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Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - DCB Roma - Dicembre 2011 Pubblicazione trimestrale - UNITALSI - Via XXV Aprile, 18 - 00034 Colleferro (Roma)

4 Colleferro (Roma) . 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 ... · prio non capivo, ma si trattava solo del primo giorno. Finalmente è cominciato il ... mondo si incontrano per offrire

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UNITALSI SEZIONE ROMANA-LAZIALEVia Luigi Lilio, 62 - Tel. 06.51955963 - Fax 06.51955964

c/c n° 84168004 - 00142 ROMAIBAN: IT69G0312703307CC1580036163

SEDI DELLE SOTTOSEZIONIAlbanoLargo PianaPresidente: Pasquale Corsetti Assistente ecclesiastico: D. Salvatore Falbo

Anagni-AlatriPresso Centro PastoraleVia dei Villini, 22 - 03014 FiuggiTel. 0775/507015Presidente: Piergiorgio Ballini Assistente ecclesiastico: Mariani don Maurizio

Aziendali Romac/o Policlinico – L.go A. Gemelli -00167 RomaTel. 06/30155145Presidente: Sergio BarbiAssistente ecclesiastico:don Angelo Auletta

CassinoPalagio Badiale - P.zza della Curia -03043 MontecassinoTel. 0776/688014Presidente: Mauro BucciAssistente ecclesiastico: don Eric Di Camillo

CivitacastellanaVia Gramsci, 18 - 00068Rignano Flaminio Tel. 0761/509463Presidente: Giuseppe BottacchiariAssistente ecclesiastico: Rongoni don Piero

CivitavecchiaVia Puglie, 18 -00053 Civitavecchia Tel. 0766/502446Presidente: Giulio SpinelliAssistente ecclesiastico: Leto don Ivan

FrascatiPiazza Del Gesù, 15 – 00044 FrascatiTel. 06/9422603Presidente: Rita ZarattiAssistente ecclesiastico:Salvioni don Costantino

FrosinoneVia Monti Lepini, 51 - C/o Curia Vescovile- 03100 FrosinoneTel. 0775/201844Presidente: Maria Carla TraversariAssistente ecclesiastico: Antonetti don Tonino

LatinaVia Sezze, 16 - c/o Curia Vescovile -04100 LatinaTel. 0773/662923Presidente: Beatrice SpagnoloAssistente ecclesiastico: Laba don Henryk

PalestrinaVia Roma, 23 – 00036 PalestrinaTel. 06/9535014Presidente: Daniele FerracciAssistente ecclesiastico: Sabbi don Romolo

Porto S. RufinaVia dei Pastori, 14 – 00057 MaccareseTel. 06/6679399Presidente: Emiliano CiardulliAssistente ecclesiastico: Trovato don Walter

RietiVia del Porto, 27 – 02100 RietiTel. 0746/483491Presidente: Andrea RuggeriAssistente ecclesiastico: Bardotti don Luigi

Roma-cittàVia degli Embrici, 32 – 00185 RomaTel. 06/98260496Presidente: Alessandro PinnaAssistente ecclesiastico: D. Romano De Angelis

Sabina e Poggio MirtetoVia Matteotti, 222 – c/o Parr. S. Biagio -00018 Palombara SabinaTel. 0774/66088Presidente: Maurizio TassiAssistente ecclesiastico: Barzan don Pedro

Sora-Aquino-PontecorvoVia Conte Canofari - Villa Angelina03039 SoraTel. 0776/824585Presidente: Marina FolcarelliAssistente ecclesiastico:Porretta don Pasquale

TivoliV.lo Lolli Da Lusignano, 7 - 00019 TivoliTel. 0774/331877Presidente: Roberto ProiettiAssistente ecclesiastico: Ilari don Marco

Velletri-SegniVia XXV Aprile, 18 - 00034 ColleferroTel. 06/97236796Presidente: Vito CapozziAssistente ecclesiastico: Fiore don Marco

ViterboVia della Fontanella del Suffraggio -01100 ViterboTel. 0761/221645Presidente: M. Cristina CaucciAssistente ecclesiastico: Chico don Paolo

PRESIDENTE REGIONALE:Preziosa Terrinoni

ASSISTENTE ECCLESIASTICO REGIONALE:don Gianni Toni

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Viaggiando insieme

Carissimi,ora il tempo dei pellegrinaggi aisantuari unitalsiani è terminatosebbene si sia “spento il fuoco”delle attività organizzative per

realizzare l’attività tecnica epastorale di ciò che ha riempitol’anno che sta per concludersi,sotto la “cenere” “cova” il lavorodi preparazione per l’anno chesta per aprirsi e che vivremoriflettendo e pregando tuttiinsieme come famiglia, recitandoil rosario seguendo l’esempio diBernadetta.

Il rosario, la preghiera recita-ta e preferita da Maria a Lour-des e a Fatima e che troviamo“stretta” tra le mani diBernadette, di Francesco, Gia-cinta e Lucia a Fatima e che noi,in ogni pellegrinaggio, abbiamo

sezione per essere animatori spin-ti dalla propria spiritualità mari-ana a servire i fratelli malati.

Spero che possa essere diaiuto a comprendere l’importan-

za e la bellezza di que-sta preghiera, tantoche la S. Vergine si èautodefinita: Regina delRosario.

Se è la preghiera deisemplici, a detta diqualcuno, è certamenteperché occorre avere unanimo semplice percomprenderlo e pregar-lo intensamente!

E di questa inten-sità siamo tutti testi-moni quando accompa-gniamo i nostri amici indifficoltà nei giorni dipellegrinaggio nelle variecelebrazioni: il loro cam-mino è spesso riempito

dalla preghiera delrosario... e non solo!

Ognuno di noi potrebbe rac-contare al riguardo esperienzecosì profonde che non bastereb-bero tutti i numeri in programmadella nostra rivista per raccon-tare la loro testimonianza dipreghiera e di fede.

E questo sempre al di là delridotto numero di partecipanti diquest’anno, per ovvii motivi eco-nomici, ha fatto sentire tutto ilsuo peso, per soprattutto lamancanza di tanti amici edamiche che ogni anno sonostati presenti con noi nelpellegrinaggio.

potuto constatare con quantoimpegno ed amore giovani edanziani, sani e soprattuttoammalati amano recitare atutte le ore davanti alla grotta

di Lourdes! E qual’è il programma televisi-

vo nel quale si ritrovano i nostriamici ed amiche unitalsiane?Quello delle ore 18 per il S. Rosa-rio su Tv 2000!

Ecco quindi il nostro impegnoa prepararci nelle attività disotto-sezione con dei momentidi vera formazione per non spre-care l’occasione che la S. Verginedesidera offrirci quest’annocome famiglia a Lei devota.

È quindi necessario compren-dere quanto sia forte l’esigenza diuna catechesi approfondita suquesto tema, in ambito di sotto-

AL DI LA’ DEI NUMERI...LA BELLEZZA DEI SINGOLI!

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S. Messa alla Grotta nella festa del beato Giovanni Paolo II

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Come dimenticare gli occhirossi di chi non potendo venirea Lourdes è voluto, nonostantetutto, venire a salutarci dallapartenza per raccomandarsi diricordarlo nella recita delrosario?

I collegamenti della recitadel rosario alla Grotta nei quali

Viaggiando insieme

eravamo presenti come unital-siani sono stati il “legame”,l’appuntamento dato a moltis-simi per sentirsi in comunionecon noi!

