32
Tutti gli espositori Le chitarre di Donato Begotti Ricordando Roberto Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo Ufficiale Associazione Dismamusica - Anno VIII n. XXIX - Direttore Resp. Gianni Cameroni

Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

  • Upload
    others

  • View
    13

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

Tutti gliespositori

Le chitarre diDonato Begotti

RicordandoRoberto

Supp

lem

ento

edi

toria

le a

DIS

MAM

USIC

A M

AGAZ

INE

- Or

gano

Uffi

cial

e As

soci

azio

ne D

ismam

usic

a -

Anno

VIII

n. X

XIX

- Di

rett

ore

Resp

. Gia

nni C

amer

oni

Page 2: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una
Page 3: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una
Page 4: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una
Page 5: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

�Second Hand Guitars 28

SHG 28

Speciale Catalogo SHG 28

Supplemento editoriale a Dismamusica MagazineAnno VIII - numero 29 (Giugno 2006)Redazione: S&G Partners srl Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MItel 0362 583672 - fax 0362 544356 - e-mail [email protected] Responsabile: Gianni CameroniProgetto grafico e impaginazione: S&G PartnersStampa: Centro Arti Grafiche - Fino Mornasco (CO)

S ommario

6 EDITORIALEAlberto Biraghi - Gianni Cameroni

8 RICORDANDOROBERTOAlberto Biraghi

10QUATTRO CHIACCHIERE CON DONATO BEGOTTICristiano Cameroni

12 ALLA CHITARRACON METODOCristiano Cameroni

16TEMPO DIANNIVERSARISilvana Antonioli

19 IN VISITA A SOAVEGianni Cameroni

20APPUNTI DASARZANAAlessio Ambrosi

21 A SHGE OLTRE...A cura della Redazione

FB800 - Chitarra semiacustica a cassa cava

Top: acero figurato (”Quilted”)Fondo e Fasce:

acero “Birdseye” maculatoTop Binding: Abalone Back Binding: Acero

Manico: Acero Tastiera: Palissandro

Inserti: Abalone Stile: Veneziano

Meccaniche: Grover Imperial Vintage Gold

Pick up: 2 Humbucking “Cool Blue” (Alnico)

2 Volumi e 1 Tono Ponte: Tremolo

“Tune-o-Matic” Gold 22 tasti scala 25,5”

Vintage Sunburst

FB400 - Chitarrasemiacustica a cassa cava

Top: Acero fiammato (”Flamed”)Fondo e Fasce: Acero fiammato

Top Binding: AbaloneBack Binding: Avorio

Manico: Acero Tastiera: Palissandro

Inserti: Abalone Stile: Fiorentino

Meccaniche: Grover Imperial Vintage Gold

Pick up: singolo “Humbucking” (Ceramico)

1 Volume e 1 Tono Ponte: “Tune-o-Matic”

Gold 22 tasti scala 25,5”Vintage Sunburst

FB- 700 Chitarra semiacustica a cassa cava

Top: acero fiammato (”Flamed”) Fondo e Fasce: acero fiammato

Top Binding: Abalone Back Binding: Acero

Manico: Acero con binding Tastiera: Palissandro

Inserti: Abalone Stile: Veneziano “f” Meccaniche: Grover

Imperial Vintage Gold Pick up: 2 Humbucking “Cool Blue” (Alnico 2)

2 Volumi e 1 Tono Ponte: Stop tail

“Tune-o-Matic” Gold 22 tasti scala 25,5”

Honey Burst Blue Flame Vintage

Vintage Sunburst

SHG 85X275 29-05-2006 16:07 Pagina 1

Page 6: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

� Second Hand Guitars 28

Editoriale

Q uando Alberto mi ha detto della scomparsa di Rober-to Pistolesi, ho balbetta-

to qualcosa di banale. Non si trovano mai le espressioni più appropriate quando servono: ma forse era più ap-propriato balbettare il proprio sgo-mento e lasciar perdere le formalità di una bella frase.Poi, Alberto mi ha fatto sapere che comunque tutto sarebbe continuato, all’insegna del ricordo di un amico, nella comune passione per la musica e la chitarra.E quindi eccoci qui con quello che si sta trasformando in una piccola tradizione: il Catalogo SHG, distribuito a chi entra al-l’Alcatraz e a tutti i lettori di Dismamusica Magazine.Anche questa volta vi proponiamo una serie di interventi che nascono intorno alla chitarra, con un ricordo di Roberto Pi-stolesi a firma di Alberto Biraghi, due interviste (una a Dona-to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una piccola (ma dovero-sa) celebrazione dei sessant’anni di Fender corredati da un piccolo box dove si celebrano anche i cinquant’anni di Aria.Curioso l’esito di questi due anniversari sulla produzione di chitarre celebrative: Fender ha immesso sul mercato una se-rie di prodotti che hanno un piccolo brillante incastonato nella paletta (a sottolineare le nozze di diamante con il mer-cato, cioè i 60 anni di vita), mentre Aria ha presentato due modelli “not for sale” (ma costosissimi...) interamente rico-perti da una sottile lamina d’oro (a ricordare, appunto, le nozze d’oro con il mercato, vale a dire 50 anni di vita).Il richiamo di questa edizione va però al di là degli anni-versari. La grande area dedicata alle “creature” di Pistolesi sarà certamente uno dei punti di maggiore richiamo di que-sta giornata, ma non bisogna dimenticare che, intorno, c’è tutto SHG, un appuntamento al quale partecipano operatori appassionati e specializzati, che fanno convogliare sull’Alca-traz l’Universo Mondo della chitarra, con strumenti, amplifi-catori, accessori, pedali, componenti, parti costruttive, e via discorrendo, per il pieno appagamento anche dei collezioni-sti e degli appassionati più esigenti.Poi, alla sera, ci daremo appuntamento ad altre manifesta-zioni: ancora SHG a Novembre, come tradizione, e il Salone della Musica a primavera.A proposito: lo sapevate che il Salone si sposta a Milano? Si chiamerà MEET (Music, Events and Entertainment Technolo-gies) e si svolgerà nella nuovissima Fiera di Rho-Pero dal 5 all’8 maggio 2007...

Gianni Cameroni

GIUGNO 2006

U na premessa importante: questa edizione di SHG stava per essere annullata.

Abbiamo riflettuto a lungo, dopo la notizia dell’improvvisa morte di Roberto Pistolesi, sul da farsi. Per qualche ora abbiamo pensato che non ce l’avremmo fatta a continuare

come nulla fosse con le telefonate, l’organizzazione degli eventi, i bilanci e la burocrazia, tanta era la tristezza che ci portavamo dentro. Poi abbiamo stretto i denti e abbiamo pensato una cosa forse banale, ma vera (“a Roberto farebbe più piacere sapere che noi siamo comunque qui in mezzo alle chitarre”) e abbiamo deciso di andare avanti, sia pure con fatica, di continuare. Ma potevamo farcela solo ribaltando la normale programmazione e trasformando questo appuntamento estivo (che eccezionalmente si svolge a Milano per l’indisponibilità della Mole di Ancona per restauri) in un omaggio vivente a Roberto Pistolesi e a quanto di grandioso il nostro amico scomparso ha significato per il mondo della chitarra.Così abbiamo rinunciato a vendere un grande spazio espositivo al centro della sala, per allestire una zona dedicata a lui, all’interno della quale la comunità degli Accordiani si possa dare appuntamento per rendere omaggio a Pistolesi ricordandolo, parlando della sua vita, dei suoi strumenti, dei suoi insegnamenti, del suo impegno per la musica e per SHG. Ci saranno alcuni dei suoi pezzi più antichi, il secondo The Mojo Amp costruito (che è anche il primo dotato di riverbero), i suoi Mojo Drive e varie Spacecaster. Al momento di andare in stampa la comunità è impegnata a recuperare chitarre, amplificatori ed effetti costruiti da Roberto, con l’idea di allestire una mostra che possa dare un’immagine chiara della sua straordinaria abilità di liutaio e al contempo della sua grande umanità. Per il resto, tutto come da copione. L’edizione estiva di SHG è un po’ più... intima di quella invernale, ma non manca di offrire grandi spunti di interesse. In questo senso, crediamo che la mostra di strumenti d’epoca accostati ad altrettante rarissime biciclette da collezione costituisca un’attrattiva per un pubblico che di anno in anno si fa più grande e affezionato.Dunque un SHG un po’ meno “caciarone” del solito, ma ricco di valore e contenuti, per trascorrere assieme un’ultima domenica di chitarra prima delle sospirate vacanze.

Alberto Biraghi

Page 7: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una
Page 8: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

8 Second Hand Guitars 28

R oberto Pistolesi

I nvece era proprio così, a rendere ancora più ter-ribile la sua prematura

scomparsa. Chi scrive ha co-nosciuto Leo Fender e può af-fermare che l’approccio allo strumento di questi due per-sonaggi era esattamente lo stesso. Pragmatico, consa-pevole, rigoroso, come dico-no gli anglosassoni “no frills”. L’approccio delle persone che sanno usare la loro intelli-genza emotiva per fare gran-di cose.

L’INIZIO DEL CAMMINOTutto nacque a fine anni ’70, quando l’allora trentenne Ro-berto decise che con la sua luccicante The Strat (chi se la ricorda? È la chitarra con cui Fender avviò il lento cammi-no di ritorno alla qualità) non

riusciva neanche ad avvici-narsi ai suoni dei suoi adorati Shadows. Era bastato poco per scoprirne i limiti di progetta-zione e le magagne costrutti-ve, ma – a differenza di molti che se non sono soddisfatti di

una chitarra la vendono e ne comprano un’altra – Roberto decise di costruirsela, parten-do dall’idea che il nipote di un falegname coi fiocchi com’era suo nonno, avrebbe avuto vita abbastanza facile.

ALLA RICERCADEL SUONO GIUSTOPer 15 anni Roberto ricer-cò “quel” suono, quello della Fender Stratocaster rossa che riteneva aver estratto i suo-ni degli Shadows dalle abili mani di Hank Marvin. Studiò e studiò e sperimentò. Spul-ciò i dettagli delle poche foto d’epoca della Fender Factory di Fullerton per scoprire qualche dettaglio costrutti-vo, mandò a memoria il libro di Forrest White, parlò con chiunque potesse dargli in-formazioni sulle sue amatis-sime “Fende” (rigorosamente senza la “r” finale, in toscano doc, così come per lui le chi-tarre elettriche montavano dei “picuppe”). E finalmente arrivò a costruire alcune delle più belle (addirittura miglio-

Roberto Pistolesi era un genio, ma era anche molto di più. Per noi che abbiamo avuto il privilegio di averlo come amico è una affermazione quasi normale, “sai che novità”, ma per il resto del mondo può sembrare un’affermazione sconcertante.

