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MASTER NE ATIVE NO 91-80214-8

Ecce Homo-Arturo Graf

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  • MASTERNE ATIVE

    NO 91-80214-8

  • MICROFILMED 1991

    COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES/NEW YORK

    as part of the.

    Foundations of Western Cvlization PreservationProject

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  • AUTHOR:

    GRAF, ARTURO

    riTLE:

    HOMO; AFORISMIPARABOLE DI ...

    PLACr

    MILANODA TE :

    1908

  • COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIESPRESERVATION DEPARTMENT

    RTRTinnRAPHTr mtcroform target

    Master Negative #

    Originai Material as Filmed - Existing Bibliographic Record

    j fATERMO LIBRARY

    jDS53G7n'i

    Graf, Arturo, 1848-1913.

    Ecce homo; aforismi e parabole di ArturoGrat

    Milano, Fratelli Treves, 1908.^

    ^^^^.^^

    savr-4itK t p. I-. ixii-xxiv, 270 p., 1 1.^14i"".

    Lacks p. 73-80; p. 81-B8duplicP.ted.

    U

    I. Title.

    Library of Congrcss

    14-20715

    PQ470S.G3E3 1908 (

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    ,*,e ^ ^lAiF FILMED: ^LjlB.L I^'^'^^'^^^^-J^----II! Mf n H^ RFfiRARCH PURI .CATIONS , TNC WOODBRIDGE, CT

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    BY fiPPLIED IMPGE, INC.

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  • ECCE HOMO

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    AFORISMI K PAIWBOLE

    DI

    ARTURO GRAT

    La vilt, per non tapi scort^ere

    troppo, invent il destino.

    Nella tort linosa e Tinta iiavip:azion

    (iella vita, pi che i Neiitioontrarii,

    temi jili scogli nascosti.

    M l L A N

    FRATELLI TREVE8, EDITORI

    1908

    ^^^^^^^^^^^^^^jg^g^g^jg^^^^gg^^^gH

  • i.i:l \iEii>iMt Al rii:i:

    (t'dhloiii Trerfs).

    L.Dopo il tramonto, versi (1S93) ....Morqai, nuove poesie (19

  • .il

    PREFAZIONE.

    Graf, Krcfi Homo.a

  • \I

    Ad ALCUiNl (ilOVAUISblMI,

    Voi siete trsti e non sapete perch.Se

    non gioconda la giovinezza,quale altra

    et (Idia vita potr essergioconda^ La

    vostra giovinezza come unapianta cui

    siano contrarii il dima e il suolo. Voi

    siete trsti della trstezza diquesta nostra

    civilt cupa e feroce, non menoinfesta^

    ai giovani che ai vecchi. Ai vecchi,cut

    aia natura scema il vigore, essa, lacivilt,

    'col tumulto della sua foga incalzante,con

    l'asprezza de' suoi congegni, con l'oppres-

    sione della sua congerie, nega ilriposo,^

    mozza il respiro, affretta lamorte Ai

    giovani ruba la giovinezza, scerpa il fior

    della vita. Voi sentite di morire allagio-

    vinezza prma ancora d'averla assapo-

    rata.L'anima vostra si oscura e si sfredda.

    Non avde pi ne tempo, ne voglia, di so-

    H\

    .^^ ~ '^St.^ ^ ^.jpfAM^^ JFm

  • PKEFAZI(>>'E XllIXII PKEFAZIOKE

    mare e (l'aiiare. Prima coloro che vi mi-'sevo (il liwudojpoi coloro che vi ainnioe-stmnoj nmi vi sanno parlare d'aUro chedella necessit di tirare al guadagno^ di

    assievrarsi tvn i^ostOj di htttar via le il-

    !,,i'Hi> hi casa > f" scuola. Chiedete

    una iiarola di vita^ e non Vndite da neS'sima jwte- Le rcligionij con voci di ora-coli spenti, con richiami di miti moHi,

    vi parlano tm linguaggio che voi non

    potete i'''' hitendere. La jilosojia discute

    alla vusira presenza mi nnmem stra-

    grande di cose che non vi giovano e non

    v'importano^ e si scorda di dirvi come

    e perch dovete vivere^ quale sia il senso

    e il rrdnr della vita. Za scienza vi am-monisce che mondo fdco e mondo mo-rale soggiacciono a una stessa necessit,

    eterna e imluttahile, che tutto si riduce

    a meceamsmo, che voi medesimi non

    siete se nmi automi, e che non vi sonorrdori nel mmdo, ma soltanto foMi eleggi. L'iirfe, da uUimo, vi dichiara cheessa ha da^ attendere a s e non a voi;

    i

    n

    che nulla essa ha da spartire con gli al-

    tii interessi umani. Se volete, senza che

    altri vi soccorra, misurare le vostre forze,

    penetrare in voi stessi, conoscervi, il

    tempo vi tnancaj o Vinquietezza vi turba,

    o il frastuono v'assorda.

    Vi affacciate a questa scena del mondo,

    e quale spettacolo vi si offre? Uno spet-

    tacolo voi non sapete se pi doloroso, o

    pi laido, o pi grottesco. Cercate di

    darvi ragione di ci che vedete, e non ci

    riuscite. Chiedete a voi stessi se la ci-

    vilt ahl/ia per iscopo di esaltare l'umana

    natura ovvero di deprimerla. Imparate

    a conoscere la terribile schiavit del li-

    bero cittadino, l'atroce miseria del popolo

    sovrano. Vi sentite avvinghiati, premuti,

    travolti; e in quella che date tutte le vo-

    stre forze alla comune opera intermina-

    Ule, che, pure essendo comune, tutta

    tramata di rivcdit e di confi itti; e men-

    tre vi logorate nella cotidiana fatica del

    fare, disfare, rifare; l'i avvelaia Va nima

    un dubino amaro, se non pure la dispe-

    rata certezza, della inutilit dell'opera

  • XIV pmBfAZIONlSPREFAZIONE XV

    vostra e delValtmi e di ogni possibile

    opera. Sentite che la macchina immane

    chp ^'f'^ani costruita d stritola; che lecose profotte a giommento delle persone

    affofjano le persone: e nella d in cidvili dovrehhe parer lieta la vita, molti

    di voi desiderano di 7ion essere nati,

    Kr dov' tanta iifelicit pu non es-

    sere (iMirtianta riequizia; che facilmente

    Vuomoy per ischermirsi dal moie che lo

    premr, n lo minaccia, si fa ingiusto, e

    facendosi ingiusto, accresce ed aggrava

    il male. In nessun altro tempo la nen-

    zogna, l'impudenza, la soperchieria, la

    frode, disposero di numerosi, sottili

    e validi ordigni; e se Vesercizio delh

    violenza scemato, quello dell'inganno

    sproporzionatamente cresciido, ed , fra

    quante Jidiistrie si esercitano nel mondo,

    la pili jioituU e rimunerativa. Onde pu

    parere che moltissima parie di questa ci-

    vilf non da intesa ad altro che a prov-vedere di acconci istru menti i disonesti

    ed % jurbuParrebbe che fa fatta condizione di

    'I'

    cose Piovesse escludere,se non altro, la

    fiivolezza, e non pur non laesclude, ma

    la imita e la fomenta. Inmezzo atano

    sfrenamento di appetiti eurto dtnte-

    ressi, e dove con tanto dolorevncomhono

    tanti prollemi, voi potetescorgere mu.

    mereooli forme di frvolezza e di fa-

    tuit, e darne esempiofrequentissimo

    coloro stessi, coloro per i primi,che per

    dignit di grado e austerU d'officiopi

    dovrebbero esserne (dieni. Ma la frivo-

    lezza, per chi non crede che ilmale possa

    pi avere rimedio, pure unmodo di

    dissimulare e di sfuggire il male,ed e

    come un sedativo dellacosdenzcr, e del_

    redo, uomo che non siaintero quasi

    impossibile che non sia frivolo._ ^

    Ora, questa nostra civiltquasi pi

    non consente che gli uomini crescanoin-

    teri e si serbino interi. Voi,di regola,

    non incontrerete se nonframmenti duo-

    mini. Cos poHano quella divisionedel

    Uvoro, e quella specificazionedelle atti-

    tudini, di cui troppo d decantano i be-

    nefizii da chi, a rincontro delbenefizio,

  • XVI llt,l:^A..lU> '

    ion sa scorgere il danno. Platone narr

    come deU'undroglno siKirtto in dm sifr,nnnss-p il maschio e la femina. Noi,\iegaUaudo a spartire, nmi avremo piM

    se non neutii, e woltissimi gi nm al-

    tro sono elle neutri.

    Che pu avvenir del carattere/ Voi lo^

    ved'-f^. e pia lo vedrete. Il carattere si.

    disgrega e sgrdola; la volont si faambigua e pusillanime. E cmpromessoe la iransazione formano la trama^ della

    vita e il fondo delle coscienze. 8i vive

    di ripieghi e di espedienti. Non si sa

    fih ile resistere, n correggere, n im-

    porre, n frenare, n dire con chiarezza,

    cmi risolutezza, #1 e no. Un nomo poli-

    tico porr tutto il suo orgoglio nel non

    avere convincinienti proprii, n propria

    persona morale, e nel trasformarsi a

    nonna delle ocmrrenee e seguitar la cor-

    rente; un leUerato, nd non avere rdtrigusti che quelli imposti o consentiti dal

    puhhlico. Nasce U culto e il fanatismodelle maggioranze. Molti si mettono in-

    sieme per creare di frammenti di vo-

    !fi(t^inHliflifll1iiiiiW*"irii1lWi>1iJlllfrTftiltihlMMftf Wiliihjihi n

    PREFAZIONE xvn

    lonh\, una volont che jmja mnca, in-

    tera e gagliarda; ed eccoappajono fornie

    di servit nuora, spessoin coloro che

    pi (iridano contro ogni servit;mentre,

    da altra banda, le anime dimudlaggme

    porqono una materia quanto pi sipossa

    dire acconcia alle arti e alleimprese de-_

    gl'impostori. A qnardnre certe operaziom

    e certi effetti, si direbbe clicvolont au-

    daci e poderose sorreggono,agitano, pro-

    muovono la nostra civiU; masono, per

    la pi parte, andazzi e voghe,dove co-

    lmo che s'imaginano di trascinaresan

    i' . i'nryp interiori si stem-trascinatt. J^< JO^c imviiuiv

    prano e si dissolvono in unavolgarit

    melmosa, quale forse non si videl'eguale

    nel mondo. E la macchina immane, presol'aire, lavora, con moto sempre

    pm ac-celerato, da se.A quel moto Asogua che ciascuno si

    pieghi e si conformi, e la fretta di-

    venuta il modulo e il canone dituttala

    vita. Ciascuno ha (importino onon tm-

    poHino) troppe cose da fare, e acia-^

    scuno manca il tempo di farle.I padri

    Gn\F. F.rre Homo.

  • XVIIl PREFAZIONE

    non hanno pi tempo di educare % jS-gliuoU ' 'onne di accmire alla casa,

    i medici di curare i loro aninudati, gli

    ammalati di prendere le medicine, glisciupei'fifi f^'ri ridare a sixissOj gli scrittori

    di peiurc a quello che scrivono, gli ora-

    tori di capire quello che dicono, gli ar-

    tisti d'imparare l'arte, e gli as^jirantialla gloria di fare l'un doi)o Valtro quei

    primi paf^f^ che dovrebbero metterli sullavia. Dovi : > "cerete ancora quello che unavolta addimandavasi decoro, ed unacompostezza e signorilit dello spirito,

    riflessa nel discorso, nel gesto, nell'anda-

    tura, nel tratto, in tutta la persona Dovel'alta virt della calma f Nel Limbo diDante, se vi riesce di penetrarvi.

    Genti v^eran co^v ut chi tardi e gravi,

    Di grande autorit ne^ lor sembianti:Paravan rado, con voci soavi.

