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web magazine Ambiente – Bio Ruralità – GeoTurismo Geoparchi online heartonearthnews.wordpress.com - twitter@HeartonEarth – facebook / Geoparchi Online SPECIAL COLLECTION #PianetaSardegna Viaggio nel Geoparco più bello del mondo LA MINIERA D'ORO DEL FUTURO >ALESSANDRO BALDASSERINI> Quello che leggerete di seguito è un (anzi: il) viaggio nel “Geoparco più bello del mondo”, il primo ad essere riconosciuto dall’Unesco nel lontano 1998 prima ancora che nascesse il Global Geoparks Network. E' il resoconto dei cinque giorni – da martedì 18 a sabato 22 ottobre, in occasione della “Settimana del Pianeta Terra” – trascorsi in Sardegna: forse il reportage più completo ed approfondito dedicato ad una terra e ad una realtà straordinarie ma purtroppo spesso misconosciute e che abbiamo deciso di raccontare alla sempre più vasta platea dei nostri lettori. Perchè Geoparchi Online ha scelto proprio la Sardegna? Semplice: perchè, come potrete constatare ed apprezzare attraverso il mirabile fotoreportage della nostra valente Concetta Venuto, questo è davvero il Geoparco Unesco più bello ed affascinante del mondo. Un Geoparco che dalle ceneri di un’area mineraria dismessa vuol far sorgere una vera e propria “miniera d’oro” culturale, turistica e quindi economica. A Geoparchi Online il compito di divulgare un messaggio di speranza: proprio per avviare il cammino verso un nuovo ed appassionante viaggio. Nel frattempo, Auguri di Buone Feste! UN VIAGGIO METAFISICO >SACHA PAGANINI> Un viaggio in Sardegna è un'avventura metafisica, un'escursione ai confini della realtà, oltre le “Colonne d'Ercole” della relatività. Qui tutto è “assoluto”, la Storia e la Natura. Un viaggio in Sardegna non è mai banale, acuisce i sensi, esalta la vista e l'olfatto, il tatto e l'udito, per non parlare poi del gusto, coccolato dai sapori di un'antica tradizione che ti sorprende ogni giorno. Dalla Sardegna si torna cambiati, più “consapevoli” delle proprie certezze (ed anche delle proprie carenze...) e comunque più propensi a non accettare più le “mezze misure”. La Sardegna ha una sua “etica” che ti proponi, una volta tornato nel proprio “mondo”, a rispettare e a far rispettare. Perchè l'anima di questa Isola ti avvolge, ti ammalia e te la porti dietro con te. Non si parte mai dalla Sardegna senza provare l'intima convinzione di ritornarci: chi lo fa è solo perché è un “fuggiasco” dalla vita. Una volta via, lontano dai suoi orizzonti, il mal de Sardaigne ti attanaglia e non ti lascia: e sai che sarebbe inutile, oltre che stupido, opporsi. E allora, non c'è niente di meglio che lasciarsi andare, farsi rapire e cullarsi in tale vertiginosa Bellezza. Perchè è questo che la Sardegna vuole: donarti Bellezza per essere ricambiata. E rispettata.

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Geoparchi

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SPECIAL COLLECTION#PianetaSardegnaViaggio nel Geoparco più bello del mondoLA MINIERA D'ORO

DEL FUTURO >ALESSANDRO BALDASSERINI> Quello cheleggerete di seguitoè un (anzi: il) viaggio nel “Geoparco più bello del mondo”, il primo ad essere riconosciuto dall’Unesco nel lontano 1998 prima ancora che nascesse il Global Geoparks Network. E' il resoconto dei cinque giorni – da martedì 18 a sabato 22 ottobre, in occasione della “Settimana del Pianeta Terra” – trascorsi in Sardegna: forse il reportage più completo ed approfondito dedicato ad una terra e ad una realtà straordinarie ma purtroppo spesso misconosciute e che abbiamo deciso di raccontare alla sempre più vasta platea dei nostri lettori. Perchè Geoparchi Online ha scelto proprio la Sardegna? Semplice: perchè, come potrete constatare ed apprezzare attraverso il mirabile fotoreportage della nostra valente Concetta Venuto, questo è davvero il Geoparco Unesco più bello ed affascinante del mondo. Un Geoparco che dalle ceneri di un’area mineraria dismessa vuol far sorgere una vera e propria “miniera d’oro” culturale, turistica e quindi economica. A Geoparchi Online il compito di divulgare un messaggio di speranza: proprio per avviare il cammino verso un nuovo ed appassionanteviaggio. Nel frattempo, Auguri di Buone Feste!

UN VIAGGIOMETAFISICO

>SACHA PAGANINI> Un viaggio in Sardegna è un'avventura metafisica,

un'escursione ai confini della realtà, oltre le “Colonned'Ercole” della relatività. Qui tutto è “assoluto”, la

Storia e la Natura. Un viaggio in Sardegna non è maibanale, acuisce i sensi, esalta la vista e l'olfatto, il tattoe l'udito, per non parlare poi del gusto, coccolato daisapori di un'antica tradizione che ti sorprende ogni

giorno. Dalla Sardegna si torna cambiati, più“consapevoli” delle proprie certezze (ed anche delleproprie carenze...) e comunque più propensi a non

accettare più le “mezze misure”. La Sardegna ha unasua “etica” che ti proponi, una volta tornato nel

proprio “mondo”, a rispettare e a far rispettare. Perchèl'anima di questa Isola ti avvolge, ti ammalia e te laporti dietro con te. Non si parte mai dalla Sardegna

senza provare l'intima convinzione di ritornarci: chi lofa è solo perché è un “fuggiasco” dalla vita. Una voltavia, lontano dai suoi orizzonti, il mal de Sardaigne ti

attanaglia e non ti lascia: e sai che sarebbe inutile,oltre che stupido, opporsi. E allora, non c'è niente dimeglio che lasciarsi andare, farsi rapire e cullarsi in

tale vertiginosa Bellezza. Perchè è questo che laSardegna vuole: donarti Bellezza per essere

ricambiata. E rispettata.

