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9 771827 195002 30001 CINECORRIERE - ISSN 1827-195 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma

Cinecorriere n1 2013 cannes

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Numero dedicato al Cinema e al Festival di Cannes

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CINECORRIERE - ISSN 1827-195

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Rivista illustrata di Cinema e Fictionfondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948

Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948

Direttore ResponsabileRenato [email protected]

Direttore EditorialeAndrea [email protected]

VicedirettoreLuigi [email protected]

Hanno collaborato Daria CIOTTISilvia GAMBIRASILuca MARENGO

GraficaEleonora MAURIZIwww.eleonoramaurizi.it

EditoreCDA srl

RedazioneViale Liegi,700198 [email protected]

Pubblicità settorialeA.P.S. Advertising s.r.l.Via Tor De Schiavi 355 -00171 RomaTel. 06 89015166Fax 06 89015167 [email protected]

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www.cinecorriere.it

sommario

U n numero su Cannes e suquel poco (ma buono) ci-nema italiano presente al

Festival, in tempi veramente diffici-li per il nostro cinema e per i corag-giosi produttori superstiti che sfi-dando la crisi “resistono”. E lo facertamente proprio in questi giorniDomenico Procacci con la suaFandango, tra i pochi a chiederecon energia la cassa integrazioneper i suoi collaboratori, per non do-ver licenziare quella squadra di gio-vani professionisti che assieme a luisi batte per un cinema di qualità eper continuare a mandare avantiquanto più possibile le proposte deinostri migliori autori e degli emer-genti di talento. Negli spazi riserva-ti a Cannes, Luigi Aversa, oltre ainformarci con molta cura su tutto ilFestival, si sofferma ampiamentesulle sezioni dedicate ai giovani.Abbiamo scelto di dare il maggiorspazio possibile a tutto il cinemaemergente, al nuovo, in controten-denza con i disastri che negli ultimianni cafoni al potere hanno fattocon la ricerca, con tutta la nostracultura, settore giudicato proprio dachi avrebbe dovuto rappresentarlo,

non produttivo, inutile e sostituibile.Ecco quindi in questo numero di Ci-necorriere ancora ampio spazio alContest L’Immagine del Suonoche grazie alla Cinevox e alle suegrandi colonne sonore offre, gratui-tamente e con sinergie promoziona-li a 360 gradi con Rai, Mediaset,SIAE, XL di Repubblica, Hol-lywood Party di Radio3, RadUni,agenzie di management, noti pro-fessionisti del settore e con la colla-borazione di tanti critici, giornalisti,produttori, reali possibilità per gio-vani filmmaker di accedere a questo

settore, di affacciarsi e prenderecontatti concreti per cercare di inse-rirsi professionalmente e fare dellapropria passione il proprio lavoro.Anche le interviste a direttori di te-state, a grandi manager come LuisaPistoia, a editori e produttori sonorivolte a creare quanto più possibileun aggancio tra la creatività e ilmondo reale, difficile ma non im-possibile. E le dichiarazioni di qual-che neoregista, che proprio parten-do dal Contest L’Immagine delSuono, ha iniziato a lavorare e aguadagnare “facendo il regista” ciconfortano e ci incoraggiano ad an-dare avanti. Il numero inevitabil-mente spazia anche tra la musica ele immagini di un settore che sta vi-vendo una sua seconda... resurrezio-ne: l’horror, cinematografico di cul-to e quello televisivo con nuove se-rie sempre più viste e interi numeridi riviste, come XL e fumetti colle-gati, che stanno sostituendo un altrosettore cult, di questi ultimi anni,quello dei Vampiri. Insomma tratanti morti viventi, non morti e nonnati, rinasce un grande interesse trail pubblico più giovane.

Renato Marengo

SPECIALELa grande bellezza del Festival di Cannesdi Luigi Aversa 4

«L’Immagine del Suono:un raggio di speranza per i giovani» di L.A. 10

Zombie & Co.di Luca Marengo 16

Favole horror e vecchi cartoni in 3D: dov’è finitol’immaginario infantile?di Daria Ciotti 18

Intervista a Margareth Madè«Lavorare per farmi vedere? Non mi interessa»di Silvia Gambirasi 20

Incontro con Stefano Accorsi«Non mi sono mai sentito cosìitaliano come da quando stoall’estero» di Silvia Gambirasi 22

Film in uscitaFra thriller italici, produzioniindipendenti e blockbuster la stagione continua di L.A. 24

Una Vita per il CinemaMedaglie d’Oro a chi lavoradietro le quinte 28

Fabrizio Sotti: una vita che sembra un filmdi L.A. 30

I giovani cineasti all’assalto della crisieditoriale

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Speciale Cannes

Q uello che salta immediatamen-te agli occhi sfogliando il pro-gramma della 66esima edizio-

ne del Festival di Cannes (15-26 mag-gio 2013) non è tanto la massiccia pre-senza di film americani in concorso (so-no ben sei e non è una novità), né il fattoche gli italiani presenti si contino sullapunta delle dita di una mano (fra le variesezioni sono tre in tutto). No, quello chespicca è l’altissimo profilo artistico dellagiuria, anzi delle giurie. Basti pensareche il presidente del team di giurati delConcorso è il quattro volte premio OscarSteven Spielberg e che al suo fianco,quasi a formare un ideale cast di stelleper una superproduzione internazionale,ci sono l’australiana Nicole Kidman, ilfrancese Daniel Auteuil e l’austriaco“tarantiniano” Christoph Waltz. E c’èanche la diva bollywoodiana Vidya Ba-lan, assieme a una schiera di registi di fa-ma mondiale come il taiwanese AngLee, il rumeno Cristian Mungiu (4 me-si 3 settimane e 2 giorni; Oltre le colli-ne), la scozzese Lynne Ramsay (quelladi …E ora parliamo di Kevin) e la giap-ponese Naomi Kawase, che qui sullaCroisette nel 2007 ha vinto il Grand PrixSpeciale con Mogari No Mori.

Anche la sezione Un certain regard èpresieduta da un nome importante. Sitratta del danese Thomas Vinterberg,premio della Giuria al Festival di Can-

del Festival di

di Luigi Aversa

La grande bellezza

Da sinistra, in senso orario:Steven Spielberg;Nicole Kidman;ThomasVinterberg; Jane Campion;Nicoletta Braschi;Daniel Auteuil;Christoph Waltz

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nes 1998 con Festen. Per non parlare poidi colei che presiede la Cinéfondation ela giuria dei cortometraggi, ovvero laneozelandese Jane Campion, Palmad’oro 1993 con Lezioni di piano. Nellasua squadra di giurati figura anche Nico-letta Braschi, unica presenza italiana fracoloro che sono stati chiamati a giudica-re e a premiare i film della 66esima edi-zione della kermesse.

La selezione ufficialeA proposito di italiani, come noto, do-

po il forfait di Daniele Luchetti il cuifilm non è ancora pronto, tra le pellicoledella selezione ufficiale in concorso c’èsolo La grande bellezza di Paolo Sor-rentino. Il “solo” però è relativo perchéda queste parti il regista napoletano èmolto apprezzato. Negli anni ha portatosulla Croisette, riscuotendo ampi con-sensi, Le conseguenze dell’amore(2004), L’amico di famiglia (2006), ThisMust Be the Place (2011) e Il Divo(2008). Quest’ultimo, vincitore del Pre-mio della Giuria e grande successo dipubblico.

«Ringrazio il Festival per l’invito el’attenzione con cui segue il mio lavorosin dagli esordi - ha dichiarato Sorrenti-no al momento dell’ufficializzazionedella lista delle pellicole in concorso -essere selezionati tra migliaia di film ègià un grande riconoscimento. Andarciper la quinta volta di seguito è una re-sponsabilità e un onore che condividocon tutta la troupe. Uomini e donne ap-

passionati che mi hanno consentito ditrasformare in un film quella che per meera una fantasia».

Ideato e scritto dallo stesso Sorrenti-no, assieme a Umberto Contarello, ilfilm è ambientato e girato interamentenei palazzi antichi di Roma, all’internodi ville sterminate e sulle terrazze piùbelle della città, fra signore dell’alta so-cietà, politici corrotti, criminali in giaccae cravatta, giornalisti viveur, attori falli-ti, nobili spiantati, alti prelati, artisti e in-tellettuali di varia e vaga provenienza. Inmezzo a questa umanità vacua e dispe-rata si agita lo scrittore e giornalista ses-santacinquenne Jep Gambardella (ToniServillo), che con dolente disincanto egli occhi annacquati dall’alcool, assiste aquesta sfilata deprimente. Dietro il di-vertimento sbracato e malinconico sistaglia, bellissima e indifferente, Roma.Nel pieno di un’estate calda e indolente.

Accanto a Servillo, ancora una voltaprotagonista di un film di Sorrentino(c’era anche ne L’uomo in più, Le con-seguenze dell’amore e Il Divo), si muo-

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Dall’alto, da sinistra:Carlo Verdone e ToniServillo ne La grandebellezza; il registaPaolo Sorrentino;Sabrina Ferilli inun’altra scena del film(foto di Gianni Fiorito)

Sorrentino sullaCroisette con il suonuovo film. Ed è la quinta volta! A fargli compagniain Costa Azzurra i connazionaliValeria Golino con Miele (UnCertain Regard) e il duoGrassadonia-Piazza con Salvo(Semaine de laCritique)

SPECIALE FESTIVAL DI CANNES

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soch, colui dal quale deriva la parolamasochismo… È una coproduzionefranco-tedesca Michael Kohlhaas diArnaud des Pallieres, franco-statuni-tense Jimmy P. di Arnaud Desplechin,francese e del Ciad Grisgris di Maha-mat-Saleh Haroun, franco-belga-spa-gnola La Vie d’Adele di Abdellatif Ke-chiche e franco-danese Only God For-

gives - Solo Dio perdona di NicolasWinding Refn (Drive).

Nella squadra americana - capitanatadal fuori concorso e attesissimo Il gran-

de Gatsby dell’australiano Baz Luhr-mann, tratto dal romanzo omonimo diFrancis Scott Fitzgerald già portato trevolte sul grande schermo (l’ultima èquella del 1974 di Jack Clayton conRobert Redford e Mia Farrow) e in-terpretato da Leonardo DiCaprio e Ca-rey Mulligan - ci sono anche i fratelliJoel ed Ethan Coen, che presentano In-

side Llewyn Davis, film con OscarIsaac, Carey Mulligan, Justin Tim-berlake e John Goodman ispirato allavita del cantante folk Dave van Ronk,attivo a New York negli anni Sessanta.James Gray (Little Odessa, I padronidella notte, Two Lovers) presenta The

Immigrant, interpretato dal suo attore

prediletto, Joaquin Phoenix, con Ma-rion Cotillard e Jeremy Renner.Alexander Payne, noto per Sideways, èin concorso con Nebraska, road moviecon l’anziano Bruce Dern protagonista.Quindi c’è Steven Soderbergh conBehind the Candelabra, quello che, adetta del regista, dovrebbe essere l’ulti-mo film da lui girato per il cinema. Piùvolte ha dichiarato, infatti, di voler ab-bandonare il grande schermo per dedi-carsi al teatro e alla televisione. Behind

the Candelabra racconta la vicenda delpianista italo-americano Liberace e del-la sua storia d’amore con Scott Thorn-son. Nel film di Soderbergh Liberace hail volto di Michael Douglas, Scott Thor-son quello di Matt Damon. L’ultimo ti-

ve un cast straordinariocomposto fra gli altrida Carlo Verdone, Sa-brina Ferilli, CarloBuccirosso, Iaia Forte,Pamela Villoresi, Gala-tea Ranzi, RobertoHerlitzka, Massimo De Francovich,Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio,Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Lu-ca Marinelli, Dario Cantarelli, SerenaGrandi e Lillo Petrolo.

