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Pubblicato in "Risorgimento Liberale. Organo del Partito Liberale Italiano", 5 (maggio 1944). Tratto da "La Voce di Buccino", 2014/2
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Anno XXNumero 2Estate 2014
Periodico di Cultura, Tradizioni e Informazione del Sele - Tanagro
la voce di BuccinoANTICA VolCEI
Historiae Volceianae16/17/18 Agosto a Buccino
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la voce di buccino • Estate 2014 13La Voce della Culturala voce di buccino • Estate 2014 13La Voce della Cultura
Senell’antichitàilMediterraneopotèessere per secoli una realtà politica edeconomica,questofudovutoalfattochesipotè raggiungereuncompletoequili-briotratutti ipopoliaffacciatiallesuecoste,moderatidaunordinamentostata-le,chesisuolchiamareromano;cheperòè inverità il risultatodiunavastacol-laborazionedigentidiverse.Maquandopopolinuovidall’estedalnordrispose-roall’appellodella civiltàmediterranea,l’unitàpoliticaeconomicaandòinfranta;mentreilmondoislamicoseparòinduezonequestomare,costringendoipopolioccidentaliaintraprendereilcamminoaritroso, da ovest a est, per riprendere icontatticonl’Oriente(Crociate).Da allora la supremazia di una sola
nazione fu impossibile su quel mare;dove lottaronoArabi,Turchi,Veneziani,Genovesi,Francesi,Spagnoli.Dalla fine del secolo XVIII fino a
Napoleone la Gran Bretagna – entratanell’arringodellecompetizionieuropee–combattèperimpedirechelesingolena-zionieuropeefacesserounmonopoliodelMediterraneo a loro esclusivo interesse.Cosìnel1702sipreseesitennelosco-gliodiGibralbar;unsecolodopoesatta-mentesitenneMaltaeconl’aperturadelcanale,controllòSuezpertenerapertalaviadelleIndie.NonsoloquestipossessinonimpedironoalleNazionidicommer-ciare liberamente; ma contribuivano adassicurare la libertà di navigazione, dasecolicompromessadallapiagadellapi-rateriabarbaresca.La politica mediterranea inglese fu
diequilibrioenondisupremazia.DallaRestaurazione (1815) la politica inglesemiròarafforzarelapenisolaItalianafa-vorendolesuetendenzeunitarie,avendovistoinleiunfattoredipacenelbacinodelMediterraneo.Lasuasituazionegeo-graficaloconferma.Contro le potenze coalizzate – non
esclusa la Francia – l’Inghilterra avevacompresoqualedovevaesserelamissio-nestoricadell’Italianelmare:tantopiùseunitaeforteinunaordinataformadiStatoliberoedemocratico.FindaltempodellaimplacabilelottacontroNapoleone,la Gran Bretagna aveva intuito la fun-zione italiana inEuropa;madovette inun primo tempo soddisfare alle pretesedell’alleataAustria, cheaspiravaalpre-dominioinItalia;perquantoripugnanteall’assolutismo tedesco. Poi attese, pa-zientementecom’èilsuocostume,lasuaora.Mafindal1814,mentreilministroconservatore Castelreagh doveva sacrifi-careaViennailregnoItalico,unsinceroamicodell’Italia–lordBentik–favorivaisognideipochipatriotidialloracercan-dodilavorareperlaconservazionediuno
Stato indipendente nell’Italia superiore,conunacostituzioneditipoinglese.Fu così che in seguito l’Inghilterra
favorì i moti patriottici durante la pri-mametàdelsecoloXIXaccogliendoconsinceraamiciziaiprofughiitalianidaFo-scoloaMazzini.Essaful’unicainEuropaacomprendereleaspirazionideiliberaliitaliani;essa–consensopolitico reali-stico – vide che il suo stesso interesselaportavaafavorirelaformazionedelloStatoItaliano;dimodocheilsuoel’inte-ressedeipatrioticoincidevano.El’Italiafufatta:eparvesubito,per
la suaposizionegeografica eper il suoampio sviluppocostierounelementodipaceediequilibrioinquestomaretan-to conteso. Essa poi potè formare quelnecessario baluardo contro la pousséegermanicaversoSud;chefindall’etàdeiComunifulaverafunzionedell’Italia:re-sistereallaspintagermanica.
