44
Anno XX – Novembre/Dicembre 2017 • Numero 11-12 Rivista della Fondazione Missio • Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40

Rivista della Fondazione Missio • Poste Italiane S.p.A. – … · 2018-01-15 · Giramondo Viaggio in ... Arrivo di mamma Viola il 21 marzo scorso all’aeroporto di Venezia. A

  • Upload
    others

  • View
    6

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Anno XX – Novembre/Dicembre 2017 • Numero 11-12Ri

vist

a de

lla F

onda

zion

e M

issio

• P

oste

Ital

iane

S.p

.A. –

Spe

dizi

one

in a

bbon

amen

to p

osta

le –

D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n.46

) art

. 1, c

omm

a 1

Aut.

GIPA

/ C /

RM •

Eur

o 1,

40

Il Ponte d’Oro - Mensile dei Ragazzi MissionariReg. Tribunale di Roma n. 171/97 del 21/03/97Editore: Fondazione di Religione Missio (organismo pastorale della CEI)Presidente di Missio: Francesco BeschiDirettore di Missio: don Michele AutuoroDirettore responsabile: padre Giulio AlbaneseRedazione: Chiara Pellicci, Miela Fagiolo D’Attilia, Ilaria De Bonis. Segreteria: Emanuela PicchieriniHanno collaborato: Floriana Moschitta (pag. I-IV).Illustrazioni: Beatrice Cerocchi, Irene Guerrieri (pag. 36-37), Carla Manea (copertina), Saverio Penati (pag. 27-30).Foto: AF/MISSIO, Giuseppe Andreozzi, Chiara Pellicci, Wikipedia, Freepik.com, Amedeo Cristino, Andrea Allegretto, Alicia Vacas, Fides.org, Famiglia missionaria dellaRedenzione, Attilio De Battisti, Angelo Sceppacerca.Progetto grafico e impaginazione: Alberto SottileRedazione e amministrazione: Via Aurelia, 796 – 00165 Roma; tel. 06/66502678; e-mail: [email protected] abbonamenti: tel. 06/66502632; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] annuo: individuale 14€; collettivo 10€; estero 26€ su n. 63062327 intestato a MISSIO oppure con bonifico bancario intestato a MISSIO PONTIFICIE OPEREMISSIONARIE presso Banca Etica, cod. IBAN IT 55 I 05018 03200 000000115511.Stampa: Graffietti Stampati - S.S. Umbro Casentinese Km 4,5 - Montefiascone (VT)Mensile associato alla FeSMI, Federazione Stampa Missionaria Italiana.Chiuso in tipografia il 31 ottobre 2017.

omm ra iSEditorialeUn Natale da pescatori di uomini

Kabàka, l’amico dottoDeddy e la sua vita per Gesù

GiramondoViaggio in…Sri Lanka

AvventoGli alberi raccontano

Intervista impossibileCerco un nuovo costruttore. Sei tu!

Dove è nata la missioneUn teatro per “restare in piedi”

Passi di oggi…Un funerale lungo un anno

…sulle orme di ieriSan Junipero Serra

Click alla ParolaFuorisaccoUna tradizione che si rinnova

ScaffaleLettere al papa da tutto il mondoStellina e la Cometa

Presepe in quiz

o1

2

410

14

22

24

26

27

33

34

36

32

All’internoPIANETA MISSIO RAGAZZI

i [email protected] 1

Ed to ia

Edi to r leia

rEdi to r leia Editor leia Editor leia

el

Cari Amici,presto sarà Natale e il 2017 si concluderà.Sappiamo bene che questo è un tempodi festa nel quale, oltre a celebrare lanascita di Gesù, siamo invitati a riflettere

sul senso della vita, non fos-s’altro perché nel 2018 avre-mo un anno in più. Ebbene,

a questo proposito, voglio raccon-tarvi di quando in Africa, tanti anni fa,

incontrai un anziano pescatore: si chiamavaYosefu, era di fede cristiana e svolgeva lasua professione trascorrendo intere giornatesulla sua lunga e stretta piroga. Era nato inun piccolo villaggio dell’Uganda che si affac-ciava sul grande Lago Vittoria e lì avevasempre vissuto. Un giorno lo trovai accovacciato

accanto alla propria barca mentre rassettava le reti. Gli domandai perché nonstesse pescando ancora. Rispose: “Perché ho già pescato abbastanza pesce edomani è Natale”. Siccome la giornata era ancora lunga gli domandai con una

certa insistenza perché non continuasse a farlo. “E cosa cambierebbe?” mi rispose. “Beh –gli dissi - potresti così avere più denaro, ad esempio, per acquistare cibo e bevande”. Miguardò con uno sguardo sornione. “Amico mio – disse – vivere significa nascere ogniistante per essere sempre migliori. È per questo che debbo prepararmi al Santo Natale”.Sagge parole! Capite bene, infatti, che se Gesù duemila anni fa non fosse venuto al mondo,oggi non potremmo dirci cristiani. Dunque prepariamoci anche noi ad accogliere ilSignore che viene, per essere come gli apostoli “pescatori di uomini”, cioè missionari,tutto l’anno!

Buon Natale!

Abuna

Un Nataleda pescatoridi uomini

i [email protected]

Kabàka Kabàka

Kabàka Kabàka KabàkaKabàka

Deddy Nikuze avevaun fortissimo desi-

derio di vivere, di avereamici, di andare a scuolae imparare come gli altri.Quattordici anni, burun-dese, era venuto in Italianel novembre 2009, grazieall’attenzione della Fami-glia Missionaria della Re-denzione e di altre personesensibili alla sua malattia,per cure specialistiche presso l’Ospedale pedia-trico Meyer di Firenze. Il 12 maggio scorso èmorto, mostrando a tutti la sua straordinaria,anche se breve, vita segnata dalla sofferenza eda una fede incrollabile.Ricordano le suore della Famiglia Missionariadella Redenzione: “Quello che ci ha colpitomaggiormente di Deddy è stata la sua forza divolontà nel voler superare le difficoltà dellamalattia. Questa forza di volontà veniva dallasua fede in Gesù, attraverso la preghiera, so-prattutto del Rosario, la partecipazione allaSanta Messa, e la preparazione ai Sacramenti.Infatti, nella sua parrocchia di Borsea, ha vis-

L’amico dotto

Sopra:Kitgum (Uganda) – Arrivo di mamma Viola il21 marzo scorso all’aeroporto di Venezia.A fianco:Deddy incontra papa Francesco.

A fianco:Deddy racconta la suaesperienza di RagazzoMissionario ad unincontro nazionale aRoma nel febbraio 2011.

Ciao! In questo numero ti

presento Deddy, un bambino burundese che

è venuto in Italia per essere curato, ma poi ha

chiuso gli occhi alla terra e li ha aperti al Cielo.

La sua fede in Gesù è stata esemplare.

suto la Prima Comunione e hacontinuato il cammino di forma-zione alla Cresima, sempre pre-sente in parrocchia alla dome-

nica come chierichetto. Il sacramento dellaConfermazione lo ha fatto sentire ancor piùimpegnato ad essere vero missionario, apostolodi gioia e testimone dell’amore di Dio per i piùpiccoli. In questi anni ha avuto anche la graziadi incontrare papa Benedetto XVI e papa Fran-cesco, che lo hannoguardato con parti-colare affetto”.

Deddy e lasua vitaper Gesù

Deddy e lasua vitaper Gesù

TI P

RESE

NTO

UN

AM

ICO

i [email protected] 3

TI P

RESE

NTO

UN

AM

ICO

dimmi come La Pensi…

2a - ha una marcia in più

b - si affida nelle sue mani

c - è al riparo da malattie

chi ha fede in dio:

315

4 a - la fede in Gesù rassicura, incoraggia,sostiene

b - c’è sempre un modo per far parlare di sé

c - alcune malattie sono inguaribili

da deddy si Può imParare che:

1

5

3

5 a - non ho paura perché sono nelle mani di Gesù

b - nella sofferenza è importante lavicinanza di parenti e amici

c - e’ più importante la salute che la fede

in QuaLe frase Ti riTrovi di Più:

1

3

5

TEST

a - commoventeb - infelicec - un esempio per tutti

La sToria di deddy è:

351

sei un raGaZZo missionario(fino a 10 punti)

Un Ragazzo Missionario sa che la fede è tutto,

perché aiuta a vivere ogni momento in

compagnia del miglior amico che esista: Gesù.

hai un cuore da aLLenare(da 11 a 18 punti)Non resti indifferente di fronte alla sofferenza esai che la fede in Dio è importante. Osa di più:credi ciecamente in Lui e scoprirai che la felicità diaverlo vicino vince su tutto.

3

…e Ti dirò chi sei

Deddy aveva sei fratelli in Burundi e sua so-rella Dafrosa ha potuto essere con lui negliultimi istanti di vita. Di lui, Dafrosa ricordauna frase che non dimenticherà mai: “Nonho paura perché sono nelle mani di Gesù”.La mamma Viola dice commossa: “Ringra-ziamo il Signore per dono di Deddy, una vitabreve ma intensa. Ringraziamo anche Deddy,per quello che ci ha trasmesso con la suatestimonianza di amore a Gesù”. Era un Ra-gazzo Missionario e la sua morte è unagrande eredità d’amore che non deve esseredimenticata.

Kabàka, l’amico dotto, ti aspettaanche nelle pagine successive perparlarti di:

COLONIZZATORI, CORTE SUPREMA,DESERTIFICAZIONE, FATWA, PROFUGHI… E ALTRO.

Gioca La Tua ParTe!(da 19 a 25 punti)

Forse credi che dove c’è una malattia, lì non ci siaDio. In realtà il Signore ama la gioia e vuole lafelicità per tutti. Ma chi ha una grande fede, restavicino a Gesù in qualunque esperienza difficiledella vita, anche nella malattia, e si sente protetto,accolto, sereno, qualunque cosa succeda.

