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Anno XII - n. 12 - Dicembre 2011Periodico di AlleAnzA SPortIvA ItAlIAnA
150° Anniversario dell’Unità d’Italia
il calcio apre alla tecnologia
Allegrini, la regina del badminton
Un popolo di mArAtoneti
Post
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DICEMBRE 2011 primato
sommario
L’editoriale di Claudio Barbaro
Il calcio apre alla tecnologiadi Francesco Nuccioni
Un popolo di maratonetidi Gianluca Montebelli
Sport e solidarietàdi Chiara Mastrorilli de Angelis
Va in soffitta 90° minutodi Elena Viola
Agnese Allegrini, la regina del badmintondi Federico Pasquali
Quei pugni dedicati a Carlos Durandi Maurizio Massari
Consegnati i premi “Fabrizio Levati” 2011di Paolo Signorelli
A Federica Boella il premio “Donna ASI dell’anno”di Paolo Signorelli
1 Km da correre... sul postodi Luisa Santiloni
Difendiamoci con il Core Combativesdi Paolo Signorelli
Tuttonotizie
Asi Organizza
Attività Asi
Salva il piattodi Graziano Tonelli
Controcopertina di Umberto SIlvestri
348
12141822252728303232343536
editore Claudio Barbaro
direttore Gianluca Montebelli
coordinamento Achille Sette, Sandro Giorgi
in redazione
Paolo Signorelli
hanno collaboratoChiara Mastrolilli de Angelis,
Francesco Nuccioni,Federico Pasquali, Luisa Santiloni,
Umberto Silvestri, Graziano Tonelli, Elena Viola.
Le rubriche di Mondo Asi sono state curate da Paolo Signorelli
e Maurizio Massari
direzione e amministrazioneVia della Colonna Antonina, 41
00186 Romatel. 06 69920228 - fax 06 69920924
ufficio comunicazione e [email protected]
progetto grafico e impaginazioneS&M Associati - Roma
stampaStamperia Lampo - Roma
chiuso in redazione il 11/01/2012
Periodico di Alleanza Sportiva Italiana
Anno XII - n. 12 DICEMBRE 2011Reg.ne Trib. Roma n. 634/97
Iscr. al Registro Nazionale della Stampa
numero p.7650
22
ABRUZZOVia Milano 2 - 64025 PINETO (TE)[email protected] Garibaldi 154 - 89100 REGGIO [email protected] Residence ParkVille - 81100 CASERTA338 8416182 [email protected] 169/a - 40134 BOLOGNA051 430462 [email protected] GIULIAPiazzaleAtletiAzzurri d’Italia 1 - 34100TRIESTE040 3758289 [email protected] Carbonaro 6 - 03100 FROSINONE0775 859085 [email protected] del Piano 6/5 - 16139 GENOVA010 883414 [email protected] Mario Pagano 4 - 20143 MILANO02 67482799 [email protected] R. Bartoli 1 - 60033 CHIARAVALLE (AN)MOLISEVia Einaudi 25 - 86100 CAMPOBASSO320 0713488 [email protected]
PIEMONTEVia R.Martorelli 86 - 10155TORINO011 2673156 [email protected] C. Baffi 15 - 71100 FOGGIA333 2626745 [email protected] San Giovanni 394 - 09100 CAGLIARI070 842725 [email protected] Dott.Nicolosi 4 - 95029VIAGRANDE (CT)095 7890768 [email protected] 79 - 57022 CASTAGNETO CARDUCCI (LI)0565 070466 [email protected] ALTO ADIGEVia Glorenza 80/a/1 - 39100 BOLZANO0471 539394 [email protected] del Borghetto 24/b - 06126 PERUGIA075 5011463 [email protected] D’AOSTAC.so Padre Lorenzo 49 - 11100AOSTA0165 42301 [email protected] della Stazione 7 - 35131 PADOVA049 8766994 [email protected]
SEDI REGIONALI
Con ASI lo sport è per tuttiAsi è presente anche nella tua regione 2011, Anno
DI gRAnDI CAMBIAMEntI
3
DICEMBRE 2011 primato
3
dell’immagine Asi attraverso
il nuovo sito web più dinamico
e fruibile e la nuova edizione
di Primato sempre più atten-
ta alle attività territoriali; un
sistema di affiliazione e tesse-
ramento rapido ed efficiente e
il rafforzamento dello spirito
associativo attraverso un sem-
pre più costante coinvolgi-
mento dei tesserati. A quanto
già realizzato, poi, dovrà segui-
re l’espansione delle altre aree
che compongono l’offerta Asi,
la promozione culturale, am-
bientale e sociale, destinate
a rappresentare, insieme alla
più centrale promozione spor-
tiva, l’elemento in più per Asi.
Passi decisivi, diciamolo, per
rispondere anche ad un’accre-
sciuta offerta da parte delle
altre importanti realtà della
galassia Eps, che non si basa
soltanto – è bene sottolinear-
lo – sulla convenienza di ac-
cesso in termini economici,
ma si orienta sempre di più
alla qualità ed all’unicità della
proposta. Tale competizione,
pertanto, deve rappresentare
un ulteriore elemento di mo-
tivazione e impegno, finalizza-
to tanto a migliorarci quanto
a distinguerci nel panorama
sportivo, facendo di sì che la
risposta alla domanda: perché
scegliere Asi, possa ampliarsi
sempre di più.
EDIT
ORI
ALE
Come di consue-to, anche per il 2011, lo spa-
zio da cui ogni mese mi riservo
di analizzare le problematiche
e le questioni più centrali della
vita sportiva e associativa del
nostro Paese, sarà dedicato a
conclusione di questo anno a
riflessioni, per così dire, più fa-
miliari. E con questo, natural-
mente, mi riferisco alla nostra
famiglia: Alleanza Sportiva
Italiana. Non a caso utilizzo
un termine di tale significato
e non a caso intendo dedicare
queste righe a noi stessi ed a
ciò che Asi è e potrà essere in
futuro. Al di la del rituale bilan-
cio di fine anno, infatti, tutti
noi sappiamo che i mesi tra-
scorsi sono stati duri, difficili
e soprattutto caratterizzati da
forti cambiamenti per la vita
dell’ente. Un anno in cui, forse
per la prima volta nella storia
di Asi, tutti noi – dai dirigenti
nazionali e periferici ai singoli
tesserati – siamo stati coinvol-
ti da un processo di cambia-
mento che non è certamente
concluso, ma che ha già dato
importanti e sostanziali ri-
sposte. Com’era necessario
d’altronde dopo un periodo di
crescita entusiasmante che
ci ha consentito di estendere
la nostra presenza su tutto il
territorio nazionale (e persino
estero), Asi è stata posta su un
binario di consolidamento e
di nuovo e auspicato sviluppo,
che ci ha richiamato innanzi-
tutto alle ragioni principali che
animano questo sodalizio che
affonda le sue radici molto più
lontano del 1994: la passione
di Claudio Barbaro
2011, Anno DI gRAnDI
CAMBIAMEntI In un mOmEnTO DIffIcILE pER IL pAEsE L’AsI hA gETTATO LE bAsI pER un DuRATuRO cOnsOLIDAmEnTO E svILuppO su TuTTO IL TERRITORIO.
per lo sport e una promozione
autenticamente associativa.
Elementi, questi, che hanno
da sempre costituito il valore
aggiunto per Alleanza Spor-
tiva Italiana, la cui maggiore
forza è stata e speriamo possa
continuare ad essere l’unione
al suo interno e il rapporto, per
l’appunto familiare, che tutti
respirano avvicinandosi a noi.
Ed è grazie anche a questo spi-
rito se le novità introdotte non
hanno determinato neanche i
contraccolpi più scontati, in un
processo di innovazione come
quello che stiamo conoscendo.
Un nuovo corso che è iniziato
dal cuore dell’ente, i sui Comi-
tati, attraverso l’introduzione
di un sistema di affiliazione e
tesseramento che nonostante
le numerose modifiche opera-
tive, è stato immediatamente
accolto e assorbito, consen-
tendoci di allinearci tempesti-
vamente ai processi di control-
lo e monitoraggio richiesti dal
Coni. Ma soprattutto perché
consci degli sforzi che i no-
stri rappresentanti compio-
no ogni giorno sul territorio,
i cambiamenti introdotti li
conducono ancor più al centro
del progetto di sviluppo, le cui
leve saranno essenzialmente:
un’accresciuta e qualificata
offerta sportiva attraverso i
Settori nazionali; il restyling
sEpp bLATTER, IL gRAnDE cApO DEL fOOTbALL mOnDIALE, hA
ApERTO ALLA pOssIbILITà DI
DOTARE LE pORTE DI TELEcAmERE pER RIsOLvERE,
fInALmEnTE, IL pRObLEmA
DEL “gOL-fAnTAsmA”. L’usO
vERRà ATTIvATO uffIcIALmEnTE DAI mOnDIALI DEL 2014.
