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Anno XII - n. 12 - Dicembre 2011 Periodico di ALLEANZA SPORTIVA ITALIANA 150° Anniversario dell’Unità d’Italia il calcio apre alla tecnologia ALLEGRINI, la regina del badminton UN POPOLO DI MARATONETI Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. con in L. 27-02-2004 n. 46) art. I comma I D.C.B.

il calcio apre alla tecnologia - ASI Nazionale - PRIMATO... · 2017-09-20 · 150° Anniversario dell’Unità d’Italia il calcio apre alla tecnologia ... la regina del badminton

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Anno XII - n. 12 - Dicembre 2011Periodico di AlleAnzA SPortIvA ItAlIAnA

150° Anniversario dell’Unità d’Italia

il calcio apre alla tecnologia

Allegrini, la regina del badminton

Un popolo di mArAtoneti

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DICEMBRE 2011 primato

sommario

L’editoriale di Claudio Barbaro

Il calcio apre alla tecnologiadi Francesco Nuccioni

Un popolo di maratonetidi Gianluca Montebelli

Sport e solidarietàdi Chiara Mastrorilli de Angelis

Va in soffitta 90° minutodi Elena Viola

Agnese Allegrini, la regina del badmintondi Federico Pasquali

Quei pugni dedicati a Carlos Durandi Maurizio Massari

Consegnati i premi “Fabrizio Levati” 2011di Paolo Signorelli

A Federica Boella il premio “Donna ASI dell’anno”di Paolo Signorelli

1 Km da correre... sul postodi Luisa Santiloni

Difendiamoci con il Core Combativesdi Paolo Signorelli

Tuttonotizie

Asi Organizza

Attività Asi

Salva il piattodi Graziano Tonelli

Controcopertina di Umberto SIlvestri

348

12141822252728303232343536

editore Claudio Barbaro

direttore Gianluca Montebelli

coordinamento Achille Sette, Sandro Giorgi

in redazione

Paolo Signorelli

hanno collaboratoChiara Mastrolilli de Angelis,

Francesco Nuccioni,Federico Pasquali, Luisa Santiloni,

Umberto Silvestri, Graziano Tonelli, Elena Viola.

Le rubriche di Mondo Asi sono state curate da Paolo Signorelli

e Maurizio Massari

direzione e amministrazioneVia della Colonna Antonina, 41

00186 Romatel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazioneS&M Associati - Roma

stampaStamperia Lampo - Roma

chiuso in redazione il 11/01/2012

Periodico di Alleanza Sportiva Italiana

Anno XII - n. 12 DICEMBRE 2011Reg.ne Trib. Roma n. 634/97

Iscr. al Registro Nazionale della Stampa

numero p.7650

22

ABRUZZOVia Milano 2 - 64025 PINETO (TE)[email protected] Garibaldi 154 - 89100 REGGIO [email protected] Residence ParkVille - 81100 CASERTA338 8416182 [email protected] 169/a - 40134 BOLOGNA051 430462 [email protected] GIULIAPiazzaleAtletiAzzurri d’Italia 1 - 34100TRIESTE040 3758289 [email protected] Carbonaro 6 - 03100 FROSINONE0775 859085 [email protected] del Piano 6/5 - 16139 GENOVA010 883414 [email protected] Mario Pagano 4 - 20143 MILANO02 67482799 [email protected] R. Bartoli 1 - 60033 CHIARAVALLE (AN)MOLISEVia Einaudi 25 - 86100 CAMPOBASSO320 0713488 [email protected]

PIEMONTEVia R.Martorelli 86 - 10155TORINO011 2673156 [email protected] C. Baffi 15 - 71100 FOGGIA333 2626745 [email protected] San Giovanni 394 - 09100 CAGLIARI070 842725 [email protected] Dott.Nicolosi 4 - 95029VIAGRANDE (CT)095 7890768 [email protected] 79 - 57022 CASTAGNETO CARDUCCI (LI)0565 070466 [email protected] ALTO ADIGEVia Glorenza 80/a/1 - 39100 BOLZANO0471 539394 [email protected] del Borghetto 24/b - 06126 PERUGIA075 5011463 [email protected] D’AOSTAC.so Padre Lorenzo 49 - 11100AOSTA0165 42301 [email protected] della Stazione 7 - 35131 PADOVA049 8766994 [email protected]

SEDI REGIONALI

Con ASI lo sport è per tuttiAsi è presente anche nella tua regione 2011, Anno

DI gRAnDI CAMBIAMEntI

3

DICEMBRE 2011 primato

3

dell’immagine Asi attraverso

il nuovo sito web più dinamico

e fruibile e la nuova edizione

di Primato sempre più atten-

ta alle attività territoriali; un

sistema di affiliazione e tesse-

ramento rapido ed efficiente e

il rafforzamento dello spirito

associativo attraverso un sem-

pre più costante coinvolgi-

mento dei tesserati. A quanto

già realizzato, poi, dovrà segui-

re l’espansione delle altre aree

che compongono l’offerta Asi,

la promozione culturale, am-

bientale e sociale, destinate

a rappresentare, insieme alla

più centrale promozione spor-

tiva, l’elemento in più per Asi.

Passi decisivi, diciamolo, per

rispondere anche ad un’accre-

sciuta offerta da parte delle

altre importanti realtà della

galassia Eps, che non si basa

soltanto – è bene sottolinear-

lo – sulla convenienza di ac-

cesso in termini economici,

ma si orienta sempre di più

alla qualità ed all’unicità della

proposta. Tale competizione,

pertanto, deve rappresentare

un ulteriore elemento di mo-

tivazione e impegno, finalizza-

to tanto a migliorarci quanto

a distinguerci nel panorama

sportivo, facendo di sì che la

risposta alla domanda: perché

scegliere Asi, possa ampliarsi

sempre di più.

EDIT

ORI

ALE

Come di consue-to, anche per il 2011, lo spa-

zio da cui ogni mese mi riservo

di analizzare le problematiche

e le questioni più centrali della

vita sportiva e associativa del

nostro Paese, sarà dedicato a

conclusione di questo anno a

riflessioni, per così dire, più fa-

miliari. E con questo, natural-

mente, mi riferisco alla nostra

famiglia: Alleanza Sportiva

Italiana. Non a caso utilizzo

un termine di tale significato

e non a caso intendo dedicare

queste righe a noi stessi ed a

ciò che Asi è e potrà essere in

futuro. Al di la del rituale bilan-

cio di fine anno, infatti, tutti

noi sappiamo che i mesi tra-

scorsi sono stati duri, difficili

e soprattutto caratterizzati da

forti cambiamenti per la vita

dell’ente. Un anno in cui, forse

per la prima volta nella storia

di Asi, tutti noi – dai dirigenti

nazionali e periferici ai singoli

tesserati – siamo stati coinvol-

ti da un processo di cambia-

mento che non è certamente

concluso, ma che ha già dato

importanti e sostanziali ri-

sposte. Com’era necessario

d’altronde dopo un periodo di

crescita entusiasmante che

ci ha consentito di estendere

la nostra presenza su tutto il

territorio nazionale (e persino

estero), Asi è stata posta su un

binario di consolidamento e

di nuovo e auspicato sviluppo,

che ci ha richiamato innanzi-

tutto alle ragioni principali che

animano questo sodalizio che

affonda le sue radici molto più

lontano del 1994: la passione

di Claudio Barbaro

2011, Anno DI gRAnDI

CAMBIAMEntI In un mOmEnTO DIffIcILE pER IL pAEsE L’AsI hA gETTATO LE bAsI pER un DuRATuRO cOnsOLIDAmEnTO E svILuppO su TuTTO IL TERRITORIO.

per lo sport e una promozione

autenticamente associativa.

Elementi, questi, che hanno

da sempre costituito il valore

aggiunto per Alleanza Spor-

tiva Italiana, la cui maggiore

forza è stata e speriamo possa

continuare ad essere l’unione

al suo interno e il rapporto, per

l’appunto familiare, che tutti

respirano avvicinandosi a noi.

Ed è grazie anche a questo spi-

rito se le novità introdotte non

hanno determinato neanche i

contraccolpi più scontati, in un

processo di innovazione come

quello che stiamo conoscendo.

Un nuovo corso che è iniziato

dal cuore dell’ente, i sui Comi-

tati, attraverso l’introduzione

di un sistema di affiliazione e

tesseramento che nonostante

le numerose modifiche opera-

tive, è stato immediatamente

accolto e assorbito, consen-

tendoci di allinearci tempesti-

vamente ai processi di control-

lo e monitoraggio richiesti dal

Coni. Ma soprattutto perché

consci degli sforzi che i no-

stri rappresentanti compio-

no ogni giorno sul territorio,

i cambiamenti introdotti li

conducono ancor più al centro

del progetto di sviluppo, le cui

leve saranno essenzialmente:

un’accresciuta e qualificata

offerta sportiva attraverso i

Settori nazionali; il restyling

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Il calcioapre allatecnologia

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sEpp bLATTER, IL gRAnDE cApO DEL fOOTbALL mOnDIALE, hA

ApERTO ALLA pOssIbILITà DI

DOTARE LE pORTE DI TELEcAmERE pER RIsOLvERE,

fInALmEnTE, IL pRObLEmA

DEL “gOL-fAnTAsmA”. L’usO

vERRà ATTIvATO uffIcIALmEnTE DAI mOnDIALI DEL 2014.

