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Una grande passione per la ricerca ..........................................................6
Celgene, in Italia per ambire all’eccellenza ..............................................7
Prolungare e migliorare la vita dei pazienti ................................................9
Dedicati ai pazienti in ogni parte del mondo ...........................................11
Le aree terapeutiche
Celgene Hematology 13
Cambiare il corso della malattia puntando alla causa,
non solo ai sintomi ....................................................................................15
Talidomide ...............................................................................................16
Lenalidomide ...........................................................................................17
Azacitidina ...............................................................................................20
Pomalidomide ...........................................................................................22
Romidepsina ............................................................................................23
Celgene Oncology 25
Migliorare la salute dei pazienti attraverso audaci progetti di ricerca .....27
Nab-Paclitaxel ..........................................................................................28
Celgene Inflammation & Immunology 33
Risultati d’eccellenza da farmaci di nuova generazionein grado di migliorare la salute dell’uomo ................................................35
Apremilast ................................................................................................36
Celgene Cellular Therapeutics 39
L’impegno di Celgene per i farmaci orfani 41
La ricerca Celgene 45I nuovi candidati .......................................................................................46
La responsabilità sociale di Celgene 5353I pazienti, prima di tutto ............................................................................55
Sicurezza e ambiente ...............................................................................56
Celgene Global Health .............................................................................57
Indice
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Una grande passione per la ricerca
Per Celgene, prolungare e migliorare la vita dei pazienti non è solo una capacità, ma è anche una responsabilità, un dovere e un privilegio. È ciò che meglio definisce la nostra identità ed è il motivo per cui lavoriamo con grande passione. Ed è proprio la passione a caratterizzare la nostra azienda, sin dai suoi esordi.
Abbiamo superato barriere che sembravano insormontabili, per trasformare il farmaco più controverso del mondo, talidomide, in una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da mieloma multiplo, una grave forma di tumore del sangue.
Da allora, abbiamo ottenuto risultati eccezionali evolvendoci fino a diventare una delle principali aziende biofarmaceutiche del mondo, rendendo i nostri farmaci disponibili in più di 70 Paesi; e in futuro saranno circa 100 quelli in cui saremo in grado di garantire la nostra presenza. Il nostro impegno e la nostra pipeline sono rivolti a diverse aree terapeu-tiche – dall’ematologia ai tumori solidi, fino alle malattie autoimmuni e infiammatorie – con continui progressi nello sviluppo di terapie sempre più efficaci e innovative, offrendo ai pazienti benefici senza precedenti, confermati giorno dopo giorno dai risultati degli studi clinici e dal riconoscimento da parte delle società scientifiche.In ematologia, l’International Myeloma Foundation ha recentemente annunciato che terapie come lenalidomide stanno incrementando l’aspettativa di vita nei pazienti più anziani affetti da mieloma multiplo, fino al punto di renderla simile a quella della popolazione generale.Anche nei tumori solidi, per i quali ancora mancano opzioni terapeutiche efficaci, le nostre terapie, grazie a innovativi sistemi di rilascio del principio attivo che rivolgono contro le cellu-le tumorali i loro stessi meccanismi di sopravvivenza, consentono di ottenere miglioramenti importanti nella prognosi dei pazienti. Inoltre, manteniamo alta l’attenzione anche nei confronti della qualità di vita dei pazienti: la nostra più importante molecola in sviluppo nell’area delle malattie infiammatorie e dell’im-munologia è, come molte delle nostre terapie, un farmaco per uso orale che i pazienti pos-sono assumere nella tranquillità della propria casa. Accanto alle terapie farmacologiche, Celgene Cellular Therapeutics (CCT), società sus-sidiaria interamente controllata da Celgene e dedicata allo sviluppo di terapie a base di cellule staminali, è pioniera nella ricerca più avanzata sulle cellule derivate dalla placenta umana e dal cordone ombelicale ed è stata la prima a utilizzarle in ambito clinico valutan-done il potenziale terapeutico nel trattamento dei tumori e di altre patologie: autoimmuni, cardiovascolari, neurologiche, infiammatorie e degenerative.Con queste premesse portiamo avanti la nostra mission: migliorare e prolungare la vita dei pa-zienti in tutto il mondo. E lo facciamo grazie a persone di talento, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno scelto di lavorare con noi.
Robert J. Hugin, Chief Executive Officer
Robert J. HuginChief Executive OfficerCelgene Corporation
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Celgene, in Italia per ambire all’eccellenza
Celgene, presente in Italia dal 2006, ha portato anche nel nostro Paese l’impegno nella ricerca e la dedizione ai pazienti, caratteristiche che ci hanno consentito di affermarci in breve tempo tra i leader della biofarmaceutica mondiale.
Investiamo in ricerca e sviluppo in totale oltre il 31% del nostro fatturato, riuscendo ad ottenere risultati importanti e insperati per alcune complesse malattie ematologiche e oncologiche, migliorando e prolungando aspettativa e qualità di vita dei pazienti.
Non ci accontentiamo tuttavia dei traguardi raggiunti fino a oggi: con lo sguardo sempre rivolto al futuro, stiamo sviluppando una ricca pipeline di molecole tra le più innovative e promettenti in tutto il settore farmaceutico.Attualmente, in tutto il mondo, abbiamo in corso oltre 400 studi clinici, dei quali più di 30 in Fase III, che consentono a oltre 50.000 pazienti di beneficiare potenzialmente da subito delle nostre nuove molecole.Per Celgene è fondamentale il rapporto con la comunità dei pazienti e con il mondo scien-tifico: da questo punto di vista, il valore aggiunto della nostra presenza in Italia è la colla-borazione con la ricerca accademica nazionale, di cui abbiamo da sempre riconosciuto e valorizzato le grandi potenzialità.Difatti, sin dall’inizio, abbiamo considerato l’Italia un contesto ideale per sviluppare la ricerca e ci siamo posti l’obiettivo di coinvolgere le eccellenze del nostro Paese nelle fasi precoci dello sviluppo dei farmaci: in soli 6 anni abbiamo condotto oltre 100 studi clinici, investendo più di 60 milioni di euro, e recentemente con il supporto fattivo di AIFA abbia-mo realizzato l’attivazione di studi di Fase I. Sono questi i risultati importanti che siamo intenzionati a migliorare proseguendo con decisione su questa strada. La nostra disponibilità a raccogliere sfide è la premessa che ci consente tutti i giorni di cercare soluzioni nelle aree dove siamo impegnati: molti pazienti affetti da leucemie, linfomi, mieloma multiplo, sindromi mielodisplastiche e tumori solidi non hanno ancora risposte mediche soddisfacenti. Oltre 40 malattie rare attendono terapie che stiamo atti-vamente studiando nei nostri laboratori e nella clinica in tutto il mondo.Certi di poter ottenere nuovi importanti successi, siamo orgogliosi della nostra innovazio-ne nel confronto quotidiano con le Autorità, i medici e i ricercatori italiani per il bene dei pazienti, contribuendo così a risolvere anche le tante sfide del Sistema Sanitario Naziona-le di cui vogliamo essere partner privilegiati nell’ambito della ricerca e dell’innovazione e garantendo sostenibilità. Ancora una volta nel segno dell’obiettivo comune: i pazienti.
Pasquale Frega, Presidente e Amministratore Delegato
Pasquale FregaPresidente e Amministratore Delegato
Celgene S.r.l.
La nostra dedizione al progresso scientifico va di pari passo con la promessa fatta ai pazienti: assicurare pieno accesso alle nostre terapie per chiunque possa giovarsene.
In tutto il mondo, le terapie Celgene stanno contribuendo a migliorare la salute di chi è affetto da malattie rare, gravi e invalidanti.