1 a - ti arrabbi

b - ti fa compassione

c - preghi per lui

Quando vedi un bambino

che soffre:531

i [email protected]

Gir am o ondo ondGir am o ond

Gir am o ond

IN QUESTO NUMEROTI ACCOMPAGNO IN:

AFRICA

EGITTO

ITALIA

SIRIA

SPAGNA

BRASILE

G li Indios sono inativi americani,

ovvero quelle popo-lazioni i cui antenativivevano già nel con-tinente prima dell’ar-rivo dei colonizza-tori europei. InBrasile, soprattut-to negli ultimianni, gli Indiosstanno vivendo unasituazione davverodrammatica: nel 2015sono stati uccisi 137nativi e la deforesta-

zione è arrivata a 5.800 Km quadrati (unasuperficie più grande dell’intera Liguria).Ultimamente la condizione degli Indiossta notevolmente peggiorando: un’immensariserva naturale dell’Amazzonia si preparaa diventare nuova terra di conquista deicercatori d’oro; è stata abolita la Riservanaturale di Renca; sono state autorizzatele trivellazioni in un’area ricca di minerali

E’ l’organismo al vertice del sistema giudiziario dimolti Paesi, tra cui il Brasile. In pratica, ogni volta

che sorge una discussione in merito alla validità o allacorrettezza di una legge, la Corte Suprema studia il caso e dicel’ultima parola.

CORTE SUPREMA

L’America èstata conqui-

stata dagli euro-pei, che dal 1492 (annodella scoperta del Nuo-vo Continente da partedi Cristoforo Colombo)in poi si sono accaparratiterreni e materie primeed hanno osteggiato esfruttato le civiltà indige-ne. Le conseguenze del-la dominazione deicolonizzatori sonoancora oggi visibilisoprattutto tra i nativiamericani, ridotti ad unaesigua minoranza.

COLO

NIZZ

ATO

RI

BRASILE

La resistenzadegli Indios

i [email protected] 5

Per invertire la tendenzadella desertificazione edei cambiamenti climatici,11 Stati africani stannolavorando da tempo adun progetto ‘verde’ chemira a creare una barrieradi alberi lunga quasi ot-tomila chilometri e larga15. La grande ‘muragliaafricana’ collegherà la co-sta atlantica a quella chedà sull’Oceano Indianoper impedire che la zona

soggetta a desertificazione si sposti semprepiù a Sud. I Paesi coinvolti sono Gibuti,Eritrea, Etiopia, Sudan, Ciad, Niger, Nigeria,Mali, Burkina Faso, Mauritania e Senegal.Il mega-progetto è finanziato dalla BancaMondiale e sostenuto dalle Nazioni Unite,ed ha ricevuto il via libera dell’UnioneAfricana nel 2007: da allora tutti gli Stati

perso qualsiasi diritto su quell’area. Unagrande minaccia per gli indigeni brasiliani,a vantaggio delle grandi aziende che con-siderano la protezione delle terre degliIndios un ostacolo per i propri interessi(accaparrarsi vasti terreni per coltivazioni,allevamenti, sfruttamento del legname,ecc.).Per il momento centinaia di tribù sonosalve: gli Indios continuano a resisterenelle proprie terre d’origine!

coinvoltihanno ini-ziato apiantare al-beri.Il Senegal stacontribuendopiù degli altrialla realizzazione dellabarriera verde: ha già piantato oltre 12milioni di alberi su una superficie di circa40mila ettari. I giornali scrivono che dal2008 oltre 400 persone lavorano ogni annoda maggio a giugno alla selezione e allapreparazione dei semi, che vengono piantatiin agosto da circa duemila persone, intempo per la stagione delle piogge.

e metalli preziosi. Ma in questo drammaticocontesto una bella notizia c’è: lo scorsoagosto la Corte Suprema del Brasile hafermato una proposta di legge che avrebbefavorito ulteriori violazioni dei diritti degliIndios.Se l’iter della legge non fosse stato fermato,gli Indios che non occupavano le loroterre alla data, o prima, del 5 ottobre1988 (cioè quando l’attuale Costituzionedel Paese è entrata in vigore) avrebbero

Il processoche rende il

suolo semprepiù arido e privo divegetazione si chiamadesertificazione. Siverifica soprattuttonelle zone limitrofe adaree già desertiche edè dovuto all’aumentomedio della tempera-tura del pianeta (riscal-damento globale).

DESE

RTIFI

CAZI

ONE

AFRICA

Muraglia verdenel deserto

i [email protected]

Gir am o ondGir am o ond

N on solo fare gli auguri di Natale ad uncristiano “non è un peccato”, ma

questa pratica va incoraggiata perché fa-vorisce la “convivenza pacifica”. A dirlo èla ‘Casa della Fatwa’, un importante orga-

EGITTO

Auguri di Nataledue volte preziosi

E’ una parola araba che indica un responso giuridicosu questioni riguardanti il diritto islamico o su pratiche

di culto. In altre parole, la fatwa è un verdetto, una decisione diun organismo autorevole per la religione musulmana in meritoad una qualsiasi faccenda che riguarda l’islam.

FATWA

nismo religioso egiziano, incaricato di scio-gliere tutti i dubbi relativi all’interpretazionedel Corano, il testo sacro per l’islam. “Unmusulmano non deve avere nessuna esita-zione a porgere le proprie felicitazioni adamici e conoscenti cristiani” per le festivitànatalizie, ha ribadito il gran muftì, che è acapo dell’organismo islamico.Questo pronunciamento è prezioso in quantoè stato emesso dopo che alcuni fondamen-talisti dell’islam avevano detto no agli au-guri. In particolare, il predicatore AbdulHamid aveva ribadito che le felicitazionirivolte da un musulmano ad un cristianocostituiscono un “grave peccato”.In Egitto, ma anche in altri Paesi isla-mici, è in corso una di-sputa interna tra i fon-damentalisti musulmani

e i credenti islamiciche, invece, incorag-giano il dialogo. Loscorso anno in Egit-to sono state avviatedelle campagne dicontrollo nelle li-brerie e nelle bi-blioteche dellemoschee per riti-rare dalla circo-lazione i libri cheincitano alla vio-lenza.

Un insieme diprecetti religiosipuò essere osservatocon elasticità (cioè,pur rispettando le re-gole, non si è ecces-sivamente rigidi) o conestrema severità. Chisceglie questo secon-do modo di compor-tarsi è un fondamen-talista. I fondamenta-listi esistono in tuttele religioni, ma ultima-mente quelli islamiciusano il nome di Allah(parola araba che si-gnifica Dio) per com-piere violenze e so-prusi.

FOND

AMEN

TALIS

TI

Gir am o ond Gir am o ond

Gir am o ond

i [email protected] 7

ITALIA

Aggiungi un posto a tavola

MONDO

La GiornataMondialedei PoveriIl 17 novembre si celebra la prima GiornataMondiale dei Poveri, voluta da papa France-sco, con lo slogan “Non amiamo a parolema con i fatti”. Il Santo Padre invita a guar-dare alla povertà non come ad un fenomenoastratto, ma come ad un disagio sociale edeconomico che ha a che fare con personein carne ed ossa. Inoltre dice che la povertànon è scontata, né deve essere accettatapassivamente, ma può essere combattuta apartire dall’impegno concreto. Organizzareuna mensa con la Caritas, soccorrere i rifu-giati e accoglierli, andare nei campi Rom:sono tutti modi concreti per prendere dipetto il fenomeno. Condurre una vita piùsobria e senza sprechi è un’altra forma dicontrasto alle ingiustizie. Non basta riempirsila bocca di belle parole o di sole condannenei confronti di chi alimenta gli squilibrieconomici nel mondo, dice il papa. Lapovertà “ha il volto di donne, di uomini e dibambini sfruttati per vili interessi, calpestatidalle logiche perverse del potere e del de-naro”, spiega Francesco, invitando a mettersiletteralmente nei panni degli altri.

Cinque famiglie italiane della Garfagnana(regione montuosa della Toscana setten-

trionale) hanno invitato a cena alcuni rifugiatiprovenienti da Paesi in guerra, aderendo al-l’iniziativa “Aggiungi un posto a tavola” ideatadalla Cooperativa Odissea. “Entrare nelle casedelle persone – spiega Eros Tetti, coordinatoredel progetto - è il modo migliore per far cono-scere ai migranti il nostro territorio e lanostra cultura, e allo stesso tempo per pre-sentarli alle famiglie italiane” che spesso co-noscono i migranti solo per come vengonopresentati dalla televisione.Il progetto nasce nella Valle del Serchio con ilpatrocinio del Sistema di accoglienza migrantie rifugiati (Sprar) e il coinvolgimento diquattro piccoli Comuni montani. Le famiglieche aderiscono all’iniziativa si impegnano adorganizzare una cena spalancando le porte dicasa sia ad alcuni migranti che agli operatoridella Cooperativa. Alla fine del progetto, èprevisto che i rifugiati ricambino l’invito, or-ganizzando una cena conclusiva e cucinandoa loro volta per le famiglie che hanno aderitoall’idea: c’è da essere certi che i piatti tipicidei Paesi africani e mediorientali saranno altop dell’insolito menù.

i [email protected]

Gir am o ondGir am o ondGir am o ond

Gir am o ond

I profughi sono coloro che fuggono da situazioni arischio nei propri luoghi d’origine e approdano inaltre città o Paesi alla ricerca di sicurezza e libertà. Il termine‘profugo’ viene usato per chiunque fugga, indipendentementeda quali siano le cause che lo hanno spinto a lasciare lapropria casa (possono essere guerre, ma anche calamità na-turali). Invece chi fugge dal proprio Paese a causa di guerreo persecuzioni, trovando ospitalità in un altro Stato che loaccoglie, è chiamato ‘rifugiato’. Non tutti i profughi, quindi,possono essere considerati ‘rifugiati’.