    OvardMem intomo. Ditemi: costei che2)assa con quell'andatura a scatti, una

    gran dama o una sgualdrina? Ditemi:colui che va in l coi quel fare tra il

    PREFAZIONE XIX

    petulante e V infastidito, ministro

    di Stato Olino slarazzino?h questo Ou-

    raUino qui, un huraUino oun Mera-

    tare d'oppressi'}

    Nessuna et Me mai tanto bisognodi saqqezza quanto ne

    avrebbe bisogno la

    nostra, e nessuna et ne fu phsprov

    veduta. Cercate, se cos\ videtta l animo,

    U sapiente; ma ricordatevi chevi sani

    molto docile di trovarlo. Troveretein-

    vece n.a molta facuit lo sciensiato; maavvertite che non proprio la medmcosa, anzi sono due cose

    pareccMo di-

    verse E o prima o poi vi avvedrete deltaverit di quel detto dello

    Schiller, che per

    molti scienziiUl la scienza non altro che

    una mucca da mungere. E insieme conquesta mucca ne vedrete molt'altre

    e for-

    mare una mandria. _A volte la societ de' vostri simili vi

    parr una caricatura enorme, complicata

    e mutabile, tra il lugubre eil buffonesco

    e vi studierete, concuriosit mista di

    sgomento, di ravvisare le molte ediverse

    fiyureche la compongono:reggitori cU

  • XX PREFAZIONE

    on sanno reggere s stessi; restauratoridell' irrestaurtidie ; conciliatori dell' in-cntcl'Hi^''^- : avveniristi di un prdertojriif che perfetto; apostoli irrazionaUs-simi dell'unica Dea Fagione; mvoluzio-naril in asjyetfazione di stipendio; Uberaliche fanno prendere in odio la Ubeii;religifR rhe fanno prendere ni odio lareligi'jitv, gladiatoii podagrosi; trihuniasmatici; eroi che scappano per l'usciodi dietro; pjaladini del Sillabo amore//-giauti con Carlo Danvin; vendicatori diGlord(ino 1ini no, vii p per un rogo ne ac-ctnil< n hh, rn (^nri: adoratori feroci eplatonici di quella santa Bellezza a cuinon faranno mai fare un figliuolo; let-terati illetterati; crtici analfabeti; le-noni estetici: laureati ut mascalcia escienze affia i ; specialisti ddl' indiscerni-bile e dell'impercettibile; sidmomini chesi fanno chiamare sujeruoniini; stroz-zini sentinientaH ; injn'esarii e ap>palta-tori della beneficenza; fmine mascoli-nizzate; mrnii infeniiniti; impuberiscioperanti; bagasce intellettuali; megere

    PREFAZIONE XXI

    nacificisto; Takh direttrice dieducan-

    dati; HantipTe institutricedi una lega

    per la difesa della indissoluhihte della

    naidit ''"' matrimonio, ecc.,ecc., ecc.

    '

    Vi mtraciqVurete che contanta e cosi

    varia materia di satiraquasinon sifaccia

    pi Sidira, e forse vi ricoi-reralla me-

    moria il mezzo verso di quelhravuomo

    ,11 Giovenale, contemporaneodi Nerone:

    Kiffieile est satiraiii nonsoribcre.

    il/rt cesser la vostrameraviglia se consi-

    dererete che a far satira si^chiedono al-

    cune cose che in mezzo allacivdt nostra

    Vih non .-; trovano: idealiben defniti,

    ionvincimenli sicuri, vivo risentiment^

    morale, aUerezza d'animo, disprezzodella

    comune opinione, affrancamentodagl in-

    teressi volgali, coraggio civde.

    La qoale civilt difetta appuntodi

    quelle condizioni e di quelledoti che pia

    si richiedono a vera dvilUi:compostezza,

    'omogeneit, euritmia, coerenza,anima-

    zione interiore. Essa impone sforzoec-

    ces9vo ed ininterrotto, e recidei nervi

    '^'"^:^f^:-:'

  • XXII PREFAZIONE

    dello sforzo. Prdmde massima intensitdi vita, e fa perdere il gnsto della vita.

    Vuole tutto l'uomo e lo scema dell'anima.

    La confusione, la contraddizione, la in-

    sffdnJifn, sono in ogni sua parte e nel

    tiiffn w^inne. Essa hugiarda, incle-

    mente e mostruosa. E Insogna lene chetal giudizio sia vero, se si vedono con-

    cordare in esso iomini di cos diversa

    indole, e di cos contrarie dottrine, qucdi

    lo SjH-ucrr, il Xif'f-f^rhr. il lusldn, il

    1 hldo i. / ' Eucke 1

    1

    .

    n tnagine sua pili fedele il gir/male,il giornale che accoglie in s tidti i con-

    trarii, che pone allo stesso livello le cose

    massime e le minime, che cancella esso

    stesso ogni giorno lo propria traccia,

    che vive della cosa che jassa nell'istante

    che fugge, ed m per principio regolartore la fretta, e che assumendo di am-

    maestrar r ignoranza con le prime sitepagine, pone le nUime al servizio dellaimpostura, della eiarhiamerim, dd leno-cinio, e di quante sono le arti intese a

    sfruttare V ign oranza.

    PREFAZTO-NE XXIII

    Vivere in mezzo a s fattacivilt, ,

    mt uno spirito retto, delicato ed altero,

    assai dura e difficile cosa, etormentoso,

    a volte, il desiderio diuscirne, bimile,

    per pii rispetti, alla nostra fu lavita

    in Roma e nelle maggiori cittsoggette

    al suo impero, a cominciaredal tempo

    dei primi Cesari. Molti allora sividero,

    o nauseati o stanchi,prendere^ in odio

    le mura e i consorzii cittadini,anelare

    alla libert e alla quiete deicampi. Onde

    il Beatus ilio qui proculnegotns di

    Orazio, e le querele degli elegiaci,e, pi

    tardi, le rinunzie e le fughe dicoloro

    che ripararono nei deserti.

    Ma la fuga, impossibile ai pvi, non

    dev'essere consigliala a nessuno,se non

    temporanea, e quanto dia modo a risto-

    rare l'animo, a ricuperare leforze. Ai

    mali non si rimedia con Vappartarsene,

    e nessun male cos disperatoche non

    possa dar luogo a qualche rimedio.Perci

    armatevi di fortezza e di costanza,ed e/i-

    trate cauti, ma animosi, nelcimento, V%

    imir di porre U piede in un mondoin

  • XXIV PBT^AZIONE

    dissoluzione, e certo 7ion vi parr il falso,

    M(i in parte almeno, mondo che si dis-

    solve perch si rifu, e Vesito sar miglior

    del jnnresso. La rifa vuol mvere, ed

    imijduosaj e spes,sn < Icca, in tale siio^

    istinto, e s'avventa per tutfr le vie che si

    trova siinse dinanzi, buone e non buone,

    e se il e apre violentemente di nuove. Fate

    che acquisti sempre pii coscienza di se.

    Ajutafrfn, ajuiandovi. Non vi lasciate

    stordir da clamori, n intimidir da ini-

    nacce. Serbate, co7i ogni maggior potere,

    la interna signoria di vm stessi, la se-

    renit del giudizio, la visione del fine,

    Vamore dpjrojyere. Passato il primo sgo-

    mento, ti accorgerete di un vasto, bench

    quasi occulto, travaglio di forze cospi-

    ranti a rinnovamento, e vi parr di sen-

    tire Voscuro germinare dei semi chiusi

    ancora nelle zolle profonde.

    E non dispererete della salute, perchla vita degli uomini foMa in massimaparte dagli uomini, e perch la salute

    in voi.

    AFORISMI.

    (JiiAF, Ecf'f Homo.

    ' '

    'i i:i' -^if'^^-M ^W i^V '

  • 1.

    L' esperienza ammonisce chebiso-

  • 1.

    L'esperienza ammonisce che biso-

    jrna, qualche volta, chiudereun occhio,

    ma che non bisognamai ch.aderh

    tutt'e due.

    o

    gi molte volte accaduto nel mondoche un vecchio errore,

    conosciuto per

    tale e come talemandato in bando,

    ripresontato poi in capo di certotempo,

    fu accolto come eccellentee novissima

    verit.

    3.

    Sposso ohi meglio intende ilgiuoco

    delle coso umane, presos\ forte dal

    gusto di farsene spettatore egiudice,

    che pi non cura di prendervi,parte.

    iibw. ^t* . V i4fc.'ir^Mrf

  • AFOlU&Mi

    4.

    Pochi uomini (iosidoraiio voramento

    di morir; ma infiniti vorrobboronon

    esser mai nati.

    ..

    FrebriO clie lo operazioni tutte conle

    quali gli uomini s' ingegnano di acqui-

    stare la felicit, sono ad essi cagionodi

    maffgioie infelicit.*oo'

    i.

    Ci che una generazione impar a

    caro prezzo, hi susseguentedisimpara

    celiando.

    t.

    Nulla che tanto impedisca la feli-

    cit quanto un desiderio smodato e un

    Bovorchio studio di procacciarla.

    8.

    Gli egoisti sono poveri maestri nel-

    l'arto di godere, ignorando la gioja del

    dare e del darsi.

    Al'UlilSMI

    9.

    Sono opero d'arto in cuiammiriamo

    Drincipalmente l'idoa, e altre incui am-

    miriamo principalmente l'esecuzione.

    Perfette ci pajono quello in cui 1una

    e l'altra possiamo ammiraredel pan.

    1".

    Chi voglia udire la voce sinceradella

    coscienza, bisogna che sappiafare si-

    lenzio intorno a so e dentrodi s.

    11.

    Un valentuomo che si batta in duello

    con uno stordito, facome quel gio-

    catore che giocasse una postamolto

    grossa contro una posta moltopiccola.

    12.

    Chi, per esser privo dei bonidella

    fortuna, si lagna di non avernulla e

    di non essere nulla, fa di soquel giu-

    dizio che i suoi nemici potrebberofare,

    e che egli mostra di meritarsi..

    'Pip?|Sfitiftf;'

  • 6 AFOUSmAFORISMI

    i o.

    La politica comune , troppo sposso,

    Tarte di mandare innanzi, a braccetto,

    la verit e la menzogna, por modo che

    chi lo vedo passare non sappia distin-

    guer quale sia la menzogna e quale

    la verit.

    14.

    l'auto vale l'uomo (luanto vale il con-

    cetto che egli si forum della felicit.

    15.

    Chi si fida di ognuno, mostra d'avere

    poco discernimento e poco giudizio: chi

    non si Oda di nessuno, mostra d'averne

    anello meno.

    La vanit della scienza comune pu

    essere veduta da una scienza superiore;

    non mai dall'ignoranza.

    17.

    // tempo denaro! duncpio cosadi s\ piccolo pregio il tempo?

    H

    18.

    Quanto pi lo spirito si allarga,e

    tanto me.O posto viposso.^o trovare

    l'odio o l'invidia.

    19.

    Chi non riesce a trovarein se stsso

    le ragioni e i modidell'equilibrio mo-

    rale, non isperi ditrovarli intorno a so.

    20.

    Quand'ebbe creato il mondo, ilPadre

    Eterno lo giudic, dicendolobuono

    ;lo

    ohe prova che la criticao coeva della

    creazione.

    21.

    Essere modesto spesso pifacile a

    chi abbia fatto qualcosache a chi non

    abbia fatto mai nulla.

    22.

    Un libro che per s non valganulla,

    ma sia difficile da trovare,diventa pei bi-

    bliofili di professione un libroprezioso.

  • 8 AFORISMI

    23.

    Certi bibliofili fanno all'amore coili-

    bri a un ilipre^so comegl'impotenti

    fanno all'amore colle donne.

    21.

    Chi fa un libro ci metto dentro,di

    solito, la parie mi,'lioro di so;e per

    questo, conversare coi libri, pi pia-

    cevrole che conyersare cogliuomini.

    25.

    La letturn

  • AF0RIS5II

    33.

