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Shirt Tales and Other Stories Mr Jeremy Hackett

Shirt Tales and Other Stories Mr Jeremy Hackett€¦ · Raccontami qualcosa dei clienti di quel periodo. Presto scoprimmo che c’era molto interesse per i nostri articoli da parte

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Shirt Tales and Other StoriesMr Jeremy Hackett

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Shirt Tales and Other StoriesMr Jeremy Hackett

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Jeremy Hackett e lo staff del 1986

Per il secondo della nostra serie di libri prodotta in collaborazionecon alcuni dei migliori clienti della nostra “sezione britannica” -Thomas Mason e David & John Anderson -il protagonista è uno dei miei marchi preferiti,poiché ha sempre apprezzato i colori e l’innovazione nei nostri tessuti.

Sorprendentemente Hackett ha creato la prima collezione di camiciecon Thomas Mason meno di trent’anni fa,ma oggi è globalmente riconosciuto per il suo stile tipicamente ingleseinterpretato in modo contemporaneo.

Siamo onorati che il cofondatore Jeremy Hackettabbia accettato di farsi intervistare a Londra da mio cugino Silvio,e credo che il risultato sia genuino, divertente, a tratti stimolante.

Si unisca a me nella lettura di “Shirt Tales and Other Stories”

Fabio Albinidirettore creativo

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UN’INTERVISTA TRA:

Jeremy Hackett,

Presidente e cofondatore

dell’omonimo marchio di abbigliamento maschile britannico Hackett.

Silvio Albini,

Presidente e membro della quinta generazione

che guida il Gruppo Albini, fondato nel 1876.

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Caro Jeremy Hackett, “Mr Classic” per la stampa inglese,potresti raccontare ai nostri lettori qualcosa a proposito diHackett?

Sì, è vero, mi chiamano “Mr Classic” e, in effetti, nel corsodegli anni la stampa ha definito Hackett in molti modi.Siamo stati chiamati “Sloane Rangers”, “Young Fogies”,“Yuppies”, “Lads” e più recentemente siamo stati definiti“A Heritage Brand”, che è piuttosto interessante considerandoche Hackett ha solo 29 anni.

Davvero? Solo 29 anni?

Sì, i nostri clienti si sorprendono quando scoprono che Hackettnon ha 100 anni, danno per scontato che io sia un eleganteragazzo che ha ereditato l’attività dal padre o dal nonno. Manulla potrebbe essere più distante dalla realtà.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

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TREND SETTER TRA I BANCHI DI SCUOLA

Sono cresciuto in una normale famiglia di Bristol, non sono néun designer, né un sarto, sono un retailer ed un negoziante.Dovrei dire che ad Hackett sono capitati una serie di eventi, uninsieme di influenze, incontri casuali e una cosa tira l’altra. Ero unbambino precoce e non ricordo un periodo della mia vita nelquale non fossi interessato allo stile: già all’età di sette anniprestavo molta attenzione a ciò che indossavo. Di solito si trattavadi vestiti cuciti o fatti a maglia da mia madre, cosa piuttostonormale per gli austeri anni 50. Mia madre vendeva impermeabiliBurberry e anche mio padre lavorava nel settore tessile.A scuola ero uno studente mediocre, interessato soloall’inglese, alla storia e al teatro, ma ciò che mi mancava intermini di intelletto era compensato dallo stile.Eravamo obbligati ad indossare camicia bianca, cravatta rossae pantaloni grigi di flanella, ma la mia camicia aveva uncolletto a linguetta, la mia cravatta era stretta e lavorata amaglia, i miei pantaloni avevano la gamba stretta sul fondo eindossavo polacchini neri. Tutti i ragazzi della mia classe adottarono il mio look.All’età di 16 anni, non avendo superato alcun esame, il presidesuggerì che probabilmente sarebbe stato meglio se avessilasciato la scuola, ma mi rassicurò dicendo che me la sarei cavatagrazie al mio charme e al mio sorriso. Finora ha funzionato!Mio padre fu meno cortese: “Se non ti dai da fare, finirai collavorare in un negozio!”, mi avvertì. Piuttosto profetico!Presto compresi che, se volevo fare qualcosa nella mia vita,avrei dovuto andare a Londra e lo feci.Erano i primi anni 70 e lavoravo come commesso nella trendyKing’s Road Chelsea: la buona paga che guadagnavo mipermise di acquistare una Mini Cooper con vetri oscurati,mentre il resto del denaro andava in vestiti… Ero sempre alverde, ma ben vestito, insomma nessun cambiamento!

Mr Jeremy Hackett

“Già all’età di 7 anni prestavo molta attenzione a ciò che indossavo”

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E poi, quasi per caso, hai scoperto l’iconica Savile Row?