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Geoparchionline 2 > SPECIAL COLLECTION

#PIANETASARDEGNAIL REPORTAGE

>Dai nostri inviati speciali ALESSANDRO BALDASSERINI e CONCETTA VENUTO <

1° PUNTATA: GENNALUAS

PRIMA TAPPA DEL“VIAGGIO NEL

GEOPARCO PIU’ BELLODEL MONDO”: IL MUSEO

DELLA CIVILTA’MINERARIA SORTO IN

UNA… DISCARICAGENNA LUAS – Lo sapevate che, circa

300 milioni di anni fa (periodoCarbonifero) la Sardegna si trovava

all’altezza dell’Equatore? Ed è probabileche alcuni dirigenti della Tirrenia

Navigazione pensino sia ancora laggiù,viste le peripezie vissute per sbarcare

sull’Isola: più che una tappa ditrasferimento, da Civitavecchia a

Cagliari, una vera e propriacircumnavigazione (13 ore!), roba da –

appunto – spedizione esotica…

“DAL LETAME NASCONO IFIORI”

(Fabrizio De Andrè)

Quando arrivo a Genna Luas, primotragitto di questo viaggio nel

“Geoparco più bello del mondo”, ilpensiero corre subito a Fabrizio DeAndrè che – non a caso – da questa

terra fu rapito (in senso metaforico e

non…) ed ammaliato. Eh sì, avevaproprio ragione Faber: dai diamanti nonnasce nulla, dal letame nascono i fiori.Eccoci dunque al Museo della CiviltàMineraria – gestito dall’Associazione

per il Parco Geominerario -, piccolo maimmenso gioiello culturale che contienei geosegreti della Sardegna. Una vera epropria “macchina del tempo” che tiproietta nella notte dei tempi e allaportata di tutti, dal colto all’inclita,

dallo studente di geologia al “turistaper caso”. Un (raro) esempio di come si

possa coniugare cultura eturismo, accademia e divulgazione. Ma,

al tempo stesso, il paradigmadell’attuale situazione in cui versa il

Geoparco Unesco: uno splendido fiorespuntato dal letame. O, in questo caso,

un Museo sorto in una discaricamineraria…

INIZIA IL VIAGGIO

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La miniera di Genna Luas (ferro e zinco)fu una delle ultime ad essere aperta –

nei primi anni ’70 – e prontamenterichiusa, per essere riconvertita dall’ENI

a discarica. Non ha quindi vissutol’epopea secolare delle miniere sarde e

non ha pertanto il fascino di PortoFlavia, Nebida o Flumini Maggiore. Maha il vantaggio di trovarsi in un puntostrategico che collega l’interno allacosta. Una sorta di passante da cui

partire per ripercorrere a ritroso i binaridella storia. Il Museo, come dicevo,

sorge attiguo alla discaricasovrastante: vi si accede attraverso un

percorso che prevede – tra l’altro –un’area attrezzata per un piacevole

picnic e si snoda nel verde.

Al momento si possono fare solo visitesu prenotazione (per info rivolgersi a

APGS – Associazione per il ParcoGeominerario Sardegna, potete anche

consultare l’omonima pagina Facebook)e vi sono ancora da chiarire le annose

questioni burocratiche circa lacompetenza riguardo gli accessi traIGEA e Geoparco che ne zavorrano il

decollo. Ma, una volta riusciti adentrare, vi troverete immersi in

un’atmosfera a dir poco magica. Incompagnia del prof. Alberto Marini

– deus ex machina del progetto, nonchè

autorevole collaboratore di GeoparchiOnline – mi addentro

nella navicella spazio-temporale del“sapere”. Il Museo, al cui fianco

sormonta il castello minerario di PozzoMorra,

ospita un’attrezzata sala-convegni dovesi svolgono conferenze, seminari e

laboratori didattici, meta di scolareschee gruppi di escursionisti. Le pareti sono

corredate da pannelli informativi difacile

comprensione

e ospitaun’interessante collezione di mineralida cui attingere il percorso delle varie

ere geologiche. Vi è anche unasignificativa documentazione, arricchitada antiche e preziose carte minerarie,

in parte ancora da inventariare ecatalogare: e l’idea, in effetti, è quelladi giungere alla creazione di un vero e

proprio Archivio storico in cuiconcentrare tutto il carteggio e le

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mappe concernenti il Geoparcominerario (un po’, tanto per capirci,

come quello realizzato a Niccioleta perquello delle Colline Metallifere). Ma perfarlo servono fondi. E qui cominciano le

dolenti noti… Perchè le (tristemente)note vicende del Parco frenano e

mettono a repentaglio lo sviluppo e lavalorizzazione del Museo, che rischia di

trasformarsi in una “Cattedrale neldeserto”. Tanto che ad oggi, sospira

Marini, “il Parco non ha ancoraprovveduto a liquidare la seconda

tranche del finanziamento a suo tempodeliberato, il che ci costringe a limitarel’attività e a non completare il Museonelle sue parti mancanti. Il che è unvero peccato, considerando le molte

richieste che ci giungono per visitarlo.Ma un Museo aperto a singhiozzo rischiadi finire nel dimenticatoio. E non si puòsopperire a tutto con la sola opera di

volontariato…”.