DICEMBRE 2011 primato

5

di Francesco Nuccioni Dicono che quan-do uno ha i capelli grigi in testa, cominci ad

usare più cervello. A Sepp

Blatter probabilmente è ac-

caduto questo. A settacinque

anni compiuti, l’inamovibile

Gran Mogol della Fifa ha de-

ciso di aprire uno spiraglio

tecnologico al calcio. “Use-

remo la tecnologia con-

tro i gol fantasma

– ha detto Blat-

ter - abbiamo a

disposizione

due sistemi

di telecame-

re che sono

in grado di

garantirci ciò

che cerchia-

mo da anni:

affidabilità, immediatezza e

semplicità di utilizzo. L’ uso

delle telecamere sulla linea di

porta verrà adottata al Mon-

diale 2014 in Brasile”. Roba da

non crederci. Dopo decenni

di battaglie, di grandi appelli

di biscardiana memoria, di

gol an- nullati,

di mondiali persi, l’organi-

smo che controlla e decide il

da farsi sulle sorti del calcio

mondiale, per bocca del suo

capo più intransigente, dice

un piccolo sì ad un aiuto per il

lavoro dell’arbitro. Finalmen-

te, aggiungiamo noi. Lo sport

più seguito del Pianeta, più

amato e dibattuto, era uno

degli ultimi a fare a meno del

progresso tecnologico. Tennis,

basket, volley, tanto per citare

alcune tra le altre discipline,

da anni hanno il supporto

tecnico. Nel tennis, ad esem-

pio, il giudice di linea ha un

microchip che gli permette di

sapere se la pallina ha sfiora-

to o meno la rete. Nel calcio

no, nulla di simile. Lampard,

ai Mondiali del 2010, si è vi-

sto annullare una rete grande

come una casa perchè l’arbi-

tro e i guardalinee preposti

(c’era anche quello di linea,

come nelle gare di Cham-

pions....) non erano riusciti a

vedere che la palla, dopo aver

picchiato contro la traversa,

era ricaduta almeno 60 centi-

metri oltre la linea della por-

ta. Niente rete e, come capita

spesso in questi momenti

della vita, per contrap-

passo, l’Inghilterra

subisce gol dal-

la Germania,

squadra che

poi alla fine

dell’incontro

vince e l’eli-

mina dalla

competizio-

ne. Ora, tutto

questo dovrà

appartenere al

passato. Usiamo

il futuro, perchè si

parla di attuazione

tecnologica del gol-non-

gol nel 2014 e solo nel Mon-

diale. Ma accontentiamoci,

per il momento.

Di parere favorevole è la

nostra Federazione, che già

da anni, in via sperimentale,

aveva cominciato ad aprirsi

ai sistemi tecnologici. “Sia-

mo dalla parte di chi ritiene

che alcune aree debbano es-

sere oggetto di innovazione

tecnologica». Giancarlo Abe-

te, presidente della Figc, ha

commentato così le parole di

Blatter, favorevole all’utilizzo

della tecnologia contro i gol

fantasma ai Mondiali di Bra-

sile 2014. “Da anni in Italia

portiamo avanti la sperimen-

tazione con l’Udinese e il Cnr,

sottoponendola all’attenzion

della Fifa- ha continuato Abe-

te - ma anche gli arbitri di

porta hanno ricevuto il nostro

appoggio producendo buoni

risultati nelle competizioni

66

europee. Insomma, quelli di

Blatter e di Platini (presidente

della Uefa, ndr) sono filosofie

diverse. La prima predilige

la tecnologia e la seconda la

persona. Credo che serva il

giusto equilibrio tra le due

posizioni: detto questo, sono

due realtà incomparabili per-

chè gli arbitri di porta fanno

anche valutazioni di altro

genere”. Bisogna ricordare

che la Figc ha firmato il rin-

novo della convenzione con

il Cnr, avviata ormai dal 2006

e prolungata fino al 30 giu-

gno 2012 con possibilità di

ulteriori proroghe. Inoltre la

Federazione italiana è sem-

pre stata favorevole all’uso

della tecnologia per il “gol

non gol”. Nel febbraio scorso

è stato fatto un esperimento

sul campo, sia in orari diurni

che notturni, relativamen-

te alla proposta Cnr-Figc-

Udinese proprio su questo

fronte. Il sistema intelligente

a supporto degli arbitri, ela-

borato dall’Issia – Cnr di Bari

e sperimentato da tempo allo

Stadio “Friuli” con la collabo-

razione dell’Udinese Calcio,

grazie alla disponibilità del

Presidente Giampaolo Pozzo,

è stato sviluppato su tre ver-

santi: la rilevazione del gol

fantasma, quella del fuorigio-

co e il monitoraggio di eventi

nell’area di rigore, aspetto

questo ancora in fase iniziale.

Il sistema è concettualmente

semplice: rinunciando a si-

stemi invasivi (onde elettro-

magnetiche), si è optato per

telecamere poste sulle tribu-

ne che seguono la gara (2 per

porta per il gol/non gol, 3 sui

due lati lunghi per il fuorigio-

co), rilevando eventi ad alta

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velocità (120 Km/h), ed un

server che acquisisce, visua-

lizza, memorizza ed elabora

in tempo reale le immagini,

tra le 200 e le 500 al secon-

do. La componente percetti-

va e decisionale è costituita

da un software sviluppato

dall’Issia (algoritmi innova-

tivi nel campo della visione

artificiale) che determina la

decisione e trasmette un se-

gnale all’arbitro, attore princi-

pale, cui compete comunque

in via esclusiva la decisione

finale sull’evento accaduto. Il

sistema intelligente del Cnr

permette, inoltre, di poter ri-

levare anche la situazione del

fuorigioco, considerato che

per il gol/non gol l’impianto

deve seguire solo il pallone in

movimento, mentre per l’of-

fside vanno seguiti 25 attori

tra calciatori e terna arbitra-

le oltre al pallone, dovendo

poi recepire le indicazioni sul

fuorigioco attivo o passivo.

Insomma, qualcosa da noi si

era mosso prima che l’inamo-

vibile Blatter alzasse il pollice.

Soddisfazione grande an-

che fra gli addetti ai lavori.

“Hanno aspettato che facessi

il pensionato per introdurre

questa innovazione – dice

sorridendo Carlo Mazzone –

questo andava fatto anni fa.

Almeno ora non ci saranno

più discussioni e sarà tutto

più pulito. Mi dispiace per

chi non aspetta altro che

questi casi per creare climi

ostili. Con le telecamere, tut-

to finirà. Anche se situazioni

di gol-non-gol non è che poi

ne accadano molte durante

una stagione. Poi qui si parla

per adesso solo del Mondiale

2014, vedrai prima che arrivi

in un campionato. Se il cal-

cio perde l’ultima ancopra di

la Federazione

italiana è favorevole

all’utilizzo dei

mezzi elettronici.

la prima

sperimentazione

è iniziata già nel

febbraio scorso.

77

romanticismo? No, affatto

perchè la situazione tecno-

logica è ristretta ad una sola

situazione e poi chi va allo

stadio per tifare in maniera

sana è già di romantico da

sè”. Contento anche l’ex cen-

travanti dell’Inter e della na-

zionale Roberto Boninsegna,

il mitico “Bonimba”. “Pre-

messo che Blatter dovrebbe

andarsene in pensione, era

ora che arrivasse la tecnolo-

gia. Così non si dà più adito

a sospetti di combine. Certo

sarà lunga per un’attuazio-

ne a largo raggio ma intanto

cominciamo con i Mondiali,

poi scenderemo”. Parole con-

fortanti vengono anche da

Moreno Roggi, ex difensore

della Fiorentina. “Giudico po-

sitiva questa apertura. Non si

faranno più ingiustizie. Ingiu-

stizie che non sono malevole

ma dettate dalla velocità del-

le azioni. La malafede credo

c’entri molto poco. Le teleca-

mere aiuteranno a prendere

una decisione giusta, a cui

nessuno poi può protestare.

Allargare però il sistema tec-

nologico ad altre situazioni

mi sembra azzardato. La figu-

ra dell’arbitro deve rimanere

autorevole e presente. Cioè,

le decisioni di un dubbio de-

vono essere prese da un per-

sona non da un macchina.

Comunque, ritengo impor-

tantissima questa svolta. La

Germania, nel 1966, ci perse

una finale per un gol-non-

gol”. Per chi non se lo ricorda

bene, Roggi si riferisce alla

finale del Mondiale del 1966,

giocato in Inghilterra. Erano

di fronte Inghilterra e Ger-

mania: i 90’ regolamentari

erano finiti 2-2 e durante il

primo tempo supplementare

l’attaccante inglese Urst la-

sciò partire un tiro che sbattè

contro la traversa e rimbalzo

sulla linea di porta prima di

tornare in campo. Le riprese

televisive dimostrarono che

la palla aveva battuto sul-

la linea e non aveva, come

richiesto dal regolamento,

superato completamente la

linea di porta. L’arbitro non

vide bene l’azione e si affidò

al suo guardalinee, che disse

di convalidare il gol: 3-2. Te-

deschi demoralizzati, inglesi

che nei minuti finali segnano

il quarto gol. Coppa del Mon-

do Oltremanica.

Quello era il passato. Il fu-

turo (Brasile 2014) ci dirà se

sarà veramente remoto e non

ripetibile l’episodio di Wem-

bley ‘66. Il presente ci dice,

invece, che dovremo ancora

fare scorta di Maalox la do-

menica e gli altri giorni co-

mandati al calcio.

