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Usage Centered Design (UCD) e User Interface Design (UID)*

di Chiara Proietti

La bibliografia che segue, espone i temi principali raccolti dalla

trattazione dei temi inerenti la progettazione software centrata

sull’uso e sull’utente (User and Usage Centered Design)

ABSTRACT: This annotated bibliography is an appendix of a paper,

which focuses on the comparison of the user centered- and usage

centered design model-driven approcches, proposed by Norman,

Constantine and Lockwood, and Nielsen to demonstrate their

complementary character.

In addiction, this work argues their methodological set to investigate

the user-software interaction, confirming their complementary

character and creating a user investigation model, which includes the

different operative approcches for a more complete knowledge about

users and their usage.

It leads to place both at the heart of the system design process.

*Dalla tesi di laurea discussa, nell’anno accademico 2008/2009, in

Comunicazione digitale: “I metodi della progettazione del Web centrata sull’uso

e sull’utente: tendenze di ricerca e analisi dei ruoli”.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 2

Design centrato sull’uso Constantine L.L. e L. A. D. Lockwood, Software for use: A pratical guide to the models and methods of usage-centred design, ACM Press, New York, 1999.

Design concettuale del prodotto centrato sull’utente

Kankainen A., “UCPCD: user-centered product concept design”, in Designing For User Experiences ‘03, Proceedings of the 2003 conference on Designing for user experiences, ACM Press, San Francisco, 2003, pp. 1 – 13.

Kankainen T. e V. Kantola , K. Mehto , S. Tiitta, “Drama and user

centered methods in design”, in Proceedings of the 2005 conference on Designing for User eXperience, ACM Press, New York, 2005.

Nieminen M. P. e P. Mannonen , L. Turkki, “User-centered concept development process for emerging technologies”, in Proceedings of the third Nordic conference on Human-computer interaction, ACM Press, New York, 2004, p.225-228.

User and Usage Centered Design

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Design interfaccia utente

Nadin M., “Interface design: A semiotic paradigm”, in Semiotica 69, Mouton de Gruyter, Amsterdam, 1988, pp.269-302. Nielsen J. e D. Sano, “SunWeb: User Interface Design for Sun Microsystem’s Internal Web”, in Proc. 2nd World Wide Web Conf. ’94: Mosaic and the web. Chicago IL, pp. 547-557. Design universale

Haklay M. e C. Tobón, “Usability evaluation and PPGIS: towards a user-centred design approach”, in International Journal of Geographical Information science, vol.1, n.6, Taylor & Francis Ltd, London, pp.577-592. Maguire M., “Methods to support human-centred design”, in International Journal of Human-computer Studies, vol.55, Academic Press, Duluth, 2001, pp.587-634. Muller M.J., “Participatory design: The third space in HCI”, in J. Jacko and A. Sears (eds.), Handbook of HCI 2nd Edition, Erlbaum, Mahway, 2007. Norman D., La caffettiera del masochista, Giunti, Milano, 1990. Oulasvirta A., “Finding meaningful uses for context-aware technologies: the humanistic research strategy”, in Proceedings of the SIGCHI conference on Human factors in computing systems, ACM Press, New York, 2004, pp.247-254. Vredenburg K. e J.Y. Mao , P. W. Smith , T. Carey, “A survey of user-centered design practice”, in Proceedings of the SIGCHI conference on Human factors in computing systems: Changing our world, changing ourselves, ACM Press, New York 2002.

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Usabilità Dhillon B. S., Engineering usability : fundamentals, applications, human factors, and human error, Asp, Stevenson Ranch, 2004.

John B. E. e S. J. Marks, “Tracking the effectiveness of Usability evaluation Methods”, in Behaviour & Information technology, vol. 16, Taylor & Francis Ltd, London, 1997, pp.1-22.

McDonald S. e K. Monahan, G. Cockton, “Modified contextual design as a field evaluation method”, in Proceedings of the 4th Nordic Conference on Human-Computer interaction: Changing Roles. A. Mørch, K. Morgan, T. Bratteteig, G. Ghosh, and D. Svanaes, Eds. NordiCHI '06, vol. 189. ACM Press, New York, 2006, pp. 437-440.

