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Seeing and Nothingness "From the shadow of the object which does not exsist from polar space from the stern reveries of the inner eye a chair beautiful and useless like a catthedral in the wildeness place on the chair a crumpled tablecloth add to the idea of order the idea of adventure "

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Seeing and Nothingness"From the shadow of the object

which does not exsist

from polar space

from the stern reveries of the inner eye

a chair

beautiful and useless

like a catthedral in the wildeness

place on the chair

a crumpled tablecloth

add to the idea of order

the idea of adventure "

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La poesia sopracitata appartiene alla raccolta " Study of the object" di Herbert Zibignew, letterato polacco.

Egli scrisse questa silloge, avente lo stesso nome, prima del famosissimo Mr Cogito, definito come il "fantasma" del "Discorso sul metodo",(Cogito ergo sum), scritto da Descartes.

Il poema inizia con l' affermazione che l'oggetto più bello è quello che non esiste; per vederlo la mente deve immaginarlo e quando lo immagina il risultato è un'idea concepita dalla mente o percepita dai sensi.

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• Cosa conta nella visione?

Nöe, filosofo esternalista e neuro-scienziato, insiste sulla fondamentale divisione tra VISIONE REALE e VISIONE VIRTUALE.

Dunque egli sostiene che possiamo scegliere cosa vedere; quindi non vedere quello di cui abbiamo paura. Proprio su queste considerazioni si basano gli studi, che analizzeremo, dei più grandi ricercatori della psicologia visiva.

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A volte ci sono dei conflitti tra il mondo reale e quello che noi percepiamo o crediamo di aver visto.

Questo è dovuto dal fatto che entriamo in uno stato di confusione.

Da cosa è provocata la confusione? Dove ha sede?

Il meccanismo della confusione scatta quando non possiamo determinare precisamente ciò che ha innescato la rappresentazione interna.

Errori e illusioni sono il sottoprodotto di questa rappresentazione.

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DESCARTES vede l’illusione come un rifiuto della visione

‘’Dato che i nostri sensi ci ingannano,

ho deciso di supporrere che

niente è tale a quello che ci portano a vedere’’.

‘’Cogito ergo sum’’

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Il contributo di Aguilonius

Rubens, Opticum Libri Sex

Apparato speriementale di Aguilonius per localizzare la posizione delle immagini diplopiche partendo da un singolo oggetto, su una parete di

proiezione.

In questo modo introdusse il concetto di Oroptero.

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L' Oroptero

Dal latino horos (confine) e opter (osservatore): la parete di proiezione, il piano orizzontale attraverso il punto focale , che gira parallelo al piano tra l’occhio destro e l’occhio sinistro.

In questo modo Aguilonius cercò di allenarsi sulle diplopie ottiche come immagini fuse.

Il concetto di oroptero di Aguilonius è leggermente diverso dalla definizione contemporanea ( circolo di Vieth-Muller): un cerchio che passa attraverso i punti di convergenza e i due occhi.

Per la teoria di Aguilonius i raggi ottici (radii optic) portano l’oggetto di un’immagine virtuale ad una parete di proiezione, come se i nostri occhi proiettassero le immagini su una parete di proiezione.

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Per il filosofo francese, la teoria degli occhi come proiettori era inadeguata. La vita della coscienza, la vita cognitiva e del desiderio sono sottese da un ‘arco intenzionale‘ che circonda i nostri progetti passati, presenti e futuri e che attribuisce la forza della presenza a cosa che realmente non ci sono.

L’arco intenzionale di Marleau-Ponty

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Le forze della presenza

‘Fuori dal campo visivo, fuori dalla mente’

‘Lontano dagli occhi, lontano dal cuore’

‘Lontano dalla vista, lontano dalla mente’

La presenza è ciò che conta, non solo per la mente e per i linguaggi il problema è la selezione.

La selezione è lineare quando riguarda cose che esistono realmente o sono di fronte a noi; per le cose assenti dobbiamo lavorare duro attraverso l’immaginazione .