Page 9: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

�Second Hand Guitars 28

ri degli originali secon-do molti, incluso chi scrive che di chitarre ne ha vi-ste un bel po’) repli-che delle Stratoca-ster de-gli anni ‘50 e ‘60 a cui assegnò un nome ormai diventato storia: “Spacecaster”.

LA SPACECASTERLa vedi da lontano e sembra una Stratocaster come le al-tre, con quella paletta picco-la che strizza l’occhio a un passato glorioso e i colori di sogno dell’epoca surf. Poi la prendi in mano e scopri un mondo. Anche perché la Spa-cecaster è un pezzo di te, che - come un figlio - hai visto nascere e crescere a partire da un blocco di legno. Face-va così Pistolesi: dopo averti ammesso al privilegio di po-terne custodire una, ti invi-tava a Santa Croce sull’Arno, proprio accanto a Fucecchio, e cominciava a sciorinarti di fronte dei blocchi di legno bellissimi, frassino e onta-no con venature da poesia, che metteva in evidenza ba-

gnando appena la su-perficie. Quello

sarebbe diven-tato il corpo.

Poi passava a straordi-nari paral-lelepipedi lunghi e stretti di

acero fiam-mato o

occhio di per-nice per il ma-

nico, al palissandro per le tastiere. Tutto veni-

va soppesato, osservato, ac-carezzato e picchiettato con un martelletto per sentirne il suono, in un rito voo-doo che durava fino al momento in cui capivi che “quella” era la tua chitarra. Poi si sceglie-vano colori, pick-up, hardware e tutto ciò che o c co r r e va , assieme a tantiss ima p a z i e n z a , per arriva-re al giorno in cui tornavi a Santa Croce per ritirare la tua Spa-cecaster. Credete, quello era un momento magico. Chi scrive chiese a Roberto una copia esatta della sua Stra-tocaster classe 1956, arrivata

a valutazioni troppo illogi-che per poter essere portata in giro, ma ritenuta inegua-gliabile per suoni e suonabi-lità. Erano conti fatti senza l’oste. L’aspettativa era per una replica, Pistolesi trasfor-mò l’originale del 1956 in re-plica della sua chitarra, che tanto è bella e suona bene da poter essere definita ope-ra d’arte.

L’EREDITÀ DI ROBERTOQuello che Roberto Pistole-si lascia, oltre a pochi stru-menti di valore inestimabile, è l’esempio del suo metodo di approccio alle cose, un’at-titudine a guardare la realtà sempre da un punto di vista diverso e più alto, per scor-

gerne i dettagli che agli altri sfuggo-

no. Quante vol-te è comparsa quella sua smorfia fur-ba, quan-do il grande esperto di

turno gli mo-strava una

chitarra “assolu-tamente originale”

che lui smascherava in un istante, da uno dei mille se-gnali che solo lui conosceva e che purtroppo perdiamo, as-sieme al suo sorriso. •

Ho conosciuto personalmente Ro-berto Pistolesi ad Ancona duran-te un incontro-convegno patrocinato da Accordo che si tenne il giorno pri-ma dello svolgimento di SHG 25 (30 maggio 2004). Eravamo in uno dei locali della Mole, con le volte a bot-te e la finitura a mattoni a vista. Par-lammo in molti: di mercato, di futuro, di chitarre e di ruoli, mettendo in di-scussione filosofie distributive e scelte di campo, e molto altro ancora. Mo-deravano Stefano Tavernese (Chitar-re) e Piero Chianura (allora SM, oggi InSound) ed erano presenti liutai, im-portatori e distributori, rivenditori e il sottoscritto, come portavoce del-l’Associazione Dismamusica.Poi prese la parola Roberto Pistole-

si, che per tutto il tempo aveva ascol-tato con una certa irrequietudine nelle mani, sempre in movimento, e negli occhi, mobilissimi e decisamen-te espressivi. E disse una cosa che non c’entrava nulla con tutto quello che si era messo sul tavolo: ma era sempli-cemente la cosa più importante. Disse pressapoco: “Insomma! Si è parlato di tutto e di nulla in questo pomerig-gio. E si è detto del mercato e di tante altre cose. Ma solo due di voi hanno citato la cosa che ci ha chiamati qui oggi a chiacchierare del nostro pas-sato e del nostro futuro: la Musica. Dobbiamo ricordarci sempre che se siamo qui è alla Musica che dobbia-mo fare riferimento...”.Grazie, Roberto, per quel richiamo.

E per quel tono speciale con cui pro-nunciavi la parola “Musica”, con la “h” al posto della “c”, e con un gran-de, immenso sorriso interiore amman-tato di profondo rispetto.

Gianni Cameroni

“...Eri la bussola della mia passione piu’ grande. Come te ne ho conosciuti davvero pochi. Grazie di tutto.”

“...Grazie infinite, spero di incontrarti in qualche modo, magari in una tua

creatura.”

“...Resterà per me indelebile il ricordo di lui al suo workshop dell’ultimo SHG... Bravura e dignità incredibili assumono oggi, alla luce della malattia di cui ne apprendo ora, un valore ancora più straordinario...”

“Sono commosso. Non solo perché ricordo un

uomo buono, gentile e sorridente, non solo perché so che non lo

incontrerò più su questa Terra, ma perché i

commenti che leggo raccontano di un uomo

che si è fatto amare anche da chi non lo conosceva di persona. E questo mi

sembra una grande cosa, che mi dà la certezza che

tutti noi siamo fattiper cose grandi.

Buon viaggio, Roberto!”

Page 10: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

10 Second Hand Guitars 28

Il personaggio

I ncontrare Donato Begotti non è stato facilissimo. L’agenda del bion-do chitarrista è infatti fittissima; e

fra lezioni, clinics, concerti e sessions in studio che lo portano da una parte al-l’altra d’Italia, trovare una mezz’ora per chiacchierare del più e del meno può di-ventare un compito arduo.Ma, come si dice, chi la dura la vince... e alla fine, fra un concerto e una demo in quel di Caserta, siamo riusciti a incon-trarci per parlare di SHG.

UNA GRANDE EMOZIONE“Ogni volta che attraverso i cancelli di Second Hand Guitars” esordisce Dona-to “provo un’emozione grande. È qual-cosa che ti fa battere forte il cuore, è un appuntamento al quale ci si presenta come ad un incontro fra vecchi amici. Questo, per quanto mi riguarda, accade in modo particolare per le edizioni di Milano, perché la mag-gior parte dei miei ami-ci è proprio di qui e tutte le volte ci ritroviamo, io a suonare e loro ad ascoltare –o viceversa.“

CC: “Sono performance del tutto par-ticolari...”DB: “Decisamente. Però devo dire che, al di là di quella che è la mia esperienza, Second Hand Guitars è un appuntamen-to che è comunque in grado di comu-nicare emozioni fortissime a qualsiasi

persona innamorata della chitarra. Vo-glio dire... non esiste niente di simile in Italia, e anche all’estero non mi è pra-ticamente mai capitato di imbattermi in manifestazioni come questa. E credo che di questo debba essere dato atto ad Alberto Biraghi e ai suoi più stretti col-laboratori. Loro sono stati capaci di in-ventarsi una cosa del tutto nuova, senza copiare da altri.”

CC: “Fra l’altro, SHG è un evento che funziona benissimo...”DB: “Altroché! Ormai è una vera e pro-pria istituzione per il popolo dei chitar-risti; ed è una istituzione per la quale siamo tutti riconoscenti a chi, insieme ad Alberto, l’ha inventata.”

CC: “Tornando alla tua espe-rienza, c’è qualche aneddo-

to in particolare che ricordi con particolare... emozio-ne?”DB: “Assolutamente sì. E non è neanche troppo lontano, perché risale alla

penultima edizione mila-nese. Ricordo che tenevo una

piccola clinic su alcuni fraseg-gi di Eddie Van Halen –e si vede che

l’argomento era decisamente “centra-to”, perché ricordo con precisione che, non appena io sono salito sul palco, l’in-tero pubblico dell’Alcatraz si è riversato di fronte a me! Credimi, è stata davvero un’emozione fortissima...”

PARLANDO DI DIDATTICACC: “Mi ricordo di quel tuo intervento. Io ero proprio in mezzo a quel pubblico, e sono rimasto molto impressionato dal tuo modo di raccontare, con passione e freschezza, anche i dettagli più... acca-demici di un fraseggio musicale. Se non mi sbaglio, parlavi dell’assolo di Beat it, e ti divertivi a suonarlo cominciando da un tempo lentissimo e accelerando progressivamente... e il pubblico, so-prattutto i ragazzi più giovani, ne era letteralmente affascinato. ”DB: “Sì, è vero. Del resto, secondo me il ruolo di chi insegna è proprio questo. Un buon insegnante deve essere capace di schockare l’allievo in senso positivo. Per insegnare bisogna prima di tutto tra-smettere l’amore viscerale per la musica e per lo strumento. Se questo non ac-cade, bastano tre o quattro lezioni per-ché qualsiasi studente perda interesse e motivazione. Sono convinto di questo al punto che, nei miei corsi del Master di Chitarra Rock (corso che inizierà il prossimo ottobre 2006 presso L’Acca-demia del Suono –nuova ed unica sede del mio MCR®), ho adottato una politi-ca del tutto nuova. In due parole: gli al-lievi frequentano per quattro settimane e, a quel punto, se sono soddisfatti pro-seguono negli studi. Viceversa, smetto-no di seguire le lezioni e noi restituiamo loro quello che hanno speso.”

CC: “Notevole... anche se ho l’impressione che, se le lezioni sono tutte come quella

Page 11: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

11Second Hand Guitars 28

Il personaggio

clinic su Van Halen, saranno decisamente in pochi a non essere soddisfatti.”DB: “Ti ringrazio del com-plimento. Fra l’altro, quel-lo che dici fa crescere in me la convinzione che l’appuntamento di Se-cond Hand Guitars do-vrebbe essere preso in considerazione molto più seriamente proprio da par-te delle scuole.”

CC: “In che senso?”DB: “È presto detto. Penso che sarebbe davvero molto interessante se le scuo-le più importanti prendessero a SHG un tavolo a testa. I visitatori della fiera, e in modo particolare i ragazzi, potrebbe-ro così prendere visione dei programmi, dei costi, dell’elenco degli insegnanti... e magari, se la cosa fosse organizzata per bene, potrebbero anche ascoltarli suo-nare dal vivo, a rotazione, su di un pal-co speciale.”

