In collaborazione con
EMPLOYEE OWNED DEVICE E SPAZIO DI LAVORO MOBILE Analisi curata da Verizon e Cisco
Pagina | Sommario
Sommario
Executive summary ................................................................................................................................ 1
L’EOD verso una rapida maturazione .................................................................................................... 2
Fare emergere il valore intrinseco dell’EOD .......................................................................................... 4
L’IT non deve essere un ostacolo alla crescita ....................................................................................... 4
Sicurezza e compliance .......................................................................................................................... 6
Intelligenza di rete: la chiave è nell’“IP” ................................................................................................ 6
Allocazione dei costi ............................................................................................................................... 7
Supportare l’ambiente EOD ................................................................................................................... 7
Sviluppare una robusta strategia win‐win ............................................................................................. 8
Considerazioni conclusive ...................................................................................................................... 9
Verizon Enterprise Solutions .................................................................................................................. 9
Pagina | 1
Questo documento, commissionato da Verizon e Cisco, prende in esame il fenomeno Employee Owned Device (EOD) in Europa concentrandosi sui fattori che ne determinano l’adozione e le questioni fondamentali che la vostra azienda si troverà ad affrontare quando deciderà di intraprendere questa strada.
Executive summary
Generazioni di tecnologie si susseguono facendosi strada, con forza, sul luogo di lavoro come risposta alle sollecitazioni degli utenti, alle pressioni economiche e al desiderio di conseguire un vantaggio competitivo. Molte aziende intravedono nel disagio causato da questo fenomeno un’opportunità.
Una realtà che trova il suo esempio emblematico nel fenomeno EOD (Employee Owend Device), che consente ai dipendenti di scegliere quali dispositivi usare in ufficio proprio come nel privato.
Gli utenti ricercano la libertà, la spontaneità e l’immediatezza tipiche dei dispositivi mobili e portatili, ma la loro richiesta di lavorare dove
desiderano e come desiderano supera di gran lunga la velocità con cui molte imprese decidono di adeguarsi. Quando, però, ai dipendenti è concesso di utilizzare i device, le applicazioni e i servizi cloud che preferiscono e di scegliere il luogo e il momento in cui lavorare, essi possono riuscire a guidare l’azienda verso nuovi traguardi di efficienza e produttività.
Forrester e Gartner concordano nel definire la consumerizzazione dell’IT il trend forse più dirompente di questo decennio, un trend che non si presta a essere ignorato.
Se attuata con efficacia, la valorizzazione in ambito lavorativo dei benefici legati ai dispositivi intelligenti personali è in grado di produrre vantaggi significativi per l’impresa sotto forma di riduzione dei costi di hardware e aumento della flessibilità per i dipendenti, con effetti migliorativi su produttività, efficienza operativa, soddisfazione del personale e continuità del rapporto professionale.
Se ignorato o implementato malamente o in modo frammentario, l’EOD rischia di trasformarsi in un bambino capriccioso che pretende grandi investimenti di tempo, infrastruttura IT e gestione dei rischi. Allo stesso modo, tentare di anticipare le mosse di un fenomeno così dirompente può tradursi, dal punto di vista tattico, in una serie di “vicoli ciechi” capaci di ripercuotersi negativamente a tutti i livelli dell’azienda.
Pagina | 2
Numero medio di dispositivi connessi per Knowledge Worker nel 2012 e 2014
2,3
2,9
2,3
1,82,0
1,8 1.8,
2,8
2,32,5
2,8
3,2
2,6
2,2 2,3 2,42,7
3,23,0 3,1
Total USA GB Germania France Russia Cina India Messico Brasile
2012 2014
Fonte: Cisco IBSG 2012 N = 4.892
Entro il 2016 il 66% della forza lavoro mobile possiederà uno smartphone e il 40% della forza lavoro mondiale sarà mobile (indagine Gartner del 2012). Cresce, inoltre, in tutto il mondo il numero di dispositivi per utente all’interno dell’azienda.
L’EOD è tutt’altro che un fenomeno passeggero ed è importante che le imprese compiano alcuni passi fondamentali per affrontarlo con efficacia e in sicurezza. I vecchi modelli IT giungeranno a un livello di maturazione tale da relegarli a nota storica a piè di pagina. Il ritmo con cui le innovazioni si susseguono e le dinamiche della concorrenza mondiale hanno prodotto una realtà nuova per molte imprese: le strutture organizzative diventano sempre più collaborative e la loro complessità si commisura ai cambiamenti cui sono confrontate. Inoltre, una miriade di pressioni stanno modificando la relazione tra business, tecnologia e organizzazione IT.