IL GIACIMENTO DELLAMEMORIA

Eccoci, dunque, al brusco ritorno allarealtà… Ma Marini non è certo il tipo

che demorde: “Il Geoparco è un vero eproprio giacimento culturale che può

trasformarsi in una miniera… d’oro per

l’economia della zona, con lo sviluppodel geoturismo come accade nel restod’Europa. Vi sono disseminate, lungo ilterritorio, molte realtà da valorizzare evi è il patrimonio delle Associazioni da

utilizzare. Ma serve unaprogrammazione di largo respiro, una

visione unitaria nel rispetto dellemolteplicità. Per questo è importante

che, messa fine alla gestionecommissariale, il Geoparco si doti

finalmente di un Comitato di Gestioneche progetti un piano di rilancio ecostituisca una rete che colleghi e

coordini le varie esperienze. Io ci credo,tutti noi dobbiamo crederci, acominciare dalle istituzioni: è

un’occasione che non vaassolutamente persa. Sarà un camminolungo, faticoso, ma sono convinto chearriveremo alla meta”. E allora, non

resta che mettersi inviaggio…

(1 – Continua)NELLA PROSSIMA PUNTATA:

ROSAS, UN DIADEMA DI EMOZIONI

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Geoparchionline 3 > SPECIAL COLLECTION

ROSAS: LO SCRIGNODELLA MEMORIA

2° PUNTATANARCAO – A Rosas mantengono sempre le

promesse: se volete essere ben accolti,coccolati, coinvolti, è qui che dovete venireper un’escursione, una gita “fuori porta” o

anche un romantico week-end avvolti nellaquiete e nel relax più assoluto, lontani dal

trillo dei telefonini (che infatti in camera non“prendono”). Rosas è il dolce e riuscitoconnubio tra sogno e realtà, fiaba edavventura: è lo scrigno in cui vengono

custoditi i saperi e i “sapori” del Geoparco piùbello del mondo ma è, al tempo stesso, il

“gioiello” che il Parco indossa nelle occasionidi gala quando vuol fare bella figura. Rosas

ne è il “biglietto da visita”, larappresentazione di ciò che il Geoparco

minerario vuol e può essere e che solo inparte (al momento) è. E’ l’esempio di ciò chesi può realizzare in questa terra, se solo sicrede e si ha la passione in ciò che si fa. E,soprattutto, si ha la competenza per farlo.

IL FUTURO POSSIBILEQuando arrivo al Villaggio minerario di Rosas

(frazione di Narcao, tutte le infosu:http://www.ecomuseominiererosas.it)– seconda tappa del nostro reportage – circa200 bambini delle scuole elementari in visita

per la “Settimana del Pianeta Terra”scorribandano su e giù per l’ampio piazzale e

prendono d’assalto il trenino che li porteràlungo il percorso nel verde fino all’ingressodella Galleria Santa Barbara dove hanno

luogo le escursioni guidate.

Un fitto reticolo di cunicoli sotterranei dove,per oltre un secolo e mezzo, generazioni diminatori si inoltrarono immersi nell’oscuritàper garantire un futuro al sole per i propri

discendenti. Che oggi, sorridenti ed eccitatiper questa – per loro inusuale – avventura, sicalcano l’elmetto in testa e si avviano festantied incuriositi nelle viscere della terra a cacciadi fantastici tesori nascosti. Ed è qui che, con

il lavoro sapiente delle guide – a voltecoadiuvate da ex minatori – si coniuga il

passato con il futuro “possibile”, si tramandae si rigenera la storia che, diramandosi da

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quei cunicoli, ha creato una nuovaopportunità di sviluppo e lavoro. Questa èRosas, e questa è – in principal modo – lascommessa vinta da Gianfranco Tunis, chedel Villaggio e dell’EcoMuseo ne è l’ideatore

e realizzatore.

Ex senatore, ex consigliere regionale ma,soprattutto, “storico” Sindaco di Narcao (ha

terminato il suo secondo mandato nelmaggio 2016, dopo averlo guidato a lungo acavallo tra gli anni ’70-80), Tunis è l’esempiodi quando la “Politica” (sì, quella con la “P”

maiuscola) si pone al servizio del “benecomune” e realizza progetti quando si ha

intenzione, convinzione e capacità direalizzarli.