    Molto imaginazioni, chepiimamente

    naciuoro d'orroro,diveinoio i.oi Sim-

    boli di veni il.

    34.

    In un desorto, perquanto and sia

    ,1 pu6 potar acqua difuon; ma 1^

    un cuore eh. m sonon ne abbia la

    prima sorgente.

    Ot).

    (uando si sia bone conosciutoo sen-

    tilo cho tutta nua.tala vita o amava,

    b ^ poco di ama.0 vipossono agguu-

    niccolo disgi-azio chointravon-

    go.o 1 P"=3;^^f i ,,a infusio.iegono alla S^'''''^^-'^^^^axogoc-

    di assenzio non SIav N 01 toquaic.

    eia di sugo di genziana.

    3i>.

    Buon maestro gi luellodie non

    ioga, comprimo o snatural'amma del-

    raluniio.

    AFOBISMI11

    37.

    Di l da certo segno, lariccliezza e

    la povert hanno comunequesta ma-

    ledizione, che fannodell'uomo uno

    schiavo.38.

    Chi, essendo in guerracol mondo,

    in pace con sr medesimo,pu esser fe-

    lice; ma non pu non esseremfelic.s-

    Bimo chi, essendo in guerracon se me-

    desimo, sia in pace colmondo.

    39.

    Scorgere della vita anche leminuzie

    bene" contemplarle male.

    40.

    Non isperate che lo conseguenzede-

  • AFOEISMI 13

    12 AFOKISMI

    i

    41.

    Tutto ci che non solleva lo spirito,

    lo deprimo.4i>.

    Cosi la violenza, come la debilit

    dello spirito, hanno spesso un effetto

    medesimo; la sterilit.

    43.

    La felicit corno {luell'osto che aveva

    Fcriito sulla sua bottega: Domani si

    far credenza.44.

    Non vi affannali' pi del ragionevole

    a distruggere le false opinioni degli uo-

    mini. 11 tempo le distrugiro infallibil-

    mente da se, e spesso chi con troppa

    furin le assale, non fa so non incitarle

    a iocistere.

    45.

    Che giova ral)bondanza dei l)eni ma-

    teriali nell'inopia e nell'impotenza dello

    spirito? Non T' peggior miseria che

    la miseria di certi ricchi.

    il

    46.

    Si rimane esterrefatti (juando si con-

    sidera di che poco uso sia nelmondo

    la verit.

    47.

    Non meraviglia che ci siano stati nel

    mondo tanti re pessimi ; anzi meravi-

    glia che co ne siano stati alcunibuoni,

    mentre, nella loro condizione, ora(luasi

    impossibile riuscire altro che pessimi.

    48.

    Chi non ha nessuna specie d'ideale,

    non pu avere nessuna specie di pudore.

    49.

    Quando le opinioni si ricevono belVe

    fatte dagli altri, facile averele opi-

    nioni pronte su tutto.

    50.

    Allora soltanto lo spirito nelpieno

    della sua potenza quando abbia chiara-

    mente scorti i proprii confini.

    . .aiar

  • 14 AFOKISMI

    51.

    L'uomo (li parando iiitellotto stenta a

    persuaderai elio irli stupidi siano tanto

    stupidi (luaiilo sono veramente.

    52.

    Il filosofo rimano confuso, vedendo

    quanti mali bisogna tollerare, e quanti

    talvolta favorire, perch il malo non

    cresca fuor di misura.

    Por sentirsi, non diremo sicuri, ma

    cora

  • 16 AFORISMI

    61.

    Chi pu possedere in ispirito il mondo

    non si cura di possedere materialmente

    una minima parte di esso.

    62.

    j ignoranza delle cose vecchie, dotte

    e ridelite, spesso unico fondamento

    alla i)rosunzione che taluni hanno di

    dir cose novissimo.

    63.

    Chi negl'incontri della vita giorna-

    liera teme sempre diveder compromessa

    e Bciupata la dignit propria,mostra

    che la dignit per lui non altro che

    un vestito.

    64.

    Quella che comunemente chiamano

    prosa della vita non , a dir vero,una

    gran bella prosa; anzi una prosa che

    molte volte non d neppur senso ; ma

    non detto che non si possa, in qual-

    che misura, ripulire e correggere.

    AFOBISMI 17

    65.

    La vita umana unanavigazione

    fortunosa ed incerta, durante laquale

    convien far gotto di moltissimecose per

    aver grazia di salvarnealcune poche.

    66.

    Una donna la quale non abbia avuto,

    a ventanni, altra ragione d'essereamata

    che la bellezza, sar detestataa qua-

    ranta.67.

    Chi lavora con Fascia non pu fare

    se non lavori grossi. Leoperazioni pi

    delicato della vita non si possonoese-

    guire con ira e con violenza.

    68.

    La bont vera , non debolezza,ma

    forza. V uomo debole solo buono mapparenza.

    69.

    La sola nobilt che da molti sco-

    nosca raUerigia e l'arroganza.

    GiiAF, Ecce Hunio.o

    . .> *'J{L^tof"Afc-;i3;

  • fiS

    AFORISMI 19

    IH AFORISMI

    70.

    Chi uoii vaio a govornaro se, potr

    Yiolontare, non governaro, gli altri.

    71.

    Nessuno pi codardo di colui che per

    sottrarsi ai dolori onde suol essere ac-

    compagnata la vita no' suoi gradi pi

    alti, vorrebbe potere scendere a quei

    pi bassi gradi della vita che, appunto

    perch pi bassi, sono esenti da quei

    dolori.72.

    La popolarit , di solito, una ser-

    vit illustro.73.

    Se non isperate di poterlo sollevare

    e redimere, tenetevi lontani il pi che

    potete dalle nature abiotto, perch dal

    loro commercio rimarrete, in un modoin un altro, contaminati.

    74.

    Chi vuol essere da pi ch'ei non pu,

    riesce da meno di (pianto ei potrebbe.

    76.

    Non v' lettura pi stucchevole e

    pi nociva che la lunga econtinuata

    lettura della prosa dellavita. Perci,

    se volete durare a vivere,dopo aver

    letto un volume di quella prosa,pro-

    curate di leggere una paginaalmeno

    di poesia.

    76.

    La poesia della vita combina di

    quelle sorgenti occulte e profondeche

    a farle scaturir dalla terraci vuole

    molto studio e fatica, ma chepoi sca-

    turite, pi non si perdono.

    77.

    Sebbene possa allo volto parere il

    contrario, uno spirito sui)erioronon

    pu essere soggiogato da uno spn^ito

    inferiore.78.

    Ottimo quel maestro che, poco in-

    sognando, fa nascere nell' alunnouna

    YOgha grande d'imparare.

  • 20 AFORISMI

    79.

    Uopora (l'arte, se de^na del nome, de-

    v'essere come la creatura che la donna

    ha nel corpo, la quale s'ha a metter

    fuori, non per elezione, ma per ne-

    cessit.

    80.

    L'arte pi fa godere, e pi fa soffrire,

    clii pi l'ama.

    81.

    Non vero artista colui che por pia-

    cere altrui sostenga di spiacero a so

    stesso.

    82.

    Le anime generose si studiano di faro

    scaturire dalle anime comuni quanto

    in esse s'accoglie di buono; le maligno,

    quanto in esse s'accoglie di reo.

    83.

    Gli uomini mi possono dare molto

    cose che io non ho; ma non una di

    quelle che io pi apprezzo e desidero.

    AFORISMI 21

    84.

    A faro sana e giusta politica nonbasta conoscere gli uomini; bisogna

    ancora amarli.

    85.

    Dacch, strillando, ebbero salvato il

    Campidoglio, le oche strillano a ogni

    menomo sentor di pericolo.

    86.

    V' chi si vergogna di somigliare agli

    altri uomini, e punto non si vergogna

    di somigliare alle bestie.

    87.

    Il vizio non pu credere alla virt

    per quella ragion medesima per cui

    la vigliaccheria non pu credere al-

    l'eroismo.

    88.

    Non pi misero uso della intelli-

    genza che di spenderla tutta in mettere

    a nudo e schernire la stupidezza altrui.

  • Q9 AFORISMI AFORISMI23

    Quando pure non avesse altre qua-

    lit buone, T amoro avrebbe sempre

    quest'ottima qualit, di rendere piane

    facili tutte le cose.

    90.

    I deboli male sopportano la contrad-

    dizione, anche se mostrino di non ri-

    sentirsene.

    91.

    La verit il pane degl'intelletti

    robusti.92.

    L'uomo che potendo, per natura, es-

    sere arguto e caustico, sappia serbarsi

    benevolo, animale raro.

    L'eleganza la comodit degh spi-

    riti delicati.

    94.

    La ita solo allora bella davvero

    quando ascensione.

    95.

    La forza confidente per natura.

    Nessun pi sicuro segno di debolezza

    che il diffidare istintivamente di tutto

    e di tutti.

    9().

    Nelle cose umane gli spiriti superfi-

    ciali non sanno vedere se non menzo-

    gna ed inganno; i profondi scorgono

    l'intima verit che in esse nascosta.

    97.

    Se non ci fossero tante pecore, non

    ci sarebbero tanti lupi.

    98.

    La poesia pu essere di qualche soc-

    corso a chi dove sostenere il peso della

    povert, e di soccorso anche migliore

    a chi deve sostenere il peso della ric-

    chezza.99.

    Per imparare certe cose bisogna sa-

    perne disimparare certe altre.

  • AFORISMI 25

    24 AFORISMI

    fi

    li

    100.

    Il primo iiuNore dol galantuomo sar

    di non fare il male; il secondo, di non

    lasciarsi sopralfaro e maltrattare. Che

    tiorve che uno sia galantuomo, se il

    primo furfante a cui s'abbatte se lo

    pu mettori ' sotto i piedi?

    101.

    Sono uomini i quali nessuna cosa

    riescono a fare a tempo debito, nem-

    meno morire.

    102.

    La vita degli spiriti superiori suole

    esser retta da principii generali e co-

    stanti; la vita degl'inferiori agitata da

    piccoli impoti di passione, subitanea e

    inconsistente.

    103.

    Corussimo segno d'animo abietto e vil-

    lano: umiliarsi, se trattato con durezza;

    se con mansuetudine, insolentire.

    104.

    Quando fabbricate una definizione,

    vedete di lasciarle a tergo unuscio-

    lino, donde si possa docentementeen-

    trare ed uscire.

    io:.

    La vera modestia nulla ha da spar-

    tire con l'umilt e la pusillanimit.

    106.

    L' insolenza nei grandi odiosa, nei

    piccoli ridicola.

    107.

    Chi in un'arte diventato maestro,

    pu, senza danno, scordarsi lo regolo.

    108.

    Il paese di pi incerti confini che

    sia nel mondo quello della umana

    stoltezza.

    109.

    Nessuno pi nojoso di chi perpetua-

    mente si anno.) a.

    GiiAF, Ecce Uomo. ^

  • 26 AFORISMI

    no.

    Nuoce alla fama delia pi gran parte

    dogli uomini l'ossero troppo int ima-

    mente conosciuti; a quella degli uo-

    mini veramente grandi, giova.

    IH.

    Non veramente grande chi, vedutoda vicino, a[)i)are men grande.

    112.

    11 desiderio una specie di serpo

    prodigioso, che (guanto s'accorcia di

    dietro, tanto s'allunga dinanzi.

    11 :.

    L'incontentabilit dev'essere un ap-

    petito dehcato dello spirito; non una

    schifilt e una nause:i.

    114.

    L'incontentabilit pu essere il con-trario dell'insaziabilit.

    IV),

    Non tutta la marmaglia veste di cenci.

    AFOWi^Ml 27

    116.

    Quando siansi troppo conosciuti i pa-

    droni, si comincia a farequalche stima

    dei servitori.117.

    L'oro, metallo nobile, diventail vile

    metallo solo quando sia passatoper le

    mani degli uomini.

    118.