La grande bellezza, coproduzione Ita-lia-Francia, esce sui nostri schermi neigiorni del Festival, il 21 maggio, distri-buito da Medusa e contemporaneamen-te in Francia distribuito da Pathé.

Nella selezione ufficiale del concorsodovrà vedersela con una concorrenzaagguerritissima, capeggiata dalla pattu-glia di americani e soprattutto dalle pel-licole che battono bandiera francese. Ilvessillo bianco, rosso e blu sventola in-fatti su ben dieci titoli, prodotti o copro-dotti dall’industria cinematograficatransalpina.

È diretto da Valeria Bruni Tedeschi,sorella dell’ex Première Dame CarlaBruni, Un chateau en Italie, interamen-te realizzato con capitali francesi. Cosìcome Le Passé dell’iraniano AsgharFarhadi, il regista di Una separazione,e Jeune et Jolie di François Ozon, inquesti giorni nelle sale italiane con Nel-la casa. Poi c’è il nuovo film di RomanPolanski La Vénus à la fourrure, inter-pretato da Emmanuele Seigner eMathieu Amalric, tratto dal romanzoomonimo di Leopold von Sacher-Ma-

Dall’alto, da sinistra:

Valeria BruniTedeschi, in

concorso con Unchateau en Italie;Carey Mulligan e

Leonardo DiCaprione Il grande

Gatsby; MichaelDouglas e Matt

Damon in Behindthe Candelabra.

Qui sopra: la Caméra d'or,assegnata allamigliore opera

prima presentatain tutte le sezioni

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Un certo sguardoFondata da Gilles Jacob nel 1978 per

riunire tre sezioni fuori concorso createqualche anno prima dal suo predecesso-re, la sezione Un Certain Regard pre-senta ogni anno una ventina di film contutti i tipi di visioni e stili, opere origina-li e diverse che cercano un riconosci-mento internazionale. Quest’anno in ras-segna ce ne sono diciotto e tra queste c’èanche l’opera prima di Valeria Golino,Miele, una pellicola che tratta un temacontroverso, quello della “dolce morte”.E la regista, che il film in Italia lo ha giàpresentato (è nelle sale dal 1° maggio),ci tiene a sottolineare questa differenza:«Il mio film parla di suicidio assistito,non di eutanasia. La decisione è del ma-lato. È il malato che deve fare tutto dasolo. In Italia questo è un argomentotabù più per la politica che per le perso-ne. Ogni essere umano ha il diritto di de-cidere per il proprio corpo».

Tratto dal romanzo Vi perdono di An-gela Del Fabbro, alias Mauro Covaci-

ch, il film racconta la storia di Irene, unaragazza di trent’anni che dà una mano aimalati terminali che non vogliono piùsoffrire. Quando, però, a richiedere ilsuo servizio è un settantenne in salute,che vuol porre fine alla sua esistenzaperché ritiene di aver vissuto abbastan-za, le certezze di Irene crollano.

Dopo un’ottantina di film come attri-ce, fra Italia, Hollywood e altre cinema-tografie, per Valeria Golino quindiMiele è il debutto dietro la macchina dapresa, un film da lei anche scritto (conFrancesca Marciano e Valia Santella)e prodotto (con il suo compagno Ric-cardo Scamarcio e con Viola Prestie-ri). Valeria Golino in realtà aveva giàun’esperienza come regista, con il corto-metraggio Armandino e il Madre, lavo-ro che le ha permesso di vincere il Na-stro d’Argento 2011 come migliore regi-sta esordiente. Protagonista di Miele neipanni di Irene c’è Jasmine Trinca. Nelcast ci sono anche Carlo Cecchi e Li-bero De Rienzo.

tolo a stelle e strisce si è aggiunto all’e-lenco una settimana dopo gli altri ed èOnly Lovers Left Alive, storia d’amoretra vampiri (Tom Hiddleston e TildaSwinton) di Jim Jarmusch. L’ingressodi un altro film era stato preannunciatoin occasione della conferenza stampadal Direttore Artistico Thierry Fré-maux. Così, alla fine, la lista del Con-corso comprende venti pellicole.

Oltre a quelli sopra elencati, comple-tano il quadro dei film in competizione ilmessicano Heli di Amat Escalante, ilcinese Tian Zhu Ding di Jia Zhangke,l’olandese Brogman di Alex Van War-merdam e ii giapponese Soshite Chichi

Ni Naru di Hirozaku Kore-eda e Wara

No Tate di Takashi Miike.Fuori concorso oltre al Grande Gat-

sby di Luhrmann, c’è Guillaume Ca-net con la sua crime story franco-ame-ricana Blood Ties, interpretata da un su-per cast: Mila Kunis, Zoe Saldana,Marion Cotillard, Clive Owen. PoiAll Is Lost di J.C. Chandor, Zulu diJerome Salle (film di chiusura del Fe-stival) e il documentario, aggiuntosi al-l’ultimo momento, Le Dernier des inju-

stes, diretto dall’autore di Shoah Clau-de Lanzmann.

Dall’alto, da sinistra:Inside LlewynDavis dei fratelliJoel ed EthanCoen; Jeune etJolie di FrançoisOzon; Mila Kunisnel film Blood Tiesdi GuillaumeCanet; TomHiddleston e TildaSwinton in OnlyLovers Left Alivedi Jim Jarmusch

SPECIALE FESTIVAL DI CANNES

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mai lontanissima dal ruolo di HermioneGranger che l’ha resa famosa. Fra i ma-schietti, da segnalare la nuova regia delmultiforme James Franco, qui a Can-nes presente con As I Lay Dying.

Settimana Internazionaledella Critica

Il terzo film tricolore di questa66esima edizione del Festival diCannes è Salvo di Fabio Grassa-donia & Antonio Piazza in garaalla Semaine de la Critique, sezio-ne di sole opere prime e secondeparallela alla selezione ufficiale ededicata alla scoperta di nuovi ta-

lenti. L’esordio dei due registi sicilianiavviene accanto ad altri sei film prove-nienti da tutto il mondo. Salvo è il primofilm in competizione alla Semaine. Dal2005 un film italiano non trovava spazioin questa prestigiosa vetrina internazio-nale. Fotografato da Daniele Ciprì, ilfilm ha per protagonisti l’attore palesti-nese Saleh Bakri, l’esordiente SaraSerraiocco e Luigi Lo Cascio.

I produttori Massimo Cristaldi e Fa-brizio Mosca si dicono «felici e onoratidella selezione di Salvo alla Semaine de

la Critique». «È un premio all’esordio didue autori di grande talento - aggiungo-no - e alla particolarità di un film estremoe rigoroso, un film che abbiamo volutofortemente realizzare». «Leggemmo lasceneggiatura di Salvo come giurati delPremio Solinas. Tutti e due l’abbiamo

trovata formidabile e anziché contender-ci il progetto - concludono i produttori -abbiamo deciso di svilupparlo e realiz-zarlo insieme». Salvo è ambientato traPalermo e la campagna di Enna e raccon-ta la storia di un sicario della mafia chedurante un regolamento di conti s’imbat-te in Rita, sorella non vedente dell’uomoche deve ammazzare. La ragazza non rie-sce a salvare il fratello, ma sfida l’assassi-no. Quando questo tenta di ucciderla, suc-cede un miracolo, in un mondo dove i mi-racoli non accadono: per la prima voltanella sua vita, la ragazza vede. Salvo e Ri-ta sono costretti così a confrontarsi conl’accaduto, ma il mondo al quale appar-tengono non dà loro tregua…

Ridotta ma agguerrita, la presenza ita-liana a Cannes 2013 è comunque di gran-de qualità e spessore. E non mancherà diportare anche un po’ di glamour. La nu-trita pattuglia di interpreti de La grande

bellezza si unirà infatti ai tanti divi di ca-sa e a quelli d’oltreoceano che abitual-mente affollano la Croisette. Ma ancheValeria Golino e la sua squadra, checomprende anche il compagno produtto-re Riccardo Scamarcio, è pronta a sfila-re sul Red Carpet: «Mi mette allegria an-dare lì tutti ben vestiti. Essere sulla Croi-sette ti dà il senso di appartenenza alla ci-nematografia mondiale». nnn

In competizione, perUn Certain Regard,che dal 1998 assegna unpremio al miglior filmdella sezione, ci sonoparecchie altre registe,ben otto con la Golino, una percentualerosa molto alta, quasi del cinquanta percento, soprattutto se si considera che nelconcorso principale di donne dietro lamacchina da presa c’è la sola ValeriaBruni Tedeschi. Qui invece abbiamoanche dei nomi già noti come ClaireDenis (Chocolat, Nénette et Boni) e Lu-cia Puenzo, figlia del regista argentinoLuis Puenzo, che con il film XXY sei an-ni fa, proprio sulla Croisette, ha vinto ilGrand Prix della Settimana della Critica.Ma soprattutto c’è la regista premioOscar (per la sceneggiatura di Lost inTranslation) Sofia Coppola, che apre larassegna con The Bling Ring, la verastoria di un gruppo di ragazzi ossessio-nati dai vip che nel 2009 rubarono mi-lioni di dollari in gioielli a diverse cele-brità. Protagonista Emma Watson, or-

Dall’alto, da sinistra:un fotogramma del film Salvo di

Fabio Grassadoniae Antonio Piazza

(qui sopra insiemenella foto) presentealla Semaine de la

Critique; EmmaWatson in The

Bling Ring di SofiaCoppola; Valeria

Golino sul set del suo film Miele

con Jasmine Trincae Carlo Cecchi;James Franco,

a Cannes con As I Lay Dying

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L a prima edizione del Contest L’Immagine del Suono

che si è conclusa a novembre dell’anno scorso è stata unsuccesso su tutti fronti. Di partecipazione (vi hanno ade-

rito numerosi filmmaker che hanno appositamente realizzato iloro cortometraggi per il concorso lasciando-si ispirare dai temi celebri delle grandi colon-ne sonore Cinevox), di visibilità (i cortome-traggi in gara hanno ottenuto più di 60.000 vi-sualizzazioni sul canale YouTube del Contest- youtube.com/immaginedelsuono - regi-strando un numero complessivo di 3.400 vo-ti) e soprattutto di credibilità. Le promesse fat-te all’inizio dell’avventura dal PresidenteFranco Bixio e dal Direttore Artistico Rena-

to Marengo sono infatti state mantenute, con grande soddisfa-zione dei due ideatori e organizzatori della manifestazione. «Lamia famiglia - sottolinea Bixio - è sempre stata orientata versoi giovani, si è sempre interessata al mondo giovanile. Grande è

«L’Immaginedel Suono:

di Luigi Aversa

Sulla stessa lunghezza d’ondadell’attore anche gli altri nuovi amicidella manifestazione: LuisaPistoia dell’agenzia di spettacoloSosia&Pistoia; Steve Della Casa,conduttore del programma dicinema alla radio HollywoodParty; e Luca Valtorta, direttore del mensile XL – La Repubblica

un raggio di speranza per i giovani»Ad affermarlo èEnrico Brignano,nuovo partner delContest ideato daFranco Bixio eRenato Marengo,quest’anno alla suaseconda edizione.

