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Anno XVIII – Luglio/Agosto 2015 • Numero 7-8 Rivista della Fondazione Missio • Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40

2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ... · diffusione dell’infezione da Hiv (che è il virus della malattia chiamata Aids) ha subito un ral-lentamento: il

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Anno XVIII – Luglio/Agosto 2015 • Numero 7-8Ri

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Il Ponte d’Oro - Mensile dei Ragazzi MissionariReg. Tribunale di Roma n. 171/97 del 21/03/97Editore: Fondazione di Religione Missio (organismo pastorale della CEI)Presidente di Missio: Francesco BeschiDirettore di Missio: don Michele AutuoroDirettore responsabile: padre Giulio AlbaneseRedazione: Chiara Pellicci, Miela Fagiolo D’Attilia, Ilaria De Bonis. Segreteria: Emanuela PicchieriniHanno collaborato: Marco Benedettelli (pag. 4-7.9), Eleonora Borgia (pag. I-IV).Illustrazioni: Beatrice Cerocchi, Sergio De Simone (pag. 36-37), Carla Manea (copertina), Cristiano Crescenzi (pag. 27-30).Foto: AF/MISSIO, Giuseppe Andreozzi, Chiara Pellicci, Wikipedia, Freepik.com, Ilaria De Bonis, Marco Benedettelli, Alfonso Raimo, Alex Zappalà, AF/LPJ,Afrigadget.com.Progetto grafico e impaginazione: Alberto SottileRedazione e amministrazione: Via Aurelia, 796 – 00165 Roma; tel. 06/66502678; e-mail: [email protected] abbonamenti: tel. 06/66502632; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] annuo: individuale 14€; collettivo 10€; estero 26€ su n. 63062327 intestato a MISSIO oppure con bonifico bancario intestato a MISSIO presso Banca Etica,cod. IBAN IT 55 I 05018 03200 000000115511.Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 RomaMensile associato alla FeSMI, Federazione Stampa Missionaria Italiana.Chiuso in tipografia nel mese di giugno 2015.

omm ra iS oAll’internoPIANETA MISSIO RAGAZZI

EditorialeA lezione di accoglienza

Kabàka, l’amico dottoCombattiamo l’Aids e le altre malattie

GiramondoViaggio in…Myanmar

DossierStraniero per chi?

Intervista impossibileIl segreto del velo

Dove è nata la missioneSante di Dio

Passi di oggi…Buone notizie

…sulle orme di ieriSan Lorenzo

Click alla ParolaFuorisaccoPesci nel piatto e nel cuore

Mama MukasiInvenzioni geniali

ScaffaleI viaggi di Michele

Un mondo di quiz

1

2

410

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i [email protected] 1

Ed to ia

Edi to r leia

rEdi to r leia Editor leia Editor leia

el

Cari Amici,anni fa, mentre ero in viaggio nei pressi del Lago Turkana, in Kenya, mi capitò una bruttaavventura che, comunque, alla fine si risolse in una straordinaria lezione di vita.Ero al volante del mio vecchio fuoristrada, quando improvvisamente persi il controllo dellaguida. Il veicolo sbandò ripetutamente e finì in un fosso adiacente alla pista, in terrabattuta, che stavo percorrendo. Cosa era successo? Una foratura alla gomma sinistraanteriore. Il sole picchiava e rimasi nell’abitacolo stordito. Improvvisamente, una ventina diragazzi sbucarono dai cespugli e circondarono la mia autovettura. Uno di loro mi offrìdell’acqua da bere. Poi, senza che riuscissi ad aprire bocca, aprirono il portellone posteriore,tirarono fuori la gomma di scorta e tutti insieme sollevarono la macchina, rimuovendo lopneumatico bucato. Rimasi senza parole, anche perché tutto avvenne molto rapidamente.Chiesi loro se accettavano del denaro. Sapete cosa mi rispose il più grande dei ragazzi? “Tu,caro Abuna, sei un missionario e, viaggiando, sei anche un viandante straniero. Quelli comete meritano solo aiuto e rispetto”. Li ringraziai davvero commosso e mi resi conto di comecerte civiltà, geograficamente distanti, sanno interpretare il dono dell’accoglienza.

Abuna

A lezione diaccoglienzaA lezione diaccoglienza

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Kabàka Kabàka

Kabàka Kabàka KabàkaKabàka

L’amico dotto

MIL

LEN

NIU

M G

OA

LS

Combattiamol’Aids e lealtre malattieCombattiamol’Aids e lealtre malattieL a sesta partita che il mondo vuole vincere

entro la fine del 2015 è contro la diffusionedell’Aids, della malaria e di altre gravi malattie,causa di morte di milioni di persone.Tenendo conto dei dati che le Nazioni Unitehanno fornito negli ultimi anni, possiamo rie-pilogare la situazione mondiale con questi nu-meri:- nel 2012 quasi 600 bambini sono morti ogni

giorno a causa dell’Aids;- nello stesso anno sono stati distribuiti farmaci

contro l’Aids a 9,5 milioni di persone neiPaesi del Sud del mondo;

- tra il 2000 e il 2012 le cure contro la malariahanno salvato la vita a tre milioni di bambini;

Ciao! Il 2015 è un anno

speciale: l’umanità deve fare ben 8 goals,

cioè vincere altrettante partite contro i mali del

mondo. Purtroppo, però, non sempre i risultati

sono buoni. In questo numero ti spiego in cosa

consiste la sesta partita:

il Millennium Goal n.6.

- tra il 1995 e il 2012 le cure contro latubercolosi hanno salvato 22 milioni di viteumane.

A proposito di Aids, in questi ultimi anni ladiffusione dell’infezione da Hiv (che è il virusdella malattia chiamata Aids) ha subito un ral-lentamento: il numero di nuovi casi infetti èdiminuito del 44% tra il 2001 e il 2012. Le re-gioni del mondo con la più alta incidenza sonoSud Africa e Africa centrale, ma buone notiziearrivano da queste aree: anch’esse, infatti,hanno visto un calo delle infezioni del 48% edel 54%, rispettivamente.Positivo è l’impegno dei governi e della comunità

i [email protected]

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i [email protected] 3

Kabàka, l’amico dotto, ti aspettaanche nelle pagine successiveper parlarti di:

MULTINAZIONALE, EBOLA, BRACCONIERI,VINILE, BUDDA, GLOBALIZZAZIONE… E ALTRO. M

ILLE

NN

IUM

GO

ALS

SEI CONCENTRATO SU TE STESSO(da 20 a 25 punti)Il mondo è grande e la tua situazione di vita nonè l’unica possibile: purtroppo c’è chi è molto piùsfortunato di te e non ha neppure la possibilitàdi curarsi… Pensa a cosa puoi fare per migliorarele sue condizioni di vita e mettiti all’opera!

DIMMI COME LA PENSI…

…E TI DIRÒ CHI SEI

3A - ringrazio il Signore di essere nato in una

parte di mondo dove posso essere curatoB - non lo sapevoC - ma io non ci posso fare niente!

AL MONDO C’È CHI MUORE PER UNADIARREA NON CURATA:

1

35

4A - mi arrabbioB - non mi fa né caldo, né freddoC - mi chiedo: cosa posso fare per loro?

QUANDO SENTO PARLARE DI BAMBINI ORFANIPERCHÉ I GENITORI SONO MORTI DI AIDS:

351

5 A - Chi vive nei Paesi poveri non ha futuroB - Quando sarò grande, voglio andare a fare

del bene nei Paesi poveriC - Sin da ora posso fare qualcosa per

migliorare le condizioni di chi vive neiPaesi poveri

SCELGO LA FRASE CHE SENTO PIÙ MIA:

5

3

1

TEST

A - sarebbe risolvibile se riuscissimo ad assicurare i medicinali a tutti

B - è così lontano da me…C - riguarda chiunque abbia un cuore

IL PROBLEMA DELL’AIDS:

1

53

SEI UN RAGAZZO MISSIONARIO!(fino a 10 punti)Sai che tu non hai nessun merito in più rispetto

ad un tuo coetaneo nato in una baraccopoli

africana… Eppure tu hai le medicine per curarti,

una scuola dove poter studiare, cibo e leccornie

ogni giorno… Insomma, tutte cose normali, che

però hai imparato a considerare come doni! Sai

che al mondo ci sono tanti bambini meno

fortunati, da aiutare: ti rimbocchi le maniche per

fare quello che puoi in loro sostegno. Bravo!

HAI UN CUORE DA ALLENARE(da 11 a 19 punti)Ti stanno a cuore le persone che soffrono,vorresti fare qualcosa per loro ma ti sentiimpotente? Non ti arrendere: leggi, cerca, chiedi,pensa, crea, agisci, prega, affinché con le tueazioni quotidiane tu possa aiutare chi habisogno.

2

internazionale nell’offrire servizi di assistenzaa quei bambini i cui genitori sono morti acausa della malattia. I servizi riguardano inparticolare l’istruzione, l’assistenza sanitariae sociale e i programmi di tutela e protezio-ne.