PROFUGHI

Irifugiati non ce l’hanno fatta ad arrivarein Europa, ma le loro scarpe sì, sonogiunte a destinazione. E anzi, hannovarcato la soglia di casa di ben nove capidi Stato europei e addirittura quella delpresidente degli Stati Uniti d’America. Lescarpe sono quelle che un artista sirianoha chiesto a 12 dei profughi bloccati allefrontiere con l’Europa, inviandole ben im-pacchettate agli indirizzi dei potenti, cor-redate da una lettera e un video chespiega il viaggio finito con un rifiuto.L’artista si chiama Thaer Maarouf e haspiegato come quelle scarpe “rappresentinoi destini dei profughi bloccati a un certo

Gir am o ond

SIRIA

Le scarpe deirifugiati arrivanoin Europa

i [email protected] 9

Non è un errore di stampa: Holywins è unacosa, Halloween un’altra. Si tratta di due festediverse, celebrate lo stesso giorno, il 31ottobre, vigilia della festa di tutti i Santi.Mentre di Halloween tutti sanno tutto, di Holy-wins c’è tanto da scoprire. Significa “la santitàvince” ed è stata lanciata da alcune diocesispagnole che hanno incoraggiato i fedeli a ce-lebrarla con immagini e costumi di Santi,vergini e religiosi, in risposta alla festa più po-polare di Halloween dove scheletri, zombie efigure di morte la fanno da padroni.Le diocesi di Cádiz, Cartagena, Alcalá e CiudadRodrigo sono tra quelle che, attraverso par-rocchie, scuole e associazioni cristiane, hannoesortato i ragazzi a celebrare la festività ditutti i Santi con richiami espliciti alla fede cat-tolica.La diocesi di Alcalá de Henares è stata laprima in Spagna a celebrare Holywins nel

punto del viaggio, costretti ad affrontareostacoli talvolta insormontabili”. Le scarpedi ognuno sono state inviate proprio nelPaese dove i migranti in questione avrebberovoluto vivere: un modo per concludereidealmente quel viaggio. “Non sono scarpecome le vostre, abituate solo a percorrerei corridoi del palazzo. Sono scarpe - hadetto l’artista siriano - che hanno calpestatoe conosciuto sabbia, sporco, rocce, mare,cemento, filo spinato; scarpe che non di-menticano da dove vengono, ma che per-

SPAGNA

W la festadi Holywins!

mettono di immaginare un futuro”.L’iniziativa è stata chiamata Dirty messages(‘Messaggi sporchi’, in inglese) e, anchese non servirà ad abbattere i confini, do-vrebbe essere utile quantomeno a far ri-flettere. Le scatole hanno raggiunto i pre-sidenti di Stati Uniti, Polonia, Francia,Italia, Russia, Egitto, i primi ministriinglese e australiano, il presidente del go-verno spagnolo. Le altre tre paia sonostate inviate ad altrettanti indirizzi casualiin Ungheria, Grecia e Libano.

2008. Nel presentare la festa si fa presenteche lo scopo non è andare contro Halloween,quanto piuttosto far riflettere sul fatto che lavigilia della festa cattolica di tutti i Santi è unmomento che dovrebbe “celebrare il trionfodella vita e promuovere la bellezza e il bene”,non “il culto per la morte e l’esaltazione delmostruoso o del cattivo”, messaggi contrarialla speranza della Risurrezione.La festa proposta è dedicata a tutti i bambiniche frequentano il catechismo, agli alunni dellescuole, ai movimenti, alle associazioni, aigiovani e alle loro famiglie, perché la santitàsia proprio la festa di tutti.

i [email protected]

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o

V iagg i in…oViagg i in…o

Viagg i in…o

Quando due fazioni, due gruppi o due etnie, apparte-nenti ad uno stesso popolo, si scontrano con violenza traloro, si parla di guerra civile.

GUERRA CIVILE

L’antica isola di Ceylon si chiama SriLanka dal 1972. Le piantagioni di tè

continuano ad essere un fiore all’occhiellodell’economia, insieme alle esportazioni digomma, cannella e all’industria tessile.Sono ormai lontani gli anni della guerracivile tra l’etnia dominante dei singalesi(75% della popolazione, buddista) e quellatamil (18%, di religione induista): lo scontrofratricida durò oltre 20 anni, con violenze

in varie regioni dell’isola,e si concluse nel 2001.Purtroppo alla fine del2004 le coste dello SriLanka furono colpite dauno tsunami terribile cheprovocò oltre 40mila morti, lasciando dietrodi sé solo distruzione lungo le splendidecoste, meta di turisti di tutto il mondo. Pa-radossalmente gli abitanti dell’isola - oggicirca 22 milioni di persone - seppero trarreun forte insegnamento da quella tragedia,mettendo in secondo piano i rancori tra lediverse etnie e lavorando insieme alla rico-

Gente di mare

e di fedeNota con l’antico nome di Ceylon,l’isola a forma di lacrima, situataa Sud-est dell’India, era nota aimercanti di spezie soprattutto perle pregiate qualità di tè omonime.Oggi lo Sri Lanka è uno dei Paesiemergenti della regione asiatica,al centro di rotte commerciali,affari economici e, purtroppo,anche di gravi eventi climatici.

E’ una parolagiapponeseche significa ‘ondaanomala’, ovveroun’onda che ha unatale potenza da di-struggere tutto quel-lo che incontra.

TSUN

AMI

1

Gente di mare

e di fede

Sri Lanka

11

struzione dei villaggi della costa.

Una Chiesa dalle antichetradizioniNegli ultimi anni il sistema scolastico è no-tevolmente migliorato e oggi la percentualedi chi sa leggere e scrivere è del 92%, unvero primato tra i Paesi del Sud del mondo.La vita non è sempre facile per la minoranzacattolica della popolazione. Ma nel Paeseche sembra sia stato evangelizzato da sanTommaso apostolo di ritorno dall’India, unaltro grande protagonista della missione èstato, molti secoli dopo, san Giuseppe Vaz,definito da Giovanni Paolo II “il più grandemissionario che l’Asia abbia mai avuto” eda lui beatificato nel 1995 (per saperne dipiù, vedi i fumetti del numero 9/2017).

2

Foto 1: Al lavoro nelle piantagioni di tè, di cui loSri Lanka è uno dei più grandiesportatori mondiali.

Foto 2: La presenza cristiana in Sri Lanka èuguale al 7,8% della popolazione.

Foto 3: Effetti del terribile tsunami del 2004che provocò oltre 40mila morti.

Esattamente 20 annidopo, papa Francesco, nelsuo viaggio sull’isola, loha proclamato santo du-rante una Messa oceanicaa cui ha partecipato oltremezzo milione di persone.

Sulle orme di san GiuseppeVazA questo missionario natoin India nel 1651 da ge-nitori portoghesi, e arri-vato nel 1687 a Ceylon persostenere la piccola comunità cattolica per-seguitata all’epoca dai protestanti olandesi,è stata dedicata la mostra intitolata “I passi

All’epoca diVaz gli olan-desi erano prote-stanti, non cattolici.In quegli anni gliscontri tra gli uni egli altri erano duris-simi (pur essendoentrambe cristiane,le due confessionireligiose nel Seicen-to si contrappongo-no e si fanno la guer-ra). L’Olanda, po-tenza colonizzatricedi Ceylon, pose ad-dirittura il divieto diprofessare la fedecattolica.

PRO

TEST

ANTI

i [email protected]

3

i [email protected]

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o Viagg i in…o

Viagg i in…o

roco Bodiabauge ha detto: “Non c’è storiapiù grande o passato più glorioso della no-stra Chiesa cattolica: tante persone hannosacrificato la propria vita per la fede. È gra-zie a queste persone che oggi noi possiamopraticare la nostra fede”.

della fede” realizzata nel settembre scorsodalla parrocchia di Bolawalana (città di Co-lombo): in poche settimane centinaia di ra-gazzi hanno visitato la mostra, che in parteè stata allestita da loro stessi.Felice per il successo dell’iniziativa, il par-

Il re di Dharmapuri si chiamava Vikkrame aveva un ministro fidato di nome Ani-

routtar che lo aiutava negli affari di governo.

Costui aveva la mania di ripetere continua-mente: “Tutto va per il meglio”, e la cosairritava il re.Un giorno i due erano andati insieme acaccia, e il re perse un dito cercando di ri-muovere un ramo d’albero che ostruiva illoro cammino. Vedendo ciò, Anirouttar nonriuscì a trattenersi dal dire: “Tutto va per il

Favola dallo Sri Lanka

Tutto va per il meglio

i [email protected] 13

Morale della favola

Pensare positivo e sforzarsi di

essere sempre ottimisti è il modo

migliore per comprendere ciò che

accade nella vita.

meglio, o mio re!”. Vikkram si arrabbiòmoltissimo e lo portò presso un pozzosecco, abbandonato e in rovina. “Che direstise ti gettassi in questo pozzo?”, urlò il re.Ma il ministro rispose imperturbabile: “Tuttova per il meglio, sire”. Ancora più indispet-tito, il re lo spinse nel pozzo e si allontanòper continuare la sua caccia.Improvvisamente vide davanti a sé unatigre feroce e si trovò circondato da ungruppo di indigeni armati di lance, adoratoridella dea Kali, a cui erano abituati adedicare sacrifici di esseri umani privi diogni imperfezione. Il giovane re fu dunquesequestrato, legato e trascinato fino altempio della dea. Il sacerdote del tempiolo fece immergere nell’acqua: un rituale perpurificare la vittima da offrire a Kali. Ma fua quel punto che il sacerdote si accorse

che alla mano del re mancava un dito: Vik-kram era imperfetto e dunque indegno diessere offerto in sacrificio. Fu subitorilasciato dagli adoratori di Kali e, mentrecamminava nella giungla, si ricordò delleparole del suo ministro. Subito tornò indietroper andare a tirarlo fuori dal pozzo in cuil’aveva gettato. Anirouttar aspettava calmoseduto in fondo. Quando uscì alla luce delsole, ascoltando l’avventura del re disse:“Tutto va per il meglio, perché se nonaveste perso un dito sareste morto”. Il requesta volta sorrise: “Caro amico, le tueparole sono state giuste per me. Ma per tecom’è andata?”. Anirouttar rispose: “Signore,se non mi aveste gettato nel pozzo, gli in-digeni avrebbero catturato anche me e iosarei stato sacrificato. Ecco perché ancheper me tutto è andato per il meglio!”.

