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ANNOLXXXV N. 9 1°MAGGIO 1961 2015 - Digital Collections - Biblioteca Don Bosco - Roma - http://digital.biblioteca.unisal.it

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ANNO LXXXV N. 9 • 1° MAGGIO 1961

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ANNO LXXXV - NUMERO 9 - TORINO, I" MAGGIO 1961

L'augurio paterno del Santo Padre

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sono trascorsi appena due anni dalla solenne consacrazione del empio aan Giovanni Bosco, sorto per la bontà di insigni benefattori, ed eccoci al

momento di innalzare sul Colle Don Bosco, presso la poverissima casettanativa del nostro Padre, il antuario promesso nel periodo bellico 1940-45dai uperiori alesiani, in ringraziamento per la miracolosa incolumitàdella nostra Famiglia tra i tanti pericoli corsi in quegli anni. Ne avretevisto il bozzetto sulla copertina . Lo dobbiamo al nostro carissimo ex allievoing. Enea Ronca .

È giunta l'ora di lanciare l'appello a tutti i Cooperatori, Ex allievi, amicie devoti di Don Bosco dell'Italia e dell'Estero, per erigere questo monumentodella nostra riconoscenza a Dio, all'Ausiliatrice, ai anti Protettori, inonore del nostro incomparabile Padre, sulla collina che lo vide nascere ecrescere, lavorare e soffrire, nei primi tre lustri di vita . La benedizionedel ommo Pontefice « sul promettente albeggiare del secondo centenario difondazione della ocietà alesiana », sarà propiziatrice di grazie per tutta lanostra Famiglia .

Nel 1868 Don Bosco potè dire : « Ogni mattone del empio di Maria Au-siliatrice in orino proclama una grazia della Madonna ai suoi devoti » .Pensiamo che avverrà altrettanto di questo antuario, che i Figli costrui-ranno in onore del Padre per accogliere sotto la sua cupola ardita le folledi pellegrini che verranno dai più lontani paesi. Così sui colli che digradanodalla storica uperga al Monferrato ubertoso di vigne, svetteranno, simbolidella pietà e della fede del nostro popolo, la Basilica di uperga, il an-tuario di Crea e il antuario di an Giovanni Bosco, apostolo dell'Ausilia-trice e della gioventù, e rappresenteranno le nostre aspirazioni costanti aDio e la supplica del perdono per tante colpe e infedeltà .

I costruttori del nuovo tempio sarete voi, devoti Cooperatori ed Amici . Ela Vergine Ausiliatrice e i nostri anti che Le fanno corona, benedirannoa larga mano la nostra Famiglia, unita in un solo desiderio : onorare semprepiù. e sempre meglio il Padre con la fervente preghiera, col lavoro assiduo econ opere di apostolato, per la salvezza della gioventù e dell'intiera società .

All'opera dunque : mattoni per il antuario di Don Bosco, ma soprattuttofervore di vita cristiana e di apostolato tra i fratelli per il trionfo della causa

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di Dio nel mondo .

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Don Bosco

Le celebrazioni centenarie dell'unità -d'Italia hanno dato occasione agli storicidi tracciare un panorama molto più veri-tiero e più sereno del nostro Risorgimento edi quanti lo realizzarono .

Nelle indagini, accanto ai protagonisti giànoti, si è dato rilievo anche a quelle figure chefinora erano rimaste ai margini o in ombra, mache meritavano migliore fortuna . ra questec'è indubbiamente Don Bosco, che la Provvi-denza destinava ad essere uno dei principaliartefici del risorgimento morale e spiritualedella nuova Italia con la sua opera educativa .

Nel processo storico che maturò l'indi-pendenza, la libertà e l'unità d'Italia DonBosco ebbe una parte di primo piano, anchese egli in tutti i modi e in tutti i toni, inogni occasione e al cospetto di tutti si pro-clamò sempre estraneo alla vita e agli intrighipolitici . L'opera che svolgeva a vantaggiodella gioventù, nelle carceri prima, e poi negliorfanotrofi, negli oratori, nei collegi e in mezzoal popolo esigeva infatti un'attenzione mas-sima, per non essere coinvolta nel gioco pe-ricoloso delle passioni politiche . Ma ciò nonostante, anzi appunto per questo, potè inse-rirsi e inserire la sua opera nel risorgimentodella Patria, in cammino verso i traguardidella unità, della indipendenza e della libertà .

piriti settari delle opposte sponde,sulle rive del Po prima, dell'Arno e soprattuttodel evere poi, lo irrisero e più di una voltalo calunniarono, scrivendo di lui che era unreazionario dalla mentalità retriva o tac-ciandolo come uno dei tanti preti irrequieti,conquistati alla ideologia liberale . In realtàDon Bosco fu anzitutto un prete cattolico,fedelissimo alla Chiesa e alla Gerarchia, cheservì e difese non solo col suo integerrimo

Nel centenario dell'unità d'Italia

nel Risorgimento

apostolato di ministro della parola e dellagrazia, ma anche con la disciplina più sin-cera in ogni evento, piccolo o grande .

Ma fu anche un convinto assertore delpiù puro patriottismo e della più leale e fat-tiva collaborazione con le autorità costituite,pur nel travaglio di una rivoluzione che nelsuo dinamismo non aveva modo nè tempo didistinguere il vero dal falso, il buono dalcattivo, il pregiudizio dal giusto . Lo stare intali frangenti con la schiena ritta, senza sa-crificare nulla della propria dignità, e senzaindulgere alla moda del tempo, non fu dimolti, anche se per qualche aspetto ben me-ritarono della riconoscenza pubblica .

Don Bosco, sebbene tutto dedito all'apo-stolato tra i giovani, ebbe modo di nutrirsidi non superficiali studi storici, per i quali av-vertiva una particolare tendenza . Basterebbecitare la sua toria Ecclesiastica, la toria deiPapi e soprattutto la toria d'Italia, compilataprima ancora - che l'Italia fosse . Ma non ebbesolo la passione e l'interesse dello studioso,ebbe anche il fiuto e l'istinto del costruttore .mentre infatti i governanti del regno di ar-degna prima e d'Italia poi, proponevano, vo-tavano e attuavano la legislazione di sop-pressione degli Ordini Religiosi, egli si ado-perava a dar vita ad una Congregazione, allacui configurazione giuridica non fu estraneolo stesso presentatore delle leggi eversive,Urbano Rattazzi, che in un memorando col-loquio del 1857 suggerì al anto il modo disfuggire alle maglie delle leggi .

a dove la sua intuizione sto-rica si rivelò in misure eccezionali fu nelcampo della socialità .

Don Bosco fu uno dei pochi del campocattolico a rendersi conto delle profonde tra-sformazioni della società quali si andavano 147

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mnaturando, con ritmo accelerato, ad operadell'introduzione della macchina nell'industria .Il diffondersi del proletariato nei grandi centriindustriali, con tutti i problemi economici .culturali e morali che esso comportava, ri-chiamò la sua attenzione e impegnò tutte lesue forze di uomo, di sacerdote e di educatore

Volendo domandarci chi meglio intese il problema del

nostro Risorgimento, se Giuseppe Mazzini o Garibaldi o

altri, non esiterei affermare che i termini del nostro Risor-

gimento, quale avrebbe dovuto essere, li intuì profondamente

Don Bosco.

Non dimentichiamo quello che disse Massimo d'Azeglioin occasione dell'unità d'Italia : « L'Italia è fatta, ora bisogna

fare gli Italiani ».ALDO AGAZZI dell'Università Cattolica di Milano

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nem solo per la sua generazione rna anche peril futuro remoto .

La proclamazione di Don Bosco a pa-trono degli apprendisti è il più autorevole ri-conoscimento di un suo incontestabile merito .

Di proporzioni di poco inferiori è un'altrabenemerenza che egli si è acquistata nel set-tore più strettamente politico . In questo nonsi cacciò mai da sè: vi fu di volta in voltachiamato, perchè ritenuto dalle opposte partipersona insospettata di partigianeria . i ado-però, con fine tatto diplomatico, a rimuoveregli ostacoli di ordine psicologico e settarioperchè l'Italia sorgesse nel segno della pacereligiosa, fondata su nuove basi, richieste dallecircostanze e dai tempi . In tal snodo, tra il1866 e il,A1877, facendo la spola tra orino,Firi+nz-e e Roma, e poi tra il Quirinale e ilVaticano, gli riuscì di procurare ad un buoncentinaio di,` diocesi, rimaste a lungo vacantir il doloroso dissidio, i sacri Pastori, e di

ot en ere ai=;Vescovi in genere, gradatamente,un t~attamento più umano e la necessarialibertà di ministero .

Così pure egli, nel suo sano equilibrio,non mancò di deplorare, ma solo in sede'competente, lo spirito di prevenzione e diastio contro gli istituti e le persone religiose,o dove non riuscì a prevenire intervenne percircoscrivere i danni, tua nello stesso temporiconobbe il bene o i frammenti di esso, do-vunque li scorgesse, aiutandoli e incoraggian-

vut doli a diffondersi .

Nello specifico argomento della unitàd'Italia non si nascose la ineluttai iiità delmoto che avrebbe travolto il secolare isti-tuto del potere temporale . Non si legge chealla notizia della avvenuta occupazione diRoma abbia spremuto una lacrima, anzi sisa che l'accolse con calma e senza sorpresa.

Quando invece Pio IX, solleci-tato da alcuni suoi consiglieri alasciare per la seconda voltaRoma per protesta e in attesache la situazione si capovolgesse,domandò il parere di Don Bosco,egli rispose come un antico pro-feta biblico : « La entinella, l'An-gelo d'Israele, si fermi al suoposto e stia a guardia della Roccadi Dio e dell'Arca santa » .

Nessuno oggi sottovaluta ilservizio reso alla Chiesa e all'Italia da questa risposta del-l'umile prete, il quale poco dopo,assecondando le tendenze conci-liative dei responsabili italiani .cominciò persino a ideare i primiprogetti di normalizzazione deimutui rapporti fra le due su-

preme Autorità, provocando - senza saperloe volerlo il brusco intervento del cancel-liere Bismark, dinanzi a cui il Governo Ita-liano, purtroppo, non seppe far di meglio checapitolare, con la ragione addotta dal Mini-stero Vigliani a Don Bosco: « La Prussia tienenelle sue mani le nostre sorti » .

Qualche anno dopo, alla morte di Pio IX,fu però lo stesso Don Bosco ad ottenere daCrispi formali garanzie per la libertà del Con-clave, che solo così potè essere tenuto inRoma e dal quale uscì Papa, secondo le pre-dizioni del anto, il grande Leone XIII .

E giacchè si è accennato all'atteggiamentoprofetico di Don Bosco, vale la pena di rie-vocare quanto egli ebbe a dire ai Borboni diNapoli, esuli a Roma dopo la caduta del lorotrono sotto i colpi dell'avanzata garibaldina :« Le Loro Maestà non torneranno più sultrono » e aggiunse i motivi, tra i quali lapoca riverenza con cui era stata trattata laChiesa in quel reame .

E risaputa la sua devozione verso i membridi Casa avoia. Eppure la riconoscenza el'ammirazione non gli impedirono, negli annicruciali in cui al parlamento subalpino sivotavano le leggi eversive, di preannunziarepersonalmente al re i quattro lutti che sisarebbero susseguiti a breve distanza l'unodall'altro nell'ambito della famiglia reale : lamorte della madre Maria eresa, della sposaMaria Adelaide, del fratello Ferdinando e delfiglio Vittorio Emanuele Leopoldo . Ciò av-venne nel 1855 . Cinque anni dopo, ai primi

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del 1860, Don Bosco riprendeva la penna escriveva a Vittorio Emanuele 11 : « Dicit Do-minas : regi nostro vita brevis » (Dice il i-gnore: al nostro Re vita breve) . E si accen-nava a nuove sventure se si fosse conti-nuata la guerra alla Chiesa .

Richiesto del significato di quella frasesibillina, rispose che essa poteva essere spie-gata in molti modi. Anche a cento anni didistanza non è facile darle un senso preciso,anche se oggi noti mancano le ragioni perdarlo ugualmente .

ncora almeno un accenno ad unultimo aspetto patriottico di Don Bosco edella sua opera in quest'anno centenario : ilsuo interessamento per le migliaia di Italianiemigrati nel continente americano, quando

HA COMPIU O

« Oggi, 19 maggio (1861),giorno di Pentecoste, erraFrancesco, figlio dell'Oratorio,ha preso il ritratto a DonBosco con 5o e più alunni . . .

Malgrado ogni istanza,Don Bosco non voleva scen-dere di camera per tal fine .Laonde un giovane anzianodella casa, il chierico CaglieroGiovanni, si inginocchiò aisuoi piedi, pregandolo a nomedi tutti i giovani a far loroquesto piacere, chè sarebbestato per noi un rammaricogrande, venendo egli a man-care, non averne il ritratto .Prima però che si mettessein posa, Don Bosco, rivoltoa erra, gli disse :

-- appi che sono treo quattro volte che io, dietrole molte istanze, anzi pre-ghiere di alcune famiglie diorino, mi sono lasciato in-

durre a farmi prendere ilritratto, ma nessuno finorariusci . Ultimamente sono an-dato con alcuni giovani dalmiglior litografo di orino,il sig . Dubois . Fece quantoseppe l'artista, si provarono

questo problema erti.. .d l tutto ignoràtó dalleautorità responsabili, perchè in altre..faccendeaffaccendate . Don Bosco, inviando buoi mis-sionari in Argentina nel 1875, faceva questaaccorata raccomancfavtone :- « Vi raccomandocon insistenza particolare la dolorosa posizionedi molte famiglie italiane che, la miserii e lasventura portò in terra straniei 4 » .

Da circa un secolo queste sparse membra .della patria ritrovano nelle case di Dog Bosco .5_in ogni angolo del mondo', l'accento e il, voltodell'antica madre .

L'Italia di oggi vede le sue regioni e`fesue città costellate di ts tari di vita salesianiin continuo aumento ed in ascesa . ono cambiati i tempi e le istituzioni; le rc.larigpk . .,frn v'Chiesa e tato sono molto diverse da quelledei tempi di Don Bosco . Ila non crediamo giteesageri chi afferma che fra gli artefici - deiRisorgimento patrio, sociale e morale . a DonBosco spetta un posto non secondari(, .

I CEN 'ANNI .

i suoi garzoni, ma fu untentativo inutile . Erano tuttifuori di se e dicevano chea loro non era mai accadutoun fatto simile . lo ridevo edicevo :

" Vedano, se voglionoprendere il mio ritratto, va-dano a fare una buona con-fessione, poi vengano e me[o potranno prendere " . Essicredevano che dicessi questoper facezia e ridevano, maintanto, dopo aver passatopiù di un'ora in esperimenti,furono costretti a lasciarmivenir via senza avermi po-tuto ritrattare . Ora lo stessoio dico a te : se sei in graziadi Dio, bene, va pure avanti,altrimenti lascia tutto perchèperderemmo solo tempo.

erra si mise all'opera e loritrasse una volta, ma nonriusci molto bene ; si provòuna seconda volta e unaterza volta e il lavoro riuscìottimamente . Allora tutti igiovani si misero a gridare :

- erra è in grazia di Dioerra è in grazia di Dio'I[[en rieBiograf.,VI,99_-53) .

