gestione della qualità, requisiti igienico-sa-nitari, requisiti sulle strutture e gli ambienti produttivi, e norme comportamentali del personale (es. BRC, IFS, GlobalGap).
All’interno della vasta gamma di norme pri-vate (alcuni esempi in Tabella 6.4), secondo il WTO si possono ditinguere tre tipi principali. La classificazione si basa su chi definisce o codifica lo standard.18
Una delle caratteristiche degli standard pri-vati è la crescente attenzione ai processi con cui l’alimento viene prodotto, rispecchiando
la crescente importanza degli standard ai temi dell’igiene e sicurezza alimentare. La Tabella 6.5 riporta le certificazioni di qualità della filiera agroalimentare.
Tabella 6.2 - Certificazioni relative alla dimensione ambientale
Riferimento Partner Descrizione
European Label of Organic Product
ERVET, CRITT, ADRAL, Provincia di Parma
Etichetta che certifica il metodo di produzione biologico che deve rispettare quanto previsto dai regolamenti CE 834/07 e CE 889/08 Dal 1° luglio 2010, l’UE ha introdotto un nuovo logo biologico per garantire la tutela del consumatore e standard comuni
Segmento alimentare: agricoltura/allevamento
MSC - Marine Stewardship Council
ERVET Marchio che attesta la pesca sostenibile e la tracciabilità dei prodotti ittici
Segmento alimentare: “pesce di mare e pesce di allevamento”, “trasformazione e conservazione di pesce e suoi derivati”
Forest Stewardship Council® (FSC)
ERVET FSC rappresenta un sistema di certificazione forestale riconosciuto a livello internazionale. La certificazione ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di FSC garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite
Segmento alimentare: imballaggio
Friends of the Sea ERVET Certificazione di prodotti da Pesca e Acquacoltura Sostenibile
Segmento alimentare: “pesce di mare e pesce di allevamento”
EPD Environmental Product Declaration
ERVET Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD - Environmental Product Declaration) è uno schema di certificazione volontaria di valenza internazionale. Le prestazioni ambientali dei prodotti/servizi riportate nella EPD devono basarsi sull´analisi del ciclo di vita mediante utilizzo del Life Cycle Assessment (LCA).
Segmento alimentare: tutta la filiera agroalimentare (e molti altri settori)
Globalgap CRITT, ERVET GlOBALGAP è una certificazione volontaria di prodotti agricoli che ha validità globale ed ha come scopo principale quello di fornire garanzie ai consumatori sulla produzione degli alimenti e di ridurre l’impatto ambientale che deriva dalle operazioni agricole, limitando l’uso di fertilizzanti. Nato per il settore dell’ortofrutta, oggi esteso a tutte le produzioni vegetali, ma anche a quelle animali (latte, carni e prodotti ittici) e ai relativi mangimi, e a produzioni particolari come thè, caffè, fiori e piante ornamentali.
Segmento alimentare: agricoltura/allevamento/acquicoltura
EMAS ERVET, Provincia di Modena, CUT
Il sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) intende promuovere il costante miglioramento dei risultati ambientali di tutte le organizzazioni europee, nonché l’informazione del pubblico e delle parti interessate.
Segmento alimentare: qualunque organizzazione
UNI EN ISO 14001:2004
ERVET, Provincia di Modena, CRITT, CUT
La certificazione ambientale ISO 14001 è una norma internazionale, a carattere volontario, che definisce come deve essere sviluppato un efficace sistema di gestione ambientale.
Segmento alimentare: può essere utilizzato da qualsiasi organizzazione indipendentemente dalla sua attività o settore*
ISO 14040 e 14044 LCA
CRITT, ERVET Il riferimento normativo internazionale per l’esecuzione degli studi di LCA è rappresentato dalle norme ISO della serie 14040. ISO 14044:2006 specifica i requisiti e fornisce le linee guida per la valutazione del ciclo di vita (LCA).
Segmento alimentare: qualunque organizzazione
LACON Certification for Organic Farming
CUT LACON certifica i prodotti da agricoltura biologica secondo le norme per la produzione, la trasformazione e l’etichettatura dei prodotti biologici. Regolamento (CE) n 834/2007 e le linee guida allegate, Regolamento (CE) n 889/2008.
Segmento alimentare: settore dei produttori e degli agricoltori agricoli primari
Produzione integrata
Provincia di Parma
La produzione integrata (PI) è un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, che prevede l’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione per ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull’ambiente o sulla salute dei consumatori.
Segmento alimentare: la produzione agricola (l’etichetta può essere utilizzata anche per i prodotti trasformati)
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Tabella 6.3 - Certificazioni relative alla dimensione sociale
Riferimento Partner Descrizione
Fairtrade ERVET Fairtrade è un marchio internazionale di certificazione etica. Il suo obiettivo è quello di supportare i produttori più svantaggiati dei paesi in via di sviluppo, rendendoli capaci di entrare nel sistema commerciale in condizioni di trasparenza e correttezza e migliorando così i loro standard di vita.
OHSAS 18001 CRITT, ERVET
La certificazione del Sistema di Gestione Sicurezza e Salute, secondo lo standard OHSAS 18001, è uno strumento che consente la ge-stione delle problematiche relative alla sicurezza in azienda, attraverso una valutazione a priori dei rischi e la loro riduzione mediante azioni preventive derivanti da un piano di miglioramento continuo.
Segmento alimentare: qualunque organizzazione
ISO 26000 CRITT, ERVET
Le linee guida UNI ISO 26000:2010 per la Responsabilità Sociale delle organizzazioni. L’intento della norma è quello di “aiutare le or-ganizzazioni a contribuire allo sviluppo sostenibile, di promuovere una comprensione comune nel campo della responsabilità sociale.
Segmento alimentare: qualunque organizzazione
SA8000 ERVET E’ uno standard internazionale che elenca i requisiti per un comportamento eticamente corretto delle imprese e della filiera di pro-duzione verso i lavoratori.
Segmento alimentare: qualunque organizzazione
Intermon Oxfam
IMPIVA Oxfam è una confederazione internazionale di 17 organizzazioni in più di 90 paesi dedicati ai diritti umani in tutto il mondo come parte di un movimento globale per il cambiamento, per costruire un futuro libero dall’ingiustizia della povertà.
Segmento alimentare: agroalimentare
Tabella 6.4 - Esempi di standard privati nella filiera agroalimentare
Standard privati aziendali Standard collettivi nazionali Standard collettivi internazionali
Filières Qualité (Carrefour) - versione applicata in diversi paesi
P.Q.C. (Percorso Qualità Conad)
British Retail Consortium Global Standard
QC Emilia Romagna
GlobalGAP
International Food Standard
Safe Quality Food (SQF) 1000/ 2000
Marine Stewardship Council (MSC)
Forest Stewardship Council (FSC)
Qualità e consumo
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Tabella 6.5 - La sicurezza alimentare e le certificazioni di qualità nella filiera agroalimentare
Riferimento Partners Descrizione
ISO 22000 Critt, Ervet
La ISO 22000 “Food safety management systems- Requirements” è uno standard volontario per la certificazione di sistemi di gestione della sicurezza in campo alimentare.