L’impegno Celgene è la dedizione alla ricerca innovativa, concentrata su farmaci
in grado di cambiare il decorso delle malattie. Per questo motivo, i nostri inve-
stimenti in ricerca e sviluppo sono, da sempre, di molto superiori alla media del
settore.
La pipeline Celgene rappresenta non solo un grande valore per tutti i nostri inter-
locutori, ma offre anche nuove opportunità – e nuove speranze – a centinaia di
migliaia di persone che, nel mondo, sono colpite da tumori e altre malattie gravi
per le quali non esiste un’adeguata alternativa terapeutica.
Prolungare e migliorare la vita dei pazienti
Il nostro impegno verso i pazienti ha una portata globale. Grazie alle iniziative in
corso e a quelle programmate in America, Europa, Asia e Australia, Celgene si
sta affermando come azienda biofarmaceutica di primo piano, integrata a livello
mondiale, ma con una propria cultura specifica.
Siamo certi che ciò che facciamo sia importante per il progresso della salute.
È soprattutto il modo in cui lo facciamo che ci distingue da coloro che ci hanno
preceduto e anche da coloro che incontreremo nel futuro.
Per tutti noi che lavoriamo in Celgene, i pazienti vengono prima di ogni altra cosa.
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Celgene è un’azienda biofarmaceutica leader impegnata nella ri-cerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di terapie inno-vative per pazienti affetti da neoplasie e da patologie autoimmuni e infiammatorie gravi.
La nostra capacità di migliorare costantemente i risultati terapeutici per i pazienti
poggia su una solida base: un team globale di oltre 4.500 persone, operative in
più di 50 Paesi per realizzare la nostra promessa e portare i benefici clinici delle
nostre terapie innovative in oltre 70 Paesi.
Dedicati ai pazienti in ogni parte del mondo
Celgene•FondatainUSAnel1986,inItalianel2006•CelgeneèimpegnatanellaR&Ddifarmaciperiltrattamentodimalattieoncoematologicherare,
comeilmielomamultiplo,lesindromimielodisplastiche,laleucemiaacutamieloideedimalattieoncologicherare,comeilcarcinomadelpancreas
•Dipendentiglobali:4.500dicui1.400inEuropa•DipendentiItalia:153(39impegnatiinR&D)
Studi clinici in Italia •Coinvolticirca80centri•47studiclinicisponsorizzati•4studiosservazionalitracuiunPASS
•59studiclinicinoprofitsupportati•17studiprecliniciincorso
• 80 centri coinvolti in studi clinici• 47 studi clinici sponsorizzati• 4 studi osservazionali tra cui un PASS• 59 studi clinici no profit supportati• 17 studi preclinici in corso
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Celgene Hematology
Pipeline aggiornata al 31 marzo 2013.Per gli ultimi aggiornamenti visitare il sito www.celgene.com
Cambiare il corso della malattia
puntando alla causa,non solo ai sintomi
L’ematologia rappresenta le fondamenta sulle quali è stata costruita Celgene: dalle prime ricerche con la talidomide nel trattamento del mieloma multiplo fino agli studi clinici in corso in numerose patologie, le nostre terapie stanno contribuendo a trasformare lo scenario del trattamento delle neoplasie ematologiche.
Farmaci immunomodulatori come i nostri IMiDs® non si limitano a
migliorare la sintomatologia, ma vanno direttamente al cuore della
malattia: grazie a un’azione combinata, attaccano le cellule tumo-
rali e contemporaneamente potenziano l’attività del sistema immu-
nitario per meglio contrastare malattie come il mieloma multiplo.
Oltre agli immunomodulatori, il nostro portafoglio ematologico in-
clude potenti terapie epigenetiche che riducono la capacità di
sopravvivenza e di proliferazione delle cellule tumorali: questo
meccanismo d’azione ci ha permesso di fare grandi progressi nel
trattamento di malattie come le sindromi mielodisplastiche e i lin-
fomi a cellule T.
La ricerca Celgene è tutta proiettata verso terapie di nuova gene-
razione destinate sia alle indicazioni sulle quali già lavoriamo sia
ad altre patologie con importanti bisogni terapeutici ancora irrisol-
ti, come la leucemia acuta mieloide, la mielofibrosi, i linfomi non
Hodgkin, il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma mantellare,
la leucemia linfatica cronica ed altre ancora.
Stiamo lavorando per rivoluzionare l’approccio ai tumori, identificando e colpendo in modo selettivo i fattori responsabili della crescita delle cellule tumorali
MULTIPLE MYELOMA (MM) Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
Relapsed/refractory
Newly diagnosed
Maintenance
Relapsed/refractory (US)b
Relapsed/refractory (EU)b
Newly diagnosed (US)b
Newly diagnosed (EU)bThalidomide Celgene® (thalidomide)
THALOMID® (thalidomide)
POMALYST® (pomalidomide)
REVLIMID® (lenalidomide)
ANEMIAS Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
Renal anemia with metabolic bone disease
Diamond blackfan anemia
Beta-thalassemia
MDS
Beta-thalassemia
MDS
ACE-536c
Sotatercept® (ACE-011)c
LYMPHOMA Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
Cutaneous T-cell lymphoma (US)b
Peripheral T-cell lymphoma: Relapsed/refractory (US)b
Peripheral T-cell lymphoma: Relapsed/refractory (EU)b
Peripheral T-cell lymphoma: Relapsed/refractory (Japan)
Peripheral T-cell lymphoma: Newly diagnosed
Mantie cell lymphoma: Relapsed/refractory (US)
Mantie cell lymphoma: Relapsed/refractory (EU)
REVLIMID® (lenalidomide)
ISTODAX® (romidepsin) for injection
Diffuse large B-cell: Maintenance
Diffuse large B-cell: Relapsed/refractory
Follicular lymphoma
Adult T-cell leukemia-lymphoma (Japan)
Btk Inhibitor: CC-292
MYELODYSPLASTIC SYNDROMES (MDS) Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
Deletion 5q (US)
Deletion 5q (EU)
Non-deletion 5q
Lower-riskNucleoside Analogue: CC-486
VIDAZA® (azacitidine for injection)
REVLIMID® (lenalidomide)
ACUTE MYELOID LEUKEMIA (AML) Pre-Clinical Phase I Phase II Phase IIIRegulatory
Filing & Approval
AML (20%-30% blasts) (EU)
AML (>30% blasts) (EU)
Post-induction AML maintenanceNucleoside Analogue: CC-486
REVLIMID®(lenalidomide) & VIDAZA® (azacitidine for injection)
VIDAZA® (azacitidine for injection)
CHRONIC LYMPHOCYTIC LEUKEMIA (CLL) Pre-Clinical Phase I Phase II Phase IIIRegulatory
Filing & Approval
Initial treatment
Maintenance
Btk Inhibitor: CC-292
REVLIMID® (lenalidomide)
MYELOFIBROSIS Pre-Clinical Phase I Phase II Phase IIIRegulatory
Filing & Approval
POMALYST® (pomalidomide)
16 17
Celgene Hematology
TalidomideDopo la drammatica vicenda che ha portato nel 1961 al ritiro dal commercio di questo farmaco, allora utilizzato come sedativo e antiemetico, a causa del manifestarsi di gravissime anomalie congenite per l’assunzione durante la gravidanza, in anni più recenti talidomide ha evidenziato la capacità di inibire l’angiogenesi nei tumori umani e proprietà immunomodulatorie e antinfiammatorie, il meccanismo alla base delle quali non è ancora completamente chiaro.
Nel 1999 sono state pubblicate le prime
evidenze dell’efficacia di talidomide nel
mieloma multiplo in pazienti pesante-
mente pretrattati, refrattari alla chemio-
terapia convenzionale o ad alte dosi.