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la soddisfazione quindi per aver offertouna concreta possibilità di emergere atanti ragazzi. E nello stesso tempo ci fafelici aver fatto rivivere l’enorme e pre-zioso materiale di colonne sonore prodot-te dalla Cinevox che hanno dato lustro alcinema italiano nel mondo». Gli fa ecoRenato Marengo che espri-me a sua volta «grande sod-disfazione per la riuscita delContest. Da sempre pongoun’attenzione speciale al ta-lento emergente sia nel cine-ma che nella musica. Del re-sto con Demo, che conducoassieme a Michael Pergola-ni da undici anni su Rai Ra-dio1, ogni giorno diamo spa-zio ai giovani talentuosi. Il Contest nonsolo è una vetrina con la visibilità che glidanno e gli hanno dato Raiuno, Rai-news, Coming Soon, ecc., ma dà realiopportunità di inserimento». In questosenso hanno rappresentato un momentoimportante i faccia a faccia che si sono te-nuti lo scorso anno a ottobre in chiusuradella prima fase del concorso. Una gior-nata dedicata al cinema e alla musica nel-la quale tutti coloro che hanno partecipa-to al Contest hanno avuto l’occasione diincontrare “Face2Face” importanti pro-fessionisti del settore cinematografico,quali Francesco Pavolini, Giannanto-nio Marcon, Davide Marengo (regia),Paolo Logli e Alessandro Pondi (sce-neggiatura), Carlo Principini e FabrizioMosca (produzione), Filippo Roviglionie Claudia Bedogni (distribuzione), TeoBellia (doppiaggio e recitazione), Stefa-no De Nardis (costumi), Stefano Pan-caldi e Claudio Marceddu (fotografia),

Marco Dentici (sceno-grafia), Davide Caso-ria (animazione grafi-ca), Annalisa Forgio-ne e Valentina D’Am-brosio (montaggio). Ipremi offerti dai tanti

partner de L’Immagine del Suono, ov-vero i corsi gratuiti con grandi professio-nisti della regia e della sceneggiatura,rappresentano un’ulteriore opportunità,concreta, di inserimento professionalecome aiuto regista, autore, ecc. I vincito-ri della prima edizione, Loreto Valente eMauro Zinghini, autori del corto La

marcia degli accattoni, grazie alla vitto-ria e grazie anche al contributo di 3.000euro ricevuti in premio dalla Cinevox,hanno potuto realizzare un video sul te-ma del cyber bullismo per il Safer Inter-net Day, la giornata mondiale per la si-curezza dei minori su Internet promossada Save The Children Italia, specialpartner del Contest. Oggi dicono, perbocca dello stesso Loreto Valente, di es-sere «inseriti attivamente nel mondo del-la comunicazione visiva». Il video Con-

dividi chi?, semplice ma geniale, è statocreato con “l’obiettivo specifico di sensi-bilizzare gli utenti più giovani a un utiliz-

zo positivo e responsabile dei nuovi me-dia”. Inoltre il video è veicolato daNickelodeon, il canale satellitare per ra-gazzi di Viacom Italia, che promuove lacampagna con una pianificazione gratui-ta sui propri canali.

L’Immagine del Suono 2013Forti del successo e dei consensi rice-

vuti, il 21 marzo scorso Bixio e Maren-go, assieme al Presidente della GiuriaItalo Moscati, hanno annunciato la par-tenza della seconda edizione de L’Im-

magine del Suono. Una rinnovata op-portunità per i giovani filmmaker, quindi,di entrare attivamente nel mondo dellacomunicazione visiva. Anche quest’annoil Contest si rivolge a un platea interna-zionale offrendo la possibilità ad autori eregisti cinematografici, ma anche a docu-mentaristi e animatori, di creare delleopere originali abbinando le proprie im-magini ad alcune delle musiche più cele-bri di Maestri quali, tra gli altri, EnnioMorricone, Nino Rota, Nicola Piovani,Armando Trovajoli, Keith Emerson,Goblin, Piero Umiliani, Giorgio Gasli-ni, Enrico Simonetti, Bixio-Frizzi-Tempera, Riz Ortolani, Evan Lurie,Andrea Guerra, Piero Piccioni.

Da sinistra, in senso orario:Renato Marengoe Franco Bixiocon Paolo Logli,Italo Moscati e Piermarco De Santi(Europacinema)

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I brani musicali scelti e messi a dispo-sizione gratuitamente per i partecipantisono pubblicati sul sito web ufficiale con-test.cinevox.it, dove si può anche acce-dere alle iscrizioni attraverso un appositomodulo di partecipazione. I cortometrag-gi si possono caricare sul sito fino alleore 12.00 dell’8 luglio 2013.

In questa seconda edizione, c’è una im-portante novità: la neonata sezione Risa-

te Sonore, esclusivamente dedicata allacomicità.

L’edizione 2013 del Contest si articolaquindi in due distinte sezioni.

“La prima (IdS Standard) è rivolta aigiovani di età compresa tra i 18 e i 35 an-ni e si fonda sulla qualità del racconto edel linguaggio cine-matografico e sullasensibilità e abilitàdei partecipanti nelsaper interpretare inmodo nuovo, attra-verso le immagini,opere musicali alta-mente conosciute.Massima libertà sul-le tematiche da trat-tare (purché non offensive) e sulle forme.Il soggetto cinematografico scelto daipartecipanti per il proprio corto dovràcomunque discostarsi da quello del filmdi cui il brano selezionato è stato colon-na sonora. I corti dovranno essere delladurata massima di 10 minuti“.

La seconda sezione, Risate Sonore, èla novità assoluta di quest’anno.

“Questa è interamente dedicata allacomicità e si rivolge ad autori dietà superiore a 18 anni di qualsia-si nazionalità, chiamati a realizza-re brevi corti muti, senza dialoghi,della durata massima di 5 minutiispirati alla slapstick comedy(gag, comiche, candid camera,ecc...), mettendo in scena situazio-ni ironiche e divertenti, anche in-dividuando nuovi personaggi comici”.

Seguendo le indicazioni riportate sul si-to contest.cinevox.it, i partecipanti di en-trambe le sezioni potranno caricare i pro-pri filmati sul canale del Contest(www.youtube.com/immaginedelsuono)dove potranno essere votati dagli utenti diYouTube. I video più votati (30 per la se-zione L’Immagine del Suono e 15 per lasezione Risate Sonore) proseguiranno lagara e verranno valutati da una Giuria diqualità che decreterà i vincitori. nnn

T antissimi anche quest’anno i premi messi a disposizione dai vari partner del-la manifestazione (v. box), ma merita una segnalazione speciale quello offer-to da Enrico Brignano, che entra a far parte della nutrita pattuglia di “fian-

cheggiatori” del Contest con la sua scuola di spettacolo Artès la Fabbrica dei Sogni,da lui stesso fondata sei anni fa a Pomezia, nei pressi di Roma. Brignano mette a di-

sposizione uno stage di recitazione e di perfezionamento nel-la sua scuola, destinato agli attori del corto che vincerà la se-zione Risate Sonore. Oltre alla possibilità di venire a contat-to con un vero artista della recitazione, questa è una chanceimportante di entrare nel mondo professionale e perfezionareil proprio talento. «Mi fa molto piacere poter contribuire acostruire il futuro dei giovani interessati al mestiere dell’at-tore - spiega Brignano -. Ho aperto Artès proprio per porta-re la mia esperienza ai ragazzi innamorati, come me, del-l’arte del recitare». Cosa pensa, quindi, di questa iniziativa dellaCinevox?

«L’Immagine del Suono è un contest che offre una possi-bilità concreta di lavoro a chi partecipa, facendoci rivivere, at-traverso la musica, i momenti storici del cinema italiano».

Il premio offerto dalla sua scuola pensa possa costituire uno stimolo inpiù per i partecipanti?

«Ritengo che Risate sonore possa costituire un vero stimolo! Poter creare dei “cor-tissimi” comici con l’ausilio delle grandi colonne sonore della Cinevox è un’opportu-nità per dimostrare se veramente possono nascere nuovi talenti comici. Dobbiamo au-gurarci di trovare il Mr.Bean italiano!».Se un concorso di questo tipo ci fosse stato ai suoi tempi, vi avrebbepartecipato?

«Non lo so, probabilmente sì. Io ho fatto molto per fare questo lavoro. Ho studiatomolto e ancora mi preparo e studio quando devo affrontare un nuovo impegno. Il ta-lento, sembrerà banale, si deve coltivare e la passione per questo mestiere nasce pro-prio dalla voglia costante di imparare e di migliorarsi. Io consiglio sempre di seguireanche una scuola e contemporaneamente di partecipare a questi concorsi che sono lapalestra per mettere in pratica la teoria scolastica. Oltre al talento servono l’impegno,la costanza, la voglia di imparare e di non fermarsi mai».È veramente possibile individuare nuovi talenti quindi attraversoqueste manifestazioni?

«È comunque un raggio di speranza in questo deserto di prospettive che hanno og-gi i giovani. È un contest promosso da persone serie, da professionisti del settore, do-ve se qualcuno vale viene notato. Poi serve sempre quella dose di fortuna e di impe-gno di cui sopra». n

RisateSonore

conEnrico

Brignano

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Tra i partner che hanno aderito all’iniziativa si segnalano:9mq Story Tellers, Accademia Di Cinema e TelevisioneGriffith, Golden Graal, Cinecorriere, Coming Soon, Glo-balist, Golfo Dei Poeti Film Festival, Gruppo EditorialeBixio, Media Key, Musicalnews, Publispei, Scuola diDoppiaggio Teo Bellia, Rai Uno, Rai News 24, Rai WebRadio, Rai Radio3 - Hollywood Party, Viareggio Europa-cinema, Rock Lab, Le Cool – Roma, Sosia&Pistoia, CarolLevi & Company, La Repubblica XL, Rad.Uni, UniS@und,A-Tono e Trafalgar Recording Studios.Il Contest L’Immagine del Suono gode del patrocinio diAnica, Medusa Home Entertainment, Emca Italia, Apt,A.F.I., Nuovo Imaie, Audiocoop, SIAE, Fapav e Univideo.

Tanti partner per un solo contest

Tutti i premi della seconda edizioneI video di entrambe le sezioni, IdS Standard e Risate So-nore, che avranno ottenuto il maggior numero di voti suYouTube si aggiudicheranno il Premio Giuria Popolare eaccederanno alla finale. Gli altri verranno valutati da unaGiuria di qualità che avrà il compito di selezionare i filmatifinalisti e decretare i vincitori delle due sezioni del Contestin occasione della Serata di Gala conclusiva. Il PresidenteBixio assegnerà i Premi Speciali Cinevox a due video scel-ti tra tutti quelli che hanno partecipato. Il primo classificatodella sezione IdS Standard riceverà un contributo in dena-ro per la realizzazione di un video per una delle campagnedi Save the Children Italia. Il corto vincitore sarà ancheproiettato nell’ambito dei Festival Golfo dei Poeti e Viareg-gio Europa Cinema. Il vincitore di Risate Sonore sarà l’au-tore che avrà realizzato il miglior soggetto comico origina-le e che meglio avrà saputo associare la propria comicitàalla musica. Il vincitore riceverà un contributo in denaro eil suo filmato verrà trasmesso su Rainews e Coming Soon.Anche la casa di produzione Publispei offre un suo rico-noscimento, come ci spiega laresponsabile Verdiana Bixio(nella foto): «La prima edizioneè stata una piacevole sorpresaperché il motore che animavatutte le persone coinvolte eraquello di offrire un’opportunitàa giovani talenti. La risposta èstata massiccia e questo con-ferma quanto la colonna sono-ra sia l’ingrediente magico ca-pace di dare un carattere ben preciso all’immagine. Lamusica e la colonna sonora in particolare fanno parte delmio bagaglio culturale per discendenza ma ormai anchele immagini fanno parte dell’eredità familiare. Non potreinon essere la prima promotrice di un contest come que-sto. Publispei punta sulle nuove leve. Per questo abbiamo

pensato di sperimentare nuovi generi enuovi formati: factual, script reality, life sty-le. Questa nuova “Factory” è un nostro oc-chio sulle nuove leve, attraverso il veicolodi giovani “nativi” del web del DTT e dellapay tv. Ci farà piacere ospitare nella nostrastruttura un ragazzo o una ragazza merite-vole per uno stage. Sarà per uno di lorouna bella opportunità e ci auguriamo dipoter scoprire un regista o un attore capa-ce di qualcosa di diverso, di nuovo!».