Gli alberiraccontano

Poi li vedemmo: due piccole figure umane,strette l’una all’altra per scaldarsi, cammi-navano pian piano per il bosco; uno dei dueportava in braccio un bambino piccolissi-mo.“Troppo freddo. Troppo freddo”, disse ungufo appollaiato su un faggio.La coppia si fermò nella nostra piccolaradura. Ci accorgemmo che uno era un uomocon la barba e l’altra doveva essere la

Nel gergo teatrale il canovaccio rac-coglie la trama e le indicazioni per losvolgimento di una recita. Regista edattori devono conoscerlo a memoriaperché tutto riesca al meglio.

CANOVACCIO

Come addobberai quest’anno il tuo albero di

Natale? Perché non con stelle filanti, pagine del

Vangelo e forcole colorate? Forse ti starai mera-

vigliando di un tale suggerimento… Ma se provi a

fare tuo il messaggio contenuto nelle pagine che

seguono, scoprirai che la proposta di questi

possibili addobbi non è affatto fuori luogo.

Quando avrai ascoltato ciò che raccontano gli

alberi, organizza con il tuo gruppo una recita

natalizia per le feste. Con i tuoi amici, animatori,

catechisti o insegnanti, mettiti all’opera: si tratta

di diventare attori per un giorno, dopo aver

pensato a costumi, scenografie, musiche, divisione

delle parti e prove, perché tutto riesca al meglio.

Puoi cimentarti in questa impresa anche da solo,

in famiglia, con i tuoi fratelli, parenti, amici, vicini:

bastano piccoli adattamenti e semplificazioni del

canovaccio, e la recita si può realizzare anche in

casa, magari il giorno di Natale. Fatti aiutare da

un adulto e stupirai tutti i tuoi familiari con uno

spettacolo che nessuno dimenticherà più!

i [email protected]

AvventoAvvento

Avvento AvventoAvvento

Avvento Avvento

Questa è la storia del primissimo alberodi Natale, raccontata da un abete im-merso nel bosco.

Era un giorno di freddo pungente ed io tre-mavo dalle profondità delle radici fino allepunte delle pigne.Dai margini del bosco si sentì un rumore:“Ascoltate, sta venendo da questa parte!”,gridò l’albero di alloro.“Rumore di passi”, fece eco il castagno.

torno a loro e presto il piccolo si addormen-tò.“Ben fatto, albero di abete!” sussurrò ilfrassino.“Meraviglioso”, ribadì la quercia.La neve scendeva sempre più fitta, ma lafamiglia ormai era al sicuro.“Che gioia immensa!” dissi tra me e mi sci-

volarono dagli occhi tante la-crime di commozione. Non ci fumodo di fermarle, ma non siversarono sopra quei pellegriniaddormentati. No, si trasforma-rono in ghiaccioli lunghi fino aterra.L’indomani, all’alba, spuntò ilsole e i ghiaccioli brillaronocome gemme luminose nell’ariatersa. Quando il bambino aprìgli occhi, le mie gemme lucci-

canti furono la prima cosache vide. Il luccichio sfa-villò anche nei suoi occhie, guardandomi, sorrise.Capii subito che dovevaessere un bambino spe-ciale!

mamma del bambino, con uno scialle azzurro.Gli occhi del bambino erano spalancati intutta la loro purezza.“Devono essersi smarriti: non sanno da cheparte andare”, disse la quercia.“Il bambino morirà di freddo. Sta iniziandoa nevicare e presto farà buio” le rispose ilciliegio selvatico.“Cosa possiamo fare? Se solo avessimo legambe, potremmo muoverci creando perloro un riparo”, propose il larice con il rim-pianto di non essere utile.Guardai di nuovo il bambino con i mieiocchi sempreverdi. Pensai di dover fare qual-cosa, ora o mai più.Mi distesi e mi cadde a terra qualche pigna.La madre rivolse lo sguardo su di me e cosìfece il bambinello. Tutta la famiglia micorse incontro riparandosisotto i miei rami cespugliosi.Li abbassai adagio adagio at-

“Il primo albero di Natale” è l’ul-timo racconto di un libro meravi-glioso, che ne raccoglie dieci, edaiuta a vivere il Natale posandol’attenzione su aspetti insoliti.Si tratta di “Storie di Natale incinque minuti” di John Goodwine Richard Johnson, edito da IlPozzo di Giacobbe. Paginecolorate, dai disegni fiabeschi,luminosi, avvolgenti, immer-gono nella magia della festadella Natività ripercorrendo lavicenda di Maria, Giuseppe e ilBambino dall’annuncio dell’angelo a Nazareth, finoalla partenza della Sacra Famiglia da Betlemme persfuggire alla minaccia di Erode. Un libro che merita,per la sua originalità e immediatezza, e sa coinvolgeretutti i lettori, grandi o piccini che siano.

Un libro danon perdere

Nelle librerie più fornite o sulsito www.ilpozzodigiacobbe.it

€ 13,50

i [email protected] 15

John Goodwin e Richard JohnsonStorie di Natale in cinque minutiEdizioni Il Pozzo di GiacobbePagg. 48

(adattamento del racconto “Il primo alberodi Natale” tratto da “Storie di Natale incinque minuti” di John Goodwin e RichardJohnson, Edizioni Il Pozzo di Giacobbe)

il sipario. Dopo pochi secondi si apredi nuovo: in scena c’è rimasto soltantol’abete con, ai suoi piedi, Maria, Giuseppee il Bambino avvolti nei rami frondosi. Glialtri alberi del bosco sono spariti, mentresul palcoscenico sono apparsi un baobab,un albero della gomma (nome scientifico:Hevea brasiliensis) e un albero della canfora(nome scientifico: Cinnamomum campho-ra).

I l sipario si apre e sul palco illuminatoc’è l’abete frondoso al centro; intornogli altri alberi del bosco. Una voce fuori-campo racconta in prima persona la storiadel primissimo albero di Natale (vedi pag.14-15). Mentre la narrazione procede, in-tervengono le altre voci ed entra in scenala Sacra Famiglia.Finito il racconto, parte una musica adattaalla soavità del momento topico e si chiude

A scuola di preghieraSi apre il sipario, mentre le luci si concentrano sull’albero della canforaaddobbato con tante pagine del Vangelo appese ai rami. Ai suoi piedi sono

seduti tre bambini asiatici (vestiti tipici, altri elementi che ne ca-ratterizzano la provenienza). Questo albero prende la parola(voce fuoricampo) e dice: “Anch’io, come l’abete, voglio rac-contarvi una storia. E’ ambientata in Asia, la mia terra, enarra dell’importanza della preghiera. Ascoltate”.Viene letta la testimonianza missionaria qui a fianco.Poi, a conclusione della lettura, l’abete dice: “Grazie, alberodella canfora, per questo racconto che ci ha insegnato

quanto sia importante e spontaneo pregare. Mi hai fattovenire in mente il brano del Vangelo che descrive la vicendadi Zaccaria: anche lui ha pregato tanto. Ascoltate”.

Viene letto il brano del Vangelo qui a fianco.Poi, a conclusione della lettura, i bambini asiatici si alzano,

tolgono le pagine del Vangelo appese all’albero della canfora e levanno a collocare sui rami dell’abete, per abbellirlo ancora di più,

mentre una musica di sottofondo accompagna il momento.Concluso l’addobbo, si chiude il sipario.

Il canovaccio

attori per un giorno

AvventoAvvento

Avvento AvventoAvvento

Avvento Avvento

[email protected]

i [email protected] 17

Testimonianzamissionaria

O gni mattino mi impegno ad affidare al Si-gnore la mia giornata. Prima di pranzo e

di cena prego il Signore per tutti coloro che

non hanno cibo, perché chi vive nell’abbondanza

sia generoso nei confronti di chi è meno for-

tunato. Prima di dormire prego per ciò che

ho vissuto, chiedendo perdono per il male

commesso, affidando al Signore ciò che di

bene ho fatto e ricordandogli tutte le persone

che porto nel cuore.

Mi chiamo padre Vin-cenzo Bordo e abito

in Corea del Sud da tantianni. Qui mi occupo dei poveri,di chi vive per strada, dei tantigiovani che non avrebbero un futuro senza lanostra casa-famiglia.In queste fredde sere d’inverno osservo inostri amici che arrivano alla mensa con ilcappello calato sugli occhi, depongono sul pa-vimento i loro poveri zaini e fagotti con lepoche cose rimaste di una vita piena di soffe-renze, e li vedo sedere comodamente e mangiarecon gusto... Tutto questo mi fa elevare conspontaneità al Signore una preghiera di lode esupplica, insieme.Tanti dei nostri amici fanno una vita da cani,senza rispetto e dignità: scacciati e denigratida tutti. E spesso quando muoiono (ogni annosono più di 400) sul ciglio della strada nellefredde notti d’inverno, non hanno nessuno cheraccolga il loro ultimo respiro. Come cani

randagi sono abban-donati a sé stessi. An-che oggi, come ormaifacciamo da anni, noidella casa-famiglia cisiamo raccolti in pre-ghiera ed abbiamo af-fidato al misericordio-so Signore Gesù questinostri cari amici.