CC: “Una bella idea... una specie di Try before you buy della didattica. Anche questo viene dall’impostazione dei corsi di cui sei coordinatore?”DB: “Sì e no... Voglio dire, normalmen-te chi viene a studiare con me sa già in partenza che cosa lo aspetta –ma l’idea di poter ascoltare in anteprima l’inse-gnante viene soprattutto dalle riflessio-ni sulle esperienze di segno opposto che ho avuto modo di vivere nei miei primi anni da studente!”

CC: “Vuoi dire che c’è qualcuno che è riu-scito a farti annoiare con la chitarra?”DB: “Non esattamente, in realtà mi rife-rivo ad una serie di lezioni private di ar-monia durante le quali l’insegnante non faceva altro che sbadigliare... Fra l’altro, i miei primi passi nella musica non sono stati alla chitarra, ma con le tastiere.”

CC: “E come sei passato alle sei corde?”DB: “È un episodio che si ricollega ad un grande progetto a cui sto lavoran-do in questo periodo della mia vita, per-ciò ci tengo a raccontartelo come si deve... Dunque, come ti ho detto, io mi ero avvicinato alle tastiere, che allora erano soprattutto i grossi modelli Far-fisa. Mio cugino, all’epoca, era un chi-

Si chiama Master di Chitarra Rock© (o, più in breve, MCR) il nuovo grande progetto didatti-co a cui Donato Begotti ha dedi-cato la maggior parte delle pro-prie energie nell’ultimo periodo.Il corso, alla cui struttura Dona-to ha lavorato ininterrottamen-te dal 1993 ad oggi, è diviso in tre annualità ed è riservato a chi vuole fare della chitarra la propria strada professionale.

Accanto al Ma-ster di Chitar-ra Rock, Do-nato segue

personalmente gli allievi del corso RLS - Rhythm, Lead and Sound©. Si tratta di un percor-so didattico riservato a chi non può dedicarsi a tempo pieno allo studio ma desidera comun-que accedere ad un programma di formazione avanzata.Il corso RLS, che è attivo in Ve-neto presso Boschello Strumen-ti Musicali (www.boschello.com) e in lombardia a Cremona presso la Scuola di Musica Pontesound (www.pontesound.it), prevede 8 incontri mensili della durata di due ore e mezzo l’uno.

Il costante impegno nelle attivi-tà didattiche ha portato Donato a pubblicare anche diversi metodi che sono stati accolti con grande entusiasmo dal pubblico italiano.

Il metodo Private Lesson - Rhythm & Lead pubblica-to da BMG, in par-ticolare, è stato esaurito nel giro di pochi giorni, ed è andato incon-

tro a diverse ristampe.Si tratta di un testo particolar-mente stimolante anche solo nell’organizzazione dei contenu-ti. Questi sono infatti struttura-ti in quindici capitoli in rigorosa progressione ascendente e con-tengono esempi musicali in stili e tonalità sempre diversi.

Per ulteriori informazioni sulle attività didattiche di Donato Be-gotti: www.donatobegotti.com

tarrista rockabilly che andava davvero forte, forte, forte... e questo, nel nostro

gergo, voleva dire che era davvero molto bra-vo. Un giorno, nel 1978, lui mi ha venduto la sua Eko Kadett per la ci-fra di 60.000 lire. Ricor-do che era una giornata di pioggia e che andai a prenderla in motorino.”

LA PRIMA CHITARRA...E L’ULTIMA“Fu davvero l’inizio di un grande amore. Con quella chitarra ho cominciato a stu-diare, e da allora non ho mai smesso.”

CC: “Immagino che quello strumento sia un pezzo fondamentale della tua colle-zione...”DB: “Sbagliato! Vedi, Donato ama fare esperimenti; e così quella Kadett è stata più volte verniciata e riverniciata. Poi ci ho messo addirittura un perno, per far-la ruotare –con il risultato che una vol-ta mi sono anche beccato una palettata in faccia! Insomma, per farla breve, alla fine la chitarra non ce l’ha fatta più, e non so neanche che fine abbia fatto.”

CC: “Ti sarai pentito per questo...”DB: “Nella maniera più assoluta. Anche perché la chitarra non è uno strumen-to qualsiasi. È uno strumento da abbrac-ciare, da tenere sul corpo... insomma, se qualcuno la ritrovasse, sarei disposto a sborsare cifre folli per riaverla!”

CC: “Questo ha qualche cosa a vedere con il progetto a cui accennavi poco fa?”DB: “Al cento per cento. Ed è una cosa che mi riempie di emozione, perché va molto al di là di qualsiasi normale lavoro o di qualsiasi logica di business. Pensa: qualche mese fa, a quasi trent’anni da quella giornata piovosa, la Eko ha chie-sto a Donato Begotti di realizzare un modello Signature!”

CC: “Ne sarai orgogliosissimo...”DB: “Orgogliosissimo è dir poco! Per me è come una missione, è una questione di fede... e un doverosissimo tributo alla mia prima chitarra. Che poi, a conti fat-ti, era un vero, meraviglioso strumento... Second Hand!” •

Page 12: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

12 Second Hand Guitars 28

A nniversari

I l 2006 è un anno importante per il mondo della chitarra, perché vede diverse aziende leader mondiali im-

pegnate nel festeggiamento di signifi-cativi anniversari.Fender e Aria, in particolare, hanno de-dicato al rispetti-vo sessantesimo e cinquantesimo an-niversario una serie di strumenti in edi-zione speciale che, naturalmente, sono destinati a passare alla storia...

60 ANNIDI FENDERLa grande avventu-ra Fender comincia nel 1946, pochi mesi dopo la fine della Se-conda Guerra Mon-diale. Il mondo sta per

cambiare radicalmente: viene innalzata la “cortina di ferro”, che codifica la con-trapposizione tra Occidente e stati so-cialisti dell’Europa dell’Est. In Italia il referendum abolisce la monarchia; e per la prima volta votano anche le donne.

Anche per il mon-do della musica il 1946 è un anno di svolta. Nella Ca-lifornia del Sud il trentasetten-ne Clarence Leo-nidas (“Leo” per gli amici) Fender fonda la Fender Electric Instru-ment Company e inizia a co-struire una se-rie di chitarre che cambie-ranno la storia della musica.

CLARENCE LEONIDAS FENDERLeo Fender non era un musicista. Ave-va preso forse qualche lezione di piano-forte e di sax negli anni della scuola, ma nulla di più. Non era nemmeno un liu-taio, né tanto meno un ingegnere. Aveva semplicemente una profonda passione per l’elettronica. Benché si fosse laureato in Economia e avesse iniziato a lavorare come contabi-le per il California Highway Department, aveva poi lasciato quell’attività per se-guire la sua passione naturale e aveva iniziato a occuparsi di riparazione di ap-parecchi radio. Dopo avere costruito il primo amplificatore per strumenti musi-cali, era entrato in contatto con diversi musicisti e così era gradualmente ap-prodato all’idea di produrre chitarre in prima persona. Con la Fender Electric Instrument Com-pany, nel 1946, abbandona infat-ti definitivamente la radio e la piccola elettronica per dedicarsi esclusivamente

di Silvana Antonioli

Page 13: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

13Second Hand Guitars 28

In queste pagine:una immagine pubblicitaria relativa alle primissime Strato; il primo stabilimen-to Fender; una foto di gruppo con Leo Fender (al centro con gli occhiali) at-torniato da collaboratori e musicisti; l’inconfondibile Bob Dylan con una al-trettanto inconfondibile Strato; la Strato del sessantesimo con brillante incasto-nato nella paletta.A pagina 14:la Telecaster del sessantesimo

agli strumenti musicali con pochi fida-ti collaboratori, con i quali affina la sua esperienza e la sua tecnica.

Le sue creazioni Nel 1951 Fender mette in commercio la Broadcaster, il prototipo della chitar-ra a corpo pieno che sarà poi rinomina-ta Telecaster: la prima chitarra elettrica solid-body di tipo spagnolo prodotta di serie. In effetti Fender intuisce prima di altri nel settore l’importanza della pro-duzione in serie degli strumenti musica-li per un emergente mercato di massa. Non a caso, grazie alle sue innovazio-ni in ambito produttivo, viene conside-rato un po’ l’Henry Ford degli strumenti musicali. Sempre nel 1951, l’imprenditore intro-duce sul mercato il rivoluzionario Pre-cision Bass, che per la prima volta consente anche ai bassisti di amplificar-si mentre suonano.L’importanza di questi due strumenti è da vedersi nel fatto che, insieme, get-

tano le basi di quello che oggi de-finiamo rock combo. In sostanza, nell’epoca in cui a fare musica erano esclusivamente le grandi orchestre, quelle alla Glenn Miller per inten-derci, gli strumenti Fender inizia-no a permettere anche alle piccole formazioni di esibirsi. E questo determina natu-ralmente anche un im-portante cambiamento del gusto musicale.Arriviamo così al 1954, un anno fondamenta-le nella storia di Fen-der. Il 1954 è l’anno in cui Bill Haley pubbli-ca la sua famosissi-ma canzone Rock around the clock e Elvis Priesley il suo primo singo-lo That’s all right. È l’inizio del mito del rock. Trascinata dal folgo-

rante esempio delle stel-le emergenti del rock, la nuova generazione en-tra da protagonista nel mondo della musica. E proprio il 1954 è l’an-no di produzione della Stratocaster, che incor-pora molte innovazio-ni studiate sulla base dei suggerimenti dei musicisti, con i qua-li Fender ha sempre un rapporto molto aperto e collaborativo, e dello stesso staff dell’azien-da. Prendono così corpo le inconfondibili carat-

teristiche di uno strumento che praticamente è rimasto immu-tato fino ai nostri giorni: l’ado-

zione di un terzo pickup single coil per ottenere effetti sono-ri aggiuntivi, il body sagomato

e smussato perché la chitarra pos-sa essere meglio “tenuta” dal chi-tarrista mentre suona, l’eliminazione della doppia spalla che consente di raggiungere meglio i tasti delle note più acute, il manico avvitato al cor-po (con un notevole risparmio dei co-sti di produzione rispetto alle chitarre nelle quali il manico era corpo unico con lo strumento) e la tastiera rica-vata direttamente su di esso, e infine la nuovissima leva del vibrato, il pon-te “tremolo”, in origine pensata essen-

zialmente per consentire di curvare le corde e ottenere un suono simile a quello del-la chitarra hawaiana, un suo-

no molto popolare all’epoca, soprattutto tra i chitarristi di musica country.