Sì, sono stato immediatamente colpito dalla sua aria discretae dall’atmosfera raccolta. Per me è stata la prima esperienza disartorialità sofisticata e mi sentivo come se stessi entrando inun mondo esclusivo: un club sartoriale per gentiluomini.Venni assunto come commesso da John Michael, che sitrovava di fronte al famoso sarto Tommy Nutter, le cui ideeradicali stavano agitando i sarti più tradizionali.Naturalmente nonostante l’aumento delle mie disponibilitàeconomiche vivevo ancora al di sopra delle mie possibilità, gliabiti su misura sono costosi. Per arrotondare iniziai a visitareil mercatino delle pulci di Portobello Road in cerca di articolida vendere ai miei amici ricavandone un profitto. Avreiscovato vestiti in seconda mano di una generazione i cui figliavevano abbandonato i classici di qualità in favore dello stileall’ultima moda degli anni 60 e 70.Un venerdì di prima mattina incontrai Ashley Lloyd-Jennings:entrambi volevamo acquistare la stessa giacca di tweed.Decidemmo di dividere la spesa iniziale ed il profitto quandofosse stata venduta. Fu l’inizio di una lunga partnership.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Iniziai a frequentare il mercatino delle pulci di Portobello Road”

“Un mondo esclusivo: un club sartoriale per gentiluomini”

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U N H O B B YP I U T T O S T O R E D D I T I Z I O

Durante un viaggio a Parigi, quasi per caso, incontrai un uomoche vendeva vestiti vintage in stile britannico di Burberry,Aquascutum, giacche da caccia e accessori inglesi. Mi disseche veniva a Londra per comprare i capi, ma se avessi volutooccuparmi degli acquisti per lui sarebbe stato molto piùsemplice. Fu esattamente ciò che feci. Diventò un hobbypiuttosto redditizio per il weekend.All’epoca a Fulham le case erano poco costose, quindi neacquistammo due che ristrutturai con le mie mani, lavorandosodo in un ristorante la notte per coprire le spese. Vendemmole case e, con il denaro ricavato, aprimmo un grazioso negoziodi scarpe a Covent Garden e in seguito altri due, su Old BondStreet e nella City. Finalmente eravamo retailer!Poi ci colpì un disastro.Non avevamo capitale a sufficienza e dopo tre anni didifficoltà nel pagare le bollette, fummo costretti a chiudere.La banca prese anche i nostri appartamenti: eravamo di nuovoal punto di partenza. Ritornammo a vendere vestiti in seconda mano che finivanoa Parigi e di nuovo avemmo successo. Ma perché vendere aParigi, quando potevamo vendere i vestiti qui a Londra?

Mr Jeremy Hackett

“Finalmente eravamo retailer”

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FA R E L’ E S AT T O C O N T R A R I O D I Q U A N T O P R E V I S T O

Io ed Ashley raccogliemmo 2.000 sterline e aprimmo il nostroprimo negozio di vestiti a Fulham. Ma non si trattava di unnegozio di vestiti di seconda mano qualunque: tutto dovevaessere di prima qualità. Abiti su misura, completi da caccia,vestiti eleganti, scarpe fatte a mano e articoli vintage in pellevenivano tutti acquistati dai mercati di strada londinesi.Il negozio non ebbe nemmeno un nome per mesi, erasolamente conosciuto come “quello con quelle buffe finestrerotonde”, ma aveva l’aspetto aristocraticamente elegante diun club esclusivo per gentiluomini.I vestiti erano lavati alla perfezione, riparati e presentati sugrucce di legno appese a sbarre di ottone. Avevo comprato deitavoli antichi dal mio precedente datore di lavoro di SavileRow quando aveva chiuso. Il primo giorno vendemmol’equivalente di 1.000 sterline in vestiti. Da allora le cosemigliorarono in continuazione.

Raccontami qualcosa dei clienti di quel periodo.

Presto scoprimmo che c’era molto interesse per i nostri articolida parte di una generazione giovane che non potevapermettersi i prezzi elevate di Savile Row, ma che teneva ingrande considerazione la sartorialità inglese dell’epoca d’oro.

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett“Il negozio con quelle buffe finestre rotonde”

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Vendemmo anche a case cinematografiche per film come“Momenti di gloria” e “La mia Africa”. Un giorno acquistai 5valige Louis Vuitton a 175 sterline: sono state esposte in negoziomeno di un’ora, le vendetti ad una casa cinematografica che leinviò a Hollywood a 3.500 sterline.E poi c’erano gli stilisti che frequentavano il nostro negozio:tra i tanti Valentino, Massimo Osti, Piombo e Albert Goldbergdi Façonnable.

Il vintage e il riutilizzo in generale sono diventati piuttostopopolari nel XXI secolo. Al contrario nei primi anni 80 i benidi seconda mano non godevano di molta considerazione. Latua impresa con Hackett deve essere sembrata molto radicaleall’inizio.

