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320 32 PAGINE DI MUSICA SU CD, VINILE, DVD RIVISTA DI ELETTROACUSTICA MUSICA ED ALTA FEDELTÀ 10320 9 771123 270007 > PROVE TECNICHE KLIPSCH, MICROMEGA, VAN MEDEVOORT, WADIA REPORTAGE ECHI DA LAS VEGAS MUSICA LIQUIDA COME SUONA LINUX? AUDIO CLUB ATOLL, KISEKI, PRIMALUNA AUDIO CREATIVO KORG MR-2, REGISTRATORE PALMARE DSD E PCM AUDIOREVIEW ANNO XXXI - MARZO - N.3 2011 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Roma Aut. N. 130/2009 - MENSILE 5,50 VINTAGE - KISEKI, UNA STORIA A LIETO FINE DAC CON CONVERTITORE A COMPONENTI DISCRETI E FILTRI DIGITALI SELEZIONABILI MARANTZ NA7004 LETTORE DI RETE “AUDIOPHILE” COMPATIBILE DLNA E AIRPLAY MSB PLATINUM DAC IV IL NUOVO RIFERIMENTO?

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32 PAGINE DI MUSICASU CD, VINILE, DVD

RIVISTA DI ELETTROACUSTICAMUSICA ED ALTA FEDELTÀ

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PROVE TECNICHE KLIPSCH, MICROMEGA, VAN MEDEVOORT, WADIAREPORTAGE ECHI DA LAS VEGASMUSICA LIQUIDA COME SUONA LINUX?AUDIO CLUB ATOLL, KISEKI, PRIMALUNA AUDIO CREATIVO KORG MR-2, REGISTRATORE PALMARE DSD E PCM

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VINTAGE - KISEKI, UNA STORIA A LIETO FINE

DAC CON CONVERTITORE A COMPONENTI DISCRETIE FILTRI DIGITALI SELEZIONABILI

MARANTZ NA7004LETTORE DI RETE “AUDIOPHILE”COMPATIBILE DLNA E AIRPLAY

MSB PLATINUM DAC IV

IL NUOVO RIFERIMENTO?

Icopertina AR320_I cop AR 28/02/11 19.33 Pagina 1

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46 AUDIOREVIEW n. 320 marzo 2011

I nsieme alla notizia della rinascita diKiseki dalle sue ceneri, mi è giunto incopia un testo di Herman Van Den

Dungen, l'uomo che aveva creato il mitodi queste testine, che racconta la vera sto-ria di Kiseki; in realtà le parti essenzialidella storia erano note e circolavano datempo su internet; da parte mia l'avevoraccontata in parte negli articoli sui Val-zer delle testine, ma in mancanza di daticerti, molti particolari erano proposti so-lo come ipotesi (poi rivelatesi molto vici-ne alla realtà); in ogni caso sono passatimolti anni e vale la pena raccontare nuo-vamente la storia di Kiseki, completa dialcuni succosi nuovi particolari.C'era una volta il nostro eroe, il signorHerman Van Den Dungen, olandese, cheviveva felice importando e distribuendoprodotti hi-fi; fra le sue numerose attivitàin campo audio, era l'importatore esclu-sivo di Koetsu per l'Europa, un businessda circa 30 testine al mese. Per la veritàaveva qualche problema col controllo diqualità, molti esemplari difettosi doveva-no essere rimandati indietro, ma non silamentava troppo.In un'epoca in cui la critica americanadissennatamente demonizzava i trasfor-matori di step-up a favore degli stadi at-tivi, il nostro eroe intuì che invece le te-stine Koetsu per rendere al massimo pro-prio di uno step-up avevano bisogno, co-sì si recò in Giappone alla ricerca di unproduttore di trasformatori; dopo unabreve ricerca lo trovò addirittura in Kon-do San; nacque così l'MCT-1 marchiatoAudiophile Product, trasformatori avvol-ti in argento prodotti in Giappone daKondo e assemblati in Olanda dal nostroeroe dentro a una specie di lattina. Il tra-sformatore è curiosamente marchiato perl'uso con testine da 5.3 ohm (ce la farà

lebre nell'ambiente per questi comporta-menti, diciamo, disinvolti) l'aveva frega-to giocando sul concetto di Europa.Il nostro eroe contatta il suo amico distri-butore americano di Koetsu, che gli dicedi trovarsi in una situazione simile, e aquesto punto ha una pessima idea: chie-de a un amico giapponese di andare aparlare con Sugano per chiarire la situa-zione. Risultato: poco tempo dopo vieneinformato che in fondo, pensandoci bene,Sugano preferiva che a occuparsi dell'e-sportazione fosse un giapponese: il suoamico!Ma il nostro eroe non è il tipo che si ar-rende e passa al contrattacco: disegna efa costruire da un modellista 6 esemplaridi un corpo testina in alluminio simile aquello della Koetsu Black, di fatto piùlungo e con la parete frontale arrotonda-ta, che spedisce in Giappone a 3 produt-tori, chiedendo dei prototipi di testinecon caratteristiche elettriche simili aquelle di Koetsu.