Lo studio di Singhal ha dimostrato per
la prima volta che talidomide era in gra-
do di indurre una risposta nel 30% dei
pazienti con mieloma multiplo recidivato
e/o refrattario. Da allora l’importanza di
talidomide nel trattamento del mieloma
multiplo in tutte le sue fasi è stata dimo-
strata da numerosi studi. Studi clinici
randomizzati ne hanno infatti evidenziato
il ruolo come prima linea di trattamento
nei pazienti candidati a trapianto autolo-
go di cellule staminali così come nei pa-
zienti anziani non candidabili a trapianto.
Lenalidomide
Lenalidomide ha dimostrato tassi di so-
pravvivenza senza precedenti sia nei
pazienti con mieloma multiplo di nuova
diagnosi sia in quelli con mieloma mul-
tiplo recidivato e/o refrattario. Ulteriori
trial clinici su questo principio attivo
hanno anche introdotto un nuovo, im-
portante paradigma nel trattamento del
mieloma: la terapia continuativa.
Tre studi di Fase III hanno dimostra-
to che il trattamento continuativo con
lenalidomide in pazienti anziani con
mieloma multiplo di nuova diagnosi ha
ridotto il rischio di progressione della
malattia in più della metà dei casi.
Lenalidomide è anche lo standard per
la cura dei pazienti con sindrome mie-
lodisplastica (SMD) che presentano la
delezione isolata del braccio lungo del
cromosoma 5 (del5q).
Nel mondo sono in corso quasi 300 trial
clinici che hanno l’obiettivo di valutare
l’efficacia di lenalidomide nel trattamen-
to di un ampio spettro di neoplasie del
sangue. Lenalidomide è somministrata
per via orale e ciò consente ai pazienti
e ai loro familiari la possibilità di gestire
meglio la malattia, con una minima ri-
caduta sulla loro qualità di vita.
Lenalidomide, strutturalmente derivata dalla talidomide, è un farmaco immunomodulante (IMiD®). Studi preclinici e clinici hanno dimostrato che lenalidomide inibisce la crescita delle cellule del mieloma multiplo, ne accelera l’apoptosi e impedisce che esse aderiscano alle cellule di supporto. Lenalidomide stimola inoltre i linfociti T del sistema immunitario che, a loro volta, attivano le cellule Natural Killer che distruggono quelle tumorali.
Mieloma multiploLeucemia linfatica cronica
Linfomi non Hodgkin
18 19
Celgene Hematology
Mieloma multiplo (MM)
Il mieloma multiplo è una neoplasia
ematologica in cui le plasmacellule,
importanti componenti del sistema
immunitario, si replicano in modo in-
controllato, accumulandosi nel midol-
lo osseo. Anziché produrre normali
anticorpi, le cellule del mieloma ten-
dono a produrre in eccesso un unico
anticorpo, noto come proteina M.
Il mieloma è il secondo tumore del
sangue maggiormente diagnosticato
dopo i linfomi non Hodgkin e colpi-
sce soprattutto gli adulti anziani: l’età
media dei pazienti alla diagnosi è 70
anni. Il tasso di sopravvivenza a cin-
que anni è del 35% circa.
Leucemia linfatica cronica (LLC)
La leucemia linfatica cronica rappre-
senta quasi il 30% di tutti i casi di leu-
cemia dell’adulto ed è un tumore del
sangue caratterizzato da una produ-
zione anomala di linfociti da parte del
midollo osseo.
Generalmente, la progressione della
LLC è più lenta rispetto agli altri tipi
di leucemia. L’età media dei pazienti
con LLC è di 72 anni, e il tasso di so-
pravvivenza a cinque anni è del 74%.
Linfomi non Hodgkin (LNH)
I linfomi non Hodgkin sono neopla-
sie in cui linfociti patologici si accu-
mulano a livello dei linfonodi o di altri
tessuti linfatici. Con il progredire della
malattia, le cellule tumorali possono
propagarsi dai linfonodi ad altre sedi
nell’organismo: midollo osseo, milza,
fegato, sistema nervoso.
Sono stati identificati circa 30 diversi
tipi di LNH, classificati in base a ca-
ratteristiche che includono la morfolo-
gia delle cellule linfoidi. Due tipologie
rappresentano circa la metà di tutti i
casi di LNH:
• il linfoma a grandi cellule B, che è la
forma aggressiva più diffusa e che,
se non trattato o non responsivo alla
terapia, ha un decorso rapidamente
fatale (sopravvivenza di poche set-
timane o pochi mesi);
• il linfoma follicolare, che è la forma
più diffusa di linfoma a basso gra-
do ed è caratterizzato da una pro-
gressione lenta e dall’impossibilità
di essere curato con terapie con-
venzionali.
Un altro sottotipo di LNH è il linfoma
mantellare, una forma patologica rara
e aggressiva. Questo linfoma progre-
disce rapidamente ed è incurabile
nella maggior parte dei casi.
Mieloma multiploLeucemia linfatica cronica
Linfomi non Hodgkin
20 21
Celgene Hematology
Azacitidina è una molecola della classe terapeutica degli agenti demetilanti, impiegati nel trattamento delle sindromi mielodisplastiche (SMD). In alcune patologie, tra cui le sindromi mielodisplastiche, l’aggiunta di un eccesso di gruppi metilici al materiale genetico permette alle cellule tumorali di crescere e proliferare. Incorporata nella struttura del gene, azacitidina impedisce l’introduzione di gruppi metilici in eccesso, consentendo alle cellule di crescere e funzionare normalmente.
Azacitidina è una terapia innovativa
che trova le sue radici nell’epigene-
tica, una scienza che studia la ca-
pacità di attivare o disattivare i geni
senza modificare l’effettiva sequen-
za del DNA.
Al momento, azacitidina è approvata
per il trattamento, per via sottocuta-
nea, di pazienti con sindromi mielo-
displastiche a rischio intermedio 2 e
alto, secondo l’International Progno-
stic Scoring System, con leucemia
mielomonocitica cronica (LMMC)
con il 10-29% di blasti midollari sen-
za disordine mieloproliferativo e con
leucemia acuta mieloide (LAM) con
20-30% di blasti e displasia multili-
neare, secondo la classificazione
dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità (WHO). Sono tuttavia in cor-
so alcuni trial clinici per studiare una
più pratica somministrazione orale
della terapia. Trial di Fase III hanno
anche l’obiettivo di valutare l’impie-
go di azacitidina in pazienti affetti
da leucemia acuta mieloide con una
quota di blasti superiore al 30%.
Sindromi mielodisplastiche (SMD)
Le sindromi mielodisplastiche sono
un gruppo eterogeneo di disordini
primitivi clonali del midollo osseo ca-
ratterizzati da un’alterata maturazio-
ne delle cellule del midollo emopo-
ietico con insufficiente e/o anomala
produzione di globuli rossi, globuli
bianchi e piastrine (emopoiesi inef-
Azacitidinaficace). Interessano tipicamente, ma
non esclusivamente, soggetti anzia-
ni. Le sindromi mielodisplastiche,
se non trattate, sono caratterizzate
da un progressivo aggravarsi dell’e-
mopoiesi inefficace e dei sintomi ad
essa correlati (affaticabilità e dispnea
da sforzo imputabili all’anemia, com-
plicanze infettive secondarie alla
neutropenia, emorragie da piastrino-
penia), e da un rischio di evoluzione
in leucemia acuta mieloide. Pur non
esistendo alterazioni citogenetiche
specifiche delle SMD è tuttavia ben
nota la correlazione tra determina-
ti fenotipi clinici di SMD e specifi-
ci ricorrenti difetti cromosomici. La
presenza esclusiva della delezione
parziale del braccio lungo del cro-
mosoma 5 (5q-) caratterizza un’en-
tità clinico-ematologica denominata
sindrome del5q-. Questa anomalia
cromosomica di più frequente osser-
vazione nella AR e AREB è caratteriz-
zata sul piano clinico da preferenza
per il sesso femminile, anemia ma-
crocitica, ipoplasia eritroide, trombo-
citosi. Il decorso clinico è indolente
con rara evoluzione leucemica.