Ed allora mentre “sotto lacenere” ci prepariamo a viverecome associazione l’anno Inarrivo, per meglio viverlo

prepariamolo con la recita quo-tidiana di questa preghiera che,come scrisse il beato BartoloLongo, è la “catena dolce che cirannoda a Dio”. Auguri di ogni bene a tutti

D. Gianni Toni

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Alla grande famiglia dell’Unitalsi Romana Lazialegiungano gli Auguri più affettuosi

per un Natale autenticamente Cristianoed un sereno 2012

in attesa di ritrovarci insiemenelle prossime attività unitalsiane in calendario

Preziosa TerrinoniPresidente Regionale

Don Gianni ToniAssistente Regionale

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IL SENSO DI LOURDESViaggiando insieme

Prima di partire per la miaprima esperienza come volontarioe pellegrino, ricordo le rispostedelle persone che interrogavo e chepotevano raccontarmi qualcosa diLourdes.

Tutti mi dicevano conaria nostalgica: “Non sospiegarti, capirai quan-do sarai lì”.

Eppure, dopo unlungo viaggio carico diaspettative, il primogiorno lì è stato un brus-co risveglio. Sommersoda tonnellate di statu-ine, immagini, gadgetpseudo-religiosi.

Circondato da folle dituristi chiassosi, avven-turieri agli angoli delle stradepronti a spillarti favori.

Dovunque c’erano taniche, bot-tiglie, damigiane spinte a faticaper fare scorte di acqua benedet-ta.

Può veramente essere questo ilsenso? Un ritrovo saturo di super-stizione, dove si ripresentano glistessi vizi che sperimentiamo nellenostre città.

Cosa spinge tanti uomini etante donne a tornare e a farne unappuntamento irrinunciabile? Pro-prio non capivo, ma si trattavasolo del primo giorno.

Finalmente è cominciato ilservizio a pieno regime nella strut-tura a stretto contatto con imalati e con i cari che li accompa-gnavano.

Il programma di ogni giorno èserrato. Ci si sveglia prestissimoperché gli impegni sono tanti. Ilritmo della giornata è scandito

intimi come la via crucis nel buio,poco prima dell’alba.

Nei brevi spazi che mi sonoritagliato per visitare il santuarioricordo un momento in cui, dall’al-tra sponda del fiume, osservavo

lontana la processionenotturna, allora hocolto qualcosa di nuovo:quanto sia straordinar-ia Lourdes! Quasi si puòtoccare la forza chederiva dalla preghiera.

Migliaia di personeche da ogni parte delmondo si incontranoper offrire intenzioni edevozione, quasi comefosse un fiume umanoparallelo al Gave. Forse

la Chiesa è viva perché sostenutaancora da tanta fede. Ma ancoranon è questo il miracolo di Lourdes.Credo di averlo capito solamentel’ultimo giorno.

Il segreto è nella grotta che apensarci mi tremano le gambe.

Un piccolo antro curiosamenteposto in una zona marginale delsantuario. Lo spazio antistanteper conformazione naturale nonpuò accogliere più di un certonumero di persone. Qui ho toccatoquella pietra che trasuda acqua.

Qui è il Centro da cui si irradial’energia, senza il quale il microcos-mo circostante sarebbe ridottoalla sola dimensione umana.

Eccolo il senso di Lourdes: lapresenza viva della Madre di Dio.

Non sono in grado di spiegarvialtro. Inafferrabile e potente, comeun vento che ferma il mare.

Matteo P.

dalle celebrazioni che si alternanoai momenti di assistenza ai pelle-grini. Qui si entra veramente incomunione con le persone.

Mi viene da dire che la confiden-za è un fatto spontaneo. Mai ero

riuscito a superare gli steccatiche mi separano dal prossimo contanta facilità. Ecco che la faticacondivisa, pregare insieme con lemedesime aspettative restituisceun sapore nuovo al mio viaggio.

Ho visto il sorriso sincero sulvolto di persone che aiutano unuomo fino al giorno primasconosciuto e ora accudito comeun fratello.

Ho scoperto storie dai trattiquasi eroici di mogli e madri checon amore gratuito dedicanotutte le energie che hanno in corpoai propri cari.

Ho gioito per la gratitudineappena sussurrata che fiorisce dacorpi affaticati da tanta sofferen-za.

Che sia questo il significato diLourdes? In parte, ma c’è dell’altro.

Dicevo della preghiera. Ricordole celebrazioni solenni con migliaiadi fedeli raccolti e i momenti più

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sarebbe premurato di persona difarci fare sempre qualcosa: ciavrebbe insegnato lui, la gioia didonare senza pretendere! Fu diparola.

Già prima di arrivare a Loretofummo inquadrati in squadre dilavoro, e fin da subito ci fu da lavo-rare sodo. La nostra giornata erascandita dagli orari del servizio inrefettorio. A pranzo, cena ecolazione si doveva apparecchiare,sparecchiare e imboccare un centi-naio di bimbetti “indiavolati” chenon volevano saperne di stare alloro posto. Al termine dell’attivitàmattutina, pomeridiana e seralec’erano poi caterve di sedie daspostare, decorazioni dasmontare e volantini da dis-tribuire.

A sera però ci davamo da soli ilcolpo di grazia. Lo sfiancato grup-po di Santa Domitilla aveva unareputazione da difendere: nonpoteva andare a letto con legalline. Così spavaldamente si gio-cava a carte fino a notte fonda,per crollare sul posto e ripresen-tarsi barcollanti sul pezzo alle6:45.

Sognavo con desiderio spiaggeassolate e accattivanti lezioni diinglese.

Dopo i primi due giorni iniziaifinalmente a guardarmi attorno.La torma urlante di bambini ditutte le età che mi circondava,sprizzava veramente gioia da tuttii pori. Di certo non avevano avutotutte le mie fortune, ma loro eranofelici ed io no. Che diritto avevo io,dall’alto del mio cellulare nuovo,

della mia famiglia del Mulino Bian-co e dei miei stupidi capricci, ditenere il muso? Quanto mi costa-va alla fine quel piccolo sforzo seera ripagato dai loro splendidi sor-risi? Mi sforzavo di farli giocare.Muradif, scanzonato ragazzinorumeno, ci sorrideva più di tutti.Perché? Mamma e papà non liaveva, e languiva per tutto il restodell’anno in una squallida Casafamiglia assieme alle sue quattrosorelle. Cosa vedeva in noi anima-tori? Diamine! Eravamo pieni didifetti! Eppure lui rideva e scherza-va, prendendoci in giro, e godendosiogni minima attenzione che gliprestavamo. Forse dove vivevanessuno giocava con lui e gli altribambini. Forse una volta termina-to il miracolo di Loreto molti di lorosarebbero di nuovo sprofondatinella piatta indifferenza del mondoche li circonda ogni giorno. Non eragiusto! Potevo esserci io al suoposto. Sebbene i volontari all’operafossero diverse centinaia alla finenon erano poi molti. Erano suffici-enti, nella loro imperfezione, a dareanche solo una briciola di quel-l’amore che tutti i giorni veniva sis-tematicamente negato a queiragazzini da un mondo egoista edistratto? Strinsi i denti. Con rin-novate energie mi ributtai nellamischia. Quando alla fine ci siamoseparati alla stazione di Roma,piangevamo tutti. Il miracolo eraaccaduto.