DICEMBRE 2011 primato

88

L’In

chIE

sTA

Un popolo di

9

DICEMBRE 2011 primato

9

il mondo della corsa su strada non

conosce crisi ne ostacoli. In

Italia, nonostante inique ga-

belle Federali, gli strali degli

automobilisti che mal sop-

portano la chiusura delle vie

cittadine, la saturazione dei

calendari, le gare sono in au-

mento ed in aumento sono i

partecipanti. Un proliferare

su tutto il territorio nazio-

nale di corse di 5, 10, chilo-

metri, competitive non, di

mezze maratone e maratone

che vedono al via un popolo

di atleti della domenica, di

amatori che, con impegno

e grande dedizione fanno

della corsa il proprio hobby,

quasi in esclusiva. Quel che

sorprende è che il popolo dei

podisti, in gran parte non è

“di primo pelo”. C’è chi, stan-

co della partitella a calcetto

o a tennis, o voglioso di dare

lo stop alla incipiente pingue-

dine, mette le scarpette e via

comincia a macinar chilome-

tri fino ad arrivare a correre

una maratona. Tutti possono

correre, è la cosa più semplice

di Gianluca Montebelli

IL mOnDO DELLE cORsE

su sTRADE nOn cOnOscE

cRIsI. In AumEnTO LE gARE ED I pRATIcAnTI,

sOpRATTuTTO fRA gLI Ex

sEDEnTARI.

del mondo oltre ad essere la

più economica basta volerlo,

essere determinati e attenti

a non scoppiare, per lo meno

all’inizio. L’obiettivo o il sogno

di molti è quello di arrivare ad

avere nelle gambe i fatidici 42

chilometri, magari per attra-

versare con orgoglio le strade

di Roma o per presentarsi al

nastro di partenza della Ma-

ratona delle Maratone, quella

di New York. Ed in molti ci rie-

scono. Nell’ultima edizione, ad

onta della crisi, nella Grande

Mela si sono presentati circa

3700 italiani decisi ad andar

via con la fatidica medaglia

al collo, quella che si conqui-

sta completando il percorso,

da sfoggiare con gli amici, da

appendere in bacheca. Molto

spesso si innesca un mecca-

nismo che porta un over 30 a

cambiare radicalmente le pro-

prie abitudini e a dedicare ore

ed ore all’allenamento. Una

recentissima inchiesta della

rivista specializzata “La Corsa”

diretta da Walter Brambilla,

uno dei più autorevoli testi

legati al mondo dei podisti

che proprio quest’anno ha fe-

steggiato i 30 anni di vita, ha

detto che il maggior numero

di podisti, circa il 34%, si alle-

na tre volte alla settimana, il

28 quattro volte alla settima-

na. Seguono con percentuali

oscillanti fra l’8% ed il 9% fra

quelli chi si allenano una o

due volte alla settimana, ma

c’è anche chi va oltre e va a

correre addirittura 5 o 6 volte

la settimana. Si sfruttano le

pause pranzo, le ore serali o le

prime luci dell’alba a seconda

degli impegni e delle proprie

attitudini. Dati incredibili,

segno un’abnegazione qua-

si maniacale che nemmeno

sfiora i nostri celebrati e stra-

pagati assi del calcio. Il popolo

10

dei “tapascioni” è in continua

crescita, è diventato un vero

e proprio fenomeno sociale.

Correre è diventato uno “sta-

tus simbol” una credenziale

importante nella vita di tutti

i giorni. Gli organizzatori han-

no recepito il trend e stanno

offrendo, su tutto il territorio

nazionale, eventi di ogni tipo.

Corse in pianura, in salita, ul-

tramaratone e chi più ne ha

ne metta. E per correre non

è più neanche lecito santifi-

care le feste. E’ dello scorso

31 dicembre la nascita della

We Run Rome, gara che ha

attraversato le strade del cen-

tro storico di Roma, che ha

raccolto, al primo vagito, ben

4000 maratoneti. Un succes-

so clamoroso che potrebbe

allineare la Città Eterna ad

altre Capitali, Londra Madrid,

Buenos Aires, dove correre

nell’ultimo giorno dell’anno

è pluriennale tradizione. Ma

questo è solo un esempio.

Si corre a Pasquetta a fer-

ragosto, il 1° maggio, senza

10

L’In

chIE

sTA

Da quest’anno a Roma si corre anche il 31 dicembre e la Maratona diventa un film.

1111

L’obiettivo o il sogno di molti è quello di arrivare ad avere nelle gambe i fatidici 42 chilometri, magari per presentarsi al nastro di partenza della Maratona delle Maratone, quella di new York.

soluzione di continuità. Il

fenomeno è talmente in cre-

scita che anche il cinema ha

acceso i propri riflettori. E’ di

questi giorni la notizia che La

casa di produzione cinema-

tografica statunitense “26.2

Productions” ha scelto la Ma-

ratona di Roma per girare un

film che sarà distribuito nelle

sale di tutto il mondo . Sarà

il secondo episodio di “Spirit

of the Marathon”, sequel del

film documentario girato nel

2008 all’interno della Chica-

go Marathon acclamato dalla

critica (vincitore di due premi:

Audience Choice Award al

Chicago Film Festival e Best

Picture Award al Mammoth

Film Festival) e premiato dal

pubblico. Il film girato a Roma

il prossimo marzo racconterà

le storie di sette runners di

ogni livello, dai maratoneti

all’esordio ai top runner. E

allora tutti di corsa, con giu-

dizio e programmazione, ma-

gari affidandosi ad un trainer

esperto e capace di preparare

tabelle adeguate alle esigen-

ze e alle capacità di ognuno.

Lo starter è pronto…

DICEMBRE 2011 primato

12

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s

di Chiara Mastrolilli de Angelis

sport e solida-rietà, solidarietà e sport. Oramai siamo

abituati a vedere queste

due nobili attività andare a

braccetto.

A volte si tratta di manife-

stazioni sportive a scopo di

beneficienza, altre volte sono

i volti conosciuti degli sporti-

vi che si dedicano, chi più chi

meno, chi con maggior par-

tecipazione chi per senso del

dovere, alla solidarietà nei

più svariati campi.

È solo moda, o lo sport è

veramente legato per spirito

e valori al concetto stesso di

solidarietà?

A pensarci bene è così e

basta poco per comprendere

come lo sport giochi un ruo-

lo fondamentale sotto molti

punti di vista nel campo del-

la solidarietà e del rispetto

reciproco.

Lealtà, coraggio, rispetto

delle regole e di se stessi,

affidabilità, determinazio-

ne e spirito di squadra, lo

sport è questo e molto altro

e gli stessi valori sono alla

base del sentimento soli-

dale che dovrebbe animare

tutti coloro che si avvicina-

no ad un gesto di solidarie-

tà e fratellanza.

Lo sport e la solidarietà

insomma, parlano la stessa

lingua ed è un piacere, per gli

occhi e per il cuore, assistere

a manifestazioni che conten-

gono entrambi.

Ma lo sport è ancora di più

e può fare molto più di tanti

discorsi perché non sempre

le regole sono uguali per tut-

ti: a volte è una questione di

13

NOVEMBRE 2011 primato

latitudine, altre di genetica.

Lo sport può far molto in en-

trambi i casi perché è capace

di insegnare e trasmettere agli

uomini valori come la respon-

sabilità personale e lo spirito

di squadra, e perché è sempre

un bell’esempio di integrazio-

ne sociale e umana. Pratican-

do sport (sia esso di squadra

o individuale) si socializza e si

impara a conoscere l’avversa-

rio senza preconcetti culturali,

si impara a rispettarlo e a con-

frontarsi con esso.

Può diventare strumento

per sensibilizzare le persone

su situazioni di emergenza e

di bisogno, ma lo sport può

essere anche strumento di

integrazione psico-sociale e

spesso è di aiuto a portatori

di handicap fisici e non solo.

Da molti anni l’attività lu-

dico sportiva viene utilizzata

nella moderna psichiatria e

nella psicologia come stru-

mento di indagine e studio

della personalità, nonché di

terapia.

Insomma, lo sport può es-

sere mezzo di comunicazio-

ne per importanti messaggi

di solidarietà e al contempo

strumento di riabilitazione e

integrazione.

In questo senso basterebbe

pensare agli enormi benefici

che si traggono dall’ippote-

rapia, per esempio, utilizzata

da anni per patologie classi-

che della paralisi cerebrale

infantile, dell’autismo o della

sindrome di Down, oltre che

patologie acquisite in conse-

guenza di traumi per infortu-

ni di vario genere.

Il rapporto con l’animale

permette di far interagire il

paziente in maniera assolu-

tamente naturale, miglioran-

do il rapporto interpersonale

nei casi di autismo e sindro-

me di Down.

Ma anche altri sport sono

indicati per ristabilire il giusto

equilibrio psico-fisico in casi

più o meno gravi. Il più cono-

sciuto e forse il più utilizzato?

Il nuoto naturalmente.

In definitiva sport e solida-

rietà hanno e mantengono

un forte legame reciproco

anche perché chi fa sport e

chi lo segue ha dentro di sé

quegli stessi valori che ti fan-

no aprire agli altri, nel bene e

nel male.

In giurisprudenza l’espres-

sione “vincolo solidale” indi-

ca un legame tra il destino di

un uomo e quello degli altri

individui uniti da tale vinco-

lo, estendendo tale imma-

gine alla società, ecco che il

risultato è un “vincolo di fra-

tellanza, di reciprocità, di uni-

tà sociale”, nonché confronto

e rispetto. E quale esempio

migliore abbiamo se non lo

sport nella sua massima e

più alta espressione?

