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Dallo screening al potenziamento
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19 febbraio 2016 - Logopedista Dott.ssa Tiziana Begnardi
Programma
� Per una buona didattica è necessario conoscere:
• La struttura fonotattica della lingua italiana
• Le fasi di acquisizione della letto-scrittura
• Le abilità metafonologiche analitiche
� Errori più frequenti a metà della I° primaria
� Esercitazione sugli errori fonologici
� Potenziamento: cos’è, a chi è destinato e quali sono i contenuti
� La teoria della granularità
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Per una Buona Didattica
per una buona didattica
I tre aspetti da tenere in considerazione per realizzare un percorso adatto alle esigenze di tutti i bambini sono:
1.La struttura fonotattica della lingua, cioè l’organizzazione sillabica,
2.Le fasi di acquisizione della lettoscrittura,
3.La padronanza delle competenze metafonologiche analitiche.
Basandosi su questi aspetti e mixandoli, si può costruire un percorso graduato che va dal semplice (APE) al complesso (SCHERZO).
ordine di presentazione dei grafemi
� Presentare prima le lettere che hanno un suono “allungabile” come M, L, N, S, F, R, V in modo che l’esagerazione dell’articolazione aiuti il bimbo nel fissare in memoria il suono e associarlo al grafema corretto
� Meglio non presentare suoni sordi/sonori (t/d, f/v, m/n, p/b, c/g) in maniera ravvicinata, in modo da non creare confusione, non solo nei bimbi con difficoltà linguistiche o uditive
� La “questione delle doppie”
Le doppie
I bambini parlanti nativi imparano molto presto a distinguere
le parole in base alla durata dei suoni che le compongono,
tuttavia la consapevolezza che viene richiesta per la
trascrizione della durata sonora attraverso le doppie si
sviluppa lentamente. I bambini di solito imparano ad usare
le doppie al termine del secondo anno della primaria.
I bambini con pregresso DSL o con DSA hanno bisogno di un
tempo maggiore e a volte non riescono a padroneggiare il
valore distintivo della durata neanche alle scuole superiori.
Regole fonotattiche:
regole di combinazione dei fonemi di una lingua
La considerazione della struttura fonotattica della parola consente di proporre al bambino stimoli semplici su cui esercitare la segmentazione fonemica e renderli via via piùcomplessi.
1. La struttura fonotattica
E’ più semplice imparare a segmentare parole bisillabe piane come MANO o CANE, piuttosto che BARCA o IMBIANCHINO.
Anche se il bambino è capace di pronunciarle tutte correttamente, la segmentazione fonemica non èaltrettanto semplice poiché richiede attenzione e memoria
in misura proporzionale al numero di fonemi che compongono la parola e alla complessità delle sillabe.
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Tenendo conto della struttura della lingua, una buona
didattica comincia il percorso dalle parole più semplici,
composte da tre suoni (APE, OCA), per poi procedere verso
strutture più complesse, rispettando i tempi e le capacità
del bambino e soprattutto sollecitando lo sviluppo della
capacità di analisi metafonologica della parola senza
strappi o salti improvvisi.
Le combinazioni sillabiche
La struttura fonotattica di base della nostra lingua è la
sillaba piana (CV).
Questa viene utilizzata già dai neonati a partire dal 7° mese
di vita con la cosiddetta «lallazione canonica», ovvero la
produzione prelinguistica di coppie di vocali e consonanti
(«ma-ma-ma»).
In seguito le parole si presentano come sequenza variata di
sillabe CV-CV, per esempio «to-ta», «po-ta».
In una fase successiva dello sviluppo del linguaggio
compaiono i gruppi consonantici, che costituiscono le
sillabe complesse:
�CVC: CAR in «car-ta»
�CCV: SPI in «spi-na»
In genere si assiste contemporaneamente all’estensione
della capacità di produrre stringhe sillabiche, per cui
compaiono le trisillabe piane, come «pa-ni-no».
Le combinazioni sillabiche
Infine vengono prodotti i gruppi consonantici più difficili:
�CCVC: SCAR in «scar-pa»
�CCCV: STRE in «stre-ga»
�CCCVC: STRAM in «stram-bo».
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Le combinazioni sillabiche
progressione
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Struttura fonotattica Fase di scrittura esempio
CVCV
ALFABETICA
MARE
CVCVCV TAVOLO
CVCVV, CVVCV SEDIA, MIELE
CVCCV CARTA
CVCCVCV CANZONE
CCVCV SCALA, PRATO
CVCCVCV COSTINE, LACRIMA
CCCVCV STRANO
Anche considerare le fasi di acquisizione della lettoscrittura
e la loro gerarchia permette di favorire una corretta
acquisizione del processo di transcodifica.
Dato che il livello alfabetico prevede che ad ogni fonema
corrisponda una sola lettera, sarà utile cominciare da
questo livello e proporre solo in un secondo momento
parole che contengono grafemi multilettera o fonemi
contesto-dipendenti, o ancora parole con le doppie.