Altri riconoscimentiVania Traxler Protti, prestigiosa distributri-ce, offre a uno dei corti la possibilità di es-sere abbinato a un film da lei distribuito. Il

vincitore del premio per la miglior regia otterrà un corso dispecializzazione sul rapporto tra Suono e Immagine nelFilm offerto dall’Accademia Griffith. Il vincitore del premioper la sceneggiatura si aggiudicherà un corso di 4 setti-mane curato da Paolo Logli e Alessandro Pondi. Il migliorattore e la migliore attrice avranno diritto a un corso di for-mazione concesso dalla Scuola di doppiaggio di Teo Bel-lia. Chi avrà realizzato la migliore scenografia potrà effet-tuare uno stage presso lo studio di Cinecittà di MarcoDentici. Verranno inoltre assegnati il Premio alla miglioreidea e il Premio V-Lab al miglior corto proveniente dascuole di cinema, università e istituti specializzati nellostudio dell’arte cinematografica.

Premio Speciale Cinevox

Loreto Valente. Assieme a Mauro Zinghini havinto la prima edizione delContest con La marcia degliaccattoni

I finalisti della primaedizione del ContestL’immagine del suono

Alberto Barone, DiegoGallon e Gaia Barisonpremiati per la miglioresceneggiatura con Il peso dell’abuso

Premio Giuria Popolare

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XL,quindi, mensile di musica, cinema, libri, vi-deogame, fumetti e tendenze diretto da Lu-ca Valtorta è un altro dei nuovi media part-

ner de L’Immagine del Suono. Nel numero di aprile dedica-to all’horror allegato a XL c’era un cd contenente il meglio dei

temi musicali della grande stagione del cinema ita-liano del terrore degli anni ‘60 e ‘70. Ma come è na-to l’incontro con il Contest e l’idea della compila-tion tratta dal catalogo Cinevox? «Ho voluto recar-mi fisicamente alla Cinevox, che conoscevo di fa-ma - racconta Valtorta - ho conosciuto Bixio e gliho spiegato cosa volevamo fare. Erano molto con-tenti e così noi. Ci hanno parlato de L’Immagine

del Suono, un contest che ci è sembrato subito mol-to interessante. Noi nella musica, e anche nel fu-metto, facciamo tantissimo scouting, cercando didivulgare la musica italiana di qualità, perché rite-niamo ci sia una generazione che nei grandi medianon appare, quotidiani compresi, per vari motivi.Avremmo sempre voluto dare spazio anche al cine-ma, ma non abbiamo mai saputo come. Questa èl’occasione giusta, che si coniuga perfettamentecon la nostra linea editoriale».

Tra l’altro, alcuni dei pezzi che avete scelto per lacompilation Terrordrome compaiono anche nellalista di quelli che si possono scegliere peraccompagnare i cortometraggi del contest, comeZombi dei Goblin o Sette note in nero del trioBixio/Frizzi/Tempera.

«Questa idea di abbinare le musiche della Cinevox ai cor-tometraggi realizzati da ragazzi si sposa perfettamente con lanostra politica di cercare di far conoscere i nuovi talenti. Hovisto i vincitori dell’anno scorso e li ho trovati bravissimi. Mi

piace anche che il premio siaquello di Save the Children e ilcorto sul bullismo che hanno gira-to per l’associazione è molto inte-ressante. È un premio che condi-vidiamo tantissimo».

Il numero di XL di aprile erainteramente dedicatoall’horror cinematografico(ma anche musicale con lacompilation Terrordrome).L’horror è molto amato daigiovani, tra i corti delContest premiati l’annoscorso ce n’era anche uno,

Full Moon, che giocava con il genere in manieraironica. E il brano era Buio omega dei Goblin…

«L’ho visto. C’è una tradizione italiana che a livello un-derground continua. Ci sono piccole produzioni horror in-teressanti. È giusto dare agli aspiranti registi anche questasponda. E con la nostra compilation noi abbiamo volutofare un omaggio al genere e ai suoi suoni. Abbiamo con-cepito la colonna sonora come una sorta di viaggio. Conla musica che accompagna la lettura». n

LucaValtorta XL - La

Repubblica

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U na spiccata sensibilità e unocchio sempre attento al ta-lento giovanile è anche ciò in

cui eccelle una delle più importantiagenzie di spettacolo italiane, So-sia&Pistoia, che fra gli artisti rappre-sentati vanta anche il nome di EnricoBrignano. Per una singolare conver-genza di affinità elettive, anche l’agen-zia di Luisa Pistoia, al pari della scuo-la del popolare artista romano, da que-st’anno si aggiunge all’elenco dei part-ner del Contest L’Immagine del Suo-

no. «Ci fa molto piacere esserci. Quan-do Bixio e Marengo ce nehanno parlato, abbiamo ade-rito immediatamente, perchéci sembra un’occasione mol-to interessante. Soprattuttoperché diventa una finestrasu un mondo giovane chepuò sollecitare idee, può far-ci scoprire nuovi talenti. Lanostra è un’agenzia che rap-presenta registi, sceneggia-tori, oltre che attori, quindisiamo sempre molto attenti acapire chi può raccontarcidelle storie».Può essere anche un modo per avvicinarsi almondo del lavoro, una buona opportunità offertadal Contest?

«Assolutamente. Proprio ora vengo da una riunione con deiproduttori ai quali ho sollecitato la visione di un film interna-zionale per provare a immaginare di usare quella storia comeun eventuale progetto di sviluppo per una lunga serialità tele-visiva. Abbiamo pensato di affidare il compito a un gruppo digiovanissimi sceneggiatori che non hanno fatto ancora nulla,ma che hanno dato segnali di vivacità, di linguaggio giovane,di narrazione interessante, intelligente. Per individuare giova-ni di talento c’è bisogno di luoghi, di occasioni, di palestre equesta è una di quelle. Diventa veramente preziosa come ini-ziativa!».La vostra presenza come media partner ha mossocollaborazioni importanti, come quella di Brignano,per esempio.

«Queste sono delle sane complicità. Sinergie che vanno ali-mentate, meccanismi di fiducia. Conosco Franco Bixio da tan-ti anni, la sua è una famiglia importante nel mondo del cinemae della musica. Poi con Renato Marengo c’è sempre stata unagrande intesa su tanti progetti, tante iniziative. In questo modosi creano dei meccanismi di energia in positivo. Ognuno di noimette la propria professionalità, le proprie capacità al serviziodi un progetto che torna utile a tutti. Senza situazioni come que-ste si farebbe molta fatica a cercare, individuare talenti. Questoprogetto è un evidenziatore, che ti mette in luce qualcosa su cuiprima o poi andrai a porre la tua attenzione. È esattamente quel-lo che stanno facendo Bixio e Marengo con questo Contest. Lotrovo di una grandissima utilità ». n

F ra le realtà professionali entrate a far parte da quest’an-no della nutrita schiera di media partner de L’Immagi-ne del Suono, non poteva mancare il programma che

evoca la visione (cinematografica) attraverso parole, musica esuoni. Parliamo di Hollywood Party, naturalmente, “una scom-messa quotidiana per trasmettere il cinema alla radio”, come

recita il claim del sito della trasmissio-ne, che va in onda ogni giorno, dal lu-nedì al venerdì (e la domenica), alle19.00 su Rai Radio3. A Steve DellaCasa, uno dei conduttori del program-ma, chiediamo se aveva già sentitoparlare dell’evento ideato da FrancoBixio e Renato Marengo?

«Sì, ne abbiamo anche dato notizia.È una lodevole iniziativa legata allacreatività giovanile».È ancora possibile quinditrovare talenti all’interno dimanifestazioni di questo tipo?

«Assolutamente. Adesso col digitalesi possono fare film con due soldi. Se

si ha voglia e interesse ditalenti se ne scoprono,eccome».In qualità di mediapartner, HollywoodParty come seguiràil Contest?

«Ogni volta che c’èuna notizia la comuni-chiamo. Giorni fa, adesempio, in occasionedell’uscita de Le streghedi Salem di Rob Zom-bie, abbiamo parlato conLuca Valtorta, direttore

del mensile XL, altro partner del Contest, che per lo specialehorror ha pubblicato le musiche dei film italiani del terrore pro-dotte dalla Cinevox». n

LuisaPistoiaSosia&Pistoia

Steve Della Casa Hollywood

PartyRai Radio3

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V orrei cominciare dicendo che iosono anni che supporto la causadi “Zombie: best movie mon-

ster ever”, ossia del fatto che gli zombiesono il top tra i mostri in ambito horror.Spogli di quelle tradizioni e quei miti checircondano tutti gli altri mostri, privi diquel fascino misterioso - che sinceramen-te ci ha un po’ annoiato - dei vampiri, glizombie sono il mostro “democratico” pereccellenza, quello che puoi calare in qual-siasi contesto storico e geografico, chepuoi far fronteggiare a qualsiasi eroe (oantieroe). Un mostro senza manfrine efronzoli, che ti porta ad affrontare l’unica,vera paura recondita dell’uomo: la morte,

e ciò che ne segue.Finalmente - e spero che tra

qualche anno, sommersi da pro-dotti via via scadenti, non ci trove-remo a dire “sfortunatamente” -anche il mondo dei serial ha sco-perto le infinite potenzialità narra-tive del mostro in questione, sfor-nando una serie di prodotti buoni,con alcuni picchi veramente note-

voli: iniziamo dal re incontrastato - per lomeno per quanto riguarda gli ascolti - delgenere, ossia l’ormai celebre The

Walking Dead. Il serial prodotto dallaAMC si discosta per alcune scelte di tra-ma dal fumetto omonimo da cui è tratto(firmato da Robert Kirkman), ma nellatrasposizione televisiva riesce comunquea non perdere quel velo di disperazione edi crudezza che tanti premi hanno fattovincere alla graphic novel, lasciandocicol fiato sospeso fino all’arrivo dellaquarta stagione l’anno prossimo. La mo-da è stata cavalcata da altre emittenti:l’inglesissima BBC Three risponde a to-no con la miniserie In The Flesh, checonsiglio vivamente. Dopo la classicabattaglia tra morti viventi e umani, il go-verno scopre un antidoto al morbo, e gliormai ex divoracervelli, ora curati, ven-gono reinseriti nella società. Ma comepotete immaginare, il ritorno alla vita ditutti i giorni non sarà così facile, soprat-tutto per Kieren, il protagonista, che sitrova a dover fronteggiare i suoi un tem-po concittadini in un piccolo paesino del

Lancashire. Humour nero molto moltobritish, una buona dose di angoscia e laqualità produttiva alla quale la rete ci haabituato negli ultimi anni rendono In

The Flesh un lavoro da non perdere.Neanche la Francia nel frattempo se ne èstata con le mani in mano, e la rete Ca-nal + ha deciso di affrontare il tema deimorti viventi con finezza e molta inquie-tudine (in stile Twin Peaks...) nella serieLes Revenants: anche qui si parla di al-cune persone che tornano alla vita di tut-ti i giorni dopo la morte, e a rendere iltutto più strano, una serie di inspiegabilifenomeni (come se già vedere i propriparenti defunti tornare a casa come senulla fosse) investe il minuscolo paesedi montagna in cui la storia è ambienta-ta. Tornando negli Usa, di tutto altro ge-nere è la serie Zombieland, trasposizio-ne televisiva del divertentissimo filmomonimo di qualche anno fa. Apocalis-se zombie in chiave comica, assoluta-mente da non perdere, Zombieland faparte di una serie di pilot prodotti daAmazon e messi su una piattaforma

Morti viventi, streghe e altri mostri: lunga vita (...o lunga morte) all’horror sul piccolo e sul grande schermo

Zombiedi Luca Marengo

& CO.