Perché vendevamo “Vestiti di persone morte”? - diciamoci laverità - di fatto si trattava di questo. Tuttavia noi creavamo ilconcept, il layout, aggiungevamo un tocco di Britishness, cheaffascinava.Acquistavamo solo i prodotti migliori, fossero essi scarpe, abitio camicie. Poi aggiungevamo accessori e li rendevamo piùeleganti di quanto offrissero all’epoca i negozi britannici diabbigliamento da uomo, molti dei quali si erano smarriti e nonnotavano quanto fosse noioso ciò che proponevano.Molti clienti non realizzavano nemmeno che non vendevamoabiti nuovi e continuavano a chiedere: “Dov’è la taglia 44?”,senza comprendere la logica che stava dietro al negozio.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Momenti di gloria” “La mia Africa”

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La tua amata Sussex Spaniel e prima supermodella diHackett, Charley, è anch’essa uno dei tuoi più riusciti acquistidi seconda mano?

Sì, la trovai abbandonata al Battersea Dogs’ Home: miavevano sconsigliato di adottarla poiché era stata maltrattata.A volte è difficile spiegare il perché di alcune scelte. Ma perme lei era Charley: l’adottai, la portai al Badminton HorseTrial e me ne innamorai.Cinque anni più tardi acquistai Browney da un allevatore delSussex, naturalmente. Si dice che non si dovrebbe mailavorare con gli animali e con i bambini, ma da Hackett,quando dobbiamo creare le nostre campagne pubblicitarie,utilizziamo entrambi. Le persone non mi riconoscono spesso, tranne che inGiappone per qualche strano motivo. Ma riconoscono semprei cani perché sono apparsi spesso nelle nostre pubblicità. Laloro popolarità ci aiuta a pagare le spese per gli alimenti! Sonouna razza molto rara, più a rischio d’estinzione del pandagigante, ecco perché ho accettato di patrocinare la loroassociazione e perché ne ho voluti così tanti nelle nostre foto.Una volta un cliente mi chiamò per chiedermi di quale razzafosse il cane della pubblicità, poi venne e acquistò un SussexSpaniel che chiamò “Hackett”. Spero di non imbattermi mainel cliente mentre urla al suo cane: “Vieni Hackett, seduto!”

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Chi potrebbe non sorridere circondato da tutti questi supermodelli?”

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Quindi il tuo negozio ha continuato ad avere successo?

Sì, era molto popolare, tuttavia presto realizzammo che nonc’era sufficiente disponibilità di vestiti vintage e non erodisposto ad acquistare vestiti di bassa qualità solamente pertenere vivi gli affari. Avevamo notato che i nostri clienti domandavano, ma nonpotevano acquistare, articoli come pregiate giacche di tweedo pantaloni di velluto a coste, tutti di taglio classico. Iniziai avisitare fabbriche inglesi per acquistare vestiti e portaremodelli vintage ai produttori per chiedere loro di produrrequalcosa di simile. Tutto ispirato ai modelli classici, moltodistanti dalla moda anni 80 dell’epoca.Tutti i vestiti nuovi venivano etichettati come “Hackett”.Questa fu la nascita del marchio.

I tuoi clienti accettarono i nuovi prodotti?

All’inizio in modo riluttante, ma quando compresero quanto inuovi prodotti assomigliassero ai vecchi ne furono affascinati.La transizione dal vecchio al nuovo avvenne senza difficoltà,dopodiché ci concentrammo sulla costruzione del nuovomarchio Hackett.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Charley e Browney Hackett prendono una pausa dal loro lavoro di modelli

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A L L A R I C E R C AD I P R E G I AT I T E S S U T I P E R C A M I C I E

Dunque una delle fabbriche visitate era quella di ThomasMason?

Esatto! Quando decidemmo per la prima volta di produrre lenostre camicie cercammo il miglior camiciaio - Jermyn StreetShirtmakers a Glouchester - e chiedemmo consigli per trovareil miglior cotone. Ci consigliarono di contattare David & JohnAnderson e Thomas Mason, nel Lancashire, che fornivanoloro i tessuti per camicie. Ci avvertirono che avremmo dovutoacquistare 60m per colore e ne fummo sconvolti poiché cisembrava molto. Tuttavia Jermyn Street Shirtmakers si offrì diprodurre per noi anche vestaglie, boxer e fazzoletti e questofu molto utile per utilizzare i nostri 60m.Una delle cose che preferivo delle camicie confezionate daJermyn Street Shirtmakers erano i colletti cuciti. Si tratta di unprocesso molto più difficile ma che conferisce alla camiciamolta più personalità. Cerco sempre di acquistare camicie concolletti cuciti, ma al giorno d’oggi è molto difficile trovarne.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

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Un altro elemento fondamentale è la forma del colletto: perHackett si tratta di un taglio classico che rappresenta il nostrostile da anni. Il colletto deve restare abbastanza alto, nondisteso come molti colletti continentali. Inoltre ci devonoessere esattamente 3/8 di pollice di spazio tra il nodo dellacravatta e la camicia, non di più, non di meno, perché questocolletto è il più elegante e il più comodo. E la camicia deve avere il polsino doppio per i gemelli.Naturalmente da Hackett ora offriamo una gamma completadi colletti e polsini, ma il nostro punto di riferimento è semprel’autentico stile classico.In generale gli uomini non amano il cambiamento, a loro piaceritornare e trovare lo stesso genere di cose che sono andatebene in precedenza, con sottili modifiche che evolvono conla moda, ma mai in modo radicale.