2. Le fasi di acquisizione della
letto-scrittura
Per il bambino è più facile analizzare parole semplici
e, una volta individuati i fonemi, usare una sola
lettera per trascriverli, centrando la sua attenzione
sulla segmentazione.
a � A
m � M
Quando l’abilità di segmentazione fonemica sarà
cresciuta esercitandosi anche con strutture più
complesse, si potrà inserire il livello ortografico e chiede
al bambino di rivolgere la sua attenzione al fatto che i
suoni possono essere trascritti con più lettere o in modo
diverso a seconda delle lettere che seguono.
λ � GLI
η � GN
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definizione di grafema
� Con il termine grafema si indica il segno elementare e
non ulteriormente suddivisibile che costituisce l'unità
minima dei sistemi di scrittura: un grafema rappresenta
un'unità linguistica
� La corrispondenza tra grafemi e fonemi non sempre è
biunivoca: ad esempio, in italiano, il fonema /ŋ/ è
rappresentato dalla combinazione di due grafemi G+N: il
gruppo di grafemi GN è comunemente denominato
digramma.
Il modello di Uta Frith
Il modello evolutivo di Uta Frith (1985) individua 4 fasi per
descrivere lo sviluppo della letto-scrittura:
Fase logografica
Fase alfabetica
Fase ortografica
Fase lessicale
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Il modello di Uta Frith
1. Fase logografica
Le parole sono come disegni, il bambino riconosce le
parole che vede più frequentemente nella loro forma
globale, come insiemi di lettere prive di valore sonoro
convenzionale.
Ad esempio, alla scuola dell’infanzia, scrive correttamente
il proprio nome o sa riconoscerlo ma non conosce le
singole lettere con cui è scritto. Quindi la C di Carlo non
sarà identificata come la C di casa.
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20
CASA �
Il modello di Uta Frith
Il modello di Uta Frith
2. Fase alfabetica
Il bambino mette insieme la consonante con la vocale e forma la
sillaba per poi, attraverso altre analisi, formare la parola: viene
compiuta in questo modo un’analisi dei singoli fonemi.
E’ lo stadio iniziale della lettura e della scrittura, e corrisponde al
meccanismo di conversione fonema/grafema.
Anche se il bimbo procede inizialmente con molta lentezza,
attraverso l’esercizio arriva a mettere insieme sillabe o gruppi
di lettere che lo condurranno allo stadio successivo.
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� Forniamo esempi di frasi che un bimbo che ha raggiunto
lo stadio alfabetico riesce a scrivere correttamente.
� LARA AMA MOLTO I DELFINI E LE BALENE.
� IL BAMBINO PIANTA I POMODORI.
� MARIA VUOLE I PANTALONI NUOVI.
� UN AEREO VOLA IN ALTO TRA LE NUVOLE.
� LE OPERAZIONI MI ANNOIANO.
Il modello di Uta Frith
3. Fase ortografica
Il bambino impara a scrivere tutte le parole che contengono
fonemi contesto-dipendenti e i fonemi che richiedono più
di una lettera (gn, gli, sci/e). In questa fase non è più
sufficiente la strategia di conversione fonema/grafema,
tipica del livello alfabetico, ma occorre considerare il
contesto fonemico.
L’unità di trascrizione da considerare è la sillaba.
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La capacità di prendere insieme parti di parola senza dover
fare un’analisi segmentale rende sia la lettura che la
scrittura più rapide, ma per alcuni bambini questa resta la
conquista più difficile, perché faticano ad unire e
rappresentare strutture fonotattiche complesse oppure
per difficoltà a memorizzare e a scrivere suoni realizzati
con più grafemi, oppure a riconoscere uno stesso
grafema pronunciato in modo differente.
Il modello di Uta Frith
� Forniamo esempi di frasi che un bimbo che ha raggiunto
lo stadio ortografico riesce a scrivere correttamente.
� LE FORMICHE CAMINANO VELOCI NEL PRATO.
� IL GELATO DI CHIARA SI SCIOGLIE AL SOLE.
� SULO SCIVOLO LUCA PERDE LA SCIARPA.
� LO GNOMO SCHIACIA UN RAGNO CON LO STIVALE.
� Forniamo esempi di frasi appartenenti allo stadio
ortografico scritte da un bimbo che ha raggiunto solo lo
stadio alfabetico.
� DOMANI VADO IN PISINA CON LA NONA CIARA.
� Domani vado in piscina con la nonna Chiara.
� ANTONELA GOCA CON IL PUPAZO SUL DIVANO.
� Antonella gioca con il pupazzo sul divano.
� O PORTATO ALA ZIA IL COLTELO E LA FORCETA.
� Ho portato alla zia il coltello e la forchetta.
