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73 Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV Periodico quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale della Banca della Marca Credito Cooperativo Società Cooperativa. Anno XXV · N. 73 · Maggio 2017 Storia e arte locale Le nuove professioni periodico di Marca Solidale ALL’INTERNO La filiale di Marcon

Anno XXV · N. 73 · Maggio 2017

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Page 1: Anno XXV · N. 73 · Maggio 2017

73Poste Italiane spa · Spedizione in abbonamento postale, 70% · DCB TV

Periodico quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura localedella Banca della MarcaCredito CooperativoSocietà Cooperativa.

Anno XXV · N. 73 · Maggio 2017

Storia e artelocale

Le nuoveprofessioni periodico

di Marca Solidale

ALL’INTERNO

La filialedi Marcon

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Quadrimestrale di informazione bancaria e di cultura locale della Banca della Marca

Direzione e redazionevia G. Garibaldi, 46 · 31010 Orsago (Tv)

Direttore responsabileAngelo Roman

Segretaria di redazioneMariapia Biscaro

RedazioneFrancesco Beninato, Antonio Bonotto,Paolo Ceolin, Michele Dufour, Sergio Dugone,Vittorio Janna, Pietro Marcolin,Mario Meneghetti, Amerino Rasera,Claudio Sernagiotto, Loris Sonego.

Progetto Janna_comunicazione creativa (Pn)

Stampa Tipografia Carlet s.a.s.Orsago (Tv)

Registrazione Tribunale Treviso n. 911 del 27 maggio 1993

Le opinioni esposte in articoli firmati o siglatiesprimono il punto di vista dei singoli autori enon quello dell’Amministra zione della Banca.Gli articoli inviati alla redazione, anche se nonpubblicati, non si restituiscono. È consentitala riproduzione dei testi purché venga citatala fonte. L’Editore si rende disponibile adassolvere agli obblighi in materia di dirittod’autore con i soggetti interessati nonindividuati che avanzino legittima richiesta.

Garanzia di riservatezza. I dati personalidei destinatari della rivista saranno utilizzatidall’Editore, titolare del trattamento,unicamente per l’invio della pubblicazionee di eventuali offerte commercialisecondo le finalità e i modi consentitidalla D. Lgs. n. 196/2003.Pertanto, i dati potranno essere trattati conmezzi informatici o manualmente anche daparte di terzi che svolgono attività strumentali(etichettatura, spedizione) e potranno essereconsultati, modificati, integrati o cancellatiin ogni momento dagli interessati inoltrandorichiesta al responsabile, nominatoper la carica, all’indirizzo della redazione.

IN COPERTINA. Paesaggio rurale in località Le Crete a Marcon(foto di Vittorio Janna).

FOTO. Archivio Banca della Marca, Foto Jefwa, Gianni Desti,Norma grafica, Vittorio Janna.

ANNO XXV · N. 73 · MAGGIO 2017

In queste limpide giornate estive, nelle quali talvoltale nubi si prendono la libertà di trasformarsi in rotolidi vapore o in deliziose coppe di panna montata,mi si accende nella mente il ricordo di lontane lezionitenute dall’insegnante di storia dell’arte voltea illustrare non solo i grandi capolavori dei museiitaliani ma anche quelle piccole opere che numerosesostano nelle chiese e chiesette del nostro territorio;opere di buona fattura pittorica lasciateci da oscurimaestri o, più spesso, senza un nome risonante. È anche il ricordo di un insegnante affascinato daquesti artisti locali che nei secoli passati andavano dauna parrocchia all’altra proponendo ai parroci soggettiper le pale degli altari delle loro chiese.Li immaginava pellegrini d’arte, con un tascapanedove riporre un grosso album di buona cartasulla quale raccoglievano occasionali sensazioni:persone dai connotati particolari, paesaggi insoliti eaffascinanti, nubi voluminose bianche e raggiantidentro un cielo sereno. Il tutto sarebbe tornato utileper i loro lavori, sempre centrati su uno sfondofantasioso; soprattutto erano fondamentali quellemasse di nuvole bianche o azzurrine sulle quali roseiangioletti avrebbero sostato ai piedi del santo o dellasanta locale. Non so se l’immagine fantasiosa del mio professorefosse specchio di una realtà storica; di certo – affermava– è che il loro modo di operare, assai simile a quellodei grandi artisti, ha consentito a noi moderni di dareun nome ad alcuni degli autori di questi sacri dipinti,deducendoli proprio da similitudini e da particolaririscontrati tra le varie tele, frutto non tanto di un’unicamano quanto di un unico album pittorico. Ora, a guardare il cielo, i miei ricordini scolasticisembrano storie di un mondo inventato, tantole nuvole oggi appaiono diverse non solo da quelledipinte nelle vecchie pale degli altari ma anche daquelle della lontana infanzia.Le cause, ci dicono i meteorologi, sono dovuteall’inquinamento umano che, provocandoil riscaldamento globale, sposterebbe le nuvole a quotepiù elevate e a latitudini più alte, deformandole eallungandole.In queste situazioni potremmo perdere le careimmagini delle nubi tradizionali ma, quel che è peggio,subire in futuro un clima instabile e differente dovutoappunto alla diversa copertura nuvolosa.Problemi, per la verità, di là a venire che lasciamovolentieri ai meteorologi, preferendo pensare chele nuvole – nella loro diversità – sono parte anch’essedi un fascino racchiuso nel mistero della creazione.

s o t t o v o c e

13 La nascita del bosco

14 Le professioni di cura che spopolano

16 Il misterioso cacao

18 Calligrafia: il potere dei segni

21 Ritrovare la nostra umanità

23 I nostri anziani raccontano

25 Le gite dei Soci 2017

2 Nuvole degli artisti

3 Lettera ai Soci

5 Notizie in breve

SO C I E T À OGG I

T E R R I T O R I O

29 Marcon tra passato e futuro

32 Le torri di Credazzo

34 Il ginnasta poeta

S TO R I A E A R T E

www.bancadellamarca.it · email: [email protected]

S O C I A L I T À

37 Welfare e salute

Nuvole degli artisti

9 Dal premio... al merito

10 Piano di Sviluppo Rurale

11 I cambiamenti demografici ci interpellano

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Caro Socio,in questa prima parte dell’anno la nostra Banca haaffrontato molteplici sfide, tutte determinanti, che lacaratterizzeranno positivamente nel percorso di cre-scita e di consolidamento delle sue radici nel territo-rio e nel tessuto economico, mantenendo nel tempoidentità territoriale e cultura sociale.Un territorio che si è ampliato grazie all’unione con laconsorella BCC di Marcon, abbracciando così la Pro-vincia di Venezia ricca di storia, di identità e di cultu-

ra che ci accomuna. I dati semestrali sono positivi, se-gno di un’attenta visione da parte del Consiglio diAmministrazione e di un Management che insieme atutti i Collaboratori della nostra Banca quotidiana-mente opera e ai quali va il mio personale e a nomedell’intero Consiglio di Amministrazione rinnovatograzie per quanto riesce ad esprimere quotidiana-mente, superandosi di anno in anno. Sono stati av-viati tutti i cantieri con il Gruppo Bancario a seguitodell’emanazione del processo di autoriforma del Cre-

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E D I T O R I A L E

lettera ai SociPronti ad affrontare il futuro

senza dimenticare le nostre origini

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dito Cooperativo attraverso la Legge 49 dell’8 aprile2016, affinché la nostra Banca sia perfettamente ef-ficiente ed in linea con gli standard richiesti, con tut-ti i nuovi prodotti commerciali che la renderanno an-cora più competitiva, sempre in perfetta autonomiagestionale e decisionale. Tutto questo in un contestobancario complesso, a volte difficile, dettato da fat-tori esterni che minano l’intero mondo bancario eche a volte gettano ombre anche sull’operato di re-altà come la nostra che invece è e rappresenta un fio-re all’occhiello, un modello di efficienza e di compe-

Banca, ha letto in anticipo uno di quelli che sono esarà la chiave di svolta per le banche: la gestione in-terna dei crediti deteriorati, potenziandone la strut-tura ed accompagnando le realtà economiche nellaloro ripresa. Nel contempo, con il potenziamento deicontrolli, della rete commerciale e l’inserendo di nuo-ve risorse umane in un’ottica di ricambio generazio-nale, mantenendo sempre elevati stardards qualitati-vi, la nostra Banca è pronta per affrontare il futurodel credito, senza mai dimenticare le sue origini, lenostre origini. Un gruppo coeso, la mutualità preva-

titività più unico che raro nel panorama nazionale.Come Socio mi sento orgoglioso di appartenere aquesta realtà e desidero lo sia anche tu, perché tuttinoi assieme stiamo raccogliendo quei segnali di ri-presa che ci sono, quegli impieghi e quella raccoltache continuano a crescere dopo anni di recessione econ la consapevolezza che la buona idea imprendi-toriale trova sempre le porte aperte della nostra Ban-ca. La crisi economica ci ha rafforzato e ha confer-mato l’identità di Banca delle persone, del territorioe della solidarietà. Ha continuato senza sosta a so-stenere il nostro tessuto economico, quanto altre re-altà rallentavano nell’erogazione del credito. E pro-prio sostenendo l’attività imprenditoriale, la nostra

lente, il sostegno al no profit e il pieno sostegno allasana imprenditorialità sono sempre state le nostre ar-mi vincenti.Dopo gli ultimi eventi che hanno coinvolto altri isti-tuti, stiamo incontrando una fetta di clientela delusache ha ritrovato nel movimento cooperativo bancariol’appoggio necessario per continuare la propria atti-vità imprenditoriale, segno ancora dell’ottimo lavorosvolta dalla struttura. Ecco allora che se il futuro delcredito è una sfida, la nostra Banca è pronta per es-sere ancora una volta protagonista.E tu insieme a noi.

Claudio SernagiottoPRESIDENTE

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La lavorazione del vetro a Murano.�

notizieinbrevea cura di Mario Meneghetti

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ANDAMENTO CLIMATICO

I ghiacciai alpini Il riscaldamento globale del pianeta è un fattoassodato perché è in atto ormai da qualche annoe ne sono note anche le conseguenze:il ridimensionamento dei ghiacciai alpini.Ad aggravare questa situazione, già allarmante, sulle

MADE IN ITALY

La tutela del vetrodi MuranoÈ notorio quanto i prodotti caratteristici nazionali,agricoli ed artigianali, siano oggetto continuodi imitazioni, contraffazioni e falsificazioni.Da questa triste piaga non si salva nemmeno il vetroartistico di Murano, un prodotto ricco di storiarealizzato da un artigianato con una specializzazioneormai secolare.

STATISTICHE VENETE

Il mondo imprenditorialeAlcuni dati del mondo imprenditoriale, relativial 2016, sono stati resi noti durante l’Assemblea deipresidenti delle Camere di Commercio rivelandocitante luci ma anche qualche ombra.Nel 2016 le imprese hanno registrato una crescitadello 0,7% (41.000 in più rispetto al 2015) edi queste nuove attività una su dieci ha alla guida

Per limitare i danni di questa pirateria e per tutelareil prodotto originale la Regione Veneto hapredisposto un bollino iper-tecnologicoche è in grado di fornire al possibile acquirente tuttele informazioni utili sul singolo pezzo, come aziendae mastro vetraio. La contraffazione, oltre ad un evidente dannodi immagine, ha messo in crisi, ormai da anni, l’interosettore. L’iniziativa ha imboccato la strada giustaper togliere il falso dal mercato visto che, come haaccertato la Camera di Commercio, ben l’ottantaper cento dei vetri venduti a Venezia non sono statiprodotti a Murano.

Dolomiti nella scorsa stagione si è aggiunto ancheuno straordinario periodo prolungato di siccità:dicembre 2016 e gennaio 2017 sono passati senzaprecipitazioni di rilievo. Questa anomalia è stata registrata sia in montagnache in pianura. In pianura il livello delle falde freaticheè sceso di un terzo rispetto al normale e questo hacreato apprensione negli agricoltori per le esigenzeestive di irrigazione delle coltivazioni. Sulle Dolomitiil problema pare ancor più grave: i ghiacciai dellaMarmolada, dell’Antelao, del Pelmo e tutti gli altriin pochi anni hanno ridotto la loro superficiedi circa il 50 per cento e, di questo passo, potrebberoscomparire. Non è certo la prima volta che si verifica questofenomeno, fra l’800 ed il 1300 abbiamo avuto unperiodo di caldo particolare con analoghe situazioni.Questo, però, non ci può in alcun modotranquillizzare perché l’attuale causa principaledel fenomeno atmosferico pare sia l’inquinamentoche rende il ridimensionamento irreversibilese non vengono adottate le adeguate misure.

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un giovane con meno di 35 anni. Sono calatele imprese edili e quelle manifatturiere mentreaumentano i bed and breakfast, i tatuatori,i giardinieri ed i consulenti aziendali. In Veneto calanole imprese artigiane (-1,3% pari a 1.751 imprese)raggiungendo il minimo dal 1980.Questo nonostante il Nordest sia con la Lombardial’area che registra il minor calo; nel resto d’Italiala percentuale è del -1,4%. Nel 2016 l’export deidistretti produttivi veneti ha registrato una crescitadell’1% e quelli friulani dello 0,5%, consolidandoun trend positivo che dura da ben 26 trimestriconsecutivi. Primeggia il distretto della meccanica,seguito da quello agroalimentare ove eccelleil prosecco. A livello nazionale il 2016 segna ancheuna netta ripresa della produzione industriale el’ISTAT stima una crescita dello 0,9% del PIL, quindisuperiore alle previsioni. Sono informazioni checi permettono di ben sperare e che preludonoad una crescita complessiva dell’economia italiana.

PROVINCIA DI TREVISO

Sicurezza: risultatisoddisfacentiNel primo bimestre del 2017 la città Trevisoha registrato due gravi fatti di cronaca: due omicidi,entrambi avvenuti nell’ambito dell’emarginazionesociale. Questi eventi però non inficiano i datidel 2016 relativi alla sicurezza, diffusi dalla Prefetturae riguardanti la città e l’intera Marca Trevigiana.Per il terzo anno consecutivo i reati sonocomplessivamente in calo. I numeri sulla sicurezza resinoti dal Prefetto sono una conferma che il controllodel territorio da parte delle forze dell’ordine edella Polizia locale porta frutti positivi e rispondealle precise attese delle nostre comunità.I reati sono passati dai 25.130 del 2015 ai 22.899del 2016 con un calo dell’8,88%. I furti denunciatisono stati 12.964 mentre nel 2015 erano 14.379 equindi sono diminuiti del 9,8%. I furti nelle abitazionisono diminuiti in misura minore pari al 4,6%.Nel 2016 sono state 20 le violenze sessuali denunciatementre nell’anno precedente erano state 54.Anche in riferimento all’emigrazione clandestinal’azione di contrasto ha portato risultati positivi: nel2016 le espulsioni sono state 178 (nel 2015 furono147) di cui 35 accompagnamenti alla frontiera e 21ai centri di identificazione ed espulsione.Sono in calo, sia pur di poco, i rilasci delleautorizzazioni al porto d’arma per difesa personale,passati da 204 a 196.

La Prefettura ha predisposto un protocollo d’intesa dainviare a tutti i Comuni della Marca riguardanteil «controllo sociale» da parte dei cittadini.Treviso è stata la città pilota che ha sottoscrittoil patto per la sicurezza, la prima provincia ad averintrodotto il controllo di vicinato. Questo modellodi sicurezza partecipata fa ben sperare per il futuro.

MONDO BANCARIO

Banche vulnerabili?In questi anni il mondo bancario italiano ha mostratouna faccia indesiderata ed impensabile: quella dellavulnerabilità, come è accaduto ad alcuni istituti storicied anche a banche locali. Le cause di questasituazione, che hanno fatto calare un velo d’ombrasu tutto il sistema e che hanno generato scredito ediffidenza diffusa, sono principalmente dovute a duefattori: scarsi utili e troppi crediti deteriorati.La contrazione degli utili è conseguente alla crisi diquesti anni che ha sicuramente eroso i margini ancheal sistema bancario. Concatenata a questa situazioneè l’entità delle sofferenze che richiedonoaccantonamenti sempre maggiori. Di recenteMediobanca ha fornito un quadro della situazioneitaliana dei crediti a sofferenza in rapporto al totale diquelli classificati non performing loans (NPL), quellicioè con difficoltà di rientro, suddividendo le banchein tre categorie:

Banche SpA: sofferenze/crediti NPL 62%copertura 60,9%; Banche popolari: sofferenze/crediti NPL 52%copertura 51,6%; BCC: sofferenze/crediti NPL 53%copertura 54,3%.