“Il nostro punto di riferimento è sempre l’autentico stile classico”

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La famiglia Zephir 4489, originariamente sviluppata da Thomas Mason per Hackett

E dopo i primi “sconvolgenti” 60m? Le mie spie del vecchioThomas Mason mi dicono che le prime esclusive sviluppatecon voi erano Zephir 4489. Avete insistito così tanto per avereun autentico Zephir 100/2 - 100/2 che Thomas Mason accettòdi sviluppare una nuova famiglia di prodotto appositamenteper voi.Inoltre poiché all’epoca non eravate in grado di acquistaretutti i 480m di ordito per ogni colore, avete stretto un“gentleman’s agreement” che stabiliva che voi avresteacquistato solamente 240m e Thomas Mason avrebbe potutovendere i restanti 240m. Oso appena menzionare questo fattonel caso in cui tu voglia delle royalties, visto che sia la nuovafamiglia di Zephir 4489, sia gli stessi disegni sono tuttorainclusi nel nostro servizio dal pronto Silverline. Stiamo ancoravendendo le “rimanenze” dei vostri 240m originali quasi 30anni dopo!Le referenze sono F311997 e F318501…

È vero! Ma non è possibile che stiate ancora vendendo inostri 240m, mi prendi in giro! Il disegno sicuramente - ciposso credere, è un classico.Il primo è stato un Principe di Galles in tinta unita, poi abbiamoaggiunto un quadro su fondo bianco e successivamente il fondocolorato nella stessa disegnatura.Spesso si pensa che il Duca di Windsor, il dandy della modabritannica, sia stato il primo ad indossare il Principe di Galles,quando in realtà fu suo nonno Edoardo VII a portare perprimo questo quadro iconico durante l’età edoardiana quandoera Principe di Galles. Questa disegnatura è conosciuta intutto il mondo ed è un evergreen.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

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Sono lieto di notare che l’attuale Principe di Galles, il PrincipeCarlo, ama questo quadro, ed indossa una camicia in Zephir4489 anche al Museo delle cere Madame Tussaud!Da parte nostra stiamo per dare inizio ad un progetto con lacharity “The Prince’s Trust” (fondata da Sua Altezza Reale ilPrincipe Carlo) totalmente incentrato sul disegno Principe diGalles in diversi tipi di tessuto prodotti da fornitori britannici:Flanella di Fox Brothers, Tweed di Lovat Mills, worsted diHuddersfield, la nostra confezione e naturalmente per ilPrincipe di Galles ci rivolgeremo a Thomas Mason, chi altro?Parte dei ricavi ottenuti dalla vendita di questi articoli saràdevoluta a “The Trust” per sostenere la sua preziosa attivitàdi supporto ai giovani nella ricerca di lavoro e nella formazione.Storicamente i Principi di Galles sono sempre stati vestitimolto bene. Il Principe Carlo recentemente ha affermato diessere sempre molto sorpreso quando qualcuno lo chiama“Un’icona di stile” ma ha aggiunto di supporre che, poichéquesto accade una volta ogni 20 anni, probabilmente significache ciò che ama indossare è tornato di moda. Ovviamente nonè vero, il Principe di Galles è molto attento ai vestiti e con isuoi acquisti sostiene l’industria britannica.

Consideri il disegno Principe di Galles il più affine ad Hacketto qualcos’altro? Forse l’autentico Gingham che acquistateogni stagione?

Sì, il Principe di Galles e sicuramente il Gingham. Ricordiche abbiamo sviluppato con voi il Gingham con quadropiccolo in esclusiva? Ero davvero piuttosto imbarazzatodovendo chiedere a Thomas Mason di produrre solo 240m,ma devo essere stato piuttosto persuasivo, o forse voi sietestati molto gentili accettando.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Keep It Simple”

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Ritornando alla storia, cos’è accaduto in seguito?

Poco tempo dopo aprimmo altri 4 negozi vicino al primo. Unnegozio di camicie, un negozio di sartoria, uno per vestiti dasera, conosciuti anche come “Black Tie”, e infine un negoziodi barbiere. I taxisti chiamavano questa località “HackettCross” poiché all’epoca era diventato un simbolo di Londra.Alla fine degli anni 80 il business stava crescendo con nuovinegozi a Londra, uno a Madrid, altri a Parigi e in Giappone.In seguito tentammo di aprire un negozio a Boston, negli StatiUniti, dove sentivamo di non poter sbagliare poiché gliAmericani amano i vestiti inglesi.È stato un pessimo errore e ci è costato caro.Per sopravvivere decidemmo di vendere il punto vendita,poiché il marchio era forte, ma il bilancio non era solido.