DICEMBRE 2011 primato
5
di Francesco Nuccioni Dicono che quan-do uno ha i capelli grigi in testa, cominci ad
usare più cervello. A Sepp
Blatter probabilmente è ac-
caduto questo. A settacinque
anni compiuti, l’inamovibile
Gran Mogol della Fifa ha de-
ciso di aprire uno spiraglio
tecnologico al calcio. “Use-
remo la tecnologia con-
tro i gol fantasma
– ha detto Blat-
ter - abbiamo a
disposizione
due sistemi
di telecame-
re che sono
in grado di
garantirci ciò
che cerchia-
mo da anni:
affidabilità, immediatezza e
semplicità di utilizzo. L’ uso
delle telecamere sulla linea di
porta verrà adottata al Mon-
diale 2014 in Brasile”. Roba da
non crederci. Dopo decenni
di battaglie, di grandi appelli
di biscardiana memoria, di
gol an- nullati,
di mondiali persi, l’organi-
smo che controlla e decide il
da farsi sulle sorti del calcio
mondiale, per bocca del suo
capo più intransigente, dice
un piccolo sì ad un aiuto per il
lavoro dell’arbitro. Finalmen-
te, aggiungiamo noi. Lo sport
più seguito del Pianeta, più
amato e dibattuto, era uno
degli ultimi a fare a meno del
progresso tecnologico. Tennis,
basket, volley, tanto per citare
alcune tra le altre discipline,
da anni hanno il supporto
tecnico. Nel tennis, ad esem-
pio, il giudice di linea ha un
microchip che gli permette di
sapere se la pallina ha sfiora-
to o meno la rete. Nel calcio
no, nulla di simile. Lampard,
ai Mondiali del 2010, si è vi-
sto annullare una rete grande
come una casa perchè l’arbi-
tro e i guardalinee preposti
(c’era anche quello di linea,
come nelle gare di Cham-
pions....) non erano riusciti a
vedere che la palla, dopo aver
picchiato contro la traversa,
era ricaduta almeno 60 centi-
metri oltre la linea della por-
ta. Niente rete e, come capita
spesso in questi momenti
della vita, per contrap-
passo, l’Inghilterra
subisce gol dal-
la Germania,
squadra che
poi alla fine
dell’incontro
vince e l’eli-
mina dalla
competizio-
ne. Ora, tutto
questo dovrà
appartenere al
passato. Usiamo
il futuro, perchè si
parla di attuazione
tecnologica del gol-non-
gol nel 2014 e solo nel Mon-
diale. Ma accontentiamoci,
per il momento.
Di parere favorevole è la
nostra Federazione, che già
da anni, in via sperimentale,
aveva cominciato ad aprirsi
ai sistemi tecnologici. “Sia-
mo dalla parte di chi ritiene
che alcune aree debbano es-
sere oggetto di innovazione
tecnologica». Giancarlo Abe-
te, presidente della Figc, ha
commentato così le parole di
Blatter, favorevole all’utilizzo
della tecnologia contro i gol
fantasma ai Mondiali di Bra-
sile 2014. “Da anni in Italia
portiamo avanti la sperimen-
tazione con l’Udinese e il Cnr,
sottoponendola all’attenzion
della Fifa- ha continuato Abe-
te - ma anche gli arbitri di
porta hanno ricevuto il nostro
appoggio producendo buoni
risultati nelle competizioni
66
europee. Insomma, quelli di
Blatter e di Platini (presidente
della Uefa, ndr) sono filosofie
diverse. La prima predilige
la tecnologia e la seconda la
persona. Credo che serva il
giusto equilibrio tra le due
posizioni: detto questo, sono
due realtà incomparabili per-
chè gli arbitri di porta fanno
anche valutazioni di altro
genere”. Bisogna ricordare
che la Figc ha firmato il rin-
novo della convenzione con
il Cnr, avviata ormai dal 2006
e prolungata fino al 30 giu-
gno 2012 con possibilità di
ulteriori proroghe. Inoltre la
Federazione italiana è sem-
pre stata favorevole all’uso
della tecnologia per il “gol
non gol”. Nel febbraio scorso
è stato fatto un esperimento
sul campo, sia in orari diurni
che notturni, relativamen-
te alla proposta Cnr-Figc-
Udinese proprio su questo
fronte. Il sistema intelligente
a supporto degli arbitri, ela-
borato dall’Issia – Cnr di Bari
e sperimentato da tempo allo
Stadio “Friuli” con la collabo-
razione dell’Udinese Calcio,
grazie alla disponibilità del
Presidente Giampaolo Pozzo,
è stato sviluppato su tre ver-
santi: la rilevazione del gol
fantasma, quella del fuorigio-
co e il monitoraggio di eventi
nell’area di rigore, aspetto
questo ancora in fase iniziale.
Il sistema è concettualmente
semplice: rinunciando a si-
stemi invasivi (onde elettro-
magnetiche), si è optato per
telecamere poste sulle tribu-
ne che seguono la gara (2 per
porta per il gol/non gol, 3 sui
due lati lunghi per il fuorigio-
co), rilevando eventi ad alta
AvvE
nIm
EnTI
pRIm
O p
IAn
O
velocità (120 Km/h), ed un
server che acquisisce, visua-
lizza, memorizza ed elabora
in tempo reale le immagini,
tra le 200 e le 500 al secon-
do. La componente percetti-
va e decisionale è costituita
da un software sviluppato
dall’Issia (algoritmi innova-
tivi nel campo della visione
artificiale) che determina la
decisione e trasmette un se-
gnale all’arbitro, attore princi-
pale, cui compete comunque
in via esclusiva la decisione
finale sull’evento accaduto. Il
sistema intelligente del Cnr
permette, inoltre, di poter ri-
levare anche la situazione del
fuorigioco, considerato che
per il gol/non gol l’impianto
deve seguire solo il pallone in
movimento, mentre per l’of-
fside vanno seguiti 25 attori
tra calciatori e terna arbitra-
le oltre al pallone, dovendo
poi recepire le indicazioni sul
fuorigioco attivo o passivo.
Insomma, qualcosa da noi si
era mosso prima che l’inamo-
vibile Blatter alzasse il pollice.
Soddisfazione grande an-
che fra gli addetti ai lavori.
“Hanno aspettato che facessi
il pensionato per introdurre
questa innovazione – dice
sorridendo Carlo Mazzone –
questo andava fatto anni fa.
Almeno ora non ci saranno
più discussioni e sarà tutto
più pulito. Mi dispiace per
chi non aspetta altro che
questi casi per creare climi
ostili. Con le telecamere, tut-
to finirà. Anche se situazioni
di gol-non-gol non è che poi
ne accadano molte durante
una stagione. Poi qui si parla
per adesso solo del Mondiale
2014, vedrai prima che arrivi
in un campionato. Se il cal-
cio perde l’ultima ancopra di
la Federazione
italiana è favorevole
all’utilizzo dei
mezzi elettronici.
la prima
sperimentazione
è iniziata già nel
febbraio scorso.
77
romanticismo? No, affatto
perchè la situazione tecno-
logica è ristretta ad una sola
situazione e poi chi va allo
stadio per tifare in maniera
sana è già di romantico da
sè”. Contento anche l’ex cen-
travanti dell’Inter e della na-
zionale Roberto Boninsegna,
il mitico “Bonimba”. “Pre-
messo che Blatter dovrebbe
andarsene in pensione, era
ora che arrivasse la tecnolo-
gia. Così non si dà più adito
a sospetti di combine. Certo
sarà lunga per un’attuazio-
ne a largo raggio ma intanto
cominciamo con i Mondiali,
poi scenderemo”. Parole con-
fortanti vengono anche da
Moreno Roggi, ex difensore
della Fiorentina. “Giudico po-
sitiva questa apertura. Non si
faranno più ingiustizie. Ingiu-
stizie che non sono malevole
ma dettate dalla velocità del-
le azioni. La malafede credo
c’entri molto poco. Le teleca-
mere aiuteranno a prendere
una decisione giusta, a cui
nessuno poi può protestare.
Allargare però il sistema tec-
nologico ad altre situazioni
mi sembra azzardato. La figu-
ra dell’arbitro deve rimanere
autorevole e presente. Cioè,
le decisioni di un dubbio de-
vono essere prese da un per-
sona non da un macchina.
Comunque, ritengo impor-
tantissima questa svolta. La
Germania, nel 1966, ci perse
una finale per un gol-non-
gol”. Per chi non se lo ricorda
bene, Roggi si riferisce alla
finale del Mondiale del 1966,
giocato in Inghilterra. Erano
di fronte Inghilterra e Ger-
mania: i 90’ regolamentari
erano finiti 2-2 e durante il
primo tempo supplementare
l’attaccante inglese Urst la-
sciò partire un tiro che sbattè
contro la traversa e rimbalzo
sulla linea di porta prima di
tornare in campo. Le riprese
televisive dimostrarono che
la palla aveva battuto sul-
la linea e non aveva, come
richiesto dal regolamento,
superato completamente la
linea di porta. L’arbitro non
vide bene l’azione e si affidò
al suo guardalinee, che disse
di convalidare il gol: 3-2. Te-
deschi demoralizzati, inglesi
che nei minuti finali segnano
il quarto gol. Coppa del Mon-
do Oltremanica.
Quello era il passato. Il fu-
turo (Brasile 2014) ci dirà se
sarà veramente remoto e non
ripetibile l’episodio di Wem-
bley ‘66. Il presente ci dice,
invece, che dovremo ancora
fare scorta di Maalox la do-
menica e gli altri giorni co-
mandati al calcio.