con una testina da 6 ohm?), immagino unvezzo del nostro eroe, che come vedremoè un bel mattacchione. Più seriamente, èun trasformatore eccellente, non a livellodi Tango o TX-103, ma con una Koetsud'epoca, per cui era fatto su misura, ouna Kiseki a bassa impedenza, tira fuoriun quid in più di sinergia. Per la cronaca,ne circolarono alcuni esemplari con inci-so Koetsu sulla base di legno; una rivistaconcorrente, credendo che fosse effettiva-mente prodotto da Koetsu, anni fa neprovò uno a confronto di un Kiseki, ov-vero di un altro Audiophile Product conla base in legno senza scritte... Meno ma-le che il secondo era l'MCT-2, la successi-va versione più economica con avvolgi-menti in rame, e suonava diverso.A un certo punto iniziarono i problemicon Koetsu, che iniziò a spedire col con-tagocce; non ci volle molto a scoprire chec'era un nuovo distributore svizzero: dia-mine, la Svizzera non è mica nell'EU! In-somma, quel furbacchione di Sugano (ce-

AUDIO VINTAGE

Il primo modello Kiseki Blue, riconoscibile per ifori di montaggio non filettati e l'assenza della

fresatura circolare in testa.

La Agaat Boron con corpo in pietra d'agata verde.

La Kiseki Blue Silver Spot.

Kiseki Story

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Ovviamente ci voleva un nome, e dopoalcuni tentativi di traduzione in giappo-nese di frasi o concetti significativi, vie-ne fuori "Piccolo Miracolo": Kiseki. È fo-neticamente perfetto, anche per fare con-correnza a Koetsu; scelto il produttore, sipuò lanciare sul mercato la Kiseki Blue,il primo modello, riconoscibile per i foridi montaggio non filettati e l'assenzadella fresatura circolare in testa presentesulle successive Blue Silver Spot e BlueGold Spot.A questo punto Van Den Dungen am-mette che uno dei tre candidati era Dyna-vector, ma nega che fu quello prescelto,come a suo tempo avevo ipotizzato susuggerimento di Torlai dopo aver osser-vato la sospensione al microscopio (inve-ce di un solid core, un cavo intrecciato ti-pico di Dynavector); peraltro il nome del-la ditta produttrice non viene rivelato...Mi permetto di prendere con le mollequesta affermazione e personalmente ri-mango della mia idea. Viene invece rive-lato il vero nome del cartridge man inca-ricato degli esemplari più costosi: Goro

AUDIOREVIEW n. 320 marzo 2011 47

Fukada, invece di Goro Fokadu comepubblicizzato all'epoca; nome modificato,ci dice il nostro eroe, per proteggersi daaltri amici che volessero fargli le scarpe.Da notare che all'epoca Fokadu era pre-sentato anche come l'inventore di unaspecialissima bobinatrice con cui costrui-va i suoi straordinari trasformatori, cheinvece abbiamo visto venivano acquistatigià fatti, peraltro nientemeno che daKondo; insomma, il nostro eroe si divertea raccontare balle da 30 anni, la più di-vertente è forse quella dei diamanti delleKiseki che venivano lucidati con fram-menti di capelli (e voi lì a immaginarvi lesolite vergini di sangue reale che sotto laluna piena si tagliavano una ciocca dalleloro auguste chiome); insomma, mi sem-bra oltremodo ingenuo pensare che sta-volta ci abbia raccontato tutta la verità,ma ci possiamo contentare.Il resto della storia è noto: Kiseki sfondasul mercato con prodotti simili a quelliKoetsu, soprattutto per la possanza dellagamma bassa, ma con prezzi lievementepiù bassi e, aggiungo io, una riproduzio-