1 A - mi rende triste

B - mi interpella

C - mi lascia indifferente

SENTIRE PARLARE DI AIDS:315

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Gir am o ondo ondGir am o ond

Gir am o ond

IN QUESTO NUMERO

TI ACCOMPAGNO IN:

KENYA

BRASILE

PAKISTAN

NIGERIA

TAIWAN

SUD

MALESIA

Sei anni fa una condotta di petroliovecchia di 55 anni, di proprietà della

multinazionale Shell, si rompeva, causandouno sversamento di 100mila barili di

greggio nella regionedel Delta del Niger inNigeria. L’incidente fuper la zona una gravis-sima catastrofe ambien-tale. Ma oggi, passatotutto questo tempo, lagrande multinazionalenon ha ancora intra-preso la bonifica del-l’intera area, nonostan-te il regolamento in-ternazionale preveda,in casi di tali disastri

ambientali, che sia l’azienda responsabiledell’incidente ad occuparsi dei lavori.L’area della regione di Bodo èa tutt’oggi spettralee desolata.Le forestedi mangro-vie, che unavolta assicura-

vano il cibo alle comunità di pescatori,oggi sono ridotte a scheletriche file ditronchi, e gusci di granchi morti giaccionosulla spiaggia portati dal mare. L’aria odoraancora di petrolio. Intere comunità hannodovuto abbandonare i propri villaggi permigrare in zone più pulite. Secondo i rile-Q u a n d o

un’impresa ouna fabbrica ha

delle ramificazioni e del-le sedi all’estero, chefanno capo alla casa-madre ma che usanomanodopera locale, siparla di multinazionale.Le multinazionali sonoindustrie molto grandiche spesso sfruttano ilbasso costo del lavoronei Paesi più poveri.

MUL

TINA

ZIO

NALE

NIGERIA

Pericolopetrolio

LIBERIA

i [email protected]

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Ricordate di un quotidiano scritto con i gessettisu una lavagna posizionata in mezzo ad unastrada di Monrovia, capitale della Liberia? Gira-

mondo ne parlò su “Il Ponte d’Oro” n.3/2014.Ideato e realizzato dal gio-vane giornalista Alfred Sirleaf,che gira per la città da cronista, incontratestimoni e poi corre “al giornale” a scrivere gli articolisotto gli occhi dei passanti, The Daily Talk assicura il diritto all’informazionea migliaia di cittadini che non si possono permettere neanche l’acquistodi un giornale. Ultimamente, però, questa lavagna è diventata molto piùpreziosa: si è trasformata in un bollettino, aggiornato giorno dopogiorno, contro l’epidemia di Ebola che ha messo in ginocchio il Paese.Non solo: in tutti questi mesi il singolare quotidiano ha avuto un ruoloeducativo nella prevenzione del contagio e nell’informazione sul pericoloin corso.Oggi la partita tra governo, da una parte, e virus, dall’altra, appareconclusa, perché in Liberia la malattia sembra debellata. Ma il rischio dinuovi contagi è sempre dietro l’angolo. Ecco che sulla prima pagina delgiornale (ops, della lavagna), compare il risultato del match: il governoha segnato i suoi gol assicurando la guarigione ai malati di Ebola e fadi tutto per continuare ad essere il vincitore di questa partita cruciale.

vamenti scientifici, la popolazione dell’areacontinua a bere acque contaminate dagliidrocarburi. E a tutt’oggi litri e litri di pe-trolio continuano a riversarsi nel Delta del

Niger a causa di tubature ormai fatiscenti.“In qualsiasi altro Paese tutti questi fattiverrebbero considerati una catastrofe am-bientale. In questa zona della Nigeria, in-vece, sono fatte passare come normaliconseguenze dell’estrazione petrolifera”,spiega Audrey Gaughran di Amnesty Inter-national, un’organizzazione internazionaleimpegnata nella difesa dei diritti umani.

E’ un virusterribile che

prende il nomedal fiume africano lun-go il quale si verificòla prima epidemia nel1976. Negli ultimi mesiha fatto moltissime vit-time nel Continentenero ed è arrivato an-che in altri Paesi delmondo. Adesso sem-bra sconfitto, ma inquasi 40 anni è cicli-camente scomparso ericomparso. Quindi èbene non abbassare laguardia.

EBO

LA

LIBERIA

Il giornale-lavagnacontro Ebola

Sono materiali di origine organica (come petrolio,metano, ecc.) usati come combustibili.

IDROCARBURI

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i [email protected]

Gir am o ond Gir am o ondGir am o ond Gir am o ond

Gir am o ondGir am o ond

Ogni sera Mohamed Doyo, a bordo delsuo fuoristrada, percorre la savana del

Kenya, sbirciando i leoni che corrono dietroalle loro prede o ascoltando il richiamo delcuculo. Quando c’è la luna piena, Doyo rie-sce anche a vedere le cime innevate deimonti del Kenya, all’orizzonte. Ma non hatempo di fermarsi e ammirare lo straordi-nario spettacolo della natura, perché lui,insieme agli altri guardiani, è impegnatoin un compito fuori dal comune: quello ditenere lontani i bracconieri da una delle

specie animali più raree a rischio estinzione almondo, il rinocerontebianco. “È una granderesponsabilità questa,che pesa sulle nostrespalle” spiega Doyo. “Ètriste vedere cosa l’avi-dità umana è riuscita afare. Il nostro compitoè quello di vegliare ogniminuto i bracconieri, per salvare la vita diquesti pochissimi esemplari rimasti”. Negliultimi decenni il bracconaggio ai danni deirinoceronti è cresciuto esponenzialmente.Nel 1900 i meravigliosi quadrupedi almondo erano circa un milione, nel 1970erano scesi a soli 70mila esemplari. Oggi irinoceronti sono 29mila, e molti sforzi sistanno facendo per preservarli, ma il brac-conaggio rimane una minaccia. Doyo e glialtri ogni giorno tentano di contrastarla,in difesa del rinoceronte bianco.

KENYA

Lunga vita al rinoceronte bianco!

Sono coloroche praticano ilbracconaggio, checonsiste nel cacciareanimali senza permessi,autorizzazioni o rispet-to delle regole nazionalie internazionali. I brac-conieri sono un gravepericolo per l’equilibriodell’ecosistema.

BRAC

CONI

ERI

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i [email protected] 7

I l numero di suoi dischi in vinile è enorme.Zero Freitas, signore brasiliano e incredibile

amante della musica, possiede ben sei milionidi Lp e vanta la collezione più grande delmondo che continua a crescere di giorno ingiorno anche grazie alle donazioni di negozi eprivati. Il suo scopo non è solo quello dicreare una mastodontica collezione. Zero, grazieal cospicuo capitale ereditato, sta costruendouna grande sala aperta al pubblico doveascoltare sul posto o prendere in prestito idischi della tradizione brasiliana e mondiale. Èstato calcolato che per mettersi in ascolto ditutta la musica dei suoi sei milioni di dischi civorrebbero ben 300 anni, e molti di più se siconsiderano le ore della notte, quando sidorme, e il tempo che serve per togliere idischi dagli scaffali e farli partire sul giradischi.Oggi sembrano oggetti preistorici, anchese fino a 30 anni fa erano il modo piùdiffuso per ascoltare le can-zoni delle star mondiali.

Bambini invisibili, costretti a scappare e avivere nascosti, che non hanno documenti enon possono andare a scuola. La situazionedei minorenni senza dignità è molto gravenello Sabah, uno degli Stati della Malesia,dove secondo le associazioni di volontariatosono circa 50mila i giovanissimi costretti a vi-vere fuori dalla protezione della legge e dal ri-conoscimento statale. Sono i figli degli immigratiarrivati nel Paese dalle tribù nomadi del mare,come i Bajau Laut. Migranti che sono lacolonna portante dell’economia di Sabah mache, nonostante ciò, non vedono riconosciutialcuni propri fondamentali diritti, come quellodi sposarsi e di avere figli nel territorio dellaMalesia. Così chi ha un bambino evita di regi-strarlo all’anagrafe per paura di essere arrestatoo espulso. I figli dei genitori immigrati vivononel terrore. Si nascondono in ogni rifugio pos-sibile appena vedono un agente della polizia.Non possono avere accesso all’assistenzasanitaria né alla scuola pubblica. Alcune orga-nizzazioni umanitarie hanno allestito aule diemergenza per i piccoli senza documenti: lapolizia, grazie ad un accordo, non entra inquesti precari e rudimentali istituti ma è co-munque pronta ad arrestare i ragazzi appenaquesti escono dalle aule. “Succede così cheanche in classe si sentono terrorizzati ebraccati”, spiega una delle loro insegnanti.

MALESIA

Migranti? Vita impossibile

BRASILE

Caro vecchio vinile…

E’ un tipodi plastica usa-ta nella secondametà del Nove-cento per produrredischi su cui venivaincisa la musica (daascoltare conun’apposita appa-recchiatura, il gira-dischi). Questi di-schi venivano chia-mati Lp (abbrevia-zione di Long-pla-ying). Successiva-mente furono so-stituiti dai Cd, iCompact disk, an-cora diffusi ai giorninostri.

VINI

LE

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i [email protected]

Gir am o ondGir am o ond Gir am o ondGir am o ond

Gir am o ond

TAIWAN

Alberi in bottigliaConosci la famosissima canzone “Per

fare un albero, ci vuole un fiore”? Seno, chiedi ai tuoi genitori o ai tuoi nonnidi insegnartela… Intanto, però, sappi cheormai per fare un albero basta una bottigliadi shampoo! Ad inventare questo stranomodo di far crescere nuove piante è l’aziendaO’Right con sede a Taiwan, che realizzaprodotti per parrucchieri e li esporta intutto il mondo (anche in Italia). Il flaconeè costituto con una particolare materia to-

talmente biologica, cioè estratta damateriale organico deri-vante da scarti di fruttae verdura. Al suo interno,oltre allo shampoo,anch’esso realizzato consostanze naturali, ci sonosemi di caffè o di acacia.Una volta consumato tut-to il contenuto, la bot-tiglia può essere sotter-rata: grazie alla confe-zione biodegradabile, ilflacone si scioglierà com-pletamente nel tempo di

un anno, rilasciando nel terreno sostanzenutritive necessarie per far crescere il semecontenuto.Idea singolare a parte, l’innovazione diquest’azienda sta anche nel fatto che per

Sono bio-degradabili

tutte quellesostanze che si de-compongono se ab-bandonate nella natura:la carta, per esempio,ma anche le buste del-la spesa in amido dimais o altri materialiecologici. La plastica,invece, non lo è affatto:è, quindi, una sostanzainquinante.

