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12/03/2014 1 aDAL DAL PARENT TRAINING PARENT TRAINING ALLA ALLA CONSAPEVOLEZZA CONSAPEVOLEZZA GENITORIALE GENITORIALE [email protected] [email protected] Trappole della genitorialità Reagire con rabbia a comportamenti inadeguati Non considerare i comportamenti adeguati Tendere ad essere genitore “perfetto” Desiderare un figlio “perfetto” Desiderare di controllare tutto ciò che fa il figlio Essere o diventare “martiri” Avere interazioni conflittuali e sofferenti Fattori stressanti peculiari di questa patologia: Diagnosi Diagnosi più più tardiva tardiva e “ e “sofferta sofferta” Problemi Problemi comportamentali comportamentali Sviluppo Sviluppo imprevedibile imprevedibile (regressioni regressioni) Dilemma “Non Dilemma “Non riesce riesce/non /non vuole vuole” Aspetto Aspetto (discrepanza discrepanza aspettative aspettative/disabilità disabilità) Comportamento Comportamento in in pubblico pubblico (stigma (stigma sociale sociale) Diffusione Diffusione cultura cultura in in tema tema di di autismo autismo Selva di terapie Selva di terapie (Cohen e Volkmar La nascita di un bambino in generale porta cambiamenti all’interno del sistema famiglia, le problematiche sono decisamente rilevanti se il bambino ha un problema o disturbo fisico (Breiner & Forehand, 1982). La problematicità diventa debilitante per il bambino ma anche per i genitori a livello emotivo e psicologico (Blackledge & Hayes, 2006). Esperienza del lutto = perdita del bambino atteso ((Rodrigue, Morgan &Geffken, 1990). Consiste in un modello di intervento che coinvolge i genitori, come esperti, nel processo educativo, riabilitativo e psicoterapeutico, attraverso l’insegnamento delle abilità necessarie per contrastare situazioni familiari problematiche e l’acquisizione di un atteggiamento positivo. Il parent training comportamentale si caratterizza pertanto proprio per l’uso di metodologie rigorosamente scientifiche e che si articolano secondo il modello della psicologia sperimentale. Matson et al. (2009) evidenziano come, grazie a PT di stampo comportamentale, aumenti nei genitori la percezione di competenza nell'interagire efficacemente con il proprio figlio e nel riconoscere gli interventi più efficaci

Dottssa francesca pergolizzi

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aDALDAL PARENT TRAINING PARENT TRAINING ALLA ALLA

CONSAPEVOLEZZA CONSAPEVOLEZZA GENITORIALEGENITORIALE

[email protected]@gmail.com

�Trappole della genitorialità

� Reagire con rabbia a comportamenti inadeguati

� Non considerare i comportamenti adeguati

� Tendere ad essere genitore “perfetto”

� Desiderare un figlio “perfetto”

� Desiderare di controllare tutto ciò che fa il figlio

� Essere o diventare “martiri”

� Avere interazioni conflittuali e sofferenti

Fattori stressanti peculiari di questa patologia:•• DiagnosiDiagnosi piùpiù tardivatardiva e “e “soffertasofferta””•• ProblemiProblemi comportamentalicomportamentali•• SviluppoSviluppo imprevedibileimprevedibile ((regressioniregressioni))•• Dilemma “Non Dilemma “Non riesceriesce/non /non vuolevuole””•• AspettoAspetto ((discrepanzadiscrepanzaaspettativeaspettative//disabilitàdisabilità))

•• ComportamentoComportamento in in pubblicopubblico (stigma (stigma socialesociale))

•• DiffusioneDiffusione culturacultura in in tematema didi autismoautismo•• Selva di terapieSelva di terapie

• (Cohen e Volkmar

� La nascita di un bambino in generale porta cambiamenti all’interno del sistema famiglia, le problematiche sono decisamente rilevanti se il bambino ha un problema o disturbo fisico (Breiner & Forehand, 1982).