Gli obiettivi principali di questa nuova norma sono:• armonizzare i differenti standard specifici riguardanti la sicurezza alimentare• fornire uno strumento per sviluppare il metodo HACCP in tutto il sistema produttivo del settore alimentare
Segmento agroalimentare: filiera agroalimentare
BRC Ervet, Critt
Il BRC Global Standard for Food Safety è nato nel 1998 per garantire che i prodotti a marchio siano ottenuti secondo standard qualitativi ben definiti e nel rispetto di requisiti minimi.
Può essere paragonato ad un capitolato che lega i fornitori qualificati all’azienda di distribuzione.
Segmento agroalimentare: produzione, confezionamento, stoccaggio e distribuzione
IFS Ervet, Critt
Lo Standard IFS (International Food Standard) ha lo scopo di favorire l’efficace selezione dei fornitori food a marchio della GDO, sulla base della loro capacità di fornire prodotti sicuri, conformi alle specifiche contrattuali e ai requisiti di legge. Costituisce un modello riconosciuto sia in Europa che nel resto del m ondo.
Segmento agroalimentare: aziende di trasformazione/confezionamento
Denominazioni di Origine (DOP) e Indicazioni Geografiche protette (IGP)
Kilkis, Adral
Il sistema europeo delle “denominazioni d’origine protette” DOP, e delle “indicazioni geografiche protette” IGP, dei prodotti agricoli e alimentari, è nato nel 1992, intervenendo ad armonizzare ed integrare norme di tutela già esistenti in alcuni Paesi dell’Unione Europea.
Regolamento CEE n. 2081/92 istitutivo del sistema di protezione delle denominazioni territoriali (ora sostituito Regolamento CEE 510/2006).
Segmento agroalimentare: tutti i prodotti agroalimentari
AGRO 1-1 Kilkis Lo standard AGRO 1-1 è principalmente rivolto alle aziende di trasformazione degli alimenti e del confezionamento che desidera-no certificare l’igiene e la sicurezza dei loro prodotti.
Segmento agroalimentare: tutti i prodotti agricoli
AGRO 1-2 Kilkis Lo strandard AGRO 1-2 descrive le linee guida per le aziende di trasformazione degli alimenti e del confezionamento, in modo da facilitare il loro regolare funzionamento all’interno del sistema qualità.
Segmento agroalimentare: tutti i prodotti agricoli
CRETACERT, Certificazione di prodotto cretese autentico
Forth Certificazione dei prodotti che vengono prodotti e lavorati a Creta con controllo dei processi di produzione. Certificazione dell’o-rigine geografica dei prodotti.
Segmento agroalimentare: olio d’oliva, vino, prodotti orticoli
Marchio di qualità “OPEN WINERIES”
Forth Il marchio di qualità “Cantine Aperte” della Regione di Creta è il risultato di uno sforzo di collaborazione da parte di produttori di vino di Creta. Si basa su standard in uso dalla rete viticoltori di Heraklion ed è stato finalizzato secondo il “Quality Agreement” cretese.
Segmento agroalimentare: vino
Marchio di qualità della cucina cretese
Forth La regione di Creta e il “Quality Agreement” cretese hanno creato il “marchio di qualità della cucina cretese”, che mira al coinvolgi-mento di ristoranti dell’isola di Creta, al fine di creare un rapporto di fiducia con i consumatori e promuovere itinerari gastronomici.
Segmento agroalimentare: vino, olio d’oliva, verdure
Table 6.6 - Politiche riguardanti qualità e consumo
Riferimenti Istituzioni Descrizione
Risoluzione 72/2011 del 10 giugn. Sistema di informazione per la sicurezza alimentare
Ministero della salute della Comunità Valenciana
Livello territoriale: Regionale
L’obiettivo della risoluzione è quello di fornire uno strumento adeguato, il cosiddetto Sistema di Infor-mazione sulla Sicurezza Alimentare (SISA in spagnolo), per il miglioramento della sostenibilità sociale delle filiere alimentari valenciane. Tale sistema è stato creato per identificare i principali rischi della filiera alimentare, per evitare tali rischi e per mettere in campo contromisure in caso di possibile emer-genza alimentare. La risoluzione è applicabile a tutte le fasi della filiera alimentare valenciana (dalle fasi di produzione al consumo finale cibo).
Tra i vari obiettivi il programma SISA si propone di:• identificare i rischi associati alla filiera alimentare,• valutare i rischi dovuti al consumo di cibo,• fornire i meccanismi per rilevare e reagire a situazioni di crisi,• fornire informazioni,• valutare l’efficacia del controllo degli alimenti e dei programmi di prevenzione,• fornire informazioni per le statistiche,• trasferire le informazioni dal settore scientifico al mercato.
Ministero dell’Agricoltura SQNPI - Sistema di qualità nazionale della produzione integrata
Provincia di Parma
Livello territoriale: Nazionale
Il testo della legge 3 febbraio 2011, n. 4 recante "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari", all'art.2 disciplina il Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI)
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6.4 Leggi e regolamenti
Solo due sono i regolamenti identificati (Ta-bella 6.6), che si riferiscono alla qualità e alle nuove tendenze dei consumatori.
6.5 Rassegna bibliografica
La rassegna bibliografica ha identificato quattro riferimenti in tema di qualità e con-sumo (Tabella 6.7).
Tabella 6.7 - Rassegna bibliografica in materia di qualità e consumo
Titolo Autore/Data/Riferimenti Descrizione
Il futuro della produzione biologica: la sostenibilità-qualità-integrazione.
Ivace id 1
Spanish Society of Ecological Agriculture, 2011
http://www.agroecologia.net/index.php?option=com_content&view=article&id=1417:el-futuro-de-la-elaboracion-de-alimentos-ecologicos-sostenibilidad-calidad-integridad&catid=218:noticias-seae-2012&Itemid=1
Estratto della 2° conferenza di IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements) (Francoforte novembre 2012). L’articolo descrive la situazione attuale dell’agricoltura biologica dell’UE e mette in evidenza le principali necessità per lo svi-luppo sostenibile del settore:• politiche per promuovere l’armonizzazione del marchio biologico UE (evitando so-
vrapposizioni),• rafforzamento del profilo ambientale dei produttori biologici e commercianti nel
quadro giuridico dell’Unione europea,• consulenza periodica di organizzazioni ufficiali come EGTOP relative agli aggiornamenti
della normativa riguardo nuovi prodotti biologici o a nuove strategie/tecnologie.• più trasparenza della legge sulla produzione biologica per evitare squilibri sul mercato,• miglioramento della percezione dei consumatori per quanto riguarda la fiducia, la
sicurezza e la qualità dei cibi biologici.• necessità di aumentare la qualità degli alimenti biologici.
Norme NF ISO 26000
Afnor (French Association of Normalization), 2010
http://www.iso.org/iso/iso_catalogue/management_and_leadership_standards/social_responsibility/iso26000
Il rapporto con la società e l’ambiente in cui operano le imprese è un fattore critico per la capacità di continuare ad operare in modo efficace. E ‘inoltre sempre più usata come una misura della performance complessiva delle imprese.
Per la norma ISO 26000 si veda anche tab. 6.3.
Guida all’ utilizzo della ISO 26000 per l’industria alimentare (AC X30-030)
Afnor (French Association of Normalization), da pubblicare
n.d.