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Lo sviluppo del Centro Cooperatori eCooperatrici romane di Cinecittà è stato unalogica conseguenza del rapido incremento del-l'Oratorio : 200-400-8oo-iooo e più giovanipresenti alla domenica ; i8oo iscritti e circo-lanti nella settimana e nel mese .

Un solo sacerdote a dirigerlo e, più tardi,in aiuto, un alesiano coadiutore .

Come organizzare, disciplinare e occuparetanti giovani? Quindi ecco lo sbocco natu-rale verso uomini apostolici che si assumes-sero quelle attività che, non richiedendo ilministero proprio del acerdote, possono es-sere svolte da apostoli laici .

i cominciò col creare la Commissioneecnica (C . .) composta dei dirigenti spor-

tivi, alle dipendenze del Direttore dell'Orato-rio, che rimane il responsabile del movimento .

Da principio l'interesse era solo sportivo :uomini che si appassionavano nel condurrealla vittoria i loro giocatori in un campionato .Il primo passo verso la conquista fu questosemplice ragionamento: non è giusto pensaresolo a far divertire questi giovani ; bisognaformarli. Allora i Dirigenti sportivi devonoessere anche degli educatori, che non soloconvocano i giovani per una partita, ma liportano alle lezioni di cultura religiosa durantela settimana e alla Messa la domenica .

L'APO OLA O DEI LAICI'apostolato dei laici si è notevolmenteesteso e sviluppato nei tempi moderni .i tratta di volenterosi che affiancano

ii sacerdote e lo aiutano : costituiscono,ora, un vero e cospicuo stuolo di colla-boratori . La loro operosità è in gran-dissima considerazione e sarà oggettodi viva sollecitudine e di particolarestudio da parte dei Padri del prossimoConcilio Ecumenico Vaticano Il. uttipossono constatare che questo parti-colare movimento di laici devoti allaChiesa, in Italia, in Francia e in altreNazioni, ha dato segni magnifici dienergie e risultati ammirevoli. tandovicini al sacerdozio essi si pongono ac-canto alla parte più ardente che lavora peril trionfo del ignore Gesù nel mondo .

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1 18 febbraio 196

016Nell'adunanza settimanale della Commis-

sione ecnica si passa in rassegna tutto ilmovimento sportivo e, considerando i Diri-genti quali educatori, si addestrano al metodoeducativo di Don Bosco . Così e sorto il primonucleo di Cooperatori. Perchè - si disseloro - lavorare solo per un interesse sportivoNon è meglio farlo per un fine superiore ?Imitare Don Bosco, che con il divertimentoportava le anime al ignore ? Dei vostri figlivorrete fare domani solo degli sportivi e nonpiuttosto dei bravi cristiani e onesti cittadini ?Di qui l'iscrizione alla Pia Unione, dopo averpresa visione del Regolamento, poi l'interventoalle riunioni mensili con l'Esercizio della buonamorte. Di qui anche la trasformazione dell'adu-nanza settimanale della C . ., che ora terminasempre con un pensiero formativo e con la pre-ghiera perchè il ignore benedica le loro attività .

Una volta al mese arriva Meridiano 12,che tutti comprano e leggono quale rivistadi orientamento cristiano . A questo proposito,ecco un altro frutto: puntualmente l'allenatoredel gruppo judoistico collabora in pieno perchètutti i giovani ( o circa) abbiano tutti i mesila rivista . ulle prime c'era qualche diffidenza ;ora se qualcuno non era presente il giornodella distribuzione, viene a reclamarla.

Altra benefica conseguenza: si parla aiDirigenti del problema del reclutamento perle varie Associazioni dell'Oratorio ; ed eccole segnalazioni affinchè tra i più bravi deinuclei sportivi si raccolgano elementi che siimpegnino ad essere lievito nel proprio am-biente, che sovente non è scevro di pericoli .

L'anno scorso in partenza per gli Esercizipirituali a Montefiolo, sostando presso l'Isti-

tuto del . Cuore, il direttore Don telvio on-nini presentava al sig . Don Ziggiotti quattrodirigenti . utti e quattro sposati con prole .Questo è il maresciallo M. . ., capo del mo-vimento bar ; questo è il sig . Z . . ., suo aiu-tante ; quest'altro è il sig . C . . ., capo del mo-vimento cinema ; questo ancora il sig . D . . .,segretario generale del C.O . .

i pensi che dietro questa semplice se-gnalazione si nasconde un lavoro non indiffe-rente. Alla domenica fino a 1300 giovani pas-sano per il nostro cortile, per le sale, per ilbar. Ciascuno con i suoi piccoli problemi edesigenze. i valuta allora lo spirito . di sacri-ficio di questi apostoli che dedicano tutta

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ORINO - Gli apprendisti e le apprendiste di Bargomai,~ ro (Novara), che hanno chiuso a Valdocco la Giornata del-l'Apprendista organizzata dai Cooperatori, con una gita-pellegrinaggio a Maria Ausiliatrice, offerta dai datori di lavoro .

la giornata chi nel bar, chi a vendere biglietti,chi a controllare i zo biliardini, chi a sod-disfare alle diverse richieste di piccoli o grandicompratori. Altro lavoro: la segreteria con4.000 schede per il lavoro capillare tra i gio-vani dell'Oratorio. Anche qui un Cooperatore .

Attualmente questi dirigenti sono 30 .

Questo per gli uomini. Ma non è menoefficiente per organizzazione e per lavoro ilgruppo delle Cooperatrici .

i è partiti dal gruppo delle Zelatrici che,riunite nel piccolo numero di 15 per il Consiglio,hanno cominciato a sentire i problemi dellaconquista, della stampa, dell'aiuto all'operapiù squisitamente salesiana : l'Oratorio .

Per la stampa buona si cominciò timida-mente con io copie di Meridiano 12, per nondire di altre riviste. Attualmente la sola riven-dita conta 140 copie diffuse con il sistemadella consegna a domicilio . Quanto bene sipuò fare! Una visita all'amica, alla famiglia,una buona parola, l'invito alla conferenza men-sile e quante cose si vengono a conoscere insimili occasioni! A quante si può rimediare!

Ma in un Oratorio dove ci sono tanti ra-gazzi, tante attività, come potrebbe mancareil Laboratorio Cooperatrici ? C'è e funzionafebbrilmente per tutto il lavoro delle divisesportive, consistenti in oltre fooo pezzi di ve-stiario,, che settimanalmente viene usato da circa6oo giovani sportivi.

Per lo smistamento c'è la Direttrice del la-voro che assegna i « pacchi » già ben preparatialle Cooperatrici, le quali passano il lunedì a ri-tirare il lavoro che durante la settimana esegui-scono a casa .

Al sabato poi i pacchi ritornano nel labo-torio per la verifica e per la sistemazione invista della domenica. Non è raro il caso che ilmarito porti nella sua scia anche la moglie,che diventa Cooperatrice madrina .

E bello vedere i Dirigenti che si raccoman-dano perchè la propria squadra sia al completoper le magliette e tutti gli accessori ; e non èmeno interessante sentire le osservazioni chele Cooperatrici talvolta fanno dinanzi a certipantaloncini maltrattati e sciupati .

Che risparmio, che cura da quando tutto èsotto questo controllo organizzato!

Alla sera, mentre si lavora nel laboratorio,si recita il santo Rosario e si riceve la visita delDirettore, che prende visione, ringrazia e so-prattutto incoraggia a lavorare per il ignore, asalvezza di tanti cari figliuoli.

E chi rammenda le vesti, le cotte del «Pic-colo Clero », chi prepara i pasticcini per quelcameratesco incontro di cento giovanotti ? Loro,felici solo di collaborare con il acerdote peril bene della gioventù .

Ecco i frutti della meravigliosa famigliadei Cooperatori, creata da Don Bosco per af-fiancare non soltanto gli Oratori, ma ogni altraopera che miri a salvare i giovani . Ad essisono riservate le più pure gioie dell'apostolato,il merito e la mercede degli apostoli .

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uò sembrare strano che si parli cosìin un'epoca in cui la prepotenzadel cinematografo e degli spettacolitelevisivi hanno imposto il silenzio

e il ritiro ai vecchi divertimenti scenici, perdare il passo alle tecniche nuove . Eppure ilvecchio teatrino salesiano offre ancora unospettacolo di decorosa vitalità, se solo inquesti giorni la ocietà degli Autori Belgiha chiesto di rappresentare un lavoro giuntoora al quarantennio della sua esistenza, Marcoil pescatore, dramma lirico di Mons . Vin-cenzo Cimatti, il venerando veterano dellascuola e delle Missioni, ancor vivo e vegeto,con la sua patriarcale barba di argento, nellontano Giappone .

Questa produzione che un tempo si chia-mava operetta, ma poi, con maggior proprietàfu definita liridramma, ebbe la fortuna diessere rappresentata con successo in tutto ilmondo salesiano, e di battere quindi il recorddelle rappresentazioni su ogni altra produzione

I5

del teatrino di Don Bosco .

GIAPPONEMons. Vincenzo Cimatti, -l'autore di « Marco il pescatore » .continua la sua attività musicale .nonostante i suoi 8z anni

Questo successo è dovuto a tre fattori :10 fusione felice dell'elemento musicale coldialogato in prosa; 20 contenuto altamenteeducativo; 3° popolarità del soggetto, unita aestrema facilità di mezzi espressivi .

ono i fattori che caratterizzano il diver-timento scenico come lo voleva Don Bosco .

II

I

Faust

L'elemento più importante del nostro li-ridramma è l'elemento educativo, attinto confedeltà filiale alle direttive dell'Apostolo deigiovani, educatore di primo ordine . Questoelemento è costituito dalla fiducia nella Ma-donna, chiave di volta dell'edificio salesianoe che noi quindi riteniamo opportunissimoad essere rievocato nel mese di Maria .

Il soggetto, ideato dal librettista, arieggiail tema della prova faustiana, al punto chel otrebbe anche essere intitolato Il piccolo

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Bororo'.degli ornamenti

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Paust per la sua adeguatezza alla mentalitàdei ragazzi .

E questo costituisce il terzo elemento edu-cativo del lavoro : l'adattamento alla capacitàintellettuale ed emotiva dei ragazzi, con la suc-cinta semplicità del testo e la fuga di ogni ele-mento superfluo e retorico . Il chenon è facile raggiungere, a regolad'arte, senza cadere nel fumet-tismo .

Ciò che non è generalmentenoto è che il liridramma Marcoil pescatore aspetta ancora il suolibrettista, e - dopo quaran-t'anni - ogni attesa è ormai daconsiderarsi inutile . Diremmo anziche è superflua. Difatti l'autoredel soggetto, prima di svilupparloconvenientemente, credette op-portuno di mandare al musicistaun saggio dell'opera ideata, ridottoa un dialogo telegrafico delle sceneparlate, e a una esemplificazionemolto sommaria dei versi per lamusica. Il tutto, accompagnatodalla richiesta delle osservazionidel musicista sulla opportunità omeno del soggetto, sul numero ecaratteri dei personaggi, dei cori .eccetera; solo quando si fosse rag-giunto un accordo sii quei dati .egli si sarebbe accinto a tessereil lavoro definitivo .

Dopo un mese o poco più, ilCimatti gli rispose con una la-conica cartolina: « Il tuo lavoroè stato rappresentato con grandesuccesso la sera dell'8 dicembre,festa della nostra Mamma Im-inacolata » .

A quel telegrafico resocontotennero poi dietro, da tutte leparti del mondo, le relazioni en-tusiastiche dei collegi e oratorisalesiani e non salesiani, sicchè ilmancato autore dovette convin-cersi di averla imbroccata colmancato sceneggiamento di unsoggetto che aveva dimostratodi stare in piedi così, con queldialogo, valido però a coordinaresica così fluida ed ispirata .

a+à

i ° bacchetta magicaPoichè la musica è la vera bacchetta

magica che ha mutato la terra in oro . A piùdi un alesiano è accaduto di udire i cantidi Marco il pescatore echeggiare per le cam-pagne e le montagne, intonati da voci sim-

per i acerdoti Cooperatori salesianiCol nuovo Codice delle Rubriche era stato abrogato il pri-vilegio concesso l'8 luglio u. s . ai acerdoti Cooperatorialesiani di poter celebrare la Messa dei anti e Beati dellaocietà alesiana, dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausi-

liatrice e della Pia Unione dei Cooperatori alesiani nelgiorno assegnato dal Calendario alesiano anno per anno,secondo le regole liturgiche, con lo stesso grado e rito con-cesso alla ocietà alesiana.Perciò il nostro venerato Rettor Maggiore ha chiesto aua antità Giovanni XXIII che si degnasse di rinnovare

tale privilegio e di concedere agli stessi acerdoti Coope-ratori alesiani la facoltà di celebrare le Messe suddetteanche in occasione di convegni o di celebrazioni speciali .Il anto Padre, con Rescritto della . Congregazione deiRiti in data 3 febbraio 1961, ha benignamente accolto lasupplica. Perciò, grazie a questo segnalato privilegio, i a-cerdoti Cooperatori alesiani possono celebrare ogni anno :

il 29 gennaio : la Messa di an Francesco di alescon rito di I classe ;il 31 gennaio: la Messa di an Giovanni Bosco conrito di I classe ;il 6 maggio : la Messa di an Domenico avio conrito di Il classe ;il 14 maggio: la Messa di anta Maria Mazzarellocon rito di Il classe (quest'anno con la sola com-memorazione, perchè domenica dopo l'Ascensione) ;il 24 maggio: la Messa di Maria Ausiliatrice conrito di 1 classe (quest'anno sarà trasferita a129 maggioperchè il 24 cade nell'ottava di Pentecoste) ;il 3 settembre : la Messa di an Pio X con rito diIII classe.

Inoltre i acerdoti Cooperatori possono celebrare le Messesuindicate in occasione di Convegni nazionali o regionali,ma come votive di III classe, purchè non ricorrano feste diI e Il classe e non sia tempo di Avvento o di Quaresima .

una

t

o

4

minimo dimu-

patiche di villanelli, durante le fatiche deicampi. Erano ricordi incancellabili attinti daquelle anime semplici al contatto con unteatrino salesiano .

Quarant'anni di vita! È un periodo chese coincide con il momento più florido della

PRIVILEGIO

vita umana, coincide anche con l'avventodella senilità nelle creature di teatro .

