8
by Yvette Alberti Devlin Canberra missed out on Part 1 of this four- part series of a theatrical representation of the story of Vincenzo Rabito, an almost-illiterate Sicilian man born in 1899 at Chiaromonte. Vincenzo - a born story-teller – at the age of 69 decided to write (actually, type on an old type- writer) his memoirs in a mixture of standard Italian and Sicilian dialect. The result of this daunting endeav- our was a massive diary of 1027 pag- es, now held in a national archive. Actor Stefano Pan- zeri, fascinated by Vincenzo’s story, decided to adapt it and present it on stage. Part 1, presented last year in Sydney and Melbourne, covers Vincenzo’s early life up to WWI; Part 2 covers his life from 1918 to 1943 (including the American landing in Sicily) and was presented in June in Sydney, Mel- bourne and Canberra; Part 3, to be performed in Australia next year, covers the period 1943 to 1968; and Part 4, which will cover the rest of Vincenzo’s life, will follow in due course. 1(:6/(77(5 ,661 %2//(77,12 ,1)250$7,92 &8/785$/( '(, 6,&,/,$1, 'カ$8675$/,$ $ &85$ '(/ COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI SICILIANE 9ROXPH ,VVXH 2FWREHU 6(*8( $ 3$*,1$ INTERVISTA A GIUSEPPE NIBALI GUZZETTA (ultima parte) :DLWLQJ IRU 6WHIDQR 3DQ]HUL DW WKH ,WDOLDQ &XOWXUDO &HQWUH &DQEHUUD *LXVHSSH 1LEDOL *X]]HWWD 6(*8( $ 3$*,1$ TERRAMATTA A WHOLE THEATRE TROUPE COMPRESSED IN ONE MAN Si conclude in questo numero l’intervista al giovane poeta, scrittore e giornalista catanese, figlio d’arte, rappresentante di qualcosa che in Ita- lia c’è da secoli e che non può e non deve esaurirsi: la voglia di sapere, conoscere e trasformare pensieri, emozioni e sogni in parole: la cultura. BENVENUTA! ARRIVATA A CANBERRA LA NUOVA AMBASCIATRICE D’ITALIA Si e’ insediata a Canberra la nuova Ambas- ciatrice d’Italia. Francesca Tardioli, na- ta a Foligno, dopo avere conseguito la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Perugia, ha inziato la carriera diplomatica nel 1991. Al suo attivo vanta nu- merosi incarichi presso delegazioni italiane (a Tirana, Norimberga, Riad, Tripoli) e Organizzazioni Internazionali, dove si e’ occupata di Promozione e Coopera- zione Culturale, Tutela dei Diritti Umani, Af- fari Politici e di Sicurezza. Insignita nel 2014 della onorificenza di Cava- liere Ufficiale dell'Ordine al Merito della Re- pubblica, dal Settembre 2019 e’ Ambascia- trice d’Italia a Canberra. La redazione de Il Ficodindia e tutte le Asso- ciazioni siciliane aderenti al CAS si uniscono alla comunita’ italo-australiana nel porgere alla dottoressa Tardioli il benvenuto in Aus- tralia e l’augurio per un proficuo e produtti- vo lavoro. 6(*8( $ 3$*,1$

TERRAMATTA BENVENUTA! · La redazione de Il Ficodindia e tutte le Asso-ciazioni siciliane aderenti al CAS si uniscono alla comunita’ italo-australiana nel porgere alla dottoressa