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• Alcuni psicologi e neuroscienziati hanno studiato la natura della rappresentazione selezionata.

• Studi su pazienti che soffrono di epilessia (Itzhak Fried e Cristoph Koch) per determinare il punto epilettico nel cervello con l’uso di elettrodi e presentando una serie di immagini e dopo chiedendo di immaginarle con i toni auditivi.Sono stati riscontrati così dei picchi sia quando veniva presentata l’immagine che quando veniva richiesta l’immaginazione.

• Studi sul controllo volontario dell’immagine (Cerf) hanno rivelato che l’uomo è capace di focalizzare la dominanza dell’immagine e di aumentare la potenza della presenza di qualsiasi cosa a cui pensiamo.

La visione e la coscienza operano sulla rappresentazione interna, la quale può essere attivata in modi diversi.

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Soggetti guardavano la proiezione del loro corpo, ripreso da dietro, ad una distanza di 2m.

La schiena del soggetto veniva accarezzata e questo appariva anche nella video-proiezione.

Al soggetto veniva chiesto di cambiare posizione e successivamente di tornare nella posizione iniziale. Il soggetto tendeva a posizionarsi come il soggetto nella proiezione.

La forza della presenza distorce la nostra percezione .

Video Ergo Sum - Laggenhager

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u Il linguaggio è essenziale per il pensiero, tutte le nostre immagini interne tendono ad attaccarsi a qualcosa di sensibile per acquistare corporeità e vita.Anche i simboli, le linee, la grafica servono per accorciare i termini e fissare i pensieri. Diamo così una forma materiale alla nostra mente per potersi attaccare.

Questo comporta un processo interno e uno esterno al cervello. Il primo per dare un modello sensoriale e attribuire significato, il secondo per identificare la struttura.

Per qualsiasi cosa che accada nella mente, ne avviene una nel cervello.

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I ciechi vedono?u La cecità è una condizione caratterizzata

dall'assenza del potere visivo. Su questo argomento tantissimi studiosi hanno esposto le proprie ipotesi e tesi

u IL PROBLEMA DI MOLYNEUX:

"UN UOMO NATO CIECO,AL QUALE SI È INSEGNATO PER

MEZZO DEL TATTO A DISTINGUERE GLI OGGETTI,

È IN GRADO DI RICONOSCERLI SENZA TOCCARLI

ESSENDOGLI DATA LA VISTA?"

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Tale quesito si presenta sotto forma di esperimento mentale al quale gran parte dei ricercatori hanno risposto negativamente perché sostengono che l'associazione tra sensazioni visive e tattili avvenga attraverso l'esperienza

RICONOSCIMENTO CROSSMODALE: capacità di rendersi conto che un oggetto attualmente rilevato da un canale sensoriale è lo stesso rilevato da un canale sensoriale diverso

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Ø Bach-y-Rita ritiene che i ciechi possano vedere tramite strumenti progettati per la sostituzione sensoriale

La SOSTITUZIONE SENSORIALE è la possibilità, in un individuo

privo di una modalità sensoriale, di usare le sensazioni provenienti

da altri sistemi sensoriali per sopperire al deficit attuale

Lo studioso dimostrò la sua ipotesi tramite un esperimento che ha costituito le basi dell'odierno BRAINPORT.

Questo fu inizialmente concepito come una sedia dotata di una telecamera montata sopra e una griglia di solenoidi applicata allo schienale, la quale inviava una serie di segnali elettrici alla persona cieca seduta sulla sedia che riceveva attraverso il senso del tatto un'immagine di ciò che la telecamera vedeva, poi il cervello trasformava l'immagine vista in immagine sentita.