L’ATTIvITà LuDIcO-spORTIvA è spEssO DETERmInAnTE pER L’InTEgRAzIOnE psIcO-sOcIALE DEI pORTATORI DI hAnDIcAp

14

ora è ufficiale, 90° Minuto, la stori-

ca trasmissione che ha re-

galato emozioni, immagini

ed accompagnato per più di

quarant’anni la passione cal-

cistica degli italiani, diventa

archeologia. La trasmissione

che va in onda dal lontano

settembre del 1970, chiude i

battenti, fagocitata dalla cri-

si economica (la Rai non è più

disposta a spendere per i

diritti in chiaro del

calcio), dalle tv a

pagamento,

dal campionato-spezzatino,

e, allargando gli orizzonti,

dai costumi che cambiano. In

altre parole 90° minuto era

diventata anacronistica, con

gli ascolti in calo progressivo,

irreversibile. Gol, immagini,

commenti ormai trasmessi

da altri in “tempo reale”

al fatidico orario

Va in soffittaun pezzo della nostra storia

????

????

AvvE

nIm

EnTI

Am

ARc

ORD

di Elena Viola

1515

un pezzo della nostra storia

delle 18,00 non avevano più

senso di essere trasmessi. E

così addio, se ne va con essa

un pezzetto della nostra sto-

ria di amanti del calcio che,

trepidanti, la domenica po-

meriggio correvamo a casa

dallo stadio o non prende-

vamo impegni per “abbof-

farci” degli sbiaditi spezzoni

in bianco e nero provenienti

da tutti i campi. Ideata e con-

dotta da Paolo Valenti, per

le prime edizioni chiamò al

suo fianco un altro mito del

giornalismo sportivo italia-

no Maurizio Barendson, la

trasmissione vide la parte-

cipazione di personaggi che,

grazie ad essa, diventarono

popolari, quasi di famiglia. I

nomi di Beppe Viola, Tonino

Carino, Ennio Vitanza, Beppe

Barletti, Marcello Giannini,

Luigi Necco, Gianni Vasino,

e ne tralasciamo certamen-

te tanti altri, sono ancor

oggi stampati nella mente

dei tifosi che ne ricordano il

volto, il modo di parlare, gli

atteggiamenti. Quello era il

giornalismo sportivo molto

diverso da quello attuale,

dove lo sfottò era all’ordine

del giorno e serviva anche e

soprattutto per stemperare

le tensioni e le polemiche

che, a dirla tutta, non erano

feroci, velenose come adesso.

Non c’era bisogno di misu-

rare ogni parola, ogni frase,

il clima era rilassato, festaio-

lo, rispecchiava certamente

l’Italia di quegli anni. Spesso

mancava il filmato, si ricor-

reva all’aiuto di una telefo-

to, che comunque serviva a

spiegare un’azione, un fatto

avvenuto sul campo. Il vero

divertimento era ad esempio

vedere Necco che “chiamava”

Milano, aneddoti legati alla

storia dei vari corrisponden-

ti, come quello di Castellotti

da Torino, che tra un colle-

gamento e l’altro, nella stes-

sa domenica si tagliò i baffi

senza che Valenti non se ne

accorgesse, oppure Bubba

che aveva definito un for-

te tiro di Vialli “una bomba

al Nepal”, di Gianni Vasino

LA RAI chIuDE LA TRAsmIssIOnE IDEATA DA pAOLO vALEnTI chE pER pIù DI 40 AnnI hA REgALATO EmOzIOnI A gEnERAzIOnI DI TIfOsI. un TuffO AL cuORE nEL RIcORDARE bAREnDsOn, cARInO, nEccO, gIAnnInI E TuTTI I pIOnIERI DI un cALcIO chE nOn c’è pIù.

Il campionato-spezzatino e le tV a pagamento hanno reso anacronistico l’affascinante appuntamento della domenica pomeriggio che ha accompagnato per più di 40 anni la storia del costume italiano.

DICEMBRE 2011 primato

1616

del quale si diceva che era

“l’unico giornalista che face-

va errori di ortografia anche

quando parlava” e di Gian-

nini che citando malamente

Quasimodo, si era avventu-

rato in un ardito “Ed è subito

gol, come direbbe Ungaretti”.

Questo era lo spettacolo nel-

lo spettacolo, tra un gol e l’al-

tro strafalcioni e papere del

corrispondente di turno. No-

vantesimo minuto, quel “90°

minuto”, era lo specchio di

quel calcio che non si pren-

deva troppo sul serio, ancora

vincolato alle immagini clou

delle partite.

Ma il vero perno della tra-

smissione, l’ideatore, l’uomo

che la condusse per più di 20

anni, senza poi trovare emu-

li alla sua altezza, fu proprio

Paolo Valenti, giornalista di

razza ma soprattutto gran-

de esempio di stile televisi-

vo e gran signore nella vita

di tutti i giorni. La sua voce

rassicurante ha accompa-

gnato gli italiani negli anni

del terrorismo e del secondo

boom economico. Prima di

90° minuto fu leggendaria

voce radiofonica della dome-

nica pomeriggio, e rimane

nell’immaginario collettivo

per la telecronaca effettuata

il 17 aprile 1967 in occasione

del mondiale dei pesi medi

dal Madison Square Garden

di New York. Quel giorno si

svolse l’incontro Nino Ben-

venuti- Emile Griffith, Valenti

con la sua voce tenne svegli

gli italiani per raccontare una

vittoria italiana che è entrata

nella storia dello sport mon-

diale. Il suo ulti-

mo intervento in

tv lo effettuò al

telefono all’ini-

zio del mese di

novembre 1990

a “Il Processo Di

Aldo Biscardi”,

due settimane

prima di spe-

gnersi, dicendo:

“sono andato al

tappeto e non mi

rialzerò più”. Pa-

olo Valenti morì

il 15 novembre

1990 all’ospe-

dale Forlanini di

Roma a seguito

di un tumore

all’apparato di-

gerente. Con lui

se ne andò un pezzetto della

nostra storia, di quel roman-

ticismo calcistico raccontato

da Niccolò Carosio, Nando

Martellini, Sandro Ciotti, En-

rico Ameri. Oggi non c’è più

90° Minuto, vediamo le par-

tite in 3D, entriamo con le

telecamere negli spogliatoi,

ma ci manca, tanto, quel sa-

pore antico, di un mondo che

non rivedremo…

Indietro non si torna.

Paolo Valenti e Maurizio Barendson hanno regalato agli italiani pagine bellissime di sport e televisione. Stile, garbo, ironia gli ingredienti del clamoroso successo della trasmissione.

Luigi Necco

Foto di gruppo con tutti gli inviati di 90° Minuto

17

?

1818

AvvE

nIm

EnTI

L’In

TERv

IsTA

Ai Giochi olim-pici di londra il badminton festeggerà i venti anni dal suo inseri-

mento nel programma olim-

pico. La prima volta fu ai Gio-

chi di Barcellona del 1992, e

per le prime quattro edi-

zioni nessun italiano

è riuscito a centra-

re l’obiettivo qua-

lificazione. Solo

nel 2008 il bad-

minton azzurro è

approdato ai Gio-

chi, grazie alla roma-

na Agnese Allegrini, classe

1982, tesserata con Alleanza

Sportiva Italiana tramite il

Badminton Club Milano, che

si è avvicinata alla disciplina

da ragazzina per caso per

poi diventare, ad oggi, la più

forte interprete italiana del-

la storia. Nel suo palmares

figurano vittorie di spicco in

tornei internazionali come il

Mauritius International, l’I-

ran Fajr, il Fiji International,

il Puerto Rico International

e tanti altri. Nessuno in Ita-

lia è arrivato in alto quan-

to lei, uomini inclusi. Ora,

dopo l’esperienza di Pechino

2008, poco felice a livello di

risultati (uscì al primo turno

perdendo 2-0 con l’ucraina

Larisa Griga) ma importante

per la crescita dell’azzurra,

Agnese è pronta per dimo-

strare tutto il suo valore ai

Giochi di Londra 2012. In

sostanza l’azzurra tessera-

ta per il BC Milano, che vive

tra il capoluogo lombardo,

dove c’è il centro federale, e

la Danimarca, paese del suo

allenatore, Kenneth Larsen,

è già qualificata per l’Olim-

piade del 2012, anche se non

ufficialmente.

“In effetti – dice la cam-

La più forte

giocatrice italiana

di tutti i tempi

si è qualificata

per Londra 2012

dove si batterà

contro i mostri

sacri del rancking

mondiale.

di Federico Pasquali

Badminton

laAgnese Allegrini

DICEMBRE 2011 primato

19

2020

AvvE

nIm

EnTI

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.

pionessa –, avendo giocato

molti tornei internazionali

di livello con buoni risulta-

ti, ho già acquisito i punti

necessari nel ranking inter-

nazionale necessari per la

qualificazione. In realtà però

si dovrà aspettare la fine di

aprile per ufficializzarlo. Ma

questo poco importa, perché

cosciente di avere il pass in

tasca, insieme al mio allena-

tore abbiamo programmato

i miei impegni agonistici dei

prossimi mesi in funzione

dell’Olimpiade”.

Dunque, quale saranno i

suoi prossimi impegni?

“Allora, abbiamo total-

mente cambiato quello che

avevamo programmato po-

che settimane fa, stabilen-

do che parteciperò soltanto

ai tornei internazionali di

massimo livello. Alternando,

ovviamente, la partecipazio-

ne alle gare con raduni e ses-

sioni di lavoro intense sia in

Italia che in Danimarca”.

Può illustrare nei dettagli

i suoi programmi pre-olim-

pici?

“Inizierò a gennaio con un

importante torneo in Svezia,

dove ci saranno le più forti

atlete europee e non solo.

Chiuso il torneo andrò ad al-

lenarmi in Danimarca, dove

farò una sorta di collegiale.

A febbraio parteciperò agli

Europei a squadre miste in

Olanda, un torneo impor-

“Lavoreròper farmi

trovare pronta all’appuntamento.