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Page 1: TERRAMATTA BENVENUTA! · La redazione de Il Ficodindia e tutte le Asso-ciazioni siciliane aderenti al CAS si uniscono alla comunita’ italo-australiana nel porgere alla dottoressa

by Yvette Alberti Devlin

Canberra missed out on Part 1 of this four-part series of a theatrical representation of the story of Vincenzo Rabito, an almost-illiterate Sicilian man born in 1899 at Chiaromonte. Vincenzo - a born story-teller – at the age of 69 decided to write (actually, type on an old type-writer) his memoirs in a mixture of standard Italian and Sicilian dialect. The result of this

daunting endeav-our was a massive diary of 1027 pag-es, now held in a national archive. Actor Stefano Pan-zeri, fascinated by Vincenzo’s story,

decided to adapt it and present it on

stage. Part 1, presented last year in Sydney and Melbourne, covers Vincenzo’s early life up to WWI; Part 2 covers his life from 1918 to 1943 (including the American landing in Sicily) and was presented in June in Sydney, Mel-bourne and Canberra; Part 3, to be performed in Australia next year, covers the period 1943 to 1968; and Part 4, which will cover the rest of Vincenzo’s life, will follow in due course.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI SICILIANE

INTERVISTA A GIUSEPPE NIBALI GUZZETTA (ultima parte)

TERRAMATTA A WHOLE THEATRE TROUPE COMPRESSED IN ONE MAN

Si conclude in questo numero l’intervista al giovane poeta, scrittore e giornalista catanese, figlio d’arte, rappresentante di qualcosa che in Ita-lia c’è da secoli e che non può e non deve esaurirsi: la voglia di sapere, conoscere e trasformare pensieri, emozioni e sogni in parole: la cultura.

BENVENUTA! ARRIVATA A CANBERRA

LA NUOVA AMBASCIATRICE D’ITALIA Si e’ insediata a Canberra la nuova Ambas-ciatrice d’Italia. Francesca Tardioli, na-ta a Foligno, dopo avere conseguito la Laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Perugia, ha inziato la carriera diplomatica nel 1991. Al suo attivo vanta nu-merosi incarichi presso delegazioni italiane (a Tirana, Norimberga, Riad, Tripoli) e Organizzazioni Internazionali, dove si e’ occupata di Promozione e Coopera-zione Culturale, Tutela dei Diritti Umani, Af-fari Politici e di Sicurezza. Insignita nel 2014 della onorificenza di Cava-liere Ufficiale dell'Ordine al Merito della Re-pubblica, dal Settembre 2019 e’ Ambascia-trice d’Italia a Canberra. La redazione de Il Ficodindia e tutte le Asso-ciazioni siciliane aderenti al CAS si uniscono alla comunita’ italo-australiana nel porgere alla dottoressa Tardioli il benvenuto in Aus-tralia e l’augurio per un proficuo e produtti-vo lavoro.

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2 Il Ficodindia

- - -

Jalari sorge, su un colle di pietre,

tutte scolpite dalla mano di un uomo,

l’artista volle, regalare al mondo

tutti quei sogni, che realizzo’

c’e’ il Parco Museo, di immenso splendore,

con l’antiquariato del tempo che fu.

(Ritornello ….)

Jalari, importante collina,

Che la famiglia Pietrini immortalo’

da croce Maloto domina il panorama

di Caldera’- di Gala e di Barcellona.

Lassu’ la storia, ci lascio’ la sua impronta,

in alto a Sud-Est c’e’ il colle del Re,

proprio di fronte emergenti sul mare

le meraviglie del Dio dei venti.

Jalari immortale, fa sentire la brezza,

protagonista di una vera realta’

Orch…e’ Saracena?….E’ Normanna?

No! Jalari e’… Siciliana!!!!

“Jalari”

-

-

- -

SICILIAN ASSOCIATIONS’ CALENDAR OF EVENTS FOR 2019

30th November 2019 - Associazione Palazzolo Acreide

“Christmas Annual Ball” - presso Ass. Napoletana Leicharddt

I N S I D E T H I S I S S U E : S O M M A R I O

Oltre l’identità - di Luigi de Luca 3

Intervista a Giuseppe Nibali Guzzetta 4

A whole theatre troupe compressed in one man Terramatta Part II - by Yvette Alberti Devlin 5

Erba di Casa Nostra Catania, la misura del tempo 6

Stupori d’equinozio dal Castello di Cerami - di Carmelo Loibiso 7

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Il Ficodindia 3

IL PESTO DI PISTACCHIO-

-

OGNI MERCOLEDÌ MATTINA DALLE ORE 9 ALLE ORE 10.30 SU RETE ITALIA

Spazio Giovani”. Continua il consueto appuntamento con Paolo Rajo, Marco Zangari del Co.As.It.