Quindi ti sei trovato al punto di partenza per la seconda voltanella tua carriera?

Era un momento non particolarmente positivo, ma perHackett significò continuare a crescere, a posteriori fu unascelta saggia. Era fondamentale tenere fede alla nostra visioned andare avanti. L’investimento del Richmont Group inHackett ci permise nel 1992 di aprire il nostro primo flagshipstore in Sloane Street: il negozio unì tutti i nostri interessisotto lo stesso tetto e portò il marchio ad un livello superiore.Tuttora è il nostro negozio di maggior successo e attrae clientidal mondo intero.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

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Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Il Flagship store di Sloane Street unì tutti i nostri interessi sotto lo stesso tetto”

Cosa ne pensi della famiglia degli Zephir, alla quale sieteaffezionati? È perché le disegnature degli Zephir sonostoriche, considerando il numero presente nel nostro archiviostorico, che risale al 1845?

I quadri equilibrati… devono essere sempre equilibrati! Lasemplicità ed un look pulito sono sinonimi del marchioHackett. “Keep it simple!”.

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A P R O P O S I T O D I B R I T I S H N E S S

Vorrei chiederti qual è stata l’influenza del marchio Hackettnella crescita di interesse per tutto ciò che è British degliultimi vent’anni. Iniziando a focalizzarvi sull’abbigliamentobritannico tradizionale all’inizio degli anni 80 siete statichiaramente pionieri di questo interesse, allontanandovi alcontempo dalla marea apparentemente inarrestabile diprodotti di importazione a basso costo.

È vero, con Hackett stavamo facendo qualcosa di diverso e,nonostante il declino del settore, si potevano trovare ancoracompetenze tradizionali. Quando abbiamo iniziato a produrrei nostri vestiti abbiamo visitato vecchie fabbriche prendendoquesto abito, quel cappotto o camicia, e abbiamo chiesto diriprodurre i capi, inclusi i dettagli speciali. I produttori nefurono molto contenti perché stavamo chiedendo loro di fareciò che sapevano fare meglio, attività che richiedevanocompetenze tradizionali e speciale attenzione ai dettagli.

Dr Silvio Albini

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Browney Hackett sventola la bandiera per la Gran Bretagna

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Facciamo il possibile per cercare di impiegare produttoribritannici, ne esistono ancora di fantastici. Perché, ad esempio,dovremmo comprare i nostri tweed in un posto diverso dallaScozia, dove ci sono i migliori al mondo?Le aziende che sono sopravvissute in Gran Bretagna hannocompreso che, oltre a mantenere le loro tradizioni, devonoevolvere per andare incontro alla mutevole domanda delmercato.Naturalmente non tutti i produttori tradizionali del RegnoUnito potevano sopravvivere e quando l’ultimo cotonificiobritannico chiuse, un famoso cotonificio italiano di nomeAlbini ne acquistò l’archivio storico permettendoci di produrretessuti in stile britannico come avevamo fatto in precedenza,quindi grazie Silvio!

Sì, nel 1991 Thomas Mason esisteva da 190 anni nel Lancashire,ma stava soffrendo molto per la crisi economica dell’epoca. Lanostra famiglia, produttrice di tessuti per camicia dal 1876,comprese che dovevamo intervenire. Acquistammo ThomasMason e la società associata David & John Anderson, insiemeal loro considerevole archivio, salvando questi marchi storicidall’estinzione.

In quell’occasione ci siamo incontrati e abbiamo capitoimmediatamente che volevamo continuare con la nuovaorganizzazione.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett“Immediatamente abbiamo capito che volevamo continuare con la nuova organizzazione”

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S F R U T TA N D O I C O N S I G L I D I S T I L ED I “ M R C L A S S I C ”

Sei noto per i tuoi consigli di stile dispensati dalle colonnedell’“Indipendent on Sunday” per molti anni, con lopseudonimo di “Mr Classic”. Uno dei tuoi punti fermi è che qualsiasi cosa si indossi èimperativo scegliere un eccellente paio di scarpe e unacamicia in cotone pregiato (sempre con gemelli).Cosa significa per te, Jeremy, la miglior camicia di cotone ecome e quando la indossi? Che cos’è l’autentico stile inglese,in termine di disegni, colori e tessuti?

C’erano molti più colori nel passato, ma sicuramente unaclassica riga a bacchetta. Ritengo sia molto British. Blu su blucon sfumature colorate, articolo tipicamente British cheacquistiamo ogni anno da Thomas Mason, anche se non èparticolarmente popolare in questo periodo. Ora stiamovendendo bianco, bianco e bianco. È lo stesso anche per voi?