Quella di Marco è però una senilità pla-cida, ma non taciturna. Ogni anno i suoi cantiecheggiano qua e là, in ambienti giovanilinon ancora del tutto soggiogati dalla tecnicadei nuovi ritmi e delle nuove scene . Ed è unfilamento di poesia e di sentimento quello cheavvince il cuore, quando, di dietro al velariopunteggiato di attesa, sciami una simpaticavoce giovanile che intoni la celebre canzonedi Quintino : Getta la rete in mare, o pescator! 155

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con lo splendoredei cantie delle

sacre funzionici unisce

ai cattolicidel mondo intero

per onorarecon particolare

affettola Madonnainvocandone

l'aiuto potentea protezionedella Chiesa

per la salvezzadella gioventù

e la felice riuscitadel ConcilioEcumenico156

11 mese di

Maria Ausiliatrice

A ICURA OIl 27 aprile del 1875 fu benedetta la pietra

angolare del antuario di Maria Ausiliatrice .La pergamena terminava con queste parole :« L'Augusta Regina del Cielo assicuri un postonella eterna beatitudine a tutti quelli che hannodato o daranno opera a condurre a terminequesto sacro edificio o in qualche altro modocontribuiranno ad accrescere il culto e lagloria di Lei sopra la terra » .

Don Bosco ha pensato dunque a chiedereun posto in Cielo per chiunque di onda ladevozione all'Ausiliatrice .

Un secolo fa il titolo di Ausiliatrice eralimitato ad alcune chiese della Baviera e delPiemonte; oggi è diffuso in tutti i continenti .Dove arriva un figlio o una figlia di DonBosco, arriva il culto di Maria Ausiliatrice .

Anche i Cooperatori e le Cooperatrici nonporterebbero degnamente questo nome se nongareggiassero con i alesiani e con le Figliedi Maria Ausiliatrice nel diffondere la diva-zione a Maria, Aiuto dei Cristiani .

In preparazione alla festa del 24 maggio,indichiamo loro tre modi pratici per coltivarein sè e diffondere questa divozione .

L1 - 1 Dedicare il 24 di ogni mese a Maria Ausiliatrice, facendo qualche pra-tica speciale in suo onore, soprattutto l'Esercizio della buona morte con laConfessione e Comunione . olo chi è fedele a questa pratica ne conosce i frutti .

Indirizzare alle Case di Don Bosco ragazzi di buona indole per lo statoecclesiastico o per la vita salesiana nelle Missioni, negli Oratori e nelle cuoleprofessionali, che sono l'àncora di salvezza della gioventù di oggi . Chi pro-cura una vocazione alla Famiglia di Don Bosco arricchisce la Chiesa di unnovello apostolo di Maria Ausiliatrice e se ne assicura la protezione materna,come e più che se avesse edificato una chiesa in suo onore . oprattutto gli in-segnanti possono avere una parte determinante in questo apostolato .

3 Di ondere il Bollettino alesiano, che riporta ogni mese le grazie otte-nute per intercessione di Maria Ausiliatrice e mostra come in un suggestivodocumentario le realizzazioni del lavoro salesiano nel inondo, sotto la tangibileprotezione della Madonna di Don Bosco. In particolare, incontrando una per-sona afflitta o bisognosa di qualche grazia, farsi premura di chiederle se co-nosce la Novena consigliata da an Giovanni Bosco . Le pratiche della Novenasi riducono a tre : a) accostarsi alla santa Confessione e Comunione almenouna volta durante i nove giorni ; b) recitare ogni giorno tre Pater, Ave, Gloriaal . acramento e tre alve Regina all'Ausiliatrice ; e) fiore o promettereuna offerta secondo le proprie forze per le Opere e Missioni di Don Bosco .

I Cooperatori e quanti diffondono l'amore all'Ausiliatrice possono ralle-grarsi pensando alle parole pronunziate da Don Bosco il 5 settembre del 1877 :« Maria è l'Aiuto dei Cristiani e niente le sta più a cuore che aiutare coloroche non solo cercano di amare e servire il suo divin Figliuolo, ma procu-rano di ottenere lo stesso fine anche nel maggior numero di uomini » .

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MU CU DC>

lu un museo di eccezionale importanzaafondato a Campogrande(Mato Grosso .Brasile il 27 ottobre del 1951 por

valorizzare un materiale prezioso, frutto dicinquant'anni di lavoro salesiano tra gli IndiBororos. L'Ispettore Don Guido Borra, oggimembro del Capitolo uperiore, invitando ildirettore di Campogrande Don Zavattaro ainteressarsi della fondazione, si chiedeva : « Do-mani che sia scomparsa la tribù dei Bororos,come documenteremo il lavoro compiuto dallaChiesa per civilizzarli?» .

Per la sistemazione del Museo il CollegioDon Bosco mise a disposizione sette sale nelpalazzo costruito nel 1936 su disegno dell'ar-chitetto salesiano Don Paolo Consolini. L'o-pera fu affidata al veterano delle Missioni trai Bororos Don Cesare Albisetti, una vera com-petenza nella conoscenza pratica degli indigenidel Mato Grosso. Lo assistette Don Angelo

E&oos#co~

Venturelli che, per la sua cultura filologica edetnologica, era in grado di interpretare e ca-talogare il materiale raccolto .

Il Museo raccoglie ed espone oggetti eartefatti degli indigeni brasiliani . Il copiosis-simo materiale, scientificamente catalogatoe presentato con arte, è diviso in quattrolezi ni .

La prima comprende la collezione entomo-logica, con più di 10 .000 insetti, organizzatadal salesiano Don Giovanni Falco . Iniziatanel 1948, contiene esemplari di molti tatidella Confederazione Brasiliana, fra cui quellidi Goiàs, Mato Grosso, Amazonas, an Paoloe Rio de Janeiro . Affiancata a questa, si am-mira una ricca collezione di mammiferi, uc-celli e pesci .

La seconda sezione presenta la collezionebororo, ricca del materiale più vario . che do-cumenta gli usi e costumi delle tribù Bororo 137

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Questo Xavante,

appena divenuto figlio di Dionel anto Battesimo,

col potente arco e l'infallibile miramanda al Padre che è nei Cieli

il suo messaggio d'amore

fin dai tempi più remoti, quando non eranoancora a contatto con la civiltà .Questo materiale è stato diligentemente

raccolto sul posto da Don Albisetti e daDon Venturelli con un paziente e intelligentelavoro di anni .

Nella terza sezione del Museo è esposta lacollezione degli indi ukano, ariano, Desanoe delle tribù limitrofe, risultato delle esplora-zioni fatte dagli etnologi salesiani Don Alcio-nilio Alves Bruzzi da ilva e Don CasimiroBeksta .

La quarta sezione, anch'essa ricca d'inte-resse, illustra la recente opera di avvicina-mento delle tribù Xavantes ed è frutto dellericerche di Don Ventmrelli.

Fra tutte queste collezioni la più importante .completa e organizzata è quella dei Bororo .Ogni oggetto è contrassegnato da un nu-mero, corrispondente a una scheda, che for-nisce dati esaurienti per lo studio del mede-simo. In questa collezione emerge, per il suoalto valore etnografico e per la sua rarità,una cesta funeraria completa, contenente leossa di un selvaggio bellamente ricoperte dipiume dai vari e vivaci colori, incollate a guisa

158 di mosaico con resina aromatica .

Un'altra rarità preziosa dal punto di vistaarcheologico è data dai teschi e dagli scheletriincompleti di due altri indi bororo . I teschi,conservano perfettamente i loro ornamenti dipiume, tanto da potersi esattamente determi-nare il clan a cui appartennero gli indi . Fu-rono trovati in una caverna, in cui antica-mente i Bororo solevano conservare i loromorti, mentre un uso più recente li fa collocareal fondo di qualche laguna .

ono parte del Museo : una biblioteca spe-cializzata di etnologia e antropologia, conoltre mille volumi, la maggior parte dei quali.sono opere rarissime ed esaurite ; una copio-sissima fototeca sulle tribù visitate ; una filmo-teca con documentari in kodachrome, 16 mm .,diapositive a colori e servizio di microfilmper gli studiosi ; una serie di registrazioni ma-gnetiche di canti, leggende e di pronunziadelle lingue bororo e xavante .E in progetto la pubblicazione di una

Guida illustrata del Museo in forma di albumper il pubblico in genere, e di un Annuarioper gli enti scientifici e per gli studiosi . Mal'opera più poderosa, già in corso di stampa,è la grande Enciclopedia Bororo della lingua edetnografia bororo, paziente lavoro dei ale-

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siani Don Albisetti e Don V enturelli . Questeopere vengono pubblicate col contributo fi-nanziario del « Consiglio Nazionale delle Ri-cerche » .

Il Museo è diretto da un corpo tecnico re-sidente in loco, presieduto dai alesiani chel'hanno organizzato e composto di vari corri-spondenti: per l'etnografia tukano, Don Bruzzie Don Beksta ; per l'etnografia xavante, DonGiaccaria; per l'entomologia, Don GiovanniFalco; per l'archeologia e la speleologia ilsig. Fritz VIastibor Bluma .Il Museo è aperto al pubblico tanto nei

giorni festivi quanto in quelli feriali, mattinoe pomeriggio . Un membro della direzione oun addetto competente accompagna i visita-tori, dando esaurienti informazioni e spiega-zioni . In casi particolari si tengono anche con-ferenze con diapositive o film a colori, editidallo stesso Museo .Ogni anno il Museo organizza una o più

spedizioni in territorio bororo o xavante alloscopo di perfezionare il proprio materiale lin-guistico ed etnografico e di raccogliere nuovomateriale per le sue svariate collezioni . rale spedizioni effettuate nel decennio 1950-60sono degne di nota le seguenti: 1o tra i Bororo

Vista parzialedella sala Bororonel «Museu Dom Bosco» .Ai lati delle foto :succhielli di punta d'osso .ornati di piume,per forare il labbro inferiore,

il setto nasalee i lobi delle orecchie

del angradouro per assistere ad un cielocompleto di riti funebri ; 20 tra i Xavante(quattro volte) per raccogliere materiale e or-ganizzare un documentario cinematograficopuramente scientifico ; 30 nella regione deiKuidóri, vicino alla città di Guiratinga, perraccogliere relitti archeologici, appartenenti atribù tupi-guarani ; 40 nella regione della cittàdi Coxim per esplorare grotte, antichi cimiteridi Bororo .Il Museo si è fatto rappresentare spesse

volte,- anche con memorie e monografie, invari Congressi nazionali e internazionali, trai quali: 1o Il Congresso Internazionale di Ame-ricanisti, tenuto in an Paolo nel 1954 (Me-moria sulla fonetica Bororo - Don Cesare Al-bisetti) ; 2o Primero Congresso Brasileiro deDialettologia e Etnografia . Porto Alegre . 1958(Monografia sulla fonetica della lingua Bororo- Don Angelo Venturelli) ; 3 0 emana do Indio .an Paolo, 1960 (Conferenza cola proiezioni a

colori sui Bororo e Xavante) .Il Governo rasiliano si è più volte interessato

del « Museu Dom Bosco », ne ha riconosciutol'alto valore scientifico e ha trovato il mate-riale tanto prezioso che ha concesso una sov-venzione annua per accrescerlo e perfezionarlo . 159

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I Cooperatori salesianidi Romaper il Concilio EcumenicoDai quindici Centri di Roma i Cooperatori salesiani sonoconvenuti in pellegrinaggio di penitenza e di preghieraper il buon esito del Concilio Ecumenico Vaticano 11,nelle catacombe di Domitilla . Prima della celebrazionevespertina della . Messa in rito bizantino slavo, nellaveneranda basilica catacombale, l'Em .mo Cardinale Centorichiamò ai presenti l'amore di Don Bosco per ilPapa, sempre concretato in una adesione incondizio-nata alle sue disposizioni e ai suoi desideri; e dopoaverli invitati ad innalzare il loro pensiero riconoscenteal ommo Pontefice Giovanni XXIII, fece rilevare l'im-portanza e la funzione del Concilio Ecumenico nellavita della Chiesa, attraverso una rapida ma efficace sin-tesi storica. Li esortava infine a collaborare al grandeavvenimento secondo le direttive tracciate dallo stessoommo Pontefice, offrendo soprattutto preghiere e sacrifici .

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A Contratación i alesiani «lavoranocon intelligenza e cuore»Da una lettera di uor Rosa- Malavasi,

F. M. A . : « Anche la cuola alesiana an Do-menico avio di Contratación ha avuto lesue . . . Olimpiadi . In una commovente armoniadi fratellanza fra lebbrosini, figli di lebbrosie bimbi sani del nostro Lazzaretto, si sonosvolti interessanti competizioni ginniche, ese-guite con grazia, precisione tecnica e agilità .Era un incanto vedere tutti quei ragazzi sor-ridenti ed entusiasti, eleganti nelle loro divisebianco-azzurre, favoriti da una stupenda mat-tinata di luce e di sole.

L'apertura e lo sviluppo di questa cuola,recentemente approvata dal Ministero dellaEducazione, non fu cosa facile . Il merito prin-cipale va a colui che i monelli di Contrataciónchiamano graziosamente " il nostro PadreGiuita " e che un giornale colombiano ha de-finito " un Apostolo ' .

Per ragioni inerenti al Lazzaretto i ragazzidapprima sfuggivano, riaffacciando poi il visobirichino quando balenava loro qualche im-provviso sprazzo di resipiscenza . Era un con-tinuo incominciare in un terreno apparente-mente arido e infruttuoso . Ma il ignore be-nedisse tanta costanza e il seme germogliò .Oggi fiorisce la cuola e l'Oratorio brulica digioventù, attrezzato di giochi, di filmine e disvaghi, ma soprattutto arricchito dal sorriso

24 ftaHio

MariaAusiliatriceil giorno in cuii Cooperatori salesianie i divori della« Madonna di Don Bosco»sono tutti pellegrini a Valdocco,almeno col cuore. . .

. . . . . . . . . . . . . . . . .

ILLUMINAZIONE E VEGLIA AN A la sera e la nottedella vigilia - dalle ore 0,30 alle 12 : ante MesseOre 10 : olenne Pontificale celebrato da . Em. Rev.mail sig. Card . Maurilio Fossati, Arcivescovo di orino .Ore 15 e 16,30 : olenni funzioni - Predica - Benediz one .Ore 18,30 : Vespri Pontificali : PROCE IONE- Benedizione .Ore 21,30 : Funz . di chiusura, ILLUMINAZIONE e CONCER O

Domenica 28 maggioore 16,30 : Conferenza ai Cooperatori salesiani

~• La Messa Pontificale sarà trasmessa dalla RAI

e dalla luminosa bontà dei reverendi ale-siani, che - come ben disse il dott . Londoíio,segretario capo della lotta antilebbrosa -lavorano con intelligenza e cuore " .Oltre l'istruzione a tutti i ragazzi della

cuola e dell'Oratorio, i alesiani provvedonoagli indigenti una refezione calda, indumentie medicine, giocattoli e pane . Non v'è casupoladi povero o tugurio di lebbroso che non debbaloro il suo " grazie " riconoscente . I poveri, icenciosi, gli afflitti godono le predilezioni dellaloro delicata, squisita, angelica carità . Dif-ficoltà, incomprensioni, sacrifici d'ogni generenon chiudono la loro mano, sempre pronta adonare e aperta a benedire .