Leucemia acuta mieloide (LAM)
La leucemia acuta mieloide o LAM
è una neoplasia ematologica che ha
origine nel midollo osseo e si diffon-
de rapidamente nel sangue periferi-
co, propagandosi spesso anche ad
altre parti dell’organismo. Nella LAM
le cellule anomale del midollo osseo
non diventano globuli bianchi maturi.
Se non trattata, la LAM progredisce
rapidamente e può essere fatale nel
giro di pochi mesi. L’età media di un
paziente con LAM è di 67 anni e solo
raramente la malattia è stata diagno-
sticata in persone con meno di 40
anni. La leucemia acuta mieloide è
lievemente più frequente tra gli uomi-
ni rispetto alle donne.
Sindromi mielodisplastiche Leucemia acuta mieloide
22 23
Celgene Hematology
PomalidomidePomalidomide è la molecola più recente della classe degli IMiDs®, di cui fanno parte anche talidomide e lenalidomide. Sviluppato grazie all’impegno del team di ricerca Celgene, questo farmaco di nuova generazione si è dimostrato efficace anche nei pazienti resistenti a lenalidomide ed è attualmente oggetto di valutazione in numerosi studi di fase avanzata per diverse indicazioni ematologiche.
Nell’ambito degli studi clinici, pomali-
domide ha dimostrato una particolare
attività nei pazienti con mieloma reci-
divato e refrattario già trattati in prece-
denza con altre nuove molecole:
“L’aspetto più straordinario del nostro
trial è la risposta riscontrata in pazienti
che erano refrattari ad altri nuovi agen-
ti, tra cui lenalidomide, talidomide e
bortezomib. I pazienti con mieloma
che vanno incontro a progressione
della malattia anche dopo l’assunzio-
ne di diverse molecole nuove dispon-
gono di opzioni di trattamento limitate.
Il tasso di risposta del 40% nei pazien-
ti refrattari a lenalidomide non implica
una cross-resistenza per questa mole-
cola suggerendo un ruolo importante
di questo farmaco nel trattamento dei
pazienti con recidive.”1
Pomalidomide è attualmente approvata negli Stati Uniti con il marchio Pomalyst ed è indicata per l’uso in pazienti con mieloma multiplo già sotto-posti ad almeno due precedenti regimi terapeuti-ci, comprendenti lenalidomide e bortezomib, che hanno manifestato progressione di malattia al completamento dell’ultima terapia o nei 60 giorni successivi.L’approvazione negli Stati Uniti si basa sul tasso di risposta osservato nello studio clinico MM-002.Il beneficio clinico, inteso come miglioramento
della sintomatologia o della sopravvivenza, non è stato valutato in questo studio. Recentemente anche il CHMP ha espresso – all’unanimità – pa-rere favorevole all’uso di pomalidomide in asso-ciazione a desametasone nel trattamento del mie-loma multiplo recidivato e refrattario in pazienti già sottoposti ad almeno due regimi terapeutici, comprendenti sia lenalidomide che bortezomib, che hanno manifestato progressione di malattia durante l’ultima terapia ricevuta, sulla base dei risultati favorevoli di un ampio studio di Fase III.
Linfomi a cellule T
RomidepsinaRomidepsina2 fa parte di una nuova classe di farmaci antitumorali noti come inibitori delle istondeacetilasi (HDAC) che sono stati utilizzati nel trattamento di pazienti con linfomi a cellule T. Come azacitidina, romidepsina fa parte di un gruppo di terapie innovative basate sulla scienza dell’epigenetica. Romidepsina fa parte della classe HDAC nota come tetrapeptidi ciclici. In studi recenti, romidepsina ha dimostrato la sua efficacia ottenendo risposte significative e durevoli in pazienti con linfoma periferico a cellule T (PTCL).
L’epigenetica comporta la capacità
di variare l’espressione genica senza
modificare il DNA e rappresenta una
delle aree più importanti della ricerca
sul cancro. Le istondeacetilasi rimuo-
vono i gruppi acetilici dalle proteine.
Senza un gruppo acetile, il gene che
dovrebbe regolare la crescita cellu-
lare viene silenziato. Tuttavia gli ini-
bitori di HDAC invertono il processo
in modo che il gene possa funzionare
nuovamente e la cellula possa ripren-
dere il suo normale ciclo di vita.
Linfoma cutaneo a cellule T (CTCL)
I linfomi cutanei a cellule T (CTCL)
rappresentano un sottotipo di linfomi
non Hodgkin (LNH), originato da una
mutazione presente sulle cellule T. Le
cellule T neoplastiche sono presenti
sulla pelle, e causano placche, mac-
chie, eritrodermia e/o tumori e posso-
no coinvolgere altri organi, tra cui il
sangue, i linfonodi e i visceri. Secon-
do la Cutaneous Lymphoma Founda-
tion, questa rara malattia orfana è più
frequente tra gli uomini rispetto alle
donne; la malattia è più comune dopo
i 50 anni di età.
Linfoma periferico a cellule T (PTCL)
Il linfoma periferico a cellule T (PTCL)
comprende un gruppo eterogeneo di
neoplasie che originano dalla cellula
T e che rappresentano circa il 10-15%
di tutti i casi di LNH. Il PTCL può pre-
sentarsi sia in giovane età che in età
adulta ed è più frequente negli uomi-
ni rispetto alle donne. È una forma di
linfoma particolarmente aggressiva
con una durata mediana di soprav-
vivenza dalla diagnosi diversa da un
sottotipo all’altro, ma sempre molto
breve.
1. Lacy, et al. Journal of Clinical Oncology, 2009; 27: 5008-5014 2. Farmaco non ancora disponibile in Europa
26
SOLID TUMORS Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
Breast: Metastatic
Breast: Metastatic (first-line)
Non-small cell lung: Advanced (first-line)
Melanoma: Metastatic (first-line)
Pancreatic: Advanced (first-line)
Gastric: Metastatic (Japan)b
Small cell lung cancer: Relapsed/refractoryAMRUBICIN®
Dual TORK Inhibitor: CC-223
Dual TORK/DNA PK Inhibitor: CC-115
Pleitropic Pathway Modulator: CC-122
Nucleoside Analogue: CC-486
ABRAXANE® (paclitaxel protein-bound particles for injectable suspension) (albumin-bound)
Celgene Oncology
Pipeline aggiornata al 31 marzo 2013.Per gli ultimi aggiornamenti visitare il sito www.celgene.com
Migliorare la salute dei pazienti
attraverso audaci progetti di ricerca
Con la crescita di Celgene a livello globale, ha preso forma una visione più ampia delle patologie alle quali siamo convinti di poter apportare un contributo determinante. In particolare, il campo dei tumori solidi è un’estensione naturale dei successi che abbiamo ottenuto in ematologia.
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Celgene Oncology
Nab-Paclitaxel
È un farmaco antitumorale formulato in nanoparticelle che contengono l’agente chemioterapico, paclitaxel, racchiuso in un guscio di albumina che ne facilita il trasporto e l’accesso alla massa neoplastica. Il farmaco viene trasportato alle cellule tumorali in modo selettivo grazie alla nanotecnologia sviluppata su piattaforma nab® (nanoparticelle di paclitaxel legato all’albumina) brevettata da Celgene.
Nell’ambito della linea oncologica,
la nostra principale terapia associa
il taxano, una delle più potenti che-
mioterapie, ad un esclusivo sistema
farmacologico di trasporto e distri-
buzione del principio terapeutico ba-
sato sulla nanotecnologia. Si utilizza
infatti l’albumina come trasportatore
naturale per veicolare il farmaco di-
rettamente nelle cellule tumorali, per-
mettendo così una maggiore effica-
cia e una migliore tollerabilità.