Li guardai rimpicciolire dall’au-tobus: alla fine, bastava così poco...

Carlo Panetti

Alla domanda: “Cosa faraiquesta estate?” ero fiero dirispondere, tra le facce sbigottite,che non sarei andato in vacanza,ma in pellegrinaggio a Loreto, afare volontariato con l’UNITALSI.

lo non sarei rimasto con le maniin mano come loro a friggere sullaspiaggia, né mi sarei sepolto vivo inqualche polveroso college d’Oltre-manica. Ero impegnato nel socialeio!

L’avventura aveva tinte roman-tiche: per sette giorni gli indefessivolontari dell’UNITALSI si sareb-bero fatti fotografare nell’eroicoatto di accudire amorevolmentediversamente abili e teneri orfanel-li, incorniciati dal maestoso borgomedioevale del paese. Quello che civoleva per far colpo sulle ragazze.

L’entusiasmo svanì presto. Dalle taglienti dichiarazioni di

Don Gianni, appassionato organiz-zatore dell’iniziativa, lo sgomento“gruppo missionario” di SantaDomitilla apprese presto che latabella oraria, infarcita di incarichidi bassa manovalanza, era dacampo militare.

Con stizza capii perché le mievanterie facevano tanto effetto.Nessuno poteva obbligarmi a lavo-rare! Tra una partita a carte e l’al-tra, avrei trascorso una rilassantesettimana assieme ai miei com-pagni di stanza, rinfrescata dallenostre pistole ad acqua. Ma DonGianni aveva per noi altri progetti.Il giorno della partenza, passandoarcigno in rivista i suoi imbranati

ragazzi attaccò un discor-so incendiario. Si

Viaggiando insieme

LORETO:ALLA FINE BASTA POCO!

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Viaggiando insieme

cose belle. La recita “II mago diOz” è stata molto bella, anchese avrei desiderato che tuvenissi, così ti avrei fattoconoscere i miei amici che sonogli amici migliori che un bambi-no possa desiderare, masoprattutto avrei fatto cono-scere te a loro e dimostrarequanto sei per me un bambino

speciale. Anchese hai difficoltàsei un bambinoallegro, intelligen-te e molto mamolto simpatico.

Spero che lanostra amicizianon finisca mai.Spero che c’incon-treremo di nuovo aLoreto e ci po-tremo divertire. Unbacio da Paolo.

P.S.: Dimentica-vo di dirti che a

Loreto, se tua madree mia madre ci scattano dellefoto, ce le doppiamo e quandosaremo giovani o vecchi le rive-dremo e allora sai quanti ricor-di! Ti ringrazio di essere il miomigliore amico!”

Questo è il treno della gioia!Per questo oso ancora tenderela mano agli unitalsiani perché ilconto corrente allegato nonfinisca nel cestino! Ci sonotanti Matteo e Paolo che sper-ano di tornare l’anno prossimoe per questo c’è bisogno del-l’aiuto di tanti di voi! La fotoricordo del pellegrinaggio vuoleanche dire a tutti: Grazie perciò che donerete...

bisogni necessari. Un bambino di otto anni mi

confidava: “Oramai sono grande:mangio da solo e mi vesto dasolo: I’anno prossimo vengosenza mamma così potròaiutare anch’io!”.

E’ scuola di solidarietà e diamicizia, è scuola di preghiera!E quando il pellegrinaggio ter-

mina c’è chi si ritrova sì, maprima in preghiera e si riempiegli occhi di lacrime di gioia alsolo ricordo.

Mi piace riportare il temascritto da un bambino, Paolo,che stimolato dalla maestra aparlare al proprio amico, hascritto a Matteo ... un bambinocoetaneo incontrato a Loretosu di una carrozzella e che luiaiutava a “correre” nella piazzadella Madonna: “Caro Matteo,quest’anno scolastico è statomolto bello ed abbiamo impara-to molte cose come: Ie espan-sioni, la tecnica del punto e inomi alterati e tante altre

E’ ciò che Gesù aveva dettoai suoi apostoli e potremmo direche è stato soprattutto l’im-pegno principale della nostrarealtà unitalsiana regionale perquesta stagione!

Come dimenticare che intempo di crisi di pellegrinaggi o diannullamenti quello del “trenodella gioia a Loreto” è stataancora una voltastrapieno e tantiancora si sono por-tati a Loreto per ilfine settimana inbus, macchina etreno di linea? Latrentasettisimaedizione di questotreno della gioia èstato ancora unavolta una fucinaper tanti giovanidediti al volontari-ato e all’impegno,ma soprattuttoper quelli dell’ani-mazione che lavorano mesi emesi prima, preparando, alles-tendo e facendo prove perdiventare attori, ballerini,clowns!

E’ vero che per qualche zonadella nostra regione questo pel-legrinaggio sembra “non attec-chire”, ma è solo questione difar partecipare almeno una per-sona e poi... iI muro dell’indif-ferenza a questo lavoro travol-gerà coloro che dicono “noi nonabbiamo bambini... nessunovuole partecipare!” E’ il pellegri-naggio, inutile nasconderselo,

che entusiasma e trovasostenitori al di là dei

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“GLI AMICI MIGLIORI...”

Il piccolo autore della lettera con Matteo e Daniele

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Viaggiando insieme

No, nulla a che vedere con imille di Garibaldi per questo cen-tocinquantesimo anniversariodell’Unità d’Italia!

Anche se i mille di cuiparliamo si sono ritro-vati a Roma, non eraperò a Porta Pia!

Sabato 28 maggio, apochissimi giorni dallabeatificazione di Giovan-ni Paolo ll, l’Unltalsi delLazio ha voluto accom-pagnare a pregare sullanuova tomba del BeatoWoitila, più di 200ammalati in carrozzina accom-pagnati da circa 1000 volontarie a visitare la bellissima mostraa Lui dedicata nel cosiddetto“Braccio di Carlo Magno” alcolonnato del Bernini, con larecita del rosario e la celebra-zlone eucaristica in S. Pietro ...

Una iniziativa intrapresa dal-l’assistente regionale con la nuovaPresidente quale “primo atto uffi-ciale della nuova presidenza.

Come è stato possibile orga-nizzare il tutto in così pochigiorni? Ciò è stato possibile gra-zie all’intervento e alla parteci-pazione in prima persona delcosiddetto “santo in S.Pietro”:cardinale Comastri.

Una serie di contatti telefoni-ci hanno permesso di poter averela zona della cappella nella qualeriposano le spoglie del novelloBeato in esclusiva per i malati e iloro accompagnatori con la pres-idenza della S. Messa del cardi-nale medesimo e l’esclusività dipoter visitare la mostra deiricordi al Braccio di Carlo Magno

cuore dei presenti con dei ricordipersonali delle ultime ore di vitadel S. Padre e dicendo che il Papa

è stato soprattutto ilPapa più vicino ai malati,ricordando quando nel-l’ultimo viaggio all’esteroa Lourdes, non ha volutodormire nella casa delVescovo ma ha scelto dipassare il tempo a Lour-des condividendo lastanza nel centro diaccoglienza dei malatil’Accueil Notre Dame!

Malato tra i malati! La Messa è continuata con

una processione offertorialericca dei doni provenienti dallevarie sottosezioni: Roma, Palest-rina, Sabina, Anagni, Civitavec-chia, Latina, Civita Castellana,Frosinone, Sora, Cassino.