I alesiani estendono l'istruzione religiosae didattica, per mezzo dell'opera culturale

utatenza " nelle casupole sperdute suimonti, fra la lussureggiante vegetazione dipalme, aranceti e alberi tropicali .

Questi autentici apostoli sono circondati damolta riconoscenza, da gesti generosi e danobilissimi atti di bontà da parte dei lebbrosi .Non manca però il ripetersi anche qui dellascena evangelica col conseguente disgusto ;ma nulla vale ad arrestare lo- slancio della to-tale donazione di questi angeli tutelari delLazzaretto, profumata di quello spirito sale-siano di serenità e di ottimismo che addol-cisce ogni sofferenza e rende meno dura la vitadi questi poveri lebbrosi . . . » . 161

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anto. ! ;pellegrini- che affluiscono in gran numdi ' ;

di assistere a solenn funzionie dai trecento allievi delle cuole Pro'fession

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ro da tutti i °.paesi'` anche i più lontani, avrannouna chiesa„ veramente monumentale, officiata dai < alesianiche grandiose s innalzano presso la Betlemme salesiana,

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Il lavoro missionario in pianuraRicorderanno i lettori

che la diocesi di Dibru-garh è formata- dallapianura attraversatadal Brahmaputra e dazone collinose e mon-tuose che la chiudonoda tre lati. Diverso èil lavoro che esplichia-mo nei due settori .

Nella pianura noi la-voriamo quasi esclusi-vamente in mezzo a tretribù aborigene : Oraon,Munda e Kharia .

Per aborigene si inten-dono le tribù del ceppodravidico e kolorianoche abitavano l'Indiaprima che questa ve-nisse invasa dagli Arii,

2000 anni avanti Cristo . Gli invasori assog-gettarono gli abitanti del luogo, costringen-doli ai lavori più umili e umilianti, oppure lirelegarono nelle zone meno fertili, special-mente sulle colline . Gli aborigeni sono ora ifuori casta o intoccabili .

La casta e l'intoccabilità, come ho già detto,sono state abolite dalla Costituzione indiana ;quindi i fuori casta hanno gli stessi dirittidegli altri cittadini e possono esercitare pro-fessioni che una volta erano loro vietate . Main pratica, nelle relazioni sociali, la casta el'intoccabilità durano ancora, aggravate dalfatto che talora - come nel- caso che ci in-teressa - non si tratta solo di differenza diclasse sociale, ma anche di razza, una delle

t~ir quali è ritenuta inferiore rispetto all'altra .

IAGGLEcco l'ultimo della serie di articoli che . E . Mons. Oreste Marengo,

Vescovo di Dibrugarh (Assam-India)ha scritto per dare ai nostri lettori una visione completa dell'ambiente sociale,politico, religioso in cui si svolge il lavoro missionario della sua diocesi

Fede in cammino

La gente di casta invece sono tutti indù .Per un popolo che, almeno in fatto di reli-

gione, non ha nulla di assoluto e di oggettivo,la cui filosofia ignora il principio di contrad-dizione, il ragionamento non conclude molto .L'indù rispetta tutte le religioni, crede tuttoin generale e niente in particolare . La caritàviene apprezzata, tanto che molti indù am-mettono per questo la superiorità del Cristia-nesimo sulla loro religione, tuttavia, nonostante il rispetto per il missionario e la suareligione, non sono affatto disposti all'operadi evangelizzazione . Ai pregiudizi di casta esocietà si è aggiunto un nazionalismo esaspe-rato - spiegabile in chi fino a ieri dovettesubire il colonialismo - per cui si giunge aboicottare quanto sa di straniero e a consi-derare come un tradimento la conversione alcattolicesimo .

Invece gli aborigeni delle tre tribù suaccen-nate sono ben disposti, e se vengono a noinon è per interesse, poichè dal lato finanziarioe sociale non hanno nulla da guadagnare, orasoprattutto che il Governo offre loro facilità perl'educazione e l'istruzione, di cui hanno assolutobisogno, essendo in maggioranza analfabeti .

Quattro quinti dei cattolici della diocesiappartengono a queste tre tribù. ono genteprimitiva, rozza, ma laboriosa e onesta, anchese un po' troppo portata al bere .

La donna, una volta convertita, è più te-nace e osservante, ma ben difficilmente, anchein materia di religione, agisce indipendente-mente dal marito .

I ragazzi di regola seguono i genitori nellaconversione, raramente li precedono . I pochipagani aborigeni che si trovano nei nostricollegi si farebbero volentieri cristiani se igenitori lo permettessero . Ma noi, anche seinterviene il consenso paterno, non li battez-

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ziamo, perchè usciti di collegio si troverebberoa vivere in un ambiente pagano e la loro fedeandrebbe incontro al naufragio, se non subito,certo all'epoca del matrimonio . Non abbiamosicurezza che i genitori rispetterebbero la vo-lontà dei figli nello sposarsi cristianamente .

Neppure i vecchi e i malati si possono diremolto disposti a farsi cattolici ; c'è troppaignoranza e troppa superstizione tra i paganidella pianura, per cui non si possono facil-mente convincere e adeguatamente prepararein punto di morte .

. . . e presso le tribù delle collineFra la gente delle

colline l'elemento gio-vanile è il più prontoalla conversione . Anchequi i vecchi, pur nonostacolando di solito iloro figli se desideranofarsi cristiani, vi si mo-strano personalmenterestii, o perchè deditial bere oppure perchèsi dicono troppo vecchiper cambiare religione .Le nostre cristianitàsono pertanto compostein prevalenza di gio-vani, sebbene non man-chi un discreto numerodi anziani. Di fattotutte le nostre comu-nità hanno originé da

un gruppo di giovani . e poi si tratta di conver-sione dal protestantesimo non è convenienteche siano i vecchi i primi a convertirsi . I nostrigiovani, di ambo i sessi, una volta battezzati,sono animati da vivo zelo apo-stolico che, durante i mesiliberi dal lavoro, li porta a pre-dicare negli altri villaggi . L'in-teresse per la religione catto-lica in un villaggio pagano oprotestante, nasce da ciò chela gente del villaggio ha vistocoi propri occhi o sentito rac-contare da altri . Il desideriodi saperne di più fa sì che essiinvitino un gruppo di giovanicattolici, i quali vi si recanoa predicare, insegnano canti

A AM (India)Ferventi cristiane Khasi . La più an-ziana è una zelante catechista che haprocurato a molti il dono della fede.

sacri e preghiere . Il villaggio pagano offre loroospitalità per due o tre giorni . In tal modo laconoscenza della nostra religione si diffondee nasce in alcuni il desiderio di abbracciarla .

I Battisti americanii può calcolare

che fra le tribù Nagadelle colline (ecce-zione fatta per i ter-ritori fino a poco fanon soggetti all'am-ministrazione civile)il 60 per cento sianocristiani (e cioè cat-tolici e protestanti) .Però anche molti pagani hanno qualcheconoscenza del Van-

gelo e ne avrebbero di più, se i protestantidella denominazione dei Battisti, che suquelle colline hanno lavorato incontrastatie favoriti dal governo britannico per oltre60 anni, non avessero seguito la norma distaccare i convertiti dal villaggio nativo, pertrapiantarli altrove a fondare villaggi di solicristiani .

( i chiamano Battisti i protestanti dalle de-nominazioni più varie e credenze più diverse,tutti concordi in un solo punto di dottrina :nell'affermazione che il battesimo è validosolo se conferito ad un adulto, e chi lo ha ri-cevuto da bambino lo deve ripetere quandosia cresciuto in età) .

IIo parlato di dominio incontrastato deiBattisti americani . Infatti fino al 1953 essiavevano il monopolio della predicazione cri-stiana su queste colline . Era la politica usatadalle autorità britanniche, giustificata dalla

i fz .i

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Per comodità dei nostri Cooperatori ripe-tiamo I'e'enco dei corsi che si svolge-ranno nel corrente maggio e nel prossimogiugno, rinnovando, e quanti hanno acuore il progresso della propria animae l'efficacia del loro apostolato, caldoinvito a parteciparvi .

[?i

. Ignazio sopra Lanzo ( orino)31 maggio - 4 giugno

Muzzano Biellese (Vercelli)28 giugno - 2 luglio

Gazzada (Varese)28 giugno - l ° luglio

Zaf ferana Etnea (Catania)31 maggio - 3 giugno

PER COOPERA RICI. Ignazio sopra Lanzo ( orino)

4-8 giugnoFiuggi (Frosinone)

28 giugno - 2 luglio. Agnello (Napoli)

25-29 giugnoZaf ferana Etnea (Catania)

29 aprile - 3 maggio

scusa che, trattandosi di tribù primitive ebellicose, la pace della religione ne avrebbesofferto qualora vi si trovassero diverse de-nominazioni cristiane .

ale predominio i Battisti vorrebbero con-servare ancora al presente . Ben conoscendo leragioni addotte dalle autorità di prima perescludere i cattolici da queste zone, fanno ditutto per creare disturbi e provocare conteseonde convincere il governo indiano che lavenuta del cattolicesimo crea veramente unpericolo grave alla pace e all'armonia di questepopolazioni. Però, e dobbiamo dirlo con moltariconoscenza, le autorità civili si sono sempremostrate avvedute e giuste nel dare alle ma-novre dei Battisti il peso che si meritano .

Per amor di verità debbo affermare che iBattisti americani hanno fatto e fanno tut-tora del bene . ono stati i pionieri tra le tribùNaga, cui portarono la conoscenza di GesùCristo . Le loro cristianità sono bene organiz-zate e gli adepti fanno dei veri sacrifici persostenere la loro chiesa. Ogni villaggio hal'ambizione di avere presto o tardi la sua bellachiesetta, coperta di lamiera ; a tal fine pàganofedelmente le decine, e raccolgono fondi spesso

l~,G per la durata di venti o trent'anni. 1 loro se-

guaci sono, in massima parte, dei veri prati-canti, abbastanza istruiti, ma pieni di pregiu-dizi contro i cattolici, messi loro in testa daimaestri; ma basta un incontro col missio-nario cattolico perchè ogni diffidenza scom-paia di botto .

Però, data la loro implacabile ostilità controi cattolici romani, i Battisti vanno periodica-mente soggetti al bisogno impellente di sfo-garsi con una campagna di calunnie (dicocalunnie vere e proprie!) contro di noi, cosadavvero inspiegabile in persone che fannotanto bene nei loro ospedali e sono pieni dizelo per i loro adepti .

Un Battista a cui fu dimostrata la falsitàdelle calunnie che egli spargeva a nostro danno,si difese a un di presso con queste ben pocoevangeliche parole : « o che queste cose nonsono vere, ma comunque i cattolici sono cosìcattivi, che per batterli, ogni bastone èbuono!» .Noi, per regola, non entriamo in un vil-

laggio dove si siano già stabiliti i protestanti,eccetto che sia la gente stessa a chiamarci .

Gli Avventisti dei settimo giorno

Oggi. oltre ai Bat-tisti e ai Cattolici,sono intervenutinelle montagneNaga anche gli Av-ventisti del settimogiorno o abbatisti .La loro predicazio-ne. più che a fondare

una chiesa cristiana si direbbe intesa a distrug-gere la Chiesa Cattolica, tanto è l'odio e ildisprezzo che hanno per noi . Finora hannoconchiuso quasi niente, e quel poco che essicercano di inculcare - e cioè riposo al sabatoinvece che alla domenica, astensione dagli al-coolici, dal tabacco e dalla carne suinanon è fatto per attirare loro le simpatie delletribù delle colline .

Ma in qualche zona del Manipur, purtroppo,le denominazioni protestanti sono numerosee creano un'atmosfera di fanatismo, di riva-lità e peggio .

Noi cattolici, come ci troviamo attualmente,non abbiamo nè i mezzi nè il personale percurarci di quanti vengono a noi spontanea-mente; però è certo che i nostri fratelli sepa-rati continuano a fare tutto il possibile perindisporre gli animi degli stessi pagani versodi noi. Per fortuna la verità si fa semprestrada fra la gente semplice e retta .Le colline, anche se aspre e dure per il

fisico, sono un campo facile e promettente, oveil frutto sarà in proporzione del lavoro .

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e si considera la scarsità del personale, lavastità della regione, la difficoltà delle comu-nicazioni e il gran numero di tribù e di lingue,bisogna concludere come siano indispensabilidei buoni catechisti . Ma trovare elementiadatti in numero sufficiente è per ora cosaassai ardua, se non impossibile; difficile ilprepararli, più difficile ancora il remune-rarli decorosamente, perchè si richiedonomezzi finanziari superiori alle nostre possi-bilità attuali .

Vi sono quindi dei villaggi che devono at-tendere mesi e anche anni prima di poteravere un catechista . Per necessità dobbiamoinviarlo solo là dove vi sono almeno dieci casedi catecumeni .

L'ideale sarebbe poter preparare a questoufficio una persona del villaggio stesso ; maoltre al fatto che nessuno è profeta in patria,succede spesso che egli non ha sufficienteistruzione o prestigio per guidare i nuovicatecumeni .

L'espansione cattolica nelle colline dipendedal personale e dai mezzi che avremo a di-sposizione, e il frutto senza fallo corrispon-derà alla semina .

Gli operai son- pochiAlla deficienza di

mezzi, si aggiungeuna ancor più gravescarsezza di sacer-doti. Questo è il pro-blema più assillantedella diocesi di Di-brugarh che abbrac-cia 42.000 cattolici .raggruppati in circa340 piccole cristia-

nità. Queste sono disseminate su di un territoriovastissimo - grande quanto l'Italia setten-trionale - difficili da raggiungere, a causadelle comunicazioni primordiali, e quasi im-possibili da capire perchè appartenenti a unadozzina di tribù, ciascuna con un dialettodiverso .

Ne hanno cura 21 sacerdoti, distribuiti in10 centri o stazioni missionarie, ognuna dellequali però esige la residenza stabile di almenoun sacerdote per la cura dell'annesso collegiomaschile, cui talora si aggiunge anche quellofemminile .

È facile rendersi conto quanto insufficientesia il numero di questi sacerdoti .

Un'altra . difficoltà ci si presenta : tre quartidi questi sacerdoti sono europei . Ora, colvento che spira, sta diventando difficile e forseimpossibile per un missionario straniero l'en-trare in India, a meno che appartenga al

Commonwealth britannico; e anche in questocaso non è tanto semplice ottenere il vistod'entrata .

Unica speranza, il clero nativo .A formare il quale è necessario un cammino

duro e lungo, dal momento che si deve partiredallo stadio iniziale di soggetti appartenentia tribù primitive . olo ora cominciamo adavere i primi aspiranti al sacerdozio, neofitiprovenienti dalla pianura e dalle colline, iquali si vanno preparando negli aspirantatisalesiani e nei seminari minori .