L’albumina è una proteina natura-
le che le cellule tumorali assorbo-
no normalmente in fase di crescita.
Racchiudendo il paclitaxel all’interno
dell’albumina, si opera un “travesti-
mento” del farmaco e si utilizza il
normale meccanismo nutritivo del tu-
more come un mezzo per trasportare
il principio attivo chemioterapico pro-
prio all’interno delle cellule tumorali.
Questa modalità permette anche di
evitare il ricorso alle aggressive so-
stanze chimiche necessarie per in-
fondere il paclitaxel convenzionale,
che è una sostanza non idrosolubile,
nel flusso sanguigno.
Carcinoma mammario metastatico
Il carcinoma mammario è la prima
neoplasia per incidenza nella popo-
lazione femminile, dove ancora oggi
risulta la prima causa di morte per
cancro.
Nonostante i progressi compiuti in
termini di terapia e di prevenzione, ad
oggi circa il 20-30% delle donne va
incontro a recidiva e, ancora, circa il
5-7% delle pazienti arriva alla diagno-
si con malattia già metastatica.
L’eterogeneità biologica e clinica di
questo tumore richiede una flessibili-
tà nella strategia terapeutica. La che-
mioterapia continua a rappresentare
uno dei trattamenti cardine, e Nab-
Paclitaxel si è recentemente aggiun-
to a questo armamentario terapeuti-
co, facendo sì che il prolungamento
della sopravvivenza sia un obiettivo
realistico per la maggior parte delle
pazienti.
I dati degli studi clinici, che hanno
portato a registrazione l’uso di Nab-
Paclitaxel nel carcinoma mammario
metastatico, hanno dimostrato che
le pazienti trattate con il farmaco
mostrano un beneficio significativo
in termini di tassi di risposta e so-
pravvivenza globale (pazienti oltre la
prima linea di trattamento), di tempo
alla progressione in tutte le tipologie
di pazienti (pazienti in prima linea
di terapia ed oltre, anziane, sogget-
ti con malattia viscerale), rispetto al
paclitaxel convenzionale.
Con l’emergere di Celgene Onco-
logy, ci stiamo muovendo verso nuo-
ve aree terapeutiche con concre-
te possibilità di vedere aumentare
enormemente il numero dei pazienti
che siamo in grado di aiutare.
Carcinoma mammario metastaticoTumore del pancreas
Melanoma
30 31
Celgene Oncology
Tumore del pancreas
L’adenocarcinoma pancreatico è la
neoplasia maligna più diffusa della
ghiandola pancreatica. Questo tu-
more è responsabile del 7% dei de-
cessi nella popolazione generale ed
è tra le prime 5 cause di morte per
tumore. È una delle neoplasie a pro-
gnosi più sfavorevole: solo il 5% degli
uomini e il 7% delle donne è ancora
in vita dopo 5 anni, senza che vi sia
stato un miglioramento nelle aspetta-
tive di sopravvivenza negli ultimi 20
anni. Si prevede un netto aumento
dell’incidenza di questo tumore nel
tempo: 12.700 casi nel 2020 e 14.600
nel 2030. In un ampio studio di Fase
III (MPACT Study), Nab-Paclitaxel ha
dato risultati di efficacia molto pro-
mettenti in questa patologia, dimo-
strando benefici significativi in termini
di sopravvivenza.
Melanoma
Il melanoma è un tumore maligno dei
melanociti, le cellule che producono
la melanina, localizzate principalmen-
te nella cute. La patologia è più fre-
quente nelle donne che negli uomini e
questa malattia è particolarmente dif-
fusa tra i soggetti di razza caucasica
che vivono in aree soleggiate.
In Italia, si stimano circa 9.000 nuo-
Carcinoma mammario metastaticoTumore del pancreas
Melanoma
ve diagnosi di melanoma, che rap-
presenta solo il 2-3% del totale dei
tumori; il melanoma risulta tuttavia ai
primi posti in termini di frequenza nei
soggetti di età inferiore ai 50 anni. Ad
oggi l’incidenza della malattia risulta
in aumento (+ 3,8% negli uomini e
+ 1,9% nelle donne); tra gli uomini
anche la mortalità è in significativa
crescita (+ 2,6%).
Recenti dati epidemiologici mostrano
una sopravvivenza relativa a 5 anni
dalla diagnosi dell’81% negli uomini e
dell’88% nelle donne, con un gradiente
alla riduzione che dipende sia dall’età
che dalla collocazione geografica.
In un ampio studio di Fase III (VICTO-
RY Study), Nab-Paclitaxel ha dato ri-
sultati di efficacia molto promettenti in
questa patologia dimostrando benefi-
ci significativi in termini di progressio-
ne libera da malattia.
34
ANTI-INFLAMMATORY Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
Psoriasis
Psoriasis arthritis
Ankylosing spondylitis
Behçet’s disease
Rheumatoid arthritis
Cutaneous lupus erythematosus
Apremilast (CC-10004)
Systemic sclerosisPOMALYST® (pomalidomide)
CC-11050
CC-220
Celgene Inflammation & Immunology
Pipeline aggiornata al 31 marzo 2013.Per gli ultimi aggiornamenti visitare il sito www.celgene.com
35
Risultati d’eccellenza da farmaci di nuova generazione
in grado di migliorare la salute dell’uomo
Celgene I&I è in grado di offrire supporto anche a un considerevole numero di persone affette da patologie che non rientrano nell’area oncologica, come alcune malattie infiammatorie e immunomediate invalidanti (psoriasi, artropatia, morbo di Crohn ed altre ancora).
Grazie all’impegno costante dei ricercatori che lavorano nei la-
boratori Celgene e Celgene Cellular Therapeutics, I&I può conta-
re oggi su una pipeline emergente di molecole innovative tra cui
immunomodulatori orali, inibitori delle chinasi e terapie cellulari
derivate da placenta umana e da cordone ombelicale.
Presenti da tempo nella pipeline aziendale, queste terapie stanno
rapidamente entrando nelle fasi finali dei trial clinici, dimostrando-
si in grado di dare risposte significative a esigenze mediche non
ancora soddisfatte relative a importanti malattie.
36 37
Celgene Inflammation and Immunology
Nei primi studi clinici, apremilast ha
dimostrato risultati incoraggianti nel
trattamento della psoriasi e dell’artrite
psoriasica, sulla base delle valutazio-
ni ACR e PASI, ed è in una posizione
di assoluto vantaggio per soddisfare
la richiesta di una terapia orale sicura
ed efficace per il trattamento di que-
ste patologie.
Inoltre, apremilast è anche studiato
nell’artrite reumatoide, nella spondi-
lite anchilosante e nella sindrome di
Behcet, ed ha dimostrato nelle prin-
cipali indicazioni studiate risultati in-
coraggianti in 6 studi clinici di Fase III
condotti su oltre 3.000 pazienti.
Psoriasi
La psoriasi è una malattia cronica
non contagiosa della pelle, di natura
infiammatoria e autoimmune, la cui
causa è ancora sconosciuta. È carat-
terizzata da una condizione cronica
ricorrente con vari livelli di gravità,
che vanno da piccole chiazze localiz-
zate alla copertura totale del corpo.
La psoriasi a placche è la forma più
diffusa: interessa circa l’80% delle
persone colpite da questa malattia,
senza differenziazione tra uomini e
donne, e si manifesta sotto forma di
chiazze rosse alla base, ricoperte
da scaglie di colore bianco-argento.