RITORNO A “CASA”Non a caso, quando nel 2013 si svolse inSardegna il 5° Workshop dei Geoparchi

italiani, il Parco Geominerario scelse Rosascome sede. Fu in quell’occasione che scopriiquesta mirabile ed efficiente struttura. Ed è

qui che, ogni volta, mi sento di ritorno “acasa”: l’appartamento – ricavato dalle case

del villaggio minerario e mantenuto earredato secondo lo stile dell’epoca – con gliinterruttori a manopole e le romantiche lucisoffuse; il ruscello con il ponticello e l’area

picnic con il barbecue, dove fare grigliate dafavola all’aperto; e poi la vezzosa veranda

del bar

dove degustare il “mitico” Spritzdell’altrettanto mitico barman Luciano (che i

lettori di Geoparchi Online ormai benconoscono): tutto ciò rende “fatato” questo

luogo. Ma non ti sentiresti pienamente a tuoagio senza la cordialità e l’efficienza di AnnaRita, Annalisa, Pierluigi, Ivana, Lorella, Paolo

e tutto il resto dell’allegra ed appassionata“banda” che gestisce l’EcoMuseo. Qui anche

il turista di passaggio non è “cliente” magradito ospite, circonfuso di piccole e

gradevoli attenzioni. Sedersi al ristorantesignifica non solo ritrovare e ripercorrere gliantichi “sapori” di una cucina tradizionalevariegata e succulenta (vi raccomando glignocchetti alla campidanese e la favolosa

capra in umido) ma soprattutto accomodarsia tavola tra amici: e non di rado,

specialmente la sera dopocena, trascorri iltempo ad ascoltare le mirabolanti storie degli

ex minatori tra un via vai di “Mirto” e filu ‘eferru che guai a rifiutare… E quando, mesifa, il Corriere della Sera confuse il Villaggio

con il fatiscente “Albergo Rosas” (nonlontano da qui), teatro di una clamorosa

protesta da parte di un gruppo di migranti ivialloggiati, c’era da farsi venire il sangue agliocchi per tale abbaglio e per tale scempio

della (dis)informazione e GeoparchiOnline non esitò a difenderne il buon nome

e la meritata reputazione (vedihttps://heartonearthnews.wordpress.com/2015/10/14/elzeviro-rosas-quando-il-corriere-della-sera-confonde-cazzi-con-ramolazzi/). Ma questo appartiene, comedetto, al lato “romantico”: c’è poi l’aspetto

“didattico” che fa di questa struttura unautentico gioiello del turismo geoculturale.

Delle camere in stile d’epoca ho già parlato.Il Museo minerario e mineralogico (da pocoristrutturato grazie ai fondi del Geoparco),

con la Laveria interattiva e la sezione“antropologica”, è una chicca per studiosi eturisti, appassionati e neofiti. La visita nellaGalleria Santa Barbara un’esperienza unica

da vivere, dove a Natale il Bambin Gesùtrova la culla non in una mangiatoia ma nelcasco di minatore per un Presepe davvero

da favola.

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DALLE CENERI DELPASSATO UNA

STRUTTURA MODERNATutto questo, val la pena ripeterlo, nelcontesto di una struttura moderna e

confortevole: dall’elegante Reception allaSala Multimediale, dal bar comodamentedotato di wi-fi e dove i cellulari riprendonomagicamente “vita” al Laboratorio didattico

interattivo. E se Genna Luas èun fiore spuntato in una “discarica”, Rosas èuna perla incastonata in un valle di grande

valore ambientale, inserita con armonia in uncontesto naturalistico che ha riconquistato gli

spazi prima ceduti allo sfruttamentominerario, dove – tra lecci e arbusti di

macchia mediterranea – si snodano sentieriideali per il trekking, le escursioni in

mountain bike o le passeggiate a cavallo.Insomma, dalle ceneri del passato è rinato il

Futuro: dove custodire la Memoria erilanciare l’opportunità di sviluppo e lavoro.Dove trascorrere una vacanza veramente

“intelligente” (a cominciare dai prezzi,guardare il listino please) e in beato relax. Odove portare il/la partner per un S. Valentinoveramente “speciale”: datemi retta, funziona

(2 – Continua)

NELLA PROSSIMA PUNTATA:NEBIDA, DALLA LAVERIA

LAMARMORA AL PAN DI ZUCCHEROI LUOGHI SIMBOLO DEL GEOPARCO

MINERARIO

MASULLAS: LA CONCADELL'ORO NERO

Il 23 ottobre a Masullas, in occasionedella “Settimana del Pianeta Terra”, è

stato inaugurato il “Parco dell’Ossidiana”di Conca ‘e Cannas, nuovo geosito di

rilevante interesse scientifico delGeoparco Minerario della Sardegna. Cheentra di diritto, come contenuto extra, nel

Reportage dedicato al “Geoparco piùbello del mondo”

di GIAN LUIGI PILLOLAOltre 100 partecipanti all’inaugurazione delgeosito di Conca ‘e Cannas (Masullas), congli interventi del Sindaco Mansueto Siuni e

del Direttore del Consorzio del ParcoGeominerario Storico e Ambientale della

Sardegna Francesco Usalla. Il Parcodell’Ossidiana di Conca ‘e Cannas è il piùgrande giacimento di ossidiana di tutto ilMediterraneo. Ossidiana, l’oro nero dei

neolitici e dei nuragici! Uno dei primi siti diestrazione di georisorse in

Sardegna. Veramente un bel sito, unico nelsuo genere, che finalmente può fregiarsi dellogo UNESCO del Geoparco della Sardegna

Unesco Global Geoparks Masullas èall’interno del Parco Naturale del Monte Arcie nel contempo ricade nell’Area 1 (il Monte

Arci) del Parco Geominerario Storico eAmbientale della Sardegna, riconosciutodall’Unesco come Geoparco. L’area del

Monte Arci interessa una superficie di circa270 Kmq: un’area di grande interesse

naturalistico, paesaggistico e antropico, riccadi fauna e flora locale. Un ecosistema

complesso che raccoglie gran parte dellastoria antica del territorio, conservando

ancora i segni delle diverse ere geologiche.È un luogo ideale per escursioni e itinerari

nella natura, offrendo scenari estremamentesuggestivi e la possibilità di visitare sitiarcheologici e monumenti naturali.