Per molto tempo ancora dovremo reclutarevocazioni dall'India del sud, dove le cristia-nità sono ben formate e di antichissima data .Basta ricordare i cosiddetti « cristiani di

. ommaso apostolo » . Lo tato del Keralacon i suoi due milioni di cattolici è_ terrenofertilissimo di vocazioni sacerdotali e religiose .

Ma anche qui non tutto va liscio .Una prima difficoltà deriva dal fatto che

un seminarista o un'aspirante suora che nonriesca, trova difficilissimo il ritorno al paesenativo, in quanto una famiglia ritiene diso-norante avere tra i suoi un fallito, anche sequesto torna prima di avere indossato l'abitoecclesiastico o religioso .

Un secondo incaglio nasce dalla già accen-nata condizione politica dell'India . che è di-visa in tanti tati e popolazioni, così diversetra loro . 1 sacerdoti del Kerala sono zelantie capaci. Dal loro tato d'origine, situatonell'India meridionale, trasportateli fino allembo orientale, sulle colline Naga : vi appa-iono stranieri quanto un europeo . Non cono-scono nè la lingua assamese nè quelle dellecolline e correranno pericolo che l'antago-nismo, sorto tra gli abitanti delle colline el'elemento indiano della pianura, si riflettaanche a loro danno .

Difficoltà, come si vede, che sembrano fatteapposta per scoraggiare e tarpare le ali allozelo. Eppure, nonostante tanti ostacoli, ilnostro lavoro continua con energia e impegno .

Far onore a Don BoscoDobbiamo far onore

a Don Bosco, che inIndia ha una risonanzaparticolare. I alesianiin Assam e in tuttal'India sono meglio co-nosciuti con il nomedi «sacerdoti di DonBosco », e questo nomeè per loro una divisae un salvacondotto .Alle nostre scuole noidiamo sempre e solo il 167

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nome di Don Bosco, con accanto la localitàin cui si trovano ; quindi abbiamo la DonBosco- hillong, la Don Bosco-Gauhati, laDon Bosco-Dibrugarh ecc .

Gli abitanti e anche le autorità circondanodi stima e di fiducia le nostre scuole . Moltiindù vorrebbero affidarci i loro figliuoli comealunni interni. Ma la cosa non è esente dapericoli ed esige da parte nostra molta pru-denza, per non suscitare opposizioni ed ac-cuse, non tanto da parte dei genitori, i qualianzi gradirebbero che i loro figli seguissero intutto, anche nelle funzioni di chiesa, l'orariodel collegio, quanto piuttosto a causa di certecommissioni di vigilanza, che si mostrano sen-sibilissime, qualora si insegni la religione cri-stiana agli indù .

Però quanti hanno contatto con noi attra-verso la scuola, se semplici privati, ci diven-gono sicuramente amici, e se ricoprono pub-bliche cariche, si mostrano apertamente fa-vorevoli .

Efficacia del metodo preventivoCredo che sia un

effetto del metodo edu-cativo di Don Bosco,che ottiene qui gli stessifelici risultati che inItalia e altrove.

I ragazzi del mondointiero son formatitutti della stessa pa-sta; il fatto di vedersiamati e assistiti frater-namente, mentre creaun'impressione favore-

vole nei loro genitori, spinge i giovani stessiad affezionarsi agli educatori e a godere diquel clima di famiglia che li circonda, nelquale maestri e allievi vivono in continuofraterno contatto . Il quale crea pure quellostato di gioia diffusa, che viene notato anchedagli estranei e dalle autorità che visitanole nostre scuole, da cui partono manifestandouna loro constatazione, che corrisponde aduna felice realtà : « I vostri ragazzi - essidicono concordi - sono molto felici» .

Purtroppo la scarsezza del personale sale-siano non ci permette di attuare in pienoquesta caratteristica del nostro metodo, nèci consente di avere con questi giovanetti uncontatto continuo e quindi pienamente effi-cace. Molto spesso dobbiamo servirci di maestriesterni, sovente neppure cristiani . Non ciriesce quindi di rendere continuo sui giovani,anche interni dei nostri collegi, quell'influssoamabile che li affeziona ancor più e li plasma

1Gi3 con un'educazione del tutto cristiana .

Grazie! Non fumoUna volta mi recavo ahillong in compagnia di

un mio catechista . M'im-battei per caso con un sa-cerdote non salesiano esubito attaccammo con-versazione .

Quando più tardi ci se-parammo, il catechista michiese :- Era un prete catto-

lico?- Naturalmente ; non

hai visto che veste comeme?- ì, è vero, appena lo

vidi, capii che doveva es-sere un prete cattolico, ma

quando lo volli salutare, non mi parlò comemi parli tu e gli altri padri che conosco . . .

Gli spiegai che non è facile essere in confi-denza con chi non si conosce .- Però . . . - aggiunse, quasi per ribattere,

il catechista .Però, che cosa? - lo interruppi .Ma egli fumava, mentre voialtri non fu-

mate! - replicò egli trionfante .Quella del non fumare è cosa che viene no-

tata dai nostri cristiani .Anzi questa caratteristica talora ci serve da

tessera di riconoscimento . Come quella voltache sul traghetto, in servizio tra le due spondedel Brahmaputra, feci conoscenza con un si-gnore cattolico di Calcutta, un pezzo grossodella ferrovia . Ad un certo punto della con-versazione egli cominciò a fumare, e gentil-mente mi offerse una sigaretta .- Grazie, non fumo! - feci con un sor-

riso di diniego .Allora egli soggiunse senza esitazione :- e è così, lei è certamente salesiano!e anche questo serve ad aumentare il

nostro ascendente, ne sia lodato il Cielo ; maè soprattutto il nome di Don Bosco che ciprotegge in India .

Però, appunto perchè è un nome grande,noi - parlo della mia diocesi - abbiamol'arduo compito di tenerlo alto .

Per questo non ci stancheremo mai di in-vocare aiuti di personale, di preghiere e diofferte, che ci consentano di mantenere lenostre scuole al livello cui il sacrifizio di tantiConfratelli le ha elevate, e di moltiplicarle avantaggio di tanti giovani; ben consci che ilVangelo, in terra di missione, si propaga e sisostiene soprattutto mediante le scuole .

M MON . ORE E MARENGO . D . B .Vescovo di Dibrugarh (Assam-India)

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II Cattolicesimo in Boliviadi . E. Mons. GENNARO PRA A

Difficoltà i La Bolivia, per tuttodel Cattolicesimo l'insieme di tali carat-in Bolivia

teristiche, merita diessere presa in parti-colare considerazione .

u una superficie di oltre 1 .100 .000 kmq.,vivono poco più di 3 .200 .000 abitanti, inmaggioranza indigeni,discendenti degli Incas .

Il 98°/o della popola-zione è cattolica .

1 Boliviani sono dianimo buono, sensibile,semplice e molto religiosi .Da anni però gran

parte della popolazionevive nell'abbandono spi-rituale per la mancanzadi clero . ono frequentii casi di sacerdoti chedevono curare gruppi divillaggi con un totale dioltre 20 .000 fedeli, sparsisu una superficie supe-riore ai 30 .000 kmq .

Distanze enormi e lamancanza di mezzi dicomunicazione rendonoancora più difficile l'operadel missionario .

Mentre gli abitanti delle città hanno unadiscreta, quantunque non del tutto sufficiente,assistenza religiosa, esistono villaggi e paesinelle campagne o sulle cordigliere nei qualida oltre 40 anni non vi è sacerdote stabile, edappena se ne riceve la visita ogni cinque osei mesi.

1 040#ff

Con molta ragione, da qualche anno, la Chiesa si preoccupa in modo particolare dei Paesidell'America Latina .In quelle 22 nazioni risiedono 160 milioni di cattolici, i quali costituiscono un terzo dellapopolazione cattolica mondiale .Gli pagnoli con la civiltà portarono nei paesi scoperti e conquistati la fede di Cristoed anche dopo aver raggiunto l'indipendenza agli inizi del secolo scorso, i popoli latino-americani sono rimasti profondamente cattolici .Ma purtroppo negli ultimi decenni un insieme di fattori interni ed esterni hanno messoin pericolo la vita cattolica dell'America Latina .Pur essendo in gran parte comuni alle diverse nazioni i nemici della fede e simili ledifficoltà, ogni regione presenta, sotto questo aspetto, delle particolari caratteristiche .

Le conseguenze di tale situazione sono gra-vissime .

La popolazione di quelle regioni, pur con-servando un profondo senso religioso, vivenell'ignoranza delle cose della fede e tende atrasformare il cattolicesimo in una specie disuperstizione .

LA PAZ (Bolivia) - . E . il Nunzio Apostolico Mons . Carmine Rocco e il Rappresen-tante del Governo onorano il alesiano Don Gennaro Prata - oggi . E. Mons . Prata -per le sue benemerenze nelle relazioni diplomatiche tra la Bolivia e la . ede .

IL'attacco nemico I

Le condizioni, giàper se stesse preoc-cupanti, sono aggra-

vate dall'attacco che i nemici della fede hannosferrato in Bolivia con forze ed impeto supe-riore a quello messo in atto in altre nazionidell'America meridionale e centrale .

1ft11,

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La massoneria lavora nascosta e causa ro-vina tra le classi più colte delle città . I comu-nisti ed i protestanti operano apertamente tragli operai, i contadini e i minatori .

La propaganda comunista trova facile ter-reno per lo stato di povertà in cui giaccionole classi rurali e quelle operaie .

I protestanti hanno preso di mira in par-ticolare le zone sprovviste di clero . Forti dimezzi e di personale, hanno costruito cappellee scuole un po' dappertutto, e riescono ad at-tirare le popolazioni ignoranti, desiderosed'altra parte che qualcuno abbia di loro curaspirituale e le guidi nel culto che desideranorendere al ignore .

In poco più di un anno sono entrati in Bo-livia circa 250 pastori protestanti, ed hannogià fondato vari seminari per la formazionedi pastori nazionali .

Il pericolo è grave, imminente .Non si può perdere tempo .

I bisogni Urge provvedere all'assistenza religiosadelle popolazioni piùabbandonate . A tale

scopo si stanno organizzando «nuclei rurali»e «missioni volanti» .

1 «nuclei rurali» sono costituiti da varivillaggi, nel più importante dei quali dovreb-bero stabilirsi tre o quattro sacerdoti perprendere cura spirituale di tutta la zona .

più urgenti

Le « missioni volanti », composte in mag-gioranza da religiosi, si affiancano ai nucleirurali per provvedere ai villaggi e comunitàindigene più vicine alle città .

Il progetto dei « nuclei rurali » e delle« missioni volanti » è meraviglioso, ed ha ri-scosso i più larghi ed autorevoli consensi .

Ma per trasformare quello che è un niera-viglioso progetto in consolante e proficuarealtà, si ha urgente bisogno di personale edi mezzi. Ci vogliono anzitutto dei sacerdoti,e dei religiosi e religiose, e poi bisogna prov-vederli dei mezzi necessari affinchè possanosvolgere la loro attività .

Un conforto ra le difficoltà ed ipericoli è di confortoconstatare come la po-polazione conserva il

suo attaccamento alla fede cattolica . Ne sottosostegno la devozione al santo acrificio dellaMessa e l'amore alla Madonna .

Quando, in una regione nella quale si eranoaffermati i protestanti, ritorna il sacerdotecattolico, gli indigeni ritornano spontanea-mente, accusando il pastore protestante dinon essere il vero ministro di Dio, perchè noncelebra la . Messa e non parla della Madonna .

Ma questa possibilità di riconquista nonpotrà durare a lungo .Le nuove generazioni educate dai prote-

stanti, non avrebbero più tali forze di ripresae potrebbero cadere definitivamente nel pro-testantesimo .

Di grande conforto è anche l'interesse cheper la Bolivia, come per il resto dell'AmericaLatina, si è destato nel mondo cattolico .

Alle paterne preoccupazioni del anto Padre,hanno risposto generosamente la Gerarchia edi fedeli dei Paesi più ricchi di vocazioni e dimezzi, ed i uperiori Generali di molti Ordinie Congregazioni religiose .

La speranza di salvaguardare la fede e ri on-quistare i piccoli gruppi perduti, è soprattuttonel ignore e nella Madonna, poi nell'aiutoche si spera e si chiede con insistenza .

Particolarmente generoso si dimostra quellodella Gerarchia americana . ono varie le par-rocchie boliviane, come anche di altre nazionisud-americane, adottate da Ece .mi Vescovid, gli tati Uniti. Adottare significa provve-derle di sacerdoti e sostenerle economicamente .

E con i sacerdoti arrivano già i primi laici .ono in maggioranza giovani professionisti

UCRE (Bolivia)

Facciata dei tempio di Maria Ausiliatrice

ed una speranza

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cattolici, che volentieri dànno per il ignoree per la Chiesa le primizie della loro profes-sione, offrendosi a trascorrere a fianco dei Mis-sionari alcuni anni generosamente dedicati allavoro apostolico nella collaborazione che cia-scuno può specificamente dare .

Il contributo 1 alesiani sono pre-senti in Bolivia connove opere, di cui duedi recente fondazione .

Nella capitale La Paz vi è un grandioso col-legio con 1400 alunni studenti ed un centinaiodi artigiani. Vi lavorano 11 salesiani, che sisottomettono alla dura fatica di educarli perevitare che frequentino i collegi protestanti.A La Paz fioriscono anche la Casa di for-mazione con una ottantina di aspiranti alsacerdozio e il eminario diocesano per laformazione del clero nazionale, diretto daialesiani.In ucre, l'antica capitale, funziona unacuola professionale frequentata da 300 alunni .

salesiano

Ho vissuto un mese sulle montagnedei Kivari. Le alte cime e le profondevalli mi richiamavano alla memoria.ogni momento le Missioni dell'Assam

nell'India . Le Missioni dei Kivari però hannopoche comunicazioni . Mancano ancora lestrade . oltanto piccoli aerei giungono rarevolte fino a certe residenze . Il suolo è assaifertile nelle valli. Rallegrano la vista e l'uditonumerosi corsi d'acqua e impetuose cascate .

Gravissime difficoltà ha incontrato l'aposto-lato missionario nei primi tempi. I Kivari simostra -. ano orgogliosi, diffidenti, impassibili aqualunque sentimento cristiano . In nessunmodo acconsentivano che i loro figliuoli an-dassero nei piccoli collegi dei missionari, aiquali in verità pareva che i loro sudori scen-dessero a irrigare una terra arida .

In Cochabamba, prospera cittadina che sitrova in un'incantevole valle a 2800 metrisul livello del mare, c'è una rinomata cuola,il eminario diocesano e una simpatica operapopolare per i ragazzi della strada .

In anta Cruz, città della pianura ai piedidelle cordigliere con un clima già tropicale,nei cui dintorni i protestanti hanno più di40 centri di propaganda, i alesiani, sospiratida anni, oggi sono presenti con nn furenteOratorio. Inoltre da pochi mesi è stata apertala cuola agraria di . Muyurina, dalla qualedovranno uscire giovani tecnicamente prepa-rati per la coltivazione degli immensi terri-tori della Bolivia e spiritualmente sicuri percooperare al mantenimento della religione trale popolazioni rurali .