    La ricchezza pu essere buon condi-

    mento nel banchetto dellavita; ma

    tristo quel commensale cuiessa sia

    tutt' insieme condimento ovivanda.

    119.

    Tutti gli uomini cercano l'utile;ma

    di nessuna cosa si fannogiudizii cosi

    disparati ed erronei come dell'utile.

    120.

    Per non sentire le infinitepiccole

    noje e miserie della vita non c' altro

    mozzo che questo: levarsi con lospi-

    rito fuor del piano ove quelledimorano.

    r f * I T ^''Vrf.xUfraf&i' r.fc "^

  • 28 AFORISMt

    121.

    La pi forando amica o la pi grannomica dolF aomo la fantasia.

    122.

    Chi la il bone per trovar gratitudine,vuol faro un negozio o non il bone.

    12;^.

    una grande disgrazia por la ve-rit avere certi difensori.

    124.

    Per i vigliacchi d'ogni risma l'uomoforte e risoluto sempre un facinoroso.

    12-).

    Il discorso d'infinite persone for-

    mato di parole simili a monete false,

    adulterate, o corrose: non hanno maiil valore che mostrano d'avere e ohedovrebbero avere.

    12(;.

    Vinci il malo che puoi vincere: ilmale che non puoi vincere, sopporta.

    AFORISMI jac7

    127.

    Ci sono taluni ossessi di prudenza,

    che a furia di volere evitare ogni pi

    piccolo orrore, fanno dell'intera vita un

    error solo.

    128.

    Quanto pi ti ricorderai degli erroricommossi, tanto meno andrai a rischio

    di comniottorne di nuovi.

    129.

    La calma la prima virt dei trion-

    fatori.1 30.

    Il buon gusto un pudore dell'in-

    gegno.131.

    Per poter ben morire bisogna avere

    imparato a ben vivere.

    132.

    Coloro che dicono nulla potersi fare

    di profittevole in questo mondo senzaajuto d'arti disoneste, fanno al proprio

    ingegno un ben povero complimento.

  • 80 AFORISMI

    1^:V

    Tu dici elio sei il dovere. Bonissiino:

    aspetta un momento, che la mia co-

    tcieaza ti possa riconoscere.

    l:U.

    rum impossibile; ma c' al mondocerta gente che riesce a morire, seb-

    bene non sia mai stata viva.

    135.

    Vero patriotismo non e quello elio

    solo nello occasioni grandi e solenni si

    scuote, si scalmana e rodomonteggia;

    ma SI quello che cotidianamente, ordi-

    natamente, instancabilmente, procaccia

    il bene comune, e di ci non si vanta.

    136.

    Xon vera amabilit dove non sia

    vera amorevolezza.

    137.

    Quando siete in mozzo alla folla, fattdi non ismarrire voi stessi.

    AFORISMI 31

    138.

    Fate che il padrone eh' in voi vi

    difenda dai padroni che possono essere

    fuori di voi.

    139.

    Alla vecchiezza bisogna saper cedere

    con moderata e savia riluttanza.

    140.

    Chi, per l'arsi meglio servire, crede

    di dover intronare e sgomentar g' in-

    feriori con r irruenza, l'asprezza, la

    molteplicit dei comandi, si rassegni a

    non essere servito n bene, n medio-

    cremente, mai.

    141.

    possibile il caso, e non piuito in-frequente, che una superstizione sia

    pi giovevole che la verit scientifica

    che la condanna.

    142.

    Non v' suiierstizione che non sia

    nata da un qualche bisogno.

  • AVOmBMI

    143.

    Gran veiituia che gii avvenimentiondo s' intosse la storia non siano, senon por piccola parte, in arbitrio degli

    iiomiii, senza di che la storia sarebbe

    assai pi confusa e rea elio non .

    114

    Sii giovano, pur pensando d'aver adiventar vecchio; sii vecchio, pur ri-

    cordando d'essere stato giovane.

    145.

    Nel sapore di ciascun uomo, anchesapientissimo, il voro sta in mezzo al-

    Terroro, come una pagliuisza d'oro in

    un mucchio di sabl)ia.

    14t).

    Chi erodo che nel giro di pochi anni

    le societ umane possano passare daun vivere miserevole a un viver beato,

    pu erodere del pari che in ispazio diun'ora i fanciulli divontin uomini.

    AFOT!I^=MI

    147.

    33

    La dehcatezza, la forza, la nobilt, la

    sublimit dei pensieri e dei sentimenti

    formano relettuario che conserva la

    riovont dello spirito.

    148.

    Hanno pochi bisogni di pensiero co-

    loro che mai non sentono bisogno di

    nuove parole.

    149.

    Non di rado nel torto degli uomini

    di gonio si trova pi di ragione che

    nella ragione degli uomini comune-

    monte detti ragionevoli.

    150.

    Cos\ breve ed angusta la vita umana

    che pi di un amor grande non vi pu

    capire.

    151.

    Se non fosse la morte, quasi non sa-

    rebbe poesia nella vita.

    GuAF, Ecce Homo. "*

    t^tra

  • AFORISMI 35

    34 AFORISMI

    )

    152.

    T/iiomo volgare cerca (]i appropriarsi

    i beni della vita; l'uomo nobile si pro-

    pone di raeritarli.

    1'::.

    Difficile (lire quanto un re abbia ad

    essere piccolo perch Tadulaziono non

    lo proclami un gran re.

    154.

    L'ingegno , per natura e por ele-

    zione, indovino e precorritore. .

    Infinito il numero di coloro che, o

    bene o male, vedono; scarsissimo il nu-

    mero di coloro che osservano.

    156.

    Nel considerare lo cose tutte siih spe-

    cie ademi, aHa maniera dello Spinoza,

    certo rapimento, il quale all'uomo pi

    non permette d'essere partecipe, n dei

    comuni piaceri, n dei comuni dolori.

    157.

    Lo scetticismo di alcuni nasce,pi

    che da vigore di raziocinio, dadebolezza

    di fantasia.158.

    Se vuoi formarti un concetto proba-

    bilmente adeguato della corruttibilit

    di un uomo, scruta la qualit e laforza

    de' suoi desidorii.

    159.

    Per giudicare gli uomini bisogna co-

    noscere, non solamente ci ch'ei sono,

    ma ancora ci che s'imaginano di es-

    sere, e ci che vorrebbero essere.

    160.

    L'egoista, che tutto vive per so stesso

    e in s stesso, inesorabilmente con-

    dannato a non intendere mai nulla delle

    cose umane.

    161.

    Il buon senso vale a non fare spro-

    positi; ma non vale a scoprire o in-

    ventar qualche cosa.

    vte.-ajjrai'l

  • m AFORISMI

    162.

    Di ehi sia troppo incurante del bia-

    simo, di chi sia troppo avi

  • !

    :)8 APOKISMI

    173.

    La politica troppo spesso Tarto^ di

    tradire gl'interessi reali e legittimi e

    di crearne d'iinaginarii ed ingiusti.

    174.

    ("orto, lo parole non sono azioni; ma

    qualche volta una buona parola vale

    quanto una buona azione.

    17 1.

    Nulla pi odioso che l'istinto sover-

    chiatore e tirannico in animo i)iccolo.

    176.

    L desiderii sono come i gradi di una

    scala che quanto pi tu la sali e tanto

    meno contento ti trovi.

    177.

    Siate ragionevolmente indulgenti a

    quegli errori che preparano e predi-

    spongono gli uomini a trovare o rice-

    vere la verit.

    '1'

    AFORISMI

    178.

    39

    vecchi, se non vi abbellite di un

    po' di bont, di che cosa dunque vi

    abbellirete ?

    179.

    Lo spirito che nega l'altra faccia

    dello spirito che allerma.

    Ibu.

    Somigliano certi uomini al riccio:

    punte da tutte le parti.

    181.

    Dove comincia l' invidia dovrebbe fi-

    nire l'orgoglio.

    182.

    Amore ideale vero cjuello che sog-

    gioga l'appetito, non ([uello che nasce

    d' inappetenza.

    im.

    L'ignoranza essendo assai volte altez-

    zosa e caparbia, bisogna che la scienza

    sappia essere mansueta e modesta.

    'iSHHitLiUeSS, ^-i--*^ -'-'a'^ *-' >iJ.'aaiiA3erorfJiifl.iau.ri-..K*'iA.Jgft^^

  • 40 AFORISMIAFORISMI 41

    184.

    ly ignoranza non por sr stossa vi-

    tiiporoYolo: ma lalo diventa quando

    non si vuol riconoscore e vuolparere

    ci che non .

    18:.

    Armo la parola pu essero di pi ma-

    niero; pugnale non dev'essere.

    18i.

    Allora veramente comincia l'uomo

    a esser vecchio quando cessa d'essere

    educabile.187.

    Non far mai nulla di grande nel

    mondo chi non sappia sfidare l'odio,

    disprozzaro lo scherno.

    188.

    Uomo su cui possa l'adulazione

    uomo senza difesa.

    189.

    Voler il bene far il mal: disgra-

    zia da cui nessuno sicuro.

    100.

    Non si d malvagit senza qualche

    parto d'imbecillit.

    191.

    Le buone amanti, se poi diventino

    mogli, sono quasi sempre cattive mogli.

    192.

    L'impudenza, quando passi certo ter-

    mino, non dessa una maniera d'in-

    genuit?193.

    Non vi avvilite a giustificarvi coi

    disonesti e coi vili.

    194.

    L'uomo di rotto intendimento e di

    animo generoso non aggredisce, ma

    non indietreggia.

    195.

    V' una civilt di modi che nascedi bont; ve n' un'altra che nasce di

    codardia.

    GiiAF, Eece Homo. ^

    h'

    ^ l.tWi.-SS'tMii

  • 42 AFORISMI

    1%.

    Siate guardinghi nel dire che troppa

    bont nuoce, perch sul)ito i tristi se

    ne provalgono por asserire che non

    devo usarsi all'atto bont.

    197.

    La ragione molti pregiudizii con-

    danna in prima istanza, che poi in se-

    conda istanza assolve.

    198.

    Sempre, dietro a chi sale, salgono la

    calunnia e l'improperio; ma tanto pu

    l'uomo salire, e tanto prendere su di

    essi d'avanzo, da non pi udirne lo voci.

    199.

    Aver pace con tutto il mondo, e non

    l'aveie con b medesimo, che giova?

    200.

    Non cedete mai al primo impulso

    dell'ira: cedete sempre al primo im-

    pulso dell'amore.

    AFOIUSMI 43

    201.

    pi facile pentirsi di pochi erroriohe di molti, perch a pentirsi di

    molti,

    bisogna condannare e rinnegare troppa

    parte di s.

    20:^.

    Se non credi di potere sperare in te

    stosso, datti pure por disperato.

    203.

    Tra rivoluzionarli e conservatori non

    c', molto sposso, se non quest'unica

    differenza, che gli uni sono canaglia

    turbolenta, e gli altri canaglia pacifica.

    204.

    L'ignoranza non sarebbe l'ignoranza,

    se non si reputasse da pi che la scienza.

    205.

    All'esercizio e all'economia della vita

    non men necessario il dimenticare

    che il ricordare.

    *JH'--^"^^- _\ ^,.. ^.*-d_-.i.Aa ^... i-3i.i

  • 44 AFORISMI

    206.

    11 modo pi^'i iVnrn di rendere piace-vole la vita u iiui iiiedesimi si di

    renderla piacevole agli altri.

    207.

    Bisogna esser grati a chi ci porge

    occasione di mostrarci benevoli e be-

    nefici.

    208.

    A ben conoscere gli uomini fatti

    giova osservare i fanciulli.

    209.

    Gli uomini grandi non debbono trop-po vilii)ondore i piccoli, essendo, o pa-

    rendo, essi grandi solo perch gli altri

    son piccoli.

    210.

    A essere pienamente liberi bisognanon avere n da obbedire, n da co-mandare.

    t

    1

    AFORISMF 45

    211.