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Geoparchionline 4 > SPECIAL COLLECTION

NEBIDA: NEI LUOGHI “SIMBOLO”DEL GEOPARCO UNESCO

3° PUNTATANEBIDA – Se c’è un luogo “simbolo”,

paradigmatico della sua realtà e delle suepotenzialità, del Geoparco Minerario dellaSardegna, questo non può essere altri cheNebida: qui, in questi pochi chilometri chearrivano fino a Masua e fiancheggiano unacosta d’indicibile e selvaggia bellezza, si

racchiude l’essenza stessa del Parco, di quelche oggi è e che potrebbe essere. Una realtàcontraddittoria, eppur viva, pulsante. Ricca diidee, fermenti, entusiasmo: che vanno soloconvogliati, organizzati e coordinati in un

sistema capace di progettare e programmarelo sviluppo (turistico e culturale) del territorio

e la valorizzazione dei suoi “gioielli”,paesaggistici, geologici e archeo-industriali.E Nebida li colleziona tutti, mostrandoli per

come (tuttora) sono e come potrebberodiventare: meta di escursionisti organizzati e“turisti per caso”, sempre in maggior numero,

attratti dalla maestosità del “Pan diZucchero”, attirati dalla struggente “magìa”

della Laveria Lamarmora ed incantati difronte all’ardimentosa opera ingegneristica di

Porto Flavia. Sempre più numerosi,dicevamo, i visitatori (25.000, da Pasqua a

settembre, solo a Porto Flavia), ma chepotrebbero raddoppiare, addirittura

quintuplicare, se il Geoparco – messa finealla gestione commissariale – cominciasse afunzionare a pieno regime, come avviene nel

resto d’Europa.

UNO SPETTACOLO UNICOAL MONDO

Se in Francia un milione di turisti visitanoogni anno il Parco minerario di Lens, quanti

ne potrebbero venire qui per ammirare lo

spettacolo – unico al mondo – della galleriadi Porto Flavia che si affaccia a strapiombo

sul limpido mare della Sardegna sud-occidentale di fronte all’imponente “Pan di

Zucchero”?

Purtroppo, la foto che vedete qui sopra è direpertorio: non ne abbiamo potute scattare

al’interno nel corso della nostra visita perchènei giorni feriali è… chiuso. Già, le visite –

dopo il mese di settembre – si possonoprogrammare solo per il fine settimana. Nonsolo: da circa un anno – ci dicono gli amici

dell’Associazione Verde Azzurro Pan diZucchero – si possono effettuare soltantodentro la galleria superiore. Quella inferiore(dove c’è lo sbocco sulla scogliera, e cioè il

“pezzo forte” dell’escursione) è chiusa alpubblico per colpa di una inferriata

pericolante che nessuno (leggi IGEA) sipremunisce di sistemare, quando basterebbeil lavoro di un paio d’ore di un buon fabbro.

Malgrado ciò, a fronte di una visita“dimezzata”, il biglietto d’ingresso si paga

intero… Come se al ristorante vi servisseromezze porzioni facendovi pagare il conto

pieno. Ecco le contraddizioni che frenano losviluppo di questo Parco, ma al tempo

stesso ecco delinearsi le potenzialità che ne

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potrebbero garantire la crescita e ilsuccesso. Non esiste al mondo un’arditaopera ingegneristica (realizzata nel 1924)

come questa, proiettata in un contestonaturalistico di rara bellezza. E basterebbedavvero un minimo di organizzazione per

regalare ai turisti un’esperienza mozzafiato,come è negli intendimenti della dirigenza del

Geoparco e negli auspici delle varieassociazioni del luogo che si prodigano adorganizzare escursioni e visite guidate pur

fra mille difficoltà e ostacoli burocratici.

UNA FERVENTE ATTIVITA’

A Nebida, infatti, vi è una fervente attivitàgeoturistica: trekking, free-climbing e visiteguidate nei geositi minerari, organizzate davarie associazioni fra cui spicca la già citataVerde Azzurro Pan di Zucchero, una

Onlus guidata dal vulcanico ed appassionatoGiuseppe Fonnesu. Il quale, insieme ad ungruppo di amici, ha creato una cooperativamultiservizi – la “Santa Margherita”, di cui èPresidente il giovane e attivo Alessio Piras –

per poter accedere ai bandi regionali perfinanziare l’attività e garantire così un

puntuale servizio ai turisti. “Il solovolontariato non basta – dice Fonnesu – e ilcontributo del Parco Geominerario serve per

mettere in piedi qualche iniziativa. Con lacooperativa vogliamo offrire un ampio

ventaglio di offerte ai turisti per una piacevolevacanza, e il Geoparco Unesco può essere

fonte di sviluppo e creazione di posti dilavoro”. La “Santa Margherita”, che gestisce

anche un gradevole B&B (“La vieillemontaigne”, per info

www.cooperativasantamargherita.com),offre assistenza e supporto logistico e,

attraverso la “Social Tours” che rappresentail suo comparto turistico, organizza non solo

escursioni ma realizza anche percorsisentieristici e vie d’arrampicata per i

numerosi appassionati che frequentano lazona. “Adesso – spiega Fonnesu – abbiamochiesto al Comune il permesso di impiantarequi a Nebida un ticket-office per gli ingressi aPorto Flavia, che è una meta turistica moltoambita ma ancora poco sfruttata. Potremmo

convogliare centinaia di visitatori, che cichiedono di guidarli nella visita, ma abbiamoa che fare con la burocrazia che frena ogniiniziativa. La speranza, adesso, è che con ilnuovo corso che si profila per il Geoparco si

possa arrivare ad una miglioreorganizzazione per poter dare impulso al

geoturismo”.