In un contesto in cui la linea di demarcazione tra vita privata e vita professionale si fa meno netta, la sicurezza non si riduce più al tenere fuori gli indesiderati, ma comprende anche il lasciare entrare chi ne ha diritto. Il dipartimento IT ha il compito di bilanciare sicurezza e accesso alle funzionalità e colmare il divario tra il ritmo di
crescita delle richieste degli utenti e la salvaguardia dell’organizzazione.
Un buon governo e una gestione efficace del fenomeno possono aiutare l’azienda a passare da un atteggiamento di semplice reazione al disagio procurato dall’EOD alla volontà di sfruttare a pieno questa straordinaria fonte di valore.
L’EOD verso una rapida maturazione
Secondo una ricerca Gartner entro il 2017 la metà delle aziende del mondo chiederà ai propri dipendenti di provvedere personalmente ai dispositivi utilizzabili in ambito lavorativo. Uno studio Ovum sull’EOD ha rilevato che il 56,8% dei lavoratori utilizza già un device personale nella propria attività professionale. Rispetto all’edizione precedente dello studio, risalente al 2012, la pratica dell’EOD tra i professionisti è risultata stabile a livello mondiale. Oltre un terzo dei dipendenti utilizza un device personale per attività lavorative senza avere informato l’IT aziendale. Negli ultimi 12 mesi il numero di lavoratori che utilizza tablet è passato dal 28,4% al 44,5% a
Attualmente il 42% degli smartphone e il 38% dei laptop utilizzati sul lavoro sono di proprietà dei dipendenti.
Pagina | 3
riprova del fatto che le aziende vedono una presenza sempre più massiccia di questi dispositivi sulla propria rete.
Molte imprese tentano di giocare in anticipo sulla domanda di EOD elaborando strategie di risposta innovative al variare del contesto della mobilità. Tuttavia, l’EOD è stato visto spesso, soprattutto in Europa, come qualcosa che “capita” all’azienda (come il bimbo capriccioso di cui sopra), un fenomeno privo di controlli operativi, che sovverte lo status quo fornendo accesso a risorse IT chiave fuori da un quadro di riferimento concordato. La reazione è stata perlopiù di difesa, una forma frammentaria di protezione della sicurezza IT, centrata sulla tecnologia e spesso elaborata in totale autonomia rispetto al business.
Molti responsabili IT europei sono apparsi restii nel sostenere l’EOD presso i propri dipendenti e ora assistono alla diminuzione del numero di device privati e all’aumento vertiginoso delle applicazioni non approvate. In pratica, la loro reazione è stata di ridurre al minimo la minaccia piuttosto che di farla propria incrementando la libertà dei dipendenti di lavorare come preferiscono.
Questo ha creato un divario tra l’esigenza
individuata dal business e la soluzione adottata dall’IT. È lo stesso divario che impedisce a molte imprese di comprendere i vantaggi derivanti dall’EOD in quanto l’uso e la domanda da parte del personale superano di gran lunga lo stimolo e la volontà dell’azienda di reagire. Negazione prima e reazione di difesa poi sono il punto di partenza di molte imprese quando decidono di affrontare la sfida dell’EOD. Imbarcarsi in questa avventura muniti di armamentario tattico potrà anche risolvere oggi problemi tattico‐tecnologici, ma le aziende vincenti sono quelle che si fermano, riflettono, valutano e poi optano per un piano strategico che massimizzi l’opportunità dell’EOD non solo nel presente ma anche nel futuro.
Le imprese europee rischiano di essere penalizzate rispetto a quelle di Paesi concorrenti che sfruttano l’EOD per conseguire miglioramenti promossi dagli stessi dipendenti a livello di collaborazione, esecuzione e produttività.
Vantaggi concreti sono possibili solo se l’organizzazione accetta il fenomeno ed elabora una strategia inerente il luogo di lavoro che riconosca nell’EOD un prezioso driver di business e accolga in modo proattivo l’opportunità che esso rappresenta.
“L’EOD matura più rapidamente di quanto molte aziende riescano ad affrontarlo o a beneficiarne”
Pagina | 4
Fare emergere il valore intrinseco dell’EOD
L’EOD non è solo un problema tattico che merita una soluzione tecnica. Se è vero che una risposta efficace a questa sfida prevede robuste competenze tecniche e la capacità di fornire soluzioni specialistiche, è anche vero che si tratta di un problema di strategia di business che richiede una soluzione strategica.