    L'ingenuit una forza che gli astuti

    hanno torto di disprezzare.

    212.

    Troppo complicare la vita, e troppo

    ingombrarla e infestarla di negozii e

    di faccende, vuol dire farla parere an-

    che pi breve che non sia.

    213.

    pi facile passaggio dalla stimaall'amore che dall'amore alla stima.

    214.

    Figliuoli cari, abbiatelo per norma:

    Amore senza stima mezzo amore,

    Che malamente vive e peggio muore,

    E per un nulla in odio si trasforma.

    215.

    Beato chi da giovane sogn tali sogni

    che possa, da vecchio, seguitare a so-

    gnarli.

    I- A-

  • n44 AFORISMI

    206.

    AFORISMI 45

    Il modo pi sicuro di rendere piace-vole la vita a noi medesimi si di

    renderla piacevole agli altri.

    207.

    Bisogna esser graii a chi ci porge

    occasione di mostrarci benevoli e be-

    nefici.

    208.

    A bori conoscere gli uomini fatti

    giova osservare i fanciulli.

    209.

    Gli uomini grandi non debbono trop-po vilipendere i i)iccoli, essendo, o pa-

    rendo, ossi grandi solo perch gli altri

    son piccoli.

    210.

    A essere pienamente liberi bisognanon avere n da obbedire, n da co-mandare.

    211.

    L'ingenuit una forza che gli astuti

    hanno torto di disprezzaro.

    212.

    Troppo complicare la vita, e troppo

    ingombrarla e infestarla di negozii e

    di faccende, vuol dire farla parere an-

    che pi breve che non sia.

    213.

    pi facile passaggio dalla stimaall'amore che dall'amore alla stima.

    214.

    Figliuoli cari, abbiatelo por norma:

    Amore senza stima mezzo amore,

    Che malamente vive e peggio muore,

    E per un nulla in odio si trasforma.

    215.

    Beato chi da giovane sogn tali sogni

    che possa, da vecchio, seguitare a so-

    gnarli.

    i* V ..

  • 46 AFUKISMI

    216.

    Si danno uomini di cosi alta e pura

    religiosit che di nessuna religione po-

    sitiva si possono contentare.

    217.

    Il pudore pur sempre la pi sicura

    e naturai difesa che la donna abbia

    contro r insolenza e la mala fede del

    maschio.

    218.

    Chi cerca faticosamente Dio pu es-

    sere pi religioso di chi s'adagi nella

    ferma credenza d'averlo trovato.

    219.

    V' un'arte di far che gli uomini

    facciano e diano, spontaneamente e vo-

    lenterosamento, quanto pi possono.

    220.

    11 non sapersi mai mettere a pari con

    gl'inferiori pu di tutt'altro essere in-

    dis&io che di superiorit.

    AFORISMI 47

    221.

    Nulla pi contrario alla sana pru-

    denza che l'eccesso delle precauzioni.

    222.

    Meglio ricevere una tegola in capo,

    che vFvere con la tema perpetua dido-

    verla ricevere.

    223.

    11 rispetto alla vita aumenta con l'al-

    largarsi dell' intelletto.

    224.

    La morale , per moltissima parte,

    affare d' intelligenza.

    225.

    Non avvilite col disprezzo, non disa-

    nimate con la violenza, coloro della cui

    oooperazione avete bisogno.

    226.

    Non merita troppo rispetto chi sem-

    pre in timore che altri gli possa man-

    car di rispetto.

    ti. I -M-j5fc~^*-'t- * ' ^^ ' '>- --.yjrt rfri! J *vtL^'-Ji^:X/tf-K fJu ijJitig.Jte.>iifi^g3Li!>iff Jart..* ' .K..r'K-4f.>yh^.aWhJlh'4ji5l>t|j''*fc^'t^

  • '!

    AFORISMI 4948 AFOKlSAU

    227.

    Gli uomini affatto privi di ambizione

    sogliono essere di due specie in tutto

    diverse, anzi contrarie: di quelli che

    sentono di se molto bassamente, e di

    quelli che sentono di s molto alta-

    mente.228.

    Trattar tutti con la stessa dolcezza,

    o con lo stesso rigore, ugualmente

    inopportuno e irragionevole.

    229.

    Chi ha buon discernimento, e pratica

    del mondo, usa con gli uomini cos'i

    diversamente come sono diversi gli uo-

    mini medesimi.

    230.

    L'amore , secondo i casi, un gran

    cieco, o un gran veggente.

    231.

    I/uomo che non abbia pi altro daadorare, adora s stesso.

    " I

    232.

    Ila pi pratica del mondo, non chi

    pi ci vissuto, ma chi pi ci ha os-

    servato.

    233.

    La mansuetudine sarebbe una ben

    povera virt, anzi non sarebbe punto

    una virt, se non potesse andare scom-

    pagnata dalla debolezza.

    234.

    Nel viaggio della vita non si danno

    strade in piano: sono tutte o salite o

    discese.

    235.

    All'egoismo di molti egoisti si deve

    rimproverare, non gi d'essere troppo

    crudele, ma s\ d'essere troppo meschino.

    236.

    Gli uomini, quando d'altro non si

    possano vantare, si vantano dei proprii

    malanni.

    GliAF, Eeee Homo. ^

    -:. .-.^*,.a..^^..a^LJ^...-^.M&^'^^a^-M'^^--^-^-^^,^^^^t^a-aJ^j*^^

  • 60 AFORISMI

    237.

    molto pifacilo abbatter g' idoliche sono fuori di noi, che (luolli che

    sono dentro di noi.

    288.

    Dei mali della vita che non si pos-

    sono curaro, non ti curare.

    239.

    Arto intelletto, amoro e vita.

    2-40.

    C' una forma d' indulgenza che na-

    sce di debolezza; co n' un'altra ohe

    nasco di conoscenza.

    241.

    Chi non abbia altro cho (juattrini,

    UE povero diavolo.

    242.

    La violenza non lascia d'avere qual-

    che parentela con Ie paura.

    AFORISMI 51

    243.

    Chi ha un vero amico pu dire d'avere

    due anime.244.

    Sempre cedere, o sempre contrastare,

    ugualmente inconsulto e dannoso.

    245.

    Cedere e contrastare a tempo e luogo,

    secondo ragione e giustizia, ecco, in

    massima parte, l'arte buona della vita.

    246.

    L'audacia, se vuol essere fortunata,

    bisogna si consigli e s'intenda con l'av-

    vedutezza.247.

    In taluni, certa ostentata osservanza

    di stretta giustizia non mira ad altro

    che a nascondere, e scusare, la durezza

    del cuore.

    248.

    Meglio rimediare a un male solo che

    lamentarsi di mille.

    f -^.^ ^Mt -fli "' r ^\Cmi ^Jrjd

  • al Al HUiaMi

    249.

    La mala creanza pu essere tollera-bile in donna giovane o bella, die in(jualche modo compensi, col piacevoledell'aspetto, lo spiacevole dello manieree del linguaggio \ ma intollerabile af-

    fatto in donna o vecchia o brutta.

    250.

    Non grande sciocchezza quel sem-pre meravigliarsi e scandalizzarsi della

    sciocchezza altrui?

    251.

    Bisogna salir cosi alto, che la stessasuperbia si rimanga per istracca a mez-zo doirorta.

    252.

    Non vera moderazione quella chenasce da pochezza d'animo.

    L'odio e r invidia fanno tutto il con-trario dei dannati di Dante : vedono ilpresente e non il futuro.

    MDUTSMl 53

    254.

    L nature inferiori ripugnano al me-

    ritato castigo; le mezzane vi si rasse-

    nano-, le superiori lo invocano.g

    255.

    U ingegno come il fuoco ; in qual-che modo si fa sentire.

    256.

    Certe persone sono come i pianoforti

    scordati: tocca il tasto che vuoi, sem-

    pre daranno cattivo suono.

    257.

    Certe donne si ammantano di pudore

    proprio (luando non ne han pi bisogno.

    258.

    Tia morale , tra l'altro, anche un'igie-

    ne dello spirito.

    259.

    Altro il rigore, altro la durezza;

    ma a molti fa comodo di spacciar l'una

    per l'altro.

  • 54 AFORISMI

    260.

    So tu servi alla verit, sei libero.

    21.

    Non merita lodo quella bont che danimo e accresco insolenza ai malvagi.

    1/uomo rotto rispetta la loggo, e lainvoca il meno possibile.

    263.

    1/ osservanza della \oggo nascondomolto spesso l'inosservanza della mo-rale.

    264.

    La eleganza cosa ottima, solo chenon presuma farsi arbitra e regolatricedi tutta la vita.

    265.

    Chi fa, potr dolersi di giorni e dianni perduti: ma chi nulla fa, dovrdolersi d'aver perduta tutta la vita.

    AFORI?MI

    266.

    55

    Sono pi istruttivi gli errori dei

    orandi intelletti che lo verit degl' in-

    tellotti piccini.

    267.

    Dimmi con chi vai, o ti dir con chi

    non puoi andare.

    268.

    Troppo volto coloro che credono di

    condurre, sono condotti.

    269.

    Nulla pi facile che farsi applaudire

    dalla canaglia.

    270.

    Non sempre gli uomini che non ri-

    dono sono uomini scrii.

    271.

    Distinguer nettamento tra le mu-

    tazioni che avvengono fuori di noi e

    quello che avvengono dentro di noi,

    operazione delicatissima e difficilissima.

    tii^i.t-tt.M..^M'-'\-j.t-..t^ -j^i^ -i^a. 'MaJ''^-'^^^^'^^^'ai'^^'-^=-'^^>~'^^*J^:.S^>ft^^'*^'--^-^;?JiaM^^

  • 56 A,l:'uKisM.iAFORISMI 57

    1

    272.

    Dato ascolto al consglio di chi molto

    sa ; ma, soprattutto, date ascolto al con-

    siglio di chi molto vi ama.

    273.

    Nessuno tanto in alto che non possa

    e non debba guardare pi in alto, e

    sforzarsi di salire pi in alto.

    274.

    JjQ intelligenze sono come le piante,

    le quali non prosperano se non entro

    certi limiti d'altezza, l/na intelligenza

    pu fare bonissima prova sino a certo

    livello, che voluta portare pi in su,

    perde d'un tratto ogni vigore e quasi

    instupidisce.275.

    Amoreggiate con le idee fin che vi

    piace; ma (luanto a sposarle, andate

    cauti.276.

    Rozzo stupido uomo quello che mai

    non s'ebbe a vergognar di s stesso.

    277.

    Quando sia necessario dare aria a

    una stanza, vedete, in prima, se si pos-

    sono aprir le finestre, e se le finestre

    non si possono aprire, e se la necessit

    non tollera indugio, rompete i vetri.

    278.

    Pochissimi gli uomini che sappiano

    tollerare in altrui i difetti loro proprii.

    279.

    Come nessun uomo senza qualche

    lume d'intelligenza, cosi nessuno senza

    qualche germe di bont.

    280.

    Fare la carit dovrebbe voler dire

    ben altro che fare l'elemosina.

    281.

    Sono tanti i mali della vita, e si

    susseguono con cos rapida vicenda,

    oh' stoltezza voler di ciascuno fare

    lunga lamentazione.

    GitAF, Ecce Homo. **

    j'i.vit.nf-ji-a.^

  • 58 AFORlSJnAFORISMI 59

    28-2.

    La verit un'innamorata che, quanto

    pi la frequontiamo, tanto pi c'inna-

    mora.

    283.

    Tja verit il contrario (lolla bugia,

    non della finzione.

    284.

    La morale s\ gran cosa, che noi ci

    dobbiamo guardare di volerla troppo

    costringere nei cerchi brevi delle nostre

    definizioni e dei nostri giudizii.

    285.

    La generosit si misura, non dagli

    atti, ma dall' animo.

    286.

    AUiu i- la generosit, altro la muni-

    ficenza.

    287.

    L'uomo non dovrebbe fare lamento

    di quei dolori che lo purgano, lo tem-

    prano, lo innalzano.