L’USCITA DI SCENADEL FONDATORENegli anni ’60 e ’70 nasco-no le “Strato” ancora oggi più

apprezzate dai collezionisti: sono quelle progettate e co-

struite sotto la direzione tecni-ca dello stesso Leo Fender, che però, nel 1965, forse per ragioni di salute, forse per permettere alla sua azienda di svi-luppare il proprio impianto industriale e di entrare sul mercato mondiale, vende la società alla Columbia Broadcasting System, una multinazionale apparen-temente interessata a espandersi anche nel settore degli strumenti musicali. Tra il 1965 e il 1971 Leo Fender con-tinua comunque a lavorare come con-sulente del settore Ricerca & Sviluppo della nuova Fender. Quando però l’ulti-mo dei suoi vecchi collaboratori lascia l’azienda per fondare la Music Man e produrre amplificatori, anche Leo Fen-der lo segue. Morirà nel 1991.

Anniversar i

Page 14: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

14 Second Hand Guitars 28

A nniversariLA NUOVA FENDER MUSICAL INSTRUMENTS CORPORATIONIn realtà si ha presto la sensazione che la CBS non intenda valorizzare più di tanto il marchio, per il quale inizia un periodo poco felice, che dura fino a quando, nel 1985, un grup-po di dipendenti e di investitori guidati da Bill Schultz non acquista l’azienda da CBS. E così Fender tor-na nelle mani di un piccolo gruppo di appassionati della musica intenzio-nati a ridare gloria al marchio.Il team della nuova Fender Musical Instruments Corporation riparte da zero –non ha rilevato né stabilimenti né macchinari. Possiede solo i nomi, i brevetti e le parti rimaste a magazzino. Sostenuto da un gruppo di fedeli dipenden-ti, rivenditori e fornitori – alcuni dei quali lavoravano per l’azienda da quando Leo Fender aveva iniziato a co-struire le sue chitarre e i suoi amplificatori – Bill Schultz e i suoi si metto-no all’opera per ricostrui-re un’icona americana. E ce la fanno. Nello stesso anno della fondazione apro-no uno stabilimento a Corona, in Cali-fornia.Poi, nel 1987, ne aprono un altro a En-senada, in Messico. E nello stesso anno, sempre a Corona, aprono il Custom Shop, il regno delle chitarre personalizzate. Nel 1991, la Fender Musical Instruments sposta la sede centrale da Corona (dove rimane lo stabilimento produttivo) a Scottsdale, in Arizona, dove i responsa-bili amministrativi, del marketing, del-la pubblicità, delle vendite e dell’export seguono e coordinano le attività di una rete di produzione e di distribuzione sempre più globale. Il catalogo si allarga a molti nuovi modelli, includendo anche chitarre acustiche, classiche e jazz.E l’azienda infatti si sviluppa sempre più come struttura di vendita e dimensioni. Nel 2005 Bill Schultz si ritira e il suo po-sto viene preso da Bill Mendello, attuale C.E.O. dell’azienda.

Fender oggi Fender oggi produce e distribuisce prati-camente tutto quello di cui un musicista ha bisogno per suonare: dalla chitar-ra alle corde, agli accessori, ai prodotti pro audio, inclusi amplificatori e mixer. È un’azienda leader a livello mondiale, un’azienda i cui prodotti hanno plasma-to la forma stessa del suono, definen-do un nuovo standard nella percezione sonora.

Oggi Fender, che dedica peraltro grande attenzione anche alla formazione musi-

cale dei giovani attraverso programmi di educazione mirati che tiene presso il suo modernissimo Fender Center a Corona, produce fondamentalmente due linee principali, la “Serie Ameri-

can” e la “Serie Standard”: la prima è una serie professionale di qualità più esigente e di costo più elevato, la se-conda è più accessibile ad un pubblico più allargato. E se gli strumenti della prima serie escono dagli stabilimenti statunitensi di Corona, quelli della se-conda arrivano per lo più dal Messico, ma anche dalla Cina, dal Giappone, dalla Corea, dove l’ormai multinazio-nale Fender ha stabilito i suoi insedia-

menti produttivi.Il prodotto più rappresen-tativo della casa rimane comunque sempre la Stra-

tocaster, forse in assoluto la chitarra elettrica più popola-re nella storia della musica: un mito che ha attraver-sato oltre mezzo secolo di storia e di eventi rimanen-do sostanzialmente sem-

pre uguale a se stessa grazie

alle sorprendenti qualità che Leo Fen-der seppe conferirle. Musicisti dediti ai generi più disparati hanno scelto e con-tinuano a scegliere questo strumen-to – anche bello da guardare - per il suo suono, per la facilità con cui si suo-na, per la sua versatilità. Un elenco de-gli artisti che hanno suonato o suonano la “Strato” non può essere che incom-pleto, ma è comunque rappresentativo: Jimy Hendrix, Eric Clapton, Bob Dylan, i Beach Boys, i Beatles, Stevie Ray Vau-ghan, Mark Knopfler, Frank Zappa, Gor-ge Harrison, Bruce Springsteen, gli U2, Sting, i Pooh… Tanti grandi artisti, tanti musicisti pro-fessionisti e tanti semplici appassiona-ti di musica hanno dunque contribuito a fare grande il nome di Fender in que-sti ultimi sessant’anni. Perché Fender ha saputo fare grande la loro musica. Per festeggiare l’anniversario l’azien-da ha messo in distribuzione quest’an-no nuovi modelli particolari delle sue leggendarie chitarre e dei suoi bassi e anche numerosi divertenti e simpatici gadget. Per segnare una nuova, impor-tante tappa di una storia che forse è an-cora solo agli inizi.Ad multos annos, Fender! •

Aria di festa per AriaIl marchio giapponese Aria festeggia cinquant’anni di presenza sul merca-to. Forse non tutti sanno che questo marchio è l’anagramma del fondato-re e Presidente della gloriosa azien-da giapponese (la Arai & Company Inc.): Shiro Arai. Con un anagramma che corrispondeva al termine italiano aria, inteso come composizione melo-dica, Shiro Arai ha decretato il succes-so della sua gamma, che include oggi chitarre elettriche solid body e hollow

body, bassi elet-trici, chitarre acustiche, chitarre classiche, banjo, mandolini e uku-lele, ma anche elettroniche e accessori.

Anche l’elenco degli artisti che hanno suonato e suonano con strumenti Aria è lunghissimo e comprende nomi famosissi-mi: citiamo a titolo di esempio solo Don Wilson, Bob Bogle e Gerry McGee dei Ventures; Gary Nuttal, Fil Eisler, Planet Claire e Alex Dickson della Robbie Williams Band; o anco-ra Jeff Blando, degli Slaugter, o Steve Bailey.Per festeggiare le sue nozze d’oro con la musica, il co-struttore giapponese ha prodotto la chitarra elettrica so-lid body PE-50th e il basso neck-through a quattro corde SB-50th: due modelli (non in vendita) che corrispondono

a due delle serie Aria più prestigiose, per l’appunto la serie PE e la serie SB. PE-50th e SB-50th hanno un particolarissi-

mo e preziosissimo top in acero dorato a foglia d’oro che ri-produce raffinati motivi tradizionali giapponesi.

Page 15: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

Gemmexpert

Enrico Gosmar

C.so Concordia, 6 - 20129 Milano - Tel 02 87388664 - www.insound.it Insound

Via Emilia Est, 885 - 41100 Modena - Tel 059 364114 - www.lenzotti.com Lenzotti

Via Matteotti, 91 - 10073 Ciriè (TO) - Tel. 011 9210227 - [email protected] Liuteria Alverman

[email protected] Liuteria Canova

V.le Cassala, 7/2 - 20143 Milano - Tel 02 58103239 - www.luckymusic.com/ita/ Lucky Music

Via Cesare Battisti, 107 - 01010 Farnese (VT) - Tel. 0761 4580876 - www.masottiamp.it Masotti Guitar Devices

Memo Mormina

[email protected] Mr. T (Alberto Dani)

[email protected] Riccardo Fornasero

Via Vincenzo Monti, 52 - 20017 Rho (MI) - Tel 02 93909372 - www.musicgallery.it Music Gallery

www.crazyparts.de Crazy Parts

Giovanni Occhipinti

Corso di P.ta Ticinese, 3 - 20123 Milano - Tel 02 89429080 - www.prina.it Prina

Salcuni

[email protected] Gottfried Schmid

Giampietro Secco

Via Venezia Giulia, 7 - 20090 Segrate - Mobile 335 442337 - www.venturiniguitars.com Alberto Venturini

C.so Vittorio Emanuele II, 123 - 10128 Torino - Tel 339 762 68 91 - www.vinteck.com Vinteck

Via Salvador Allende, 5/7 - 06024 Gubbio (PG) - Tel 075 92.20.746 - www.cordovabymichelutti.com Cordova Guitars

Via Valdossola 26/G - 40134 Bologna - Tel. 051 434172 - www.creazionisonore.it Creazioni Sonore

Via Bovisasca, 97 - 20157 Milano - Tel 02 3760757 - www.crismusic.it Cris Music s.a.s.

Via Michelangelo da Caravaggio, 174/A - 80125 Napoli - Tel 081 2401434 - www.dalessandroguitars.com D’Alessandro Guitars

[email protected] Dino’s Guitars

Corso Venezia, 49 - 20121 Milano - Tel. 02 7750254.5 - www.dismamusica.it DISMAMUSICA

www.accordo.it Accordo

Amici di Roberto Pistolesi

Via Moricone, 9 - 00199 Roma - Tel 06 86219922 - www.chitarre.com Chitarre

via Cascina Bragosa, 6 - 20060 Pessano con Bornago (MI) - Tel 348 8848873 - www.chitarremancine.com Chitarre Mancine

Tutti gli

ESPOSITORI

www.zizzetope.it Zizzetope

1�Second Hand Guitars 28

Page 16: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

Andrea Q

uartarone - Randall MTS - Wash

burn

X40

Pro

la musica che c’è in teMaster Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI) Telefono 02.95.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - E-mail: [email protected] - www.master-music.it

Gigi Cifarelli - Heritage H 575 Custo

m

Alex Kid Gariazzo (Treves Blues Band) - H

eritag

e H 5

76

Franco Mussida (PFM) - Randall serie

MTS

Patrick Djivas (PFM) - Gallien-Krueger ser

ie A

rtis

t

Patrick Abbate - Washburn N4 Vintage - R

anda

ll se

rie

MTS

Daniele Bagni - Gallien-Krueger serie

Arti

st Co

mbo

Paolo Patrignani - Heritage H 150CM - R

anda

ll se

rie

RG

Page 17: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

Andrea Q

uartarone - Randall MTS - Wash

burn

X40

Pro

la musica che c’è in teMaster Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI) Telefono 02.95.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - E-mail: [email protected] - www.master-music.it

Gigi Cifarelli - Heritage H 575 Custo

m

Alex Kid Gariazzo (Treves Blues Band) - H

eritag

e H 5

76

Franco Mussida (PFM) - Randall serie

MTS

Patrick Djivas (PFM) - Gallien-Krueger ser

ie A

rtis

t

Patrick Abbate - Washburn N4 Vintage - R

anda

ll se

rie

MTS

Daniele Bagni - Gallien-Krueger serie

Arti

st Co

mbo

Paolo Patrignani - Heritage H 150CM - R

anda

ll se

rie

RG

Page 18: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

18 Second Hand Guitars 28

Note di carta

È una tranquilla matti-na di fine maggio quan-do raggiungo al telefono

Antonio Ongarello. La voce pa-cata e il tono disteso con cui il Maestro accetta di rispondere alle mie domande sono il pre-supposto ideale per una con-versazione che ben presto si fa decisamente cordiale. Così, quando gli chiedo quale sia l’ori-ginalità del suo approccio alla stesura dei metodi per chitar-ra, Antonio Ongarello risponde con entusiasmo, ripercorrendo i più importanti crocevia del suo lungo percorso di ricerca attra-

Parlare di un autore di metodi per chitarra sulle pagine del catalogo di una fiera che è fatta soprattutto di strumenti può sembrare fuori luogo.Ma le riflessioni che Antonio Ongarello ci propone vanno ben al di là di una semplice presentazione delle ultime novità editoriali. E ci ricordano che, per ottenere grandi soddisfazioni dallo strumento, occorre applicare con costanza un metodo rigoroso...

verso il mondo della didattica della chitarra jazz.