� La problematicità diventa debilitante per il bambino ma anche per i genitori a livello emotivo e psicologico (Blackledge & Hayes, 2006).

� Esperienza del lutto = perdita del bambino atteso ((Rodrigue, Morgan &Geffken, 1990).

� Consiste in un modello di intervento che coinvolge i genitori, come esperti, nel processo educativo, riabilitativo e psicoterapeutico, attraverso l’insegnamento delle abilità necessarie per contrastare situazioni familiari problematiche e l’acquisizione di un atteggiamento positivo.

� Il parent training comportamentale si caratterizza pertanto proprio per l’uso di metodologie rigorosamente scientifiche e che si articolano secondo il modello della psicologia sperimentale.

Matson et al. (2009) evidenziano come, grazie a PT di stampo comportamentale, aumenti nei genitori la percezione di competenza nell'interagire efficacemente con il proprio figlio e nel riconoscere gli interventi più efficaci

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L’analisi comportamentale considera i comportamenti come il risultato della storia interazionale dell’individuo e li analizza in relazione alle variabili, antecedenti e conseguenti, che li influenzano.

Obiettivo dell’intervento di modificazione comportamentale sarà quello di rimuovere le condizioni all’origine dei comportamenti-problema e di sostituirli con condotte desiderabili da un punto di vista adattivo e sociale.

Nella psicopatologia dell’età evolutiva i programmi dedicati

ai genitori sono diventati un paradigma dominante nel

trattamento di molti disturbi dell’infanzia (Sanders, 1996).

La finalità di tali programmi è, fondamentalmente, quella di

consentire ai genitori una gestione educativa più efficace dei

loro figli in situazioni complesse

Si tratta di programmi formativi le cui radici storiche

affondano nei principi della behavior analysis e del social

learning. Molte delle tecniche di gestione usate sono derivate

direttamente dalla psicologia sperimentale

Individuale: il genitore si rivolge allo specialista con il fine di affrontare uno specifico problema del bambino.

Percorsi strutturati prevedono un contesto estremamente controllato per osservare e modificare le interazioni genitore-bambino.L’ambiente viene preparato in modo che il genitore possa

svolgere con il figlio attività scelte allo scopo e imparare le tecniche comportamentali attraverso suggerimenti e feedback forniti dal terapeuta.

Parent training di gruppo coinvolgono più genitori in cicli di incontri che variano per durata, contenuti e tecniche utilizzate.Vengono utilizzati - prompting modeling, role playing, modeling,supporti audiovisivi;- homeworks,.

�� IndividualeIndividuale

•• NuoveNuove diagnosidiagnosi

•• RisoluzioneRisoluzione problemiproblemi specificispecifici

•• Maggiore Maggiore osservazioneosservazione deidei cambiamenticambiamenti

•• Maggiore Maggiore osservazioneosservazione del del contestocontesto

famigliarefamigliare

�� Di Di gruppogruppo

•• CondividereCondividere culturacultura didi basebase

•• TrasmissioneTrasmissione didi principiprincipi e e tecnichetecniche

generaligenerali

•• ConfrontoConfronto e e condivisionecondivisione con con altrialtri genitorigenitori

((normalizzazionenormalizzazione, , credibilitàcredibilità, , empatiaempatia

� Formato degli incontri: ogni unità del programma affronta una tematica specifica ed è articolata in 3 momenti distinti:

1. Una parte teorica per illustrare gli aspetti generali dell’argomento.

2. Una parte pratica in gruppi meno numerosi. Questo momento è destinato alle esercitazioni, ad esempio all’applicazione delle tecniche educative illustrate nella prima parte dell’incontro oppure alla discussione di casi concreti.

3. Le conclusioni, in cui il conduttore richiama brevemente il tema dell’incontro aiutandosi con un promemoria da consegnare ai genitori.

� Contenuti: cambiano in funzione degli scopi del p.t. e delle caratteristiche del gruppo.