AI termine della Messa Mons.Comastri è passato a salutarepersonalmente ogni ammalatomentre la corale ci riportava apensare al novello Beato con ilcanto di Madonna nera!

AI pomeriggio l’emozione èstata piena di ricordi: dall’as-colto dell’Habemus papam” aquello tragico degli spari di quelfamoso 13 maggio. Ci ha com-mosso inoltre rivedere gli sci e gliscarponi del Papa, iI viaggio aLourdes, e le ultime immagini delfunerale con il lezionario che sichiudeva al fruscio del vento!

Gli occhi di tutti erano lucidi,ilcuore ricco di spiritualità perquesto dono immenso fatto all’u-nitalsi laziale dall’Unitalsiano disempre:cardinale Comastri!

LA CARICA DEI MILLE!solo per gli unitalsiani!

Conoscendo poi il traffico diRoma, la tassa di accesso e le

difficoltà di parcheggio ci si è riv-olti “all’angelo custode” ad hoc,alias Sindaco di Roma, che grazieall’intervento del Presidente del-l’Unitalsi di Roma città, ci hapermesso di ottenere l’ingressogratuito per i bus e il parcheggioin Piazza S. Pietro.

Dal numero dei partecipanti siè potuto vedere che molti in cuorloro desideravano andare a pre-gare su quella tomba dove ognigiorno passano più di ventimilapersone!

Sin dalle prime ore del matti-no qualche decina di pulmini uni-talsi e quindici bus hanno rispos-to all’appello, oltre a quanti sonogiunti con la macchina personale.

E’ stato emozionante con-statare che i volti di quei fratellie sorelle dell’ammalato GiovanniPaolo Il si riempivano di lacrimepassando davanti a quell’altare eosservare con quanta fedehanno recitato il rosario, in atte-sa della celebrazione eucaristica.

Ancora una volta Mons.Comastri ha toccato le corde del

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Viaggiando insieme

IN TERRA SANTA... DIVERSAMENTE

venuto a portarci. Alla fine, però, èproprio il contrasto fra la Parola diDio che vive tutta intorno a te, e laquotidianità politica che si vive e sirespira nei territori israeliani epalestinesi, che rende ancora piùbella l’esperienza religiosa che sivive.

Il pellegrinaggio vissuto dal 16al 23 novembre è stato davverounico, perché la gioia e l’emozionedi visitare i luoghi della TerraSanta si è unita a quella di accom-pagnare in quegli stessi luoghi inostri amici in difficoltà.

La fatica è stata davverotanta, ma largamente ripagatadalle emozioni che tutti insiemeabbiamo vissuto.

Impossibile dimenticare i volti egli sguardi delle persone che abbia-mo accompagnato, quando a

Betlemme, nella Chiesa della Nati-vità, li abbiamo aiutati a toccarecon mano il luogo in cui è natoGesù; oppure quando nel SantoSepolcro hanno potuto pregare nelluogo in cui il Signore è risorto pernoi.

Purtroppo una sola settimananon è sufficiente per poter visitareogni luogo della Terra Santa ededicare a ognuno di essi il giustotempo, e in questo caso può esse-re stato ancora più difficile, ma néi ritmi molto serrati, né le barrierearchitettoniche che abbiamoincontrato, ci hanno impedito divisitare ogni luogo e di vivere tuttiinsieme 7 giorni indimenticabili dispiritualità e condivisione.

Non sono mancati anche imomenti di condivisione con gli abi-tanti del posto, quando a Betlem-

Il pellegrinaggio in Terra Santaè, per me, un’esperienza “strana”.

Strana, perché totalmentediversa da quella che potevo sol-tanto immaginare prima di viverla,ma non per questo, necessaria-mente meno bella.

“Qui le pietre parlano”, ci hannodetto come prima cosa non appe-na abbiamo messo piede sul pul-lman a Tel Aviv, e, alla fine, è impos-sibile non rendersi conto che è dav-vero così; ma bisogna stare atten-ti a quali pietre si presta attenzio-ne, perché quelle che ci parlanodella vita di Gesù, dei suoi atti edella sua Parola, rischiano di esse-re confuse dalle altre “pietre” chele circondano, quelle che nonpotrebbero trasmettere un mes-saggio più lontano e diverso da

quello che il Signore è

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me abbiamo incontrato le suoreche gestiscono gli orfanotrofi, lacasa di riposo, e l’ospedale pedia-trico del luogo, e ci hanno raccon-tato e resi partecipi di come siadifficile la vita laggiù, una realtàimpossibile da comprendere eimmaginare se non si tocca conmano e non si sente raccontatada chi la vive in prima persona.

È proprio per questo motivo

che al momento del rientro, non sipuò non pensare alle persone chesi lasciano dietro di noi, personenate nella terra che viene definitaSanta, ma che vive una realtàtotalmente opposta.

Una volta tornati a casa ètanta la nostalgia per quei luoghiche, seppure in una sola settima-na, sono entrati indelebilmente nelnostro cuore, ma nella nostra vita

di tutti i giorni possiamo riportarecome dono più prezioso gli sguardistupiti e le parole di ringraziamen-to degli amici in difficoltà cheabbiamo accompagnato in questopellegrinaggio, parole che ci dannola spinta per riprendere con mag-giore forza il nostro percorsod’amore e di servizio.

Matteo Guerrini

Viaggiando insieme

Otto dicembre: festa dell’Imma-colata. È sera tarda quando, dopouna giornata passata in parrocchia,faccio ritorno a casa. Accendo latelevisione mentre mi preparo qual-cosa da mangiare. Su La7 si discuteancora di Chiesa e Ici. Seguo un po’annoiato. Sta parlando un distintosignore che, se ho capito ben, hascritto un libro in cui tenta di fare iconti nelle tasche della Chiesa. Lacifra che propone, logicamente, èenorme. Non è ben chiaro, però, se inquel “tesoro” ci abbia messo anche itantissimi luoghi di culto, sparsi perl’Italia, né le migliaia opere d’arte chela chiesa custodisce e protegge eche il mondo ci invidia. Nemmeno sicapisce se nel conteggio siano statiinclusi oratori, ospedali, scuole, uni-versità, conventi, monasteri, abba-zie, edicole votive e teatrini parroc-chiali. Si guarda bene, quel signore,dal ricordare a chi segue la trasmis-sione che tantissimi parroci, cittadi-ni italiani, oltre al lavoro squisita-mente pastorale,svolgono gratuita-mente quello di custodi di beni cultu-rali di grandissimo valore. Non sichiede perché nei secoli scorsi eancora oggi tanta gente, morendo,ha deciso di destinare alla Chiesa ipropri beni. In studio qualcuno tentadi riportare il discorso su un pianopiù razionale e meno emotivo. Nienteda fare. Non c’è peggior sordo di chi

non vuol sentire. Passo dalla televi-sione al computer. Vado alla posta eleggo la prima e-mail: <<Ti farà pia-cere, padre, sapere che in chiesastamattina ho provato una gioiaimmensa nel contemplare l’immaginedella Madonna su l’altare. Sono tri-ste e senza lavoro, ma mi sono sen-tita abbracciata da lei e ho appog-giato il mio capo sul suo grembomaterno. Ti confesso che non sonoriuscita a seguire nemmeno la lette-ra del Vangelo. Mi riposavo guardan-do Maria. Mi rifugio in lei. Sentotanto la mancanza della mia poveramamma, ma trovo tanto confortonella madre celeste. Anita>>. Sorri-do pensando a quel signore che fa iconti in tasca alla chiesa cattolica echissà perché solo ad essa. Egli,infatti, come tanti altri di questitempi, nell’ossessione che lo amma-lia, ha dimenticato quale sia la veragrande ricchezza di questa realtàteandrica e misteriosa. In ogni chie-sa, piccola o grande, ricca di arte opovera come la stalla di Betlemme,adornata di marmi policromi o dipin-ta dall’imbianchino del paese, c’èqualcosa d’immenso che la gentetrova e che le parole mai potrebberoraccontare. Il tesoro più grande dellaChiesa è rappresentato dalla pre-senza del suo Signore e della VergineMaria; dal vangelo e dai sacramentiche le sono stati consegnati. La