La probabilità di recupero viene indicativamentefissata al 42%.

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UNIVERSITÀ

Gli atenei venetiÈ stato di recente reso pubblico il rapportodi valutazione di novantasei atenei italiani fattodall’Agenzia Nazionale di Valutazione del SistemaUniversitario di Roma (ANVUR) che ha presoin esame gli anni 2011-2014.

TEZZE DI PIAVE

Una dinastia di barbieriLa segnalazione che ci perviene dalla filiale è unaprova dell’attenzione per il territorio che caratterizzala nostra Banca ed i suoi Collaboratori. La notizia,certamente d’interesse locale, rientra tra quelleche meritano di essere pubblicate, se non altro perla sua originalità. A Tezze di Piave, ove da anni siamopresenti con una filiale, nell’attività di barbieriasi sono succedute tre generazioni: il nonno ArcangeloBaseotto, il figlio Giuseppe ed il nipote Sebastianoe già questo è un fatto ormai inusuale.C’è da aggiungere però che nonno Arcangelo l’ottofebbraio scorso ha compiuto ben cento annie l’ultima barba l’aveva fatta cinque anni fa conla mano ancora fermissima. La barba più importante

EDITORIA E SOLIDARIETÀ

Nuovo libro di Carlo ZoldanAlla presenza di un pubblico da grandi occasioni,a Villa Frova di Stevenà di Caneva, a cura del poetafeltrino Giovanni Trimeri, è stata presentata di recentel’ultima fatica di Carlo Zoldan dal titolo: Agata. Storia

Gli atenei veneti sono nei primi posti della classifica:Padova ha livelli di eccellenza in 11 aree di ricercasulle 16 prese in considerazione; Ca’ Foscaridi Venezia è al primo posto per Scienze della terrae per Scienze dell’antichità, filologico-letterarie estorico-artistiche; è terza per Scienze storiche,filosofiche e pedagogiche e per Scienze economichee statistiche; lo Iuav di Venezia è secondoper Architettura (dopo il Politecnico di Torino);bene si piazza anche Verona che è al quarto posto(dopo Padova, Milano e Bologna) conScienze mediche, mentre si piazza al secondo postoper Scienze biologiche e agrarie, e al terzo conIngegneria industriale e dell’informazione.Questi risultati confermano il grande impegnoprofuso dai docenti e quello degli studenti che cosìpossono sperare in un facile accesso al mondodel lavoro.

e storie di una donna emigrata per sempre in Brasile.Una pubblicazione originale e di estremo interesseche fa conoscere, in modo documentato, la storiadi una famiglia di Sarone che, con le sue vicende,fa parte integrante della grande migrazione versoil Brasile di fine Ottocento. Nel libro, suddivisoin tre parti, sono narrate le vicissitudini della partenzadal paese natale, i momenti della navigazioneverso la «terra promessa» e la realtà trovatanel nuovo mondo, ben diversa da quella sperata epromessa da abili affaristi.È un libro che conferma l’altaprofessionalità da semprericonosciuta a questo autore e chesicuramente troverà ampio riscontroper il tema trattato, dramma vissutodalle nostre genti nell’Ottocento eripetuto nel secolo scorso.Merita far osservare che il CircoloRicreativo di Fiaschetti è l’editoree che non è alla prima esperienzain questa veste.Oltre a promuovere la cultura,unitamente all’autore che ha donatoil testo gratuitamente, questo gruppodi giovani volontari da annisi impegna anche a raccogliere fondi da devolverein beneficienza: tutto il ricavato dalla venditadel libro sarà, infatti, consegnato ad unaIstituzione benefica che aiuta coloro che sononel momento più difficile della loro vita.È un esempio da imitare.

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PROVINCIA NUMERO DI FRANE AREA DI FRANACENSITE IN KM2

Belluno 5.934 165,25

Vicenza 1.692 27,76

Verona 944 14,07

Treviso 523 5,73

Padova 383 9,69

TOTALE 9.476 222,54

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TERRITORIO VENETO

Dissesto idrogeologicoIl tema «frane» emerge in occasione di eventiparticolari che coinvolgono il nostro territorio,riconosciuto ad alto rischio in più punti, in particolarenella provincia di Belluno. La Regione ha adottato unpiano che individua le criticità ed i progetti prioritariper la messa in sicurezza. Una situazione davveroimpegnativa, sia sotto l’aspetto economico (il pianoprevede una spesa di 2,7 miliardi di euro) e sia sottoquello dell’urgenza di intervento perché spesso eventimetereologici straordinari aggravano il dissesto.Alcuni cantieri sono stati già attivati ed altrisono in lista di attesa. La Regione Veneto ha diramatola mappa della situazione rilevata, così riassumibile.

A questo totale vanno aggiunte altre 40 situazioni di modesta entitàin fase di rilevazione.*

*

della sua vita, però, per nonno Arcangelo è stataquella fatta in tempo di guerra al generale Rommelche, una volta avuta prova della sua professionalità,in ben altre due occasioni chiese di lui per altrettanterasature. Ancor oggi nonno Arcangelo ricordacon dovizia di particolari quei tre incontri e non perdeoccasione per raccontarli. Oggi Arcangelo è il piùvecchio bersagliere della provincia di Treviso ed a chigli chiede il segreto della sua longevità, risponde:«Tanta bicicleta e do biceri de vin nero al dì».

I Baseotto: tre generazioni di artigiani a Tezze di Piave.�

MONDO DELLA SCUOLA

La lingua italianaHa destato apprensione in molti l’allarme lanciato daseicento professori su l’analfabetismo di massa cheaffligge le giovani generazioni. Pare che all’internodel mondo della scuola ci siano percentuali enormi di

passo, finiremo per comunicare a gesti, speriamovivamente non sia così. Il peggio, però, è chegli studenti di oggi saranno gli insegnanti di domani ese queste sono le premesse qualche timorelo dobbiamo avere. L’italiano è una lingua riccadi musicalità e di spessore se non altro per la gloriadelle sue origini, il latino, e per la grande culturache nei secoli ha saputo trasmettere attraverso l’arte,l’architettura, la musica, la poesia.Conoscere la nostra lingua è rispettare un doveremorale, è valorizzare un patrimonio che ci appartienee ci identifica. È necessario quindi uno sforzo comuneper ridare ai giovani interesse per l’apprendimentodell’italiano con tutte le sue regole; ma tutti devonofarsi convinti che le parole contano e saperle usarenel modo giusto facilita la comprensione ed il viverecivile. Nel mondo d’oggi l’italiano è la quartalingua più studiata e se gli stranieri lo fanno un motivoc’è sicuramente; non facciamoci quindi deridere,impariamola bene anche noi!

giovani italiani incapaci di destreggiarsi con la linguaitaliana. È assodato che scrivere ormai è unqualcosa di superato, scrivere bene poi stadiventando quasi un’utopia. Qualcuno, sicuramenteun pessimista, paventa il rischio che, avanti di questo

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Ci fa sempre piacere scrivere deinostri giovani, laureati e non, quan-do appaiono alla ribalta della noto-rietà per quello che fanno in campointernazionale. Questa volta voglia-mo accennare all’impegno dellagiovanissima dottoressa EsmeraldaColombo di Vittorio Veneto, natanel 1988, figlia di un nostro Socioed anche lei ora cliente della nostraBanca. A dir la verità avevamo avu-to l’occasione di apprezzare il suoimpegno già dal 2013 nel corso di«Lode al profitto», trovandola in-sieme ad altri giovanissimi figli dinostri Soci tra i premiati per i mi-gliori risultati scolastici.Il curriculum di Esmeralda è quan-to mai brillante: ottenuta la matu-rità classica presso il liceo cittadino«Flaminio» con il massimo dei vo-ti, si è successivamente laureata ingiurisprudenza con indirizzo inter-nazionale alla Cattolica di Milanonel 2012 ottenendo anche in que-sta circostanza il massimo dei voti ela lode. Grazie alla borsa di studiodell’Istituto Toniolo di Milano e laRegione Lombardia ha conseguitoil master in diritto del l’Unione eu-

ESMERALDA

COLOMBO,

DA

«LODE AL

PROFITTO»

A RICERCATRICE

ALL’UNIVERSITÀ

DI BERGEN

(NORVEGIA)

dal premio... al meritoropea presso il College d’Europe diBruges (Belgio). Ha ottenuto, suc-cessivamente anche l’avvocaturaper poter esercitare in Italia. Infinetramite la borsa di studio della FullBraite, ha potuto accedere al ma-ster in diritto internazionale allaColumbia University di New York.Attualmente è stipendiata dalloStato norvegese per un Dottoratodi ricerca in diritto internazionale,ambiente e salute presso l’univer-sità di Berghen.E proprio in questa veste di ricer-catrice abbiamo potuto apprezza-re un suo articolo, tradotto e pub-blicato nell’ottobre scorso sullarivista Altreconomia nel quale ladottoressa Colombo illustra le con-dizioni ambientali della piccola co-munità Inupiat che vive a Kivalina,una minuscola isola posta nel di-stretto nordoccidentale dell’Ala-ska, nel mare di Chukchi, sopra lostretto di Bering. Qui circa quat-trocento indigeni Inupiat affronta-no il livello del mare che sale a cau-sa dello scioglimento dei ghiacciaido vuto al surriscaldamento del cli-ma. E, come se questo non bastas-

S O C I E T À O G G I

Giovani che si fanno onore

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se, le locali miniere di zinco e ferroinquinano l’aria, contaminano il fiu-me Wulik, unica risorsa di acquapotabile, avvelenano il territoriomettendo in fuga gli animali dove icacciatori non possono seguirli.Senza caccia e pesca «non solo sva-nisce la libertà degli Inupiat di esse-re nomadi – scrive la dottoressa Co-lombo – ma anche l’essenza di unacultura di sussistenza dove caribù,bacche, balene beluga costituisco-no il cibo quotidiano, spesso condi-

viso». Nel 2008 la comunità di Ki-valina ha chiesto alle società mine-rarie un risarcimento per i dannicausati dalle emissioni a effetto ser-ra, contenzioso in parte risolto conuna sanzione pecuniaria nel 2014.Rimarrebbero in piedi i danni lega-ti alla salubrità dell’acqua, cosa nonfacilmente risolvibile per la carenzadi norme legislative americane. Il ri-corso, ora in atto, alla Convenzio-ne internazionale potrebbe pertan-to facilitare la soluzione.

In visita a Kivalina nell’autunno2015, Barack Obama ha dato il suoappoggio per la costituzione di unfondo di 400 milioni di dollari persalvare la comunità e l’isola dall’in-nalzamento del livello marino. Leelezioni presidenziali nel frattemposusseguitesi, potrebbero però an-che non avere il seguito che tutti siaugurano.Nel 2025 – a detta dei geologi –l’iso la sarà interamente sommersadal mare.

S O C I E T À O G G I

opportunità e prospettiveIl giorno 2 marzo si è svolto pressola Sala convegni di Banca dellaMarca un incontro sul tema «Op-portunità e prospettive del nuovoPiano di Sviluppo Rurale 2014-2020». L’incontro – al quale hannopartecipato un centinaio di perso-ne – è stato promosso dall’Associa-zione Altamarca con il patrocinio diConfagricoltura, Cia, Coldiretti, edal Consorzio di Tutela del Prosec-co di Conegliano e Valdobbiadene.L’introduzione del convegno è sta-ta fatta da Luciano Fregonese pre-sidente dell’Associazione Altamar-ca, dal presidente di Banca della

Marca Claudio Sernagiotto e dalconsigliere della Regione VenetoGiampiero Possamai. Hanno illu-strato il Piano di Sviluppo Rurale(PSR) il dottor Andrea Comacchiodella Direzione agroambiente, cac-cia e pesca della Regione Veneto edil dottor Alberto Zannol della Dire-zione Agroalimentare della Regio-ne Veneto. I due oratori hannospiegato ampiamente i quattordicibandi attualmente aperti a soste-gno dello sviluppo rurale veneto ri-guardanti la formazione, gli investi-menti agricoli e forestali, il ricambiogenerazionale e la cooperazione

per l’innovazione; ambiti sui quali ilfinanziamento attivato del Pro-gramma di sviluppo rurale del Ve-neto ammonta a un totale di 88milioni di risorse a bando. Tutti gliinterventi sono cofinanziati dal-l’Unione europea (fondo Feasr),dallo Stato italiano e dalla Regionedel Veneto. Inoltre è stato ribaditoche, con le opportunità date dalPSR, sono incrementati i giovani inagricoltura.

ALBERTO DE NARDIProgetto Agricoltura e Ambiente

[email protected]

PIANO DI SVILUPPO RURALE

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demografici

Nel 2016 in Italia risiedevano 60,7milioni di abitanti. Nel territorio diinteresse di Banca della Marca,comprensivo dell’area della BCC diMarcon, la stima è di circa 780 mi-la abitanti. Lo scenario tendenzialedi tale popolazione – secondo ilrapporto Istat divulgato ad aprile2017 – è che nel 2045 la popola-zione sarà di 58,6 milioni di abitan-ti per crollare a 53,7 milioni nel2065. Tra cinquant’anni saremmocirca 7 milioni di residenti in meno.Mentre però nel nostro territorio edin tutto il Centro Nord del Paese,superati i primi trent’anni di previ-sione (2016-2046) con un bilanciodemografico positivo, un progres-sivo declino della popolazione sicompirebbe dal 2045 in avanti. Em-piricamente potrebbe anche succe-dere – per spostamenti interni del-la popolazione – che abbiamo unterzo di possibilità (31% circa) diavere una popolazione più ampiarispetto ad oggi. Ciò sarebbe dovu-

to all’attrazione legata alle perfor-mance dell’economia, alla qualitàdei servizi pubblici, al tenore di vitasociale del territorio.I megatrend che ci coinvolgono se-gnano altri elementi su cui riflette-re: dal Mezzogiorno al Centro Nordsi sposterebbe il 5% della popola-zione, rimanendo al sud solo il29% degli abitanti contro il 34%attuale; il saldo nascite/decessi cheoggi è attestato a circa -200milaannui, per effetto dell’invecchia-mento salirà a -3/400mila nel me-dio-lungo periodo; la fecondità au-menterà dall’attuale 1,34 figli a1,59 figli per donna, ma insuffi-ciente a garantire il ricambio gene-razionale.Anche la probabilità di vita mediaaumenterà (miglioramento deglistili di vita, sempre nuovi traguardinella medicina, diffusione della cul-tura ecologica), passando dagli80,1 e 84,6 anni rispettivamenteper maschi e femmine nel 2015 a

S O C I E T À O G G I

86,1 anni e 90,2 anni nel 2065.Il fenomeno migratorio, oggi atte-sta to mediamente sulle 135/150mi la unità annue in entrata, reste-rebbe positivo, anche se lo scena-rio è incerto perché da un lato mi-lioni di umani premono da altriPaesi per entrare in Europa e dal-l’altro lato la crisi economica, l’in-certezza delle politiche europee, lageopolitica mondiale, potrebberocambiare gli scenari. Ma, al di là de-gli scenari che ci interpellano, qualè la situazione oggi?

