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Research Collection
Doctoral Thesis
Studio sul dosaggio delle sostanze amare nelle droghe vegetali
Author(s): Biaggini, Francesco
Publication Date: 1957
Permanent Link: https://doi.org/10.3929/ethz-a-000113908
Rights / License: In Copyright - Non-Commercial Use Permitted
This page was generated automatically upon download from the ETH Zurich Research Collection. For moreinformation please consult the Terms of use.
ETH Library
Proni. Mr. 2650
Studio
sul dosaggio delle sostanze amare
nelle droghe vegetali
TESI
PRESENTATA ALLA SCUOLA POLITECNICA FEDERALE
DI ZURIGO PER OTTENERE IL TITOLO DI DOTTORE
IN SCIENZE NATURALI
DA
FRANCESCO MUGGINI
FARMACISTA DIPLOMATO
DI GIUBIASCO (TICINO)
Referente : Sig. Prof. Dr. H. Flùck
Correferente : Sig. Prof. Dr. J. Buchi
Stampato dalla Tipografìa Giuseppe Maggiori
Via Madre Cabrini, 11 Milano (Italia)
1957
AI MIEI CARI GENITORI
I
Al Prof. Dr. Hans Fliick uno speciale ringraziamento per i preziosi
consigli e per l'interesse dimostrato durante lo svolgimento di questo mio
lavoro.
Al Prof. Dr. Arthur Linder e al Suo assistente Ing. dpi. Karl Abt i
miei più sentiti ringraziamenti per l'aiuto prestato nel stabilire i piani per
eseguire gli esperimenti biologici e per i calcoli statistici.
Inoltre ringrazio gli assistenti e il gruppo di studenti dell'Istituto di
farmacia, che si sono gentilmente prestati per le determinazioni biologiche.
II
INDICE
pag.
INTRODUZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA. .
1
PARTE GENERALE 4
I. AMARI 4
1. Introduzione 4
2. Definizione 4
3. Vista d'assieme delle principali piante medicinali conte¬
nenti sostanze amare e delle sostanze amare che esse con¬
tengono 5
4. Tabella secondo un sistema botanico delle principali piantemedicinali contenenti sostanze amare e delle sostanze amare
che esse contengono 5
5. Farmacologia degli amari 11
6. Uso terapeutico 12
7. Suddivisione degli amari 12
8. Gusto e costituzione 13
9. Chimica delle sostanze amare 14
10. Tabella di alcune sostanze amare e delle classi chimiche
a cui esse appartengono 15
11. Altre sostanze amare 16
A) Descrizione generale delle cinque droghe 16
a) Herba Absinthii 16
a') Definizione della Pharm. Helv. V 16
6') Composizione chimica '. 17
e) Farmacologia e uso terapeutico 17
b) Radix Gentianae 18
a) Definizione della Pharm. Helv. V 18
è') Composizione chimica 18
e') Farmacologia e uso terapeutico 19
e) Herba Centaurii 20
a) Definizione della Pharm. Helv. V 20
6') Composizione chimica 20
e') Farmacologia e uso terapeutico 21
d) Folium Menyanthidis 21
a) Definizione della Pharm. Helv. V 21
b') Composizione chimica 21
e') Farmacologia e uso terapeutico 21
IH
e) Flavedo Aurantii amari 22
a') Definizione della Pharm. Helv. V 22
6') Composizione chimica 22
e') Farmacologia e uso terapeutico 22
PARTE SPECIALE
METODI CROMATOGRAFICI IN MODO PARTICOLARE CRO¬
MATOGRAFIA SU CARTA 23
Isolazione e cromatografia delle sostanze amare 23
Considerazioni generali sulla cromatografia su carta .... 23
1) Scopo di queste ricerche cromatografiche 26
2) Metodo pratico per sviluppare un cromatogramma ... 26
3) Fase mobile 28
4) Condizioni di sviluppo 28
5) Reattivi 29
CROMATOGRAFIA DELLE SINGOLE DROGHE....
29
A) Radix Gentianae 29
a) Cenni storici e ricerche fin ora reperibili nella bibliografia 29
b) Estrazione della genzipicrina dalla radice fresca di gen¬ziana 30
e) Cromatografia della genziopicrina 31
d) Reattivi per la genziopicrina 32
a') Reattivo alla benzidina 32
6') Reattivo al naftoresorcinolo 32
e') Reattivo al cloruro di tetrazolio 33
e) Estrazione delle sostanze amare dalla radice secca di gen¬ziana 33
/) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla radice secca di
genziana 33
g) Estrazione delle sostanze amare dalla radice fresca di gen¬ziana 34
h) Cromatografia dell'estratto della radice fresca di genziana 34
6) Herba Centaurii 35
a) Breve cenno storico e lavori fin'ora reperibili nella biblio¬
grafia 35
b) Estrazione delle sostanze amare contenute nell'erba di cen-
taurea minore 35
e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dall'erba di centaurea
minore 36
IV
pag.
C) Folium Menyanthidis 37
a) Cenni storici e lavori fin'ora reperibili nella bibliografia .37
b) Estrazione della sostanza amara dalle foglie di trifogliofibrino 38
e) Cromatografia della sostanza amara ottenuta dalle fogliesecche di trifoglio fibrino 38
D) Flavedo Aurantii amarii 39
a) Breve cenno storico e lavori fin'ora reperibili nella biblio¬
grafia 39
b) Metodo per l'estrazione delle sostanze amare dalla scorza
di arancio amaro 40
e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla scorza di aran¬
cio amaro 40
d) Reattivo 41
E) Herba Absinthii 41
a) Cenni storici e lavori fin'ora reperibili nella bibliografia . 41
6) Sviluppo del metodo per estrarre le sostanze amare dal¬
l'erba di assenzio maggiore 43
a') Scelta del solvente 43
6') Difficoltà incontrate 44
e) Micrometodo per isolare quantitativamente le sostanze ama¬
re contenute nell'erba di assenzio maggiore .... 44
d) Cromatografia della polvere bianca ottenuta dall'erba di
assenzio maggiore 45
e) Reattivo 45
/) Visibilizzazione delle macchie 45
g) Considerazioni proprie sul metodo 46
PARTE PRIMA
METODO BIOLOGICO 48
I. Parte teorica 48
A) Introduzione al metodo biologico 48
B) Fisiologia del gusto 48
a) Localizzazione del gusto 48
b) Le condizioni affinchè una percentuale gustativa avvenga 49
e) Differenti speci di gusto 49
d) Altri fattori che possono influenzare il gusto .... 50
V
pag.
C) Principali lavori un'ora reperibili nella bibliografia ... 50
D) Osservazioni riguardanti la determinazione del grado di ama¬
rezza 51
E) Proposta di un metodo per la determinazione del grado di ama¬
rezza agli scopi della Pharm. Helv. VI 52
a) Prescrizioni generali 53
ò) Determinazione della sensibilità gustativa 53
e) Determinazione del grado di amarezza della droga o del
medicamento 54
a') Assaggio preliminare 54
b') Determinazione principale 54
II. Parte sperimentale 55
A) Principii delle due serie di esperimenti 55
a) Esperimento primo 55
b) Esperimento secondo 55
e) Droghe studiate 56
B) Risultati 56
a) Risultati del primo esperimento 56
b) Risultati del secondo esperimento 58
C) Considerazioni sui risultati dei due esperimenti .... 62
a) Primo esperimento 62
ò) Secondo esperimento 63
D) Dispersione del metodo per la determinazione delle sostanze
amare 65
E) Considerazioni sul metodo e conclusione 68
F) Risultati di diverse determinazioni delle unità di amarezza da
me eseguite, con alcuni campioni delle cinque droghe trattate 68
a) Herba Absinthii 69
a') Risultati con la droga secca 69
b') Risultato con la droga fresca essicata da noi a tempe¬
ratura d'ambiente 69
b) Radix Gentianae 70
a') Risultati con la droga secca 70
b') Risultato con la droga fresca 70
e) Flavedo Aurantii amari 70
a') Risultati con la droga secca 70
d) Herba Centaurii 70
a') Risultato con la droga secca 70
e) Folium Menyanthidis 71
a') Risultato per la droga secca 71
VI
PARTE SECONDA
pag.
I. Determinazione dell'olio essenziale nell'erba di assenzio, nella
scorza di arancio amaro e nella radice di genziana ... 72
A) Scelta del metodo 72
a) Metodo volumetrico 72
6) Metodo ossidimetrico 72
e) Metodo gravimetrico 73
II. Determinazione dell'olio essenziale nell'assenzio maggiore .74
A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia 74
B) Lavori propri 78
a) Considerazioni generali 78
b) Quantità della droga da adoperare per la determinazione 78
e) Durata della distillazione (con diagramma) .... 78
d) Risultati per il raccolto 1954 79
e) Risultati per il raccolto 1955 79
/) Ricerche su un campione di erba di assenzio maggioreraccolto di fresco 80
g) Osservazioni e conclusioni 80
III. Determinazione dell'olio essenziale nella radice di genziana . 81
A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia 81
B) Lavori propri 81
a) Scelta del metodo di determinazione 81
b) Quantità da adoperare per ogni determinazione... 81
e) Durata della distillazione 82
d) Risultati 82
IV. Determinazione dell'olio essenziale nella scorza di arancio
amaro 83
A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia 83
B) Lavori propri 85
a) Quantità di droga da adoperare per ogni determinazione 85
ò) Durata della distillazione (con diagramma) .... 85
e) Risultati 85
RIASSUNTO 87
Bibliografia 90
VII
INTRODUZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA
Alcune piante, contenenti sostanze amare, sono ancora annoverate nelle
farmacopee di quasi tutti gli Stati, benché, il vero valore terapeutico degliamari, non sia ancora ben studiato.
In nessuna di queste farmacopee, per quanto noi sappiamo, si trova
però un metodo per determinare questi amari.
Sul mercato esistono campioni di queste piante medicinali, con purezza
e contenuto differenti; è quindi utile e necessario escogitare un sistema
di analisi quantitativo, per eliminare le droghe che mostrassero un conte¬
nuto troppo basso in sostanza attiva.
Una grande importanza ha assunto in questi ultimi tempi il metodo
di determinazione biologico; al presente già adoperato nella Pharm. Helv. V
per la determinazione della digitale, delle saponine, della vitamina A e della
vitamina D ecc. A mio avviso, però, un metodo chimico rappresenterebbela via migliore per tale ricerca, perchè con esso si otterrebbero risultati più
precisi, che con qualsiasi altro metodo.
Tutti i processi per la determinazione delle sostanze attive nelle droghe
avvengono in tre fasi differenti:
1) In un primo tempo si provvede all'estrazione della sostanza dalla droga.
2) In un secondo tempo si isola la sostanza attiva dalle sostanze che l'ac¬
compagnano.
3) Da ultimo, si procede alla vera determinazione quantitativa, sia per
via gravimetrica, titrimetrica o per altre vie a seconda dei casi.
La fase più difficile è quasi sempre la seconda, specialmente nel caso
delle sostanze amare, per l'isolamento delle quali si presentano grandi dif¬
ficoltà: prima di tutto perchè sono presenti in quantità relativamente pic¬
cole, in secondo luogo per la loro già sperimentata instabilità, in terzo
luogo, perchè la loro costituzione chimica in parte non è ancora conosciuta.
Infatti la maggior parte delle sostanze amare se non si prendono
speciali precauzioni all'aria subisce facilmente trasformazioni, sia per ossi¬
dazione che per altri processi chimici che si manifestano già durante
l'estrazione. Per esempio l'absintina all'aria diventa gialla perdendo il suo
gusto amaro.
— 1 —
In alcune pubblicazioni fin'ora esistenti in questo campo, si è cercato
di estrarre possibilmente a freddo e il più rapidamente possibile.Oggigiorno è molto usato il metodo cromatografico, sia di assorbi¬
mento che di ripartizione.Le 5 droghe seguenti rimarranno nella Pharm. Helv. VI per la deter¬
minazione delle sostanze amare in esse contenute; abbiamo cercato di tro¬
vare un metodo che servirà agli scopi della stessa.
Enumerazione delle cinque droghe
1) Herba Absinthii
2) Radix Gentianae
3) Flavedo Aurantii amari
4) Herba Centaurii
5) Folium Menyanthidis.Le altre piante medicinali, contenenti sostanze amare che sono nella
Pharm. Helv. V, non le abbiamo trattate, perchè esistono già dei metodi
per la loro determinazione.
Per esempio la condurangina nella corteccia di condurango (1).In una parte speciale del mio lavoro ho analizzato qualitativamente, per
mezzo della cromatografia su carta le suddette droghe; ho cercato anche
di vedere se questi cromatogrammi danno la possibilità di una valutazione
quantitativa; infine ho tentato di isolare in piccola scala alcune di queste
sostanze amare.
Numerose sono le difficoltà che si incontrano nell'isolare quantitati¬vamente le sostanze amare dalla droga; il metodo chimico è stato da me
scartato perchè:
1) In una pianta medicinale dove si trovano più sostanze amare può
capitare che due campioni, pur mostrando un ugual contenuto in so¬
stanza attiva, possono possedere una differente azione amara.
2) L'azione degli amari, secondo le cognizioni odierne, si basa princi¬palmente sul gusto per l'amaro. Quando questo lavoro era già termi¬
nato Stewart Wolf and Marian Mack (169) pubblicarono un lavoro
nel quale dicono di dubitare che, le sostanze amare, se introdotte nella
bocca, provochino un'azione secretoria nello stomaco, su questo argo¬
mento però non è ancora stata detta l'ultima parola.Perciò sembra, per il momento, più logico attuare per la determina¬
zione di queste droghe un metodo fisiologico, Per i motivi elencati sopra,
— 2 -.
siamo passati alla determinazione biologica delle sostanze amare, e ciò costi¬
tuisce la prima parte del mio lavoro.
La « Radix Gentianae », P« Herba Absinthii », il « Flavedo Aurantii
amari » contengono oltre le sostanze amare, anche olio essenziale, per¬
tanto il loro potere curativo è aumentato.
Per avere una determinazione quantitativa completa di queste droghe,sono passato a determinare l'olio essenziale in esse contenuto, anche per¬
chè nella Pharm. Helv. VI. è previsto a questo riguardo l'introduzione di
un metodo.
Ho quindi analizzato, con questo metodo, il maggior numero possibiledi droghe, per poter creare le basi su cui stabilire il contenuto minimo in
sostanza attiva che la Parm. Helv. VI dovrà esigere. Ciò costituirà la seconda
parte del mio lavoro.
— 3 —
PARTE GENERALE
I. AMARI
1. Introduzione
Gli amari hanno avuto fin dai tempi più remoti una grande impor¬
tanza per i popoli.A parte i poteri farmacologici, che dipendono dal gusto amaro, è
sempre valsa l'idea, che medicine amare siano più efficaci, di altre grade¬voli al gusto. Questa idea da molto tempo diffusa nei popoli persiste an¬
cora. Korte (2) dice, troviamo gli amari già descritti nei libri del 1500.
2. Definizione
Mi sembra a questo punto utile dare una definizione alle sostanze
amare.
Gli amari presi in un senso molto largo, sono tutte le sostanze che
posseggono gusto amaro.
Nella bibliografia moderna il concetto di amaro, si limita a quelle so¬
stanze con gusto amaro, la cui costituzione chimica non è ancora stata
spiegata, e la cui azione farmacologica è dovuta principalmente al loro
gusto amaro.
Come per esempio, l'absintina nell'erba di Assenzio maggiore, la me-
niantina nelle foglie di trifoglio fibrino, la genziopicrina nella radice di
Genziana, (però la costituzione chimica di quest'ultima da due anni è cono¬
sciuta) (3).Da ciò che è stato detto sopra risulta che il numero delle sostanze
amare, nel concetto moderno della parola, va sempre più restringendosicol progredire delle ricerche chimiche.
In questa parte generale del mio lavoro tratterò, secondo il concetto
moderno di amaro, soltanto le sostanze amare (che chiamerò coi nomi di
— 4 —
amari, amaro, sostanze amare, sostanza amara a seconda dei casi) com¬
prese nella definizione sopra citata e contenute nelle droghe studiate
Alla fine di questo capitolo farò anche un cenno su alcune altre so¬
stanze amare che non sono comprese nella definizione.
3. Vista d'assieme delle principali piante medicinali contenenti
sostanze amare, e delle sostanze amare che esse contengono
Qui espongo un quadro generale delle piante medicinali e delle sostan¬
ze amare che per il loro gusto sono state adoperate da alcuni secoli ad oggi.
Questa vista d'assieme comprende in gran parte quelle sostanze la cui
costituzione chimica fin'ora non è ancora stata trovata.
Per quel che riguarda la distribuzione di tali piante medicinali nel
sistema botanico, le troviamo specialmente frequenti nelle famiglie delle
Genzianacee, delle Loganiacee, delle Composite, delle Simarubacee ecc.
Ho cercato di riunire i principali amari nella tabella seguente, che
però non ha alcuna pretesa di completezza.Per l'allestimento di questa tabella mi sono servito molto di un lavoro
pubblicato da Korte (2).
4. Tabella secondo un sistema botanico delle principali piantemedicinali contenenti sostanze amare e delle sostanze amare
che esse contengono
FamigliaPianta medicinale
e droga
Sostanza
amara
Formula
bruta
Biblio¬
grafia
Parmeliaceae
(appartenente al¬
l'unità botanica
Cryptogamae)
*
Cetraria islandica Ach.
Lichen islandicus
Cetraria islandica Ach.
Cetrarina
Lichesterina.
Acido protoli-chesterinico
C19H22O4
(4)
(5)
Cupressaceae
Abietaceae
(appartenenti al¬
l'unità botanica
Phanerogamae,divisione Gymno-spermae)
Juniperus communis L.
Fructus Juniperi
Picea excelsa Poir.
Larix Mill.
Pix liquidaAbies L.
Balsamum canadense
Juniperina
Piceina
Coniferina
C14H180-
C16H22O8
(6)
(6)
(7)
— 5 —
FamigliaPianta medicinale Sostanza Formula Biblio¬
e droga amara bruta grafia
Araceae * Acorus calamus L.
Rhizoma Calami
Acorina (6)
Liliaceae * Aloe ferox L.
Aloe
Veratrum album L.
Rhizoma Veratri
Aloina
Veratramarina
CatHaoOs (6,8)
Iridaceae * Crocus sativus L.
Crocus
Picrocrocina Clerico? (9)
* Queste famiglie appartengono all'unità botanica Phanarogamae, divisione Angio¬spermae, classe delle Monocotyledoneae.Le famiglie che seguono, nella tabella, appartengono all'unità botanica Phanerogamae,divisione Angiospermae, classe Dicotyledonae.
Piperaceae
Salicaceae
Urticaceae
Ranunculceae
Piper methysticum Forst.
Radix Kava-Kava
Salix spec. div.
Humulus lupulus L.
Lupulinum
div. Ranunculus
div. Anemone
Herba Anemonis
Kavaina
Salicoside
Umulolo
Lupulolo
Anemonina
Protoanemonina
CuHuOs
CiaHiaO?
CmHaoOs
C»Has04
CioHsO*
(10)
(6)
(11,12)
(13)
(14)
(14)
Berberidaceae * Podophyllum peltatum L.
Podophyllinum
Podofillotossina
Picropodofillina CassHseOs
(6)
(15,16)
Menispermaceae Chondodendron tomento-
sum R. P.
Radix Pareirae br.
Anamirta cocculus Wight e
Arnott.
Semen cocculi indici
Jatrorrhiza palmata Lam.
Miers.
Radix Colombo
Bebeerina
Picrotossina
Jatrorrhizina
Colombamina
CsoHwOi»
G20H32O7
CaoHaaOe
(17)
(18)
(6)
(6)
Saxifragaceae Bergenia crassifolia Moench.
Radix Bergeniae
Bergenina CuHwOtt (19)
Leguminoseae Caesalpina bonducella Flem.
Semen Bonducellae
Bonducina CaoHsaOs (20)
Adoperato maggiormente come lassativo.
— 6 —
FamigliaPianta medicinale
e drogaSostanza
amara
Formula
bruta
Biblio¬
grafia
Rntaceae Evodia rutaecarpa Hook.
Cortex Evodiae rut.
Cusparia H. B. K.
Cortex Angosturae
Galipea officinalis Hancock.
Cortex Galipeae
Citrus vulgaris Risso, sub¬
species amara
Flavedo Aurantii amari
Citrus medica subspecies li-
monum (R.) Hoocker.
Fructus et Semen Citri
Citrus bergamia Risso.
Fructus et Semen Citri ber¬
gamia
Evodina
Cusparina
Angosturina
Auranziamarina
Esperidina
Isoesperidina
Limonina
Isolimonina
Citrolimonina
Bergamottina
C&H12O5
C22H27O7
CaoHaoOg
CaiHaaO*
(21)
(22)
(6)
(6)
(23)
(6)
(24)(24)
(25)
(26)
Simarubaceae Quassia amara L.
Lignum QuassiaePicrasma excelsa Planchon
Lignum Quassiae
Simaruba amara Aubl.
Cortex Simarubae
Simaba Cedron Planchon
Semen Cedronis
Ailanthus glandulosa Desf.
Flos et Cortex ailanti
Samadera indica Gartn.