    288.

    Non al mondo cos perfetto bu-

    o-iardo che possa dire una perfetta bugia.

    289.

    Non calpestate le piante di cui desi-

    derate di poter cogliere i fiori.

    290.

    Poeti e filosofi hanno comune questa

    ventura, di vivere della vita di tutte

    (juante lo cose.

    291.

    Chi ride di tutto, non godo di nulla.

    292.

    San Francesco d'Assisi predic ai

    pesci; Sant'Antonio da Padova agU

    uccelli; ma non vi fu santo mai cheabbia avuto la disperatissima idea di

    predicare alle pietre.

    293.

    Di solito, chi pi deve alla fortuna,

    pi si vanta di tutto dovere a se stesso.

    1

  • f..1

    60 AFORISMI

    294.

    Oli iioiTiini elio si educarono da so

    feuiio pur quelli che si mantengono pi

    a lunffo educabili.

    295.

    Trista quella cortesia di modi che

    maschera la villania dell'animo.

    2VI().

    Non vi fidate di chi di nessuno si fida.

    297.

    La realt un frastuono di cui l'arte

    deve saper fare un'armona.

    298.

    Rattoppare , checcii si rattoppi, un

    tristo lavorare.

    299.

    I superiori non sono veramente mai

    tali, se d'essere tali non sian conosciuti

    degni.

    1

    a1 AFOBISMI 61

    300.

    Il male fatto si pu espiare; disfare

    non si pu.;i01.

    Se coloro che promettono un para-

    diso in cielo mentono, che cosa poi

    fanno coloro che promettono un para-

    diso in terra?

    302.

    Chi vuol salire, guardi in alto, e si

    guardi anche ai piedi.

    303.

    Se il riccio avesse un po' pi d'in-

    telligenza, non avrebbe bisogno di ar-

    marsi di tante punte.

    304.

    Cerbero ha tre teste, ma non un' in-

    telligenza moltiplicata pel numero delle

    teste.

    305.

    La paura sempre in armi; il co-

    raggio, quando fa bisogno.

    I*

    am. U-t-itA" lVj^lA'l-JMf*- -> it,' .Xlt'l-i' ^JJg^wsWJ.-^jJi

  • 62 AFORISMIil AFORISMI 63

    ;

  • G4 AFORISMI

    317.

    Saggio colui che all'et propor-

    ziona gli ofFicii, e quelli che apparten-

    gono a una stagion della vita non im-

    pone ad un'altra.

    :U>s.

    Lo opinioni si possono sposare, ma

    a patto che sia possibile il divorzio.

    319.

    Spento che sia in un'anima il fuoco

    sacroj })iii non si raccende.

    320.

    Mala eleganza ciuella che non lascia

    il debito luogo alla naturalezza o alla

    spontaneit.''2.

    Dubbio se siano di pi impoditnonto

    alla verit i nemici dichiarati o gli

    amici imprudenti.

    B22.

    Tanto vale l'arte quanto il conccLLo

    della vita che la inspira.

    APORISMI 65

    323.

    (^ual il pi prossimo parente di

    messer Tronfio? Messer Meschino.

    324.

    Una delle cose che nella vita piimporta far salve la poesia della vita.

    325.

    Fuggi dai contrasti non utili n ne-cessarii : nei necessarii o utili entra ani-

    mosamente.

    82(5.

    Tutto lodar del passato e biasimar

    del presente, o tutto lodar del presente

    e biasimar del passato, sono atteggia-menti antagonistici dello spirito, mache nascono da una medesima insuffi-cienza critica.

    327.

    Dinanzi alle menti superiori molticontrasti dileguano de' quali si offu-scano le menti comuni.

    Graf, Ecce Homo. 9

  • iti AFORISMI

    328.

    Sono senza numero gli atti di carit

    che ruomo pu faro senza che nullagli costi.

    329.

    Volete correggere do' suoi di fotti qual-

    cuno? Pale, non che tema di voi, ma

    che si vergogni di s.

    330.

    I malcontenti hanno molto buono

    ragioni per essere pi avveduti, pi

    operosi e pi pronti che i contenti.

    331.

    I troppi e continui scrupoli impedi-

    scono di faro molte cose cattive, e ai-

    trottante, se non pi, di buone.

    332.

    Di nessuna cosa pu veramente essercritico chi di so stesso non sappia essor

    critico.

    AFORISm 67

    333.

    Non detto che chi apre la borsa

    apra il cuore.

    334.

    Amato le cose belle di tale amore

    elio vi ajuti a sempre pi amare le

    buone.33:).

    da spiriti piccoli procurare troppolaboriosamento la perfezione nelle cose

    piccolo.

    336.

    Ci solo, che fu lentamente costruito,

    lungamente dura.

    337.

    Dello parti non pu far pieno e si-curo giudizio chi non iscorga e non

    mediti il tutto.

    338.

    Preparate Tavvoniro, senza preten-

    der di rinnegare affatto il passato e

    il presente.

    "'

    Ijrt-tT..-*

    -J-w^HliL-Wf .lel. L..>^^*A'.Ai>'.t^v.-.jj.- wJ.jJL"J''.!LJLa^ '/'^'^ifri:: N ^**"Vj'At''jriaiii^3iw>Lt

  • 68 AVOUSMI AFORISffl 69

    II

    ili

    li

    u.

    Non disprezzate mai lroi)po l'opi-nione contraria alla vostra.

    340.

    Non bisogna troppo disprozzaro nes-suno; neppure sj stesso.

    341.

    Ben poco insegn la vita a colui cuinon insogn a sopportare il doloro.

    342.

    La religione si gran cosa, che nes-sun domma, o sistema di dommi, la pututta contenere.

    343.

    graziosa e lieta circonferenza del

    ventre, di quanti mai uomini tu seiForizzonte !

    Chi ha per suo mondo il ventre, nonoccorre che studii astronomia.

    345.

    Se tu sei buono, e ti tocchi vivere

    in compagnia di malvagi, avrai anche

    questo cruccio, che alle volte ti parr

    d'esser simile ad essi.

    346.

    Ai traviamenti di un animo nonabietto vi pu esser rimedio; alla na-turale abiettezza dell'animo non v'

    rimedio.

    347.

    Ci che scusa gli uomini mezzani,

    non isc'usa gli uomini superiori.

    348.

    Spesso coloro che tutte sanno le ele-

    ganze del vestito e dell'addobbo, nulla

    sanno delle eleganze dell'anima.

    349.

    Tale buono a far retto giudiziodogli uomini mediocri, che dei supe-riori non buono a intendere nulla.

    -.>.-'* I^J:tft.ira^>e^l.t.'*,^3C * >.'.ji'-J^-' '^ - '^ ' N'^^a^J*^K^jii

  • 70 AFOmSMIAFOBTSMI 71

    II

    350.

    Doli' animo di un uomo potrai giu-dicare dal numero di falsi rispetti ondoseppe allVancarsi.

    331.

    Tu mi vuoi esaltare, io mi umilio;tu mi vuoi umiliare, io mi esalto.

    352.

    Il tiranno pubblico pu, a suo modo,Of^tsor grande; il tiranno domestico

    sempre meschino.

    353.

    Chi giudica burbanzosamente gli attiumani senza conoscerne le ragioni, , ostolto, cattivo.

    L' uomo superiore pu sembrare tal-volta che faccia contro alla morale,

    mentre non fa se non conformarsi a

    una morale pi alta e pi pura dell'or-dinaria.

    355.

    Chi noi sa, noi creda; ma la bont

    di grande conforto e di grande ajuto

    air intelligenza.

    356.

    L'uomo tutto buono sempre inof-

    fensivo; non sempre l'uomo inoffen-

    sivo tutto buono.

    357.

    L'artificiosit lavora nel piccolo; e

    perci la vera grandezza non pu nonessere semplice.

    358.

    Quel popolo che, pi che in so, spera

    in un salvatore, non merita molto d'es-

    sere salvato.

    359.

    Tu forse non comincerai a credere

    che negli uomini possa essere bont, se

    non dopoch alcuni uomini ti avranno

    fatto assai male.

  • 72 AFORISMIAFORISMI 81

    .j ,,1

    360.

    Non tutto quello che varia si evolve;non tutto quello che ingrossa cresce.

    361.

    Chi lascia la calunnia addensarsi sulproprio capo, e non si ripara, e non si

    scolpa, non serve alla bont, servo al-

    l'ingiustizia.

    Anclv^ lo spirito, come lo stomaco,

    ha da poter reoere, qualche volta.

    :;(:.

    Non profanare tu stesso il tuo amore.

    364.

    Vuoi sapere se il tuo amoro belloe degno? Guarda com ti solleva al di-sopra di te stesso.

    365.

    Persuaditi di questa semplice verit,

    ohe i tuoi peggiori nemici non sono

    intorno a te, ma dentro di te.

    405.

    Non degnare dell'ira tua gli abietti.

    406.

    Qual , fra tutto le case, la pi po-

    vera? Quella dove sia molto oro, enon

    altro che molto oro.

    407.

    Non partecipare nessuna operazione

    umana, sombra a certuni condiziono

    buona per giudicare di tutte.

    408.

    11 peggiore odio quello che nasco

    tlalla putrefazione deiramoro.

    409.

    Dei mali comuni e pubblici non v'

    nessuno che possa dire: Io non ciho

    colpa; io non c'entro.

    410.

    Sposso coloro che pi schifano il su-

    diciume matonaie, non isphifano punto

    il sudiciume morale.

    GRAF, Ecce Homo11

  • 72 AFORISMI

    360.

    Non tutto qiiollo cho varia si evolvo;non tutto quello che ingrossa cresce.

    Chi lascia la calunnia addensarsi sulproprio capo, e non si ripara, e non siscolpa, non servo alla bont, servo al-l'ingiustizia.

    362.

    Anche lo spirito, come lo stomaco,ha da poter rooore, qualche volta.

    Non profanare tu stesso il tuo amore.

    364.

    Vuoi sapere se il tuo amoro belloe degno? Guarda come ti solleva al di-sopra di te stesso.

    Persuaditi di questa semplice verit,che i tuoi peggiori nemici non sonointorno a te, ma dentro di te.

    AFORISMI 81

    405.

    Non degnare dell'ira tuagli abietti.

    406.

    Qual , fra tutte le case, la pipo-

    vera? Quella dove sia moltooro, e non

    altro cho molto oro.

    407.

    Non partecipare nessunaoperazione

    umana, sembra a certunicondizione

    buona per giudicare di tutte.

    408.

    Il peggiore odio e quelloche nasco

    dalla putrefazione dell'amore.

    409.

    Dei mali comuni e pubblicinon v'

    nessuno che possa dire: Ionon ci ho

    colpa; io non c'entro.

    410.

    Sposso coloro che pi schifanoil su-

    diciume materiale, non ischifanopunto

    il sudiciume morale.

    GRAF, Ecce Uomo.Il

    .-v^aaa^Jtl^aiS5!afiii

  • 82 AFORISMI

    411.

    Chi conosco i difetti altrui uomodi buon discernimento; di molto mi-gliore chi conosco i proprii.

    412.

    C' una ruvidit di modi dio pubene accompagnarsi con la bont del-Tanimo; ce n' un'altra che del tuttol'esclude.

    413.

    L'urbanit insognata dal Galateo ben povera cosa a paragone di quellasuggerita dal cuore.

    414.

    L'amore come il fuoco : se gli manca

    l'alimento, si spegne.

    415.

    L'amore come l'acqua: se qualcosa

    non lo agita, imputridisce.

    m

    Ij'uomo retto s'avvezzi a solitudine.

    AFORISMI 83

    417.

    La faccia dell'uomoaddormentato

    manifesta molte cose che la facciadel-

    l'uomo desto nasconde.

    418.

    La civilt una terribile piantache

    non vegeta e non fiorisce senon

    iiiaffiata di lacrime e di sangue.

    419.