Questa innovazione dimostra come un senso possa sostituirne un altro

PLASTICITÀ NEUROLOGICA

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u "La cecità è un limite ma anche una liberazione, una solitudine propizia per l'invenzione, una chiave e un'algebra"

Così i romantici interpretano il non vedere. In maniera particolare è interessante notare che John Keats aveva dato una chiave di lettura paradossale per la cecità nella contemplazione della bellezza:

“ (…) ho capito qual è la qualità che ci vuole per fare un uomo di successo, in particolare in letteratura, (…) intendo dire la Capacità Negativa e cioè quando un uomo è capace di stare nell’incertezza, nel mistero, nel dubbio senza l’impazienza di correre dietro ai fatti e alla ragione (…) perché incapace di rimanere appagato da una mezza conoscenza.”

La Negative Capability a cui Keats fa riferimento corrisponde alla capacità di convivere con ambiguità e paradossi, di restare nell’incertezza e nel dubbio nel tentativo di raggiungere il più alto conseguimento di percezione.

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Cecità parziale u Con questo termine si fa riferimento al fenomeno per il quale il nostro

cervello seleziona soltanto alcune delle numerose informazioni che giungono ai nostri organi di senso. La nostra mente prende in considerazione, nel campo visivo, gli elementi che le interessano, è parzialmente cieca, in special modo quando è assorta in altro.

Ciò è stato dimostrato dal test del gorilla che spiega come opera la nostra percezione visiva

"SIAMO CIECHI PER LE COSE AL DI LÀ DELL'ORIZZONTE DI ASPETTATIVA"

Karl Popper

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"Elephant in the room"Espressione tipica della lingua inglese per indicare una verità che, per quanto ovvia, viene ignorata. Con questa frase si va ad indicare un problema palesemente reale e noto di cui nessuno vuole discutere. Un elefante in una stanza sarebbe impossibile da ignorare ma, per ovviare al problema, si finge che esso non ci sia , evitando così di affrontare la problematica.

Proprio su questo concetto si basano i cosiddetti TABOO.

In tal caso si applica la capacità negativa in maniera strategica.

Quando il tabù è molto forte ed interiorizzato, questo influenzerà il controllo del nostro sguardo anche quando nessuno ci sta osservando. In tal modo si evita il contatto con la trasgressione e non saremo "macchiati" da ciò che vediamo.

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u Freud ritiene che i tabù proibiscano ciò che è desiderato segretamente, spesso di natura sessuale e/o che coinvolgono violenza sugli altri

u Il tabù attrae e respinge in maniera simultanea

Da qui numerose furono le considerazioni sui dipinti della sessualità del Cristo che fino ad allora restarono indiscussi. È stata analizzata la flessione e la curvatura dello sguardo in relazione ad un oggetto tabù ,che costituisce quindi l'evidenza che esso è stato visto, ed un oggetto qualsiasi.

Gli oggetti tabù producono curvature più accentuate rispetto a quelli neutrali, spingendo gli occhi più lontano da esso.

Dunque LO SGUARDO FUNZIONA essenzialmente come un mediatore, come uno STRUMENTO CHE PUÒ ESSERE RECLUTATO PER OPERARE AL SERVIZIO DELLA COSCIENZA.

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Trance di sguardoAlcune volte fissiamo ma non vediamo. Lo sguardo appare smarrito nell'infinito , in un punto di fuga o immobile su un qualcosa di concreto. L'ammiccamento resta limitato .

L'immagine rappresenta Lewis Powell, uno dei presunti attentatori di Lincoln, che sembra essere ipnotizzato dalla prospettiva della sua inevitabile morte o semplicemente sogna ad occhi aperti.Il suo sguardo è perso nell'infinito , sembra essere affascinato dall'orizzonte delle pareti che delimitano lo spazio in cui è confinato.

Weitzenhoffer è stato il primo ricercatore empirico a collegare l'induzione ipnotica con movimenti caratteristici degli occhi secondo una linea di lavoro che deve ancora essere sviluppata. Anche in questo caso lo sguardo può essere una chiave di lettura dello stato alterato della mente. Egli dimostrò che l'ipnosi stimola il cingolo anteriore della corteccia, il lobo parietale inferiore e il talamo ma non conosciamo nulla circa i meccanismi e le dinamiche retrostanti.