COOP de France e Ania hanno avviato un lavoro congiunto con la volontà di avere un quadro di riferimento per la strutturazione di approcci di R&S da parte delle industrie alimentari e di rendere la norma ISO 26000 disponibile a qualsiasi azienda del settore. Contemporaneamente vengono forniti strumenti di accompagnamento e di diagnostica (come ad esempio la guida Ania all’autodiagnosi o il Programma 3D di Critt) che consen-tano alle imprese di evolvere nel loro approccio alla responsabilità sociale delle imprese.
Uva da tavola Pablo Neustadt
http://www.foodsfromspain.com/icex/cda/controller/pageSGT/0,9459,35868_6908150_6912156_4446313_7826885,00.html
L’articolo descrive le principali varietà di uva nei paesi mediterranei come Francia, Ita-lia e Spagna. L’articolo analizza le principali caratteristiche organolettiche delle uve, concentrandosi sull’uva da tavola e sottolineando il contributo prioritario della Spagna, il più grande produttore europeo di questo frutto. Tra queste, alcune regioni come Valencia (es. Vinalopó -DOP della Comunità Valenziana), Murcia, Almería, sono indicati come area di produzione di uva da tavola.
Qualità e consumo
60
6.6 Raccomandazioni finali
La crescente preoccupazione dei consumatori riguardo la sicurezza e la qualità degli alimenti rende necessario innovare i processi e i pro-dotti per rispondere alle nuove aspettative del consumo a livello globale. In questa prospet-tiva la qualità dei prodotti del Mediterraneo ha grandi potenzialità, da esprimere attraverso una maggiore collaborazione con gli enti e le istituzioni a supporto (in primis l’EFSA).
Le politiche nazionali per la competitività del settore agricolo e agro-industriale si sono concentrate sul miglioramento della qualità della produzione. Tuttavia, la qualità da sola non sembra sufficiente per agire sul differen-ziale di prezzo che consente ai produttori di far fronte all’aumento dei costi delle materie prime e degli altri fattori di produzione.
La sfida della sostenibilità comporta lo spo-stamento dell’attenzione “dai prodotti ai processi” attraverso i quali sono ottenuti, e alla loro “qualità” rispetto all’ambiente e ai temi sociali.
Temi quali sicurezza alimentare, impatto sull’ambiente, qualità dei prodotti richie-dono un adeguamento strutturale del set-tore agroalimentare da compiersi attraverso l’integrazione verticale, l’evoluzione della catena logistica, la gestione dei rapporti con gli attori interni ed esterni.
Poiché la competitività dipende dalla capa-cità di rispondere “meglio” e “prima” degli
altri attori economici, l’esistenza di forti rela-zioni tra gli attori del sistema agroalimentare nel fornire risposte a queste sfide diventa la variabile chiave per la competitività.
L’enfasi sulla qualità e salubrità degli alimenti e sul valore nutrizionale comporta la neces-sità di rinnovati investimenti in ricerca e svi-luppo e, perciò, di nuovi tipi di competenze nei sistemi agroalimentari locali.
LE AZIONI DI COMUNICAZIONELe imprese agroalimentari devono creare un piano d’azione efficace al fine di garantire la conformità con il nuovo Regolamento euro-peo (UE) N. 1169/2011 relativo all’informa-zione dei consumatori sui prodotti alimen-tari. Il nuovo regolamento serve gli interessi dei consumatori aumentandone il livello di informazione, proteggendo la loro salute, attraverso la definizione di norme comuni in materia di informazione sugli alimenti.
La nuova normativa rende l’etichettatura nutrizionale obbligatoria, rafforzando i casi in cui l’origine deve essere indicata e speci-ficando regole per la leggibilità delle infor-mazioni, nonché per la correttezza dell’eti-chettatura, ecc.
EFFICIENZA DEI TRASPORTI E DELLA LOGISTICACambiamenti nelle scelte di consumo pongono nuove sfide per la logistica agroalimentare. La crescente varietà dei prodotti in offerta ri-
chiede soluzioni logistiche innovative (ICT-ba-sed). A fine di garantire un miglior posiziona-mento competitivo dell’industria alimentare, occorre mettere in campo soluzioni tecniche ed organizzative proprie della logistica mo-derna. Ciò si traduce anche nella valutazione dei diversi livelli di impatto – misurati in termini di emissioni di CO2
, di PM10 e di congestione – generati da scelte logistiche diverse e, in par-ticolare, dalla diversa localizzazione delle fasi di produzione e distribuzione e dalla diversa scelta di modalità e mezzi di trasporto.
LA DIETA MEDITERRANEALa dieta mediterranea può rappresentare un’opportunità per aumentare la sostenibi-lità agroalimentare, coerentemente ai dati che mettono in relazione l’aspetto nutrizio-nale degli alimenti con il loro impatto am-bientale.19 Risulta importante per le aziende garantire che i consumatori comprendano la premessa originale della qualità del modello mediterraneo.20 La dieta mediterranea può rappresentare anche l’occasione per collegare la promozione dei prodotti locali con attività che mescolano il turismo all’educazione.
Per ulteriori informazioni si veda l’azione pilota che prevede la costituzione di un clu-ster transnazionale fondato sul concetto di “prodotto mediterraneo autentico” e che coinvolge Cipro, Provincia di Modena, Creta, Kilkis e Alentejo, riguardante, materie prime di qualità e caratteristiche legate alla tradi-zione e alla cultura locali.