LA NOSTRA REALTÀ

Nel territorio che ci coinvolge –quello di Banca della Marca e dellaBCC di Marcon oggi entrata nellaBanca della Marca – il 19,5% dellapopolazione del 2016 era al di sot-to dei 19 anni; il 9,7% era tra i 20ed i 29 anni (cioè l’età media di chiconclude studi e cerca lavoro);l’11,7% era tra i 60 ed i 69 annicioè l’età oggi in cui si conclude

i cambiamenti

ci interpellano

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l’attività lavorativa; il 14% era tra i70 e gli 89 anni; l’1,2% tra i 90 edi 99 anni ed erano 301 gli anzianicon più di 100 anni. La popolazio-ne complessiva era per il 49% dimaschi e per il 51% di femmine.La popolazione in crescita versol’età matura ed il mercato del lavo-ro era quindi pari al 19,5%, quellaultra 65 anni era del 21,10%, lapopolazione attiva era del 59,4%.In età scolare (0-18anni) è attestatatra i 7mila e i 9mila residenti per an-no di nascita, i più numerosi sonoquelli del 2007. Vi sono aree a piùintenso fenomeno di invecchia-

sono circa 95mila. Le due comuni-tà più numerose sono quelle pro-venienti dalla Romania per il 22,7%e dal Marocco (11,3%). Dall’areaeuropea le presenze più consisten-ti provengono da Romania, Alba-nia, Macedonia, Kosovo. Dall’Africasi distinguono quelle provenienti daMarocco, Senegal, Ghana e Nige-ria. Dall’Asia si evidenzia la Cina,l’India ed il Bangladesh. Dal sudAmerica il Brasile. Gli stranieri di-moranti nel nostro territorio sonoper il 21% sotto i 19 anni, per il23,8% oltre i 65 anni, il resto(55,2%) tra i 20 ed i 64 anni.

interpellano, riguardano l’acquisi-zione della cittadinanza italiana daparte di stranieri residenti da oltredieci anni sul territorio. Vi sono Co-muni che hanno settimanalmenteappuntamenti per questo (del restoin quasi tutto il nostro territorio lapresenza è superiore al 10% dellapopolazione residente).Interessante ancora la presenza diaree che assumono quasi caratteri-stiche di enclave: esempio la realtàdi Mansué e dei Comuni limitrofidove la comunità romena è cre-sciuta esponenzialmente per le as-sunzioni avvenute in alcune realtàproduttive locali. Ne è effetto colla-terale, ad esempio, la presenza didue chiese ortodosse a Mansué enella vicina Oderzo.

DOMANDE ULTERIORI SULLOSFONDO

Infine dovremmo incrociare i datidemografici con quelli della Came-re di Commercio ed avere probabil-mente un’altra foto significativa:l’aumento di partite Iva tra gli stra-nieri, non solo prestatori di mano-dopera a fattura, ma imprenditoriche in molti casi danno lavoro an-che ad italiani.Così come dovremmo tutelare lavolontà degli stranieri di mantene-re le loro identità (cosa non fannogli italiani all’estero per questo?),ma procedendo in modo proget-tuale a processi di inclusione nellanostra realtà sociale.Siamo da anni in un tempo chia-mato «crisi». Ma il significato eti-mologico del nome è «cambia-mento». E la storia ci dice chesiamo dentro a grandi cambiamen-ti e quello demografico è un tassel-lo di un mosaico più vasto.

SERGIO DUGONE

[email protected]

mento come la Pedemontana e re-altà cittadine come Treviso e Vitto-rio Veneto, ma si tratta ancora ditendenze contenute.

I «NUOVI» CITTADINI

Gli stranieri aventi dimora abitualenel nostro territorio di operatività

Sono un elemento interessante –conseguente a tale insediamentoormai stabile nei suoi fondamentali– la diffusione di chiese, per esem-pio, ortodosse, protestanti, greco-cattoliche, e di altri luoghi di pre-ghiera (moschee e centri culturali).Altri fenomeni interessanti, e che ci

IMMIGRATI:

NON SOLO MANODOPERA MA ANCHE

IMPRENDITORI CAPACI

Sono circa 95 mila gli stranieri dimoranti nel nostro territorio di operatività.�

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UN UNICUM NATURALISTICO DI GRANDE VALORE

Chi si sta avvicinando all’abitato diFrancenigo, proveniente da Gaiari-ne lungo la provinciale 44, moltoprobabilmente non si accorgeràche ad alcune centinaia di metri al-la sua sinistra c’è un bosco. Un car-tello non molto appariscente dàl’indicazione per l’accesso al boscoCrasere: si parcheggia e dopo unbreve tratto lungo una capezzagna,si trova il sentiero che ci condurràall’interno di questa meraviglia.Il bosco sembra lì da sempre, nonsembra creato dall’uomo.Quandosei nel suo interno, questa bella co-munità di piante e arbusti ti avvol-ge e ti prende. Hai modo così, vo-lendo, di entrare in intimità con testesso, lontano dai rumori e daiproblemi quotidiani, è il momentopropizio per un sereno abbandono.I boschi in realtà sono due, colle-gati tra loro da siepi e fossati dovescorre acqua pulita portatrice di vi-ta; un laghetto all’interno, nel bo-sco Crasere, completa il quadro di

un territorio ecologicamente mol-to ricco.Tutto nasce a fine anni Ottanta delsecolo scorso, per iniziativa del sot-toscritto con altri pochi amici. Ladefinirei una necessità scaturita dalprofondo, l’esigenza che fece scat-tare l’idea di prendere per manoquesti luoghi realizzando due bo-schetti distinti – il Crasere e il pocodistante Utia – riportando l’acquanei fossati là dove era scomparsa,asportando rifiuti ingombranti diogni tipo là dove l’uomo pensavache fosse giusto riporli.Per noi che non abbiamo passatol’infanzia né davanti al computerné, a dir il vero, sui libri di scuolama all’aperto e in completa libertà,questi luoghi hanno rappresentatogli elementi fondamentali per i no-stri giochi, le nostre scoperte, lenostre sfide; questa siepe, il fossa-to, il prato erano tutto il nostro pic-colo paradiso.Questa prima esperienza fu sen-

T E R R I T O R I O

z’altro positiva, ripresa dopo ingrande stile nel 1996, con la nasci-ta dell’Associazione AmbientalistaAmica Terra, che decise di ampliareconsiderevolmente il bosco Crase-re. È grazie soprattutto a una con-venzione stipulata con i proprietaridell’area e alla possibilità di usufrui-re di un contributo regionale che ciha permesso di far fronte a tuttauna serie di spese, se siamo riuscitia realizzare questo «polmone ver-de» dove prima c’erano campi col-tivati.Dopo i nostri, altri boschetti sononati, ad opera di privati e non solo,là dove rimaneva un pezzetto dicampagna libero, o sottratti alle col-tivazioni, segno questo di una nuo-va acquisita maturità ambientale. Oggi, il risultato è questo: 18.670mq di superficie a bosco, 650 mqdi laghetto, 2,5 km, di siepi, 1 kmin più di fossi, 21 specie di alberi diorigine autoctona per un totale di650 piante, 18 specie di arbusti di

la nascita del boscoA Gaiarine

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origine autoctona per un totale di1.400 piante.Questa è una realtà, alla qualeguardiamo con grande orgoglio erispetto, giudicata estremamenteinteressante da tantissime perso-ne operanti in vari settori ma so-prattutto dagli insegnanti, perchéluoghi dove sperimentare quantoprima è stato spiegato in classe airagazzi e, per loro, un ineditomondo da scoprire.Ma ci chiediamo: quale futuropotrà mai avere una zona comequesta?Sicuramente piuttosto breve, se sa-rà «isola» circondata da un’agri-

coltura malata e ostile alla vita, at-torniata da altri luoghi con eviden-ti segni di degrado e da una popo-lazione, infine, che non ha capitoche è in gioco il futuro delle prossi-me generazioni. L’Unione Europea ha fissato l’obiet-tivo di porre fine alla perdita di bio-diversità e al degrado dei cosiddet-ti servizi eco-sistemici in Europa,entro il 2020.Sarà ciò possibile? Tutti dovrannofare la loro parte per raggiungere ilrisultato: gli amministratori locali,gli imprenditori, i cittadini tutti, chedovrebbero vigilare e condizionare«la politica» affinché operi per que-

sto fondamentale bene comune.Oltre ai cambiamenti climatici èquesta la sfida ambientale più gra-ve per il pianeta.Un ringraziamento, per quantorealizzato, va ai signori Walter Bo-sa e Maria Antonia Zanette e aglieredi Carrer, proprietari delle areecoinvolte in questa esperienza.Grazie anche ad Alessio Nardi eLeonardo Lot, nonché alla Bancadella Marca di Francenigo, per larealizzazione dello splendido vi-deo presente su YouTube (BoscoCrasere).

GILBERTO CARRER per Amica Terra

T E R R I T O R I O

le professioni di cura

Badanti, operatori socio sanitari, infermieri

che spopolano

Un dirigente di impresa, acuto os-servatore del territorio, mi chiede seconosco case di riposo in vendita oComuni dove sia possibile costruireresidenze per anziani da inserirenella programmazione re gionale.Perché? «Ci sono imprenditoripronti ad investire, ma soprattuttofondi non solo italiani che sannoche questo è un mercato in espan-sione».Su questa rivista, qualche tempofa, rilevavo come esiste nel territo-rio dell’ex Ulss 7 un «ospedale in-

visibile» fatto di oltre 1.500 perso-ne seguite a domicilio, spesso al-lettate, dai servizi cure primarie deidistretti di Conegliano e VittorioVeneto... È uno degli aspetti delloscenario.

BADANTI, UN POPOLOIN PARTE SOMMERSO

La Fondazione Moressa con sede aPadova segnala a fine 2016 che so-lo in Veneto le badanti, che eranoappena 5.300 nel 2005, sono oggi32 mila. Un lavoro di cura che ha

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vissuto il monopolio di romene,ucraine, moldave spesso arruolatecon il passa parola e che – dal 2008e con la crisi in atto ancora – arruo-la italiane e non solo loro. Sembra-no numeri «estranei» alla nostraquotidianità, ma per rendere per-cepibile la loro vicinanza al vissutoquotidiano basta rilevare che la par-rocchia della Madonna delle Graziea Conegliano ha 5.296 abitanti dicui 460 badanti residenti.A Vittorio Veneto nel 2007 è nato ilsecondo sportello badanti presso ilcentro per l’impiego dopo una pri-ma esperienza in Caritas diocesana– dei 14 sportelli attivi in Veneto al-l’epoca: il problema di ieri e di oggi

problema della loro sostenibilità neltempo, con i chiari di luna delle po-litiche sociali in atto).

OPERATORI SOCIO SANITARI,DOMANDA ALTA, IN ATTESADI CORSI

Sono partiti i corsi a percorso age-volato per permettere agli studen-ti delle scuole superiori a indirizzoservizi socio sanitari del Veneto diacquisire la qualifica di OperatoreSocio Sanitario (OSS), anche con-temporaneamente al diploma sco-lastico. Sul tema Regione e Ufficioscolastico regionale avevano sigla-to a giugno 2016 un protocollod’intesa. Ma il numero dei parteci-

ta della domanda territoriale di in-tervento. Ma gli OSS hanno anchesempre più richiesta da parte di fa-miglie con anziani da accudire, rap-presentano la soluzione qualificatarispetto alla badante e ci sono nu-merose cooperative che garanti-scono i servizi a domicilio a paga-mento, mandando OSS a coprire ifabbisogni delle persone spesso so-le o con famiglie rarefatte.

INFERMIERI CERCASI...MA ANCHE FISIOTERAPISTIED ALTRI

In questo scenario molto assisten-ziale, l’ultima ricerca Censis – Ipasvipubblicata il 10 maggio scorso evi-denzia come la spesa per l’assi-stenza infermieristica privata a do-micilio sia stimata sui 6,2 miliardi dieuro in un anno. La nota dolente éche il 51% circa dei fruitori abbiapagato in nero sia perché i profes-sionisti intervenuti erano dipen-denti pubblici o di altre strutture equindi non fatturavano, sia perconvenienza sui costi.Nel territorio di Banca della Marcacomprensivo della banca di Mar-con il numero di persone che frui-sce occasionalmente o struttural-mente di servizi infermieristici (maanche di fisioterapia, di logopedia,di terapia occupazionale) somma acirca 120mila unità, la spesa stima-ta è superiore al mezzo milione dieuro, anche qui con buona partenon contabilizzata.Si tratta di numeri che ci interro-gano sia sugli spazi occupazionalinell’ambito delle professioni che siprendono cura delle persone, siasui costi e sulle famiglie, sia sullasempre minore tenuta del sistemadi welfare che abbiamo ereditatodal passato.

SERGIO DUGONE

[email protected]

è regolarizzare il lavoro di questepersone (ancora oggi il 34% è in«nero»), formarle all’attività di assi-stente familiare dando le basi dellavoro di cura delle persone.Nel 2030, prevede sempre la Fon-dazione Moressa, le badanti in Ve-neto saranno almeno 42 mila, pariad un incremento del 31 per cento.Trend demografico e longevità del-l’invecchiamento, famiglie semprepiù fragili nel fornire servizi, insuf-ficienza delle strutture residenzialipubbliche e dei servizi domiciliari (e

panti è troppo esiguo rispetto alleesigenze del territorio.A parte questa platea di giovanistudenti e neo diplomati, i corsihanno sempre consentito la quali-ficazione a italiani e stranieri, mol-ti non più giovanissimi e con crisiaziendali alle spalle, per riqualifi-carsi nel mercato del lavoro.Le aziende Ulss, i gestori accredita-ti di servizi sociosanitari ed assi-stenziali (Uneba, Uripa ed altri),hanno bisogno di OSS sia per ga-rantire il turn over sia per la cresci-

Occorre regolarizzare più compiutamente il lavoro dell’assistente familiare.�

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Parafrasando i celebri versi di Wy-stan Audent («La verità, vi prego,sull’amore») dovremmo, noi av-vertiti consumatori, chiederci «laverità, sul cioccolato», tanto igno-riamo il mondo produttivo che stadietro al cacao, questo dono dellanatura poco conosciuto. In effet-ti, perché non ci domandiamoquale sia la filiera dei cioccolatini,delle merendine, delle torte, deibiscotti e delle numerose delizie alcioccolato? In sostanza, cosa sinasconde sotto la generica dizio-ne «cacao»? In questo settore la disinformazio-ne è tale che la maggior parte dinoi non ha nemmeno idea dellapianta e da dove provenga. Men-tre un chicco di caffè l’abbiamo vi-sto tutti, una fava di cacao no. Pernon dire della cabosse, il baccello-

ne che contiene le fave. Eppure èuno degli alimenti più diffusi eamati del mondo, nessuna religio-ne lo vieta, né ci sono motivi eticiche ne sconsigliano il consumo.È dunque arrivato il momento difar nostra qualche informazioneutile. Le prime testimonianze diuna conoscenza rudimentale dellefasi di produzione di «kakawa» ri-salgono al 1800 a.C. nell’AmericaCentrale. Da allora, per centinaiadi anni, la cioccolata è stata con-sumata in forma liquida dalle po-polazioni precolombiane, amata evenerata come bevanda degli dei.In Europa la cioccolata approdònel 1544, al seguito dei conqui-stadores, come dono per il re diSpagna Filippo II. In Italia la suadiffusione avvenne principalmen-te attraverso la rete di monasteri e

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il misterioso

conventi i cui ordini religiosi face-vano da collegamento tra il vec-chio e il nuovo mondo.La cioccolata fu anche oggetto diun’importante disputa, che impe-gnò gran parte della letteraturateologica del tempo. Secondo lenorme religiose, le bevande non in-terrompevano il digiuno, ma lacioccolata con le sue proprietàblandamente eccitanti, era da con-siderarsi nutriente o no? Berla du-rante un digiuno rituale significavainfrangere le regole? Dopo lunghediatribe tra studiosi, si tabilì che «li-quidum non frangit jejunum», apatto che alla cioccolata non ve-nissero aggiunti zucchero, vanigliae cannella.Per l’invenzione del cioccolato so-lido, in barrette, bisognò arrivareal 1828, quando grazie alle sco-

cacaoAlimento assai diffuso ma poco conosciuto

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ERA

CONSIDERATO

DAGLI AZTECHI

IL «CIBO

DEGLI DEI»

Il «Forastero» è un cacao che hatutte le peggiori caratteristiche del-la sua specie – amarezza, acidità eastringenza – e per questo vienesempre corretto con aromi e zuc-chero. Del resto le tavolette di cioc-colato, quelle in cui si apprezza dipiù la qualità del cacao sono unaminima parte della produzione ri-spetto all’universo del cioccolato.

la materia prima sia cacao fine edextrafine. Alcune aziende com-merciano tavolette di aromaticissi-mo «cacao del Criollo» coltivatoin proprie piantagioni del Vene-zuela, paese che è il bengodi del-le produzioni pregiate. In un mon-do perfetto, in cui si mangia solocioccolato perfetto, ogni singologradino della filiera produttiva ver-

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perte del chimico olandese Coen-raad Johannes Van Houten sicompì la prima vera rivoluzionedel mondo del cacao: da quel mo-mento fu possibile non solo rea-lizzare cioccolato solido, ma ancheprodurlo in larga scala e a bassicosti. Fu una svolta epocale per ilcacao, che diede il via alla sua dif-fusione ma, per certi versi, ancheal suo declino qualitativo. Infatti,se il cacao approdato alla corte diSpagna e utilizzato fino a metàOttocento era quello della speciefine (Cacao Trinitario) ed extrafine(Cacao Criollo), l’industrializzazio-ne del processo produttivo spinsei produttori alla coltivazione di unibrido di bassa qualità ma più resi-stente al clima e alle malattie emolto produttivo il «Forastero»che oggi rappresenta il 92% dellaproduzione mondiale. In praticatutto il cacao che mangiamo è diqualità scadente rispetto sua na-tura originaria.