    Se sai di non poter ossero inteso,taci.

    420.

    Chi fonda la propria potenza osicu-

    rezza nel timore altrui, veda dinon

    passar corto segno, e di nonfarsi anche

    pi odiare che temere, perch l'odio

    pu vincere il timore, e osar ci che

    il timore non osa.

    421.

    Chi non si nutr di generosi pensieri

    da giovane, si momi d'inedia spiri-tuale da vecchio.

  • il

    n

    84 AFORISMI

    429.

    Non bastano i muri e il tetto a farela casa doli' uomo.

    Sono alcuni ingegni che non riescono

    a farsi strada, non per inottitudino pro-

    priamente, ma per irresolutezza e timi-

    dit.

    424.

    L'uomo cattivo pu bene qualchevolta essere dalla parte della ragione;

    ma gli quasi impossibile ch'ei non

    faccia poi tanto da mettersi dalla parte

    del torto.

    41^5.

    Certe persone spandono infelicit, co-me taluno i)iante dell'oriente spandonoombra avvelenata.

    426.

    L'acquazzone impetuoso e breve ba-gna le zollo sopra sopra: solo la piog-gia lunga le penetra a fondo e ravTiva.

    AFORISMI

    427.

    85

    Chi ha il pi, non si curid'andar

    procacciando il meno.

    428.

    L'uomo caldo una forza; Tuomo

    freddo un'altra forza:solo l'uomo

    tiepido non - niente.

    429.

    I criudizii che diamo dogli altri dicono

    ci che siamo noi stessi.

    430.

    Gran tarlo dev'essere la veritse

    riesce a traforare la dura cortecciadegli

    umani cervelli.

    431.

    La critica , di regola, l'arte di acqui-

    etar credito e autorit alle propriepre-

    ferenze.432.

    Un'eresia, se ottenga la vittoria, cam-

    bia nome e si chiama ortodossia.

    ..-- 4wi..v.ja,j.v.ii'i'ijj-.'aSei,aitfJ^S?i

  • 86 AFORISMI

    433.

  • AFORISMI 81

    88 AFORISMI

    445.

    Non lecito all' uomo ci che le-

    cito alla natura: conseguire fini alti

    con mozzi abietti.

    4 16.

    L' originalit " una solitudine dello

    spirito.

    447.

    Gli arciprudenti, o hanno cominciato

    con qualche grosso sproposito, o con

    qualche grosso sproposito finiscono.

    448.

    Un buon libro rende migUore coluiche l'ha scritto.

    Le Yie troppo battute non sono sem-

    pre le pi sicure, mentre sono sempre

    le pi nojose.450.

    I mali della Tita non sono forse cre-

    sciuti ; ma certo cresciuta la coscienza

    che noi ne abbiamo.

    405.

    Non degnare dell'ira tua gli abietti.

    406.

    Qual ; fra tutte le case, la pi po-

    vera? Quella dove sia molto oro, enon

    altro che molto oro.

    407.

    Non partecipare nessuna operazione

    umana, sembra a certuni condizione

    buona per giudicare di tutte.

    408.

    Il peggiore odio quello chenasce

    dalla putrefazione dell'amore.

    409.

    Dei mali comuni e pubblici non v'

    nessuno che possa dire: Io nonci ho

    colpa 5 io non c'entro.

    410.

    Sposso coloro che pi schifano il su-

    diciume materiale, non ischifano punto

    il sudiciume morale.

    GRA.F, Ecce Homo.11

    II

  • 82 AFORISMIAFORISMI 83

    il

    I

    411.

    Chi conosce i difetti altrui uomodi buon discernimento; di molto mi-gliore chi conosce i proprii.

    412.

    (7 una ruvidit di modi che pubene accompagnarsi con la bont dol-ranimo; ce n' un'altra che del tuttol'occludo. .

    413.

    1/ urbanit insegnata dal Galateo ben povera cosa a paragone di quellasuggerita dal cuore.

    L'amore come il fuoco : se gli manca

    l'alimento, si spegne.

    415.

    L'amore come l'acqua : se qualcosa

    non lo agita, imputridisce.

    416.

    L'uomo retto s'avvezzi a solitudine.

    417.

    1 a faccia dell'uomoaddormentato

    manifesta molte cose chela faccia del-

    Fuoino desto nasconde.

    418.

    La civilt una terribilepianta che

    non vegeta e nonfiorisce se non

    inaffiata di lacrime e disangue.

    419.

    Se sai di non poter essereinteso, taci.

    420.

    Chi fonda la propriapotenza o sicu-

    rezza nel timore altrui,veda di non

    passar certo segno, e dinon farsi anche

    pi odiare che temere,perche Iodio

    pu vincere il timore, e osarci che

    il timore non osa.

    421.

    Chi non si nutr di generosipensieri

    da giovane, si morr d'inediaspiri-

    tuale da vecchio.

  • 84 AFORISMIAFORISMI 85

    .

    422.

    Non bastano i muri o il tetto a farela casa doiruomo.

    42:.

    Sono alcuni ingegni eho non riesconoa farsi strada, non per inettitudine pro-

    priamente, ma per irresolutezza e timi-dit.

    424.

    L'uomo cattivo pu bone qualchevolta essere dalla parto della ragione;ma gli quasi impossibile ch'oi nonfaccia poi tanto da mettersi dalla partodel torto.

    425.

    Certo persone spandono infelicit, co-me talune |)ianto dell'oriente spandonoombra avvelenata.

    426.

    L'acquazzone impetuoso e breve ba-gna le zolle sopra sopra: solo la piog-gia lunga le penetra a fondo e ravviva.

    i

    427.

    Chi ha il pi, non si curid'andar

    procacciando il meno.

    428.

    L'uomo caldo una forza; Tuomo

    freddo un'altra forza:solo Vuomo

    tiepido non niente.

    429.

    I giudizii ohe diamo degli altri dicono

    ci che siamo noi stessi.

    4B0.

    Gran tarlo dev'essere la verit so

    riesce a traforare la dura cortecciadegli

    umani corvelli.

    La critica , di regola, l'arte di acqui-

    star credito e autorit alle propriopre-

    ferenze.432.

    Un'eresia, se ottenga la vittoria, cam-

    bia nome e si chiama ortodossia.

    >auA^'2lB&^-A.j.flL&Ai

    ;W^="R*SrS?fSWi'St?^T*'-'':

  • 86 AFORISMI AFORISMI 87

    (li eroi non vanno in corca di gra-

    titudine.

    Sol

  • 88 AFORISMI

    445.

    Non lecito air uomo ci che le-

    citn alla natiira: conseguir fmi alti

    con mezzi abietti.

    446.

    L'originalit una solitudine dello

    spirito.

    447.

    G arciprudenti, o hanno cominciatocon qualche grosso sproposito, o con

    qualche grosso sproposito finiscono.

    448.

    Un buon libro ronde migliore coluiche Tha scritto.

    449.

    Le vie troppo battute non sono sem-

    pre le pi sicuro, mentre sono sempre

    le pi nojose.450.

    I mali della vita non sono forse cre-

    sciuti ; ma certo cresciuta la coscienza

    che noi ne abbiamo.

    Il iiiii irtira iiiffiii fWitiihriilBiMiiflfaiJaftaSJ

    AFORISMI 89

    451.

    Badi chi vuol correggerein altri

    qualche difetto, di noneopprimere, ni

    pari t

  • 90 AFORISMIAFORISMI 91

    457.

    Non capace di porfozionamon

    non capace di vergogna.

    to chi

    458.

    Ricusa di disputare con l'insensato,

    porche in nessun modo potrai far va-lere la ragione contro chi non in

    grado di valersi della ragione.

    459.

    1 dolori di cui possiamo inorgoglire

    cessano di essere dolori.

    460.

    Dante, in mezzo alla folla, sar pi

    solo che nella selva selvaggia.

    461.

    Studio perpetuo e tormentoso di ele-

    ganza, povert di giudizio.

    462.

    So non riesco io a mettermi in alto,

    chi potr mettermi in alto?

    .1

    463.

    noi romanzi che finiscono male,quelli

    ,lvo finiscono peggio, nonsono i ro-

    manzi che si scrivono, ma iromanzi

    che si vivono.

    464.

    il solo tesoro che l' uomopossegga

    davvero quello della sua vitainte-

    riore; od un tesoro che nessunogl'in-

    vidia.465.

    Chi s'alza troppo, facilmente sitoglie

    alla vista degli uomini, i quali, pinon

    vedendolo, pi di lui non si curano e

    non si ricordano.

    466.

    I pi di quelli che si chiamano uo-

    mini accorti, sono tali quanto ai mezzi,

    non gi quanto ai fini.

    467.

    La perseveranza la virt per cui

    tutte l'altre virt fanno frutto.

    Il.

    -^r "' wf ' Jli-

  • ' 'Mi*AFORISMI

    AFORISMI 93

    468.

    So gli uomini potessero vedere la

    propria lor vita sotto tutti gli aspetti,

    e' sarebbero, non solamente men cattivi,

    ma anche men discordi che non sono.

    409.

    La volgarit pu mutar casa e ve-

    stito, azzimarsi, lisciarsi, andare in car-

    rozza, sedere in trono, e sar sempre la

    stessa volgarit di prima.

    470.

    T/uomo, quanto pi possiede, tanto

    meno si possiede.

    471.

    Dubbio se pi noccia la troppa di-

    sposizione a credere o l'assoluta inca-

    pacit di credere.

    472.

    Se tu discuti con uomo di mala fede,

    quanto pi avrai ragione, tanto pi ti

    sentirai dar torto.

    473.

    Per un caso di cecit fsica, sone

    hanno mille di cecit morale.

    474.

    Nel credere al modico, non dimenti-

    care ohe l'esperienza sua non pu in

    tutto fare le veci dell'esperienza tua.

    475.

    Quando tu abbia conosciuto gli uo-

    mini a fondo, avrai perduta, in un tempo

    niodesimo, la possil)ilit d'essere ingan-

    nato e quella d'essere felice.

    476.

    Vedrai quanta stoltezza, quanta vi-

    gliaccheria, quanta tristizia, si nascon-

    dono talora sotto la maschera del 'buon

    senso.

    477.

    Inimicizia da pari a pari: da su-

    periore a inforioro non pu ossero se

    non disprezzo, o piet.

    I

    r i^ >-..jfEft|g Wa^.'Afa" i

  • !l| AFORISMI

    478.

    Accettato la verit di buon animo,senza cercare da qual mano vi venga.

    179.

    Nessuno ha il monopolio della verit;nessuno ha la privativa doirerroro.

    480.

    Achille fu un grande eroe; ma cisono eroismi pi diffcili e pi rari di(inolio d'Achille.

    481.

    L'uomo di mala fede, non solo ne-gher la tua ragione, ma ancora t'im-puter il pioprio suo torto.

    482.

    Si danno decadenze e disfacimenti aiquali non bisogna contrastare.

    48:i.

    La ricchezza pu essere, in qualchemodo, una base ; non pu e non dev'es-sere mai un fastigio.

    AFORISMI 95

    484.

    Non merita nome di generosit quellache non altro che una delle tante

    forme della ostentazione e del fasto.

    485.

    I guai della vita sono un po' come

    gli astri del cielo: (juando l'uno tra-monta, l'altro spunta.

    486.

    Se volessero parlare di ci solo che

    intendono, gli uomini quasi non par-lerebbero.

    487.

    La rosa ha le sue spine, e per que-sto la rosa il fiore dell'amore.

    488.

    A chi si lagnava delle spine, disse larosa: Io ti pungo, si, ma ti beo.

    489.

    Checoli dica il proverbio, non tutti

    i vizii sono figli dell'ozio.

    .- .-^--.-ti-A,.^*-.... . . a -Aite-rr-J-i.^

  • 96 AFORISMI

    490.

    Mi piacciono i santi ; ma a quelli chetengono in mano un giglio preferisco

    quelli che tengono in mano una spada.