Mi preparerò fra il Centro

Federale di Milano e la Danimarca.”

21

DICEMBRE 2011 primato

.

tante anche per chi come

me gareggia nel singolo. A

marzo giocherò due tornei

di ottimo livello, uno in Sviz-

zera l’altro in Inghilterra. Ad

aprile parteciperò gli Europei

individuali, dove incontrerò

molte delle avversarie che

poi parteciperanno ai Giochi,

A giugno, infine, andrò prima

in Indonesia poi a Singapore,

dove giocherò gli ultimi due

tornei importanti prima dei

Giochi”.

Rispetto al 2008 ha attese

maggiori?

“Beh, dopo la partecipa-

zione all’Italian International

2011 ho capito che ora sono

più matura e posso fare sicu-

ramente di più alla prossima

Olimpiade. Sono cosciente

di poter giocare alla pari con

molte avversarie che, fino a

poco tempo fa reputavo ir-

raggiungibili”.

Da cosa le è scaturita que-

sta consapevolezza?

“Al torneo ho giocato con

delle atlete di ottimo livello,

cosa che mi capita poche vol-

te durante l’anno, e avendo

dato filo da torcere a tutte e

tre le avversarie incontrate

ho acquisito maggiore sicu-

rezza nei miei mezzi. Nella

prima giornata ho vinto en-

trambe gli incontri raggiun-

gendo i quarti di finale, dove

mi sono dovuta arrendere

alla numero uno del tabel-

lone, la bulgara Nedelcheva,

ma se l’è dovuta sudare la

vittoria. Lei è un’avversaria di

livello superiore, con la quale

avevo già perso ai Mondia-

li di Londra in modo netto,

stavolta invece me la sono

battuta fino alla fine, condu-

cendo anche nel primo set.

Ecco, questa prestazione, no-

nostante la sconfitta, mi ha

fatto capire che sono pronta

per giocarmela con le miglio-

ri, quindi a Londra arriverò

con questa consapevolezza”.

21

l’Asi ha nel suo DnA una caratteristica molto importante, quella

di non dimenticare gli atleti

che hanno fatto grande la

storia dello sport, e uno di

questi appartiene alla no-

bile arte del pugilato, il

suo nome è Carlo Du-

ran.

Pugile di origine

argentina, muo-

ve i suoi primi

passi sportivi

nel suo pae-

se d’origine

p a r t e c i -

pando ai

G i o c h i

Panameri-

cani. Il suo

esordio nel

p r o f e s s i o -

nismo avviene

alla fine degli anni cin-

quanta, questo fatto lo

porterà in Italia ad affer-

marsi e coniugare la sua

carriera con un grande ma-

estro come “Nando” Strozzi

che diventerà il suo mentore.

Dopo svariati anni di per-

manenza in Italia ottiene la

cittadinanza e conquista

il 24 luglio 1966 a Torino, il

suo primo titolo italiano dei

medi, vincendo ai punti con-

tro Bruno Santini; titolo con-

quistato a soli 30 anni.

Duran difende la cin-

tura tricolore per svariati

anni consecutivi, e riesce in

un’impresa difficile: impos-

sessarsi del titolo europeo

dei Pesi medi contro lo spa-

gnolo Luis Folledo, il 17 no-

vembre 1967. Conquistata la

fama internazionale, Duran

difende trionfalmente il ti-

tolo contro Wally Swift, Jupp

Elze, Johnny Pritchett, Hans

Dieter Schwartz per cederlo

a Tom Bogs l’11 settembre

1969 a Copenaghen dopo

una sconfitta ai punti.

L’ASI ha voluto onorare,

insieme alla famiglia Duran,

la memoria di questo pugile

italiano di origine argentina,

organizzzando l’undicesimo

Memorial “Carlo Duran” che

si è svolto al Pala Caneparo.

Il pomeriggio è stato de-

dicato alla parte dilettanti-

stica, la serata, è stato il clou

della manifestazione; i pro-

tagonisti dell’evento si sono

esibiti in tre match profes-

sionistici. Sono Saliti sul ring

Damian Bruzzese, Alessan-

22

AvvE

nIm

EnTI

L’EvE

nTO

22

di Maurizio Massari

Quei pugni dedicati a

DICEMBRE 2011 primato

23

Per ricordare il grande camPione

italo-argentino l’aSi organizza

ogni anno un memorial che è giunto

all’11ª edizione.

24

dro Caccia e Mirko Larghetti,

realizzando uno spettacolo

ricchissimo sia dal punto di

vista tecnico che dal punto di

vista agonistico.

La manifestazione è stata

presentata alla stampa nella

Sala Arengo del Comune di

Ferrara ed ha avuto il patro-

cinio dell’Amministrazione

Comunale, della Federazione

pugilistica italiana e del Coni.

L’ASI ha fatto suo questo

memorial fin dalla prima

edizione, disputata nel 2001

sul ring del pattinodromo di

via Porta Catene. Durante

le dieci edizioni che si sono

susseguite, si contano 112

match, per un totale di 124

pugili impegnati. Per sette

edizioni è stata protagonista

la Nazionale italiana opposta

alle formazioni di Cuba, Un-

gheria, Irlanda, Russia, Cina,

Romania, Russia. Appare

evidente che la memoria di

Carlo Duran è viva nel mon-

do pugilistico italiano e al di

fuori dei confini nazionali.Nel corso degli anni

sul ring sono saliti

le nazionali d’Italia,

Cuba, Ungheria,

Irlanda, Russia, Cina,

Romania e Russia.

Carlos Duran sul set di “Mark il poliziotto”

25

DICEMBRE 2011 primato

MO

ND

O A

SI

La struttura di Alleanza sportiva italiana trova basi so-lide e vitali per la propria crescita in donne e uomini che il Premio Fabrizio Levati vuole elevare a modello nella comunità civile, so-ciale e sportiva in cui viviamo e lavoriamo.

Con questo spirito e con que-ste motivazioni che il Premio, promosso da Sante Zaza, pre-sidente regionale del Piemonte,

di Paolo Signorelli

Consegnati i premi“FABRIZIO LEVATI”

vuole ricordare la figura di Fabri-zio Levati, fondatore della Fiam-mamonza di calcio femminile e suo allenatore per oltre venti anni, ma pià di tutto va ricorda-ta la figura di un uomo con un carattere forte e nello stesso con una signorilità che lo ha sempre distinto. Fabrizio Levati all’età di 50 anni deve arrendersi al male che ha voluto combattere con una forza incredibile continuan-do ad andare sulla panchina di allenatore fino all’ultimo. An-che per il 2011 la Commissione

2011

26

ha avuto l’imbarazzo della scelta tra i dirigenti che, ognuno per la propria storia e la propria attivi-tà. erano meritevoli per ottenere questo ambito riconoscimento.

La consegna dei premi è av-venuta il 18 dicembre a Roma a seguito di quanto deciso dalla Commissione che ha assegnato il Premio per il 2011 ai dirigen-ti Asi: Andrea Albertin, Silvano Ruggeri, Romano Becchetti e alla memoria a Mario Iacobucci.

Premio Fabrizio Levati 2011 a Andrea Albertin (Presidente Re-gionale Asi del Veneto e Presidente della Consulta dei Comitati Periferici)

Esprime, nel vigore delle sue idee, nelle sue capacità proget-tuali di dirigente Asi, i principali segni del Premio Fabrizio Le-vati. Questo riconoscimento lo affianca ai nostri più apprezza-ti esponenti che rappresentano l’ossatura portante del nostro Ente.

Premio alla carriera a Silvano Ruggeri (Componente Consiglio nazionale e Responsabile settore tecnico Culturismo Atletico Sportivo)

Silvano Ruggeri ha matura-to i suoi principali meriti nella silenziosa fatica della palestra, dove l’atleta compete con gli invisibili limiti umani. Un im-pegno costante che offre poca popolarità, ancora meno celebri-tà, ma l’impagabile soddisfazio-ne, ogni volta, di riuscire.

Premio speciale a Roma-no Becchetti (Presidente Comitato provinciale di Ferrara e Responsabile settore tecnico Pugilato)

La provincia è forse la terra dove meglio lo sport può espri-mersi e Romano Becchetti ha il merito di avere interpretato al meglio i dettati del nostro Ente affiancando alla promozione sportiva il coinvolgimento di si-gnificativi testimonial dello sport.

Premio Fabrizio Levati “alla memoria” a Mario Iaco-bucci

Questo premio, simbolo della grande fusione tra uomo e sport, vuole incoronare una delle figure più significative del nostro Ente. Mario Iacobucci per la sua co-stante linea d’azione e di pensiero per la gente, sia per la sua impor-tante carica nell’Amministrazio-ne civica di Bordighera, che per la limpidezza d’animo, alto profilo morale e costante sostegno dello sport e degli ideali che identifica-no l’Asi.

27

DICEMBRE 2011 primato

Come ogni anno al termi-ne della stagione sportiva l’Asi assegna il “Premio Donna Asi dell’anno” a quella atleta che nel corso dell’anno ha ottenuto risultati sportivi di rilievo interpretando anche i valori che sono alla base di Alleanza Sportiva Italiana. Il premio è stato intitolato a Nadia Torretti, prematuramente scom-parsa, che ha dato il proprio sostegno operativo e ideale per la creazione dell’Ente.

Il 18 dicembre a Roma si è svolta la consegna del premio, giunto alla settima edizione, alla presenza del Presidente Nazionale Claudio Barbaro e della figlia di Nadia Torretti.