DICEMBRE 2011 primato
9
DICEMBRE 2011 primato
9
il mondo della corsa su strada non
conosce crisi ne ostacoli. In
Italia, nonostante inique ga-
belle Federali, gli strali degli
automobilisti che mal sop-
portano la chiusura delle vie
cittadine, la saturazione dei
calendari, le gare sono in au-
mento ed in aumento sono i
partecipanti. Un proliferare
su tutto il territorio nazio-
nale di corse di 5, 10, chilo-
metri, competitive non, di
mezze maratone e maratone
che vedono al via un popolo
di atleti della domenica, di
amatori che, con impegno
e grande dedizione fanno
della corsa il proprio hobby,
quasi in esclusiva. Quel che
sorprende è che il popolo dei
podisti, in gran parte non è
“di primo pelo”. C’è chi, stan-
co della partitella a calcetto
o a tennis, o voglioso di dare
lo stop alla incipiente pingue-
dine, mette le scarpette e via
comincia a macinar chilome-
tri fino ad arrivare a correre
una maratona. Tutti possono
correre, è la cosa più semplice
di Gianluca Montebelli
IL mOnDO DELLE cORsE
su sTRADE nOn cOnOscE
cRIsI. In AumEnTO LE gARE ED I pRATIcAnTI,
sOpRATTuTTO fRA gLI Ex
sEDEnTARI.
del mondo oltre ad essere la
più economica basta volerlo,
essere determinati e attenti
a non scoppiare, per lo meno
all’inizio. L’obiettivo o il sogno
di molti è quello di arrivare ad
avere nelle gambe i fatidici 42
chilometri, magari per attra-
versare con orgoglio le strade
di Roma o per presentarsi al
nastro di partenza della Ma-
ratona delle Maratone, quella
di New York. Ed in molti ci rie-
scono. Nell’ultima edizione, ad
onta della crisi, nella Grande
Mela si sono presentati circa
3700 italiani decisi ad andar
via con la fatidica medaglia
al collo, quella che si conqui-
sta completando il percorso,
da sfoggiare con gli amici, da
appendere in bacheca. Molto
spesso si innesca un mecca-
nismo che porta un over 30 a
cambiare radicalmente le pro-
prie abitudini e a dedicare ore
ed ore all’allenamento. Una
recentissima inchiesta della
rivista specializzata “La Corsa”
diretta da Walter Brambilla,
uno dei più autorevoli testi
legati al mondo dei podisti
che proprio quest’anno ha fe-
steggiato i 30 anni di vita, ha
detto che il maggior numero
di podisti, circa il 34%, si alle-
na tre volte alla settimana, il
28 quattro volte alla settima-
na. Seguono con percentuali
oscillanti fra l’8% ed il 9% fra
quelli chi si allenano una o
due volte alla settimana, ma
c’è anche chi va oltre e va a
correre addirittura 5 o 6 volte
la settimana. Si sfruttano le
pause pranzo, le ore serali o le
prime luci dell’alba a seconda
degli impegni e delle proprie
attitudini. Dati incredibili,
segno un’abnegazione qua-
si maniacale che nemmeno
sfiora i nostri celebrati e stra-
pagati assi del calcio. Il popolo
10
dei “tapascioni” è in continua
crescita, è diventato un vero
e proprio fenomeno sociale.
Correre è diventato uno “sta-
tus simbol” una credenziale
importante nella vita di tutti
i giorni. Gli organizzatori han-
no recepito il trend e stanno
offrendo, su tutto il territorio
nazionale, eventi di ogni tipo.
Corse in pianura, in salita, ul-
tramaratone e chi più ne ha
ne metta. E per correre non
è più neanche lecito santifi-
care le feste. E’ dello scorso
31 dicembre la nascita della
We Run Rome, gara che ha
attraversato le strade del cen-
tro storico di Roma, che ha
raccolto, al primo vagito, ben
4000 maratoneti. Un succes-
so clamoroso che potrebbe
allineare la Città Eterna ad
altre Capitali, Londra Madrid,
Buenos Aires, dove correre
nell’ultimo giorno dell’anno
è pluriennale tradizione. Ma
questo è solo un esempio.
Si corre a Pasquetta a fer-
ragosto, il 1° maggio, senza
10
L’In
chIE
sTA
Da quest’anno a Roma si corre anche il 31 dicembre e la Maratona diventa un film.
1111
L’obiettivo o il sogno di molti è quello di arrivare ad avere nelle gambe i fatidici 42 chilometri, magari per presentarsi al nastro di partenza della Maratona delle Maratone, quella di new York.
soluzione di continuità. Il
fenomeno è talmente in cre-
scita che anche il cinema ha
acceso i propri riflettori. E’ di
questi giorni la notizia che La
casa di produzione cinema-
tografica statunitense “26.2
Productions” ha scelto la Ma-
ratona di Roma per girare un
film che sarà distribuito nelle
sale di tutto il mondo . Sarà
il secondo episodio di “Spirit
of the Marathon”, sequel del
film documentario girato nel
2008 all’interno della Chica-
go Marathon acclamato dalla
critica (vincitore di due premi:
Audience Choice Award al
Chicago Film Festival e Best
Picture Award al Mammoth
Film Festival) e premiato dal
pubblico. Il film girato a Roma
il prossimo marzo racconterà
le storie di sette runners di
ogni livello, dai maratoneti
all’esordio ai top runner. E
allora tutti di corsa, con giu-
dizio e programmazione, ma-
gari affidandosi ad un trainer
esperto e capace di preparare
tabelle adeguate alle esigen-
ze e alle capacità di ognuno.
Lo starter è pronto…
DICEMBRE 2011 primato
12
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????
AvvE
nIm
EnTI
fOcu
s
di Chiara Mastrolilli de Angelis
sport e solida-rietà, solidarietà e sport. Oramai siamo
abituati a vedere queste
due nobili attività andare a
braccetto.
A volte si tratta di manife-
stazioni sportive a scopo di
beneficienza, altre volte sono
i volti conosciuti degli sporti-
vi che si dedicano, chi più chi
meno, chi con maggior par-
tecipazione chi per senso del
dovere, alla solidarietà nei
più svariati campi.
È solo moda, o lo sport è
veramente legato per spirito
e valori al concetto stesso di
solidarietà?
A pensarci bene è così e
basta poco per comprendere
come lo sport giochi un ruo-
lo fondamentale sotto molti
punti di vista nel campo del-
la solidarietà e del rispetto
reciproco.
Lealtà, coraggio, rispetto
delle regole e di se stessi,
affidabilità, determinazio-
ne e spirito di squadra, lo
sport è questo e molto altro
e gli stessi valori sono alla
base del sentimento soli-
dale che dovrebbe animare
tutti coloro che si avvicina-
no ad un gesto di solidarie-
tà e fratellanza.
Lo sport e la solidarietà
insomma, parlano la stessa
lingua ed è un piacere, per gli
occhi e per il cuore, assistere
a manifestazioni che conten-
gono entrambi.
Ma lo sport è ancora di più
e può fare molto più di tanti
discorsi perché non sempre
le regole sono uguali per tut-
ti: a volte è una questione di
13
NOVEMBRE 2011 primato
latitudine, altre di genetica.
Lo sport può far molto in en-
trambi i casi perché è capace
di insegnare e trasmettere agli
uomini valori come la respon-
sabilità personale e lo spirito
di squadra, e perché è sempre
un bell’esempio di integrazio-
ne sociale e umana. Pratican-
do sport (sia esso di squadra
o individuale) si socializza e si
impara a conoscere l’avversa-
rio senza preconcetti culturali,
si impara a rispettarlo e a con-
frontarsi con esso.
Può diventare strumento
per sensibilizzare le persone
su situazioni di emergenza e
di bisogno, ma lo sport può
essere anche strumento di
integrazione psico-sociale e
spesso è di aiuto a portatori
di handicap fisici e non solo.
Da molti anni l’attività lu-
dico sportiva viene utilizzata
nella moderna psichiatria e
nella psicologia come stru-
mento di indagine e studio
della personalità, nonché di
terapia.
Insomma, lo sport può es-
sere mezzo di comunicazio-
ne per importanti messaggi
di solidarietà e al contempo
strumento di riabilitazione e
integrazione.
In questo senso basterebbe
pensare agli enormi benefici
che si traggono dall’ippote-
rapia, per esempio, utilizzata
da anni per patologie classi-
che della paralisi cerebrale
infantile, dell’autismo o della
sindrome di Down, oltre che
patologie acquisite in conse-
guenza di traumi per infortu-
ni di vario genere.
Il rapporto con l’animale
permette di far interagire il
paziente in maniera assolu-
tamente naturale, miglioran-
do il rapporto interpersonale
nei casi di autismo e sindro-
me di Down.
Ma anche altri sport sono
indicati per ristabilire il giusto
equilibrio psico-fisico in casi
più o meno gravi. Il più cono-
sciuto e forse il più utilizzato?
Il nuoto naturalmente.
In definitiva sport e solida-
rietà hanno e mantengono
un forte legame reciproco
anche perché chi fa sport e
chi lo segue ha dentro di sé
quegli stessi valori che ti fan-
no aprire agli altri, nel bene e
nel male.
In giurisprudenza l’espres-
sione “vincolo solidale” indi-
ca un legame tra il destino di
un uomo e quello degli altri
individui uniti da tale vinco-
lo, estendendo tale imma-
gine alla società, ecco che il
risultato è un “vincolo di fra-
tellanza, di reciprocità, di uni-
tà sociale”, nonché confronto
e rispetto. E quale esempio
migliore abbiamo se non lo
sport nella sua massima e
più alta espressione?
L’ATTIvITà LuDIcO-spORTIvA è spEssO DETERmInAnTE pER L’InTEgRAzIOnE psIcO-sOcIALE DEI pORTATORI DI hAnDIcAp
14
ora è ufficiale, 90° Minuto, la stori-
ca trasmissione che ha re-
galato emozioni, immagini
ed accompagnato per più di
quarant’anni la passione cal-
cistica degli italiani, diventa
archeologia. La trasmissione
che va in onda dal lontano
settembre del 1970, chiude i
battenti, fagocitata dalla cri-
si economica (la Rai non è più
disposta a spendere per i
diritti in chiaro del
calcio), dalle tv a
pagamento,
dal campionato-spezzatino,
e, allargando gli orizzonti,
dai costumi che cambiano. In
altre parole 90° minuto era
diventata anacronistica, con
gli ascolti in calo progressivo,
irreversibile. Gol, immagini,
commenti ormai trasmessi
da altri in “tempo reale”
al fatidico orario
Va in soffittaun pezzo della nostra storia
????