BIO

DEGR

ADAB

ILE

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PAKISTAN

Una calciatricespecialeÈ la prima donna cristiana a rappresentare ilPakistan nella nazionale di calcio. Il suonome è Johann Geraldine Thomas ed è unagiovane ragazza di 18 anni che ha fatto ilsuo debutto internazionale nel novembredello scorso anno. Johann, figlia a sua voltadi una calciatrice pakistana, viene dallaregione del Karachi. Ha iniziato a dribblarele avversarie e a vestire la casacca dicalcio nel Laurentian Football Club quandoaveva cinque anni. La sua squadra raccoglievaragazzi e ragazze che venivano dalle mino-ranze religiose e dava loro la possibilità diuscire dall’isolamento e dalla discriminazione.La vita in Pakistan, infatti, per chi appartienea una minoranza religiosa, può essere dram-matica. Nei passati due anni ci sono stati38 attentati contro i cristiani, che hannocausato la morte di 200 persone.“Per noinon importa che un calciatore sia cristianoo musulmano, e nessuna delle ragazze dellasquadra in mezzo al campo si preoccupa

realizzare i suoi prodotti viene monitorataogni fase della lavorazione perché sia menoinquinante possibile: l’energia utilizzata èdi tipo eolico e solare; l’acqua necessariaviene recuperata da quella piovana; l’in-chiostro usato sulle confezioni deriva dallasoia e i tappi dei flaconi sono in bambù,visto che quelli di plastica si disperdononell’ambiente, finiscono in mare e vengono

ingoiati dai gabbiani. Inoltre ogni anno il10% dei guadagni viene destinato ad ope-razioni di salvaguardia dell’ambiente, come– per esempio – la racconta della plasticadispersa in giro per strade, campagne,spiagge. Insomma, una vera rivoluzioneverde.

del credo religioso di appartenenza di unacompagna o di un’avversaria”, spiega RubinaIrfan, presidente del Balochistan, squadradove Thomas gioca. La giovane calciatriceè cosciente delle sue grandi responsabilità:“So che molte minoranze nel nostro Paesenon godono nemmeno dei diritti fondamentali.Spero che col mio esempio i giovani delleminoranze, che siano cristiani, indù o sikh,trovino il coraggio di uscire dal loro isola-mento”.

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i [email protected]

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o

V iagg i in…oViagg i in…o

Viagg i in…o

Non solopagodeNon solopagodeUn tempo era l’antico Regno diBurma, ribattezzato Birmania dopol’indipendenza dal Regno Unito nel1947. Oggi questo Paese del Sud-estasiatico è conosciuto con due nomi:Myanmar e Birmania. Povertà enuove ricchezze, tradizione emodernità qui abitano insieme, anchese i cambiamenti sono rapidi per inuovi affari che da anni le impresecinesi, indiane e occidentali stannofacendo, grazie alla mano d’opera abassissimo costo e allo sfruttamentodelle materie prime.

Si chiama così il “risvegliato”, cioè un essere che –secondo il buddismo – ha raggiunto l’illuminazione. Il

buddismo, più che una religione, è considerato un insiemedi tradizioni, un pensiero, una filosofia di vita con precise

pratiche devozionali e spirituali. Sorto nel IV secolo a.C. inIndia, si è diffuso soprattutto nel Sud-est asiatico e in EstremoOriente. Caratteristica del buddismo sono le pagode, edifici aforma di torre, nei quali viene praticato il culto buddista.

BUDD

A

Myanmar

P hyu si avvicina sorridendo alle auto-mobili ferme ai semafori. Offre bianche

ghirlande di gelsomini da lasciare neitempli davanti alle statue del Budda, sempreornate di fiori, frutta e candele. Cominciapresto la giornata di Phyu, otto anni, ingiro per le strade di Yangon, la più grandecittà del Myanmar con i suoi cinque milionidi abitanti. E’ un ragazzino vivace e curioso,

che abita in una baraccopoli vicino allavecchia ferrovia: i pochi spiccioli che gua-dagna gli servono per portare qualcosa acasa e comprare un piatto di riso e polpet-tine da uno dei venditori di cibo di strada.Yangon è una delle più belle e caotichecittà del Sud-est asiatico. Povertà e nuovericchezze, tradizione e modernità abitanoinsieme nel Paese ricco di legnami pregiatie pietre preziose.

La “Signora” più amataDopo 50 anni di potere in mano ai militarie di isolamento dalla comunità internazio-

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nale, il Myanmar, con circa 50 milioni diabitanti, si prepara alle elezioni del prossimonovembre, mentre la nuova Costituzionelascia molti dubbi sulle aperture promessedall’attuale governo dell’ex generale TheinSein. La donna birmana più amata nelmondo, la “Signora” (come la chiama lasua gente) Aung San Suu Kyi, fondatricedella Lega nazionale per la democrazia(Lnd) e Premio Nobel per la pace nel 1991,viene oggi messa in ombra dall’articolo 59della Costituzione che la esclude dallacorsa alla presidenza del Paese (perché ve-dova e madre di cittadini di nazionalitàstraniera). Sarà probabile, dunque, che nonlei ma altri politici, legati al vecchioregime, siano eletti prossimamente. A loro

Le donne birma-ne non usanotrucchi allamoda occiden-tale ma sono abituate a coprirsi leguance con una crema chiara e trasparente(utilizzata anche dai bambini) come se fosseuna cipria. Si chiama Thanakha e serve inrealtà a proteggersi dai raggi del sole cheda queste parti picchia forte. L’impasto ve-getale viene ricavato dal legno macerato,ottenuto dalla corteccia della palma di Toddycon proprietà schiarenti e lenitive. Il tron-chetto (in vendita nei mercati locali) vieneinumidito e strofinato a lungo su una lastra,fino ad ottenere un fluido giallo che siapplica direttamente sulla pelle.

SOPRA - Le pagode sono edifici molto diffusi in Myanmar(e non solo), luoghi di culto per i fedeli buddisti.IN BASSO - Il piccolo Phyu vende ghirlande di gelsominialle automobili ferme ai semafori. Anche lui ha sulle guancela tipica crema Thanakha.

Usi e costumi

UNA CREMA NATURALE

toccherà innanzitutto cercare di riconciliarei gravi conflitti etnici del Paese.

I monaci buddistiUn ruolo importante nella conciliazione del

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Paese è sempre stato svolto dai mo-naci buddisti, 500mila tra uomini edonne, con una grande autorità moralee civile. In Myanmar il buddismo è pro-fessato dal 90% della popolazione chefrequenta spesso le pagode, templi

i [email protected]

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o Viagg i in…o

Viagg i in…o

Un burattinaio aveva un figlio di nomeAung e sperava che facesse il suo stesso

mestiere. Ma Aung aveva altro per la testa ese ne andò di casa in cerca di fortuna. Ilpadre gli disse: “Ti darò dei compagni diviaggio: queste quattro marionette, ognunacon una virtù speciale”. La prima marionettaera il re degli dei e la sua virtù era la

Antica fiaba birmana

Le quattro marionettesaggezza. La seconda era un orco, simbolodella forza. La terza era un mago e rappre-sentava la conoscenza. La quarta era unsanto eremita ed era il ritratto della bontà.“Ciascuna di queste virtù potrà aiutarti. Maricorda: forza e conoscenza devono sempreessere al servizio di saggezza e bontà”,spiegò il padre.Aung partì. Alla sera in un bosco chiese allamarionetta reale se il posto fosse sicuro perdormire. Con sua meraviglia, la marionettaprese vita e disse: “Apri gli occhi. Se nonguardi ciò che sta davanti a te, per gli altrisarà facilissimo fuorviarti!”. Così Aung scorsetracce di tigre e si mise al sicuro su unalbero. Il giorno dopo, lungo la strada videpassare una carovana che trasportava mercipreziose. Chiese alla marionetta-orco come

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sacri slanciati verso il cielo, spessodorati e abbaglianti.Oggi la globalizzazione è arrivataanche nel Paese delle “mille pagoded’oro”: saranno i bambini come Phyui cittadini del Myanmar che verrà.

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poteva diventare un ricco mercante e la ma-rionetta rispose: “Devi avere molta forza” esubito si staccò una frana dalla montagnache bloccò la carovana. I conducenti fuggironoe Aung corse a prendere i tessuti lucenti e lepietre preziose. Ma un singhiozzo lo fermò:veniva da un carro rovesciato dove piangevauna graziosa ragazza. “Mi chiamo Mala e miopadre è il padrone di questa carovana”. Aungsi innamorò di lei e insieme si diresseroverso la città. Ma non sapeva cosa fare ditutte quelle ricchezze. Lo chiese alla mario-netta-mago che disse: “Se vuoi che la tuasaggezza cresca, impara i segreti della natura”.Lo sollevò in cielo da dove Aung vide ognicosa con occhi nuovi e pensò che c’eranotante ricchezze da dividere con gli altri.Arrivò in città e costruì un grande palazzo

per sé, per le marionette e per la ragazzache lo rifiutava, malgrado i magnifici doniche riceveva. Alla marionetta-eremita chiesecosa fare. Rispose: “Tu credi che la ricchezzarenda felici. Ma la vera felicità deriva solodalla bontà. La cosa importante non è ciòche possiedi, ma quello che fai con ciò chepossiedi”.Da quel giorno Aung usò la sua ricchezza ele sue capacità per fare del bene. Costruìuna pagoda e offrì cibo e ospitalità aivisitatori del tempio. Vennero anche Mala esuo padre e la giustizia trionfò sulla ricchezza.Mala e Aung si amarono per tutto il restodella loro lunga vita.