In queste preparazioni troviamo so-lo tra l’1 e l’8 per cento di cacao edunque non occorre che sia di unaspecie pregiata.Altra cosa sono le tavolette dicioccolato fondente (quelle con il70% di cacao): qui se desideriamoche gli aromi siano naturali e nonaddizionati, è fondamentale che

rebbe seguito passo passo: dallamessa in terra del germoglio finoall’arrivo in fabbrica. Quindi di fat-to solo le aziende che seguono tut-to il ciclo sono in grado di fornireun prodotto eccellente, proprio co-me capita per il vino.Ma il cambiamento, nel mondodel cioccolato, arriverà dalla ri-chiesta dei consumatori. Quando,come capita con altri elementi, co-minceranno a essere avvertiti, aleggere etichette del cioccolatoche acquistano, a chiedere chenon sia solo una miscela di additi-vi e che sia un prodotto con cacaofine ed extrafine, finiranno per fa-vorire il ritorno della coltivazionedella specie pregiate di cacao.

ALBERTO DE NARDIProgetto Agricoltura e Ambiente

Il 92% della produzione mondiale proviene da un ibrido di bassa qualità ma resistente al climae alle malattie.

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Sto correndo in auto verso un ap-puntamento di lavoro. Mi devo in-contrare con un cliente ‘storico’che non vedo da circa due mesi.Arrivo nell’ampio parcheggio e im-magino già chi, alla reception, miaccoglierà sorridente con un salutodi benvenuto. Contemporanea-mente risponderò alla sua cortesia,subito seguita dalle frasi di rito, perterminare con... «Ho un appunta-mento con il signor...».Varcato l’ingresso, sorpresa dellesorprese! Non trovo la segretaria,ma al suo posto un maxi-schermosul quale scorrono immagini di untelegiornale.Mi guardo attorno stupito e, men-tre cerco di capire, dal monitor –nel frattempo divenuto nero – una

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voce mi interroga: «Buongiorno,posso esserle utile?». Con un certodisagio rispondo nell’etere e pre-sentandomi cerco di spiegare ilmotivo del mio essere lì... «Atten-da, prego...».

***

Viviamo ormai nell’era digitale do-ve tutto è touch, dove tutto è su undisplay interattivo (nelle stazioni fer-roviarie, sulle autostrade, nelle fiere,negli ospedali, nei fast food...), do-ve pure siamo scrutati da occhi tec-nologici... dove anche il modo dicomunicare tra noi si è trasformatoin impulsi digitali (sms, whatsapp,mail, chat). Un modo sempre piùrapido, tecnologico, definito... piùcomodo. Smartphone, tablet e PC

calligrafiaEducare al bello fa bene

il potere dei segni

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Decidere però di abbandonare to-talmente la scrittura a mano corsi-va sarebbe, a detta di molti, unagrave perdita per una serie di mo-tivazioni e avvertire quindi il pro-blema non è un retaggio anacroni-stico, non è semplice nostalgia delpassato.La Finlandia stessa ha poi precisatoche alcune delle abilità che si per-dono, mettendo a riposo la scrittu-ra corsiva, verranno recuperate conaltri insegnamenti. Abilità che han-

prie capacità e aiuta persino a di-minuire l’ansia.Lo scrivere a mano attiva zone delcervello che la scrittura a tastieranon coinvolge.Dato quindi i numerosi benefici le-gati a questo tipo di «manualità»,è di fondamentale importanza l’in-segnamento sin dall’infanzia dellascrittura, in particolare di quellacorsiva.Una forma di espressione talmen-te personale che racconta di noi

no molto a che fare con lo sviluppoarmonico dell’individuo. È riconosciuto che l’abitudine diprendere appunti, di segnare sullacarta determinati concetti o pen-sieri allena la nostra mente allacomprensione, all’attenzione e allaconcentrazione. Non solo.Da recenti studi sorprende scoprireche scrivere manualmente stimo laaltre capacità intellettive, come adesempio la corretta percezione del-lo spazio e il ‘rafforzamento’ dellamemoria.Si può parlare quindi di proprietàeducative, espressive e addiritturaterapeutiche.Attraverso lo scrivere a mano nellapersona s’incrementa, oltre l’ap-prendimento, la fiducia nelle pro-

agli altri, che comunica le nostreemozioni.È un insieme di segni grafici unici eoriginali. Trovare due grafie iden-tiche è praticamente impossibile. Se scrivere manualmente allenasia la mente che il corpo, traccia-re segni alfabetici sulla carta – so-stiene Giovanni De Faccio, esper-to docente e calligrafo di famainternazionale – è come gettareun continuo «ponte tra anima ecorpo». Sì, perché scrivere, specialmente incorsivo, è un gesto del corpo e unfrutto della mente, un continuoscambio, un qualcosa di istintivo,naturale attraverso il quale emer-gono le sfumature e gli aspetti del-la personalità capaci di delineare il

SCRIVERE

A MANO

AIUTA

A CRESCERE

sono gli strumenti attraverso i qua-li siamo connessi con il mondo, do-ve lo scrivere si è trasformato in unpicchiettare su un display o su unatastiera.In Finlandia ad esempio dal 2016 ascuola non si scrive più a mano, masolamente utilizzando la tastiera. Aibambini infatti non insegnano piùlo scrivere in corsivo, ma solo in tut-to maiuscolo cioè lo stampatello.Ma allora come potrà sopravviverela tradizionale scrittura manuale?Avrà ancora un futuro o verrà supe-rata da quella ’artificiale’?Andiamo con ordine. Forse una puònon escludere l’altra, forse non sa-remo obbligati a fare una scelta. Po-tranno tranquillamente convivere?

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carattere e il profilo psicologico diun individuo.Ancor più tecnicamente un’altraartista e calligrafa internazionale,Monica Dengo, cofondatrice del-l’associazione culturale SMED (Scri-vere a Mano nell’Era Digitale), so-stiene e propone a chi la insegnanelle scuole di familiarizzare con leforme alfabetiche della scritturacancelleresca – madre di tutti i cor-sivi – che si è sviluppata e afferma-ta in Italia nel Rinascimento. La conoscenza di questi segni, pursemplificati e privi da intenti pro-

priamente calligrafici, rappresenta-no uno strumento utile per cono-scere, memorizzare le forme dellelettere e con esse i gesti necessariper tracciarle.Non si tratta di imporre un model-lo, bensì di seguire uno studio-ba-se attraverso il quale far nascere ederivare tutte le scritture corsive.Attraverso la coniugazione del ge-sto corporeo e del frutto mentale –sostiene sempre la Dengo – si sti-mola la creatività per fare dellascrittura una forma d’arte origina-le. E aggiunge che i bambini oggi

sono sempre più lasciati in balìa diautomatismi sbagliati. Si assiste così all’impugnatura im-propria della penna, ad una irrego-larità della spaziatura tra le lettere,tra le righe, all’errata costruzione einclinazione dei segni, all’irregola-rità delle altezze dei corpi, alla mi-scelazione ‘fuori luogo’ di lettereappartenenti all’alfabeto minusco-lo con quello maiuscolo. Il risultatopurtroppo è quello di ottenere unagrafia illeggibile!In questi ultimi anni – quasi in con-trotendenza – si nota un risveglia-to interesse nei riguardi della calli-grafia (l’arte dello scrivere bene) esempre più persone, professionistie non, frequentano convegni ecorsi per imparare non solo a trac-ciare alfabeti in stile gotico, oncia-le, cancelleresco, corsivo inglese,ma anche per riscoprire la manua-lità e il piacere dello scrivere.Un segno è tanto più bello quantoè più ritmico, armonico e soggetti-vo che manifesta intuito, vivacità,immaginazione e creatività.Manualità del segno e quindi dellascrittura non dovrebbero mai esse-re persi.Potrà sembrare strano parlare an-cora di ‘bella grafia’ quando il mon-do sta andando verso l’uso esclusi-vo del dito indice su un display.Pensate che anche Steve Jobs, ilfondatore di Apple, durante gli stu-di universitari decise di seguire uncorso di calligrafia. E da questi in-segnamenti imparò una lezionefondamentale: la bellezza è nasco-sta nel dettaglio. Un’esperienza che lui stesso a di-stanza di anni definì: «...uno splen-dido viaggio tra storia e arte, riccodi sfumature che la scienza non sa-rebbe in grado di comprendere.E lo trovai affascinante».

VITTORIO JANNA

UNA BELLEZZA NASCOSTA

NEL DETTAGLIO,

UN VIAGGIO TRA STORIA E ARTE

A sinistra una pagina tratta dall’opera Il perfetto cancelleresco corsivo di Giovan Francesco Cresci,pubblicata a Roma nel 1579.Sulla destra un esempio di scrittura in corsivo inglese.

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sostenibilità economico-finanziaria in un comparto carat-terizzato, nella collettività in cui viviamo, da permanenti difficoltà economiche.

Proprio per venir incontro a certi bisogni, sempre più prorompenti, Marca Solidale ha individuato nell’ambito socio-sanitario, due fasce di utenti da sostenere: gli anzia-ni o comunque Soci con necessità di assistenza domicilia-re ed i giovani in attesa di un figlio.

Per i primi, dopo numerosi incontri di messa a punto, è stato definito un progetto denominato “Marca Solida-le ComeTe”, attivato già nel mese di aprile scorso, per i secondi l’iniziativa è partita questo mese e riguarda le donne in gravidanza, alle quali viene riservato un trat-tamento privilegiato con l’innalzamento dei plafond di rimborso, comprendendo anche i ticket di pagamento alle varie ULSS.

Marca Solidale aveva già attivato nel lontano 2008 l’ini-ziativa di regalare al Socio il seggiolino auto per i nuovi nati, allo scopo di contribuire economicamente alle spese sempre consistenti che le giovani coppie devono soste-nere, ma anche di sensibilizzare il genitore ad utilizzare tutti gli strumenti importanti per salvaguardare la sicu-rezza dei bambini. L’iniziativa ha avuto grande successo, in quanto fino ad ora sono stati distribuiti complessiva-mente più di 900 seggiolini.Anche per i rimborsi, per spese mediche ed analisi dia-gnostiche, Marca Solidale sta registrando valori molto importanti e sempre più consistenti, elargendo ormai ci-fre che superano i 100.000 euro annui.

Le iniziative di Marca Solidale, vengono vagliate dopo aver ricevuto le dovute informazioni e consulenze dai Centri Specialistici ed Istituzionali del territorio di rife-rimento. Sono decisioni prese con spirito collaborativo e come complementari ed integrative a quanto già svolto dal Servizio Sanitario Nazionale.L’Associazione continuerà ovviamente a sviluppare a tut-to campo le attività previste nell’atto costitutivo, e provve-derà ad utilizzare sempre di più degli adeguati strumenti di comunicazione, affinché i Soci siano tempestivamente informati di tutte le iniziative in atto e possano accedervi nel modo più semplice ed immediato possibile.

Il Presidente

anno 6 . numero 17 . luglio 2017 . supplemento al periodico Insieme con Fiducia n. 73

supplemento di informazione sulle iniziativee sulla gestione di Marca Solidale seguici su facebook e su marcasolidale.it

sociosostenitore

Il Decennaledi Marca Solidale

Editoriale di Adriano Ceolin, Presidente

Un decennale è sempre una ricorrenza importante, il traguardo che permette di valutare dopo un pe-riodo significativo di attività, i risultati raggiunti,

la forza attuale e le possibilità future dell’Associazione.

Sabato 6 maggio 2017 si è tenuta al padiglione della fiera di Godega di S.U. l’assemblea ordinaria di Marca Solidale che ha coinciso con la decorrenza dei dieci anni di attivi-tà, con una numerosa presenza di Soci, i quali successiva-mente hanno partecipato alla tradizionale ed apprezzata cena conviviale. Sono stati presentati all’Assemblea per l’approvazione: il Bilancio di esercizio 2016 e i risultati ge-stionali delle attività svolte. Sono stati commentati anche i dati di rafforzamento patrimoniale, frutto della rigorosa gestione amministrativa e soprattutto dell’efficiente ed ef-ficace organizzazione.

Il numero di Soci raggiunto, alla data di fine aprile 2017 è di 7.503, numero che ci colloca ai vertici a livello nazio-nale fra le mutue consorelle nate dalle Banche di Credito Cooperativo. La consistenza numerica della base sociale è l’indicatore principe che sintetizza il grado di apprezza-mento della collettività in cui opera Banca della Marca, socio sostenitore di Marca Solidale.

In questi anni di attività si è operato in più comparti, spaziando dal sanitario al sociale, culturale e ricreativo, sempre con ottimi risultati. Nel 2013 si è passati dalla forma giuridica di Società di Mutuo Soccorso ad Asso-ciazione Cassa Mutua con la prerogativa di poter agire a tutto campo sviluppando attività plurisettoriali e quindi con più ampia possibilità di gestione. Comunque il “core business” di Marca Solidale è e sarà l’assistenza sociale ed economica del Settore Sanitario, in-teso sia come promozione di iniziative di prevenzione, che come cura ed assistenza sanitaria.

La sua consolidata tradizione è lo sguardo continuo sull’individuazione delle necessità ed esigenze presenti e future della base sociale, mentre la sua vocazione è la

e

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Un nuovo volto per Marca Solidale

Marca Solidale

Una nuova faccia per il servizio a cui siete abituati. Andando in filiale, seguendo la pagina Facebook, vi sarete sicuramente accorti di un cambio di faccia

delle iniziative firmate Marca Solidale.Avrete notato illustrazioni semplici ed immediate che parlano un linguaggio universale e che hanno raramente bisogno di spiegazioni.

Perché abbiamo voluto farlo? Per avvicinarci ancora di più a voi, per darvi la possibilità di confrontarvi con dei supporti e con un’immagine che fosse coinvolgente, chiara e perché no, divertente!Una grafica che strizza l’occhio alle fasce più giovani dei

nostri associati, che vuole invitare tutti a partecipare e a far parte della grande comunità di Marca Solidale.Abbiamo parlato di gio-vani a ragion veduta, sono infatti in arrivo nuove iniziative rivolte in modo particolare a questa fascia di soci, una serie di oppor-tunità per tendere la mano a chi fa parte da poco in prima persona della com-pagine sociale e che ha necessità particolari e di-

verse. Abbiamo già spianato questa strada con i rimborsi dei biglietti dei concerti, con le convenzioni con le palestre ed i finanziamenti per l’università, ma stiamo per fare molto di più. Per scoprirlo tenete gli occhi aperti sulla nostra pagina Facebook (Marca Solidale-Cassa Mutua), sul nostro sito e, ovviamente, in filiale.Abbiamo cambiato faccia, ma il nostro impegno non cambia.

Il nostro impegnoper il vostro domani

Sostegno alla persona

Della comunità e mutualità abbiamo fatto il nostro credo, e proprio da questa promessa nascono le iniziative che vi offriamo ogni mese.

Per crescere, e per farlo assieme, abbiamo pensato di sostenervi in modo concreto, aiutandovi ad affrontare le spese o a creare una sicurezza per il domani. L’abbiamo fatto studiando e riproponendo le iniziative di sostegno alla persona che parlano di futuro e di assistenza.In modo particolare pensiamo a:• Fondi pensione, per gli adulti di domani;• Piano di risparmio, per un’opportunità in più;• Finanziamenti all’istruzione, per solide basi culturali;• Sostegno maternità, per un aiuto particolare alle

future e neo-mamme;• Protezione famiglia, per la sicurezza a 360 gradi.