????
AvvE
nIm
EnTI
Am
ARc
ORD
di Elena Viola
1515
un pezzo della nostra storia
delle 18,00 non avevano più
senso di essere trasmessi. E
così addio, se ne va con essa
un pezzetto della nostra sto-
ria di amanti del calcio che,
trepidanti, la domenica po-
meriggio correvamo a casa
dallo stadio o non prende-
vamo impegni per “abbof-
farci” degli sbiaditi spezzoni
in bianco e nero provenienti
da tutti i campi. Ideata e con-
dotta da Paolo Valenti, per
le prime edizioni chiamò al
suo fianco un altro mito del
giornalismo sportivo italia-
no Maurizio Barendson, la
trasmissione vide la parte-
cipazione di personaggi che,
grazie ad essa, diventarono
popolari, quasi di famiglia. I
nomi di Beppe Viola, Tonino
Carino, Ennio Vitanza, Beppe
Barletti, Marcello Giannini,
Luigi Necco, Gianni Vasino,
e ne tralasciamo certamen-
te tanti altri, sono ancor
oggi stampati nella mente
dei tifosi che ne ricordano il
volto, il modo di parlare, gli
atteggiamenti. Quello era il
giornalismo sportivo molto
diverso da quello attuale,
dove lo sfottò era all’ordine
del giorno e serviva anche e
soprattutto per stemperare
le tensioni e le polemiche
che, a dirla tutta, non erano
feroci, velenose come adesso.
Non c’era bisogno di misu-
rare ogni parola, ogni frase,
il clima era rilassato, festaio-
lo, rispecchiava certamente
l’Italia di quegli anni. Spesso
mancava il filmato, si ricor-
reva all’aiuto di una telefo-
to, che comunque serviva a
spiegare un’azione, un fatto
avvenuto sul campo. Il vero
divertimento era ad esempio
vedere Necco che “chiamava”
Milano, aneddoti legati alla
storia dei vari corrisponden-
ti, come quello di Castellotti
da Torino, che tra un colle-
gamento e l’altro, nella stes-
sa domenica si tagliò i baffi
senza che Valenti non se ne
accorgesse, oppure Bubba
che aveva definito un for-
te tiro di Vialli “una bomba
al Nepal”, di Gianni Vasino
LA RAI chIuDE LA TRAsmIssIOnE IDEATA DA pAOLO vALEnTI chE pER pIù DI 40 AnnI hA REgALATO EmOzIOnI A gEnERAzIOnI DI TIfOsI. un TuffO AL cuORE nEL RIcORDARE bAREnDsOn, cARInO, nEccO, gIAnnInI E TuTTI I pIOnIERI DI un cALcIO chE nOn c’è pIù.
Il campionato-spezzatino e le tV a pagamento hanno reso anacronistico l’affascinante appuntamento della domenica pomeriggio che ha accompagnato per più di 40 anni la storia del costume italiano.
DICEMBRE 2011 primato
1616
del quale si diceva che era
“l’unico giornalista che face-
va errori di ortografia anche
quando parlava” e di Gian-
nini che citando malamente
Quasimodo, si era avventu-
rato in un ardito “Ed è subito
gol, come direbbe Ungaretti”.
Questo era lo spettacolo nel-
lo spettacolo, tra un gol e l’al-
tro strafalcioni e papere del
corrispondente di turno. No-
vantesimo minuto, quel “90°
minuto”, era lo specchio di
quel calcio che non si pren-
deva troppo sul serio, ancora
vincolato alle immagini clou
delle partite.
Ma il vero perno della tra-
smissione, l’ideatore, l’uomo
che la condusse per più di 20
anni, senza poi trovare emu-
li alla sua altezza, fu proprio
Paolo Valenti, giornalista di
razza ma soprattutto gran-
de esempio di stile televisi-
vo e gran signore nella vita
di tutti i giorni. La sua voce
rassicurante ha accompa-
gnato gli italiani negli anni
del terrorismo e del secondo
boom economico. Prima di
90° minuto fu leggendaria
voce radiofonica della dome-
nica pomeriggio, e rimane
nell’immaginario collettivo
per la telecronaca effettuata
il 17 aprile 1967 in occasione
del mondiale dei pesi medi
dal Madison Square Garden
di New York. Quel giorno si
svolse l’incontro Nino Ben-
venuti- Emile Griffith, Valenti
con la sua voce tenne svegli
gli italiani per raccontare una
vittoria italiana che è entrata
nella storia dello sport mon-
diale. Il suo ulti-
mo intervento in
tv lo effettuò al
telefono all’ini-
zio del mese di
novembre 1990
a “Il Processo Di
Aldo Biscardi”,
due settimane
prima di spe-
gnersi, dicendo:
“sono andato al
tappeto e non mi
rialzerò più”. Pa-
olo Valenti morì
il 15 novembre
1990 all’ospe-
dale Forlanini di
Roma a seguito
di un tumore
all’apparato di-
gerente. Con lui
se ne andò un pezzetto della
nostra storia, di quel roman-
ticismo calcistico raccontato
da Niccolò Carosio, Nando
Martellini, Sandro Ciotti, En-
rico Ameri. Oggi non c’è più
90° Minuto, vediamo le par-
tite in 3D, entriamo con le
telecamere negli spogliatoi,
ma ci manca, tanto, quel sa-
pore antico, di un mondo che
non rivedremo…
Indietro non si torna.
Paolo Valenti e Maurizio Barendson hanno regalato agli italiani pagine bellissime di sport e televisione. Stile, garbo, ironia gli ingredienti del clamoroso successo della trasmissione.
Luigi Necco
Foto di gruppo con tutti gli inviati di 90° Minuto
1818
AvvE
nIm
EnTI
L’In
TERv
IsTA
Ai Giochi olim-pici di londra il badminton festeggerà i venti anni dal suo inseri-
mento nel programma olim-
pico. La prima volta fu ai Gio-
chi di Barcellona del 1992, e
per le prime quattro edi-
zioni nessun italiano
è riuscito a centra-
re l’obiettivo qua-
lificazione. Solo
nel 2008 il bad-
minton azzurro è
approdato ai Gio-
chi, grazie alla roma-
na Agnese Allegrini, classe
1982, tesserata con Alleanza
Sportiva Italiana tramite il
Badminton Club Milano, che
si è avvicinata alla disciplina
da ragazzina per caso per
poi diventare, ad oggi, la più
forte interprete italiana del-
la storia. Nel suo palmares
figurano vittorie di spicco in
tornei internazionali come il
Mauritius International, l’I-
ran Fajr, il Fiji International,
il Puerto Rico International
e tanti altri. Nessuno in Ita-
lia è arrivato in alto quan-
to lei, uomini inclusi. Ora,
dopo l’esperienza di Pechino
2008, poco felice a livello di
risultati (uscì al primo turno
perdendo 2-0 con l’ucraina
Larisa Griga) ma importante
per la crescita dell’azzurra,
Agnese è pronta per dimo-
strare tutto il suo valore ai
Giochi di Londra 2012. In
sostanza l’azzurra tessera-
ta per il BC Milano, che vive
tra il capoluogo lombardo,
dove c’è il centro federale, e
la Danimarca, paese del suo
allenatore, Kenneth Larsen,
è già qualificata per l’Olim-
piade del 2012, anche se non
ufficialmente.
“In effetti – dice la cam-
La più forte
giocatrice italiana
di tutti i tempi
si è qualificata
per Londra 2012
dove si batterà
contro i mostri
sacri del rancking
mondiale.
di Federico Pasquali
Badminton
laAgnese Allegrini
2020
AvvE
nIm
EnTI
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????
???
.
pionessa –, avendo giocato
molti tornei internazionali
di livello con buoni risulta-
ti, ho già acquisito i punti
necessari nel ranking inter-
nazionale necessari per la
qualificazione. In realtà però
si dovrà aspettare la fine di
aprile per ufficializzarlo. Ma
questo poco importa, perché
cosciente di avere il pass in
tasca, insieme al mio allena-
tore abbiamo programmato
i miei impegni agonistici dei
prossimi mesi in funzione
dell’Olimpiade”.
Dunque, quale saranno i
suoi prossimi impegni?
“Allora, abbiamo total-
mente cambiato quello che
avevamo programmato po-
che settimane fa, stabilen-
do che parteciperò soltanto
ai tornei internazionali di
massimo livello. Alternando,
ovviamente, la partecipazio-
ne alle gare con raduni e ses-
sioni di lavoro intense sia in
Italia che in Danimarca”.
Può illustrare nei dettagli
i suoi programmi pre-olim-
pici?
“Inizierò a gennaio con un
importante torneo in Svezia,
dove ci saranno le più forti
atlete europee e non solo.
Chiuso il torneo andrò ad al-
lenarmi in Danimarca, dove
farò una sorta di collegiale.
A febbraio parteciperò agli
Europei a squadre miste in
Olanda, un torneo impor-
“Lavoreròper farmi
trovare pronta all’appuntamento.
Mi preparerò fra il Centro
Federale di Milano e la Danimarca.”