Dr Silvio Albini

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Sì, il bianco è il numero uno anche per noi, non solo questastagione, ma in realtà sempre. Ecco perché stiamo investendocosì tanta cura e attenzione nella ricerca e nello sviluppo dinuovi bianchi, ad esempio attraverso la coltivazione del cotoneGiza 87 in Egitto, poiché non siamo stati in grado di trovarloin altro modo.

Sì, stiamo iniziando a vendere molto bene questo prodotto daHackett (sebbene abbia un problema con il nome “Geezer”,un’espressione non particolarmente gentile!). Ma “Cotoneegiziano” è un nome con un’incredibile risonanza ed è semprestato sinonimo di qualità in Inghilterra. I nostri clienti spessolo chiedono. Dovresti fare di più Silvio.

Lo stiamo facendo, un po’ alla volta.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

“Il cotone egizianoè sempre stato sinonimo di qualità in Inghilterra”

Raccolta del cotone Giza 87,campo di cotone del Gruppo Albini, Egitto

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Oltre al bianco, il blu fiordaliso è un colore che amiamomolto, così come il rosa. Sto parlando di camicie classiche daindossare al lavoro naturalmente.Per il weekend, le flanelle, pregiate flanelle, come il Panda diAlbini, che avete prodotto per noi in passato, e il Tattersall, èessenziale. E l’Oxford, ma solo per il weekend. Gli Americaniindossano l’Oxford tutta la settimana, ma un gentiluomoinglese la considera una camicia da weekend, insieme al twill.

Mr Jeremy Hackett Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Tattersal, Oxford e Twill, ma solo per il weekend” “Acquisto solo il meglio. Qualità sempre e comunque.”

Secondo te, quanto può fare la differenza nella performancedi una camicia il tessuto, se doppio ritorto, singolo, con unnumero di fili elevato?

Tessuti per camicia in doppio ritorto sono l’ideale, ma se cisono altri articoli che mi piacciono li compro comunque.Qualsiasi cosa scelga, sia essa un tessuto, un capo o unaccessorio non posso accettare compromessi sulla qualità.Preferisco assolutamente avere meno, ma solo il meglio.Qualità sempre e comunque, solamente articoli che durano eresistono alla prova del tempo.

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E a proposito dei modi di indossare la camicia? Ad esempio daHackett vendete un gran numero di camicie washed-down,mentre altra case di moda britanniche vendono solamentecamicie inamidate di tutto punto.

È per farle sembrare più vissute. Molti uomini non voglionodare l’impressione di indossare una camicia appena acquistata,se sembra vecchia va bene lo stesso, è un effetto che mi piace,ma non per camicie e abiti formali naturalmente, che devonoessere perfetti, immacolati.

Sono molto colpito da impeccabili persone benestanti cheindossano camicie con colletti e polsini consunti. È davveroun crimine per un italiano, ma sembra non essere un compor-tamento infrequente in Inghilterra, anche da parte delleAltezze Reali. Tu lo faresti?

Se solo fossi ricco! Se sei di buona famiglia lo puoi fare. Levecchie camicie sono molto comode e gli uomini ne hanno dipreferite che non vogliono abbandonare. È andata così con unvecchio maglione blu in lana d’agnello. Un giorno lo indossavocon una camicia a bacchettine navy e ho notato che sul gomitosi intravedevano le righe. Ho pensato che fosse un effettogradevole, quindi ho prodotto alcuni maglioni in Scozia perHackett con i gomiti volutamente consumati. Non hannovenduto molto, nessuno ha capito!

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“È per farle sembrare più vissute”

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Parlando di “eleganza sartoriale” in generale, esistono regolespecifiche per un gentiluomo, o è più importante esprimere ilproprio buongusto, la propria individualità e senso dello stile?E a proposito dell’eccentricità inglese?

L’eccentricità dona maggiormente alle persone anziane. Suun giovane può risultare affettata. David Hockney è sempremolto trascurato in apparenza, ma ha un look tutto suo.Indossa un berretto bianco, alcune volte aggiunge calzinibizzarri, ma risulta sempre grandioso. È eccentricità naturale,un’estensione di sé stesso. Italiani e Inglesi sono molto diversida questo punto di vista: gli Italiani si chiedono “Va benequesta spalla?”, “Cosa ne dici dell’angolo di questo colletto?”.Al contrario gli Inglesi non sono così interessati ai dettagli distile. Generalmente chiederanno “È funzionale?” oppure“Quanto può durare?”.Gli Italiani, ma anche gli abitanti di altri paesi come la Spagnao il Giappone guardano all’Inghilterra per l’abbigliamento distile. Se lo aspettano da noi e probabilmente la distanzaaccresce l’aspettativa.Riguarda il modo in cui abbiniamo i vestiti: il fatto che non cisiano regole rende perfettamente accettabile indossare unpantalone colorato con una giacca scoordinata, e se gli articolisono tutti di buona qualità spesso funziona.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Ogni capo ha la sua occasione d’uso”