I TESORI DELLA CHIESA

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grandezza della chiesa è nella suacapacità di ascoltare, consigliare,consolare, assolvere dai peccati chidal peccato si sente oppresso eschiacciato. Nella Chiesa - una cap-pellina di campagna o la Basilica diSan Pietro in Roma - tanta gentetrova la forza per andare avanti, diriprendere fiato, di continuare a lot-tare e non cedere allo sconforto.<<Quanto costa tutto questo pro-fessore? Quanto costa la speranzaritrovata, il desiderio di impegnarsi efare il bene? Quanto costano i mille emille volontari di ogni tipo che rendo-no un servizio prezioso alla societàcivile?>> verrebbe da chiedere. È pro-prio così difficile capire che non cisarà mai abbastanza denaro dacomprare il “riposo” che Anita hatrovato fissando la Madonna, o lavita del bambino strappato allafogna dell’aborto dopo la confessio-ne della mamma? Tutto il resto –denaro, studi, strutture – sono solostrumenti per realizzare tutto que-sto. <<La chiesa – scriveva Berna-nos – dispone della gioia, di tutta laparte di gioia riservata a questo tri-ste mondo. Quello che avete fattocontro di essa l’avete fatto contro lagioia…>>. E contro la povera gente,aggiungo io.

Don Maurizio PatricielloParroco a Scampia (NA)

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21 GENNAIO:INCONTRO REGIONALE DI TUTTI I MEMBRI DEI CON-SIGLI DI SOTTO-SEZIONE DEL LAZIO - PRESSO ILPONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE "LEONIANO " DI ANAGNI (ORE 9,30 -17)

PRENDI NOTA...

11 FEBBRAIO:FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES CELEBRATA COMUNI-TARIAMENTE CON IL RITORNO NELLA BASILICA DI S. PIETROE LA PARTECIPAZIONE DEL CARD. ANGELO COMASTRI(OGNI SOTTO-SEZIONE PROCURI DI ESSERE PRESENTECON ALMENO UN BUS COMPLETO)

25 MARZO:FESTA DELL'ANNUNCIAZIONE DELLA MADONNAGIORNATA DI SPIRITUALITA' PER TUTTI PRESSOIL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA QUER-CIA - VITERBO

15 SETTEMBRE. GIORNATA DI SPIRITUALITA' PER TUTTIPRESSO IL SANTUARIO DELLA MADONNADI FATIMA - A S. VITTORINO (TIVOLI)

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Non sempre si riesce a comprenderetutto il lavoro e la fatica che c’è dietroqueste poche pagine che tentano difare da collegamento con la famigliaunitalsiana laziale. Ecco perché ci sembra quanto maidoveroso dire un grazie alla sotto-sezione di Velletri-Segni per l’impegnoche mette ogni volta che si tratta dipreparare la spedizione della rivistaapponendovi l’etichetta di ogni singolo,dividendo i pacchi per città e poi por-tandoli a Roma per la spedizione. Per una volta “vediamone” alcuni intentiall’opera e facciamo giungere loro il nos-tro grazie!

UN GRAZIEAGLI

SPEDIZIONIERI!

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zio!La sua è

una storia che meritadi essere approfondita, inquanto mostra il capolavororealizzato dalla grazia in unapersona che ha accoltol’amore di Dio nella sua vita!Alessandra nasce il 5 otto-bre 1876 a Napoli (anche seaccidentalmente, poiché lamadre era in viaggio su unanave diretta a Civitavecchiae fu fatta scendere a Napoliper le improvvise doglie delparto!).

La madre era la marchesaMaria De Barrai, costretta asopportare le ambizioni delmarito, il siciliano AntonioStarabba, marchese Di Rud-inì, uomo politico di ideelaiche che sarà prefetto diPalermo, Ministro dell’Internoe per due volte Presidente del

Vi è a Lourdes unastradina checonduce dallacasa dei Cap-pellani del San-tuario alla grot-ta, sbucando vici-no ai grandibracieri per le can-dele. In uno dei primitornanti vi è un mon-umento che non puònon richiamare l’at-tenzione del passante:un basamento rettan-golare, alto non più disessanta-settanta cen-timetri, su cui è postauna scultura in bronzo raf-figurante un uomo inginocchi-ato che bacia una croce. Vi silegge una frase in franceseche interroga e fa riflettereanche il viandante più dis-tratto: “Ritrovare la fedevale più che ritrovare lavista”.

Ma ciò che colpisce mag-giormente è la storia che sinasconde dietro questafrase: quella di una pecca-trice convertita, divenutasuora, fondatrice di alcunimonasteri in Francia e mortain concetto di santità.

Si tratta della nobil donnaAlessandra Di Rudinì Carlot-ti, nota soprattutto peressere stata una delleamanti di Gabriele D’Annun-

C o n s i g l i odel nascente regnod’Italia.

Alessandra viveun’infanzia affettiva-mente carente: la

mamma era una donna moltotriste e la fìglia scopre,casualmente, il motivo diquesta tristezza quando ungiorno vede il proprio padre inatteggiamenti intimi con unadonna.

Alessandra conserva persé ciò che ha visto, ma lamadre peggiora pian piano, siammala’ e, addirittura, tentapiù volte il suicidio. Il marito,che pensa sempre più allasua carriera politica, cerca difarla dichiarare malata dimente per sbarazzarsi di lei.

Nonostante l’opposizionedella mamma, Alessandra èmessa in collegio a Roma aTrinità dei Monti, ma a causadella sua vivacità e della suaincontenibile indisciplinatez-za viene espulsa.

Ormai la mamma èveramente malata dimente e da più di

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Alessandra Di Rudinì Carlotti

IL VERO MIRACOLO,LA CONVERSIONE

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un anno è in manicomio, percui il giorno della sua PrimaComunione Alessandra lo vivesenza la persona alla qualevuole più bene!

Verso i sedici anni vienemandata in un collegio laicodi Firenze e si allontana com-pletamente dalla fede dopoaver letto la vita di Gesùscritta da Renan: “Il giorno incui mi fu dato da leggere quellibro fu uno dei più tristi dellamia vita”.

Il papà, intanto, cerca difarla sposare, ma lei rifiutaogni proposta fino a quando,stanca, accetta il matrimo-nio, a soli diciotto anni, con ilmarchese Carlotti da Garda.

Nascono due figli, Andreae Antonio, ma dopo pochianni il marito si ammala emuore (lei aveva appena 24anni!), rifiutando i Sacramen-ti della Chiesa.