L’impegno

la preghierache lenisce la preghiera

di ZaccariaZaccaria, sacerdote del tempio, e sua moglie

Elisabetta non avevano figli, perché Elisabetta

era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Mentre Zaccaria officiava nel tempio apparve

un angelo del Signore che disse: «Zaccaria, la

tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Eli-

sabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni.

Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno

della sua nascita, poiché egli sarà grande

davanti al Signore». Zaccaria disse all’angelo:

«Come posso conoscere questo? Io sono

vecchio e mia moglie è avanzata negli anni».

L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto

al cospetto di Dio e sono stato mandato a

parlarti e a portarti questo lieto annunzio».

la preghieradà sostegno

Eco del

Vangelo

(cfr. Luca 1, 5-19)

(Segue a pagina 19)

Appunti nataliziAvvento

Appunti natalizi

(Segue a pagina 19)

A scuola di gioiaSi riapre il si-pario. Le luci

sono concentra-te sul baobab ad-dobbato di tantestelle filanti co-lorate, con, aisuoi piedi, trebambini africani(vestiti tipici,altri elementiche ne carat-terizzano la pro-venienza). Que-sto albero prende

la parola (voce fuoricampo) e dice: “Anch’io voglio raccontarviuna storia. E’ ambientata in Africa, la mia terra, e narra lagioia di una ‘mamma’ speciale. Ascoltate”.Viene letta la testimonianza missionaria a pag.19.

Poi, a conclusione della lettura, l’abete dice:“Grazie, baobab, per questo racconto che ci hainsegnato la gioia. Mi ha fatto venire in menteil brano del Vangelo che descrive l’arrivo diMaria da sua cugina Elisabetta: anche questoepisodio parla di gioia. Ascoltate”.Viene letto il brano del Vangelo a pag.19.A conclusione della lettura, i bambini africanisi alzano, tolgono le stelle filanti dal baobab ele vanno a collocare sui rami dell’abete, mentreuna musica di sottofondo accompagna il mo-mento.Concluso l’addobbo, si chiude il sipario.

i [email protected]

AvventoAvvento Avvento

Avvento

Avvento Avvento

IL MERCATO DI NAZARETH

Nella diocesi di Lanciano-Ortona l’Ufficio Ca-techistico e l’Ufficio Missionario hanno coinvoltodiverse parrocchie in un’iniziativa molto bella,all’insegna della preghiera, della condivisione edella fraternità: Il Mercato di Nazareth.Ogni parrocchia ci ha raccontato il suo impegno.

DALLA PARROCCHIA SPIRITO SANTO - LANCIANOI bambini di prima elementare hanno scoperto che anche Gesù è stato bambino. Sisono impegnati nel conoscere alcuni aspetti della sua vita quotidiana: come poteva

essere la sua casa, come passava il tempo, quali giochi faceva. I catechistihanno coinvolto i genitori in una bella e partecipata

iniziativa e precisamente: ai papà è statochiesto di vivere un’esperienza con i proprifigli per costruire e creare ‘opere d’arte’;alle mamme è stato chiesto di preparare coni propri figli il ‘pane di Shabbat’, il dolcedegli ebrei per la festa del sabato. Tutti hannocollaborato pienamente per la riuscita del-

I

n.11-12Novembre/Dicembre2017

Notizie da…Notizie da…Diocesi di Lanciano-Ortona

II

l’iniziativa: i bambini si sono impegnati con entusiasmo pervendere i ‘pezzi unici’ realizzati con i loro papà e il ‘pane diSabato’ impastato e cotto con le loro mamme.

DALLA PARROCCHIA S. ANTONIO DI PADOVA - LANCIANOAbbiamo vissuto questa iniziativa facendoci guidare da tre verbi:- accompagnare i bambini alla scoperta di Gesù, bambino nel suo tempo e tra le suetradizioni; i genitori si sono uniti al percorso e si sono lasciati coinvolgere nelle iniziativeche li hanno visti protagonisti con i loro figli;- coinvolgere bambini e genitori in tantissime attività e, con loro, tutta la parrocchia,vivendo così un momento di scambio, di partecipazione e di appartenenza alla Chiesa;

- gioire tutti insieme alla Messa domenicale pro-clamando la Parola di Dio; i bambini hanno animatola preghiera dei fedeli e la processione offertoriale.E’ stato un momento eccezionale: abbiamo vissutopienamente la tenerezza e l’entusiasmo di un’ini-ziativa coinvolgente, con i genitori che hannomanifestato una grande emozione per tutto iltempo e con la comunità che, a partire dalparroco, ha accolto l’iniziativa con entusiasmo edimpegno.

DALLA PARROCCHIA MADONNA DEL PONTE - LANCIANOAd essere sinceri, non pensavamo proprio che una iniziativa come quella de “Il Mercatodi Nazareth” potesse entusiasmare così tanto nonsolo i nostri bambini di prima elementare, masoprattutto i loro genitori! I papà hanno seguitoil nostro cammino ed hanno collaborato nellarealizzazione di vere ‘opere d’arte’. Le mammesono state alle prese con la ricetta del ‘pane diShabbat’, incontri con i catechisti, partecipazionecon i figli. Tutti contenti, compresa la comunitàparrocchiale che ha partecipato attivamente.

III

DALLA PARROCCHIA MARIA SS. DELLE GRAZIE IN MARCIANESE - LANCIANOIl Mercato di Nazareth ha riscosso molto successo!La cosa più bella e significativa è stata sicuramentel’attiva partecipazione dei genitori: i papà sisono impegnati a realizzare simpatici lavoretticon i propri bambini, mentre le mamme si sonocimentate con il ‘pane di Shabbat’. La messa do-menicale è stata animata dalle famiglie ed unamamma ed un papà hanno presentato l’iniziativaa tutta la comunità. Per i bambini poi è statodavvero un momento di festa e di gioia: sentirsiprotagonisti insieme ai loro genitori li ha resi im-portanti.

DALLA PARROCCHIA S. MARIA DI COSTANTINOPOLI - ORTONACi siamo organizzati per impastare del pane durante l’incontro ca-techistico in parrocchia, alla presenza di mamme, papà e nonni. Lapasta lievitata è stata presentata durante la processione offertorialedella Messa, benedetta e consegnata alle famiglie dei nostribambini per essere portata a casa, cotta, spezzata e condivisa atavola tutti insieme. Per il Mercato di Nazareth, invece, prendendospunto dalle parole di Gesù “Voi siete il sale della terra”, abbiamorealizzato, con l’aiuto dei genitori, dei barattolini contenenti unsale speciale, saporito e profumato, simbolo del sapore di Cristonella nostra vita.

DALLA PARROCCHIA S. MARIA DELLE GRAZIE- ORTONAIl nostro Mercato di Nazareth ha visto bambini e genitoriimpegnati a confezionare delle croci realizzate con le mollettedi legno. E’ stata una bella iniziativa, che ci ha portati so-prattutto a fare comunione tra noi. Tutti i lavoretti realizzati,portati alla processione offertoriale durante la Santa Messadella domenica, sono stati benedetti dal parroco e poivenduti fuori dalla chiesa. Bella e gioiosa anche la parteci-pazione di tutta la comunità parrocchiale.

IV

Il ricavato de IL MERCATO DI NAZA-RETH organizzato in diverse parrocchie,grazie alla vendita del ‘pane di Shabbat’impastato dalle mamme e delle ‘opered’arte’ realizzate dai papà, è stato di 1.590 euro.Questa somma contribuisce alla realizzazione di un progetto presso il Vicariatoapostolico di IQUITOS in Perù.Il progetto prevede la manutenzione di due scuole primarie e relativa mensa dove sitrovano 553 bambini provenienti da famiglie delle etnie awajùn e huampis, medianteacquisto di alimenti (riso, zucchero, latte, avena, banane, carne, pesce, uova, olio, salee verdure).

Sabato 1 aprile scorso è stato organizzato presso laCuria diocesana di Lanciano un bel pomeriggio di festacon tutti i bambini di prima elementare, i loro genitorie i catechisti. E’ stata presentata l’iniziativa e poidonata la somma raccolta a don Mario Vincoli,Segretario nazionale della Pontificia Opera InfanziaMissionaria, che ha ringraziato di cuore tutti i protago-nisti.

UNA COMETA DI… GRAZIE

Vivi un itinerario d’Avvento e d

i Natale all’insegna

della gratitudine, entrando ne

lle case

dei ragazzi dei cinque contine

nti

per scoprire quanto di bello

esiste nelle loro terre.

Richiedi la Cometa e la Novena a Missio Ragazzi:

e-mail [email protected]. 06/66502644

Richiedi la Cometa e la Novena a Missio Ragazzi:

e-mail [email protected]. 06/66502644

NOVENA DI NATALE DEI RAGAZZIMISSIONARI

PIANETA MISSIO RAGAZZI è a cura di Missio Ragazzi

Via Aurelia, 796 - 00165 Roma

Tel. 06/66502644 - 645; fax 06/66410314; e-mail: [email protected]

Per offerte: ccp n. 63062632 intestato a MISSIO - POIM - Via Aurelia, 796 - Roma

LA NOVENA DI NATALEAnche quest’anno Missio Ragazzi vi accompagna negli ultimi giorni

d’Avvento con la consueta Novena dei Ragazzi Missionari. Nove

“Sguardi d’Amore”, uno al dì, per imparare a guardare con gli occhi e

il cuore di Gesù.