Non fare nulla non è un’alternativa valida anche se alcune aziende stanno facendo proprio questo. Cresce il numero di imprese in Europa che riconosce l’esigenza di agire subito per colmare il divario con la domanda espressa dai dipendenti. Alcune si limitano a reagire all’inevitabile, altre fanno propria la sfida che vedono come catalizzatore principale della crescita strategica del business.
In pratica, solo le imprese che dispongono di una strategia traducibile in azioni concrete, che non solo supporti, ma anche sfrutti questa domanda
crescente, saranno in grado di fare emergere il valore intrinseco dell’EOD.
Grazie all’EOD l’azienda può beneficiare della maggiore agilità e produttività derivanti da una forza lavoro sempre più mobile. Se in passato i dipendenti godevano di tecnologie più avanzate in ufficio rispetto a casa, l’avvento dei dispositivi intelligenti ha sovvertito questo ordine dando origine alla domanda di EOD e contribuendo ad aumentare la produttività e la soddisfazione dei lavoratori e ad allungare la durata dei rapporti professionali grazie a una consonanza più stretta con il modo in cui i dipendenti desiderano lavorare e vivere. Anche i clienti e i fornitori ne beneficiano in quanto l’azienda è in grado di rispondere più rapidamente e con maggiore efficacia al variare delle esigenze di tutta la supply chain.
Tali benefici emergono come valore misurabile solo quando la sfida dell’EOD è “reinquadrata” in un’ottica di positività. Se, invece, si utilizzano solo tattiche di tipo tecnologico, il quadro complessivo e i vantaggi concreti, che pure esistono, risultano diluiti, o peggio ancora, vanificati.
L’IT non deve essere un ostacolo alla crescita
“In media il 60% dei dipendenti utilizza un dispositivo mobile per il lavoro, il 13% in più dei lavoratori mobili propriamente detti”
“Il 60% delle imprese afferma che i propri utenti si collegano alla rete aziendale con dispositivi esterni all’ufficio e oltre il 40% utilizza gli stessi dispositivi per collegarsi dall’ufficio
Pagina | 5
La consumerizzazione di hardware e tecnologia da una parte e la richiesta dei dipendenti dall’altra fanno sì che l’EOD continui a diffondersi indipendentemente dalla volontà dell’IT. Negli anni molti dispositivi non approvati hanno fatto il loro ingresso in azienda al seguito di dirigenti e responsabili in barba ai protocolli IT. Molti sono riusciti ad aggirare le policy, a connettersi e operare tranquillamente. Non sorprende, quindi, che la maggioranza degli executive sostenga in pieno l’EOD in un moto che va dal vertice alla base dell’organizzazione e che la base indirizzi la propria domanda di EOD verso il vertice aziendale. Preso tra due fuochi, il dipartimento IT deve trovare il modo di fare funzionare il tutto.
Ogni volta che si discute di EOD si palesano timori sulla sicurezza dei dati, sui rischi e sulla compliance, spesso non in relazione ai benefici apportati da nuove restrizioni sulle policy, ma come barriera all’adozione. La maggioranza dei dipendenti che possiede uno smartphone (67,8%) lo porta con sé al lavoro: il 15,4% lo fa senza informare il dipartimento IT, mentre un quinto lo fa sfidando le norme aziendali in materia di anti‐EOD.
A fare da filo conduttore l’incapacità della funzione IT di tenere costantemente il passo con il variare delle richieste e dei comportamenti della nuova forza lavoro improntata a mobilità e consumerizzazione. Se i dipendenti si procurano da soli le applicazioni per il proprio lavoro è probabile che lo facciano perché l’azienda, e in particolare l’IT, non fornisce loro strumenti adeguati o un’esperienza d’uso efficace.
La mobilità è divenuta una realtà consolidata per la quasi totalità delle imprese e con essa le complessità infrastrutturali che comporta. EOD, richieste dei dipendenti e frammentazione delle applicazioni utente crescono a un ritmo tale da portare al limite le funzionalità infrastrutturali di molte aziende. Come reazione, alcune società stanno valutando il ricorso a servizi cloud per la gestione dei dispositivi mobili e l’offerta di app store privati al proprio personale. Ciò si iscrive in un processo di naturale evoluzione verso l’EMaaS (Enterprise Mobility as a Service), che sposta gran parte o tutti i servizi generalmente forniti dai sistemi IT interni (gestione dispositivi e sicurezza, deployment applicazioni, verifica applicazione policy) su servizi cloud offerti da terzi.