Cortex Samaderae
Quassina
NeoquassinaPicrasmina
Simarubina
Simarubeina
Cedrina
Ailantina
Samaderina
C^tlsoVJc
CisHa^Oe
CsiHmOt
C82H64O10
CaeHsoOio
Gì&HmOh
(27)
(27)
(6)
(28)
(28)
(29)
(30)
(31)
Polygalaeeae Polygala amara Jacq. e P.
Radix et Herba Polygalaeamarae
Poligalina (32)
Euphorbiaceae Phyllantus niruri L.
Herba Phyllanti n.
Croton eluteria Benn.
Cortex Cascarillae
Fillantina
Cascarillina
CaoH370s
CisHisO*
(6)
(6)
Hippocastana-ceae
Aesculus hippocastanum L.
Flores, Fructus, Cortex Hip-pocastani
Aescolina
Afrodescina
Argirescina
CinHieO» (33)
(6)
(6)
FamigliaPianta medicinale
e drogaSostanza
amara
Formula
bruta
Biblio¬
grafia
Tiliaceae Tilia ulmifolia Scop.
Flores Tiliae
Corchorus capsularis L.
Fructus Capsularis
Tiliadina
Tìliacina
Corchoretina
C21I182O2
C12H18O3 (34)
Umbelliferae Seseli indicum D. C. e S.
Fructus Seseli indici
Athamanta oreoselinum L.
Herba Oreoselini
Ferula spec. div.
A sa foetida
Angelica arcangelica L.
Radix et Herba Angelicae
Dorema ammoniacum Don.
Ammoniacum
Peucedanum officinale Koch
Radix Peucedani off.
Imperatorium ostruthium L.
Radix Imperatoriae
Heracleum sphondylium L.
Radix Heraclei sph.
Pimpinella saxifraga
Radix Pimpinellae
Seselina
Athamantina
Umbelliferone
Angelicina
Ammoresinolo
Peucedanina
Imperatorina
Peucenina
Pimpinellina
Isopimpinellina
Pimpinellina
Isopimpinellina
C14H12O3
CatHsoU7
CsHcOs
CiiHeOa
C24H28O8
CisH^Oa
C16XI14O4
CisHieO*
C13H10O5
CisHioOb
(35)
(36)
(37)
(38)
(37)
(39)
(40)
(41)
(42)
(42)
Oleaceae Fraxinus excelsior L.
Folium et Cortex Fraxini
Frassina CieHisOio (431
Oleaceae Syringa vulgaris L.
Llores Syringae vulgaris
Ligustrum vulgare L.
Folium Ligustri
Jasminum odoratissimum L.
Flos Jasmini odor.
Siringina
Siringopicrina
Jasmopicrina
C17H24O9 (44)
(6)
(6)
Loganiaceae Strychnos nux vomica L.
Semen Strychni
Loganina CnHaiOio (45)
FamigliaPianta medicinale
e drogaSostanza
amara
Formula
bruta
Biblio¬
grafia
Gentianaceae Gentiana lutea L.
Radix Gentianae
Gentiana purpurea L.
Radix Gentianae pur.
e altre speci
Erythrea centaurium Per-
soon
Herba Centaurii
Swertia chirata Ham.
Radix Swertiae eh.
Swertia perennis Ham.
Radix Swertiae per.
Chlora perfoliata Wild.
Radix Chlorae perf.
Menyanthes trifoliata
Folium Menyanthìdis
Genziopicrina
Genziina
Eritramarina
Eritaurina
Genziopicrina
Chiratina
Genziopicrina
Swerziamarma
Genziopicrina
Genziopicrina
Meniantina
CieHsoOg
C25H36O14
C16H20O9
C10H20O9
C101Ì20O9
C10H2OUB
Ci-iHaeOio
(46)
(49)
(47)
(48)
(48)
(49)
(50)
(49)
(51)
(49)
(49)
(52)
Asclepiadaceae Marsdenia Condurango Rei-
chenbach fil.
Cortex Condurango
Vincetoxicum officinale
Moench.
Radix Vincetoxici
Condurangina
Vincetossina
OoHeoOie (53)
(54)
Cuscutoideae Cuscuta europea L.
Herba Cuscutae eur.
Cuscutina
Cuscutalina CisHioOj (55)
Verbenaceae Verbena officinalìs L.
Herba Verbenae off.
Clerodendron infortuna-
tum L.
Lignum Clerodendri
Verbenalina
Clerodina
C171124O10
CisHisOs
(56)
(57)
Labiatae Marrubium vulgare L.
Herba Marrubii Vul.
Marrubina CaoHasO* (58)
Scrophularia-ceae
Euphrasia offic. L.
Scrophularia spec. div.
Herba Scrophul. off.
Antirrina
Cimballarina
(6)
(6)
(6)
Rubiaceae Cinchona succirubra e altre
speci
Cortex Cinchonae
Chinovina CaoH^sOs (59)
_ 9 _
FamigliaPianta medicinale
e drogaSostanza
amara
Formula
bruta
Biblio¬
grafia
Cucurbitaeeae Ecballium elaterium Rich.
Fructus Ecbtdli
Citrullus colocyntidis L.
Schade.
Fructus Colocyntidis
a-Elaterina
P-Elaterina
P-Elaterina
CasHiaO? (60)
Compositae Achillea millefolium
Herba Millefoli Achilleina
Achillea moschata e altre
speci
Herba Achill. mosch.
Achilleina
(61)
(62)
Inula helenium L.
Radix Helenii
Isoalantolattone,
Diidroisoalanto-
lattone, alanto-
lattone
CisHaoOs (63,64)
Artemisia cinae Artemisina CisHisO* (65)
Flos Cinae Berg.
Artemisia maritima L. Santonina OsHisOa (66)
Artemisia absinthii L. Absintina C15H20O4 (6)
Herba Absinthii Anabsintina C18II24O4 (6)
Artemisia pontica Willd, A.
genipi Weber, A. laxa
Lam. Fr., A. glacialis L.,etc.
Arnica montana L. Arnicina (6)
Flos Arnicae
Cnicus benedictus L. Cnicina (6)
Herba Carditi benedicti
Taraxacum officin. With. Tarassina (6)
Radix Taraxaci
Lactuca virosa L. Lattucina,
Herba Lactucae virosae Lactucopicrina CisHioOs (67)
Cichorium intybus L. Cicorina (68,69)
Radix Cichor. Intubina CisHieO»
Tanacetum off. Tanacetina (6)
Herba Tanaceti
— 10 —
5. Farmacologia degli amari
Prima di passare alla descrizione dei singoli amari, voglio citare
ancora le ipotesi, che sono state emesse per spiegare l'azione degli amari
in generale.
Seguo qui l'esposizione di Ramms (70).
1) Traube (70) pensa che gli amari aumentino la pressione sanguigna,favorendo così la secrezione gastrica.
2) Secondo Buchheim (70) gli amari modificano i processi di fermen¬
tazione e di putrefazione del contenuto dell'intestino.
3) Hofmeister e Pohl (70) credono che gli amari abbiano il potere di
trattenere i globuli bianchi sulle pareti dell'intestino, aiutando così
l'eliminazione dei peptoni, ritenuti velenosi, per mezzo dei leucociti.
4) Ludwig crede in un'azione diretta degli amari sui nervi secretori, che
innervano il tessuto glandulare (70).Secondo Kohler (70) questa ipotesi, può essere riconosciuta soltanto,
se l'ipotesi di Traube sia stata dimostrata sperimentalmente sbagliata; poi¬ché secondo Traube l'aumento dell'attività delle ghiandole è indiretta, men¬
tre secondo Ludwig, l'azione è diretta.
Moorhead (71) dimostrò coi suoi esperimenti sui cani, che l'ipotesidi Ludwig era sbagliata. Per eseguire questi esperimenti, provocò un inde¬
bolimento generale per mezzo di prelevamenti di sangue, così che gli animali
si trovavano in uno stato di inappetenza.In questi casi gli amari agiscono in modo tale che, aumentano sia la
quantità di acido cloridrico libero nel succo gastrico, come l'acidità totale.
Per ottenere questo risultato gli amari devono però agire sulle mucose
della bocca, provocando un gusto amaro.
Se introdotti direttamente nello stomaco non si ottiene nessun risul¬
tato; il gusto amaro è quindi la causa per cui le ghiandole dello stomaco,
attraverso un riflesso, vengono messe in funzione.
Se gli amari vengono sperimentati introducendoli nella bocca di ani¬
mali sani, provocano solo un piccolo aumento secretorio nello stomaco (73).Si tratta di un'esperienza che si è già potuta constatare con altri medica¬
menti: la digitale agisce poco sulla circolazione dell'uomo sano, gli anti¬
piretici influenzano poco la temperatura dell'uomo normale, i diuretici som¬
ministrati all'uomo sano provocano solo una piccola diuresi: in poche
parole l'organo ammalato reagisce più energicamente ai medicamenti del-
— 11 —
l'organo sano.
Gli esperimenti riguardanti i movimenti peristaltici hanno dato buoni
risultati; secondo Heubner (72) sembra che nei cani piccole quantità di
amari facilitino il passaggio del contenuto dello stomaco nell'intestino tenue,
mentre una grande quantità agisce in modo contrario.
Conteggi di corpuscoli sanguigni eseguiti su persone sane e su persone
anemiche, prima e dopo aver ingerito piccole dosi di sostanze amare,
hanno dimostrato che una piccola quantità di amari introdotti nella bocca
provocano nei due casi un'aumento sia dei globuli bianchi che dei globulirossi. (73)
Osservazioni
Giova considerare che questi risultati, che talvolta si contradicono, sono
stati ottenuti nella maggior parte dei casi con sostanze non pure o addi¬
rittura con estratti di droghe. Occorrerà quindi controllare questi dati, sia
nel loro valore farmacologico, sia nel loro valore clinico, attendendosi alle
sostanze amare pure prima di poter formulare un giudizio sicuro sul valore
terapeutico delle piante contenenti sostanze amare.
6. Uso terapeutico
L'uso delle piante medicinali contenenti sostanze amare giova in caso
di dispepsia, dove l'attività motrice e secretoria dello stomaco è diminuita;
in caso di anemie e di convalescenza dopo malattie che indeboliscono lo
stato generale.Le indicazioni cliniche degli amari sono: mancanza d'appetito, op¬
pressione e stitichezza.
L'indebolimento generale è molte volte la causa di una insufficiente
attività dello stomaco, gli amari vengono usati in modo efficace in questi
casi, poiché sono in grado di migliorare la digestione, possono essere
quindi adoperati direttamente o combinati con ferro per combattere le
anemie.
7. Suddivisione degli amari
Esistono quattro categorie di amari.
— 12 —
1) Gli amari puri: sono piante medicinali il cui principio attivo è costi¬
tuito soltanto dalla sostanza o dalle sostanze amare.
Per esempio: le foglie di trifoglio fibrino (sostanza amara: menian-
tina), l'erba di centauro (sostanza amara: genziopicrina).
2) Gli amari aromatici: sono piante medicinali, che oltre alle sostanze
amare contegono anche olii essenziali, che aumentano l'azione farma¬
cologica delle stesse.
Per esempio : l'erba di assenzio maggiore, e la scorza di arancio amaro.
3) Gli amari mucilaginosi: sono piante medicinali che oltre alle sostanze
amare, contengono anche sostanze mucilaginose.
Per esempio: il lichene islandico.
4) Gli amari acri: sono piante medicinali, che oltre alle sostanze amare
contengono olii essenziali con gusto molto piccante.
Per esempio: il rizoma di zenzero.
8. Gusto e costituzione
Interessante sarebbe stabilire un rapporto tra costituzione chimica e
gusto amaro; conoscere quindi quali siano i processi fisico chimici che
destano il gusto amaro (74); ma nonostante molti lavori sperimentali si
può dire in merito ancora poco (74).
Il gusto salato e acido si possono più facilmente mettere in relazione
con la costituzione chimica, che non il dolce e l'amaro.
Si distinguono quattro speci di gusto:
Dolce, acido, salato, amaro.
La maggior parte delle 9.000 cellule gustative, che si contano nel¬
l'uomo, si trovano distribuite in parti ben determinate della lingua; esse
hanno una sensibilità specifica per i quattro tipi di gusto. Così si spiega
il fatto che i quattro gusti si percepiscono nelle differenti parti della lingua.
Gusto amaro.
Il gusto amaro si trova nelle più svariate classi di sostanze.
Nel campo dei sali anorganici, con l'aumentare del peso molecolare,
si passa dal gusto salato all'amaro.
Cohn stabilisce simili relazioni (75) tra il gusto dolce e il gusto amaro
nel campo delle sostanze amare. Spesso così gli omologhi superiori delle
— 13 —
sostanze dolci sono amare, per esempio:La valerobetaina e la caprobetaina sono dolci, mentre la betaina del-
Pacido aminopentadecilico è amaro (76).La costituzione chimica di molte sostanze amare, che si trovano in
natura, pon è ancora conosciuta.
La più parte però sembra avere carattere di lattone, terpene o simili
alla naftalina.
Curioso è il fatto che molti amari in soluzione alcalina perdono il
loro gusto amaro; poiché in queste condizioni un anello lattonico si apre,
sembra che il gusto amaro dipenda dall'esistenza dello stesso.
Se consideriamo l'intensità con la quale i quattro gusti vengono per¬
cepiti, troviamo che il gusto amaro è di gran lunga il meglio sentito, come
si vede dai seguenti quattro esempi.
Gusto salato : il cloruro di sodio lascia ancora gusto salato in una dilui¬
zione 1 : 5 000.
Gusto acido: l'acido idroclorico lascia ancora gusto acido in una di¬
luizione 1 : 50 000.
Gusto dolce: la saccarina lascia ancora gusto dolce in una diluizione
1 : 100 000.
Gusto amaro: la brucina lascia ancora gusto amaro in una diluizione
1 : 4 500 000.
9. Chimica delle sostanze amare
La maggior parte delle sostanze amare contengono ossigeno e sono
prive di azoto, hanno una reazione neutra, sono incolori e all'aria facil¬
mente si trasformano. Sono anche molto difficili da ottenere allo stato cri¬
stallino e se sono sotto forma di glucosidi, si sciolgono nell'acqua. In gene¬
rale sono molto solubili in alcool e in cloroformio, sono però poco solubili
nell'etere di petrolio e facilmente il carbone le assorbe.
La prova biologica gustativa è in generale il solo metodo per deter¬
minare la concentrazione delle loro soluzioni; nonostante ciò con questo
metodo gustativo, introdotto da Wasicky (77), si può calcolare approssi¬mativamente il contenuto in sostanza amara.
— 14 —
10. Tabella di alcune sostanze amare e delle classi chimiche a cui
esse appartengono
La tabella seguente serve a dare un'idea della varietà delle classi chi¬
miche a cui le sostanze amare appartengono.
Sostanza amara Formula bruta Classe chimica Bibliografia
Piceina
Coniferina
Siringina
CuHmOt
CioHaaOg
CkHbiOb
Alcool aromatico
(6)
(6)
(44)
Umulolo
Lupulolo
CaiHsoOs
CasHasO*Phenilchetone
(12,12)
(13)
Podofillotossina
Picropodofillìna
Alantolattone
Isoalantolattone
C23H23O6
CsaHaaOs
CisHaoOa
Derivati della
tetraidronaftalina
(6)
(15,16)
(64)
Limonina
Isolimonina
Colombamina
C32H27O7
C22H27O7
CajHaaOe
Derivati della 1,2,5-trimetilnaphtalina
(24)
(6)
Elaterina CsMliasO? 1,4 dimetil-naftalina (60)
Santonina
Artemisina
CiisHisOa
CisHisO*Sesquiterpeni
(66)
(65)
Picrocrocina
Picrotossina
CieHaeOi
CsoHwOiaTerpeni
(6)
(18 )
Aloina
Barbaloina
CaoHaoOs
CaoHigOs
Ossimetilantrachi-
nonglucosidi
(6,8)
(8)
Acorina
Genzjopicrina
Tiliacina
Frassina
Condurangina
LoganinaMeniantina
CieHaoOs
CieHisOlo
C»HeoOi6
Ci7H»Oii)
CitHjbOw
Glucosidi con agluco-ni diversi
(6)
(49)
(6)
(43)
(53)
(45)
(52)
— 15 —
11. Altre sostanze amare
1) Sostanze amare che oltre alla loro azione farmacologica specifica, ven¬
gono usate anche come amari propriamente detti.
Tre caratteristici esempi:La strichnina: l'azione più caratteristica di questo alcaloide è quella
sul sistema nervoso centrale. Le soluzioni ed i preparati galenici che con¬
tengono la strichnina hanno un sapore fortemente amaro, esercitano una
netta azione eupeptica, come tutti gli amari, provocando un'aumento della
secrezione gastrica.La chinina: altro alcaloide che viene usato come amaro.
E' una sostanza molto efficace per combattere la malaria, possiede an¬
che un'azione antipiretica; però la chinina presa per bocca nei suoi pre¬
parati galenici, come tutti gli amari, agisce come eupeptico. Ciò giustificala presenza della chinina in stomachici e aperitivi.
Antrachinoni: la reoemodina, la frangulaemodina ecc. sono sostanze
che esercitano un'azione prettamente purgativa.Oltre all'azione purgativa, fa parte del loro quadro farmacogiloco una
azione eupeptica dovuta al sapore amaro. Ciò che giustifica la presenza di
queste sostanze negli aperitivi, « Bitter » e liquori.2) Sostanze amare con azione farmacologica propria specifica, che non
vengono però adoperate come amari.
Tra gli alcaloidi troviamo:
La brucina, la narcotina, l'atropina ecc.
Tra i glucosidi:Tutti i differenti della digitale.Tra gli antibiotici: la chloromicetina possiede un gusto molto amaro.
A) DESCRIZIONE GENERALE DELLE CINQUE DROGHE.
In questo capitolo diamo la descrizione delle droghe, la loro compo¬
sizione chimica e la loro farmacologia.Per quel che riguarda le sostanze amare in esse contenute, daremo
una descrizione più vasta delle singole droghe nella parte introduttiva riser¬
vata alla cromatografia su carta.
a) Herba Absinthii
a') Definizione della Pharm. Helv. V
— 16 —
Le foglie essiccate e le sommità fiorite degli steli dell'Artemisia Ab-
sinthium L. (Compositae).In commercio esiste in tre forme:
La droga composta soltanto dalle foglie.La droga composta soltanto dalle sommità fiorite.La droga composta dalle foglie e dalle sommità fiorite.
b') Composizione chimica
L'erba di Assenzio maggiore contiene due sostanze amare, l'absin-
tina e l'anabsintina, che si trovano diffuse in tutta la pianta, ma in modo
speciale nei caratteristici peli a forma di T.
Olio essenziale : che si trova « immagazzinato » per la maggior partenelle ghiandole epidermiche, e in canali secretori diffusi in tutta la pianta.Esso è composto dal Thujolo (libero o esterificato) in quantità del 25 %al 70 % e dal Thujone (un chetone che si trova anche nella Salvia e nel
Tanaceto). Accanto a queste sostanze si trovano terpeni e sesquiterpeni.
e') Farmacologia e uso terapeutico.
La sostanza attiva principale è Vabsintina. Nel presente capitolo rap¬
presenta la somma delle sostanze amare più o meno pure contenute nel¬
l'assenzio maggiore; farmacologicamente fu studiata e sperimentata da
Roux (78).
Questi sostiene che non è velenosa. La somministrò a galline in dosi
di due grammi, senza notare alcun effetto nocivo e continuò a sommini¬
strarla in piccole dosi per lungo tempo, senza constatare reazioni secon¬
darie nocive, osservò soltanto che agiva sui movimenti peristaltici.Nella medicina umana prescriveva il medicamento due volte al giorno
ca. 1/4 d'ora prima dei pasti in dosi da 0,1 a 0,25 in capsule di gelatinaa causa del gusto estremamente amaro. Ottenne buoni risultati in casi di
anemie, aneroxie e costipazione di convalescenti.
Wiesner (79) raccomandò per gli stessi scopi, due o tre volte al giorno
prima dei pasti 0,1 a 0,2 grammi in capsule di gelatina.Secondo Fawitzki (80) l'absintina, se presa poco prima dei pasti, ha
il potere di aumentare la secrezione dell'acido cloridrico.
Il valore in altre malattie è ancora incerto; come antelmintico non ha
nessun valore pratico. Se una volta l'assenzio veniva usato come antel¬
mintico, i risultati ottenuti erano dovuti sicuramente all'olio etereo (Thujo¬ne. Thujolo), e all'artemisina, sostanza simile alla santonina.
— 17 —
Cazin (81) ha ordinato con successo a persone mal nutrite ogni mat¬
tina, da 30 a 100 gr di infuso di assenzio.
Azione farmacologica della droga totale
Uno speciale accenno, che ha notevole importanza pratica, merita la
elevata tossicità dell'assenzio, per il fatto che la droga non manca mai nei
comuni aperitivi, amari ecc. di cui si fa largo uso.
L'intossicazione prodotta da tali bevande, prese più che altro a scopo
voluttuario, ha preso il nome di absintismo. Esso è caratterizzato da un
forte eccitamento del sistema nervoso centrale, con vertigini, allucinazioni
e crisi maniache: tale azione è dovuta al Thujolo contenuto nell'olio etereo.
b) Radix Gentianae
a') Definizione della Pharm. Helv. V
La radice di Genziana lutea (Gentianaceae - Gentianoideae), raccolta
in autunno munita del rizoma, liberata dai resti dello stelo e delle foglie,
essiccata rapidamente senza preventiva fermentazione, a 50°/60°.