ne più rigorosa (rispetto alle Koetsu diSugano padre, molto più eufoniche diquelle moderne). La gamma viene estesa,vengono prodotti i modelli con corpo inlegno e in pietra; vengono poi prodotti icitati step-up con avvolgimenti in rame,in 3 versioni per bassa, media e alta im-pedenza, buoni ma chiaramente inferioriall'MCT-1, e un braccio che in realtà eraun Sumiko; poi il declino dell'analogicoporta lentamente il marchio nell'oblio;per la cronaca Fokadu viene dato permorto nel 1997, non si è capito se si trat-tava del vero Fukada o se si è trattato diuna morte simbolica del quasi omonimopersonaggio immaginario che imperso-nava la ditta.Ma vediamo ora i modelli di testine pro-dotti da Kiseki.Dopo la prima Blue "liscia", viene propo-sta la Blue Silver Spot, con le stesse carat-teristiche, 5.3 ohm d'impedenza interna e0.4 mV come livello di uscita; viene ap-punto aggiunta la fresatura circolare intesta dipinta d'argento e i fori di montag-gio diventano filettati.

AUDIO VINTAGE

La Kiseki Blackheart. La Agaat Ruby con corpo in pietra d'agata blu e con cantilever in rubino.

La Kiseki Gold Spot. La Kiseki Purpleheart.

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In seguito verrà prodotta anche la GoldSpot, caratterizzata da 5 fori filettati dimontaggio per lato, oltre naturalmentedalla fresatura dipinta d'oro. Differenzesignificative all'ascolto fra i tre modellicol corpo in alluminio, francamente, ionon le noto.Sono ancora delle buone testine, ma datal'età non vale la pena pagarle più di4/500 euro.Più pregiati i modelli in legno: la Pur-pleheart, legno rosso dai riflessi violetti,era l'ovvia risposta alla Koetsu Ro-sewood, e veniva offerta in due versioni:la Boron, appunto con cantilever in boroe bobine da 6 ohm, e la Sapphire, concantilever in zaffiro e minuscole bobine

disponibili in due versioni: la Agaat Bo-ron con bobine da 6 ohm e la AgaatRuby, con cantilever in rubino e le stesseminuscole bobine da 42 ohm della Pur-pleheart Sapphire.Da notare che i due modelli da 42 ohmavevano anche una cedevolezza maggio-re, 20 Cu invece di 17. Ad onta dell'esoti-smo del cantilever in pietra e del costomaggiore, a mio parere i due modelli conbobine da 42 ohm sono lontani dal tipicosuono delle altre Kiseki; la gamma acutaè squisita, ma - almeno negli esemplariche ho potuto ascoltare - manca un po'della dinamica e dell'impatto in gammabassa che troviamo negli esemplari concantilever in boro.O in diamante, naturalmente, perché poivenne presentato in pompa magna il topdel top: la preziosa Lapislazuli, che sag-giamente tornava alle bobine da 6 ohm.Al di là delle infiocchettature pubblicita-rie studiate ad arte per darle un'aura daoggetto del desiderio, la Lapislazuli era,ed è ancora, una testina eccezionale; lasua straordinaria naturalezza, superatasolo da pochi moderni modelli top digamma, ha un che di magico da farmi ri-tenere impossibile che non sia stata mes-sa a punto individualmente da un esper-tissimo cartridge man, come dichiaratodalla ditta. Va da sé che i prezzi che oggisi sentono in giro per una Lapislazulinon si possono neanche commentare.Per gli altri modelli, bisogna innanzituttofare attenzione che le testine non sianostate modificate da Van Den Hul, che pe-raltro correttamente le identificava conun logo adesivo; mica per altro: suonanodecisamente diverse, poi magari possonoanche piacere, ma allora tanto vale com-prare direttamente una VDH. Più in ge-nerale, anche in questo caso i prezzi delleAgaat sono ormai saliti oltre la ragione-volezza; chi ce l'ha se le tenga, ma consi-glio l'acquisto ai prezzi correnti (ormai fafede eBay) solo con la consapevolezza diagire per collezionismo, anche se bisognaammettere che il fascino di queste testinecol corpo in pietra non ha prezzo.