Percentuale di aziende che vede nella sicurezza IT la sfida principale dell’EOD
“La percezione che l’EOD costituisca un pericolo per la sicurezza della rete aziendale sembra essere una delle ragioni principali per cui le aziende europee hanno accolto il fenomeno in
misura minore rispetto ad altre.
Fatta eccezione per la Cina, le imprese europee sono le più preoccupate delle conseguenze negative dell’EOD sulla sicurezza delle reti aziendali. Interessante notare come il timore circa la sicurezza di rete non abbia scoraggiato le aziende cinesi dall’adottare l’EOD. Esse
ritengono, infatti, che i vantaggi superino di gran lunga i potenziali costi.”
Pagina | 6
I CIO nutrono un rapporto di amore e odio nei confronti dell’EOD.
Amore:
Riduce i costi di acquisizione e upgrade dell’hardware
Incrementa la produttività
Consente una maggiore agilità e capacità di risposta
Aumenta la soddisfazione del personale
Odio:
Incrementa le minacce alla sicurezza
Produce un ambiente non standardizzato
Aumenta le complessità relative al supporto
Scarsa definizione della roadmap tecnologica
Sicurezza e compliance
Emerge con chiarezza come vecchi timori circa la sicurezza di rete e lo smarrimento o il furto di dispositivi rimangano al primo posto tra le preoccupazioni aziendali e come, a mano a mano che la mobilità si sviluppa, s’intensifichi anche la relativa minaccia per molte imprese.
Nei settori estremamente regolamentati quali banche, sanità, istruzione e pubblica amministrazione non è consentito nulla che possa mettere a repentaglio le registrazioni di dati aziendali, commerciali o di clienti o che devii in qualche modo dalla compliance.
In realtà molti dei rischi e delle problematiche di sicurezza che, dalla prospettiva del dipartimento IT, sono associabili all’adozione dell’EOD esistono da prima dell’EOD, solo sotto un’altra veste. Pochissime organizzazioni dispongono di policy realmente efficaci per regolamentare e monitorare l’uscita di stampati dalla propria sede, i tempi e i modi di utilizzo delle chiavette USB o la completa protezione dei PC per l’accesso remoto presso il domicilio del dipendente. I dati aziendali sensibili sono sempre stati e continueranno a essere mobili, anche se l’accesso e il trasporto avverranno in maniera diversa.
La vera opportunità che l’EOD offre agli specialisti IT consiste nel riconsiderare criticamente i modi in cui l’organizzazione gestisce i requisiti di sicurezza,
si dota di tecnologie potenziate per contrastare gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), mette a frutto la libertà derivante da politiche rigorose su dati, rischi e compliance e le utilizza per la risoluzione di problematiche preesistenti e per una completa adozione dell’EOD.
Intelligenza di rete: la chiave è nell’“IP”
La rete tocca l’interezza dell’azienda: impossibile per qualunque dispositivo dotato di indirizzo IP collegarsi o scollegarsi dalla rete senza una piattaforma IPAM (IP Address Management), che costituisce l’intelligenza di rete e che regge i rapporti cruciali in fatto di dati tra indirizzi IP, dispositivi, utenti, ubicazione fisica e attività di rete. L’indirizzo IP è un identificativo di rete unico assegnato a ogni singolo dispositivo presente sulla rete. Come tale, l’indirizzo IP detiene un valore strategico straordinario. La capacità di controllare e gestire centralmente gli indirizzi IP sulla rete aziendale tramite l’IPAM è la chiave per acquisire informazioni e intelligenza di rete. La ricchezza di tale intelligenza alimentata dall’IPAM è essenziale per applicare le policy e monitorare a quali applicazioni accedono gli utenti, quali utenti vi accedono e come vengono utilizzati i dati aziendali sensibili.
Insieme ai servizi di rete DNS (Domain Name System) e DHCP (Dynamic Host Configuration
Pagina | 7
Protocol), l’IPAM è una componente essenziale per la salute e la robustezza di ogni rete nel tempo:
l’IPAM controlla e gestisce centralmente la rete e gli indirizzi;
il DNS collega qualunque dispositivo a qualsiasi sito web, applicazione o altro utente;
il DHCP garantisce la connessione di ciascun dispositivo alla rete.