La radice di genziana in commercio si presenta tagliata in frammenti
più o meno lunghi, irregolari e contorti.
Il colore grigio-giallastro dello stato fresco, si mantiene se la droga
è stata essiccata secondo le prescrizioni della Pharm. Helv. V, o se i fer¬
menti sono già stati distrutti prima dell'essiccamento. Se la radice viene
essiccata invece dopo fermentazione assume una tinta bruna spesso ricer¬
cata dal compratore.A questo punto trovo utile dare una spiegazione alla parola « fer¬
mentazione ».
La radice di genziana fermentata è quella nella quale l'azione distrut¬
trice dei fermenti ha già agito.La radice di genziana non fermentata è in primo luogo la radice fresca
e in secondo luogo quella nella quale i fermenti sono già stati distrutti.
Questo processo di distruzione dei fermenti nella terminologia della
conservazione delle droghe, si chiama stabilizzazione.
b') Composizione chimica
Glucosidi
Fino a un paio di anni fa si credeva, che la radice di genziana con¬
tenesse tre glucosidi:
— 18 —
La genziopicrina, la genziina e la genziamarina.Due anni orsono Korte (82), in una pubblicazione, scriveva di esser
riuscito a dimostrare che la genziamarina non è altro che la genziopicrina
impura.
Zuccheri
Diversi zuccheri sono contenuti nella radice di genziana: glucosio,
fruttosio, xilosio, gentianosio e gentiobiosio (quest'ultimo è uno zucchero
con un gusto leggermente amaro, Bourquelot e HÉRISSEY (83) l'hanno
isolato allo stato cristallino).
Olio etereo
L'olio etereo si trova diffuso in tutti i tessuti, e sciolto nell'olio grasso
contenuto nella radice di genziana.Brack (84) che lo studiò chimicamente, lo descrive come un'olio di
un colore bruno e di un odore penetrante; in esso isolò dal 15 % al 17 %
di componenti acidi e un chetolattone.
Altri componenti
La genziana, un alcaloide (Ci0H9O2N), fu isolata per la prima volta
da Proskurnina (85), da una specie di genziana che cresce in Russia.
Sette anni più tardi Steinegger e Weibel (86) riuscirono a isolarla
dalla genziana lutea; essi isolarono anche una sostanza basica non ancora
conosciuta dalla formola bruta (C10H12--13O2N) e con un punto di fu¬
sione 161°/162°.La radice di genziana contiene inoltre la gentisina un colorante, fito-
sterina, sostanze mucilaginose, frementi (invertina, emulsina, ossidasi).
e') Farmacologia ed uso terapeutico
Col nome di genzianina gli autori di una volta intendevano un estratto
più 0 meno puro contenente le sostanze amare della radice di genziana; è
da notarsi quindi che questa non è da confondersi colla genzianina, alca¬
loide isolato dalla radice di genziana.A questo punto conviene ricordare ciò che ho già detto, parlando della
farmacologia degli amari in generale, a pagina 15. Giova considerare che
questi risultati sono stati ottenuti con sostanze non pure o addirittura con
estratti di droghe.
— 19 —
Bradsley (87) somministrava la genzianina sotto forma di pillole, nei
diversi disturbi digestivi.Magendie la ordinava in casi di digestione lenta, sia sotto forma di
goccie (0,3 : 30) che di sciroppo (88).
La genzianina venne adoperata anche in caso di febbre intermittente;
il primo a sperimentarla in questo nuovo uso terapeutico fu Konings (89).
Egli constatò che la genzianina poteva sostituire la chinina nella febbre
malarica, e la somministrò sotto forma di capsule.Azione farmacologica della droga totale
Chabasse (90) ha osservato che la radice di genziana, somministrata
sotto forma di infuso, combatte efficacemente la malaria, come pure le ma¬
nifestazioni iniziali, malesseri leggeri, attacchi febbrili, che precedono gene¬
ralmente la malattia stessa. In tali casi la febbre non si manifesta neppure.
Era dell'opinione che la radice di genziana avrebbe dato buoni risul¬
tati anche nel periodo di convalescenza dopo attacchi di febbre gialla.Ordinò anche una tintura di genziana (1+4), e la fece diluire con
vino (15 + 1000), prescrivendo un bicchierino da una a due volte al giorno,
come tonificante del sistema nervoso e come mezzo per attivare il ricambio.
Oggi la radice di genziana è molto usata nelle distillerie per la fab¬
bricazione di spiritosi; però come sostanza attiva, in essi si trova solo
l'olio etereo. Quasi tutti gli aperitivi a base di genziana contengono anche
le sostanze amare.
e) Herba Centaurii
a') Definizione della Pharm. Helv. V
La parte aerea essiccata del Centaurium umbellatum Gilbert (ErytraeaCentaurium Persoon) (Gentianaceae - Gentianoideae).
In commercio la droga esiste in due forme:
1) La droga completa, che comprende le parti aeree, come lo esigela Pharm. Helv. V.
2) La droga composta soltanto dalle parti fiorite, senza le foglie.
b') Composizione chimica
L'erba di centauro contiene un glucoside con gusto amaro, l'eritau-
rina, che sotto l'influsso dell'emulsina, si scinde in una sostanza isolata da
— 20 —
Méhu (93), l'eritrocentaurina, e glucosio. Ultimamente Korte (82) ha di¬
mostrato l'identità dell'eritaurina colla genziopicrina.
Altri componenti
Feofilaktow e Bankowskij (94) sono riusciti a isolare la genzianina,alcaloide contenuto nella radice di genziana; inoltre sono ancora contenuti
cere, resine e zuccheri.
e') Farmacologia e uso terapeutico
Per questa pianta valgono le proprietà e gli usi terapeutici, che ho giàdescritto per gli amari in generale; è molto adoperata nella medicina popo¬
lare, come stomachico e amaro-tonico.
dì Folium Menyanthidis
a') Definizione della Pharm. Helv. V
La foglia essiccata di Menyanthes trifoliata L. (Gentianaceae-Menyan-
thoideae).
b') Composizione chimica
Le foglie di trifolio Sbrino contengono un glicoside con gusto amaro,
la meniantina, che sotto l'influsso dell'emulsione si scinde in meniantolo e
glucosio.
Altri componenti
Steinegger e Weibel (86) hanno isolato la genzianina, alcaloide con¬
tenuto nella radice di genziana, e una sostanza con carattere basico; la
stessa sostanza già isolata dalla radice di genziana.
c'| Farmacologia e uso terapeutico
Il trifoglio fibrino è una pianta medicinale già impiegata da molti
anni nella medicina popolare e viene somministrato sotto forma di infuso.
Secondo LÉMERY (95) questa pianta serve per combattere l'enterite,
l'idropisia e le coliche; è anche un antiscorbutico. Cazin (81) la cita come
amaro, tonico, febbrifugo, antiscorbutico e emenagogo.
Secondo Junkmann (96) la sostanza amara contenuta nel trifolio fi¬
brino agiscono sul simpatico.
— 21 —
e) Flavedo Arantii amari
a') Definizione della Pharm. Helv. V
Lo strato periferico libero in gran parte dal sottostante tessuto bianco,
staccato in un nastro a spirale dal frutto fresco maturo del Citrus Auron-
tium L. subsp. amara L. (Citrus vulgaris Risso) (Rutaceae-Aurantioideae).
In commercio la droga si trova o sotto forma di nastri a spirale, come
lo richiede la Pharm. Helv. V, oppure in forma di striscie più o meno
sottili.
b') Composizione chimica
Sostanze amare: la corteccia di arancio amaro contiene l'auranzia-
marina (91), l'esperidina e l'isoesperidina; due sostanze con gusto leg¬
germente amaro.
L'esperidina è stata isolata e studiata da Dehn (92) che ne riconobbe
il suo carattere glucosidico.
Olio etereo
Esso è contenuto nelle glandule oleifere; si compone di d-limonene
ca. 90 %-97 %, linalolo ca. 1,3 %-2,7 %, piccole quantità di terpineolo e
di aldeide decilica.
e') Farmacologia e uso terapeutico
Forse perchè l'azione amara di questa droga è molto debole solo pochiaccenni sono reperibili nella bibliografia.
Con le buccie di arancio amaro si prepara l'estratto fluido, lo sci¬
roppo e la tintura.
L'estratto fluido serve a preparare l'elisir di china e la tintura serve
alla preparazione di alcuni vini medicati, come il vino al condurango, il
vino di boldo, il vino con rabarbaro, il vino alla cascara sagrada. Queste
preparazioni vengono usate in terapia come eupeptici.E' molto usato nell'industria per la preparazione di aperitivi, « Bitter »
e liquori.
— 22 —
PARTE SPECIALE
METODI CROMATOGRAFICI IN MODO PARTICOLARE
CROMATOGRAFIA SU CARTA
Isolazione e cromatografia delle sostanze amare:
Considerazioni generali sulla cromatografia su carta.
Fra i numerosi metodi di analisi a disposizione degli studiosi è molto
apprezzato, per la sua rapidità ed elegante realizzazione, quello recente
della cromatografia di ripartizone. Le sue origini si possono far risalire
ai primi lavori del biologo Tswett.
Dall'analisi capillare (97), dai lavori di Freundlich, Runge,
Trey (98) e molti altri ricercatori, si è giunti al metodo moderno di
CoNSDEN e collaboratori (99), che con una geniale trovata, ne permettono
una realizzazione estremamente pratica e semplice, sostituendo alla colonna
un foglio di carta da filtro.
Per partizione cromatografica è inteso quel metodo che permette di
separare da una miscela i diversi componenti, basandosi sulla differenza
di solubilità delle diverse sostanze, in un sistema a due fasi liquide, una
delle quali è mobile e l'altra è fissa ad un supporto che, nel nostro caso,
è la cellulosa della carta.
Da un foglio di carta da filtro si ricava una striscia ad una estremità
della quale, con opportuni accorgimenti, viene posta una piccola quantitàdelle sostanze da analizzare, e questa estremità è fatta pescare in un reci¬
piente contenente un dato solvente.
Per capillarità e per forza di gravitazione, il solvente passa lungo la
carta sopra la miscela applicata, trascinando nel suo cammino le diverse
sostanze.
Ora poiché le sostanze vengono trascinate a velocità differenti, esse
si dispongono lungo tutta la striscia; la sostanza che ha viaggiato più len¬
tamente occuperà così un posto differente da quello occupato da un'altra,
che ha percorso nello stesso tempo, maggiore cammino.
Questa separazione avviene in base ai coefficienti di partizione delle
sostanze, tra il solvente che passa attraverso la carta e l'acqua trattenuta
dalla carta stessa.
Conseguentemente è logico dedurre, che più una sostanza è solubile
nell'acqua più sarà lento il suo spostamento, mentre le sostanze più lipofili
— 23 —
saranno trascinate più lontano.
La distanza percorsa da una sostanza dipende da differenti fattori,
principalmente :
a) dal coefficiente di ripartizione a;
b) dal volume di acqua trattenuto dalla carta per unità di superficie;
e) dal volume del solvente per unità di superficie della carta irro¬
rata da quel solvente.
Tenendo presente che, in condizioni sperimentali corrispondenti, la
quantità di acqua trattenuta dalla carta e il volume del solvente sono pra¬
ticamente costanti, la distanza percorsa sulla carta è l'unità variabile che
dipende appunto dal coefficiente di ripartizione.Se le condizioni sperimentali sono mantenute rigorosamente uguali,
il comportamento di una sostanza è praticamente costante e risulta così
possibile identificarla dalla posizione della sua macchia.
Nel caso la sua macchia sia incolore, come avviene nel maggior nu¬
mero delle volte, la sua posizione viene rilevata per mezzo di reazioni chimi¬
che con opportuni reattivi, che visibilizzano la macchia colorandola, o con
altri mezzi.
Il coefficiente di ripartizione a, che è il rapporto tra la quantità di
sostanza in grammi sciolta in un mi. della fase stazionaria e la quantitàin grammi per mi. della fase mobile, è una costante fisica da cui dipendela posizione della sostanza sulla carta. Fra a, e la disposizione reciprocadelle varie zone esiste quindi una relazione.
Consden e collaboratori (99) hanno stabilito che il coefficiente di
riparazione:A, 1 A,
a = ( 1) in cui
As Rf Asè uguale al rapporto dei valori della fase solvente ed acqua nel cromato¬
gramma, e Rf è la costante che caratterizza ogni sostanza.
Per determinarla basta conoscere due valori: la distanza d percorsa
dalla sostanza misurata dal centro del suo punto di partenza e la distan¬
za Dj percorsa dal solvente o fase mobile dall'ordine al fronte finale.
Quindi le sostanze A e B sono caratterizzate e individuate per mezzo
dei loro Rf che sono rispettivamente:
d, d,
Rf (A) = R, (B) =
— 24 —
Per poter calcolare il valore R( è necessario che il flusso del solvente
venga arrestato prima che il fronte tocchi l'estremità della striscia della
carta.
Una volta noto Rt si può calcolare il valore del coefficiente a.
Per maggiore esattezza e sicurezza, nei casi incerti, si possono ese¬
guire dei controlli per convalidare i dati trovati.
Il cromatogramma del miscuglio delle sostanze in esame, può essere
confrontato con uno ottenuto da una miscela analoga fatta con sostanze
pure che si presumono essere presenti nella prima. Naturalmente il secondo
cromatogramma deve essere fatto in condizioni sperimentali uguali e i
valori ottenuti devono coincidere.
Per una sicurezza ancora maggiore le sostanze pure possono esser
messe sullo stesso foglio di carta che il miscuglio delle sostanze in esame.
Diversi fattori possono influenzare lo sviluppo di un cromatogramma;la temperatura, la qualità della carta il pH ecc.
Analisi quantitativa
Molto più complessa della separazione qualitativa, si presenta la de¬
terminazione quantitativa delle sostanze presenti nella miscela cromato-
grafata (100).
Un'idea approssimativamente quantitativa può essere ricavata osser¬
vando l'intesità della colorazione delle macchie e confrontandola con
quella ottenuta, lavorando in condizioni identiche, da una soluzione
tarata campoine (101, 102). Sviluppando due cromatogrammi della stessa
soluzione in esame e spruzzandone uno con l'appropriato reattivo per
rivelare la posizione delle macchie, ci si può servire dell'altro per effet¬
tuare una determinazione quantitativa. Il primo cromatogramma servirà da
guida, al secondo non trattato col reattivo, si ritagliano le zone corrispon¬denti alle macchie del primo. Le porzioni di carta, numerate per evitare
confusioni, vengono eluite separatamente, e su le soluzioni così ottenute si
possono effettuare microdosaggi (103).
L'attenzione degli studiosi si è pure fermata sulla estensione della
macchia e la sua area è stata misurata con un planimetro. E' stato dimo¬
strato infatti che esiste una correlazione lineare tra l'area della macchia
di una certa sostanza e il logaritmo della concentrazione della soluzione
della sostanza stessa (104-105).
— 25 —
Facendo passare le macchie di un cromatogramma tra una sorgente
luminosa e una cellula fotoelettrica si può ricavare un dato quantitativocon un errore del 5 al 15 % (106).
1) Scopo di queste ricerche cromatografiche
Queste ricerche cromatografiche hanno lo scopo di fare degli studi
preliminari sulle sostanze contenute nelle droghe che tratto, e se possi¬bile di trovare un metolo per la loro determinazione quantitativa.
Soltanto per l'erba di assenzio maggiore sono riuscito a studiare un
micrometodo, per isolare quantitativamente le sostanze amare in essa
contenute e a determinare approssimativamente la quantità per mezzo della
cromatografia su carta. Questo metodo verrà descritto nei suoi partico¬lari trattando dell'erba di assenzio.
2) Metodo pratico per sviluppare un cromatogramma
Con la frase « sviluppare un cromatogramma », s'intende il proce¬
dimento di far passare per capillarità il solvente attraverso la carta con
conseguente trascinamento e dislocazione della o delle sostanze lungo la
direzione del flusso della fase mobile. Ora se questa corsa del solvente è
fatta avvenire all'aria l'inevitabile evaporazione dello stesso, altererebbe
il normale andamento e di conseguenza si avrebbero alla fine dei dati
inutilizzabili. E' necessario che ciò avvenga in un'atmosfera satura di
vapori del solvente.
Ciò è facilmente ottenibile usando un'apparecchio consistente in una
camera di vetro di adatte dimensioni con tenuta d'aria entro cui si trova
una vaschetta contenente il solvente sviluppatore, sospesa ad un'apposito
sostegno di vetro.
Per saturare di vapori l'atmosfera della camera ove avviene lo svi¬
luppo del cromatogramma, si usa generalmente acqua saturata del sol¬
vente impiegato che si versa direttamente nell'apparecchio formando uno
strato di un cm.
Duprante lo sviluppo è indispensabile una temperatura costante. Dai
fogli di carta si ricavano delle striscie, in generale larghe 10 cm e
lunghe quanto il foglio, evitando slabbrature che possono risultare dan¬
nose per la corsa del solvente.
— 26 —
A una distanza, che dipende dall'apparecchio e che di solito è di
sette cm da una estremità, si traccia a matita, perpendicolarmente alla
lunghezza, una leggera riga. Su questa riga verrà posto con una micro-
pipetta un poco di liquido da analizzare.
La soluzione da analizzare si applica generalmente sotto forma di
una macchia rotonda (ugualmente intervallata a ca. 3 cm. di distanza
l'una dall'altra).
E' assolutamente necessario che il liquido occupi il minimo spazio.
Deposta la quantità utile di sostanza in esame nel punto voluto, si
procede all'evaporazione del liquido che può essere effettuata con aria
calda.
Così operando si ottengono le strisce pronte per lo sviluppo. La
striscia viene ora posta nella vaschetta.
La striscia a matita deve venire a porsi sotto il sostegno e non sopra.
Indi si aspetta che la carta assorba la quantità di vapori necessario. La
durata di questa climatizzazione varia da solvente a solvente, e verrà quindiindicata caso per caso.
Con una pipetta s'introduce poi nella vaschetta il solvente sviluppa¬
tore, e si chiude l'apparecchio.Si lascia che la fase mobile faccia la sua corsa lungo la striscia,
sviluppando così il cromatogramma, fino a qualche cm. dalla estremità
opposta. Si apre allora l'apparecchio, si toglie la vaschetta con le striscie
e, prima che il solvente abbia tempo di evaporare, si segna con un tratto
di matita il punto che ha raggiunto (fronte del solvente).
Le striscie vengono fatte seccare all'aria a temperatura d'ambiente
o in stufa.
II cromatogramma sviluppato e seccato viene ora sottoposto al tratta¬
mento con opportuno reattivo scelto caso per caso, e un comune nebu¬
lizzatore serve benissimo allo scopo.
La carta, uniformemente inumidita, viene lasciata asciugare in stufa
o a temperatura d'ambiente a seconda dei casi, così si rivelano le macchie
variamente colorate delle sostanze e si procede al loro riconoscimento.
Un elemento di identificazione oltre a certe sfumature di tinta, è pure
la velocità con cui le macchie si colorano: infatti alcune sostanze reagi¬
scono subito anche a bassa temperatura, mentre per altre occorre maggior
riscaldamento e un tempo più lungo per vederle apparire.
— 27 —
Come mezzo per determinare la posizione delle sostanze che danno
una fluorescenza se esposti ai raggi U. V., ci si può servire di una lam¬
pada ai vapori di mercurio (caso tipico la chinina).
3| Fase mobile
La risoluzione cromatografica delle sostanze in una miscela da
analizzare dipende dalle differenti solubilità relative dei diversi compo¬
nenti che formano la fase mobile. I solventi preferibili sono quelli orga¬
nici poco o non miscibili con acqua.
Quelli completamente miscibili possono venire usati, purché il loro
contenuto in acqua non risulti troppo elevato. La radice di genziana,
l'erba di centauro, le foglie di trifoglio fibrino, e la corteccia di arancio
amaro, contengono sostanze attive relativamente solubili in acqua.
E' quindi spiegabile, come i tentativi di cromatografia con benzolo,
etere e acetato di etile e miscugli di essi, non abbiano dato buoni risultati.
Gli esperimenti cromatografici sulla radice di genziana, sulle fogliedi trifoglio fibrino, sull'erba di centauro, e sulla scorza di arancio amaro
vennero eseguiti con la seguente fase mobile: Bunatolo, acido acetico
concentrato e acqua nel rapporto (4 : 1 : 5).
Questa miscela viene agitata in un imbuto agitatore; si lascia ripo¬
sare il miscuglio fino a completa separazione dei due strati; e la parte
del solvente saturata con acqua servirà per lo sviluppo del cromatogramma
della durata di ca. 18 ore.
Per i miei esperimenti sulla radice di genziana e l'erba di centauro
ho pure usato come solvente butanolo saturato con acqua.
Queste due fasi mobili hanno dato buoni risultati, le macchie si
presentano abbastanza rotonde e ben separate l'una dall'altra.
L'etere saturata con acqua venne adoperato per la cromatografiadell'erba di assenzio.
4) Condizioni di sviluppo
Lo sviluppo dei cromatogrammi venne effettuato in una camera di
vetro delle seguenti dimensioni: altezza 55 cm, profondità 40 cm, lar¬
ghezza 32 cm; la temperatura duarante lo svilupo era di ca. 20°. Fu
sempre usata carta Whatman N° 1 e il tempo di climatizzazione fu di
sei ore.