Zombieland

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web dalla quale sarà possibile decidere(per gli spettatori americani) quale saràdestinato a diventare una lunga serialità,quindi speriamo la votino in molti.

Queste erano le ultime novità nelcampo Zombie e affini. Restando incampo horror, ci sarebbe molto altro dicui parlare, tra Supernatural, Grimm, e ilnuovissimo Hemlock Grove, prodotto daNetfix e scritto e girato da Eli Roth, madi questo parleremo, come si dice, “nelprossimo episodio”.

Rimanendo comunque sempre in te-ma “horror & co.”, passiamo ora a un al-tro tipo di “Zombie”. Mi riferisco a RobZombie e al suo ultimo lavoro, Le Stre-

ghe di Salem. Sono andato a vederlo inanteprima e vi riporto una parte della re-censione che ho scritto per il magazineLe Cool Roma (roma.lecool.com):

Proverò a essere obiettivo, ma dubitoche ci riuscirò veramente. Insomma,stiamo parlando di Rob Zombie qui, eci sono in ballo tutti quei discorsi alla “olo ami o lo odi” e via dicendo. Quandoero bimbetto adoravo i White Zombie,ho tutti i dvd dei suoi film - per pura sod-disfazione personale perché dai, chi liguarda più i dvd... - e la mia tesi di lau-rea alla facoltà di Scienze dei Pop Corn- altri la conoscono come LetteraturaMusica & Spettacolo - è stata sul suo se-condo film, The Devil’s Rejects.

Diciamo che chiedere a me com’è unfilm di Rob Zombie è un po’ come chie-dere a un fan di Justin Bieber com’èl’ultima acconciatura del loro idolo esentirsi rispondere piangendo e urlando.

Con l’unica differenza che Rob Zombieè bravo in quel che fa...

La trama è classica e semplice, in ap-parenza: lo storico episodio delle “stre-ghe” di Salem bruciate vive, una maledi-zione scagliata contro i loro inquisitori, leripercussioni che quegli eventi hanno aigiorni nostri. Insomma, una storia che oc-cupa una buona ventina di pagine del-l’enciclopedia del cinema. Rob ci inseri-sce degli elementi tipici suoi, un’eroinaambigua, un misterioso vinile, ma pocopiù. Non è nella trama, certamente, la par-ticolarità del film. Anzi, lo svolgimentonarrativo viene a volte messo totalmentein secondo piano, i tempi si dilatano e sirestringono a seconda del volere dellamacchina da presa, e a seconda delloscorrere dei giorni, che da lunedì scandi-scono il ritmo e la tensione fino a sabato,il giorno del concerto dei “Lords of Sa-lem”, autori dell’oscura traccia incisa sulvinile di cui parlavamo poco sopra, maanche giorno delle streghe, il Sabba. È inquesto cadenzare ritmicamente gli eventi(pochi ma calibrati) della narrazione cheRob esprime tutto se stesso, da bravo mu-sicista orchestra il tutto alla perfezione.La spirale di follia che travolge Heidi, laprotagonista, è una scala dissestata chesale e scende. Le sue visioni, i suoi incu-bi, sono un risprofondare nelle “vecchieabitudini”, nella tossicodipendenza e nel-

la confusione menta-le, o è davvero meritodelle Streghe? Incubiche poi si trasforme-ranno in sogni, sognimistici, perché gliadoratori di Luciferodescritti nel film, perquanto possano sem-brare inizialmente ri-dicoli e grotteschi, so-no invece carichi difede e amore e gioia

verso il proprio Signore. È questo che tiprende allo stomaco fin dalle prime im-magini (anche per chi non ha mai fre-quentato alcuna chiesa, come il sotto-scritto), il capovolgimento della visioneabituale che abbiamo di “fedele”, unamore che porta alle lacrime, un amore“ricambiato”. Un esperimento narrativo,quello di Rob Zombie, non un’apologia,è chiaro. È solo teatro, scena, è una so-vrastruttura drammatica. E teatrale è an-che la sua regia, e la fotografia del film:negli States hanno messo in mezzo Ku-brick, tra i paragoni, e probabilmentenon a torto, anche se a me ha ricordatomolto la visionarietà di Alejandro Jo-dorowsky. Molte immagini sono dei ca-polavori impeccabili di messa in scena,delle fotografie perfette in cui ogni ele-mento, il chiaroscuro, i colori, i soggetti,sono perfettamente bilanciati, come inuna foto di Gregory Crewdson. Le cro-ci rosse al neon, le scalinate d’oro, i vel-luti, il volto truccato di Heidi mentresale le scale, mentre prende co-scienza del suo destino.

Se ne potrebbe parlare ancora, perpagine e pagine, ma alla fine bastasapere semplicemente che è un belfilm. Rob ha detto che il suo prossi-mo lavoro sarà una commedia sul-l’hockey. Ecco, questo sì che mi fadavvero paura. nnn

Da sinistra:il serial della AMCThe WalkingDead. La miniserieinglese In TheFlesh della BBCThree.Le Streghe diSalem di RobZombie

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B eata innocenza: quante volte,pensando o guardando un bam-bino, abbiamo detto o sentito

dire queste parole? Magari di fronte a un“Babbo Natale esiste davvero” o a frasidel tipo “Da grande voglio essere comeBiancaneve”.

L’infanzia di ieri era fatta di questo: fa-vole e sogni, romanticismo e avventura,case di marzapane e mele avvelenate, iltutto condito da colori, allegria e lieto fi-ne. Non solo nei libri ma anche sul gran-de schermo, dove l’esclusiva della tra-sposizione cinematografica (rigorosa-mente in 2D) di favole e affini era “riser-vata” agli Studios Disney che, invaria-bilmente a cartoni animati, rendevanofruibile anche ai più piccini non solo lefavole più accattivanti come Cenerentolae La bella addormentata nel bosco, mapure quelle più “gotiche” come Hansel e

Gretel e Biancaneve, dove streghe esortilegi la facevano da padrone.

L’infanzia di oggi non soloè diversa, più smaliziatae “furba”, ma addirittura

dura meno. E le esi-

genze dei “piccoli” sotto l’aspetto dellostimolo della fantasia sono cambiate alpunto da modificare, di conseguenza,anche l’offerta artistica a loro riservata.

L’avvento dell’horror nelle favole classiche

A riprova di quanto, da una decina dianni, sia cambiata la concezione di “favo-la” nell’immaginario dei più piccoli, bastipensare a quante favole gotiche, per nondire spesso horror, siano state portate alcinema da registi più o meno “titolati”.

Senza andare troppo a ritroso nel tem-po basti pensare a I fratelli Grimm e l’in-

cantevole strega, presentato a Venezia2005 da Terry Gilliam con Heath Led-ger, Matt Damon e Monica Bellucci,dove i protagonisti sono proprio i duecantastorie che, nella narrazione cupae gotica tracciata da Gilliam, raccon-tano favolisticamente l’ispirazionetratta per fiabe famose come Cappuc-cetto Rosso o Hansel e Gretel. E sonoproprio i due fratellini rapiti dalla Stregacattiva della casa di marzapane che, loromalgrado, stanno tornando in auge inquesti giorni grazie alla pellicola diTommy Wirkola Hansel & Gre-

tel - Cacciatori di streghe. Ormaicresciuti (sono interpretati da Je-remy Renner e Gemma Ar-terton), dopo aver ucciso lastrega cattiva che volevacucinarli e mangiarli,

hanno deciso di dedi-care la loro vita alla cac-cia alle perfide fattuc-chiere con l’obiettivo

Da Hansel & Gretelcacciatori di streghe alle Biancaneveguerriere passando per i classici Disney di ieri e di oggi cheindossano la vestetridimensionale: viaggionelle nuove tendenzedel cinema per ragazzi

Favole horror e vecchicartoni in 3D: dov’è finito

l’immaginarioinfantile? di Daria Ciotti

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Dall’alto: Monica Bellucci,Julia Roberts,Charlize Theron. Qui a sinistra: Allaricerca di Nemo(foto ©Disney/Pixar).Sotto: Il Re Leone(© Disney).A centro pagina: Lily Collins.In apertura, inbasso: Monsters& co. (©Disney/Pixar)

di farne fuori il più possibile.Negli otto anni intercorsi tra l’uscita

delle due pellicole, bisogna dire cheun’altra protagonista storica delle favolepiù famose è stata ridisegnata, se così sipuò dire, in chiave gotica. Non una, maben due volte (almeno). A distanza, oltre-tutto, di poco (pochissimo) tempo. Anzi,a dirla tutta, nello stesso anno. Stiamoparlando ovviamente di Biancaneve,portata sul grande schermo da TarsemSingh prima, e da Rupert Sanders poi,nel 2012. In entrambi i casi ci siamo tro-vati di fronte a una principessa guerriera,apparentemente innocente e indifesa macon una grinta da vendere (altro che tor-te di ciliegia e cerbiatti lavapiatti), conmatrigne belle e cattive come Julia Ro-berts e Charlize Theron, cacciatori bel-li e biondi (come Chris Hemsworth)che addirittura prendono il posto delprincipe azzurro nel cuore della protago-nista, e principesse guerriere che difen-dono e combattono invece di essere dife-se (Lily Collins e Kristen Stewart).

La rivisitazione in 3D dei “toon” degli Anni 90:l’usato a km zero arrivaanche al cinema

Se ancora non bastassero le nuoveversioni horror di favole che a “noigrandi” hanno fatto sognare quandoeravamo piccoli, a marcare la diffe-renza fra l’infanzia di oggi e quella diieri arrivano anche le rivisitazioni in

3D di cartoni animati chenegli anni Novanta hanno

fatto storia.Pensiamo solo

al Re Leone, conil quale nel 1994

intere generazionisi sono com-

mosse fino al-le lacrime per

la storia delpiccolo leone

Simba che, convin-to di essere respon-sabile della mortedel padre Mufasa, siallontana dal suo

branco per farviritorno da

adulto e ri-prende-

re ilsuo

posto da Re Leone grazie alla compagnadi giochi Nala. E che giusto un paio d’an-ni fa, era il 2011, è stato riportato nellesale esattamente come ce lo ricordava-mo, con la sola differenza di essere cata-pultati esattamente al centro dell’azionedal tridimensionale.

La rimasterizzazione sembraessere diventata, dunque,una delle nuove fron-tiere del cinema, so-prattutto quel-lo per ra-gazzi. Man-canza di nuo-ve idee? O vo-glia di riportare allaluce vecchie glorie come appunto Il ReLeone o, storia più recente, film d’avan-guardia come Alla ricerca di Nemo e oraMonsters & Co., ripresentato all’ultimaedizione del Future Film Festival “nelvestito migliore”, con una rimasterizza-zione completa e la riedizione in versionetridimensionale.