Il modello di Uta Frith
4. Fase lessicale
L’unità interessata diventa più grande: si passa cioè alla singola parola, elaborata in maniera diretta, senza passaggi intermedi di conversione.
Consente di realizzare due aspetti della transcodifica che coinvolgono il lessico: la trascrizione delle parole omofone non omografe (hanno/anno) e la segmentazione del parlato continuo (sapore di vino, gusto divino).
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� Forniamo esempi di frasi che un bimbo che ha raggiunto
lo stadio lessicale riesce a scrivere correttamente.
� HO COMPRATO L’ETTO DI MORTADELLA CHE MI HAI
CHIESTO
� QUESTO LIBRO NON L’HANNO MAI LETTO.
� LO SANNO TUTTI CHE LUI L’AMA ANCORA.
� Forniamo esempi di frasi appartenenti allo stadio
lessicale scritte da un bimbo che ha raggiunto solo lo
stadio ortografico.
� LORO NON ANNO CAPITO IL COMPITO.
� NON CERA TRACCIA DEL MARINAIO SCOMPARSO.
� IN FATTI NON TELO CHIESTO.
� O PORTATO DENARO CON TANTE.
In una lingua che ha alla base un sistema alfabetico è
necessario che il bambino, per apprendere a leggere e
scrivere, si renda conto che la lingua scritta è
rappresentazione di quella orale.
Questo avviene quando il bambino comincia a pensare al
linguaggio esplicitamente, manipola le sue strutture e pone
attenzione alla forma del linguaggio stesso, separandola dal
suo significato.
Quando, cioè, inizia a sviluppare le abilità metalinguistiche.
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3. La padronanza delle competenze
metafonologiche analitiche
La lingua scritta è dipendente da quella orale: il bambino
sarà capace prima di percepire, discriminare e riconoscere
correttamente un fonema, poi riuscirà a stabilizzare la
corrispondenza suono-segno.
Per accedere al codice scritto deve riflettere su quali, quanti
e in quale ordine sono disposti, come vengono rappresentati
i fonemi all’interno di una parola, e deve riuscire a
manipolarle queste unità.
Deve quindi possedere abilità metafonologiche.
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Le competenze metafonologiche
I bambini più abili fonologicamente imparano più
facilmente a stabilizzare la corrispondenza grafema-
fonema, quindi si deve porre attenzione al linguaggio, al
suo sviluppo fonetico-fonologico e potenziare le abilità e la
consapevolezza fonologica fin dalla scuola dell’infanzia e
nei primi anni della scuola primaria.
Le competenze metafonologiche
Morais (1991) riconosce lo sviluppo gerarchico delle
abilità metafonologiche, distinguendo tra una
consapevolezza metafonologica globale e una
consapevolezza metafonologica analitica.
Queste abilità passano da globali ad analitiche nel
periodo di passaggio dalla scuola dell’infanzia al primo
ciclo della scuola primaria.
Le competenze metafonologiche
Intorno ai 4 anni il bambino comincia a prestare attenzione
agli aspetti fonologici del linguaggio, ed è in questo
momento che viene collocata la consapevolezza fonologica
globale, che riguarda la segmentazione e fusione sillabica di
parole, l’identificazione delle sillabe iniziali, finali e
intermedie e il riconoscimento e la produzione di rime.
Sono abilità che riguardano soprattutto la sillaba perché
essa ha un legame naturale con la produzione verbale.
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Le competenze metafonologiche
Le sillabe sono marcate acusticamente e possono essere
pronunciate isolatamente, avendo una chiara autonomia
articolatoria e percettiva.
I bambini sviluppano la conoscenza delle sillabe:
�spontaneamente,
�molto prima dei fonemi,
�indipendentemente dalla lingua scritta.
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Le competenze metafonologiche
Col passaggio all’alfabetizzazione, la consapevolezza fonologica diventa analitica e si organizza con l’esposizione al codice alfabetico, quindi è propria dei bambini del primo anno della scuola primaria.
Questa fase non è frutto di uno sviluppo naturale, ma è una competenza culturalmente indotta, sostenuta dall’insegnamento scolastico formale.
Essa riguarda tutte le operazioni che coinvolgono i fonemi: segmentazione e fusione fonemica, identificazione del fonema iniziale, finale ed intermedio, manipolazione dei suoni (elisione, aggiunta, sostituzione).
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Le competenze metafonologiche
Metafonologia
Esempi di esercizi cartacei
Premessa
Di seguito vengono proposti esercizi tratti da libri attualmente in commercio in modo da suggerire qualche esempio di esercizio utile per il potenziamento della metafonologia.
E’ indispensabile conoscere in modo accurato le specifiche difficoltà del bambino con cui si vuole attuare il potenziamento in modo da fornirgli esercizi chiari, efficaci e soprattutto mirati alla correzione della sua specifica lacuna.
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Metafonologia «orale»
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Metafonologia… «scritta»
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Bibliografia
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ortografica, Giunti OS
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Bibliografia