Nielsen J., Web Usability, Apogeo, Milano, 2000. Nielsen J. e R. L. Mack, Usability inspection methods, John Wiley & Sons, New York, 1994.

Wixon D., “Evaluating usability methods: why the current literature fails the practitioner”, in Interaction, Dray & Associates, Minneapolis, 2003, pp. 29-34.

User and Usage Centered Design

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Design centrato sull’uso Constantine L.L. e L. A. D. Lockwood, Software for use: A pratical guide to the models and methods of usage-centred design, ACM Press, New York, 1999.

Il volume di Constantine e Lockwood mira a fornire tecniche e

metodi a sviluppatori d’applicazioni e software, per la realizzazione

rapida e il rilascio di sistemi di alta qualità, usabili e utili.

Gli autori riformulano la visione del processo di design e dei metodi

da utilizzare, trasformando la prospettiva del design centrato

sull’utente. Sostengono, infatti, che la conoscenza dell’utente non

sarà sufficiente per la realizzazione di un prodotto usabile, bensì

quella relativa all’uso, poiché la macchina si rivela un mero

strumento per il raggiungimento degli obiettivi dell’utenza.

Da tale tesi approdano a una nuova prospettiva, per la quale

elaborano modelli che consentano maggior rapidità nello sviluppo del

design, affrontano problematiche della pratica, tecniche e metodi

formali ed informali per la verifica e misurazione del grado d’usabilità

e il miglioramento di questo.

Rivolgono attenzione all’implementazione del design dell’interfaccia,

conducendo un’analisi di una programmazione a oggetti; all’utente e

ai metodi per un processo collaborativo di costruzione del design e

alla lettura delle maggiori questioni legate all’usabilità.

User and Usage Centered Design

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Design concettuale del prodotto centrato sull’utente

Kankainen A., “UCPCD: user-centered product concept design”, in Designing For User Experiences ‘03, Proceedings of the 2003 conference on Designing for user experiences, ACM Press, San Francisco, 2003, pp. 1 – 13.

Il testo espone i risultati tratti dal progetto di ricerca Maypole,

effettuato dalla collaborazione della University of Technology di

Helsinki, IDEO Product Development (London), Nokia Corporation,

Center of Usability Research and Engineering (CURE), Netherlands

Design Institute e Meru research.

La ricerca, intrapresa nel luglio del 1997 e terminata nel novembre

del 1999, ha mirato all’esplorazione e creazione di progetti di nuovi

prodotti di comunicazione per bambini e per i membri delle loro reti

sociali, incentrando l’attenzione sul design come elemento chiave per

la creazione di messaggi con immagini digitali e l’invio di questi

tramite reti wireless.

Kankainen supera, in questo lavoro, le tradizionali metologie centrate

sull’utente sviluppate a livello di sistema e di dettaglio per approdare

a un design concettuale. Si concentra sulla definizione di modelli

mentali di pensiero e pratiche di progettazione universale utili nelle

primissime fasi di sviluppo concettuale del prodotto.

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Kankainen T. e V. Kantola , K. Mehto , S. Tiitta, “Drama and user

centered methods in design”, in Proceedings of the 2005 conference on Designing for User eXperience, ACM Press, New York, 2005.

Tale articolo presenta un progetto di ricerca multidisciplinare,

realizzato dall’Academy of Finland, dal HIIT (Helsinki Institute

Information Technology) e dal corso di laurea in arti dello spettacolo

del Helsinki Polytechnic. In questo progetto condotto su 178 membri

di quattro comunità lavorative, ci si è focalizzati su una di queste e

sui suoi 15 individui, cercando di indagare le caratteristiche, le

opinioni individuali su uno specifico tema, i bisogni e le esperienze

degli utenti, attraverso una metodologia congiunta tra UCPCD e il

dramma teatrale. Lo scopo della sperimentazione è ottenere una

metodologia più efficace per identificare i bisogni dell’utente,

comprenderne le esperienze pregresse e su ciò basare la

progettazione concettuale del prodotto. Inoltre, la ricerca ha potuto

fornire anche nuovi metodi per studiare e valutare gli scenari del

prodotto concettuale.