    A ravvisar la bellezza, non basta oc-chio sereno; ci vuole ancora animo

    sereno.

    492.

    Chi veramente innamorato della

    bellezza, la scorgo pur col ov'aUri non

    sospetta che sia.

    493.

    L'ideale devo, come l'albero, aver

    nella terra lo sue radici.

    494.

    assai pi facile essere caritatevoleche giusto.

    495.

    Da compiangere l'uomo che non sa

    parlare; da compianger ancor pi

    quello che non sa tacere.

    AFOTTISMT 97

    496.

    Quel grande sofista ch' il mondo,

    s'ingegna di distinguere tra colpe che

    disonorano Q colpe che non disonorano.

    497.

    Colpo irrandi, colpo piccole: non v'

    colpa cos\ grande che annienti l'uomo;

    non v' colpa cosi piccola che non lo

    menomi.498.

    Non ogni uomo che dica il vero ama

    il vero.

    499.

    La miopia fisica ognuno s'ingegna di

    correggerla; quella morale, pochissimi.

    500.

    Un popolo non presuma di valerepi della propria lingua.

    601.

    Che cos' l'uom( che invidia l'al-tr'udmo, se non una miseria che in-

    vidia un'altra miseria?

    GiUF, Ecce Homo. 13

  • 98 AFOHISMI

    502.

    DifTicile che in fondo alla sventura

    non ci sia qualche po' di colpa.

    603.

    C' da confondersi in pensare quanto

    applauso di uomini minimi ci vuole

    per faro la gloria di un uomo grande.

    604.

    La mano che accarezza pu far pimale della mano che percuote.

    605.

    Per uno che pot dire in faccia al

    sole: "Tutto perduto, fuorch Te-

    nore ! quanti che nell'ombra potreb-

    bero dire: "Fuorch l'onore, nulla perduto !

    606.

    Se ti tocca vivere in compagnia di

    tristi, ricordati che tutto quanto tu po-

    tresti rimproverare a loro, sar da loro

    rimproverata) a te.

    AFORISMI 99

    507.

    Semplice e melanconica storia di quasi

    tutti gli amori: due linee convergenti;

    un punto di contatto; due lineo diver-

    genti.508.

    Solo chi cadde pu dare altrui l'edi-ficante spettacolo del rialzarsi.

    509.

    Se la vita un male, un male di

    cui certamente si guarisce.

    510.

    Anche delle tue virt il tristo si far

    arma contro di te.

    611.

    Non v' forse cosa umana che nonpaja, so guardata da un lato, assur'da;

    se guardata da un altro, ragionevole.

    612.

    Prima di accordarti con altri, vedise sei d'accordo con te stesso.

  • AFORISMI AFORISMI 101

    513.

    Su fosso chimera ogni altra virt,pur sar(?l)be virt il eroder alla virt.

    514.

    Il primo ^raclo della generosit diriconoscilo e confessare il proprio torto.

    515.

    Chi cadde u si rialz, spesso pi

    fermo in sui pi di chi non cadde mai.

    516.

    Spesso chi tutto assaggi, voitoIjIx

    potersi barattare con chi non abl)M

    assaggiato nulla.

    517.

    Corro rischio di farsi odiare da tutti

    chi da tutti vuol ossor' amato.

    518.

    Il meschino di animo, quanto pi sicirconder di pompa, tanto pi parrmeschino.

    619.

    Cosi (piando la donna tende a tras-

    l'oiinarsi in uomo, come quando l'uomo

    tondo a trasformarsi in donna, la ci-

    vilt in pericolo.

    520.

    Amate la forza, e non disprezzate la

    tinozza.521.

    Molti chiamano carit dare agli altri

    (lUoUo a oui gli altri hanno diritto.

    522.

    La calma uno tra i pi sicuri in-

    dizii della forza di uno spirito.

    523.

    i^rocurato di mettervi al disopra del

    dolore: i)rocurate anch(^ di mettervi al

    disopra del piacere.

    524.

    dovere di ogni uomo creanzatoinsegnare la creanza a ohi non la sa.

  • I!l]

    102 AFORISMI

    525.

    I novantanovo centesimi della criticache b fa tra gli uomini non nasce gidairamoro del vero, ma da presunzione,arroganza, acrimonia, litigiosit, astio

    gelosia.

    52t>.

    Uomo di alti ideali non pu(' esserevano, e in uomo vano alti ideali non

    allignano.

    527.

    La verit una; ma innumerevolisono lo menzogne che ne usurpano ilnome, il volto, la voce, le vesti e l'an-

    datura.

    La piet non devo i)rendoro ombradel rigore; anzi deve pregarlo di farlecompagnia.

    529.

    Non ti confondere a contraddire achi, per poco che tu lo lasci parlare,si contraddir da so.

    AFORISMI 103

    530.

    A chi chiede d'essere ajutato a rial-zarsi non ricusare mai di stendere lamano.

    531.

    Pensi di farti grande frequentando igrandi, intendo quei grandi la cui gran-dezza tutta nei titoli e nelle pompe?Ti renderai pi piccolo che non sei.

    532.

    Il pessimismo un tristo compagno;

    ma spesso ci guarda, o ci libera, daaltri compagni, anche pi tristi.

    533.

    Fa d'aver sempre a mente che ogniuomo che vive in questo mondo, co-munque ei ci viva, un pover'uomo.

    534.

    Gli uomini del tempo presente sonomolto bene difesi di fuori, e affatto in-difesi di dentro.

    I

    li

  • 104 AFORISMI

    i'a

    Non amaro neir arto ci olio non po-tresti amaro noiruomo.

    Povero quel maestro che non sa es-

    sere maestro se non fra le pareti della

    scuola.

    5B7.

    Per sempre pi voler sapere che cosaaccado intorno a loro, gli uomini oramaipi non sanno che cosa accada in loro.

    'H.

    L'egoismo pi insensato non giquello che tutto vorrebbe ridurre in

    proprio dominio, ma quello che tuttovorrebbe ridurre a propria imagine.

    539.

    Chi dice che nel mondo bisogna es-sere pecora o lupo, non pensa ohe

    l'uomo, ai)punto perdio uomo, non devoessere n lupo n pecora.

    AFORISMI 105

    540.

    Pu dire di non essere mai andatoa scuola chi non fu alia scuola del

    dolore.

    541.

    Spesso clii pi capace d' ira, meno capace d'indignazione.

    o

    Capre e pecore in istuolo:Il leone solo solo.

    'A\

    '% j

    543.

    I casi pi tragici, avendo il confortodella grandezza, non sono i pi mise-revoli.

    544.

    Nessuna concordia cosi stabile comequella che si fonda sulla comunanzadegl'ideali.

    545.

    Una burrasca purifica l'aria: unaburrasca purifica l'anima.

    Qrap, Ecce Homo. 14

  • 106 AFORISMI AFORISMI 107

    546.

    L' intelligenza di certuni tutta noi-r ugne.

    547.

    Chi pi servo di colui che sempreha bisogno d'essere servito?

    548.

    Chi troppo disprezza gli uomini, nongiunger mai a conoscerli.

    549.

    Accetta pur molto dall'amore; pocoo nulla dalla munificenza.

    550.

    ly insufficienza morale , delle insuf-ficienze dello spirito, la pi lamente-vole, perch suppone e riassume tuttolo altre.

    651.

    La pi sicura base della morale lacomprensione amorosa della vita uni-versa.

    552.

    Tristo Tuomo in cui pi nulla ri-

    manga dol fanciullo.

    553.

    Dilllcile dire quale sia diligenza pi

    utile, se imparare ci che merita d'es-

    sere saputo, disimparare ci che non

    merita d'essere saputo.

    554.

    Agli spiriti che non si muovono

    facile perseverare in una opinione im-

    mutabile.

    Of).

    Non sono i grandi calcolatori quelliche operano le pi grandi cose nelmondo.

    556.

    Dove non contrasto, non vita.

    557.

    La filosofa, quand'altro non possa es-sere, dov'essere un lievito dello spirito.

  • 1U8 AFORISMI

    558.

    Diflcilmento avr il plauso dei contoinporanoi chi scrivo por i futuri.

    559.

    L' inibocilio solo allora perfetto

    quando si reputa un gonio.

    5t>0.

    So raninia villana potesse vedere guii-tilozza in altrui, non sarebbe al tuttovillana.

    561.

    Nella storia dogli uomini, un errore

    col-regge un orror procedente, ed asua volta corretto da un orror succos-sivo, e cos di sguito, uniformeraonto

    indefinitamente.

    562.

    Allora soltanto acquisterai piena coscienza di te e delle tue forze quandoti troverai a fronte di chi sia il tuo

    contrario e la tua negazione.

    AF0RIS51I 109

    563.

    Tale forse la natura di tutte leci-

    vilt, che, pervenuto a certo grado,deb-

    bano finire di lento suicidio.

    564.

    La ragione non merita veramente di

    chiamarsi con questo nome se nonil

    giorno in cui comincia a dubitar di se

    stessa.

    565.

    Il primo dovere di un uomo d'in-

    gegno si di non far lega con gl'im-

    becilli.

    566.

    Gli altri corrono a rotta? tu fermati:

    gli altri si fermano? tu cammina.

    567.

    Disprezzare gU uomini, e nullad-

    meno cercarne il plauso, e non isde-

    gnare nessun' arte pi vile per otte-

    nerlo, contraddizione frequente in

    molti che si reputano uomini superiori.

  • 110 AFORISMI

    568.

    Strana cosa la vita! Ila in so unaforza indomabile di pordiiranza o diespansione; eppure un soffio basta aoffuscarla e a farle perdere il fiore.

    569.

    La scienza una uran cosa; inacome facilmente diventa una piccolacosa nelle piccole teste!

    570.

    Non merita d'essere amato chi nonabbia il coraggio di farsi odiare.

    r>71.

    Le nuvole dell'anima, com lo nu-volo doiraria, non possono salire oltrecerta altezza.

    572.

    Molti passano per intelligenti, i qualinon hanno se non la sagacit istintivaod animalesca di una cupidit sempredesta e non mai sazia.

    I

    AFORISMI 111

    673.

    Se hai senso di vera religione, non

    ti prosternare; assorgi.

    574.

    Vuoi ottenere stima da qualcuno?

    Mostra di fare gran caso della sua stima.

    575.

    C' una bruttezza del volto non da

    altro prodotta che dalla ignobilt del-

    l'animo.

    Troppo facilmente la gente grossa

    scambia per risolutezza e per forza la

    sconsideratezza e la precipitazione.

    577.

    I mali si vedono facilmente da tutti ;le cagioni da pochissimi ; i rimedii quasi

    da nessuno.578.

    Non sar mai libero chi, quando nosia ragione, non sappia farsi sponta-

    noamento soggetto.

  • 112 AFORISMI

    579.

    A certi sconvolgimenti sociali biso-gna assistere come a certi sconvolgi-menti naturali, incrociando le braccia.

    580.

    In qualunque compagnia tu ti motta,sempre rischierai di trovarti in cattivacompagnia.

    581.

    Tja poggior povert non di chi nonabbia abbastanza, ma di chi sempre de-sideri pi che non ha.

    582.

    L'odio non sempre nuoce a chi r

    odiato; sempre a chi odia.

    Ohi desse retta alla critica corrente,dovrebbe adattarsi a credere anchequesta incrodillissima cosa, che uno

    spirito piccolo possa comprendere, mi-

    surare e giudicare uno spirito grande.

    AFORISMI 113

    584.

    Le mezze altezze sono, per lo spirito,

    lo pi malsicure. Bisogna, o rassegnarsi

    a rimaner nella valle, o avere la forza

    di sollevarsi alle cime.

    585.

    Sono corti falsi modesti, i quali non

    si nascondono se non per farsi corcare.

    58(i.

    Quando si vede quella che vuol pas-sare per verit aver paura di quello

    ohe da lei denunciato come errore,

    lo spettacolo certo comicissimo, ma il