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Luigi De Luca

“Il rispetto e l'amore per la cultura e le tradizioni della propria terra sono radici da cui l'individuo attin-ge linfa e forza, essenziali per la crescita personale e della comunità in cui opera e vive. L'arricchimen-to interiore che scaturisce da questo vincolo è sicuramente reciproco”.

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Il pesto di pistacchio

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scenza, vogliono essere sconvolti solo per poi potersi rituffare a capofitto nella loro routine. Hanno cuori grandi, corpi pronti per la vita. Per questo credo che oggi sia imprescindibile una presa di coscienza generazionale: dob-biamo dare loro una speranza. Non la spe-ranza vana, astratta, ma la vera ostinata ri-cerca del bene morale, senza questa ricerca l’umanità diventa formicaio impazzito e igno-rante, e l’ignoranza, come scriveva Melville, è madre della paura. Perciò, e qui ritorno al discorso fatto prima, solo agendo sul cancro della nostra metafora, solo agendo sulla Sici-lia c’è speranza per l’Europa. Mi spiego me-glio: solo architettando un modello di svilup-po sicilianista (sviluppo che io immagino cul-turale prima che industriale, sociale e uma-no, prima che economico) questa nostra terra potrà superare la sua crisi, in piedi ormai (diciamolo) da più di due secoli. La nostra terra è stata, e qui Sciascia mi ma-ledirebbe, un piccolo capolavoro di integra-zione e sviluppo: qui le corti europee, prima delle corti europee, qui lo Stato, prima dello stato, qui democrazia e tirannide prima della loro archiviazione terminologica, qui la socie-tà multietnica, prima della sua vuota ripeti-zione capitalistica. Tutto questo è già stato, solo che lo abbiamo dimenticato, per questo abbiamo paura. Quali progetti per il prossimo futuro? Sto lavorando moltissimo per il giornale che dirigo: midnightmagazine.org. Stiamo cercan-do di andare oltre il contenitore culturale e oltre la rivista. Stiamo provando a trasfor-marci in un gruppo editoriale composito e completo sfruttando le grandi armi del nostro tempo (internet, il self-publishing, i social network) senza dimenticare l’incontro con la comunità dei lettori e la nostra missione pri-maria che è l’approfondimento culturale. Dall’altro lato sto lavorando a una raccolta a cui ho già dedicato cinque anni, e che vorrei licenziare solo quando sarò pienamente sod-disfatto, si intitola Scurau, ed è il canto di una comunità in cammino, l’esodo, se voglia-mo metterla così, della mia gente. Ma questo che ho scelto, come sanno bene gli uomini siciliani, è un lavoro di pazienza e vergogna.

Chi ti ha ispi-rato e chi ami ancora oggi leggere o come sosteneva Ro-bin Williams per quanto ri-guarda la poe-sia, assapora-re?

Mi chiedi di raccontarti l’amore. Ho letto tan-tissima poesia, tanto che ultimamente mi vie-ne davvero difficile dedicarmici, soprattutto per quanto riguarda quella italiana, quella dei vivi. Sicuramente il ‘900: Luzi, Caproni, Montale, Pasolini, Fortini, Giudici, Quasimo-do, per dirli in ordine sparso. Ma anche i con-temporanei, Ceni e De Angelis, soprattutto, o i fratelli maggiori, su tutti Tommaso Di Dio, con cui curo alcuni interessanti progetti a Milano, e Bernardo Pacini. Per quanto riguar-da gli stranieri Eliot e Pound, Kavafis, Pes-soa, Walcott, Borges, Milosz, Brecht, Hugo, nelle poesie francesi mai tradotte in italiano. Un pantheon molto ampio, di cui sarebbe im-possibile parlare in modo compiuto in questa sede. Ti dico però che la traccia è sempre la stessa: una poesia lirica che non rinuncia all’epos, che non rinuncia al racconto vetero-testamentario della grande nazione umana, del popolo. Ogni poesia, ogni poetica, deve per me mirare alle stelle, a rifare Dante, a ri-fare Virgilio, a rifare Omero. Poeta è chi sente la commozione dell’elemento umano. Cosa credi, da giovane ma già navigato in-tellettuale italiano, che si dovrebbe fare nel paese per far cambiare le cose dal pun-to di vista culturale? E cosa senti per la Sicilia in particolare? Sono convinto che bisogna leggere molto, stu-diare molto. Bisognerebbe dare ai nostri ra-gazzi una prospettiva di libertà che sia diver-sa da quella contemporanea. I giovani, i bam-bini non aspettano altro che affetto e cono-