Nieminen M. P. e P. Mannonen , L. Turkki, “User-centered concept development process for emerging technologies”, in Proceedings of the third Nordic conference on Human-computer interaction, ACM Press, New York, 2004, p.225-228.

Il presente articolo nasce dalla ricerca dello Usability Group

della Helsinki University of Technology e si basa sui risultati tratti da

16 casi, individuati nei progetti di ricerca e corsi post-laurea realizzati

nell’intervallo 2001 - 2004. Soffermandosi, maggiormente, sugli

aspetti tecnologici, la ricerca in questione nasce dalla volontà di

sollecitare una presa di coscienza dei bisogni e delle richieste degli

utenti finali quant’anche dell’usabilità dei prodotti, piuttosto che sulle

opportunità tecniche e legate alle modalità di visione come spesso

accade.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 8

Includendo nella definizione di processo di sviluppo concettuale

centrato sull’utente, la metodologia e la concezione di design

contestuale proposta da Beyer e Holtzblatt, e il primo modello di

sviluppo progettuale su strutture tecnologiche di Kankainen, il

gruppo di Nieminen, Mannonen e Turkki traccia un processo ciclico a

quattro fasi sul quale dovrebbe basarsi lo sviluppo di un progetto di

successo centrato realmente sull’utente.

Il processo di sviluppo illustrato permette una presentazione meno

astratta e una miglior riflessione e considerazione del progetto.

Design interfaccia utente Nadin M., “Interface design: A semiotic paradigm”, in Semiotica 69, Mouton de Gruyter, Amsterdam, 1988, pp.269-302.

Il testo permette di comprendere il concetto di segno e di

evidenziare le correlazioni di questo con l’interfaccia, la

comunicazione e l’implementazione su sistemi informatici.

Illustra la procedura di design come procedimento rovesciato

dell’interpretazione, che ha alla base la necessità di conoscenza

dell’utente e del suo modo di processare le sequenze o

configurazioni di segni. Il segno è presentato, infatti, come entità

mediante e la semiotica come teoria e pratica della mediazione, che

permette di osservare da una nuova prospettiva l’interfaccia, che si

delinea punto di contatto di diverse entità in un luogo artefatto.

Il design dell’interfaccia diviene il risultato di una considerazione

integrata di componenti hardware e software, di una conoscenza dei

processi cognitivi e comportamentali dell’utente, che definiranno il

modello concettuale di base, per rivelarsi luogo in cui si realizza la

comunicazione, attività semiotica anch’essa, che nel testo viene

affrontata attraverso diverse teorie come quella di Shannon e

Weaver, di Buhler e Jakobson, e in particolare di Calude e Marcus.

User and Usage Centered Design

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Nielsen J. e D. Sano, “SunWeb: User Interface Design for Sun Microsystem’s Internal Web”, in Proc. 2nd World Wide Web Conf. ’94: Mosaic and the web. Chicago IL, pp. 547-557.

Il presente testo offre la possibilità di riflettere sull’importanza

semantica delle icone e della loro intuitività, oltre ad aprire la strada a

una valutazione dei metodi informali di ingegneria dell’usabilità e al

loro contributo.

Il lavoro di Nielsen e Sano presenta i metodi utilizzati per il design

dell’interfaccia utente, mostrando come questi siano stati utilizzarti

per definire le pagine web interne di Sun Microsystems.

Attraverso l’esempio della costruzione di un unico punto d’accesso

alla vasta quantità di informazioni di Sun sul web, il testo illustra

come la struttura dell’interfaccia possa beneficiare dell’ingegneria

dell’usabilità, addirittura di quella informale.