La politica estera italiana fu unapoliticaconformeagli interessidelpae-se quando fu volta a questi due scopi:collaborareconl’Inghilterraamantenerel’equilibrioel’ordinenelMediterraneoedifenderelaculturalatinasulleAlpicon-trol’eternonemicotedesco.Taliingene-rale le linee fondamentali della politicaesteraitaliana.LastessaintesaperilMe-diterraneo negoziata da Visconti Veno-stanel1900conlaFrancia,fuauspicatadall’Inghilterra.Questafelice,efecondadirisultati,politicaesterafuunagloriadelnuovogovernoliberalechefrail1900eil1914inauguròilpiùprosperoperio-dochemaisiavesseavutoinItaliadallaFondazionedelRegno.Fulapoliticaliberalechefeceilbe-
nessere e la fortuna della Nazione; che
andòaTripolisenzasbandierare ilciar-pameretoricodiimperiedi“romanità”;chefecelaguerrasecondoiveriinteressinazionalielavinse.L’accordoconl’Inghilterra–ritenuto
unanecessitàdatuttigliuominipolitici–èresoindispensabiledallastessasitua-zione geograficadell’Italia; è la base diognisviluppoeconomicodellaNazione.Esolooggisipuòmisurarelaconseguen-za della deprecata retorica fascista che,parlandodicatenacciedichiavistellinelMediterraneomessidagliInglesicolsoloscopodi farcimorireasfissiatie incate-nati,riuscìasconvolgerelecoscienzeditanteonestepersone,purtropponumero-se,cosiddettedibuonsenso;madicortamemoriaedimodestacultura.Benaltraèlaverità:lamirainglese
nelMediterraneofudievitareegemonieedifarcollaborarelenazioniaconservarelalibertàinquestomare,indispensabileallavitaeconomicadell’interaEuropa.
*ArticolodiQuintinoDiVona.Da:“Risorgimento Liberale. Organo
del Partito Liberale Italiano”,n.5,maggio1944.
Il professore Quintino Di Vona iniziò la sua collaborazione con il “Risorgimento Liberale” nella primavera del ’44. Nel det-to giornale, essendo anche membro della redazione (come fa fede la testimonianza del partigiano piellino Ugo Borroni), ten-ne anche una specie di osservatorio poli-tico dal titolo: “Nel Campo d’Agramante”, dove condensò le sue acute osservazioni sul malcostume della dittatura musso-liniana. Era sua abitudine letteraria ri-correre a titoli o espressioni metaforiche riprese dai classici o dalla mitologia. Di-fatti, Agramante è un personaggio dell’Or-lando Furioso, re dei re d’Africa, coraggio-so e impetuoso capo dell’esercito sarace-no. L’Arcangelo Michele mandò la discor-dia fra i suoi guerrieri: di qui il Campo di Agramante per significare partito minato da discordie.
Poco prima della sua tragica fine, ave-va preparato per il giornale un articolo inerente “Il pensiero politico di Benedet-to Croce”, sequestratogli dai nazifascisti, unitamente ad altri documenti importan-ti, durante la perquisizione nella sua abi-tazione d’Inzago.
[G.A.]
Il mito del Mare Nostrum* La politica inglese nel Mediterraneo fu di evitare egemonie e di far collaborare le nazioni a conservare la libertà in questo mare, indispensabile alla vita economica dell’intera europa. Grande fu il ruolo della politica estera italiana
Milano. Quintino Di Vona nell’atrio del Liceo- Ginnasio “Carducci”.