Vogliamo ricordarvi che tutte queste iniziative sono attive ora, e lo saranno fino alla fine dell’anno. Pensare al proprio futuro, e a quello della propria famiglia, è un atto di crescita, un atto di responsabilità che noi vogliamo aiutarvi a fare, insieme, proprio come vi abbiamo promesso.

Gli strumenti messi a disposizione da Banca della Marca, combinati con le agevolazioni di Marca Solidale rappresentano il connubio ideale per sfruttare le opportunità pensate per ogni socio. Pensiamo ai ragazzi con i fondi pensione ed i finanziamenti per i loro studi, pensiamo alle mamme nel periodo della maternità con dei rimborsi ancora più alti per le visite ed i ticket, pensiamo a tutta la famiglia con i piani di risparmio e la protezione assicurativa.Tutto il nostro impegno per permettere lo sviluppo della comunità di cui facciamo parte e ricambiare la fiducia che ogni socio, al momento dell’iscrizione, ripone in noi.Marca solidale, insieme si cresce.

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La Festadel Socio

Marca Solidale

Il 6 maggio si è tenuta la consueta Festa del Socio con lo spiedo gigante. Durante quella stessa occasione, dopo l’assemblea ordinaria dei soci, abbiamo cenato in compa-

gnia festeggiando i 10 anni dalla nascita di Marca Solidale.

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p

Le iniziativedi Marca Solidale

Marca Solidale

MARZO - DICEMBREAi soci che aderiranno ad una delle iniziative previste da Marca Solidale nel periodo da marzo a dicembre, verrà of-ferto un “check up” gratuito per calcolare il grado di pro-tezione della propria famiglia (figli, casa, salute, animali domestici, ecc.). Coloro i quali vorranno aumentare il pro-prio indice di protezione, sottoscrivendo un contratto as-sicurativo tra quelli previsti (a tutela della Famiglia, della casa e della salute), riceveranno un contributo di €30,00 da parte di Marca Solidale.

SOSTEGNO ALLA PERSONA

PROTEZIONE FAMIGLIA

MARZO - DICEMBREIl valore di un accantonamento periodico, secondo le tue esigenze, si misura in possibilità per un domani.Giovane lavoratore o famiglia, oggi hai l’occasione di iniziare a pensare a come dare una forma concreta alle opportunità future.Marca Solidale vuole esserti accanto incentivando e so-stenendo, con un contributo iniziale, la sottoscrizione di piani di risparmio.

Contributo per sottoscrizione di piani di accumulo in fondi comuni di investimento € 10,00

GENNAIO - DICEMBRE Goditi un anno di concerti con la convenienza di Marca Solidale! Per tutto il 2017 ti rimborsiamo 5 euro sull’ac-quisto di un biglietto di ingresso per un concerto, senza distinzione di prezzo o luogo di acquisto.Ogni socio ha diritto al rimborso di massimo 5 biglietti in un anno, ottenerlo è semplice: porta in filiale il tuo bi-glietto e ricevi subito C5. Libera la tua voglia di musica e risparmia insieme a Marca Solidale!

SOSTEGNO ALLA PERSONA

PIANO RISPARMIO

t TEMPO LIBERO

BONUS CONCERTI

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LUGLIO - DICEMBREMarca Solidale è a fianco delle future mamme.È attivo infatti un piano speciale pensato per dare un sostegno concreto alle donne nel periodo della mater-nità. Per le spese sostenute connesse alla gravidanza, e tutte quelle indicate nel regolamento generale delle prestazioni, si potranno chiedere rimborsi per visite specialistiche e ticket con un massimale di C150.

Rimborso socio MS 30 %della fattura(delle spese di visite specialistiche ed esami in centri convenzionati)

Rimborso socio MS 15 %della fattura(delle spese di visite specialistiche ed esami in centri non convenzionati)

Rimborso socio MS 1° Ticketrimborso per intero(Ticket successivi: rimborso 30%)

SOSTEGNO ALLA PERSONA

SOSTEGNO MATERNITÀp

FINO AL 31 DICEMBRELe zecche sono responsabili di una malattia molto seria, che colpisce il sistema nervoso centrale e si chiama TBE o meningoencefalite da zecche.Non ha una cura specifica, ma si può prevenire attra-verso la vaccinazione. Il ciclo vaccinale prevede la som-ministrazione di tre dosi, per via intramuscolare, la se-conda a due mesi e la terza a sei mesi dalla prima dose.Per alcune categorie più esposte è raccomandato anche un richiamo ogni 3-5 anni.Marca Solidale incentiva questa misura preventiva con un rimborso del suo costo che resterà escluso dal pla-fond annuale.

Rimborso socio MS 30 %

del costo sostenuto, effet-tuato sulle singole fatture per un importo massimo di 50,00 euro (singola fattura/ricevuta)

SEDI ADERENTI Distretti delle aziende sanitarie. ATTENZIONE Possono essere rimborsate le fatture/ricevute di pagamento presentate entro il 31 dicembre 2017.

SALUTE E BENESSERE

VACCINO ENCEFALITEDA ZECCHE

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supplemento a Insieme con Fiduciaquadrimestrale di Banca della Marca

questo numero è stato curato daRational Feelings PR & Marketing

Il COMPLETO RIMBORSOdell’attivazione e delCare Manager pari a 35 €

TARIFFE AGEVOLATEper i singoli servizi

Qual

Qual è l’aiuto di Marca Solidale per il Socioche voglia accedere ai servizi offerti da ComeTe?

RIMBORSO del 30%delle fatture relativeai servizi usufruiti finoal raggiungimento delplafond di 100 € annuiottenibile semplicemente portandoin filiale le fatture come già accadeper le prestazioni mediche [email protected]

COMETE,COME SERVE A TE.

ASSISTENZA DOMICILIARE SU MISURAPER LE ESIGENZE DI OGNI FAMIGLIA.

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21

INSIEME

CON

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UCIA

Mi è capitato di accorgermi che al-cune persone, con cui sono in con-tatto, non rispondono subito asms, mail, chiamate al cellulare. Hochiesto loro le ragioni e mi hannorisposto con due affermazioni: ac-censione degli strumenti in oraripredefiniti per riappropriarsi delproprio tempo (e della qualità diesso) e maggior controllo dei costiindotti dai gestori di telefonia chespesso, grazie ad app ed altro, ri-caricano sulle utenze.Ho così scoperto che c’è una resi-stenza sempre più concreta ad es-sere connessi, oggetto di notifiche,«spiati 24 ore su 24» da qualchegrande fratello che ti considera unalgoritmo da elaborare ad usocommerciale e forse anche politicoin senso lato.Poi scopro che nelle vetrine specia-lizzate sono tornati i vecchi telefo-nini a tastiera numerica, scopro checi sono già statistiche sul calo del-l’uso dei sistemi digitali da parte

della «generazione Z» o Post- Mil-lennials.Negli Stati Uniti che spesso antici-pano le tendenze, l’e-book registrail segno meno e ritornano i volumicartacei, tornano in edicola rivisteche erano, fino a ieri, solo on line.

QUALITÀ DI VITA ESLOW BRAND TERRITORIALE

Sul problema del tempo e della suaqualità nelle trasformazioni socialiveloci ed invasive aveva già scritto ilneurobiologo Lamberto Maffei(Elogio della lentezza) rilevandoche siamo costretti a vivere all’in-segna di un dinamismo sempre piùfrenetico. Le ventiquattro ore dellagiornata sembrano non esser maisufficienti per i mille impegni o di-simpegni quotidiani. La tecnologiasforna di continuo strumenti a ra-pida obsolescenza; non abbiamoancora finito di apprendere il fun-zionamento di questo o quel mar-chingegno digitale che già sul mer-

cato ne è comparso uno più evolu-to, più veloce, più efficiente. Oc-corre continuamente aggiornarsi,riqualificarsi, sveltirsi: sia nell’ambi-to lavorativo che in quello dome-stico. Insomma, nel nuovo millen-nio si va di fretta, anche perché ilcellulare squilla di continuo, occor-re rispondere con urgenza alle e-mail ed è indispensabile rimanerecostantemente connessi, iperattivi,scattanti. «Ma il nostro cervellonon è stato costruito per questoimpatto invasivo» scrive Maffei. Ilnostro cervello, infatti, da sempreci consente veloci reazioni auto-matiche agli stimoli ambientali, fa-cilitando così la nostra sopravvi-venza; ma non dobbiamo scordarciche esso è un sofisticato meccani-smo in grado di produrre cogita-zioni e riflessioni che per essere ela-borate abbisognano, oggi comenel passato, di un lento processomentale. La dimostrazione di ciò èche utilizziamo – solo per fare un

T E R R I T O R I O

ritrovare la nostraumanità

SCONNETTIAMOCI!

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esempio – meno del 20% dellatecnologia che abbiamo già oggidisponibile.Così, da un po’ di tempo, chi si oc-cupa di consumi registra qualchedebole segnale che potrebbe di-ventare un’onda lunga e dalla por-tata inimmaginabile: un diffusosenso di stanchezza verso l’esseresempre più connessi, presenti suisocial, la casella della posta in arri-vo che lampeggia in continuazione.I media trattano sempre più di fre-quente della necessità di rallenta-re, di disconnettersi per riprendersiil proprio tempo, di «abitare la vita,i volti, le relazioni» dove il termineabitare implica il fermarsi ad am-mirare, immergersi, accogliere, la-sciarsi incantare.Alcune aziende hanno già coltoquesto segnale ed adattato le pro-prie strategie comunicative e com-merciali. Ne parla, per esempio, Pa-

LA NOSTRA TERRA,RISCOPRIRE CHE ABBIAMOUN «UNICUM» DA VIVERE

Riprendo alcune riflessioni da un si-to associativo del Quartier del Pia-ve. «Noi viviamo in un luogo cheancora riesce a stupirci, con la con-tinua mutazione delle stagioni, cheda sempre colorano la nostra ter-ra. Ma non è l’unica fortuna cheabbiamo a vivere qui.Il mondo sta andando in un’unicadirezione, a velocità stratosferica,ed è in questo processo che stia-mo perdendo tanti piccoli pezzet-ti. Sono le differenze, le tradizioni,le tipicità locali, che ormai agli oc-chi dell’uomo moderno sono dive-nuti insignificanti, e che rischianodi annegare in un oceano tuttouguale e assolutamente senza sfu-mature...La caratteristica principale dellatradizione popolare, è il modo in

mite il mezzo più effimero e volati-le di tutti: l’oralità.Ed in questo caso però la fortunanon è dalla nostra parte, perché iltempo si sta riprendendo gli ultimicontatti con la memoria popolare,i nostri «vecchi».Quasi non esiste più una cosa cheduri a lungo o addirittura per tuttala vita. Tutto è consumato in fret-ta, e poi buttato via. Il calzino rot-to si butta, non si ricuce. Ma cosìogni popolazione perde il suo co-lore e la sua forma, il suo viso e lesue espressioni, le sue sfumaturepiù belle. I suoi pezzetti...Il nostro è dunque un richiamo, uninvito alla valorizzazione del nostroterritorio e delle nostre piccole di-versità. Un richiamo alla continuitàdei nostri canti e delle feste, delleespressioni e del linguaggio dialet-tale. Vorremmo continuare con laricerca nel passato del nostro an-golino di terra, piccolo, ma pursempre nostro. Tutto ciò per allie-tare il presente. E per srotolare tut-to verso il futuro, verso e per lenuove generazioni».

VOLONTARIATOED IMPRENDITORIALITÀINNOVATIVA

Quel pullulare di feste enogastro-nomiche, paesane, di mostre di ar-tigianato e manualità, di sagre pa-tronali e di un volontariato diffusoche si incarica anche di riaprire,conservare i luoghi della memoria eaccompagna una imprenditorialitàlegata alla terra, alla qualità deltempo da vivere, è uno scenarioavvincente per capire come e doverinverdire le nostre radici e lasciareai rami alti il compito di gettare alvento i germogli di futuro.La ripresa economica e la qualitàdel nostro vivere hanno qui spazida esplorare.

SERGIO DUGONE

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INSIEME

CON

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UCIA

[email protected]

trizia Musso su «Slow brand» cheracconta questa nicchia, in espan-sione, di mercato e di come alcuneaziende eccellenti abbiano iniziatoa soddisfarla. Si tratta del settoreproduttivo più attento a cogliere il«sentimento» del mercato, quellodell’advertising.

cui ne viene tramandata la propriastoria. Ogni società umana, spe-cialmente quella legata al mondorurale e popolare, cerca di tra smet-tere alle nuove generazioni il suobagaglio più prezioso: la memoriadelle sue radici...Questo processo avviene però tra-

Riscoprire le molte tipicità locali e le nostre piccole diversità per «disconnettersi» da una vita ovviae per riprendersi un tempo di contatti che rinsaldino la qualità dei nostri personali rapporti.

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INSIEME

CON

FID

UCIA

RACCON TANO

) i nostri anziani

Ai tempi attuali, salvo qualche rara eccezione,grazie anche ai frequenti controlli, si puòcertamente riporre la massima fiducia sull’onestà ecorrettezza degli operatori, avere sufficientecertezza sulla qualità e provenienza della merceed essere convinti sull’esattezza degli strumenti dipesatura e/o misurazione dei beni acquistatie sul conteggio della somma dovuta. Sull’argomento onestà, anche all’emergeredi qualche irregolarità casuale o al verificarsi disituazioni anomale, spesso imputabili allaprovenienza della merce, non si può scherzare enon si deve puntare il dito penalizzando l’interacategoria: nel commercio davvero ci sonomoltissimi professionisti onesti degni del massimorispetto.Questo però non ci impedisce di far rivivere alcuniambulanti, attivi in passato e degni di memoriaperché, come si diceva, il mondo era fattoper i furbi e questi che ricordiamo si ritenevanotali (e forse anche lo erano!), in particolarenell’uso degli strumenti di pesatura.Sono tutte persone ormai scomparse, maper il rispetto dovuto a tutti, diamo loro nomi difantasia; se qualche lettore riconosceràil personaggio lo ricordi con l’affetto che meritava.

Avevano tutti il loro grido di richiamo del possibileacquirente o per annunciare il loro arrivo alledonne di casa, un frase fatta ad arte, impossibileda dimenticare.Sior Bepi, il primo a caso che emerge tra i ricordi,era un venditore di limoni, un commerciante«specializzato» in quest’unica mercanziache comperava (una cassetta alla volta) da un altrofruttivendolo ambulante, trattando ostinatamenteil prezzo come si trattasse dell’acquisto diuna casa. Il suo mezzo di trasporto era una vecchiae rumorosa bicicletta da donna riconoscibile dalontano perché davanti, sul porta pacchi, avevalegata l’immancabile cassetta. Era sempre presente alle sagre di paese e, in più,per non avere rimanenze che incidevano sui costi,passava per le famiglie dei contadini sparseper la campagna offrendo il suo prodotto a prezzistracciatissimi.Il suo arrivo nelle case, oltre che dal cigolio delmezzo di trasporto e dal latrato dei cani, eraannunciato da una frase gridata a squarciagola:donne, riva Bepi co i limon! Non per mille, nonper cento, e toh, e toh, e toh, per dieci lire ve li do!Il guadagno di Bepi non consisteva tanto sullaricarica del prezzo bensì sulla notissima abitudine

il commercio

Ricordie sensazioni

del passato

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INSIEME

CON

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UCIA

RACCONTANO

)i nos

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anzi

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di mettere un dito sul punto giusto della bilanciadurante la pesatura: sette etti diventavano sempreun chilo abbondante e, da notare, tra la merceconsegnata c’era sempre un limone ormai guastoe da buttare. Il suo guadagno finiva tutto inosteria e, se gli affari erano andati bene, il ritornoa casa non era semplice e lineare, tanto cheerano frequenti i bagni nel fosso pieno d’acquaa bordo strada. Altro professionista del porta a porta era Jovani,un venditore di pesce fresco: sardèle «sardine»,fritura «frittura» e poco altro come, in autunno,le masonete de la vae «i granchi di laguna».

