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GENOVA E LA STORIA DELLA FINANZA: UNA SERIE DI PRIMATI? GENOA AND THE HISTORY OF FINANCE: A SERIES OF FIRSTS?

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GENOVA E LA STORIA DELLA FINANZA: UNA SERIE DI PRIMATI?

GENOA AND THE HISTORY OF FINANCE: A SERIES OF FIRSTS?

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Genova e la storia della finanza:

una serie di primati?

Genoa and the history of finance:

A series of firsts?

Giuseppe Felloni

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L’Autore e l’Editore ringraziano Guido Laura per la collaborazione e la disponibilitàofferta durante la realizzazione dell’opera.

The Author and the Editor wish to thank Guido Laura for his kind cooperationand helpfulness in the production of this book.

TraduzioniTranslated by Marina Felloni

Justin Michael RosembergAuthumn Wiltshire

FotoPhotography Guido Laura

Flavia OrezziAndrea SorgoliArchivio Tormena Editore

Archivio di Stato - GenovaState Archives - Genoa Autorizzazione n. 27/04

protocollo 4015.V/9.04

Progetto graficoDesign & layout creaTTiva

Tormena Editore 1948

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle immagini.

All rights reserved.Reproduction (even partial) of text and pictures is prohibited.

© 2005 copyright Banco di San Giorgio, Genova

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Prefazione 11

Presentazione 15

Introduzione 17

Scheda n. 1Il debito pubblico 23

Scheda n. 2I titoli di stato 31

Scheda n. 3Le riforme del debito pubblico 37

Scheda n. 4La Casa di San Giorgio:uno stato nello stato 45

Scheda n. 5Lo sconto delle cedole dei titoli pubblici 51

Scheda n. 6Il rimborso del debito pubblico mediante i fondi di ammortamento 59

Scheda n. 7La partita doppia e la contabilità dello stato 65

Scheda n. 8La lotteria e il sorteggio delle cariche pubbliche 71

Scheda n. 9La stanza di compensazione 79

Scheda n. 10La tutela del capitale finanziario e le “sapientissime” leggi di Genova 85

Scheda n. 11L’archivio del Banco diSan Giorgio: una miniera di fontiper la storia finanziaria(e non solo) 93

Preface 11

Dedication 15

Introduction 17

Chapter 1Public debt 23

Chapter 2Government bonds 31

Chapter 3Public debt reform 37

Chapter 4The House of St. George: A state within a state 45

Chapter 5Discount on state Bond coupons 51

Chapter 6Repayment of public debt and establishment of Sinking funds 59

Chapter 7Double entry and public accountancy 65

Chapter 8The Lottery and selection to public office 71

Chapter 9Clearing house 79

Chapter 10The protection of financial capital and the “very wise” laws of Genoa 85

Chapter 11The archives of the Bank of St. George:a goldmine for sources of informationon the history of finance(…and more) 93

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Ai genovesi sparsi nel mondoAi genovesi che non sannoA chi non conosce Genova

To the Genoese all over the worldTo the Genoese who do not knowTo those who do not know Genoa

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Un mastro in partita doppia della Casa di San Giorgio

A double entry ledger of the House of St. George

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The Banco di San Giorgio is more than just a financialinstitution; the Banco di San Giorgio, Italy's first publicbank, is a factor in the success of Genoa’s thousand-yearhistory; the Banco di San Giorgio is an idea, the idea of afinancial institution set up in Genoa in the interests of theCity and its citizens - an idea that, at a certain point inhistory, would be adopted by European States.

In later times the political context changed, leading to theeclipse of the San Giorgio; indeed, the bank remained inthe doldrums right up to 1987, when the idea timidlyresurfaced, amidst many difficulties, thanks to a group oftenacious people.

When I was asked to take up an appointment as itsPresident, the Bank, which had been directed since 1991by Mr Cauvin to telling effect with a fresh injection ofpractical energy, was of minor importance not yet in linewith its former glory, but already developing rapidly.

That idea, re-elaborated together with my friend CorradoFaissola (Ligurian through and through, ManagingDirector of Banca Lombarda e Piemontese, and also thedriving force behind the project), still retains andenhances its vitality, with further expansion from one dayto the next.

The idea is evolving together with the number of ouroutlets (there were three back in 1992 while there are 33today) and the quality of our services; it is evolving intypical Ligurian fashion: with tenacity, frugality anddiscretion.

This book traces our roots and the source of ourinspiration; they are solid roots set in the humus ofhistory and they played a vital role in the definition ofjuridical and financial institutions that Genoa gave to theworld.

Dear Professor Felloni, thank you for the passion youhave put into your research; your findings reveal thatimagination and creativity are key values in the success ofindividuals and society as a whole.

The results of this study add to my satisfaction at beingboth Genoese and - at the same time - the head of theBanco di San Giorgio: today, the Bank is a thrivingreality, but it is also that “IDEA”, the same idea thatemerges very forcefully from your work.

Riccardo Garrone

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Il Banco di San Giorgio non è solo un’istituzionefinanziaria; il Banco di San Giorgio è fattore di successonella millenaria storia di Genova; il Banco di San Giorgioè un’idea, l’idea di un’istituzione finanziaria nata aGenova per gli interessi della Città e dei suoi cittadini,un'idea che, in alcuni momenti, si è fatta Stato.

Più tardi la Storia, mutati i presupposti politici, hadecretato per il San Giorgio un periodo di oblio, obliodal quale l’idea, pallidamente, è stata fatta rinascere nel1987, fra molte difficoltà, da un gruppo di uominitenaci.

Quando mi è stato proposto di assumerne la Presidenza,la Banca, cui il Presidente Cauvin a partire dal 1991aveva saputo porgere un contributo forte ed illuminato,conferendole concreta e nuova energia, era una piccolarealtà non ancora in linea con la sua storia, ma già inrapido sviluppo.

Quell’idea, così come rimeditata con l’amico CorradoFaissola (ligure DOC, Consigliere Delegato di BancaLombarda e Piemontese, nonché mentore del progetto),conserva ed alimenta oggi la sua vitalità, trovandoespansione ogni giorno di più.

L’idea sta evolvendo con il numero dei nostri sportelli(erano 3 nel 1992 ed oggi sono 33) e con la qualità deinostri servizi; sta evolvendo alla maniera ligure: contenacia, parsimonia e riserbo.

Questo volume ricostruisce le radici a cui ci siamoispirati; sono radici solide che affondano nell’humus dellastoria ed hanno contribuito alla definizione di istitutigiuridici e finanziari che Genova ha diffuso nel mondo.

Pregiatissimo Professor Felloni, La ringrazio per l’amoredi cui ha connotato la Sua ricerca, una ricerca da cuiemerge che la fantasia e la creatività sono valoriimportanti per il successo dei singoli uomini e deipopoli.

È una ricerca i cui risultati accrescono la mia soddisfa-zione di essere genovese e contemporaneamente al verti-ce del Banco di San Giorgio, che è, oggi, realtà viva ma è,anche, “IDEA”, l’idea che emerge prepotentemente dalSuo studio.

Riccardo Garrone

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Abraham Oertel - Typus Orbis Terrarum - Antverpiae 1587. Collezione Privata

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Abraham Oertel - Theatrum Orbis Terrarum - Antverpiae 1570

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Viaggiando in paesi diversi è molto facile imbatter-si in qualche genovese: non mi riferisco tanto ai turi-sti quanto a persone occupate in attività di lavoro sovente impegnative. Questi figli di Liguria per lo piùignorano di esprimere caratteri ereditari proprio nell’apertura a realtà esterne e nella tendenza a inse-rire le capacità creative in ambiti differenti per tipo dilavoro e per collocazione geografica. La gran partedei genovesi di oggi, cittadini del mondo mai dimen-tichi delle origini, non conoscono sempre l’ampiezza,l’incidenza e la durata con cui i loro antenati, per generazioni, si sparsero a diaspora tra popoli cono-sciuti e si addentrarono in terre o in mari ignoti. Già nel Millecento Beniamino di Tudela - eruditorabbino di nascita iberica, esperto viaggiatore tra Occidente e Oriente e gran conoscitore del Mediter-raneo - li definì «signori del mare». Alcuni fondaronole prospere comunità mercantili cantate da un anoni-mo poeta del Due-Trecento:

E tanti sun li Zenoexi,e per lo mondo sì destexi,che und’eli van o stanun’atra Zenoa ge fan

Altri si spinsero nelle steppe asiatiche fino all’estremaCina, discesero tra le oasi del Sahara alla ricerca dell’oro africano o si fecero sedurre dalle immensitàdegli oceani.L’evidenza della marineria e della mercatura può met-tere in ombra altre capacità più sottili e forse per que-sto più insinuanti, facili a essere emulate e assorbiteda altri: i genovesi furono anche maestri di finanza.

Guido Laura

Travelling through many countries it is very commonto bump into a Genoese: I don’t refer so much to Genoesetourists but rather to people living and working in im-portant roles, in foreign lands. These children of Liguria,for the most part are unaware of or unable to expresstheir inherited characteristics; namely, the creativity andability of their forefathers to adapt to different environ-ments, jobs and geographic locations. The majority of to-day’s Genoese (citizens of the world but who never forgettheir roots) do not always know the breadth, frequencyand lengthy time span over which their predecessors,over several generations, scattered themselves amongstforeign people and lands, penetrating deep into unknownterritories and seas. Already in the 12th century Beni-amino di Tudela - an erudite rabbi of Iberian birth, him-self a seasoned traveller between West and East whoknew the Mediterranean well - called them “the mastersof the sea”. Some founded the prosperous trading com-munities vaunted by an anonymous 3rd-4th century poet:

“And all over the worldthere are so many Genoese,that wherever they are or gothey create another Genoa”

Some pushed on into the Asian steppes to the furthestcorners of China and others explored the oases of theSahara in search of African gold or were seduced by thevastness of the oceans.Seafaring and trading prowess can put other more sub-tle abilities in the shade: Perhaps because these wereeasy to emulate and to be adopted by others, it is oftenforgotten that the Genoese were also masters of finance.

Guido Laura

Presentazione

Dedication

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IntroduzioneGenova è oggi una città di 600.000 abitanti economi-camente sviluppata, sebbene con qualche segno difragilità rispetto alle maggiori città italiane.

Tra il tardo sec. XI e gli inizi del XII la sua gente si or-ganizza come comune autonomo, poi cresciuto a sta-to regionale; è repubblica aristocratica dal 1528 al1797 e poi stato democratico fino al 1805, quando èannesso all’impero napoleonico. Per tutta la sua du-rata, lo stato genovese ha costituito un’entità moltomodesta dal punto di vista delle sue risorse demogra-fiche e territoriali. Eppure questa collettività numeri-camente esigua ha svolto per secoli nella scena inter-nazionale un ruolo non irrilevante ed in alcuni mo-menti addirittura primario.

Nei primi secoli della sua esistenza come entità stata-le si afferma come potenza mediterranea, è la primarepubblica marinara a stabilire un contatto direttocon i porti della Manica, ha rapporti commerciali conla Cina sin dal sec. XIII ed è rivale acerrima di Vene-zia fino al trattato del 1381, che conclude un contra-sto secolare.

Nel sec. XV la caduta delle sue colonie commercialinel Mediterraneo orientale e nel Mare Nero per effet-

IntroductionGenoa is today an economically developed city, with600,000 inhabitants. However, when compared to otherlarge Italian cities, it shows some signs of weakness.

Between the late XI century and the early XII centurythe people of Genoa organised themselves into a self-suf-ficient municipality (“comune”), then grew into a re-gional state. From 1528 until 1797 Genoa was an aris-tocratic republic, then a democracy until 1805, when itwas annexed to the Napoleonic Empire. Despite being rather modest both in demographic andgeographic terms, the Genoese state played an impor-tant role on the international stage, sometimes even aleading role.

During the first centuries of its existence as a state,Genoa affirmed itself as a power in the MediterraneanSea. It was the first maritime trading town (“repubblicamarinara”) to establish a direct link with the harboursin the English Channel. It also had a trading relation-ship with China (which started in the XIII century) andwas a bitter enemy of Venice until 1381, when a treatyended a centuries-long conflict.

In the XV century the expansion of the Ottoman Empireaffected Genoese activities in the Eastern Mediter-

Genova e la storia della finanza: una serie di primati?

Genoa and the history of finance: A series of firsts?

Giuseppe Felloni

Anonimo, Frontespizio dell’Atlas Maritime ed. Yves Gravier, Genova, Collezione Privata

Anonimo, Frontspiece to Atlas Maritime ed. Yves Gravier, Genoa, Private Collection

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to dell’avanzata ottomana pone fine ai lucrosi trafficicon l’Oriente ed induce i suoi abitanti a trasferire ipropri commerci e capitali nel Mediterraneo occiden-tale ed oltre Gibilterra. Teatro privilegiato degli inve-stimenti è la penisola iberica, dove comunità genove-si erano presenti da tempo.

Nel sec. XVI i capitalisti genovesi si pongono al ser-vizio della Spagna, organizzando tramite le fiere dicambio l’apertura di prestiti a breve o medio termineed il trasferimento di denaro dalla Spagna agli altripossedimenti continentali. Ne ottengono in cambiovaste ricchezze, di cui una parte cospicua affluisce aGenova sotto forma di argento di origine americana,come disse il poeta Quevedo: Poderoso caballero esDon Dinero: / nace en las Indias honrado, / donde elmundo le acompaña, / viene a morir en España, / y estàen Génova enterrado.1

Il ruolo svolto nell’orbita spagnola ed i guadagni ot-tenuti rendono Genova la maggior piazza finanziariaitaliana che supera pressoché indenne la crisi genera-le del sec. XVII. Nel sec. XVIII i suoi capitali, già lar-gamente impiegati nei debiti pubblici della penisola,sono investiti in misura crescente in mutui a mediotermine conosciuti come “prestiti fruttiferi all’uso diGenova”, che sono concessi a sovrani e privati di tut-ta Europa (Spagna ed Inghilterra escluse), dalla Fran-cia alla Russia, dall’Ungheria alla Norvegia ed allaSvezia. La rivoluzione francese e le guerre napoleoni-che provocheranno la perdita di quasi i due terzi de-gli investimenti mobiliari e dopo il 1815 Genova do-vrà affrontare i problemi della rivoluzione industrialecon un’economia dissanguata.

Una delle ragioni del successo di Genova nell’età me-dievale e moderna è costituita a mio parere dallaquantità di risorse che, sotto l’urgenza del bisogno, ilsettore pubblico ed il privato hanno saputo mobilita-re dando prova di una fantasia, di un’inventiva e diun’originalità che non hanno molti riscontri nellastoria. Le vicende della finanza genovese nel corsodei secoli si sono accompagnate infatti all’applicazio-ne di alcuni istituti che si ritrovano anche in altripaesi, ma che vi sono documentati in epoca più tar-da. La loro comparsa precoce nella città ligure, in pie-na coerenza con la sua riconosciuta vocazione capita-listica, ha avuto cause diverse.

ranean, annihilating the city’s commercial colonies andbringing to an end a fruitful trade with the East. The Genoese were forced to transfer their funds andtheir commercial activities to the Western Mediter-ranean region and beyond Gibraltar.

The Spanish Peninsula, where Genoese communitieshad been established for a long time, became the chosenlocation for new investments.

In the XVI century Genoese capitalists offered theirservices to Spain, arranging (through exchange fairs)short- and medium-term loans and money transfersfrom Spain to other continental domains. The initiativebrought vast wealth, part of which arrived in Genoa asAmerican silver, as described by the poet Quevedo:Poderoso Caballero es Don Dinero:/nace en las Indiashonrado,/donde el mundo le acompaña,/viene amorir en España,/ y està en Génova enterrado.1

Banking activities in Spain, and the resulting profits,made Genoa the most important financial force in Italyand allowed the city to harmlessly overcome the globaleconomic crisis of the XVII century. In the XVIII centu-ry, Genoese capital, already largely invested in the pub-lic debt of the peninsula, was invested more and more inmedium-term loans know as “prestiti fruttiferi all’uso diGenova”. Such loans were made to sovereigns and toprivate individuals all over Europe (excluding Spainand England), from France to Russia, from Hungary toNorway and Sweden. The French revolution and theNapoleonic Wars caused losses of nearly 2/3 of the in-vestments and, after 1815, Genoa would have to face theproblems arising from the industrial revolution with adrained economy.

One of the reasons for Genoese economic success duringthe Middle Ages and Modern times was, I believe, thelarge amount of resources that the public and the privatesectors were able to mobilise when needed, therebydemonstrating unrivalled imagination, inventivenessand originality. The history of Genoese finance over thecenturies goes hand in hand with the use of certain fi-nancial practices which, although found in other coun-tries, were not documented there until much later. Theearly appearance in Genoa of such financial institu-tions, consistent with the city’s renowned capitalist voca-tion, happened for many reasons.

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Può essere stato un rimedio geniale per sbloccare unorganismo aziendale che rischiava di incepparsi perla sua complessità, come è avvenuto per l’adozionedella partita doppia nella banca privata (inizi del Tre-cento) e subito dopo nella contabilità pubblica (pro-babilmente 1327).

Oppure, ed è stato il caso più frequente, si è trattato diistituti elaborati in momenti di grave crisi per le cassepubbliche allo scopo di convogliarvi un maggior vo-lume di risparmio privato; il che ha permesso allo sta-to di superare le difficoltà del momento, ma inducen-dolo anche a confidare sulla medesima leva finanzia-ria per futuri e più sostanziosi impegni di bilancio.

Il collegamento tra le turbolenze della finanza pub-blica ed i capitali privati è stato realizzato con il ri-corso al credito: un fenomeno multiforme e sfuggen-te che ha esercitato un ruolo economico fondamenta-le anche negli altri paesi europei.

Pensando agli straordinari progressi del continente,si sono esaltate soprattutto le manifestazioni nel cam-po industriale: i miglioramenti della tecnica metallur-gica e meccanica (sia pure indotti in gran parte dal-l’invenzione della polvere da sparo), le modificazioniapportate ai mulini (le principali fonti di energia deltempo), l’invenzione della stampa, ecc.

Vi è invece tuttora la tendenza a trascurare i perfe-zionamenti della tecnica finanziaria e commerciale,che hanno avuto luogo in Italia e da qui furono poiesportate nel resto d’Europa divenendo patrimoniocollettivo. Ciò si deve forse alla circostanza che essi non si ma-terializzano in prodotti industriali, manifatture, arti-glierie e così via, ma restano nell’ombra e traspaionosoltanto dall’esame combinato di documenti cartacei,procedure mercantili, atti legislativi e cause giudizia-rie, tutte fonti di non facile interpretazione.

Tra queste innovazioni poco vistose, ve ne sono alcu-ne di natura finanziaria che hanno avuto una tale im-portanza per lo sviluppo economico, che il mondocontemporaneo ne conserva ancora il principio ispi-ratore o addirittura la sostanza. Esse sono legate es-senzialmente alla diffusione del credito e consistononella elaborazione di norme, strumenti e tecniche in

For instance, the adoption of the double entry system inprivate banking (at the beginning of the XIV century)and in public accountancy (probably 1327) may havebeen a brilliant solution invented to simplify a compli-cated system in danger of collapse.

More frequently, these financial instruments were de-vised during periods of great economic crisis in order toincrease the flow of private money into the public purse.The state could then both overcome the financial diffi-culties of the moment and rely on the same financialleverage in the future, for more substantial budget com-mitments.

The link between the turbulence of public finance andprivate funding came about through credit: A slipperyand multi-faceted phenomenon, which also played afundamental economic role in other European countries.

When thinking of the extraordinary progress made incontinental Europe, industrial developments have al-ways been considered the most remarkable: Improve-ments in the iron, steel and mechanic industries, (albeitmainly as a consequence of the discovery of gunpow-der), windmill technology (a main source of energy atthe time), the invention of printing etc.

However, on the other hand, the perfecting of financialand commercial techniques in Italy and their exporta-tion to the rest of Europe, where they became commonproperty, tend to be overlooked.This is probably due to the fact that such techniques arenot as visible as tangible, manufactured products are,but remain in the shadows and emerge only through theexamination of documents, transcripts, mercantile pro-cedures, acts of law and legal judgements: All difficultthings to interpret.

Amongst these overlooked financial innovations, somemade such an important contribution to economic devel-opment that today we still use their guiding principlesor their substance. These innovations mainly concern the extending of cred-it and consist of shaping new rules and techniques tobetter meet supply and demand.

A mutual luring process inevitably lead to privileged re-lationships between the state and those who owned the

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grado di soddisfare meglio le necessità della doman-da e le esigenze dell’offerta.

Questo processo di vicendevole adescamento ha con-dotto inevitabilmente ad un rapporto privilegiato tralo stato ed i detentori di capitali. Costoro infatti sonodisposti al prestito se ritengono il debitore in grado dirispettare i propri impegni perché fruisce di un reddi-to proveniente dal suo patrimonio, dai servizi fatti aterzi o dalla sua capacità impositiva. Lo stato, chepresenta tutti questi requisiti, è perciò un debitoreteoricamente solvibile ed è per questa ragione che lasua ingente domanda di denaro a credito, sorretta dalusinghiere condizioni di rimborso, per lungo tempoha dominato il mercato del risparmio ed assorbitogran parte delle sue disponibilità.

Nei tempi antichi ciò non si verificava ed i principicontraevano a titolo personale anche i modesti mutuiche interessavano la conduzione del paese. Il debitopubblico, inteso come onere di un ente sovrano chetrascende i suoi regnanti, ha origine in Italia nell’etàcomunale. La sua sede elettiva sono state le città sta-to, organismi dotati di autorità impositiva le cui ne-cessità straordinarie sono state finanziate in gran par-te con il ricorso al prestito.

Il rapporto privilegiato tra l’ente sovrano ed il creditoè stato particolarmente intenso a Genova, con unaconseguente stimolazione dell’inventiva finanziariasia nel settore pubblico, sia in quello privato; tra le innovazioni più rilevanti possono ricordarsi le seguenti:1) Il debito pubblico2) I titoli di stato3) Le riforme del debito pubblico4) La Casa di San Giorgio5) Lo sconto delle cedole del debito pubblico6) Il rimborso del debito pubblico ed i fondi di am-

mortamento7) La partita doppia e la contabilità dello stato8) La lotteria e il sorteggio delle cariche pubbliche9) La stanza di compensazione10) La tutela del capitale finanziario.

Nelle schede allegate al presente testo intendo mo-strare che tali innovazioni contengono in embrioneun buon numero di istituzioni finanziarie del mondo

money. The latter were willing to lend money only tothose who could meet repayments because they receivedan income either from property, from services renderedto a third party or from their own authority. Therefore the state, which satisfied all those prerequi-sites, was (in theory, at least) a solvent debtor. That is why the state’s requests for huge credit, backedby favourable repayment terms, dominated the savingsmarket for a long time and swallowed up a large per-centage of it.

In ancient times princes used to make loan agreementsin their own names (even for loans to run their coun-tries). Public debt relating to a sovereign state, regard-less of whoever the sovereign happened to be, originatedin Italy in the period of medieval municipalities. It wasconnected with the growth of city-states: Bodies whichhad the authority to levy taxes, and whose extraordi-nary needs were financed mainly by loans.

The privileged relationship between the sovereign entityand credit was particularly intense in Genoa, stimulat-ing a financial inventiveness in both the public and pri-vate sectors. Amongst the whole range of innovations, some of themost important can be summed up as follows: 1) Public debt2) Government bonds3) Public debt reforms 4) House and Bank of St. George 5) Discount of public debt coupons6) Repayment of public debt and sinking funds7) Double entry and public accountancy8) Lottery and selection to public office9) Clearing house10) Protection of financial capital.

In the following chapters I aim to demonstrate twopoints: That these innovations contain the embryos ofseveral financial institutions still in existence today; andthat apparently they started earlier in Genoa than inother countries.

This does not mean that the innovations survived to thepresent day in their original format without change; ob-viously adaptations and improvements were made tosatisfy new needs and applied to other sectors but with-out altering the essence, the fundamental principles of

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odierno e che in apparenza sono state realizzate nellacittà ligure prima che in altri paesi.

Ciò non significa che quanto si fece a Genova in tem-pi remoti sia rimasto intatto nei secoli e si sia tra-smesso pari pari al nostro mondo; ovviamente vi so-no stati ulteriori miglioramenti, adattamenti ai nuovitempi ed apporti da altri settori, ma quegli embrionicontengono già il principio regolatore, il concetto dibase, l’essenza delle istituzioni oggi note.

Quanto alle priorità attribuite alla città ligure, si ba-sano su due circostanze. La prima è l’esistenza a Ge-nova di una fonte particolarmente feconda per la sto-ria finanziaria, per cui è stato relativamente agevolerisalire alle origini dei fenomeni qui esaminati; sitratta dell’archivio del Banco di San Giorgio la cui im-portanza eccezionale per la storia economica in gene-rale, ma anche per quella politica e sociale, meritavache gli si dedicasse un’apposita scheda (n. 11). La se-conda circostanza è che, a mia conoscenza, innova-zioni simili a quelle qui illustrate non sono docu-mentate in altri luoghi per epoche precedenti la lorocomparsa a Genova. Il mio augurio è che la rivendi-cazione di questi primati possa stuzzicare altre ricer-che i cui esiti, qualunque siano, non potranno che ar-ricchire con beneficio comune le nostre conoscenzestoriche e seguirne la successiva evoluzione.

the original Genoese institutions.

Regarding Genoa’s claims to being first, this can be at-tributed to the fact that, as far as I know, similar inno-vations are not documented in other places before theirappearance in Genoa; my greatest wish is that theseclaims should lead to further research elsewhere.Whatever the findings might be - favourable to thesetheses or not - such research would serve only to furtherenrich and benefit our historical knowledge.

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1 A powerful master is Sir Money: / Born with honours in the Indies / whereeverybody befriends it, / it arrives in Spain to die / and then is buried inGenoa.

1 Possente signore è messer Denaro: / nasce onorato nelle Indie / doveil mondo lo accompagna, / viene a morire in Spagna / ed è sepolto aGenova.

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RiassuntoNell’antichità la potenza degli stati si reggeva sui te-sori accumulati dai sovrani in tempi di prosperità opiù spesso sui bottini di guerra. Oggi gli stati ricor-rono quasi esclusivamente al debito pubblico, ossiaal denaro che ottengono a prestito dal risparmioprivato. L’attuale sistema è il coronamento di unalunga evoluzione iniziata nel medioevo che ha avu-to l’epicentro nelle città-stato italiane; la documen-tazione più antica è quella genovese, che risale allametà del sec. XII ed è rappresentata dalle cessionedi imposte (“compere”) quale interesse variabile diun capitale ricevuto in prestito: lo stesso mezzo difinanziamento su cui sarà fondato a partire dal Cin-quecento il debito pubblico delle grandi monarchienazionali.

Definizione Debito pubblico. L’insieme dei debiti accumulati dallostato nel corso di diversi esercizi finanziari, compren-dente il debito fluttuante (o debito di amministrazione),costituito dall’insieme dei debiti contratti per far frontea disavanzi di cassa che si sperano momentanei, e il de-bito consolidato (o debito iscritto), contratto per farfronte a necessità che superano le ordinarie disponibili-tà di bilancio, e quindi a lunga scadenza, suddiviso asua volta in debito redimibile e debito irredimibile (Vo-cabolario della lingua italiana, Istituto della Enciclo-pedia Italiana Treccani).Compera. Storicamente erano chiamati compere i pri-mi prestiti pubblici genovesi, in quanto il comune conce-

AbstractIn ancient times the power of the state was based up-on treasures accumulated during prosperous, peacefultimes by its rulers or, more often, upon the spoils ofwar. Nowadays it is nearly entirely based upon publicdebt, that is, money lent to the governing authority byprivate citizens. The present day system is the resultof a long evolution which began in the Middle Agesand developed within the Italian city-states; the oldestrecords of public debt date back to the mid. XII centu-ry and relate to the city of Genoa: Loans made by pri-vate citizens to the state and granted with a publicrevenue (“compere”) as security. This was the samefounding principle on which public debt of the big Eu-ropean monarchies was based from the XVI centuryonwards.