LA LAVERIA “SIMBOLO”

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Ma Nebida non è solo Porto Flavia. Anzi, ilvero sito “simbolo” del Geoparco Minerario è

la Laveria Lamarmora che ne incarna larealtà paradossale in cui finora è stato

costretto a convivere e da cui –fortunatamente – sembrerebbe doverne

uscire ora che il Ministero dell’Ambiente havarato il Decreto di riforma. Questo gioiello

architettonico a picco sul mare, altra preziosatestimonianza dell’epopea mineraria, stavarischiando di sparire, tra un crollo e l’altro,vittima del’incuria e della burocrazia che

impediva perfino al Parco Geominerario ealla Soprintendenza d’intervenire per

restaurarlo malgrado fossero stati stanziati650.000 euro per le prime e necessarie

opere di messa in sicurezza (la storia l’haben narrata a Geoparchi Online l’ex

Commissario del Geoparco Gian LuigiPillòla, NdR). Ora, dopo le grida d’allarme ele prese di posizione di vari comitati sorti per

la sua salvaguardia (la bandLoungedelica vi ha dedicato un bel video

dal sintomatico titolo “Fragile”, giratoall’interno della struttura pericolante, tra i piùcliccati su YouTube) sembra che finalmenteper la Laveria Lamarmora vi sia un futuro: ilnuovo Commissario del Geoparco, Gianni

Pilia, è intervenuto mettendo IGEA (lasocietà che ha avuto “in dote” dalla Regione isiti minerari dismessi) e Comune di Iglesias

di fronte alle proprie responsabilità e –facendosi forte delle sue prerogative di

coordinatore regionale del Piano Sulcis – haavviato l’iter per le operazioni di restauro

affidate alla Soprintendenza. Cosi chel’antica (1897) Laveria idrogravimetrica

possa tornare a rifulgere e a rappresentare –stavolta – il “simbolo” della (ri)nascita del

Parco Geominerario, che di questostraordinario esempio di archeologia

industriale vuol farne il suo testimonial.

IL “GIGANTE” DI…ZUCCHERO

Infine c’è “Lui”, Sua Maestà Pan di Zucchero,che si erge per 133 metri di fronte a Porto

Flavia, a due chilometri dinanzi la splendidae caratteristica spiaggia di Masua. Una

gigantesca “zolla” calcarea che addolcisce eammalia la vista di tutti coloro che

l’ammirano dalla costa o si avvicinano inbarca per un tuffo nel mare cristallino. Un

geosito d’inestimabile valore paesaggistico,che sembra fare da “guardia” a protezione

dei tesori archeo-minerari che rendonoquesto lembo di costa un suggestivo ed

affascinante unicum. Che vale davvero lapena scoprire e percorrere lungo i suoi

suggestivi sentieri.

(3 – Continua)NELLA PROSSIMA PUNTATA:

GURONEDDU, BENVENUTI SULLA…LUNA

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Geoparchionline 5 > SPECIAL COLLECTION

GURONEDDU: BENVENUTISULLA... LUNA

4° PUNTATAGURONEDDU – La realtà supera sempre la

fantasia, anche la più fervida: e sarebbeperfino impensabile immaginare un luogocosì, dove anche gli alberi si inchinano di

fronte a tanta maestosa ed irreale bellezza.

Siamo a Guroneddu: ma verrebbe da dire“benvenuti sulla Luna”. Lo scenario che si

para dinanzi agli occhi, dopo alcunichilometri di saliscendi lungo la costa

frastagliata che da Porto Paglia si distende asud verso Portoscuso, ti sorprende e ti lasciasenza fiato: ti ritrovi davvero immerso in unambiente “lunare”, dove dune pietrificate e

levigate dal vento “ondeggiano” sinuose e dacui ti aspetti da un momento all’altro vederspuntar da dietro una navicella spaziale…

Un geosito unico, un itinerario suggestivo edaffascinante, che ti proietta in una

dimensione onirica, surreale, dove le

emozioni si accavallano insieme ai colori diun paesaggio selvaggio e cangiante.

DA PORTO PAGLIA ALLALUNA

A dirla tutta, la quarta tappa del nostro“Viaggio nel Pianeta Sardegna” prevedeva

un’escursione a Porto Paglia, l’etereaspiaggia dove sorge l’antica tonnara e l’ex

villaggio dei pescatori ora ristrutturato e doveha casa e trascorre le sue vacanze (guarda

tu le coincidenze!) Cesare Bocci, il “MimìAugello” del Commissario Montalbano, che

della “Settimana del Pianeta Terra” è iltestimonial essendo lui – oltre che ottimo

attore – un appassionato geologo.