� Coinvolgimento dei genitori: lo psicologo deve rendere la partecipazione al gruppo utile e anche piacevole. I genitori devono sentirsi a loro agio anche quando esprimono dubbi o un’opinione contrastante.

� Identificare il problema e descriverlo in termini comportamentali;

� Decidere quale problema affrontare per primo;

� Condurre un’analisi funzionale del problema, includendo l’identificazione dei potenziali rinforzatori;

� Assicurarsi che i genitori possiedano, o acquisiscano, le abilità educative necessarie a svolgere l’intervento;

� Mettere in atto il programma stabilito;

� Registrare i progressi;

� Rivedere il programma se risulta inefficace;

� Assicurarsi che vi sia la generalizzazione e il mantenimento dei cambiamenti prodotti dal programma.

E’ preferibile la presenza della coppia almeno nella fase di valutazione del problema e di scelta del piano d’intervento.

Tempi: un incontro a settimana

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Definizione del problema

Analisi dei tentativi per risolvere il problema

Verifica della disponibilità alla collaborazione

Descrizione e attuazione delle tecniche di osservazione

Analisi funzionale

Individuazione degli stimoli rinforzanti e delle

tecniche punitive del bambino

Programma di intervento

Il Parent Training comportamentale è stato notevolmente influenzato dai interventi pioneristici di Patterson e Gullion (1968), Hanf (1969), Forehand e McMahon (2003),

Pt rivolto in particolare a bambini e adolescenti oppositivi e aggressivi.

durante le ultime tre decadi, questo tipo di’intervento familiare comportamentale si è evoluto come un approccio, empiricamente supportato, per trattare anche bambini con disordini comportamentali ed emotivi

Il Parent Management Training (PMTParent Management Training (PMTParent Management Training (PMTParent Management Training (PMT) è un programma di formazione per genitori sperimentato negli anni ‘60 da Patterson e Reid presso l’Oregon Social Learning Centre (Patterson, 1982)

Kazdin l’ha rielaborato e applicato al comportamento oppositivo, aggressivo e antisociale di bambini e adolescenti presso lo Yale Parenting Center e Child Conduct Clinic (Kazdin, 1985).

� Parent training di Patterson (1982)per bambini e ragazzi ( tra 5 e 12 anni) per il recupero dei comportamenti antisociali, di circa 4 mesi, di 20/30 ore, con follow up a 3-6-12 mesi

� Fase di autoformazione con alcuni manuali

� Identificazione e osservazione dei comportamenti

� Contrattazione delle contingenze e rinforzamento dei comportamenti positivi

� Gestione dei comportamenti inadeguati

� Supervisione� Problem solving e negozazione

� Parent training di Patterson (1982)per bambini e ragazzi ( tra 5 e 12 anni) per il recupero dei comportamenti antisociali, di circa 4 mesi, di 20/30 ore, con follow up a 3-6-12 mesi

� Fase di autoformazione con alcuni manuali� Identificazione e osservazione dei comportamenti� Contrattazione delle contingenze e rinforzamento dei

comportamenti positivi� Gestione dei comportamenti inadeguati� Supervisione� Problem solving e negozazione

Il Triple PTriple PTriple PTriple P----Positive Parenting Program Positive Parenting Program Positive Parenting Program Positive Parenting Program (Sanders, 2008) è una forma di intervento comportamentale familiare basato sui principi dell’apprendimento sociale (Patterson, 1982).

Questo tipo di trattamento rivolto peculiarmente alla prevenzione di disturbi dell’età evolutiva ha significative evidenze sperimentali

Triple P si pone l’obiettivo di aumentare i fattori protettivi familiari e ridurre i fattori di rischio legati ai comportamenti problematici del figlio

•ParentParentParentParent----ChildChildChildChild InteractionInteractionInteractionInteraction TherapyTherapyTherapyTherapy (Zisser &Eyberg, 2010), programma sviluppato daEyberg per bambini dai 2 ai 7 anni, condisordini emotivi e comportamentali, e per iloro genitori;•il programma HelpingHelpingHelpingHelping thethethethe NoncompliantNoncompliantNoncompliantNoncompliantChildChildChildChild (McMahon & Forehand, 2003), che siprefigge lo scopo di aiutare i genitori agestire la non compliance di bambini di etàcompresa tra i 3 e gli 8 anni.