In attesa dell’uscita (la seconda) nellesale il prossimo 13 giugno, la domandanasce spontanea: un Oscar vinto nel2002 (anno della prima uscita) non do-vrebbe bastare a rendere indimenticabilela commedia d’animazione ambientata aMostropoli? Dove i protagonisti Sulleye Mike Wazowski si trovano costretti,loro malgrado, a rivedere la convinzionesecondo la quale i bambini (delle cui ur-

la si nutre la fabbrica che dà il titolo alfilm) sono “velenosi”, dopo l’incon-tro con Bog, una bambina che scon-

volgerà la loro vita.Nessuna critica

distruttiva neiconfronti di pelli-

cole che, in unmodo o nell’altro,

costituiscono comun-que un’innovazione, nel loro piccolo,

dei rispettivi generi cinematografici.Semplicemente, però, ci si chiede: nonc’è veramente più nulla di nuovo, senon la rivisitazione, da offrire alle nuo-ve generazioni? La fantasia, è de-stinata a riciclarsi nelle nuovetecnologie e a piegarsi alla nuo-va regola secondo cui “spavento- uguale - divertimen-to”? Dove sono finiti ibei vecchi cartoon a duedimensioni di una volta, lefavole colorate e chiassoseche hanno fatto la storia? “Sepuoi sognarlo, puoi farlo”,diceva il vecchio Walt Di-sney... Forse è il caso ditornare a sognare. nnn

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S egni particolari: bellissima.Tratti distintivi: la somiglianzacon Sophia Loren, ma alcuni la

definiscono la nuova Monica Bellucci.Una partenza a razzo quella di Marga-reth Madè (al secolo Margareth TamaraMaccarrone), attrice siciliana classe1982, lanciata nel 2009 da GiuseppeTornatore con il film Baarìa. Dopo aversfiorato la ribalta internazionale, Marga-reth è rimasta sulla cresta dell’onda. At-trice e modella, ha “dovuto” scegliere ilsuo nome d’arte perché quello vero ri-schiava di confondersi con le marche dipastasciutta. La incontriamo reduce dalsuccesso de Il Commissario Montalba-

no, fiction dove ha recitato nell’episodioIl sorriso di Angelica. Alta, magra, un vi-so che “buca lo schermo”, Margareth èentusiasta del suo lavoro e dell’esperien-za televisiva vissuta nella serie recordd’ascolti di Raiuno.

«È stato molto divertente - racconta -ancor più in quanto siciliana che inter-preta una donna che si chiama Angelica.Un personaggio che è stato protagonistaanche nella letteratura e mi riferisco al-l’Angelica dell’Orlando furioso. Quella è

l’Angelica eterea e letteraria, da un altrolato abbiamo l’Angelica intraprendenteche tenta di sedurre il commissario».È una figura che si distacca dallealtre della tradizione diMontalbano. Che effetto ti hafatto interpretarla?

«Un bell’effetto, anzi una scoperta.Mi sono divertita a stare con un cast co-sì unito, che è proprio come una grandefamiglia. Che mi ha accolta e coccolatacome si fa quando arriva un ospite inat-teso. E poi c’è la vera protagonista che èla Sicilia».Senti molto il legame con la tuaregione?

«Altroché, non per niente durante leriprese mi sentivo a casa mia. Del restoil mio paese d’origine, Paternò, è a unaventina di minuti dai luoghi di Montal-bano».Quanto c’è di te in questo perso-naggio?

«Forse la parte più solare, talvolta so-gnante e malinconica, non c’è, invece, lacapacità di sedurre che ha Angelica. Ionella vita non sono così femme fatale,anzi non lo sono per niente».

Dopo l’esordio colpremio Oscar Tornatorein Baarìa, l'abbiamoappena vista nelCommissarioMontalbano su Raiuno,ma Margareth Madè non si è montata la testa.L’attrice e modellasiciliana di sé dice:«Sono solo agli inizi,cerco di imparare, di migliorarmi...»

«Lavorareper farmivedere? Non miinteressa»

di Silvia Gambirasi

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Sei diventata famosa per la tuabellezza, ora hai dimostrato diessere anche una brava attrice,la critica sembra dalla tua parte.

«Io sono ancora agli inizi, sono unagiovane attrice che cerca di imparare, dimigliorarsi. Riuscirci dipende molto dalcontorno, dalla regia e dalla sceneggia-tura. Si deve venire a creare un’alchimiaperfetta perché un personaggio diventicredibile».Ti trovi meglio al cinema o nellefiction?

«Dipende dalla storia, e, come dicevo,dall’insieme di cast, sceneggiatura e viadicendo. Puoi far vivere un personaggioal cinema in una maniera straordinariacosì come su Raiuno. E poi Montalbanoè una fiction di altissima qualità».A giudicare dal tuo curriculum,sembri piuttosto selettiva nellascelta dei copioni.

«Lavorare pur di farsi vedere non miinteressa, e non mi serve perché sono an-cora giovane e posso cercare di costruir-mi una carriera in un certo modo. Per fa-re errori c’è sempre tempo».Tuttavia, quella di selezionare èuna scelta coraggiosa, visti itempi...

«Ma se ami profondamente questo la-voro, fermo restando che si abbia l’op-portunità di valutare le proposte, è me-glio così. Se non scatta l’amore nei con-fronti del personaggio, è tutto inutile».Il tuo esordio in Baarìa è statouna partenza forte...

«Già, rischiavo di bruciarmi, di essereidentificata con quel ruolo o di passareper l’attrice del momento. Per fortunanon è andata così!».

Anche Montalbano è una dellefiction più seguite nel mondo, unvero fiore all’occhiello per l’Italia, ne sei consapevole?

«E come potrei non esserlo, visto so-prattutto che negli ultimi tempi trascorrolunghi periodi all’estero? Sto spesso aNew York e Montalbano è arrivato an-che lì, e pure a Londra e Parigi. Diciamoche è un po’ come Sherlock Holmes».Ti ha lusingato far parte di questoprogetto?

«È un progetto molto importante per-ché è ben strutturato, alla base c’è ungrande scrittore come Andrea Camille-ri e una protagonista unica che è la Sici-lia. Una terra che è stata raccontata nellaletteratura e nel cinema più volte, bastiricordare Il Gattopardo, Il Padrino, Laterra trema, e lo stesso Baarìa». Ti rendi conto che con i tuoicapelli biondi e gli occhi chiarisei una siciliana anomala?

«In realtà c’è questo cliché, racconta-to soprattutto dal cinema, della donna si-ciliana che deve essere per forza mora,con gli occhi neri e di corporatura medi-terranea, ma la Sicilia è una terra tal-mente ricca di culture, di sangue misto,che da noi puoi incontrare la mora piut-tosto che la bionda, puoi vedere di tutto,c’è questo mix molto forte e lo avvertiappena metti piede sull’isola».

Quando parli della tua Sicilia ti siilluminano gli occhi... eppure staia New York.

«Per ora, ma non ho dimenticato lemie radici. Quando posso torno, la miafamiglia e i miei amici sono lì, anche sel’ho lasciata quando avevo 15 anni, cer-ti legami non si spezzano mai».C’è un ruolo che ti piacerebbeinterpretare e che ancora non tihanno proposto?

«Ce ne sono tanti, le vite delle perso-ne sono così complesse che non potreb-

be essere altrimenti.Adesso mi piacerebbeinterpretare qualcosache sia lontano da me,dalla bellezza che è soloun cliché».Magari una brutta?

«Anche, perché no,come Charlize Theronin Monster o MarionCotillard nel ruolo diEdith Piaf, ma io prefe-rirei una con dei proble-

mi, una figura di donna complessa». Dicevi che sei più a New Yorkche altrove...

«Ci sto perché perfeziono l’ingleseche è molto importante per il cinema, eanche per la mia vita personale, masto anche a Parigi, Roma e Mila-no».Quale è, tra queste, lacittà dove si vive meglio?

«Roma e Milano le mettosullo stesso piano, così comeNew York e Parigi, ognuna ha ilsuo fascino, non chiedetemi discegliere».Tra dieci anni come tivedi?

«Sul fronte carriera, speroancora attrice, su quello per-sonale mamma e, spero, mo-glie».Tradizionale al centoper cento.

«Assolutamente sì, ioalla famiglia ci credoancora». Ti vedremo maitestimonial di untalent show?

«Non credo, mamai dire mai, è bellomettersi sempre ingioco». nnn

Da sinistra: Ennio Morricone,Margareth Madè,GiuseppeTornatore e FrancescoScianna allapresentazione di Baarìa alla Mostra del Cinemadi Venezia del2009

Qui accanto:Margareth Madèsul set delCommissarioMontalbano(foto di FabrizioDi Giulio)

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O rmai sono anni che è diven-tato francese d’adozione,ma con la sua Italia Stefano

Accorsi mantiene sempre un legameviscerale. Che non perde occasionedi rinvigorire a ogni rientro nellaPenisola. Pendolare per lavoro,l’attore quarantaduenne, uno dei

più quotati del panorama cine-matografico italiano, fa in-

fatti la spola tra Parigi,dove si è trasferito peramore della modellae attrice franceseLaetitia Casta, eRoma, dove tornaperiodicamente perpromuovere le sue

fatiche professionali. Lo incontriamo in occasio-

ne della presentazione di Viaggio sola,pellicola diretta da Maria Sole Tognaz-zi, balzata subito in testa alle classifichedei botteghini italiani. Il film racconta lastoria di Irene (Margherita Buy), belladonna over quaranta “costretta”, per la-voro, a viaggiare continuamente: la suaprofessione consiste infatti nel valutare

gli standard degli alberghi di lusso disse-minati per il mondo. Un mestiere decisa-mente piacevole, ma per svolgere il qua-le Irene ha dovuto pagare un prezzo nonindifferente. Non ha potuto, infatti, farsiuna famiglia né coltivare legami senti-mentali stabili. Il più importante della suavita, quello con Andrea (Stefano Accor-si), si è trasformato in una bella amicizia,tanto che i due, che oramai hanno quasiun rapporto da fratello e sorella, si confi-dano le rispettive traversie esistenziali.Tra loro non c’è nessuna gelosia, ma solouna gran voglia di stare insieme. Finché,dopo l’avventura di una notte con una se-misconosciuta (Alessia Barela), Andreanon viene a sapere che la ragazza è rima-sta incinta di lui e vuole tenere il bambi-no a tutti i costi. Dopo un iniziale rifiuto,l’uomo accetta l’idea di diventare padre edi assumersi le sue responsabilità. Quan-to a Irene, rimasta single, finisce per vi-vere questa decisione come una sorta diabbandono.

«Mi ha incuriosito molto - raccontaStefano - calarmi in questo personaggio,che pure è tanto distante da me e dal miopercorso di vita. Mi piaceva soprattutto

«Non mi sonomai sentito così

italiano come da quandosto all’estero»

di Silvia Gambirasi

Mentre i riflettori sono tutti puntatisul Festival di Cannes, parlaStefano Accorsi, attore italianoche ha eletto la Francia sua seconda patria. Per amore(di Laetitia Casta)

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l’idea di raccontare con quanto coinvol-gimento Andrea vive l’esperienza dellapaternità. Cosa più comune di quantonon si pensi, e lo dico per esperienzapersonale. Uno dei momenti più belli, se-condo me, per ogni futuro padre sono in-fatti proprio i nove mesi della gravidan-za». Però su una cosa lui e Andrea sonoassolutamente diversi: «Andrea - spiegal’attore - riesce benissimo a mantenereun rapporto di amicizia e complicità conIrene, anche dopo la fine della loro sto-ria d’amore, io invece non ci riuscirei,soprattutto quando con la donna in que-stione c’è stata una passione profonda,autentica e intensa». Viaggio sola, unodei pochi film italiani che offrono inte-ressanti ritratti di donne, affronta il temadella vita da single e della solitudine,condizione che probabilmente Stefano(che prima di legarsi a Laetitia Casta haavuto una lunga relazione con l’attriceGiovanna Mezzogiorno) non ha maiconosciuto. «In realtà - confessa lui - amio avviso la solitudine non è poi cosìbrutta, naturalmente a patto che sia unalibera scelta! Chi fa poi un mestiere co-me il mio, che ti costringe a viaggiareparecchio, ha modo di provarla piuttostofrequentemente. In quelle occasioni,quando si è lontani da casa e dai propriaffetti, la solitudine si trasforma in

un’opportunità diriflessione».