4 I l F i c o d i n d i a

INTERVISTA A GIUSEPPE NIBALI GUZZETTA

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I l F i c o d i n d i a 5

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A WHOLE THEATRE TROUPE COMPRESSED IN ONE MAN Stefano Panzeri in Canberra - Terramatta part II

-

- -

Stefano Panzeri as Vincenzo Rabito

Yvette Alberti Devlin

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6 I l F i c o d i n d i a

CATANIA - LA MISURA DEL

-

ERBA DI CASA NOSTRA - a cura della d’ArteTeatrale CURIOSITA’, MITI, LEGGENDE E RACCONTI

Carissimi lettori! Bentornati alla nostra rubrica: “ERBA DI CASA NOSTRA” Curiosità, Miti, Leggende e Racconti - ideata per coinvolgervi nella redazione del nostro giornalino e far conoscere e condividere tradizioni, usanze, feste, luoghi, monumenti, spesso associate a miti, leggende, favole e racconti non comunemente men-zionati nei libri d’arte, di favole o nelle riviste di turismo. Inviate per email i vostri racconti, curiosità’, storie ormai dimenticate a: [email protected] o a [email protected] Grazie alla Bottega d’Arte Teatrale, curatrice di questa rubrica, i vostri lavori, scritti in Siciliano, Italia-no o Inglese, saranno vagliati, valutati e pubblicati in base alla loro originalità.

supervisione del geometra Michele Trobia, esperto di gnomonica e progettista di meri-diane e orologi solari, fu inaugurato dall’ar-civescovo metropolita mons. Salvatore Gri-stina, davanti a un folto e qualificato pub-blico di studiosi, astronomi e cultori di gno-monica e semplici cittadini. Collocato origi-nariamente nell’atrio del Palazzo Arcivesco-vile, il qua-drante sola-re di Padre Franco fu dopo qual-che tempo inspiegabil-mente ri-mosso dalla sua parete e i fram-menti mar-morei ac-c an ton a t i ignobilmen-te per terra nello stesso cortile.

MUTTI SICILIANI

- Ci dissi la vacca a lu voi ognunu sapi l’affari soi - Doppu lu cantu veni lu chiantu; ddoppu lu scialu scuntintizza - Lu suli nun si pò ammucciari cu la riti - Conzula comu vo,. sempri cucuzza è! - Cu avi la manu lorda, quannu lava, sempri allorda

Sette anni fa, dopo 82 anni di colpevole ab-bandono, con i frammenti marmorei dimen-ticati in un angolo del cortile, tornava a funzionare, su una parete della corte del Palazzo Arcivescovile di Catania, un auten-tico gioiello della gnomonica ottocentesca: il restaurato orologio solare di Salvatore Franco (fig. 1), il sacerdote-scienziato nativo di Biancavilla (nacque nel 1868 e morì a Trieste, nel 1934) autore tra l’altro del “Calendario Perpetuo Meccanico”, un inge-gnoso strumento premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, oggi esposto al Museo Diocesano di piazza Duomo a Catania (fig. 2). Dopo mesi di paziente e certosina opera di ricostruzio-ne e restauro conservativo, sotto l’attenta

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I l F i c o d i n d i a 7

CERAMI.