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C’ero già statodue anni fa, in occasione della conferenza

stampa di presentazione degli eventi inSardegna dell’edizione 2014, e confesso chemi stuzzicava molto l’idea di fare un tuffo inquelle invitanti acque verde smeraldo pur se

in ottobre inoltrato. Il maltempo ha volutoaltrimenti, ma ha offerto l’occasione di vivere

un’esperienza indimenticabile. E così,affidandoci alla guida dell’amico Ninni Mocco

– esperto escursionista e profondoconoscitore del luogo – abbiamo lasciato laspiaggia e ci siamo inerpicati verso l’interno:

“Venite, vi porto sulla… Luna!”.

UN ITINERARIOSPETTACOLARE

Alla fine dell’improvvisata escursione nonsappiamo di preciso quanti chilometri

abbiamo fatto, ma so che ne è valsa la pena.Ninni, a dispetto dei suoi 72 anni, è un

camminatore eccelso: praticamente tutte lesettimane, con la sua associazione,

organizza trekking e scopre sempre nuovi esuggestivi percorsi. Lasciataci alle spalle

Porto Paglia e incamminandoci verso sud, indirezione della baia di Portoscuso, il tragittoè apparso un caleidoscopio multicolore, conle rocce ricoperte di variopinti licheni e ricchedi cromatismi che mutano dal grigio al verde,per passare poi al rosso fino alle tonalità piùchiare dei tufi e ignimbriti del ciclo vulcanicoOligo-Miocenico (come ci suggerisce il prof.Pillòla), in forte contrasto con il blu cobalto

del mare che si staglia al’orizzonte. Dall’altodella scogliera a strapiombo battuta dal

vento, lo sguardo si immerge nel profondo: adestra ecco ergersi in lontananza il Pan diZucchero, a sinistra s’intravedono i sinuosicontorni di Carloforte e l’Isola di S. Pietro. Ilmare increspato – questa è meta predilettadei surfisti – si distende a perdita d’occhio.La natura offre qui uno spettacolo superbo,immaginifico. Sembra quasi di essere in unset cinematografico: e infatti, non a caso, tra

queste asperità sono stati girati diversi film,tra cui alcuni spaghetti-western. Il terreno,

modellato dal vento, cambia di continuo: mamai ti aspetteresti, arrivati alla sommitàdell’altura di origine vulcanica, di trovarti

sulla… luna.

C’è dastropicciarsi gli occhi: e se uno credesse alla

teoria del complotto secondo cui gliamericani non vi sono mai sbarcati, sarebbestato sicuramente qui che avrebbero allestitola messinscena. Il terreno è grigio, spoglio,levigato. Ninni sorride: “Visto, che vi avevo

detto?”. Perdendo ogni cognizione, di tempoe di luogo, torniamo indietro increduli, un po’stanchi in verità, ma felici. Anche perchè ci

attende una squisita sorpresa: sulla collinettache domina Porto Paglia, dove Ninni e sua

moglie Sebastiana hanno stabilito il loro“buen retiro”, ecco una veranda da cui si

gode un panorama mozzafiato e –soprattutto – una tavola imbandita con i

sapori dell’Isola: salumi, formaggi, le“fregole” ai frutti di mare, il pesce alla brace e

il vino del Sulcis… Natura, cultura, ilpaesaggio minerario e i siti geologici, il

“sapere” e i sapori, i colori e il “calore”: tuttoquesto abbiamo incontrato, durante il nostro

viaggio. Ma è qui, è a Guroneddu, doveanche gli alberi si “inchinano”, che capiscidavvero perchè quello della Sardegna è

realmente il Geoparco “più bello del mondo”.E anche della Luna… Grazie Ninni

(4 – Continua)NELLA PROSSIMA PUNTATA:

CAGLIARI, NON SOLO GEOPARCO

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Geoparchionline 6 > SPECIAL COLLECTION

NON SOLO GEOPARCO:CAGLIARI, GIACIMENTO

CULTURALE5° PUNTATA

CAGLIARI – Cortesia, Cultura, Cucina: sonole tre “C” che hanno fatto di Cagliari la

“Destinazione turistica d’eccellenza” italianadel 2016. E il nostro viaggio nel

Pianeta_Sardegna non poteva checoncludersi qui, nel capoluogo della Regione

che ha fatto del “buon vivere” il suo trattodistintivo. Non solo “Geoparco”, quindi: ma lacittà è un vero e proprio giacimento culturale

a cielo aperto, “porta d’ingresso” ai tesoridell’Isola e prezioso scrigno di beni artistici,archeologici e ambientali. E con uno strettolegame con il Geoparco minerario, grazie al

dipartimento di Scienze geologichedell’Università (che vanta il Museo diGeologia e Paleontologia “DomenicoLovisato” e il Museo di Mineralogia

“Leonardo de Prunner”), i cui corsi di laureasono tra i più qualificati e prestigiosi d’Italia e

punto di riferimento per gli accademici delsettore. L’ultima tappa del nostro reportage,

dunque, si snoda lungo i viali e i vicoli diquesta città aperta, solare, gioiosa e ricca di

fermenti ed iniziative culturali.