Queste chiazze, o placche, si forma-
no con maggiore frequenza su aree
quali gomiti, ginocchia, parte bassa
della schiena e cuoio capelluto. Stu-
di recenti dimostrano una possibile
Apremilast
36
Apremilast, la nostra più importante molecola in sviluppo nella franchise I&I, è un immunomodulatore orale, con effetti su numerosi mediatori pro- e anti-infiammatori. Apremilast è stato scoperto e sviluppato da Celgene sulla base delle prime ricerche condotte sulle terapie immunomodulatrici orali.
PsoriasiArtrite psoriasica
correlazione tra malattia ed etnia; la
psoriasi è infatti più frequente nel-
le popolazioni di razza caucasica e
leggermente meno diffusa negli altri
gruppi etnici. A livello mondiale, è più
diffusa in Scandinavia e altri Paesi del
Nord Europa. Una quota compresa
tra il 10% e il 30% circa dei pazienti
con psoriasi sviluppa anche una con-
dizione chiamata artrite psoriasica.
Artrite psoriasica
L’artrite psoriasica è un tipo di artrite
infiammatoria che colpisce oltre un
milione di persone negli Stati Uniti e
in Europa.
Questa malattia invalidante provoca
dolore, rigidità e gonfiore alle artico-
lazioni e nelle aree circostanti, e può
comportare un grave deterioramento
delle articolazioni.
37
38 39
CELLULAR THERAPIES Pre-Clinical Phase I Phase II Phase III Regulatory
Filing & Approval
PDA-001: Crohn’s disease
PDA-002
UCB + HPDSC®: Transplants
Pipeline aggiornata al 31 marzo 2013.Per gli ultimi aggiornamenti visitare il sito www.celgene.com
Celgene Cellular Therapeutics
Campo di interesse di Celgene Cellular Therapeutics (CCT), la nostra divisione di ricerca sulle terapie cellulari, sono le cellule staminali derivate da placenta umana e da cordone ombelicale. Le terapie a base di cellule staminali rappresentano una nuova e importante opzione nel trattamento di malattie attualmente non curabili.
Celgene Cellular Therapeutics
Le cellule staminali ottenute dal sangue del
cordone ombelicale e dalla placenta, soli-
tamente eliminate come rifiuto ospedaliero,
sono abbondanti, non pongono problemi
di natura etica e sono potenzialmente in
grado di riparare o rigenerare una varietà
di tessuti danneggiati o malati.
Negli ultimi anni, i nostri studi sulle cellule
derivate da placenta hanno portato alla
scoperta di una varietà di attività biologi-
che con potenziale terapeutico. Una delle
principali scoperte dei nostri ricercatori
è relativa a una serie di caratteristiche
specifiche che includono alcuni marker
della superficie delle cellule di importan-
za cruciale per l’immunotolleranza.
Nel 2006, Celgene Cellular Therapeutics
ha ottenuto negli USA il primo brevetto
su proprie metodologie impiegate per il
recupero di diversi tipi di cellule staminali
derivati da placenta umana. Questo bre-
vetto, e i numerosi altri ottenuti da allora,
costituiscono per Celgene un capitale
intellettuale ineguagliabile in un’area di
crescente importanza.
Nel 2008 per la prima volta un paziente,
affetto da leucemia linfoblastica acuta, è
stato trattato con una combinazione di
cellule staminali ottenute dalla placenta e
dal sangue del cordone ombelicale del
fratello. Da allora, il principale farmaco di
CCT, il PDA-001, è entrato negli studi di
Fase II per diverse indicazioni, quali mor-
bo di Crohn, ictus, artrite reumatoide ed
è oggetto di studi di Fase I per la sclerosi
multipla.
Per valorizzare l’enorme potenziale te-
rapeutico delle future donazioni, Life-
bank USA, sussidiaria dell’azienda per la
conservazione delle cellule placentari e
del sangue del cordone ombelicale, ha
rafforzato la propria presenza ed anche
l’attività di conservazione delle cellule, al
fine di poter garantire ai pazienti, in caso
di necessità, il potenziale di terapie a
base di cellule staminali.
42 43
Grazie ai più recenti progressi nella ricerca molecolare e cellulare, Celgene sta sviluppando terapie sempre più mirate verso i meccanismi che danno luogo alle malattie, ottenendo importanti risultati clinici per quei pazienti che, più di altri, soffrono di necessità mediche irrisolte: quelli affetti da malattie rare e invalidanti.
Le malattie rare sono condizioni gravi
e spesso invalidanti che, secondo la
definizione dell’Unione Europea, col-
piscono non più di cinque persone
su 10.000. Nell’Unione Europea sono
state classificate tra 5.000 e 8.000
malattie rare che affliggono circa 29
milioni di persone. Il Regolamento
Europeo n. 141/2000 concernente i
medicinali orfani fornisce un quadro
per lo sviluppo di questi medicinali at-
traverso la creazione di uno speciale
percorso normativo e di incentivi per i
produttori in Europa.
Con 17 designazioni di farmaci orfani
e quattro indicazioni per farmaci orfa-
ni approvate dall’Agenzia Europea del
Farmaco (EMA), Celgene detiene una
posizione di leadership tra le aziende
dedicate allo sviluppo di terapie per
le malattie rare. Attualmente, la pipe-
line Celgene include programmi di
trial clinici per 45 condizioni rare, con
l’azienda che investe il 31% delle sue
entrate annue in iniziative di ricerca
e sviluppo. Nel quadro di tali iniziati-
ve risulta chiaro l’impegno a portare
avanti una ricerca ampia e approfon-
dita nell’area delle malattie rare, che
è poi il motivo per cui è stata fondata
l’azienda.
L’impegno di Celgene per i farmaci orfani
Nello sviluppo di terapie per malattie
rare, Celgene:
• è la seconda azienda per numero di
prodotti designati come farmaci or-
fani nella UE e la terza, sempre nella
UE, a detenere la maggior parte dei
prodotti medicinali orfani;
• vanta 4 prodotti approvati nella UE
per diversi tipi di tumori rari del san-
gue;
• vanta 17 designazioni UE di farmaci
orfani;
• sta portando avanti programmi cli-
nici in aree patologiche quali mielo-
ma multiplo (MM), sindromi mielodi-
splastiche (SMD), leucemia acuta
mieloide (LAM), linfomi e leucemia
linfatica cronica (LLC).
Malattie rare per le quali è in studio
un farmaco orfano Celgene
• Carcinoma polmonare a piccole
cellule
• Fibrosi polmonare idiopatica
• Leucemia linfatica cronica
• Leucemia acuta mieloide
• Linfoma cutaneo a cellule T
• Linfoma diffuso a grandi cellule B
• Linfoma mantellare
• Linfoma periferico a cellule T (no-
dale, extranodale e leucemico/dis-
seminato)
• Mielofibrosi post-policitemia vera
• Mielofibrosi post-trombocitemia
essenziale
• Mielofibrosi primaria
• Mieloma multiplo
• Sclerosi sistemica
• Sindromi mielodisplastiche
La consapevolezza di essere vicini
alla scoperta di trattamenti innova-
tivi ci spinge a dedicare tutto il no-
stro tempo, i nostri sforzi e le nostre
risorse alla ricerca, per poter garan-
tire che i pazienti abbiano accesso
ad ogni progresso scientifico.
Malattie rare per le quali è in studio un farmaco orfano Celgene
46 47
La ricerca Celgene
I nuovi candidati Celgene è in prima linea nello sviluppo e nella ricerca di terapie innovative che contribuiscono a migliorare le prospettive future dei pazienti con malattie oncologiche ed ematologiche in tutto il mondo.L’innovazione è la chiave per prolungare e migliorare la qualità della vita, contenere i costi della sanità, incrementare la produttività e favorire la crescita economica.