Marco Benedetti

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da 42 ohm (altro indizio che punta suDynavector), peraltro con lo stesso livel-lo di uscita di 0.4 mV. Verrà in seguitoprodotto un altro modello in legno, ilBlackheart, con corpo in legno nero, sem-pre con cantilever in boro e bobine da 6ohm; molto simile alla Purpleheart Bo-ron, ma timbricamente più scura, verreb-be da dire in linea col colore del corpo.Ma la leggenda di Kiseki è sicuramentelegato ai modelli in pietra, così belli cheti vien voglia di comprarli anche se suo-nassero male, e invece suonano da dio.Le Agaat, in pietra d'agata, erano prodot-te in vari colori: verde, rossa, celeste eblu scurissimo, tutte con venature bian-che, uno spettacolo; anche le Agaat erano

AUDIO VINTAGE

La Agaat Ruby con corpo in pietra d'agata rossa e cantilever in rubino.

La Kiseki Lapislazuli aveva il cantilever di diamante.

Step Up MCT-1 con avvolgimenti in argento a sinistra e un MCT-3 in rame a destra.

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E ra nell'aria che stesse succeden-do qualcosa, molti indizi più omeno significativi, fino a che un

paio di mesi fa è arrivata la notizia uffi-ciale dall'importatore: le testine Kisekitornavano sul mercato.Ho parlato spesso delle Kiseki nei trearticoli dedicati al Valzer delle testine, eora che è tornato sul mercato valesenz'altro la pena dire qualcosa sullastoria di questo importante marchio,ma lo facciamo separatamente nell'ap-posita sezione vintage, in questa sedeci occupiamo del nuovo modello.Iniziamo a spiegare la definizione"NOS", New Old Stock, generalmenteutilizzata per componenti nuovi, tipica-mente valvole, nel senso di non utiliz-zati, ma vecchi come produzione; inquesto caso di NOS abbiamo solo alcu-ni componenti, a naso direi la tradizio-nale scatola cilindrica in legno, la plac-chetta d'ottone con l'ideogramma chechiude il lato inferiore del corpo e ap-punto il corpo esterno della testina,mentre il generatore è di nuova costru-zione. Ci viene infatti spiegato che co-me una sorta di preserie è stata realiz-zata una serie limitata di 100 esemplari(per la cronaca quello in prova è il nu-

mero 24) utilizzando ove possibile ilmateriale avanzato al termine della pri-ma vita di Kiseki, nel 1997. In realtàtenderei a pensare che il corpo utilizza-to fosse a livello di semilavorato, datoche la lucentezza dell'anodizzazione lafa apparire molto recente e soprattuttomanca la fresatura circolare in testa, di-pinta d'oro o d'argento per distinguerei modelli Gold e Silver Spot; possiamod'altro canto escludere che si tratti dicorpi della prima versione della Bluesenza Spot, perché questo modello ave-va un solo foro per le viti e non filetta-to, a differenza dei 5 fori filettati per la-to presenti appunto nelle ultime GoldSpot e nel modello in prova; se non al-tro non sarà difficile distinguere a pri-ma vista la nuova serie limitata dagliesemplari d'epoca.Altro particolare costruttivo che identi-

fica il nuovo modello è l'assenza delsottile foglio nero che copriva a prote-zione le bobine, che son quindi visibili;in questo caso abbiamo un nucleo inferro a croce, mentre negli esemplarid'epoca di cui ho visto l'interno (ovve-ro esemplari danneggiati e/o rigenera-ti) il nucleo era quadrato.Le vecchie Blue, lisce, argento e d'oroche fossero, avevano un'impedenza in-terna di 6 ohm con un livello di uscitadi circa 0,4 mV; la Blue NOS ha lo stes-so livello di uscita, ma un'impedenzadoppia, 12 ohm; le altre caratteristichedichiarate sono simili a quelle d'epoca:cedevolezza mediobassa, 15 Cu, e pesodi lettura leggermente inferiore a 2grammi; viene utilizzato un cantileverin boro da 0,28 mm di diametro e undiamante ellittico da 5x120 μm; il corpoè una specie di sarcofago rovesciato deltutto simile a quello a suo tempo intro-dotto da Supex e in seguito utilizzatoda Koetsu, a cui appunto Kiseki a suotempo si era ispirata. Come abbiamoaccennato sono presenti 5 fori filettatiper lato, che immagino possano servirecon alcuni portatestina compatibili afissare la testina con 4 viti invece di 2,per un fissaggio più tenace e un alli-

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Testina Kiseki Blue NosPrezzo: Euro 1600,00