Non solo la cuola agraria di Muyurina ele altre opere di recente fondazione, ma anchele case già esistenti da tempo, hanno bisognodi personale, ed è in questo senso, in modoparticolare, che la Congregazione continueràa dare il suo generoso contributo alla Chiesaper la salvezza delle anime in Bolivia .

MON . GENNARO PRA A, ALE IANOVescovo ausiliare di La Paz (Bolivia)

prima che apostoli,

pionieri di civiltàOggi le cose sono totalmente cambiate . Il

lavoro è stato lento e duro, ma ha fruttatol'attuale sistemazione della Missione . Oggiogni residenza appare come una piccola « cit-tadella di Dio » . 'innalza al centro la chiesa .Accanto ad essa, in un capannone di legno, sisvolge la vita dei Kivaretti, sotto la direzionedei alesiani . Dall'altra parte la residenza perle Kivarette, affidate alle Figlie di Maria Au-siliatrice. Non manca l'ospedale accanto allaMissione. Un poco più in là cominciano leumili abitazioni del villaggetto formato dallegiovani famiglie cristiane dei Kivari .

Come trascorre la vita degli alunni e deimissionari? Magnificamente per i primi, duraper i secondi. I Kivaretti alternano le oredella giornata tra gli studi, ai quali si appli-cano di malavoglia, e il lavoro dei campi . 173

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l bello vederli partire nelle ore del lavoro,sotto la direzione di un coadiutore salesianoe di un chierico assistente, mentre le Kiva-rette sono guidate dalle suore . i affrettanoverso i campi di coltivazione, s'internano nellaforesta, corrono allegri in tutte le direzioni, sisentono veramente padroni della selva. Cia-scuno porta con sè un grosso coltello : un col-tellaccio che a vederlo incute timore . Per iKivaretti invece, fin da piccoli, siano bam-

MI IONE DI MENDEZ (Equatore)con í ragazzi bianchi e kivari che li

bivi o bambine, è un compagno inseparabileper tutta la vita : serve per scavare, tagliarlegna, aprirsi il cammino nella foresta e di-fendersi, in caso di bisogno, dalle bestie feroci .

Coltivano granturco, orzo, fagiuoli, man-dioca, e, in modo speciale, la papachina, cheè un tubero gustosissimo . E come tornano con,tenti, la sera, portandosi sulle spalle ceste pienedi frutta, che vanno a depositare in cucina!

1 Kivaretti sono sensibili, pii, allegri, docili,dimostrano un sincero affetto per il missio-nario. Particolare simpatia hanno per coloroche vivono con essi, i sacrificati coadiutori echierici salesiani, loro assistenti . Le Kivaretteinvece sono più difficili .

« Che cosa è più pesante, il libro o il col-tello? », domandai una volta. Essi, che intui-rono il significato della domanda, mi risposeroin coro: « Il libro, il libro! » . Così i piccoliKivari passano gli anni più belli della loro vita .Cresciuti e fatti giovanotti, cominciano a pen-sare seriamente al loro avvenire . In qualitàdi impiegati continuano a vivere nella Mis-sione, dalla quale non riescono a separarsi .

174 Consigliati dal missionario, vanno orientan-

dosi verso la formazione di un focolare cri-stiano. E anche qui è ancora il missionarioche procura loro il terreno da coltivare, re-gala la mucca, qualche maialino e pensa allacostruzione della casa, alla quale collaboracon entusiasmo il futuro proprietario .

Vanno sorgendo così, vicinissimi alla Mis-sione, i primi villaggi kivari cristiani. Qualcunodi questi villaggi diventerà in tempo non lon-tano una vera città? C'è ragione di crederlo,

perchè è avvenuto cosìin altre Missioni .

Fiorisce già, tra glialtri, il villaggio « e-villa Don Bosco », co-stituito da un centinaiodi casette bianche . onomodeste, ma pulite enon manca il giardinettocoi fiori . I bambini diqueste famiglie cristiane,in numero di trecento,frequentano le cuoledella Missione . Vi si re-cano lindi e contenti econsiderano la Missionecome la loro secondacasa. Giuocano fraterna-mente con quelli rico-verati nell'istituto, moltilei quali sono ancorapagani. Allegri vi giun-gono anche i giovanipapà kivari, i quali dopoaver assistito alla santaMessa e alla spiegazione

del catechismo, organizzano nei giorni di festaanimate partite al pallone . Le mamme invece .coi loro marmocchi in braccio, s'intrattengonocon le suore .

Questi sono i miracoli della carità . 1 missio-nari debbono pensare a tutto : dal filo da cu-cire per le Kivarette, fino ai regali per lenozze . E tutto deve venire da lontano, sullespalle dei portatori o sul dorso dei cavalli . Inverità, solamente la dedizione e la carità degliapostoli di Cristo han potuto compiere questimiracoli .

Nelle foreste però vivono altri Kivaretti .I missionari cercano i mezzi per poterli acco-gliere . Fra breve andrà pe legrinando perl'Italia e per la pagna . E . Mons. GiuseppePintado, Vescovo coadiutore di questo Vica-riato . I buoni si preparino a vuotare nellesue mani i loro borsellini con la generositàdelle grandi occasioni, perchè il lavoro checompiono questi simpatici missionari è operadi arditi pionieri e di autentici apostoli .

AC. MODE O BELLIDOdel Capitolo uperiore

- . E . Mons . Pintado e il Rev.mo Don Bellidoaiutarono a passare il terribile fiume Upano .

i

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2,',/' /~,F

Non voleva far sfigurare la MadonnaDovevo essere operata al ginocchio . L'ope-

razione era risultata necessaria da una radio-grafia . Il 2 ottobre, alle ore io, quando tuttoera già pronto, persino l'iniezione per addor-mentarmi, volli provare a scendere dal letto,convinta che Maria Ausiliatrice avesse ascol-tato la mia preghiera. Mi accorsi che la gambala movevo molto meglio e che la ferita dellarotella spaccata non mi doleva affatto . Al-lora volli una nuova radiografia prima del-l'operazione . Il dottore, contrariato ma cor-tese, accettò. I momenti di attesa furonopenosi per me che non avrei voluto far sfigu-rare la mia cara Madonna Ausiliatrice . Fattala radiografia, apparve evidente il callo dellaferita già avanzato. Così l'operazione non fufatta e constatarono l'intervento prodigiosodella Madonna tutti quelli che erano al cor-rente della cosa. Grata, mantengo la promessadella pubblicazione .Niteroi (Brasile)

LIVRENA FABBRI

Giunse in tempo la reliquiaUno dei miei fratelli era gravemente ma-

lato per trombosi cerebrale . La febbre erasalita a 41 gradi. Già la moglie era stata av-vertita di far trasportare dall'ospedale a casail paziente, quando io gli posi la reliquiaex ossibus di Don Bosco, che avevo ricevutodal figlio salesiano. Lentamente il malato mi-gliorò e, dopo alterne vicende, riuscì a tornare acasa ed a riprendere discretamente la favella .Da due mesi il miglioramento è stabile. Grazie,dunque, al caro Don Bosco .Milano

MARIA DEVECCHI RUDONI

Guarigione simultanea alla novenaIn seguito ad una caduta, mio figlio con-

trasse una infermità assai dolorosa con febbremolto alta . Gli si applicarono tutti i rimediordinati dai medici, ma furono inutili . Lafebbre permaneva alta ed i dolori acuti . Vistal'inefficacia dei rimedi umani, mi rivolsi piena

di fiducia a Maria Ausiliatrice, cominciandouna novena a sì buona 1Vladre. Dopo pochigiorni la febbre scese ed i dolori diminuirono .Finita la novena, mio figlio era completamenteguarito . Ogei devo ringraziare vivamente lamia celeste Protettrice, perchè egli può seguirela sua vocazione nel seminario di Palencia .Invio un'elemosina per il culto dell'Ausiliatricee desidero che la grazia sia pubblicata .Astudillo (Palencia- pagna)

PURA VILLAMERIEL

Umanamente inspiegabileLo scorso agosto uno de miei 12 figli

si trovò in una situazione veramente tragica .Non vedendo come potesse risolversi il suocaso mi rivolsi, come già altre volte, all'aiutodella Madonna Ausiliatrice, di Don Bosco edi Don Rinaldi. Promisi loro l'offerta delpoco oro che tenevo, caro ricordo del passato .Nel giro di neppure 48 ore ecco che tutto sinormalizza e mio figlio ritrova libertà e pace .Umanamente parlando la felice soluzione delsuo caso rimane un mistero ; per me è unagrandissima grazia dell'Ausiliatrice, di DonBosco e Don Rinaldi . Invio l'oro con preghieradi pubblicare sul Bollettino la grazia sì prodi-giosamente ottenuta .Grigioni ( s'izzera)

E. L .

r

hL'I I U O ALE IANO PER LE MI IONIcon sede in ORINO, eretto in Ente Morale conDecreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità Ad evitare possibilicontestazioni si consigliano le seguenti formule :e trattasi d'un Legato : a . . . lascio all'Istituto a-

lesiano per le Missioni con sede in orino a titolodi legato la somma di Lire . . . (oppure) l'immo-bile sito in . . . ,>.e trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-

stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :«, • . Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'Istitutoalesiano per le Missioni con .sede in orino, lasciando

ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo » .(luogo e data)

(firma per esteso(175

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17G

crive un novello sacerdote cinese

ono sempre stato debole fin da ragazzo .La debolezza crebbe con il crescere dell'età .Arrivato al primo anno di eologia, le mieforze erano quasi esaurite . Col permesso delsig. Ispettore promisi allora a Don Bosco dipubblicare la grazia se fossi arrivato alla so-spirata mèta del acerdozio .

Con l'aiuto della Madonna, potei rice-vere il suddiaconato ; ma dopo il diaconato,mi ammalai nuovamente . uttavia, rientratoa Hong Kong, dopo un solo anno di aspet-tativa, potei ricevere tranquillamente l'Ordi-nazione acerdotale dalle mani di . E. Mons .Michele Arduino, Vescovo della nostra caraDiocesi alesiana di hiu-Chow (Cina) eParroco di Maria Ausiliatrice .

Benchè sempre di salute cagionevole, hopotuto finora celebrare ogni giorno la santaMessa . iano quindi ringraziati di tutto cuoreMaria Ausiliatrice e Don Bosco .[long Kong

PIE RO M. ANGsacerdote salesiano

ac. Guido Poier, salesiano (Bolzano) rende pubblichegrazie a M. A. che gli ha ottenuto la salute sufficienteper giungere al sacerdozio .Anita De Angelis in Mariani (Roma), urtata da una lam-bretta, riportò frattura al piede e conseguente infezionecancrenosa . Allarmata dalla gravità del male, ricorse a. G . B. e tra le preghiere e le cure mediche superò la crisi .

Alba chiassi (Mezzolara-Bologna) con fiducia si rivolsea M. A . e a . G . B . in una complicazione post-opera-toria e si ristabilì come desiderava .Bianca Ghersi ( orino) guarita da bronchite e tracheite,fu sorpresa da gonfiore alla gamba destra . Ottenne anchequesta guarigione pregando M . Ausiliatrice. .

ottznute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di . Gio-vanni Bosco, di . Maria Mazzarellc, di . Domenicoocio e di altri ervi di Dio - alcuni hanno anche in-

viato offerte ed elemosine per sante Messe di ringrazia-mento - i seguenti :

Agosti Giuseppe - Amaduzzi Ivo - Andreoli Maria - Ar-pinetti Gina - Ausinello Maria - Baldazzi Ghelfi Dott . Re-nata - Barinetti Pannazzi M . - Barosselli Primina - BechioMaria - Belussi Giovanni - Berrino Maria - Bosco Leo-nardo - Botta Maria - Brambilla Immacolata - BuscagliaMaria - Cacciola Cresta Emilia - Calarenu Efisia - CanaleGiuseppe - Canavese Vittoria Lia - Cannavò Giuseppina- Cappellaro Giacomo - Cappello Vincenzo - Capucciara - Carpano Paolina - Cassarà Luisa - Cassi Pallini

Piera - Castaldo Chiara - Castoldi Pierina - CattaneoFranca - Caudana Famiglia - Cercato Palma Rita - ColloAntonio - Colombo Dott. M . - Conti Gioia Maria - Cop-pola Carmelina - Corsini Giovanni - Costa Roschieri Fa-miglia - Crameri Celesta - Cuncli Lucia - Dal ecco Ca-stellan Lucia - D'Andrea Adelina - Daogiio Agnese -Della Casa Margherita - De Magistris Ester - De Mar-tini Rosa - De Micheli Fiorina - Deroechi Giuditta -

Aldo ucci (Ravenna) raccomandandosi a . G. B . potèsuperare serenamente una dolorosa op.crazione chirurgica .Rosalia Marchesin (Alpignano- orino) manda l'offertapromessa a M . A . e a . G . B . per favori ricevuti, in-vocandone ancora la protezione.eresa Castelli in Cresta ( olero-Aless .) affetta da dolo-

roso eczema, ribelle alle cure, si raccomandò a I . A . ea . G. Bosco e tornò dal mare guarita.Fam. Primo (Castagnole-Asti) ringrazia . G . E . per labambina guarita senza operazione e raccomanda il bam-bino perchè riesca a scuola .Anna Vallarino Gancia ( orino) esaudita nella sua pre-ghiera per la salute, porge caldi ringraziamenti a M . A .Giuseppina Marocco ( orino) professa sentita ricono-scenza a M . A. per visibile protezione sulla famiglia .abina Lucianaz (Brissogne-Aosta) espone tre grazie diM . A . e . G . B . a favore di un nipote . Ancor piccolino,ubriacatosi di grappa, non dava più segno di vita, madopo ferventi preghiere si riebbe ; poi cadde in un fiumee potè ancora essere tratto in salvo ; infine, arruolatosinella legione straniera per l'Algeria, si ravvide e fece ri-torno a casa con i compagni .Fiorenza Zanotti (Mede Lom .-Pavia) era in apprensioneper il marito colpito due volte da febbri violente per uninfiltrato subclaveolare . Mentre si temeva una terza ri-presa, le preghiere ardenti a . G. B . e a D . F . R . fu-rono esaudite e l'infermo si ristabilì pienamente .Fam . ibaldi ( orino) compie la sua promessaa a M . A .per la grazia della promozione all'abilitazione magistrale .ettimia Cottarelli (Roma) mise sotto la protezione diI . A, la figlia colpita da forte emorragia e la vide presto

ristabilirsi in salute .Celesta Frassani (Fosio di Varano-Parma) attribuisce aM. A . e a . G . B ., oltre che alle cure mediche, la gua-rigione sua da paralisi, e della figlia da un male difficilea riconoscersi .Luigina e Flaminio Giuliano ( orino) inviano offertaa M. A . per la guarigione del loro bambino da difteritee complicazioni .Rina Fumagalli (Bergamo) a stento e con preghiere aM. A . e a . G . 13 . s'indusse a una gravosa operazionechirurgica con estrazione di una ciste, dell'appendice,di due fibromi e di vari litri di liquido .Coniugi Viberti (Alba-Cuneo) avendo la bambina affettada lussazione bilaterale alle anche, la sottoposero allecure mediche e la raccomandarono a M . A ., a . G . B .,a . D . . ottenendone completa guarigione .