La verità però la conosceva solo lui perché quandola lingua era mossa dall’ultima onbretta ripeteva:balantha o balanthìn se pesa co l dedìn!Son mi che ghe insegne a pesar «bilancia obilancino si pesa col mignolo! Sono io che insegnoallo strumento come pesare!».Un altro personaggio del settore, ricco difranchezza, era Toni, commerciante di frutta everdura; la sua bancarella non mancava mai allesagre paesane e lui sapeva ben scegliere il puntostrategico per fare gli affari migliori.Era una persona allegra, onesta (a modo suo)e sincera. Nella confusione della sagra,

Era una presenza fissa nella piazza del paese duegiorni la settimana, il martedì ed il venerdì dallesette alle nove e poi, con le due cassette di legno,coperte da un sacco, legate una davanti e unadietro la bicicletta, passava per le famiglie lontanedal centro o sperse nella campagna.Jovani annunciava il suo arrivo al grido: donne,al pesse fresco, sardèle de alba «donne, il pescefresco, le sardine pescate all’alba».Aveva ereditato il mestiere dal padre e lo avevaimparato tanto bene che non gli serviva nemmenola bilancia per pesare il venduto: non la usava mai.A chi gli contestava questa abitudine dava provadella sua onestà: la quantità fatta pagarecorrispondeva sempre esattamente a quella pesataa ocio «a stima», anzi abbondava e così metteva atacere l’imprudente dubbioso.

sopra il vocio della calca e degli altri commercianti,si sentiva sempre la sua voce argentina chegridava: Donne, donne l’è qua ‘l pomaro: l’é quaCarnèra, l’omo pì galantomo de la tèra, «Donne,donne è qui il fruttivendolo: è qui Carnèra,l’uomo più galantuomo della terra» e a bassavoce poi proseguiva: oto eti a tuti, nove aqualchedhun, un chilo a nessun! «otto etti a tutti,nove a qualcuno, un chilo a nessuno!».Tempi davvero beati.Nonostante l’interpretazione personaleche ognuno dava al vocabolo «onestà», nessunadi queste persone ha lasciato ricchezze in eredità.

MARIO MENEGHETTI

I mercati rionali rappresentano il retaggio di un mondo commerciale del tutto perduto.�

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Le gite dei Soci 2017

EmiliaParma Lucca Sicilia AmsterdamModena

Prenotazioni presso le �liali info: www.bancadellamarca.it

Come ormai è consautunno. È ormai pinsieme ad un solo Al �ne poi di mantepartecipazione, ci siniziative con la lo

Banca della Marca

suetudine Vi forniamo il catai prassi consolidata che ogni S

o accompagnatore non Socienere questa apprezzata tra

ci siamo convenzionati con i ro organizzazione e sotto la

a, oltre al già citato conven

alogo riguardante le Gite Socii Socio abbia la facoltà di parteci

o.adizione pur nelle evidenti di�

già conosciuti operatori dea loro esclusiva responsabil

nzionamento operato al �ne d

ociali che verranno e�ettuate necipare ad una delle sopradd

�coltà rinvenenti dalla semel settore, i quali gestiranno ità.

e di ottenere per i partecipa

e nel prossimo ette iniziative

pre crescente o le rispettive

panti i migliori

trattamenti e comprenotazione e la cinteressati. Contaai momenti di festVi auguriamo �n d

mfort al miglior prezzo posa contemporanea riscossione d

ndo che questo indispensabta vissuti insieme da tutti n

o �n d’ora una grati�cante esper

ssibile, svolgerà presso tutte del relativo pagamento: il tbile a�namento organizzatioi Soci,ienza.

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vo assicuri una sempre ma

to servizio di o degli operatori

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Page 30: Anno XXV · N. 73 · Maggio 2017

Faenza e Ravenna

Modena e Galleria Ferrari

1 OTTOBRE 2017

PRENOTAZIONI ENTRO IL 24 LUGLIO 2017

Quota Socio 0,00 euroQuota Accompagnatore 95,00 euroPrezzi per minimo 50 partecipanti

15 OTTOBRE 2017

PRENOTAZIONI ENTRO IL 24 LUGLIO 2017

Quota Socio 0,00 euroQuota Accompagnatore 95,00 euroPrezzi per minimo 40 partecipanti

Parma, Piacenza e Castell’Arquato

7 - 8 OTTOBRE 2017

PRENOTAZIONI ENTRO IL 24 LUGLIO 2017

Quota Socio 150,00 euroQuota Accompagnatore 250,00 euroSupplemento singola 35,00 euroPrezzi per minimo 40 partecipanti

Le gite dei Soci 2017

Tel. 0434 598882

Tel. 0434 598882

Tel. 0422 710665

Parma è una città piena di valenza storica. Si classi�cdi d t l

ai P,amarP

grazia, dove si respira un’atmosfca fra i più caratteristici prodotti

to d n b n bi hi e di vi

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fera ra�nata, da piccola capitaleitaliani il celebre prosciutto di P

. Ciò n n d à p ò s tt e t

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e. Vanta un centro ricco di capolavarma, alla cui lavorazione è poss

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vori artistici e di forte sibile assistere, prima

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di degustarlo accompagnanel Palazzo della Pilotta al Parmigianino nella Basilica dcostruiti in epoca medievaCittà molto amata anche dpreziose testimonianze. Ind’arte che sino agli anni ’5salto nel passato.

ato da un buon bicchiere di vinoDuomo, poi al Battistero �no a P

a di Santa Maria della Steccata. Pale e gotico rinascimentale.ai grandi maestri dell’arte, come W

n�ne saremo �nalmente pronti p0 non ha subito modi�che. Pass

. Ciò non dovrà però sottrarre trPiazza Garibaldi, dai palazzi mediacenza, invece, o�re ai suoi visit

e Wiligelmo, Nicolò, il Botticelli, il Ver la magni�cenza di Castell’Arq

seggiare tra le viuzze medioevali è u

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roppo tempo alla visita della cittievali del Comune e del Governattatori un’atmosfera misteriosa is

ignola e Antonello da Messina, i quato, nominato tra i Borghi più b

i è una rara occasione per compi

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à: dal teatro Farnese tore, agli a�reschi del pirata dai monumenti

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Viaggio alla scoperta dell’aalla Fabbrica Ferrari, regno Vero e proprio custode del miMaranello”. Migliaia di perssport prototipo che hanno rfamosi in assoluto. A pochi pl’ex Ghetto Ebraico nonché

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rte e della gastronomia nel cuore do delle “rosse” che raccontano la l mito, questo museo raccoglie aone provenienti da tutto il mondo

o raccolto più successi nel mondo. Ei passi, Modena: città medioevale p

é la parte barocca con il centro st

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e dell’Emilia Romagna. L’. L’approdo a Mmitica storia dell’indimenticato l suo interno auto, immagini e tr

o, ogni anno visitano il luogo che e. Emozionante è la visita alla Fabbe patrimonio dell’Unesco, di cui sotorico ed il Palazzo Ducale.

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o a Maranello sottintende una visitEnzo Ferrari e delle sue vetture.

rofei che hanno scritto la storia de espone le vetture da corsa, nonc

brica Ferrari, sede del successo dono celebri il Duomo, Piazza Gran

ta al Museo Ferrari ed

ia della mitica “Rossa di hé le granturismo e le

o di uno degli Italiani più nde, Torre Ghirlandina,

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Faenza è una splendida citgrazie alle attività agricole ein tutto il mondo. Da visitaLa romantica Ravenna è, inpoi da Teodorico re dei Gotdi monumenti: ben otto ed

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ttà di origine romana, sorta su un se ed alla sua vocazione artistica a

re per primi, quindi, il Museo dellnvece, la città del mosaico e circa 1

i ed in�ne dell’impero di Bisanzio ii�ci, scelti tra le innumerevoli tes

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n sito probabilmente già abitato alla quale fu legata, in particolar mle Ceramiche ed il ricco centro st

a 1600 anni fa fu eletta per ben tre vo in Europa. La magni�cenza di qstimonianze storiche, sono infat

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in epoca preistorica che �orì a pr modo, l’industria della ceramica ctorico.e volte capitale: prima dell’Impero R

i quel periodo ha lasciato nella cittti stati dichiarati Patrimonio dell’

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artire dal I secolo d.C. a che l’ha resa celebre

o Romano d’Occidente, tà una grande eredità ’Umanità dall’Unesco.

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Amsterdam

Tour insolita Sicilia

3 - 8 OTTOBRE 2017

PRENOTAZIONI ENTRO IL 24 LUGLIO 2017

Quota Socio 1.050,00 euroQuota accompagnatore 1.150,00 euroSupplemento singola 120,00 euroPrezzi per minimo 30 partecipanti

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PRENOTAZIONI ENTRO IL 24 LUGLIO 2017

Quota Socio 700,00 euroQuota accompagnatore 800,00 euroSupplemento singola 140,00 europrezzi per minimo 30 partecipanti

Pistoia, Lucca e la Garfagnana

30 SETTEMBRE - 1 OTTOBRE 2017

PRENOTAZIONI ENTRO IL 24 LUGLIO 2017

Quota Socio 165,00 euroQuota Accompagnatore 265,00 euroSupplemento singola 35,00 euroPrezzi per minimo 50 partecipanti

Le gite dei Soci 2017

Tel. 0438 34082

Tel. 0438 34082

Tel. 0422 710665

Pistoia, nascosta dietro allGiovanni in Corte, �no alla S d d i a L i p

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e sue tre storiche cinte murarie cPiazza della Sala che ospita il m

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e ci svela un vasto patrimonio storercato cittadino ed una serie di c. M ti , la Pia a N l

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ico: dalla Piazza del Duomo, all’ancaratteristiche botteghe “storich

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ntico Battistero di San he”.

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Scendendo poi a Lucca si pS. Frediano e la suggestiva Pcinquecentesche. Sarà impdel �ume Serchio ci si imbdi Giovanni Pascoli, si scop

i potranno visitare il Duomo di S. Ma Piazza An�teatro dalla quale, inpossibile non raccontare di Garfaatte nel medioevale e leggendar

prirà in esso un borgo medioeval

. Martino, la Piazza Napoleone e ln�ne, ci si potrà godere una poetagnana, ricca di antichi borghi cirrio Ponte del Diavolo a Borgo a Me di rara bellezza.

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e e le adiacenti viuzze medioevali, nica passeggiata sulle cortine e srcondati da secolari boschi di casozzano. Proseguendo poi per Ba

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, nonché la Basilica di ui bastioni delle mura stagno. Lungo la valle

arga, terra di adozione

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Un itinerario fuori dalle traddi casa. Esplorare alcuni deTappa obbligata a Cefalù e c

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dizionali proposte turistiche di maei “borghi più belli d’Italia”, immergconseguente visita guidata dell’ab

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assa. In esclusiva la possibilità di vgendosi totalmente nella bellezza bitato medioevale in particolare a

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i visitare Palazzi e Ville ricevuti dira dei paesaggi siciliani.

lla splendida cattedrale normann

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ettamente dai padroni

a adornata da mosaici

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pp igbizantini. Con gli aspri contodi Cefalù. Un’occasione per gvisitare un suggestivo borgRinascimento Siciliano e Crsiciliano scelto come capita

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g gorni delle Madonie (sito naturalistr gustare la ricca e saporita cucingo: il Castello di Ventimiglia, esplor

ipta cinquecentesca, la Torre dellale italiana della cultura per il 201

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pico UNESCO) accompagnati da cha locale, dal salato alla ben nota g

randone il centro storico, la Trecen’Orologio ed il Mausoleo dei Ventimig

18, città ricca di tradizioni.

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pi vive e conosce la sua terra e l’azz

a golosa pasticceria. Sostenendo la Pntesca Chiesa (Matrice Vecchia) comiglia. Ed in�ne lasciarsi stupire d

zurro intenso del mareo la Pro Loco è possibile

on i suoi capolavori dele da Palermo, capoluogo

Capitale a�ascinante tra i se su una grandiosa rete di

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a i suoi famosi canali e gli eleganti eoltre 160 canali collegati tra loro

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i edi�ci. Viene anche de�nita la “Vo da oltre 1000 ponti.

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Venezia del Nord” poiché fondata s

a su più di 100 isolette

Indispensabile scoprire Piaassoluto per la varietà dei nella parte nord, caratteripittoresca ora collegata altutt’ora in uso. Prendere uscorso. Icona dell’ambiente ccome “I mangiatori di patatvivono gli olandesi. La zona è fsegreti. Visitare l’alloggio svera Amsterdam e i suoi luo

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iazza Dam, sede del famoso Palazzsuoi �ori che provengono da tuttzzata da Volendam, antico villagla terraferma da una diga, famosna boccata d’aria sotto i carattere culturale di Amsterdam è il famote”, “I girasoli”, “Mandorlo in �ore” e “a è famosa per i suoi canali, gli st

o segreto della bambina più famosoghi più ricercati per essere dei ve

7

zo Reale e della Chiesa Nuova oltro il mondo. Una totale immersionggio di pescatori e suggestivo psa per le sue case alte e strette. Iristici mulini di Zaanse Schaans, rosissimo Museo di Van Gogh: la p

” e “Il seminatore”. Esplorare il quaudi d’artista, gallerie d’arte ed i sa d’Olanda, Anna Frank e percorreri viaggiatori alla scoperta dell’a

tre che il mercato dei �ori – uno dee nella cultura della città si può rorto sulle rive del Zuiderzee e d

. In entrambi questi villaggi, i cos, ricostruzione di un tipico villaggiiù grande collezione di opere dell’artiere Jordaan, il più caratteristicuoi scorci romantici nascosti tra l

rere zone fuori dai soliti percorsi tutenticità e degli angoli insoliti e s

i mercati più famosi in raggiungere recandosi

e e da Marken, un’isoletta tumi tradizionali sono io olandese del secolo ’artista con capolavori co della città nel quale

a le case storte e cortili i turistici. Conoscere la

i e segreti di Amsterdam.

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ImportanteLe prenotazioni, che saranno e�ettuate presso gli sportelli di Banca della Marca (�no ad esaurimento dei posti disponibili) sottoscrivendo l’apposito modulo, dovranno avvenire inderogabilmente entro il termine indicato per ogni destinazione con il contestuale versamento di quanto previsto per Soci e non Soci e con l’impegno assoluto di prenotare solo se certi di poter partecipare alla gita ed alla data prescelta.Vi consigliamo una certa solerzia nell’iscrivervi poiché le disponibilità, ancorché abbondanti, potrebbero non essere su�cienti per richieste diverse dallo standard degli ultimi anni.

Per evidenti motivi organizzativi:• non saranno assolutamente possibili cambiamenti di scelta, una volta e�ettuata la prenotazione;• ogni Socio potrà essere accompagnato da un solo accompagnatore;• la partecipazione dei Soci ed accompagnatori è comunque limitata ad una sola uscita;• per le eventuali disdette verrà applicata la penale dell’agenzia.

Le gite si intendono confermate al raggiungimento di un numero minimo di partecipanti.

È stata predisposta, unitamente al modello di prenotazione, l’autorizzazione ad addebitare la somma di 50,00 euro(per i soli viaggi di un giorno) nel caso in cui alla vostra prenotazione come Socio non consegua la partecipazione alla gita.

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UCIA

Marcon, nella terraferma venezia-na, è un Comune noto per il suorecente sviluppo, il grande centrocommerciale e per la ragnatela distrade che lo attraversano tanto daapparire una comunità priva di ra-dici storiche, addirittura qualcunol’ha definito, incautamente, unpaese senza storia. In realtà, comenessun paese è senza storia così,per il territorio di Marcon essa puòessere documentata a partire dal-l’età romana come testimoniano isignificativi reperti rinvenuti in pas-sato e in anni recenti, in varie loca-lità del Comune. Non poteva esse-re diversamente vista la contiguitàdi Marcon con l’importante cittàpaleo veneta, poi romana, di Altinola cui rete di strade interessava ilterritorio: la via Annia e le stradedel decumano massimo altinate.