È un fenomeno contemporaneo che riguarda tutto ilpianeta e lega a doppio filo un’area del globo con un’altra,magari al capo opposto. In un mondo globalizzato ciò cheaccade in un luogo ha conseguenze dall’altra parte del mondo:le economie, i commerci, l’ambiente, lo sviluppo locali, cioèrelativi ad un preciso luogo, diventano facilmente globali, cioèrelativi al mondo intero.

GLOBALIZZAZIONE

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DossierDossier Dossier

Dossier

Dossier

R omana arriva dall’Ucraina,scappata dalla guerra e dallapovertà. E’ venuta in Italia

in cerca di un lavoro e di un tettoper la famiglia, che nel frattempoè rimasta nel suo Paese.Adam è un giovane africano di33 anni proveniente dal Niger.

E’ arrivato a Lampedusa dopo averattraversato la Libia sotto i bombardamenti,

e il Mar Mediterraneo a bordo di un barconeche ha rischiato di affondare. Nel suo Paesesono rimasti sua moglie, sua madre, suofratello con la rispettiva famiglia di quattrofigli, e sua sorella. Tutti senza sapere concosa campare.Mohammed è un dentista che viveva a Da-masco, nella capitale, ma in quattro anni diguerra ha perso casa, famiglia, lavoro. Dopoun viaggio rocambolesco e molto pericolosoè riuscito a sbarcare in Italia. Qui vorrebbericostruirsi una vita.Di Romana, Adam, Mohammed ce ne sonomigliaia e migliaia. Ciascuno scappa da tra-gedie, morti, povertà, distruzione e sognaquello che tutti desiderano per sé: una vitanormale, con un lavoro, una famiglia e lapossibilità di vivere serenamente.Quando Romana, Adam, Mohammed e tantialtri arrivano in Italia, che sia via mare o via

terra, sono consideratistranieri, definiti damolti “clandestini”,guardati con so-spetto, paura o,peggio, con di-

Pensi che le persone che arrivano sullecoste italiane siano invasori, usurpatoridelle risorse a nostra disposizione, mo-tivo di preoccupazione, clandestini daallontanare? Leggi il dossier e lasciatiguidare dagli stimoli della Parola di Dio(e non solo). Alla fine ti accorgerai chele persone che arrivano sulle nostrecoste non sono “stranieri” ma soltanto“nostri fratelli migranti”. Se poi questopercorso di scoperta lo fai nei pomeriggiestivi con gli amici, in famiglia, in par-rocchia, al grest, ai campi scuola, saràtutto più divertente e arricchente. Buondivertimento!

Stranieroper chi?Stranieroper chi?

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Le migrazionisono sempre esi-stite nella storiadell’umanità eprobabilmentee s i s t e r a n n osempre. Ma ilfenomeno del-l’immigrazionenon riguardasolo l’Europa.Ecco qualcheesempio.

In Libano - Paese del Medio Orienteche conta quattro milioni di persone – dal 2011ad oggi è arrivato un milione di profughi dallaSiria, in fuga dalla guerra: ciò significa che nelPaese dei Cedri ogni quattro libanesi c’è un si-riano.In Messico, Paese dell’America Centrale che sitrova sulla rotta delle migrazioni dall’AmericaLatina a Stati Uniti e Canada, transitano 400milamigranti all’anno.In Oriente sono sempre di più i “boat people”,migranti che si imbarcano su barconi in fugadalla povertà e dai conflitti del Bangladesh odel Myanmar e vanno alla deriva nell’OceanoPacifico, nella speranza di raggiungere la Ma-lesia, le Filippine o l’Indonesia. “C’è un doveremorale nel proteggere (i boat people, ndr)dal male da cui stanno fuggendo, e a nonrimpatriarli in modo forzato. C’è l’obbligo dinon lasciarli alla spietatezza delle intemperiein alto mare”, scrive monsignor SocratesVillegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupane presidente della Conferenza episcopalefilippina. Secondo il prelato, l’atteggiamentodei Paesi del Sud-est asiatico che hannorifiutato di dare ospitalità ai rifugiati è de-precabile: “In molti casi le guardie costiererimorchiano i barconi ricolmi di fratelli esorelle malati e affamati, lasciandoli al

largo ad affrontare le intemperie e spesso, pur-troppo, a morire!”.

sprezzo e fastidio. Molti italiani pensanoche questi “stranieri” vengano per rubarci illavoro, mettere a soqquadro la nostratranquillità, sottrarci case, spazi e risorse,inquinare la nostra religione. Ma non ècon questi occhi che chiunque ha uncuore di carne – non di pietra - puòguardare a Romana, Adam, Mohammed ealle centinaia di migliaia di persone chearrivano in Europa! A maggior ragionenon può farlo un cristiano! Papa Francescoci insegna a considerare queste personecome “nostri fratelli migranti”, non come“stranieri”.Come si fa? Basta imparare a guardare congli occhi della PREZIOSITÀ, della VERITÀ edella FIDUCIA (vedi pagine che seguono).

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Migranti non solo in Europa

Dalla Parola di Dio

Nella Bibbia si parla molte volte di accoglienza

dello straniero. Spesso, sotto le

sembianze di uno

sconosciuto che arriva e chiede ospitalità, si

nasconde un angelo inviato dal

Signore. Cerca nel-

l’Antico e nel Nuovo Testamento questi brani, im-

magina la scena e disegnala:

- Dal Libro della Genesi, capitolo

18, versetti 1-5;

- Dal Libro del Levitico, capitolo 1

9, versetti 33-34;

- Dal Libro di Tobia, capitolo 5, ver

-

setto 4;

- Dal Vangelo di Matto,

capitolo 25, versetto

35;- Dalla Lettera agli E

brei,

capitolo 13, versetto 2.

L’icona (immagine sacradipinta su tavola) dellaTrinità, realizzata daAndrej Rublëv nel 1422,raffigura l’ospitalità diAbramo (vedi Genesi 18).

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DossierDossier

DossierDossier

DossierDossierDossier

S pesso ci preoccupiamo delle nostrecose, di ciò che possediamo, delle ric-

chezze che con fatica ci siamo conquistati ocon fortuna ci siamo ritrovati tra le mani. Avolte, però, questi beni materiali (che co-munque rimangono cose, anche se costose)diventano più importanti delle persone(che comunque rimangono esseriumani, anche se non li conosciamopersonalmente). Invece è importantesaper dare il giusto valore alle cose,non dimenticare mai chi non è fortu-nato come noi nel disporre di beni erisorse, non avere nessuna titubanzanel considerare molto più preziosa unapersona (chiunque essa sia) rispetto auna cosa (qualunque essa sia).

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Con gli occhi della PREZIOSITÀ

L’episodioQ uest’estate chi va al mare a Bibione

(in Veneto), in una delle spiagge piùaffollate d’Italia, troverà un’iniziativa esem-plare: la raccolta di offerte per le famigliecristiane di profughi del Medio Oriente e perle ragazze madri ospiti della Casa famiglia“Madre della Vita” di Pordenone. Gli ammi-nistratori locali, gli operatori turistici e laChiesa del luogo hanno preso sul seriol’invito di papa Francesco a non voltarsi dal-l’altra parte rispetto alle sofferenze di tantefamiglie nel mondo. Una scelta sicuramenteinsolita per una località di vacanza estiva,

ma Bibione è orgogliosa di essere la prima apromuovere quest’iniziativa. Se è vero, infatti,che il mare è occasione di spensieratezza eriposo, “ciò non significa – spiega GiovanniMazzarotto, presidente del Consorzio di pro-mozione turistica Bibione Live - che non sipossa dedicare un po’ del proprio benesserea chi sta lottando per mettere in salvo ilfuturo dei propri figli. L’obiettivo di Bibioneè raccogliere fondi per evitare alle famigliedi dover abbandonare le proprie case perchésenza lavoro e senza speranza. Grazie allaCaritas italiana potremo convogliare le nostredonazioni per un progetto che rende orgogliosinoi e i nostri turisti”.

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Attività da realizzareAttività da realizzare

Dopo aver letto il Vangelo di Marco

(capitolo 5, versetti 1-20), scrivi su un

foglietto la cosa (materiale, concreta)

più preziosa che hai o a cui non rinun-

ceresti facilmente. Poi, dall’altro lato

del foglietto, annota il nome di una per-

sona per la quale saresti disposto a

rinunciare alla cosa appena scelta.

Chiedi ai tuoi amici (fratelli, genitori,

chi vuoi…) di fare altrettanto e poi con-

frontatevi.