21
DICEMBRE 2011 primato
.
tante anche per chi come
me gareggia nel singolo. A
marzo giocherò due tornei
di ottimo livello, uno in Sviz-
zera l’altro in Inghilterra. Ad
aprile parteciperò gli Europei
individuali, dove incontrerò
molte delle avversarie che
poi parteciperanno ai Giochi,
A giugno, infine, andrò prima
in Indonesia poi a Singapore,
dove giocherò gli ultimi due
tornei importanti prima dei
Giochi”.
Rispetto al 2008 ha attese
maggiori?
“Beh, dopo la partecipa-
zione all’Italian International
2011 ho capito che ora sono
più matura e posso fare sicu-
ramente di più alla prossima
Olimpiade. Sono cosciente
di poter giocare alla pari con
molte avversarie che, fino a
poco tempo fa reputavo ir-
raggiungibili”.
Da cosa le è scaturita que-
sta consapevolezza?
“Al torneo ho giocato con
delle atlete di ottimo livello,
cosa che mi capita poche vol-
te durante l’anno, e avendo
dato filo da torcere a tutte e
tre le avversarie incontrate
ho acquisito maggiore sicu-
rezza nei miei mezzi. Nella
prima giornata ho vinto en-
trambe gli incontri raggiun-
gendo i quarti di finale, dove
mi sono dovuta arrendere
alla numero uno del tabel-
lone, la bulgara Nedelcheva,
ma se l’è dovuta sudare la
vittoria. Lei è un’avversaria di
livello superiore, con la quale
avevo già perso ai Mondia-
li di Londra in modo netto,
stavolta invece me la sono
battuta fino alla fine, condu-
cendo anche nel primo set.
Ecco, questa prestazione, no-
nostante la sconfitta, mi ha
fatto capire che sono pronta
per giocarmela con le miglio-
ri, quindi a Londra arriverò
con questa consapevolezza”.
21
l’Asi ha nel suo DnA una caratteristica molto importante, quella
di non dimenticare gli atleti
che hanno fatto grande la
storia dello sport, e uno di
questi appartiene alla no-
bile arte del pugilato, il
suo nome è Carlo Du-
ran.
Pugile di origine
argentina, muo-
ve i suoi primi
passi sportivi
nel suo pae-
se d’origine
p a r t e c i -
pando ai
G i o c h i
Panameri-
cani. Il suo
esordio nel
p r o f e s s i o -
nismo avviene
alla fine degli anni cin-
quanta, questo fatto lo
porterà in Italia ad affer-
marsi e coniugare la sua
carriera con un grande ma-
estro come “Nando” Strozzi
che diventerà il suo mentore.
Dopo svariati anni di per-
manenza in Italia ottiene la
cittadinanza e conquista
il 24 luglio 1966 a Torino, il
suo primo titolo italiano dei
medi, vincendo ai punti con-
tro Bruno Santini; titolo con-
quistato a soli 30 anni.
Duran difende la cin-
tura tricolore per svariati
anni consecutivi, e riesce in
un’impresa difficile: impos-
sessarsi del titolo europeo
dei Pesi medi contro lo spa-
gnolo Luis Folledo, il 17 no-
vembre 1967. Conquistata la
fama internazionale, Duran
difende trionfalmente il ti-
tolo contro Wally Swift, Jupp
Elze, Johnny Pritchett, Hans
Dieter Schwartz per cederlo
a Tom Bogs l’11 settembre
1969 a Copenaghen dopo
una sconfitta ai punti.
L’ASI ha voluto onorare,
insieme alla famiglia Duran,
la memoria di questo pugile
italiano di origine argentina,
organizzzando l’undicesimo
Memorial “Carlo Duran” che
si è svolto al Pala Caneparo.
Il pomeriggio è stato de-
dicato alla parte dilettanti-
stica, la serata, è stato il clou
della manifestazione; i pro-
tagonisti dell’evento si sono
esibiti in tre match profes-
sionistici. Sono Saliti sul ring
Damian Bruzzese, Alessan-
22
AvvE
nIm
EnTI
L’EvE
nTO
22
di Maurizio Massari
Quei pugni dedicati a
DICEMBRE 2011 primato
23
Per ricordare il grande camPione
italo-argentino l’aSi organizza
ogni anno un memorial che è giunto
all’11ª edizione.
24
dro Caccia e Mirko Larghetti,
realizzando uno spettacolo
ricchissimo sia dal punto di
vista tecnico che dal punto di
vista agonistico.
La manifestazione è stata
presentata alla stampa nella
Sala Arengo del Comune di
Ferrara ed ha avuto il patro-
cinio dell’Amministrazione
Comunale, della Federazione
pugilistica italiana e del Coni.
L’ASI ha fatto suo questo
memorial fin dalla prima
edizione, disputata nel 2001
sul ring del pattinodromo di
via Porta Catene. Durante
le dieci edizioni che si sono
susseguite, si contano 112
match, per un totale di 124
pugili impegnati. Per sette
edizioni è stata protagonista
la Nazionale italiana opposta
alle formazioni di Cuba, Un-
gheria, Irlanda, Russia, Cina,
Romania, Russia. Appare
evidente che la memoria di
Carlo Duran è viva nel mon-
do pugilistico italiano e al di
fuori dei confini nazionali.Nel corso degli anni
sul ring sono saliti
le nazionali d’Italia,
Cuba, Ungheria,
Irlanda, Russia, Cina,
Romania e Russia.
Carlos Duran sul set di “Mark il poliziotto”
25
DICEMBRE 2011 primato
MO
ND
O A
SI
La struttura di Alleanza sportiva italiana trova basi so-lide e vitali per la propria crescita in donne e uomini che il Premio Fabrizio Levati vuole elevare a modello nella comunità civile, so-ciale e sportiva in cui viviamo e lavoriamo.
Con questo spirito e con que-ste motivazioni che il Premio, promosso da Sante Zaza, pre-sidente regionale del Piemonte,
di Paolo Signorelli
Consegnati i premi“FABRIZIO LEVATI”
vuole ricordare la figura di Fabri-zio Levati, fondatore della Fiam-mamonza di calcio femminile e suo allenatore per oltre venti anni, ma pià di tutto va ricorda-ta la figura di un uomo con un carattere forte e nello stesso con una signorilità che lo ha sempre distinto. Fabrizio Levati all’età di 50 anni deve arrendersi al male che ha voluto combattere con una forza incredibile continuan-do ad andare sulla panchina di allenatore fino all’ultimo. An-che per il 2011 la Commissione
2011
26
ha avuto l’imbarazzo della scelta tra i dirigenti che, ognuno per la propria storia e la propria attivi-tà. erano meritevoli per ottenere questo ambito riconoscimento.
La consegna dei premi è av-venuta il 18 dicembre a Roma a seguito di quanto deciso dalla Commissione che ha assegnato il Premio per il 2011 ai dirigen-ti Asi: Andrea Albertin, Silvano Ruggeri, Romano Becchetti e alla memoria a Mario Iacobucci.
Premio Fabrizio Levati 2011 a Andrea Albertin (Presidente Re-gionale Asi del Veneto e Presidente della Consulta dei Comitati Periferici)
Esprime, nel vigore delle sue idee, nelle sue capacità proget-tuali di dirigente Asi, i principali segni del Premio Fabrizio Le-vati. Questo riconoscimento lo affianca ai nostri più apprezza-ti esponenti che rappresentano l’ossatura portante del nostro Ente.
Premio alla carriera a Silvano Ruggeri (Componente Consiglio nazionale e Responsabile settore tecnico Culturismo Atletico Sportivo)
Silvano Ruggeri ha matura-to i suoi principali meriti nella silenziosa fatica della palestra, dove l’atleta compete con gli invisibili limiti umani. Un im-pegno costante che offre poca popolarità, ancora meno celebri-tà, ma l’impagabile soddisfazio-ne, ogni volta, di riuscire.
Premio speciale a Roma-no Becchetti (Presidente Comitato provinciale di Ferrara e Responsabile settore tecnico Pugilato)
La provincia è forse la terra dove meglio lo sport può espri-mersi e Romano Becchetti ha il merito di avere interpretato al meglio i dettati del nostro Ente affiancando alla promozione sportiva il coinvolgimento di si-gnificativi testimonial dello sport.
Premio Fabrizio Levati “alla memoria” a Mario Iaco-bucci
Questo premio, simbolo della grande fusione tra uomo e sport, vuole incoronare una delle figure più significative del nostro Ente. Mario Iacobucci per la sua co-stante linea d’azione e di pensiero per la gente, sia per la sua impor-tante carica nell’Amministrazio-ne civica di Bordighera, che per la limpidezza d’animo, alto profilo morale e costante sostegno dello sport e degli ideali che identifica-no l’Asi.
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DICEMBRE 2011 primato
Come ogni anno al termi-ne della stagione sportiva l’Asi assegna il “Premio Donna Asi dell’anno” a quella atleta che nel corso dell’anno ha ottenuto risultati sportivi di rilievo interpretando anche i valori che sono alla base di Alleanza Sportiva Italiana. Il premio è stato intitolato a Nadia Torretti, prematuramente scom-parsa, che ha dato il proprio sostegno operativo e ideale per la creazione dell’Ente.
Il 18 dicembre a Roma si è svolta la consegna del premio, giunto alla settima edizione, alla presenza del Presidente Nazionale Claudio Barbaro e della figlia di Nadia Torretti.
Quest’anno il premio è stato asse-gnato a Federica Boella della Asd La-gorio Accademy di Torino cintura nera di Kick Boxing e Muay Thai e vice cam-pionessa italiana di pugilato. Nel 2011 ha partecipato con risultati positivi a vari Galà Internazionali di Kick Boxing
ed è stata componente della squadra italiana che a partecipato ai campionati mondiali svoltisi a Skopje in Macedonia nella specialità del K1 rules.