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•Cosa sono i comportamenti inadeguatiCome si apprende

•Come si insegna a fare la cosa giusta al momento giusto•Come e quando gratificareCome insegnare nuove abilità•Come insegnare nuove abilità

Come si osserva. Gli effetti della punizione. alternative alla punizione

. Conflitti di coppia. Handicap e sessualità

. Genitori, servizi e operatoristili passivi, assertivi, aggressivi.

Procedure e strumentiProcedure e strumentiProcedure e strumentiProcedure e strumentiModeling, feedback immediati, rinforzi positivi,

uso dell’autovalutazione, utilizzo di prescrizioni comportamentali, homework .

Le routine familiari:

Descrivono i comportamenti critici del bambino e il contesto in cui si presentano;

Rappresentano un’utile chiave di lettura delle interazioni tra genitori e figli;

Informano sull’indice di concordanza delle osservazioni rilevate dalla coppia;

Informano sulla capacità di analisi della situazione, e sulla motivazione a svolgere il lavoro a casa;

Consentono allo psicologo di cogliere molti aspetti del funzionamento familiare e di formulare le prime ipotesi.

�Attenzione ai comportamenti overt

�Focalizzazione sulle tecniche

�Scarsa rilevanza alle interazioni affettive

� Ciò che il genitore fa è influenzato dalle sue cognizioni sullo sviluppo e l’educazione.

Valutazione delle credenze e delle aspettative genitoriali (ostacolo al cambiamento)

� Tra gli antecedenti cognitivi ricordiamo:

– il senso di autoefficacia educativa percepita, che riguarda il fatto che gli adulti ritengono di possedere in misura diversa le capacità necessarie alla cura e all’educazione dei figli e di esercitare in modo incisivo e valido il ruolo di genitore;

– senso di attribuzione delle cause agli eventi. Le cause di un evento possono essere individuate all’interno o all’esterno di un individuo, possono essere considerate transitorie o stabili. Questi processi esercitano una grande influenza sull’idea di poter influire con il proprio agire sugli eventi e di essere responsabile di ciò che è accaduto.■ Rapporto collaborativo genitore – psicologo

Il ruolo dei genitori come responsabilità sacra.

Essere genitori consapevoli comporta di riconoscere e dare un senso alle sfide che si incontrano ogni giorno

La consapevolezza non ci dice che cosa fare, ma ci fornisce un metodo per ascoltare, per prestare attenzione da vicino a ciò che crediamo importante…

.ed espandere la nostra visione senza giudicare i propri limiti e i limiti dei propri figli…

I figli possono richiedere cose che nessuno altro chiederebbe…

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� Relazione genitori-figli contesto ideale in cui estendere i

concetti e la pratica della mindfulness, anche al di là di un

contesto clinico.

1. Ascolto con piena attenzione

2. Accettazione non giudicante di se e il figlio

3. Consapevolezza di sè e figlio

4. Autoregolazione nella relazione genitoriale

5. Compassione di sè

1. L’enfasi non è sul cambiamento dei pensieri, ma piuttosto sulriconoscerli appunto come pensieri e non comerappresentazioni della realtà;

1. L’enfasi è sull’essere presenti con una emozione o unpensiero, senza giudicarli e senza tentare di modificarli;

1. Probabile riduzione dell’evitamento esperienziale genitoriale(nei disturbi d’ansia, maggiore efficacia dei compiti diesposizione dei figli);

1. Rottura dell’automaticità associata alle quotidiane interazionigenitore-figlio.

Le barriere dei genitori sono caratterizzate dall'automaticità di alcuni pensieri, emozioni o comportamenti, che si è instaurata grazie a una lunga storia di apprendimenti.