Viaggia moltissimo inEuropa, conoscendo reali escrittori, tra i quali ancheEmile Zola, il dissacratore diLourdes.

Dopo un incidente avvenu-to in Africa nel quale rischiadi essere sequestrata e dimorire, rientra in se stessa einizia a meditare, chiedendosoprattutto a Dio il donodella fede.

In uno dei suoi viaggi, inMarocco incontra un eremitache, fissandola, le dice: “Tuavrai tutto: splendore, ric-chezza, amore! Poi avraiancora tutto: sofferenza,povertà, freddo”. Resta pro-

fondamente scossa, masi allontana senza

chiedere nulla.

l’umiliazione e ritorna allavilla di Garda finalmenteinsieme ai suoi figli.

Nel 1908, l’8 agosto,muore il padre, che rifiuta diaccoglierla anche in punto dimorte!

Il poco impegno scolasticodei figli, appena adolescenti,la costringono a riprenderli acasa e a trovare come loroistitutore e cappellano l’a-bate Gorei.

Grazie alla presenza del-l’abate francese ella ungiorno arriva a dire: “lo hoconosciuto tutte le gioie cheil mondo può dare, ma mi èrimasta nel cuore una taleamarezza che non so cosadarei per poterne distrug-gere il ricordo: oggi il miounico desiderio è di trovare lafede ... se riuscissi vera-mente a credere in Dio, sareidisposta a seguirlo nellaforma più perfetta che nonesiterei ad entrare in unmonastero a farmi carmeli-tana”.

I due figli, Antonio eAndrea, davanti a quelladichiarazione della madre,scoppiano in pianto cosìforte che lei ritratta tuttoper farli zittire.

Il dialogo con l’abate Gorelcontinua e Alessandra èsempre più alla ricerca dellafelicità e della verità.

Nel 1910, il 4 agosto, deci-de di fare un viaggio a Lour-des!

È il viaggio della svoltadella sua vita. Rimane scos-sa dalla partecipazione pienadi fede della gente durante laprocessione eucaristica.

La sua discesa moraleavviene nel 1903 al matrimo-nio di suo fratello Carlo conla figlia di un importantestatista inglese, DorotheèLabouchère; testimone dellosposo è Gabriele D’Annunzio,famoso sia come poeta checome conquistatore didonne.

Al fratello confida diprovare antipatia per D’An-nunzio, chiacchierato dongio-vanni, ma egli la corteggia inogni modo, colpito dallabellezza ed eleganza diAlessandra.

Resiste qualche mese, mail 13 novembre 1903 cede e,mettendosi contro l’opinionedi tutti i suoi cari econoscenti, inizia una spen-sierata convivenza, mentre ifigli si trovano presso il colle-gio dei Gesuiti a Mondrag-one.

Soprattutto il padre nonaccetta questa situazionedella figlia e la disereda, malei ha una risposta terribile:“Proprio lui non può darmilezioni di moralità! Lui che hafatto impazzire mia madreper i suoi continui adulteri!”.

La loro relazione divienepresto di dominio pubblico,c’è un coro di riprovazioni neisalotti aristocratici, e D’An-nunzio lascia Eleonora Duse.

Poi Alessandra si ammala,subisce tre interventi, D’An-nunzio pian piano si allon-tana, perché aveva posato gliocchi su un’altra donna.Alessandra si ritrova abban-donata, a dover fare i conticon la solitudine, la sofferen-za, la delusione, l’amarezza,

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Si ammala gravementementre sta andando inSavoia per aprire un altromonastero.

Il 28 dicembre dice: “Viamo Signore! Vi amo ed ègiunto il momento che ci vedi-amo ... finalmente”. Un giornoaveva detto: “Il naturalismo,il positivismo, il razionalismo?Erano tutte chimere: soloGesù Cristo è la Verità”.

Nella notte tra il 1° e il 2gennaio 1931 sente che Gesùla chiama per nome. Avvoltadi pace e di gioia, ricevuti iSacramenti, dice: “Nelle tuemani, Signore, consegno ilmio spirito”.

Sul “Giornale d’Italia” del13 gennaio 1931, negli annun-ci funebri, viene riportataanche la sua morte. Al Vitto-riale, a Gardone Riviera, nel-l’archivio di D’Annunzio,esiste ancora una copiaingiallita di quel giornale ...forse un richiamo anche per ilgrande poeta di quella fedeche aveva conquistato

Alessandra.

Entra allora nella Basilicadel Rosario e, guardando l’im-magine grande di Maria chedall’alto dell’abside allarga ilsuo manto quasi adaccoglierla, piange ininter-rottamente fino a quandotrova la forza di dire all’a-bate Gorel: “Confessatemi”.

Il giorno dopo riceve laComunione, poi passa alBureau Medicai dove incon-tra il miracolato della seraprecedente, Emile Depasse, ela signora Birè, una donnafrancese completamentecieca a causa di un’atrofiapupillare doppia, anch’ essaguarita dalla Madonna. È inquel momento che esclama:“Il miracolo più grande è oraquello della mia conversionein questo luogo santo”.

La statua in bronzo diquell’uomo cieco che bacia lacroce di Cristo ha unarisposta: Alessandra DiRudìnì Carlotti.

Tornata nella villa diGarda è ormai un’altra per-sona e trascorre lunghe

ore in preghiera. Il cambia-mento si nota anche nelvestire, che è diventato sem-plice e sobrio, tanto che ilparroco dice: “O la marchesaè diventata matta o è diven-tata santa!”.

Tra il 1916 e il 1917 i suoidue figli si ammalano emuoiono: ‘’Non ho più suquesta terra, alcun legame,nessun amore, nessunatenerezza: l’unica ricchezza,l’unico amore che ho è lacroce di Cristo”.

Il 12 luglio parte per ilCarmelo di Paray le Monial inFrancia e a 35 anni, la mar-chesa Alessandra Di RudinÌCarlotti diventa suor Mariadi Gesù.

Nella preghiera continua,sotto la guida della sua prio-ra e di santi sacerdoti, diven-ta una carmelitana matura,dotata di singolari doni.

Con i suoi beni fonda tremonasteri, tra cui il carmelodi Montmartre.

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Viaggiando insiemeViaggiando insieme

SONO TANTI I PULMINI CHE LE NOSTRE REALTA’ UNITALSIANE HANNO A DISPOSIZIONEE SPESSO GRAZIE ALLA GENEROSITA’ DI ALCUNE E ALCUNI NOSTRI VOLONTARI O ENTI PUBBLICI

IN VIAGGIO CON LE RUOTEDELLA... GENEROSITA’

Uno degli ultimi “arrivatli” è quello della sotto-sezione di Roma che, grazie alla sorella Maria Luisa Emili,ha voluto donare in ricordo dei suoi genitori Romolo e Laura, devotissimi della Madonna di Lourdes

è che proprio lì celebreranno i loro sessant’anni di matrimonio! Un grazie con l’augurio che altri seguano questi esempi!

Affidiamo alla preghiera degli unitalsiani il carissimo barelliereRodolfo Palieri, della sottosezione di Civitavecchia.

Rodolfo è stato davvero un’innamorato autentico della Vergine di Lourdesche ha servito per anni come Capo-Albergo per far scoprire

a tantissini pellegrini il messaggio di Massabielle.Per i lettori di “Viaggiando Insieme”, mancheranno i suoi articoli

puntuali e vivaci da giornalista autenticoe soprattutto di testimone coerente della fede cristiana.