61
Qualità e consumo
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Tabella 6.8 - Enti certificatori nelle regioni del progetto PACMAn - Lista completa dei contatti
Istituzione Partner Descrizione
AGROQUALITÀ S.p.A. Ervet Agroqualità, società per la certificazione della qualità nell’agroalimentare, che opera in conformità alle norme ed alle regole na-zionali, comunitarie e internazionali sugli organismi di certificazione, è nata con lo scopo di rispondere alla necessità di sostenere lo sviluppo delle produzioni agroalimentari, mediante la certificazione di qualità dei prodotti e dei sistemi. www.agroqualita.it
CHECK FRUIT S.r.l. Ervet Check Fruit è uno degli Organismi leader in Italia nel settore della certificazione e ispezione nel comparto agroalimentare. Check Fruit è partner altamente qualificato per industrie alimentari, catene distributive e organizzazioni commerciali operan-ti nel comparto agroalimentare. Check Fruit è accreditato da ACCREDIA (Sistema Nazionale di Accreditamento degli Organi-smi di Certificazione) per le certificazioni ISO 9001, ISO 22005 e UNI 11233. Check Fruit offre inoltre servizi di: • Ispezione e controllo qualità rivolti in particolare alla Grande Distribuzione Organizzata italiana ed europea; • Formazione: seminari sui temi della qualità, sicurezza alimentare e legalità,corsi qualificati KHC
Check Fruit è Organismo di Controllo riconosciuto dal Ministero per le Politiche Agricole, per numerosi prodotti a DOP – De-nominazione d’Origine Protetta e IGP - Indicazione Geografica Protetta. www.checkfruit.it
CERMET Soc. Cons. a r.l. Ervet Servizi di certificazione. BRC, IFS, Global Gap, ISO 22000, DOP-IGP-STG, marchi collettivi; ISO 22005, UNI 11381 pest con-trol; EN 15593, etichettatura carni bovine, certificazione volontaria, fornitori, ispezioni. www.cermet.it
CMI ITALY S.r.l. Ervet I principali campi di attività di CMi Italia srl includono i seguenti servizi di certificazione:
GLOBALGAP, LEAF e Tesco Nurture certificazioni, ISO 22000, ISO 9001, BRC (prodotti di consumo, norme alimentari, imbal-laggi), IFS (Food, Logistics). www.cmi-italy.it
TÜV Italia S.r.l. Ervet, Forth
Servizi di certificazione. BRC Consumer Products, BRC Food Standard, BRC Packaging, HACCP, Halal, Kosher, QS, certifica-zione volontaria di prodotto, materiali a contatto con gli alimenti, Global Gap F & V, Global Gap GRASP, IFS Food, IFS Logistic, ISO 22005, ISO 22000, UNI EN 15593. www.tuv.it
RINA Services S.p.A. Ervet Servizi di certificazione. ISO 22000 Sistema di Gestione della Sicurezza Alimentare, certificazione di prodotto, tracciabilità, IFS, BRC, NO OGM, ISO 20000, UNI 10854, DOP, IGP, STG, GLOBALGAP, ISO 14001, EMAS, SA 8000, ISO 9001, ISO 27001, OHSAS 18001, EPD/LCA, Best 4, rilevazione dei livelli di rischio e costruzione del modello organizzativo ex D. italiana 231/2001, di certi-ficazione nel campo della governance, la certificazione dei servizi, ISO 28000, UNI EN ISO 22005:2007, MARCHIO COLLETTIVO GEOGRAFICO, etichettatura volontaria, ISO 50001, UNI EN 15593, sistema di certificazione di cibo Halal, il Bribery Act 2010 (BA), Certificazione Amministrazione pesca Consiglio Marino, Amico della Certificazione del Mare. www.rina.org
CSQA Certificazioni S.r.l. Ervet, Provincia di Parma
Sistema di Gestione Qualità (ISO 9001), gestione della sicurezza alimentare (ISO 22000), sistemi di gestione ambientale (ISO 14001), la registrazione EMAS, Vita Cicli Assesment (ISO 14040 - LCA), Sistema di Gestione della Sicurezza e salute sul posto di lavoro (OHSAS 18001), certificazione volontaria di prodotto, certificazione di prodotti tipici (DOP, IGP, CSC, STG), DTP 035 - Filiera controllata e ISO 22005, Responsabilità sociale (SA 8000), il reporting di sostenibilità (AA 1000), e-commerce (Qweb), IFA-GLOBALGAP, BRC, IFS, (ISO 27001), Ispezioni. www.csqa.it
Certiquality Ervet Servizi di certificazione. ISO 9001, ISO 14001, Regolamento EMAS, BS OHSAS 18001, SA 8000, BRC, IFS, GLOBALGAP, HACCP. www.certiquality.com
SGS Group Ervet Agricoltura e alimentazione.
Dato che i beni agricoli si sviluppano dal campo alla tavola, essi richiedono attenzione, monitoraggio e integrità. Offriamo una gamma di servizi end-to-end per la filiera che riducono i rischi, garantiscono la qualità e migliorano la produttività. Aiutiamo a garantire l’integrità della filiera alimentare attraverso la gestione di colture, migliorando lo sviluppo di semi, lo svolgimento di analisi dei terreni e la raccolta, la movimentazione di prodotti attraverso la filiera di approvvigionamento globale e la gestione di ispezione commerciali al di esportazione e di importazione.
Sostenibilità.
Aiutiamo le organizzazioni a garantire che i loro partner abbiano processi e sistemi efficaci e gestibili in luoghi che soddisfino i requisiti degli investitori legati alla qualità, salute e sicurezza, gestione ambientale, responsabilità sociale delle imprese e di altre aree di sviluppo sostenibile. www.it.sgs.com
Bureau Veritas Italia S.p.A.
Ervet, Critt
Servizi di certificazione: ISO 22000, certificazione GlobalGap, Certificazione BRC/IFS, certificazione FAMI-QS, certificazione FSSC 22000, Pesca Responsabile (MSC...), Acquacoltura Responsabile, GMP + alimentazione, biologica, EFISC, AIM Progress. www.bureauveritas.it
Det Norske Veritas Italia S.r.l.
Ervet Servizi di certificazione: Certificazione ISO 22000, Certificazione GlobalGap, FSSC 22000, BRC (British Retail Consortium) Global Storage and Distribution e IFS Logistics, mangimi ed ingredienti per la zootecnia, certificazione FAMI-QS, FSSC 22000, SQF 1000/2000 Quality Food Program, certificazione volontaria di sostenibilità del prodotto, soluzioni di Supply Chain Green & Efficient, Supply chain risk management. www.dnvba.it
Afnor certification Critt L’ente opera in quattro principali aree di competenza: standard, certificazioni, soluzioni editoriali e servizi di informazione e di formazione tecnica e professionale. www.afnor.org/en
Ecocert Critt Ecocert è un organismo di controllo e certificazione, certificato secondo la norma internazionale ISO Guida 65 (EN 45011). www.ecocert.fr
AGROCERT Kilkis Settori di attività: gestione integrata della produzione agricola, agricoltura biologica, DOP, IGP, Specialità Tradizionale Garan-tita di Prodotti Agricoli, Garanzia di qualità di carne di maiale, Allevamento pollame controllato, Garanzia di qualità di carne bovina, Garanzia della qualità dei prodotti dell’acquicoltura, ISO - HACCP. www.agrocert.gr