HEMATOLOGY/ONCOLOGY
INFLAMMATION
Discovery Lead Op Preclinical Phase I
CC-223 (TORki)
CC-486 (oral aza)
CC-115 /(DNAPKi/TORki)
CC-122 (PPM)
EZ 5676 (DOT1L)
AG-221 (IDH-2)
CC-292 (BTKi)
ERK
Ca ImmunoRx Ab
Triple Negative BC “608”
Early Targets
PDA-001
CC-220 (IMiD)
PDA-002
CC-9001 (JNK-1)
ARRY (TYK2)
Kinase Tgt 6
Kinase Tgt 5
Early Targets
DC IND
Agios IDH-1
Celgene continua a investire significa-
tivamente nella ricerca di farmaci inno-
vativi sia con le proprie risorse interne
sia mettendo in atto importanti col-
laborazioni scientifiche con aziende
biotech, proprietarie di molecole molto
promettenti, e gruppi accademici.
Oltre che nella ricerca sui farmaci in-
novativi candidati alla nostra pipeline,
Celgene collabora a diversi progetti
di ricerca scientifica di grande rile-
vanza su nuovi meccanismi d’azione,
che potrebbero rivelarsi fondamentali
per capire e trattare le malattie.
CC-486
CC-486 è la formulazione orale di
azacitidina, un farmaco attualmente
approvato dalla Commissione Euro-
pea per il trattamento di pazienti adul-
ti non eleggibili al trapianto di cellule
staminali ematopoietiche con SMD a
rischio intermedio-2 (Int-2) e alto se-
condo l’International Prognostic Sco-
ring System (IPSS), LMMC con 10% al
29% di blasti midollari senza disordini
mieloproliferativi, e LAM con 20% e
30% di blasti e displasia multilineare,
secondo la classificazione WHO.
Azacitidina è un analogo nucleotidi-
co della citidina, una componente di
base della catena del DNA, la mole-
cola biologica sede dell’informazione
I nuovi candidati
La ricerca Celgene: collaborazioni scientifiche esterne
Platform Platform Celgene AdvantageCelgene Advantage External CollaboratorsExternal Collaborators
Epigenetics/
Protein Homeostasis
CC-486, New Targets (HMTs), C ith M t b li
Novel IMiDs® / CRBN & Other Ubiquitin Ligase Targets
Cancer Metabolism
Rational Combinations
Convergence with Metabolic Targets
Epigenetic Priming & Pathway Convergent MechanismsTORKi + Aza + Rev +
Cancer Stem Cells/ Resistance
TORKi +, Aza +, Rev +
Emerging Technologies with Unique Validation / Testing
Capabilities from Tumor Tissue
Next Generation Biologics
I h
Payload Delivery, Next Gen Enhanced Activities;
Nanoparticles
Complementary Approaches to Immunotherapy Breaking Tumor Tolerance,
IMiD® Enhanced Activity
Pipeline aggiornata al 31 marzo 2013.
48 49
La ricerca Celgene
genetica. Azacitidina presenta una
notevole attività anti-leucemica sia
in vitro che in vivo e la capacità di in-
durre differenziazione in linee cellulari
ematopoietiche e non-ematopoietiche.
Gli effetti citotossici dell’azacitidina
possono derivare da meccanismi dif-
ferenti, inclusa l’inibizione della sinte-
si di DNA, RNA e proteine.
Invece, la capacità di azacitidina di
indurre la differenziazione cellulare
può essere attribuita alla sua attività
come agente ipometilante.
Il grado di metilazione dei residui di
citosina nel DNA ha dimostrato di
giocare un ruolo importante nell’e-
spressione genica. L’ipermetilazio-
ne di geni cruciali per garantire la
proliferazione e la differenziazione
cellulare si trova frequentemente in
neoplasie primarie e linee cellulari tu-
morali. Pertanto, l’uso di un inibitore
della metilazione del DNA come l’aza-
citidina, rappresenta un approccio ra-
zionale per ripristinare queste aberra-
zioni epigenetiche nel clone maligno
e per ristabilire i segnali antiproliferati-
vi che l’ipermetilazione ha spento.
Una formulazione orale di azacitidi-
na fornisce l’opportunità di sommi-
nistrare il farmaco a dosi sistemiche
inferiori rispetto alla terapia parente-
rale e mediante una esposizione più
prolungata. Inoltre, una formulazione
orale che può essere assunta in am-
bito domiciliare piuttosto che in quello
ospedaliero rappresenta il vantaggio
di accedere ad una terapia più age-
vole, che evita le reazioni nel sito di
iniezione, contiene i costi di utilizzo
delle risorse e i disagi connessi con
le frequenti visite ospedaliere.
Attualmente sono in corso anche in
Italia due studi randomizzati di Fase
III che prevedono l’utilizzo di CC-486
a confronto con terapia di supporto.
Lo studio MDS-003 andrà a valutare
l’efficacia e la tollerabilità del farmaco
in pazienti anemici trasfusione-dipen-
denti e con trombocitopenia affetti da
SMD a basso rischio secondo IPSS;
lo studio AML-001 andrà a verificare
l’efficacia e la tollerabilità del farmaco
come terapia di mantenimento in sog-
getti con LAM in remissione comple-
ta. CC-486 è in valutazione anche nei
tumori solidi.
CC-223
Nell’ambito dei farmaci innovativi, per
i tumori solidi è in corso di valutazione
la molecola CC-223, un inibitore duale
della TOR chinasi. L’mTOR (Mechani-
stic Target of Rapamycin), un target
sempre più importante per la ricerca
oncologica, è una proteina-chinasi che
regola la crescita, la proliferazione, la
motilità, la sopravvivenza cellulare, la
sintesi delle proteine e la trascrizione.
L’importanza del pathway della TOR
chinasi è ben nota. L’80% dei tumori
presentano una disregolazione di que-
sto pathway. L’uso della Rapamicina e
dei suoi analoghi ne hanno chiarito il
ruolo chiave. Tuttavia, la Rapamicina
e i suoi analoghi inibiscono solo una
parte del pathway, TORC1, che è il
motivo per il quale nel tempo si deter-
mina resistenza a questi composti.
CC-223 inibisce TORC1 e TORC2 e
quindi ha uno spettro di attività molto
più ampio.
CC-115
Quando viene somministrato CC-223
ai pazienti, si osserva un incremen-
to dei meccanismi di riparazione del
DNA. CC-115 è in grado di inibire
TORC1, TORC2 e un enzima di ripa-
razione del DNA che si chiama DNA-
PK (protein chinasi).
CC-115 ha quindi proprietà moltepli-
ci aggiungendo alla modulazione del
pathway della TOR chinasi quella dei
meccanismi di riparazione del DNA.
CC-292
Farmaci mirati che sopprimono il se-
gnale del recettore delle cellule B
(BCR) sono risultati molto prometten-
ti nel trattamento dei tumori maligni
delle cellule B. L’attività del BCR è
essenziale nello sviluppo normale e
nella funzionalità delle cellule B, ma
alcune patologie sono state invece
associate ad una alterazione della via
di trasduzione del segnale di BCR.
CC-292 ha come bersaglio la Bruton’s
Tyrosine Kinase (BTK) che è una pro-
teina molto importante presente nelle
cellule B. BTK gioca un ruolo fonda-
mentale nello sviluppo delle cellule B
e si trova in un punto cruciale del si-
gnaling di BCR.
I nuovi candidati
50 51
La ricerca Celgene
CC-292 è un inibitore altamente selet-
tivo che si lega in modo covalente alla
BTK inibendone l’attività ed impeden-
do così la proliferazione delle cellule B
tumorali.
CC-292 sta dimostrando una notevo-
le attività in studi clinici di Fase I che
coinvolgono pazienti affetti da leuce-
mia linfocitica cronica.
Sono in corso studi che prevedono
l’associazione di CC-292 con altri far-
maci tra cui lenalidomide.