Cronaca di una passione“Penso che lo studio di uno strumento musicale” esordi-sce Ongarello “sia di fatto una disciplina interiore molto ri-gorosa. Una attività di ricerca continua che permette prima di tutto di conoscere a fondo se stessi. Perciò, se devo indi-care quali sono gli elementi che distinguono i miei testi dalla grande quantità di metodi che vengono proposti nelle librerie musicali di tutto il mondo, mi

viene in mente una sola risposta: la mia storia.”

CC: “La storia?”AO: “Sì. E, per la precisione, quell’in-sieme di esperienze attraverso le quali mi sono formato nel corso degli anni. A cominciare dai pri-mi passi nella mu-sica jazz e rock, che sono avvenuti al di fuori della realtà accademica.”CC: “Vuol dire che lei ha cominciato a studiare come auto-didatta?”

AO: “Precisamente. In realtà ho studiato per un anno chitarra classica, prendendo lezioni su base regolare e confrontando-mi con tutto il repertorio degli studi tradizionali. Scale, arpeg-gi, gli studi di Sor, Giuliani, e via dicendo... Ma per quanto ri-guarda la musica jazz, la mia prima formazione è avvenuta in modo del tutto autonomo. Ed è partita da molto lontano, per-ché, a dire la verità, la mia pri-ma ‘militanza’ come chitarrista si è situata, per diversi anni, al-l’interno di complessi di musi-ca beat.”

L’IMPORTANZA DEL RITMOCC: “Suona strano, detto da un musicista che è ricono-sciuto come una delle autori-tà indiscusse della didattica per chitarra jazz.”AO: “È vero. Anche se sono in-timamente convinto che questa esperienza, che di fatto è una delle chiavi di volta della mia vita, sia uno dei motivi princi-pali per cui ho avuto successo come musicista e come inse-gnante.”

CC: “In che senso?”AO: “Vede, io ho avuto la for-tuna di vivere da musicista gli anni Sessanta. Era un’epoca in-credibile, nella quale la musica

era più semplice. Erano anni in cui intorno alla musica c’era un entusiasmo collettivo che era qualcosa di fortissimo, di con-tagioso. Tanto per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno, mi ricordo che solo nella mia classe, negli anni delle scuole superiori, si contavano addirit-tura quattro complessi!”

CC: “Una realtà lontana anni luce dalla situazione di oggi... ma in che modo questo ha fat-to la differenza?”AO: “È presto detto. Chi, come me, ha avuto la possibilità di salire su di un palco solo per fare yeah yeah con l’obiettivo dichiarato di conquistare qual-che ragazza, si è poi portato dietro per tutta la vita l’entu-siasmo di quegli anni e la for-za dirompente di quei ritmi. Chi è venuto dopo, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente jazz, si è formato all’interno di strutture e percorsi più accade-mici. I quali, se da un lato han-no garantito a tutti una solida preparazione teorica, dall’altro non sono stati in grado di of-frire la stessa immersione nella semplicità e nella spontaneità. Due valori che, a livello di mu-sica suonata ma soprattutto a livello di didattica della musica, io considero fondamentali.”

Page 19: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

1�Second Hand Guitars 28

Note di carta Note di cart aDAGLI APPUNTI AI METODICC: “Molte delle esperienze di quegli anni, che nasceva-no in nome della spontanei-tà, si svolgevano però in modo un po’... naif, nel senso che non sfociavano sempre in percorsi strutturati.”AO: “Sì, per molti è stato così. Ma io ho avuto la fortuna di sommare alle esperienze musi-cali i miei studi di statistica.”

CC: “Di... statistica?”AO: “Naturalmente. La statisti-ca è una materia che richiede solide conoscenze matema-tiche, e che abitua a fare un grande uso della logica in tut-te le proprie attività. Applica-re questo metodo alla musica è stato quindi per me perfetta-mente naturale. Con il risulta-to che ho cominciato da subito a raccogliere osservazioni, ap-punti, piccole annotazioni. Veri e propri quaderni di studio che sono nati a mio esclusivo uso e consumo, e che, un bel giorno, hanno avuto la ventura di ve-nire pubblicati.”

CC: “Con sorprendenti risultati di vendita...”AO: “Anche qui, forse, c’è un piccolo segreto. In realtà ho sempre pensato che, quan-do si scrive un libro che deve essere utilizzato da una per-sona raccolta, per così dire, nell’intimità dello studio, biso-gna fare in modo che ciò che si scrive risolva i dubbi senza crearne di nuovi. In particola-re, io mi preoccupo da sempre che i miei lettori, non importa di quale livello tecnico, riesca-no soprattutto a completa-re con successo la lettura dei

miei testi. Se una persona rie-sce ad arrivare in fondo ad un libro, mi sono sempre detto, è soddisfatta. E se è soddisfatta sarà invogliata a continuare il cammino acquistando un nuo-vo volume.”CC: “Una prospettiva che farà felici gli editori...”AO: “Dal punto di vista com-merciale senz’altro. Anche per-ché se fosse altrimenti non mi chiedereb-bero più di scrivere nuovi testi. Ma questa s t r a t eg i a è propria in realtà di tutto il mio metodo didattico. Del re-sto non è diversa dal mecca-nismo con il quale si scrivono i romanzi, o dal sistema del-l’organizzazione degli studi in lezioni ed esami. Superato l’esame, l’allievo si sente rea-lizzato ed è invogliato a con-tinuare.”

CC: “Anche nel caso in cui abbia incontrato grosse dif-ficoltà?”AO: “Dipende. In ogni caso, proprio per evitare di sco-raggiare i miei allievi e i miei lettori, io ho sempre impo-stato tutti i miei interventi in modo da garantire un cammi-no estremamente progressivo. In altre parole, ho sempre dato alle mie lezioni e ai miei libri una curva di apprendimen-to dalla pendenza molto lie-ve. Questo naturalmente non significa che io non richieda progressi; ma cerco di susci-tare nell’allievo il desiderio di

riuscire grazie al fatto che, in ogni occasione, gli indico un obiettivo alla sua portata.”

CC: “È un meccanismo che funziona a tutti i livelli?”AO: “Direi proprio di sì. L’impor-tante, come sostengo da sem-pre, è che sia il maestro a dare il ritmo, e non l’allievo. Voglio dire... le scuole, oggi, sono pie-ne di musicisti che, per il sem-

plice fatto che non rie-scono ad esibirsi dal vivo, si met-tono ad in-segnare. Io capisco la sac ro san-

ta necessità di procurarsi uno stipendio, ma se ci si mette ad insegnare senza un metodo e –quel che più conta– senza una precisa vocazione, si fanno solo danni. Dirò solo questo: mi ca-pita spesso di imbattermi in in-segnanti che, quando l’allievo si presenta senza avere studia-to, gli dicono semplicemente: pazienza! vorrà dire che stu-

dieremo insieme anziché an-dare avanti”

CC: “E invece cosa dovrebbe-ro dirgli?”AO: “Beh, se io verifico che dopo tre o quattro settima-ne l’allievo non ha fatto regi-strare progressi, gli impongo un periodo di stop. E magari gli suggerisco di starsene a casa a guardare la televisione, perché evidentemente non ha abba-stanza passione per continua-re a studiare seriamente.”

CC: “Una misura forte...”AO: “Che però è necessaria per preservare l’autorità dell’inse-gnante –la quale è funzionale al suo ruolo. Insomma, un buon medico non cambia la medici-na al suo paziente se questi gli dice che è amara. Così un in-segnante non può seguire un programma scelto dall’allievo, né l’allievo può studiare sen-za impegnarsi. Anche perché la musica, come dico sempre ai miei studenti, restituisce nel-le emozioni quello che le si è dato in termini di studio...” •

Fra le pubblicazioni più recenti firmate da An-tonio Ongarello c’è una serie di volumi dedicati agli standard delle diverse tradizioni mu-sicali che fanno capo al repertorio jazz.I volumi, che sono pubblicati e distribuiti in Italia e nel mondo da Carisch, si affian-cano allo storico Chitarra Jazz Tecnica Armonica del 1978 e al più recente Meto-do per chitarra jazz in tre volumi (BMG, 1998). Antonio Ongarello tiene anche su base re-golare concerti e lezioni di perfezionamento.

Per informazioni: 049/87.60.377

Page 20: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

20 Second Hand Guitars 28

G li eventi chitarri-stici si moltiplica-no, ed è sempre

più complesso riu-scire ad arriva-re dappertutto. Ma ci si pro-va, macinan-do chilometri e spostandosi in continua-zione, tra una Fiera e l’altra, tra un incontro e l’altro, trovando ovunque lo stesso entu-siasmo, lo stesso immutato interesse e la stessa altret-tanto immutata passione.Lo scorso 30 aprile, dopo l’ubriacatura del Disma Music Show di Rimini e della MusikMesse di Fran-coforte, mi sono messo in macchina e ho raggiunto Soave, dove si stava svol-gendo la 15esima edizione del Soave Guitar Festival.Sono riuscito a vedere Pier-paolo Adda, anima, pa-tròn e promotore di questo evento, solo nel pomeriggio inoltrato, quando avevo già potuto gustarmi sia la mo-stra, sia un po’ di musici-sti piuttosto capaci... E solo infilandomi in una lunga fila di persone che vole-vano parlargli. Era davve-ro difficile da raggiungere,

e paradossalmente proprio perché è disponibile con

tutti e non nega la sua attenzione a nes-

suno.Decisamen-

te di grande spessore il calendario dei concer-ti (ai quali,

ahimè, non ho potuto

assistere –ma mi rifarò quan-

do uscirà il DVD 2006, spero bello quanto il doppio DVD del 2005) che anche quest’anno hanno rappre-sentato il “fiore all’occhiel-lo” della manifestazione:

E c’era anche la Telecaster Tex Willer Tribute...