Parola di DioL’INDEMONIATO GERASENO

I l Vangelo di Marco (capitolo 5, versetti

1-20) racconta di quando Gesù arriva

nella regione dei Gerasèni, in territorio stra-

niero. Qui guarisce un uomo tormentato

da moltissimi spiriti immondi, che lo tengono

prigioniero. Nonostante questo giovane non

appartenga al popolo d’Israele (sia quindi

straniero rispetto al Maestro e ai suoi disce-

poli), è il primo a riconoscere il Messia e a

rivolgersi a Lui come tale. Gesù, di fronte

alla sofferenza di quell’uomo, non ci pensa

due volte: pur di salvarlo, sperpera un’enorme

ricchezza, ovvero una mandria di porci, che

all’epoca costava davvero tanto. Con questo

gesto il Maestro insegna che la persona

(chiunque essa sia: un uomo, una donna,

uno straniero o un amico) è più preziosa

della cosa più preziosa al mondo. E per alle-

viare le sue sofferenze è giusto essere disposti

a tutto (anche rinunciare ad una cosa di

grande valore).

E io?

In alto: Una barca di migranti in arrivo dal Nord Africa sullecoste italiane.

A sinistra: Sbarco di migranti a Malta: in genere, asoccorrere i barconi che arrivano stracarichi dal Nord Africasono le navi militari.

Sopra: Un migrante bacia terra, appena sceso dalla navemilitare che ha soccorso il barcone su cui ha effettuato latraversata del Mar Mediterraneo: un modo per ringraziare diessere arrivato sano e salvo.

i [email protected] 17

DA PAPA FRANCESCOCari migranti, non perdete la speranza che sui vostrisentieri possiate incontrare una mano tesa, che vi siadato di sperimentare la solidarietà fraterna e il caloredell’amicizia!(Dal Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014)

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DossierDossier

[email protected] (Il dossier segue a pagina 19)

L’episodioF bbriche di Vergemoli è un piccolissimo

Comune montano della Provincia diLucca. Qui, e più precisamente in una suafrazione di 200 abitanti, sono stati accolti20 migranti: un bel numero rispetto allapopolazione locale (sarebbe come se Roma,che conta 2,5 milioni di abitanti, ne ospitasse250mila)! La convivenza è stata accettatada subito: “Abbiamo stimolato le struttureospitanti – spiega il sindaco, MicheleGiannini - ad insegnare ai rifugiati ciò cheè alla base della civile convivenza ed unprincipio alla quale la nostra comunità nonintende prescindere: l’assoluto rispetto delleregole “. Poi è stato importante conoscersi:

i migranti si sono inseriti nella vita delpaese ed hanno dato la loro disponibilità asvolgere piccoli lavori quotidiani, come lamanutenzione delle strade, la pulizia dallaneve in inverno e dalle erbacce in estate.Così Moses, cristiano, che la lasciato laNigeria per sfuggire alle persecuzioni religiose,e Zaheer, musulmano, scappato dal Pakistanperché la sua famiglia è stata presa di miradai talebani, sono solo due dei migrantiche oggi lavorano come tirocinanti nel Co-mune di Fabbriche di Vergemoli, sono im-mensamente grati alla comunità che li haaccolti e possono finalmente provare a di-menticare le tremende situazioni di difficoltàe conflitto in cui erano costretti a viverenei loro Paesi.

Dossier

Con gli occhi della VERITÀ

Q uando si entra in relazione con una per-sona, è inevitabile farsene a prima vista

un’idea. L’importante, però, è non fermarsi al-l’apparenza, alla prima impressione. Occorrelasciare spazio all’incontro, valorizzare le ca-ratteristiche positive e non rimanere legati aprecomprensioni. Solo la conoscenza rompeogni pregiudizio e conduce alla verità.

Sopra: Il titolo di viaggio e il permessotemporaneo esibiti dai migranti arrivati in Italiae diretti in un Paese del Nord Europa.

A fianco: Lampedusa – Monumento ai migrantimorti e dispersi in mare, intitolato “Porta diLampedusa, Porta d’Europa”, realizzato daMimmo Paladino ed eretto sull’Isola nel 2008.

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Era il 2 maggio scorso, quandocon tanta gioia nel cuore siamobalzati sul pullman che dallachiesa Maria SS. Ausiliatrice ciha portati alla stazione di Ugen-to.Il tempo freddo e piovoso giàdal mattino minacciava la nostramissione, ma canti, sorrisi esaluti hanno scaldato l’atmo-sfera e… nell’attesa che arri-

n.7-8Luglio/Agosto2015

Notizie da…Notizie da…

Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca

Ragazzi missionari in festa a bordo del treno missionarioRagazzi missionari in festa a bordo del treno missionario

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II

vasse il trenino, abbiamo fattoamicizia coi gruppi degli altripaesi: Montesano, Patù, Ugento,Supersano.Intanto le catechiste ci hannoconsegnato la “sacca del mis-sionario” e poi ci hanno asse-gnato una bella fascia verde(da esibire ben in vista), che

contraddistingueva il nostro gruppo.Che bello! Anche il nostro cartellone con la scritta: “E PER LE STRADE DELMONDO PORTERO’ IL TUO AMORE, O SIGNORE, IN DONO AD OGNICUORE!”, aveva lo sfondo colorato di verde e noi, io e Vanessa, siamo state moltocontente di alzarlo in alto come testimonianza del nostro impegno missionario.Finalmente è arrivato il trenino! Che avventura! Io e Vanessa, insieme allanostra catechista Vichy e ad altri bambini, abbiamooccupato l’ultimo vagonee ad ogni fermata si ac-corciava sempre di più lastrada per Santa Maria diLeuca.Durante il viaggio la miacatechista ci ha parlatodell’amicizia e di com’è

Notizie da…Notizie da…

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bello condividerel’amore di Dio con glialtri e poi ci ha spie-gato che il trenino mis-sionario arriva in tutto il mondo, perché siamonoi i vagoni del treno che raggiungono ognidestinazione!Così siamo arrivati a Leuca, dove ci ha calo-rosamente accolti il vescovo monsignor VitoAngiuli sotto il pallido sole che si specchiavanel blu del mare e rischiarava il cielo di unleggero bagliore, come luminarie per unafesta meravigliosa. Tutta la piazza del

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IV

PIANETA MISSIO RAGAZZI è a cura di Missio RagazziVia Aurelia, 796 - 00165 Roma

Tel. 06/66502644 - 645; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] offerte: ccp n. 63062632 intestato a MISSIO - POIM - Via Aurelia, 796 - Roma

Santuario era piena di palloncinicolorati e di persone felici checantavano canti gioiosi al Signore;qui un momento di preghiera,in chiesa, guidata dal nostro ve-scovo e da don Rocco Maglie,direttore del Centro missionariodiocesano e ora sacerdote fideidonum in Rwanda. Poi di nuovofuori, per passarci la “fiaccolamissionaria” fra i rappresentanti

delle parrocchie, simbolo dell’im-pegno alla missione che uniscetutti i Paesi.Pronti per il ritorno, abbiamo fattouna foto per ricordare questa bellaesperienza: come sfondo il mareaperto, come per sempre apertoè il nostro cuore al Signore.

Cera Maria PiaGruppo CatechismoParrocchia Maria SS. AusiliatriceTaurisano (LE)

Notizie da…Notizie da…

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Dossier Dossier

DossierDossier

Dossier

[email protected] 19

Parola di Dio

LA SAMARITANA AL POZZO

I l Vangelo di Giovanni (capitolo 4, versetti

5-30) racconta dell’incontro tra Gesù e una

donna samaritana. Non solo i samaritani erano

considerati nemici dei Giudei, ma quella donna

era – si direbbe oggi – poco raccomandabile. Il

Maestro non si fa problemi: le chiede da bere,

si mette a conversare con lei, le rivela la sua

identità… insomma, ignora i pregiudizi (sa-

maritana, nemica, donna, poco raccomandabile)

e fa conoscenza con lei, ricercando la verità.

DA PAPA FRANCESCOGuardando alla realtà dei migranti, un altro elementonel cammino di costruzione di un mondo migliore èquello del superamento di pregiudizi e precomprensioninel considerare le migrazioni.E’ necessario un cambio di atteggiamento verso imigranti da parte di tutti; il passaggio da un atteggiamentodi difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione– che, alla fine, corrisponde proprio alla “cultura delloscarto” – ad un atteggiamento che abbia alla base la“cultura dell’incontro”, l’unica capace di costruire unmondo più giusto e fraterno, un mondo migliore.

(Dal Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014)

Omar è un giovane tunisino arrivatoall’isola di Lamedusa nel dicembre 2010.

Attività da realizzareAttività da realizzareDopo aver letto il Vangelo di Giovanni(capitolo 4, versetti 5-30), chiedi ad unamico di giocare con te. Prendete cartae penna e ricopiate il foglietto qui afianco. Tu dici al tuo compagno unaspetto di lui che ti colpisce ed egli loscrive sul suo foglietto nello spazio“TU DI ME”. Poi viceversa. Successiva-mente ognuno, per proprio conto, riem-pie gli altri tre riquadri del suo fogliet-to. Se siete vari amici, mettetevi a cop-pie e poi confrontatevi.

E io?

io DI ME

dio DI ME

GLI ALTRIDI ME

TU DI ME

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Non fidarsi significa presupporre che l’altronon meriti la mia stima, il mio credito. La

fiducia è alla base di ogni relazione, tanto chequando tra due persone viene meno, difficil-mente un rapporto può andare avanti. A voltecapita di perdere la fiducia in qualcuno in se-guito a comportamenti scorretti o tradimenti.Ma spesso succede che la fiducia non vengadata a priori, soprattutto ai migranti: conloro siamo spesso sospettosi, credendoli pe-ricolosi, usurpatori di lavoro e soldi pubblici,prepotenti. Come in ogni popolazione, anchetra loro c’è chi compie errori e non sicomporta bene, ma la stragrande maggioranzaè onesta, retta e di grande animo.

L’episodioÈ accaduto a Firenze lo scorso 22 maggio.