63
Tabella 6.8 - Enti certificatori nelle regioni del progetto PACMAn - Lista completa dei contatti
Istituzione Partner Descrizione
AGROQUALITÀ S.p.A. Ervet Agroqualità, società per la certificazione della qualità nell’agroalimentare, che opera in conformità alle norme ed alle regole na-zionali, comunitarie e internazionali sugli organismi di certificazione, è nata con lo scopo di rispondere alla necessità di sostenere lo sviluppo delle produzioni agroalimentari, mediante la certificazione di qualità dei prodotti e dei sistemi. www.agroqualita.it
CHECK FRUIT S.r.l. Ervet Check Fruit è uno degli Organismi leader in Italia nel settore della certificazione e ispezione nel comparto agroalimentare. Check Fruit è partner altamente qualificato per industrie alimentari, catene distributive e organizzazioni commerciali operan-ti nel comparto agroalimentare. Check Fruit è accreditato da ACCREDIA (Sistema Nazionale di Accreditamento degli Organi-smi di Certificazione) per le certificazioni ISO 9001, ISO 22005 e UNI 11233. Check Fruit offre inoltre servizi di: • Ispezione e controllo qualità rivolti in particolare alla Grande Distribuzione Organizzata italiana ed europea; • Formazione: seminari sui temi della qualità, sicurezza alimentare e legalità,corsi qualificati KHC
Check Fruit è Organismo di Controllo riconosciuto dal Ministero per le Politiche Agricole, per numerosi prodotti a DOP – De-nominazione d’Origine Protetta e IGP - Indicazione Geografica Protetta. www.checkfruit.it
CERMET Soc. Cons. a r.l. Ervet Servizi di certificazione. BRC, IFS, Global Gap, ISO 22000, DOP-IGP-STG, marchi collettivi; ISO 22005, UNI 11381 pest con-trol; EN 15593, etichettatura carni bovine, certificazione volontaria, fornitori, ispezioni. www.cermet.it
CMI ITALY S.r.l. Ervet I principali campi di attività di CMi Italia srl includono i seguenti servizi di certificazione:
GLOBALGAP, LEAF e Tesco Nurture certificazioni, ISO 22000, ISO 9001, BRC (prodotti di consumo, norme alimentari, imbal-laggi), IFS (Food, Logistics). www.cmi-italy.it
TÜV Italia S.r.l. Ervet, Forth
Servizi di certificazione. BRC Consumer Products, BRC Food Standard, BRC Packaging, HACCP, Halal, Kosher, QS, certifica-zione volontaria di prodotto, materiali a contatto con gli alimenti, Global Gap F & V, Global Gap GRASP, IFS Food, IFS Logistic, ISO 22005, ISO 22000, UNI EN 15593. www.tuv.it
RINA Services S.p.A. Ervet Servizi di certificazione. ISO 22000 Sistema di Gestione della Sicurezza Alimentare, certificazione di prodotto, tracciabilità, IFS, BRC, NO OGM, ISO 20000, UNI 10854, DOP, IGP, STG, GLOBALGAP, ISO 14001, EMAS, SA 8000, ISO 9001, ISO 27001, OHSAS 18001, EPD/LCA, Best 4, rilevazione dei livelli di rischio e costruzione del modello organizzativo ex D. italiana 231/2001, di certi-ficazione nel campo della governance, la certificazione dei servizi, ISO 28000, UNI EN ISO 22005:2007, MARCHIO COLLETTIVO GEOGRAFICO, etichettatura volontaria, ISO 50001, UNI EN 15593, sistema di certificazione di cibo Halal, il Bribery Act 2010 (BA), Certificazione Amministrazione pesca Consiglio Marino, Amico della Certificazione del Mare. www.rina.org
CSQA Certificazioni S.r.l. Ervet, Provincia di Parma
Sistema di Gestione Qualità (ISO 9001), gestione della sicurezza alimentare (ISO 22000), sistemi di gestione ambientale (ISO 14001), la registrazione EMAS, Vita Cicli Assesment (ISO 14040 - LCA), Sistema di Gestione della Sicurezza e salute sul posto di lavoro (OHSAS 18001), certificazione volontaria di prodotto, certificazione di prodotti tipici (DOP, IGP, CSC, STG), DTP 035 - Filiera controllata e ISO 22005, Responsabilità sociale (SA 8000), il reporting di sostenibilità (AA 1000), e-commerce (Qweb), IFA-GLOBALGAP, BRC, IFS, (ISO 27001), Ispezioni. www.csqa.it
Certiquality Ervet Servizi di certificazione. ISO 9001, ISO 14001, Regolamento EMAS, BS OHSAS 18001, SA 8000, BRC, IFS, GLOBALGAP, HACCP. www.certiquality.com
SGS Group Ervet Agricoltura e alimentazione.
Dato che i beni agricoli si sviluppano dal campo alla tavola, essi richiedono attenzione, monitoraggio e integrità. Offriamo una gamma di servizi end-to-end per la filiera che riducono i rischi, garantiscono la qualità e migliorano la produttività. Aiutiamo a garantire l’integrità della filiera alimentare attraverso la gestione di colture, migliorando lo sviluppo di semi, lo svolgimento di analisi dei terreni e la raccolta, la movimentazione di prodotti attraverso la filiera di approvvigionamento globale e la gestione di ispezione commerciali al di esportazione e di importazione.
Sostenibilità.
Aiutiamo le organizzazioni a garantire che i loro partner abbiano processi e sistemi efficaci e gestibili in luoghi che soddisfino i requisiti degli investitori legati alla qualità, salute e sicurezza, gestione ambientale, responsabilità sociale delle imprese e di altre aree di sviluppo sostenibile. www.it.sgs.com
Bureau Veritas Italia S.p.A.
Ervet, Critt
Servizi di certificazione: ISO 22000, certificazione GlobalGap, Certificazione BRC/IFS, certificazione FAMI-QS, certificazione FSSC 22000, Pesca Responsabile (MSC...), Acquacoltura Responsabile, GMP + alimentazione, biologica, EFISC, AIM Progress. www.bureauveritas.it
Det Norske Veritas Italia S.r.l.
Ervet Servizi di certificazione: Certificazione ISO 22000, Certificazione GlobalGap, FSSC 22000, BRC (British Retail Consortium) Global Storage and Distribution e IFS Logistics, mangimi ed ingredienti per la zootecnia, certificazione FAMI-QS, FSSC 22000, SQF 1000/2000 Quality Food Program, certificazione volontaria di sostenibilità del prodotto, soluzioni di Supply Chain Green & Efficient, Supply chain risk management. www.dnvba.it
Afnor certification Critt L’ente opera in quattro principali aree di competenza: standard, certificazioni, soluzioni editoriali e servizi di informazione e di formazione tecnica e professionale. www.afnor.org/en
Ecocert Critt Ecocert è un organismo di controllo e certificazione, certificato secondo la norma internazionale ISO Guida 65 (EN 45011). www.ecocert.fr
AGROCERT Kilkis Settori di attività: gestione integrata della produzione agricola, agricoltura biologica, DOP, IGP, Specialità Tradizionale Garan-tita di Prodotti Agricoli, Garanzia di qualità di carne di maiale, Allevamento pollame controllato, Garanzia di qualità di carne bovina, Garanzia della qualità dei prodotti dell’acquicoltura, ISO - HACCP. www.agrocert.gr
A-CERT (A-Cert European Organization for Certification S.A.)