Il lavoro introduce al contesto e alle motivazioni che hanno condotto

alla realizzazione di tale progetto di usabilità, al fine di migliorare

l’accesso esterno e interno alle informazioni di Sun Microsystems. Si

esamina ogni fase del processo di progettazione, permettendo di

osservare il definirsi del design iterativo e del design finale che terrà

in considerazione, in questo caso, il valore dell’usabilità e della

piacevolezza estetica delle icone, conducendo il lettore al prodotto

finito.

User and Usage Centered Design

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Design universale

Haklay M. e C. Tobón, “Usability evaluation and PPGIS: towards a user-centred design approach”, in International Journal of Geographical Information science, vol.1, n.6, Taylor & Francis Ltd, London, pp.577-592.

Il testo tratta la necessità di una sinergia tra GIS (Geographic

Information System) e l’approccio HCI, sentita non come semplice

obbligo tecnico, bensì morale.

Infatti, nel campo di ricerca dei sistemi di informazione geografica

(GIS) di pubblica partecipazione (PPGIS) si rivolge una particolare

attenzione agli utenti inesperti e occasionali, il che solleva la

necessità di un apporto dell’HCI e delle tecniche di valutazione

dell’usabilità, che possano contribuire alla realizzazione di sistemi più

accessibili e delineati sulle esigenze e richieste dell’utenza.

Inoltre, la richiesta di tale sinergia è indotta da: lo sviluppo di

strumenti per la visualizzazione geografica (GVis), che determinando

un’esplorazione dei dati geografici fondata sull’interattività e la

dinamicità fanno accrescere l’interesse per i fattori umani coinvolti; lo

studio per la realizzazione di una rappresentazione della conoscenza

geografica, che sia in grado di rispondere alle percezioni individuali e

alle mappe mentali degli utenti, e il tentativo di definire delle query

per i datadase spaziali, che prevedano un’interrogazione capace di

riflettere la comprensione umana della conoscenza spaziale.

Attraverso la presentazione di tre laboratori si mette in luce il

contributo dell’adozione di un design centrato sull’utente, delle

tecniche di valutazione dell’usabilità e si suggerisce l’approccio

sinergico di sviluppo e impiego da mettere in atto nei progetti di

PPGIS.

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Maguire M., “Methods to support human-centred design”, in International Journal of Human-computer Studies, vol.55, Academic Press, Duluth, 2001, pp.587-634.

Il lavoro di Maguire, per HUSAT Research Institute, evidenzia

come la creazione di un sistema usabile sia strettamente correlata

all’utilizzo di un approccio di design centrato sull’uomo.

La ricerca offre la possibilità di comprendere il ciclo di sviluppo del

HCD (Human-centred design) e fornisce un’attenta panoramica dei

metodi di usabilità che possono utilizzarsi per supportare tale

processo. L’autore mostra una rottura con il passato, in cui si aveva

un’applicazione distinta dei metodi di usabilità e quelli previsti per un

approccio centrato sull’uomo, affermando ora la complementarità

delle due tecniche per lo sviluppo del software, come enunciato

anche dallo stesso standard ISO 13407.

Muller M.J., “Participatory design: The third space in HCI”, in J. Jacko and A. Sears (eds.), Handbook of HCI 2nd Edition, Erlbaum, Mahway, 2007.

Per la Lotus Research dell’IBM, Muller presenta tale lavoro, in

cui si definisce il design participativo come una serie di teorie,

pratiche e studi che vedono nell’utente finale un attore primario, in

quanto partecipa alla realizzazione di prodotti software e hardware e

nelle attività di interazione con la macchina.

Questo design cerca di abbandonare l’unidirezionalità del flusso

tipica dei tradizionali prodotti HCI, al fine di creare, tra designer e

utente, un luogo d’incontro, un “terzo spazio” di cooperazione e

conoscenza reciproca, di pluralità nel dialogo e di negoziazione e

creazione co-partecipata di nuove identità e di una nuova lingua.