Testimonianzamissionaria

Mi chiamo suor PaolaGabrieli e appartengo

alla famiglia religiosa delleFiglie del Sacro Cuore di Gesù.Vivo a Bimbo in Repubblica Cen-trafricana, uno dei Paesi più poveri del pianeta,dove il 67% delle famiglie non ha neanche un dollaroal dì. I conflitti armati sono all’ordine del giorno, lasituazione sanitaria è precaria, c’è un’alta percentualedi malati di Aids che non possono curarsi. Solo aBangui, la capitale, si contano più di 5mila ragazzi distrada orfani. A Bimbo mi prendo cura di bambinipoveri, soli o malati, che vivono nella Casa diaccoglienza del Buon Cuore di Gesù. Come Melchisedek, chiamato da tutti Melchi.Una mattina, mentre camminavo per il quartiere, mi fermò ungendarme dicendomi che aveva trovato un bambino in condizionimiserabili. Quando lo vidi mi veniva da piangere: era pelle eossa, aveva tre anni, pesava poco più di 6 Kg e non riusciva astare in piedi. Lo abbiamo assistito come un neonato. Durantegli esercizi di riabilitazione Melchi piangeva e per farlosmettere dovevo dargli un panino con il cioccolato. Era im-pressionante vederlo mangiare: prima raccoglieva le bricioleche cadevano e poi continuava a mordere il panino.Dopo qualche mese ha cominciato a camminare. Da unasignora che conosceva la storia della famiglia di Melchi,abbiamo saputo che suo padre voleva farlo morire difame perché lo riteneva un likundu (stregone), colpevoledella morte della mamma e della sua secondamoglie. Ma il piccolo, mentre il padre si allontanava,si trascinava a terra per chiedere l’elemosina e

poi affidava le monete ai co-noscenti e chiedeva loro delpane.La Provvidenza divina non èmancata. Oggi Melchi è salvo,sereno, è stato accolto in unafamiglia che ha buone condi-zioni finanziarie e desideraadottarlo.Non c’è gioia più grande peruna ‘mamma’ che vedere unbambino felice.

la gioia di essere‘mamma’

L’impegno

Eco del

Vangelo

(cfr. Luca 1, 39-45)

la gioia di

elisabettaMaria si mise in viaggio e raggiunse sua cugina

Elisabetta, moglie di Zaccaria. Appena Elisabetta

ebbe udito il saluto di Maria esclamò a gran

voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il

frutto del tuo grembo! Ecco, appena la voce

del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino

ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata

colei che ha creduto nell’adempimento delle

parole del Signore».

la gioiada vivere

Mi impegno a raccontare ad un mioamico la gioia che provo quando

incontro il Signore Gesù alla Messadomenicale, al catechismo, in un gestodi carità, quando aiuto in casa chi habisogno, quando lo ricerco nella pre-ghiera quotidiana.

i [email protected] 19

i [email protected]

A scuola di volontà di DioSi apre di nuovo il sipario, mentre le luci si concentranosull’albero della gomma addobbato con tante forcolecolorate appese ai rami (la forcola è un legnetto che sibiforca: cioè è il punto in cui da un rametto ne nasce un altro).Ai suoi piedi sono seduti tre bambini brasiliani (vestiti tipici,altri elementi che ne caratterizzano la provenienza). Questoalbero prende la parola (voce fuoricampo) e dice: “Anch’io voglioraccontarvi una storia. E’ ambientata in America Latina, eprecisamente in Brasile, la mia terra: narra come sia possibile ebello fare la volontà di Dio. Ascoltate”.Viene letta la testimonianza missionaria qui sotto.Poi, a conclusione della lettura, l’abete dice: “Grazie, albero dellagomma, per questo racconto che insegna la bellezza del fare lavolontà di Dio. Mi hai fatto venire in mente il brano del Vangelo chedescrive cosa accade a Zaccaria ed Elisabetta, avendo scelto di fare la

volontà di Dio in tutto. Ascoltate”.Viene letto il brano del Vangelo qui a fianco.

Poi, a conclusione della lettura, i bambini brasiliani si alzano, tolgonole forcole colorate appese all’albero della gomma e le vanno a collocare

sui rami dell’abete, mentre una musica di sottofondo accompagna il momento.Concluso l’addobbo, si chiude il sipario.

Testimonianza missionaria

Mi chiamo Daniel, ho 15 anni e vivo a MarcosMoura, un quartiere periferico di Joan Pes-

soa, nel Nord-est del Brasile. La maggior partedei ragazzi cresciuti qui, purtroppo, finisce perentrare nelle organizzazioni malavitose. Moltigiovani scelgono la droga: ho visto molti miei

coetanei morire. Soche questa non è lavolontà di Dio ed iomi aggrappo a Luiper non perdere lasperanza in un fu-turo migliore. Congrandi sforzi, siamiei, sia di miamadre (che mi

mantiene agli studi, nonostante lanostra povertà), frequento la scuola.Grazie ai missionari comboniani, partecipoal doposcuola: qui impariamo cose nuove, seguiamocorsi di sport e musica, miglioriamo il nostrorendimento scolastico. Il mio sogno è quello dilaurearmi, avere un lavoro, riuscire a toglieremia madre da questa capanna e darle una casapiù dignitosa. Sogno anche che un giorno non cisia più nessun bambino che soffre come hosofferto io; sogno un mondo pieno di umanitàdove tutti possiamo vivere con dignità. Non sonoingenuo: so che la realizzazione di tutti questisogni dipende da me, ma anche da voi. Uniamociper afferrare i nostri sogni e rimbocchiamoci lemaniche: sono alla portata di tutti”.

la volontà di dio è una guida per la vita

Avvento Avvento

Avvento

Avvento

Avvento

Avvento

i [email protected] 21

Quando la strada si biforca (come in unaforcola) e c’è una scelta da compiere,voglio seguire la volontà di Dio. Voglio chie-dermi: Gesù cosa farebbe?Allora mi sarà facile considerare miei fratellitutti i bambini del mondo. Mi sarà facilecapire che le ricchezze del pianeta sono di-stribuite in modo ingiusto: c’è chi possiedeinteri palazzi e chi abita in misere capanne,chi sta male per il troppo mangiare e chimuore di fame.

L’impegno

la volontà di dioin ogni scelta

Dopo aver letto queste pagine, non dimen-

ticare di addobbare il tuo albero di Natale

con stelle filanti, pagine del Vangelo, for-

cole colorate.

A chi ti chiede perché proprio questi og-

getti, ricorda di parlargli di gioia, pre-

ghiera e volontà di Dio. Buon Natale!

Gli addobbi dell’albero di natale

ConclusioneDurante gli applausi si apre di nuovo ilsipario. Tutti i bambini che hanno contributoalla realizzazione della recita sono sul palcoper l’inchino di ringraziamento. Subito doposcendono in platea per andare in mezzo alpubblico e consegnare a ciascuno un impegno

(sono foglietti con i testi dei box “Impegno”di pag.17-19-21). Ognuno prende un fogliettoe si impegna a mettere in pratica l’impegnoche vi trova scritto: un modo per rendere ilmondo un po’ più bello, a misura di Dio.

Eco del

Vangelo

(cfr. Luca 1, 57-66)

la volontà di

dio per Zaccaria

ed elisabettaPer Elisabetta intanto si compì il tempo del

parto e diede alla luce un figlio. Volevano

chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria,

ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà

Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della

tua parentela che si chiami con questo nome».

Allora domandavano con cenni a suo padre,

che era diventato muto, come voleva che si

chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse:

«Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.

In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e

gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo

Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e

per tutta la regione montuosa della Giudea si

discorreva di tutte queste cose. Coloro che le

udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà

mai questo bambino?» si dicevano. Davvero

la mano del Signore stava con lui.

i [email protected]

im

Ciao! E’ faci-lissimo: mi trovi sul weball’indirizzo www.ponte-

mondiale.missioitalia.itRegistrandoti nello spaz

io ad

hoc (seguendo le indicazioni che

trovi), puoi accedere alle pagine

riservate dove scoprire tante at-

tività da realizzare ogni giorno,

da vivere in famiglia o con il

tuo gruppo di amici.Quando ti sarai registrat

o sul

sito, dall’ufficio di Missio Ragazzi

ti verrà spedita una busta con il

materiale necessario per vivere

questo gioco da adesso fino a

giugno. Li dentro ci sarò anch’io!

Ovviamente a pezzi. Tu mi dovrai

costruire. Ecco perché è impor-

tante che tu mi richieda e ti

metta all’opera!

Ciao Ponte Mondiale!Come faccio ad entrare incontatto con te?

LA PAROLA AL “PONTE MONDIALE”

Cerco un nuovocostruttore. Sei tu!

Dallo scorso ottobre è on line unnuovo gioco formativo. Si intitola

“Costruisci un Ponte Mondiale” ed è de-dicato a tutti i ragazzi che vogliono met-tersi all’opera. Come? Singolarmente (re-gistrandosi sul sito tramite uno dei geni-tori) o con il proprio gruppo di catechismo,scuola, scout, Azione Cattolica, ecc.Per capirne di più abbiamo immaginatodi rivolgere qualche domanda al “PonteMondiale”…

i [email protected] 23

Come posso procurarmi gli altri personaggi?

Nessun problema, li riceverai tramite “Il Ponte d’Oro” insieme ai numeri

di gennaio, marzo e maggio. Non devi fare niente per averli! Solo richiedere

il “Ponte Mondiale” tramite il sito www.pontemondiale.missioitalia.it

Cosa aspetti? Puoi diventare un costruttore di pont

i: mettiti all’opera!

Sì, ma come faccio a costruirti?

Sì, proprio così. Poggio su quattro rampe, anziché su due, perchéognuna è un pilastro indispensabile per la mia costruzione. C’è il pi-

lastro dell’Annuncio, quello della Condivisione, poi quello della Preghiera einfine quello della Fraternità. I primi due pilastri mi permettono di stare inpiedi. Poi, man mano che l’anno prosegue, dovrai aggiungere anche gli altripilastri. Non ti ricordano niente questi pilastri? Ogni pilastro è un impegnoda mettere in pratica per essere un Ragazzo Missionario. E… chiunque, inquanto battezzato, è un Ragazzo Missionario! Quindi cosa aspetti? Registratisul sito e mettiti all’opera!