DefinitionPublic debt. A debt owed by a sovereign state to pri-vate individuals who have advanced money to it forthe public needs; especially that main part of the pub-lic debt which has been converted into a fund orstock of which the government no longer seeks topay off the principal but to provide the annual inter-est; hence called funded debt, as opposed to floatingdebt, which includes the ever-varying amounts dueby the government and repayable on demand or by acertain time (The Oxford English Dictionary, 2nd ed.).Compera. Historically the first public loans in Genoawere called “compere” (purchases) given that themunicipality awarded moneylenders a part of the tax

Il debito pubblico

Public debt

Scheda n. 1

Chapter 1

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deva ai sottoscrittori i proventi di alcune gabelle, per cuiil prestito diveniva una specie di acquisto delle entratefiscali del Comune; si denominavano spesso dall’oggettodelle gabelle (compera del sale, del vino), o dalla guer-ra che le aveva rese necessarie (compera dei Veneziani,compera della Corsica), e il nome dei creditori venivaiscritto in un registro detto cartulario delle compere (Vo-cabolario della lingua italiana, Istituto della Enciclo-pedia Italiana Treccani).

DocumentazioneTra gli atti ufficiali del Comune di Genova a noi per-venuti, ve n’è uno del gennaio 1150 che, ridotto al-l’essenziale, suona così:2

Una traduzione libera ci informa che «Noi, Caffaro,Oberto Spinola ecc. consoli del Comune di Genovavendiamo a voi Guglielmo Vento, Oberto Torre ed aivostri consorti il reddito dei banchi comunali per 29anni a partire dalla prossima ricorrenza della Purifi-cazione di Maria [2 febbraio] per il prezzo di 400 li-re. E noi acquirenti, per buona volontà ed amore ver-so il comune, accettiamo che anche prima della sca-denza possa riprendere possesso dei banchi pagando-ci 500 lire e senza alcun onere aggiuntivo». In termini più comprensibili, il Comune possiede deibanchi sul pubblico mercato e li affitta per denaro aicambiavalute. Avendo bisogno di un prestito di 400lire, ne cede il reddito ad un gruppo di capitalisti pri-vati per 29 anni, alla scadenza dei quali - restituendola somma avuta in prestito - ne tornerà in possesso.Se vorrà farlo prima di allora, dovrà versare ai credi-tori una somma di 500 lire, che evidentemente è for-mata dal capitale mutuato e da una somma forfetariadi 100 lire quale indennizzo per il loro mancato gua-dagno fino alla scadenza.

profits, so that the loans became a sort of purchase ofpublic income. The loans were often named after themerchandise charged with the tax that had been soldto the moneylenders (“compera” of salt, of wine,etc.) or after the wars that made the loans themselvesnecessary (“compera” of Corsica, of Venice, etc). Thecreditors’ names were written in a ledger, the socalled “cartulario delle compere” (Vocabolario dellalingua italiana, Istituto della Enciclopedia ItalianaTreccani).

DocumentationThe following is an abstract from old official documentsof the municipality of Genoa, dated January 1150:2

A free translation reads: “We, Caffaro, Oberto Spinolaetc., consuls of the municipality of Genoa, sell to you,Guglielmo Vento, Oberto Torre and to your consorts theincome from the municipal stalls for 29 years, startingfrom the 2nd of February, for the price of 400 lire. Andwe, the purchasers, out of goodwill and love for the city,agree that upon payment of 500 lire the municipalityhas the right to repossess the public stalls even beforethe end of the agreed 29 years.”To put it more simply, the municipality owned somestalls in the public marketplace, which it rented out tomoney exchangers. Needing 400 lire, the municipalityceded the rental income to private investors for 29 yearsupon the expiration of which, having returned the origi-nal amount of the loan to them, it reacquired possessionof the stalls. If the municipality wished to reacquire pos-session before the 29 years were up, however, it wouldhave to pay the creditors 500 lire (capital repaymentplus a penalty of 100 lire for loss of income up to thedate contracted to in the original agreement).

Nos consules comunis Ianue Capharus, Obertus Spinula, ... vobis Guillelmo Vento,Oberto Turri, ... et vestris consortibus nominative vendimus ... ab ista proxima Puri-ficacione sancte Marie usque ad annos viginti novem expletos usufructum de banchiscomunis Ianue; precio accepimus a vobis consortibus libras quatuor centum denario-rum ... Preterea nos predicti emptores, gratuita et bona voluntate et amore ComunisIanue, ... volumus ut si Comune Ianue infra predictos viginti novem annos dederit no-bis libras quingentas ... vendemus Comuni Ianue pro precio de suprascriptis libris Dusufructum quod nobis de predictis banchis deinde pervenire deberet.

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Quadro storico La concessione di un mutuo si accompagna di nor-ma ad una serie di condizioni, tra cui di solito haimportanza cruciale il compenso richiesto dai credi-tori. Il problema è che per lungo tempo la legge ca-nonica ha avversato e condannato tale compenso co-me illegittimo.Per la Chiesa, la richiesta di un interesse, ancorchéminimo, è considerata usura e come tale proibita dal-le Sacre Scritture e dalla tradizione dei Padri dellaChiesa; il divieto, giustificato con una argomentazio-ne teologica che si fonda sulla fraternità e sulla mo-rale naturale, resta assoluto fino al XII secolo e trovaun solido ancoraggio nel potere secolare. Il rispetto del divieto urta contro le necessità finan-ziarie del Comune di Genova, un’entità giovane e vi-gorosa lanciata alla conquista di traffici e territori abeneficio dei cittadini e che ha bisogno di capitali perle conquiste territoriali e il controllo dei mari. Poichéil prestito è proibito, bisogna escogitare qualche for-ma giuridica per non incorrere nella condanna diusura. Ed a Genova si perviene ad un nuovo tipo di contrat-to creditizio a medio - lungo termine, che si ispira adun contratto di origine rurale: il censo dominicale oriservativo, largamente diffuso nei secoli passatiquando i grandi latifondisti, per mettere a frutto leterre incolte, le davano a contadini senza terra per untempo molto lungo tendente alla perpetuità in cam-bio di un canone prestabilito.Nella variante successiva del «censo consignativo», ilcontadino riceveva dal creditore un capitale in dena-ro e si impegnava a pagargli una rendita ricavata daun podere concordato tra le due parti: si trattava dun-que di un compenso che formalmente era indipen-dente dal prestito ricevuto. Se egli non versava l’im-porto pattuito o non rimborsava il prestito alla sca-denza, il creditore subentrava nella proprietà del po-dere impegnato. Era il contratto di censo che è pre-sente ancora oggi nel codice civile italiano (e non so-lo) con il nome di “costituzione di rendita” e che, tra-sferito dalle campagne nella città ligure, vi assumeuna configurazione destinata a sviluppi straordinari. In base alla documentazione superstite, l’applicazio-ne del censo alla finanza pubblica genovese inizia ne-gli anni ‘40 del sec. XII sotto forma di un contratto divendita di introiti comunali per una somma in dena-ro. Le prime operazioni hanno caratteri che in parte

Historical backgroundUsually the granting of a loan comes with a series ofconditions, the most important of which is the profit re-quired by the moneylender. The problem is that, for along time, canon law opposed such profit and condemnedit as unlawful. The Church labelled any request for interest (no matterhow small) as usury, forbidden by the Holy Scripturesand against the traditions of the founding fathers of theChurch. Backed by theological arguments based on fra-ternity and natural morality, the ban remained in forceuntil the XII century, and had the solid support of thesecular authority.This clashed with the financial needs of the municipali-ty of Genoa, a young and forceful entity oriented to-wards the acquisition of new trades and new territoriesfor the benefit of its citizens and, therefore, in need ofcapital to conquer new lands and gain control of theseas. Since loans were forbidden, it became necessary tofind an alternative legal procedure to avoid accusationsof usury. Genoa then devised new, medium-long term loan legis-lation inspired by a contract which had existed for cen-turies: The “censo dominicale o riservativo”; by whichrich landowners, in order to yield income from wastedfields, gave them to farmers without land for lengthy pe-riods of time (even in perpetuity), in exchange for a pre-arranged fee. In the later version of the “censo consignativo” (a kindof rent charge), the farm-worker received a sum ofmoney from the creditor and contracted to give himyearly, until reimbursement, an agreed sum derivedfrom cultivation of a specific plot of land. If the sumwas not delivered or the loan was not repaid on time,then the creditor had the right to repossess the land. Asimilar type of contract still exists today in Italian civ-il law and is called “costituzione di rendita”. This “con-tratto di censo” was transferred from the countryside toGenoa city and later underwent further extraordinarydevelopments. According to surviving documents, the use of the “con-tratto di censo” in Genoese public finance started in thefifth decade of the XII century with a contract sellingmunicipal revenue in exchange for a sum of money. Theearly contracts contained features which reflected theirrural origins (almost always of long duration, lastingup to 29 years); others contained features completely in-congruous with their rural roots or, quite simply, new

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risentono della matrice rurale (durata quasi sempreassai lunga, sino a 29 anni), in parte presentanoaspetti incompatibili con essa e del tutto nuovi (ades. concorso di numerosi mutuanti) anche se di in-terpretazione incerta (la formula usata è quella dellavendita di un pubblico introito e non si accenna adalcun rimborso, per cui si tratta semplicemente diappalti).3

Ma già in due contratti stipulati nel 1150 è prevista lafacoltà del Comune di riscattare prima della scadenzai redditi impegnati pagando una cifra superiore alprezzo di vendita e ciò implica evidentemente la pre-senza di un prestito e di un interesse.4

Ben presto questo tipo di operazioni acquista una suaconfigurazione peculiare che resterà sostanzialmenteimmutata nel tempo. Le parti contraenti sono il co-mune, che riceve una somma in prestito per un pe-riodo concordato, ed uno o più sovventori che, incambio del capitale, ottengono il diritto a riscuotere aproprio beneficio e per l’intero periodo un’impostagià in vigore o appositamente istituita, che si prevedecapace di un gettito proporzionato al capitale. Il tributo ceduto rappresenta in pratica l’interesse delprestito e funge da pegno per il rimborso perché, selo stato non rispetta la scadenza prestabilita, i mu-tuanti continuano a percepirlo sino alla restituzioneeffettiva. Il gettito incassato dai creditori può variare di annoin anno a seconda della congiuntura, talvolta ecce-dendo e più spesso contraendosi rispetto alla sommaprevista inizialmente. Ciò inserisce, nel rapporto tracapitale ed interesse, un elemento di incertezza chericade sui creditori e preclude l’automatismo del suoguadagno illecito. Da qui il termine «compera» concui a Genova si designa l’acquisto di una rendita fi-scale di importo variabile in cambio di un certo prez-zo (il capitale corrispondente).5

Per distinguerla dalle altre, ogni compera (sia essostipulata da uno o più creditori) è chiamata con un’e-spressione evocativa del capitale fornito («comperadi lire 20.000»), del suo impiego («compera dell’ar-mamento marittimo»), dell’imposta su cui è fondata(«compera dell’1%» sulle assicurazioni), del nome diun santo («compera di San Pietro») od altro. La compera è dotata di personalità giuridica, soprav-vive nel tempo anche se i sovventori cedono a terzi lapropria quota, gestisce direttamente (nella maggiorparte dei casi) le entrate su cui è fondata ed è ammi-

(for example the participation of several lenders) and inothers no reimbursement was envisaged, meaning that itwas simply contract work.3

But already in two contracts dated 1150 the municipal-ity was given the right to repossess its income stream ata date earlier than that in the agreement by paying ahigher sum of money than the sale price. In other words,a loan paid back with interest.4

Soon enough these financial operations acquired a char-acteristic configuration that remained unchanged overtime. The two parties to the contract were the munici-pality, which received a loan amount for a determinedlength of time and one or more lenders who, in exchangefor their loan, obtained the right to cash revenues from atax (either one pre-existing or a tax set up specificallyfor the purpose) which would provide a yield propor-tional to the loan capital. In practice, the ceded tax rev-enue represented the interest on the loan and also actedas a lien for reimbursement since, if the agreed deadlinefor repayment was not met by the state, then the credi-tors would keep on benefiting from the revenue streamuntil the state paid them back. The revenue received by the creditor could vary fromyear to year, depending on the economic situation, some-times increasing but more often than not diminishingwith respect to the sum initially envisaged. This broughtan uncertainty to the relationship between capital andinterest and stopped creditors making an automatic il-licit profit. Hence the use of the term “compera” to de-fine the purchase of a tax income of variable amount inexchange for a fixed sum of money (the correspondingcapital).5

To avoid confusion each “compera” was named after ei-ther the sum of money involved (“compera” of 20,000lire), the purpose of the loan (“compera” for maritimearmaments), the tax on which it was based (“compera”of 1% on insurances), the name of a saint (“compera” ofSaint Peter) and so on. Each “compera” had its own legal personality, survivingover time even if its creditors were to sell their shares toa third party. In most cases it managed directly the rev-enues on which it had been funded and was adminis-tered in turn by “trustees” elected from amongst thelenders themselves. Outside Genoa, for a long time the “contratto di censo”did not have a clearly defined format and was subject tomuch abuse, to the point where the Church had to inter-vene. A series of papal bills were issued between 1423

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nistrata a turno dai protettori che l’assemblea dei par-tecipanti elegge nel proprio seno. Al di fuori della sfera pubblica genovese, il contrattodi censo non ha ancora una fisionomia precisa e sipresta a svariati abusi, tanto da sollecitare l’interven-to della Chiesa. La sua forma lecita emerge gradual-mente da una serie di bolle papali emanate tra il 1423ed il 1569, quando l’intera materia è regolata da Pio Vin modo definitivo. Tra gli aspetti più interessanti ne segnalo due: 1) l’equiparazione degli introiti fiscali ai redditi di un

bene immobile (concezione patrimonialistica del-lo stato), il che vuol dire assimilare le compere ge-novesi al censo;

2) la facoltà per il solo debitore di restituire a sua di-screzione il capitale ricevuto, se nell’atto notarilenon sia specificata la durata del contratto.

Il processo di graduale regolamentazione del contrat-to ha un’importanza, riconosciuta solo in parte dallastoriografia, che è difficile sottovalutare e che investesia gli aspetti tecnici, sia i riflessi economici e giuri-dici. La sua disciplina canonica ha la conseguenzainevitabile di escluderlo dalle aree più dinamiche del-la vita economica e diffonderlo in altre: l’agricoltura,in cui dal tardo Cinquecento i contratti di censo simoltiplicano rapidamente, e soprattutto la finanzapubblica, ove la sicurezza della piena liceità dell’ope-razione consente di conciliare l’interesse dei detento-ri di liquidità con quello degli stati.I privati trovano nei censi pubblici una fonte di accu-mulazione conveniente perché offre ai loro capitaliun buon reddito in moneta stabile e le quote in cuisono suddivisi sono facilmente monetizzabili in casodi bisogno. Gli stati, grazie all’opinione dei canonistiche gli introiti fiscali siano assimilabili ai frutti di unbene immobile, possono chiedere dei prestiti volon-tari ad interesse sotto la forma legittima di censi co-stituiti sopra determinate entrate pubbliche istituiteper l’occasione, prestiti del cui rimborso sono arbitriesclusivi e che hanno due soli limiti: l’inventiva delfisco e la subordinazione dei contribuenti.6

Non v’è da meravigliarsi se, anche prima della regola-mentazione papale ma principalmente dopo, gli statiricorrono in misura imponente alle vendite di censiche, con nomi diversi da paese a paese («compere»,«monti», «depositi», “rentes”, “annuities”,ecc.), han-no tutti la medesima natura nel senso che sono com-pravendite di introiti pubblici.

and 1569, when Pope Pio V defined the contract’s finallegal form. Two of the most interesting aspects of this regulationwere:1) That it made tax income equivalent to income from

property (the state being conceived as real estate),which meant that Genoese “compere” were nowidentified as a “censo”.

2) That if the repayment date was not specified in theterms of the contract, only the debtor could choose,at its discretion, when to repay the capital.

The process of gradual regulation over time was of greattechnical, economic and legal importance. The nature ofthe contract, rooted in canon law, had the effect of ex-cluding it from the more dynamic sectors of economiclife whilst spreading in others: In agriculture (where,from the late XVI century, use of the contratto di censomultiplied rapidly) and in public finance (where the cer-tainty and legality of the operation meant that both theinterests of the moneylenders and of the borrowing statewere met). Private citizens found the public “contratto di censo” aconvenient investment vehicle because it gave a good re-turn on their capital in a stable currency and, if neces-sary, could easily be reconverted into cash. The state,thanks to the interpretation by canon law that fiscal rev-enue was equivalent to income from property, was ableto seek voluntary loans from citizens in the legal formatof a “contratto di censo”, based on public revenues cre-ated expressly for the occasion, and repayable on itsown terms. The only two limitations were the resource-fulness of the treasury and the subjection of taxpayers.6

It is not surprising therefore that even before papal reg-ulation, and principally thereafter, states adopted theuse of the contratto di censo, which, depending on theregion, was called by different names (compere, monti,depositi, rentes, annuities, etc…) but which all re-tained the characteristic of being the purchase of publicrevenues.In the course of time changes occurred to the terms andconditions of the contract, for example the introductionof fixed-rate interest to shelter the buyer from fluctua-tions in tax income; this variation, particularly cumber-some for the treasury, was that applied in 1694 for theloan of £1,200,000 stg to the English Crown, fromwhich the Bank of England was born.7 However, also inthis case, the contract still remained a purchase of pub-lic revenue and the debtor always retained the right to

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Nel corso del tempo alcune clausole del contrattopossono prevedere ad esempio un interesse fisso, co-sì da assicurare il compratore dalle oscillazioni delgettito fiscale; questa variante molto onerosa per l’e-rario è quella che si applica in Inghilterra nel 1694per il prestito di £st 1.200.000 alla corona da cui na-sce la Bank of England.7 Tuttavia, anche in questo ca-so, si tratta sempre di un introito pubblico e la facol-tà di chiedere la risoluzione del contratto spetta soloal debitore. Al di là delle clausole particolari, la mol-tiplicazione dei censi pubblici si accompagna ovun-que alla istituzione di nuove imposte per venderne ilgettito; così, a partire dal sec. XVI, i debiti pubblici -che pure non sono un fenomeno nuovo per le finan-ze statali - crescono in misura gigantesca e di paripasso cresce il peso delle imposte indirette su cui icensi sono prevalentemente fondati.

request settlement of the loan. Whatever their clauses,the growth of these public loans or “censi” led to the cre-ation of new taxes by the treasury, so that the incomefrom them could be sold. Hence public debt, althoughnot a new phenomenon, grew enormously along with anincrease in indirect taxation on which the “censi” were,in the main, based.

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2 I Libri Iurium della Repubblica di Genova, Vol. I/1 a cura di AntonellaRovere, Genova 1992, n. 125, pp. 190-192.

3 Tra le prime operazioni ricordo soltanto le principali: il contratto delgennaio 1141 con cui il comune cede la gestione della zecca per 14 me-si ad un consorzio di 16 cittadini in cambio di 1700 lire e di una parte-cipazione agli utili; il contratto dell’aprile 1144 con cui appalta a 5 pri-vati per 25 anni la gabella sul lino per la somma di 102 lire; il contrat-to del febbraio 1149 con cui cede l’introito di quasi tutti i dazi per 15anni ad un gruppo di 17 acquirenti per la somma di 1301 lire (I libri Iu-rium della Repubblica di Genova, vol. I/1 a cura di Antonella Rovere, So-cietà ligure di storia patria, Genova, 1992, docc. nn. 36, 134 e 113).

4 Contratto del gennaio 1150 con cui il comune cede alcuni introiti per29 anni ad una società di 11 acquirenti per 1200 lire con facoltà di ri-scattarli in anticipo pagando 1500 lire; altro contratto in pari data cheriguarda la vendita del reddito dei banchi di cambio per 29 anni a 9sovventori con possibilità di riscattarli prima del termine sborsando500 lire in moneta e pepe (Ibidem, docc. nn.122 e 125).

5 L’operazione non va quindi confusa con la vendita a privati di un par-ticolare introito pubblico per un periodo prestabilito (in genere da unoa cinque anni) in cambio di un prezzo concordato; l’operazione, notaanche con il nome di appalto, assicura allo stato un introito certo e ga-rantito (il prezzo pattuito) e scarica sul privato il rischio dell’effettivaesazione, che gli assicura un guadagno se supera la somma sborsata al-lo stato o comporta una perdita se non la raggiunge. Dal punto di vistadell’acquirente, anche questo contratto è assimilabile ad un acquisto,ma si tratta di cosa del tutto diversa dalla “compera”.

6 Secondo l’opinione corrente, i due primi monti moderni di cui si hanotizia sono quelli creati nel 1526 da Clemente VII. L’istituto del cen-so fondato sulle entrate fiscali era quindi ammesso nello stato dellaChiesa ancor prima che Pio V gli desse un ordinamento definitivo.

7 “An Act for granting to theire Majesties severall Rates and Duties uponTonnage of Shipps and Vessells and upon Beere Ale and other Liquorsfor secureing certaine Recompenses and Advantages in the said Actmentioned to such Persons as shall voluntary advance the summe ofFifteene hundred thousand pounds towards carrying on the Warragainst France” (5 & 6 William amd Mary, chapter XX, pp. 483-485).

2 I Libri Iurium della Repubblica di Genova, Vol. I/1 a cura di AntonellaRovere, Genova 1992, n. 125, pp. 190-192.

3 Among the earliest contracts: The one dated January 1141 by which themunicipality cedes the management of the mint for 14 months to a consor-tium of 16 citizens in exchange for 1700 lire and a share of the profits; thecontract dated April 1144 in which it sells out to 5 individuals the linentax for 25 years in return for 102 lire; the contract dated February 1149by which almost all customs income is sold for 15 years to a group of 17buyers for the sum of 1301 lire (I libri Iurium della Repubblica di Gen-ova, vol. I/1 by Antonella Rovere, Società ligure di storia patria, Genoa,1992, docc. nn. 36, 134 e 113).

4 Contract dated January 1150: The municipality of Genoa cedes various in-come for 29 years to a company of 11 buyers in exchange for 1200 lire andretains the right to reposess the income streams before the agreed term bypaying 1500 lire. Another contract bearing the same date: The municipal-ity of Genoa sells for 29 years to an association of 9 buyers the income de-rived from its money exchange stalls in the public market. The municipal-ity retains the right to redeem them before the agreed term by paying 500lire in currency and pepper (Ibidem, docc. nn.122 e 125).

5 Let’s not confuse the compera (= loan) with the sale to private citizens ofa certain public income for a determined length of time (usually 1-5 years)in exchange for a sum of money. This type of deal, called an “appalto”,guaranteed a fixed income to the state (the agreed price) and burdened theprivate citizen with the risk of a floating income.

6 Current opinion is that the first two “contratti di censo” of which there isevidence were those created in 1526 by pope Clemente VII. Therefore the“censi” based on fiscal revenues were already permitted by the Church be-fore pope Pio V gave them official clearance.

7 “An Act for granting to theire Majesties severall Rates and Duties uponTonnage of Shipps and Vessells and upon Beere Ale and other Liquors forsecureing certaine Recompenses and Advantages in the said Act mentionedto such Persons as shall voluntary advance the summe of Fifteene hundredthousand pounds towards carrying on the Warr against France” (5 & 6William and Mary, chapter XX, pp. 483-485).

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Antonio Semino, San Giorgio e il DragoGenova, Palazzo San Giorgio

Antonio Semino, St. George and the DragonGenoa, Palazzo San Giorgio

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Riassunto I prestiti chiesti dagli stati hanno per lo più dimen-sioni esorbitanti per un solo risparmiatore. Per co-prirli integralmente è necessario il concorso di ungran numero di sottoscrittori con eguali diritti pergli interessi e l’eventuale rimborso. Data l’entitàdelle somme in gioco, per facilitare i calcoli e atti-rare il risparmio, il capitale mutuato è diviso inquote di eguale valore nominale, che godono di par-ticolari privilegi e che il sottoscrittore può cedere aterzi per denaro contante. La più antica presenza diquesti elementi si riscontra a Genova: ai primi del‘200 i debiti pubblici («compere»), sono compostidi quote ideali («luoghi», in latino «loca», sing. «lo-cus») del valore nominale di 100 lire, trasferibili li-beramente dai titolari e poco tempo dopo divenutiinsequestrabili ed esenti da imposte.

Definizione Titolo. Documento (assegno, cambiale, obbligazione)che certifica l’esistenza e la titolarità del diritto al cre-dito in esso specificato (in partic. nell’espressione Titolodi credito ...). In partic.: documento rappresentativo deldebito dello stato verso un sottoscrittore di un prestitopubblico (in partic. nelle espressioni Titolo di stato,pubblico, del debito pubblico) (S. Battaglia, Grandedizionario della lingua italiana, U.T.E.T.).Luogo di monte, o semplicemente luogo. Nome concui erano indicate dal medioevo in poi le varie quote oazioni in cui era diviso il capitale dei monti ... o asso-ciazioni tra sottoscrittori di prestiti pubblici (Lessico

AbstractThe amount of money needed by local government isusually too much for a single investor to lend. A largenumber of subscribers with equal rights to interestand repayment of capital has to be brought together toprovide the entire sum. In order to simplify calcula-tions on such large sums of money and attract invest-ment, the capital is divided into shares with the samenominal value and the same privileges, and the sub-scriber can sell them on to a third party in exchangefor cash. The earliest record of this practice is againto be found in Genoa: During the early XIII centurypublic debt (“compere”) was divided into shares (“lu-oghi”, in Latin “loca”, sing. “locus”) with a nominalvalue of 100 lire. The “luoghi” could be disposed of atthe owner’s will and, shortly after their issue, becametax-free and could not be confiscated by the state.

DefinitionBond. A certificate issued by a government or a pub-lic company promising to repay borrowed money at afixed rate of interest at a specified time (The NewOxford Dictionary of English edited by JudyPearsall).“Luogo di monte” or simply “Luogo” was the termgiven from medieval times onwards to describe thedifferent tranches or shares of which the capital ofmonti was composed..., that is belonging to sub-scribers to public loans (Lessico universale italiano dilingua lettere arti scienze e tecnica, Istituto della Enci-clopedia Italiana Treccani).

I titoli di stato

Government bonds

Scheda n. 2

Chapter 2

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universale italiano di lingua lettere arti scienze e tecni-ca, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani).

Documentazione (1)Tra gli atti dei notai genovesi dei secc. XII e XIII, chenel loro genere costituiscono la raccolta più antica ecompleta d’Europa, ve n’è uno del 22 gennaio 1214,8

per il quale:

Dunque Bonifacio de Volta figlio di Giacomo e Lan-franco Rosso de Volta dichiarano di ricevere da Gu-glielmo Streiaporcus rispettivamente lire 200 e lire100 e gli vendono tre loca nel pedaggio nuovo di Por-tovenere che hanno acquistato dal Comune di Geno-va. Al di là della transazione particolare, l’atto forni-sce due notizie di carattere generale: 1) il Comune di Genova ha istituito un nuovo pe-

daggio a Portovenere per pagare gli interessi passi-vi di una compera (ossia prestito) che ha dovutoistituire per necessità di bilancio;

2) la compera è divisa in quote del valore nominaledi lire 100 ciascuna chiamate «loca» (sing. «lo-cus»), che rappresentano crediti di eguale impor-to verso il Comune e sono oggetto di compra ven-dita mediante un atto notarile.

Documentazione (2)Tra le carte dell’archivio di San Giorgio non è raro im-battersi in una tariffa simile alla seguente e posta nelfrontespizio di un registro contabile od in altro luogopreminente a titolo di promemoria:9

Documentation (1) Amongst the notarial deeds existing in Genova for theXII and XIII centuries (the oldest and most complete col-lection in Europe) is a document dated 22 January1214,8 which reads:

Whereby Bonifacio de Volta, son of Giacomo, and Lan-franco Rosso de Volta declare to have received fromGuglielmo Streiaporcus 200 and 100 lire respectively inexchange for three “loca” in the new Portovenere toll,which they purchased from the municipality of Genoa.Over and above the detail of the particular transaction,two things stand out:1) The municipality of Genoa had established a toll in

Portovenere so as to pay off the interest on a “com-pera” (or loan), imposed for budgetary reasons.

2) The compera was divided into shares of 100 lireeach, called “loca”. The shares represented credits ofequal value, for money lent to the municipality, andthey could be bought and sold by private citizens viaa notary public.

Documentation (2)It is not unusual to find a tariff of the following kind inthe Archives of the House of St George, written as a re-minder either on the front page of accounts ledgers orset out in other prominent places:9

1474 die tertia iunii. Precia locorum et pagarum pro ut capi debent:

Loca Sancti Georgii ad £(ibras) 40 Loca Tunetis veteris £ 65 Loca nova Tunetis £ 40 Loca Meteleni £ 60 Loca compere Chii £ 55 Loca compere securitatum £ 50 Loca darsine £ 35 Loca comperularum vini £ 60 Loca Raibetarum £ 70 ...