Amatissimo dalpubblico femminilesia italiano ched’oltralpe, Accorsi ricambia le attenzioni,dichiarando la propria stima per il gentilsesso, specialmente quando s’impegna inpolitica: «Faccio parte di quella catego-ria di uomini, e sono tanti, che non si sen-tono rappresentati da certi onorevoli ma-schi i quali spesso hanno una visione del-la politica quasi totalmente autoreferen-ziale. Da questo punto di vista, il contri-buto femminile nella gestione della cosapubblica potrebbe davvero rappresentareuna svolta». Da anni residente in Francia,Accorsi quando torna in patria per lavoroè contentissimo. «È proprio vero che lecose si apprezzano soprattutto quandonon ce le hai più a portata di mano e ionon mi sono mai sentito così italiano co-me da quando vivo all’estero. Fermo re-stando che anche la Francia, ovviamenteha i suoi vantaggi. L’ideale, per un pen-dolare dello spettacolo come me, sarebbeprendere il meglio da questi due microco-smi, e io ci sto provando». Elegantissimoe sorridente, Stefano si concede volentie-ri alle domande dei giornalisti, ma guai afare riferimento alla sua vita privata. For-se perché negli ultimi tempi lui e la sua

compagna sono stati bersaglio di pettego-lezzi che li davano in crisi. L’ultima ap-parizione in coppia dei due risale al Fe-stival di Cannes del 2011 e all’epoca lecronache parlavano dell’imminente an-nuncio del loro matrimonio. A due anni didistanza, difficile che si concedano al fla-

sh dei fotografi sulred carpet della ker-messe cinemato-grafica francese, incorso proprio inquesti giorni. Tutta-via sia Stefano cheLaetitia hanno sem-pre smentito le insi-nuazioni sulla pre-sunta fine del loro

ménage, decisi più che mai a proteggerela tranquillità dei loro bambini, Orlando(6 anni) e Athena (3).

Dura invece da anni, e non ha mai ac-cusato segni di cedimento, l’amicizia pro-fessionale tra Stefano e la sua partner inViaggio sola, Margherita Buy. La loro“prima volta” sul set risale al 2001, annodel film di Ferzan Ozpetek Le fate igno-ranti, dove Accorsi vestiva i panni di ungiovane gay, amante segreto del maritodella Buy. Li abbiamo rivisti poi in Satur-no contro, sempre di Ozpetek, nel ruolodi un bancario e una psicologa, moglie…e marito fedifrago. Molto attivo anche sulpiccolo schermo, oltre che al cinema, Ac-corsi recentemente ha fatto centro su Ca-nale 5 con Il clan dei camorristi, fictiondiretta dalla coppia di registi AlessandroAngelini e Alexis Sweet e sceneggiata dadue terzi del team che ha scritto Roman-zo criminale - La serie, ovvero DanieleCesarano e Barbara Petronio (al postodi Leonardo Valenti c’è Claudio Fava),dove interpreta il ruolo di un magistratoche torna nella Campania per combatterela criminalità organizzata. nnn

Dall’alto, da sinistra:Stefano Accorsicon LaetitiaCasta;l’attore in unfotogramma diViaggio Sola conMargherita Buy;sul set dellostesso film anchecon la registaMaria SoleTognazzi;nella fiction Il clandei camorristiassieme aGiuseppe Zeno

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“casi” cinematografici che di tanto in tan-to rompono questo schema. Quasi amici,il film del duo Nakache-Toledano, inter-pretato dalla formidabile coppia OmarSy-François Cluzet, è l’esempio più illu-stre in questo senso registrato negli ultimianni. Uscito in sordina in un numero disale non elevatissimo, grazie al passapa-rola che ne ha alimentato il successo dibocca in bocca e all’indubbia qualità, è ri-masto sugli schermi italiani, ma anche nelresto d’Europa, per mesi. Circostanze cheraramente si verificano di questi tempi.

Alla luce di queste considerazioni, do-po le feste pasquali e i ponti festivi del25 aprile e del Primo maggio durante iquali c’è stata una nuova ondata di usci-te, la stagione cinematografica, che po-trebbe accusare un flessione, invece nonsi ferma. Nonostante la crisi, non soloitaliana, l’industria dell’intrattenimentocontinua a sfornare prodotti in gran nu-mero. Fra questi, c’è da dire che si co-minciano a vedere anche diverse produ-zioni indipendenti o semi-indipendenti,destinate a una fugace apparizione, maperlomeno salite sul treno della grandedistribuzione nazionale.

Il cinema italiano nel prossimo mese,dal Festival di Cannes in poi, ha in pro-gramma una decina di titoli in uscita, a

U n anno è composto di cinquan-tadue settimane e ogni settima-na escono circa sei/sette film

nuovi. D’estate, ma solo all’inizio di ago-sto, le novità diminuiscono; nei periodifestivi e a inizio stagione, invece, cresco-no esponenzialmente e talvolta si arrivaanche a dieci/dodici titoli al debutto tuttiinsieme. Facendo un calcolo approssima-tivo, quindi, ogni anno sugli schermi ita-liani arrivano fra i trecento e i quattrocen-to film nuovi, quasi uno al giorno. Ma laquantità talvolta fa a pugni con la qualità.Spesso non c’è il tempo nemmeno di in-dividuare dove alberghi quest’ultima,perché i film entrano in sala, vi restanouna settimana, massimo due, e subito neescono per far posto ad altri. Se ci imbat-tiamo in un capolavoro assoluto, natural-mente questo brilla di una luce specialeche ce lo fa ricordare tra mille, perché lecorde che va a toccare continuano a vi-brare nel tempo. Ma diverse altre pellico-le interessanti, che meriterebbero di “de-cantare” per gustarne il sapore lentamen-te, appaiono e scompaiono in un batterd’occhio, presenti in poche sale (i cosid-detti “film invisibili”) e schiacciate daquei titoli che vengono distribuiti massic-ciamente su tutto il territorio nazionale.L’eccezione a questa regola sono quei

Fra thriller italici, produzioniindipendenti e blockbuster

Dopo Cannes nelle salesono in arrivo decine di pellicole: italiane einternazionali, di genere e non, e anche kolossalhollywoodiani. TargatiUniversal, Warner Bros e 20th Century Fox

Ti ho cercata in tutti i necrologi di GiancarloGiannini;Nicolas Vaporidis, Manuela Martelli eAlessandro Giallocostanel film Il futuro

Toni Servillo nel filmLa grande bellezza

la stagione continuadi L.A.

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celebre Frightfest di Londra ha alimenta-to la curiosità degli appassionati italiani,che da anni attendono l’erede di Argentoin un genere che nella Penisola vanta tan-tissimi estimatori. Anche Nero infinito diGiorgio Bruno, in uscita il 23 maggio, èun horror-thriller, una piccola produzioneinterpretata da Francesca Rettondini.Otto registi del panorama undergrounditaliano raccontano e reinterpretano i clas-sici dello scrittore Edgar Allan Poe inP.O.E. Poetry of Eerie, nelle sale il 7 giu-gno. I loro nomi: Angelo Capasso, Giu-seppe Capasso, Alessandro Giordani,Edo Tagliavini, Giovanni Pianigiani,Bruno Di Marcello, Paolo Gaudio,Paolo Fazzini, Domiziano Cristopha-ro, Yumiko Itou. Girato per il mercatoestero, P.O.E. nella versione originale ècomposto da tredici episodi. In Italia esce“ridotto” con soli otto episodi. Ameriqua

di Marco Bellone e Giovanni Conson-ni, Beket di Davide Manuli, Esterno se-

ra di Barbara Rossi Prudente, Il futuro

di Alicia Scherson (coprodotto con Spa-gna, Cile e Germania) sono gli altri titolibattenti bandiera tricolore in uscita dametà maggio a fine giugno. Drammi ecommedie provenienti dal circuito indi-pendente o semi-indipendente.

Al contrario, dagli Stati Uniti anche inquesto periodo sono in arrivo vari cosid-detti blockbuster, ovvero quei prodottipopolari distribuiti dalle grandi case, chehanno tutte le carte in regola per riscuo-tere un largo consenso presso estese fa-sce di pubblico. Il primo di questi è Fa-

st & Furious 6, nuovo capitolo della sa-ga di Dom Toretto (Vin Diesel), abilissi-mo meccanico, driver e ladro di autosportive di grossissima cilindrata. Dallaspettacolare rapina di Rio de Janeiro,Dom, Brian (Paul Walker) e gli altridella banda si sono sparpagliati in tutto ilmondo. Ma il loro partner estemporaneoin Brasile, il detective Hobbs (DwayneJohnson) dà la caccia attraverso dodicinazioni a dei piloti mercenari, fra i qualila donna che Dom credeva morto: Letty(Michelle Rodriguez). Hobbs chiede aDom di ricreare la sua squadra a Londra.In cambio avrà il perdono completo. Luie tutti i suoi. Fast & Furious 6 è un film

cominciare da La grande bellezza diPaolo Sorrentino, reduce proprio dalconcorso della Croisette. Fra le novità difine maggio - inizio giugno si segnala lanuova fatica cinematografica di MarcoRisi, regista assente dalle sale da diversotempo, dal 2009, anno dell’uscita diFortàpasc. Come Sorrentino, con Cha

Cha Cha anche Risi racconta la Romadei giorni nostri, ma non la Roma effime-ra, delle feste e della notte, bensì quelladegli affari sporchi e delle trame losche. Ilcast del film è composto da Luca Argen-tero, Eva Herzigova, Claudio Amendo-la e Pippo Delbono. Quest’ultimo, aCannes come attore in ben due film, de-butta il 6 giugno sugli schermi anche conil suo film, scritto, diretto e interpretato:Amore Carne, un lavoro singolarissimoche è anche una vera e propria sfida. Gi-rato con il suo telefonino, Delbono lo hapresentato nel 2011 alla Mostra di Vene-zia nella sezione Orizzonti. Anche un al-tro grande attore torna dietro la macchinada presa, ben vent’anni dopo la sua primavolta (Ternosecco), anche se in manierapiù tradizionale rispetto al regista di Amo-re Carne. Parliamo di Giancarlo Gian-nini che con Ti ho cercata in tutti i ne-

crologi si cimenta in un thriller misticosenza un attimo di respiro. Girato in Ca-nada, è interpretato dallo stesso Gianninicon Silvia De Santis e F. MurrayAbraham. Attesissimo è anche l’horrorTulpa - I demoni del desiderio, firmatoda Federico Zampaglione, con ClaudiaGerini, Ivan Franek e Michele Placido.Si tratta di un film che deve molto alle at-mosfere del maestro italiano del genere,Dario Argento. La calda accoglienza ri-servata al film presentato in anteprima al

Dall’alto, dasinistra:Cha Cha Chadi Marco Risi, conLuca Argentero,Eva Herzigova,Claudio Amendolae Pippo Delbono(più sotto anchein Amore carne);Tulpa - I demonidel desiderio,firmato daFedericoZampaglione, conClaudia Gerini,Ivan Franek e Michele Placido;Ameriqua diMarco Bellone e GiovanniConsonni;una scena diFast & Furious 6

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re a casa, l’equipaggio scopre una terri-ficante forza all’interno della propria or-ganizzazione che rischia di portare ilpianeta a uno stato di crisi irreversibile.Toccherà come sempre al Capitano Kirkaffrontare la situazione. Il mondo è inpericolo anche in un’altra produzioneUniversal, World War Z, ma questa vol-ta a minacciare di decimare la popola-zione della Terra è una terribile epide-mia. Un impiegato delle Nazioni Unites’impegna in una corsa contro il tempoper fermarla. Dirige Marc Forster. Pro-tagonista Brad Pitt.