,agi ,/ ,o, 'vi r,„ r, ~, in i zia- D- i,'aA ip, s i/a 'p Poa 555, "o os sgs ò i55'5, 0,'aP Ps r. P5 5s, A'o_aps ii. cc'o 0a ep .s s . o A ; !o. z,

Di Massa Rachele - Donnini Albertina - Dutto Ernestina- Enria G . Fabbri Giulio Cantoni Rosina - FaveroRosa - Favre Marina - Ferralasco Alba - Fiami Don A._m-brogio - Firpo Maria - Fontana Lina - Formentini Nino- Fusario Famiglia - Gargiulo Fausto - Giani Famiglia- Gizzi Michelina - Gonella Margherita - Gorini Miche-lina - Granchelli Erasmo - Grilli Resta Caterina - GuaioCav. Alessandro - Invernizzi Maria - Lamberti FrancescoLari Dott . Luigi - Maffei Luigia ved . encaioli - Maffei

Maria - Malino Clara - IVIarcenaro Giuseppe - MarcheseNella - Massa Famiglia - Massimino Famiglia - MatteiaFrancesco - Maurigi conte Giuseppe - Misciotti Rita -Molinari Dott. Ing. Gianni - Montini Osvaldo - Mo-schino Maria - Nig.a Dott . Carlo - Oltenia Anna - Or-sini Carolina - Pace Agostino - Pancheri Giulia - PanettaLibero Domenico - Pasquero I :uigina - Piccot Marghe-rita - Pietrasanta Carozzo Antonia - Poletti Agnese - PoliMaria - Provera eresa - Ramasco Olga - Rapisarda EnzaRavetti Amelia - Rinaldi Mora Caterina - Rivella Maria

- Rodigari Martino - Rotabello Anna - Rusconi Lina -anfilippo Carmela - asso Malvina - atanino Carolina

- ibona Derteo Maria - ilvestrini Mario e eresa -olenghi Rosa e Luigia - ozzi Angela - pesso Antonio

- ambocco Maria - essaro Giuseppe - icozzi BambinaMaria - onazzolli Pia - ondo eresa - 'Fonozzi Carla -orchio eresa - ravaglia Francesco - Vagni Gentile

- Valletti Angiolina - Valsecchi Camillo - '-''aschetti AnnaVercelli Maddalena - Vicari Finuecia - Vitrotti FrancaZaccone Artemisia - Z,metti Pietro .

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Guarigione miracolosaAvevo molto male all'occhio destro ;

peggiorando sempre più, dovevo sottopormiad un'urgente operazione . Nelle mie pre-ghiere invocavo la guarigione per interces-sione dei anti di cui sono più devota. Ed eccoche un pomeriggio vennero a visitarmi dueuore alesiane del Collegio Maria Ausilia-

trice della città, le quali mi parlarono delleinnumerevoli grazie e miracoli ottenuti daanta Maria Mazzarello a quelli che la in-

vocano. La pregai anch'io con fede e neesperimentai subito la potenza interceditricenella guarigione miracolosa del mio occhio .Ne faccio fede e mando offerta per la diffusionedel culto a anta Maria Mazzarello .

. Fedra ula (Honduras) RO A VED . DE FERRARI

Miracolo! l'occhio è sano!

Fui operata di cateratta all'occhio destro .L'operazione non presentò complicazioni, madopo alcuni giorni cominciai a sentire acutis-simi dolori. Il dott. Vasquez Cantillo diagno-sticò trattarsi di un tumore all'iride senzasperanza di guarigione, aggiungendo che soloun miracolo avrebbe salvato l'occhio . Nonvolle prescrivermi medicamenti, tranne quellinecessari per attenuare i grandi dolori. Midisse di tornare dopo tre giorni . Perduta ognisperanza e confidando solo nel divino aiuto,chiesi a . Maria Mazzarello la sua interces-sione per il mio caso così penoso . Ritornatadal dottore, ebbi la sorpresa di sentirmi direcon entusiasmo: « Miracolo, suora! L'occhioè sano! . . . ». In poco tempo mi ristabilii com-pletamente ; così ebbi l'occasione di consta-tare all'evidenza il potere della nostra anta .anta Rosa de Osos (Antioquia) R. IMELDA PINEDA

i temeva da un momento all'altro lacatastrofe

La nostra piccola Gabriella di circa treanni, fu assalita nello scorso maggio da unafebbre ribelle a qualsiasi cura. Quattro va-lenti medici la visitarono, ma nessuno seppeaccertare la malattia . Costernati chiamammo

`( ia;zie fil/ c 1iiiie 2

AN A MARIA MAZZARELLOaltri due specialisti per bambini, i quali pra-ticarono diversi esami, ma tutto risultò ne-gativo. Le due zie paterne, Figlie di MariaAusiliatrice, pregarono con fervore anta Ma-ria Mazzarello per la nipotina. Una di esse,recatasi in famiglia per infermità del genitore,andò a visitarla. La trovò assai grave . Da unmomento all'altro, infatti, si temeva la ca-tastrofe . La zia le pose addosso una reliquiadi anta Maria Mazzarello e con i familiarine invocò con viva fede l'intercessione . L'in-domani la bimba si trovò completamente sfeb-brata. Commossi, elevammo la nostra pre-ghiera riconoscente al buon Dio e il graziesentitissimo a anta Maria Mazzarello. Daquel giorno la misteriosa febbre non è piùcomparsa. La bimba va ripigliandosi, conmeraviglia dei dottori .aranto

CONIUGI PERRONE IOLE e AN ONIO

Le Figlie di M. A . di Fontanière (Lione-Francia)affidarono a . 1\-1 . M . l'incolumità dei muratori cheeseguivano sul tetto della casa lavori difficili e peri-colosi e ne toccarono con mano la protezione perchèun operaio cadde, ma rimase incolume .uor Margherita Midali F. M. A. (Collegno- o-

rino) attribuisce all'intercessione di . M. M. laguarigione della mamma da grave broncopolmonitecon pericolosi collassi cardiaci ; dichiara pure diaverne sperimentata la bontà in altre dolorose cir-costanze .uor Amalia avio (Frassinello-Alessandria) e la

sorella, anch'essa Figlia di M . A., affidarono a. M. M . la guarigione della mamma di 8o anni,

gravemente ammalata, e ne ottennero la guarigione .Coraglia Anna ved. Bertolusso ( ommarivaPerno-Cuneo) dichiara che da un anno e mezzoil figlio cercava un impiego ; aveva bussato a tuttele porte, ma inutilmente ; si rivolse con fiducia a. M. M. e in pochi giorni trovò un ottimo posto .

Bruna Zilli in Parodi (Crocefieschi-Genova) do-veva subire un'operazione, ma il ricorso a . M. M .le ottenne di evitarla .Dott. Pina Cardani Murroni (Roma), ex allievadelle Figlie di M . A., afferma di aver imparato adamare . G. Bosco e . M. Mazzarello, di cuicontinuamente sperimenta l'assistenza e la pro-tezione. Ancora recentemente ottenne da . M. M .la guarigione da pericolosa malattia . 177

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Palermo

eínteceòòtoiiee dif

. DOMENICO AVIO

Guarigione improvvisa

rovandosi mia mamma ammalata di fe-gato e non riuscendo i medici a diagnosticarele cause del male, non restavano molte spe-ranze per la scienza. Un giorno il postino midiede, insieme con la posta, il Bollettinoalesiano di un inquilino assente : portava la

effige di an Domenico avio, che io non co-noscevo. La osservai, sentii fiducia e lo pregaiper la mamma ammalata . Passò poco tempoe, senza coliche, con meraviglia del medicocurante, la mamma si liberò da calcoli alsacchetto biliare . Così si seppe la causa delmale e si ebbe la guarigione improvvisa . Oggimamma continua a star bene: e son passatialcuni anni .

LINA D'AMA O

Domenico avio mi esaudì

Da vari anni aspettavo che un bimbo ve-nisse a rallegrare la nostra famiglia; ma ledelusioni si seguivano a catena . I medici nonsapevano spiegarsi la cosa . Un giorno, unparente, religioso salesiano, mi diede l'abitinodi an Domenico avio dicendomi di portarlosempre meco, di aver molta fede e fare qualchecosa in onore del anto .

Ed ecco rallegrare la nostra famiglia unbel bimbo che, secondo la prima promessa, hochiamato Domenico .

Ed ora per compiere le altre promessefatte al avio, la pregherei, sig. Direttore, dipubblicare la grazia nel Bollettino alesianoe di accettare un'offerta per le Opere alesiane .Inoltre, dopo la nascita del mio figlioletto,ho promesso di far erigere un altare al caroantino in una chiesa parrocchiale che mio

marito, ingegnere, costruisce alla periferiadella città, in zona detta Miramar .an Isidro (Lima-Perù) Los Manzanos 233

178

LUI A GARDELLA DE EDWARD

Grazie a Don Bosco e a . Domenico aviol'odissea è terminata

Il nostro bimbo è nato nel '47 . Già nel'48 una meningite lo portava all'orlo dellatomba. Nello schianto del suo dolore lamadre esclamò: «« Don Bosco, salvate il miobimbo! » ed ecco il bimbo ridestarsi e sorriderealla mamma e poi guarire. Nel '49 uno specia-lista della Università di Messina, dopo esameradiologico, riscontrava nel piccolo lesioni pol-monari tali che gli diede al più un anno divita. Poco dopo, essendo operaio a Genova, vitrasferii la moglie e il bimbo . Il povero Vin-cenzo arrancò per 4 anni superando ben 7polmoniti e 4 bronchiti . Dal '54 a oggi il ra-gazzo sta molto bene . Don Bosco e Domenicoavio, di cui è devotissimo, lo hanno visibil-

mente protetto. E oggi è capo del piccoloclero della sua parrocchia e svolge tra i com-pagni della Associazione Domenico avio unapostolato convinto .Genova BRUNO RIMBOLI

Anna Pulvirenti Polimeni (Acireale - Catania) nel doloredi precedenti delusioni lesse con viva speranza le grazieottenute da . D . . alle mamme e ai bambini, e, rac-comandatasi a lui, fu esaudita nei suoi buoni desideri .Domenica Bertolino ( orino) per intercessione di . D . .ebbe la sua Donata viva fra tante difficoltà e quando giàera perduta ogni speranza . Riconoscente invia offerta .Louis Ribeiro (Durban - ud Africa) cadendo da settemetri di altezza battè del capo sul pavimento di cemento .Le condizioni erano molto gravi, la madre angosciata, ilpadre saldo nella fiducia in . D . avio . uperato unperiodo di crisi, il ragazzo, con meraviglia dei medici,guarì in quattro giorni e potè ritornare tra i suoi fratelliristabilito .Famiglia Pallaro (Chieri - orino) desidera manifestarela sua riconoscenza a . D . . per la felice nascita dellaloro Carla, nonostante le condizioni delicate della mamma .Maria Zoli ( orino) ringrazia . D . . per la sua prote-zione nella nascita del piccolo Marco .Anna Colonna ( orino), avendo evitato un interventochirurgico nella nascita della sua piccola Anna, esprimela sua gratitudine a . D . avio .Coniugi Lolato (Vicenza) per intercessione di . D . .sono stati consolati con la venuta del loro primogenito,dopo otto anni di matrimonio .

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alesiani defuntiac. Giuseppe Chierzí f a Cuenca (Ecuador) a 79 anni .ac. alvatore Benati t a Cordoba (Argentina) a 5 1 anni .Coad. Pieríno Bonzo t a orino- . Paolo a 83 anni .Coad. Ernesto aroglia t a . Benigno ( orino) a 73 anni .Coad . Pietro Berta t a Betlemme a 73 anni .Coad. Ignazio erra t a Barcellona ( pagna) a 6q anni .

Cooperatori defuntiUA EM. IL CARD. MARCELLO MIMMI, egretario

della acra Congregazione Concistoriale .Ill più bell'elogio del compianto Cardinale lo ha fatto

lo stesso anto Padre nell'Udienza Generale dell'8 marzo :Il Porporato teste scomparso può paragonarsi a uno di queigrandi alberi, che improvvisa tempesta riesce a schiantare : maera un albero che aveva dato abbondantissimi fiori e frutti .ua antità lo conosceva da oltre 4e, anni e ne aveva se-

guito con compiacimento le splendide ascese : Vescovo diCrema dapprima ; quindi Arcivescovo di Pari, ove rimaseper circa quattro lustri ; di poi Arcivescovo di Napoli e infineegretario della acra Congregazione Concistoriale .

La Famiglia salesiana deve molta riconoscenza al Cardi-nale Minimi, perchè dimostrò sempre grande ammirazioneper an Giovanni Bosco, le sue Opere e il suo spiritod'intraprendenza e di fattivo amore a Dio, alla chiesa,alle anime . Da pastore lungimirante, sapeva apprezzaree valorizzare la spirituale apertura dei alesiani e le loroattività giovanili nella zona dove Egli governava .Come Vescovo ci affidò tre Parrocchie: una a Bari in unrione popoloso, diventato oggi la fiorente Parrocchia del

. Redentore ; e due a Napoli presso il nuovo Istituto :una intitolata a Don Bosco nel popolare rione di an Fran-cesco, un'altra a Maria Ausiliatrice, con attigua sede nel-l'Opera Menechini .Nel 1954, consegnandoci questa Parrocchia, presenti, colvenerato Rettor Maggiore, . E. il ministro lervolino ealtre personalità, ripetè un'affermazione che gli era con-sueta : a 'Putto il Clero italiano, ai nostri tempi, deve es-sere un po' salesiano!» . E voleva dire : impegnato nellaricerca e formazione dei giovani .Conosceva bene lo spirito salesiano e la schietta pietàispirata da Don Bosco . Le riconosceva il merito di unaattività realizzatrice di vasto apostolato . Fu il Card . Mi immia rilevare come questa pietà si esprima, generalmente, conbei centri di vita religiosa sacramentale, in notevoli templi .a Direi, - disse un giorno, parlando con l'ispettore Don Pi-!otto - che Don Bosco ebbe una pietà " monumentale ",tanto è pronta a costruire chiese* . <« A Bari -. disse altrevolte -- il tempio del Redentore fu costruito dal nulla :lira per lira! i . E ricordava con piacere i nomi di Don tilee di altri benemeriti Confratelli .Non solo accettò, ma caldeggiò l'iniziativa di avere neleminario di Capodimonte conferenze di alesiani sulla

vita, l'attività e la pastorale giovanile . Amava tanto ispi-rare alla intraprendente attualità di Don Bosco lo spiritoapostolico del suo giovane Clero.Nella sua vita sacerdotale, fin da giovane, incontrò inDon Cojazzi un intelligente collaboratore e propagandistadei n Gruppi del Vangelo n, che anche in Italia sorseroproprio per loro iniziativa .Elogiò spesso e valorizzò l'ardente apostolato svolto dalleFiglie di Maria Ausiliatrice a Napoli-Vomero ; volentieriinterveniva alle loro celebrazioni, largo della sua paternaparola, onde incoraggiare a continua operosità negli Oratorifemminili e per il Catechismo nelle Parrocchie .Mons. Gennaro Jovane t a Fondi (Latina) il 7-111-1961 .Fu un affezionato amico dei alesiani, Decurione dellalocale Pia Unione Cooperatori, che sempre incoraggiò esostenne . Viveva nello spirito di Don Bosco, che tradu-ceva in opere di apostolato .

ac. Giuseppe Carbonara t a Cusinati di Rosà (Vicenza) .Zelante acerdote e primo Parroco di Cusinati, visse tuttodedito alla salvezza delle anime. Ebbe ora particolare de-vozione a an Giovanni Bosco, del quale sperimentòanche sensibilmente l'assistenza paterna durante la provae nel dolore. Curò le vocazioni sacerdotali sia per il emi-nario che per gli Istituti religiosi . Vari sono i acerdotisalesiani viventi e le Figlie di Maria Ausiliatrice che eb-bero la sorte di essere da lui assistiti nel camerino dellaloro preparazione alla vita sacerdotale e religiosa .

ac . Luigi Corradin, Arciprete di Barbano di Zocco .Decurione del Centro locale dei Cooperatori salesiani,lavorò con zelo per sostenerli spiritualmente, mentre svol-geva la sua mirabile opera di pastore, riuscendo a uniregli animi divisi da questioni di parti . Resta a testimoniareil suo zelo la bellissima nuova chiesa parrocchiale .ac . G . B. Novo t a . Vito di Montò d'Alba .