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«Bonifacius Iacobi de Volta et Lanfrancus Rubeus de Volta fatentur habuisse a Wilielmo Stre-japorco £ 300, scilicet dictus Bonifacius habuit £ 200 et dictus Lanfrancus £ 100, pro quibusei vendunt tres loca in pedagio novo de Portuveneris, sicut eos emerunt a Communis Ianue».

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I luoghi delle compere, oltre ad essere oggetto dicompra vendita, erano il mezzo preferito per garanti-re obbligazioni proprie od altrui; i debitori di SanGiorgio dovevano cautelare la Casa vincolando a suofavore un numero adeguato di luoghi ed i suoi fun-zionari, al momento dell’assunzione, dovevano pre-stare idonea garanzia nello stesso modo. Come risul-ta dalla tariffa suesposta i luoghi, del valore nominaledi lire 100, erano valutati da San Giorgio in propor-zione del reddito effettivo delle rispettive compere.

Quadro storico Agli inizi del ‘200, a Genova, il sistema delle compe-re è ormai avviato e con esso compare per la primavolta nel linguaggio finanziario un termine usato datempo per misurare la comproprietà di una nave eche ora viene applicato analogamente per indicare lapartecipazione ad una compera. È il termine «locus»(più tardi «luogo»), che incontriamo per la primavolta nel citato documento del 22 gennaio 121410 epoi diventa sempre più frequente, con una sensibileaccelerazione dopo la metà del secolo. Nella sua accezione finanziaria, il luogo è una quotaideale del debito pubblico, un taglio standard del va-lore nominale di 100 lire, frazionabile od aggregabilea volontà dei titolari, al quale viene riferita l’entitàdell’interesse; così, una compera con un capitale no-minale di 30.000 lire s’intende formata da 300 luoghied un provento di 7 lire per luogo equivale al 7%. Inpratica si tratta di un multiplo dell’unità monetarialocale atto a semplificare i calcoli degli amministrato-ri e che ritroviamo nella stessa proporzione di 100 a1, mutatis mutandis, in molti titoli mobiliari trattati inEuropa e negli Stati Uniti sino alla seconda guerramondiale. Per citare solo i casi più significativi, in ta-gli di 100 unità monetarie locali sono quotate dai lo-ro primordi la rente francese, il consolidato inglese,quello statunitense e la rendita italiana 5% (poi3,75%), che costituisce il nucleo principale del debi-to statale dalla unificazione del regno alla repubblica;ed in tagli da 100 monete di conto sono la gran partedei titoli privati emessi nel sec. XIX. I luoghi non sono titoli materiali, in quanto la loroesistenza è sanzionata semplicemente in forma scrit-ta nei registri del debito pubblico (XY loca tres, sive £300) e nei documenti che da essi prendono vita (attidi compra vendita, successioni, ecc.). Nondimeno

The “loca” of the “compere” were not only items to bebought and sold, but were also the preferred form ofguarantee to others: Debtors had to allocate to theHouse of St. George a certain number of “luoghi” as aguarantee for their debt and even the employees of theHouse had to do the same at the start of their employ-ment. As shown in the document above the “luoghi”,each of a nominal value of 100 lire, were valued by StGeorge in proportion to the actual income of their re-spective “compere”.

Historical backgroundAt the beginning of the XIII century the system of “com-pere” was common currency in Genoa. A new term nowappeared in financial jargon, one which had been nor-mally used to measure the shared ownership of a shipand that now became used to describe participation in a“compera”. The term was “locus” (later “luogo”) whichwe come across for the first time in the aforementioneddocument dated 22nd January 1214.10 This term now be-gan to appear more and more frequently, especially inthe second half of the century.Public debt was, therefore, divided into “luoghi” with astandard nominal value of 100 lire; these shares could befurther subdivided into smaller tranches or could beadded together, as the subscriber desired. The amount ofinterest reflected the standard value of the share itself.Hence, a “compera” with a nominal value of 30,000 lireconsisted of 300 “luoghi” and a profit of 7 lire on each“luogo” meant a 7% profit. Basically the currency-to-“luogo” ratio was 100:1 to simplify the administrators’calculations. The same 100:1 ratio can be found inmany financial instruments negotiated, up until the Sec-ond World War, both in Europe and in the United States.Significant examples of securities with a nominal valueequal to 100 times the local currency are the French“rente”, the English and the American consols, the Ital-ian “rendita” (the bulk of state debt from 1861 onwards)and the majority of private financial instruments issuedin the XIX century. The “luoghi” were not material instruments in thattheir existence was simply validated in writing withinthe public debt ledgers (“XY loca tres, sive £ 300”) andsubsequent spin-off documents relating to purchases,legacies, etc.However, the “luoghi” were very similar to modernbonds because they were registered, transferable and en-

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hanno molte caratteristiche dei valori mobiliariodierni perché sono nominativi, trasferibili e vincola-bili a discrezione dei titolari; grazie a questi elementied alla insequestrabilità loro riconosciuta dallo stato,diventano oggetto di un commercio destinato a sussi-stere per oltre cinque secoli sino alla caduta della re-pubblica e sono largamente ricercati per investimen-to o per speculazione dai ceti più agiati, dagli enti re-ligiosi e dalle fondazioni private.

cumbered at the owner’s will. Furthermore, thanks to thefact that the state could not confiscate them, “luoghi”became popular instruments of exchange, sought-after(as investments or speculation) by the upper class, reli-gious institutions and private organisations. The marketfor “luoghi” would survive more than five centuries un-til the fall of the republic of Genoa.

8 Archivio di Stato di Genova (A.S.G.), Manoscritti, n. 539, c. 668.

9 A.S.G., Compere e Mutui, n. 1931.

10 V. l’atto citato nella nota 8. Per un’altra transazione in cui il luogo è ce-duto al prezzo di mercato v. l’atto del 23 marzo 1222 con cui Alda Bo-leta vende ad Ansaldo Galeta mezzo luogo per £ 47.05, ossia al 47,25%del valore nominale (Liber magistri Salmonis sacri palatii notarii, 1222 -1226, a cura di Arturo Ferretto, in “Atti della società ligure di storia pa-tria”, vol. XXXVI, Genova 1906). Numerosi atti di natura simile sononel repertorio manoscritto conservato presso la medesima società(Wolf, Estratti di documenti) e nei repertori del Richerio in A.S.G..

8 State Archives of Genoa (A.S.G.), Manuscript, n. 539, c. 668.

9 A.S.G., Compere e Mutui, n. 1931.

10 Apart from the transaction quoted in note 8, see the one dated 23 March,1222 in which Alda Boleta sells Ansaldo Galeta half a «luogo» at £ 47.05, that is at 47,25% of nominal value (Liber magistri Salmonis sacri palatii notarii, 1222 - 1226, a cura di Arturo Ferretto, in “Atti della società ligure di storia patria”, vol. XXXVI, Genova 1906). Severalother transactions of the same kind can be found at the “Società Ligure diStoria Patria” (Wolf, Estratti di documenti) and in the State Archives ofGenoa (mmss Richeriani).

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Riassunto La vita del debito pubblico è cosparsa di insidie checolpiscono alternativamente lo stato avvantaggian-do i suoi creditori o viceversa. Quando ha bisognodi denaro il governo offre interessi elevati che divo-rano i pubblici introiti ed arricchiscono i sottoscrit-tori ma compromettono la gestione della macchinaburocratica. Ad un certo momento, inevitabilmente,lo stato deve intervenire per modificare le clausoleprimitive del prestito con riforme di varia natura:consolidamento dei debiti scaduti, conversione de-gli interessi ad un’aliquota minore, unificazione deivari debiti per ottenere economie di scala. A Genova i provvedimenti di espansione e di rifor-ma del debito pubblico sono stati particolarmentefrequenti con il risultato di accelerare l’evoluzionedelle tecniche finanziarie e di rafforzare il corpo deicreditori dello stato.

Definizione Consolidazione. Operazione formale con cui un debitopubblico a breve scadenza (in genere buoni del tesoro a7 o 9 anni, ma anche debiti redimibili) viene convertitoin un debito a lunga o indeterminata scadenza e iscrittonel Gran libro del debito pubblico; da tale iscrizione de-riva, in via definitiva, l’impegno dei futuri bilanci dellostato a contenere tra le spese correnti la somma relativaal servizio del debito stesso. (Vocabolario della linguaitaliana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani). Conversione del debito pubblico. Operazione finan-ziaria mediante la quale si mira a diminuire l’interesse

AbstractThe world of public debt is full of ups and downs,sometimes to the advantage of the state and the dis-advantage of its creditors, or vice versa. When gov-ernment needs funds it offers high interest rates,which deplete public revenues, enriching the creditorsbut also compromising the smooth running of the bu-reaucratic machine. Inevitably there comes a pointwhen the state has to alter the original terms of theloan introducing various reforms: Consolidation ofmatured loans, introduction of a lower interest rate,unification of various debts to achieve economies ofscale.In Genoa expansion and reforms to public debt wereparticularly frequent, leading to an accelerated evolu-tion of financial techniques and to the formation of astrong group of public creditors.

DefinitionConsolidation. The combining of two or moresources of revenue into a common fund, or of variedforms of public indebtedness into a stock bearing in-terest at a uniform rate (The Oxford English Dictio-nary, 2nd ed.).Conversion. The change of an issue of public securi-ties, of bonds, debentures, stocks, shares, etc. intoanother of different character, or with an altered(generally reduced) rate of interest (The Oxford Eng-lish Dictionary, 2nd ed.).It is an operation by which the state proposes to pub-

L e riforme del debito pubblico

Public debt reform

Scheda n. 3

Chapter 3

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lic creditors either to replace their bonds with newbonds bearing a lower rate of interest or to accept re-fund of the bond for its original value (…) The firstexample of consolidation was performed in Englandby the Chancellor of the Exchequer, Sir Robert Wal-pole in 1715 (Enciclopedia italiana, Istituto della En-ciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani).

Documentation (1)The first general ledger produced by the House of StGeorge, dated 1412 (but which also includes the ac-counts from 1408 onwards), bears two solemn notes onthe first page.11

The first one reads:

The second note is a list:

These notes are a memorandum for present and futureadministrators. They summarise the fundamental oper-ations on which the “compere” of Saint George werefounded, in other words: 1) A certain number of loans entered into by the munic-

ipality of Genoa in previous times were now gatheredinto one single debt. This meant that all creditorswere brought together in one register (made up origi-nally of four ledgers) and that the revenues assignedto creditors were now considered as one single lot.

2) The original rates of interest of 8%, 9% and 10% in-terest were now reduced to 7%.

di un debito pubblico o a modificarne la scadenza (Vo-cabolario della lingua italiana, Istituto della Enciclo-pedia Italiana Treccani).È l’operazione con cui si propone ai portatori di una ren-dita la conversione del loro titolo in una rendita di clas-se inferiore, oppure il rimborso del titolo alla pari (...) Ilprimo esempio di conversione fu quello attuato in Inghil-terra dal cancelliere dello scacchiere sir Robert Walpolenell’anno 1715 (Enciclopedia italiana, Istituto della En-ciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani).

Documentazione (1)Il primo mastro generale delle entrate ed uscite dellaCasa di San Giorgio, impostato nel 1412 ma che rac-coglie anche la contabilità iniziale dell’ente dal 1408in poi, si apre con due note solenni.11

La prima suona nei termini seguenti:

La seconda nota è un elenco:

In queste note, poste a perpetuo ricordo per gli am-ministratori presenti e futuri, sono condensate leoperazioni fondamentali da cui nascono le comperedi San Giorgio, ossia 1) l’unificazione in un solo blocco di vari prestiti

aperti dal Comune in tempi precedenti, il che si-gnifica iscrivere i rispettivi creditori in un unicoruolo (materialmente costituito da quattro registri)e mettere in comune gli introiti assegnati ai diver-si mutui;

2) la conversione al 7% degli interessi all’8%, 9% e10% a cui i prestiti erano stati contratti in origine.

In Christi nomine amen. Ad memoriam perpetuam pateat et notum sit universis egregiis dominis offi-cialibus procuratoribus et proptectoribus comperarum Sancti Georgii ac aliis officialibus quibuscum-que dictarum comperarum pro ut infra:Compere seu mutua diversa comunis Ianue imposite et imposita diversis temporibus cum suis asigna-cionibus, videlicet octo et decem ac novem pro centanario, redducte et redducta per venerandum offi-cium dominorum octo procuratorum officii Sancti Georgii in una compera seu massa per quattuor car-tularia divisa in octo compagnis civitatis Ianue que vocatur compera Sancti Georgii ad racionem deseptem pro centanario MºCCCCºVIII. Sunt et fuerunt infrascripta pro quantitatibus infrascriptis ...

Asignationes introytus et cabelle comperarum Sancti Georgii et que dictis comperis spectant et perti-nent describuntur ut infra: Introytus sive cabella floreni medii pro capite sclavorum et sclavarum casanarum, introytus floreni unius venditionis pro capite sclavorum et sclavarum, introytus unius acati ex duobus rippe minute, ...

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Il primo mastro del Banco di San Giorgio The first ledger of the Bank of St. George

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Documentazione (2)Il primo mastro del banco di San Giorgio si apre il 2marzo 1408 con la seguente nota:12

Il documento illustra la decisione presa dagli 8 insignie valenti cittadini che reggono l’Ufficio di San Giorgio:a partire dal 2 marzo 1408 è stato aperto un banco cheresterà in attività sino a quando i debiti del Comunenon saranno estinti e non avrà termine l’ignobile pras-si dei banchieri privati di mantenere alto il prezzo del-le monete [= il costo del denaro], anteponendo spu-doratamente i propri interessi a quelli pubblici. Dal documento emergono due avvenimenti di impor-tanza capitale per la storia finanziaria genovese: lacreazione di un ente incaricato di estinguere il debitopubblico, l’Ufficio di San Giorgio, e la sua decisionedi aprire una banca per liquidare le transazioni senzauso di moneta metallica.

Quadro storico La creazione della Casa delle compere e dei banchi diSan Giorgio costituisce un avvenimento cruciale perle finanze genovesi, ma di per sé non interamentenuovo nella storia locale. Sin dalle origini, il debito pubblico genovese tende acrescere nel lungo periodo, attraverso fasi alterne didilatazione e consolidamento. I periodi di maggioreproliferazione dei debiti, che coincidono con quelli dipiù intensa attività bellica o comunque di più acuto bi-sogno dell’erario, sono seguiti da pause di assestamen-to, nelle quali si procede al consolidamento in compe-re di quelli fluttuanti (se già non avevano tale forma)ed alla loro unificazione in un solo debito, al serviziodel quale sono messe in comune le rispettive assegna-zioni in modo da ricavarne un interesse identico pertutti i luoghi e risparmiare sulle spese di gestione. Il nuovo debito unificato, chiamato pur esso compe-ra e posto generalmente sotto la protezione di un san-to, subentra legalmente alle compere su cui è fonda-

Documentation (2)The first general ledger of the Bank of St George openson 2nd March 1408 with the following note:12

This document explains a decision taken by the 8 promi-nent and valiant citizens who run the House of StGeorge: From 2nd March 1408 a Bank was opened, andwould continue to exist until such time as the debts ofthe municipality of Genoa were wiped out and greedyprivate bankers stopped keeping the price of money sohigh, thereby putting their own interests ahead of publicwell-being.This document marked two very important events in thefinancial history of Genoa: The creation of a body, whichaimed to wipe out public debt (the House of St. George)and the opening of a Bank to repay the transactionswithout using hard currency.

Historical backgroundThe creation of the House of “compere” and banks of StGeorge was a crucial step in Genoese finance but, in it-self, not entirely new to local history.Right from the beginning the public debt of the state ofGenoa had tended to grow through alternating phases ofexpansion and consolidation. Periods of increase in debtusually coincided with an increase in war activity or,more generally, an increase in the treasury’s financialneeds. This was followed by periods of financial reform:Due debts and the existing “compere” were consolidatedinto one single debt. This single debt was provided with a proper set of taxrevenues, interest rates were levelled down with one rateapplicable to all the “luoghi” and savings were made onmanagement expenses. The new, unified public debt was still called “compera”and was usually named after a Saint for divine protec-tion. It legally replaced the separate “compere” to whichit owed its existence and, like them, had its own legal

«MCCCCVIII die II mensis marcii. In Dei nomine ... egregii nobiles et circumspecti viri Antonius Iusti-nianus miles, Lucianus Spinula, Cosmas Tarigus, Baptista Lomelinus, Raffael de Vivaldis, Rabella deGrimaldis, Iohannes de Nairono [et] Carolus Ciconia, Officium et officiales Sancti Georgii, banchumsub prefatis millesimo et die incoarunt quatenus debita Communis redigantur ad nichilum et pravenonnulle consuetudines bancheriorum resechentur que incomoda non modica reipublice irrogant cum[sint] sic propriis dediti quod publica vastare minime erubescunt et monetam non debito precio sed in-sueto et irracionabili spenderi et retineri consentiunt ...»

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to e, come quelle, costituisce un consorzio dotato dipersonalità giuridica ed amministrato nell’interessedi tutti i luogatari. Alle riforme, che risolvono temporaneamente le diffi-coltà finanziarie dello stato ricaricandolo di energieespansive, succedono immancabilmente nuovi perio-di di intenso indebitamento e poi, di nuovo, la crea-zione di altre compere per assorbire i debiti recenti edeventualmente per fonderli con i più antichi. I processi di assestamento del debito pubblico inizia-no nel 1274 quando nasce il primo debito consolida-to permanente, la compera magna salis all’8%.13 Lelotte di fazione e le guerre esterne (specie contro Fe-derico II, Pisa e Venezia) hanno dato origine in pas-sato ad un coacervo di compere diverse, create sottoforma di prestiti volontari o forzosi, che hanno aper-to voragini imponenti nelle risorse statali e così nel1274 si procede alla loro unificazione in un solo cor-po i cui luoghi ricevono un interesse identico e sonorimborsabili a discrezione del comune. I successivi, periodici riacutizzarsi dei bisogni dell’e-rario portano all’apertura di nuovi prestiti a loro vol-ta oggetto di riforma ed alla fine del sec. XIV il debi-to pubblico risulta composto di 5 grandi compereunificate, sorte in epoche diverse dall’aggregazione didebiti e compere preesistenti.14

Con intenti e procedure analoghe, nel 1407 si affidail risanamento del debito pubblico ad un apposito or-ganismo sotto il patrocinio di un santo, l’Officiumcomperarum Sancti Georgii; i suoi compiti sono difondere ad un interesse ridotto ed uniforme del 7% itre quarti del debito preesistente, di rimborsare i cre-ditori che non accettano il trapasso e di gestire uncongruo numero di imposte con cui pagare ai luoghiil provento stabilito. La riforma compiuta nel nome di San Giorgio nonrappresenta quindi un evento unico nella storia dellefinanze pubbliche genovesi, ma soltanto l’ennesima (eneppure l’ultima) unificazione del debito pubblico.Tuttavia, pur avendo un’origine non dissimile, l’Uffi-cio o Casa di San Giorgio ha un’importanza ben mag-giore di quella delle compere unificate precedenti. I privilegi che ottiene dallo stato e che le sono rico-nosciuti anche dai signori stranieri (spesso in cambiodi prestiti) si traducono in una larga potestà giurisdi-zionale per tutto ciò che riguarda il debito pubblicoda essa amministrato e le imposte di sua spettanza.La sua opera è imperniata sulla difesa accanita degli

personality and was administered in the interests of allthe creditors.These reforms, which brought temporary relief to the fi-nancial difficulties of the state, led it onto other spurts ofexpansion followed, inevitably, by further increases inpublic debt and hence to the creation of new compere toabsorb the new debts: And so the whole cycle startedagain.The process of public debt reform started in 1274 withthe birth of the first permanent consolidated debt, the“compera magna salis” at 8% interest.13 In the past in-ternal conflicts and external wars (specifically thoseagainst Frederick II, Pisa and Venice) had generatednew, different, “compere” which had been createdthrough either voluntary or compulsory loans, engen-dering further gaps in public revenue. In 1274, there-fore, all the “compere” were gathered together into onewith all shareholders to receive identical interest; fur-thermore, “luoghi” were to be repayable at the discretionof the municipality of Genoa. Later on, new crises in public finance for the treasurybrought about the creation of new debts; subsequentlythey too were subject to reform. At the end of the XIV century public debt consisted offive large unified “compere”, which had been created atdifferent times by the gathering together of pre-existingdebts and “compere”.14

With similar aims and procedures, in 1407 public debtreform was entrusted to a purpose-built organisation,named after a saint for divine protection and called “Of-ficium Comperarum Sancti Georgii.” Its duties were tomerge three fourths of the pre-existing public debt intoone debt with a reduced and uniform 7% interest rate, toreimburse those creditors who did not agree with the re-forms and to manage an adequate number of tax in-comes in order to be able to pay out the contracted rev-enue to the “luoghi”. However the newly founded office was neither the firstnor would it be the last step in consolidating Genoesepublic debt. Though not dissimilar from its predecessors,the Office or House (“Casa”) of Saint George wouldhave a far greater importance than the previous reform-ers of public debt. The state granted extensive privilegesto the House which were also acknowledged (often inexchange for loans) by foreign rulers. All this translatedinto a far ranging jurisdictional power for the House ofSt George with regard to both public debt and taxes. Itswork was to doggedly protect the fiscal income stream

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introiti fiscali destinati al pagamento dei luoghi; ciòla pone spesso in contrasto con gli interessi generalidel paese e la induce ad avversare tutte quelle inizia-tive pubbliche o private che potrebbero intaccare ilflusso dei suoi redditi. Ma c’è un altro aspetto che ai nostri fini è più rile-vante: nel 1408 la Casa è autorizzata ad aprire unbanco pubblico, primo del suo genere in Italia e se-condo in Europa dopo la Taula di Barcellona (1401),che accetta depositi, effettua giri di conto e concedecrediti garantiti in conto corrente. La sua attività cre-sce per qualche decennio e nel 1440 si aprono due al-tri cartulari (oggi diremmo sportelli), si interrompenel 1445 per ragioni d’ordine monetario, riprende nel1531 e prosegue in forme diverse e sempre più arti-colate sino al 1805. I banchi annessi alla Casa di San Giorgio diventano ilcuore di un sistema finanziario al quale fanno capodue circuiti di denaro sempre più nettamente distinti:quello che funge da tesoreria della Casa, costituito inentrata dai gettiti delle gabelle ed in uscita dalle spe-se di gestione, dalla distribuzione dei proventi ai tito-lari dei luoghi e dalle sovvenzioni di San Giorgio a fa-vore dello stato, di magistrature locali e di enti vari; equello squisitamente bancario che risponde ai biso-gni della piazza ed è alimentato dai depositi, prelievie giri di conto tra privati.

earmarked for the payment of revenue to the luoghi; thisoften put it at odds with the general interests of the re-gion and hardened it against all public or private initia-tives which might erode its flow of income.But there is another aspect which is still more relevant:In 1408 the House of St. George was authorised to opena public bank, the first of its type in Italy and the secondin Europe to the Taula in Barcelona (1401). The bankaccepted deposits, made money transfers between ac-counts and granted credit secured on current accounts.Its activities grew for a few decades and, in 1440, twomore “cartulari” (branches) were opened. Its work wasthen interrupted in 1445 for monetary reasons, startedagain in 1531 and continued in different forms (alwaysintroducing new developments) until 1805. The banks opened by the House of St. George became theheart of a financial system, which handled two increas-ingly different money circuits. The first, which acted asthe House’s treasury, received income from taxes, paidout revenues to the holders of “luoghi” and fed thegrants given by San Giorgio to the state and to public of-fices in general. The second circuit met the needs of thepublic by taking deposits, handling withdrawals andtransfering money between private citizens.

11 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Introitus et exitus Officii SanctiGeorgii”, n. 1.

12 A.S.G., Archivio di San Giorgio, pand. 17, n. 7204.

13 Dove l’aggettivo magna richiama l’operazione di consolidamento.

14 Così, i debiti delle guerre contro Pisa e Venezia sono riuniti a loro vol-ta nella compera magna mutuorum veterum del 1303 e quelli delle suc-cessive guerre civili (1306-1331) nella Compera magna pacis del 1332.Nel 1340, rinnovate le strutture politiche ed auspice il doge SimoneBoccanegra, si riordina l’amministrazione di tutte le compere in esse-re, mantenendole distinte l’una dall’altra, ma riducendo il valore deiloro luoghi al corso di mercato ed assegnando al capitale svalutato uninteresse variante dal 7 al 10%. Dalla riforma nascono le compere com-perarum Capituli (così dette perché i loro libri sono conservati nel Ca-pitolo della cattedrale per porli al sicuro da rivolte popolari, comequelle del 1339 che sono sfociate nell’abbruciamento dei ruoli fiscali);ad esse lo stato cede quasi tutte le proprie rendite, ricevendo in cam-bio una modesta sovvenzione fissa (lire 20.000) per pagare le spesecorrenti (H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi nel medioevo e inparticolare sulla Casa di San Giorgio, trad. di O. Soardi, in “Atti dellaSocietà Ligure di Storia Patria”, vol. XXXV, pt. I, Genova 1905, p.135). Alle compere del Capitolo si affiancano man mano altre compe-re unificate, sorte dal consolidamento dei debiti stipulati posterior-mente: nel 1368 le compere Sancti Pauli (poi dette veteres) al 10%, nel1381 le compere nove Sancti Pauli al 5-9% e le compere regiminis all’8%;nel 1395 le compere Sancti Petri all’8-9%.

11 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Introitus et exitus Officii SanctiGeorgii”, n. 1.

12 A.S.G., Archivio di San Giorgio, pand. 17, n. 7204.

13 Large compera of the salt.

14 Thus the debts from the wars against Pisa and Venezia were gathered intothe “compera magna mutuorum veterum” (large “compera” of war debt) of1303 and those of the successive civil wars (1306-1331) into the “Comperamagna pacis” (large “compera” of peace) of 1332. In 1340, after the changein political structure under the authority of doge Simone Boccanegra, theadministration of all existing “compere” was also reorganised, keeping themseparate but devaluing their “luoghi” (shares) on the market and assigningto the devalued capital variable interest from 7% to 10%. From this reformwas born the “compere comperarum Capituli”, so called because the rele-vant ledgers were kept in the “Capitolo” of the Cathedral in order to pre-serve them from popular revolt (such as those of 1339, when fiscal docu-ments were burned). To these “compere” the state ceded nearly all its incomein exchange for a fairly modest fixed payment (lire 20.000) to fund its cur-rent expenses (H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi nel medioevo ein particolare sulla Casa di San Giorgio, trad. di O. Soardi, in “Atti dellaSocietà Ligure di Storia Patria”, vol. XXXV, pt. I, Genoa 1905, p. 135). Tothe “compere Capituli” yet more compere would be added by merging laterdebts: In 1368 the “compere Sancti Pauli” (later called “veteres”) with 10%interest rate; in 1381 the “compere nove Sancti Pauli” with 5-9% interestrate and the “compere regiminis” with 8% interest rate; in 1395 the “com-pere Sancti Petri” with 8-9% interest rate.

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Anonimo, L’isola di Tabarca vista da Sud, XVII secoloGenova, Galata Museo del Mare

Anonimous, The island of Tabarca, South view, XVII centuryGenoa, Galata Museo del Mare

Anonimo, L’isola di Chio, XVI secoloGenova, Galata Museo del Mare

Anonimous, The island of Chio, XVI centuryGenoa, Galata Museo del Mare

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Riassunto La Casa di San Giorgio di Genova è un’istituzioneche non ha eguali per la sua natura poliedrica e peril ruolo svolto nella finanza: sorge (1407) come unconsorzio di pubblici creditori a cui lo stato cede ungran numero di imposte e quasi subito (1408) iniziaun’attività bancaria che i flussi fiscali potenzianoulteriormente; in cambio dei finanziamenti allo sta-to, riceve in pegno territori vicini ed oltremariniche amministra come ente sovrano sino al 1562; daltardo Cinquecento organizza l’attività bancaria supiù sportelli a seconda delle valute trattate e con ilprimo Seicento comincia ad emettere biglietti fidu-ciari nominativi.