La decadenza di Altino, dovuta tral’altro alle invasioni barbariche, se-gnò l’abbandono della popolazio-ne anche dell’area marconese chedivenne per secoli indisturbato do-minio delle acque dei numerosicorsi d’acqua, in particolare delloZero e del Dese, fiumi di risorgiva.Queste acque non più regolate fa-vorirono il formarsi di una vastaarea paludosa a ridosso della lagu-na di Venezia e l’espandersi di unaimportante zona boschiva, fattoriche hanno condizionato la storiamarconese fino ai primi decennidel secolo scorso.Nonostante queste condizioni am-bientali fin dall’inizio della diffusionedel cristianesimo ad Altino, nell’areanordest del territorio mar conesesorse l’importante pieve quella diSanta Maria Assunta e San Cassia-

no di Povegliano Altinate. Attornoad essa si costituì una comunità cri-stiana. Il territorio di questa pieve,coincidente con l’attuale frazione diSan Liberale, diocesi di Altino poiTorcello, rimase per secoli sottol’amministrazione diretta del doga-do e fu abbandonata alla fine del1400 per essere aggregata alla villadi Marcon.Altra testimonianza del costituirsidi un insediamento nell’area mar-conese è quello contenuto in un di-ploma dell’imperatore Ottone I del994 che parla di un villaggio deno-minato Gajo; termine di derivazio-ne longobarda che significa boscoo boscaglia con chiaro riferimentoalle caratteristiche dell’ambiente.La località di Gaggio viene citatanell’atto di costituzione del vicinomonastero benedettino di Santa

Marcon

S T O R I A E A R T E

Un territorio che ha condizionato la sua storia

tra passato e futuro

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Maria Assunta Mogliano del 997dove tra le proprietà donate ai mo-naci fondatori figurano «tutte leterre incolte tra Dese e Gaggio e ilfiume Zermanson».La notizia invece dell’esistenza diun «locus qui dicitur Marcone» siha intorno all’anno Mille. La primatestimonianza certa però di un vil-laggio con tale denominazione conla sua cappella, dedicata a SanGiorgio, è documentata in unapergamena del 1177 quando ap-pare tra le pertinenze del mona-stero benedettino moglianese.Monastero che influenzerà la sto-ria non solo religiosa ma ancheeconomica e civile di gran parte delterritorio marconese.Si ha notizia, in un documento del1330, che nel giorno del mercato,la Badessa, vestita di manto rosso,assistita da un cancelliere e da unnotaio amministrava la giustiziafungendo da giudice. Il potere eco-nomico del Monastero non ebbeuna lunga durata. Fin dagli inizi delCinquecento alcuni grandi proprie-tari veneziani, tra i quali nobili co-me i Priuli e i Grimani o borghesicome i Negri ed i Valentini Astori, siimpadronirono delle terre dellemonache. Tra questi, solo i Valenti-ni Astori costruirono un palazzodomenicale realizzato nel 1694 dicui oggi resta l’oratorio e parte del-la barchessa.L’influenza religiosa del monasterodurò invece più a lungo esercitatosoprattutto sull’elezione dei preti

che avevano in cura le anime deimarconesi.Quest’ultimo privilegio, per la par-rocchia di Marcon, rimase fino allacaduta della Repubblica e con loscioglimento degli enti ecclesiasticivoluto da Napoleone.Nel 1807, durante la dominazionefrancese, Marcon e Gaggio diven-nero comuni autonomi, Diparti-mento dell’Adriatico. Ritornati gliaustriaci vennero uniti come fra-zione al Comune di Mogliano. Nel1818 Marcon tornò autonomocon aggregata la frazione di Gag-gio nel distretto di Mestre. Tale ri-mase anche dopo l’annessione delVeneto al Regno d’Italia del 1866.Cosi Francesco Scipione Fapanni,storico trevigiano, dopo la metàdell’800 descrive il territorio diMarcon «il suolo è fertile, si colti-vano sorgoturco, frumento, avena,gelsi, l’aria è abbastanza salubre».

Nonostante questo però grandeera la povertà e miseria, visto chedopo gli anni ‘70 molti marconesiemigrano verso le Americhe e lemalattie come la malaria, la pella-

LA SIGNIFICATIVA

RINASCITA

NEGLI

ANNI SETTANTA

La chiesa di San Giorgio a Marcon.�

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gra colpivano in molte famiglie. Untentativo di aiuto nella soluzionedei tanti problemi economici av-venne nel 1894 quando fu istituitauna Cassa Rurale di Prestiti, nel-l’ambito del movimento cattolicodi Treviso, diocesi a cui Marcon dasempre appartiene, ma ebbe unavita breve tanto da essere scioltanel 1899.La storia di Marcon è legata alle vi-cende della Grande Guerra, infatti,a partire dalla primavera del 1917,venne realizzato un campo di voloper alcune squadriglie della Marinae dell’Esercito divenendo, dopo Ca-poretto, la più importante base ae-rea del Basso Piave. Da qui partìl’impresa del vittoriese Camillo DeCarlo che nella notte del 30 mag-gio 1918 venne depositato da unaereo, partito da Marcon, nella zo-na di Sacile per una operazione dispionaggio.Finita la guerra, tra i tanti muta-menti va segnalato quello del pae-saggio con l’operazione di bonificae la distruzione del bosco nell’areaest del paese creando le premesseper la nascita di San Liberale uffi-cialmente istituito nel 1953.La rinascita del paese dopo glieventi del secondo conflitto mon-

diale non fu immediata, la popola-zione negli anni cinquanta registròun decremento per mancanza dilavoro e la conseguente emigrazio-ne. Solo a partire dai primi anniSettanta il ritmo di crescita demo-grafica ed economica ha preso av-vio esplodendo nei decenni suc-cessivi.Un ruolo determinante in quest’ul-tima crescita lo ha svolto la CassaRurale ed Artigiana di Marcon isti-tuita nel 1974 grazie al coraggio di

Carlo Ceolin che la guidò per nu-merosi anni.Un solo dato può illustrare il cam-biamento di questi ultimi decenni:all’inizio degli anni Sessanta il Co-mune contava meno di cinquemilaabitanti oggi la popolazione resi-dente è quasi quadruplicata oltre-passando i 17 mila abitanti.

LUIGINO SCROCCARO

[email protected]

Uno scorcio di un campo coltivato a frumento. Da territorio paludoso a fiorenti coltivazioni anche di mais, barbabietole, tabacco e viti.�

L’esterno della Banca situata in piazza Municipio a Marcon.�

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terra argillosa che caratterizza lazona – trova un fondamentale ri-scontro nelle note archivistiche:una Villa Credacii viene citata perla prima volta in un documento del1233 in cui si apprende che il com-plesso di edifici difensivi è un feudoconsolidato, con una Curia vera epropria. All’epoca dei Da Camino troviamoche le tre torri, unite tra loro dauna cinta muraria, costituiva unsolido e forte castello con guardiearmate che sorvegliavano un terri-torio sul quale i Caminesi nel frat-tempo avevano preso possesso. Alsuo interno erano costruite abita-zioni in legno, ad uso di servitori esoldati, e poco lontano sorgeva giàla chiesa di San Lorenzo. Le crona-che dell’epoca ci rimandano queipochi eventi e fatti che, verificatisinel castello, ci consentono di co-struirne un breve tracciato storico:

L’elegante profilo delle Torri di Cre-dazzo caratterizza da secoli l’abita-to di Farra di Soligo. Le tre costru-zioni difensive, unite tra loro dauna cinta muraria, risalgono pro-babilmente a prima dell’anno Mil-le. Secondo altre fonti le loro origi-ni potrebbero datarsi tra la fine delIX e l’inizio del X secolo in seguitoalle temute invasioni ungare, edifi-cate ad opera dei Collalto che giànel 980 avevano completato, conil sostegno di Ottone II, le opere di-fensive sul loro territorio. Tuttavia la posizione strategica del-le Torri fa presupporre che già an-ticamente sorgesse in loco un edi-ficio di natura militare e non ècerto azzardato supporne un’origi-ne di epoca romana, vista la vici-nanza con l’antica via Claudia Au-gusta Altinate. Inoltre, il singolaretoponimo di Credazzo – da «cre-da» ossia creta, in riferimento alla

le torri di Credazzo

S T O R I A E A R T E

A Farra di Soligo

nel 1243 vi nasceva quel CredazzoGuecellone VI da Camino che mo-rirà ancora in giovane età nel 1272a Treviso. Il figlio di questi, TolbertoIII sposò la cugina Gaia, figlia del«buon Gherardo», Capitano gene-rale di Treviso, citato da Dante nelXVI canto del Purgatorio; alla pre-matura scomparsa della consorte,prese in moglie Samaritana Mala-testa da Rimini che gli diede i figliBeatrice e Biaquino. La figlia di Tolberto Chiara, avutadella prima consorte, sposò Ram-baldo VIII di Collalto (vedovo dellaprima moglie Costanza Guidotti), ilquale nel 1321 acquistò il castellodi Credazzo dopo che era statomesso all’asta dai tutori di Biaqui-no, in seguito alla morte di Tolber-to. I documenti raccontano chevennero pagate lire 13.560 dei pic-coli, con le quali il fratellastro estin-se i debiti che aveva contratto con

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arenaria che marcano elegante-mente gli spigoli e le fenditure del-le lunghissime saettiere. Ad esalta-re il raffinato effetto cromaticodelle murature del fortilizio si ag-giungeva la fitta trama delle fuga-ture in malta rosata sulle quali eraridisegnato col grassello di calce, apennello, un reticolo simulante unaorditura più regolarizzata delle pie-tre. Le fugature di malta profilatecon il colore costituiscono una tipi-ca scelta estetica nella consuetudi-ne costruttiva medievale». Recentemente le Torri di Credazzosono state acquistate da un im-prenditore di Cordignano: eventoseguito con grande attenzione dal-la gente del posto che auspica dasempre una maggiore valorizzazio-ne e fruizione di questo luogo sim-bolo dell’intero territorio.

INGRID FELTRIN JEFWA

[email protected]

Chiara per questioni di eredità,consentendo così ai Collalto di sot-trarre il feudo ai Caminesi. Il nuovoproprietario governò su queste ter-re fino alla sua morte nel 1324 e ilcastello prosperò fino al 1413 annodella sua distruzione ad opera del-l’avventuriero fiorentino Pippo Spa-no, sceso in Italia contro la Repub-blica veneta. I Collalto decisero dinon riedificare il maniero, lascian-do ciò che ne rimaneva in rovina. Nel tempo le antiche vestigia delcastello ispirarono diversi letteratitra i quali il solighese Quirico Vivia-ni, autore di una leggenda pasto-rale ambientata tra le mura di Cre-dazzo, in cui si legge: «Agnesina,pastorella del luogo, viene rapitaall’amato Giacinto da Guecellone,signore di Credazzo. Giacinto, di-sperato, si reca di notte sotto lemura della torre in cui Agnesina ètenuta prigioniera. L’amata lo scor-ge e gli si getta dall’alto tra le brac-cia. I due rotolano abbracciati lun-

go la china scoscesa: divisi dalla vi-ta si ritrovano uniti nella morte dicui l’amore è più forte». Le rovine rimasero tali per seicen-to anni fino al XX secolo, quandonegli anni Quaranta vennero ac-quistate da Mario Biscaro di viaCredazzo che poi le cedette all’ar-chitetto trevigiano Giovanni Barbin,al quale va il merito di aver restau-rato il maniero, ricostruendo neglianni Settanta quanto era stato di-strutto.Le Torri di Credazzo sono state og-getto di interesse particolare daparte degli studiosi e ricercatori siaper le vicende storiche che per labellezza del manufatto e del pae-saggio circostante. Nel 1983 loscrittore Nilo Faldon (1921-2016)nel libro Le Torri di Credazzo a Far-ra di Soligo nel Trevigiano ricostrui-sce le vicende storiche del manie-ro, mentre nel 1988 il CircoloVittoriese di Ricerche Storiche in IlDominio dei Caminesi tra Piave eLivenza, atti del convegno tenuto-si a Vittorio Veneto nel novembre1985, allarga il dibattito e l’infor-mazione su molteplici aspetti cul-turali. Da quest’ultimo lavoro ab-biamo tratto quanto segue: «Nellacomplessa e singolare pianta dellafortificazione di Credazzo spicca adevidenza una torre della cortinache si protende a sprone verso lapianura; in essa il paramento mu-rario è costituito con tecnica mistada una tessitura irregolare di pietretufacee e da blocchi squadrati di

Suggestive vedute delle Torri di Credazzo.�

QUALCHE NOTIZIA

STORICA

INTORNO A QUESTE

SINGOLARI

MURA COLLINARI

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Benché nella cultura delle varieepoche storiche il gioco e l’eserci-zio fisico siano sempre stati consi-derati importanti, soltanto nella se-conda metà dell’Ottocento venivaaccentuandosi quel dibattito rina-scimentale che legava le attività lu-diche a un fine educativo. È infattinel cosiddetto «periodo giolittia-no» che va diffondendosi tra glieducatori scolastici l’idea che «l’ad-destramento motorio» fosse unmezzo di educazione adatto acompletare la formazione dellostudente. Su questa spinta non furono pochicoloro che ritenevano che l’inse-gnamento della «ginnastica edu-cativa» (così chiamata dai tempidella legge Casati) dovesse essereaccompagnata da quei «giuochiginnici che si praticano in Inghilter-ra» e che già la stampa nazionaleinglobava generalmente sotto ilnome di sport, destando non pocaperplessità tra gli educatori tradi-zionali. Ne nacque una polemicadai toni roventi che vide protago-

il ginnasta poetaCorreva l’anno 1912

RITRATTO DI

ARNALDO SALUSTRI

IL GINNASTA

CHE A SACILE

POETAVA

TRA UNA GARA

E L’ALTRA

S T O R I A E A R T E

niste alcune personalità del nostroterritorio, schierate in difesa dellenuove idee. Da Udine il senatoreLuigi Pecile, in un opuscolo del1892, auspicava «un insegnamen-to che si completi con quei giuochiche sotto forme diverse si pratica-vano in Italia nei secoli passati, es-sendo efficaci perché piacevoli efacili a diffondersi nelle abitudini diun popolo». Da Pordenone gli fa-ceva eco Giacomo Baldissera,(1844-1920), volontario garibaldi-no, insegnante di educazione fisi-ca alla Scuola Tecnica, ma soprat-tutto allievo del ginnasta RodolfoObermann che conobbe a Torinofrequentando dal 1867 la ScuolaNormale; il suo fu un invito a darsiagli attrezzi («ai pali, alle funi, allescale, alle travi ed al cavallo») dellapalestra. Da Sacile propugnava inuovi metodi Annibale Pagnone,insegnante di educazione fisica al-la Scuola Normale (dalla quale usci-vano i maestri elementari) e pro-motore instancabile di incontriginnici nonché autore di alcuni

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il ginnasta poeta saggi in materia ad uso proprio de-gli insegnanti.La legge del 1909 – rendendo ob-bligatorio in tutte le scuole l’inse-gnamento della «Educazione fisi-ca» (termine qui usato per la primavolta) – non avrebbe potuto da so-la imporsi senza quello spirito che,dopo il «duro» governo di Crispi,spingeva l’Italia verso un radicalerinnovamento: non si trattata solodell’allargamento del voto e di unadiversa propensione verso i proble-mi sociali, ma anche di un genera-le innalzamento della cultura (lalotta all’analfabetismo) in un Pae-se che si stava riscattando dal do-loroso passato coloniale con nuo-ve mire espansionistiche (guerra diLibia). Anche le amministrazioni lo-cali fecero la loro parte: a Porde-none e a Sacile si innalzarono igrandi edifici scolastici delle Scuo-le elementari insieme alle piccolescuole rurali; si insediarono leScuole Tecniche (le odierne Scuolemedie) aprendo la frequenza allebambine e giovinette. I privati nonfurono da meno raggruppandosi innumerose associazioni culturali, ri-creative, sportive dando vita a otti-me iniziative.