Kilkis A-CERT è riconosciuto dal Sistema di Accreditamento ellenico (ESYD) come Organismo di Certificazione nelle seguenti aree:• Prodotti biologici secondo la norma EN 45011• Sistemi di Gestione per la Qualità in conformità alla norma ISO 9001:2008 secondo ISO/ IEC 17021:2006,• Alimentazione Sistemi di Gestione della Sicurezza in conformità alla norma ISO 22000:2005 secondo ISO/IEC 17021:2006
e ISO/TS 22003:2007,• Gestione integrata di produzione agricola/Gestione delle aree rurali, nel rispetto della AGRO 2.1 e AGRO 2.2 standard,
secondo la norma ISO/IEC 17021:2006. www.a-cert.org
CERTIS - Controlo e Certificação, Lda
Adral Controllo e certificazione dei prodotti tradizionali (DOP, IGP, STG, DO, IG), modi di produzione (agricoltura biologica, pro-duzione integrata, la protezione integrata), etichettatura facoltativa, benchmark privati , sistemi di gestione. www.certis.pt
AGRICERT - Certificação de Produtos Alimentares, LDA
Adral Agricert è un’organizzazione privata di ispezione e di certificazione dei prodotti alimentari, riconosciuta sulla base della NP EN 45011:2001 - Requisiti generali per Enti di Certificazione Prodotti, l’organo competente del Ministero dell’Agricoltura del Mare e dell’Ambiente e spazio territoriale per ventiquattro prodotti tradizionali, così come per l’agricoltura biologica, la protezione integrata e la produzione integrata. www.agricert.pt
Greek Standardization Organization (ELOT)
Forth In Grecia, ELOT è l’organismo nazionale unico responsabile per l’elaborazione, l’approvazione, la pubblicazione e la distribu-zione di Standard ellenici. www.elot.gr
Cretan Quality Agreement
Forth Gli obiettivi della Società sono: promuovere la dieta cretese e conferire ai ristoranti locali la certificazione con l’etichetta della “cucina cretese”. L’obiettivo generale della Società è lo sviluppo sostenibile dell’isola attraverso partnership con il settore pubblico, settore industriale e società civile. www.cretan-nutrition.gr
ENAC (Entidad Nacional de Acreditación)
Ivace ENAC è l’organismno ufficiale designato dal governo spagnolo per valutare la competenza tecnica in conformità con le norme e le certificazioni internazionali al paese. ENAC è fortemente legata all’agricoltura e l’ambiente. Fornisce certificazioni come: BRC, IFS, EUREP, GFSI e schemi di certificazione per la distribuzione del settore agroalimentare su larga scala. www.enac.es
ACERTA Ivace ACERTA è un organismo di controllo e certificazione indipendente specializzato nel settore alimentare principalmente dalla Spagna, ma anche in altri 20 paesi. ACERTA è in grado di produrre certificati per i protocolli internazionali quali: ISO, Tesco nurture, IFS, BRC, GLOBALGAP, ecc. www.acerta-cert.com
IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movement)
Ivace La missione mondiale di IFOAM è di condurre, unire e assistere il movimento biologico al fine di raggiungere la sostenibilità sociale, ambientale ed economica dell’agricoltura biologica. n/a
ARPA Emilia Romagna Provincia di Modena
Certificatore EMAS
Dipartimento Ambientale - Cipro Ministro dell’Agricoltura, Risorse naturali e Ambiente
Cut Il Ministero dell’ambiente oltre all’attuazione e applicazione della legislazione, che è il risultato di armonizzazione con l’am-biente acqueo europeo, è anche il punto di riferimento per la maggior parte delle Convenzioni ONU in materia di questioni ambientali globali e regionali. www.moa.gov.cy/moa/environment/environment.nsf/index_en/index_en?
CYCERT - Cyprus Certification Company
Cut Cycert, la Società di Certificazione di Cipro fondata nel 2002, è una filiale dell’Organizzazione per gli strandard di Cipro (CYS), e fornisce i seguenti servizi di certificazione: Sistema di Gestione Qualità ISO 9001:2000, Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001, Sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, Salute e sicurezza alimentare (HACCP), Marcatura CE (in collaborazione con e organismi notificati), Certificazione di Prodotto. www.cycert.org.cy/index.php
LACON Institute for Inspection and Certification in Agriculture and Food Processing Ltd
Cut Azienda operante in tutta Cipro in ispezioni per lo schema di certificazione LACON (agricoltura biologica). n/a
CCPB Provincia di Parma
Valutazione e certificazione delle prestazioni ambientali dei prodotti basati sul LCA con servizi di valutazione specifici concen-trati sulla filiera agroalimentare e agroenergetica. Aree di attività: produzione integrata, Global Gap, sistema di tracciabilità, prodotti privi di OGM, agricoltura biologica, verifica sull’impatto ambientale. www.ccpb.it
ENEA Provincia di Parma
Le attività ENEA includono lo sviluppo e l’implementazione di sistemi di gestione ambientale (EMS) e le etichette ecologiche dei prodotti. Supporta i sistemi produttivi nazionali e locali per l’attuazione di direttive, regolamenti e norme europee o internazionali. www.enea.it
Qualità e consumo
64
AppendiceIndicatori di sostenibilità dei segmenti agroalimentari, generali e specifici, identificati dalla partnership PACMAn
65
Segmento Indicatore Tipo Dimensione
Fabbricazione di imballaggi
Peso dell’imballaggio e l’ottimizzazione (comprensiva di imballaggio prima-rio, secondario e terziario)
Quantitativo (quantità ridotta/peso totale), per categoria di materiale.
Ambientale, Economica
Fabbricazione di imballaggi
Ottimizzazione imballaggio/prodotto - Il rapporto tra la massa dell’imbal-laggio utilizzato ed il prodotto, o sua unità funzionale
Quantitativo (% peso imballaggio/peso totale)
Ambientale, Economica
Fabbricazione di imballaggi
Materiale di scarto- la massa del materiale di scarto generato durante la produzione e il trasporto dell’imballaggio (comprende materiali, costituen-ti, componenti)
Quantitativo (kg/UF - materiali destinati alla discarica e smaltimento finale)
Ambientale
Fabbricazione di imballaggi
Utilizzo di materiali riciclati - Il rapporto tra il materiale riciclato (post-con-sumo e pre-consumo, come definito dalla OSP 14021) ed il materiale com-plessivo utilizzato negli imballaggi (comprende costituenti, componenti o sistemi).
Quantitativo (%) Ambientale
Fabbricazione di imballaggi
Impiego di materiali rinnovabili - Il rapporto tra materiale rinnovabile ed il materiale totale
Quantitativo (%) Percentuale in peso di materiale rinnovabile sul materiale totale (ISO 14021) o sul livello di carbonio (ASTM D6866)
Ambientale
Fabbricazione di imballaggi
Tasso di riuso- Il numero di volte in cui un imballaggio viene riutilizzato all’interno del suo ciclo di vita (EN 13429 - ISO/CD18603)
Quantitativo (può essere utilizzato per l’imballaggio primario, secondario e terziario)
Ambientale
Fabbricazione di imballaggi
Percentuale di recupero - La frazione di imballaggio recuperata, in base alle statistiche di gestione dei rifiuti
Qualitativo: recuperabile (si/no)
Quantitativo: percentuale di recupero (%)
Ambientale
Fabbricazione di imballaggi
Cube utilization - La misura dell’efficienza del design dell’imballaggio, in relazione al riempimento dello spazio possibile. Riguarda solo l’imballaggio terziario.