Definizione “... occorse al Comune della città nuovi bisogni, onde ri-corse a S. Giorgio per nuovi aiuti, il quale trovandosiricco e bene amministrato, lo poté servire. E il Comuneall’incontro, come prima gli aveva la dogana conceduta,gli cominciò, per pegno de danari aveva, a concederedelle sue terre, e in tanto è proceduta la cosa, nata daibisogni del Comune e servigi di S. Giorgio, che quello siha posto sotto la sua amministrazione la maggior partedelle terre e città sottoposte all’imperio genovese, le qua-li e governa e difende, e ciascuno anno per pubblici suf-fragi vi manda suoi rettori, senza che il Comune in al-cuna parte se ne travagli ...” (N. Machiavelli, Istoriefiorentine, libro VIII).

AbstractThe House of St. George in Genoa is an institutionwithout equal, both for its multifaceted nature and forits fundamental role in the world of finance: It startedin 1407 as a consortium of public creditors to whichthe state ceded a large number of tax revenues and al-most immediately (1408) started a banking activity,backed by the cash flow from public revenues. In ex-change for loans to the state it received sovereign con-trol of near and distant territories, which lasted until1562. From the late XVI century onwards the Houseof St George reorganised its banking activities open-ing more “branches” depending on the currency it wasdealing with and at the beginning of the XVII centurystarted issuing nominal fiduciary bills.

DefinitionIn his Istorie fiorentine (liber VIII) N. Machiavelli ex-plains that, in need of cash, the municipality ofGenoa turned to the rich and well-administered Bankof St. George for help. The City, in exchange for aloan, granted the Bank the administration of a part ofits own territories, as it had already done with its cus-toms revenues. The House of St. George then lookedafter the territories through annually nominatedrulers, without any interference from Genoa.

La Casa di San Giorgio: uno stato nello stato

The House of St. George: A state within a state

Scheda n. 4

Chapter 4

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Documentazione Nel mastro generale delle entrate ed uscite di SanGiorgio relativo all’esercizio 1453, sono registrate al-cune spese curiose:

Bandiere, paramenti per messe da celebrarsi in Corsi-ca a beneficio del governatore mandato nell’isola dal-l’Ufficio di San Giorgio. Sono voci del tutto insoliteper un ente finanziario e riconducibili invece all’atti-vità propria di un ente sovrano territoriale. Il passo diMachiavelli riassume una singolare evoluzione dellaCasa di San Giorgio.

Quadro storico Sin dagli inizi e grazie soprattutto all’attività banca-ria, l’afflusso di denaro nelle casse di San Giorgio rag-giunge cifre cospicue che equivalgono ad oltre il dop-pio delle entrate ordinarie del Comune e crescononegli anni seguenti con l’assorbimento delle comperesfuggite al consolidamento del 1407. A partire dal1454, quando il processo si conclude, gli introiti del-la Casa raggiungono il massimo livello consentito dalsistema, perché rappresentano la quasi totalità delgettito fiscale dello stato.17

La Casa di San Giorgio diventa così l’unico interlocu-tore cui il Comune può ricorrere per ottenere presti-ti. Le numerose operazioni di mutuo sono sanzionateda un contratto solenne tra le due parti e si accompa-gnano sempre alla cessione di un pubblico introito aSan Giorgio che in cambio apre al Comune un credi-to (scripta) per l’importo concordato. Fermi restandoquesti caratteri essenziali, le procedure, l’oggetto del-le prestazioni e la natura delle garanzie offerte al cre-ditore possono mutare nel tempo. Durante gli anni 1408-1445 e 1531-1797, in cui laCasa di San Giorgio gestisce dei banchi di deposito egiro, la somma prestata è accreditata in un conto cor-rente particolare intestato al Comune, che vi attingeliberamente mediante prelievi in denaro contante.

Documentation In the general ledger of the House of St. George some pe-culiar expenses are registered for the year 1453, ac-counting for banners and vestments for masses to be cel-ebrated in Corsica on behalf of the governor sent to theisland by the House of St. George:

These entries are what would be expected of a sovereignterritorial authority but are highly unusual for a finan-cial institution. The aforementioned extract from Machi-avelli highlights the peculiar evolution that the House ofSt. George underwent.

Historical backgroundRight from the start, thanks to its banking activities, theflow of cash into the coffers of St. George reached con-siderable sums. These amounted to more than twice theusual income of the municipality of Genoa and more-over they increased in the following years with the ab-sorbing of the “compere” which had escaped from theconsolidation of 1407. Once the process was concludedin 1454, the income of the House of St. George reachedthe highest level allowed for by the system, nearlyequalling the state’s whole fiscal levy.17

The House of St. George then became the only money-lender from which the municipality of Genoa could ob-tain loans. Numerous loan agreements were regulatedby a solemn contract between the two parties. It usuallyinvolved the handover of a public income to the House ofSt. George in exchange for the opening of a credit line(or “scripta”) to the municipality for the agreedamount. Although these essential features always re-mained the same, the procedures, the reasons for theloan and the type of guarantees offered to the creditorcould change over time.During the years 1408-1445 and 1531-1797, when theHouse of St. George ran a deposit and clearing bank, anagreed sum was credited to an account in the municipal-ity’s name from which cash could be freely withdrawn.

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- Vexillum gloriosissimi martiris Sancti Georgii vexiliferi et protectoris comperarumSancti Georgii factum de zentenili de grana et albo seu taffeta

- Vexilum Sancti Georgii Caffam mittendum15

- Paramentum, calix, missale, planeta et alia necessaria pro celebratione misse in BastitaCorsice et seu ubi residencia habebit gubernator Corsice empta mandato Officii16

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J. Amman, Dux GenuensisTratto da: Habitus praecipuorum populorum, tam virorum quam foeminarumNorimberga, 1577, Xilografia acquarellata, 230x170 mm. Collezione Privata

J. Amman, Dux GenuensisFrom: Habitus praecipuorum populorum,

tam virorum quam foeminarumNorimberga, 1577, Watercoloured

xylograph, 230x170 mm. Private Collection

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Tra il 1445 ed il 1529, interrotta l’attività bancaria in-terna, l’operazione richiede l’intervento di banchieriprivati che, in cambio di speciali garanzie fornite daSan Giorgio, aprono al Comune dei crediti in contocorrente per un totale corrispondente al mutuo con-cessogli. Le varianti possono riguardare anche la contropresta-zione offerta dal debitore. Il Comune, ad esempio,non è sempre in grado di istituire un nuovo tributosufficientemente corposo a causa del malcontento so-ciale e delle evasioni fiscali; ed allora offre in cambiol’amministrazione di brandelli del territorio statale,che vengono ceduti a San Giorgio e i cui tributi fisca-li sono insieme pegno del rimborso e retribuzione delcapitale prestato. In tal modo la Casa delle comperesubentra alla repubblica nelle sue colonie oltremarine(Caffa e Famagosta), nell’isola di Corsica ed in varidistretti di terraferma (Sarzana, Ventimiglia, Pieve diTeco, ecc.). L’esercizio della sovranità su questi territori apre allaCasa di San Giorgio un mondo nuovo, che non si li-mita all’esibizione del proprio vessillo, ma si estendeai rapporti giuridici e fiscali con le popolazioni loca-li, alle opere pubbliche, alla difesa, ai rifornimenti an-nonari, ecc.: questioni di soluzione non facile date ledistanze e soprattutto fonti di spese più gravose delgettito erariale, tanto che nel 1562 la Casa retrocedealla repubblica i diritti sovrani su tali territori e, incambio, le concede un sostanzioso sussidio a fondoperduto.

Between 1445 and 1529 internal banking activities halt-ed, the money lending operations required the use of pri-vate bankers who, in exchange for special guaranteesgiven by the House of Saint George, opened credit linesto the municipality. The guarantees offered by the debtor could change too.The municipality, for example, was not always able toset up new and large enough income streams because ofsocial unrest and tax evasion; at such times it wouldcede control over state territories to the House of StGeorge together with their tax income, to be regarded asboth interest and pledge of the loan. In this way theHouse of St. George took over the governing role of therepublic of Genoa in its overseas colonies (such as Caf-fa and Famagosta), on the island of Corsica and of quitea few districts on the mainland (Sarzana, Ventimiglia,Pieve di Teco, etc…). Sovereign control over these terri-tories opened up a whole new world to the House of St.George; a world not limited to displaying its own bannerbut which also extended to legal and fiscal dealings withthe local population, to involvement in public works, de-fence, supplies, etc… All difficult issues to deal with,given the distances involved but, moreover, because ex-penditure was greater than revenue coming into thetreasury. In the end the situation became untenable, somuch so that in 1562 the House of St. George returnedits rights over the territories to the republic of Genoaand instead granted it a large subsidy in perpetuity.

15 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Introitus et exitus Officii SanctiGeorgii”, n. 17, c. 337.

16 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Introitus et exitus Officii SanctiGeorgii”, n. 17, c. 301.

17 Le poche imposte rimaste nelle mani del Comune bastano appena peri suoi bisogni ordinari e solo per poco tempo; ben presto sarà costret-to a chiedere a San Giorgio un contributo fisso annuale per pareggia-re le spese correnti.

15 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Introitus et exitus Officii SanctiGeorgii”, n. 17, c. 337.

16 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Introitus et exitus Officii SanctiGeorgii”, n. 17, c. 301.

17 The few tax incomes still belonging to the municipality were barelyenough to cover its basic needs and would not last for long either; soon theMunicipality would be forced to ask the Bank of St George for a fixed, an-nual contribution to its expenses.

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Riassunto Lo sconto è uno degli strumenti più potenti per sti-molare l’economia, perché anticipa in forma liquidaun potere d’acquisto futuro e quindi aumenta lamassa dei capitali disponibili nell’immediato. Ladocumentazione più antica circa il suo uso sistema-tico e generalizzato si trova a Genova, inizia allametà del sec. XV ed è costituita dallo sconto deiredditi o “paghe” dei titoli del debito pubblico (iluoghi di San Giorgio).

Definizione Paga. (ant.) Rata di pagamento, sia di interessi, sia arimborso del capitale, sia di tributo (Vocabolario dellalingua italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana Trec-cani). (propr.) Il provento variabile assegnato ogni anno ailuoghi delle compere genovesi in proporzione dell’introi-to delle imposte. Sconto. Contratto, per lo più bancario (sconto banca-rio) con il quale un creditore (scontatore o scontante)cede il suo credito a un’altra parte (scontatario o sconti-sta, che per lo più è una banca), ricevendone una som-ma equivalente all’ammontare del credito stesso dimi-nuito dell’interesse fino al giorno della scadenza. Anche:l’interesse stesso che viene dedotto in anticipo (S. Batta-glia, Grande dizionario della lingua italiana, U.T.E.T.).

AbstractDiscount is one of the most powerful tools for stimu-lation of the economy because it makes cash availablein advance of an as yet unmatured credit and therebyincreases the amount of capital immediately avail-able. The oldest record of the systematic and generaluse of discount is to be found in Genoa in the mid XVcentury. It consisted of the discount on the earnings(or “paghe”) of public debt bonds (the “luoghi” of St.George).

DefinitionPaga. Instalment payment, either of interest, of re-payment of capital or of tax (Vocabolario della linguaitaliana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani). The variable income allocated each year to the luoghiof the Genoese compere, in proportion to the tax rev-enues.Discount. A deduction (usually at a certain rate percent) made for payment before it is due, or forprompt payment, of a bill or account; a deduction forcash payment from the price of an article usually soldon credit; any deduction or abatement from the nom-inal value or price (The Oxford English Dictionary,2nd ed.).

Lo sconto delle cedole dei titoli pubblici

Discount on state Bond coupons

Scheda n. 5

Chapter 5

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Documentazione (1)

Come accadeva per il capitale dei luoghi, anche i pro-venti o paghe che esso produceva anno dopo annoerano utilizzati come oggetto di scambio, garanzia diobbligazioni e mezzo di pagamento. Trattandosi diun credito non ancora esigibile, il loro valore di mer-cato era inferiore al nominale e la misura dello scon-to dipendeva dal provento stabilito per l’anno a cui siriferivano e dalla scadenza, ossia dalla data futura,prevedibile o supposta, in cui sarebbero state liquida-te in numerario al valore nominale. In alcuni casi, co-me nelle page floreni, lo sconto non veniva applicatoad un credito a termine già quantificato, ma ad uncredito la cui misura sarebbe stata stabilita in futuro.Anche in questo caso, San Giorgio elaborava delle ta-riffe come quella presentata, in base alle quali gli uf-fici potevano accettare le paghe prima della scadenzaad un corso espresso in soldi per ogni lira di valorenominale, per cui ad esempio, valutare una paga asoldi 16 equivaleva a stimarla l’80% del nominale ead applicare a quest’ultimo uno sconto del 20%. Nel-la tabella, accanto al valore scontato calcolato in sol-di, vi è tra parentesi quello più comprensibile espres-so in percentuale del nominale.

Documentation (1)

As with the capital of the “luoghi”, the yearly income or“paghe” which they produced was used as an exchangeitem, a form of guarantee and a method of payment. Be-ing a non matured credit, the market value of “paghe”was lower than their nominal value. The amount of dis-count depended on both the profit established for theyear of issue and the future expiry date, when the“paghe” would be worth their nominal value once again.In certain cases, as with the aforementioned “page flo-reni”, discount was applied to a credit, whose nominalvalue was not predetermined but would be declared inthe future. Also in cases like this the Bank of St. Georgeestablished tariffs such as the ones detailed above for the“page floreni”, on the basis of which the Bank could pur-chase the “paghe” before their due date at a fraction ex-pressed in “soldi” of every lira of nominal value. A “pa-ga” valued at 16 soldi, for example, was purchased atonly 80% of its nominal value, therefore resulting in a20% discount. In the above table, next to the discountedvalue calculated in soldi, there appeared in brackets theeasier to understand value expressed as a percentage ofthe nominal value.

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1474 die tertia iunii. Precia locorum et pagarum pro ut capi debent:18

Page de 1473 pro libra Soldi 18 (90%)Page floreni de 1474 ss. 17 (85%) Page floreni de 1475 ss. 16 (80%) Page floreni de 1476 et 1477 ss. 14 (70%) Page floreni de 1481 et 1482 ss. 11 (55%) Page floreni de 1483 ss. 10 (50%) Page floreni de 1484 ss. 9 (45%) Page floreni de 1485 ss. 8 (40%) Page floreni de 1486 ss. 7 (35%) Page floreni de 1487 ss. 6 (30%)

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Documentazione (2)Nel giornale del 1649 in cui l’Ufficio pagarum regi-stra gli acquisti e le vendite di paghe dei diversi anni,in data 18 agosto vi sono le tre seguenti scritture inpartita doppia:19

In sintesi, Maria Garbarini vende £ 307.13.08 di pa-ghe del 1647 e ne ricava £ 282.13.06 (il 91,9% delnominale); con tale somma compera un eguale valo-re nominale di paghe del 1649 (che essendo più lon-tane dalla scadenza costano solo l’86,9%) ed incassain contanti la differenza di £ 15.07.08.

Quadro storico L’aggravarsi delle necessità statali dopo il 1450 ponela Casa di San Giorgio di fronte al problema di con-ciliare gli interessi contrapposti ed apparentementeincompatibili del Comune, che pressato da bisogniestremi chiede in prestito quote consistenti degli in-troiti fiscali, e dei luogatari, a cui gli introiti debbonoessere distribuiti istituzionalmente. Nel conflitto so-no questi ultimi che soccombono, ma in un modocosì graduale e con la possibilità di soluzioni alterna-tive tali da attenuare il peso della mancata riscossio-ne dei proventi. Le gabelle sono vendute, come sem-pre, nei primi mesi dell’anno X e nel maggio - giugnoseguente, basandosi sul ricavo ottenuto e deducendole spese previste di gestione, San Giorgio determinail provento o “paga” spettante ad ogni luogo per l’an-no X, calcola le somme spettanti ai singoli luogatarie le iscrive a loro credito in appositi partitari, chia-mati appunto cartulari pagarum. A questo punto do-

Documentation (2)In the 1649 ledger of the “Officium pagarum”, recordingthe purchases and sales of “paghe” over several years,we find the three following entries registered on August18th by double entry:19

To summarise, Maria Garbarini sold £ 307.13.08 worthof “paghe” issued in the year 1647 and received £282.13.06 for it, 91.9% of their nominal value. She thenpurchased with this sum a quantity of “paghe” issued in1649 (which, being further from the due date, werepriced at only 86.9% of their nominal value) and cashedin the difference of £15.07.08.

Historical backgroundAfter 1450 the state’s financial needs grew. The Bank ofSt. George now faced the problem of reconciling the op-posing and incompatible interests of the municipality(which needed considerable portions of the fiscal rev-enue), and of the “luogatari” (the owners of “luoghi”),who were entitled to receive the whole amount of suchfiscal revenue. In the end it was the creditors who slow-ly but surely lost the battle, being offered alternatives toreduce the losses due to the missing revenue stream.Taxes were sold in the first months of year X and inMay-June, by adding the prices obtained to the salesand deducting the forecast management expenses, theBank of St. George calculated the expected revenue or“paga” for the year X for each “luogo” and the amountdue to each individual shareholder (“luogatario”).These amounts were recorded in double entry ledgerscalled “cartulari pagarum”. At this point the “paga”should have been paid off in instalments within one

1649 die 18 augusti - Cartularium pagarum 1647 pro Maria filia q. Garbarini

et uxor q. Iohannis Baptiste Calvi,libras 307.13.08 pro valuta totidem pagarum 1649 scri-bendarum in credito dicte Marie de quibus etc. et restumpro numerato solvendo dicte Marie ut supra, valent £ 282.13.06

- Maria filia q. Cesaris Garbarini et uxor q. Iohannis Bap-tiste Calvi pro cartulario pagarum 1649,libras 307.13.08 valuta ad ss. 17.04.1/2 pro dicto cartula-rio pagarum 1649, valent £ 267.05.10

- Item pro Iacobo Spinula thesaurario, libras 15.07.08, valent £ 15.07.08

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vrebbe subentrare la liquidazione rateale della pagada completarsi nel giro di un anno, ma il denaro ne-cessario manca, perché è stato prestato allo stato. LaCasa di San Giorgio è costretta a ritardare il paga-mento delle rate e la dilazione cresce nel corso deglianni, da pochi mesi, come si verifica alla fine deglianni ‘40 del Quattrocento, sino a 9 anni e più allametà del sec. XVI. I crediti accumulati dai luogatari nei partitari dei va-ri anni non restano però congelati fino al pagamentoin contanti: ne deriverebbe una riduzione paurosa diliquidità che colpirebbe qualche migliaio di persone(tanti sono i luogatari) e tra essi chiese, conventi, am-ministrazioni fiduciarie e cittadini più o meno ricchiche hanno investito i risparmi in luoghi delle compe-re. Per uscire dal vicolo cieco, San Giorgio imponeagli acquirenti delle gabelle per l’anno X di pagarne ilprezzo di aggiudicazione con “paghe” del medesimoanno cioè con i proventi accreditati ai luogatari pertale anno. Nasce così un mercato delle paghe, ossia dicrediti riscuotibili a termine scambiati per contantiad un corso inferiore al nominale; sono offerte dailuogatari e largamente richieste dagli appaltatori, maanche da funzionari di nuova nomina per la cauzioneloro richiesta, da possessori di liquidità per investi-mento temporaneo, da speculatori per operazioni diarbitraggio, ecc. Ecco, dalla fucina del bisogno, un’altra innovazionefondamentale per la storia finanziaria: la pratica dellosconto, certo conosciuta in precedenza nelle trans-azioni private, ma che adesso diventa un fenomenopubblico di tale estensione da sollevare sulla liceitàdell’operazione perplessità di ordine morale che sonosottoposte al papa Callisto III nel 1456 e da lui seda-te: la vendita delle paghe ad un prezzo in contantiminore del nominale non contraddice i divieti dellaChiesa e questa posizione è confermata in terminipiù ampi da Sisto IV nel 1479. Il sistema delle paghe introdotto nel 1446 permaneanche dopo il 1531, quando riprende l’attività banca-ria, e sino all’abolizione nel 1765, anno dal quale iproventi diventeranno immediatamente esigibili, conalcune importanti novità: 1) la dilazione dei pagamenti si riduce a 5 anni dal

1579 e rimane invariata sino alla fine;2) nel 1631 la Casa di San Giorgio, per moderare il

prezzo degli sconti nel mercato libero, istituisce unufficio che ha il monopolio dell’acquisto e vendita

year, but the necessary money just was not available,having already been lent to the state. The Bank of St.George was then forced to delay instalment payments,the delay increasing over the years from a few months(at the end of the 1440s) to 9 years and more in themid-XVI century.However, the credits accumulated by the shareholders ofthe “luoghi” were not frozen until repayment was madein full. Had this occurred, it would have caused a dras-tic reduction in liquidity, affecting thousands of peoplewho had lent money to the state and amongst them werechurches, convents, or private citizens who had investedtheir savings in the “compere”.To get out of the bind in which it found itself, the Bankof St. George required buyers of taxes for the year X topay the asking price with “paghe” of the same year.Thus a market for “paghe” came into being and creditsstarted being sold for cash at less than their nominalvalue. The “paghe” were put on the market by the own-ers of the ‘luoghi’ and purchased by tax buyers, by new-ly appointed government officials, by short term in-vestors, speculators, etcThis market for discount, born out of necessity, was yetanother milestone in financial history; discount, previ-ously used only in private transactions, now becamepublic practice and on such a large scale as to raisedoubts on the grounds of morality. Pope Callistus III set-tled the matter in 1456 by stating that the sale of the“paghe” at a cash price lower than the nominal valuedid not contravene the Church’s rules. Pope Sistus IV lat-er (in 1479) confirmed the same position in more ex-plicit terms.The system of “paghe” introduced in 1446 would con-tinue even after 1531 (when the banks resumed their ac-tivities) and would be abolished in 1765, when incomewould become immediately payable, though with somemajor changes: 1) From 1579 payments could not be extended for more

than five years and remained the same to the end ofthe period.

2) In 1631, in an attempt to keep down the price of dis-counts on the open market, the House of St. Georgeopened an office, which held a monopoly on the pur-chase and sale of “paghe”. However, unable to con-tain speculation, the office was shut in 1662.

3) The House of St. George often lent a helping hand topublic and religious institutions which owned “lu-oghi” but which were not cash rich. The Bank loaned

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delle paghe, ma la riconosciuta impossibilità dicalmierare il mercato porta alla sua soppressionenel 1662;

3) su richiesta motivata di enti pubblici, religiosi edassistenziali che possiedono luoghi ma difettano didenaro liquido, la Casa interviene di frequente peranticipare loro il valore nominale dei proventi ac-collandosi l’onere dello sconto.

sums of money equivalent to the nominal value of theincome, taking the burden of discount upon itself.

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18 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Rggdvs02”, n. 92.

19 A.S.G., Archivio di San Giorgio, rg. 17,07061.

18 A.S.G., Archivio di San Giorgio, series “Rggdvs02”, n. 92.

19 A.S.G., Archivio di San Giorgio, rg. 17,07061.

Il giornale delle paghe del 1474 The book of “paghe” of 1474

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Michele d’Aria, Francesco VivaldiGenova, Palazzo San Giorgio

Michele d’Aria, Francesco VivaldiGenova, Palazzo San Giorgio

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Riassunto L’estinzione graduale di un debito richiede che lesomme da rimborsarsi siano disponibili alle sca-denze concordate e nell’ammontare dovuto; il dena-ro necessario può essere fornito dalla capitalizza-zione di un fondo stanziato a tale scopo. L’ammor-tamento del debito pubblico è documentato per Ge-nova a partire dalla seconda metà del sec. XIV ed èperseguito in prevalenza da privati mediante inve-stimenti in titoli vincolati all’interesse composto(“moltiplici”).

Definizione Fondo patrimoniale. Patrimonio che è destinato a unoscopo specifico e che, per non essere eretto in personagiuridica, gode di una più o meno ampia autonomiacontabile, economico-amministrativa e anche giuridicanei confronti del restante patrimonio del soggetto (per lopiù una persona giuridica, pubblica o privata) a cui ap-partiene o alla cui gestione è affidato (S. Battaglia,Grande dizionario della lingua italiana, U.T.E.T.).Ammortamento del debito pubblico. Rimborso daparte dello stato delle somme mutuate, effettuato gra-dualmente secondo un piano ripartito in vari anni (Vo-cabolario della lingua italiana, Istituto della Enciclo-pedia Italiana Treccani).Moltiplico. Interesse bancario composto maturato daun capitale depositato. Anche: capitalizzazione di un in-teresse bancario. «Moltiplico» dicevasi all’antico Bancodi S. Giorgio (Genova) delle somme che si depositava-

AbstractThe gradual extinction of a debt requires that the con-tracted sums of money be available at the agreeddates. The money can be provided by the capitalisa-tion of a purpose-built fund. The repayment of publicdebt in Genoa by using sinking funds is recorded fromthe second half of the XIV century: It was a methodused mainly by private citizens, who invested in gov-ernment bonds and kept them at fixed compound in-terest (“moltiplici”).

DefinitionFund. A stock or sum of money, especially one setapart for a particular purpose... A portion of revenueset apart as a security for specified payments (TheOxford English Dictionary, 2nd ed.).Sinking fund. A fund formed by a revenue periodical-ly set aside to accumulate an interest, usually for thepurpose of reducing the principal of a national, mu-nicipal, or company debt. Sinking funds were estab-lished by the British Government in 1716, 1786, and1875 for reducing the National Debt (The OxfordEnglish Dictionary, 2nd ed.). Moltiplico. Compound interest on deposited capital.Also: Capitalisation of bank interest. In the formerBank of St George (Genoa) the word referred to de-posits held at compound interest, that is to interestleft to earn interest (S. Battaglia, Grande dizionariodella lingua italiana, U.T.E.T.).

Il rimborso del debito pubblico mediante i fondi di ammortamento

Repayment of public debt and establishment of Sinking funds

Scheda n. 6

Chapter 6

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no ad interesse composto, cioé lasciando capitalizzaregli interessi (S. Battaglia, Grande dizionario della lin-gua italiana, U.T.E.T.).Anatocismo. Nel linguaggio bancario, produzione d’in-teressi da parte di interessi scaduti e non pagati (paga-mento d’interessi composti). (Vocabolario della linguaitaliana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani).

Documentazione Il documento qui presentato è un estratto della dona-zione fatta al Comune di Genova da Francesco Vival-di con atto del 12 aprile 1371.

Tradotto liberamente, l’atto ci informa che FrancescoVivaldi, volendo sollevare il Comune dal peso dellenumerose compere create in tempi diversi, ha decisodi donargli 90 luoghi che possiede nella compera ma-gna pacis subordinando la donazione a precise condi-zioni: i luoghi saranno amministrati dai Protettori ogestori della stessa compera, che dovranno usare i lo-ro proventi per acquistare altri luoghi della medesimacompera; negli anni seguenti si dovrà procedere nel-lo stesso modo sino a quando gli altri luogatari sa-ranno stati tutti rimborsati ed il fondo di Francescoavrà raggiunto un valore eguale a quello della com-pera; a quel punto i proventi saranno utilizzati perestinguere tutte le altre compere, dopo di che il capi-tale residuo sarà versato al Comune che potrà usarloa sua discrezione.

Anatocism. Compound interest (The Oxford EnglishDictionary, 2nd ed.).

DocumentationThe excerpt shown below is part of a legal documentdated 12th April 1371 in which a donation is made to themunicipality of Genoa by Francesco Vivaldi.

To summarise: Francesco Vivaldi, wanting to help outthe municipality of Genoa which was burdened by thedebt of numerous “compere”, donated 90 “luoghi” be-longing to the “compera magna pacis”. The donationwas made with precise conditions attached: The “lu-oghi” were to be managed by the managers (“Protet-tori”) of the “compera”, who would invest their incomein the purchase of more “luoghi” of the same compera.This financial operation would be repeated over the fol-lowing years, until all the other shareholders had beenpaid back and the funds belonging to Francesco wereequal to the value of the entire “compera”. At that pointthe revenue would then be used to repay all other “com-pere”. Once that was complete the residual capitalwould be given to the municipality of Genoa to be usedat its discretion.