La piattaforma IPAM consolida tutti i dati relativi ai servizi IPAM, DNS e DHCP all’interno di un “deposito” centrale dell’intelligenza di rete consentendo all’azienda di gestire meglio la propria rete e i propri dispositivi. Per soddisfare aspettative sempre più elevate in materia di connettività, la piattaforma IPAM deve poter fornire tre soluzioni chiave:
sicurezza mobile
gestione indirizzi
automatizzazione e self service
Senza di queste l’azienda non è in grado di acquisire l’intelligenza di rete necessaria per il successo di iniziative che dipendono dalla rete quali EOD, virtualizzazione e servizi cloud e ancor meno di avvantaggiarsi delle tecnologie emergenti quali M2M (Machine‐to‐Machine) e SDN (Software‐Defined Networking).
Allocazione dei costi
Dopo la decisione circa il modello di EOD da adottare – se quello finanziato dall’azienda in cui il dipendente sceglie il dispositivo mobile ma è la società ad acquistarlo e gestirlo centralmente o quello in cui è il dipendente che risponde di tutti gli aspetti inerenti la proprietà del dispositivo – resta un ulteriore dilemma da risolvere: come separare i costi per l’uso professionale del dispositivo da quelli per uso privato?
La questione è già abbastanza difficile quando si considerano i soli costi di fonia, ma quando si aggiungono quelli delle attività dati, la complessità aumenta ulteriormente. Il conto per un’impresa internazionale con molti dipendenti può risultare particolarmente salato. Inoltre, con le tariffe variabili che scattano in corrispondenza di un traffico dati superiore a determinate soglie, è difficile per l’impresa stabilire se sia l’utilizzo
privato o quello aziendale a meritare le tariffe più contenute o più elevate.
Di fronte alla scelta, spesso ardua, del modello da adottare, l’azienda dovrà valutare i costi legati all’uso personale del dispositivo rispetto a quelli effettivi della gestione del processo di rimborso del dipendente.
Qualunque sia il modello scelto, la solidità e l’accuratezza delle policy adottate si misureranno sulla veridicità e la precisione dei dati di fatturazione forniti dagli operatori: il successo dell’iniziativa dipenderà dalla facilità con cui sarà possibile distinguere l’uso privato da quello professionale.
Oggi come oggi molte aziende alle prese con l’EOD rischiano di non avere le funzionalità tecniche per gestire i livelli di elaborazione dati e trasparenza dei costi necessari per dare corso a quelle policy con efficacia.
Supportare l’ambiente EOD
L’aumento della gamma di dispositivi presenti in azienda, accompagnato dalla crescente percentuale di lavoratori mobili nella forza lavoro mondiale, rendono indispensabile una struttura di assistenza e supporto agile ed efficace.
I dispositivi mobili saranno gestiti e supportati in larga misura dai reparti IT esistenti che dispongono di risorse limitate.
L’implementazione di programmi EOD dovrebbe favorire una maggiore produttività del personale IT, che potrà dedicare meno tempo alla manutenzione generale dell’infrastruttura, e portare a un riassetto dell’organico IT in quanto le richieste di supporto per smartphone e tablet sono meno complesse da gestire dei problemi di configurazione PC. Questa tendenza si iscrive in un’iniziativa più vasta volta a modificare la percezione della funzione IT da parte dell’utente: da entità reattiva o “posto di blocco” a entità proattiva tesa a mettere i dipendenti nelle condizioni migliori per lavorare.
Alcune aziende prevedono di ricevere meno chiamate all’help desk per questioni inerenti software e hardware. Il fatto che i dipendenti conoscano bene i propri dispositivi e siano a proprio agio nell’usarli elimina la necessità di formazione. Nel caso, poi, abbiano domande,
Pagina | 8
l’azienda potrà indirizzarli verso l’operatore telefonico o il produttore del device anziché verso l’help desk aziendale. L’aggiunta di ulteriori applicazioni mobili al programma può, tuttavia, causare un leggero rialzo del numero di chiamate o richieste all’help desk.
L’EOD è motore di innovazione per l’azienda e per i CIO in quanto incrementa il numero di utenti di applicazioni mobili tra il personale. Il rollout di applicazioni a tutta la forza lavoro offre una miriade di nuove opportunità che vanno al di là delle comunicazioni e della posta elettronica mobili tradizionali: fogli di presenza, registrazione ingressi/uscite, applicazioni self service inerenti le risorse umane e pianificazione più efficace della business continuity sono solo alcuni esempi. In ultima analisi, ampliamento dell’accesso e spinta verso l’innovazione potrebbero essere l’eredità del fenomeno EOD.