Un giovane turista francese si è sportoeccessivamente dal Ponte Santa Trinita perfare delle foto ma è scivolato, cadendo nelfiume Arno. Un marocchino di 27 anni,Toufik Chtouki, che ha visto la scena, non ciha pensato due volte: dopo essersi spogliatovelocemente, si è tuffato per andare asalvarlo. Ha nuotato con tante bracciate perraggiungere la zona centrale del corso d’acquae poi ha messo al sicuro il francese, facendoloaggrappare alla base di uno dei pilastri chesostengono il ponte. Per entrambi sonoarrivati i soccorsi in canotto e tutto è finitobene. “L’ho visto andare giù, non potevo la-sciarlo morire: siamo tutti uguali su questaterra”, ha commentato Toufik dopo aver sal-vato il turista.

Parola di Dio

IL CENTURIONE ESEMPLARE

I l Vangelo di Luca (capitolo 7, versetti 1-

10) descrive la guarigione del servo di un

centurione. Ancora una volta ecco l’incontro

tra Gesù e uno straniero (il centurione è ro-

mano, quindi pagano, ovvero non ebreo).

E’ proprio quest’ultimo a mostrare un’in-

condizionata fiducia nel Maestro e a guada-

gnarsi il più bel complimento di Gesù: “Ne-

anche in Israele ho trovato una fede così

grande!”. Tanto che le parole del centurione

sono diventate per tutti i cattolici del mondo

e della storia la professione di fede che si

recita durante la Messa, prima di fare la Co-

munione: “Signore, non sono degno di par-

tecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una

parola e io sarò salvato”.

Sopra: Un centro di accoglienza temporaneo, ospitato pressouna caserma in disuso dei Vigili del Fuoco.

Con gli occhi della FIDUCIA

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Clandestino: parola usata da alcuni politici per indicare lo straniero che entra o soggiorna in un Paese inviolazione delle leggi sull’immigrazione (stranieri che, entrati in Italia regolarmente, restano dopo la scadenza delvisto o dell’autorizzazione al soggiorno). Il termine corretto per indicare questa categoria di stranieri, però, non èclandestino, ma migrante irregolare.Immigrato: chi si è trasferito in un altro Paese o si è stabilito temporaneamente o definitivamente per ragioni dilavoro in un territorio diverso da quello d’origine.Rifugiato: persona alla quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico (perché nel suo Paese di originerischiava la vita a causa della sue idee).Richiedente asilo: chi si trova al di fuori dei confini del proprio Paese e presenta una domanda per l’ottenimentodello status di rifugiato politico.Profugo: chi si è allontanato dal Paese di origine per le persecuzioni o per una guerra.Sfollato: chi è stato costretto a fuggire dal proprio luogo di residenza abituale in seguito a situazioni di conflitto,violazioni dei diritti umani o disastri ambientali ma non ha attraversato confini internazionali.

Attività da realizzareAttività da realizzare

Chiedi a mamma o papà di aiutarti.

Deve solo sorreggerti mentre tu, lenta-

mente, ti lasci cadere all’indietro nel

vuoto, con tutto il corpo, certo che ver-

rai sostenuto da lei/lui. Ti sei fidato di

mamma o papà lasciandoti cadere

nelle sue braccia o hai avuto paura di

non essere salvato? Quali sono state

le tue sensazioni? Se siete vari amici a

fare questo gioco, confrontatevi su

cosa avete provato.

E io?

DIZIONARIO DELLE MIGRAZIONI

DA PAPA FRANCESCONon di rado l’arrivo di migranti, profughi, richiedentiasilo e rifugiati suscita nelle popolazioni locali sospettie ostilità. Nasce la paura che si producano sconvolgimentinella sicurezza sociale, che si corra il rischio di perdereidentità e cultura, che si alimenti la concorrenza sulmercato del lavoro o, addirittura, che si introducanonuovi fattori di criminalità. I mezzi di comunicazionesociale, in questo campo, hanno un ruolo di grande re-sponsabilità: tocca a loro, infatti, smascherare stereotipie offrire corrette informazioni, dove capiterà didenunciare l’errore di alcuni, ma anche di descriverel’onestà, la rettitudine e la grandezza d’animo dei più.

(Dal Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014)

A fianco e sopra: Libia – Conseguenze dei bombardamentidella Nato in Libia nel 2011.

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LA PAROLA AD UN HIJAB

Ciao hijab! Tu servi a nascondere

i capelli delle donne. Ma perché

sei proprio così necessario?

Nel Corano (il libro sacro dell’islam) èscritto che la bellezza delle donne nondeve essere mostrata ad altri che ai mariti.Per questo io copro i capelli delle donne:perché esse non siano molestate e si possanomostrare in tutta la loro bellezza e splendoresolo all’uomo che le ha sposate.

Sì, certo. Spesso sono le donne stesse a

sentirsi più a loro agio con il velo. Quando

io copro la loro testa, esse sanno che sto

mandando un messaggio al mondo intero:

quella donna è già impegnata, il suo cuore

non è libero.

Quindi è una specie di protezione?

1

2

Nell’islam ce ne sono di diversi tipi e li indossano

le donne musulmane: sono i veli islamici, copri-

capo che servono a tenere nascosti i capelli. Perché?

Abbiamo immaginato di chiederlo ad un hijab: un

modo per capire che origine abbia questa usanza e

perché è ancora tanto diffusa.

Il segreto del velo

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Da quello che posso vedere io, dalle preghiere rivolte dai

credenti e da quello che ho letto, credo che l’islam sia una re-

ligione di pace come tutte le religioni. Purtroppo in molti casi

viene usata con altri pretesti per fare la guerra o giustificare le

violenze. Ma nel Libro sacro non si legge in alcun passo che il Profeta

vuole la guerra. E’ esattamente il contrario!

Tu conosci molto bene il Corano. Qual è il suo messaggio di fondo?

Che significato ha il tuo nome?

Perché non tutti i Paesi arabi sono uguali! InTunisia e in Palestina, ad esempio, le donnesono molto più libere e sono anche molto eman-

cipate dalla tradizione islamica. Diciamo che in

alcuni Paesi c’è più spazio per la modernità ma non

per questo le persone sono meno religiose. Insomma,

dipende molto dalla loro cultura. Ma spesso è vero

anche il contrario: ci sono donne islamiche modernissime

e molto progredite che hanno scelto di indossarmi.

In alcuni Paesi arabi, però, le donneislamiche non ti indossano. Perché?

Il mio nome, hijab, in arabo significa “celare allo sguardo”. C’è da dire

che esistono molte tipologie di velo islamico: ci sono veli molto più co-

prenti di me. Addirittura alcuni coprono tutto il viso lasciando scoperti

solo gli occhi. E altri nascondono perfino gli occhi! Queste tradizioni non

mi piacciono: sono veramente castiganti per le donne. Io servo a coprire

la testa per ‘rendere invisibile’ l’intimità delle donne.

Anche in altre tradizioni religiose la testa ha un significato simbolico: per

gli induisti, ad esempio, il turbante ha un valore simile.

Foto 1:Gerusalemme – La moschea diOmar sorge sulla Cupola dellaRoccia, il luogo da cui,secondo la tradizione islamica,il profeta Maometto sarebbesalito al Cielo.

Foto 2:Il Libro sacro della religioneislamica è il Corano, scritto in arabo.

Quindi è anche una questione

di scelta personale?

In alcuni Paesi certamente sì. D’altra parte

anche in Italia molti anni fa le donne indos-

savano una sorta di fazzoletto in testa e le

più

anziane non lo toglievano quasi mai… Poi questa

tradizione è stata sostituita da altre e a

lla fine si è

persa. Forse con l’avanzare delle rivolte arabe, con

la contaminazione del mondo europeo, anche in

Medio Oriente tra molti anni non sarà più così ne-

cessario indossarmi...

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NELLA TERRA DI GESÙ

Tanti tg e quotidiani le hanno definitele prime due sante palestinesi. Ma la

canonizzazione di Marie Alphonsine Ghattase di Mariam Baouardy non è certamentestata la prima della storia palestinese.Infatti le donne discepole di Gesù e quelleche hanno fondato la Chiesa nei primisecoli di storia, non sono forse già santepalestinesi?Le due donne che papa Francesco ha cano-nizzato lo scorso 17 maggio in piazza SanPietro a Roma - la prima fondatrice delle

Suore del Rosario e la seconda fondatrice

Sante di DioSante di Dio

«Conformatevi ad immagine del Santoche vi ha chiamati, diventate santianche voi in tutta la vostra condotta».(1Pt 1,15)

La Chiesa cattolica di Terra Santa hadue nuove sante palestinesi: Marie Alphon-sine Ghattas e Mariam Baouardy sonostate canonizzate lo scorso 17 maggioda papa Francesco in piazza San Pietro,a Roma. Una grande festa per i fedelicattolici di Israele e Palestina!

La Cisgiordania è una regione mediorientale dovevivono circa due milioni di arabi palestinesi di religione

musulmana e cristiana. Dal 1967 è occupata militarmente daIsraele, che ne controlla tutti i confini e limita fortemente lalibertà di movimento di chi vi abita. Per fare un viaggio all’estero,un palestinese è obbligato a chiedere un permesso specialealle autorità israeliane: molto spesso capita che non venga ac-cordato o venga concesso con particolari restrizioni.