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In nomine Domini amen. Franciscus de Vivaldis, sciens quod Commune Ianue est quam-pluribus creditis oneratum ... propter quod ... imposite sint quamplures compere ..., vo-lens ipse Franciscus in hac parte quantum in eo est utilitati et commodo reipublice pro-videre .., donavit ... Dominico de Campofregoso ... ianuensium duci ... ac suo providoConcilio, recipienti et stipulanti nomine Communis Ianue, loca nonaginta in comperamagna pacis, sive libras novem millia ... modis, formis et conditionibus infrascriptis ...[id est] ordinavit quod proventus spectantes ad dicta loca et qui in futurum spectabunthabeantur et percipiantur per Protectores comperarum ... et ipsos proventus ... collocarein emptionem locorum dicte compere que scribantur super dictum Franciscum ... et sicsuccessive singulis [annis] donec omnia [loca] dicte compere fuerint empta et acquisita... et postquam satisfactum fuerit omnibus participibus dicte compere, tunc ... proventusassignati dicte compere ... convertantur in emptionem aliarum comperarum ... et sic fiatsuccessive, modo et forma premissis, donec fuerit satisfactum participibus omnium com-perarum Communis Ianue ... et ab inde in antea Commune Ianue de dictis locis et pro-ventibus faciat ad suam liberam voluntatem ecc..20

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Quadro storico A Genova, dalla seconda metà del Trecento, è docu-mentato un istituto forse ancora sconosciuto altrove:il “moltiplico” ossia la capitalizzazione composta ap-plicata ad un insieme di luoghi per un periodo più omeno lungo allo scopo di raggiungere un certo capi-tale che dovrà essere usato secondo la volontà delfondatore. La sua applicazione può riguardare soltanto la sferaprivata. Ad esempio il titolare di 10 luoghi disponecon testamento che, alla sua morte, siano sottopostia moltiplico per trenta anni, durante i quali i loroproventi saranno investiti nell’acquisto di altri luoghida assoggettarsi al medesimo trattamento; al terminedel trentennio, i redditi del capitale così accumulatosaranno distribuiti anno per anno agli eredi e lorosuccessori. Un’altra variante è che il capitale restivincolato fino a quando, per effetto degli interessicomposti, non si sarà raggiunta una certa somma,dopo di che in tutto o in parte sarà assegnata agli ere-di in libero uso, oppure servirà a mantenerli agli stu-di, fornirà l’affitto della casa, sarà devoluta in benefi-cenza, destinata a messe, elargita agli ospedali, ecc.:le innumerevoli varianti ci danno un campionariounico della mentalità genovese in materia di gestionepatrimoniale. Il moltiplico può avere anche dei risvolti pubblici indue casi. Il primo caso si ha quando, in un contrattodi prestito sotto forma di compera, lo stato concordacon i creditori di istituire una cauda o «coda di re-denzione»,21 ossia di vincolare a moltiplico una partedei luoghi corrispondenti al capitale prestato fino araggiungere il suo importo; a quel punto i creditorisaranno rimborsati e lo stato potrà abolire l’impostaassegnata alla compera. La quota accantonata è dun-que un vero e proprio fondo d’ammortamento del de-bito pubblico e a Genova è documentata sin dal sec.XIV, ossia ben prima dei sinking funds istituiti nel Re-gno unito da Robert Walpole, che animò il fondocreato nel 1717 con il gettito di speciali imposte, e daWilliam Pitt il giovane, che lo reintrodusse nel 1786destinandovi una somma annuale da moltiplicarsi al-l’interesse composto. Più simile al caso genovese è ilsistema progettato da Richard Price e pubblicato nel1771, che consisteva nell’accantonare, all’atto diemissione di ogni prestito, l’1% del suo valore nomi-nale e di sottoporlo all’interesse composto fino adestinguere il debito.

Historical backgroundIn Genoa, in the second half of the XIV century, a finan-cial operation probably unknown elsewhere is docu-mented; the “moltiplico” (multiplication). This featuredcompound capitalisation applied to a number of luoghiin the mid-long term with the aim of reaching a targetcapital amount. The resulting capital would then beused as the founder had wished.The “moltiplico” could be used by private citizens andoperated as follows: The owner, for example, of 10 “luo-ghi” could state in his will that for the 30 years follow-ing his death the revenue from his bonds must be invest-ed in the purchase of more “luoghi”, whose revenuewould, in turn, be reinvested in the same way. After 30years the profits on the accumulated capital could bedistributed year by year to his heirs and, in turn, totheir descendants. Another variation of the “moltiplico”was when the capital remained invested until, with theaddition of compound interest, a targeted amount wasreached. That target reached, the money would then bedistributed, in whole or in part, either to the heirs (fortheir personal use, to pay for their education, for theirrent, etc.) or to charities, to hospitals, to the Church inexchange for masses, etc. The numerous variations pro-vide a unique insight into the Genoese mentality with re-gard to the management of wealth.The “moltiplico” could also have implications for localgovernment in two ways. In the first instance when thestate, upon receiving a loan in exchange for a “com-pera”, agreed with creditors the institution of a “cauda”(tail) or “redemption tail”.21 That is, they agreed to binda portion of the “luoghi” with a “moltiplico”, until itreached the loan amount. At that point creditors wouldbe reimbursed and local government could abolish thetax assigned to the “compera”. The amount of moneyaccumulated was therefore a true sinking fund of publicdebt and was to be found in Genoa from the XIV centu-ry (well before the sinking funds instituted in the UK byRobert Walpole in 1717 by levying special taxes, and byWilliam Pitt the Younger in 1786). More similar to theGenoese case was the system devised by Richard Priceand published in 1771. It consisted of setting aside,when the loan was first granted, an amount equivalentto 1% of its nominal value. Compound interest on thisearmarked amount would then be accumulated, untilthere was enough to repay the debt.The “moltiplico” could affect public finance in a secondway; when it was ordered in a will that, once a certain

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Il secondo caso si verifica quando il testatore stabili-sce che, raggiunto un determinato capitale, esso deb-ba essere impiegato (in tutto od in parte) per estin-guere un’imposta, per rinforzare il molo, per ultima-re il palazzo ducale, e così via. Il caso più antico èquello di Francesco Vivaldi, a cui si riferisce il docu-mento qui presentato; il suo esempio trova numerosiimitatori, molti dei quali sono stati onorati come luistesso con busti e lapidi nel palazzo delle compere. I capitali destinati dai privati al bene pubblico rap-presentano una tentazione irresistibile per un erarioin angustie sicché, man mano che i moltiplici giun-gono a compimento o progrediscono verso il traguar-do, il governo, confortato dal parere dei teologi, ten-de ad usarne i capitali anche in anticipo rispetto allascadenza originaria e per scopi di pubblica utilità di-versi da quelli stabiliti dai fondatori. Nel 1603 si at-tribuiscono alla copertura della spesa ordinaria 200luoghi appartenenti al moltiplico di Battista Lomelli-ni, che in quel tempo ascende a 419 luoghi invece dei500 previsti a completa maturazione; nel 1609 si in-terviene con una complessa operazione sui moltiplicidi Ansaldo Grimaldi ed Eliano Spinola per usarneuna parte nel mantenimento della flotta.22

Gli esempi potrebbero moltiplicarsi, ma è sufficientericordare che in questo modo lo stato viene a dispor-re di una massa di luoghi i cui proventi (paghe) co-stituiscono una garanzia ben accetta a San Giorgioper nuovi prestiti.

sum had been accumulated by compound interest, themoney would be used (in total or in part) to pay forworks on public utilities, to nullify a tax, to reinforce adock, as a contribution towards the building of theDuke’s palace and so on. The oldest recorded case is thatof Francesco Vivaldi, mentioned earlier. Others wouldimitate him and, like him, would be honoured as bene-factors by the municipality of Genoa with statues andplaques in Saint George’s palace.The capital left by private citizens for the public goodoften proved an irresistible temptation for a treasury infinancial difficulties. Frequently, therefore, local govern-ment took possession of this capital before the estab-lished term or used it for purposes different to those setout in the will. In 1603, 200 “luoghi” belonging to the“moltiplico” left by Battista Lomellini were used to payfor ordinary public expenses; his “moltiplico” at the timeconsisted of only 419 “luoghi”, instead of the 500 he hadstipulated in his will. In 1609 a complex financial oper-ation was used to deploy part of the “molteplici” left byAnsaldo Grimaldi and Eliano Spinola to pay for themaintenance of the fleet.22

Many other similar examples abound. However it isworthwhile remembering that, in this way, the statecame into possession of a large number of “luoghi”whose revenues (“paghe”) were acceptable as guaran-tees for new loans by the Bank of St. George.

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20 A.S.G., Compere e mutui, n. 680, cc. 148-149.

21 La prima istituzione documentata di una cauda risale al 1350, allorchéil governo si riserva un decimo della nuova compera magna venetorum(corrispondente a 300 luoghi su un totale di 3000) e si impegna adimpiegare gli interessi ricevuti reinvestendoli nell’acquisto di nuoviluoghi fino a raggiungere l’importo totale della compera (H. Sieve-king, Studio sulle finanze genovesi ... cit., p. 198).

22 A.S.G., Manoscritti della biblioteca, n. 11, “Legum 1608-1612”, 13 set-tembre 1609.

20 A.S.G., Compere e mutui, n. 680, cc. 148-149.

21 The first documented “cauda” is dated 1350, when local government re-served one tenth of the new “compera magna venetorum” (300 “luoghi”out of a total 3000) and commited to reinvest the interest received in thepurchase of more “luoghi” until the total value of the compera had ac-crued (H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi ... cit., p. 198).

22 A.S.G., Manoscritti della biblioteca, n. 11, “Legum 1608-1612“, 13th

September, 1609.

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Riassunto Uno stato di modesta estensione, ma con una ge-stione complessa a causa della durata annuale dellecariche pubbliche e della molteplicità dei flussi inentrata ed uscita; la necessità di distinguere traflussi puramente finanziari da un lato, rendite espese dall’altro; l’utilità di un sistema contabile chepermetta una verifica rapida e incontestabile deglierrori di registrazione. Ecco le ragioni principaliche debbono aver indotto il comune di Genova adapplicare la partita doppia nella contabilità supre-ma dello stato tra il 1327 (probabilmente) ed il1340, seguendo forse l’esempio dei banchieri priva-ti ed in ogni caso precedendo - sino a prova contra-ria - gli altri stati italiani e europei.

Definizione Partita doppia. Nel linguaggio amministrativo e conta-bile, scrittura relativa a un determinato oggetto, o ancheun metodo di scrittura contabile ... in cui i fatti di ge-stione sono registrati nelle due serie contrapposte deldare e dell’avere (Vocabolario della lingua italiana, Isti-tuto della Enciclopedia Italiana Treccani).

AbstractA state with modest territories, but complex to man-age both because of the one year duration of most ofits public offices and the multiplicity of cash flows(both in and out); the need to distinguish betweenpurely financial cash flows on the one hand and be-tween revenues and expenses on the other; the neces-sity for an accounting system which would permitquick checks and the easy spotting of mistakes. Thesewere the main factors, which must have led the mu-nicipality of Genoa to apply the double entry systemto the accounts of state; an accounting system intro-duced between 1327 (probably) and 1340, perhapsfollowing the example of private bankers, but in anycase before - unless proved otherwise - all other Ital-ian and European states.

DefinitionDouble Entry. The method of bookkeeping in whichevery item entered to the credit of one account in theledger is entered to the debit of another, and vice ver-sa (The Oxford English Dictionary, 2nd ed.).

La partita doppia e la contabilità dello stato

Double entry and public accountancy

Scheda n. 7

Chapter 7

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Documentazione La contabilità generale del comune di Genova e dellasuccessiva repubblica è raccolta in una serie di regi-stri che iniziano nel 1340 e terminano nel 1805 conl’annessione all’impero francese. Sebbene con nume-rose lacune sino al 1528, essa costituisce per la suaricchezza un caso unico rispetto all’analoga docu-mentazione esistente negli altri archivi italiani; qui in-teressa sottolineare che essa è tenuta in partita doppiasin dal primo mastro a noi pervenuto (1340)23 e chequesto è il più antico caso conosciuto di applicazionedella partita doppia alla contabilità pubblica. Ecco co-me si presenta una parte del lunghissimo conto aper-to al Comune di Genova nel mastro più antico.24

L’impostazione del conto è quella ancora oggi in uso:un conto a due sezioni, il dare a sinistra e l’avere a de-stra, ove le partite sono disposte in ordine cronologi-co, hanno una descrizione più o meno dettagliata, so-no corredate dal nome del conto (racio) in cui è regi-strata la contropartita e dalla carta del mastro in cui ècollocato. Nell’originale gli importi sono in numeriromani e non in cifre arabe, come per maggior chia-rezza qui si è fatto.

DocumentationThe accounts of the municipality of Genoa and later ofthe Genoese republic are collected in a series of ledgersstarting in 1340 and ending in 1805, with the state’s an-nexation to the French empire. Despite many gaps in therecords up until 1528, the richness in the documentationin existence is unique with respect to other Italianarchives. It must be emphasised that in all documentsleft to us, starting with the first one (dated 1340)23, en-tries are in double entry format and this is the oldestknown record of the application of the double entry sys-tem to public accounts. Part of the very long accountstarted in the name of the municipality of Genoa andrecorded in the oldest ledger24 looks like this:

The layout is the same as that used today: The accountis divided into two sections, debits on the left and creditson the right. The entries are recorded in chronologicalorder, with fairly detailed descriptions and include boththe name of the account (or “racio”) where the corre-sponding entry is recorded and the card number withinthe relevant ledger. In the original ledger the amountswere recorded in roman numerals and not as shown herein Arabic numbers (for the sake of clarity).

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Commune Ianue debet nobis recepimus

...(c. 119)die 5 marzo 1341pro racione expensarum dicticommunis, in isto in c. 237 ...ea diepro salario domini ducis pro men-sibus quattuor finitis in kalendis marcii proximi preteritis de racio-ne dicti domini ducis, in isto inc.133 ...ea diepro salario nunciorum duodecim of ficiorum quindecim [mensis fe-bruarii proximi preteriti ad racio-nem de soldorum 4 in mense] de racione dictorum nunciorum, inisto in c. 120 ...

...(c. 119)die 5 marzo 1341in Thobia Lavagio et sociis col-lector(ibus) cotumorum veterum,in isto in c. 3 ea diein Iohanne Spinula de Sancto Lu-cha et Iacobo de Bargalio cabelle-ris ca belle salis Ianue deMºCCCXXXX, in isto in c. 163 ...

£ 63235.18.08

£ 1783.06.08

£ 24.00.00

£ 202.10.00

£ 3000.00.00

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Sia quando termina l’esercizio, sia quando debbonoessere trasferiti in un’altra carta, i conti sono sistema-ticamente chiusi con l’iscrizione del saldo nella sezio-ne con il totale minore.

Quadro storicoNel processo di formazione del capitalismo, l’adozio-ne di una contabilità sistematica, ordinata e razionaleha un’importanza difficilmente sopravvalutabile, ma ilcammino per tale traguardo è stato lungo e laborioso.Conosciuta in forme elementari già dagli arabi, ma ri-presa e giunta a perfezione solo in Italia, è verosimileche una qualche forma di tecnica contabile sia statasperimentata per tempo nelle aziende private secon-do criteri diversi e soggettivi che nel corso del tempotendono a convergere verso schemi comuni. La dire-zione in cui esse si muovono, soprattutto quandohanno estese ramificazioni all’estero, è verso un me-todo contabile che permetta un più agevole controlloformale e una più facile interpretazione dei fattiaziendali: sono i pregi che oggi riconosciamo allapartita doppia, ossia alla doppia registrazione dellamedesima scrittura nelle sezioni antitetiche di dueconti concettualmente distinti. Esigenze simili e forse più pressanti si avvertono an-che nella sfera comunale, non appena la res publicacomincia a prendere forma e ad assestarsi. La contabi-lità dello stato cittadino tende a suddividersi in perio-di di durata generalmente annuale a cui fanno riscon-tro altrettanti esercizi. Vi contribuiscono almeno dueelementi: la durata delle cariche pubbliche, che a Ge-nova è normalmente di un anno ed a cui deve corri-spondere un corpo distinto di scritture per poter veri-ficare l’operato dei funzionari in carica; l’uso suggeri-to dallo stesso ritmo stagionale di sistemare ogni an-no i rapporti di durata maggiore. È quindi naturaleche la medesima scansione si ritrovi nelle finanzepubbliche, ove con eguale periodicità e facendo espli-cito riferimento ai singoli anni si distinguono le ren-dite, le spese e gli interessi passivi. Si aggiunga che lostato ha un’esistenza che si prolunga indefinitamentenel tempo e perciò qualunque funzionario deve esse-re sempre in grado di inquadrare i successivi eserciziin un visione d’insieme e di rintracciare nel lontanopassato radici o dimensioni dell’attività pubblica. Leesigenze di sindacamento, i ritmi finanziari del debitopubblico e le necessità documentarie spingono così

When a financial activity ended or when it had to betransferred to a new page the accounts were systemati-cally closed and the balance was recorded in the sectionwith the lowest total.

Historical backgroundThe adoption of an orderly and rational accounting sys-tem was very important during the development of cap-italism. However, the path to achieving such a systemwas long and laborious. Accounting techniques of some sort were known to havebeen applied by the Arabs, but they were improved andperfected only in Italy. It is likely that attempts to estab-lish an accounting system were made within privatebusinesses. The techniques were then improved uponand refined, finally converging into a common system.The aim was to develop an accounting method that al-lowed both an easy understanding of transactions and toexercise easy control over them, especially if the busi-ness had branched out into foreign countries. Thus dou-ble entry came into being: Dual recording of the sameentry in two distinct, opposite accounts registered on op-posite sections.The need for an accurate and easy accounting methodwas perhaps even more pressing when local governmentbegan to settle down. The accounts of the Genoa city-state were usually organised on a yearly basis. This wasfor two main reasons: Most public offices lasted one yearand therefore a yearly accounting system was requiredto easily assess the work of the officials; and, secondly,long term activities were reviewed each year to keepthings simple, according to a general practice suggestedby the rhythm of seasons. It is therefore quite naturalthat the same arrangements were followed for therecording of public finance, where income, expenses andinterest were reassessed every year. Bear in mind toothat the state has a life over the long term and that anygovernment employee must be able to take a global viewover a period of several financial years and to trace theroots or activities of the state in the distant past. The ne-cessity for control, the rhythm of public finance and thepermanent need for documentary evidence to supportevery transaction; here are, in a nutshell, the reasonswhich led city-states towards a new, objective and un-ambiguous accounting system.It is likely that a society based on a regular alternationof public office (where personal activities, public sector

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anche gli stati comunali verso l’adozione di tecnichecontabili nuove, improntate a criteri obiettivi e inter-pretabili senza ambiguità anche a distanza di tempo. È verosimile che, in società basate sull’alternanza re-golare tra cariche politiche ed attività personale, leesperienze maturate nel settore pubblico e nel priva-to si siano potenziate vicendevolmente. sino ad indi-viduare entrambe gli elementi portanti dell’unico me-todo contabile adeguato alle rispettive necessità, ap-punto la partita doppia. Le fasi ed i tempi di questoprocesso di osmosi non sono ancora conosciuti. Visono esempi di scritture contabili private ove sonogià presenti i suoi elementi essenziali (conti divisinelle due sezioni dare e avere, registrazione duplice econtrapposta della medesima partita); i più antichisembrano risalire agli inizi del sec. XIV e provengonosia dall’area toscana (in forme non del tutto ortodos-se), sia da quella genovese. Sulla zona a cui spetta laprima adozione della nuova tecnica si è molto dis-cusso ma, tutto considerato, mi pare che la casualitàdei rinvenimenti documentari su cui si dibatte nonautorizzi alcuna definitiva asserzione per quel che ri-guarda le aziende private. Le cose si presentano diversamente per la contabilitàpubblica. A Siena, i cui registri finanziari iniziano nel1226, non v’è traccia di partita doppia sino al 1355almeno; e la stessa assenza si rileva in altri stati ita-liani come Venezia, Firenze o Milano. A Genova, lo sipuò constatare dal documento sopra richiamato, lapartita doppia è in uso dal 1340 se non da prima; du-rante i tumulti cittadini del 1339 vengono infatti bru-ciati dal popolo tutti i precedenti registri del debitopubblico e quelli finanziari del Comune, che da qual-che lustro si tenevano ad modum cartularii banchicioé probabilmente in partita doppia.25 Sino a provacontraria, è dunque nella città ligure che lo stato siattrezza per primo con uno strumento tecnico mo-derno, destinato ad affermarsi anche nelle entità so-vrane di ben maggiori dimensioni.

and private sector experiences strenghtened each other)led to the adoption of double entry as the most efficientaccounting method. Exactly how long the process ofchange took and the phases it went through are as yetunknown. There are examples of accounts documents forprivate businesses featuring the basic elements of a dou-ble entry system. The oldest examples seem to date backto the beginning of the XIV century and come from boththe Tuscan region and Genoa. It has never been agreedwhich region adopted the new system first, but given thefindings at random of documents it is hardly sensible tomake assumptions, at least as far as the private sector isconcerned.Local government accounts are, on the other hand, anentirely different matter. The ledgers of the city of Siena,which start in 1226, show no trace of double entry upuntil at least 1355; the same goes for other cities such asVenice, Florence and Milan. In Genoa however, doubleentry (as can be seen from the aforementioned docu-ment) is used from 1340 if not earlier. During the riotsof 1339 all preceding public debt and finance ledgers ofthe municipality were burned but it is believed that fromabout fifteen years earlier they were kept “in the man-ner of the ledgers of banks”, i.e. probably with a doubleentry system.25 Unless proved to the contrary it is, then,the local government of Genoa which was the first toadopt a modern technical method (later to be adopted bymuch bigger states).

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23 Nel 1339 scoppiarono in città gravi tumulti ed il popolo invase il pa-lazzo del governo bruciando i libri di amministrazione sulla pubblicapiazza; il primo registro sopravvissuto è perciò quello del 1340, a pa-cificazione avvenuta (A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Geno-va, 1834-35, vol. II, p. 65). L’introduzione della partita doppia allacontabilità statale sembra risalga al 1327, quando il Comune decide diseguire il metodo già in uso presso i banchieri privati.

24 A.S.G., Antico Comune, nº 1.

25 H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi ... cit., p.104.

23 Riots by citizens in 1339 led to the burning, in the main square, of localgovernment papers. The earliest ledger to survive is only dated 1340 (A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova, 1834-35, vol. II, p.65). However the introduction of double entry bookkeeping to the state’saccounts would seem to date back to 1327, when the municipality ofGenoa decided to adopt the system already being used by private bankers.

24 A.S.G., Antico Comune, n° 1.

25 H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi ... cit., p.104.

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RiassuntoUna burocrazia statale si rinnova con il sorteggiodei candidati alle cariche pubbliche; le estrazionidei nuovi funzionari sono abbinate a lotterie annua-li con puntate da un fiorino e un ricco monte premi;una povera serva vince il primo premio di 1000 li-re, somma equivalente allo stipendio annuale didieci cancellieri ... In quale luogo possiamo trovarequesta serie di eventi tra la fine del Trecento e gliinizi del Quattrocento? Solo a Genova.

Definizione Lotteria. Gioco di fortuna nel quale la vincita di un pre-mio prefissato, in cose o denaro, dipende dall’estrazionea sorte di un biglietto o di una cartella contrassegnati daun numero (Vocabolario della lingua italiana, Istitutodella Enciclopedia Italiana Treccani).

AbstractState officials were selected by a “draw” of the candi-dates for public office. The event was paired with ayearly lottery with stakes of 1 florin and a rich jack-pot; a poor servant won the first prize of 1000 lire, asum equal to the yearly salary of 10 chancellors…Where can one find such a combination of events be-tween the latter part of the XIV century and the be-ginning of the XV century? Only in Genoa.

DefinitionLottery. An arrangement for the distribution of prizesby chance among persons purchasing tickets. Slips orlots, numbered in correspondance with the tickets,and representing either prizes or blanks, are drawnfrom a wheel. Usually intended as a means of raisingmoney for the benefit of the promoters, of the state,or of some charitable institution (The Oxford EnglishDictionary, 2nd ed.).

La lotteria e il sorteggio delle cariche pubbliche

The Lottery and selection to public office

Scheda n. 8

Chapter 8

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Documentazione (1)I documenti qui presentati sono ricavati tutti dal me-desimo registro e costituiscono altrettanti momentidi una lotteria tenuta a Genova nel 1415, secondouna vecchia tradizione.26

Questo primo estratto è una lista di giocatori chehanno versato un fiorino per puntata nella speranzadi essere sorteggiati per vincere i premi in palio. I lo-ro nomi sono scritti uno sotto l’altro per ciascunapuntata fatta, sicché chi ha scommesso più volte, co-me Gaspar Lomellinus, è elencato in altrettante righecon la specificazione primus, secundus, ecc. I giocato-ri sono maschi e femmine, nobili e popolani, liberi eschiavi; la loro registrazione ha luogo al momento incui si presentano per scommettere ed è accompagna-ta dall’attribuzione di un numero progressivo di dieciin dieci. Al termine dell’elenco si calcola il numerocomplessivo delle puntate ricevute e l’importo incas-sato, che nel nostro caso è di fiorini 4574 per un va-lore di lire 5717.10.00; infine, nei giorni 12 e 13 feb-braio 1417 si procede alla lettura pubblica dei nomielencati e al sorteggio.

Documentation (1)All the documents presented below belong to the sameledger and record a lottery held in Genoa in 1415, ac-cording to an old tradition.26

This first document is a list of people who bet 1 florin inthe hope of being drawn for lottery prizes. Their namesare recorded on different lines, one after the other andone line for each bet placed. People who bet severaltimes, such as Gaspar Lomellinus, are listed the corre-sponding number of times with the indication “primus”(first), “secundus” (second), etc after the name. Thosetaking part are men and women, nobles and commoners,free men and slaves; once a bet is placed, the name isrecorded and assigned a consecutive number. At the endof the list the total amount of the bets is recorded, in thiscase 4574 florins, equivalent to lire 5717.10.00. Thepublic reading of the names listed and the draw hadbeen made on the 12th and on the 13th of February 1417and then the draw took place.

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In Christi nomine, 1415 die 10 decembris 1 Guillermus Gaierdus de pecunia Dominici Gaierdi eius fratris, cuxitoris in platea de Marinis 2 Iacobus de Vernengo de Monellia filius Michaelis

die 11 decembris 3 Gaspar Lomellinus Nicolai primus 4 Angellus Lomellinus de peccunia Gasparis fratris sui 5 Dominicus Lomellinus de peccunia Gasparis fratris sui 6 Nicolaus Lomellinus de peccunia Gasparis Lomellini Nicolai primus 7 Gaspar Lomellinus Nicolai secundus 8 Gaspar Lomellinus Nicolai tercius ... ...

3459 Catalina serva Baptiste Barisoni 3460 Michael Scharia spaerius ... 4574 Banina uxor Gregorii de Campofregoso olim Porchi

sunt nomina 4574, vallent £ 5717.10.00que nomina lecta fuerunt 1417 die 12 et 13 februarii

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Documentazione (2)

Nei giorni 12 e 13 febbraio 1417 si procede al sorteg-gio e si redige l’elenco dei giocatori beneficiati dallasorte, dal quale si è ricavato questo secondo estratto.Si tratta in complesso di 75 premi suddivisi per enti-tà: n° 1 da £ 1000 (è quello vinto dalla serva Catalinaindicata al n. 3459 del documento precedente), 1 da£ 200, 1 da £ 100, 4 da £ 50, 8 da £ 25, 20 da £ 10 e40 da £ 5 per un monte premi totale di £ 2100.

Quadro storico È opinione corrente che il gioco del lotto abbia origi-ne dalle scommesse che si praticano a Genova neltardo Cinquecento durante la scelta semestrale dicinque componenti dei Collegi in sostituzione di al-trettanti scaduti. Non mancano notizie di lotteriesporadiche avutesi in tempi precedenti: a Milano nel1448 si sorteggiano 7 borse di cui la più grande con-tiene 100 ducati e nel 1468 si istituisce un montepremi varianti da 500 a 5 lire imperiali da assegnarsia sorte tra quanti hanno acquistato un biglietto dauna lira dei 10.000 posti in vendita; a Venezia si ban-discono pubbliche lotterie nel 1522 e 1529.27

Documentation (2)

Above is the list of the lucky winners, drawn on the 12th

and 13th of February 1417. There are 75 prizes in total,recorded in order of their value: The first prize, won bythe servant Catalina (recorded under number 3459 inthe previous document), is worth 1000 lire; the secondprize is worth 200 lire and the third 100 lire; then thereare four prizes worth 50 lire each, eight prizes worth 25lire each, twenty prizes worth 10 lire each and fortyprizes worth 5 lire each, for a total of 2100 lire.