Sviluppare una robusta strategia win‐win
La consumerizzazione dell’IT è senza dubbio uno dei fenomeni che hanno segnato maggiormente il mondo dell’impresa nell’ultimo decennio, un
fenomeno che richiede una risposta misurata che allinei gli obiettivi e le ambizioni del business con quelli della forza lavoro.
Come per molte decisioni in cui ci si trova sopraffatti da una mole di informazioni spesso contrastanti, la strada giusta da percorrere è quella che sta nel mezzo, in questo caso tra una politica aziendale estremamente rigida e manifestamente restrittiva, che rischia di apparire cieca al venir meno della distinzione tra lavoro e vita privata, e un approccio di laissez faire in base al quale i dipendenti possono scegliere di utilizzare qualunque dispositivo vogliano senza alcun tipo di controllo.
In pratica occorre stabilire un equilibrio che soddisfi sia le aspettative del personale sia gli obiettivi di business, che risponda appieno ai requisiti di compliance e che fornisca una piattaforma robusta per il supporto IT.
In Verizon conosciamo bene le sfide legate all’EOD con cui i nostri clienti si confrontano. Il nostro obiettivo è collaborare con loro alla creazione di una roadmap strategica che consenta loro di cogliere i vantaggi offerti da un incremento di produttività e collaborazione frutto dell’EOD per crescere ulteriormente sul mercato.
Pagina | 9
Considerazioni conclusive
L’azienda che sceglie Verizon come suo partner intraprende un percorso di verifica strategica degli effetti e delle opportunità generati dall’EOD e di creazione di una roadmap strategica per la crescita e l’attuazione di un programma di EOD e Spazio di Lavoro Mobile senza trascurare problematiche di business cruciali quali la risposta alla consumerizzazione di dispositivi e soluzioni mobili, il supporto di un numero elevato di device, smartphone e tablet e l’estensione dei sistemi interni a favore dell’accesso mobile.
Ancora più importante, l’azienda ha modo di beneficiare di vantaggi che riguardano cinque aree funzionali principali: produttività, gestione del rischio e compliance, controllo dei costi, acquisti e gestione dell’ecosistema. Verizon lavora fianco a
fianco con l’azienda cliente per elaborare una strategia che renda quest’ultima pronta e capace di realizzare il proprio potenziale di crescita e sviluppo mediante un accesso sicuro “ovunque e in qualunque momento”.
Vantaggi e portata delle nostre soluzioni interessano tutta la realtà aziendale. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per mettere a punto soluzioni per l’ambiente di lavoro che sfruttino a pieno le potenzialità commerciali della mobilità, soluzioni che amplifichino il valore creato e che abbiano ricadute positive sul bilancio dei nostri clienti, sulla produttività dei loro dipendenti e sulle loro ambizioni commerciali. Questo si ottiene dando loro la chiave per fare emergere il valore intrinseco della grande opportunità costituita dall’EOD.
Per Verizon hanno contribuito: Per Cisco hanno contribuito:
Neil Cook
Principal Consultant, UCC & Mobile
Craig Cerasi
Head of Marketing Mobility Solutions
Gavan Egan
Cloud & Security EMEA Sales VP for Verizon Europe
Stacey Goldsmith
Business Development, Unified Workspace – Smart Solutions
Martin Patten
Business Development, Unified Workspace – Smart Solutions
Paul Durzan
Director, Unified Workspace – Smart Solutions
Fabien Gandola
Consulting SE, Unified Workspace – Smart Solutions
Jason Freeth
Architect, Cisco IT
Verizon Enterprise Solutions
Verizon Enterprise Solutions fornisce reti intelligenti, servizi cloud, soluzioni di mobilità, sicurezza gestita e machine to machine (M2M) alle aziende di maggior successo a livello mondiale. Con soluzioni specifiche per settore e una gamma completa di prodotti e servizi global wholesale, Verizon Enterprise Solutions contribuisce a creare in tutto il mondo nuove opportunità di innovazione, investimento e trasformazione del business. Per saperne di più, visitate verizonenterprise.com/it o il News Center ‐ Verizon Enterprise Solutions.
Verizon Europe: verizonenterprise.com/it
Cisco: cisco.com
In collaborazione con