Girando tra gli stand di Soave, mi sono imbattuto in questa “chicca”, che ha at-tirato la mia attenzione proprio perché sono un appassionato lettore del Ranger bonelliano (credo di avere la collezione completa dello scibile texiano, o quasi). E vedendo tra le chitarre emergere un piccolo omaggio tutto made in Italy, mi sono fermato. Si tratta di una chitarra con body in ontano e disegno Telecaster, con manico di tipo Stratocaster in acero con tastiera in palissandro. Il colore Honey Blonde originale del body è stato mantenuto solo nella parte posterio-re, mentre il top è stato verniciato di bianco. Su di essi i raffinati disegni (iper-realistici, quasi) dei personaggi della saga di Tex realizzati con roller e pennelli sottilissimi, e protetti (compresa la greca e le impronte, aerografate) da vernice poliuretanica trasparente e lucidissima.Che dire? Bravo Renzo! L’autore è infatti un appassionato aerografista-decora-tore, il suo nome è Renzo Pagliani e, per la cronaca, il suo sito internet (nel qua-le si trovano le foto di molti altri modelli) è www.hotguitars.it

alla sera (e per tre sere di fila) si sono alternati nomi straordinari: tra gli italiani possiamo citare Pietro Nobile, Massimo Varini e Franco Moro-ne, tra gli ospiti stranieri Valerie Duchateau, Pete Huttlinger, Laurence Ju-ber, Steve White, Vichy Genfan e, al termine di ogni serata, Tommy Em-manuel con Lizzie Wa-tkins...È così che vanno orga-nizzati gli eventi di più giorni: momento esposi-tivo e concerti in conti-nuazione. Arrivederci al 2007, Pierpaolo!

G.C.

Echi da Soave

L’ingresso alla mostra

Lo stand Musical Box

Willy Davoli

Daniela Terragni (Music Gallery)

Page 21: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

21Second Hand Guitars 28

Da Sarzan aEchi da Soave

A nche la nona edi-zione dell’Acoustic Guitar International

Meeting di Sarzana è ormai alle spalle. Dopo cinque gior-ni di concerti, corsi di forma-zione, mostre e all’indomani dell’imponente esposizione di strumenti di liuteria e di stru-menti import, le mura della Fortezza Firmafede si conce-dono un po’ di silenzio.Gli organizzatori, intanto, raccolgono i commenti del pubblico, tutti concordi nel-l’affermare che “è veramen-te molto difficile trovare un festival con un cast artistico

così importante, con un’espo-sizione così grande ed arti-colata, organizzato in modo efficiente e curato, eppure ancora capace di generare un clima pieno di passione e di familiarità!”.

LA SODDISFAZIONEDEGLI ORGANIZZATORIQuesto rilievo riempie di grande soddisfazione l’intero comitato organizzatore, per-ché rappresenta il nostro in-tento fin dal primo anno della nascita del Meeting. I musi-cisti intervenuti negli anni ce ne avevano dato atto in molti modi, decretando, con i com-menti riportati in giro per il mondo, la costante espansio-ne della nostra fama positiva; oggi, però, siamo davvero si-curi che tutto il pubblico in-tervenuto nel corso degli anni percepisce queste stesse sen-sazioni e le condivide.

I NUMERI DI SARZANAI numeri della nona edizione danno l’idea delle importanti di-mensioni ormai raggiunte dal Fe-stival: più di 50 artisti presentati sul palco, 70 espositori italiani e stranieri tra liutai ed aziende importatrici e costruttrici di chi-tarre acustiche ed accessori, più di 10.000 presenze di pubbli-co tra concerti, visite alla fiera, partecipazione a seminari e cor-si di formazione. Numeri, que-sti, che sono finalmente riusciti a richiamare l’attenzione dei grossi media, come dimostrano i servizi del TG1 e delle altre te-state giornalistiche e televisive accreditate.

GLI APPUNTAMENTI LIVEI concerti, da sempre momen-to centrale della manifesta-zione, hanno visto il successo degli artisti presenti, con una nota particolare per Bob Broz-man e l’Ensemble di René La-

caille dalle Isole de La Réunion, Gabin Dabiré dal Burkina Faso e poi Steve Howe degli YES, Clive Carroll, Toni Balocco, i Red Wine con Paolo Bonfanti. A testimonianza dell’alto livel-lo del pubblico, anche la giuria del concorso New Sounds of Acoustic Music - Premio Wil-der-Davoli ha faticato prima di nominare il vincitore.

APPUNTAMENTO AL 2007Gli espositori al completo si sono uniti al coro dei consensi, lieti di constatare che final-mente esiste nel nostro Paese un appuntamento importan-te per incontrare il pubblico degli appassionati. E si sono dati appuntamento al maggio 2007, per il prossimo Acoustic Guitar International Meeting. La prossima edizione, che na-sce nel segno del decennale, riserverà sicuramente grandi sorprese... •

di Alessio Ambrosi

Page 22: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una
Page 23: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

23Second Hand Guitars 28

Musica per la pac e

il musichierevia moricone 900199 romatel 06 86219922fax 06 [email protected]

pubb per shg 31-05-2006 14:54 Pagina 1

P er il secondo anno consecuti-vo il CPM di Milano ha dato vita a una manifestazione di grande

spessore, riunendo sabato 3 giugno, in Piazza del Duomo a Milano, quasi 1.000 chitarristi, ciascu-no con il proprio strumento, una vera e piena orchestra di “6 corde” che ha eseguito la “Sinfonia popolare del-la Pace” composta da Fran-co Mussida su sollecitazione di don Antonio Mazzi.La giornata fattasi splendida, dopo un avvio incerto, e la grande folla con-

venuta sulla grande piazza antistante il Duomo di Milano, hanno reso pieno merito dell’iniziativa, che vedeva anche

l’esibizione di alcuni gruppi emergen-ti della grande famiglia musica-

le del CPM e di alcuni “big” in forma smagliante: Alberto Fortis, Dolcenera e Kimber-ley, coordinati e presentati da Maria Teresa Ruta. I quasi mille chitarristi hanno

ribadito, con la loro presenza e con la loro festosa e attenta per-

formance, che la musica è simbolo di pace, di tolleranza e di amicizia tra le

persone: i valori fondamentali per una se-rena e costruttiva convivenza civile.Per assistere all’esecuzione della Sinfonia è giunto in Piazza Duomo anche il Pre-sidente della Provincia di Milano Filippo Penati (nel tondo, con Franco Mussida), che ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa, “che dovrebbe diventa-re”, ha affermato tra l’altro, “un appun-tamento fisso con la musica e la chitarra, una sollecitazione ai giovani a conside-rare i valori della pace, attraverso la mu-sica, in un periodo che precede di poco la chiusura dell’anno scolastico”.Arrivederci al prossimo anno! •

Ancora 1. chitarreper la PaceAncora 1. chitarreper la Pace

Page 24: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

24 Second Hand Guitars 28

A SHG e oltre

Vibracell: tra design e nuovi materiali

Il nome di queste chitarre, Stealth, fa pensare più ad un caccia che ad uno strumento musicale. Ma la lon-tananza è soltanto apparente, perché questi strumen-ti dal design e dalle caratteristiche innovative vengono realizzati con un procedimento che ha ben poco da in-vidiare alle complesse fasi di progettazione di un ae-roplano militare.Alla base del progetto Stealth c’è infatti la creazio-ne di un nuovo materiale il cui nome, Vibracell, è già tutto un programma. Si tratta infatti di una materia sintetica molto simile al legno che è stata sviluppa-ta con l’obiettivo di fornire all’industria dello strumen-

to musicale un materiale che unisse alle migliori qualità di risonanza anche una gran-de uniformità anche su gros-si quantitativi. Il legno, infatti, pur essendo la materia pri-ma d’elezione degli strumen-ti musicali, è tutto tranne che uniforme: le venature, la sta-gionatura, la porosità e la “storia” individuale fanno sì che ogni pezzo di legno sia di fatto un pezzo unico e irriproducibile... come lo strumento di cui è parte.Le chitarre costruite con Vibracell, invece, sono tut-te perfettamente uguali, non risentono quasi per nulla degli sbalzi di temperatura e di umidità e hanno valori di risonanza paragonabili a quelli ottenuti sui migliori strumenti in legno del pianeta.E scusate se è poco...

CARISCH San Giuliano Milanese www.carisch.com 02 98221212

Se volete suonare...

A Cornaredo, il Comune e alcuni vo-lontari hanno reso possibile un servizio davvero importante: una Sala Pro-ve che offre la possibilità di noleggio a partire da 3,25 Euro all’ora (sì, ave-te letto bene –ma con il minimo di due ore e solo al pomeriggio per minoren-ni) per arrivare (alla sera e per maggio-renni) a 7,5 Euro all’ora, sempre con il vincolo del minimo di due ore.Per informazioni su questa straordina-ria opportunità, e per conoscere le do-tazioni tecniche della struttura, si può contattare il Centro Giovani di Corna-redo (in Via Imbriani) o telefonare al numero 02 93263324 (il lunedì dal-le 17 alle 19 e dal martedì al giovedì dalle 15 alle 19), o ancora collegarsi al sito ufficiale dell’organizzatore; www.centrogiovanicornaredo.net.

Centro Giovani Cornaredowww.centrogiovanicornaredo.net 02 93.26.33.24

Da Modena con... chitarre

Lenzotti è ormai un ve-terano di SHG: sempre presente, sempre atten-to e sempre dotato di una gamma di prodotti davvero impressionante. Questo è forse dovuto al fatto che nel suo punto vendita di Modena, Len-zotti dispone di un attrezzatissimo labora-torio di liuteria, dove gli strumenti possono essere assistiti, riparati, restaurati e man-tenuti al meglio delle loro condizioni, e dove, soprattutto, abili mani di artigiani capaci sanno riconsegnare allo strumento tutto lo splendore dei suoi tempi migliori. O forse è dovuto alla consolidata passione che serpeggia da sempre in casa Lenzotti quando si parla di chitarre.Nessuna sorpresa quindi se anche a que-sta “tornata” di SHG Lenzotti si presenta con molti prodotti interessanti, tra i qua-li, però spiccano tre “chicche” che pos-sono rappresentare il tocco speciale di questa edizione per lo stand dell’opera-tore modenese.