Ex allievo della Casa Madre, conservava il più caro ricordodei tre anni passati alla scuola di Don Fedele Giraudi, oggiEconomo Generale . Nei 38 anni di ministero parrocchiales'ispirò agli insegnamenti di an Giovanni Bosco .Generale Giovanni Guaschettí t a Borgo an Martino .Mutilato di guerra, più volte decorato con medaglia d'ar-gento, di bronzo e croce di guerra, resse importanti co-mandi in Libia, in Africa orientale, a orino e ad Ales-sandria . Durante la sua lunga carriera mai dimenticò gliinsegnamenti appresi alla scuola di an Giovanni Bosco,sempre gloriandosi del titolo di Cooperatore salesiano,ne mai cessò di aiutare le opere nostre, specie l'OratorioRag. Cav. Ferruccio Peroni + a Merano (Bolzano) .Nella sua qualità di Capo Ragioneria e Direttore delle PosteCentrali della città di Merano, ebbe modo di esplicare lasua rettitudine e bontà d'animo, sempre accompagnate daun tenor di vita esemplarmente cristiano,G. Battista Mondíní t a Cislago (Varese) a 84 anni .Padre buono e laborioso, dedicò tutta la sua attività albene, della numerosa famiglia . Fu cristiano di fede con-vinta, professata e vissuta senza tentennamenti ; da essatrasse la forza per superare le traversie della vita e persopportare i dolori della sua lunga malattia . Fu onoratodel diploma del Rettor Maggiore per aver dato i figliDon Virginio e Don Giosuè alla Congregazione alesianae la figlia uor Annunciata tra le Figlie di Maria AusiliatriceGiuseppe Putero t ad Avigliana a 7z anni .Cattolico fervente, Cooperatore esemplare, cittadino onestoe laborioso, spese la sua vita nel lavoro, nell'affetto allafamiglia, nell'apostolato tra le file dell'A. C. Donò al i-gnore la figlia primogenita .Pietro Bardelli t a Morazzone (Varese) a 78 anni.Visse sereno e laborioso, sempre contento di quanto dispo-neva la Divina Provvidenza a suo riguardo ; e il ignoregli fece anche il dono di un figlio sacerdote.Coniugi Angela Bovio e Giovanni Gavinelli .Angela Bovio, mamma di otto figli viventi, di cui unosacerdote, era donna mite e buona, sacrificata nel suolavoro silenzioso . Nutriva una divozione semplice all'Au-siliatrice e pellegrinava, quando poteva, al suo antuarioo mandava i suoi . Giovanni Gavinelli nei suoi 8o anni diedeesempi di vita cristiana partecipando attivamente alla Legadi Perseveranza, alla Confraternita del anto Rosario e allaPia Unione dei Cooperatori salesiani . Membro del Corpomusicale an Giovanni Bosco, vi partecipò fino all'ultimomese di vita, vivo incoraggiamento ai giovani, che vollerounanimi accompagnarlo con la musica fino al cimitero .Devotissimo di Don Bosco, amava leggerne la vita e raccon-tare gli incontri che suo padre aveva avuto con il anto .Luigi Aielli t a Roma a 58 anni .Era presidente degli Ex allievi del estaccio e fervente Coope-ratore . Le sofferenze della lunga malattia, santificate con edi-ficante spirito di amore e di conformità alla santa volontà diDio, gli fecero desiderare più al vivo il Paradiso, dove loattendevano i suoi antichi e tanto amati superiori, tra cui ilservo di Dio Mons . Luigi Olivares .Rota Cristina Aanisano da Mirabello monf . t a 88 anni .Ebbe il particolare conforto della Benedizione del Papae del Vescovo salesiano Mons . Fr . Iturriza del Venezuela.Educò la numerosa famiglia con fede, col lavoro e colsacrificio . Divotissima di Maria Ausiliatrice e di Don Boscogli donò tre dei suoi figli

Altri Cooperatori defuntiAlbertelli Granduna Giovanna - Alessi Giuseppe - Bac-chetta Blandina - Benzi Pasquale - Boldorini D . Nazza-reno - Bonanomi Giuditta - Borghigiani Amalia - Bran-cato Milazzo Carlotta - Buiatti Anna - Carcereri DapratiGiobbe - Celso Gabriele - Cerchi Marongiu Giuseppina- Consonni Domenico - Coppa D. Benedetto - CorradinD. Luigi - Dan:iani Lucia - Faellini Eleonora - Fava Er-minia - Fontana r . Filomena - Forestan Giovanni - Fu-maealli Giuseppe - Gennero Bartolomeo - GiacomelLuigi - Giuliano capino eresa - Grosso Annetta - Ho-deras Antonio - Luzzatto Ferdinando - Maruccia Luigi,Notaio - Mizzau Elvira - Moirano Giovanni - ParentiClemente - Persia Maria - Plenazio Maddalena - PolettiPacifica - Recagni Geremia - Rocca Rinaldo - calviniGiovanni - orzi Maria - Vallone Prof. Nicolò - VergaviGiuseppe - Zucca Margherita .

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ji"--I CROCIA ABorse da completare

Borsa . Cuore di Gesù e . Cuore di Maria, tramite i)Direttore della Casa alesiana di Cagliari - L . 45 .000 .

Borsa . Domenico avio, secondo le intenzioni di C . D .M. O . ( orino) - L. io .ooo .Borsa . Giovanni Bosco, Don Filippo Rinaldi e . Do-menico avio, pregate per noi (3a), a cura di Colella As-sunta (Napoli) - L . Io .ooo .Borsa . Giovanni Bosco e anti alesiani, in suffragio deigenitori e defunti parenti di Caravaggi P. (Pavia) - L . 21 .000 .

Borsa . Nome di Gesù, a cura di Chirdo Francesco(Enna) - L . 40 .000 .Borsa . Domenico avio, proteggi la nostra nipotina(Ancona), a cura di Cuicchi raiano - L. 1o.ooo .Borsa . Giovanni Bosco, secondo le intenzioni di LeanzaMaria (Catania) - L . 20 .500 .Borsa . Giovanni Bosco, in attesa di quella grazia, acura di Adele Cataldo (Napoli) - L . 25 .000.Borsa . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e . G . Bosco,aiutate i miei cari e concedetemi quella grazia sospirata,a cura di Elvira ved . F . ( orino) - L . 25 .000 .Borsa . Giovanni Bosco, ascoltami!, a cura di GarisCarlo ( orino) - L . 40 .000 .Borsa eaparone Don Giovanni, a cura della famigliaLanteri ( orino) - L . 32 .700 .

Borsa . Giovanni Bosco e . Domenico avio, siate ge-nerosi di grazie per gli offerenti, a cura di Pia Lesmini( vizzera) - L . 32 .004 .Borsa . Giuseppe Cafasso e . Giovanni Bosco, in rin-graziamento, a cura di Lena Molinari (Novara) - L, 40 .000 .

Borsa . Giovanni Bosco, esauditemi!, a cura di MontiP. (Milano) - L . 30 .000 .Borsa . Domenico avio, a cura di Mons. alvatoreMaggi (Altamura) - L. 20 .000 .Borsa . Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice (2a), a cura diMecca Cristina ( orino) - L . io .ooo .Borsa . Domenico avio, proteggimi! (Como), a cura diPaola Melloni - L. io .ooo .Borsa . Anna e . Giuseppe, a cura di A. M. (Cuneo)- L. io .ooo .Borsa . Cuore di Gesù e di Maria e . G . Bosco, inviate si-cure vocazioni di Coadiutori alla ocietà alesiana, a cura diN. N . (Buttigliera) - Panizzi dott . Carlo 20 .000 - L . 30 .000 .Borsa . Vergine di Monte Berico, a cura di RobertiMaria (Vicenza) - L . 20 .000 .Borsa . Giovanni Bosco e anti alesiani, mandate santiCoadiutori alla oc. alesiana per le Missioni, a curadi Angela lapelli- trani (Napoli) - L . II .ooo.Borsa eologo Cinese (3a), prega secondo le intenzioni delCan. Pittari (Messina) - L . 43 .232 .Borsa Vallino sac. prof . Giovanni, in memoria e suffragio,a cura del dott . Piero Novero ( orino) - L . 15,000 .Borsa Attendo la grazia completa, Don Bosco ottienladall'Ausiliatrice (7a), a cura di P . C . (Milano) - L . 41 .000 .Borsa A Maria . Ausiliatrice, . G . Bosco e Don Pie-tro Berruti, seconda le intenzioni di A . Arnodo (Vicenza)- L . 25 .003 .Borsa Amadei Don Angelo (5a), a cura di Zucca Italo( orino) - L . 5500 .Borsa Anime del Purgatorio, a cura di N . N ., perchè at-tirino ottimi Coadiutori alla oc . alesiana - Calligaro A.1000 ; ersilla Cadorini 620o - L . 42 .369 .Borsa Beatificazione del Venerabile Do -:1 Michele Rua( orino), a cura di Brunetti Francesco - L . 5000 .

O ALE MINIMO PER BOR A L. 50.000

Borsa Bolognesi Luigi e Clementina (Bologna), a curaa diDina Bolognesi - L. 25 .000.Borsa Battaglia Vittoria, a cura di ina e Luigi Battaglia(Milano) - L : 25 .000 .Borsa Badalamenti Paolino, a cura di Badalamenti èe-cilia (Palermo) - L . 20 .000 .

(continua)

Borse completeBorsa Maria Ausiliatrice e . G . Bosco, in suffragio del-l'anima di mio marito Agostino, e secondo le intenzionidi Messineo Maria (Palermo) - L . 50 .000.Borsa Maria Ausiliatrice, . G. Bosco e . Domenicoavio, p . g. r., a cura di C . C . G . (Milano) - L . 100 .000 .

Borsa Gesù Crocefisso, Madonna delle Lacrime, e .G. Bosco, a cura di N . N . (Ragusa) - L . 50 .000 .Borsa . Vincenzo, a cura di B . I . ( orino) - L . 50 .000.Borsa Maria Ausiliatrice, . G. Bosco e . Domenicoavio, in suffragio e ricordo di Piovesano Angelo ( orino)

- L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, . G. Bosco e Don FilippoRinaldi, proteggeteci e per g . r., a cura di Giovanni ePaolina Rossi (Firenze) - L . 50 .000 .Borsa Rua Don Michele Venerabile (Bergamo), a curadegli ex allievi di reviglio - L . 50 .000.Borsa avio Domenico anto (Bergamo), a cura degliex allievi di reviglio - L . 50 .000 .Borsa . Maria Mazzarello (Bergamo), a cura degli exallievi di reviglio - L . 50 .000.Borsa Bozzetti Ottavio e Margherita, in memoria e suffragio,a cura di M . L. ( orino) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e . G. Bosco, in suffragio dimio marito e secondo le intenzioni di E. M. Z. (Pavia) -L. 50 .000 .Borsa . Giovanni Bosco, assistici, a cura di Ada Baranello-Fraccacreta (Campobasso) - L . 50 .000.Borsa Maria Ausiliatrice, . Giovanni Bosco e antialesiani, a cura di A. A . (Brindisi) - L . 50 .000.

Borsa avio Domenico anto, ottieni dall'Ausiliatricevocazioni perseveranti di Coadiutori alesiani, a curadel dott. Gino Rosati (Ascoli Piceno) - L. 50 .000 .Borsa . Giovanni Bosco, in suffragio di Giuseppe e Carlo,a cura dei genitori Parucca Giovanni e Castelli Antonia(Alessandria) - L . 50 .000 .Borsa Maria, Auxilium Christianorunt, a cura di N . N. -L . 50 .000 .Borsa anti alesiani, ottenete dall'Ausiliatrice moltevocazioni di Coadiutori salesiani, a cura di L . A ., p . g . r .(Milano) - L. 50 .000 .Borsa In suffragio delle Anime del Purgatorio, a curadei coniugi orterolo Giovanni e Nicoletta ( avona) -L . 50 .000 .Borsa Per il nostro chierico, a cura di E . . (Varese) -L . 50 .000 .Borsa Francesia Don Giovanni Battista, in suffragio ericonoscente ricordo, a cura di G . B . Percile (Genova) -L . 50 .000 .Borsa In suffragio dei nostri morti, a cura di CarrelliLuigi ( aranto) - L . 50 .000 .Borsa Giraudi Don Abbondio, in suffragio e ricordo, acura di N. N . - L . 50 .000 .Borsa . Giovanni Bosco, in riconoscenza, a cura di Gia-notti Giovanna ( orino) - L. so .ooo .

(continua)

AU ORIZZAZIONE DEL RIBUNALE DI ORINO IN DA A 16 FEBBRAIO 1949 . NUMERI, 403 - CON APPROVAZIONE FCCLE IA iCAtàio DIRE ORE RE PON ABILE'. AC. DO I . PIE RO ZERBINO, VIA MAR A AU ILIACRICE 32, ORINO (712) - OFFICINE GRAFICHL EI

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Facciamo noto ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatriciche le Opere alesiane hanno il C. C. Postale con il numero 2-1355 ( orino)

sotto la denominazione: Direzione Generale Opere di Don Bosco - orino 712

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