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5) Reattivi
Essendo le sostanze amare solo in parte conosciute e non avendo
quindi che pochi reattivi specifici, ho dovuto servirmi in primo luogo del
gusto amaro di queste sostanze, per determinare la loro posizione nel
cromatogramma, procedendo nel modo seguente:
Dove avvenne la separazione delle sostanze, vale a dire dal punto
di partenza fino al fronte del cromatogramma, ho ritagliato dalla striscia
di carta, un lembo largo circa 2 cm. Lo ritagliai in pezzettini della lun¬
ghezza di circa 1 cm ed esaminai ogni pezzetto nel suo gusto.
Per rendere ancora più intensa la colorazione delle macchie nei cro¬
matogrammi già trattati coi reattivi, come per rendere visibili le macchie
nei cromatogrammi non ancora trattate coi reattivi, ho fatto uso della
lampada ai vapori di mercurio.
CROMATOGRAFIA DELLE SINGOLE DROGHE
A) Radix Gentianae
a) Cenni storici e ricerche fin ora reperibili nella bibliografia.
I primi che si occuparono della radice di genziana e che arrivarono
a un certo qual risultato, furono Henry (107) e Caventou (108). Essi
riuscirono a isolare una massa cristallina gialla che chiamarono genzia-
nina; non si trattava però della sostanza amara, ma della gentisina, il
colorante giallo che si trova nella radice di genziana. Ottennero la so¬
stanza amara sotto forma di una massa amorfa giallognola.Più tardi Baumert (109) e Dulk (110), riuscirono a isolare la
sostanza amara contenuta nella radice di genziana, in due maniere diffe¬
renti, non mai però allo stato cristallino.
Kromeyer (111) ottenne dalla radice fresca di genziana la genzio-
picrina, che riusci poi a cristallizzare e a riconoscerne la sua natura
glucosidica.
Bourquelot e collaboratori (112) da 22 kg. di radice fresca di
genziana, ricavarono 250 gr. di genziopicrina pura.
Tanret (113) più di tutti si occupò di analizzare a fondo la radice
di genziana. Scoprì oltre alla genziopicrina due nuove sostanze amare:
la genziamarina e la genziina.
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Y. Asahina, J. Asano (114) studiando la genziopicrina, ne dimostra¬
rono il carattere non saturo.
BÉGUIN (115) fece diverse pubblicazioni intorno alla radice di gen¬
ziana, in modo speciale per quel che riguarda i metodi biochimici sulle
ricerche degli zuccheri nella stessa.
Ma soltanto recentemente Korte *
(49) scoprì la vera costituzione
chimica della genziopicrina.
CH 5^
r. ... ?.'
OH H OH
H H OH H H
-CH20H
CH„
^C—.CH
7a
CH
CH, ,'/"\'/2Ai
3-Glucosilossi-2-osso-6-isopropenil-2-7a-diidro-6H-furano (2,3-b)pirano.
Inoltre dimostrò che la genziamarina (113), l'eritaurina (93), la
swertiamarina (51), la chiratina (50), si identificano con la genziopi¬crina (82).
Cirrca un anno dopo riuscì ad isolare una nuova sostanza amara,
che chiamò col nome di amarogenzina (116), sostanza che possiede un
punto di fusione tra i 178° e i 180°, e la cui composizione chimica non
è ancora stata studiata).
L'amarogenzina, sciolta in NaOH 1/10 n, perde la sua amarezza e
lascia ancora gusto amaro in una diluizione 1 : 58.000.000; la genzio¬
picrina invece, lascia ancora gusto amaro in una diluizione 1 : 15.000.
b) Estrazione della genziopicrina dalla radice fresca di genziana
L'estrazione di questa sostanza è legata a grandi difficoltà già descritte
a suo tempo da Bourquelot e collaboratori (112). Korte (49) scrive
che per ottenere la genziopicrina pura è necessario partire dalla droga
* Uno speciale ringraziamento vada al Sig. Dr. Korte per l'invio di campioni delle
sostanze amare da lui isolate.
— 30 —
fresca, poiché i suoi tentativi di estrarre la genziopicrina dalla droga
secca fallirono.
Scrive anche che la radice fresca deve essere sottoposta all'estra¬
zione subito dopo la raccolta.
10 ho incontrato parecchie difficoltà e ho proceduto secondo il
metodo usato recentemente da Korte (49). Per l'estrazione si deve lavo¬
rare nel modo più rapido possibile, poiché la genziopicrina, specialmentese accompagnata da impurità, all'aria degenera facilmente assumendo una
colorazione bruna.
Esecuzione dell'estrazione
Subito dopo la raccolta 1 kg. di radice fresca di genziana prove¬
niente da Giesbach, Oberland bernese, viene tagliato in pezzettini, messo
in un pallone di vetro e trattato con metanolo a bagno maria per 30
minuti. Si filtra, e il residuo viene spremuto e sottoposto ancora una
volta ad uguale trattamento.
La soluzione di metanolo viene poi concentrata nel vuoto sino a
consistenza sciropposa. Devo far notare la buona solubilità della genzio¬
picrina nell'acqua e nel metanolo a ca. 80 %.11 liquido sciropposo viene filtrato e agitato con 150 mi di acetato
di etile saturato con acqua (operazione che viene ripetuta 10 volte).
Questa soluzione di genziopicrina in acetato di etile, si asciuga con
solfato di sodio, si filtra e si tira a secco. L'estrazione della soluzione
sciropposa con acetato di etile, serve a separare la genziopicrina dalla
clorofilla e dalle altre impurità che l'accompagnano.Ho ottenuto così un prodotto del peso di ca. 2 gr. e di un colore
leggermente bruno, che, dopo averlo sciolto in acetato di etile libero
di acqua, ho lasciato il tutto cristallizzare in ambiente a bassa tempe¬
ratura. La genziopicrina da me ottenuta, si presenta sotto forma di una
massa cristallina leggermente colorata in giallo. Da 1 kg. di radice fresca
di genziana ho ottenuto ca. 500 mg. di genziopicrina. Korte ottenne una
resa del 1 % ca. Dato che per i miei scopi cromatografici, questa quantità
bastava, non ho proceduto a una ulteriore estrazione.
e) Cromatografia delUa genziopicrina
Si sciolgono 5 mgr. di genziopicrina in 1 mi. di metanolo; una
goccia di questa soluzione corrisponde a ca. 20 a 25 y. Se il cromato-
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gramma si sviluppa con butanolo saturato con acqua, la macchia pos¬
siede un valore di Rf = 0,43..
Korte (49) con la stessa fase mobile ha ottenuto un valore di
Rf = 0,39.
Se il cromatogramma si sviluppa colla fase mobile butanolo, acido
acetico e acqua (4 : 1 : 5), allora la macchia possiede il valore di
R, = 0,6.
Janot (117) nei suoi lavori cromatografici sulla genziopicrina, lavo¬
rando colla stessa fase mobile, butanolo, acido acetico e acqua (4 : 125),
ha ottenuto un valore di Rf =: 0,56.
d) Reattivi per la genziopicrina
a') Reattivo alia benzidina (118).
Benzidina 0,5 gr.
Acido acetico conc 20,0 »
Etanolo assoluto 80,0 »
Questo reattivo venne già adoperato da Janot (117) nei suoi lavori
sulla genziopicrina.Il cromatogramma si tratta col reattivo usando un comune nebuliz¬
zatore e si fa essiccare in stufa alla temperatura di ca. 105°.
La benzidina con la genziopicrina prende una colorazione di un rosso
bruno.
b') Reattivo al naftoresorcinolo (119)
Si prepara una soluzione al naftoresorcinolo al 0,2 c/c in etanolo ; si
sciolgono 2 gr. di acido tricloracetico in 100 gr. di acqua distillata; poi
prima dell'uso si mescolano le due soluzioni a volumi uguali.In seguito il cromatogramma si tratta Col reattivo usando un comune
nebulizzatore; lo si fa essiccare parzialmente, poi lo si pone in stufa alla
temperatura di 100° a 105°.
Il cromatogramma così trattato presenta una macchia gialla molto
intensa se osservata sotto una lampada ai vapori di mercurio.
Questo reattivo venne già adoperato da Janot (117) nei suoi lavori
cromatografici sulla genziopicrina.
— 32 —
e') Reattivo al cloruro di tetrazolio
Korte (49) nei suoi lavori cromatografici sulla genziopicrina usò
questo reattivo.
Si mescolano parti uguali di una soluzione del 0,2 fo di cloruro di
tetrazolio in butanolo saturato con acqua e una soluzione di idrato di
potassio normale in metanolo.
Si riscalda la carta così tratta in un ambiente saturato con vapore
acqueo a 80°, la genziopicrina si rivela come una macchia rosso oscura,
e dopo 20 minuti ha raggiunto la massima intensità della colorazione.
e) Estrazione delle sostanze amare dalla radice secca di genziana
Per l'estrazione della radice secca di genziana ho proceduto secondo
il metodo adoperato da Messmer (120).
Con 500 mi. di acetato di etile saturato con acqua si estraggono
100 gr. di polvere di genziana passata al setaccio No V. della Pharm.
Helv. V.
Si adopera acetato di etile perchè è un buon solvente per le sostanze
amare della radice di genziana e non scioglie troppe impurità. Questa
operazione avviene in 30 minuti in un pallone di vetro con refrigerante
a riflusso, a bagno maria.
Poi si filtra, e il residuo viene sottoposto ancora una volta alla stessa
operazione, però questa volta con 250 mi. di acetato di etile saturato con
acqua. 11 filtrato viene lasciato depositare fino a schiarimento, poi versato
attraverso filtro in un palloned i vetro, e distillato nel vuoto ad una tempe¬
ratura non superiore ai 50 gradi.L'estratto così ottenuto contiene ancora grassi e gentisina. Per elimi¬
nare queste impurità, lo si scioglie in 150 mi. di acqua calda; lo si lascia
raffreddare, e si aggiunge 10 gr. di bolus alba e si filtra, poi si tira a
secco. Questo estratto contiene le sostanze amare della radice di genziana
e serve per le mie analisi colla cromatografìa su carta. Da 100 gr.
di radice secca di genziana ho ottenuto 2,3 gr. di un miscuglio, di un
colore bruno, delle sostanze amare in essa contenute.
f) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla radice secca di genziana
Per la cromatografia della radice secca di genziana, si sciolgono
100 mgr. dell'estratto sopra ottenuto in 5 mi. di metanolo.
Per ottenere delle macchie sufficientemente grandi bastano due o tre
— 33 —
gocce di questa soluzione, versate con una pipetta del contenuto totale
di 1 mi.
Il cromatogramma, sviluppato con la fase mobile butanolo acido
acetico conc. e acqua nel rapporto (4:1:5), viene asciugato ed esposto
ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio. Per tutto il percorso del
solvente sono visibili tre macchie, che vengono poi segnate a matita.
La prima ha una fluorescenza blu chiara; la seconda una fluorescenza
blu; la terza possiede una fluorescenza leggermente giallognola; quest'aultima macchia si presenta un po' allungata.
Tutta la striscia larga ca. 2 cm. sulla quale è avvenuta la separa¬
zione delle sostanze viene tagliata a pezzettini, e ogni singolo pezzetinoviene analizzato nel suo gusto. Dopo questo esame si giunge alla conclu¬
sione: che la seconda macchia possiede un gusto amaro, la terza macchia
possiede lo stesso gusto molto più forte della seconda, mentre la primanon ne possiede alcuno.
La seconda macchia ha un valore di Rf = 0,6 ca.
La terza macchia ha un valore di Rf = 0,8 ca.
Il cromatogramma sviluppato con butanolo saturato con acqua pre¬
senta le stesse macchie con la stessa fluorescenza.
La seconda macchia però possiede un valore di Rf = 0,4 ca.
La terza macchia possiede un valore di Rf = 0,7 ca.
Se si trattano gli stessi cromatogrammi coi reattivi per la genziopi-crina, la seconda macchia presenta le colorazioni tipiche della stessa di
una tinta però non così chiara.
La terza macchia che possiede il valore di Rf rispettivamente 0,7 e
0,8, a seconda della fase mobile, è data dall''amarogenzina già isolata da
Korte (116).
g) Estrazione delle sostanze amare dalla radice fresca di genziana
Si procede nello stesso modo che per la radice secca di genziana,
partendo però dalla droga concisa.
L'estratto ottenuto è di un colore molto più chiaro.
h) Cromatografia dell'estratto della radice fresca di genziana.
Il cromatogramma sviluppato sia con butanolo saturato con acqua,
sia con il miscuglio butanolo acido acetico conc. e acqua, se viene espostoai raggi di una lampada ai vapori di mercurio presenta le stesse macchie,
— 34 —
però con una fluorescenza molto più debole di quelle ottenute con
l'estratto della radice secca di genziana.Se gli stessi cromatogrammi si trattano coi reattivi per la genzio-
picrina, la seconda macchia presenta le colorazioni identiche date dalla
genziopicrina.
Osservazioni
Dai cromatogrammi fin ora ottenuti, esposti ai raggi di una lampadaai vapori di mercurio, si può constatare che più l'estratto è puro, meno
la fluorescenza delle macchie è intensa.
Infatti il cromatogramma ottenuto dall'estratto della radice secca di
genziana, se esposto ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio, pre¬
senta delle macchie con fluorescenza molto intensa; quello ottenuto dal¬
l'estratto della radice fresca di genziana presenta delle macchie con leg¬
gera fluorescenza.
Da ciò si può dedurre che la fluorescenza delle macchie, almeno per
la genziopicrina, è data dalle impurità die l'accompagnano.
B) Herba Centaurii
a) Breve cenno storico e lavori finora reperibili nella bibliografia
MÉHU (93) riuscì per primo a isolare allo stato cristallino la sostanza
amara contenuta nell'erba di centaurea minore, e le diede il nome di
eritrocentaurina (punto di fusione 136°).
Per estrarre la sostanza amara dall'erba di centaurea minore Lederich
(121) usava lo stesso metodo che ha adoperato per l'estrazione delle
foglie di trifoglio fibrino, ottenendo così una massa resinosa giallognolacon gusto estremamente amaro.
Già dissi che Korte (82) è riuscito a dimostrare l'identità della
eritaurina colla genziopicrina.
b) Estrazione delle sostanze amare contenute nell'erba di centaurea minore
Per questa estrazione ho adoperato il metodo già usato da HÉRISSEY
e Boudier (122).
S'introduce 1 kgr. di erba di centaurea minore polverizzata grossa
(setaccio III della Pharm. Helv. V.) in un percolatore e la si estrae con
alcool a 80°. L'estrazione dura fino a che non si siano raccolti 5 lt. di
— 35 —
percolato, necessari affinchè la droga non lasci più gusto amaro. Si spreme
poi la massa umida rimasta el percolatore, il liquido ottenuto si filtra e
si aggiunge al percolato.Si distilla poi a bagno maria per levare l'alcool, il residuo si filtra e
si concentra nel vuoto parziale. L'estratto viene quindi trattato con acetato
di etile saturato con acqua, per estrarre la sostanza amara dalla soluzione
acquosa e separarla cosi dalla più gran parte delle impurità.
Questa operazione viene eseguita 10 volte in un imbuto agitatore,
adoperando ogni volta 1 lt. di acetato di etile.
I liquidi cosi ottenuti vengono riuniti e tirati a secco, l'estratto è
ripreso in 300 mi. di acqua distillata, e questa soluzione acquosa, che è
ancora piuttosto colorata, viene filtrata.
Essa viene poi trattata con etere in un imbuto agitatore, per levare
le ultime traccie di clorofilla, fin che questa non si colori più, (per questo
scopo occorre adoperare 5 lt. di etere).
Alla soluzione acquosa, si aggiunge una quantità uguale di acqua
distillata, si filtra, e si tira a secco nel vuoto.
II residuo così ottenuto viene allora esaurito con acetato di etile anidro
in quantità di 250 mi. per volta, per estrarre possibilmente soltanto la
sostanza amara e per facilitarne la sua cristallizzazione. Si eseguono
5 estrazioni operando all'ebollizione, in un pallone di vetro munito di
refrigerante a riflusso. I diversi liquidi ottenuti dalle singole estrazioni
sono filtrati in differenti matracci e lasciati raffreddare.
Nei matracci contenenti i liquidi delle prime due estrazioni, si forma
un deposito costituito da una massa cristallina leggermente colorata, che
filtrata e essiccata pesa ca. 0,8 gr.
e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dall'erba di centaurea minore
Si sciolgono 100 mgr. del prodotto cristallino in 5 mi. di metanolo.
Per ottenere delle macchie sufficientemente grandi sono necessarie da due
a tre gocce di questa soluzione, versati da una pipetta della capacità di 1 mi.
Il cromatogramma sviluppato, sia con la fase mobile butanolo, acido
acetico conc. e acqua nel rapporto (4 : 1 : 5), che con butanolo saturato
con acqua, se esposto ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio,
presenta una macchia di un blu chiaro e del valore di Rf rispettivamente
0,42 e 0,6.
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Tutta la striscia larga ca. 2 cm lungo la quale è avvenuta la separa¬
zione delle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettinoviene analizzato nel suo gusto. Dopo questo esame, si giunge alla conclu¬
sione, che solo la macchia con fluorescenza blu chiara lascia gusto amaro,
(il valore di Rf è di rispettivamente 0,42 e 0,6).
I due cromatogrammi trattati coi reattivi per la genziopicrina, pre¬
sentano le colorazioni tipiche della stessa.
C) Folium Menyanthidis
a) Cenni storici e lavori fin ora reperibili nella bibliografia
I primi lavori sul principio amaro contenuto nel trifoglio fibrino sono
di Brandes (123). Più tardi Kromeyer estrasse la meniantina sfruttando
la proprietà delle sostanze amare di essere assorbite dal carbone, per poiessere rigenerate con alcool bollente. Egli studiò le proprietà e ne diede la
seguente formula bruta: CsoBUoO^ (124).
Trent'anni più tardi Lederrich (125) descrisse la meniantina da lui
ottenuta come una massa giallognola vitrea e fece notare che questa sostanza
coi reattivi tipici per gli alcaloidi da delle reazioni. Molto caratteristica è
quella col molibdato fosforico di sodio, che colla meniantina forma un
precipitato giallo.Una ventina d'anni dopo Bridel (126) riuscì a isolare la meniantina
allo stato cristallino dalle foglie fresche di trifoglio fibrino; essa presen¬
tava un punto di fusione tra i 217° e i 223°.
Dieci anni dopo Rosenthaler dimostrò l'identità della meniantina
isolata da Bridel con la loganina (127). F. Korte, dopo essere riuscito a
dimostrare l'identità della swertiamarina, della eritaurina, della chiratina,
riuscì a isolare la genziopicrina da altre speci come per esempio la Cicendia,
la Blackstonia e il Lomatogonium (82).
Lo stesso Korte in una sua corrispondenza (che potei consultare con
il Prof. H. Fluck, comunicava di essere riuscito a dimostrare che tutte le
genzianacee sono caratterizzate dalla presenza della genziopicrina. Egli
conclude, che secondo la sistematica di Wettstein si deve considerare la
famiglia delle Meniantacee come una famiglia a sé, poiché contiene una
sostanza amara, la meniaritina, ma non contiene nessuna traccia di genzio¬
picrina.
— 37 —
b) Estrazione della sostanza amara dalle foglie di trifoglio fibrino.
Questo modo di estrazione si basa sul metodo adoperato da
R. Cajes (128) e si basa sul fatto che la sostanza amara contenuta nelle
foglie di trifoglio fibrino è solubile a caldo nell'acqua, nell'alcool, etere
e cloroformio.
La droga polverizzata è passata al setaccio IV della Pharm. Helv. V.
e viene estratta con acqua distillata bollente fino alla perdita del suo
gusto amaro.
Gli estratti acquosi si concentrano nel vuoto ad una temperatura non
superiore ai 35°, finché non abbiano preso una consistenza sciropposa; si
trattano poi gli stessi con alcool al 95 % a 60°-70°, poi si filtrano.
L'alcool viene poi distillato e il residuo mescolato bene con sabbia
per facilitarne l'estrazione, indi essiccato perfettamente nel vuoto e estratto
nel soxlet con cloroformio.
Si eliminano così tutte le impurità insolubili in cloroformio.
Il cloroformio viene poi evaporato ad una temperatura possibilmentebassa, e il rimanente si tratta con piccole porzioni di acqua a 50°-60°, fino
a che il residuo non lascia più gusto amaro.
La soluzione giallognola e leggermente torbida viene trattata con
idrato di alluminio precipitato di fresco, agitata bene e filtrata; l'idrato
di alluminio serve ad assorbire una gran parte delle impurità.L'estratto acquoso, tirato a secco nel vuoto a temperatura normale e
il residuo sciolto in alcool assoluto a ca. 50°, si lascia durante tutta la
notte nel refrigerante.Durante questo tempo si separano le impurità, si filtra e si aggiunge
un ugual volume di etere assoluto. Il solvente si lascia riposare, si filtra
e si distilla. Il rimanente si scioglie in cloroformio libero di acqua, e
tirato di nuovo a secco, ottiene la sostanza amara sotto forma di una
massa giallognola amorfa, che asciugata nell'essiccatore si presenta sotto
forma di una massa vitrea.