Prima fra tutte una Stratocaster Monaco Yellow del 1979, origi-nale in tutto, con il suo straordinario e inimi-tabile colore, caldo e aggressivo allo stesso tempo. A seguire, una

Rickenbaker quasi gemella del modello reso famoso da John Lennon (nella foto) e per finire l’agognatissimo modello Gi-bson Les Paul SG Junior degli anni ‘60 completo di pickup P 100.Ma cercando nella foresta di palette e manici che Lenzotti a ogni edizione rie-sce a erigere, forse si trovano altre, pre-ziose sorprese...

LENZOTTI Modenawww.lenzotti.com 059 364114

Page 25: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

A Bresso si può...Anche Bresso può contare su una sala prove che è an-che studio di registrazione. Si tratta della struttura ONE STUDIOS di Via Brioschi, 9, che si trova nientemeno che al piano semiinterrato di un condominio. E come è possi-bile, direte voi?Ebbene, i due soci fondatori hanno pensato che due sale gemelle, pienamente dota-te di struttura tecnica anche per la registrazione (natural-mente sono gemelli anche i mixer e i registratori) posso-no funzionare a pieno regime se... si suona in cuffia, con sound pesato e con strumenti elettronici. Batteria e tastiere sono già presenti (ma si pos-sono portare le proprie) e ci sono attacchi e microfoni per altri strumenti elettrici, elet-tronici e acustici. Il costo? Circa 15 euro all’ora, con il CD da portare via...Per informazioni: il telefono è 02 61420273, il sito web www.onestudios.it.

2�Second Hand Guitars 28

A SGH e oltr eA SHG e oltre

SHG 28 e Lucky Music Network

Al centro dell’attenzione di SHG28, come è tradizione, ci sono i pezzi più rari e le chitar-re più ricercate, oltre naturalmente a pezzi importanti di elettroniche essenziali, come gli amplificatori, gli effetti e via discorrendo. E ancora una volta Lucky Music si presenta con una serie di pezzi che ha attentamente cercato sul mercato, che ha altrettanto at-tentamente rimesso in condizioni perfette e che propone oggi al pubblico “affamatissi-mo” di questo appuntamento.“Siamo come sempre riusciti a portare mol-ti oggetti particolari e interessanti”, ci ha detto Mauro De Nadai, titolare del pun-to vendita milanese, “ma mi piace sotto-lieare soprattutto tre prodotti: una Travis Bean del 1979 in condizioni eccezionali, uno spettacolare amplificatore Speedster in noce, davvero ‘come nuovo’ e una superba Gibson ES 350T Limited Edition del 1992. Tre prodotti di riferimento nella lunga sto-ria della chitarra, che, soprattutto nel caso della Travis, hanno qualcosa di speciale da raccontare”.Con questo accenno Mauro De Nadai ingo-losisce ancora di più gli appassionati. Ed in

effetti il modello di Travis Dean che presen-ta ha una particolarità collezionistica im-portante: è a soli 40 numeri dall’identico modello acquistato nel 1979 niente meno che da Keith Richards. La chitarra di Richar-ds riporta infatti il numero di serie 1732, quella di Lucky presente a SHG il 1772.Meditate, gente. Meditate!

LUCKY MUSIC Milanowww.luckymusic.com 02 58103239

Page 26: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

2� Second Hand Guitars 28

A SHG e oltre

La passione del grande patriota ge-novese Giuseppe Mazzini per la mu-sica, il canto e il teatro d’opera è un fatto assodato e storicamente prova-to. Uno scritto dell’amico Aurelio Saf-fi ricorda: “Egli era amantissimo delle ispirazioni dell’arte: amava, sapendosi solo e non ascoltato, talora fra il gior-no, più spesso a tarda notte, canta-re sottovoce accompagnandosi con la chitarra; aveva tal voce che, modulata dal canto, scendeva al cuore”.Un amore – quello mazziniano – che non si limitava quindi all’ascolto del-la musica, ma affrontava la musica nella sua interezza, una musica fat-ta di spartiti da leggere e strumenti da suonare, e che spesso era vissuta come speranza e conforto (come du-rante la prigionia nella fortezza di Sa-vona o l’esilio in Francia, in Svizzera e a Londra).Un amore e un interesse che spinsero Mazzini a identificare nell’arte musi-cale “l’immagine del bello e dell’eterna armonia”, “il profumo dell’universo” in grado di far progredire l’umanità e ri-generare le menti, rinnovare la società anche attraverso l’eleganza. E infon-

dere in qualche modo negli individui la passione civile, il bene morale, un senso dell’etica oltre che dell’estetica. E queste parole di Mazzini sono ribadite da un fatto curioso, che si svolge, guar-da caso, proprio in piena contempora-neità con questa edizione di SHG.Quando l’11 giugno si aprono i batten-ti di SHG 28, a Villa Gargantini di Pa-derno Dugnano (vicino a Milano) ha inizio un concerto molto particolare: il musicista Marco Battaglia suonerà la chitarra di Mazzini, perfettamente restaurata dal giovane liutaio pader-nese Federico Gabrielli, riproponendo i brani cari al grande patriota: Pagani-ni, Verdi, Giuliani, Regondi e Legnani. Nomi noti e meno noti di una musi-calità chitarristica che precede (e di molto) il suono attuale della sei cor-de. Ma che condivide con l’oggi una probabilmente identica passione e un impegno altrettanto paragonabile a chi dedica alle sei magiche corde dello strumento gran parte del proprio tem-po libero. •

Giuseppe Mazzini: patriota e chitarrista...

Page 27: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

27Second Hand Guitars 28

A SGH e oltr eA SHG e oltre

Alla scoperta dei suoni della chitarra, con Massimo Varini

Come si fa ad ottenere il suono migliore dalla propria chitarra? Ba-stano un buon amplificatore e un

paio di effetti o bisogna ricorre-re a setup più complessi? E qual è il ruolo dei cavi, dei microfoni, dei processori di segnale?A questa e a molte altre doman-de risponde Massimo Varini nel-la serie di quattro DVD intitolata “I suoni della chitarra” e pubbli-cata da Carisch.In ciascuno di essi sono conte-nute oltre due ore di filmati “ru-

bati” durante l’attività di Massimo in studio e sul palco.Ma non si tratta di un semplice filmato di backstage, per-ché ogni spezzone è stato catturato con il preciso scopo di farne un tassello specifico del grande progetto didatti-co –con il risultato che l’intero percorso, peraltro suddiviso a capitoli come se si trattasse di un libro, risulta perfetta-mente coerente e decisamente profondo. I primi due volu-mi sono dedicati all’effettistica, il terzo prende in esame le differenze fra i diversi tipi di chitarre e offre una vasta pa-noramica sulle casse, sui microfoni e sulle caratteristiche dei diversi preamplificatori che si possono utilizzare per ri-prendere nel modo migliore il suono dello strumento.I primi due volumi sono dedicati all’effettistica, il terzo prende in esame le differenze fra i diversi tipi di chitarre e offre una vasta panoramica sulle casse, sui microfoni e sul-le caratteristiche dei diversi preamplificatori che si posso-no utilizzare per riprendere nel modo migliore il suono dello strumento. Il quarto ed ultimo DVD della collana si intitola semplicemente Recording!!! ed è interamente dedicato alla registrazione audio, ovvero al “punto di arrivo” dell’intero processo di ripresa del suono. Questo dettaglio giustifica la presenza di un numero davvero imponente di contributi vi-deo (oltre 3 ore e mezza). Dalla scelta di uno specifico stru-mento alla regolazione dei parametri di ripresa del suono, dall’impostazione degli effetti alla cattura vera e propria dei diversi “take”... Nel lungo percorso che porta dall’esecuzio-ne strumentale al mixaggio finale si affrontano ad uno ad uno tutti i piccoli grandi problemi con cui i chitarristi devo-no sapersi misurare.Al termine del percorso, l’unico ram-marico è quello di non avere a di-sposizione la grande collezione di strumenti, amplificatori ed effet-ti fra i quali Varini si destreggia con grande abilità. Ma, a parte questo, resta il grande vantag-gio di disporre, ad un prezzo de-cisamente contenuto, dei consigli e degli insegnamenti di un gran-de della chitarra in un formato che, oltre ad essere estremamen-te “immediato”, è anche riascol-tabile... all’infinito.

CARISCH San Giuliano Milanese www.carisch.com 02 98221212

Chitarre... Stradivari

Le chitarre classiche di alta liute-ria saranno al centro delle attenzioni di visitatori ed espositori di Mondo-musica, il Salone internazionale de-gli strumenti musicali d’artigianato in programma a Cremona dal 6 all’8 ottobre prossimo.La manifestazione, che si svolgerà come sempre all’interno del quar-tiere fieristico di Cremona, sarà de-dicata quest’anno proprio al mondo della chitarra, e vedrà susseguirsi uno dopo l’altro momenti di musica dal vivo, con-ferenze, masterclass e incontri con i maggiori esperti mondia-li del settore.Fra le iniziative in programma ricordiamo la mostra L’Otto-cento in forma di chitarra –curata dal liutaio modenese Lo-renzo Frignani– che vedrà esposte le creazioni di grandi nomi della liuteria a pizzico dall’inizio del 1800 fino alla metà del secolo scorso; e l’esposizione, a cura dell’inglese Stephen Bar-ber, di numerose riproduzioni delle chitarre costruite alla fine del ‘600 da Antonio Stradivari. Proprio al celeberrimo liutaio cremonese e alle sue leggendarie chitarre (una delle quali è riprodotta nella litografia ottocentesca in alto a destra) è de-dicato l’incontro Le chitarre di Antonio Stradivari che avrà per protagonista lo stesso Stephen Barber. Per informazioni e contatti è possibile rivolgersi alla segreteria di Mondomusica, all’indirizzo [email protected]

MONDOMUSICA Cremonawww.cremonamondomusica.com 0372 598222

Cris proponeErnie Ball

In occasione di SHG 28, Cris Music di Milano è presen-te con un’offerta composta soprattutto da accessori per il mondo della chitarra, una gamma molto ampia che cer-ca di dare una risposta a ogni esigenza sia dell’appassionato che del professionista. In ef-fetti l’attenzione di Cris Music per il mondo della sei corde di rango si è esteso in questi anni a scelte di marchio molto attente e curate, con l’amplia-mento all’accessoristica vista proprio come servizio impor-tante da offrire a chi suona questo strumento. Ne è testi-monianza anche la scelta di mercato altrettanto coraggio-sa che tende a dare spazio alle esperienze di liuteria italia-na di valore, come sottolinea lo stesso Max Pontrelli, volto notissimo ai frequentatori di

CRIS MUSIC Milanowww.crismusic.it 02 39323911

SHG, che non manca di cita-re i due liutai che attualmen-te Cris Music sta proponendo con convinzione: Movguitars e Liuteria Acustica Colombo.Per la sola giornata di SHG 28 Cris propone anche una spe-ciale offerta sulle corde per chitarra elettrica e per basso Ernie Ball: ai visitatori di SHG viene infatti garantita la pos-sibilità di acquistare una muta di corde per chitarra elettica a soli 4 Euro e una muta di cor-de per basso a soli 20 Euro. Naturalmente il tutto è vali-do solo per la giornata dell’11 giugno... Approfittatene!

