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Long Life Learning Project
QUALE SCIENZA PER QUALE EDUCAZIONE
ripensare insieme la cultura scientifica di baseattraverso
i temi, i contesti, le dinamiche di una educazione permanenteincardinata nell’interazione fra individui e società
Paolo Guidoni [email protected]
Napoli, 4 dicembre 2013Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
il seminarioSi propone di guardare/vedere l’educazione permanente
come contesto di diffusione di una cultura scientifica di base in grado di evocare e sviluppare le potenzialità di tutte le persone
Ci si chiede allora quali possano essere i grandi temi in cui dovrebbe articolarsi questa cultura,
quali le prospettive attraverso cui divenire capaci di guardare alla realtà che ci circondain modo da esserne co-attori partecipi e consapevoli.
Per esempio, appropriazione graduale diuna modellizzazione scientifica di <come è fatto il mondo> (una “cosmologia”)
una analoga modellizzazione di <come sono fatti gli umani> (una “antropologia”)una gestione competente delle “forme simboliche” fondamentali
un controllo delle potenzialità delle ”tecnologie” che condizionano i modi di vivere.
Oggi, prima di progettare come agire, il nodo cruciale è capire la “realtà effettuale”: capire come e perché,
malgrado le varietà di sforzi in campo sul piano della educazione formale,il raggiungimento generalizzato di questi obiettivi appare ancora ben lontano
(e se un po’ tutto il mondo è paese … da noi è abbastanza peggio)
nobili scopi vs protervi impedimenti
Sembra dunque necessario
Analizzare gli aspetti rilevanti della “realtà effettuale” e le loro correlazioni causali,anche al di là della loro descrizione fenomenica
Contemporaneamente, ipotizzare plausibili/possibili sentieri di azione coerente
Coinvolgere persone che siano attive nel contribuire al progettopartendo da specifici/diversi contesti di esperienza/esigenza culturale
Riconoscere, affrontare e valorizzare l’interazione “a loop”costantemente/necessariamente attiva nei livelli diversi della trasmissione culturale
attenzione!
fra tutti gli argomenti/problemi via via evocati
solo su alcuni è possibile qui dire qualcosa che vadaappena oltre l’evocazione:
scopo del seminario è infatti quello di “indurre in tentazione” -- quella di avviare e sviluppare un lavoro allargato e approfondito
di riflessione, discussione, immaginazionee - se possibile - di progettazione
verso un qualche tipo di “fare”
da che punto(i) di vista si guarda
Il raggiungimento degli obiettivi è lontano anche perché comunemente si <<ignorano>>dati di fatto accertati che vincolano in profondità la trasmissione culturale
a tutti i suoi livelli: (solo) per esempio
Epigenesi bio-culturale (in particolare nei primi anni di vita)
Dinamiche di risonanza/interferenza fra individualità/realtà/cultura/socialitàche devono essere indirizzate da una mediazione umana
lungimirante e strategicamente efficace/efficiente/convincente
Ruolo e carattere comunque/ovunque cruciale giocato nella risonanza da:
Mediazione attiva delle “forme simboliche” (lingua, matematiche, … ma non solo …)
Meta-discorso, esplicito ma anche/soprattutto implicito(“gioco dei giochi”, “struttura che connette”, … ma non solo …)
realtà effettuale: la Trasmissione Culturale di Base
La TCB è oggi istituzionalmente strutturata/organizzata sulla base di “tre I”Indicazioni
InvalsiIndire
con obiettivi ben condivisibili di “garanzia generalizzata” nella trasmissione culturale
Tuttavia nessuna delle “tre I” si basa su una analisi (“scientifica” …) dei dati di fatto (realtà/necessità effettuali presenti nella maggior parte delle scuole)
dei saperi oggi disponibili in tema di trasmissione culturaledei feedback emergenti dalle scuole (dalle “sperimentazioni” alle “emergenze” …)
Conseguentemente (si può dire), oggi le “tre I” sono sostanzialmente prive di “presa” sulla realtà effettuale
(in prevalenza relegate a livello di “grida” manzoniane) mentrela trasmissione culturale di base risulta in media inefficace, inefficiente, non-convincente
in quanto da un lato passivizzante/condizionante, dall’altro distorta/distorcente,fino ad indurre al rifiuto del coinvolgimento che è comunque necessario
all’acculturazione
realtà effettuale: la Trasmissione Culturale di Base (per esempio)
In particolare, e solo per esempio:
Un obiettivo culturale cruciale (e problematico a livello stesso di ricerca) la “integrazione”
dei “saperi” disciplinari (necessariamente strutturati settorialmente)in “competenze” individuali (necessariamente organizzate in reti variate di significati
possibili, perché diventino solidamente “appropriate” e quindi “spendibili”)
è enfaticamente proclamato/declamato “in generale”, ma sostanzialmente <<ignorato>> nella forma effettiva di indicazioni test e supporti
e quindi esplicitamente (ipocritamente, vacuamente …) demandatoalla “competenza e creatività professionale” degli Insegnanti
Così di fatto succede che …
e ovviamente …
OvviamenteSe la scuola-da-imprinting-culturale funziona sistematicamente male
allora il risultato netto di quello che facciamo è (anche) che- E’ più facile e “sicura” la selezione meritocratica …
- E’ “contenuta a monte” l’esigenza/richiesta di formazione permanente socializzata …- E’ più “governabile” l’incombenza di assegnare/mantenere “ciascuno al suo posto” …
- Tutto sullo sfondo di una convivenza sociale meno umana …………………………………….