Quest’anno il premio è stato asse-gnato a Federica Boella della Asd La-gorio Accademy di Torino cintura nera di Kick Boxing e Muay Thai e vice cam-pionessa italiana di pugilato. Nel 2011 ha partecipato con risultati positivi a vari Galà Internazionali di Kick Boxing

ed è stata componente della squadra italiana che a partecipato ai campionati mondiali svoltisi a Skopje in Macedonia nella specialità del K1 rules.

A Federica Boella il premio “DONNA ASI DELL’ANNO”

di Paolo Signorelli

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Domenica 18 dicembre a Roma, in Piazza del Campi-doglio, si è svolta la prima tappa di “1KM RUN”, manifestazione sportiva promossa da For Active People - Festi-val del Fitness, con la direzione tecni-ca di, Alleanza Sportiva Italiana, e con il patrocinio di Roma Capitale. Buona la partecipazione e l’affluenza a questo ambizioso evento che si chiuderà sem-pre a Roma in Piazza del Campidoglio il 15 dicembre 2012, dopo aver attraver-

sato altre piazze e prestigiose location di 80 città italiane. Testimonial di que-sta prima giornata il campione di mix martial arts Alessio “Legionarius” Saka-ra, la modella Eugenia Chernyshova e l’attrice Isabelle Adriani. Chiave della capacità attrattiva della manifestazione la semplicità e allo stesso tempo l’origi-nalità della sua formula: un tapis roulant a disposizione di ogni partecipante e 1 km da percorrere; il tempo fatto regi-strare inserito in una classifica consul-

A Piazza del Campidoglio si è svolta la prima edizione della “1 KM Run”dopo aver attraversato le piazze e prestigiose location di 80 città italiane.

di Luisa Santiloni

1 km da correre...sul posto

DICEMBRE 2011 primato

29

tabile sul portale www.onekmrun.com, arricchita dalle performance anche dei non presenti. Infatti, questi ultimi, sca-ricando l’applicazione onekmrun web application - operativa da metà gennaio 2012 -, potranno comunicare il tempo realizzato sul tapis roulant della propria palestra o di casa. Ai partecipanti reali si sommeranno così quelli virtuali, e tutti insieme, potranno interagire e condivi-dere la passione per la corsa e lo sport tramite un social network, di prossima ultimazione, dedicato alla persone atti-

ve. Soddisfatto il Presidente di Alleanza Sportiva Italiana, Claudio Barbaro, che così commenta l’esordio della mani-festazione: “E’ stato un buon inizio e sono convinto che il successo di 1KM RUN sarà sempre maggiore. Noi di Al-leanza Sportiva Italiana crediamo che possa essere un importante veicolo di promozione di uno stile di vita sano e un mezzo di socializzazione per tutte le persone legate dalla passione per lo sport, anche nella sua veste non agoni-stica.”

MO

ND

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30

“Il sistema è nato prevalen-temente per militari, forze dell’or-dine ed operatori della sicurezza, ma da alcuni anni è disponibile anche per i civili.

Il C2 training punta solo a risolvere scontri reali ed è progettato per produr-re il massimo risultato nel minor tempo possibile; si basa su un’integrazione pro-gressiva di capacità fisiche comprovate, da utilizzare soltanto qualora il conflitto diventi inevitabile. Pertanto non si tratta di una semplice collezione di tecniche di difesa personale e sequenze mutuate da arti marziali e da sport da combattimento.

Il C2 si assicura che l’addestramento si avvicini alla realtà e non che la realtà ven-ga adattata alle tecniche che si conoscono, sulla base delle proprie percezioni e prefe-renze. Tutto il nostro training è basato sui fatti non sulla fantasia.

La disciplina fa di tutto per sensibi-

lizzare i propri allievi alla reale self-pro-tection. Gli allievi già dopo qualche mese di pratica sono in grado di valutare i miti comuni e le contraddizioni che purtroppo ancora oggi caratterizzano altre discipline del settore. Tutto quello che non abbia ampiamente dimostrato di funzionare con esito positivo ripetutamente in condizioni di “duress”, (come dicono gli americani) non viene preso in considerazione.

Tutto deve essere funzionale e niente “ornamentale”, essendo basato su criteri oggettivi e non su preferenze soggettive.

Le tattiche del C2 sono sempre sem-plici, dirette ed assolutamente prive di movimenti ritenuti superflui e coreogra-fici. L’approccio di questo sport si ispira alla seguente frase del filosofo Gugliemo Ockman, tratta da una sua opera:“entia non sunt multiplicanda praeter necessita-tem”, ovvero le entità non devono esse-

di Paolo Signorelli

Difendiamoci con il Core Combatives

Massimo Gambelli ha dedicato la sua vita alle arti marziali. Oggi è

istruttore ppiù qualificato di questa disciplina che insegna nell’A.S.D.

Best Defense Solutions. Entriamo, attraverso le sue parole, nei segreti

di questa attività su cui l’ASI punta molto.

DICEMBRE 2011 primato

31

re moltiplicate oltre il necessario, poiché quando tutte le soluzioni ad un problema sono considerate uguali, la più semplice è quella che vince su tutte.

Lo scopo principale dell’addestramen-to non è cercare di rendere possibile ciò che è apparentemente impossibile, come spesso accade, ma di far si che quello che è già possibile diventi altamente probabile.

Viene posta molta enfasi sulle tecni-che generiche che possano essere alta-mente funzionali, relativamente semplici da apprendere e da ricordare, facilmente adattabili per poter funzionare nelle situa-zioni più disparate e soprattutto provate per poter funzionare nelle condizioni di stress estremo generato da un confronto fisico reale.

L’addestramento, concetto diverso da allenamento, per essere utile e spendibile nella realtà a prescindere dal sistema pra-ticato, deve necessariamente avvenire in assenza di 3 fattori chiave che chiamiamo le tre verità: assenza di tempo poiché nel mondo reale le cose accadono molto velo-cemente ed in modo del tutto inaspettato per cui bisogna tenere in considerazione questo fatto. Non esiste il tempo di met-tersi in guardia ed è solo un frame dell’in-tero film; assenza di spazio in quanto tra noi e l’aggressore non vi è lo spazio di cui abbiamo bisogno per tirare la nostra tec-nica preferita ed infine assenza di effetto perché non importa quanto colpiamo for-te un sacco da boxe, non avremo l’effetto che ci aspettiamo.

L’addestramento, per essere credibile, deve compiersi con qualcuno che in “quel momento” non è nostro amico e che so-prattutto cercherà in tutti i modi di farci fare brutta figura davanti agli altri.

Un sistema serio di autodifesa deve obbligatoriamente prevedere un “reality check” che nel nostro caso è dato da de-gli scontri “force on force” tra gli studenti che vengono effettuati in piena sicurezza denominati “Live drills”.

Soltanto dopo questa esperienza lo studente comprende quanto sia difficile poter prevalere in uno scontro fisico ed in modo particolare quanto siano inapplica-bili la maggior parte delle tecniche apprese

in anni di arti marziali o dal sistema di di-fesa che va di moda. L’onere della prova è tutto quando si parla di combattimento.

Non esiste il sistema devastante ed in-fallibile, nessuno ha le chiavi in tasca per risolvere qualsiasi situazione. Potremmo fare tutto quanto bene ma se è la nostra giornata, fine della storia. Niente promes-se a nessuno.

Lungi dall’essere un fenomeno com-merciale nel C2 non esistono maestri ma istruttori e non esistono livelli e cinture così come non esiste merchandising ed advertising.

Il C2 è aperto a maggiorenni senza carichi penali pendenti di nessun tipo de-siderosi di gestire nel modo migliore situa-zioni di aggressione reali che si spera non si dovranno mai affrontare. Sappiamo che la fortuna aiuta gli audaci ma sappiamo an-che che è meglio essere preparati.

Le nostre classi sono volutamente non numerose al fine di seguire e monitorare i progressi degli allievi. La sede di C2 Italia si trova in provincia di Ancona che essen-do al centro è facilmente raggiungibile da tutta la penisola. Core Combatives Italia sta già collaborando con alcuni settori del-la polizia e delle forze armate. Attualmen-te Best Defense Solutions sta pianificando un corso intensivo di 4 giorni tenuto dal fondatore Mick Coup che si svolgerà pre-sumibilmente in primavera”.

organizza

tuttonotizieMO

ND

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32

SI È RIUNITA LA GIUNTA ESECUTIvA DELL’ASI

Ultima riunione del 2011 per la Giunta Esecutiva di Alleanza Sporti-va Italiana che, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente, sulla quale i vari componenti hanno dato vita ad un fruttuoso scambio di opinioni, ha innanzitutto provveduto ad effettua-re alcuni adempimenti statutari rati-ficando numerose affiliazioni all’En-te ed a nominare alcuni fiduciari di comitati periferici. L’organo ha poi emanato il Regolamento di Ammini-strazione e contabilità previsto dalle norme promulgate dal Coni in rela-

zione ai suoi rapporti con gli Enti di Promozione Sportiva.

Udita quindi la relazione del vi-cepresidente Avv. Levanti, che ha ri-ferito in merito al seminario ed alle varie riunioni tenutisi sull’argomen-to tra i rappresentanti degli Eps, la Giunta ha dato mandato al presiden-te di sottoscrivere a nome dell’Ente l’accordo per l’approvazione delle norme di comportamento degli Eps secondo la bozza definitiva inoltrata dal Coordinamento, modulata sul-la base dei suggerimenti proposti dai vari Enti, tra cui quelli avanzati dall’Asi a modifica della originaria ipotesi elaborata dal Coordinamen-to stesso.

IMpEGNO DEL COMITATO REGIONALE DEL pIEMONTE pER L’USO DEI DEfIbRILLATORI

Il Presidente del Comitato Re-gionale Asi del Piemonte Sante Zaza coadiuvato dal dott. Carlo Zanolin, responsabile dell’area medica del Co-mitato, ha avviato un accordo con la Ditta Progetti Medical Equipment So-lutions di Moncalieri, in provincia di Torino, che costruisce i defibrillatori.