CISGIORDANIA

A fianco:Piazza San Pietro (Vaticano) - Tra i fedeli presenti allaMessa di canonizzazione delle due sante palestinesisvoltasi lo scorso 17 maggio, circa 700 eranopalestinesi: molti di essi esponevano la loro bandiera.A destra:Il poster realizzato dal Patriarcato latino diGerusalemme in occasione della canonizzazione delledue sante palestinesi.

del Carmelo di Betlemme – sono le primedue sante palestinesi della storia moderna.Per questo hanno fatto notizia nei grandimezzi di comunicazione e hanno scatenatotra i fedeli di Terra Santa una grande euforia.Circa 700 cattolici palestinesi hanno ottenutoil permesso dalle autorità israeliane dilasciare la Cisgiordania e poter parteciparecosì alla canonizzazione a Roma. Tutti glialtri fedeli sono rimasti nelle proprie cittàdi origine ma hanno pregato e festeggiatoinsieme alla propria comunità di fede, chi aBetlemme, chi a Gerusalemme, chi in Gali-lea.

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Marie Alphonsine Ghattas e MariamBaouardy sono due donne, due religiose,due palestinesi, entrambe portano il nomedella Vergine Maria, sono vissute nella se-conda metà dell’Ottocento e si sono speseper i piccoli e i poveri del loro tempo. Laprima, di Gerusalemme, a 17 anni fondò lafamiglia religiosa delle Suore del Rosario,riservata a sole donne arabe. La seconda,nata a Ibillin (un villaggio vicino a Nazareth,in Galilea), fondò il Carmelo a Betlemme,prima di morire a 32 anni.Monsignor Fouad Twal, patriarca latino diGerusalemme, ha commentato così la cano-nizzazione delle due sante: “Mariam e MarieAlphonsine in questa terra straziata dallaviolenza dimostrano che la santità è possi-bile”.Un riferimento all’attuale situazione di estre-ma difficoltà che sta vivendo il MedioOriente lo ha fatto anche monsignor WilliamShomali, vescovo ausiliare del Patriarcatolatino di Gerusalemme. In un’intervista alChristian Media Center, prima della partenza,ha detto: “La santità parla arabo: le duedonne sono arabe. Siamo orgogliosi. Ma

È un titolo che assumono quei vescovi che guidanoalcune Chiese particolari, soprattutto orientali. Il patriarca

latino di Gerusalemme è il capo della Chiesa della TerraSanta. Perché è detto latino? I cattolici presentano al lorointerno delle diversità di riti e liturgia: i cattolici latini, peresempio, sono quelli uguali a noi in Italia; ma esistono cattolicidi altri riti. Soprattutto tra i cristiani arabi i riti sono molto diffe-renziati.

PATRIARCA LATINO

Sopra:Santa MarieAlphonsineGhattas,originaria diGerusalemme,fondatrice delleSuore delRosario.A fianco:MariamBaouardy,originaria dellaGalilea,fondatrice delCarmelo diBetlemme.

non dobbiamo essere solo noi orgogliosi,perché la santità è universale. Se sonosante, sono sante per tutti e per tutte. E laloro intercessione è per tutti e per tutte.Senz’altro, avranno un’intercessione parti-colare per la Terra Santa. E’ per questo cheandiamo a Roma per celebrare e per pregareperché si ricordino di noi. E lo faranno”. Nesono convinti anche tutti i fedeli cristianidi Terra Santa. Dina, una di loro, che portalo stesso cognome di Marie Alphonsine e faparte della medesima famiglia d’origine,non ha dubbi: “Le due nuove sante preghe-ranno anche e soprattutto per la pace nellaterra di Gesù. Ne sono sicura!”.

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MISSIONARIO IN GUINEA BISSAU

D a alcuni anni mi tro-vo in una parrocchia

di Bissau, la capitale di unpiccolo Stato dell’Africa oc-cidentale, la Guinea Bissau.La parrocchia dove opero sichiama Antula e comprendeuna parte di città e unagrande zona periferica. Gliabitanti di quest’area aumen-tano sempre più a causa del flusso continuodall’interno verso la città, che si trova sulmare. Di conseguenza anche i cristiani au-mentano ogni anno. L’anno scorso abbiamoavuto 360 battesimi, la maggior parte diadulti. Anche quest’anno il numero sarà piùo meno uguale. Di tutto questo ringraziamoDio, e nello stesso tempo lo preghiamo pertutti quelli che entrano a far parte della suafamiglia, perché siano sempre testimoni au-tentici del Vangelo.La Guinea Bissau, dopo un lungo periodo diinstabilità politica, sta sperimentando final-mente un po’ di pace e di progresso. Alcunesettimane fa il presidente della Repubblicaha accolto nel palazzo presidenziale tutti ireligiosi e le religiose del Paese: nel suo di-scorso ci ha ringraziato ripetutamente per lanostra presenza e per l’aiuto che diamo alPaese e ha detto che il palazzo non è suo,ma del popolo, e che anche noi possiamoandare a trovarlo quando vogliamo. E’ un

Buone notizieBuone notizie

A destra:Bissau (Guinea Bissau) – La chiesa cattedrale della capitale.In basso:Lungo una strada che dalla capitale va verso l’internodella Guinea Bissau.

altro segno della volontà di instaurare unclima di pace e collaborazione.Dio faccia di tutti noi degli apostoli gioiosidel suo Vangelo.

Padre Celso CorbioliBissau (Guinea Bissau)

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Sceneggiatura e disegni di Cristiano Crescenzi

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SAN LORENZODIACONO DELLA CHIESA

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Persecuzioni dell’imperatore ValerianoSotto l’Impero romano, i cristiani furono perseguitati in modo più omeno cruento. Il problema era che essi rifiutavano il culto dell’imperatore e l’adorazione delledivinità pagane di Roma. Per questo venivano accusati di slealtà verso la patria e di odio controil sovrano. Sotto l’imperatore Valeriano fu emanato un editto che ordinava di uccidere tutti ivescovi, i sacerdoti e i diaconi. Per volontà del prefetto – un’importante carica politica chegarantiva l’applicazione della legge - trovarono la morte papa Sisto II, quattro diaconi che eranocon lui e, pochi giorni dopo, lo stesso Lorenzo.

Catacombe, una rete di cunicoliAi tempi dell’Impero romano le catacombe, una rete di cunicoli scavati sotto la capitale, eranoaree di sepoltura per i cristiani. Durante gli anni della persecuzione più dura, i fedeli usavanoquesti luoghi anche per celebrare l’Eucarestia: un modo per non essere visibili e sottrarsi allacondanna di chi opprimeva i cristiani.

Chi era l’arcidiaconoNei primi secoli della storia dellaChiesa, l’arcidiacono era un fedeleche aiutava il vescovo nel suo operato.I compiti dell’arcidiacono erano varied importanti, tra cui l’amministrazionedei beni e la cura dei poveri.All’epoca di san Lorenzo, il papa erainnanzitutto il vescovo della diocesi diRoma. Così papa Sisto II, di cui Lorenzo fu uno dei diaconi, gliaffidò le attività caritative, in particolare verso i poveri e le vedove.Dal XV secolo in poi l’importanza della figura dell’arcidiacono èandata scomparendo nella Chiesa: oggi tale incarico esiste ancora,ma solo a livello onorifico o per piccoli incarichi diocesani.

SAN LORENZOSAN LORENZODIACONO DELLA CHIESADIACONO DELLA CHIESA

A destra:San Lorenzo in un dipinto diSpinello Aretino del XIV secolo. Si noti la classica rappresentazionecon la palma, simbolo del martirio,e la graticola, sulla quale –secondo la tradizione – Lorenzo èstato ucciso.A sinistra: I loculi delle catacombe di sanPancrazio a Roma: tombe dispostein file sovrapposte le une sullealtre, dove venivano sepolti i corpidei cristiani dei primi secoli.

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«Nessuno ha

un amore più grande

di questo: dare la vita per i propri am

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RICETTE PER SOLIDARIETÀ E RICERCA

C he ci fanno i pesci nelpiatto possiamo immagi-

narlo tutti: una volta pesca-ti, vengono cucinati per ren-derli appetitosi e nutrienti.Ma che ci fanno i pesci nelcuore è più difficile da imma-ginare… A spiegarlo nel miglioredei modi è l’associazione Gia-como-onlus (nata con lo scopodi finanziare progetti di ricercamedica nel campo di malattiemolto gravi), che ha recentementepubblicato un libro di squisitericette per far gustare il pesceai più piccoli. Il ricavato diquanto verrà raccolto dalla ven-dita del volumetto intitolato“Pesce per mini gourmet” verràinteramente devoluto in solida-rietà e ricerca. Gli autori,Marco Gucci e Cristina Galliti,sono rispettivamente un medicopediatra e un’esperta di cucina,entrambi amanti del pesce, e sisono sbizzarriti in co-lorati e gusto-

COME RICEVERE “PESCE

PER MINI GOURMET”

Visita il sito www.giacomo-onlus.org

:

oltre ai progetti di ric

erca sostenuti,

trovi tutte le indicaz

ioni per pro-

curarti il volumetto “Pesce per

mini gourmet”, un libro dedicato

a bambini e ragazzi, ma anche

agli adulti ‘pigri’ nello

scansare

le lische; un libro per

mamme,

nonne, zie, che stimola la

fantasia nella prepa

razione

di nuovi piatti, tutti

a base di pesce.