L'allenamento su processi di defusione, accettazione e mindfulness favoriscono un maggiore consapevolezza di questa automaticità ed un conseguente distanziamento (Singh et al. 2009).

�� L'integrazioneL'integrazione tratra ACT e PT ACT e PT permettepermette un un assessment assessment eded unauna chiarificazionechiarificazione deideimotivimotivi per cui un per cui un genitoregenitore intraprendeintraprende un un percorsopercorso ((valorivalori) )

�� La La consapevolezzaconsapevolezza didi ciòciò cheche è è davverodavveroimportanteimportante nellanella propriapropria vita vita puòpuòaumentareaumentare l'agganciol'aggancio deidei genitorigenitori a a quelquelcheche vieneviene sperimentatosperimentato nelnel PT e la PT e la disponibilitàdisponibilità a a mettersimettersi in in giocogioco

AffrontareAffrontare ii processiprocessi ACT prima ACT prima didi un un percorsopercorso didi PT serve PT serve

•• a a valutarevalutare e e chiarirechiarire valorivalori come la come la genitorialitàgenitorialità

•• fare fare alcunealcune esperienzeesperienze con la con la defusionedefusione e e l'accettazionel'accettazione

•• ValutareValutare la la disponibilitàdisponibilità al PTal PT

•• DefondersiDefondersi con le con le barrierebarriere cognitive cognitive cheche limitanolimitano l'ingaggiol'ingaggio nelnel percorsopercorso

•• Dare Dare unauna cornice cornice miglioremigliore alleallecompetenzecompetenze genitorialigenitoriali al fine al fine didimuoversimuoversi in in modomodo piùpiù efficaceefficace verso I verso I valorivalori..

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finalizzati a

• a potenziare le interazioni efficaci

• favorire la reciprocità,

• la capacità di perspective taking , la competenza comunicativa nelle interazioni

educative

(Pergolizzi et al; 1993) .

Particolarmente adatti alle sfide a cui sono sottoposti i genitori con figli altamente problematici (Blackledge & Hayes, 2006).

Finalità= vita piena, ricca e significativa accettando le sofferenze che per forza di

cose ne fanno parte (Harris, 2011)

� Valutare se esistono difficoltà genitoriali

� Valutare se sono presenti evitamenti esperienziali e fusione cognitiva

� Contatto con i valori genitoriali per promuovere motivazione e aderenza a fronte delle difficoltà quotidiane

� Accettare le esperienze dolorose e far leva sulle risorse

� Miglioramento della vita di coppia e sostegno reciproco (Balckledge, 2004)

� Efficacia delle strategie educative applicate a favore del bambino è correlata al lavoro condotto con i genitori

�Genitori di soggetti con Autismo e Asperger

�Genitori con soggetti con ADHD

�Genitori con soggetti con disturbi alimentari

�Genitori con bambini con diabete

�Genitori con bambini balbuzienti

�Genitori con bambini con disturbi d’ansia

�Genitori con disturbo della condotta

In uno studio di Singh et al. del 2009 vengono In uno studio di Singh et al. del 2009 vengono In uno studio di Singh et al. del 2009 vengono In uno studio di Singh et al. del 2009 vengono evidenziati miglioramenti nell'interazione evidenziati miglioramenti nell'interazione evidenziati miglioramenti nell'interazione evidenziati miglioramenti nell'interazione madremadremadremadre----bambino (migliore capacità di ascolto bambino (migliore capacità di ascolto bambino (migliore capacità di ascolto bambino (migliore capacità di ascolto reciproco, maggiore compliance del bambino reciproco, maggiore compliance del bambino reciproco, maggiore compliance del bambino reciproco, maggiore compliance del bambino alle richieste della madre) in madri di bambini alle richieste della madre) in madri di bambini alle richieste della madre) in madri di bambini alle richieste della madre) in madri di bambini con ADHD, dopo un percorso di mindfulness con ADHD, dopo un percorso di mindfulness con ADHD, dopo un percorso di mindfulness con ADHD, dopo un percorso di mindfulness (teorico(teorico(teorico(teorico----pratico) dedicato sia alle madri che ai pratico) dedicato sia alle madri che ai pratico) dedicato sia alle madri che ai pratico) dedicato sia alle madri che ai bambinibambinibambinibambini