User and Usage Centered Design

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Il testo si concentra sull’ibridità, quale caratteristica comune delle

prassi di definizione di tale design, per indurre a un’approccio di

studio multidisciplinare, fondamentale per investigare la complessità

umana, per una risposta alla democrazia, anche nella semplice

progettazione, e per potenziare i metodi per la realizzazione del PD

(Participatory Design), accrescendone l’efficacia della

comunicazione, la coesione del gruppo di designer, l’innovatività e la

qualità dei risultati.

Norman D., La caffettiera del masochista, Giunti, Milano, 1990.

Il padre della moderna psicologia cognitivista, D. Norman,

apre la strada al design universale, proponendo un’analisi sulla

psicopatologia degli oggetti quotidiani, ritenuta dall’autore non

un’incapacità dell’utente finale, ma del progettista.

Norman propone una visione cognitiva di cosa si cela nel design e

nell’interazione e comprensione dello stesso. L’autore considera le

correlazioni tra conoscenza nel mondo e nella mente dell’uomo, la

propensione di questi all’errore per giungere alla necessità di un

design, in cui il modello del progettista, che si riflette nell’immagine

del sistema, coincida con il modello concettuale dell’utente.

Questa modellizzazione nasce da una riflessione sull’usabilità e si

rivela fondamento per un design universale, per il quale l’autore

indica sette principi che ne permetteranno la realizzazione, grazie

alla semplificazione dei compiti resi inutilimente complessi.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 13

Oulasvirta A., “Finding meaningful uses for context-aware technologies: the humanistic research strategy”, in Proceedings of the SIGCHI conference on Human factors in computing systems, ACM Press, New York, 2004, pp.247-254.

Il testo presenta, attraverso tre casi di progettazione, la

Strategia di Ricerca Umanistica, elaborata dal HIIT per affrontare il

mutamento che si sta realizzando nell’ambito del paradigma HCI

(Human computer interaction). Si ritiene necessario l’adattamento

contestuale del prodotto alla molteplicità di situazioni d’uso, in cui

questo si utilizzerà aldilà del desktop.

La comprensione degli scenari d’uso implica quella olistica della

società, degli utenti e delle situazioni d’uso e per l’HIIT è questo il

fattore chiave per la realizzazione di una buona innovazione

tecnologica e per la valutazione degli scenari dei prodotti futuri.

Ciò comporta un’analisi delle tendenze popolari, dei bisogni

motivazionali per valutare le scelte tecnologiche e di design più

opportune a un livello psico-sociologico, metodi etnografici ed

etnometodologici, il bodystorming e la simulazione delle situazioni

d’uso, per ottenere quella conoscenza umanistica che risulterà

estensione dell’approccio centrato sull’utente e fattore legante tra le

varie fasi di design. Il design riuscirà in tal modo a raggiungere il suo

vero scopo, ossia quello di conferire poteri agli utenti che possano

supportarne l’autonomia e il pieno controllo del prodotto stesso.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 14

Vredenburg K. e J.Y. Mao , P. W. Smith , T. Carey, “A survey of user-centered design practice”, in Proceedings of the SIGCHI conference on Human factors in computing systems: Changing our world, changing ourselves, ACM Press, New York 2002.

Il presente lavoro riporta i risultati di una recente ricerca, che

ha coinvolto più di un centinaio di esperti di design centrato

sull’utente, partecipanti al CHI’2000 e attualmente membri dell’UPA

(Usability Professionals’Association).

La ricerca è stata condotta da IBM e University of Waterloo, tra fine

2000 e inizio 2001, con l’intento di indagare l’attuale uso nell’industria

dei metodi UCD (User-Centered Design).

Cercando di superare il lavoro di Hudson del 2000, la ricerca è

condotta in modo accurato e su larga scala, e si concentra

prevalentemente sull’analisi della percezione del loro lavoro avuta

dagli esperti di UCD di 96 aziende diverse, valutando l’impatto

organizzativo globale e le misurazioni di successo del UCD, i

processi usati in un progetto tipo, i punti di forza e le debolezze dei

metodi UCD attualmente in uso e il rapporto costi-benefici nella

realizzazione di un progetto.