Ha terminato il suo pellegrinaggio terreno la sorellaPaola Granati, della sottosezione di Viterbo.

Donna che ha sentito fortemente l’ideale unitalsiano passandoil suo “testimone di servizio” ai nipoti Lorenzo e Leonardo Lepri.

Affidiamo la sua anima al ricordo della preghiera.

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Quando Don Gianni mi hachiesto di scrivere un articolosul pellegrinaggio,compiuto dallaSezione Romana-Laziale nel periodo3-7 giugno 2011,sono seguiti attimidi perplessità daparte della sotto-scritta, poiché non ècertamente sempli-ce fissare “nero subianco” emozioni esensazioni interiori,provate durantetale esperienza: so-no convinta che cisono momenti inim-itabili - in questavita terrena - dasperimentare “diret-tamente e personal-mente sul campo”,difficilmente com-prensibili per chi...“non c’è mai stato” ... Percio’, miscuso in anticipo se le seguentirighe non cattureranno semprel’attenzione di chi leggerà.

Bianco abbraccio di Divinocandore; sguardo disteso sulPaterno Sole;

Rifugio Misericordioso cheporta al Signore; Amica, Madre,Sorella d’Innocenza beata; UmileStella ancor prima desideratada Chi inviò sulla terra porto-ghese il Messaggero Celeste;

mani giunte, protese a dona-re Pace ed Amore all’interafamiglia universale. (Cristiana Moretti, 8 giugno 2011)

Semplicità, purezza e ... Veri-tà: sono loro, a mio parere, gli

ingredienti principali, alla base diquesto celestiale, salvifico

“cocktail” chiamato Fatima! Bevanda di Bontà tale, che mi

ha già creato una dolce e nos-talgica dipendenza: parte delcuore è rimasto li!

Sono partita per il pellegrinag-gio con un bagaglio carico dipiacevoli aspettative, in partedovute a quanto già conoscevo diFatima, grazie a letture fattenegli anni ed informazioni raccoltenel tempo, in parte attraversotestimonianze familiari e di alcuniamici (non necessariamente cre-denti/praticanti) tutte tendentiad un giudizio espresso in unasorta di “pace interiore”, con laconseguente voglia di tornarenella cittadina portoghese.

LA LUCE DI FATIMAAltra “componente” fonda-

mentale della sopracitata allet-tante “valigia”, ri-guardava la condivi-sione “to-tale” diogni momento e/ospazio (camera d’al-bergo inclusa) conla persona ammala-ta che, mi era statosegnalato dalla Sot-tosezione, seppurnon conosciuta av-rebbe dormito conme (a differenza, peresempio, del servizioa Lourdes). Dunque, “sulla car-ta” la presentazioneera proprio ottimale! La “dose benefica”del buonumore è au-mentata già all’Ae-roporto di Fiumici-no, perché - tra undisbrigo e l’altro

delle procedure d’imbarco echeck -in dei partecipanti- horiconosciuto e sono andataimmediatamente incontro adun’amica della Sottosezione diAlbano, Maria Luisa, conosciutadue anni fa a Piazza d’Armiall’Aquila, con la quale avevocondiviso l’intensa settimanadel servizio nella tendopoli e chenon avevo piu’ rivisto d’allora:l’una ignara della presenza del-l’altra, ci siamo abbracciatecome non mai!

Il fatto poi, che il posto sul-l’aereo l’avessi ottenuto (aseguito di un inizialeesaurimento) graziead una disdetta,

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Viaggiando insieme

manifestazioni esteriori trop-po formali, come ad esempio, il“sovraffollamento” di sten-dardi, parate, ecc. tipiche diLourdes, né quel turismo reli-gioso un po’ “forzato” cherischia di allontanare il signifi-cato reale del pellegrinaggio.

Ecco perché, secondo il miopensiero, questo Santuario èancora “autentico” e “puro”,tale da provocare la com-mozione (intima e condivisa)che solo Maria può donare;basti pensare alle copioselacrime suscitate in tutti noidai vari passaggi della “Ma-donnina” lungo il piazzale alla“Cova da lria”.

Per concludere: questaesperienza vissuta a Fatima,mi ha regalato una quantitàtale di “ricarica interiore”destinata (spero e pregoaffinchè sia così) ad accom-pagnarmi per sempre!

Cristiana Moretti

Viaggiando insieme

Dopo i libri dedicati a Lourdese a S. Bernadette,

Don Gianni Toni ha scrittoun libro - guida

per quanti si recanoal Santuario di Fatima.

“Fatima una storiafuori dai libri di storia”

(ed. Ave - Euro 8)con la prefazione di

S.E. Mons. Domenico Sigalini,vescovo di Palestrina

ed assistente nazionaledell’Azione Cattolicaè in vendita presso

tutte le librerie cattoliche.

avvenuta cinque minuti dopo laprima telefonata e che, guardacaso, riguardasse proprio unapersona facente parte delgruppo di Albano (poiché cosìmi ha specificato la stessaMaria Luisa, durante l’attesadella partenza) l’ho volutointerpretare come un effettivodono concessomi dalla Madon-na!

Così: eccoci immersi in ques-ta “Storia fuori dai libri di sto-ria” (come la chiama felice-mente Don Gianni Toni nel suoultimo libro, edizioni Ave) ...

La carezza, anzi. .. l’abbrac-cio della Nostra Celeste Reginaè pressoché costante e dav-vero tangibile a Fatima: lo siavverte anche in quelle diffi-coltà che possono giungereinaspettate, nel caso specificol’aver compreso immediata-mente che la signora affidata-mi conviveva con problematichefisiche ben al di sopra di quan-to mi fosse stato precedente-mente illustrato, per cui eranecessario un servizio “a360°” nei suoi confronti(forza nel sollevarla dalla car-rozzina inclusa); dopo l’iniziale“angoscia” sopraggiunta,dicevo, Maria Misericordiosaha ascoltato subito la richi-esta d’aiuto, dotando la sot-toscritta d’inaspettate “ri-sorse” pratiche e fisiche ma,sopratutto, affiancandomi dei“compagni/e d’avventura” ri-assumibili con un unico nome:“angeli”!

La collaborazione, lo spiri-to di fratellanza ed umanitàsincere, dimostratemi duran-

te tutti i giorni del pel-legrinaggio (per i

quali non li ringra-

zierò mai abbastanza) hannogenerato, tra l’altro, un’unio-ne, un affetto reciproco diffi-cilmente riscontrabili altrove!

Inutile dire che l’affiatamen-to tra me e la “coinquilina” distanza, ora dopo ora, è aumen-tato sino a divenire un rappor-to fraterno, alimentato dastima e reciproco affetto.

Ecco, allora, ancora unavolta, come Dio possa trasfor-mare, anche con l’ausilio inim-itabile di Sua Mamma, ciò checostituisce un iniziale “male”, il“negativo”, in esaltanti ed aut-entiche Ricchezze!

L’atmosfera che si respira aFatima, intrisa di forte spiri-tualità, predispone total-mente l’anima all’incontro conla Madonna e Suo Figlio,attraverso il desiderio contin-uo alla preghiera, sia person-ale sia in comunione con glialtri.