Historical backgroundCurrent opinion is that the lottery game started origi-nally with the bets placed in Genoa in the late XVI cen-tury during the biannual selection of five public offi-cials. Reports of sparse, older lotteries are also to befound; in Milan in 1448 there were seven prize draws,the first worth 100 ducats. In 1468 there is a record of alottery with a series of prizes ranging from 500 to 5 lireand with 10,000 tickets sold for 1 lira each. In Venicepublic lotteries were banished between 1522 and 1529.27

Documentary evidence shown here yet again demon-strates a first for the city of Genoa. Sixty one ledgersstill exist out of an original group of eighty five, record-

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1417 die 12 et 13 februarii

Officia nº 75 que capiunt summarium de £ 2100 anni de 1415 sortiza-

ta per spectabillem officium dominorum octo Proptectorum et procura-

torum comperarum Sancti Georgii millesimo et die predictis

Debent nobis

Pro Catalina serva Baptiste Barixoni in 89 £ 1000

Item pro Luchessa filia Benedicti de Andoria notarii in 89 £ 200

Item pro Imperialle Gentilli in 89 £ 100

Item pro Guillermo Lora de Diano in 89 £ 50

...

Item pro Francischa Ricia etc. in 89 £ 25

...

Item pro Margarita sclava Antonii de Oliva in 90 £ 25

Item pro Vinciguerra Boetio in 90 £ 10

...

Item pro Prospero de Medico in 93 £ 5

...

Item pro Iohannes Silvano in 98 £ 5

— — — — — —

Sunt per totum 2100

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La documentazione qui presentata dimostra che (an-che) in questo campo la priorità assoluta spetta a Ge-nova, dove è sopravvissuta una serie di 61 registri (inorigine 85) che vanno dal 1374 al 1468 e riguardanoesclusivamente le lotterie tenute in occasione del sor-teggio delle cariche pubbliche: precedente storico deltutto analogo a quello più noto del sec. XVI. I registri, non sempre pervenuti integri di tutte le lo-ro parti, hanno la medesima matrice, che prende lemosse dall’uso di assegnare un certo numero di cari-che pubbliche per sorteggio: una prassi menzionatadi passaggio nelle leggi del 1363, come fosse da tem-po acquisita. Il rinnovo dei funzionari estratti a sortetra le fazioni cittadine (nobili e popolari, mercanti eartifices) sembra avere una periodicità annuale edeseguirsi normalmente nel mese di gennaio; ad esso èabbinato il sorteggio di un certo numero di premi indenaro tra quanti, nei mesi precedenti, si sono iscrit-ti alla lotteria versando un fiorino a testa. Le due estrazioni hanno luogo nel palazzo comunalenel corso di un’unica seduta, il che conferma il lega-me esistente tra di esse. Dalle fonti, su questo aspettonon del tutto chiare, risulterebbe che la differenza trail ricavo delle giocate (al netto delle spese) ed il mon-te premi serva dapprima a fornire un provento allec.d. compere del Capitolo e poi a consentire ai neoe-letti di pagare l’imposta staliarum, un tributo di ric-chezza mobile proporzionato alla loro retribuzione; ilregistro del 1408 è esplicito sull’argomento: se lasomma raccolta con le puntate raggiungerà l’importodelle stalie, si procederà alla copertura delle cariche(gli officia ad sortes) e gli eletti ne riceveranno l’im-porto entro quattro mesi sotto forma di accredito inbanca come prescritto dalle norme in materia.28

Siamo meglio informati circa altri aspetti della que-stione ed anzitutto sul corredo materiale di cui erafornito il cancelliere deputato: naturalmente cala-maio, inchiostro e penne, poi una risma di carta e al-cuni registri (di cinque fascicoli o più) per scriverci inomi degli uffici e dei giocatori, forbici, due sacchi ditela per porvi i foglietti con i nomi (pro ponendo apo-dixias nominum et officiorum), un sacchetto per quellisorteggiati (pro ponendo nomina lecta ut moris est), tal-volta una bilancia per verificare il peso delle monetericevute (in ragione di un fiorino per ogni puntata).Alla lettura dei nomi estratti sono preposti nel 1415due cancellieri e nel 1460 un ragazzo, che non deveavere vita facile: un bargello vigila al suo fianco affin-

ing public lotteries coupled with draws for public officebetween 1374 and 1468. Therefore these lotteries precede those better knownwhich date back to the XVI century.The ledgers, unfortunately not always complete, followthe same pattern of assigning public office by lottery;which is mentioned in the laws of 1363 as normal prac-tice. The selection by lottery of individuals to hold pub-lic office from among the different political groups of thetown (nobles and commoners, merchants and artisans)took place on a yearly basis, usually in January. Theevent was linked to a public lottery, with a cash prize tobe drawn among those who, in the previous months,purchased tickets worth 1 florin each.Both draws of officials and of winners were conducted inthe town hall in one session, thereby confirming the linkbetween the two. The documentation, although not veryclear on the matter, seems to suggest that the net differ-ence between the total amount of the bets and the jack-pot was, in a first instance, used as revenue to the “com-pere del capitolo”. In a second instance it was used bynew public officials to pay the tax on their wages (“in-troitus staliarum”). The 1408 ledger is quite clear onthe matter: If the total amount of bets exceeds theamount of the tax, then the public officials will be drawn(the “officia ad sortes”) and the new officials will re-ceive the amount of the tax to pay into the bank withinfour months, in accordance with the rules.28

There is further documentation regarding other aspectsof the draw, primarily the equipment bestowed upon thedeputy chancellor: Of course an inkpot, ink and quill, astack of paper, a few thick ledgers to record the names ofthe offices and of the contestants, scissors, two canvasbags to store the slips of paper with the names (“pro po-nendo apodixias nominum et officiorum”), a bag to col-lect the slips of paper with the winners’ names (“pro po-nendo nomina lecta ut moris est”), sometimes a set ofscales to check the weight of the coins received (1 florinper bet). In 1415 two chancellors were in charge ofreading out the names, whilst in 1460 a young lad did it.He probably did not have an easy task: A policemanstood at his side to avoid any disturbance. A monk su-pervised operations, bestowing with his moral authoritya legitimacy to the draw; he received, in exchange, anaward of three units of wheat for his monastery.

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ché non gli si impedisca di leggere i nomi delle cari-che sorteggiate; un monaco di San Benigno sovrin-tende all’estrazione delle cedole garantendone la cor-rettezza con la propria autorità morale ed a ricono-scimento della sua opera riceve il prezzo di tre minedi grano per il monastero.

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26 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Floreni sortium”, n° 185,20329.Il testo rispecchia fedelmente l’originale, ad eccezione dei numeri ro-mani che sono stati qui sostituiti con le cifre arabe.

27 A. Pertile, Storia del diritto italiano, vol. II, pt. II, 1898, p. 376.

28 A.S.G., Archivio di San Giorgio, pand. 18 E, n° 185,20322.

26 A.S.G., Archivio di San Giorgio, serie “Floreni sortium”, n° 185,20329.The text respects the original language, but its roman numerals have beenreplaced by Arabic numbers.

27 A. Pertile, Storia del diritto italiano, vol. II, pt. II, 1898, p. 376.

28 A.S.G., Archivio di San Giorgio, pand. 18 E, n° 185,20322.

Eques S. Georgij GenuaeFine XVIII secoloIncisione su rame, 180x135 mmCollezione Privata

Eques S. Georgij GenuaeEnd 18th century

Copper Engraving, 180x135 mmPrivate Collection

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Riassunto L’aumento degli scambi è un potente fattore di cre-scita economica, purché non sia bloccato dallascarsità dei mezzi di pagamento: se lo stock mone-tario è insufficiente per liquidare tutte le penden-ze, la moltiplicazione degli affari si arresta. Un si-stema ingegnoso per superare l’ostacolo è costitui-to dalla compensazione di debiti e crediti: procedi-mento semplice se riguarda due sole persone, labo-rioso se vi sono interessati più soggetti. Una solu-zione in questo senso è rappresentata dalle stanzedi compensazione annesse alle fiere genovesi dicambio, che raggiungono il massimo sviluppo tra il1580 ed il 1630 e nelle quali vengono trattati ecompensati gli affari cambiari di mezza Europa. So-lo più tardi, nel 1773, verrà aperta la London Clea-ring House, la prima stanza di compensazione del-l’età contemporanea.

DefinizioneStanza di compensazione. In economia, nome generi-co di qualsiasi istituzione centrale mirante a facilitarela liquidazione di operazioni tra soggetti in rapporto traloro, e in partic., la regolazione dei rapporti di debito ocredito tra banche, originati dalla circolazione di asse-gni bancari (Vocabolario della lingua italiana, Istitutodella Enciclopedia Italiana Treccani).

AbstractThe increase in exchange is a powerful factor in eco-nomic growth, as long as there is no shortage of themeans of payment. If this happens, the multiplicationof business transactions stops. A clever way to over-come the problem is with the balancing of debits andcredits: An easy process when only two people are in-volved but more complicated with several people inthe picture. A solution to this was presented by theclearing houses linked to the Genoese exchange fairs(at their height between 1580 and 1630) where thebusiness transactions of half of Europe were conduct-ed and cleared. Only later, in 1773, the first clearinghouse of the contemporary era would open: The Lon-don Clearing House

DefinitionClearing House. An institution in London estab-lished by the bankers for the adjustment of their mu-tual claims for cheques and bills, by exchangingthem and settling the balances. Extended to imita-tions of this in other places, and to institutions of asimilar nature, as the railway clearing house, an of-fice in which the mutual claims of the different rail-ways for through tickets and freights, etc. are settled(The Oxford English Dictionary, 2nd ed.).

La stanza di compensazione

Clearing house

Scheda n. 9

Chapter 9

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Documentazione Le tre tabelle qui presentate sono l’inizio di altrettan-ti bilanci ove sono riuniti i saldi che i titolari debbo-no riscuotere dalle persone elencate nella sezione si-nistra e pagare a quelle segnate a destra.29

Come risulta dai casi evidenziati, i tre operatori sonolegati da rapporti di credito-debito, per cui nel bilan-cio dei Pallavicino vi è un credito verso i Merelli, nelcui bilancio figura correttamente dovuto ai primi.Analogamente i Pallavicino hanno un debito verso gliSpinola, registrato in avere del bilancio dei primi e indare del bilancio dei secondi. Lo spazio qui disponi-bile impedisce di constatare che questo tipo di docu-menti e di reciproci rapporti è comune ad un com-plesso di 149 operatori presenti nella fiera dei cambic.d. di Pasqua tenuta a Piacenza nel maggio del 1600.È precisamente grazie all’uso della partita doppia edin simbiosi con le fiere genovesi dei cambi che si rea-lizza la prima stanza di compensazione.

DocumentationThe three tables below document the balance sheets ofprivate citizens’ wherein sums, which have to be collect-ed, are listed (together with the names of the debtors) inthe left hand column and those to be paid are listed inthe right hand column.29

The highlighted lines show that three firms were linkedin credit-debit terms: Messrs Merelli owed money toPallavicino and Serra, who owed money to the Spinola.In accordance with the double-entry system, their cred-its and debits are entered respectively on the left and onthe right side of each balance sheet, the total amount ofthe former being equal to that of the latter. Because ofthe limited space available here, it is not possible toshow that this type of document was common to 149 op-erators present at the Easter exchange fair held in Pia-cenza in 1600. It is precisely thanks to the use of thedouble-entry system and in symbiosis with the Genoeseexchange fairs, that the first clearing house was born.

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Bilanzo de Nicolò Pallavicino, Paolo e Battista Serra de fera de Pasqua 1600 fatta in PiacenzaDare Avere

Ag., Ger. e G. B.Merelli Scm 2297.13.06 Conrado et Andrea Spinoli Scm 2781.17.11 Bendinelli Negrone Scm 447.00.04 Steff. E Mich. Giustiniani Scm 4693.15.00A.Funch per Cr. Fortembach Scm 241.10.03 Gio, Nic. e Bart. Garibaldi Scm 1975.17.03Luca et Symon Ayroli Scm 2000.10.08 Giac. Cotta e fratelli Scm 2495.13.04.... ... Totale Scm 202656.00.00 Totale Scm 202656.00.00

Bilanso di Agostino Gieronimo e Gio Batta Merelli di pagamenti di fera di Pasqua fati in Piacensa a 9 di maggio 1600. Cavato in Piacenza à 9 di maggio 1600 Dare Avere

M.A. Aresio e G.Guiccioni Scm 3692.14.03 Franc. Grimaldo Scm 2500.00.00Andrea, Ambr. E Ag. Raggi Scm 5203.03.09 N Pallavicino, P e B Serra Scm 2297.11.06 Gregorio Garbarino Scm 3065.14.11 Giac. Saluzzo e fratelli Scm 4920.07.05 N Pallavicino, P e B Serra Scm 43901.02.03 Don Cosmo Centurione Scm 1960.00.00 ... ... Totale Scm 47119.00.00 Totale Scm 47119.00.00

1600 addì 9 maggio in Piacensa. Bilanzo de signori Conrado e Andrea SpinoliDare Avere

Filippo e Piero Mannelli Scm 324.15.06 Giac. Cotta e fratelli Scm 9121.10.05 N Pallavicino, P e B Serra Scm 2781.17.11 Ger, Fr. E G.A. Marini Scm 3048.08.01 Gio Batta Frugone Scm 3645.04.07 G.S. Barabino per M.Spinola Scm 25097.00.00Giac. Saluzzo e fratelli Scm 23393.02.06 Lorenzo e Aless. Strozzi Scm 2774.16.04 ... ... Totale Scm 75156.00.00 Totale Scm 75156.00.00

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Quadro storico Dalla fine del sec. XIV al tardo sec. XIX, le cambialitratte (o cambi) sono l’unico mezzo di pagamento in-ternazionale al di fuori della moneta contante. La lo-ro circolazione è ostacolata dalla circostanza che sonopagabili solo al domicilio del trassato e gli operatoriin cambi cominciano ad incontrarsi in luoghi ed epo-che prestabiliti per sistemare le reciproche pendenze. Le fiere di cambio dell’età moderna sono appunto deimercati periodici in cui si trattano esclusivamentecambiali tratte emesse o pagabili nelle principali piaz-ze commerciali del continente. Esse sono un’inven-zione genovese derivata dalle fiere miste di merci e dicambi che nel ‘400 e nel primo ‘500 hanno prospera-to soprattutto a Ginevra, Anversa e Lione. Esclusi perragioni politiche da quest’ultimo mercato, i genovesisi trasferiscono nel 1535 a Besançon allo scopo di re-golare gli affari cambiari in corso e in seguito, consta-tata l’utilità della cosa, tornano ad incontrarsi perio-dicamente nella medesima città od altrove, soprattut-to Piacenza, Novi Ligure e da ultimo Sestri Levante. Le riunioni sono disciplinate dal senato genovese e sisvolgono in un ambiente raccolto, ad es. un palazzogovernativo od una casa patrizia; durano di normaotto giorni ciascuna, si tengono quattro volte l’annoad intervalli regolari e dall’epoca del loro svolgimen-to sono chiamate fiere di Apparizione, Pasqua, Ago-sto e Santi. Malgrado alcune secessioni temporaneedei mercanti di altri stati, queste fiere restano semprein mani genovesi ed hanno vita lunghissima, perchési tengono sino al 1763 almeno. Le cambiali trattateservono sia a sistemare affari commerciali tra piazzediverse, sia a coprire mutui ad interesse, consideratiilleciti dalla Chiesa e dal diritto; oltre a rendere pos-sibili i pagamenti di merci in luoghi lontani senza ri-schiare il trasporto del denaro, esse permettono infat-ti di coprire un prestito oneroso, nascondendo l’inte-resse nella differenza di cambio tra piazze diverse. Ilmomento aureo delle fiere genovesi si ha nel trenten-nio a cavallo del 1600, quando assumono un ruolopreminente nel finanziamento della corona spagnola. La loro funzione principale consiste: a) nell’accettazione delle cambiali spiccate in prece-

denza nelle varie piazze e scadenti in fiera; b) nella negoziazione di nuove cambiali a termine,

emesse in fiera e scadenti nelle piazze; c) nella liquidazione delle reciproche obbligazioni

mediante compensazione e pagamento dei saldi.

Historical background From the end of the XIV century through the late XIXcentury, bills of exchange (“cambi”) were the onlyknown method of international payment other thancash. Their use was hindered for a long time by the factthat they were payable only at the domicile of thedrawee. Therefore creditors and debtors began to meetat prearranged locations, and at set times, to settle theiroutstanding accounts. Exchange fairs of modern times were in fact marketsheld periodically with the express purpose of dealingwith “cambi” to and from the main cities of the wholecontinent. These fairs were a Genoese creation, based onthe mixed exchange and merchandise fairs held espe-cially in Geneva, Antwerp and Lyons in the XV and XVIcenturies. Excluded for political reasons from the Lyonsmarket, Genoese traders had to move their activities toBesançon in 1535. They then kept meeting both thereand in other locations such as Piacenza, Novi Ligureand, later, Sestri Levante.The fairs were regulated by rules formulated by the Ge-noese Senate and took place in a government building ora private house. They usually lasted eight days and wereheld quarterly; depending on the time when they tookplace, were called Apparition, Easter, August and AllSaints fairs. These events were administered mainly by the Genoesewith the occasional intervention of foreign merchantsand had a very long life, lasting until at least 1763. Thefinancial transactions consisted of the settlement of bothcommercial business and interest bearing loans (the lat-ter considered illegal by the Church and in the eyes ofthe law). Besides making it possible to pay for merchan-dise in far away lands without taking risks with thetransportation of cash, it was also possible to repay aloan, concealing the interest in the differences in ex-change rate between various cities. The golden age ofthe Genoese fairs was the three decades around the year1600, when they played a major role in funding theSpanish crown.The main function of the fairs was to:a) Accept bills of exchange previously issued in other

cities and due to expire at the fair.b) Negotiate new bills of exchange issued at fairs and

due to expire in the cities.c) Settle previous transactions via reciprocal compensa-

tion and payment in cash of outstanding balances.To conduct these operations a common currency was

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Presupposto per l’esercizio di queste varie funzioni èl’adozione di un unico sistema monetario di riferi-mento, basato sullo scudo di marco come unità diconto, sugli scudi d’oro come monete effettive e suun rapporto fisso tra l’uno e gli altri. Le fiere funzio-nano quindi come una specie di pompa che ogni tremesi attira cambiali da tutta l’Europa, ne emette altreverso le singole piazze e liquida il tutto con un siste-ma che riduce al minimo l’uso della moneta metalli-ca. I partecipanti, detti anche «cambisti» o «trattan-ti», sono titolari di case di commercio o bancarie sta-bilite nelle varie piazze oppure loro dipendenti, agen-ti o terzi corrispondenti muniti di specifica procura. Lo svolgimento di ciascuna fiera segue un calendariorigoroso. Nel primo giorno si registrano le procuredei partecipanti e le accettazioni delle singole trattegiunte a scadenza. Nel secondo giorno ogni operato-re calcola la differenza tra le rimesse dovute da cia-scun altro convenuto e le tratte a suo favore, riunen-do i saldi in un «bilancio delle accettazioni»: verifica-ta la reciproca corrispondenza tra i bilanci dei varibanchieri, le partite su cui si sono calcolati i saldis’intendono compensate e il credito o debito di cia-scuno si riduce ai saldi attivi o passivi. Nei giornisuccessivi si stabiliscono i corsi ufficiali dello scudodi marco per le cambiali di ritorno nelle varie piazzee si procede all’emissione di nuove cedole di cambio.I banchieri aggiornano man mano la situazione deiloro rapporti reciproci ed il risultato finale è un «bi-lancio dei pagamenti», simile a quelli qui presentati,nel quale ogni operatore riunisce i propri saldi versociascun altro partecipante; l’esattezza dei conti vieneaccertata attraverso il confronto, per ogni coppia ditrattanti, dei saldi reciproci, che devono essere di se-gno opposto e pareggiare nell’importo. Nell’ultimogiorno i bilanci vengono sottoscritti dai banchieri odai loro procuratori e sono consegnati al console del-la fiera che conferisce loro valore ufficiale e dichiarachiusa la riunione. «In un attimo - narra un osserva-tore contemporaneo - resta disgombrata quella sala e,non havendo molti riguardi che sia di notte tempo ostagione rigorosa, (i partecipanti) si mettono in viag-gio per ritornarsene alle proprie case».

necessary as a reference. The system was based on the“scudo di marco” as currency unit, on “gold scudo”asactual money and on a fixed ratio between the two. Thefairs worked therefore like a booster which every threemonths attracted bills of exchange from across Europe,issued new ones and completed all transactions with aminimal use of hard cash. The participants, called“cambisti” (exchangers) or “trattanti” (dealers), couldbe owners of trading businesses, banks from the variouscities where fairs took place, or employees, agents orrepresentatives acting by proxy.Each fair followed a rigorous format. The first day in-volved the registration of the proxys of participants andthe acceptance of the bills of exchange due to expire.During the second day each operator calculated the dif-ference between the debits and the credits vis à vis everyother participant and gathered together the resulting to-tals into a balance sheet called the “bilancio delle ac-cettazioni” (balance sheet of acceptances). The balancesof the participants were verified and agreement reachedon credits and debits which could be reciprocally can-celled and on outstanding sums due. In the followingdays the official exchange rate of the “marco” currencyunit for other cities was established and new bills of ex-change were issued and sold. The bankers updated theirbusiness transactions one by one and their reciprocal fi-nancial positions. The results were gathered together ina final “balance sheet of payments” similar to the onespreviously illustrated, recording the sums owed and ex-pected from each participant. Debtors then verified theaccuracy of the amounts they owed on the balancesheets by comparison with the balance sheets of theircreditors, and vice versa: The amounts had to corre-spond, albeit with opposite plus or minus signs, andtheir sum had to add up to zero. On the last day the bal-ance sheets were countersigned by the bankers or bytheir legal representatives and were delivered to theConsul of the fair, who applied his official seal andclosed the fair. “In a moment”, recounts a witness, “theroom is left empty and, without regard for the time orthe season, the participants set off back to their homes”.

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29 A.S.G., Notai giudiziari, Gio Maria Pinceti, n.713-715 29 A.S.G., Notai giudiziari, Gio Maria Pinceti, n.713-715

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RiassuntoSin dalle origini, il mercato monetario è stato caratte-rizzato da due fenomeni secolari tra loro collegati: lasvalutazione dell’unità di conto e l’inflazione dei prez-zi. Ciò si ripercuote sulla liquidazione delle obbliga-zioni a termine, in quanto la perdita di valore subitadalla moneta tra l’accensione e l’estinzione del debitopuò ricadere: 1) sul debitore, se si applica il principiodella eguaglianza tra il potere d’acquisto delle monetedate e di quelle ricevute; oppure 2) sul creditore, se siosserva il principio nominalistico dell’eguaglianza nu-merica tra le unità di conto date e ricevute. Il proble-ma è molto avvertito a Genova e, dopo le prime mi-sure escogitate dai creditori per trasferire la perditasulla controparte, subentra una disciplina legislativaben congegnata a livello costituzionale.

Definizione Svalutazione. È il deprezzamento della moneta, ossiala diminuzione della sua capacità d’acquisto rispetto aparità fissate in termini di altre monete oppure con rife-rimento al valore dell’oro (Dizionario economico finan-ziario e contabile, Ed. Simone).Inflazione. Nel suo significato più generale, indica l’au-mento persistente del livello generale dei prezzi e la con-seguente diminuzione del potere d’acquisto della moneta(Dizionario economico finanziario e contabile, Ed. Simone).

AbstractRight from its beginning the monetary market hasbeen characterised by two linked, secular phenomena:Devaluation of the unit of account and price inflation.These have implications for the settlement of termbonds: The loss of value in currency between the timeof entering into a debt and the time of its repaymentcan fall: 1) On the debtor, if the principle of equalitybetween the purchasing power of the money loanedand that of the money refunded is applied; or 2) on thecreditor, if the nominalist principle of numeric equalitybetween the units of account given and those receivedis applied. The problem was well known in Genoa andafter the first measures devised by creditors to transferthe loss to the debtor, a well constructed act of law waspassed to deal with this matter.

DefinitionDevaluation. The reduction of the official value of acurrency in terms of gold or of another currency(The Oxford English Dictionary, 2nd ed.).Inflation. An undue increase in the quantity of mon-ey in relation to the goods available for purchase; (inlay use) an inordinate rise in prices (The Oxford Eng-lish Dictionary, 2nd ed.).

La tutela del capitale finanziario e le “sapientissime” leggi di Genova

The protection of financial capital and the “very wise” laws of Genoa

Scheda n. 10

Chapter 10

Cuvillier, Bayot, Chapuy e Lemercier, Genova Strada BalbiGenova, Collezione Privata

Cuvillier, Bayot, Chapuy and Lemercier, Genoa Strada BalbiGenoa, Private Collection

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Documentazione (1)Tra gli atti rogati dal notaio Guglielmo Cassinese allafine del sec. XII vi è un manipolo di contratti tra lorosimili, il più antico dei quali risale all’8 marzo 1191 esuona così:30

L’atto è un contratto di cambio: Bernardo ha avuto daGiacomo un prestito con cui ha verosimilmente ac-quistato delle merci che intende vendere nella prossi-ma fiera di Champagne e si impegna a pagargli nellamedesima fiera lire 21 della valuta colà in vigore. Poi-ché nel frattempo lo stato potrebbe svalutare tale mo-neta con una delle sue classiche manovre (riduzionedi titolo o peso, aumento del valore nominale), il cre-ditore si premunisce con una clausola che impegna ildebitore a pagargli un importo che contenga com-plessivamente la medesima quantità di argento dellelire attualmente usate colà.

Documentazione (2)Il 19 novembre 1637 e l’1 febbraio 1638 il governogenovese approva una legge per regolare l’uso dellemonete nei pagamenti. Il suo contenuto può esserecosì riassunto: a) nei contratti e nei testamenti in cuila prestazione è indicata in una moneta effettiva parti-colare o in moneta immaginaria specifica (come sonole lire di numerato in San Giorgio) o in moneta im-maginaria corrente (ad es. lire), il pagamento devefarsi in monete che abbiano lo stesso potere d’acqui-sto complessivo della somma in denaro versata dalcreditore o indicata dal testatore; b) la disposizioneprecedente si applica anche ai censi, purché il credi-tore non abbia riscosso il medesimo importo nomina-le per almeno dieci anni senza protestare; c) gli affitti,i salari e le prestazioni periodiche, se non sono statiesplicitamente concordati in una moneta specifica,debbono pagarsi in lire genovesi secondo il loro valo-re alla data in cui maturano. Per facilitare il calcolodel potere d’acquisto della moneta nei casi in cui la

Documentation (1)Among the deeds drawn up by the lawyer GuglielmoCassinese at the end of the XII century are many with acommon thread involving the manipulation of contracts.The oldest dates back to 8th March 1191 and reads asfollows:30

This legal document is a contract of exchange: Bernardohas received a loan from Giacomo and with it he has ap-parently bought a lot of merchandise; he intends to resellthe goods at the next fair in Champagne and there to re-pay him “lire” 21 in that currency. Since, in the mean-time, the state could devalue the monetary unity of ac-count with one of its classic moves (reducing the qualityor weight of metallic currency, or increasing its nominalvalue), the creditor protects himself with a clausewherein the debtor must repay a sum with the samequantity of silver contained in the “lire” used in Cham-pagne when the contract is made.

Documentation (2)On 19th November 1637 and 1st February 1638 the Ge-noese government passed a law designed to regulate theuse of money in payments. To summarise, it went as fol-lows: a) In contracts and wills where a loan was set outin a given effective currency or in a specified “imagi-nary” currency (such as the “lire di numerato” used bythe House of St George) or in current “imaginary” cur-rency (for example “lire”), repayment would have to bemade in currency which had the same purchasing poweras the amount of the original loan or that detailed in thewill; b) the same applied to the “censi”, unless the cred-itor had accepted the nominal amount for at least 10years without protest; c) rents, salaries and periodicloans which had not been agreed on in a specified cur-rency, would be repaid in Genoese “lire” in line withtheir value on the date of maturity. To facilitate the cal-culation of the purchasing power of currency in caseswhere a loan had to be revalued, the law suggested theuse of the silver scudo (of equal weight and quality) as

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Testes Rufinus Belser, Obertus de Viver. Sub volta Fornariorum die VIII martii.Confitetur Bernardus de Vintimillia se daturum Iacomo Damiano lib. XXI bonorum previdixium in pro-xima feria de Bar, et si previdixes forent peiorati de lege vel de peso vel abatuti, dare promittit pro sol.XLV marcam argenti boni ut ascendet de toto debito et expensas et dampnum et mutuum quod faceret.Et inde quatuor torsellos de cordoanis et reliqua bona sua ei pignori obligat, et quos confitetur ducereGirardus de Zarroli ad feriam, et habere a Iacomo, et se daturum Iacomo in feria proxima de Bar.