Ma perché hai questa forma così strana? Sei un ponte con quattro rampe, anziché due…

Sono davverocarini! I primi, quel-li che vanno sullarampa dell’Annuncio,

li hai ricevuti a casa, in-sieme a questo numero del-la rivista che stai leggendo!Non li trovi simpatici? Sitratta di ritagliarli e incol-larli sulla mia prima rampa,quella dell’Annuncio. Co-struirmi, infatti, vuol direanche rendermi vivo, abi-tato, frequentato da perso-naggi provenienti da ogniangolo del pianeta.

E chi sono questipersonaggi?

Semplice! Basta seguire le indicazioniche trovi allegate ai miei pezzi, nellabusta che riceverai a casa... Ricorda che ilgioco formativo “Costruisci un Ponte Mon-diale” dura un anno e che i pezzi da ag-giungere vanno inseriti uno alla volta,man mano che vivi le attività propostesul sito, nelle pagine corrispondenti aivari pilastri. Coinvolgi in questo giocoqualcuno di famiglia: vi divertirete insieme!E mi raccomando: non dimenticate di ab-bellirmi con i personaggi!

i [email protected]

Doveè a s sina ot a l m ei n

Doveè a s sina ot a l m ei nDoveè a snat a l mi

Dove è a s sina ot a l m ei n

osi en

N ella Striscia di Gaza da qualche tempoè nata una magnifica iniziativa di re-

sistenza non-violenta. Nonostante la continuaminaccia di bombardamenti aerei da partedell’esercito israeliano, gli abitanti non siarrendono. La forza di alcuni di loro è datadalle speciali ‘armature’ della non-violenza,che cerca di contrastare il male della guerra.E così un gruppo di giovani palestinesi si èorganizzato per portare l’unico teatro iti-nerante palestinese in orfanotrofi, ospedalie Centri di assistenza diurna, per alleviare

NELLA TERRADI GESÙ

«Prendete perciò l’armatura di Dio,

perché possiate resistere nel giorno mal-

vagio e restare in piedi dopo aver

superato tutte le prove».(Ef 6, 13)

Quella di cui parla san Paolo in questa

lettera, scritta alla comunità cristiana

degli Efesini, è una battaglia ‘spirituale’

che ogni persona può condurre e che

consente di vincere le forze cattive non

tramite la guerra aperta, ma rivestendosi

dell’armatura di Dio. L’obiettivo non è at-

taccare, ma restare ben saldi in piedi,

ovvero fare di sé stessi una fortezza

contro il male.

Lembo di terra affacciato sul Mar Mediterraneo, lungo40 Km e con una larghezza media di 10 Km, la Striscia di

Gaza fa parte dei Territori palestinesi (insieme alla Cisgiordania)che, però, non sono riconosciuti internazionalmente come unoStato sovrano. Dal 1948 al 1967 la Striscia è stata governatadall’Egitto, che ancora oggi ne controlla la frontiera meridionale;successivamente, fino al 2005, è stata governata dallo Stato diIsraele, che ancora oggi ne controlla lo spazio aereo, le acqueterritoriali e l’accesso marittimo, così come i confini. Dal 2006 laStriscia di Gaza è sigillata ermeticamente: merci e cittadinipalestinesi non possono né entrare, né uscire (se non in casi ec-cezionali con permessi rilasciati dall’autorità israeliana) perché ilpotere politico è nelle mani di Hamas, un’organizzazione terroristicaper Israele, Stati Uniti, Unione Europea ed altri Paesi del mondo.La Striscia di Gaza è una delle zone più densamente popolatedel pianeta: circa 3.300 abitanti per Km quadrato.

STRISCIA DI GAZA

Un teatro per“restare in piedi”Un teatro per“restare in piedi”

lo stress psicologico e itraumi dei bambini. Glianimatori hanno creatoun Gruppo di Intratte-nimento di Teatro Pale-stinese: si tratta di 12giovani artisti volontariche hanno messo a di-sposizione tempo e de-naro per mantenere l’u-nico teatro ambulantelocale, fondato lo scorsoanno.Uno degli spettacoli pre-feriti dal pubblico vede

un narratore, con in testaun berretto turco rosso, noto come Tarbush,e il simbolo palestinese del potere, lakufiya, che si siede al centro di un cerchiodi bambini e recita storie di avventura. At-traverso le rappresentazioni emergono temidelicati, relativi alla società nella quale ipiccoli vivono. Inoltre vengono trasmessimessaggi pratici, come quello di non toccare

Da coprica-po arabousato soprat-

tutto in ambitoagricolo, la kufiya è di-ventato un simbolo po-litico in Palestina. Neglianni ‘30, infatti, quandola Palestina era un Pro-tettorato britannico,venne usata dai pale-stinesi che volevanol’indipendenza: gli in-glesi cercarono di vie-tarla nella città di Jenine di imprigionare chila indossava. Da quelmomento in poi è di-ventata segno di resi-stenza.

KUFIY

A

resti di mine o di ordigni inesplosi e ditenersi lontani dalla linea del confine.Infatti se un soldato israeliano, che pattuglial’area, vede un essere umano aggirarsi lungole frontiere, ha l’ordine di sparare.In realtà la Palestina (non solo Gaza, maanche la Cisgiordania) è un ottimo esempiodi come in nome della pace, di Dio e delcontrasto non-violento alla violenza, sipossano vincere delle battaglie “restandoin piedi”, come suggerisce san Paolo agliEfesini. Lo si fa tramite iniziative artistiche,ludiche, sanitarie, giornalistiche. E ovvia-mente anche tramite il teatro. Secondol’Ufficio Centrale di Statistica Palestinese(PCBS), attualmente ci sono 14 teatri inPalestina, 11 di questi in Cisgiordania e trea Gaza. Tuttavia nessuno degli altri haesperienza come teatro itinerante.

i [email protected] 25

In basso a destra: Jabaleiah (Striscia di Gaza) - Finita laguerra, un bimbo alza lo sguardo verso il cielo.Sotto: Per entrare e uscire dalla Striscia di Gaza si deveattraversare un lunghissimo tunnel che isola completamentela zona di confine con Israele.

Sopra: Dopo i bombardamenti di molte case, la popolazione dellaStriscia di Gaza è costretta a vivere nelle tende.

Nelle foto:La piazza a lato del Palazzo Reale durantel’allestimento (durato un anno) per lo svolgimentodella fase conclusiva dei funerali del re, celebrata loscorso 27 ottobre.

D opo un anno di preparazione la Thailandiaha vissuto l’ultima fase del fastoso fu-

nerale del suo amato re Bhumibol Adulyadej.Il sovrano è deceduto all’età di 89 anni il 13ottobre 2016. La sua salma ha ricevuto perun anno la visita di milioni di cittadini thai-landesi, che hanno espresso l’incredibileaffetto verso il saggio re che ha regnatooltre 70 anni. Lo scorso 30 settembre sisono chiuse alle visite le porte del Palazzoche ospita le sue spoglie e sono state avviatele fasi conclusive che hanno avuto il loroapice il 27 ottobre scorso con la solennecremazione.Il luogo della cremazione, la piazza a latodel Palazzo Reale, è stato blindato per unanno per permettere a tutti i migliori artisti,artigiani, ingegneri e costruttori dello Stato,di costruire uno scenario che faccia vedereal mondo intero l’animo e la cultura diquesta terra.

Pas si id …ogg i

Pas si id …ogg i

Pas si id …ogg i

Pas si id …ogg i

Nel mese di ottobre i canali televisivi nazionali,i giornali e tutti i mezzi di comunicazionehanno trasmesso il loro palinsesto in biancoe nero (come era avvenuto nel primo periodo,dopo la morte del monarca). La gente vestivadi nero in segno di lutto. Lungo le strade, difronte a tutti gli edifici importanti (scuole,università, templi, palazzi amministrativi,centri commerciali e banche) sono stateaffisse macroimmagini del re.La Thailandia ha mostrato al mondo la gran-dezza della sua cultura e dell’arte, oltre a farconoscere a tutte le nazioni una figura di re-gnante degna di tanto rispetto, per saggezza,dedizione, prudenza e autorevolezza. Re Bhu-mibol Adulyadej sarà chiamato ‘il più grandeRe della storia siamese’. E per quanto ne so,questo titolo è più che meritato.

Don Attilio De Battisti(dalla diocesi di Padova alla Thailandia)

Un funeralelungo un annoUn funeralelungo un anno

i [email protected]

MISSIONARIO IN THAILANDIA

i [email protected] 27

s… ul le ro ime ie irds…

ul le ro ime ie ird

sul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird s… ul le ro im e ie ird

Sceneggiatura e disegni d

i Saverio Penati

i [email protected]

s… ul le ro ime ie irds…

ul le ro ime ie ird

sul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird s… ul le ro im e ie ird

i [email protected]

s… ul le ro ime ie irds…

ul le ro ime ie ird

sul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird s… ul le ro im e ie ird

i [email protected] 31

Sopra: Raffigurazione pittorica digruppi nativi americani in Americaall’inizio del Novecento.

Le missioni dei Gesuiti e dei FrancescaniLa famiglia religiosa che fondò le prime missioni indiane fu quelladei Gesuiti, conosciuta anche come Compagnia di Gesù. Successi-vamente, quando nel 1767 i sovrani di Spagna espulsero i Gesuitidai propri territori (e quindi anche dalle colonie americane), essidovettero abbandonare le loro missioni. Al loro posto, per voleredi papa Clemente XIV, arrivarono i Francescani che ne continuaronol’opera di evangelizzazione (ovvero la missione di far conoscere ilcristianesimo a chi non ne aveva mai sentito parlare).

L’America ai tempi dei colonizzatoriNel Settecento il continente americano era stato scoperto da tempo e le grandi potenze europeelo avevano già colonizzato (vedi la spiegazione di Kakaba a pag. 4), sfruttandone materie prime,terre e forza lavoro. I popoli che abitavano da sempre quelle zone (oggi chiamati ‘nativiamericani’) venivano all’epoca chiamati ‘indiani’ o indios (espressioni usate tuttora, ma derivantidall’errore geografico commesso da chi scoprì l’America, che pensava di essere arrivato nelleIndie, cioè in Asia, facendo il giro del mondo dall’altra parte).