Una salita pre-

miata con

un’alba mozza-

fiato vista dalla

cima del ca-

stello di Cera-

mi, svettante a

ben 1.100m

s.l.m.

Gli occhi sono

sgranati all’oriz-

zonte, in attesa delle prime luci del giorno,

finché non esplode quell’alba attesa che con

scienza dottrinale era stata già preavvertita

dal prof. Ferdinando Maurici, archeologo di

fama internazionale.

Lo spettacolo che ci aspetta è unico, sor-

prendente ed emozionante.

Il tempo di tirare fuori le macchine fotogra-

fiche e lo spettacolo comincia:

l’orizzonte e la valle s’illumina-

no, le luci e i colori sono mera-

vigliosi, vale la pena immortala-

re la scena.

A descrivercela è proprio il prof.

Maurici, già Professore di Ar-

cheologia Cristiana e Medievale

all’Università di Bologna, che

da anni conduce ricerche sui

monumenti archeo-astronomici

siciliani insieme al vicepresi-

dente nazionale dei Gruppi Archeologici d’Ita-

lia Alberto Scuderi e con la “alta sorveglianza”

a distanza dell’unico cattedratico in Italia di

Archeoastronomia, il Prof. del Politecnico di

Milano Giulio Magli e dell’astrofisico dell’Os-

servatorio di Brera Elio Antonello, Presidente

della Società Italiana di Archeoastronomia.

“Il cielo si è illuminato d’immenso a Cerami

nelle albe equinoziali dei giorni appena pas-

sati, descrive il prof. Maurici. Sulla rupe dei

ruderi del castello che domina dall’alto il pae-

se, esistono da sempre resti di ambienti sca-

vati nella roccia. Due di essi, uno più in alto,

l’altro a quota leggermente inferiore, sono for-

niti di due aperture che guardano il cielo.

La finestra a quota più alta dà il benvenuto a

Cerami a chi giunge dalla parte di Nicosia,

con l’azzurro del frammento di cielo che in-

cornicia.

Stupori d’equinozio dal Castello di Cerami di Carmelo Loibiso

La finestra più’ alta

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8 Il Ficodindia

zio, alba nuvolosa e sole invisibile. Il 22 il cielo

illude ma si copre a pochi minuti dall’alba. Il 23

(il numero della fortuna!) è stato possibile foto-

grafare il disco solare appena sorto all’interno

dell’apertura più in basso”. Le due aperture

nella roccia al castello di Cerami sono in realtà

due indicatori, uno equinoziale e l’altro solsti-

ziale”.

Che meraviglia, che spettacolo ! Emozioni e in-

dimenticabili.

Ora non ci resta che attendere la condivisione

dei prossimi appuntamenti con il Sole per ulte-

riori e successive verifiche, in coincidenza con il

solstizio d’Inverno (21 dicembre) e l’equinozio di

Primavera (fra il 19-21 marzo del 2020).

CARMELO LOIBISO

CONTINUA DA PAGINA 7

Due semplici aperture delle architetture ru-

pestri del castello, così si riteneva sino a

pochi giorni fa. Fino a quando –dice l’esper-

to e noto archeologo– esaminando più at-

tentamente il sito, ho dato una lettura ben

più precisa e dettagliata dei fori sopra de-

scritti, misurando con la bussola l’azimut,

cioè l’angolo con il Nord, dell’asse dei due

fori nella roccia del castello: uno è orientato

a 90°-270°, l’azimut delle albe e dei tramon-

ti equinoziali; l’altro a 120°-300°, l’azimut

dell’alba al solstizio d’inverno e del tramon-

to al solstizio d’estate”.

Restava la verifica de visu. “Il 21 settembre

– riferisce ancora il docente di Archeoastro-

nomia, prof. Maurici – giorno dell’equino-

Stupori d’equinozio dal Castello di Cerami

La finestra piu’ in basso

Il Castello visto dalla statale