E’ in corso di stipula una conven-zione che consentirà l’acquisto di defi-brillatori e lo svolgimento di un corso per l’uso degli strumenti riservato a dirigenti e tecnici delle società dell’Asi della regione Piemonte.

Forli10° TROfEO DI NATALE DI ARTI MARzIALI

Una gara o un Festival delle arti marziali. cinquecento atleti tra singoli e squadre, mille calendari distribuiti, cin-quecento medaglie consegnate, cinque-cento omaggi elargiti, sessanta agende e 6sessanta borse ai direttori tecnici e uf-ficiali di gara, 6 esibizioni : Karate Ko-budo, Karate Bunkai, Karate Shotokai, Bastone pugliese, il Karate dei Campio-ni del Mondo, Taiko i tamburi giappo-

nesi. Un film realizzato dal Web Master M° Minardi Alessandro di Faenza, un film che incorpora la storia del Karate, la storia del Ju Jitsu, le esibizioni ed i punti salienti della gara. Il Dvd è stato regalato a tutti i Direttori tecnici. Tutto

questo è semplicemente il resoconto del 10° Trofeo di Natale. Commento : senza parole. Il tutto nello spirito del-le vere Arti Marziali: stare insieme per socializzare e confrontarci, senza ran-cori, non una sfida tra palestre, ma un momento di incontro. Ancora una vol-ta zero errori sui tabelloni di gara, zero contestazioni e tanti, tanti complimenti di tutti : nuovi e vecchi associati. La clas-sifica delle società: 1° Posro Tigers Fer-rara 2° Posro Aks Rimini 3° Posto Akd Difesa Personale Forlì 4° Posto Mabuni Lodi 5° Posto Karate Goshin Reggio

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DICEMBRE 2011 primato

Emilia. Molto elevato il livello tecnico della mani-festazione, non solo per la presenza di molti campioni italiani europei e mondiali. Sono stati inoltre conse-gnati alcuni riconoscimenti alla carriera dal Presidente Nazionale dell’Asi Claudio Barbaro insieme al respon-sabile del settore Bujutsu dell’Asi Francesco Santono-cito, presente anche il Di-rettore Tecnico dei settori tecnici Claudio Perruzza. I riconoscimenti sono andata alla Cintura nera 8° Dan Maestro Antonino Caiz-zone, di Milano, c quarant’anni di tatami senza interruzione, già cintura nera 7° Dan da circa 12 anni, già responsabile nazionale di diverse federazioni italiane e Maestro di tanti Campioni nazionali ed internazionali.; alla Cintura Nera 8° Dan al Maestro Carlo Pari, di Rimini, uno dei più giovani Maestri italiani ad avere ricevuto il prestigioso riconosci-mento, già cintura nera 7° Dan dal 2003, responsabile nazionale ASI per il Kara-te Jutsu, il Ju Jitsu ed il tiro a segno, già responsabile nazionale di diverse Fede-razioni ed Enti di promozione sporti-va, il Maestro ha elaborato programmi tecnici di Karate Goshin con centinaia di tecniche inseribili in qualsiasi stile di karate, ha elaborato un programma tecnico di Ju-Jitsu (Jjmp – Ju Jitsu Me-todo Pari), ha elaborato un program-ma d’armi da fuoco denominato Todd Tiro operativo da Difesa inserendolo nello studio (per adulti) del moder-no Ju-Jitsu; alla Cintura nera 6°°Dan Maestro Lauricella Giovanni di Forlì

Presidente del Gruppo Aks già 5° Dan dal 2005, Cintu-ra Nera 6° Dan al Maestro Paolozzi Massimo di Roma, certamente una parte signifi-cativa della storia del Wado Ryu italiano Cintura nera 6°Dan al Maestro Scanavini Oliviero di Modena, mae-stro di Karate di Ju Jitsu e di

Kobudo, Cin-tura nera 6°an al Maestro Ta-roni Osvaldo di Ravenna, Responsabile nazionale dello stile Shotokai, Cintura nera 5° Dan al Ma-estro Silvio Egidi di Forlì, il Maestro ha elaborato pro-grammi con-tro il bullismo

proponendoli con successo nelle scuole pubbliche, ha brevettato un tappeto per la pratica dei diversamente abili, Cintura nera 5° Dan al Maestro Massimo Soc-corsi di Roma moltissimi lustri di pra-tica, un vero professionista delle Arti Marziali.

RomaINIzIATIvA SOCIALE DEL CENTRO EqUESTRE AURIGA

La sezione equestre dell’Asi tessera gratuitamente i bambini affetti da emofilia che possono in tal modo cominciare un programma per superare grazie al contat-to diretto con i cavalli, i problemi di isola-mento e difficoltà di comunicazione che tale patologia genera nei piccoli. Presso il centro Equestre l’ Auriga, a Prima Porta , che da settembre è tornato in funzione , i bambini emofiliaci hanno la possibili-tà di svolgere lezioni di circa un’ora a di-retto contatto con l’ animale e la natura , accompagnati ed assistiti da un’ equipe di psicologi, istruttori ed operatori del setto-

re altamente qualificati , lezioni che pos-sano far acquisire loro serenità e fiducia. I bimbi emofiliaci che ogni settimana devo-no obbligatoriamente sottoporsi a tratta-menti ospedalieri, hanno così la possibili-tà, attraverso il rapporto con il cavallo e la relazione diretta con l’ animale, di riuscire a relazionarsi meglio con il mondo che li circonda, superando le ansie e le paure che la malattia inevitabilmente genera in loro. Il successo raccolto da tale iniziati-va che ha donato ai piccoli malati ed alle loro famiglie attimi di serenità, facendoli rilassare interrompendo l’ odiosa routine casa- ospedale, ha dimostrato l’ efficacia della terapia “ equestre” che già dai primi incontri, ha fatto riscontrare progressi nei piccoli pazienti.

FerrarapUGNI DI qUALITA’ AL pALAzzATTO DELLO SpORT

Come era nelle previsioni la riunione di boxe organizzata dalla Pugilistica Pada-na al Palazzetto dello Sport di Ferrara ha avuto un successo sia per la qualità degli incontri programmati che per l’affluenza di pubblico. Oltre agli incontri riservati ai dilettanti la riunione prevedeva l’incontro per professionisti tra Damian Bruzzese della società organizzatrice allenato da Massimiliano Duran e il ceco Michal Bj-lak. Netto il successo di Bruzzese, che si inserisce così tra i migliori pugili italiani per la categoria dei pesi massimo-leggeri; una vittoria realizzata solo al 5^ round per Ko tecnico. Fra i dilettanti ha impressio-nato la vittoria del giovane Mattia Musac-chi, anche lui tesserato per Pugilistica Pa-dana, che ha superato in un solo minuto il ceco Jakub Korbeli. Piena soddisfazione

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MO

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per il responsabile Asi per il pugilato Ro-mano Becchetti promotore della manife-stazione che da sempre segue con parti-colare attenzione l’attività della Pugilistica Padana che è ormai una viva realtà della boxe italiana.

Sant’Agata Li Battiati (Catania)SUCCESSO DELLA COppA DI NATALE DI KARATE

Il Centro Sportivo Karate di Valver-de ha organizzato, con la collaborazione tecnica del Maestro Gianni Pane, re-sponsabile regionale della sicilia del set-

tore karate dell’Asi, il Trofeo Nazionale di karate “Coppa Natale Asi” con prove di kata maschile e femminili individuale .Ancora una volta la Societa Accademia Karate Sicilia di San Giovanni La Pun-ta diretta dal Maestro Panesi classifica al primo posto, in una manifestazione che ha visto la partecipazione di circa due-centocinquanta atleti di tutta la regione Sicilia e della Calabria. Piena soddisfazio-ne del Maestro Pane per la buona riusci-ta della manifestazione con un perfetto arbitraggio che è stato apprezzato da tut-te le società presenti.. La classifica delle società vede al primo posto Aks Sicilia

mentre al secondo posto si è piazzata la Antares di Caltagirone del maestro Con-dorelli, ed infine al 3terao posto ex-equo la Gymnasium di Comiso del maestro Flaccavento e il Dojo karate di Enna diretta dal tecnico Serravalle

fOOTbALL AMERICANO, MARINES LAzIO SECONDA NEL COLLEGE LEAGUEI

Marines Lazio hanno affrontato, nella splendida cornice del Vigorelli di Mila-no, gli Hogs Reggio Emilia per la finale di College League 2011. Una partita im-portante sotto tanti punti di vista: per coronare giustamente il percorso lungo e faticoso dei ragazzi, e soprattutto per dimostrare la qualità di questo vivaio, os-satura insostituibile della formazione Se-nior. Al termine del match, tra lacrime e rabbia, sono stati gli emiliani ad alzare la coppa più ambita, in virtù del 42-40 fi-nale, ma ai biancazzurri rimarrà sempre la soddisfazione di aver giocato la partita fino all’ultimo minuto e di non aver mai