(cfr il Luciano Gallino de “la società del 20%” …)
OvviamenteSe si vuol porre mano a cambiare qualcosa, bisogna
- Cominciare a interrogarsi a fondo su cosa di fatto succede nella scuola-da-imprinting- Farlo coerentemente ma con una molteplicità di approcci, da contesti e livelli diversi(le “tre I” sono sistematicamente <<ignorate>>, dalla cultura di massa a quella di élite)
- Farlo “a partire dalla base”, assumendone problemi e contraddizioni per superarli………………………………….
(vedendo, e facendo vedere, che da qui si gioca ogni ”egemonia culturale” …)
realtà effettuale: intanto cosa succede intorno?
Si (stra)parla di “potare” l’ultimo anno di scuola secondaria …
Abbiamo un’età mediana di 43 anni (4i per anzianità su 200) …E siamo 25i per “indice di sviluppo umano” (alfabetizzazione e speranza di vita) …
e 43i per “competitività globale” …
<L’accelerazione che stiamo vivendo è fortissima … la tecnologia si salda con i comportamenti sociali …
non c’è tempo per il dibattito culturale, dobbiamo solo salire sul treno …>
Una “esperienza sul territorio”: tre anni in Valdera …
Comunicati ieri in pompa magna i risultati dei test OCSE-PISA …
…………………………………………….
realtà effettuale: dinamiche e ruoli associati alle forme simboliche
Le “forme simboliche”(in senso lato, dalla lingua naturale alle matematiche, dalla logica all’arte - gestuale
iconica o musicale … fino a ogni “formato” di comportamento) caratterizzano profondamente gli “umani” in quanto tali
in quanto cioè “viventi culturalmente e socialmente integrati”.
Le “forme simboliche” sono oggi discusse all’interno di discipline specialistiche(varietà di linguistica, epistemologia, filosofia delle discipline, antropologia, ontologia, …)
mala loro comprensione e gestione in relazione alle strategie fondamentali della
dinamica cognitiva umana sul piano sia dello sviluppo individuale che della evoluzione culturale
condizionano pesantemente la progettazione, lo svolgimento e la valutazionedi ogni forma/livello di trasmissione culturale
Rinviando di necessità una discussione approfondita,alcuni punti/aspetti nodali, tutti di validità permanete (quindi tutti più che “moderni”),possono essere suggeriti da alcune evocazioni tratte dalla riflessione “occidentale”
realtà effettuale: dinamiche e ruoli associati alle forme simboliche
Per esempio alcune posizioni parziali-ma-crucialiin relazione ad aspetti diversi del problema:
Galileo (4 “emergenze definitive” evocate attraverso decenni di riflessione)Democrito - Protagora
Platone - AristoteleAverroè
Kant - Cassirer - PiagetWittgenstein - Bateson
Chomsky……………………………..
La totalità intrecciata/interferente delle forme simboliche,interfacce potenzialmente risonanti con natura & cultura, soggettività & socialità,
dinamicamente “appropriate” e creativamente “gestite” nei “giochi/progetti” vitali,costituisce la spina dorsale di ogni comportamento cognitivo umano
- tanto esplicito (culturalmente controllato) quanto implicitamente “spontaneo” -nonché il ponte-legame con tutta la sfera emozionale e valoriale
… allora, che fare? … un “progetto”? …
Consapevolezze del tipo di quelle finora evocate mediamente non traspaiono nelle “tre I”, nei testi scolastici di ogni livello,
negli interventi di “diffusione culturale suppletiva”, …, nei corsi universitari …:una trasmissione culturale di base che sia incisiva perché significativa,
condizione necessaria anche per una formazione permanente incisiva e significativa,appare spesso come abbandonata - sul bordo dell’autostrada dello “sviluppo”.
In conclusione:se (visto che) “così” il sistema globalmente non funziona
(<non può un albero buono dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni …>) e se (visto che) <comunque il sistema totale tende a riprodurre sé stesso> (cfr Bourdieu)
l’unica via di uscita sperabile sembra quella di coinvolgere l’immaginazione e l’azione di molte persone
situate a tutti i livelli dell’esperienza/inesperienza culturale e socialead assumere un ruolo attivo di esplorazione/discussione/valutazione
dei fatti come sono e delle possibilità di un cambiamento graduale ma coerentenella cornice di un “progetto evolutivo” che garantisca coerenza nella flessibilità
(di “imprese” del genere, difficili ma produttive, c’è già esperienza “scientifica” nel mondo)
grazie …
… in attesa delle prossime “mosse”