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E soprattutto ci sono le “occasioni”: Polo, Henley, Derby,Ascot, matrimoni. Il calendario degli eventi mondani, ognunocon uno specifico dressing code, che semplicemente nonesiste nello stesso modo in altri paesi.Alcune occasioni, come la National Hunt Racing, richiedonoil tweed e il cappello di feltro, altre come Ascot il frac e ilcilindro, a Henley ci sono blazer a righe e cappelli di pagliada barcaiolo, e dove se non a Goodwood ti metteresti inghingheri per una gara motociclistica?C’è un dressing code anche per la caccia, e tutto ciò è statotrasmesso per generazioni.Cosa devi indossare in città. Cosa devi indossare in campagna.Cosa devi indossare per ogni occasione.Ogni capo ha la sua occasione d’uso, ecco perché da Hackettabbiamo collezioni molto diverse per ogni avvenimento dellavita mondana britannica.All’estero esiste la romantica leggenda sullo stile degli Inglesi:a volte penso che se prendessero la metropolitana, o andasseroin alcuni paesini di provincia, non troverebbero moltobuongusto.Ma è vero che si possono ancora trovare dei luoghi dove regnal’eleganza, a Londra nella zona di St. James, ad esempio,intorno a Jermyn Street. In Savile Row naturalmente, iltempio del su misura, e nelle zone finanziarie della City. Quipuoi trovare ancora ombrelli arrotolati con cura, bombette eabiti molto formali. Abbiamo provato con il casual Friday, masenza successo.

“Si possono ancora trovare dei luoghi dove regna l’eleganza”

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I N V E S T I R E I L D E N A R O I N C I Ò C H E A M I

Inoltre sponsorizzi e sei associato a molti eventi del calendariomondano dell’upper class, dal polo, alle corse automobilistichee motociclistiche e, pare, anche il camel polo.

Sì, crederesti che sponsorizzo anche corse di elefanti?Per aumentare l’autenticità del marchio Hackett abbiamoritenuto importante praticare gli sport che promuoviamo,creando nuove occasioni di sponsorizzazione.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

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Un giorno due ufficiali dell’esercito mi si sono avvicinati nelnegozio, dicendo che il comandante aveva detto loro di trovareuno sponsor se volevano giocare a Polo, perché l’esercito nonavrebbe pagato.Fu l’inizio di una lunga relazione con la British Polo Army.E fu anche il lancio della camicia Hackett Polo.Ricordo che un giorno stavo chiacchierando con il PrincipeWilliam, quando mi chiese se giocavo a Polo.“No” risposi “Sono mancino”. Replicò “Anch’io, ma hoimparato ad usare la mano destra”… Mi zittì. Abbiamo anche vestito la squadra inglese di rugby e inparticolare Jonny Wilkinson che segnò il drop della vittoriaalla World Cup del 2003. Jonny ha avuto molto successo trai nostri clienti e ci ha permesso di creare autentici jerseyda rugby.

Segretamente (forse non così segretamente) ti invidio, “MrClassic”, per essere un campione e orgoglioso sponsor diAston Martin, perché puoi guidare in tutto il mondo le loroauto sportive… Sembra un lavoro incredibilmente faticoso!

Ha i suoi momenti…

Eppure i tuoi articoli non sono particolarmente elitari intermini di prezzo. È una decisione conscia quella diconservare l’idea originaria di “affordable luxury”, in modoche segmenti più ampi della società possano “acquistare lostile di vita Hackett”?

“Il Principe William mi chiese se giocavo a polo… Mi zittì”

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

Dr Silvio Albini

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Storicamente l’abbiamo definito “Essential British Kit”

Sì, è importante offrire valore in cambio del denaro dei nostriclienti, ma questo non significa scendere a compromessisulla qualità, mai. Facciamo solo il meglio. Il nostro obiettivoè offrire ai professionisti di tutte le età abiti di stile, ben fattie adatti ad ogni occasione. Non è alta moda ma non ènemmeno antiquariato. È semplicemente un modo di vestirecaratterizzato da tocchi di ingegno e mite eccentricità.Storicamente l’abbiamo definito “Essential British Kit”.

Mr Jeremy Hackett

“Ha i suoi momenti”

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TA G L I AT O S U M I S U R A

“Vestiti per la città, vestiti per la campagna”… Tu dovepreferisci stare, Jeremy?