mollato nonostante la fatica e gli infortu-ni. Marines che partono subito col piede giusto e dopo pochi minuti realizzano il primo touchdown della partita: pronta la risposta degli Hogs che vanno in touch-downd ma non riescono, come in nessun altro caso della partita, a realizzare l’ex-trapoint. Risultato fermo quindi sul 7-6. E’ di nuovo Davide Mingoli a centrare il pass, questa volta per Lorenzo D’Ange-lo, e a portare il vantaggio biancazzurro sul 13-6. Il primo quarto di gioco però si chiude con il touchdownd degli Hogs, con un parziale 13-12. Il secondo quarto segna il ritorno degli Hogs che prima si portano in vantaggio (13-18) e poi, nono-stante il momentaneo ritorno di fiamma dei Marines con la solita coppia Mingoli-D’Angelo (20-18), chiudono l’half time in vantaggio 30-20. Ad inizio terzo quarto gli emiliani vanno in nuovamente in tou-chdown mettendo una seria ipoteca sul-la vittoria finale. Ma lo svantaggio di 16 punti non demoralizza la Lazio che con due pass di Davide Mingoli, il primo per Nicola Bacaro e il secondo per Loren-

zo D’Angelo, chiude il quarto 33-36. tre punti sotto gli Hogs. L’ultimo quarto di gioco ha palesato al pubblico presente al Vigorelli la qualità delle due formazioni in campo, senza ombra di dubbio le mas-sime espressioni del Football Americano Under 21 in Italia. Si fanno subito sotto i Marines che grazie a Nino Esposito, ca-pace di superare 5 placcaggi e portare la palla oltre la goal line, trovano nuovamen-te il vantaggio. La sorte però è beffarda e a meno di 120 secondi dal termine Callegati si invola sulla side line di sinistra per il td del definitivo 42-40 per gli Hogs. Biancaz-zurri che non si abbattono neanche ora e provano a sfruttare gli ultimi secondi di gioco. Le speranze però si infrangono sull’intercetto del solito Callegati che leva dalle mani di Lorenzo D’Angelo il preciso pass di Mingoli. Non c’è più tempo. Gli hogs si laureano campioni d’Italia ma ai biancazzurri rimane la soddisfazione di aver dato tutto in campo, di essersi dimo-strati più che all’altezza dello Young Bowl e di rappresentare il futuro roseo della formazione capitolina.

asittività

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DICEMBRE 2011 primato

di Graziano Tonelli

Il trionfo di olio e stoccafissoLe feste natalizie sono un periodo di grandi tradizioni, che vanno assolutamente rispettate e

protette. Un momento dove ci dedica al riposo, alla casa e alla famiglia e dove si ha più tempo,

ovviamente, per cucinare i piatti tipici della grande tradizione culinaria italiana. Nella Toscana,

una di quelle regioni dove il tempo sembra essersi fermato, il cenone di Natale inizia con una vera

e propria leccornia: “i CROSTINI DI FEGATINI”. Eccovi la ricetta:

Lascio ai libri “seri” di cucina il proseguo del pranzo che sarà, ovviamente, con cappelletti in brodo,

bolliti vari e misto di arrosti. Ma vi devo dare, perché è un piatto unico e gustosissimo la ricetta

dello “SFORMATO DI GOBBI”, come lo fa mia suocera e che userete come contorno per gli arrosti.

Buon Natale e Buone Feste a tutti. Ci si rivede nel 2012

cLu

LTu

RA

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PREPARAZIonE: A soffriggere nel trito di cipolla mettete i capperi dis-salati e il prezzemolo tritato finemente. Quando vedete che la cipolla è ben appassita versate nella padella i fegatini, la milza ben tagliuzzata a dadini e le rigaglie. Dopo qualche minuto vi accorgerete che gli ingredien-ti imbruniranno, allora è il momento di versarvi il vin santo e lasciate stu-fare a fuoco lentissimo fino a cottura ultimata. Fate raffreddare e frullate il tutto nel mixer da cucina e, gradatamente, aggiungete il burro che darà la giusta consistenza al composto. tostate le fette di pane toscano, meglio se nel caminetto, e spalmatevi sopra il paté di fegatelli.

IngredIentI per 4 persone (ma è sempre meglio abbondare…).Pane toscano tagliato a fettine sottili, 150 grammi di fegatini di pollo, 70 grammi di rigaglie, 80 grammi di milza di maiale, mezza cipolla, olio extravergine di oliva, qualche cappero, prezzemolo, un bicchierino di vin santo, una noce di burro.

CrOStInI dI FegAtInI

PREPARAZIonE: Mettere a soffriggere in un tegame l’olio con la cipolla ed il sedano tritati; quan-do sono rosolati unite i cardi lavati e puliti tagliati a grossi pezzi, rosolate il tutto aggiungendo gra-datamente del brodo. A cottura ultimata mettete nel mixer con 6 uova e 100 grammi di pecorino grattugiato, poi versate il composto in una pirofila imburrata (meglio se di terracotta) e infornate a 180° a bagnomaria. Intanto tagliate a piccoli dadini gli altri 200 grammi di pecorino e metteteli in una casseruola con il mezzo litro di latte e il burro e, sempre rigirando con un cucchiaio di legno, fate fondere a fuoco molto lento il formaggio. Quando il formaggio è completamente sciolto aggiungete i tre tuorli d’uovo e, sempre mescolando attentamente in continuazione, arrivate ad ottenere una crema molto omogenea.

Una volta raffreddato tagliate lo sformato a fette e mettetelo sul piatto da portata con la fonduta e una bella grattugiata di tartufo. Io lo mangio anche tiepido…

Questa gustosa ricetta è tipica della toscana “di mare”.

SFOrMAtO dI gOBBI

IngredIentI 1 kg di gobbi (cardi), 1 piccolo tartufo bianco (ma va bene anche nero…), mezza cipolla, 3 costole di sedano, 300 grammi di pecorino stagionato, 6 uova intere e 3 tuorli, quattro bei cucchiai di olio extravergine di oliva, mezzo litro di latte, 1 etto di burro, brodo, sale e pepe.

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Mi viene riferito che sui miei arti-

coli nella Contropoertina di primato

si accende spesso qualche discussione e si

sviluppano polemiche anche feroci tra chi li

ritiene troppo “di parte” e chi invece legit-

timi per un “magazine” d’approfondimento

come il nostro. Un luogo dove si discute, si

dibatte, si prende posizione pro e/o contro

e dove le opinioni non sono eterodirette,

“consigliate” o peggio imposte. Sono richie-

ste, e questo è tutt’altra cosa: è la demo-

crazia, il confronto, la libertà d’espressione

ma anche lo stimolo, la partecipazione. Io

sono convinto che è dalla messa in circo-

lo dell’intelligenza umana che si creano le

cose, che si sviluppano le idee, i progetti e i

grandi accadimenti. E allora ben vengano il

dibattito e le opinioni differenti e ben ven-

gano allo scoperto le vostre critiche che sa-

ranno un arricchimento per tutti noi.

Ma tornando con i piedi per terra e a

Primato, quando mi si rimprovera di essere

“ di parte” mi stupisco, perché non riesco

mai a capire di quale parte si tratta. In fat-

to di politica ho sempre detto e scritto che

i comportamenti privati di un uomo che

ha responsabilità pubbliche devono esse-

re irreprensibili perché coinvolgono anche

tutti quelli che esso rappresenta. Se poi

quest’uomo (o questi uomini) guida una

nazione intera e per essa, per suo conto

e mandato si prende delle responsabilità,

deve anche accettare, se i suoi disegni non

sono andati a buon fine, di assumersene la

paternità e, umanamente e con modestia le

conseguenze. Non si può incolpare sempre

gli altri del proprio fallimento perseveran-

do nel gioco infantile dell’irresponsabilità.

Ci vuole lungimiranza, modestia, spirito di

servizio e senso dello stato quando si deci-

de di voler amministrare la cosa pubblica.

Ho criticato Berlusconi (ma lo avevo fatto

con Prodi, Veltroni e compagnia cantando)

quando ha fatto cose (molte a mio dire)

sbagliate, criticherò (come già sto facendo

nei quotidiani che mi ospitano) i professori

se non onoreranno gli impegni per i quali

sono stati chiamati a governare. Riflessioni,

analisi, pensieri aperti, questi vogliono es-

sere i miei “pezzi”. Articoli capaci di stimo-

lare la discussione, tutto qua; nessun oscu-

ro disegno politico. Conosco benissimo la

storia politica e la provenienza dell’ASI che

in parte è anche la mia e di molti di noi, ma

so anche che il nostro Ente è soprattut-

to un’entità che aggrega sportivi, cittadini

che mettono al centro della propria vita lo

sport, praticato o diretto, la socialità, una

certa morale e non mi risulta che all’atto

dell’adesione si richieda la tessera di que-

sto o di quel partito. Lo sport è bello perché

apre le porte, rompe gli steccati, è intelli-

gente, dialoga e crea comunità basate sulla

passione, il gioco, l’incontro, l’agonismo o

semplicemente sull’amicizia e non mi sono

mai posto il problema se il mio compagno

di corsa o di calcetto sia di sinistra o di de-

stra, berlusconiano o dalemiano. Certo, in

seguito ne posso parlare ma non cambio

squadra se scopro che non vota come me.

Per Primato poi la questione è ancora più

chiara: è un organo di stampa, uno stru-

mento di comunicazione e ha, come primo

dovere, quello di fare buona informazione,

un po’ di cultura ed essere possibilmente

chiaro, onesto e leggibile. Al dunque più

plurale e meno compresso da logiche di

parte sarà e più utile e piacevole alla lettura

risulterà. Che poi in fondo è quello che tut-

ti noi auspichiamo e che mi sembra riuscia-

mo a fare molto bene. Buona lettura a tutti.

Ps. Ho chiesto al Direttore di Primato

Gianluca Montebelli, di mettere a disposi-

zione lo spazio della Controcopertina o par-

te di esso, per ospitare articoli, lettere e/o

critiche ai miei, se lo ritiene utile.

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pensieriin liberta’di Umberto Silvestri

Apriamo il dibattito...