A Federica Boella il premio “DONNA ASI DELL’ANNO”
di Paolo Signorelli
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Domenica 18 dicembre a Roma, in Piazza del Campi-doglio, si è svolta la prima tappa di “1KM RUN”, manifestazione sportiva promossa da For Active People - Festi-val del Fitness, con la direzione tecni-ca di, Alleanza Sportiva Italiana, e con il patrocinio di Roma Capitale. Buona la partecipazione e l’affluenza a questo ambizioso evento che si chiuderà sem-pre a Roma in Piazza del Campidoglio il 15 dicembre 2012, dopo aver attraver-
sato altre piazze e prestigiose location di 80 città italiane. Testimonial di que-sta prima giornata il campione di mix martial arts Alessio “Legionarius” Saka-ra, la modella Eugenia Chernyshova e l’attrice Isabelle Adriani. Chiave della capacità attrattiva della manifestazione la semplicità e allo stesso tempo l’origi-nalità della sua formula: un tapis roulant a disposizione di ogni partecipante e 1 km da percorrere; il tempo fatto regi-strare inserito in una classifica consul-
A Piazza del Campidoglio si è svolta la prima edizione della “1 KM Run”dopo aver attraversato le piazze e prestigiose location di 80 città italiane.
di Luisa Santiloni
1 km da correre...sul posto
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tabile sul portale www.onekmrun.com, arricchita dalle performance anche dei non presenti. Infatti, questi ultimi, sca-ricando l’applicazione onekmrun web application - operativa da metà gennaio 2012 -, potranno comunicare il tempo realizzato sul tapis roulant della propria palestra o di casa. Ai partecipanti reali si sommeranno così quelli virtuali, e tutti insieme, potranno interagire e condivi-dere la passione per la corsa e lo sport tramite un social network, di prossima ultimazione, dedicato alla persone atti-
ve. Soddisfatto il Presidente di Alleanza Sportiva Italiana, Claudio Barbaro, che così commenta l’esordio della mani-festazione: “E’ stato un buon inizio e sono convinto che il successo di 1KM RUN sarà sempre maggiore. Noi di Al-leanza Sportiva Italiana crediamo che possa essere un importante veicolo di promozione di uno stile di vita sano e un mezzo di socializzazione per tutte le persone legate dalla passione per lo sport, anche nella sua veste non agoni-stica.”
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“Il sistema è nato prevalen-temente per militari, forze dell’or-dine ed operatori della sicurezza, ma da alcuni anni è disponibile anche per i civili.
Il C2 training punta solo a risolvere scontri reali ed è progettato per produr-re il massimo risultato nel minor tempo possibile; si basa su un’integrazione pro-gressiva di capacità fisiche comprovate, da utilizzare soltanto qualora il conflitto diventi inevitabile. Pertanto non si tratta di una semplice collezione di tecniche di difesa personale e sequenze mutuate da arti marziali e da sport da combattimento.
Il C2 si assicura che l’addestramento si avvicini alla realtà e non che la realtà ven-ga adattata alle tecniche che si conoscono, sulla base delle proprie percezioni e prefe-renze. Tutto il nostro training è basato sui fatti non sulla fantasia.
La disciplina fa di tutto per sensibi-
lizzare i propri allievi alla reale self-pro-tection. Gli allievi già dopo qualche mese di pratica sono in grado di valutare i miti comuni e le contraddizioni che purtroppo ancora oggi caratterizzano altre discipline del settore. Tutto quello che non abbia ampiamente dimostrato di funzionare con esito positivo ripetutamente in condizioni di “duress”, (come dicono gli americani) non viene preso in considerazione.
Tutto deve essere funzionale e niente “ornamentale”, essendo basato su criteri oggettivi e non su preferenze soggettive.
Le tattiche del C2 sono sempre sem-plici, dirette ed assolutamente prive di movimenti ritenuti superflui e coreogra-fici. L’approccio di questo sport si ispira alla seguente frase del filosofo Gugliemo Ockman, tratta da una sua opera:“entia non sunt multiplicanda praeter necessita-tem”, ovvero le entità non devono esse-
di Paolo Signorelli
Difendiamoci con il Core Combatives
Massimo Gambelli ha dedicato la sua vita alle arti marziali. Oggi è
istruttore ppiù qualificato di questa disciplina che insegna nell’A.S.D.
Best Defense Solutions. Entriamo, attraverso le sue parole, nei segreti
di questa attività su cui l’ASI punta molto.
DICEMBRE 2011 primato
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re moltiplicate oltre il necessario, poiché quando tutte le soluzioni ad un problema sono considerate uguali, la più semplice è quella che vince su tutte.
Lo scopo principale dell’addestramen-to non è cercare di rendere possibile ciò che è apparentemente impossibile, come spesso accade, ma di far si che quello che è già possibile diventi altamente probabile.
Viene posta molta enfasi sulle tecni-che generiche che possano essere alta-mente funzionali, relativamente semplici da apprendere e da ricordare, facilmente adattabili per poter funzionare nelle situa-zioni più disparate e soprattutto provate per poter funzionare nelle condizioni di stress estremo generato da un confronto fisico reale.
L’addestramento, concetto diverso da allenamento, per essere utile e spendibile nella realtà a prescindere dal sistema pra-ticato, deve necessariamente avvenire in assenza di 3 fattori chiave che chiamiamo le tre verità: assenza di tempo poiché nel mondo reale le cose accadono molto velo-cemente ed in modo del tutto inaspettato per cui bisogna tenere in considerazione questo fatto. Non esiste il tempo di met-tersi in guardia ed è solo un frame dell’in-tero film; assenza di spazio in quanto tra noi e l’aggressore non vi è lo spazio di cui abbiamo bisogno per tirare la nostra tec-nica preferita ed infine assenza di effetto perché non importa quanto colpiamo for-te un sacco da boxe, non avremo l’effetto che ci aspettiamo.
L’addestramento, per essere credibile, deve compiersi con qualcuno che in “quel momento” non è nostro amico e che so-prattutto cercherà in tutti i modi di farci fare brutta figura davanti agli altri.
Un sistema serio di autodifesa deve obbligatoriamente prevedere un “reality check” che nel nostro caso è dato da de-gli scontri “force on force” tra gli studenti che vengono effettuati in piena sicurezza denominati “Live drills”.
Soltanto dopo questa esperienza lo studente comprende quanto sia difficile poter prevalere in uno scontro fisico ed in modo particolare quanto siano inapplica-bili la maggior parte delle tecniche apprese
in anni di arti marziali o dal sistema di di-fesa che va di moda. L’onere della prova è tutto quando si parla di combattimento.
Non esiste il sistema devastante ed in-fallibile, nessuno ha le chiavi in tasca per risolvere qualsiasi situazione. Potremmo fare tutto quanto bene ma se è la nostra giornata, fine della storia. Niente promes-se a nessuno.
Lungi dall’essere un fenomeno com-merciale nel C2 non esistono maestri ma istruttori e non esistono livelli e cinture così come non esiste merchandising ed advertising.
Il C2 è aperto a maggiorenni senza carichi penali pendenti di nessun tipo de-siderosi di gestire nel modo migliore situa-zioni di aggressione reali che si spera non si dovranno mai affrontare. Sappiamo che la fortuna aiuta gli audaci ma sappiamo an-che che è meglio essere preparati.
Le nostre classi sono volutamente non numerose al fine di seguire e monitorare i progressi degli allievi. La sede di C2 Italia si trova in provincia di Ancona che essen-do al centro è facilmente raggiungibile da tutta la penisola. Core Combatives Italia sta già collaborando con alcuni settori del-la polizia e delle forze armate. Attualmen-te Best Defense Solutions sta pianificando un corso intensivo di 4 giorni tenuto dal fondatore Mick Coup che si svolgerà pre-sumibilmente in primavera”.
organizza
tuttonotizieMO
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SI È RIUNITA LA GIUNTA ESECUTIvA DELL’ASI
Ultima riunione del 2011 per la Giunta Esecutiva di Alleanza Sporti-va Italiana che, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente, sulla quale i vari componenti hanno dato vita ad un fruttuoso scambio di opinioni, ha innanzitutto provveduto ad effettua-re alcuni adempimenti statutari rati-ficando numerose affiliazioni all’En-te ed a nominare alcuni fiduciari di comitati periferici. L’organo ha poi emanato il Regolamento di Ammini-strazione e contabilità previsto dalle norme promulgate dal Coni in rela-
zione ai suoi rapporti con gli Enti di Promozione Sportiva.
Udita quindi la relazione del vi-cepresidente Avv. Levanti, che ha ri-ferito in merito al seminario ed alle varie riunioni tenutisi sull’argomen-to tra i rappresentanti degli Eps, la Giunta ha dato mandato al presiden-te di sottoscrivere a nome dell’Ente l’accordo per l’approvazione delle norme di comportamento degli Eps secondo la bozza definitiva inoltrata dal Coordinamento, modulata sul-la base dei suggerimenti proposti dai vari Enti, tra cui quelli avanzati dall’Asi a modifica della originaria ipotesi elaborata dal Coordinamen-to stesso.
IMpEGNO DEL COMITATO REGIONALE DEL pIEMONTE pER L’USO DEI DEfIbRILLATORI
Il Presidente del Comitato Re-gionale Asi del Piemonte Sante Zaza coadiuvato dal dott. Carlo Zanolin, responsabile dell’area medica del Co-mitato, ha avviato un accordo con la Ditta Progetti Medical Equipment So-lutions di Moncalieri, in provincia di Torino, che costruisce i defibrillatori.