Ai tre della Universal, la WarnerBros. risponde con altrettanti kolossal.After Earth, L’uomo d’acciaio e Una

notte da leoni 3. After Earth - Dopo la

fine del mondo, con Will e Jaden

Smith, è un film di fanta-scienza di M. Night Shyama-lan (Il sesto senso). Mille an-ni dopo l’abbandono dellaTerra da parte degli uomini, ilgenerale Cypher Raige (Will)fa ritorno a casa per fare final-mente il padre di suo figliotredicenne Kitai (Jaden). Maquando una pioggia di asteroi-

di danneggia la navicella di Cypher e Ki-tai, i due sono costretti a un atterraggio diemergenza sull’inospitale e pericolosaTerra. Ne L’Uomo d’Acciaio di ZackSnyder rivivono i personaggi dei fumet-ti creati da Jerry Siegel e Joe Shuster

per la DC Comics.Henry Cavill è ClarkKent/Superman. AmyAdams è Lois Lane eLaurence Fishburne èil direttore del DailyPlanet, Perry White.Nel ruolo dei genitoriadottivi di Clark Kent,ci sono Diane Lane eKevin Costner. Il supe-reroe deve affrontaredue kryptoniani soprav-vissuti, il malvagio Ge-nerale Zod e Faora. Lesgangherate avventure

di Bradley Cooper, Zach Galifianakis& co. riprendono in Messico, a Tijuana,per una nuova Notte da leoni, la numerotre. Questo terzo film racconta la fuga diAlan dall’ospedale psichiatrico in cui èstato rinchiuso e dei tentativi dei suoiamici di ritrovarlo prima che la situazio-ne precipiti.

Anche la 20th Century Fox ha un paiodi frecce al suo arco per questa tarda pri-mavera. Una è l’esordio in lingua inglesedel regista coreano Park Chan-wook,Stoker, un inquietante horror con MiaWasikowska, Nicole Kidman eMatthew Goode. Dopo la morte del pa-dre, una ragazza rimane sola con la madreinstabile di mente. A casa sua si trasferi-sce allora un misterioso e strano zio e daquel momento in città cominciano a spa-rire delle persone... L’altro titolo Fox è unfilm d’animazione dello stesso autore,Chris Wedge, de L’Era Glaciale. Epic ciporta nel profondo di un bosco dove haluogo una feroce battaglia fra il Bene e ilMale. Naturalmente con l’ausilio, ormaidi regola, del 3D. nnn

Universal, come Into Darkness - Star

Trek di J.J. Abrams, nuovo capitolodella celebre saga fantascientifica, quiinterpretata, tra gli altri, da Chris Pine,Zachary Quinto, Zoe Saldana, Bene-dict Cumbterbach e Simon Pegg.Quando l’Enterprise è chiamata a torna-

Dall’alto: Jaden Smith in AfterEarth - Dopo la finedel mondo; ChrisPine in IntoDarkness; Brad Pittin World War Z

Epicdi Chris Wedge;poco più sopra:Nicole Kidman eMia Wasikowskain Stoker

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M ancano ancora cinque me-si alla tradizionale serata digala nel corso della quale

vengono assegnate le Medaglie d’O-ro - Una Vita per il Cinema, ma lapreparazione per l’evento è già inizia-ta. Con qualche novità in arrivo. Allostudio c’è infatti un premio speciale incollaborazione con la nostra rivistache va ad aggiungersi ai tanti ricono-scimenti già previsti per attori, registi,sceneggiatori e soprattutto per le mae-stranze, i tecnici, gli impiegati, i di-stributori e gli esercenti dell’industriacinematografica, senza i quali non sa-rebbe possibile la realizzazione diquei sogni a occhi aperti che ci regalada oltre un secolo il grande schermo.Il nuovo premio sarà dedicato a queigiovani artisti emergenti che nel corsodella stagione si saranno dimostratipiù promettenti.

La XXXIV edizione delle Meda-glie d’Oro - Una Vita per il Cinema

si terrà il 18 ottobre 2013, anche que-st’anno nei saloni della struttura Spa-zio Novecento di Roma, che dal 2010ospita l’evento.

Promossa per la prima volta nel1954 da Alessandro Ferraù, giornali-sta e fondatore dell’Annuario del Ci-nema Italiano & Audiovisivi che hada poco compiuto 60 anni, la manife-stazione, realizzata dall’AssociazioneUna Vita per il Cinema e dal CentroStudi di Cultura, Promozione e Dif-fusione del Cinema, si fregia della pe-culiarità di premiare il “lavoro nel Ci-nema”, quello più oscuro e dietro lequinte, formula che ha costituito dasempre la chiave del successo di que-sta iniziativa, che da qualche anno stavivendo un rinnovato successo grazieall’impegno profuso a partire dal 2009da Paolo e Alessio Collalunga e dallaloro A.P.S. Advertising.

Nel corso della serata di gala, oltrealle Medaglie d’Oro che attori, attrici,

Il premio assegnato alle maestranze, ai tecnici e agli

esercenti del grandeschermo giunge allasua XXXIV edizione

Una Vita per ilCinema

Medaglie d’Oro a chi lavoradietro le quinte

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registi e produttori consegnano perso-nalmente, rendendo omaggio ai loropreziosi collaboratori, vengono asse-gnati speciali riconoscimenti (Vittoriedi Samotracia, Targhe) anche a pro-duttori, registi, attori, e le Penne d’O-ro e d’Argento ai giornalisti.

Lo scorso anno la Vittoria di Samo-

tracia per la lunga e meritoria attività

nel mondo del cinema è stata assegna-ta a Ezio Greggio, Rocco Papaleo,

premiato da Euridice Axen; Mauri-zio Totti, premiato da Chiara Franci-ni; Lina Wertmuller, premiata daPiera Degli Esposti.

Enrico Lucherini, premiato daGianluca Pignatelli, ha ricevuto laPenna d’Oro per gli 80 anni d’età e

per la sua straordinaria carriera nel

mondo del cinema. Le Medaglie d’Oro sono andate a

Rino Barillari, premiato da TaniaZamparo, per la fotografia; a PinoInsegno, premiato da Giulio Base, peril doppiaggio; a Maurizio Amati, pre-miato da Andrea Roncato; a Massi-mo Razzi, premiato da Dante Ferret-ti e Francesca Lo Schiavo, per la sce-

nografia; a Maria Grazia Di Nardo,premiata da Luca Di Nardo, comeagente delle star; a Maria Antonietta

Salvatori e Anna Orazi, premiate daMaurizio Millenotti, come sarte; aSergio Salvati, premiato da MariaGrazia Cucinotta, per la fotografia; aGentilina Lorettelli e Augusto Pinto,premiati da Francesca Stajano, comeimpiegati Anica; a Inti Carboni, pre-miato da Giulia Greco, come aiuto

regista; a Edoardo Ceccuti, premiatoda Giuliano Montaldo, come diri-

gente archivio storico Luce; a Er-manno Spera e Francesca De Simo-ne, premiati da Paola Minaccioni, co-me truccatore e parrucchiera.

Filippo Scicchitano, premiato daFrancesco Bruni, ha vinto la Meda-

glia d’Argento come giovane promes-

sa del cinema italiano. Come lui,Giulia Valentini, premiata da ValerioMastandrea.

Stelvio Cipriani e Umberto Sci-pione, premiati da Katia Ricciarelli,sono stati insigniti della Targa Annua-

rio come musicisti di fama interna-

zionale. Un’altra Targa Annuario èandata a Mario Rossini, Paolo Logli,Alessandro Pondi, Riccardo Irrera eMauro Graiani, premiati da SimonaCavallari e Francesco Salvi, per ilsoggetto e la sceneggiatura della mi-

niserie di Raiuno K2.Penna d’Argento a chi fa comuni-

cazione nel cinema per Tiziana Roc-ca, premiata da Marco Bocci; MariaPia Fusco e Giampiero Cinelli, pre-miato da Manuela Morabito.

Dante Ferretti e Francesca LoSchiavo, premiati da Antonella Bruno,direttore mercato Lancia Italia, hannoavuto il Premio Lancia Award. nnn

Paolo e Alessio Collalunga,che l’hanno riportato a nuovo splendore, stannogià lavorando al cloudell’evento, che si terràil prossimo 18 ottobrepresso lo SpazioNovecento di Roma

In alto, da sinistra:Chiara Francini,Enrico Lucherini,Euridice Axen.Qui sopra:Giulia Valentini,Simona Cavallari,Tiziana RoccaA sinistra:Francesco Bruni,Filippo Scicchitano,Giulia Valentini,Valerio MastandreaSotto:Antonella Ponziani,Noemi, Pietro Graus

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P adovano, ma ormai americanod’adozione, il chitarrista e pro-duttore Fabrizio Sotti è uno di

quei rari esempi di artista che al talentosa unire ottime capacità imprenditoriali.Genio e regolatezza, si può dire nel suocaso, visto che le sue collaborazioni conpersonaggi come Cassandra Wilson eJennifer Lopez sono caratterizzate dauna doppia veste: di musicista e di di-

scografico. Lo abbiamo incontrato negliStudi Trafalgar dove si è affacciato persuonare nel nuovo progetto del pianistaAlberto Pizzo. Un disco che si sta regi-strando a New York, dove Sotti risiededa oltre vent’anni, ma del quale alcunipassaggi vengono realizzati a Roma.«Sono qui per il disco di Pizzo (uscirà aottobre, ndr). Oltre a produrlo vi suonoanche la chitarra. È un progetto interes-sante». Vi prendono parte, tra le altre,guest star di prestigio come Ayo, To-quinho, Renzo Arbore, FrancescaSchiavo e il leggendario percussionistaMino Cinelu, storico collaboratore diMiles Davis e dei Weather Report. Fabrizio, negli Studi Trafalgarsono state registrate tantecolonne sonore che hanno fattola storia del cinema italiano. C’èla voce cinema anche nel tuocurriculum?

«Ho avuto una casa discografica do-ve ho realizzato tante produzioni. Manon ho mai fatto lo score di un film,

però molte mie canzoni sono finite intante pellicole».Nel tuo nuovo album, Right Now,ci sono collaborazioni eccellentiprovenienti da generi diversi:Zucchero, Shaggy, Ice T, ecc. Lo presenterai anche in Italia?

«È il mio sesto disco come solista e lopresento al Blue Note di New York il 14e 15 maggio con due concerti. Poi stiamopensando a un lancio anche in Italia, pro-babilmente a luglio».Raccontaci la tua storia, quandohai lasciato l’Italia?

«A 16 anni. Essendo jazzista e vistoche tutti i più grandi stavano a New York,volevo confrontarmi con quella realtà esuonare con i migliori. Anche per vedere

se ero all’altezza. Do-vevo andare. E poi nonsono più tornato...».Negli Usa hai avutouna carriera nientemale: hai prodottoCassandra Wilson,Jennifer Lopez,Whitney Houston.

«Il jazz è il mio lin-guaggio, il mio più

grande amore. Ma a differenza di tantijazzisti europei che difficilmente vannoal di fuori del loro genere, io ho preso aesempio le carriere di Miles Davis,Herbie Hancock che non hanno maiavuto paura di sperimentare. Perché perme ci sono solo due tipi di musica: lamusica buona e la musica cattiva».Quali musicisti con cui haisuonato negli Usa ricordi con piùpiacere?

«Sono vent’anni che suono con MinoCinelu ed è anche un grande amico. Poiho avuto la fortuna di suonare conRandy Brecker, Michael Brecker, AlFoster, John Patitucci, Roy Hargro-ve: una grande crescita».E in Italia, chi ti piace?

«Sono legato a Dalla, Daniele, Zuc-chero. Tutti artisti che ammiro molto». Oggi senti più casa tua l’Americao l’Italia?

«Sono orgoglioso di essere italiano edi portare la mia italianità nel mondo.Sono cosciente di chi sono, da dovevengo, dove sono cresciuto e quale è lamia cultura. Sono oltre vent’anni chemanco dall’Italia, ma non ci tornerei avivere. C’è un modo di fare le cose chenon mi appartiene». nnn

di Luigi Aversa

FabrizioSottiUna vita chesembra un filmChitarrista jazz, sognava di conoscere i grandi delgenere ed è partito per gli Usa.Vent’anni dopo, quel desiderionon solo è stato esaudito ma il musicista padovano è un discografico affermato che ha prodotto stelle comeCassandra Wilson e J.Lo

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