Quantitativo (% - percentuale in volume occupata dal prodotto per un’unità di trasporto)
Ambientale, Economica
Generale Costo ambientale della catena di distribuzione (comprende sia il traspor-to delle materie prime che il confezionamento, oltre alla distribuzione dei prodotti finiti)
Quantitativi (emissioni di CO2 in
tutta la filiera agroalimentare)Ambientale
Generale Diffusione di nitrati nelle acque di scarico. Misura il livello di nitrati smaltiti nelle acque di scarico dal processo di produzione e l’impatto le falde acqui-fere sotterranee
Quantitativo (mg/lt di nitrati per tonnellata di prodotto finito)
Ambientale
Generale Scarti di materie prime Quantitativo (kg/UF - materiali destinati alla discarica e smaltimento finale)
Ambientale, Economica
La massa del materiale di scarto generato durante la produzione e il tra-sporto dell’imballaggio (comprende materiali, costituenti, componenti)
Settore Primario Materia prima utilizzata da diversi sistemi di produzione sostenibili accredi-tati. Il rapporto tra materie prime rispetto al totale in sistemi di produzione sostenibili accreditati (a) biologico (b) CO
2 neutro, (c) GlobalGap
Quantitativo (%) Ambientale
Generale Distanza media dell’ impresa dalle fonti di materie prime Quantitativo Economica
Generale Indice di etica ambientale * Indicatore destinato a identificare lo sforzo in-trapreso da piccole e medie imprese nel realizzare azioni eco-sostenibili in un anno
Quantitativo in termini di punti raccolti da azioni intraprese per ridurre l’impatto ambientale
Etica, Ambientale
Generale Consumo annuo di energia elettrica per tonnellate di prodotto finito Non specificato Ambientale
Generale KW di elettricità prodotti: pannelli solari, cogenerazione, ecc. Non specificato Ambientale
Generale Numero di KW di elettricità prodotti Non specificato Ambientale
Generale Volume di acqua raccolta per unità di prodotto finito (Mc/tonn.) Non specificato Ambientale
Generale % acqua riciclata/consumo totale di acqua Non specificato Ambientale
Generale Volume d’acqua utilizzato (litri d’acqua/tonnellata di prodotto finito) Non specificato Ambientale
Generale % dei produttori che utilizzano l’acqua piovana per l’attività agricola Non specificato Ambientale
Generale % dei produttori che utilizzano strumenti e metodi per ridurre il consumo di acqua
Non specificato Ambientale
Generale % di rifiuti di processo/prodotto riciclati/recuperati Non specificato Ambientale
Indicatori di sostenibilità
66
Segmento Indicatore Tipo Dimensione
Generale % di produttori che partecipano alla raccolta differenziata Non specificato Ambientale
Generale Sanzioni inerenti una cattiva gestione dei rifiuti di rifiuti Non specificato Ambientale
Generale analisi degli effluenti Non specificato Ambientale
Generale Numero di azioni svolte per preservare la biodiversità locale Non specificato Ambientale
Generale Entità della partecipazione agli utili Non specificato Economica, Sociale
Generale Numero di portatori di interesse che si riuniscono regolarmente Non specificato Economica, Sociale
Generale Il numero di prodotti di riferimento Non specificato Economica
Generale Parte del fatturato delle industrie agroalimentari Non specificato Economica
Generale % di prodotti integrativi delle pratiche agroambientali che sono certificate Non specificato Economica
Generale Numero di prodotto prodotti ecoefficienti Non specificato Economica
Generale % dei dipendenti con contratto indeterminato Non specificato Sociale
Generale Numero di produttori agricoli Non specificato Sociale
Generale Numero di lavoratori agricoli con trattamento di fine rapporto Non specificato Sociale
Generale Quota di licenziamenti sul totale delle fuoriuscite Non specificato Sociale
Generale Quota di dimissioni volontarie sul totale Non specificato Sociale
Generale Numero medio di ore di formazione per dipendente Non specificato Sociale
Generale % dei salari lordi destinata alla formazione Non specificato Sociale
Generale Tasso di utilizzo del DIF (diritto individuale alla formazione) Non specificato Sociale
Generale % dei dipendenti coperti da colloquio di valutazione Non specificato Sociale
Generale % di donne nel Consiglio di Amministrazione Non specificato Sociale
Generale % di donne in formazione Non specificato Sociale
Generale Principali differenze tra i salari uomini/donne Non specificato Sociale
Generale Numero di produttori coinvolti sul tema della sicurezza sul lavoro Non specificato Sociale, Ambientale
Generale Tassi di gravità di incidenti sul lavoro Non specificato Sociale, Ambientale
Generale Tasso di frequenza di infortuni sul lavoro Non specificato Sociale, Ambientale
Generale Tasso di assenteismo Non specificato Sociale, Ambientale
Generale Numero di nuovi studenti Non specificato Sociale
Generale Numero di tirocinanti nel contratto di formazione professionale Non specificato Sociale
Generale Quantità di sponsorizzazioni e donazioni Non specificato Sociale
Generale Importo degli aiuti per i giovani agricoltori Non specificato Sociale
Generale % degli acquisti effettuati a livello locale Non specificato Sociale
Generale Importo delle liquidazioni pagate ai fornitori locali Non specificato Sociale
Generale % di lavoratori locali Non specificato Sociale
Generale Fatturato nazionale e UE Non specificato Economica
Generale Fatturato estero (fuori UE) Non specificato Economica
Generale Valore aggiunto Non specificato Economica
Generale Quantità di contributi alle normative dei produttori Non specificato Economica
67
Segmento Indicatore Tipo Dimensione
Generale % di reddito pagato ai produttori agricoli Non specificato Economica
Generale Certificazione ISO 9001 Non specificato Economica, Ambientale
Generale Certificazione NF V 01 005 Non specificato Economica, Ambientale
Generale Certificazione ISO 14001 Non specificato Economica, Ambientale
Generale Certificazione NF V 01 007 Non specificato Economica, Ambientale
Generale Certificazione IFS/BRC/ISO 22000 Non specificato Economica, Ambientale
Generale % di prodotti conformi Non specificato Economica, Ambientale
Generale % dei prodotti commercializzati con SOQ (Sistemi Organizzazione Qualità) Non specificato Economica, Ambientale
Generale Accesso dall’acqua (include la misurazione del consumo d’acqua, la riduzione della domanda d’acqua e il trattamento delle acque)
Quantitativo (emissioni CO2 in
tutta la filiera agroalimentare) Ambientale
Generale Uso dell’energia (include la riduzione della domanda di energia in tutti i processi e l’uso di energie rinnovabili come alternative al carbone, carburanti, ecc.)
Quantitativo (emissioni CO2 in
tutta la filiera agroalimentare)Ambientale
Generale Uso dei materiali di scarto (include emissioni di CO2 nei transporti) Quantitativo (emissioni CO
2 in
tutta la filiera agroalimentare)Ambientale
Generale Valorizzazione e materie prime di scarto e co-prodotti Quantitativi (emissioni di CO2 in
tutta la filiera agroalimentare)Ambientale
Generale La porzione di materiale di scarto (in volume) generato durante il processo di produzione riutilizzato (comprendenti materiali, componenti)
Quantitativi (emissioni di CO2 in
tutta la filiera agroalimentare)Ambientale
Generale Indicatori economici su mercati online e iniziative di vendita diretta Quantitativo Economica
Generale Numero di aziende certificate EMAS e ISO 14000 Quantitativo Ambientale
Generale Numero di aziende di Comunicazione e di informazione, consorzio MIPAF. Consorzio Parmigiano-Reggiano
Quantitativo Economica
Generale Nuovi prodotti Euro investiti in ricerca e sviluppo Economica
Olio d’oliva Produzione specifica: Produzione Totale di olio per unità di coltivazione Quantitativo (m3/ha.anno) Economica
Olio d’oliva Fissaggio di CO2: importo stimato di CO
2 fissato per ettaro di superficie vegetale Quantitativo (t/anno.ha) Ambientale
Olio d’oliva Occupazione: numero di dipendenti generati dal settore per anno/occupa-zione totale
Quantitativo (%) Sociale
Olio d’oliva Energia consumata: il consumo di energia totale sulla produzione del prodotto Quantitativo (kWh/t.anno) Ambientale
Olio d’oliva Dipendenti: salario lordo totale per persona e per anno Quantitativo (€/anno) Sociale
Olio d’oliva Consumo specifico di acqua: volume di acqua necessario per la produzione di una tonnellata di prodotto per anno
Quantitativo (m3/t.anno) Ambientale
Olio d’oliva Energia di substrati riutilizzata: valorizzazione energetica di biomasse resi-duali per ettaro di coltivazione e anno
Quantitativo (kWh/ha.anno) Ambientale
Uva da tavola Produzione specifica: La produzione totale per unità di coltivazione Quantitativo (t/ha.anno) Economica
Uva da tavola Strategie di produzione ecologiche: agro biotecnologie, trappole biologiche, feromoni, ecc.