E’ in corso di stipula una conven-zione che consentirà l’acquisto di defi-brillatori e lo svolgimento di un corso per l’uso degli strumenti riservato a dirigenti e tecnici delle società dell’Asi della regione Piemonte.
Forli10° TROfEO DI NATALE DI ARTI MARzIALI
Una gara o un Festival delle arti marziali. cinquecento atleti tra singoli e squadre, mille calendari distribuiti, cin-quecento medaglie consegnate, cinque-cento omaggi elargiti, sessanta agende e 6sessanta borse ai direttori tecnici e uf-ficiali di gara, 6 esibizioni : Karate Ko-budo, Karate Bunkai, Karate Shotokai, Bastone pugliese, il Karate dei Campio-ni del Mondo, Taiko i tamburi giappo-
nesi. Un film realizzato dal Web Master M° Minardi Alessandro di Faenza, un film che incorpora la storia del Karate, la storia del Ju Jitsu, le esibizioni ed i punti salienti della gara. Il Dvd è stato regalato a tutti i Direttori tecnici. Tutto
questo è semplicemente il resoconto del 10° Trofeo di Natale. Commento : senza parole. Il tutto nello spirito del-le vere Arti Marziali: stare insieme per socializzare e confrontarci, senza ran-cori, non una sfida tra palestre, ma un momento di incontro. Ancora una vol-ta zero errori sui tabelloni di gara, zero contestazioni e tanti, tanti complimenti di tutti : nuovi e vecchi associati. La clas-sifica delle società: 1° Posro Tigers Fer-rara 2° Posro Aks Rimini 3° Posto Akd Difesa Personale Forlì 4° Posto Mabuni Lodi 5° Posto Karate Goshin Reggio
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Emilia. Molto elevato il livello tecnico della mani-festazione, non solo per la presenza di molti campioni italiani europei e mondiali. Sono stati inoltre conse-gnati alcuni riconoscimenti alla carriera dal Presidente Nazionale dell’Asi Claudio Barbaro insieme al respon-sabile del settore Bujutsu dell’Asi Francesco Santono-cito, presente anche il Di-rettore Tecnico dei settori tecnici Claudio Perruzza. I riconoscimenti sono andata alla Cintura nera 8° Dan Maestro Antonino Caiz-zone, di Milano, c quarant’anni di tatami senza interruzione, già cintura nera 7° Dan da circa 12 anni, già responsabile nazionale di diverse federazioni italiane e Maestro di tanti Campioni nazionali ed internazionali.; alla Cintura Nera 8° Dan al Maestro Carlo Pari, di Rimini, uno dei più giovani Maestri italiani ad avere ricevuto il prestigioso riconosci-mento, già cintura nera 7° Dan dal 2003, responsabile nazionale ASI per il Kara-te Jutsu, il Ju Jitsu ed il tiro a segno, già responsabile nazionale di diverse Fede-razioni ed Enti di promozione sporti-va, il Maestro ha elaborato programmi tecnici di Karate Goshin con centinaia di tecniche inseribili in qualsiasi stile di karate, ha elaborato un programma tecnico di Ju-Jitsu (Jjmp – Ju Jitsu Me-todo Pari), ha elaborato un program-ma d’armi da fuoco denominato Todd Tiro operativo da Difesa inserendolo nello studio (per adulti) del moder-no Ju-Jitsu; alla Cintura nera 6°°Dan Maestro Lauricella Giovanni di Forlì
Presidente del Gruppo Aks già 5° Dan dal 2005, Cintu-ra Nera 6° Dan al Maestro Paolozzi Massimo di Roma, certamente una parte signifi-cativa della storia del Wado Ryu italiano Cintura nera 6°Dan al Maestro Scanavini Oliviero di Modena, mae-stro di Karate di Ju Jitsu e di
Kobudo, Cin-tura nera 6°an al Maestro Ta-roni Osvaldo di Ravenna, Responsabile nazionale dello stile Shotokai, Cintura nera 5° Dan al Ma-estro Silvio Egidi di Forlì, il Maestro ha elaborato pro-grammi con-tro il bullismo
proponendoli con successo nelle scuole pubbliche, ha brevettato un tappeto per la pratica dei diversamente abili, Cintura nera 5° Dan al Maestro Massimo Soc-corsi di Roma moltissimi lustri di pra-tica, un vero professionista delle Arti Marziali.
RomaINIzIATIvA SOCIALE DEL CENTRO EqUESTRE AURIGA
La sezione equestre dell’Asi tessera gratuitamente i bambini affetti da emofilia che possono in tal modo cominciare un programma per superare grazie al contat-to diretto con i cavalli, i problemi di isola-mento e difficoltà di comunicazione che tale patologia genera nei piccoli. Presso il centro Equestre l’ Auriga, a Prima Porta , che da settembre è tornato in funzione , i bambini emofiliaci hanno la possibili-tà di svolgere lezioni di circa un’ora a di-retto contatto con l’ animale e la natura , accompagnati ed assistiti da un’ equipe di psicologi, istruttori ed operatori del setto-
re altamente qualificati , lezioni che pos-sano far acquisire loro serenità e fiducia. I bimbi emofiliaci che ogni settimana devo-no obbligatoriamente sottoporsi a tratta-menti ospedalieri, hanno così la possibili-tà, attraverso il rapporto con il cavallo e la relazione diretta con l’ animale, di riuscire a relazionarsi meglio con il mondo che li circonda, superando le ansie e le paure che la malattia inevitabilmente genera in loro. Il successo raccolto da tale iniziati-va che ha donato ai piccoli malati ed alle loro famiglie attimi di serenità, facendoli rilassare interrompendo l’ odiosa routine casa- ospedale, ha dimostrato l’ efficacia della terapia “ equestre” che già dai primi incontri, ha fatto riscontrare progressi nei piccoli pazienti.
FerrarapUGNI DI qUALITA’ AL pALAzzATTO DELLO SpORT
Come era nelle previsioni la riunione di boxe organizzata dalla Pugilistica Pada-na al Palazzetto dello Sport di Ferrara ha avuto un successo sia per la qualità degli incontri programmati che per l’affluenza di pubblico. Oltre agli incontri riservati ai dilettanti la riunione prevedeva l’incontro per professionisti tra Damian Bruzzese della società organizzatrice allenato da Massimiliano Duran e il ceco Michal Bj-lak. Netto il successo di Bruzzese, che si inserisce così tra i migliori pugili italiani per la categoria dei pesi massimo-leggeri; una vittoria realizzata solo al 5^ round per Ko tecnico. Fra i dilettanti ha impressio-nato la vittoria del giovane Mattia Musac-chi, anche lui tesserato per Pugilistica Pa-dana, che ha superato in un solo minuto il ceco Jakub Korbeli. Piena soddisfazione
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per il responsabile Asi per il pugilato Ro-mano Becchetti promotore della manife-stazione che da sempre segue con parti-colare attenzione l’attività della Pugilistica Padana che è ormai una viva realtà della boxe italiana.
Sant’Agata Li Battiati (Catania)SUCCESSO DELLA COppA DI NATALE DI KARATE
Il Centro Sportivo Karate di Valver-de ha organizzato, con la collaborazione tecnica del Maestro Gianni Pane, re-sponsabile regionale della sicilia del set-
tore karate dell’Asi, il Trofeo Nazionale di karate “Coppa Natale Asi” con prove di kata maschile e femminili individuale .Ancora una volta la Societa Accademia Karate Sicilia di San Giovanni La Pun-ta diretta dal Maestro Panesi classifica al primo posto, in una manifestazione che ha visto la partecipazione di circa due-centocinquanta atleti di tutta la regione Sicilia e della Calabria. Piena soddisfazio-ne del Maestro Pane per la buona riusci-ta della manifestazione con un perfetto arbitraggio che è stato apprezzato da tut-te le società presenti.. La classifica delle società vede al primo posto Aks Sicilia
mentre al secondo posto si è piazzata la Antares di Caltagirone del maestro Con-dorelli, ed infine al 3terao posto ex-equo la Gymnasium di Comiso del maestro Flaccavento e il Dojo karate di Enna diretta dal tecnico Serravalle
fOOTbALL AMERICANO, MARINES LAzIO SECONDA NEL COLLEGE LEAGUEI
Marines Lazio hanno affrontato, nella splendida cornice del Vigorelli di Mila-no, gli Hogs Reggio Emilia per la finale di College League 2011. Una partita im-portante sotto tanti punti di vista: per coronare giustamente il percorso lungo e faticoso dei ragazzi, e soprattutto per dimostrare la qualità di questo vivaio, os-satura insostituibile della formazione Se-nior. Al termine del match, tra lacrime e rabbia, sono stati gli emiliani ad alzare la coppa più ambita, in virtù del 42-40 fi-nale, ma ai biancazzurri rimarrà sempre la soddisfazione di aver giocato la partita fino all’ultimo minuto e di non aver mai
mollato nonostante la fatica e gli infortu-ni. Marines che partono subito col piede giusto e dopo pochi minuti realizzano il primo touchdown della partita: pronta la risposta degli Hogs che vanno in touch-downd ma non riescono, come in nessun altro caso della partita, a realizzare l’ex-trapoint. Risultato fermo quindi sul 7-6. E’ di nuovo Davide Mingoli a centrare il pass, questa volta per Lorenzo D’Ange-lo, e a portare il vantaggio biancazzurro sul 13-6. Il primo quarto di gioco però si chiude con il touchdownd degli Hogs, con un parziale 13-12. Il secondo quarto segna il ritorno degli Hogs che prima si portano in vantaggio (13-18) e poi, nono-stante il momentaneo ritorno di fiamma dei Marines con la solita coppia Mingoli-D’Angelo (20-18), chiudono l’half time in vantaggio 30-20. Ad inizio terzo quarto gli emiliani vanno in nuovamente in tou-chdown mettendo una seria ipoteca sul-la vittoria finale. Ma lo svantaggio di 16 punti non demoralizza la Lazio che con due pass di Davide Mingoli, il primo per Nicola Bacaro e il secondo per Loren-
zo D’Angelo, chiude il quarto 33-36. tre punti sotto gli Hogs. L’ultimo quarto di gioco ha palesato al pubblico presente al Vigorelli la qualità delle due formazioni in campo, senza ombra di dubbio le mas-sime espressioni del Football Americano Under 21 in Italia. Si fanno subito sotto i Marines che grazie a Nino Esposito, ca-pace di superare 5 placcaggi e portare la palla oltre la goal line, trovano nuovamen-te il vantaggio. La sorte però è beffarda e a meno di 120 secondi dal termine Callegati si invola sulla side line di sinistra per il td del definitivo 42-40 per gli Hogs. Biancaz-zurri che non si abbattono neanche ora e provano a sfruttare gli ultimi secondi di gioco. Le speranze però si infrangono sull’intercetto del solito Callegati che leva dalle mani di Lorenzo D’Angelo il preciso pass di Mingoli. Non c’è più tempo. Gli hogs si laureano campioni d’Italia ma ai biancazzurri rimane la soddisfazione di aver dato tutto in campo, di essersi dimo-strati più che all’altezza dello Young Bowl e di rappresentare il futuro roseo della formazione capitolina.