Si tenta di gettare delle basi empiriche per la progettazione, la

conoscenza, l’adozione e l’applicazione del UCD, attraverso

l’individuazione dei processi e i metodi più usati, i fattori chiave per

un processo di design di successo, i compromessi che i

professionisti affrontano nell’applicazione dei metodi e dei processi

rilevati e le relative modalità utilizzate per misurarne l’efficacia.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 15

Usabilità Dhillon B. S., Engineering usability : fundamentals, applications, human factors and human error, Asp, Stevenson Ranch, 2004.

Dhillon permette una visione completa delle questioni relative

all’usabilità, dunque, gli errori dell’utente, l’affidabilità umana, i fattori

umani che influenzano l’interazione con il prodotto, illustrando

oltretutto i recenti sviluppi in quest’area. Egli definisce il ciclo vitale

dell’ingegneria dell’usabilità, trattando gli aspetti e le attività di base

di un processo di design usabile, i fattori organizzativi che incidono

sull’usabilità, la politica relativa e i benefici che si traggono da

questa. Non manca una considerazione sui metodi di valutazione

dell’usabilità, di cui offre anche varianti matematiche, sui tipi di errori

maggiormente commessi, i costi e l’applicazione pratica di tale

ingegneria per il prodotto sw e web. Dimostra che l’ingegneria

dell’usabilità, pur essendo considerata, erroneamente, un’area di

investimento evitabile nel processo di sviluppo del prodotto, in realtà

si è rivelata vantaggiosa per una crescita di profitto nella vendita e

nella produttività lavorativa degli utenti.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 16

John B. E. e S. J. Marks, “Tracking the effectiveness of Usability evaluation Methods”, in Behaviour & Information technology, vol. 16, Taylor & Francis Ltd, London, 1997, pp.1-22.

Il lavoro presentato da John e Marks ha visto la collaborazione

della Advanced Research Projects Agency, del DoD ed è stato

monitorato dal Office of Naval Research.

Lo studio si concentra sulla capacità predittiva dei problemi di

usabilità di sei diversi metodi di valutazione, ossia l’analisi dei

reclami, il percorso cognitivo, il GOMS, la valutazione euristica,

l’annotazione dell’azione dell’utente e la semplice lettura di una

dettagliata descrizione.

Si cerca così di affermare il potere predittivo dei metodi, comparando

gli elementi predetti ai risultati dei test utenti; il potere persuasivo,

osservando quanti problemi riscontrati conducono al cambiamento

del codice implementato, e l’efficacia del cambiamento nel design,

testando le nuove versioni del sistema sull’utenza. L’aspetto

predittivo risulta apportare un notevole contributo ai metodi di

valutazione dell’usabilità utilizzati nel processo di sviluppo,

nonostante il lavoro di John e Marks sottolinea la presenza di altri

aspetti, di cui analizza i risultati e le possibili future implicazioni da

approfondire con la ricerca.

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 17

McDonald S. e K. Monahan, G. Cockton, “Modified contextual design as a field evaluation method”, in Proceedings of the 4th Nordic Conference on Human-Computer interaction: Changing Roles. A. Mørch, K. Morgan, T. Bratteteig, G. Ghosh, and D. Svanaes, Eds. NordiCHI '06, vol. 189. ACM Press, New York, 2006, pp. 437-440.

L’utilità finale è un fattore critico per il successo dei metodi di

valutazione dell’usabilità. Il testo sostiene che i metodi di campo

possono migliorare significativamente l’utilità finale mediante

l’informazione contestuale e il valore aggiunto che forniscono

nell’ambito dei problemi di usabilità riscontrati.