Il tutto, poi, è “condito” dauna semplicità “mistica”, nellaquale non si riscontrano né

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Viaggiando insieme

VACANZE FRASCATANEAnche quest’anno la SottosezioneUnitalsi di Frascati, grazie alla soli-darietà di tanti, ha realizzato il Sog-giorno Estivo, a Villa Campitelli, dal 3al 17 luglio.Vari e tanti sono stati i compiti dasvolgere affinché tutto si realizzas-se al meglio, nella cura, nella serenitàe nell’armonia, ed il tutto è stato,non possiamo nasconderlo, abba-stanza faticoso; l’entità delle risor-

se necessarie, siano esse umane cheeconomiche, si possono immaginaree ancora di più ne occorrerebbero perfar fronte alle tante richieste che cigiungono da parte di amici purtrop-po costretti a vivere la maggiorparte dell’anno all’interno di istitutio presso le loro famiglie.In questo periodo trascorso insiemeabbiamo condiviso tanta fatica maaltrettanta, anzi, sicuramentetanta di più, gioia ed allegria.Il piacere di essere insieme, di ritro-

varsi, ci carica sempre di spirito fra-terno e ci rende uniti, ci fa divideretutto. Insieme siamo stati bene, masi potrebbe certamente fare di più,necessitano nuovi volontari, soprat-tutto occorre la gioventù. Quest’an-no nuove leve la Divina Provvidenza leha mandate, un bel gruppetto di gio-vani che si sono entusiasmati neldonare amore e che noi abbiamoaccolto con una speranza: quella che

rimangano! Anche la presenza delVescovo Raffaello Martinelli e deiSacerdoti, per noi indispensabile, nonè mancata. Le azioni di volontariatose non vengono alimentate da fortivalori Cristiani e spirituali rimangonosemplici, se pur buone, azioni; perrenderle preziose, delicate, silenzio-se, debbono essere condivise nellospirito Cristiano. Particolarmente gradita da tutti èstata la visita di Don Gianni Toni e diPreziosa! Quale onore!

La vacanza, con tema “150° dell’Uni-tà d’Italia”, scandita giornalmentedalle note della “sveglia” dell’alzaban-diera, dell’adunata, dell’ammaina-bandiera e del silenzio, ci è sembrataveramente bella, grazie alla collabo-razione e alla partecipazione di tanti:sacerdoti, volontari, famigliari degliospiti, gruppi che hanno rallegrato leserate e sostenitori.Il sostegno ricevuto, sia esso spiri-

tuale, morale o materiale, ci ha aiu-tato a vivere meglio ed in serenitàquesto piacevole appuntamento cheoramai da circa 45 anni il GruppoUnitalsi di Frascati tiene per quindicigiorni nel periodo di luglio, ospitandocirca settanta amici in difficoltà,grazie certamente all’azione di tantivolontari unitalsiani ma anche graziea tante altre persone che la DivinaProvvidenza sempre ci fa incon-trare.Qualsiasi contributo ed

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soprattutto - l’azione e lo spirito delnostro gruppo. La loro vicinanza ciricarica e ci sprona ad una sempremaggior determinazione nel cercaredi porsi, con umiltà e spirito Cristia-no, verso ed accanto agli “altri”. La Madonna di Lourdes, simbolo del-

l’Unitalsi, ci dia questa speranza, cidia la gioia e la forza per poter viverenella generosità, nell’altruismo enella condivisione ogni nostra giorna-ta. Arrivederci... all’anno prossimo(dal 1 al 15 luglio... soggiorno Unitalsi2012)

ogni gesto di solidarietà e di amiciziarivolti alla nostra Associazione, oltrea rappresentare un aiuto indispen-sabile, ci hanno confermato di avereamici che condividono non solo inostri momenti di ferie, di preghiera,di gioia e di festa, ma anche - e

Viaggiando insieme

Viaggiando insiemeAutorizzazione del Tribunale di Velletri

n. 13 del 4-10-90Direttore Responsabile:

Tommaso RicciRedazione c/o:

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beata vergine e il signore mi hannolasciato, un solo comandamento:“ama il prossimo tuo come te stes-so”.In quel luogo la fede Cristiana non èuno Scrigno chiuso dove mettiamo idoni che vengono da Dio e ce li tenia-mo solamente per noi, al contrario lila fede si riveste di condivisione esenza quest’ultima il viaggio sareb-be privo di senso.A Lourdes ho cominciato soprat-tutto il mio rapporto con Dio trami-te la preghiera, grazie a una sta-tuetta della Madonna.Ho cominciato a pregare il rosariosia la mattina che la sera, per poiarrivare a toccare il punto più alto inintimità con Dio tramite la liturgiadelle ore, dove ogni ora è scanditadalla dolcezza e dalle perle di sag-gezza di Dio che con la sua parolaha plasmato il mio cuore facendomivedere il mondo con altri occhi.Soprattutto ho imparato l’arte delsilenzio sotto la grotta, dove ognivolta non mi escono preghiere, mavengono nella mia mente e nel miointimo soltanto le parole cheSamuele disse al Signore nelmomento in cui lo chiamò durante lanotte: ecco parla signore perché iltuo servo ti ascolta”. Già perchédavanti alla grotta non si può chie-dere alla Madonna bisogna metter-si solo in ascolto proprio perché Diosta parlando al Nostro cuore.Dio e l’amore di Maria santissima mi

hanno fatto capire quanto è belloessere figli di Dio e come è bella lasua voce fra il silenzio e l’eco dolcedel vento, da li ho capito che nonc’era altro amore più grande: “darela vita per i propri amici”.Questo è tutto quello che ho vissu-to e provato nel mio intimo in questiquattro anni di Lourdes e non smet-terò Mai di ripetere le parole delVangelo di Matteo 11;25 che dice: tirendo lode o Padre Signore del Cieloe della terra perché hai nascostoqueste cose ai sapienti e ai dottiper rivelarle ai semplici. Grazie padreperché così hai deciso nella tuabenevolenza.Queste sono le parole che ripetoogni volta prima di ritornare a casa.

Emanuele

Viaggiando insieme

GRAZIE UNITALSIANI!Tutto è cominciato nel 2008, quan-do il mio parroco mi ha regalato ilmio primo viaggio a Lourdes, da quelmomento la mia vita è cambiataulteriormente.In treno ho viaggiato nel vagoneattrezzato e mi sono confrontatocon la parte di sofferenza che spes-so sfugge oggi agli occhi del mondo.L’esperienza del viaggio mi ha recatomolta tristezza, ma al tempo stes-so tanta voglia di vivere e da quelgiorno in poi ho compreso che la vitanon era fatta per piangersi addos-so, ma valeva la pena viverla in ognisuo attimo.Mi viene ancora oggi difficile descri-vere le emozioni che si provano aLourdes, perché non si descriveLourdes si vive in tutta la sua pie-nezza. Mi è stato lasciato un gran-de dono in quell’angolo di paradisoterrestre, il dono della conversionedel cuore e la guarigione dell’anima.Ho potuto sperimentare la pienezzadell’amore di Dio, proprio perché Dioè amore, cioè la fonte più alta che tipermette di amare incondizionata-mente senza nessun tornaconto.Lourdes è stato per me soprattut-to il posto dove ho sentito che Diomi chiamava, infatti da quel momen-to ho avvertito dentro di me l’esi-genza di donarmi al prossimo, perme infatti nel loro complesso e nellaloro bellezza, i viaggi che ho fatto si

possono sintetizzare in unsolo messaggio che la

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