Da 1 kg. di polvere di foglie secche di trifoglio fibrino si ottiene in
questo modo 2 grammi di sostanza amara.
e) Cromotografia della sostanza amara ottenuta dalle foglie secche di
trifoglio fibrino
100 mgr. del prodotto finale ottenuto dall'estrazione dalle foglie di
trifoglio fibrino, vengono sciolti in 5 mi. di metanolo.
— 38 —
Da due gocce di questa soluzione, versati con una micropipetta del
contenuto totale di 1 mi., bastano per ottenere delle macchie sufficiente¬
mente grandi.Ho eseguito diversi tentativi di cromatografia della sostanza amara
ottenuta dalle foglie secche di trifoglio fibrino con le fasi mobili seguenti:Acetato di etile saturato con acqua, etere saturata con acqua e mi¬
scugli di etere e acetato di etile e etere in diversi rapporti saturati con
acqua.
Questi tentativi non hanno dato però buoni risultati, mentre ho otte¬
nuti ottimi risultati con la miscela butanolo, acido acetico conc. e acqua
nel rapporto (4 : 1 : 5).
Il cromatogramma asciutto viene esposto ai raggi di una lampada ai
vapori di mercurio, così lungo tutto il percorso sono visibili tre macchie;
due con fluorescenza molto intensa, e la terza con fluorescenza legger¬
mente viola.
Tutta la striscia larga 2 cm. lungo la quale è avvenuta la separazione
delle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettino viene
analizzato nel suo gusto.
Dopo questo esame gustativo si giunge alla conclusione, che solo la
terza macchia possiede gusto amaro il cui valore di Rf è di 0,7.
Lo stesso cromatogramma trattato con una soluzione all'i % di molib-
dato fosforico di sodio, presenta le prime due macchie colorate di un
giallo molto intenso e i cui valori di Rf sono rispettivamente di 0,5 e
di 0,65, però queste due sostanze non lasciano alcun gusto amaro.
A questo punto voglio ricordare che Steinegger e Weibel hanno iso¬
lato dalle foglie di trifoglio librila un alcaloide (la genzianina) e una so¬
stanza con carattere basico (86).
D) Flavedo 'Aurantii amari
a) Breve cenno storico e lavori fin ora reperibili nella bibliografia
Poco è stato fin ora pubblicato a questo proposito.
I primi lavori risalgono a Tanret (129) che riuscì a isolare le sostanze
amare contenute in questa droga: l'esperidina e l'isoesperidina.
DelPesperidina si occupò Wander (130) nel suo lavoro di tesi fatto
a Berna, egli riuscì ad isolarla in molte speci di limone e in altre piante
— 39 —
della famiglia delle rutacee.
Diversi autori si occuparono invece delle sostanze amare contenute
nei semi di alcune varietà di aranci e di limoni. Bernay e Schmidt (131)
riuscirono a isolare, dai semi di una varietà amara di limoni, la limonina.
Più tardi Koller e Czerny (132) riuscirono a isolare dagli stessi la limo¬
nina e la isolimonina.
b) Metodo per l'estrazione delle sostanze amare dalla scorza di arancio
amaro
Per questo metodo mi sono basato sul fatto che le sostanze amare,
contenute nella scorza di arancio amaro, sono solubili in acqua.
200 gr. di scorza di arancio amaro in polvere vengono passati al
setaccio IV della Pharm. Helv. V e trattati una prima volta con ca. 500 mi.
di etere di petrolio. Si filtra, e il residuo viene trattato di nuovo con
200 mi. di etere di petrolio. La polvere così sgrassata viene fatta essiccare;
l'etere di petrolio viene evaporato e il residuo controllato nel suo gusto.
Dato che il residuo non lascia praticamente alcun gusto amara, si può
esser certi che le sostanze amare contenute nella droga, sono rimaste nella
polvere sgrassata.
La polvere, così previamente trattata, si estrae con alcool al 95° nel
soxlet finché essa non lascia più gusto amaro.
L'estratto alcoolico si concentra nel vuoto a un piccolo volume (ca.
100 mi.), e a questa soluzione alcoolica si aggiunge un ugual volume di
acetone. Si forma così un precipitato bianco voluminoso che non lascia
più gusto amaro; si filtra, e il filtrato viene concentrato a un piccolovolume ca. 15 mi. Questo estratto fluido concentrato, rappresenta un liquido
sciropposo giallognolo, che servirà per le mie ricerche colla cromatografia
su carta.
e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla scorza di arancio amaro
Due gocce dell'estratto ottenuto, versate da una micropipetta del con¬
tenuto totale di 1 mi., bastano per ottenere delle macchie sufficientemente
grandi.Come fase mobile ho provato l'acetato di etile saturato con acqua, ma
non sono arrivato a buoni risultati.
Risultati soddisfacenti li ho ottenuti invece con la fase mobile buta-
nolo, acido acetico conc. e acqua nel rapporto (4 : 1 : 5).
— 40 —
Il cromatogramma asciugato e osservato sotto la lampada ai raggi di
vapori di mercurio presenta due macchie con fluorescenza viola.
Tutta la striscia di carta larga 2 cm. sulla quale è avvenuta la sepa¬
razione delle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettinoanalizzato nel suo gusto.
Dopo questo esame gustativo si giunge alla conclusione, che solo la
seconda macchia possiede gusto amaro, il cui valore di /?/ è di 0,68.
d) Reattivo
Il cromatogramma trattato con una soluzione all'i % di FeCl3, pre¬
senta due macchie in corrispondenza delle due già osservate sotto la lam¬
pada di quarzo. Quella con gusto amaro è di un colore grigio oscuro,
mentre l'altra è di un verde oscuro.
E) Herba Absinthii
a) Cenni storici e lavori finora reperibili nella bibliografia
Uno dei primi ad occuparsi delle sostanze amare contenute nell'erba
di assenzio maggiore fu Mein (133). Dopo di lui altri autori le studiarono:
Kromayer (134), Roux (135), Senger (136) e Bourcet (137); quest'ul¬timo riuscì ad isolare dall'erba di assenzio una sostanza cristallina che
chiamò absintina e che possedeva un punto di fusione di 68°.
Gli autori sopra citati, credevano che l'erba di assenzio contenesse
una sola sostanza amara, ma più tardi Adrian e Trillat (138) riuscirono
ad isolare una seconda sostanza amara con un punto di fusione di 258°
che chiamarono anabsintina.
Recentemente Herout, Sorm e Frantisek (139) resero noto in una
piccola pubblicazione, d'aver ottenuto dall'assenzio maggiore due sostanze
amare isomere tra di loro.
Uabsintina che possiede un punto di fusione tra 160°-164° se cristal¬
lizzata da benzolo, mentre di 182°-183° se cristallizzata da alcool, e Vanab-
sinlina con un punto di fusione di 260°.
h'anabsintina che possiede un punto di fusione tra 160°-164° se cristal-
tica a quella isolata da Herout, Sorm e Frantisek (139); mentre l'absin-
tina ottenuta allo stato cristallino da Bourcet (137) era molto probabil¬mente un miscuglio delle due sostanze isomere (absintina e anabsintina)
isolate da Herout, Sorm e Frantisek (139). Ciò spiegherebbe la diffe-
— 41 —
renza del punto di fusione.
Recentemente G. Schenk e E. Schuster (140) hanno pubblicato un
loro lavoro sull'erba di assenzio maggiore. Essi svilupparono il seguente
metodo di estrazione, partendo dalla droga totale fresca.
Gli autori estraggono la droga con acqua, concentrano la soluzione
nel vuoto, la mescolano con idrato di alluminio, precipitato di fresco e
filtrano.
Il filtrato lo concentrano, lo versano in metanolo e filtrano di nuovo,
distillano poi il metanolo e alla soluzione acquosa aggiungono acetone; il
precipitato bianco non amaro viene filtrato; distillano poi l'acetone e la
soluzione acquosa la estraggono con cloroformio fino a che la stessa non
lascia più gusto amaro.
Versano questa soluzione in cloroformio la versano su una colonna di
ossido di alluminio e la sviluppano con cloroformio.
La stessa colonna sviluppata ed osservata ai raggi U.V. presenta cin¬
que zone ben distìnte:
la prima con fluorescenza giallalà seconda » » blu
la terza » » giallala quarta » » giallala quinta » » di un blu chiaro.
La colonna di alluminio, così sviluppata, viene sortita dal tubo di
vetro usato per la cromatografia, la dividono in cinque parti corrispon¬denti alle cinque zone.
Le ultime quattro zone vengono eluite separatamente con metanolo
e le sostanze ottenute corrispondono alle quattro sostanze amare che essi
affermano di essere riusciti ad isolare e alle quali diedero i nomi che
ripeto nella seguente tabella.
Tabella
Dose Sostanza Punto di fusione Grado di amarezza
A Artamarina 95° - 96° 850
D Artamarinina 82° 125000
B Artamaridina 72° 720
C Artamaridinina Olio 6800
— 42 —
Le sostanze A, B, D, si presentano sotto forma di una sostanza vitrea
giallognola, mentre la sostanza C è rappresentata da un'olio.
E' difficile dare un giudizio su questo lavoro, dato che gli autori non
sono riusciti ad isolare le sostanze amare allo stato cristallino.
Le mie ricerche colla cromatografia su carta confermano però i risul¬
tati ottenuti da Herout, Sorm e Frantisek (139).
b) Sviluppo del metodo per estrarre le sostanze amare dalFerba di assen¬
zio maggiore
Il metodo che ho usato per estrarre le sostanze amare dall'erba di
assenzio maggiore, si basa su quello adoperato da Senger (136), che con¬
siste nell'estrarre con etere la droga polverizzata fino a che non lascia più
gusto amaro.
La soluzione eterea si concentra fino a consistenza sciropposa, la si
lascia depositare, si decanta e si filtra per eliminare buona parte della clo¬
rofilla e delle sostanze resinose.
Si estrae poi la sostanza amara, scuotendo la soluzione eterea in un
imbuto agitatore con una grande quantità di acqua; l'operazione si ripetefino a che tutta la sostanza amara non sia passata nell'acqua.
La soluzione acquosa si mescola con una certa quantità di idrato di
alluminio e si filtra.
Dopo l'allontanamento di quel poco di etere sciolto nell'acqua, il fil¬
trato può essere considerato una soluzione più o meno pura delle sostanze
amare contenute nell'erba di assenzio maggiore.
a') Scelta del solvente
Prima di scegliere l'etere ho provato diversi altri solventi:
1) L'etere di petrolio ha il vantaggio di sciogliere poca clorofilla e
di possedere un punto di ebollizione piuttosto basso; però le sostanze
amare dell'assenzio maggiore si sciolgono troppo poco in esso.
2) La benzina sarebbe il solvente ideale se non possedesse un punto
di ebollizione troppo alto.
3) Il cloroformio scioglie troppa clorofilla difficile da eliminare poi.L'etere rappresenta quindi il solvente, che pur avendo lo svantaggio
di sciogliere un po' lentamente le sostanze amare contenute nell'erba di
assenzio maggiore, possiede i vantaggi di non sciogliere troppa clorofilla,
né sostanze resinose, e di avere un punto di ebollizione basso.
— 43 —
b'> Difficoltà incontrate
In un primo tempo subito dopo l'estrazione nel soxlet, agitavo l'etere
con l'acqua, senza previa filtrazione su ossido di alluminio.
Questo modo di procedere mi causò grandi difficoltà, poiché tra l'etere
e l'acqua si formava uno strato di emulsione così forte che scomparivasolo dopo lungo tempo e con difficoltà.
Una filtrazione su ossido di alluminio si mostrava utilissima in seguito,
per evitare la formazione di emulsione. Altro accorgimento per evitare
questo inconveniente è quello di mantenere la quantità di etere e di acqua
nell'imbuto agitatore possibilmente sempre nel rapporto 1:1; l'etere che
evapora durante la manipolazione deve quindi essere di nuovo aggiunto.
e) Micrometodo per isolare quantitativamente le sostanze amare conte¬
nute nell'erba di assenzio maggiore
In un soxlet di grandezza adeguata vengono estratti durante circa
un'ora 5 gr. di polvere di erba di assenzio passati al setaccio della Pharm.
Helv. V., (questa durata d'estrazione varia a seconda del grado di ama¬
rezza della droga). La soluzione eterea viene tirata a secco nel vuoto.
Il residuo viene sciolto in ca. 3 mi. di cloroformio e filtrato su una
colonna di ossido di alluminio alta 3 cm. e del diametro di 1 cm. La co¬
lonna viene poi lavata con ca. 40 mi. di cloroformio libero di acqua e il
filtrato viene tirato a secco nel vuoto.
Il residuo si scioglie in 30 mi. di etere, versato in un imbuto agitatoree agitato per sei volte con 30 mi. di acqua distillata. Si distilla la solu¬
zione acquosa nel vuoto in un pallone di Cleisen e il residuo sciolto in
ca. 15 mi. di cloroformio, viene versato quantitativamente in un pallonedi vetro dal collo lungo. Si concentra questa soluzione a ca. 3 mi. e la
si filtra su una colonna di ossido di alluminio alta 1 cm. e del diametro
di 1 cm. per allontanare le ultime traccie di impurità, la stessa viene poilavata con ca. 10 mi. di cloroformio libero di acqua. La soluzione viene
poi tirata a secco, rimane così una polvere bianca molto solubile in clo¬
roformio.
La resa quantitativa di questa polvere bianca è variata nei diversi
campioni da me esaminati tra i 12 e i 40 mgr. Un po' di questa sostanza
sciolta in una goccia di cloroformio e lasciata evaporare su un vetrino da
microscopio mostra due forme di cristalli, aghi e tetraedri.
— 44 —
Controllo dell'estrazione
Poiché ogni residuo, sia l'erba dopo l'estrazione nel soxlet, sia l'ossido
di alluminio dopo essere stato essiccato, sia l'etere dopo l'agitazione ad
esaurimento con l'acqua non lasciavano più gusto amaro, si può accettare
con assoluta certezza che nella polvere bianca ottenuta sono presenti tutte
le sostanze amare contenute neWassenzio maggiore.
d) Cromatografia su carta della polvere bianca ottenuta dall'erba di assen¬
zio maggiore
Tutta la polvere bianca ottenuta da 5 gr. di assenzio maggiore viene
sciolta in 5 cm3 di cloroformio secco.
Per ogni prova si usa 0,1 mi. (misurato con una micropipetta) di
questa soluzione, ciò che corrisponde a 0,1 gr. di droga.
el Reattivo
Oleum 66% (Soluzione di S03 in acido solforico conc.) 1 Voi.
Acido solforico concentrato ca. 99 % 5 Voi.
L'acido solforico concentrato si mescola coll'oleum, poiché questo ha
il potere di legare l'acqua contenuta nell'acido solforico concentrato. Il
reattivo ha il vantaggio di dare macchie con colorazione differenti, e le
stesse osservate sotto la lampada ai vapori di mercurio danno fluorescenze
molto intense.
f) Visibilizzazione delle macchie
Il cromatogramma osservato ai raggi di una lampada ai vapori di
mercurio, non mostra alcuna macchia fluorescente.
Il cromatogramma trattato col reattivo all'acido solforico presenta
quattro macchie: due macchie verdi col valore di Rf rispettivamente di
0,4 e 0,46; una macchia color arancio col valore di Rf 0,6; e una macchia
di un colore rosso che si trasforma subito in un viola molto intenso, col
valore di R( 0,8.
L'intensità della colorazione delle macchie aumenta esponendo il cro¬
matogramma ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio.
Dal Dr. Herout, professore all'università di Praga, ho potuto avere
un centinaio di mgr. di absintina e una quantità altrettanto grande di
anabsintina, isolate nei suoi laboratori. Queste due sostanze con il reattivo
— 45 —
all'acido solforico danno una colorazione rossa che si trasforma poi in un
viola molto intenso. Queste sostanze cromatografate, sia singolarmente che
mescolate tra loro con etere, posseggono lo stesso valore di Rf di 0,8.
Sia l'absintìna che l'anabsintina lasciano gusto amaro ancora in una
diluizione (1 : 10 000000).
Tutta la striscia larga ca. 2 cm. sulla quale è avvenuta la separazionedelle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettino viene
analizzato nel suo gusto.
Dopo questo esame gustativo si giunge alla conclusione che solo la
macchia col valore Rf = 0,8 possiede gusto amaro.
Per isolare questa sostanza con gusto amaro ho ritagliato la zona del
cromatogramma corrispondente al valore Rf = 0,8 per una larghezza di
ca. 3 cm., eluendo poi queste striscie di carta ed evaporandone il solvente.
Dopo una serie di cromatogrammi ho ottenuto 50 mgr. di una polverebianca con gusto estremamente amaro (1 : 10 000 000). Un poco di questa
sostanza sciolta in una goccia di cloroformio e lasciata evaporare su un
vetrino da microscopio cristallizza in bellissimi aghi con un punto di fusio¬
ne di 104°, determinato al blocco sotto il microscopio.Dato che la sostanza amara da me isolata mostra un valore uguale
di Rf e un ugual grado di amarezza che le sostanze amare ricevute dal
Prof. Herout, si può dedurre che essa, molto probabilmente, non è altro
che un miscuglio di absintina anabsintina.
Questo fatto spiegherebbe anche il valore basso del punto di fusione.
g) Considerazioni proprie sul metodo
Questo metodo di estrazione ha il vantaggio di lavorare con una pic¬cola quantità di droga e secondariamente di agire abbastanza rapidamente.
Dopo lo sviluppo del rispettivo cromatogramma, si ha un'idea abba¬
stanza esatta, se si tratta di una droga con un contenuto alto, medio o
basso in sostanza amara.
Un'idea ancora più esatta l'ho ottenuta confrontando le grandezzedelle macchie ottenute colla droga e con una quantità ben determinata di
una soluzione, (absintina più anabsintina nel rapporto 1:1) in cloroformio.
Il metodo da me proposto lavora in modo che a ogni macchia corri¬
sponda 0,1 di droga, così si può calcolare la quantità approssimativa di
sostanza amara contenuta nella droga. Con questo metodo ho analizzato
15 campioni di droghe esistenti nel commercio.
_46 —
Questi risultati, confrontandoli con i risultati ottenuti dagli esami bio¬
logici vennero confermati.
Vale a dire: più la macchia viola di una droga era grande, più il
suo grado di amarezza era alto.
Da calcoli approssimativi, il contenuto in sostanza amara dei diversi
campioni di erba di assenzio maggiore da me esaminati si aggira tra il
0,05 % e il 0,5 %.
Questo metodo è da escludere, almeno per il momento, per gli scopidella Pharm. Helv. VI a causa delle grandi difficoltà di ottenere Fabsin-
tina e l'anabsintina come sostanze campioni.Come vedremo più tardi anche per questa droga adotteremo, data la
sua semplicità, il metodo di determinazione biologico.
— 47 —
PARTE PRIMA
METODO BIOLOGICO
I. Parte teorica
A) Introduzione al metodo biologico
A questo punto ripeto i motivi che ci hanno indotti ad abbandonare
l'idea di una determinazione chimica.
1) In una pianta medicinale contenente più sostanze amare può acca¬
dere che due campioni, pur mostrando un ugual contenuto totale in sostan¬
za amara, possono possedere una differente azione amara.
2) L'azione farmacologica degli amari, secondo le cognizioni odierne,
si basano principalmente sul gusto amaro; perciò sembra, per il momento,
più logico introdurre un metodo fisiologico.
Oggi si fa sempre più larga la tendenza alle determinazioni biologicheo come metodi diretti per la determinazione di sostanze, oppure per con¬
trollare risultati dubbi ottenuti con altri metodi. (Vedi determinazione bio¬
logica della vitamina A (141).
Nella Pharm. Helv. V, compresi i rispettivi supplementi, si trovano
già alcuni metodi per le determinazioni biologiche; per esempio, per la
determinazione delle foglie di digitale (142), per la determinazione della
già citata vitamina A (141), e per la determinazione della vitamina D e
l'azione emolitica delle saponine. Vit. D (143).
Come vedremo più tardi il primo che pubblicò un metodo biologico
per la determinazione degli amari fu Wasicky (30).
Quando avevamo già terminato questo lavoro, siamo venuti a cono¬
scenza di una pubblicazione del Professor Karma, di Helsinki (170), nella
quale egli dice di aver elaborato un metodo biologico per la determinazionf
del grado di amarezza.
Fin'ora questo metodo non è ancora stato introdotto nella Farma¬
copea di nessun stato.
B) Fisiologia del gusto (144)
a) Localizzazione del gusto
La percezione del gusto avviene nelle mucose della lingua dove si
trovano appositi organi di ricezione. Questi organi, che sono situati in
_ 48 —
parti ben determinate della lingua, sono i seguenti:
1) le papille filiformi, che sono le più numerose e sono diffuse su
tutta la superficie della lingua;
2) le papille fungiformi, che sono più rare e si trovano specialmentenella parte anteriore della lingua;
3) le papille circonvallate, che, in numero da sette a dodici sono
allineate a forma di V sulla parte posteriore del dorso della lingua;
4) le papille foliate, che si trovano nella parte posteriore e laterale
della lingua.La sensibilità gustativa è direttamente proporzionale alla densità delle
papille, è perciò grande nei bambini, dove la densità delle papille è
maggiore.L'innervazione della lingua è così distribuita:
i due terzi della parte anteriore della lingua dal nervo linguale; un
terzo della parte posteriore della lingua dal faringioglosso ; e la parte in
fondo alla lingua del nervo vago.
b) Le condizioni affinchè una percezione gustativa avvenga sono:
1) La sostanza che provoca il gusto deve essere solubile in acqua.