asittività
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di Graziano Tonelli
Il trionfo di olio e stoccafissoLe feste natalizie sono un periodo di grandi tradizioni, che vanno assolutamente rispettate e
protette. Un momento dove ci dedica al riposo, alla casa e alla famiglia e dove si ha più tempo,
ovviamente, per cucinare i piatti tipici della grande tradizione culinaria italiana. Nella Toscana,
una di quelle regioni dove il tempo sembra essersi fermato, il cenone di Natale inizia con una vera
e propria leccornia: “i CROSTINI DI FEGATINI”. Eccovi la ricetta:
Lascio ai libri “seri” di cucina il proseguo del pranzo che sarà, ovviamente, con cappelletti in brodo,
bolliti vari e misto di arrosti. Ma vi devo dare, perché è un piatto unico e gustosissimo la ricetta
dello “SFORMATO DI GOBBI”, come lo fa mia suocera e che userete come contorno per gli arrosti.
Buon Natale e Buone Feste a tutti. Ci si rivede nel 2012
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PREPARAZIonE: A soffriggere nel trito di cipolla mettete i capperi dis-salati e il prezzemolo tritato finemente. Quando vedete che la cipolla è ben appassita versate nella padella i fegatini, la milza ben tagliuzzata a dadini e le rigaglie. Dopo qualche minuto vi accorgerete che gli ingredien-ti imbruniranno, allora è il momento di versarvi il vin santo e lasciate stu-fare a fuoco lentissimo fino a cottura ultimata. Fate raffreddare e frullate il tutto nel mixer da cucina e, gradatamente, aggiungete il burro che darà la giusta consistenza al composto. tostate le fette di pane toscano, meglio se nel caminetto, e spalmatevi sopra il paté di fegatelli.
IngredIentI per 4 persone (ma è sempre meglio abbondare…).Pane toscano tagliato a fettine sottili, 150 grammi di fegatini di pollo, 70 grammi di rigaglie, 80 grammi di milza di maiale, mezza cipolla, olio extravergine di oliva, qualche cappero, prezzemolo, un bicchierino di vin santo, una noce di burro.
CrOStInI dI FegAtInI
PREPARAZIonE: Mettere a soffriggere in un tegame l’olio con la cipolla ed il sedano tritati; quan-do sono rosolati unite i cardi lavati e puliti tagliati a grossi pezzi, rosolate il tutto aggiungendo gra-datamente del brodo. A cottura ultimata mettete nel mixer con 6 uova e 100 grammi di pecorino grattugiato, poi versate il composto in una pirofila imburrata (meglio se di terracotta) e infornate a 180° a bagnomaria. Intanto tagliate a piccoli dadini gli altri 200 grammi di pecorino e metteteli in una casseruola con il mezzo litro di latte e il burro e, sempre rigirando con un cucchiaio di legno, fate fondere a fuoco molto lento il formaggio. Quando il formaggio è completamente sciolto aggiungete i tre tuorli d’uovo e, sempre mescolando attentamente in continuazione, arrivate ad ottenere una crema molto omogenea.
Una volta raffreddato tagliate lo sformato a fette e mettetelo sul piatto da portata con la fonduta e una bella grattugiata di tartufo. Io lo mangio anche tiepido…
Questa gustosa ricetta è tipica della toscana “di mare”.
SFOrMAtO dI gOBBI
IngredIentI 1 kg di gobbi (cardi), 1 piccolo tartufo bianco (ma va bene anche nero…), mezza cipolla, 3 costole di sedano, 300 grammi di pecorino stagionato, 6 uova intere e 3 tuorli, quattro bei cucchiai di olio extravergine di oliva, mezzo litro di latte, 1 etto di burro, brodo, sale e pepe.
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Mi viene riferito che sui miei arti-
coli nella Contropoertina di primato
si accende spesso qualche discussione e si
sviluppano polemiche anche feroci tra chi li
ritiene troppo “di parte” e chi invece legit-
timi per un “magazine” d’approfondimento
come il nostro. Un luogo dove si discute, si
dibatte, si prende posizione pro e/o contro
e dove le opinioni non sono eterodirette,
“consigliate” o peggio imposte. Sono richie-
ste, e questo è tutt’altra cosa: è la demo-
crazia, il confronto, la libertà d’espressione
ma anche lo stimolo, la partecipazione. Io
sono convinto che è dalla messa in circo-
lo dell’intelligenza umana che si creano le
cose, che si sviluppano le idee, i progetti e i
grandi accadimenti. E allora ben vengano il
dibattito e le opinioni differenti e ben ven-
gano allo scoperto le vostre critiche che sa-
ranno un arricchimento per tutti noi.
Ma tornando con i piedi per terra e a
Primato, quando mi si rimprovera di essere
“ di parte” mi stupisco, perché non riesco
mai a capire di quale parte si tratta. In fat-
to di politica ho sempre detto e scritto che
i comportamenti privati di un uomo che
ha responsabilità pubbliche devono esse-
re irreprensibili perché coinvolgono anche
tutti quelli che esso rappresenta. Se poi
quest’uomo (o questi uomini) guida una
nazione intera e per essa, per suo conto
e mandato si prende delle responsabilità,
deve anche accettare, se i suoi disegni non
sono andati a buon fine, di assumersene la
paternità e, umanamente e con modestia le
conseguenze. Non si può incolpare sempre
gli altri del proprio fallimento perseveran-
do nel gioco infantile dell’irresponsabilità.
Ci vuole lungimiranza, modestia, spirito di
servizio e senso dello stato quando si deci-
de di voler amministrare la cosa pubblica.
Ho criticato Berlusconi (ma lo avevo fatto
con Prodi, Veltroni e compagnia cantando)
quando ha fatto cose (molte a mio dire)
sbagliate, criticherò (come già sto facendo
nei quotidiani che mi ospitano) i professori
se non onoreranno gli impegni per i quali
sono stati chiamati a governare. Riflessioni,
analisi, pensieri aperti, questi vogliono es-
sere i miei “pezzi”. Articoli capaci di stimo-
lare la discussione, tutto qua; nessun oscu-
ro disegno politico. Conosco benissimo la
storia politica e la provenienza dell’ASI che
in parte è anche la mia e di molti di noi, ma
so anche che il nostro Ente è soprattut-
to un’entità che aggrega sportivi, cittadini
che mettono al centro della propria vita lo
sport, praticato o diretto, la socialità, una
certa morale e non mi risulta che all’atto
dell’adesione si richieda la tessera di que-
sto o di quel partito. Lo sport è bello perché
apre le porte, rompe gli steccati, è intelli-
gente, dialoga e crea comunità basate sulla
passione, il gioco, l’incontro, l’agonismo o
semplicemente sull’amicizia e non mi sono
mai posto il problema se il mio compagno
di corsa o di calcetto sia di sinistra o di de-
stra, berlusconiano o dalemiano. Certo, in
seguito ne posso parlare ma non cambio
squadra se scopro che non vota come me.
Per Primato poi la questione è ancora più
chiara: è un organo di stampa, uno stru-
mento di comunicazione e ha, come primo
dovere, quello di fare buona informazione,
un po’ di cultura ed essere possibilmente
chiaro, onesto e leggibile. Al dunque più
plurale e meno compresso da logiche di
parte sarà e più utile e piacevole alla lettura
risulterà. Che poi in fondo è quello che tut-
ti noi auspichiamo e che mi sembra riuscia-
mo a fare molto bene. Buona lettura a tutti.
Ps. Ho chiesto al Direttore di Primato
Gianluca Montebelli, di mettere a disposi-
zione lo spazio della Controcopertina o par-
te di esso, per ospitare articoli, lettere e/o
critiche ai miei, se lo ritiene utile.
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pensieriin liberta’di Umberto Silvestri
Apriamo il dibattito...