Ho sempre pensato che una combinazione delle due, città ecampagna, fosse l’ideale: Londra per la sua vitalità e comodità,la campagna per la bellezza e la tranquillità. Posso svelarti unsegreto, Silvio? Credo di aver trovato una risposta.Ho acquistato la casa perfetta: un cottage georgiano inminiatura totalmente nascosto in fondo ad un minuscolosentiero che ho salvato dall’abbandono. Ho riempito la casacon molti dei miei tesori, come un ritratto di Edoardo VIII -il Duca di Windsor - ed un paio di stivali da equitazione cheho pagato 3 sterline a Portobello: quando li ho scartati hotrovato all’interno la scritta “Sua Maestà il Re 1936”.Sembra che io accumuli oggetti, ma non mi piace il disordine,tutto è semplice e funzionale, un po’ come il brand Hackett,e infatti molti dei nostri tessuti esclusivi da tappezzeria egli accessori sono perfettamente abbinati. È interessantecombinare oggetti di diversi periodi, impedisce alla casa didiventare troppo monotona. All’esterno c’è un giardino consentieri in mattonelle a lisca di pesce del XIX secolo, viti equerce. In una mite sera d’estate, seduto in terrazza sotto unatenda da sole scolorita, con gli amici, qualche bottiglia di buonvino e il mio cane Browney ho davvero tutto ciò che possodesiderare.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“La mia casa di campagna…nel cuore di Londra!”

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Sento i rintocchi del Big Ben e ritorno alla realtà, ricordandoche in realtà la mia casa di campagna non si trova nel profondoWiltshire, bensì nel cuore di Londra!Amo alzarmi presto e visitare i mercati di Londra… Non homai perso quest’abitudine. Benché oggigiorno da Hackettlavori un ampio team di creativi capace di affrontare i mercatiglobali in continua evoluzione, mi piace ancora dare uncontributo, senza mai dimenticare il passato.Nel 1840 il poeta Edward Fitzgerald scriveva “Di’ ciò chevuoi, ma non esiste e non è mai esistito un paese come lavecchia Inghilterra”.

Come vedi l’evoluzione storica del gusto in materia di camicie?

È particolarmente significativo l’interesse crescente per gliabiti su misura specialmente da parte di giovani consumatoriche cercano qualcosa di nuovo.Al momento il bespoke è ancora una parte limitata del nostrobusiness, ma la domanda di personalizzazioni sartoriali,quando possiamo aggiungere dettagli speciali richiesti dalcliente, è in forte crescita.Un’intera generazione di giovani si sta avvicinando all’eleganzaformale e la domanda di confezione su misura, si tratti di abitio camicie, è un altro modo di esprimere la propria personalità.Per Hackett “bespoke” significa non dover mai dire “No” aun cliente. Recentemente ho fatto confezionare un abito gessato sumisura e ho scelto taschino a toppa e risvolti dei pantaloni conla riga in una direzione diversa da quella tradizionale. Unapiccola modifica che ha reso il mio abito unico - questo è soloun esempio di ciò che significa “bespoke”.

Dr Silvio Albini

Mr Jeremy Hackett

“Bespoke significa non dover mai dire “No” a un cliente”

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“Stiamo per portare la Britishness del nostro marchio in Cina”

L’ “ H A C K E T T C R O S S ” L O N D I N E S E D I V E N TA G L O B A L E

Nel 2005 abbiamo fatto un ulteriore passo avanti con ungruppo di investitori europei che aveva l’obiettivo ditrasformare Hackett in un marchio realmente globale. Con ilsostegno dei nostri nuovi partner abbiamo iniziato adabbracciare una Britishness più europea. È stato necessarioampliare i nostri orizzonti ed il continuo investimento ci hapermesso di farlo.Al momento stiamo guardando verso la Cina dove intendiamoaprire una serie di negozi, incluso un flagship store a HongKong. Non posso darti dettagli più precisi perché è unprogetto ancora top secret, ma posso dirti che stiamo perportare la Britishness del nostro marchio alla popolazionecinese. Credo che il mercato sia capace di comprendere eapprezzare la qualità. Per noi è un periodo molto interessante.È anche un esercizio di equilibrio poiché è importante aprirsiad un mondo più vasto e allo stesso tempo conservare la basedi clienti. Hackett è un marchio classico che evolve e cambia,ma fortunatamente un passo avanti ai propri clienti, non tre.

Mr Jeremy Hackett

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“Leviamo il cappello per il nuovo negozio di Milano!” “Essenzialmente British”

Quel giovanotto di provincia con molto stile che ha lasciato lascuola all’età di 16 anni ne ha fatta di strada... L’attenzionealla qualità, la determinazione nell’andare controcorrente, nonperdere nessuna opportunità e soprattutto tener fede agliideali originari nei momenti buoni e cattivi sono dei grandistimoli.Grazie Jeremy Hackett per aver condiviso con noi i tuoiracconti, perché continui a sostenere il miglior stile British…e… ti ho ringraziato per lo Zephir?

Grazie Silvio, è stato molto piacevole parlare con te. Tiricorderai di menzionare i cani, non è vero?È la cosa più importante!

Dr Silvio Albini Mr Jeremy Hackett

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Browney Hackett ha l’ultima parola

RINGRAZIAMO HACKETT PER AVERCI PERMESSO DI UTILIZZARE IL MATERIALE FOTOGRAFICO

E JEREMY PER LE SUE OPERE D’ARTE.

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ITA

Graphic Design G R I T T I M O R L A C C H I & S C H I R M E R Milano

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