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prestazione debba essere rivalutata, la legge suggeri-sce di considerare il valore dello scudo d’argento, con-frontando la variazione subita (a parità di peso e di ti-tolo) tra l’origine dell’obbligazione e la maturazionedel pagamento. In questo modo, conclude la legge,“s’essequirà l’egualità e giustizia de i contratti”.31

Quadro storicoTra la riforma di Carlo Magno (780-790 d.C.) ed oggii sistemi monetari hanno conosciuto una profondatrasformazione. Sino alla prima età moderna, ha pre-dominato esclusivamente la moneta metallica ed ilpotere d’acquisto della “lira” (cioè dell’unità di conto)ha coinciso con la sua equivalenza in oro ed argento.Le prime apparizioni di banconote o biglietti di stato(a Napoli nel tardo Cinquecento, a Genova nel primoSeicento, a Stoccolma e in Inghilterra nella secondametà del secolo XVII, in Francia ed altrove nel Sette-cento), la loro proliferazione nel corso dell’Ottocentoe la contemporanea, gigantesca diffusione della mo-neta scritturale non hanno modificato il quadro, per-ché normalmente si trattava di biglietti ed assegniconvertibili a vista in moneta metallica. La prima guerra mondiale (1914-18), invece, ha pro-vocato uno sconvolgimento epocale nei sistemi mo-netari: le enormi spese del conflitto hanno costrettogli erari a servirsi della moneta metallica per i paga-menti all’estero e ad usare moneta fiduciaria (banco-note o carta di stato) per gli scambi interni. Il ritornodella pace non ha migliorato la situazione, anche per-ché i tentativi di ritorno all’oro sono stati frustratidalla grande depressione del 1929 e poi dalla secon-da guerra mondiale. Il ruolo del metallo giallo si è ri-dotto in pratica ai rapporti tra banche centrali e lamoneta metallica è stata sostituita quasi ovunque dacarta fiduciaria inconvertibile. Nell’arco millenario di tempo in cui maturavano tuttequeste trasformazioni, il potere d’acquisto della mo-neta ha continuato a deteriorarsi nei confronti deglialtri beni economici. Il fenomeno, evidente nel lungoandare e perciò definito secolare, si è manifestato condue aspetti speculari: la svalutazione progressiva del-la moneta e un rincaro corrispondente di merci e ser-vizi. Per la moneta carolingia, da cui sono discesi i si-stemi monetari europei, l’inizio del degrado risale alladecadenza dell’impero ed è stato scatenato, a quantopare, dalla drastica e fraudolenta sottrazione di metal-

a benchmark in calculating any difference in value be-tween the start date of the loan and the date of maturi-ty. In this way, the law ended, “there will be equality andjustice applied to all contracts”.31

Historical backgroundBetween the reform of Charlemagne (780-790 AD) andtoday, monetary systems have undergone profoundtransformation. Until the beginning of modern times,gold and silver coins were the only legal tender and thepurchasing power of the “lira” (i.e. the unit of account)was the same as its equivalent in precious metals.The first appearances of bank notes and of governmentpaper money (in Naples in the late XVI century, inGenoa at the beginning of the XVII century, in Stock-holm and in England in the second half of the XVII cen-tury, in France and elsewhere in XVIII century), theirproliferation and the huge diffusion of cheques duringthe XIX century did not change the picture because theywere normally convertible on sight into hard currency.World War I (1914-18), on the contrary, deeply upsetthe monetary systems of the time: The enormous expen-diture on the conflict made treasuries use hard currencyfor overseas payments and use token money (bank notesor government issued paper money) for domestic pay-ments. The return to peace did not improve the situation,also because attempts to go back to gold were frustratedby the great depression of 1929 and, thereafter, by WorldWar II. The role of gold was reduced virtually to trans-actions between central banks and hard currency wassubstituted almost everywhere with non-convertible fi-duciary bills. In the thousand or so years in which these changes tookplace, the purchasing power of hard currency continuedto deteriorate in comparison with other economicwealth. This long term, secular phenomenon manifesteditself in two ways: The progressive devaluation of hardcurrency and a corresponding increase in the prices ofgoods and services. For Carolingian currency, fromwhich the European monetary systems were derived, thebeginning of the debasement of hard currency datesback to the downfall of the empire and was produced, itwould seem, by the drastic and fraudulent removal ofsilver by the various mints. Later on this issue becameless important, but the diffusion of the monetary econo-

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lo compiuta nelle varie zecche; in seguito questo ele-mento ha perso mordente, ma la diffusione dell’eco-nomia monetaria ha dato vita ad altri fattori di per-turbamento provenienti dal mercato ai quali gli statihanno dovuto soccombere riducendo via via l’equiva-lenza metallica delle rispettive monete di conto.Tra le altre conseguenze, il deterioramento della mo-neta ha provocato un conflitto d’interesse nei rappor-ti finanziari a termine, cioè in quelli che prevedonoun esborso immediato di denaro e un rimborso inepoca successiva. Il conflitto nasce dalla circostanzache il creditore, avendo versato al momento del con-tratto un capitale in denaro con un certo potere d’ac-quisto, desidera ricuperarlo integralmente; il debito-re, dal canto suo, tende a pagare alla scadenza lo stes-so importo nominale ricevuto in passato ma, per ef-fetto della svalutazione intervenuta, il denaro sborsa-to ha un potere d’acquisto inferiore a quello ricevutoin passato, facendogli lucrare la differenza. È difficile dire se, soprattutto nei primi tempi, glioperatori economici fossero consapevoli degli effettifinanziari della svalutazione e sapessero profittarne:le fonti disponibili sono scarsissime. La testimonian-za più antica a mia conoscenza è costituita dal docu-mento n. 1 e dagli analoghi rogiti notarili redatti aGenova nel periodo successivo. Ciò non dimostra ov-viamente che i genovesi siano stati i primi a cautelar-si dagli effetti della svalutazione monetaria, perché lasopravvivenza di quegli atti può essere affatto casua-le: semplicemente, essi sono giunti fino a noi e forsealtri, più antichi o compilati altrove, sono andati dis-persi. La loro esistenza dimostra comunque le preco-ci conoscenze che i mercanti genovesi avevano dei fe-nomeni monetari e il mezzo escogitato per rimediarealla possibile svalutazione di cui hanno avuto sento-re: ancorare il rimborso alla medesima equivalenza inargento della moneta vigente in fiera al momento del-la stipulazione del contratto. Dal settore privato, il conflitto d’interesse tra credito-ri e debitori è arrivato inevitabilmente nelle aule digiustizia, dalle quali sono uscite tuttavia sentenzediscordi, e quindi nelle sedi legislative. Gian RinaldoCarli, tra i maggiori studiosi della moneta nell’Italiasettecentesca, riferisce il tenore delle norme emanatenei secoli XIV-XVII in alcuni stati italiani ed esteriper troncare le controversie sorte dalle frequenti va-riazioni della moneta; ed alla sua opera possiamo at-tingere per una fugace rassegna delle soluzioni adot-

my brought into play other disturbing factors from themarket; the states then had no choice but to succumb,reducing the metallic equivalence of the respective unitsof account.Another consequence of currency devaluation was theconflict of interest which arose between creditors anddebtors in financial transactions, when there was an im-mediate payment of capital against a repayment in themid-long term. This conflict came about because credi-tors, having delivered a capital with a certain purchas-ing power at the time of loan agreement, wished to re-coup it in its entirety. The debtors, on the other hand,tended to repay, at the end of the term, the same nominalamount received in the past but, because of devaluationin the meantime, the loan capital now had a reducedpurchasing power, effectively making them a profit fromthe difference.It is difficult to say if, especially at the beginning,traders were aware of the financial effects of devaluationand knew how to profit from it; documentary evidence ofthis is very limited. To my knowledge, the oldest exam-ple of this is to be found in document 1 above and in oth-er similar acts drawn up in Genoa in the followingmonths. Obviously, the survival of the aforementioneddeeds does not prove conclusively that the Genoese werethe first to protect themselves from the effects of mone-tary devaluation; they provide the only evidence wehave, but other, perhaps older documents could havebeen written elsewhere and have been lost. Their exis-tence does demonstrate, however, the awareness whichGenoese traders had of monetary phenomena and themethod they chose to remedy the possible devaluation(about which they had heard rumours); anchoring therepayment value at the fair to its equivalent in silver ofthe unit of account used at the time the loan was made.In the private sector the conflicts of interest betweencreditors and debtors inevitably ended up in the courtswhere, having been the source of conflicting judgements,the matter ended up in the hands of the legislators. GianRinaldo Carli, one of the greatest experts on currency inXVIII century Italy, refers to the regulations imposed insome Italian and overseas states to limit the controver-sies which were brought about by frequent currency fluc-tuation; we can refer to his work for examples of the so-lutions adopted.32

Gian Rinaldo Carli recounts for example the order ofFilippo il Bello in 1306 to repay long-term debts in cur-rency equivalent to that used when the loan contract had

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tate.32 Il Carli ricorda ad es. l’ordine di Filippo il Bel-lo del 1306 di pagare i debiti pluriennali in monetaequivalente a quella della stipulazione da individuar-si in base al valore del marco d’argento, ossia con lostesso criterio applicato oltre un secolo prima daglioperatori genovesi.33 La medesima equiparazione trapotere d’acquisto dato e ricevuto si ritrova in leggiapplicate in Scozia, in Castiglia e, con l’eccezione deicontratti stipulati in monete specifiche (come fiorinid’oro, zecchini, scudi d’argento, ecc.), a Milano(1406), a Torino (1632), ecc.. Ma la legislazione nonè stata sempre costante, né univoca: a Milano, le nor-me di Francesco Sforza del 1465 e del magistrato ca-merale del 1539 hanno rovesciato completamente laprecedente impostazione a favore dell’equiparazionenumerica (principio nominalistico) e lo stesso si èfatto a Firenze nel 1552. Tra tutti i casi esaminati, il più rispondente al dirittocomune è quello di Genova per il quale Carli riportaintegralmente il testo della legge del 1637-38, rias-sunto nel documento n. 2, facendolo precedere dauna valutazione encomiastica: “Se c’è stata una cittàin cui una tal materia sia stata intesa e sottilmentemaneggiata, fu certamente Genova e perciò fa d’uopoattentamente leggere ed osservare le sapientissimeleggi che essa formò al nostro proposito”.34 Le lodisembrano pienamente condivisibili per l’organicitàdel contenuto, per la lucidità dell’esposizione e per lascelta di un indice di rivalutazione (il corso dell’ar-gento monetato) che per la prima volta nella storiadeve essere applicato in modo automatico e perma-nente ai rapporti finanziari. Anche l’inserimento del-la legge negli statuti civili della repubblica dimostrala sua importanza non estemporanea e la sua rispon-denza alla filosofia dei governanti genovesi che, es-sendo capitalisti e banchieri, negli affari finanziari so-stenevano ovviamente le ragioni dei creditori. Come si è accennato, nel corso del Settecento e so-prattutto dell’Ottocento la diffusione di moneta fidu-ciaria non ha alterato sostanzialmente la situazione,perché biglietti di stato, banconote ed assegni privatierano quasi sempre convertibili in buone monete d’o-ro e d’argento. Ciò non significa che l’evoluzione inatto non abbia sparso i semi di futuri, più traumaticicambiamenti. Ad esempio la smaterializzazione dellamoneta metallica, sempre più rappresentata negliscambi dai suoi sostituti, ha avuto l’effetto di oscura-re in qualche modo il valore intrinseco dell’unità di

been agreed, and to calculate it on the value of the silvermark, i.e. with the same criteria applied a century ear-lier by the Genoese.33 The principle of equality betweenthe purchasing power of loans and repayments can befound also in laws applied in Scotland, Castilla and,with the exception of contracts where a particular cur-rency was stipulated (such as gold florins, gold coins,silver scudi, etc) in Milan (1406), in Turin (1632), etc.But legislation was neither always consistent nor unam-biguous; in Milan the regulations from Francesco Sforza(1465) and from the chamber of justice (1539) com-pletely upset the previous ruling in favour of the nomi-nalist principle and the same happened again in Flo-rence in 1552.Of all the cases examined, the one which responded bestto common law was that of Genoa for which Carli quot-ed the text of the law of 1637-38 in its entirety (sum-marised in document 2), heaping praises on it: “If everthere was a city which understood and subtly managedsuch an issue, it was certainly Genoa and it is thereforenecessary to read attentively and observe the very wiselaws of Genoa formulated on behalf of the creditors”.34

His praises were divided equally between the organisa-tion of the content, the description of the problem andthe choice of a valuation index (the price of coined sil-ver), which for the first time in history had to be ap-plied automatically and permanently to financial trans-actions. Also the inclusion of the law in the civilstatutes of the republic shows its long lasting impor-tance and its consistency with the philosophy of the Ge-noese governors who, being capitalists and bankers, ob-viously supported the rights of the creditor in all finan-cial matters.As previously described, in the course of the XVIII cen-tury and more so in the XIX century the issuing of pa-per money did not substantially alter the situation be-cause state issued notes, bank notes and private chequeswere almost always convertible into gold and silverhard currency. In the meanwhile ongoing developmentshad sewn the seeds of future, more traumatic changes;for example the more and more frequent replacement ofmetallic money by its substitutes had the effect, in someway, of obscuring the intrinsic value of the unit of ac-count, favouring its legal value. The same phenomenaof non convertibility, albeit sporadic and of brief dura-tion, brought to the attention of the states the limitlesspossibilities of manipulation afforded by paper money(you only need to think of the French “assignat”) and

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conto privilegiando il suo valore legale. Gli stessi fe-nomeni di inconvertibilità, sebbene sporadici e dibreve durata, hanno fatto conoscere agli stati le illi-mitate possibilità di manipolazione insite nella cartamoneta (si pensi per tutti agli assegnati francesi) edhanno alimentato nell’opinione pubblica l’idea che lasopravvivenza dello stato poteva ben giustificare lealterazioni monetarie. Questi fattori, rinvigoriti dalla marea montante delnazionalismo ottocentesco e dello statalismo nove-centesco, sono emersi in tutta la loro potenzialitàsconvolgitrice durante i due conflitti mondiali, quan-do i debiti pubblici hanno raggiunto dimensioni talida condizionare tutta la vita economica. Nel nuovoscenario della storia, è stato indispensabile risolverediversamente il conflitto di interesse tra creditori edebitori, rovesciando il criterio prevalente in passatoe limitando perfino l’uso di clausole protettive (riferi-menti all’oro, a merci, a indici di rivalutazione,ecc.).35 Sino al sec. XIX, l’usuale equiparazione tra po-tere d’acquisto dato e ricevuto rispondeva alla neces-sità di difendere un’accumulazione capitalistica anco-ra modesta. Nel sec. XX, invece, lo stato - indubbia-mente l’operatore più indebitato in qualsiasi paese -ha buon gioco nel rivendicare il proprio ruolo socialee nell’applicare il principio nominalistico, che gli con-sente di sgravarsi dei pubblici oneri scaricandoli suisuoi creditori in proporzione dell’aumento dei prezzi.La ricchezza è in crescita; siano dunque sacrificati i ri-sparmi privati sull’altare dei nuovi ideali sociali.

fed public opinion with the idea that the survival of thestate could well justify monetary changes.These factors, fuelled in the XIX century by the risingtide of nationalism and in the XX century by the grow-ing role of the state, emerged with all their power forcreating upset during the two world wars, when publicdebt had reached such heights as to affect all economiclife. In the new stage of history it would become neces-sary to find other solutions to the conflict of interest be-tween creditors and debtors, overturning the criteriaprevalent in the past and limiting the use of protectiveclauses (references to gold, to goods, to valuation in-dices, etc).35

Until the XIX century the trend in searching for equali-ty between purchasing power of the amount loaned andthat repaid responded to the need to defend still modestcapitalist accumulation. In the XX century, however, thestate - undoubtedly the most indebted party in any coun-try - gambled well by playing its “social role” card andapplying the nominalist principle, which allowed it torid itself of public debt burdens, leaving its creditors toget a raw deal due to the rise in prices. Wealth wasgrowing; private savings were therefore to be sacrificedon the altar of new social ideals.

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30 Guglielmo Cassinese (1190-1192), a cura di M.W. Hall - H.C. Krueger -R.L. Reynolds, Genova, 1938 (Notai liguri del sec. XII, II), nn. 275,423, 540, etc. Per un indice generale di tali atti, datati dall’8 marzo1191 al 6 marzo 1192, e di quelli analoghi redatti da altri notai dal 16giugno 1193 al 26 aprile 1206 v. M. Chiaudano, “La moneta di Geno-va nel secolo XII”, in Studi in onore di Armando Sapori, vol. I, Milano1957, p. 210.

31 Statutorum civilium serenissimae reipublicae Genuensis. Libri sex, Ge-nuae, apud Petrum Ioannem Calenzanum, MDCLXIII.

32 Delle opere del signor commendatore don Gianrinaldo conte Carli ...., to-mo VII, Milano, MDCCLXXXV, pp. 242-265.

33 La politica di Filippo il Bello, in realtà, è cosparsa di falsificazioni mo-netarie, al punto da attirarsi i rimproveri di Bonifacio VIII; ma quelche qui interessa è ricordare l’omaggio che nella sua ordinanza egli faal principio del valore metallico.

34 Delle opere del signor commendatore don Gianrinaldo conte Carli ..., cit.,pp. 254-261.

35 Sugli indirizzi giurisprudenziali in materia durante i secc. XIX-XX v.principalmente B. Inzitari, G. Vicentini e A. Di Amato, Moneta e valu-ta, Padova, dott. A. Dilani, 1983 (Trattato di diritto commerciale e didiritto pubblico dell’economia, volume sesto) ed in particolare, di B.Inzitari, i capitoli terzo (“Il principio nominalistico”) e sesto (“Clau-sole monetarie”).

30 Guglielmo Cassinese (1190-1192), a cura di M.W. Hall - H.C. Krueger- R.L. Reynolds, Genova, 1938 (Notai liguri del sec. XII, II), nn. 275,423, 540, etc. For a general indication of such deeds dated between 8March 1191 and 6 March 1192, and for similar contracts by other no-taries between 16 June 1193 and 26 April 1206 see M. Chiaudano, “Lamoneta di Genova nel secolo XII”, in Studi in onore di Armando Sapori,vol. I, Milan 1957, p. 210.

31 Statutorum civilium serenissimae reipublicae Genuensis. Libri sex,Genuae, apud Petrum Ioannem Calenzanum, MDCLXIII.

32 Delle opere del signor commendatore don Gianrinaldo conte Carli ....,vol. VII, Milano, MDCCLXXXV, pp. 242-265.

33 Filippo il Bello’s policies, in fact, are full of monetary falsifications, to thepoint where they earned the disapproval of, Bonifacio VIII; but the pointof main interest here is to remember the importance he gave to the princi-ple of the value of hard currency.

34 Delle opere del signor commendatore don Gianrinaldo conte Carli ...,cit., pp. 254-261.

35 On this subject cfr. mainly B. Inzitari, G. Vicentini and A. Di Amato,Moneta e valuta, Padova, dott. A. Dilani, 1983 (Trattato di diritto com-merciale e di diritto pubblico dell’economia, volume sesto) and in partic-ular, by B. Inzitari, chapters three (“Il principio nominalistico”) and six(“Clausole monetarie”).

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Genova, Archivio di Stato The State Archives of Genoa

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Riassunto L’archivio della Casa delle compere e dei banchi diSan Giorgio, che ci è pervenuto in gran parte intat-to, è una miniera straordinaria di notizie per la sto-ria locale e più in generale per la storia della finan-za, degli equilibri sociali, dell’organizzazione d’im-presa, dell’amministrazione doganale, ecc. Per ren-dere finalmente accessibile agli studiosi tale ric-chezza documentaria, si sta predisponendo un ca-talogo analitico atto a mostrarne la composizione, icontenuti e le potenzialità.

DefinizioneArchivio. Raccolta di documenti privati o pubblici rela-tivi a una persona, una famiglia, un comune, uno stato,ecc. Sede in cui la raccolta è collocata e gli uffici che nefanno parte (Vocabolario della lingua italiana, Istitutodella Enciclopedia Italiana Treccani).Banco di San Giorgio. È il nome con cui viene usual-mente chiamata la Casa delle compere e dei banchi diSan Giorgio, su cui v. la scheda n. 4.

Documentazione (1)“La Banca di Amsterdam, chiamata a volte Wissel-bank o Banca di cambio, venne fondata nel 1609. Laprima banca di deposito di Stato, la Casa di San Gior-gio di Genova, era stata creata, peraltro, già due seco-li prima, nel 1407. Nello stesso secolo si ebbe lo svi-luppo delle banche di deposito in Spagna … Da lun-go tempo, in gran parte ispirate dalla Banca di Am-

AbstractThe archives of the House of the “compere” and banksof St George, come to us largely intact, provide an ex-traordinary source of information on local history, onthe history of finance in general and on aspects of so-cial equilibrium, business organisation, customs ad-ministration, etc. In order to make this documentaryheritage easily accessible to scholars, a detailed cata-logue is being prepared to illustrate its components,contents and potential.

DefinitionArchives. Old papers, such as records, reports, lists,and letters of a particular group, family, country, etc.,kept esp. for historical interest. The place where suchpapers are stored, esp. the place where governmentand national records are kept (Longman Dictionary ofContemporary English).Banco di San Giorgio. This is the name by which theHouse of the “compere” and banks of St George is com-monly known (see chapter 4).

Documentation (1)“The Bank of Amsterdam, sometimes called the Wissel-bank or Bank of Exchange, was begun in 1609. The firststate deposit bank, the Casa di San Giorgio (Bank of StGeorge) in Genoa, had been established, however, twocenturies earlier, in 1407. The same century saw the de-velopment of deposit banks in Spain … For a long time,

Scheda n. 11

Chapter 11

L’archivio del Banco di San Giorgio:una miniera di fonti per la storia finanziaria (e non solo)

The Archives of the Bank of St. George: a goldmine for sources of information on the history of finance (…and more)

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sterdam, che aveva preso essa stessa ad esempio ilBanco di Venezia e la Casa di San Giorgio di Genova,si facevano proposte per la creazione di banche in In-ghilterra” (C. P. Kindleberger, Storia della finanza nel-l’Europa occidentale, Cariplo-Laterza, 1987, pp. 67/68e 75)

Documentazione (2)“La cerchia degli affari della Casa di San Giorgio ri-corda le organizzazioni dei creditori di Stato inglesidel 1694, la Banca d’Inghilterra e le Compagnie delleIndie orientali e del Pacifico” (H. Sieveking, Studiosulle finanze genovesi ... cit., p. XVI). “La Banca d’In-ghilterra, poi, non assomiglia a nessun’altra, se nonforse, in certo qual modo, alla Casa di San Giorgio”(F. Braudel, Capitalismo e civiltà materiale, Torino,1977, p. 372)

Documentazione (3)“Nell’Archivio di Stato di Genova uno dei fondi piùimportanti per la storia dell’economia, della finanza edella ragioneria è quello del Banco di San Giorgio. ...L’incompletezza che purtroppo si deve rilevare neglistudi del Sieveking e del Marengo ... dipende a nostroavviso dalla mancanza di una profonda conoscenzadella consistenza qualitativa e quantitativa del fondoe dall’assenza di un inventario redatto con modernicriteri e corredato di ... sussidi archivistici, quali re-gesti, indici, repertori, ecc. ... È evidente che, datal’importanza del Banco, occorre provvedere a riordi-nare ed inventariare tutto il fondo archivistico ... Il la-voro è imponente e richiederà diversi anni” (M.Chiaudano - G. Costamagna, “L’archivio storico delBanco di San Giorgio di Genova (1386 - 1845)”, inArchivi storici delle aziende di credito, vol. I, Roma,1956, pp. 115-117)

Quadro storicoCome risulta dal profilo tracciato in precedenza (schedan. 4), la Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio fuun’istituzione unica, che per quattro secoli (1407-1805)ha combinato alcune funzioni proprie dello stato (l’am-ministrazione fiscale, la gestione del debito pubblico e perqualche tempo una sovranità territoriale) con l’eserciziodal 1408 di un banco pubblico, che nel suo genere è sta-to il primo in Italia e il secondo (o il primo?) in Europa.

and largely inspired by the Bank of Amsterdam which it-self drew on examples of the Bank of Venice and theCasa di San Giorgio in Genoa, proposals had been madefor the establishment of banks in England” C. P. Kindle-berger, A Financial History of Western Europe, Lon-don, Allen & Unwin, 1984, pp. 47 and 52).

Documentation (2)“The business circle of the House of St George resemblesthe organisations of creditors of the State in England in1694, the Bank of England and the East Indies and Pa-cific Companies” (H. Sieveking, Studio sulle finanzegenovesi ... cit., p. XVI). “The Bank of England, at thetime, was unlike any of the others, except possibly, insome ways, the House of St George” (F. Braudel, Capi-talismo e civiltà materiale, Turin, 1977, p. 372)

Documentation (3)“In the State Archives of Genoa, one of the most impor-tant sections for the history of economics, finance andbookkeeping is the Bank of St George. ... The incompleteanalysis which we unfortunately find in the studies ofSieveking and Marengo ... is due, in our opinion, to thelack of a sound knowledge of the qualitative and quanti-tative importance of this section of the Archives and tothe absence of an inventory drawn up using modern cri-teria and offering examples from the archives such assynopses of ancient documents, indices, roles, etc. ... It isclear that, given the importance of the Bank, its entirearchives ought to be reorganised and inventoried ... It isan enormous task and one which will take many years”(M. Chiaudano - G. Costamagna, "L'archivio storico delBanco di San Giorgio di Genova (1386 - 1845)", inArchivi storici delle aziende di credito, vol. I, Rome,1956, pp. 115-117)

Historical backgroundAs previously described (see chapter 4), the House of StGeorge was a unique institution which, for four cen-turies (1407-1805), combined a number of governmentfunctions (such as fiscal administration, management ofpublic debt and, for quite some time, sovereignty overterritories) with the running, from 1408, of a publicbank which was the first of its kind in Italy and the sec-ond (or maybe even the first?) in Europe.

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Quando altrove cominciano ad apparire organismianaloghi (in Italia nel secondo Cinquecento ed all’e-stero nel primo Seicento), l’attività bancaria di SanGiorgio ha ormai subito mutazioni ed adattamenti(banchi in paghe, in numerato, in oro, ecc.) e la Casadelle compere ha accumulato un patrimonio secolaredi esperienze che continuerà a crescere producendodistillati di fantasia tecnica e di saggezza amministra-tiva: soluzioni originali per superare le emergenze fi-nanziarie, rotazione ed assegnazione con sorteggiodelle cariche maggiori per evitare consorterie perso-nali, meditate trasformazioni dell’ordinamento inter-no per risolvere in economia i problemi maggiori del-la gestione, pratici espedienti per sormontare le diffi-coltà minori. La vita quadrisecolare della Casa è in-somma costellata da interventi innovatori che, unitial rigoroso rispetto dei diritti dei depositanti, le han-no guadagnato in tutta Europa una fama indiscussadi sapienza tecnica e solidità.

Come l’ente da cui è stato generato, anche l’archiviodel Banco di San Giorgio, attualmente conservatonell’Archivio di Stato di Genova, presenta caratteristi-che uniche sotto diversi profili: in primo luogo per ladurata perché copre con ricca continuità il periododal Trecento al primo Ottocento; in secondo luogoper il contenuto in conseguenza delle molteplici fun-zioni svolte; infine per la consistenza che attualmen-te si aggira intorno alle 39.000 unità archivistiche ingran parte di natura contabile.36 Ancora più corposoesso era nel passato, quando al tronco attuale eranoaggregati due altri blocchi documentari per comples-sivi 2800 pezzi, separati nel 1880 ed inventariati co-me entità a se stanti: il fondo “Compere e mutui” edil fondo “Antico comune”.37

La cura delle carte relative alle compere precedenti edi quelle ben più consistenti prodotte dalla gestionepropria era affidata inizialmente all’ufficio di SanGiorgio che si occupava dei residui e più tardi ad unfunzionario ad hoc, coadiuvato da scrivani e da ungatto parcamente alimentato che doveva difenderledai topi. Di quel tempo ci sono rimasti numerosi in-ventari parziali che dimostrano l’attenzione riservatadai Protettori (l’autorità suprema della Casa) al rior-dinamento e conservazione dei documenti. Agli inizi del sec. XVIII l’archivio era sistemato in vari lo-cali di grandi dimensioni ove lo troviamo ancora durantel’unione alla Francia (1805), purtroppo senza un’adegua-ta protezione, e al momento dell’annessione al Piemonte.