Pesci nel piattoe nel cuorePesci nel piattoe nel cuore

si piatti realizzati con l’ali-mento più prezioso e meno consu-mato che ci sia.Nel pieno dell’estate, quandouna delle mete preferite è ilmare e non mancano relax e tempolibero, cosa c’è di meglio chemettersi in cucina con genitori,nonne e zie per cucinare piattida grandi chef con uno deglialimenti più importanti e salutariper grandi e piccini?Se sei curioso di scoprire comerealizzare dei Fish Pops conpolpa di pesce bianco, degli Yo-Yo con filetti di Sciabola o una

coppetta tre gusti chesembra di gelato e in-vece è di Tracina, Gal-linella e Mostella, pro-curati “Pesce per minigourmet” (vedi box afianco): un gesto chefa bene al palato di chimangia, al cuore di chidona e riceve, alla salutedi chi vede progredire laricerca per la cura digravi malattie come i tu-mori.

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nel numero dello scorso mese,a pag. 33 ho letto dell’ingegnoafricano che insegna a trovareuna nuova vita per ogni oggettoin disuso. Volevo dirti che an-ch’io sono appassionato dellacreatività africana! Mi ha colpitoquello che ha fatto uno studentedi ingegneria nigeriano: ha preso una vecchia auto e conmateriali di scarto ha costruito un pannello solare in modoche essa possa viaggiare sfruttando l’energia del sole, senzacarburante. Un genio!

Mam ia M ku saMam ia M ku sa

Mam ia M ku saMam ia M ku sa

Mam ia M ku sa

dici bene! A volte alcune intuizioni sono davvero frutto di genialità. Soprattutto quando imezzi a disposizione (denaro, tecnologia, ecc.) sono scarsi, come spesso accade in Africa. Da

noi un proverbio recita: “Il mare calmo non rende bravoil marinaio”. Ciò significa che è troppo facileritenersi bravi se si ha tutto a disposizione e non sifa nessuno sforzo nel procurarsi ciò che serve. InAfrica, in genere, non è affatto così: spesso si ècostretti ad inventarsi nuovi strumenti e adarrangiarsi per ottenere il necessario. Grazie di avermi scritto!

Mama Mukasi

LA PAROLA AI LETTORI

0SCRIVI A MAMA MUKASI

una e-mail all’indirizzo:

[email protected]

o una lettera da spedire a:

Il Ponte d’Oro – Mama Mukasi

C/O Missio – PP.OO.MM.

Via Aurelia, 796 – 00165 Roma

Cara Mama Mukasi,

Carissimo Federico,

Federico

Sul sito Afrigadget.com, una paginainteramente dedicata all’ingegnositàafricana, si trovano soluzioni a problemiquotidiani del Continente nero. Sopra, eccoun rubinetto per lavarsi le mani nel cortiledi una scuola dello Zimbabwe, realizzatoutilizzando un vegetale che in lingua localesi chiama Mukombe e si presenta come nellafoto a sinistra.

Invenzioni genialiInvenzioni geniali

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cratica del Congo, nel cuo-re del continente africano;la Romania dell’Est euro-

peo; la Bolivia, uno dei Paesi più poveridell’America Latina; la Mauritania nel Cornod’Africa. Dovunque lo porti il magico stru-mento, Michele incontra bambini della suaetà costretti a vivere in condizioni di gravidifficoltà. Zanmi che vive a Port au Prince,capitale di Haiti, non va a scuola perchédeve servire i suoi padroni facendo lavoridomestici. Nduku, nella Repubblica Demo-cratica del Congo, è considerato un bambi-no-stregone e cerca di sfuggire alla condannadel villaggio. Prieten vive in mezzo ai rifiutinelle fogne di Bucarest, insieme ad altremigliaia di bambini senza famiglia. Yanasamastica foglie di coca, come tutta la popo-lazione boliviana è abituata a fare perresistere all’altitudine delle montagne e allafame. Infine una bambina, Khalilah, è laguida di Michele nella visita alla Mauritania,uno dei Paesi più poveri del mondo in cuiesiste ancora la schiavitù. Quante esperienzeper il giovane viaggiatore! Al suo ritorno lasua vita sarà certamente cambiata…

Michele sogna di viaggiare quandosarà grande e di conoscere luoghi

lontani e inesplorati. Per questo amala geografia e le lingue straniere.Quando la famiglia guarda il telegior-nale, è il più attento a capire comevivono le persone che abitano inmondi lontani, che diventano vicinigrazie alle immagini della televisione.O della fantasia. Capita quando ilragazzino scopre nella cantina delnonno uno strano meccanismo bennascosto dentro un vecchio e pol-veroso armadio. Un mappamondo antico,fatto di legno e ferro, a cui è collegato unaltro globo più piccolo che si rivela unospeciale strumento per viaggiare nello spazio.Inizia così la storia raccontata ne “Il map-

pamondo magico” (EdizioniEMI), scritta da Ales-

sandro Corallo, incui molti giovanilettori potrannoritrovare il lorodesiderio di par-tire per esplorarei luoghi più lon-tani del pianeta.Michele scegliecome meta i Paesidel Sud del mondo:Haiti, l’isola carai-bica colpita da undevastante terre-moto nel 2010; laRepubblica Demo-

Sca ff aleSca ff ale

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LIBRI

Sca ff ale

Alessandro Corallo

Il mappamondomagicoEdizioni EMIPagg. 144 € 14,00

I viaggi di MicheleI viaggi di Michele

Nelle librerie più fornite o sul sito www.emi.it

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Un mo dn io qu zidUn mo dn io qu zid

Un mo dn io qu zid Un mo dn io qu zidUn mo dn io qu zid Un mo dn io qu zid Un mo dn o

Un’antica imbarcazione

Le danzatrici orientaliAnche se a prima vista queste due danzatrici orientali sembrano uguali,a guardare bene si notano dieci piccole differenze. Riesci a individuarle?

Se risponderai esattamente alle se-guenti definizioni, nelle caselle co-lorate apparirà il nome di un’anticaimbarcazione a vela.Orizzontali: 1. Sigla automobilisticadi Pisa; 2. Club Alpino; 4. Abbrevia-zione del nome Samuele; 5. Il miticoautore dell’Odissea; 7. L’impetuosovento di Trieste; 8. Il frutto da cuisi ricava l’olio; 9. Società ItalianaAutori Editori; 10. Cuneo; 11. Articolodeterminativo maschile singolare;13. Pronome… egoistico; 14. Notamusicale, articolo femminile; 15. Motoscafi antisommergibili; 16. Ripete i rumori nelle vallate al-pine.Verticali: 1. Il lungo naso dell’ele-fante; 3. L’uncino nemico dei pesci;4. La faccia di colui che non ridemai; 6. Chi ci va s’infarina; 12. Ristoro verde in pieno deserto;15. Modena sulle auto.

Beppe si rivolge al suo amico e gli chiede: “Sai dirmi cos’è quella cosa chenon può muoversi perché non ha gambe ma, sebbene sia spesso fissata aduna catena o assicurata strettamente ai polsi, cammina senza stancarsimai?” Pippo non sa rispondere. E tu?

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i qu zid Un mo dn io qu zid

A cura di Sergio De Simone

Occhio ai puntini

La torre di BabeleScansia storica

UN’ANTICA IMBARCAZIONE: Vedi soluzione a lato. SAI DIRMI?: Si tratta dell’orologio.LE DANZATRICIORIENTALI: Le differenze sono: la punta della lampada, la decorazione in alto e il prolungamento posterioredel turbante, l’orecchino, la collana, il bracciale, la fascia alla vita, la parte finale del manto, l’allacciaturadella scarpa sinistra e la sua punta. SCANSIA STORICA:La frase è: “Il mio regno per un cavallo”.

Se vuoi conoscere chi sta osservando questo bimbo cinese, annerisci tuttii settori segnati con un puntino.

In questo casellario sono elencatevarie parole di senso compiuto.Anteponendo a ciascuna di esse(nelle caselle vuote) uno dei gruppidi lettere che vedi qui sopra, sipotranno ottenere altrettante paro-le di significato differente. Allafine, nelle caselle colorate, appariràuna famosa frase pronunciata daRiccardo III il 22 agosto 1485 nellabattaglia di Bosworth.

Ecco un divertente gioco che puoi fare con i tuoi amici almare (con la sabbia bagnata) o con la terra in giardino. Lapalla, lasciata rotolare nella discesa a spirale, deve caderein una delle buche che saranno numerate per il punteggioindividuale. Buon divertimento!

SOLUZIONI

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concorso

Ci siamo chiesti: chissà se in Italia

esistono altre piazze o vie o ponti con

il nome della testata del nostro

giornalino? Per rispondere, non c’è

cosa migliore che sguinzagliare i

nostri abbonati sparsi per l’Italia!

Abbiamo pensato, quindi, di

lanciare un CONCORSO dal titolo:

“Il Ponte d’Oro in piazza!”

In redazione è arrivata questa

fotografia accompagnata da una

domanda: “Ma come ci siete

riusciti?!”.

Il quesito sembra voler dire:

“Complimenti! Siete riusciti a farvi

intitolare una piazza!”.

Per la verità, non è andata proprio così. Chissà da quanti anni questa piazza

porta questo nome… Magari sin da molto prima del 1969, anno di nascita de

“Il Ponte d’Oro”, rivista dei Ragazzi Missionari!

Il Ponte d’Oro in piazza!

Regolamento

1 - Cerca una piazza, una via, un ponte o un altro luogo che porta lo stesso nome delnostro giornalino.

2 - Fotografalo e descrivilo con un testo scritto, indicandone anche l’ubicazione esatta.3 - Spedisci questo materiale entro il 10 settembre 2015 a [email protected]

oppure a:IL PONTE D’ORO- c/o Missio - Via Aurelia 796 - 00165 Roma

4 - Il vincitore del concorso verrà scelto ad insindacabile giudizio della redazione sullabase del materiale pervenuto e sarà omaggiato con un premio a sorpresa.