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Visione Virtualeu Alcune volte abbiamo bisogno di creare dei collegamenti

tra le strutture visibili per avere l’accesso alle cose come sono: oggetti del pensiero che derivano dalla dinamica nel mondo.

u Secodo Alain Badiou solo un intervento interpretativo può stabilire se un evento è veramente presente in una situazione.

u L’invisibile qui è la verità che sta alla base, il collegamento tra le strutture visibili che possiamo vedere solo cambiando il meccanismo della visione dettagliata in quello della visione virtuale.

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v La visione virtuale è una situazione simile a quella di quando siamo distratti con la mente o sogniamo ad occhi aperti, essa comporta un’elaborazione visiva nascosta

v Fissando lo sguardo su di un punto esterno, l’elaborazione visiva nascosta della visione virtuale non è orientata ad altro

v Più punti esterni periferici con informazioni di tipo diverso non esistono nel mondo ma sono presenti nella nostra mente solo grazie alla memoria e all’immaginazione

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u Gli obbiettivi della visione virtuale non possono essere tradotti dal corpo coordinatamente quando lo spazio visivo rilevante è astratto, cioè con svariate possibilità e fantasie

u Secondo Terrence Deacon una funzione del linguaggio sarebbe un’orientazione dell’elaborazione selettiva nascosta a simboli e relazioni astratte, cioè una forma di visione che si focalizza su connessioni semantiche.

u Infatti la visione delle verità, delle leggi, dei segni e di tutti gli altri tipi di cose sono pensate come un atto del linguaggio

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v Con Jonathan Culler in “The pursuit of singns” l’atto di raggruppare particolari distinti sotto lo stesso nome sulla base di percezioni o di somiglianze immaginate, che è l’atto centrale in ogni narrativa dell’origine del linguaggio, corrisponde alla classica definizione della metafora: sostituzione sulla base di somiglianze”

u Il linguaggio infine può essere inteso come la variabile del nulla

u Può rappresentare quello che non è o che non c’è più, questo processo include la memoria

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L' essereu Per Sartre l’essere era formato dal nulla: “l’essere

è quello, al di là di quello, niente”

v Heidegger si focalizzò più specificamente sulla morte: “nella coscienza c’è sempre qualcosa ancora in sospeso, che, come una potenzialità per l’essere e per la propria coscienza, non è ancora diventata attuale”

v Il nulla dà i contorni all’essere che, unito con la morte e con la fine, può essere in grado di acquisire il suo significato

v Badiou rappresenta il nulla con una vecchia lettera scandinava, Ø, emblema del vuoto

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La coscienza

u Secondo Damasio la coscienza è uno stato della mente osservabile in prima persona quando siamo svegli, con un processo del sé aggiunto ad essa

u Il più elaborato dei processi del sé è la propria autobiografia, che ci dice chi siamo e come siamo arrivati ad essere in questo modo

u La coscienza è un processo che lavora in stretta cooperazione con la memoria per scrivere nuove pagine nella nostra vita

u Damasio identificò anche una collocazione specifica per la coscienza nel cervello: essa si trova nella corteccia posteromediale all’intersezione dei cammini associati con informazioni dall’interno viscerale (interoceptive), dal sistema muscoloscheletrico (proprioceptive e kenesthetic) e dal mondo esterno (exteroceptive)

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La corteccia posteromediale

u È composta dalla corteccia posteriore cingolata, dalla corteccia retrospinale e dal precuneo

u Secondo Damasio queste sono le cortecce dove le immagini possono essere create e mostrate

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La coscienza ci permette di rivendicare l'appartenenza per certe azioni, e questo senso di appartenenza, a volte forma chi noi siamo includendo i nostri pregiudizi impliciti.

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MARINA URSO

SALVATORE VLADIMIRO PREITE

LETIZIA DE RICCARDIS