ACE-011
ACE-011 appartiene a una nuova
classe di farmaci per il trattamento
dell’anemia ed è una proteina di fu-
sione che ha come bersaglio mole-
cole della superfamiglia di TGF-β.
ACE-011 è una molecola costituita
dal dominio extracellulare del recet-
tore dell’activina di tipo IIA (ActRIIA)
legato alla porzione Fc dell’immuno-
globulina umana IgG1.
L’activina attraverso il legame con
ActRIIA sopprime l’attività delle cellule
responsabili della formazione dell’os-
so (osteoblasti) mentre va a stimola-
re le cellule preposte alla distruzione
dell’osso (osteoclasti). Bloccando il
segnale attraverso ActRIIA, ACE-011
aumenta significativamente la densità
minerale ossea e aumenta la formazio-
ne di tessuto osseo migliorandone l’ar-
chitettura e la resistenza meccanica.
Inoltre, in studi preclinici, la sommini-
strazione di ACE-011 è stata associa-
ta ad un aumento dell’eritropoiesi e
della conta dei globuli rossi.
Attualmente sono in corso studi clinici di
Fase II che prevedono l’utilizzo del far-
maco in patologie come la beta-talas-
semia e l’anemia di Diamond Blackfan.
Dominioextracellulare di ActRIIa
Dominio Fcdi anticorpoumano IgG1
Dominioextracellulare modi�cato di ActRIIB
Dominio Fcdi anticorpoumano IgG1
ACE-536
Appartiene a una nuova classe di far-
maci per il trattamento dell’anemia.
È una proteina di fusione modifi-
cata del recettore dell’activina IIB
(ActRIIB) che inibisce l’attività del-
le molecole della superfamiglia del
TGF-β, della via di trasduzione del
segnale di Smad2/3 stimolando l’eri-
tropoiesi.
Promuove la differenziazione dei pro-
genitori eritroidi ed aumenta l’effica-
cia dell’EPO.
Attualmente sono in corso studi clinici
di Fase II che prevedono l’utilizzo del
farmaco in patologie come la beta-
talassemia e le SMD a rischio basso
o Int-1 secondo IPSS.
CC-122
È attualmente in fase di valutazione
per studiare l’aspetto della resisten-
za ai composti IMiDs® quali lenali-
domide, talidomide o pomalidomide.
CC-122 può diventare un’importante
alternativa terapeutica nel trattamento
delle neoplasie ematologiche ed on-
cologiche. CC-122 è stato scelto per
essere sviluppato essendo 10 volte
più potente di lenalidomide e pomali-
domide nel suo effetto immunomodu-
latorio e antiproliferativo e 100 volte
superiore nella sua attività antiangio-
genetica.
Attualmente è in Fase I/II di sperimen-
tazione clinica con dati molto pro–
mettenti.
I nuovi candidati
52
I NoSTRI vALoRI CoNDIvISI
1. I pazienti, prima di tutto2. Sicurezza e ambiente
3. Celgene Global Health
Tutte le persone che lavorano in Cel-
gene sono impegnate a prolungare e
migliorare la vita dei pazienti e la sa-
lute di ogni persona, nell’interesse del
benessere globale e del progresso.
Per noi i pazienti vengono sempre al pri-
mo posto: questo significa in primo luo-
go assicurare che in tutto il mondo i pa-
zienti possano accedere in modo sicuro
e controllato a terapie in grado di spo-
stare in avanti la frontiera della vita e, in
secondo luogo, migliorare l’assistenza
attraverso l’educazione, l’innovazione e
la ricerca scientifica d’avanguardia.
Rispettiamo l’ambiente e ogni giorno
svolgiamo la nostra attività basandoci
su integrità, etica, trasparenza nelle
decisioni. I nostri comportamenti ri-
specchiano i nostri valori.
Le nostre iniziative di responsabilità,
fondate su assistenza e supporto ai
pazienti, sicurezza, governance, salu-
te globale e ambiente, ci distinguono
e sono la base sulla quale continuere-
mo a dare il meglio ai nostri pazienti,
ai nostri partner, ai nostri collaboratori.
La responsabilità sociale di Celgene
53
54 55
La responsabilità sociale di Celgene
I pazienti, prima di tuttoCelgene tiene fede alla promessa di permettere a tutti i pazienti di accedere senza ostacoli a ogni significativo progresso nel campo della prevenzione, della diagnosi e del trattamento dei tumori e di altre malattie gravi. Di conseguenza, lavoriamo per assicurare l’accesso ai benefici offerti dalle nostre terapie innovative.
Lavoriamo fianco a fianco con le Associazioni dei Pazienti non solo supportando
eventi di sensibilizzazione e solidarietà, ma soprattutto ascoltando le loro esigenze
per rispondere in modo concreto alle loro richieste. Lo facciamo secondo criteri di
assoluta trasparenza e salvaguardando la loro indipendenza e autonomia.
In ogni Paese dove siamo presenti, collaboriamo con i migliori gruppi di ricerca,
attraverso studi clinici e programmi di accesso ai farmaci, al fine di rendere dispo-
nibili le nostre terapie nei tempi più rapidi e con le modalità più efficienti.
Nel 2011, sono stati più di 50.000 i pazienti che hanno potuto beneficiare delle no-
stre terapie innovative grazie a oltre 400 trial clinici condotti in tutto il mondo.
In ogni realtà, la collaborazione con esperti locali offre le indicazioni che ci permet-
tono di utilizzare i nostri farmaci con la massima sicurezza ed efficacia possibile.
56 57
La responsabilità sociale di Celgene
Sicurezza e ambientePer garantire la sicurezza, Celgene ha promosso programmi di farmacovigilanza molto rigorosi attraverso i quali i pazienti sono strettamente monitorati durante tutto il trattamento farmacologico. Per ognuno di questi programmi è stato predisposto materiale educativo rivolto agli operatori sanitari, per garantire un uso corretto e sicuro dei nostri farmaci, un’attenzione professionale continua alle esigenze del paziente e l’estrema cura nella sorveglianza dell’uso dei nostri prodotti.
Celgene a livello globale è inoltre impegnata a svolgere le proprie attività in modo
sano, sicuro e rispettoso dell’ambiente. Lavoriamo per minimizzare l’impatto am-
bientale delle nostre prestazioni professionali, promuovendo prassi aziendali so-
stenibili e responsabili e integrando iniziative ecologiche nelle nostre attività glo-
bali di tutti i giorni.
Nell’ambito di questo impegno, il Celgene Climate Change Team stabilisce obiet-
tivi di sostenibilità e di contrasto al cambiamento climatico, oltre a implementare
programmi per migliorare costantemente il lavoro aziendale e incrementare la
sostenibilità degli impianti e la consapevolezza del personale per quanto riguarda
i temi della sostenibilità, sia sul lavoro sia nell’ambito del privato.
Celgene Global Health Celgene Global Health collabora con i suoi partner in tutto il mondo per trovare risposta alle sfide dell’assistenza sanitaria nei Paesi in via di sviluppo.
La divisione è stata fondata nel 2009 con lo scopo di dare vita a partnership col-
laborative per lo sviluppo di soluzioni in grado di aiutarci a realizzare la nostra
promessa ai pazienti.
Le attività di Celgene Global Health si focalizzano sullo studio di nuove modalità
per sfruttare il nostro ricco e diversificato patrimonio di composti chimici per tro-
vare le soluzioni di cura delle malattie dei Paesi in via di sviluppo (Diseases of the
Developing World).
Oltre a quest’attività di primaria importanza, il rafforzamento di partnership con
esperti medici e sistemi sanitari locali dei Paesi in via di sviluppo consente di
identificare le best practices per ampliare l’accesso a farmaci sicuri ed efficaci.