Page 28: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

28 Second Hand Guitars 28

A SHG e oltre

Masotti Guitar Devicesarriva a Second Hand Guitars.Con molte novità...

Sono molte, e decisamente interes-santi, le novità con le quali Masotti Guitar Devices si presenta all’appunta-mento di SHG28.La serie dei nuovi modelli si apre con la nuova testata Monocanale, che di fatto rappresenta un omaggio all’es-senzialità e che è stata disegnata con l’obiettivo di realizzare l’amplificatore di riferimento per i chitarristi bisogno-si di un set-up semplice e immedia-to. La nuova testata mantiene la cura costruttiva senza compromessi tipi-ca di casa Masotti ed è disponibile in numerose varianti liberamente cu-stomizzabili: 50 o 100 Watt, con fina-li E34L, KT66 o 6L6. La dinamica e il feel sono quelli tipici degli ampli tra-

dizionali; e a queste caratteristiche si aggiunge un ottimo interfacciamento con i pedali.Il TB6 (nella foto in basso a destra) è un looper a pavimento completamen-te true bypass che permette la gestio-ne di sei effetti in modo diretto e via MIDI. La nuova unità vanta un rumo-re di commutazione minimo grazie al-l’adozione della tecnologia “clickless” a microprocessore adottata in tutti i prodotti MGD. Attraverso i 6 stomp di cui il TB6 è dotato è possibile inseri-re o escludere direttamente gli effet-ti nel percorso del segnale. Tramite la porta MIDI, invece, è possibile richia-mare una qualsiasi combinazione dei sei loop mediante il semplice invio di un Program Change; e la combina-zione richiamata può essere imme-diatamente modificata agendo su un qualsiasi pulsante.Il Loop Rail, infine, true bypass looper a rack, è ora utilizzabile anche con i comandi Control Change, per un maggiore controllo dei suoi 8 loop.Novità anche sul fronte dell’en-

dorsement: a fine giugno avrà inizio il tour italiano di Brett Garsed, che gire-rà lo Stivale in compagnia di William Stravato e della sua band (tra gli altri, Pippo Matino). Al loro seguito ci sa-ranno anche 2 testate X100M.Tra i professionisti che hanno deciso in tempi recenti di utilizzare i prodotti della Masotti Guitar Devices ricordia-mo, fra gli altri, Andrea Rigonat, chitar-rista di Elisa (che ha scelto un X100M Modern KT66 e uno Switching System) e Riccardo Onori, chitarrista di Jova-notti (con un X100M Mo-dern 6L6, MXM, un Loop Rail e uno Switching System).

Page 29: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

2�Second Hand Guitars 28

A SGH e oltr e

Basato sui classici toni caldi “vintage” delle registrazioni degli anni ‘60, il Proto J ‘60

è caratterizzato dal corpo in Ontano, manico in Acero con la tastiera in Palissandro,

battipenna a 3 strati in tartaruga e hardware cromato.

Questo basso performa un vasta gamma di suoni ma è perfetto per rock, r&b e jazz.

KSD v60j-5 versione 5 corde

Ispirato ai leggendari suonidegli anni ‘70, il Proto J ‘70 è caratterizzato dal corpo in Frassino, manico in Acero con la tastiera in Acero laccato con inserti segnatasti e binding , battipenna nero a 3 strati e hardware cromato.Questo basso performa una vasta gamma di suoni ma è perfetto per funk, r&b e soul.

KSD v70j-4 versione 4 corde

Ispirato ai leggendari suonidegli anni ‘70, il Proto J ‘70è caratterizzato dal corpo in Frassino, manico in Acero con la tastiera in Acero laccato con inserti segnatasti e binding , battipenna nero a 3 strati e hardware cromato.Questo basso performa una vasta gamma di suoni ma è perfetto per funk, r&b e soul.

KSD v70j-4 versione 4 corde

Se il “sound” del basso “fretless”

vi ha sempre attratto, il Proto J LFj

potrebbe essere perfetto per voi.

Questo strumento è caratterizzato dal corpo in Ontano,

dal manico in Acero con tastiera in Ebanite e tasti disegnati.

La versione 5 corde viene prodotta in finitura nera

con il battipenna nero a tre strati e l’hardware nero.

KSD vLFj4La versione 4 corde viene prodotta in finitura Tobacco Sunburst con il battipenna tartarugato a tre strati e “hardware” cromato

SHG 85X275 29-05-2006 16:07 Pagina 2

Vivacità e offerta allo stand Prina

La presenza di Luca Vaghi a SHG è già di per sé una notizia che esalta. La sua scelta di suonare dal vivo gli strumenti proposti da Prina (una gamma che è da collocare tra le più vaste e articolate del mercato, tra strumenti Vintage, Custom Shop e Li-mited Edition) è un ulteriore motivo di ri-chiamo, perché consente agli appassionati di ritrovare il sound reale degli strumen-ti di riferimento, e di effettuare confronti importanti all’interno di una kermesse (come SHG) che si è da tempo affermata come il punto di riferimento più importan-te per gli appassionati.Come di consueto, lo stand Prina consente anche quest’an-no di passare in rassegna e di toccare con mano il meglio del-la attuale disponibilità in fatto di strumenti (vintage, custom shop e limited edition) anche di difficile reperibilità. “Sono tutti strumenti in perfette condizioni”, sottolinea però Ivano, “che abbiamo selezionato per SHG con grande attenzione. È peraltro noto che noi di Prina siamo in condizioni di reperire sul mercato anche strumenti vintage su ordinazione: ci siamo specializzati in queste ricerche che, di solito, danno frutti al di là delle aspettative”.

Presso Prina prosegue an-che il successo della liute-ria USA, arricchita da una gamma più ampia (oltre a Don Grosh e Gerard Melan-con sono ora anche dispo-nibili Tone Smith e Michael Spalt), una “scuola” deci-samente di altissimo livello che può contare sulla di-sponibilità di talenti arti-gianali di rango uniti alla straordinaria varietà di le-gni musicali che il conti-nente americano riesce a produrre. Analogo succes-

so lo si può accreditare agli amplificatori di produzione artigianale Carr, Speedster, Toni Bruno e Komet, già noti agli appassionati, ai quali si affiancano ora anche i due nuovi marchi Chicago Blues Box e Sligo.Ma non è tutto: in perfetta sim-biosi con que-sti amplificatori Prina offre an-

che una raffinatissima gamma di effettistica professionale: e anche in questo caso accanto ai già noti Robert Keeley, Menatone, Rmc, Landgraff, Klon prendono ora posto anche Catalinbread, Xotic , T-Rex, Emma, Red Witch, Bmf e Option 5. Per i profes-sionisti, rimanendo in questo ambito, va sottolineato poi che

lo staff di Prina si è ulteriormente spe-cializzato nel montaggio di pedaliere professionali con hardware specifico e prestazioni che definire... superbe sa-rebbe quasi riduttivo.

PRINA Milanowww.prina.it 02 89.42.90.80

Page 30: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

30 Second Hand Guitars 28

A SHG e oltre

Chitarristi (e altri) alla sbarraLo scorso 28 maggio, a Meda, si è svolto il saggio finale de-gli oltre 100 allievi della scuola di mu-sica gestita da MU-SIC CENTER, un punto vendita di riferimento per l’area nord-Mila-no, che sa anche pro-porsi come tutor di un crescente numero di musicisti e come at-tento organizzatore di eventi.Donato Pradolini, che vediamo nella foto impegnato al mixer, ha costruito tutto que-sto attorno alla propria realtà di rivendito-re, intesa però soprattutto come punto di servizio a chi organizza e di servizio a chi suona. “Abbiamo una struttura di service piuttosto efficiente, ed abbiamo potuto co-struire da soli sia la struttura, sia il sistema di amplificazione e di luci. Questo poi ha consentito di offrire ai nostri allievi la pos-sibilità di agire all’interno di un palco pro-fessionale, coadiuvati da tecnici efficienti e preparati e con dotazioni di palco di sicu-ra eccellenza”.Gli allievi hanno peraltro risposto con grande disponibilità, con grande entusia-smo e con grinta, a partire dai giovanissimi

(che al primo anno di chitarra hanno eseguito pezzi come Fratello Sole e So-rella Luna) per arri-vare agli allievi già più preparati che hanno sfidato i rit-mi, le sonorità e gli effetti più comples-si, con repertorio di

Pink Floyd, Gun’s and Roses, Sting e mol-ti altri ancora.

Encomia-bili i dodici insegnanti della scuo-la di Meda, che han-no saputo condurre i

rispettivi allievi a comporre gruppi convin-centi, a partire da chitarre, bassi, tastiere e percussioni, per arrivare ai fiati (che si sono esibiti ad esempio in una struggen-te versione di Garota de Ipanema al sax) e alla voce, con cantanti altrettanto interes-santi e coraggiosi, capaci anche di cimen-tarsi con il repertorio vocale, ad esempio, di Mia Martini. •

Dalla collaborazione tra In-tel e Fender è nata la prima “chitarra-web” del mondo: uno strumento che incorpora la tecnologia per la connes-sione a Internet, dotato di un grande display computerizza-to posto sul retro del body. Il sistema non solo permette al musicista di suonare, ma gli dà anche la possibilità di in-viare e-mail o navigare su in-ternet senza filo, via Wi-Fi. Per non parlare del sistema per la registrazione e la riproduzio-ne dei pezzi... Per ora è solo un prototipo: funziona, ma costa tantissimo! •

Intel-Fender Web Guitar

Page 31: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una
Page 32: Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo … · 2016-06-06 · to Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo diverso di didattica della chitarra, e una

Arrivedercial prossimoSecondHandGuitars

www.secondhandguitars.com