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Kiseki Blue Nos

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neamento più preciso, ma devo anchedire che non possiedo nessuno shellche permetta questo utilizzo.La curiosità di ascoltare la nuova Ki-seki era tanta, l'ho quindi subito messain funzione e dopo un breve rodaggiosono passato agli ascolti a confronto.Diciamo subito che l'aria di famiglia,chiamiamolo il "family sound", c'è tut-ta. Parliamo genericamente del tipicosuono delle grandi MC giapponesi e inparticolare del caratteristico basso mo-numentale che ha sempre caratterizza-to la ditta (in verità con l'esclusione delmodello Agaat Ruby, che peraltro uti-lizzava bobine completamente diverse,con un'impedenza di 42 ohm); da anniormai cerco di affinare la definizione diquesto fantomatico suono delle grandiMC giapponesi, ho provato la stradadel suono introspettivo e della perso-nalità introversa, dovendomi peròscontrare con l'evidenza di alcune testi-ne evidentemente spettacolari ed estro-verse che tuttavia continuavano adavere un qualcosa in comune con leconnazionali; nel caso di questo BlueNOS mi trovo appunto di fronte forsequella dalla personalità più estroversa.Una possibile correzione del tiro po-trebbe essere in direzione dell’estremanaturalezza del tempo di decadimentodel suono che è componente fonda-mentale di quella sensazione di presen-za e immediatezza che contro ogni lo-gica ci porta a continuare a preferirel'analogico.In ogni caso, la somiglianza col suono

della mia Blue Gold Spot d'epoca è sor-prendente, e lo è ancora di più se consi-deriamo l'impedenza doppia del nuovomodello (per la cronaca, con entrambea casa mia l'interfacciamento ideale ècon un trasformatore con rapporto ditrasformazione 1:20). La sorpresa puòperò diminuire se rileggiamo e pren-diamo per buone le mie osservazionisul suono del corpo nel Valzer delle te-stine N.2, in cui notavo che il materialeincide eccome nell'equilibrio timbricodella testina; di fatto all'epoca avevonotato che una Kiseki Blue (corpo in al-luminio) era timbricamente più simile auna Koetsu Black (sempre con corpo inalluminio) che a una Kiseki con corpoin legno o in pietra.Insomma, come per le altre che utiliz-zano questa filosofia costruttiva, siamodi fronte a una testina interpretativa,che se vogliamo introduce volutamentedelle lievissime colorazioni timbricheche la caratterizzano; nel caso dei corpidi alluminio possiamo parlare di unalieve esaltazione della gamma acuta,che peraltro - se non piace - può esserefacilmente tenuta sotto controllo lavo-rando sull'impedenza di carico dell'in-gresso del fono; siccome sono intrinse-camente maligno, noto anche che concerti diffusori monovia questa lieveesaltazione potrebbe persino essere unamano santa.Ho accennato al basso monumentale;all'epoca fece la fortuna di Koetsu (oc-chio, che parliamo delle vecchie Koetsudi Sugano padre, quelle attuali sono di-

verse) e appunto del suo emulo Kiseki;parliamo di un basso pieno e rotondoma per niente sbrodolato che mi hasempre mandato in brodo di giuggiole;tanto per essere chiari, parliamo di unodei migliori bassi prodotti da una testi-na senza porre limiti di prezzo. Eccel-lente la gamma media, di quella acutaho già detto; molto buona l'articolazio-ne e il cesello dei dettagli, la scena èmolto corretta, profonda e con gli stru-menti bene a fuoco.Insomma, forse sono un po' troppo diparte per dare un giudizio oggettivo suuna Kiseki, dato il mio noto amore dilunga data per questo marchio, mafrancamente mi pare che, anche facen-do la tara sul mio personale entusia-smo, siamo comunque di fronte a unprodotto di altissimo livello; il prezzodi 1600 euro mi pare conveniente ri-spetto ai prodotti concorrenti in assolu-to, ovvero senza considerare il valoreaggiunto dato dalla serie limitata a 100esemplari numerati, che è facile imma-ginare farà di questa testina un oggettodi culto molto ricercato dai collezioni-sti.Non sappiamo molto degli sviluppi fu-turi, le prime notizie ufficiose parlanodel lancio a breve termine di un model-lo completamente nuovo, che utilizzeràun corpo simile a quello NOS ma di di-mensioni leggermente più piccole. Peril momento godiamoci il ritorno nell'a-rena di uno del marchi più leggendaridell'hi-end giapponese.

Marco Benedetti

AUDIOREVIEW n. 320 marzo 2011 85

Il cantilever è in boro da 0,28 mm di diametro.

084-085 AR320 ACLUB Kiseki Blue NOS MB_AClub 28/02/11 18.20 Pagina 85