I francescaniDall’epoca di san Francesco (che ha vissutotra il 1182 e il 1226), molti sono i giovaniche si innamorano di Gesù attraverso ilmessaggio schietto e diretto del poverello diAssisi e si fanno suoi compagni di strada di-ventando frati.Ma lungo i secoli si sono verificate delledivisioni che hanno portato alla nascita di tre famiglie religiosediverse, tutte francescane: i frati minori, i frati minori conventuali ei frati minori cappuccini. Tutti indossano il saio, cioè la veste chesan Francesco scelse per sé e per i suoi primi compagni (come fraGinepro). E tutti professano i voti di povertà, obbedienza e castità:un modo per cercare di rivivere in tutto, le scelte, i gesti, gli atteg-giamenti, i sentimenti, la vita stessa di Gesù.

Sopra:Fra Junipero Serra, che scelse dichiamarsi Ginepro, come uno deiprimi frati compagni di SanFrancesco d’Assisi.A sinistra:San Francesco ritratto da Cimabue.L’affresco si trova ad Assisi nellabasilica omonima.

i [email protected]

Cli Pa arolck la al

Cli Pa arolck la al

Cli Pa arolck la alCli Pa arolck la al Cli Pa arolck la alCli Pa arolck la al

«Dacci oggi

il nostro pane

quotidiano».

(Mt 6, 11)

PRESEPI IN MOSTRA

Non c’è borgo sparso tra colline,valli, montagne delle regioni

d’Italia, che in questo periodo nonmetta in mostra i suoi spettacolaripresepi. Dai più originali, ai piùtradizionali, dai più piccoli ai piùpreziosi, tutti sono meta di fedeli,ma anche di turisti o semplicementedi curiosi.Tra le migliaia di presepi che ognianno vengono realizzati ovunque, nesegnaliamo in particolare due da vi-sitare.

IL PRESEPE DEI MISSIONARI COMBONIANI DI VENEGONO SUPERIOREDa 65 edizioni i missionari Combonianidi Venegono Superiore (VA) invitanotutti a visitare il loro presepe “te-matico”.Ogni anno sono migliaia i visitatoricuriosi di scoprire qual è l’ambitonel quale si sviluppa il presepe rea-lizzato con impegno e maestria nellacittadina lombarda. La rappresentazioneha sempre un valore aggiunto: chi siferma davanti alla scena della Nativitàè invitato a riflettere su quale siail mondo che oggi accoglie Gesù Bam-bino. Forse un’umanità segnata dal-l’ingiustizia del guadagno di pochi adiscapito di molti? Forse un pianetache l’uomo sta distruggendo, se con-tinuerà a sfruttare senza rispetto lesue risorse naturali? Il tutto è pro-posto con begli effetti e curate sce-nografie.Per maggiori info: www.presepiocom-boniani.it

IL PRESEPE VIVENTE DI BASELICEQuella del Presepe Vivente di Baselice,borgo medievale in provincia di Bene-vento, è un’iniziativa che si confermauna delle attrazioni più suggestivedel Centro Sud, con un incremento dipresenze sempre maggiore. I cittadinicoinvolti nella sua realizzazionesono circa 500 e i luoghi in cui sisviluppa la sacra rappresentazionevanno dal centro storico fino ai ter-reni limitrofi. Una cinquantina lescene realizzate. Non mancano l’at-tenzione all’integrazione, con ilcoinvolgimento di cittadini di originestraniera, né i messaggi di fratellanzacon musiche arabe e tradizioni ebrai-che.Per maggiori info: www.presepeviven-tedibaselice.it

Una tradizioneche si rinnovaUna tradizioneche si rinnova

Sotto e a fianco:Scene del Presepe Vivente di

Baselice (Benevento).

Sopra:Presepe realizzato interamente con

conchiglie ed esposto a Procida.

i [email protected] 33

34

Sca ff aleSca ff ale

Sca ff ale Sca ff aleSca ff ale Sca ff ale

Sca ff ale

LIBRI

Lettere al papada tutto il mondoLettere al papada tutto il mondo

Le lettere scritte dai bambini diogni continente sono una trentinae contengono gli interrogativi piùdiversi. Perché veneriamo la Croce?Cosa faceva Dio prima di creare ilmondo? Cosa ne è dei nostri caridopo la morte? Anche i malvagi hannoun angelo custode? Ma le curiositàspaziano anche sulla vita del papa:Qual è stata la tua scelta più difficilenella tua missione per la fede? Quando

Jorge Mario BergoglioL’Amore prima del mondoPapa Francesco scrive ai bambiniRizzoli EditorePagg. 79

€ 17,00

i [email protected]

D omande “difficili”. Di primo acchito, papaFrancesco, ha descritto così i quesiti che

tanti bambini del mondo gli hanno inviato at-traverso la famiglia religiosa dei Gesuiti, e cheha letto con attenzione, soffermandosi ad os-servare anche i disegni, parte integrante delledomande stesse. Quesiti dei piccoli e rispostedel Santo Padre sono stati raccolti nel libro“L’Amore prima del mondo. Papa Francescoscrive ai bambini”, edito da Rizzoli e curatoda padre Antonio Spadaro: un concentrato dispontaneità, freschezza, tenerezza e gioia, maanche profondità e franchezza, perché le do-mande dei piccoli sono dirette, chiare, senzafronzoli, e le risposte del papa non tirano inballo concetti astratti, né ragionamenti cavil-losi.

Nelle librerie o sul sito www.libreriarizzoli.it

i [email protected] 35

I l racconto della nascita di Gesù è noto atutti. Ma se a narrarlo è Stellina, che

usa parole semplici e in rima, come in unafilastrocca, allora la lettura diventa davveroun’esperienza singolare. E’ quello che accadesfogliando il volumetto “Viaggio versoBetlemme”, scritto e disegnato da Ales-sandro Verrastro, in arte Vettorialex, perMaria Pacini Fazzi Editore. Il libro fa partedella collana “I racconti di Stellina”, tuttiscritti dallo stesso autore, un giovane natoad Asti nel 1984 e trasferitosi a Viareggio

(Lu), che sidescrive come“affascinatodall’arte, dallamusica, dallapoesia, dal di-segno e daogni formacreativa”.

Acquistabile presso gli Internet Boo

k Shop più forniti

Alessandro Verrastro

Viaggio verso Betlem

me

Maria Pacini Fazzi Edito

re

Pagg. 22

Stellina ela CometaStellina ela Cometa

eri un bambino ti piaceva ballare? Cos’altrovorresti fare nella tua vita per fare il mondopiù bello e più giusto?Papa Francesco risponde con toni appassionati:a volte intavolando una conversazione imma-

ginaria, come se Faith, Alejandra, Juan Pablo,Clara e tutti gli altri si trovassero davanti a lui;sempre con semplicità e tenerezza, filo con-duttore che unisce tutte le risposte del papaai bambini del mondo.

Leggendo gli scritti di Alessandro Verrastro,è facile scorgere la sua grande fede nelSignore Dio, che traspare da ogni riga. Così,nell’introduzione, Stellina si presenta conuna promessa: “Vi racconto una storia d’amore– dice ai lettori – e vi porto a conoscereGesù Salvatore”. E così fa: accompagnatadalla Cometa, la piccola stella che brilla neisogni di grandi e piccini conduce a Nazareth,dove l’angelo Gabriele annuncia a Maria illieto evento; poi si sposta verso Betlemme,fino ad arrivare sopra una stalla, dove accadel’evento più bello della Storia del mondo.Quale? Chiedilo a Stellina!€ 5,00

i [email protected]

Presepe in quizPresepe in quiz

Presepe in quiz Presepe in quiz Presepe in quiz

Presepe in quiz

Presepe in quiz

A cura di Irene Guerrieri

i [email protected] 37

Caro Gesù Bambino,quest’anno ti chiedo un regalo speciale:

- tanti amici da ogni angolo di mondo

- tanto divertimento con rubriche, fumetti,

attività e giochi

- tanta solida ietà con tili di vita da far propri

e racconti dalla missione da cui imparare…

solo 14 euro per un ABBonAMenTo A 10 nuMeriBasta fare un versamento sul conto corrente postale n. 63062327intestato a Missio indicando sul bollettino il recapito di chi deve ricevere la rivista.

✁Stacca il tagliando e consegnalo alla persona a cui hai fatto questo meraviglioso regalo

��� ��������� �� �� ������� Numero 7-8

Rivi

sta

della

Fon

dazi

one

Miss

io •

Pos

te It

alia

ne S

.p.A

. – S

pedi

zion

e in

abb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. 1

, com

ma

1 Au

t. GI

PA/ C

/ RM

• E

uro

1,40

��������� ���������� Numero 10

Rivis

ta d

ella

Fon

dazio

ne M

issio

• P

oste

Ital

iane

S.p

.A. –

Spe

dizio

ne in

abb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(conv

. in

L. 27

/02/

2004

n.4

6) a

rt. 1

, com

ma

1 Au

t. GI

PA/ C

/ RM

• E

uro

1,40

�������������� ������� Numero 9

Rivi

sta

della

Fon

dazi

one

Miss

io •

Pos

te It

alia

ne S

.p.A

. – S

pedi

zion

e in

abb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. 1

, com

ma

1 Au

t. GI

PA/ C

/ RM

• E

uro

1,40

Ti ho regalato l’abbonamento a

IL PONTE D’ORO per un anno!

Buon Natale e Felice Anno NuovoTi ho regalato l’abbonamento a

IL PONTE D’ORO per un anno!

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Per donare tutto questo, REGALA IL PONTE D’OROPer donare tutto questo,REGALA IL PONTE D’ORO

sr