A Sacile la costruzione nel 1909delle Scuole elementari – con sulretro la grande palestra – consentìil formarsi l’anno dopo della Socie-tà Ginnastica Sacilese che in brevetempo annoverò 140 atleti di cui40 femmine; ne fu presidente ilprofessore Annibale Pagnone, vicefu il direttore didattico GiovanniRapuzzi, mentre il «maestro ginna-sta» fu Arnaldo Salustri insegnantedella locale Scuola tecnica. Su que-ste orme si formerà anche una So-cietà di scherma – a cura di Giu-seppe Cremaschi e Annibale Nono– che nella platea del PoliteamaZancanaro darà subito vita a unaGrande Accademia di Scherma conla partecipazione di atleti pordeno-nesi (maestro Baldissera), udinesi(maestro Del Torso), coneglianesi(maestro De Biagio) e trevigiani(maestro Biaggini). Non a caso il

giovanissimo Pietro Zancanaro vin-cerà negli anni successivi per bendue volte il campionato regionaledi scherma. Nel 1911 nasceva an-che la Società di atletica, emana-zione del Circolo Cattolico San Li-berale, creato dal cappellano donCamillo di Gaspero. Composta disoli atleti maschi, l’associazione siimporrà per numero di competi-zioni, disponendo della platea delSalone Ruffo. Il merito di aver provocato a Sacilequesta «esplosione» di attività gin-nico-ricreativa-sportiva va sicura-mente assegnato al professor Ar-naldo Salustri che proprio nel 1912diverrà insegnante unico di educa-zione fisica per le scuole della città.Nato nel 1876 ad Albano Laziale,dopo il conseguimento del diplo-ma tecnico arrivò giovanissimo aSacile quale insegnante della scuo-

Nella foto sotto.La squadra Atala vincitricedel Giro d’Italia del 1912(da destra Luigi Ganna, ritiratosialla 5a tappa, Carlo Galetti,Giovanni Micheletto,Eberardo Pavesicon Achille Micheletto, fratellodi Giovanni).Grande risonanza provocaronoa Sacile le vittoriedi Alberto Braglia (ginnastica)e di Nedo Nadi (scherma)alle Olimpiadi di Stoccolmadel 1912.

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la tecnica parificata, sùbito in-fluenzando con la sua passionesportiva – è proprio il caso di dire –tutta la popolazione. Da allora nonci fu iniziativa che non fosse da luipromossa o assecondata: corsepodistiche e ciclistiche, scherma,canottaggio, saggi ginnici e con-corsi ippici, centinaia di manifesta-zioni che contribuirono a formareaggregazioni tra città e cittadini diprovince diverse. Va anche ag-

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della guerra libica appena conclu-sa, ma della quale ancora parlanoi giornali e soprattutto i reduci.Qui, in dialetto romanesco, ne di-scorre il Salustri per prendersela,come succintamente scrive, «con-tro il patriottismo degradante de-gli sfruttatori della guerra, controil pa triottismo superficiale e piaz-zaiolo degli imberbi, contro il pa-triottismo falso e mercantile delprete, contro il lenocinio giornali-stico». In ventitre poesie più o me-no lunghe il professor Salustri nar-ra di signori e poveracci toccatidalla guerra: lo stile è ironico, intri-so di satira politica e sociale che ri-corda molto i lavori del poeta ro-manesco Carlo Alberto Salustri (inarte Trilussa) soprattutto là dovel’autore, lasciata da parte la guerra,si concentra sugli animali, sul cam-mello, la iena, il gatto col padronesocialista e il cane con quello na-zionalista. L’ispirazione, più cheimitazione, rimanda al poeta Trilus-sa, ed è così evidente che il nostroginnasta ha preferito firmare il suolibro con il nome di Strilusa, quasi asignificare una distanza incolmabi-le tra lui e il poeta trasteverino. Sulle reazioni dei lettori sacilesi nonsappiamo molto, così come non co-nosciamo il grado di parentela traTrilussa e Strilusa anche se abbiamotrovato che qualcuno gli aveva af-fibbiato una lontana parentela. Ciòche veramente sappiamo è che ilprofessor Arnaldo Salustri, grandeesperto di educazione fisica, hacontinuato a scrivere poesie in ro-manesco senza perdere la simpatiadei sacilesi e, quel che conta, la sti-ma dei suoi allievi. Nel 1915 fu richiamato alle armi eprestò servizio in un plotone dellaMilizia territoriale. La rotta di Ca-poretto lo colpì profondamente, econ la famiglia ritornò profugo alsuo paese natale. Non è più ritor-nato a Sacile.

(N.R.)

Sempre sull’onda, il nostro maestroginnasta si prodigò in molte confe-renze a diffondere la «pratica deisani esercizi del corpo» e a orga-nizzare corsi informativi con dimo-strazioni pratiche. Tanta operositànon sfuggì al Ministero della Pub-blica Istruzione che per ben dueanni (1911 e 1912) volle premiarela Scuola tecnica pareggiata «conmedaglia d’argento e diploma almerito per l’educazione fisica»: un

POETAVA

IN ROMANESCO

IMITANDO

TRILUSSA

giunto che nella città liventina ilSalustri trovò un ambiente idealenon solo per viverci (qui nacquerole sue tre figlie) quanto per lavo-rarci essendo i sacilesi coinvolti datempo dalla passione per i lorogiocatori di pallone (quello con ilguanciale), per il loro lottatore (Tul-lio Camilotti, medaglia d’argentoalle Olimpiadi di Atene 1906) e peril suo ciclista (Nane Micheletto e lesue vittorie al Giro d’Italia 1912).

riconoscimento esplicito del gran-de lavoro svolto dal professore Ar-naldo Salustri.Ma l’egregio insegnante ci dove-va riservare, proprio nello scorreredel 1912, una sorpresa. Dopo averpubblicato opuscoli e saggi sullacura del corpo (uno addiritturasulla bellezza femminile) ecco oraun libretto di poesie stampato del-la tipografia Zilli di Sacile. Il titoloFavole Tripoline rimanda al tema

Tullio Camilotti e Giovanni Micheletto in una caricatura di Bortolini.�

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S O C I A L I T À

welfare...in corpore sano

Il nostro territorio è caratterizzatoda una tendenza che coinvolgesempre più larghe fasce di popola-zione di tutte le età: il movimentofisico. Si va dall’età scolare in cuisono stati sostituiti molti giri discuolabus con la più salutare prati-ca del «pedibus» che porta i bam-bini e ragazzi delle scuole primariea raggiungere le aule e tornare acasa a piedi, per poi trovarsi con il42% della popolazione giovanileimpegnata in attività sportive or-ganizzate sia in modo individualeche comunitario, sia dentro conte-sti agonistici (dal calcio alla... scher-ma solo per citare attività di grup-po e singole) che amatoriali, e chevedono – in particolare la provinciadi Treviso – tra le aree con più tes-serati alle federazioni sportive edagli enti di promozione sportiva.Sul fronte terza età molte attività

sono promosse dai sindacati deipensionati (Cgil, Cisl, e Uil ma nonsolo loro), dall’ente sportivo delleAcli, dalle Università degli anziani,dall’Avis ed altre associazioni. Le ul-time iniziative nate sono i «gruppidi cammino» promossi dalle Azien-de sanitarie locali e che hanno tro-vato subito largo seguito nella po-polazione anziana.Tutte le stagioni dell’anno sono poiutili per marce, camminate, mara-tone, mentre è disseminata sul ter-ritorio la presenza di palestre per ilfitness ed il benessere psicofisico.Ma c’è una fetta consistente dellapopolazione che è toccata solomarginalmente da tutto questo.Dove le vocazioni all’attività sporti-va ed il tempo a questa dedicato èsolo legato a scelte spesso indivi-duali: è il vasto ed articolato mon-do del lavoro.

Eppure se l’attività fisica è – datoconsolidato in letteratura e nellaprassi sanitaria dei paesi più svilup-pati – la conditio sine qua non perun sano invecchiamento fisico ementale, essa diventa quasi un im-perativo se si vuole collocare taleattività dentro altri contesti chevanno dal benessere nel climaaziendale al ricorso ai servizi sani-tari, oggi da prevenire anche permantenerne la sostenibilità neltempo.

IL LAVORO ED IL BENESSEREDEL CORPO

Il mondo del lavoro è in continuomutamento in tutti i suoi ambiti esfaccettature. È caratterizzato dacrescenti polarizzazioni delle con-dizioni lavorative, da relazioni in-dustriali sempre più deregolamen-tate, dal costante invecchiamento

e salute

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della forza lavoro. Quest’ultimapre senta crescenti disomogeneitàdi età, reddito e qualità delle con-dizioni sia di vita che lavorative.Tutto ciò alimenta l’inasprimento diforti diseguaglianze di salute chespinge anche il sistema di welfarepubblico – da tempo in fase di ridi-mensionamento e quindi in cerca dialleanze per non rispondere più dasolo alle domande sociali – a cerca-re nuovi e diversi strumenti per lapromozione e tutela della salute deicittadini e dei lavoratori. In questogiocano un ruolo importante i da-tori di lavoro e gli attori del privatosociale e dell’economia civile.Una certa enfasi infatti è stata po-sta in particolare sulle azioni e suiprogrammi volti a promuovere ed aconservare il benessere e la salutedegli individui prima che si manife-

sti il bisogno di ricorrere a servizidiagnostico-terapeutici. L’allarga-mento dello sguardo «dalla sanitàalla salute» ha favorito una rinno-vata attenzione alle iniziative di pre-venzione ad ampio raggio, che pos-sono avere effetti benefici sia sullaqualità della vita della popolazioneadulta e dei cittadini in generale,che sulla spesa sanitaria.Se il Testo Unico 81 implementa ilcontrollo diffuso in materia di pre-venzione dei rischi lavoro correlati,esso incentiva anche i datori di la-voro (pubblici e privati) a sviluppa-re attività di prevenzione e di salu-te negli ambienti di lavoro.

LE PRATICHE DI WHP

Sono infatti sempre più diffuse an-che nel nostro territorio le pratichericonducibili al concetto di Wor-

kplace Health Promotion (WHP),ossia alle forme di promozione del-la salute promosse dai datori di la-voro attraverso interventi imple-mentati direttamente nei luoghi dilavoro.Nascono e si diffondono così, peresempio, anche da noi: le palestree gli spazi fisici attrezzati per con-sentire ai lavoratori l’attività fisicanelle pause o prima/dopo l’orariodi lavoro sono ormai diffuse nelConeglianese, Opitergino, nel Ve-neziano; gli screening proposti dal-l’azienda per prevenire malattiecardiovascolari, diabete, disturbi fi-sici o psicologici legati allo stresssono ormai oggetto di programmiconsolidati. In qualche realtà la pre-senza di coach esperti sciolgonotensioni e criticità legate a proces-si di lavoro e rendono l’ambientepiù salutare e positivo.Ci sono poi realtà che hanno fattoo stanno facendo scelte avanzatesul piano del welfare aziendale co-me quella realtà di Santa Lucia diPiave che da tempo ha una Fonda-zione per sostenere le cure per pa-tologie impegnative dei propri di-pendenti e dei loro familiari. Manon è la sola.Più recentemente è aperto il dibat-tito sulla trasformazione di incentiviin servizi: mutue integrative, acces-so a palestre esterne, consulenzespecialistiche in centri convenziona-ti, corsi e altre attività, ecc.Il rapporto tra lavoro e salute balzaquindi in primo piano. Ma questocomporta ancora almeno una do-manda: rischia di aumentare la di-seguaglianza tra chi lavora in real-tà aperte al cambiamento e altremeno permeabili a tali scenari?Solo una maturazione culturale dif-fusa potrà sciogliere questo nodo.

SERGIO DUGONE

[email protected]

PALESTRE E SPAZI

ATTREZZATI PER CONSENTIRE

L’ATTIVITÀ FISICA

L’attività fisica per promuovere e conservare il benessere e la salute.�

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INFORMATIVA ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n.196(Codice in materia di protezione dei dati personali)

In ossequio al D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezio-ne dei dati personali (di seguito denominato «Codice»), La informiamo chei dati personali da Lei forniti, formeranno oggetto di trattamento da parte no-stra, nel rispetto della normativa sopra richiamata, unicamente ai fini dell’as-segnazione della Borsa di Studio.In relazione alle suindicate finalità, il trattamento dei dati personali (com-prese eventuali immagini fotografiche) avviene mediante archiviazione susupporti cartacei, informatici o elettronici, e diffusione a mezzo stampa sul-l’organo periodico della Banca, nel rispetto della normativa vigente e, co-munque, in modo da garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati.I dati verranno trattati per tutta la durata dell’iniziativa e anche successiva-mente in ottemperanza agli obblighi di legge in materia di tenuta dei docu-menti fiscali e contabili. Dopodiché i medesimi dati verranno distrutti. l Vostridati personali, raccolti ed elaborati, per le finalità sopra indicate, saranno a co-noscenza degli incaricati della scrivente società. Nei confronti di tali dati l’in-teressato potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice. La informiamo al-tresì che in mancanza del consenso non potremmo ammetterla allacandidatura ed eventualmente all’erogazione della Borsa di Studio.La informiamo infine che il titolare del trattamento è Banca della Marca Cre-dito Cooperativo · Soc. Coop. sita in via G. Garibaldi n. 46, 31010 Orsago (Tv).

CONSENSOIo sottoscritto,con la presente, ad ogni effetto di legge e di regolamento, ed in particolare aisensi del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, dichiaro che il mio libero, consapevo-le, informato, specifico consenso al trattamento dei propri dati personali, di-rettamente o anche attraverso terzi, per le finalità indicate oltre che per ot-temperare agli obblighi previsti dalla legge, da un regolamento o dallanormativa comunitaria:

è prestato è negato

data

firma dello studente

DOMANDA DI AMMISSIONE

Spett. BANCA DELLA MARCA CREDITO COOPERATIVO · SOCIETÀ COOPERATIVAvia Giuseppe Garibaldi, 46 · 31010 Orsago (Treviso)

Il sottoscritto/a

socio di Banca della Marca, presenta la domanda di con tributo in relazione ai risultati scolastici dello/a studente

cognome nome

residente a

telefono e-mail

n. c/c o deposito filiale

diploma superiore laurea triennale laurea di specializzazione

istituto scolastico/università

votazione finale

data firma del Socio

ATTENZIONE

È un’iniziativa che premia l’impegno scolasticoed universitario di studenti Soci o di figli /coniugi di Sociattraverso l’assegnazione di borse di studio.

NEO LAUREATI

400,00 euro per i diplomati universitari o per i laureati con specializzazione

con un punteggio di almeno 100/110.

600,00 euro per i diplomati universitari o per i laureati con specializzazione

con un punteggio di almeno 110/110.

800,00 euro per i diplomati universitari o per i laureati con specializzazione

con un punteggio di almeno 110/110 e lode.

[Vengono valutate solamente le lauree conseguite in Italia]

1. In caso di quinquenni sperimentali, a seconda della clas- si ficazione dei vari tipi di scuola superiore, si farà riferimen -to al corso-base.

2. La condizione di Socio da parte di studenti Soci o di figli/co -niugi di Soci deve essere stata approvata dal Consiglio di Am-ministrazione della Banca entro il 30 giugno 2017.

3. In caso di dubbia interpretazione delle norme del presen-te bando il Consiglio di Amministrazione si riserva la facoltàdi decidere in merito.

Al fine di poter accedere a questa iniziativa la domandapresentata dal Socio dovrà essere accompagnata dai seguentidocumenti:autocertificazione del nucleo fa mi gliare del So cio(scaricabile dal sito di Banca della Marca);copia del documento d’identità e codice fiscale;diploma o attestato con l’indicazione dei voti;diploma o attestato di Laurea e copia della tesi(in formato elettronico);fototessera (anche in formato elettronico).La domanda, redatta sulla scheda allegata e corredata datutta la documentazione richiesta, dovrà essere spedita viamail con un unico invio a [email protected] consegnata presso una delle filiali di Banca dellaMarca entro il 30 settembre 2017.Se sarà incompleta della documentazione necessaria, la do-manda non verrà presa in considerazione.

DOCUMENTAZIONE

CONDIZIONI

SCUOLE MEDIE SUPERIORI

150,00 euro agli studenti maturi con votazione pari o superiore a 90/100.

300,00 euro agli studenti che superano gli esami di stato con votazione di 100/100.

Il bando di Lode al profitto non verrà più inviato a casa, ma sarà pubblicato sul giornale «Insieme con fiducia».IMPORTANTE

lauree o diplomi conseguitidal 1° settembre 2016 al 31 luglio 2017

Il modulo deve essere compilato in ogni sua parte con grafia comprensibile, pena la non-accettazione della domanda

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