When similar structures began to appear elsewhere (inthe late 16th century in Italy and in the early 17th cen-tury abroad) the banking activities of the Bank of StGeorge had by then undergone various mutations andadaptations (banks dealing in “paghe”, in cash, in gold,etc.) and the House of the “compere” had accumulatedcenturies of experience which would continue to grow,producing essences of imaginative technique and admin-istrative wisdom: original solutions for the handling offinancial emergencies, rotation and assignment by lot-tery of the top jobs to prevent the formation of personalcliques, carefully planned changes to internal organisa-tion to resolve major management problems in the mosteconomic way possible, practical steps to surmount mi-nor problems. The life of the Bank, spanning over fourcenturies, was marked by countless innovative opera-tions which, combined with a rigorous respect for therights of the depositors, earned a notorious reputation,all over Europe for technical skill and solidity.

Like the organisation from which it was generated, thearchive of the Bank of St George, now part of the StateArchives of Genoa, has certain unique features: Firstly,the period of time covered, spanning with a rich conti-nuity the period from the 14th to the early 19th century;secondly, its content given the many functions it per-formed; and finally, its size, which currently amounts tosome 39,000 items, mainly comprising of accounts.36

The Archive had been even larger in the past, when thecurrent section had two additional blocks of documentsconsisting of 2800 items. They were separated out in1880 and inventoried as separate archives under theheadings "Compere e mutui” and "Antico commune”.37

Custody of the papers relating to earlier “compere” andof the much larger collection produced by its own man-agement was initially entrusted to the Office of StGeorge which handled residuals, and later to a speciallydesignated officer, aided both by scribes and a sparinglyfed cat (in charge of protecting the documents frommice). A number of partial inventories survive fromthose days, indicating the interest of the “Protectors”(the supreme authority of the Bank) in cataloguing andpreserving the documents.

At the beginning of the 18th century, the archive was locatedin a number of large rooms where it could still be found, albeitwithout adequate protection, at the time of the union withFrance (1805), and at the time of annexation to Piedmont.

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La sistemazione degli archivi della ex repubblica, or-mai ducato di Genova, fu impostata con lettere pa-tenti 18 giugno 1817, nelle quali comparve per la pri-ma volta la triplice distinzione tra archivio governati-vo, notarile e della ex Banca di San Giorgio.Quale sede dei due primi fondi, che secondo l’or-dinamento piemontese furono sottoposti al mini-stero dell’interno, si scelsero il palazzetto crimina-le ed il c.d. “Archivio dei notai”, un locale attiguoal palazzo arcivescovile, che vennero ceduti daldemanio alla municipalità per tale destinazione eristrutturati secondo i piani dell’architetto CarloBarabino.L’archivio della ex Banca di San Giorgio continuò arestare nel palazzo omonimo o della Dogana a dispo-sizione della commissione eretta nel 1816 per liqui-dare il debito pubblico genovese e per tale ragione fusubordinato al ministero delle finanze.

La liquidazione dei luoghi, coinvolgendo una massaenorme di titoli, richiese anni e anni di ricorsi docu-mentati, sollecitazioni e raccomandazioni, conclu-dendosi per il grosso dei debiti nel 1833 e per gli al-tri nel 1856. Durante questo lungo periodo, la condi-zione degli archivi di San Giorgio (al plurale, com’e-rano chiamati in quel tempo) degradò continuamen-te al punto che alla vigilia dell’unificazione “migliaiadi quei preziosi registri (giacevano) ammonticchiaticonfusamente sui pavimenti di mattone ricoperti dialti strati di polvere”.38 Nella storia dell’archivio quel-lo fu il momento peggiore, perché l’incuria si presta-va a sottrazioni e deterioramenti fisici.

La fase del ricupero, tuttavia, era vicina: completatanel 1856 la liquidazione del debito pubblico, l’archi-vio di San Giorgio fu preso in carico dal ministerodell’interno e riunito formalmente agli altri due (ilgovernativo ed il notarile), pur continuando ad esser-ne fisicamente staccato. Poco dopo iniziarono i lavo-ri di sistemazione cronologica e per materia e neglianni ‘70 erano già sistemati circa 20.000 fra registri efilze, “collocandoli negli scaffali, rifacendone la clas-sificazione di cui non rimaneva più traccia <e> com-pletandoli esteriormente con le indicazioni delle ri-spettive materia”.39

Mentre si procedeva al riordino, si pensava anche aduna localizzazione definitiva del materiale. Con attodel 3 aprile 1874, lo stato cedette al municipio la pro-

Putting the archives of the former republic, now Duchyof Genoa, into order was arranged through letters patenton June 18, 1817, which indicated, for the first time, thedistinction between the three archives, i.e. government,notarial and former Bank of St George. The criminal building and the so called “Archive of theNotaries”, a room next to the Archbishop's palace, werechosen as the location for the first two of the aforemen-tioned archives, which according to the laws of Pied-mont were under the jurisdiction of the Ministry of Inte-rior. The buildings were later assigned to the municipalgovernment and were restructured according to theplans of the architect, Carlo Barabino. The archive of the former Bank of St George remained inthe building of the same name (sometimes also calledCustoms building) and at the disposal of the commissioncreated in 1816 to liquidate Genoa's public debt and, forthat reason, came under the Ministry of Finance.

The liquidation of the “luoghi”, involving an enormousamount of deeds, required recourse to years and years ofclaims, applications and recommendations, and wasachieved, for the majority of the debts, in 1833 and forthe remainder in 1856. During this prolonged period,the condition of the archives of St George (known in theplural, as they were at the time) suffered ongoing deteri-oration to the point that, on the eve of the political uni-fication of Italy, "thousands of precious ledgers (lay)strewn in heaps on the brick floors, covered in thick lay-ers of dust".38 This was the worst time in the history ofthe archive, because neglect lead to removals by theftand to physical deterioration.

Recovery, however, was at hand: In 1856, when liquida-tion of public debt was complete, the archive of StGeorge was taken over by the Ministry of the Interiorand formally reunited with the other two (the govern-ment archive and the notarial archive), although still re-maining physically apart. A short while later the workof cataloguing the material chronologically and by sub-ject got under way, and in the '70s about 20,000 ledgersand files had already been recovered "placing them onshelves, redoing their classification -of which no tracehad remained- (and) completing them with an index ofthe respective subjects”.39

While the work of salvaging the documents continued,thoughts turned to the issue of finding a final home forthe material. Via a deed dated 3 April, 1874, the state

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prietà di palazzo San Giorgio ricevendo in permutal’ex palazzetto criminale che conteneva già l’archiviogovernativo ed il notarile e nel quale avrebbe dovutoconservarsi anche quello dell’antico banco.40 Nel1879 iniziarono i lavori per la ristrutturazione dell’e-dificio, nel 1880 si eseguì il trasporto del nuovo ma-teriale ed entro il 1882 si completarono la movimen-tazione e la collocazione di tutte le unità archivisti-che, giungendo grosso modo alla condizione ancorain essere nel 2003.41

Nonostante le amputazioni eseguite nel 1880 con crite-ri discutibili e non rigorosi, l’archivio di San Giorgio co-stituisce oggi una massa documentaria unica al mondo.Per dare un’idea del suo contenuto è sufficiente evoca-re i due filoni fondamentali che lo compongono.Il primo è quello fiscale, al quale appartengono i rap-porti politici con l’autorità statale e il papato, i con-tratti di prestito al governo ed i privilegi ottenuti incambio, l’istituzione e la contabilità delle imposte piùdiverse (il che vuol dire statistiche sulla congiunturae la struttura economica!), l’amministrazione deipossedimenti territoriali, ecc..Il secondo filone è quello dell’attività bancaria svol-ta da San Giorgio direttamente con i privati o qualeloro intermediario e registrata giorno dopo giornoper quasi quattro secoli in migliaia di libri mastricon relativi giornali. Se si considerano il ruolo diGenova nell’economia del tempo e l’intensità concui vi pulsava la vita finanziaria, diventa evidentel’importanza di tale materiale non solo per la storiadella città e degli orizzonti entro cui operava, maanche per lo studio delle tecniche e delle interdi-pendenze finanziarie.

L’esistenza di materiale storico eccellente non signifi-ca tuttavia che esso sia stato adeguatamente sfruttato.Se si eccettuano pochi specialisti che vi hanno profu-so anni di energie per giungere a risultati circoscritti,si può affermare che l’archivio di San Giorgio è statomolto meno studiato di quanto meriti l’importanzache pure gli è universalmente riconosciuta.

La ragione, molto semplice, è legata all’insufficienzadegli strumenti di ricerca di cui può avvalersi lo sto-rico per orientarsi tra i documenti. Sino a pochi annior sono egli disponeva unicamente degli inventarisommari (“pandette”) compilati nel tardo Ottocentoe relativi ad una parte soltanto dell’archivio: quellipiù elaborati sono semplici elenchi di pezzi numerati

granted the city ownership of the St George building, re-ceiving in exchange the former criminal building whichalready contained the government and notarial archivesand where the archive of the ancient bank would also behoused.40 In 1879 the work of refurbishing the buildingbegan and in 1880 the new material was transferred.The transfer and arrangement of all the archives wascompleted by 1882 and has changed very little since, aswe discovered in 2003.41

In spite of the two divisions made in 1880 with ques-tionable and unscientific criteria, the archive of theBank of St George remains a unique documentary col-lection unrivaled anywhere in the world. To give an ideaof its content it is sufficient to describe the two basic sec-tions into which it is divided. The first is the fiscal section, which pertains to politicalrelations with the government and the papal authorities,as well as to contracts of loans to the government andthe privileges obtained in exchange, the establishment ofand accounting for a wide range of taxes (providing uswith some very useful statistics on the economic situa-tion and economic structure!), the administration of ter-ritorial possessions, etc. The second section refers to the banking activities carriedout by the Bank of St George directly with private indi-viduals or as their broker, recorded day after day for al-most four centuries in thousands of master ledgers withthe relative journals. If we consider the role of Genoa inthe economy of the time and the intense pulsing of its fi-nancial life, the importance of this material becomes ob-vious, not only for the history of the city and the hori-zons within which it operated, but also for the study of fi-nancial techniques and their interdependencies.

The existence of excellent historical material does notnecessarily mean, however, that it has been adequatelyexploited. With the exception of the few specialists whohave devoted years of their energy to achieve limited re-sults, we can say that the archive of St George has beenstudied much less than its importance, though univer-sally acknowledged, deserves.

The reason, very simply, is linked to the scarcity of theinstruments of research which historians can use tofind their way through the documents. Until a fewyears ago the only tool available was a set of verysketchy indices (“pandette”) compiled in the late 19thcentury and referring to only a part of the archive: Themost elaborate ones are merely lists of items numbered

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progressivamente, riuniti in serie apparentementeomogenee e - all’interno di ciascuna - disposti in or-dine cronologico per anno di inizio; gli altri sono ad-dirittura privi di numerazione e forniscono al massi-mo gli anni estremi dei singoli blocchi. Inoltre nonesisteva e a tutt’oggi non esiste alcun inventario perla parte restante dell’archivio, costituita da alcune mi-gliaia di registri, indici e filze accatastati nei recessidei depositi o sfuggiti alla rilevazione pur essendo in-seriti nei pezzi a suo tempo numerati.

Di quegli antichi repertori, sebbene errati e lacunosi,si deve essere grati agli archivisti ottocenteschi, tantopiù se si considerano il loro numero sparuto, la man-canza di mezzi adeguati alla mole del materiale da ri-ordinare, la penuria di elementi professionalmentecapaci di interpretarne la natura amministrativo-con-tabile e la brevità del tempo loro assegnato. Ma l’ap-prezzamento per il lavoro svolto non deve far velo al-la povertà dei risultati ottenuti: nonostante le pandet-te, il contenuto dell’archivio di San Giorgio resta malnoto e poco conoscibile; in molti casi la reperibilitàfisica dei pezzi è compromessa dalla loro dispersionenei depositi; di molti libri non inventariati si ignoral’esistenza.

Nel frattempo molte cose sono avvenute: la sensibili-tà degli storici, la loro metodologia e il modo stessodi fare ricerca sono cambiati. Numerosi archivi si so-no attrezzati con inventari analitici a stampa, con re-gesti delle raccolte documentarie più importanti, ad-dirittura con fonti consultabili on-line. Anche a Ge-nova si è finalmente avvertita l’esigenza di predispor-re strumenti più raffinati per studiare l’archivio diSan Giorgio, ed a tale scopo è in corso un interventosistematico reso possibile da una felice combinazionedi sensibilità culturali e di energie complementari.

La vicenda è iniziata nel 1982, quando la Società Liguredi Storia Patria e l’Ufficio Centrale per i Beni Archivisti-ci hanno concordato un’operazione di assaggio su unaparte dell’archivio. I suoi risultati positivi si sono tradot-ti nel 1985 in una convenzione estesa all’intero archivioe con la quale è stato formalizzato un triplice apporto diforze, indispensabile per condurre a termine l’impresa.

In primo luogo la copertura finanziaria del compensoper i collaboratori, che è stata fornita dalla Provincia edal Ministero fino a tutto il 1995, ma è poi venuta me-

consecutively, assembled in apparently homogeneousseries and - within each series - arranged in chrono-logical order by the year in which they were started;the others are lacking in any numbering and provide,at the most, the year of the start and the end of eachblock. Moreover, there was, and still is, no inventory atall for the remainder of the archive, consisting of thou-sands of ledgers, indices and files stacked in cubby-holes in the storage areas or which went unnoticedduring the cataloguing efforts.

For those ancient indices, with all their gaps and errors,we have to be grateful to the 19th century archivists, allthe more if we consider how few and how lacking in ad-equate means to catalogue such a volume of materialthey were, how few had the professional skills to inter-pret its administrative-accounting nature and how littletime they had to do the job. But our appreciation for thework done should not make up for nor hide the poorquality of the results obtained: In spite of the “pandette”,the contents of the archive of St George remain littleknown and are not easily accessible; in many cases theitems are scattered across the storage areas, making itdifficult to physically locate them; many books that werenever inventoried remain, of course, unaccounted for.

Much has happened in the meantime: The sensitivity ofhistorians, their methods and manner of doing researchhave changed. Many archives are now equipped with de-tailed printed inventories, synopses of the most impor-tant document collections and sources that can be con-sulted on-line. Even in Genoa the need has finally beenacknowledged to develop more sophisticated tools forstudying the archive of St George, and for this purpose asystematic operation is now in progress, made possibleby a fortuitous combination of cultural sensitivity andcomplementary energies.

This operation started to take shape in 1982, when thelocal Ligurian Historical Society and the Central Officefor the Archives' Wealth (“per i beni archivistici”)agreed to conduct a test on part of the archive. Its posi-tive results led in 1985 to an agreement extended to theentire archive, formalising a triple contribution offorces, required to complete the job.

In the first place, financial coverage for the salaries ofthe collaborators, which was provided by the Provinceof Genoa and the Ministry until 1995, but was soon af-

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no negli anni seguenti salvo un breve finanziamento se-mestrale della Provincia. Nel 1999 una nuova conven-zione quadriennale tra la Società Ligure ed il Ministeroha assicurato i fondi per il quadriennio 1999-2003, altermine del quale è sopravvenuto il contributo elargitospontaneamente per il 2004 dall’odierno Banco di SanGiorgio, unica azienda di credito cittadina dimostratasisensibile all’importanza dell’iniziativa. Un ulteriore fi-nanziamento del Ministero per i Beni Culturali ed Am-bientali per il biennio 2005-2006 dovrebbe consentiredi concludere la schedatura dell’archivio.

In secondo luogo la direzione scientifica del lavoro,impostato secondo un piano di massima steso dalprof. Puncuh (presidente della Società Ligure) e dalsottoscritto (consigliere) e del quale io curo perso-nalmente l’attuazione con l’aiuto di una squadra dicollaboratori addestrati nelle discipline opportune(paleografia, diplomatica, contabilità, ecc.).

Ed in terzo luogo il supporto logistico fornito dalladirezione dell’Archivio di Stato di Genova, che hamesso a disposizione locali e attrezzature per l’esamedel materiale.

Dal punto di vista metodologico, è stato anzitutto ne-cessario mettere ordine nelle molteplici attività svol-te dalla Casa di San Giorgio, che sono state inquadra-te in sei categorie fondamentali (Affari generali, Ban-chi e tesoreria, Debito pubblico, Imposte e tasse, Be-ni immobili e possedimenti territoriali, Privative ge-stioni separate e varie); la fase successiva è consistitanello schedare uno per uno tutti i pezzi dell’archivio,descrivendone i caratteri esteriori ed interpretandoneil contenuto in termini aziendali; in seguito le schedesono state raggruppate per serie omogenee, questeultime per genere, i diversi generi per settore ed infi-ne i settori per sfera di attività cui competono.

Per garantire alla schedatura il massimo di omoge-neità, si è predisposta una guida generale e si è fattoricorso ad un thesaurus di formule elastiche adattabi-li alle varie tipologie di contenuti. L’elenco del mate-riale presente ed i progressi della schedatura sono re-gistrati via via su adeguati supporti informatici; senzal’avvento del calcolatore elettronico, che proprio nel1984 l’Unesco proclamò “amico dell’uomo” sarebbestato difficile intraprendere il lavoro di schedatura emantenerlo sotto controllo.

ter curtailed except for a brief biannual contributionfrom the Province. In 1999 a new four-year agreementbetween the Ligurian Historical Society and the Min-istry guaranteed funds for the period 1999-2003, at theend of which a contribution was spontaneously madefor 2004 by today's Bank of St George, the only localcredit institution to show any awareness of the impor-tance of the initiative. A further grant from the Ministryfor Cultural and Environmental Heritage for the period2005-2006 should enable the completion of the index-ing of the archive.

In the second place, the scientific direction of the work,organised according to a draft plan drawn up by Prof.Puncuh (president of the Ligurian Historical Society)and myself (consultant) and for which I have taken per-sonal responsability, with the help of a team of collabo-rators trained in the appropriate disciplines (paleogra-phy, diplomacy, accounting, etc.).

And in the third place, logistic support provided by themanagement of the State Archives of Genoa, which hasmade rooms and equipment available for the examina-tion of the material.

From a methodological point of view, it was firstlynecessary to organise the many activities carried outby the House of St George, which have beenarranged into six main categories (General affairs,Banks and treasury, Public debt, Taxes and duties,Property and land, Private foundations and others).The next step was to catalogue, one by one, eachitem in the archive, describing its material charac-teristics and interpreting its content in economicterms. The items were then grouped in uniform se-ries, the series were grouped by type, the types bysector and lastly the sectors by the sphere of activi-ty to which they pertained.

To ensure that this was done in a uniform manner, weestablished some general guidelines and a thesaurusof flexible formulas which could be adapted to thevarious types of content. The list of materials foundand our progress in its classification were recordedon a computer as we went along; prior to the adventof the computer, proclaimed "friend of mankind" byUnesco in 1984, it would have been difficult if notimpossible to undertake this work and to keep it un-der control.

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Di pari passo con l’organizzazione delle schede in se-rie, generi e settori, il Ministero ha proceduto alla lo-ro pubblicazione sotto forma di volumi corrispon-denti alle diverse categorie di attività. Ogni volume ècomposto da un gruppo variabile di schede dotate diuna numerazione progressiva e riunite in tomi. A tut-t’oggi (2005) sono disponibili sedici tomi, facenti ca-po agli Affari generali (vol. II), ai Banchi e tesoreria(vol. III) ed al Debito pubblico (vol. IV);42 per com-pletare i volumi in corso e quelli non ancora iniziatisi prevede la pubblicazione di altri dodici tomi.

Il lavoro si è rivelato più lungo del previsto. Il nume-ro delle unità da studiarsi, che in base alle pandetteera stato stimato inizialmente in 33.000 pezzi, è anda-to lievitando nel tempo con la scoperta di quelli noninventariati ed ora si aggira intorno a 39.000 unità.

Grazie al sostegno finanziario giunto da diverse fonti,da quando è iniziata l’operazione (1983) a tutt’oggi(fine 2005) la compagine dell’archivio è stata identifi-cata per il 99% e la sua schedatura ha superato l’85%.Ho fondati motivi per sperare che questa opera ormaiventennale possa concludersi entro il 2007, quandomaturerà il sesto centenario della nascita della Casa. Aquel momento, purché non vengano meno il modestofinanziamento ancora mancante per la stampa e natu-ralmente l’aiuto di San Giorgio, si avrà finalmente unostrumento di ricerca adeguato alle esigenze degli stu-diosi ed all’onore della città di Genova.

As we proceeded with the organisation of the items intoseries, types and sectors, the Ministry published them inthe form of volumes corresponding to the differentspheres or categories of activity. Each volume consists ofa variable number of items numbered in consecutive or-der and assembled in tomes. To date (2005) there aresixteen tomes available, for the categories of General af-fairs (vol. II), Banks and treasury (vol. III) and Publicdebt (vol. IV).42 To complete the volumes which are al-ready “work in progress” and those which have not yetbeen started, we expect to publish another twelve tomes.

The work has taken longer than we expected. The numberof items to be studied, which based on the “pandette” wasestimated initially at 33,000 pieces, has grown over timewith the discovery of many that were never inventoriedand which now take the total up to around 39,000 items.

Thanks to sporadic (and often non existent) financial sup-port from various sources, since the operation started (in1983) and up to the present time (late 2005) 99% of theitems in the archive have been identified and more than85% have been catalogued. I have good reason to hope thatthis work, which has already taken twenty years, will befinished before the end of 2007, the sixth centennial of thefoundation of the bank. At that time, provided that thesmall amount of money still needed for printing can beraised and, of course, with the help of St George, we willfinally have a research tool adequate for the needs ofscholars and worthy of honour for the city of Genoa.

36 A dare un senso a queste considerazioni si pensi che l’attività pura-mente bancaria svolta nel sec. XV è documentata per la Casa di SanGiorgio da quasi 200 registri distribuiti nel periodo 1408-1445; l’ar-chivio della Taula di Barcellona, invece, conterebbe soltanto cinquelibri relativi agli anni 1401-1407 (Esteban Hernandez Esteve, “I ban-chi pubblici napoletani a confronto con la banca pubblica della coro-na d’Aragona”, in Gli inizi della circolazione della cartamoneta e i ban-chi pubblici napoletani, a cura di Luigi de Rosa, Napoli 2002, p. 479;ma v. soprattutto Josep M. Passola, Els Origens de la Banca Publica.Les Taules de Canvi municipals, Barcellona 1999).

37 La ragione di quell’antica riunione è semplice: quando si proce-deva ad una riforma del debito pubblico, la compera unificatasubentrava legalmente - nei rapporti con i terzi - alle compere inessa confluite e ciò implicava la consegna al nuovo organismodell’intero loro archivio: titoli di legittimazione, leggi, privilegi,atti notarili, matricole dei creditori, libri contabili, ecc.. Oltre al-la documentazione relativa alla propria gestione, le c.d. comperedel capitolo istituite nel 1340 custodivano i registri di ammini-strazione dello stato, delle sue magistrature o di singole operazio-ni temporanee (ambascerie, armamento di flotte, ecc.) che i fun-zionari delle compere (i Visitatores comperarum capituli) sindaca-vano regolarmente nella forma e nel merito, e che al termine del-la gestione ricevevano in deposito. Così, al momento della suaistituzione e del successivo assorbimento delle compere residue,la Casa di San Giorgio ricevette tutto il materiale delle compere inessa confluite (che a causa dell’incendio del 1339 inizia in prati-

36 It may help to make sense of these considerations if we think that purelythe banking activities performed in the 15th century are documented forthe House of St George by almost 200 ledgers covering the period from1408 to 1445; the archive of the Taula Bank of Barcelona, by compari-son, consists of only five ledgers relative to the years 1401-1407 (Este-ban Hernandez Esteve, "The public banks of Naples compared with thepublic bank of the crown of Aragon", in Gli inizi della circolazione del-la cartamoneta e i banchi pubblici napoletani, edited by Luigi de Rosa,Naples 2002, p. 479; but see especially Josep M. Passola, Els Origens dela Banca Publica. Les Taules de Canvi municipals, Barcelona 1999).

37 The reason they were originally kept together is simple: When thegovernment proceeded to reform public debt, the unified “compera”legally took the place - in relations with third parties - of all the“compere” of which it was composed, and this implied the transferto the new organism of their complete archives: deeds of right, laws,privileges, notarial documents, creditors' roles, ledgers, etc. In addi-tion to the documentation relating to its management, the so-called“compere del Capitolo”, established in 1340, took over custody ofthe ledgers of government administration, of the magistrature or oftemporary transactions (embassies, arming of fleets, etc.) which theofficers of the “compere” (the Visitatores comperarum Capituli) con-trolled regularly in form and in content and which, at the end of themanagement, they received to keep in storage. Thus, at the time ofits establishment and of its subsequent absorption of the residual“compere”, the House of St George received the material pertainingto all the “compere” (which because of the fire in 1339 only really

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ca nel 1340) e quello di pertinenza statale su cui esse avevanoavuto il controllo.

38 A.S.G., busta G 1.

39 A.S.G., registro F 1. L’operazione fu consacrata da un atto di permu-ta del 3 aprile 1874. Di fatto, la prevista demolizione dell’avancorpoper ampliare la strada tra piazza Caricamento e piazza Raibetta su-scitò tali divisioni nella cittadinanza che nel 1889, per dirimere laquestione, il ministro della pubblica istruzione Paolo Boselli nominòuna speciale commissione composta tra gli altri dal deputato France-sco Genala presidente, da Giosué Carducci e da Salvatore Cognettide Martiis. Accogliendo i suggerimenti della commissione, l’avancor-po non fu demolito e ci si limitò ad aprire i due arconi laterali delportico inferiore per consentirvi il libero passaggio di pedoni e vei-coli (Il palazzo di San Giorgio in Genova. Demolizione o conservazione.Relazione del deputato Francesco Genala in nome della commissione no-minata dal ministro della pubblica istruzione Boselli, Firenze, pei tipidi S. Landi, 1889).

40 A.S.G., busta G 3.

41 Nel 2004 l’Archivio di Stato di Genova si è trasferito nel complessodi Sant’Ignazio e il fondo di San Giorgio è stato temporaneamentedepositato altrove in attesa di una nuova sistemazione.

42 Archivio di Stato di Genova, Inventario dell’Archivio del Banco diSan Giorgio (1407-1805) sotto la direzione di Giuseppe Felloni, vol.II (Affari generali), tomi 1 e 2, vol. III (Banchi e tesoreria), tomi 1-6,e vol. IV (Debito pubblico), tomi 1-8, Roma 1989-2002.

dates from 1340) and the material pertaining to the government overwhich the “compere” exercised control.

38 A.S.G., “busta” G 1.

39 A.S.G., book F 1. The operation was sealed by a deed dated April 3,1874. In fact, the scheduled demolition of the front section of thebuilding to widen the street between Caricamento Square and Rai-betta Square caused such divided opinion among the citizens that in1889, to settle the issue, the Minister of Education, Paolo Boselli, ap-pointed a special committee consisting among others of FrancescoGenala MP as president, of Giosué Carducci and of Salvatore Co-gnetti de Martiis. Accepting the suggestions of the committee, thefront section was not demolished and the plans were changed simplyto the opening up of two side archways in the lower arcade to enablepedestrians and vehicles to pass (The St George building in Genoa.Demolition or conservation. Report by Francesco Genala MP on be-half of the committee appointed by the Ministry of Education Bosel-li, Florence, S. Landi, 1889).

40 A.S.G., “busta” G 3.

41 In 2004 the State Archives of Genoa were transferred to the St Igna-ce complex and the St George collection was temporarily stored el-sewhere awaiting relocation.

42 State Archives of Genoa, Inventory of the Archive of the Bank of StGeorge (1407-1805) under the direction of Giuseppe Felloni, vol. II(General affairs), tomes 1 and 2, vol. III (Banks and treasury), tomes1-6, and vol. IV (Public debt), tomes 1-8, Rome 1989-2002.

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Ambroise Louis Garneray, Vue de Gênes, prise de la mer vis-à-vis l’entrée du port, Genova, Collezione Privata

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Ambroise Louis Garneray, Vue de Gênes, prise de la mer vis-à-vis l’entrée du port, Genoa, Private Collection

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Finito di stampare nel mese di Ottobre 2005Tormena Editore 1948 S.p.A.