Concordando con Wixon, gli autori sostengono che il successo di

ogni metodo di valutazione dell’usabilità non è determinato dal

numero di problemi riscontrati, ma dalla proporzione di problemi

risolti/risolvibili. Attraverso l’esempio dell’applicazione di un Design

Contestuale Rapido adattato, noto come Valutazione Contestuale

Rapida in una valutazione di campo in scala ridotta, Mc Donald,

Monahan e Cockton dimostrano come sia possibile risolvere i due

ostacoli alla risoluzione dei problemi di usabilità, ossia mancanza di

certezza riguardo la capacità di definitiva risoluzione del problema

della soluzione proposta e la possibilità che i problemi identificati non

garantiscano soluzione. Sostengono che i metodi di campo per la

valutazione dell’usabilità mitiga queste questioni, rivelando un ampio

e differente campo di problemi che non potrebbero essere acquisiti

attraverso test di laboratorio e fornendo delle basi migliori per la

comprensione delle cause dei problemi di usabilità

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 18

Nielsen J., Web Usability, Apogeo, Milano, 2000.

Nielsen segue ed espande il campo di ricerca solcato da Norman

e presenta un testo scientifico che invita a trattare la progettazione

web come un progetto di sviluppo software, dove l’usabilità dovrà

considerarsi come fattore chiave per rispondere al mutamento

culturale ed economico che il web ha indotto.

La progettazione dovrà concentrarsi sulle esigenze dell’utenza, in

quanto si ostina da tempo a focalizzarsi sui soli aspetti tecnici, gli

strumenti e il rendiconto economico immediato. L’autore invita a

spostare il proprio sguardo da quest’ultimi aspetti per rivolgerlo ai

processi e ai risultati, in quanto sono questi i veri obiettivi dell’utente.

Nielsen propone cosa rende un sito davvero usabile e lo fa con una

serie di consigli e regole per creare un modello di progettazione delle

pagine, dei contenuti e del sito nella sua globalità. L’ autore non

tralascia di affrontare le differenze tra una progettazione Internet e

Intranet, le accortezze da seguire per una progettazione per utenti

disabili e internazionali, concludendo con uno sguardo all’evoluzione

futura di Internet e del web.

Nielsen J. e R. L. Mack, Usability inspection methods, John Wiley & Sons, New York, 1994.

Nielsen e Mack elaborano una rassegna dei metodi di verifica

dell’usabilità, riassumendoli nel volume e trattandoli

approfonditamente uno per uno. Muovendo dai più informali ai più

formali, il volume offre dettagliate informazioni per l’applicazione dei

metodi stessi, di cui viene fatta anche una comparazione che

User and Usage Centered Design

Chiara Proietti A.A.2008/2009 19

consente di comprenderne l’efficacia quanto le debolezze e i

punti di forza.

Si affronta l’ampiezza del concento di “problemi di usabilità”, i

possibili sviluppi metodologici futuri e il ruolo della teoria psicologica

nei metodi di verifica menzionati.

Wixon D., “Evaluating usability methods: why the current literature fails the practitioner”, in Interaction, Dray & Associates, Minneapolis, 2003, pp. 29-34.

Wixon contesta, smontandone le premesse, la letteratura

relativa ai metodi di valutazione dell’usabilità, che egli considera

inadatti per un’effettiva applicazione pratica o comunque, con un

ruolo ridotto per una concretizzazione dell’usabilità auspicata.

Per l’autore non è sufficiente indicare un numero di problemi

riscontrati per definirsi metodo di valutazione, in quanto sarà

necessario trovare e offrire soluzioni, affinchè possa chiamarsi tale.

Inoltre, lo sviluppo di un metodo per verificare l’usabilità impone,

secondo Wixon, l’adozione aggiuntiva di criteri commerciali, aziendali

e ingegneristici, necessita di metodi di valutazione applicati su reali

prodotti e non su sistemi simulati o modelli ipotetici ed è sempre

opportuno prendere in considerazione un caso di studio che provare

un approccio sperimentale.

Si scontra con la letteratura formale, sostenendo l’urgenza di

interventi organizzativi, che possano consentire un’effettiva

possibilità di crescita della disciplina, della corretta realizzazione

pratica e degli affari.