2) La sostanza che provoca il gusto deve trovarsi nella concentrazione
minima necessaria.
e) Le digerenti speci di gusto
Si distinguono quattro sorta di
gusto :
1) Salato; 2) Acido; 3) Amaro;
Il Dolce.
Oggi vige l'idea che ai quattro gu¬
sti, corrispondano quattro qualità di
organi ricettori.
La sensibilità per i quattro gusti è
diversa nelle differenti regioni della lin¬
gua. La sensibilità per il dolce si trova
localizzata sulla punta, quella per l'ama¬
ro sul fondo e ai lati posteriori, per il
salato nelle parti anteriori laterali e per
il gusto acido nelle parti laterali.
deloteitòamater
Julia lùvc
_49_
d) Altri fattori che possono influenzare il gusto
Noi possiamo constatare nell'esperienza giornaliera che l'organo del¬
l'odorato può modificare sensibilmente una sensazione gustativa.
Nella lingua sono localizzati altri fattori che possono influenzare una
percezione gustativa, cioè la sensazione del freddo, del caldo e del dolce.
Inoltre esaminando una soluzione di una sostanza amara, per tro¬
varne la concentrazione limite, bisogna fare attenzione che la temperaturadella stessa non sia troppo alta o troppo bassa, altrimenti si otterrebbero
dei risultati falsati.
C) Principali lavori finora reperibili nella bibliografia
Già nel secolo scorso veniva indicato che una droga lascia ancora
gusto amaro in estrazioni acquose di una data concentrazione limite, ma
questa caratteristica non venne mai adoperata per la vera determinazione
quantitativa delle droghe. Ciò dipende in parte dal fatto che la concentra¬
zione limite per l'amaro di una sostanza o droga uguale, differisce molto
da persona a persona, e perfino varia nella stessa persona a seconda della
stanchezza dei nervi gustativi, o dello stato di salute, ecc.
Per evitare sbagli in questo senso, Wasicky, Stern e Zimet (145),
pubblicarono un metodo per la determinazione quantitativa delle sostanze
amare e delle droghe contenenti sostanze amare, rendendo così possibileun giudizio del contenuto in sostanza attiva di diverse droghe amare, e
un altro metodo quantitativo non è ancora stato trovato.
Per ottenere dei risultati da poter confrontare, questi autori, come
per tutte le determinazioni biologiche, hanno introdotto una sostanza cam¬
pione (detta di paragone) con la quale viene determinata la sensibilità
individuale e momentanea.
Come tale sostanza hanno consigliato la brucina, che lascia ancora
gusto amaro in una diluizione tra 1:4 000 000 e 1 : 5 000 000. Come
concentraionze limite e come base di calcolo, hanno scelto il valore
1 : 4 800 000, e per evitare valori troppo grandi hanno introdotto il con¬
cetto di numero di amarezza, che per la brucina stabilirono in 100000.
Per ottenere questo numero dividono la diluizione limite della drogacon quella della soluzione della brucina e moltiplicano il quoziente per
100 000.
— 50 —
Già nel 1931 gli stessi autori (146) esaminarono con lo stesso metodo
alcuni campioni di diverse droghe prelevati da farmacie della città di
Vienna.
Campioni di Herba Absinthii esaminati lasciavano ancora gusto amaro
nelle diluizioni tra 1 : 9 000 e 1 : 10 000; 8 campioni di Herba Centaurii
esaminati lasciavano ancora gusto amaro nelle diluizioni tra 1 : 2 000 e
1 : 3 500; e i campioni di Folium Menyanthidis esaminati lasciavano an¬
cora gusto amaro nelle diluizioni tra 1 : 1 500 e 1 : 9 000.
Per la Radice di Genziana essi esaminarono 25 campioni; 7 di essi
mostravano ancora amarezza nelle diluizioni tra 1 : 10 000 e 1 : 20 000,diversi altri campioni nelle diluizioni tra 1 : 30 000 e : 50 000, e il cam¬
pione più amaro mostrava ancora amarezza nella diluzione 1 : 80 000.
Per il flavedo Aurantii vennero analizzati 12 campioni (di droga) che
mostravano ancora amarezza nelle diluizioni tra 1:1 000 e 1 : 2 000.
Madaus e Schindler (147), determinando il grado di amarezza se¬
condo Wasicky, scrivono che il contenuto in sostanza amara per l'erba di
assenzio raggiunge il suo massimo al principio della fioritura e varia
soltanto di poco durante il periodo vegetativo.
Messmer (120) ha pure eseguito diverse determinazioni di grado di
amarezza di alcuni campioni di radice di genziana; questi lasciavano an¬
cora gusto amaro nelle diluizioni tra 1 : 25 000 e 1 : 60 000.
D) Osservazioni riguardanti la determinazione del grado di amarezza
Esistono dei metodi relativamente complicati per isolare queste .sostan¬
ze, le quali, una volta isolate, si trasformano facilmente.
Abbiamo scartato una determinazione chimica per i seguenti motivi:
1) in una pianta medicinale dove si trovano più sostanze amare,
può accadere che due campioni, pur mostrando un ugual contenuto totale
in sostanza amara, possiedono differente azione amara.
2) L'azione farmacologica degli amari, secondo le cognizioni odier¬
ne, si basano principalmente sul gusto amaro.
Perciò sembra per il momento più logico attuare per la determina¬
zione di queste droghe un metodo fisiologico.
L'introduzione del metodo di Wasicky nella Pharm. Helv. VI sarebbe
— 51 —
stata senz'altro possibile e avrebbe portato senza dubbio un notevole
progresso.
Poiché la sensibilità per il gusto amaro varia da persona a persona
e dipende anche da altre condizioni esterne, si deve prima determinare la
sensibilità di una data persona per una sostanza campione. Come sostanza
campione è stata usata fin'ora la brucina, noi però abbiamo scelto il clo-
ridrato di chinina, poiché questa sostanza si trova già nella Pharm.
Helv. VI.
La concentrazione limite media per l'amarezza di questa sostanza è
di circa 1 : 200 000.
In analogia con le altre determinazioni biologiche non venne adoperatoun semplice numero di amarezza, ma venne introdotta una unità di
amarezza.
Ciò permette una rappresentazione plastica del valore terapeuticodella droga e da dei valori più facili da calcolare.
Basandoci su questa riessione abbiamo proposto d'introdurre il con¬
cetto di unità di amarezza, come misura per l'amarezza delle droghe e delle
loro preparazioni.L'unità di amarezza è stata stabilita convenzionalmente, come pure
tutte le unità biologiche fin'ora esistenti.
Nella definizione la concentrazione deve essere indicata perchè l'azione
amara è oltremodo dipendente da questa, ciò che non è il caso per le
altre unità biologiche.La determinazione, per semplificarla viene eseguita alla temperatura
di 20 gradi.
E) Proposta di un metodo per la determinazione del grado di amarezza
agli scopi della Pharm. Helv. VI
Ecco qui il metodo per la determinazione del grado di amarezza.
Il grado di amarezza delle droghe, nella Pharm. Helv. VI, viene espres¬
so in unità di amarezza.
Definizione di unità di amarezza.
Un'unità di amarezza, per la Pharm. Helv. VI, s'intende l'azione
amara causata da 5 mgr. di cloridrato di chinina, sciolti in 10 mi. di
acqua, alla temperatura di 20 gradi.
— 52 —
a) Prescrizioni generali
Per questa determinazione si deve stabilire la sensibilità della persona
in esame per una soluzione campione di cloridrato di chinina, e l'azione
amara del medicamento o droga. La concentrazione e il modo di prepa¬
razione delle soluzioni originali si trovano nei singoli articoli.
Ogni soluzione deve essere misurata in modo preciso, con palloni di
vetro graduati e con pipette.L'esame gustativo viene eseguito nel seguente modo:
10 mi. della soluzione da esaminare, alla temperatura di 20 gradi,
vengono introdotti nella bocca e mossi durante 30 secondi, in modo spe¬
ciale lungo le parti superiori e laterali del fondo della lingua.Si deve sempre incominciare dalla più piccola concentrazione della
serie da analizzare; la prima concentrazione con gusto amaro, viene rite¬
nuta come concentrazione limite.
Se la soluzione in esame non lascia gusto amaro viene sputata, si
aspetta poi un minuto per vedere se si riceve una sensazione di amaro;
poi si sciacqua la bocca con acqua alla temperatura di 20 gradi.
Dopo aver atteso 10 minuti si passa all'esame della soluzione seguente
più concentrata.
b) Determinazione della sensibilità gustativa
0,100 gr. di cloridrato di chinina vengono sciolti in 100 mi. di acqua
potabile, in un pallone di vetro graduato.2 mi. di questa soluzione vengono diluiti con acqua potabile in un
pallone di vetro graduato di 100 mi.
Di questa soluzione originale vengono preparate in 9 provette le se¬
guenti diluizioni delle quali poi si determina la concentrazione limite.
A 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60 2,70 2,80 2,90
B 7,90 7,80 7,70 7,60 7,50 7,40 7,30 7,20 7,10
C1 1 1
217 000
1 1 1 1 1 1
238 000 227 500 208500 200000 192000 185 000 170 500 172 500
A = Soluzione originale di chinina.
B = mi. di acqua.
C = Concentrazione della chinina; 1 gr. in x mi. di acqua.
— 53 —
e) Determinazione del grado di amarezza della droga o del medicamento
a') Assaggio preliminare
Dalle soluzioni originali descritte nei singoli articoli vengono pre¬
parate le diluizioni seguenti; e delle stesse si determina la concentrazione
limite.
6 7 * * 10
4 3 2 1 o 1
b') Determinazione principale
Tra la concentrazione limite (G) trovata nell'assaggio preliminare e
la concentrazione prossima più piccola, si preparano in cinque provette le
seguenti diluizioni, poi si determina la concentrazione limite.
mi. di soluzione originale ... 1 G-1,00 G-0,75 G-0,50 G-0,25 G
Acqua a mi 10,00 j 10,00 10,00 10,00 | 10,00
La calcolazione delle unità di amarezza avviene secondo la formula
seguente :
A • 200 000 A • 2 000
Unità di amarezza = =
B • 100 B
A = Concentrazione limite per il medicamento da determinare.
B = Concentrazione limite per il cloridrato di chinina.
Per spiegare il metodo diamo qui il seguente esempio:
supponiamo che un campione di radice di genziana lasci ancora
gusto amaro nella diluizione 1 : 45 000, e che la concentrazione limite per
il cloridrato di chinina sia 1 : 180 000.
I valori vengono sostituiti nella formula:
45 000 • 2 000
Numero di unità di amarezza = = 500.
180000
Questo campione di radice di genziana mostra un contenuto di 500
unità di amarezza.
— 54 —
IL Parte sperimentale
Per poter avere un'idea della precisione con cui lavora il metodo bio¬
logico e della sua dispersione percentuale su consiglio del Prof. Dr.
H. Flùck e secondo uno schema proposto dal Prof. Dr. A. Linder, ho se¬
guito i due seguenti esperimenti e i risultati numerici ottenuti li ho fatti
valutare da Quest'ultimo, che ne hd poi calcolato la dispersione percentualedel metodo e altri valori caratteristici, colla collaborazione del suo assi¬
stente ingegnere K. Abt.
A| Principii delle due serie di esperimenti
a) Esperimento primo
Questo esperimento venne eseguito con 11 studenti della Scuola Poli¬
tecnica Federale di Zurigo iscritti all'Istituto di farmacia che gentilmente
si sono prestati e aveva lo scopo di esaminare la dispersione dei valori
con un maggior numero di studenti.
Vennero prese le disposizioni necessarie affinchè le persone in esame
non sapessero cosa gustavano.
L'esperimento consistè nell'esaminare, secondo il metodo generale da
noi proposto, al mattino e al pomeriggio, la sensibilità delle 11 persone in
esame, per una soluzione campione di cloridrato di chinina, di un cam¬
pione di « Herba Absinthii », (droga contenente in più delle sostanze amare
anche olio etereo), di un campione di « Folium Menyanthidis » (droga
contenente soltanto sostanza amara).
Questi due campioni di droghe vennero poi adoperati anche nel secon¬
do esperimento.
b) Esperimento secondo
Questo secondo esperimento venne eseguito con quattro assistenti della
Scuola Politecnica Federale di Zurigo dell'Istituto di farmacia che gentil¬
mente si sono prestati e aveva lo scopo di eseguire la dispersione del me¬
todo su poche persone durante un maggior spazio di tempo:
_ 55 —
Esso consiste nel stabilire, mattino e sera, la sensibilità alle cinque
droghe da studiare di queste quattro persone durante quattro settimane,
in più controllare se l'assuefazione ha un influsso sui risultati di questo
esperimento.
e) Droghe studiate
I cinque campioni sono:
1) Herba Absinthii; 2) Radix Gentianae; 3) Flavedo* Aurantii amari
(queste droghe accanto alle sostanze amare contengono anche olio etereo).
4) Herba Centaurii; 5) Folium Menyanthidis (queste droghe con¬
tengono soltanto sostanza amara).
Per le stesse persone venne poi provata la loro sensibilità per una
soluzione campione di cloridrato di chinina.
B) Risultati
a) Risultati del primo esperimento
Si determina la sensibilità di più persone confrontando i risultati del
mattino e del pomeriggio.
Le serie di numeri indicati rappresentano le concentrazioni limiti
(1 gr. della sostanza amara in un mi. di acqua potabile) che la persona
indicata percepisce come amare.
Vengono poi dati i valori delle unità di amarezza poiché è appunto
in base a queste concentrazioni limiti che abbiamo introdotto l'unità di
amarezza.
— 56 —
Tabella I
Determinazione della concentrazione limite della soluzione campione
di cloridrato di chinina.
Persona in esame mattino pomeriggio
Signorina A 200 000 192 000
» B 217 000 217 000
Signor C 208 500 208 500
» D 208500 208 500
Signorina E 200000 200 000
» F 208 500 208 500
» G 200 000 200 000
Signor H 200 000 200000
Signor I 200 000 200 000
» L 185000 185 000
Signorina M 208 000 208000
Tabella II
Herba Absinthii (droga che contiene anche olio etereo)
Persona in esame mattino pomeriggio
Signorina A 50000 45 250
» B 55000 58 750
Signor C 50 000 50 000
» D 41500 43 500
Signorina E 41500 41500
» F 43 500 45 250
» G 43 500 45 250
Signor H 41500 41500
» I 41500 41500
» L 45 250 43 500
Signorina M 50000 51000
— 57 —
Tabella HI
Folium Menyanthidis (droga che contiene soltanto sostanza amara)
Persona in esame mattino pomeriggio
Signorina A 33.300 33 300
» B 50000 50 000
Signor C 33 300 33 300
» D 20000 20000
Signorina E 20 000 20000
» F 22 200 22 200
» G 28 500 25 000
Signor H 22 200 25 000
» I 22 200 25 000
» L 28 500 25 000
Signorina M 33 300 33 300
b) Risultati del secondo esperimento
Dispersione dei valori delle concentrazioni limite durante un più lungo
spazio di tempo, per quattro persone, confrontando i risultati del mattino
e del pomeriggio.
Tabella IV
Determinazione della concentrazione limite della soluzione campione
di cloridrato di chinina
Persona in esame mattino pomeriggio
Signor S
» R
» B
» F
208 500
200000
200 000
200000
208500
200000
200 000
200 000
Delerminazione delle concentrazioni limiti per le cinque droghe in esame
— 58 —
I) Settimana
1. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
2. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
3. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
4. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
5. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
Herba Absinthii
mattino pomeriggio
50000 50000
41500 40 000
38 000 38000
52 500 52 500
Folium Menyanthidismattino pomeriggio
33 300 28500
25 000 25 000
20000 20 000
33 300 33 300
Herba Centaurii
mattino pomeriggio
22 200 25 500
16 650 18 000
12 500 12 500
20000 22 200
Radix Gentianae
mattino | pomeriggio
22 200 25 000
20 000 25 000
16500 18 000
20 000 22200
Flavedo Aurantii amari
mattino | pomeriggio
2 000 2000
2000 2000
1250 1250
2000 2000
— 59 —
II) Settimana
1. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
2. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
3. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
4. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
5. Giorno
Persona in esame
Signor S
» R
» B
» F
Folium Menyanthidismattino pomeriggio
40 000 40 000
20 000 22 200
20 000 20000
33 300 33 300
Radix Gentianae
mattino pomeriggio
28500 28 500
20000 20 000
16650 16 650
22 200 22200
Fìavedo Aurantii amari
mattino pomeriggio
2000
2 000
1650
2000
2000
2000
1800
2000
Herba Absinthii
mattino pomeriggio
52 500 52 500
41500 41500
41500 41500
52 500 52 500
Herba Centaurii
mattino pomeriggio
25 000
20 000
20000
25000
25 000
20000
20000
25000
60 —
Settimana
1. Giorno
Persona in esame
Herba Centaurii
mattino pomeriggio
Signor S
» R
» B
» F
25 000
20 000
16 650
25 000
25000
20 000
16 650
25 000
2. Giorno
Persona in esame
Herba Absinthii
mattino pomeriggio
Signor S
» R
» B
» F
52 500
50000
41500
52 500
52 500
47 500
40 000
52 500
3. Giorno Radix Gentianae
Persona in esame mattino pomeriggio
Signor S 25 500 25 500
» R 22 200 22 200
» B 16650 16 650
» F 25 500 25 500
4. Giorno
Persona in esame
FoUum Menyanthidismattino pomeriggio
Signor S
» R
» B
» F
40 000
20 000
18 000
40 000
40000
20 000
18 000
40 000
5. Giorno
Persona in esame
Flavedo Au
mattino
rantìi amari
pomeriggio
Signor S
» R
» B
» F
2 220
2 000
1650
2000
2220
2000
1650
2000
— 61 —
C) Considerazioni sui risultati dei due esperimenti
a) Primo esperimento
Osservando a prima vista questi risultati, si nota subito che tra i
valori del mattino e del pomeriggio, praticamente non esiste alcuna dif¬
ferenza, e ciò venne confermato dall'elaborazione statistica.
Se con i risultati del primo esperimento si vuole calcolare e stabilire
la differenza di sensibilità delle 11 persone, per le due droghe e per la
chinina, vale a dire ciò che è dato meglio dal coefficiente di variazione
g
( = 100 •—= 100 • la deviazione standard diviso per il valore medio),
si osserva che esso è più piccolo per la chinina (ca. 4,5 %), più grande
per la droga contenente olio etereo (ca. 11 %), e ancora più grande per
la droga contenente soltanto sostanza amara (31%).
Tabella I
1) Droga con olio etereo
(Herba Absinthii)mattino
pomeriggio ....
2) Droga con solo sostanza
amara
(Folium Menyanthidis)mattino
pomeriggio ....
3) Soluzione di chinina
mattino
pomeriggio ....
mattino
pomeriggio ....
Numero
dei valori
(persone)
11
11
11
11
11
11
15
15
Valore m
medio x
45 750
46 091
Deviazione
standard
4 716
5 276
Rapporto100- s
28 500 8916
28373 8 743
203 273 8278
201 091 9905
205 233 8009
203 633 9 646
10.3 %14.4 %
31,3 %
30,8 fc
4,07 %4,93 %
3,90 %4,74 %
Osservazioni alla tabella
A questi risultati delle dispersioni si deve far notare, che essi si basano
soltanto su due determinazioni per ogni persona. Come vedremo più tardi,
— 62 —
dopo un dato numero di determinazioni, si acquista una certa assuefazione
cosi che i valori delle dispersioni diventano sensibilmente più piccoli.
b) Secondo esperimento
Anche in questo esperimento si osserva che tra i valori dei risultati
del mattino e quelli del dopopranzo, praticamente non esiste una differenza.
Calcolo della dispersione parziale
Per questo calcolo non si procede coi valori dei risultati delle dilui¬
zioni, ma coi loro logaritmi.Per esempio la droga A (H. Centaurii) per la persona S, al posto dei
valori,
22 200 e 25 000
si calcola coi valori, 135 e 140.
A questi valori si arriva procedendo nel seguente modo:
al posto di 22 200 e 25 000 si prende la millesima
parte 22,2 e 25 si estrae poi il logaritmoottenendo 1,35 e 1,40 questi valori si moltiplicano per 100 e si
arriva cosi a
135 e 140
Questa trasformazione serve, prima di tutto, a rendere i valori delle
dispersioni quasi uguali, e secondo per avere dei numeri non troppo grandi.Con questi valori si calcola poi la dispersione parziale. (Con la somma
dei valori del mattino e del pomeriggio).I risultati sono dati dalla tabella seguente.
Tabella II
La dispersione parziale per i logaritmi nel secondo esperimento
DroghePersone
Settimane
D. P.
D. W.
P. W.
D. P. W.
Somma
Grado di
libertà
4
3
3
12
12
9
36
79
Somme dei
quadrati
737525,817 350,9
680,93 680,6
498,6645,2
1843,8762225,8
Media dei valori
dei quadrati S2
148381,45 738,6
227,0306,741,5571,6951,217
154 818,157
— 63 —
Da questa tabella si osserva che una gran parte della dispersione cade
sulla differenza tra le droghe.Nella tabella seguente sono dati i valori medi per le singole droghe:
il valore più alto si constata per l'« Herba Absinthii », al secondo posto
troviamo il « Folium Menyanthidis », seguono poi l'« Herba Centaurii »
e la « Radix Gentianae » e a grande distanza il « Flavedo aurantii amari ».