UNA CITTA’ VIVACagliari è “viva” e giovane, animata dai turisti

sbarcati dalle navi da crociera e dalla“movida” che prolifera negli innumerevoli

localini cool che dalla centrale Piazza Jennesi incuneano su su per le viuzze del centrostorico fino a Casteddu, dove “esplode” nel

tepore dell’aria salmastra e degli odori di unacucina ricca di sapori ed aromi. Ma Cagliari

non è soltanto mare e sole: è, soprattutto, unmuseo all’aria aperta, dove ogni angolo celauna piccola perla architettonica, dove ogni

piazzetta è un raffinato e civettuolo spicchio

di bellezza e armonia. Dal Regio Arsenale(oggi sede della Pinacoteca) al Teatro Lirico,

dal Museo d’Arte Siamese a quello delleCere, dalla Galleria d’Arte Moderna al MuseoArcheologico Nazionale, per non parlare poidell’Anfiteatro Romano e dell’Orto Botanico,

Cagliari rappresenta una vera e propria“Cittadella della Cultura” che contiene untesoro inestimabile e non ancora del tutto

conosciuto e valorizzato. La “densità”museale, in rapporto alla popolazione e

all’area metropolitana, è tra le più alte d’Italiae non basterebbe una settimana (figuriamociun giorno!) per ri(s)coprirla tutta. Perchè, poi,ci sono minuscoli ma luminosissimi “gioielli”

incastonati nei vicoli del Castello, l’anticoquartiere che dall’alto domina la baia fra le

due lagune (Santa Gilla e Molentargius, dovesvernano i fenicotteri rosa), da scoprire e

ammirare, come il piccolo e grazioso Museo“Contus de arrejolas”, situato al piano terra di

Palazzo Sanna Sulis (in via Lamarmora –vedete che un fil rouge con il Geoparco c’èsempre? – al civico 67, aperto il mercoledìdallle 17.30 alle 21 e il sabato mattina finoalle 13) dove la versatile artista Mercedes

Mariotti ha allestito una spettacolare e luminosa

raccolta di preziose ceramiched’incommensurabile bellezza e valoree dove ha trovato ospitalità la celebre

“Collezione di Bambole dal ‘700 agli anni ’50”

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della mai troppo compianta Nella Cestetto(scomparsa a soli 44 anni) e che oggi rivivegrazie all’assiduo impegno di un’altra artistaed animatrice culturale cagliaritana, Maria

Antonella Fontana. Che, en passant, è anche la cortese

consorte del prof. Alberto Marini, prestigiosocollaboratore di Geoparchi Online.

A SPASSO TRA I GIGANTIEd è in un certo qual modo proprio lui, a ben

vedere, il trait d’union tra Cagliari, ilGeoparco minerario targato Unesco e il

nostro viaggio: appassionato geologo e tra ifondatori dell’Associazione per il Parco

Geominerario della Sardegna (ora presiedutada Mario Pilloni), Marini ha insegnato

all’Università di Cagliari – da cui provieneanche l’ex Commissario del Geoparco Gian

Luigi Pillòla, paleontologo di famainternazionale – e ora, in meritata pensione,occupa il tempo da una conferenza all’altra

come quella su Domenico Lovisato (il “padre”della geologia sarda a cui è stato intitolato il

Museo universitario) tenuta in occasionedella “Settimana del Pianeta Terra” a cui

abbiamo partecipato.

Con luiabbiamo iniziato questo tour alla scoperta delGeoparco partendo da Genna Luas (vederela prima puntata di Pianeta_Sardegna) e con

lui chiudiamo il cerchio qui a Cagliari, aspasso tra i misteriosi “Giganti di Mont’ePrama” che fanno bella mostra di sè nel

Museo Archeologico Nazionale di cui sonodiventati la principale attrazione. Quella dei

“Giganti guerrieri” è stata la più affascinantee straordinaria scoperta archeologica degli

ultimi 40 anni che riscrive la storia e le originidell’antico popolo sardo: e mentre ci

accompagna, Marini racconta ridendol’episodio di quando – poco prima del loro

fortuito ritrovamento ad opera di uncontadino, nel 1974 – lui stesso si era recato

in quella zona di Mont’e Prama (nellaSardegna centro-occidentale) per fare deirilievi geologici senza, ironia della sorte,

accorgersi di nulla…

Naturalmente, Cagliari è anche la spiaggiadel Poetto, le strutture ricettive di alto livello,

l’aperitivo sotto i portici di Viale Roma, loshopping (al primo posto tra le “attrattive”

indicate dai turisti stranieri), il crudo di pescee il tonno alla brace da Lillicu, il suggestivo eselvaggio paesaggio della “Sella del Diavolo”

e tanto altro ancora da raccontare. Mapreferiamo finire così, con il sorriso del suoaneddoto e la calorosa stretta di mano diAlberto al momento del congedo, questanostra escursione nel “Geoparco più bello

del mondo”: perchè questa è una terraancora tutta da scoprire, gustare, amare e –soprattutto – in cui non puoi fare a meno di

tornare. Perchè, come scrisse la nostrabrava Sasha O’ Rourke (in un suo celebre

reportage che i lettori di GeoparchiOnline ben conoscono), “Senza essermeneaccorta ho il naso appiccicato al freddo vetro

dell’oblò. Si appanna, ci allontaniamovelocemente. Adesso è rimasta solo unalinea confusa di luci sull’orizzonte. Sono

quasi triste. Potrei essere in partenza inveceche di ritorno a casa”. La stessa sensazioneche proviamo noi al momento di staccarci dal

molo…

(5 – Fine)

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Geoparchionline > CONTROCOPERTINA

AUGURI DI BUONE FESTE

E ARRIVEDERCI NEL 2017

Alessandro Baldasserini>

Direttore

Alessandro Venuto> Vicedirettore

Concetta Venuto>Photo Editor

Sacha Paganini> Editorialista

Filippo Forte>Cronista

Sasha O' Rourke>Reportage&Rubriche