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Il programma, oltre agli effetti a breve termine produce cambiamenti duraturi? (stabilità temporale)

I comportamenti si presentano anche in altri contesti? (generalizzazione del setting)

I genitori sono in grado di usare strategie educative attraverso diversi comportamenti? (generalizzazione del comportamento)

Le nuove strategie sono usate anche con altri figli? (efficacia oltre il problema circoscritto)

�� Il PT è Il PT è piùpiù efficaceefficace se se genitorigenitoriacquisisconoacquisiscono unauna buonabuonaconoscenzaconoscenza deidei principiprincipi generaligeneralidell'apprendimentodell'apprendimento

�� Un Un percorsopercorso didi PT PT creacrea risultatirisultatipositivipositivi a a lungolungo terminetermine in circa in circa ilil30% 30% deidei partecipantipartecipanti, a , a brevebreveterminetermine in un in un altroaltro 30% e non 30% e non creacrea risultatirisultati positivipositivi apprezzabiliapprezzabiliin un in un altroaltro 30% 30% deidei partecipantipartecipantiHelm e Helm e KozloffKozloff, 1986), 1986)

I

1. I genitori interrompono i colloqui o il programma di gruppo dopo i primi incontri

2. Insufficiente partecipazione nel corso del programma.

3. Non si verifica il mantenimento dei risultati, in quanto a distanza di tempo i problemi del bambino ritornano a livelli “clinici” precedenti il trattamento

4. Scarsa accettabilità di procedure, strategie e tecniche.

Variabili associate ai risultatati negativi:

� Svantaggio socio-economico della famiglia;

� Isolamento sociale;

� Genitori adolescenti;

� Psicopatologia del genitore..

� Procedure di selezione� Disegni di ricerca utilizzati

� Mancanza di significatività dovuta alla scarsa� generalizzazione o all’intervento?

� Raccolta dati (self-report, no osservazione)

� Scarsa comprensione delle consegne

A. Efficacia percepita. E’ il livello più semplice e riguarda

il gradimento per il programma realizzato. Ai partecipanti viene chiesto di esprimere opinioni su vari aspetti dell’intervento (didattica, organizzazione..).

B. Acquisizione di conoscenze su temi psicologici, sulle tecniche di modificazione comportamentale, sulle caratteristiche di una sindrome attraverso questionari o cheklist.

C. Comportamenti educativi osservati nel contesto delle interazioni familiari. La verifica avviene generalmente attraverso l’osservazione, il monitoraggio delle interazioni educative e, durante gli incontri, il role playing.

D. Misure indirette dei cambiamenti che il programma ha indotto in variabili quali stress e autoefficacia del genitore.

• Le operazioni di verifica possono essere limitate da:

- impossibilità di prevedere un gruppo di controllo;

- scarsa reperibilità dei genitori per il follow up.

�Accettabilità degli obiettivi

�Appropriatezza degli obiettivi

�Supporto teorico relativo le strategie di parenting

�Supporto empirico per le strategie di parenting

�Accettabilità e appropriatezza delle strategie

�Valutazione del processo

�Valutazione del prodotto

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Tarf-r treatment acceptability rating form ( van Norman 2005

�� NelNel momentomomento in cui in cui diveniamodiveniamocapacicapaci didi accettareaccettare noinoi stessistessi e e iinostrinostri bambini bambini esattamenteesattamente per per come come siamosiamo e , in e , in quelquel momentomomentoioio credo credo cheche cici stiamostiamoavvicinandoavvicinando allaalla comprensionecomprensionedidi cosacosa significhisignifichi essereessere un un ““buonbuon genitoregenitore” (Rogers)” (Rogers)