Qualitativo Sociale
Uva da tavola Salario dei dipendenti: salario lordo totale per persona e per anno Quantitativo (€/anno) Sociale
Uva da tavola Occupazione: numero di dipendenti generati dal settore per anno/occupa-zione totale * 100
Quantitativo (%) Sociale
Indicatori di sostenibilità
68
Segmento Indicatore Tipo Dimensione
Uva da tavola Energia dal riutilizzo di substrati: valorizzazione energetica di biomasse re-siduali per ettaro di coltivazione e anno
Quantitativo (kWh/ha.anno) Ambientale
Uva da tavola Fissaggio di CO2: quantità stimata di CO
2 convertita in composto biologico
per ettaro di superficie vegetaleQuantitativo (t/anno.ha) Ambientale
Prodotti da forno (Cocas-coquetes)
Consumo di acqua: il volume totale di acqua necessario per tonnellate di prodotto fabbricato e anno
Quantitativo (m3/t.anno) Ambientale
(Filiera di trattamento del pomodoro)
Emissioni di anidride carbonica (dal campo ai prodotti trasformati) - Misura la quantità di emissioni di anidride carbonica direttamente o indirettamente connessa con il processo produttivo
Quantitativo Ambientale
(Filiera di trattamento del pomodoro)
Consumo d’acqua - La quantità di acqua, direttamente o indirettamente utilizzata, per l’intero processo di produzione (dal campo al prodotto finito)
Quantitativo Ambientale
(Filiera di trattamento del pomodoro)
Adozione del sistema di produzione integrata. Certificazioni che richiedono di ottimizzare l’uso di prodotti chimici per l’agricoltura durante il processo di produzione.
Quantitativo (%di pomodori prodotti utilizzando uno schema IP certificata)
Ambientale
69
Indicatori di sostenibilità
70
Note
71
Note
1.Report della World Commission on Envi-ronment and Development “Our Common Future, 1987”www.un-documents.net/wced-ocf.htm
2.FAO - Food and Agriculture Organizations of the United Nations, 2011, “Linking climate change financing and sustainability - Impli-cations for Agriculture”www.fao.org/docrep/015/i2480e/i2480e00.pdf
3.OECD - The Organisation for Economic Co-operation and Development, 2011, “A green Growth Strategy for Food and Agriculture. Preliminary report”www.oecd.org/greengrowth/sustainablea-griculture/48224529.pdf
4.The Consumers Goods Forum, 2011, “Global Protocol on Packaging Sustainability 2.0”; “A Global Language for Packaging and Sustai-nability - A framework and a measurement system for our industry”globalpackaging.mycgforum.com/allfiles/FinalReport_2011.pdfglobalpackaging.mycgforum.com/allfiles/GPPS_2.pdf
5.Secondo l’articolo “Sustainability to support end-to-end value chains: the role of supply chain management”, Closs, Speier, Mea-cham, 2012, Academy of Marketing Science.
6.Ibidem.
7.Ci sono anche altri modi per rappresentare il concetto di sostenibilità. L’approccio adot-tato dal 3D Destination Development Dura-ble elaborato dalla regione CRITT/PACA è il seguente: governance, economia, mercato e consumatori, sociale, salute e sicurezza sul la-voro, ambiente, sistema e qualità del prodotto.
8.OECD - The Organisation for Economic Co-operation and Development, 2011, “A green Growth Strategy for Food and Agriculture. Preliminary report”www.oecd.org/greengrowth/sustainablea-griculture/48224529.pdf
9.“Sustainability to support end-to-end value chains: the role of supply chain manage-ment”, Closs, Speier, Meacham, 2012, Aca-demy of Marketing Science.
10.Also see Chapter 3.1 “Methodology”.
11.Focus group, analisi dei fattori chiave e in-terviste specifiche effettuate durante il pro-getto in segmenti agro alimentari definiti rappresentano la fonte principale utilizzato dai partner di progetto per identificare que-ste criticità.
12.Vedere anche la griglia di selezione dei tre principali segmenti dell’agro alimentarewww.pacmanproject.eu/page/project-documents/doc2013/2_MAP%202_SEG-MENTS_05032013.pdf
13.Vedere anche “Hand-e-book on Agro-Food Green Packaging” sviluppato dal progetto PACMAn.
14“Tuomisto et al (2012), Does organic far-ming reduce environmental impact?” Journal of Environmental Management 112 (2012) 309-320
15.H.L. “Tuomisto”, I.D. Hodge, P. Riordan & D.W. Macdonald, 2012; “Does organic far-ming reduce environmental impacts?”, Journal of Environmental Management, 2012www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0301479712004264)
16.
Gustavsson J., Cederberg C., Sonesson U., Van Otterdijk R. & Meybeck A. “Global Food Losses and Food Waste” - Section 3.2 (Study conducted for the International Congress ‘‘Save Food!’’ at Interpack2011, Dusseldorf, Germany); FAO, Rural Infrastructure and Agro-Industries Division, 2011.
17.“Packaging in the Sustainability Agenda”, Guide for Corporate Decision Makers.
18.Gli standard aziendali individuali sono stabi-liti dalle singole aziende, prevalentemente grossi rivenditori di cibo, e adottati lungo le proprie filiere. GLi standard collettivi nazio-nali sono stabiliti da organizzazioni collettive che operano entro i confini dei singoli paesi, comprese associazioni industriali e organiz-zazioni non governative (ONG). Alcuni di questi standard sono pensati specificamente per stabilire richieste rispetto ai cibi prove-nienti da particolari stati o regioni. Altri, co-munque, hanno impatto a livello internazio-nale in quanto applicati all’intera catena del
valore. Un terzo insieme di standard, ovvero gli standard internazionali collettivi, sono concepiti per essere adottati (richiesti o uti-lizzati) da organizzazioni di paesi differenti.
19.I cibi che i nutrizionisti ritengono debbano essere mangiati più frequentemente (frutta, verdura, pane, riso, pasta e legumi) sono an-che quelli con minor impatto sull’ambiente. Mentre il valore nutrizionale della dieta Me-diterranea è da tempo riconosciuto dalla co-munità scientifica internazionale, la Doppia Piramide ora dimostra che questo modello contribuisce anche a proteggere l’ambiente.
20.Il programma per l’incremento e il migliora-mento della qualità nutrizionale della pro-duzione mediterranea modificata è portato avanti, sin dal 2010, anche dalla sezione regionale Provence Alpes Côte d’Azur del Centro francese per l’Innovazione e il Tra-sferimento Tecnologico (CRITT), in colla-borazione con il Centro Tecnico francese per la Conservazione del Cibo (CTCPA) e con un’unità dell’Istituto Nazionale francese per la Ricerca Agricola (INRA) con sede a Marsiglia, che hanno coordinato il progetto “OPTIMED”. Lo scopo del progetto è quello di accresescere e migliorare la qualità nutri-zionale di tredici prodotti mediterranei mo-dificati specificamente selezionati.
8954187888909
ISBN 978-88-908954-1-8
Promoting attractiveness, competitiveness and internationalisation of Agro-food Clusters of the Med Area