Tabella HI
Valori medi dei logaritmi per il secondo esperimento
Droga Valore medio Persona Valore medio Settimana Valore medio
A 132,2 S 128,3 1 118,2B 132,8 R 117,6 2 121,4C 166,9 B 110,2 3 121,8D 143,6 F 126,9 4 121,4E 28,1
Tabella IV
A B C D E
s 139,6 140,6 171,5 157,1 32,5R 129,8 130,2 163,5 134,4 30,0B 121,0 123,5 160,8 127,0 18,5F 138,4 136,9 172,0 156,0 31,2
Inoltre si osserva che, se si fa eccezione per A e B, i valori medi
differiscono in modo evidente.
Si osserva anche che i valori medi per le persone F e S sono quasi
uguali, e che per le persone R e B differiscono (vedi tabella IV).
Se si vuol esaminare la differenza tra i singoli valori medi, bisognaservirsi dei quadrati dei valori medi dell'azione reciproca (D P) tra droghee persone, e calcolare la più piccola differenza esistente, nel nostro caso
con la formula:
il0,05 ' S
do,05-
In cui to.os rappresenta la zona di sicurezza della distribuzione t, col
corrispondente grado di libertà.
— 64 —
s =. la radice del corrispondente quadrato del valore medio.
N = il numero dei valori, dai quali venne calcolato il valore medio.
d0,05 rappresenta la più piccola differenza significativa.Per quel che riguarda l'influsso del continuo ripetersi delle determi¬
nazioni, dai valori medi si osserva nettamente l'influsso dell'assuefaizone,
poiché dopo la prima settimana questi valori rimangono per così dire
costanti.
Questo si lascia stabilire per mezzo della dispersione parziale.
Tabella V
DispersioneGrado di
libertà
Somma dei
quadrati
Valore medio
dei quadrati
Tra 1 e (2 + 3 + 4)Tra 2, 3 e 4
Nell'insieme tra le settimane
1
2
3
666,7
14,2
680,9
666,77,1
La più gran parte della dispersione cade sulla differenza la prima e
le ultime tre settimane, mentre nel cerchio di queste tre ultime la diffe¬
renza è minima. Infatti è necessaria una certa pratica, per imparare dove
la sensazione di amarezza sulla lingua viene percepita.
D) Dispersione del metodo per la determinazione delle sostanze amare ( 148)
La dispersione del metodo che determina le sostanze amare, viene cal¬
colata con i logaritmi dei valori delle unità di amarezza dati dalla formula
A
E = 2 000 •— .Si procede quindi alla trasformazione della formula
B
come segue:
log E = log 2 000 + log A — log B
Log. A è il logaritmo della concentrazione limite della droga da deter¬
minare, mentre log B è il logaritmo della concentrazione limite della
chinina.
Viene data una trasformazione logaritmica perchè si tratta di valori
di concentrazione limite, che sono valori minimi il cui logaritmo è distri
buito normalmente.
La dispersione del metodo, nel primo esperimento, viene calcolata coi
valori delle concentrazioni limiti trovate per le due droghe sulle 11 persone.
La dispersione del metodo, nel secondo esperimento, viene calcolata
— 65 —
coi valori delle concentrazioni limiti trovate nelle ultime tre settimane, al
mattino e al pomeriggio sulle quattro persone.
Nel primo esperimento per il calcolo della dispersione sono a dispo¬
sizione 11 valori x = log. E (perchè viene calcolato col valore medio tra
mattino e pomeriggio).Nel secondo esperimento, per il calcolo della dispersione del metodo
sono a disposizione 3 • 4 • 2 — 24 valori x = log E.
3 settimane, 4 persone, 2 volte al giorno (mattino e pomeriggio).
I valori medi per le singole droghe sono dati dalla formula:
S Xi S log. E
x = r= dove N = 24 rispettivamente = 11.
N N
La dispersione si calcola colla formula:
s = v -Nl-i s Ul — x)a
Intervallo in cui il 95 % di tutte le determinazioni x = log E di una
droga si troverebbero è dato da:
x + sto.os» dove t0,05, « distribuzione Student » st,
con n = N-l (=23 rispettivamente =10) significa grado di tolleranza.
L'intervallo, nel quale in 95 °/c di tutti i casi oppure in 19 su 20 casi
di determinazioni per una droga, eseguite a catena e alle stesse condizioni,
si troverebbe il valore medio x delle misurazioni singole N, è dato:
to,or>X + s
V N
Se si passa agli antilogaritmi, dunque alle unità di amarezza propria¬
mente detti, si ha così :
Antilog x = M = unità di amarezza media della droga esami¬
nata e per le zone limiti (« o » = sopra e
« u » = sotto).
Antilog (x -f sto.os) = L„ = Unità di amarezza, che in 2,5 % di tutte le
singole determinazioni viene sorpassato.
Antilog (x — st0,05) = L„ = Unità di amarezza, che in 2,5 % di tutte le
singole determinazioni viene sorpassata nel
senso negativo.
— 66 —
_
st0,05
Antilog (x -| ) = 10 = Unità di amarezza, che in 2,5 % di tutte le
V N determinazioni a catena di un coefficiente N
per una droga viene sorpassata dalla sua unità
di amarezza media.
_
Sto,05
Antilog (x ) = lu = Unità di amarezza, che in 2,5% di tutte le
V N determinazioni a catena di un coefficiente N
per una droga viene sorpassata dalla sua unità
di amarezza media in senso negativo.
Gli intervalli del 95 % diventano con ciò :
L0 — Lu = R = Intervallo in cui si troverebbe il 95 % di tutte
le singole determinazioni del grado di ama¬
rezza per la droga.
10 —1„ = r = Intervallo in cui si troverebbe l'unità di ama¬
rezza M per una droga, nell'ambito del 95 Jcdi tutte le determinazioni a catena di un
coefficiente N.
L'intervallo di dispersione r da lu fino a lo intorno a M, dà una misura
per la dispersione del metodo, se si presume che come unità di amarezza
data (da darsi), viene presa la sua unità di amarezza media.
Poiché a causa della ritrasformazione del logaritmo in antilogaritmo,l'intervallo non si trova più simmetricamente intorno a M, si deve parlaredi una dispersione percentuale di sopra e di una dispersione percentuale
di sotto, tutte e due calcolate da M, in cui la percentuale di sopra è sempre
più grande.
1„ —M
100 = Divergenza sopra l'unità di amarezza media M
M in 47,5 % di tutte le determinazioni di M, in
rapporto a M stesso in percento.
lo —M
P„ = • 100 = Divergenza sotto l'unità di amarezza media M
M in 47,5 % di tutte le determinazioni di M, in
rapporto a M stesso in percento.
— 67 -
E) Considerazioni sul metodo e conclusione
Dai risultati dei calcoli statistici, si riceve una buona impressione
generale sul metodo.
Questa buona impressione è poi confermata dal calcolo delle diver¬
genze percentuali.lo — M M —1„
p„ =—
• 100 e pu = 100
M M
a) Risultati del primo esperimento
H. Absinthii FI. Menyanthidis
Po
Pu
+ 5,4 %
-5,1%
+ 19,0 %
—16,0 %
b) Risultati per il secondo esperimento
Herba
Centaurii
Herba
Absinthii
Radix
Gentianae
Folium
Menyanthidis
Flavedo auran-
tii amari
Po
p»
+ 6,7 %— 6,3%
+ 4,6 %
-4,5%
+ 7,4 %— 6,9%
+ 15,7 %
—13,6 %
+ 4,8 %
-4,8%
Da questi risultati si vede subito che i valori p0 e pu per la droga
« Folium Menyanthidis » differiscono da tutti gli altri valori p0 e pu delle
altre droghe, mentre essi differiscono poco tra di loro.
Da notare che nei due esperimenti per l'« Herba Absinthii » e per il
« Folium Menyanthidis » ho sempre adoperato la stessa droga; i valori p0
e pu per queste due droghe sono migliori per il secondo esperimento a
causa della maggior assuefazione delle persone in esame.
Conclusione
Da questi risultati si può dedurre che, il metodo biologico può essere
introdotto per la determinazione delle sostanze amare da noi tratte, nella
Pharm. Helv. VI.
F) Risultati dì diverse determinazioni delle unità di amarezza da me
eseguite, con alcuni campioni delle cinque droghe trattate.
Do qui le concentrazioni limiti (espresse) in mi. di acqua potabile
delle droghe in gr., che la persona indicata percepisce ancora come amare
— 68 —
e le rispettive unità di amarezza calcolate secondo la formula:
E = 2 000 • A/B.
a) Herha Absinthii
a') Risultati con la droga secca
Raccolto 1954
1. Campione:2. »
3. »
4. »
5. »
6. »
7. »
« ss
Firma
Siegfried
Dixa
»
SulgerBohnyLehner-Sueur
Provenienza
JugoslaviaPolonia
Vallese
Ungheria
Vallese
Diluizione
limite
80 000
22 000
13 000
9 200
16400
35 000
65 600
58 400
52 500
Unità di
amarezza
dopo 1 anno
800
220
130
92
164
350
656
584
525
800
220
130
92
164
350
640
560
500
Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione
limite
unità di
amarezza
1. Campione: Dixa Vallese 52 500 520
2. » Bohny Ungheria 54 000 540
3. » Bohny Vallese 57 000 570
4. » Sulger » 32 500 325
5. » Prof. Tucakov Jugoslavia 100 000 1000
6. » Brit. Drug H. Ungheria 66 000 660
b"| Risultato con la droga fresca essicata da noi a temperatura d'ambiente
La droga è stata raccolta nel giardino botanico dell'istituto di farma¬
cia della scuola politecnica federale di 2!urigo.
Unità di amarezza
Foglie 4- fiori ca. (1 : 1)
FoglieFiori
440
520
335
— 69 —
b) Radix Gentianae
a') Risultati con la droga secca
Raccolto 1954
Un campione della firma Siegfried provenienza sconosciuta: dilui¬
zione limite 22 000, unità di amarezza 220.
Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione
limite
Unità di
amarezza
1. Campione:2. »
3. »
4. »
5. »
6. »
BohnyDixa
Siegfried»
Brit. Drug H.
Prof. Tucakov
Francia
»
»
»
»
32 200
82 500
10 600
33 400
13 200
68600
322
825
106
334
132
686
b't Risultato cori una droga fresca essicata da noi a 60°
La droga è stata raccolta nell'Oberland Bernese sui monti di Brienz:
diluizione limite 42 400; unità di amarezza 424.
e) Flavedo Aurantii amari
a') Risultati con la droga secca
Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione
limite
Unità di
amarezza
1. Campione:2. »
3. »
4. »
SiegfriedDixa
BohnyBrit. Drug H.
Spagna»
»
3 300
1600
1000
2 500
33
10
16
25
d) Herba Centaurii
a') Risultato con la droga secca
Raccolto 1954
Un campione della Firma Siegfried, provenienza sconosciuta: dilui¬
zione limite 8 000, unità di amarezza 80.
— 70 —
Raccolto 1955 Firma Provenienza DiluizioneUnità di
amarezza
1. Campione: Siegfried Algeria 6 600 66
2. » Dixa Nordafrica 20 000 200
3. » Bohny Francia 14 000 140
4. » Brit. Drug H. Belgio 12 000 125
5. » Prof. Tucakov Francia 41000 415
e) Folium Menyanthidis
a'I Risultato con la droga secca
Raccolto 1954
Un campione della firma Siegfried provenienza sconosciuta: dilui¬
zione limite 8 000, unità di amarezza 80.
Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione
limite
Unità di
amarezza
1. Campione:2. »
3. »
4. »
SiegfriedDixa
BohnyBrit. Drug H.
Polonia
BulgariaUngheriaBelgio
12 500
33 200
43100
8 000
125
332
431
80
Proposta delle esigenze minime per la Pharm. Helv. VI
Per quel che concerne le unità di amarezza minime che la Pharm.
Helv. VI dovrebbe esigere, per ogni sìngola droga in base ai risultati
reperibili nella bibliografia e ai risultati da me ottenuti, propongo:
Unità di amarezza minime
Herba Absinthii 400
Radix Gentianae 300
Folium Menyanthidis 200
Herba Centaurii 150
Flavedo Aurantii amari 20
— 71 —
PARTE SECONDA
I. Determinazione dell'olio essenziale nell'erba di assenzio, nella
scorza di arancio amaro, e nella radice di genziana.
A) Scelta del metodo
Fluck e Hegnauer (149) e più tardi Schirm (150) dimostrarono,
che non esiste un metodo assoluto per la determinazione del vero contenuto
di olio essenziale nelle droghe, poiché da una parte la definizione degliolii essenziali in se stessa, e dall'altra parte la quantità e la costituzione
degli olii variano secondo il metodo di determinazione. Di conseguenza
tutti i metodi per la determinazione degli olii eterei, sia volumetrici che
gravimetrici, sono convenzionali.
Flìjck e Hoffmann hanno definito gli olii essenziali come segue:
« Sono sostanze volatili di origine vegetale, oleose, con odore molto forteche in generale si formano e vengono immagazzinati in appositi organi di
secrezione ».
Per la loro determinazione quantitativa vengono attualmente usati in
generale due metodi:
a) Metodo volumetrico
Il metodo volumetrico presenta diversi vantaggi: è semplice, non ado¬
pera troppo tempo, e specialmente nella forma modificata da Flìjck,
Hegnauer e Hofmann (149) e destinato per la Pharm. Helv. VI fornisce
risultati ben riproducibili. Inoltre permette di analizzare i costituenti del¬
l'olio etereo dopo la determinazione dell'olio totale.
b) Metodo ossidimetrico
Il metodo ossidimetrico, che ha il vantaggio di adoperare una quan¬
tità relativamente piccola di droga, è stato studiato da Zach-ScHENKER (151)
e modificato dopo lunghi anni di prove da Fluck e collaboratori (152).
L'ossidazione con KoCro07/H2S04 avviene sotto pressione in un tubo
di vetro a pareti solide.
— 72 —
cj Metodo gravimetrico
Si procede nello stesso modo come per il metodo volumetrico. Si di¬
stilla la droga con vapore acqueo, il distillato si estrae con etere di petrolio,
pentano, o altri solventi lipofili a punto d'ebollizione basso; si evapora
quest'ultimo e il residuo si pesa.
// metodo volumetrico
Questo metodo che verrà introdotto nella Pharm. Helv. VI, determina
la quantità dell'olio etereo che distilla con il vapore acqueo; il volume
viene letto in un tubo di vetro finemente calibrato.
Perchè anche la parte dell'olio essenziale solubile nell'acqua venga
determinata, si deve fare in modo che una quantità non troppo grandedi acqua venga a trovarsi nel sistema. Ciò viene raggiunto, riconducendo
continuamente l'acqua, dopo l'avvenuta separazione dell'olio, nel pallonedistillatore (149).
Un apparecchio che lavora secondo questo principio, fu descritto a
suo tempo da Clevenger (153) e fu poi adoperato da molti studiosi con
piccole modifiche. (Vedi anche Heeger (154), Panzer (155) e l'apparec¬chio distillatore dell'U. S. P. XIV).
Anche l'apparecchio contenuto nella Farmacopea britannica 1948 (nel¬
l'edizione 1953 rimase immutato), è costruito secondo questo principio.
L'apparecchio modificato da Fluck e HuFFMANN, per la sua intro¬
duzione nella Pharm. Helv. VI, possiede un refrigerante a forma di fungo.Il processo di distillazione avviene in un sistema chiuso che può essere
adoperato, sia per la determinazione del contenuto dell'acqua, come per il
contenuto in olio etereo nelle droghe. E' fabbricato con un vetro speciale
resistente al calore, presenta un grande vantaggio per la sua semplicità di
uso e facilità di pulizia.Una volta che la distillazione è iniziata e regolata continua senza
bisogno di un assiduo controllo.
Il sistema refrigerante a forma di fungo si adatta molto bene.
Secondo Bauer (156) il refrigerante a forma di fungo deve terminare
a punta, in maniera però che la stessa venga a trovarsi vicino alla parete;
così che i vapori condensati scendano lungo di essa evitando la formazione
di gocce troppo grosse che potrebbero otturare la microburetta.
Come mezzo di misurazione serve una buretta di precisione del con¬
tenuto di 1,5 mi., suddivisa in 0,01 mi.
— 73 —
il tubo di vetro del diametro di 1 cm. che sale dal pallone distillatore
fino alla camera refrigerante è rivestito con una corda di amianto per
isolarlo dall'ambiente.
Per la separazione dell'olio etereo dall'acqua, si usa tubo di vetro del
contenuto totale di 3 mi., suddiviso in 0,05 mi. Un tubo trasversale obliquodel diametro di 7 mm. mette in comunicazione il punto di congiuntura tra
le due burette e il tubo di vetro che sale e permette il riflusso dell'acquanel pallone di distillazione.
e) Modo di esecuzione della determinazione
Si pesa nel pallone di vetro una quantità di droga (deve corrispon¬dere a ca. 0,3 mi. di olio essenziale), che viene poi mescolata con una
quantità di acqua da cinque a dieci volte superiore.Si chiude il rubinetto, si riempiono con acqua le due burette fino a
che l'acqua esca attraverso il tubo trasversale nel pallone di distillazione, e
si mette il refrigerante.Si riscalda poi lentamente (ca. 20 minuti) fino a che la prima goccia
cada dal refrigerante, dopo la temperatura viene regolata in modo che la
distillazione continui adagio.Il tempo di durata della distillazione varia da droga a droga.Trascorso il tempo prescritto, per lavare dal refrigerante le eventuali
gocce che fossero rimaste attaccate alla parete, si chiude l'acqua del refri¬
gerante e si continua la distillazione durante ca. 5 minuti.
Dopo che l'olio si è ben separato, si lascia uscire l'acqua finché lo
stesso venga a trovarsi nella microburetta. Trascorsi ca. 5 minuti si legge
poi il volume dell'olio essenziale.
IL Determinazione dell'olio essenziale nell'assenzio maggiore.
A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia
I primi lavori sulla determinazione dell'olio essenziale nell'assenzio
maggiore risalgono a Charabot e Laloue (157). La pianta venne semi¬
nata nel principio della primavera del 1904, il ripianto delle stesse venne
effettuato il 31 maggio del 1904.
II raccolto avvenne in quattro stadi ben determinati del periodo ve¬
getativo.
— 74 —
Risultati
Data della raccoltaContenuto in olio etereo
della droga totale
1. Stadio 26 settembre 1904 -
prima della fioritura 0,1 %
2. Stadio 10 luglio 1905 -
principio della fioritura 0,2 %
3. Stadio 4 agosto 1905
sul finire della fioritura 0,12 f<
4. Stadio 2 settembre 1905 -
dopo la fioritura 0,14 %
Osservazioni
Da questi risultati si constata un contenuto massimo in olio essen¬
ziale durante la fioritura.
Per la determinazione quantitativa si sottopose la pianta alla distil¬
lazione con vapore acqueo, il distillato venne poi estratto con etere di pe¬
trolio, e dopo la separazione in un imbuto agitatore, il solvente fu eva¬
porato e il residuo pesato.
E. RabAK (158) dopo lunghi anni di studi e ricerche intorno all'olio
essenziale contenuto nell'assenzio, rende noto che la pianta « Artemisia
absinthium » fu coltivata ad Arlington nella Virginia sempre nelle stesse
condizioni; venne sottoposta alla distillazione con vapore acqueo, in parteallo stato fresco e in parte allo stato secco. Il distillato venne poi estratto
con etere, e dopo l'evaporazione del solvente il residuo venne pesato.Secondo le condizioni climatiche, la resa in olio della pianta era di anno
in anno differente e tra gli anni 1907 e 1919 oscillò tra il 0,12 % e
il 0,24 %.Poche precipitazioni assieme ad elevata temperatura e molte ore di
sole favoriscono l'aumento della resa in olio etereo. L'olio etereo ottenuto
dalla droga essiccata era molto più oscuro da quello ottenuto dalla drogafresca. Al tempo della fioritura la pianta possiede il maggior contenuto in
olio etereo.
M. FlÒSCH (159) scrive che il contenuto in olio etereo dell'Artemisia
absinthium coltivata in Ungheria oscilla tra il 0^2 % e il 0,47 %. L'autore
non indica il metodo con cui ha determinato l'olio etereo.
0. Soboleskaja (160) scrive che l'assenzio coltivato a Saratowa
( Russia) possiede un contenuto in olio etereo che oscilla tra il 0,2 % e
il 0,56 %. L'autore non indica il suo metodo.
Ester de Camargo Fouseca (161) ha trovato che il contenuto in
olio etereo delle foglie dell'artemisia che cresce nel Brasile, varia colle
stagioni e coll'età delle foglie stesse.
Due campioni di foglie giovani raccolte in novembre e determinate di
fresco, mostravano un contenuto in olio etereo rispettivamente del 0,34 %e del 0,38 %, mentre un'altro campione raccolto in luglio e determinato di
fresco mostrava un contenuto del 0,41 %. Gli stessi campioni determinati
di fresco mostravano dopo piena crescita un contenuto rispettivamente del
0,15%, del 0,20% e del 0,38%.
La percentuale delle foglie secche varia da 0,098% fino a 0,3 %>.L'autore scrive poi che per gli scopi della farmacopea del Brasile
l'erba di assenzio maggiore dovrebbe avere un contenuto minimo del
0,20 %. La determinazione dell'olio etereo venne effettuata col metodo gra¬
vimetrico.
In un suo recente lavoro inviato al Prof. Fluck (e che mi fu conse¬
gnato), St. BiJCHNER, rende noto che l'assenzio maggiore da lui coltivato
in Polonia, mostrava un contenuto massimo in olio essenziale nei principidella fioritura. Per le sue determinazioni ha usato il metodo gravimetricodeterminando la droga costituita dalle foglie e dalle sommità fiorite. Rife¬
risce anche che il magazzinaggio durante un anno in condizioni normali
non provoca una diminuzione dell'olio etereo nella droga.
La tabella seguente espone i risultati delle determinazioni eseguite
dall'autore nei differenti stadi del periodo vegetativo.
Anno 1950
Data della raccolta
7.VI.
7.VII.
7.VIII
7.IX.
7.X.
Stadio di sviluppodella pianta
Prima della fioritura
Gemme
Durante la fioritura
Sul finire della fioritura
Dopo la fioritura
Contenuto in
olio essenziale
0,62 %0,68 %0,51 %0,47 %0,13 %
— 76 —
minuti
in
dishiiazione
della
Durata
80
1165
150
135
20
II
I1
105
90
75
0
11
16
i*5
30
15
II
I
10—
20—
30—
i»0—
SO
60-
TO—
BO¬
90—
400
°/o
distillale totale etereo dell'olio Percentuale
maggiore
.assenzio
dipo
lver
izza
lae
secca
droga
dalla
etereo
dell'olio
distillazione
dell
adurata
della
Curva
B) Lavori propri
a) Considerazioni generali
L'olio etereo contenuto nell'erba di assenzio maggiore si trova per la
maggior parte rinchiuso nelle ghiandole epidermriche, e in piccole quan¬
tità in speciali ghiandole oleifere interne. Le droghe secche seguenti ven¬
nero comperate già polverizzate e passate al setaccio IV della Pharm.
Helv. V.
b) Quantità della droga da adoperare per la determinazione
Dato il contenuto relativamente basso dell'olio etereo nell'assenzio, bi¬
sogna adoperare una abbastanza grande quantità di droga. Per ogni deter¬
minazione ho sempre preso 100 gr. di polvere di erba di assenzio che
pesavo nell'apposito pallone di vetro del contenuto di 1 lt., e dopo l'ag¬
giunta di ca. 500 mi. di acqua, sottoponevo alla distillazione.
e) Durata della distillazione
La durata totale della distillazione per una quantità di 100 gr. di erba
secca di assenzio maggiore è di ca. 3 ore.
Nella tabella seguente annoto le percentuali di olio totale distillato
nelle singole frazioni di tempo.
Singole frazioni Percentuale dell'olio totale
di tempo in minuti distillato
15 60
30 75
60 84
90 90
150 98
180 100
Durante la prima mezz'ora distilla il 60 % dell'olio totale; questa
prima frazione è di un color bruno, le seguenti sono poi di un verde
molto intenso.
Se però l'erba di assenzio è abbastanza fresca, se si tratta cioè di una
buona droga del commercio, distilla subito un olio di un colore verde, che
dopo alcune ore assume una colorazione di un blu intenso, dovuta a for-
_ 78 —
inazione di azulene. Col tempo però perde questo colore assieme alla sua
fluidità, trasformandosi in una massa bruna e resinosa.
Osservazione: Alla fine della distillazione, per lavare dal refrigerante
piccole quantità di olio etereo semisolide che sono rimaste attaccate alla
parete, è molto importante chiudere l'acqua del refrigerante e lasciare che
la distillazione continui ancora per ca. 5 minuti.
di Risultati per il raccolto 1954
Contenuto in
Contenuto in olio essenziale
Enumerazione dei campioni olio essenziale determinato
in % un anno dopoin %
1) Siegfried: provenienza Jugoslavia . 0,24 0,242) Siegfried: provenienza Polonia 0,42 0,413) Siegfried: provenienza Vallese 0,25 0,234) Siegfried: provenienza Ungheria . 0,1 0,15) Dixa: provenienza Ungheria . 0,19 0,186) Dixa: provenienza Vallese 0,15 0,157) Sulger: provenienza Vallese
. 0,3 0,38) Bohny: provenienza Vallese
. 0,33 0,329) Lehner e Sueur: provenienza Val-
0,25 0,24
10) British Drug Houses: provenienza non
0,15 determinato
(*) Le droge vennero conservate in sacchetti di carta bruna, rinchiusi,
in luogo scuro (un armadio), alla temperatura tra i 18 e i 20 gradi.
e) Risultati per il raccolto 1955
Enumerazione dei campioni
1) Dixa: provenienza Vallese.
2) Bohny: provenienza Ungheria3) Bohny: provenienza Vallese
4) Sulger: provenienza Vallese.
5) Prof. Tucakov: provenienza Jugoslavia
Contenuto in olio
essenziale in %
0,42
0,32
0,35
0,260,45
— 79 —
f) Ricerche su un campione di erba di assenzio maggiore raccolto di
fresco.
Dal giardino botanico dell'istituto di farmacia della scuola politecnicafederale di Zurigo, al principio della fioritura (mese di luglio) si raccolse
ca. 1,5 kg. di erba fresca di assenzio maggiore.L'essiccamento avvenne all'ombra a una temperatura di ca. 25° durante
una settimana e subito dopo se ne determinò il contenuto.
Risultati
Parti determinateContenuto
essenziale i
d'olio
n %
Droga totale
Sole foglie .
( fiori + foglie + stelo) 0,781,02
0,98
0,15Solo steli
Osservazioni
E' da notare che la distillazione degli olii essenziali è avvenuta in un
tempo molto più breve, che non per gli altri campioni di erba secca di
assenzio maggiore, e dopo un'ora praticamente tutto l'olio era distillato.
Altro particolare degno di rilievo: l'olio distillato dalle foglie è inco¬
lore e limpidissimo, mentre quello distillato dai fiori pur essendo limpidoè di un colore bruno scuro.
Le due qualità di olio possedevano lo stesso odore e lo stesso indice
di rifrazione.
Questi due olii, conservati durante una settimana, non hanno mostrato
la colorazione blu osservata già in altri campioni di olii ottenuti da droghein commercio.
g) Osservazioni e conclusioni
Dai risultati reperibili nella letteratura e da quelli da me ottenuti si
può concludere:
1) L'assenzio maggiore dovrebbe mostrare un contenuto minimo del
0,2 % - 0,3 % in olio essenziale.
2) Il magazzinaggio di un anno, alle condizioni già accennate, non
ha praticamente alcun influsso sul contenuto quantitativo in olio etereo.
— 80 —
3) Olio essenziale ottenuto da una droga fresca distilla molto più
rapidamente, e si presenta molto più fluido e di un colore più uniforme,
che non quello distillato da una droga immagazzinata da più di un anno.
III. Determinazione dell'olio essenziale nella radice di genziana
A) Lavori fin ora reperibili nella bibliografia
I primi brevi accenni reperibili nella bibliografia che trattano l'olio
essenziale contenuto nella radice di genziana appartengono agli autori
Burmann (162) e Redgrove (163).
Kroeber (164) scrive: sottoponendo la radice di genziana alla distil¬
lazione con vapore acqueo, si ottiene uà olio che odora fortemente di
genziana.
Più tardi Brack (84) si occupò della composizione chimica di questo
olio. Egli scrive che da 2150 kg. di radice di genziana ottenne 193 gr. di
olio, vale a dire il 0,009 %.
Messmer (120) nella sua dissertazione espose il risultato delle deter¬
minazioni quantitative, col metodo ossidimetrico, di alcuni campioni di
radice di genziana.II contenuto medio di questi campioni è di circa 0,045%.
B) Lavori propri
a) Scelta del metodo di determinazione.
Essendo il contenuto della radice di genziana veramente minimo, avrei
dovuto far ricorso a un micrometodo.
Per esempio quello ossidimetrico secondo Zach-Schenker (151). Dato
che il metodo volumetrico verrà introdotto nella Pharm. Helv. V ho cer¬
cato di adattarlo anche per la radice di genziana.
b) Quantità da adoperare per ogni determinazione
L'adattamento del metodo volumetrico avviene in due maniere.
a') Prendendo una quantità di droga bastante affinchè distilli olio
a sufficienza per consentire una lettura esatta nella microburetta.
La quantità necessaria per questo scopo è di 300 gr. di radice di gen¬
ziana, ma questo adattamento presenta lo svantaggio che la distillazione
deve avvenire in due volte, perchè 300 gr. di radice di genziana in polvere
— 81 —
più l'acqua necessaria non hanno posto nel pallone distillatore da 1 lt.
6') Si distillano, come al solito, 100 gr. di radice di genziana. L'olio
distillato si scioglie in pentano normale, e si versa in un imbuto separa¬
tore. Dopo la separazione dall'acqua, la soluzione in pentano si versa in
una capsula di vetro esattamente tarata.
Si lascia poi evaporare il pentano, si mette la capsula per due ore
nell'essiccatore, e si pesa calcolando poi la percentuale in peso.
e) Durata della distillazione
La durata della distillazione è di quattro ore.
La velocità della distillazione la si può accelerare adoperando una
soluzione quasi satura di cloruro di sodio, che si prepara in precedenza,diluendola poi con un po' d'acqua.
d) Risultati
Enumerazione dei campioni Contenuto in olio etereo
metodo volu¬
metrico in %
metodo gravi¬metrico in %
Raccolto 1954
1) Siegfried: provenienza Francia
2) Siegfried: provenienza Francia
3) British Drug Houses: provenienza
Raccolto 1955
1) Dixa: provenienza Francia
2) Dixa: provenienza Francia
3) Bohny: provenienza Francia.
0,04
0,03
0,045
0,050,035
0,042
0,042
0,033
0.048
0,050,038
0,042
Osservazioni. - Come si vede i risultati percentuali dei due metodi
sono pressoché identici.
Altri risultati
I seguenti sono i risultati, non ancora pubblicati, di due campioni di
provenienza svizzera, col metodo gravimetrico, determinati alla scuola poli¬tecnica federale di Zurigo, istituto di farmacia.
— 82 —
1) Campione dell'anno 1951 mostrava un contenuto in olio etereo
del 0,052 %.
2) Campione dell'anno 1952 mostrava un contenuto in olio etereo
del 0,058 %.
IV. Determinazione dell'olio essenziale nella scorza di arancio
amaro
A) Lavori fin ora reperibili nella bibliografia
Dati reperibili nella bibliografia sul contenuto in olio essenziale della
scorza di arancio amaro sono scarsi.
Nella « Schimmel Bericht » (165) del 1907 si legge che ad Amani
dalla distillazione della scorza di arancio anlaro, si ottenne una resa
deU'1,4 %.
Nella stessa rivista del 1908 (166) si trova che dalla scorza di arancio
amaro del Monzambico si ottenne una resa dell'8,9 % in olio etereo. I
metodi con cui le determinazioni sono avvenute non sono stati indicati.
Steiner (167) ha pubblicato più tardi un lavoro molto interessante.
Distillando con acqua scorza di arancio amaro a pezzettini di ca. 4 mm2,
si accorse che la quantità di olio distillata era minima. Provò poi a distil¬
lare invece che con acqua con 0,1 n di acido cloridrico, la quantità di olio
era di ca. 4 volte superiore a quella ottenuta distillando con sola acqua.
Distillando la stessa scorza dopo averla polverizzata, ottenne la stessa
quantità di olio come dalla distillazione dei pezzetti con 0,1 n di acido
cloridrico.
Questo fenomeno trova secondo Steiner (167) la spiegazione seguente:
L'olio etereo si trova rinchiuso in appositi organi di secrezione, glan-dule oleifere, che sono attorniate da molta pectina. Questa, che impedisceall'olio di distillare, può essere smossa meccanicamente col polverizzarela droga o chimicamente per mezzo dell'acido cloridrico, facilitando così
la distillazione dell'olio etereo.
L'autore pubblica poi tutta una serie di determinazioni quantitativedell'olio etereo in diversi campioni di scorza fresca di arancio dolce.
Il contenuto minimo di questi campioni è del 0,7 %, il contenuto mas¬
simo è del 7%, e il contenuto medio del 2%.
— 83 —
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distillato totale etereo dell'olio Percentuale
— n —
B) Lavori propri.
a) Quantità di droga da adoperare per ogni determinazione.
Dato il contenuto piuttosto elevato 10 gr. bastano per una determi¬
nazione.
Si pesano quindi 10 gr. di scorza polverizzata in un pallone di vetro
del contenuto di 250 gr., si aggiunge l'acqua necessaria e si procede alla
distillazione.
b) Durata della distillazione
Per una normale distillazione si devono calcolare due ore.
Singole frazioni Percentuale dell'olio
di tempo in minuti totale distillato
15 70
30 85
60 95
90 98
120 100
Dopo 120 minuti la droga non lascia più alcun odore e anche con¬
tinuando la distillazione la resa in. olio etereo è nulla; da ciò si può de¬
durre che la distillazione è terminata.
Ho eseguito lo stesso controllo per l'erba di assenzio.
e) Risultati
I campioni delle droghe mi vennero forniti in parte già polverizzati
e in parte concisi.
— 85 —
Enumerazione dei campioni
Contenuto in olio
essenziale delle
droghe in polveredistillate con
acqua in %
Contenuto in olio
essenziale delle
droghe concise in %
distillate
con HC1 0,1
distillate
con acqua
Raccolta 1954
1) British Drug Houses *
provenienza Spagna
Raccolta 1955
2) Bohnyprovenienza Spagna
*
3) Dixa
provenienza Spagna4) Siegfried
provenienza Spagna5) Siegfried
provenienza Spagna6) Raccolta delle droghe del¬
l'istituto di farmacia della
scuola politecnica federale
di Zurigo (Museo)*
3,2**
1.7*
1,5
2,4
2,0
1.8*
3,4
1,8
1,9
0,9
0,4
0,5
*
Campioni di droghe concisi.
** La piccola differenza nel contenuto è dovuta certamente all'olio essen¬
ziale andato perso durante l'operazione di polverizzare la droga.
Osservazioni
Se la determinazione dell'olio essenziale della scorza di arancio amaro
si esegue colla droga polverizzata, allora basta distillare con acqua; ma
se lo si determina dalla droga a pezzettini, bisogna distillare con acido
cloridrico 0,1 n.
Conclusione generaleConsiderati i risultati reperibili nella bibliografia e quelli da me otte¬
nuti, che sono sempre il valore medio di almeno tre determinazioni, credo
che per la Pharm. Helv. VI il contenuto minimo in olio essenziale delle
seguenti tre droghe si potrebbe stabilire come segue:
Herba Absinthii 0,25 %.
Radix Gentianae 0,04 %.
Flavedo Aurantii amari 2,0 %.
— 86 —
RIASSUNTO
I. Parte Generale
1) Una vista d'assieme delle principali piante medicinali contenenti
sostanze amare e delle sostanze amare che esse contengono (amari) viene
riassunta in una tabella.
Segue una descrizione generale delle proprietà chimiche, farmacolo¬
giche, terapeutiche e altre caratteristiche degli amari.
2) La descrizione delle 5 droghe da studiarsi, « Herba Absinthii »,
« Radix Gentianae », « Flavedo Aurantii amari», «Herba Centaurii »,
« Folium Menyanthidis », viene trattata, dandone la definizione, le proprie¬tà chimiche e farmacologiche.
II. Parte Speciale
1) Vi vengono descritti gli esperimenti cromatografici sulle 5 drogheda studiarsi, sfruttando, come mezzo di ricerca della posizione delle so¬
stanze amare sul cromatogramma, la proprietà di questi di dare delle mac¬
chie fluorescenti, se esposti ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio;
poi sono esaminati i gusti delle sostanze amare e in più vengono usati
alcuni reattivi già esistenti nella bibliografia.
2) Per la radice di genziana è stata isolata la genziopicrina dalla droga
fresca, ottenendo una resa del 0,05 fc.Confrontando i cromatogrammi ottenuti con questa droga, si osserva
che quello ottenuto dalla radice secca di genziana presenta delle macchie
molto più fluorescenti, se esposto ai raggi di una lampada ai vapori di
mercurio, che non quello ottenuto dalla radice fresca di genziana; inoltre
che le tre reazioni (alla benzidina, al naftoresorcinolo e al cloruro di tetra-
zolio) eseguite su di essi per rendere visibile la genziopicrina, sono molto
più chiare sui cromatogrammi ottenuti dalla radice fresca di genziana che
non per quelli ottenuti dalla radice secca di genziana.
3) Per quel che riguarda l'erba di assenzio, è data la descrizione di
un micrometodo per isolare quantitativamente le sostanze amare in essa
contenute e la loro determinazione quantitativa per mezzo della cromato¬
grafia su carta.
— 87 —
III. Parte Prima
1) In questa parte viene trattato il metodo biologico per la determi¬
nazione delle sostanze amare.
Al metodo biologico di Wasicky vengono apportate alcune modifiche;
per esempio, come unità di misura per il grado di amarezza viene intro¬
dotta l'unità di amarezza, e come sostanza campione, viene introdotto il
cloridrato di chinina.
2) Il calcolo della dispersione del metodo biologico viene eseguito coi
risultati di due esperimenti.
Il primo esperimento, che ha lo scopo di esaminare la dispersione dei
valori con un numero di 11 studenti, ha dato i seguenti risultati:
Per la droga « Herba Absinthii » : p0 = -j- 5,4 % e pM = — 5,1 fc
Per la droga « Folium Menyantidis » : p0 = + 19,0 % ep, = —16,0 %
H secondo esperimento, che ha lo scopo di esaminare la dispersionedel metodo su poche persone (4), però durante un maggior spazio di tem¬
po, ha dato i seguenti risultati:
Per la droga « Herba Absinthii » : p» = + 4,6 % ep, = — 4,5 fr
Per la droga « Radix Gentianae » : p„ = -f- 7,4 % e pu = — 6,9 %
Per la droga « Flavedo Aurant. ani. » : p0 = + 4,8 % ep, = — 4,8 %
Per la droga « Herba Centaurii » : p0 = -f- 6,7 % e pu =— 6,3 °/c
Per la droga « Fol. Menyanthidis » : p0 = + 1^,7 % e pM = —13,6 %
3) I risultati delle determinazioni biologiche e i risultati dei calcoli
vengono discussi. Viene fatto rimarcare l'influsso dell'assuefazione che una
persona acquista dopo un po' di tempo.
In base a questi risultati si propone che questo metodo venga intro¬
dotto nella Pharm. Helv. VI.
4) Seguono poi i risultati delle determinazioni del grado di amarezza
di una serie di campioni delle 5 droghe trattate sulla base di questi risul¬
tati, e di quelli trovati nella bibliografia; e viene proposto un contenuto
minimo espresso in unità di amarezza, che queste droghe dovrebbero avere
per gli scopi della Pharm. Helv. VI.
— 88 —
IV. Parte Seconda
1) Viene trattata la determinazione dell'olio essenziale nell'« Herba
Absinthii», nella «Radix Gentianae» e nel «Flavedo Àurantii amari».
Le determinazioni vengono eseguile col metodo volumetrico, si stabi¬
lisce la quantità di materiale da prendere per ogni determinazione indi¬
candone la durata (dati che variano da droga a droga).
2) I risultati delle determinazioni dei diversi campioni delle tre droghe
sopra citate vengono discussi.
Per PHerba Absinthii è stato studiato l'influsso del magazzinaggio.In base ai risultati ottenuti e a quelli trovati nella bibliografia, viene
proposto che il contenuto minimo in olio essenziale che la Pharm. Helv. VI
dovrebbe esigere venga stabilito come segue:
Per l'« Herba Absinthii » 0,25 %.
Per la «Radix Gentianae» 0,04%.
Per il «Flavedo Àurantii amari» 2,0%.
— 89 —
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170) Karma H.: Farmaseuttinen Aikakauslehti., 6, (1956).
Queste tre ultime pubblicazioni sono apparse quando io avevo già terminato il mio
lavoro di tesi.
N.B. - La maggior parte delle citazioni bibliografiche fino al numero 70 ca. le ho
prese dal lavoro di Korte, Arch. Parm., 286, 257 (1953).
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Curriculum iritae
— Sono nato il 1° agosto 1926 a Muralto da Eugenio Biag-gini e Teresa Gianolini.
— Ho frequentato il ginnasio e il liceo al collegio Papio in
Ascona.
— Nell'estate del 1947 ho conseguito la maturità federale
a Locamo, e nell'ottobre dello stesso anno, ho iniziato glistudi di farmacia alla Scuola Politecnica Federale di Zu¬
rigo, che ho frequentato durante tre semestri.
— Ho poi assolto i tre semestri di pratica obbligatoria a
Locamo e a Zurigo, e l'anno obbligatorio d'assistenza a
Nyon.
— Dopo altri quattro semestri ho conseguito il diploma come
farmacista alla Scuola Politecnica Federale di Zurigo.— Dal novembre del 1953 ho lavorato come assistente della
commissione federale della farmacopea (sotto-commissione
droghe) all'Istituto di farmacia, della Scuola Politecnica
Federale, dove ho svolto questo mio lavoro di tesi.